Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Finalità di conoscenza:
Strumenti a supporto della conoscenza:
I sistemi di misurazione analitica dei costi di tipo tradizionale
I sistemi di misurazione analitica dei costi basati sulle attività.
Procedure informatiche in relazione alle specifiche esigenze conoscitive.
Finalità di responsabilizzazione:
Strumenti a supporto della responsabilizzazione:
I sistemi di misurazione dei costi a valori preventivi
L’assegnazione degli obiettivi economici nell’ambito del budget di responsabilità.
Procedure organizzative, in relazione a specifiche esigenze di responsabilizzazione.
Costo di produzione: il valore monetario delle risorse impiegate per la realizzazione dei processi di
produzione economica messi in atto dalle aziende
Costo di acquisto: la quantità che ha origine in uno scambio monetario posto in essere per
acquisire un fattore produttivo a date condizioni di negoziazione.
1
Costi elementari o originari: derivano dalle variazioni nel patrimonio numerario
Costi di acquisizione dei fattori produttivi: aggregazione dei costi elementari in relazione ai fattori
produttivi
Costi di impiego dei fattori produttivi: valore delle risorse consumate (ricchezza assorbita)
utilizzando i fattori produttivi
Costi di produzione: valore risorse consumate per ottenere una determinata produzione (beni e
servizi)
Contabilità generale: classificazione dei costi che privilegia la natura dei fattori produttivi che li
generano
Contabilità analitica: classificazione dei costi che privilegia la destinazione del fattore produttivo.
Costi di produzione: risorse consumate nei processi di fabbricazione, ovvero necessari per
realizzare il prodotto/servizio
Costi commerciali, amministrativi e generali: risorse consumate nei processi di vendita,
amministrativi o relativi all’organizzazione generale dell’impresa
Costi diretti: fattori produttivi direttamente e oggettivamente attribuiti ad uno specifico oggetto;
possibile, opportuno e conveniente effettuarne l’assegnazione direttamente ai rispettivi oggetti di
costo (procedimento diretto)
Costi indiretti: fattori produttivi che devono essere attribuiti ai singoli oggetti attraverso una base
di ripartizione; non possibile, non opportuno e non conveniente effettuarne direttamente
l’assegnazione ai rispettivi oggetti di costo (procedimento indiretto)
Costi variabili: valori espressivi di un fattore produttivo il cui consumo complessivo varia in misura
proporzionale al variare del volume di produzione
Costi fissi: valori espressivi di un fattore produttivo il cui consumo complessivo non varia al variare
del volume di produzione
Costo diretto/pieno
Costo per materie prime (c’è una lavorazione), componenti (non c’è una lavorazione)
= Costo primo
+ Costi per manodopera e costi per servizi industriali diretti (costi diretti di trasformazione)
= Costo diretto di produzione
+ Ammortamenti produttivi, manodopera indiretta, utenze produttive (quota costi indiretti di
produzione)
= Costo pieno di produzione
+ Costi indiretti commerciali, costi indiretti amministrativi e generali (quota costi indiretti non di
produzione)
= Costo pieno aziendale
2
Costo variabile/pieno
Costi per materie prime, componenti
= Costo primo
+ Costi per manodopera diretta, costi per servizi industriali diretti (costi diretti di trasformazione)
= Costo diretto di produzione
+ Energia elettrica per produzione, materiali di consumo indiretti (costi indiretti variabili di
produzione)
= Costo variabile di produzione
+ Provvigioni ad agenti, spese di spedizione (costi variabili commerciali e amministrativi)
= Costo variabile aziendale
+ Costi fissi industriali e commerciali, costi fissi amministrativi e generali (quota costi fissi di
produzione e non)
= Costo pieno aziendale
Costi specifici: costi riferiti a fattori produttivi i cui processi di impiego/utilizzo possono attribuirsi
in via esclusiva all’oggetto di calcolo preso in considerazione
Costi comuni: costi riferiti a fattori produttivi i cui processi di impiego/utilizzo, in ragione delle
scelte di assetto e di organizzazione del sistema aziendale, non possono attribuirsi in via esclusiva
all’oggetto di calcolo preso in considerazione.
3
Costi comuni: fattori produttivi utilizzati in modo discrezionale per ottenimento contemporaneo o
alternativo di più prodotti
Costi congiunti (non dosabili): processi produttivi tecnicamente congiunti. Non possono utilizzare
la capacità produttiva in maniera discrezionale.
Costi eliminabili: sono specifici di un determinato prodotto; se non produco più il prodotto elimino
anche il consumo del relativo fattore produttivo
Costi ineliminabili: costi non specifici di un determinato prodotto; se non produco più il prodotto
continuerò a sostenerli (costi COMUNI ad altri prodotti/oggetti).
Costi e ricavi differenziali: costi e ricavi che differiscono fra le alternative dipendono se si cessa o si
crea una nuova produzione.
Costi sommersi: non sono costi differenziali e dovrebbero essere ignorati nel processo decisionale;
non possono essere modificati da alcuna decisione.
Costi figurativi: non sono costi realmente sostenuti, ma sono rilevanti in alcune alternative.
Costi opportunità: il beneficio potenziale a cui si rinuncia quando si sceglie un’alternativa rispetto a
un’altra (non sono effettivamente dei costi)
Costi indiretti: è necessario individuare una base di ripartizione in grado di esprimere il nesso di
casualità che lega il costo indiretto ai singoli prodotti.
Costo indiretto (base di ripartizione) = coefficiente di attribuzione
Coefficiente di attribuzione*quota della base di ripartizione consumata dall’unità di prodotto
=quota di costo indiretto attribuito all’unità di prodotto
4
Per calcolare il costo unitario di produzione, bisogna definire la configurazione del costo di
prodotto:
Direct cost: il costo di prodotto è costituito da soli costi diretti la cui imputazione non
necessita di alcuna base di ripartizione
Full cost (o costo pieno): il costo è composto dai costi diretti e da quote di costi indiretti
attribuiti utilizzando delle basi di ripartizione
Variable cost: in questo caso ho una configurazione di costo parziale che include i costi
variabili (diretti e indiretti); per arrivare al full cost dovrò aggiungere pertanto i costi fissi.
L’imputazione dei costi indiretti all’unità di prodotto: il metodo orientato alle risorse
L’impostazione tradizionale di attribuzione dei costi indiretti al prodotto si basa sulla ricerca di un
legame di consumo tra i fattori produttivi e l’unità di prodotto. Tale legame può essere espresso in
due diversi modi:
1. Tutti i costi indiretti sono attribuiti all’unità di prodotto utilizzando un’unica base di
ripartizione.
2. Utilizzo di diverse basi di ripartizione: i costi indiretti sono raggruppati in classi omogenee
di costi e per ciascuna classe si definisce un criterio di ripartizione appropriato. È possibile
individuare due orientamenti: un orientamento ai fattori produttivi e un orientamento
funzionale.
Il metodo orientato alle risorse può risultare adeguato in situazioni aziendali caratterizzate da un
grado di complessità molto basso nelle quali prevalgono i costi diretti rispetto ai costi indiretti, e
questi ultimi sono prevalentemente di natura industriale e facilmente riferibili all’unità di
prodotto. In altre parole, il metodo è adatto in un contesto nel quale i processi produttivi delle
imprese sono caratterizzati dal ruolo fondamentale svolto dalla manodopera diretta, rispetto agli
altri fattori produttivi.
Il contesto descritto è coerente con le finalità di valutare le rimanenze di prodotti finiti e di
determinare il prezzo di vendita.
5
I centri di costo sono la minima unità contabile di raggruppamento dei costi; destinazione
intermedia nel processo logico di calcolo del prodotto. Spesso corrispondono ad unità tecnico-
organizzative.
L’individuazione dei centri di costo avviene sulla base di:
Certo ammontare di risorse assegnate
Omogeneità della tecnologia impiegata
Omogeneità di risultati.
Se il centro di costo corrisponde a unità organizzativa con a capo un responsabile, allora coincide
con un centro di responsabilità.
Le fasi del sistema di misurazione dei costi basato sui centri di costo
1. Individuazione dei Cdc e localizzazione dei costi nei Cdc
2. Gerarchizzazione dei Cdc
3. Allocazione dei costi dai Cdc intermedi ai Cdc finali
4. Imputazione dei costi dai Cdc finali all’unità di prodotto.
Fase 1
Individuazione: costruzione del piano dei centri di costo
Localizzazione: misurazione delle risorse consumate dai singoli centri
Attribuzione di costi che riguardano la gestione economica caratteristica, concorrono a
determinare il risultato operativo, si riferiscono a fattori produttivi i cui processi di impiego
risultano connessi alle operazioni svolte da uno o più centri di costo.
I costi localizzati nei centri di costo possono essere costi specifici di centri di costo, oppure costi
comuni se si riferiscono a risorse consumate da più centri di costo (necessità di basi di riparto).
Fase 2
Evidenza delle relazioni intercorrenti tra centri di costo, previa classificazione degli stessi
Centri di costo finali: relazione diretta con gli oggetti di costo
Centri di costo intermedi: non in relazione diretta con prodotti
Fase 3
Metodo di allocazione dei costi dei centri intermedi:
Metodo diretto
Metodo per passaggi
Metodo reciproco
Base di ripartizione dei costi dei centri intermedi:
Indicatori di impiego
Indicatori di attività
Indicatori di capacità
costi totali centro intermedio
Coefficiente di allocazione=
quantità totale base di riparto
Fase 4
Basi di ripartizione: in grado di rappresentare la diversa intensità con cui ciascun prodotto assorbe
la capacità produttiva di ciascun centro di costo finale.
6
I limiti del sistema basato sui centri di costo
Focalizzazione sulla produttività
Scarsa attenzione strutture di servizio
Logica di controllo budgetario
Utilizzo di criteri basati su volumi
Concetto limitato di variabilità dei costi
Coincidenza Cdc con unità organizzative funzionali (no processi)
Mancata correlazione con il valore per il cliente
Visione contabile e non strategica dei costi
Scarsa correlazione con cause effettive di variabilità dei costi
Non permette di gestire la complessità e la flessibilità
Sistema ABC
L’assunto su cui si basa è che i prodotti, i servizi, i clienti, consumano le attività del processo
produttivo, e queste ultime utilizzando i vari fattori produttivi generano costi.
Caratteristiche: visione per processi, focalizzazione sulle attività, cause di variabilità dei costi
indiretti (non i volumi, ma le transazioni), migliore allocazione dei costi delle strutture indirette.
Fasi per l’attuazione dell’ABC:
1. Individuare e definire le attività
2. Assegnare i costi delle risorse alle attività
3. Assegnare i costi delle attività agli oggetti di costo
7
L’individuazione dei processi
Processo= insieme di attività correlate, che generano un output globale unico, rivolto ad un cliente
interno o esterno, e generalmente sono trasversali all’organizzazione gerarchica dell’impresa.
La rappresentazione di un’azienda in processi fornisce una descrizione delle attività svolte:
Diversa da quella organizzativa che generalmente viene espressa in termini di ruoli e
responsabilità funzionali e divisionali
Che non subisce modificazioni per effetto dei cambiamenti della struttura organizzativa
formale
Che incorpora le finalità strategiche perseguite; i processi gestionali traducono gli obiettivi
e le criticità strategiche in sistemi di attività, metodologie e procedure ad essi coerenti.
Vantaggi ABC:
Diverso concetto di costo variabile
Valorizzazione dei costi di prodotto più accurata
Utilizzo dei costi in chiave strategica
Controllo dei processi organizzativi
ABM: per activity based management si intende l’uso dei dati forniti dall’ABC per migliorare le
prestazioni di un’impresa e per orientare e guidare la gestione verso la ricerca della competitività e
dell’eccellenza aziendale.
8
Ha come obiettivi: aumentare il valore per i clienti e migliorare i profitti aziendali.
Fasi ABM:
1. Identificare le attività che aggiungono valore e quelle che non ne aggiungono
2. Reingegnerizzare l’azienda
3. Fare benchmarking sulle attività che aggiungono valore
4. Sviluppare un sistema di misure per il miglioramento continuo.
Le aziende che operano su commessa hanno un basso grado di continuità del flusso di produzione
ed un’elevata possibilità di distinzione dei prodotti singoli.
Il costo unitario è il costo specifico/costo medio di commessa.
Le aziende che realizzano produzioni per processo hanno un alto grado di continuità del flusso di
produzione e una bassa possibilità di distinzione dei prodotti singoli.
Il costo unitario è il costo medio.
Costi indiretti di commessa: sono costi comuni a più commesse riferibili alla singola commessa
attraverso il Coefficiente di Allocazione (CDA)
Costi indiretti
CDA=
Unità totali base di allocazione
9
Costi indiretti di commessa= CDA X Unità base di allocazione
Problematiche di allocazione dei costi indiretti:
Scelta della configurazione del costo pieno (di fabbricazione o completo)
Modalità di aggregazione dei costi indiretti (base unica, base multipla, centri di costo,
attività)
Scelta delle basi di allocazione
Metodologia di calcolo del CDA (effettivo o predeterminato)
Il coefficiente di allocazione predeterminato (CAP) viene usato per applicare i costi generali alle
commesse; viene determinato prima dell’inizio del periodo.
Costi generali di produzione totali stimati per il prossimo periodo
CAP=
Unit à totali stimate nella base di allocazione per il prossimo periodo
Costi generali applicati= CAP X Attività effettiva
Attività effettiva: Quantità effettiva di base di allocazione, come unità prodotte, le ore di
manodopera diretta o le ore macchina, sostenuta nel periodo.
La determinazione dei costi nelle imprese che realizzano produzioni per processo
I costi di produzione sostenuti nel periodo sono accumulati nei reparti
Per ogni reparto è calcolato un costo unitario medio di produzione
Quando un prodotto è completato in un reparto i costi vengono trasferiti al reparto successivo
sulla base del costo unitario medio di reparto.
Il costo medio di prodotto corrisponde al costo medio unitario dell’ultimo reparto.
Costitotali di reparto
Costo unitario medio di reparto=
Unità prodotte
La presenza di differenti stati di avanzamento dei prodotti e di disomogeneità nell’immissione dei
fattori rende necessario il riferimento alle Unità Equivalenti di Produzione (UEP)
UEP: unità interamente trasformate che potrebbero essere ottenute a fronte della quantità di
fattore produttivo immesso.
UEP= numero unità X % avanzamento processo
Le unità equivalenti sono parzialmente complete e fanno parte del magazzino Semilavorati. I
prodotti parzialmente completati sono espressi in termini di unità completate.
Due prodotti completi per metà sono equivalenti a un prodotto completo.
Le UEP complessive di ciascun fattore corrispondono alla somma delle UEP relative a ciascuna
categoria di prodotto.
Costi( fattore)
Costo unitario medio (fattore)=
UEP complessive(fattore)
10
Le fasi del metodo MEP:
1. Calcolo % di utilizzo per ciascun fattore, per rimanenze finali e scarti
2. Calcolo UEP per ciascun fattore come somma di UEP di ciascuna categoria di prodotto
3. Calcolo costo unitario medio per ciascun fattore e totale di reparto.
4. Calcolo costo prodotti, rimanenze finali e scarti (UEP X costo unitario medio per fattore)
Il metodo FIFO
Si utilizza nei contesti produttivi nei quali i prodotti, pur essendo identici, possono essere distinti in
base al periodo in cui la produzione è stata realizzata
Si utilizza quando si registrano variazioni rilevanti nei costi dei differenti periodi
Si ipotizza che i primi fattori produttivi pervenuti siano i primi ad essere impiegati nel processo
produttivo e che le prime unità lavorate siano le prime ad essere completate.
Le unità completate sono valorizzate ai costi di produzione più remoti.
Le unità vengono distinte tra unità avviate nel periodo (valorizzate al costo medio ponderato di
periodo) ed unità avviate nei periodi precedenti (valorizzate in parte al costo medio ponderato di
periodo e in parte ai costi dei periodi precedenti)
I processi congiunti
La produzione di più prodotti avviene attraverso il medesimo processo produttivo
Le differenti tipologie di prodotto non sono identificabili fino ad un determinato punto del
processo, detto punto di split-off.
Le differenti tipologie di prodotti posseggono un proprio mercato.
Prodotti congiunti in senso stretto: sono prodotti che presentano valori di vendita relativamente
comparabili
Prodotti principali e sotto-prodotti: sono prodotti che presentano valori di vendita non comparabili
(si individuano prodotti principali e sotto-prodotti)
11
Metodologie di allocazione dei costi dei prodotti principali/sotto-prodotti
Al prodotto principale sono attribuiti tutti i costi congiunti
Al prodotto principale sono attribuiti i costi congiunti al netto del valore di vendita dei
sotto-prodotti
Al prodotto principale sono attribuiti i costi congiunti al netto del valore di vendita dei
sotto-prodotti meno i costi dopo il punto di split-off.
12
determina sulla base dei contratti collettivi di lavoro e delle specifiche condizioni
retributive dell’impresa.
Quantità standard:
Materie prime: viene determinata con criteri che si basano su leggi fisiche, chimiche e delle
scienze applicate
Manodopera diretta: viene definita analizzando tempi e metodi di lavoro e cicli di
lavorazione.
Specifica di output= quantità di fattore presente in una unità di prodotto
Specifica di output= quantità standard * (1-%materiale /lavoro improduttivo)
Il costo di budget è un costo complessivo. Quindi dipende dal livello di produzione programmato. I
costi di budget possono anche essere costi stimati.
Un costo standard è un costo unitario. Esprime un certo livello di efficienza. Spesso si usano i costi
standard nella preparazione dei budget.
13
Consentono di perfezionare il calcolo dei costi indiretti, basandosi sulle specifiche
condizioni operative di reparto
Permettono di sensibilizzare il management sulle condizioni di efficienza operativa con cui
operano i diversi reparti produttivi perché è a livello di reparto che si governa meglio
l’efficienza.
Costi variabili
Scostamento globale= Costi di budget totali – Costi effettivi totali: (Qs*Ps*Vp) – (Qe*Pe*Ve)
Scostamento di volume= Costo standard*(volume programmato – volume effettivo):
(Ps*Qs)*(Vp-Ve)
Scostamento di efficienza= Prezzo standard*(quantità autorizzata – quantità effettivamente
impiegata): Ps*((Qs*Ve) – (Qe*Ve))
La quantità standard autorizzata indica la quantità di fattore produttivo che sarebbe stata
necessaria alla realizzazione dei volumi effettivi sulla base delle condizioni operative di impiego
standard.
Scostamento di prezzo= quantità effettivamente impiegata*(prezzo standard – prezzo effettivo):
(Qe*Ve)*(Ps-Pe)
Costi fissi
Scostamento globale= costi fissi assorbiti – costi fissi effettivi:(Ps*Qs*Ve) – (Pe*Qe*Ve)
I costi fissi assorbiti indicano l’ammontare dei costi fissi addebitati alla produzione realizzata sulla
base dei valori preventivati
Scostamento di volume= Costo standard*(volume effettivo – volume programmato):
(Ps*Qs)*(Ve – Vp)
Scostamento di spesa= Costi fissi di budget – Costi fissi effettivi: (Ps*Qs*Vp) – (Pe*Qe*Ve)
14
Normal costing
Il normal costing è un sistema ibrido che accoglie sia valori preventivi che consuntivi
I valori consuntivi si usano per i fattori diretti
I valori preventivi, usati per i fattori indiretti, non sono standard, ma stimati.
Nei sistemi normal costing si possono verificare differenze tra i costi indiretti effettivi e i costi
indiretti allocati:
Costi indiretti effettivi > costi indiretti allocati: Sotto – assorbimento
Maggiori costi indiretti; quantità di allocazione effettive < quantità previste
Costi indiretti effettivi < costi indiretti allocati: Sovra – assorbimento
Minori costi indiretti; quantità base di allocazione effettive > quantità previste
Le differenze hanno natura diversa dagli scostamenti dei costi standard, e a fine periodo vanno a
rettificare i costi dei prodotti venduti e in rimanenza.
15
I sistemi di misurazione a costi diretti e variabili e le condizioni di rischio operativo
La configurazione a direct costing
Il costo unitario di prodotto è costituito da soli costi diretti, la cui attribuzione non necessita di
alcuna base di ripartizione.
Nel caso in cui l’oggetto di calcolo non sia il prodotto, bensì un determinato volume di produzione
ottenuto in un certo reparto, il direct costing impone di considerare anche i costi dei fattori
produttivi di tipo strutturale utilizzati in via esclusiva per la produzione in questione.
Si tratta di costi fissi specifici e, in quanto tale, riferibili nella loro totalità, e con metodo diretto,
alla produzione in oggetto.
In una configurazione di direct cost, i costi fissi specifici non vanno mai riferiti all’unità di prodotto,
in quanto questo passaggio imporrebbe il ricorso al metodo indiretto del costo, in contradizione
con la definizione data di costo specifico.
Prezzo unitario
-costi variabili unitari commerciali
= Margine di contribuzione unitario commerciale
Prezzo unitario
- costi variabili unitari industriali
- costi variabili unitari commerciali
- costi variabili unitari aziendali
= Margine di contribuzione unitario aziendale
Il Margine di contribuzione unitario è dato dal prezzo unitario del prodotto al netto dei costi
variabili unitari. Esso misura, in valore assoluto, la capacità del singolo prodotto di contribuire alla
copertura dei costi fissi aziendali. È particolarmente utile per valutare, in ottica comparata, la
convenienza economica di diversi prodotti.
16
Il Margine di contribuzione totale è riferito ad un dato volume di produzione. Esso è di 1° livello se
include solo i costi variabili totali, di 2° livello se include anche i costi fissi specifici. Questo valore
assume significato in situazioni caratterizzate da una capacità produttiva scarsa.
Il Margine di contribuzione percentuale è dato dal rapporto tra il margine totale (o unitario) e il
valore del fatturato totale (o prezzo unitario di prodotto). Esso rappresenta una misura di
redditività parziale di prodotto che può essere utile per interpretare l’economia di un’impresa e
individuare le principali determinati della sua redditività operativa.
Il rischio operativo è il rischio che l’impresa corre di generare delle perdite, a livello di reddito
operativo, per effetto di variazioni nei livelli di attività connessi alla gestione caratteristica.
Per apprezzare le condizioni di rischio operativo cui l’azienda si espone in presenza di variazioni nei
livelli di attività è importante conoscere le relazioni che si instaurano tra i costi, i ricavi, i volumi e i
risultati economici.
I più noti algoritmi di valutazione del rischio operativo sono la break even analysis, il margine di
sicurezza e la leva operativa.
Il margine di sicurezza è la distanza che separa un determinato livello di attività e il punto di break
even. Tale distanza, espressa, in termini relativi, misura la variazione percentuale che i livelli di
attività di un’impresa possono subire prima che la stessa maturi delle perdite.
17
Decisioni strategiche
Richiedono un impegno permanente di risorse; non possono essere modificate facilmente, sono
irreversibili; non possono essere cambiate in tempi veloci; prendono a riferimento un orizzonte
temporale di medio-lungo periodo, convenzionalmente superiore all’anno e coincidente con
l’orizzonte di pianificazione; pongono enfasi sulla definizione dell’assetto delle risorse strategiche
definito a seguito di decisioni di investimento.
Sono decisioni mediante le quali i manager definiscono gli obiettivi e i cambiamenti negli obiettivi
dell’impresa, le risorse da impiegare per raggiungere tali obiettivi, le modalità di acquisizione,
impiego e allocazione di tali risorse ai vari programmi strategici.
Convenienza economica valutata sulla base di valori finanziari (flussi di cassa attualizzati).
L’analisi differenziale si fonda sull’identificazione degli elementi del profitto rilevanti per valutare
la convenienza della particolare decisione oggetto di analisi e valutazione.
Un’informazione è rilevante quando:
Si riferisce ad accadimenti che si manifesteranno nel futuro
È specifica delle alternative in esame, cioè si riferisce solamente a una precisa alternativa
decisionale
È differenziale, cioè varia nelle diverse alternative decisionali
È incrementale o eliminabile, se riferita a una specifica decisione.
Non sono mai rilevanti le informazioni passate o storiche. Tali costi e ricavi infatti possono
rappresentare una guida per la previsione degli eventi futuri, ma non influenzano la convenienza
dei corsi alternativi futuri.
Il costo opportunità è la misura del sacrificio che si sopporta per il fatto di non avere scelto
l’alternativa migliore o il mancato beneficio economico che si sarebbe conseguito se le risorse
fossero state impiegate per un altro scopo più redditizio.
In altri termini è il beneficio differenziale di un’alternativa più redditizia, alla quale si rinuncia per
scegliere quella meno profittevole.
I costi opportunità non sono rilevati dai sistemi di misurazione dei costi, ma sono spesso rilevanti
in tutte le decisioni operative alla scelta tra più alternative d’azione.
I costi opportunità possono essere, a seconda della specifica situazione ricavi, costi o margini di
contribuzione.
Esiste un costo opportunità solo per le alternative peggiori, rispetto a quella più conveniente.
18
In un ambiente certo è possibile per il decisore attuare decisioni razionali in senso assoluto, basate
sulla conoscenza perfetta delle relazioni causa-effetto.
I tipi di decisioni in condizioni di certezza sono:
1. Convenienza economica ad eliminare o aggiungere un segmento
2. Convenienza ad accettare un ordine speciale
3. Convenienza tra produzione interna (make) ed acquisto da un fornitore esterno (buy)
4. Convenienza ad effettuare lavorazioni successive
5. Decisioni in merito all’impiego di risorse scarse
19
Le decisioni relative alla convenienza ad effettuare lavorazioni successive si pongono tipicamente
in presenza di produzioni congiunte, quando si deve valutare se vendere al punto di separazione i
prodotti realizzati nella fase di produzione congiunta o procedere ad ulteriori lavorazioni.
La convenienza ad effettuare lavorazioni successive deve essere valutata comparando il ricavo
incrementale generato dalla lavorazione successiva, dato dalla differenza tra il valore di vendita
del prodotto dopo la trasformazione successiva e il suo valore al punto di separazione, coi costi
incrementali della fase di lavorazione successiva.
20
GUARDARE LEZIONE 6 PIZZAMIGLIO PER ESERCIZI ESAME
Margine di Contribuzione
Leva operativa= la leva operativa è massima nel punto del BEP
RedditoOperativo
21
Esempio Ce a margini contribuzione
Ricavi
Provvigioni
Costo mat. Prime
Materiali di consumo
Costi indiretti
Costo mod
Tot. Costi variabili
1°margine di contribuzione
Amm.
Manodopera ind.
Product manager
Tot. Costi fissi specifici
2° margine
Responsabile di reparto
Direttore commerciale
Spese trasporto
Direttore produzione
Struttura amm.
Direzione gen.
Tot. Costi fissi comuni
Reddito operativo
22