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IBEN dàIÉÉÙÒÈ
EEIE.ae#ojitE-
Lezione 1:
l'informazione e la misurazione. Il concetto di
costo e il processo di formazione dei costi
a. Il sistema informativo aziendale
Ci sono diverse tipologie informazioni in relazione ai diversi obiettivi:
- qualitative Rilevanza
- quantitative non monetarie Selettività
- quantitative monetarie Coerenza
Queste sono caratterizzate dai seguenti requisiti Tempestività
Chiarezza e completezza
Flessibilità
Confrontabilità
Finalità conoscitive
Fonte
Fruitori
Contenuti
E classificate in base a Momento dell’elaborazione
Frequenza
Oggetto
Grado di obiettività
Discrezionalità
Risultati
Risorse Attività
Destinazione
Costi uno
Costi due
…
Costi n
Operazioni di gestione interna: analisi dei costi per
l'ottenimento di risultati conformi agli obiettivi
prefissati
✓ ✓
V
Uscite Entrate Flussi di cassa
-
D. Il costo
Il costo È: VALORE DI ACQUISIZIONE DI UN BENE Q x P
VALORE DI UNA RISORSA CONSUMATA
VALORE DI UNA RISORSA POSSEDUTA Misura fisica quantitativa Misura quantitativa
VALORE DI UN BENE CEDUTO non monetaria monetaria
PARAMETRO DI RIFERIMENTO PER DETERMINARE RISULTATO
VALORE DI UN BENE/SERVIZIO PRODOTTO
……..
Nei processi di analisi rappresenta la misura del valore monetario attribuito alla quantità di risorse
acquistate e utilizzate in funzione dell’ avanzamento della gestione aziendale.
E. Il processo di formazione del costo
Costo di acquisto Aggregazione dei costi per natura Scomposizione dei costi in base
delle risorse dei fattori produttivi (CO.GE) alla destinazione dei fattori
Acquisizione di: materie (materie prime, mano d’opera, produttivi
prime, mano d’opera, energia elettrica, impianti,…)
energia elettrica,
impianti,…)
Lezione 2:
La classificazione dei costi
I costi si possono classificare secondo 3 criteri:
a. Attribuibilità: possibilità di oggettiva e immediata imputazione all’oggetto di calcolo (posso dire in
modo discrezionale che un costo è riferibile a un certo oggetto di calcolo in maniera immediata, se
questi due aggettivi non sono presenti nel nostro costo, allora questo non è più diretto e
immediatamente imputabile ma bisogna classificarlo secondo altre caratteristiche)
Studia la linearità di relazione che esiste tra il costo per l’acquisizione di un fattore produttivo e il
consumo di quesirò nel processi di trasformazione associato al nostro oggetto.
A seconda dell’ampiezza del livello di analisi sii posssono osservare
In relazione ai due livelli di articolazione degli oggetti di calcolo e alle condizioni descritte, l’attribuibilità
ci permette la distinzione dei costi in
Costi speciali (un oggetto specifico) o comuni (più oggetti) Costi diretti o indiretti
(rispetto ad un oggetto intermedio di calcolo) (rispetto ad un oggetto ultimo di calcolo)
L’attribuibilità può essere misurata in relazione allo spazio e al tempo:
La classificazione varia a seconda dell’ampiezza dell’oggetto intermedio di calcolo e vi è la possibilità di
consumare i fattori produttivi in un’unica soluzione o avere un’utilità protratta nel tempo
Esempio…
La modalità di imputazione dei costi indiretti sono a base unica (mi baso su un solo criterio) o a base multipla
(mi baso su più criteri).
Base di riparto a valore: mi riferisco a quantità monetarie
Per importare i costi devo fare una ripartizione (es. costo materie prime)
Base di riparto in termini quantitativi non monetari: si
scelgono indicatori espressi in tonnellate, ore,… (es. ore
mano d’opera)
La scelta del metodo di imputazione è fondamentale per ottenere un costo che rispecchi al massimo
l’effettivo utilizzo del fattore produttivo indiretto sul prodotto. L’azienda, infatti,ricerca un criterio
funzionale o causale in grado di evidenziare il reale assorbimento del costo comune rispetto all’oggetto di
calcolo. (Es. Ripartire ammortamento magazzino in base agli spazi occupati da ciascun prodotto)
costi
( F- K
COSTI fissi
'
VOLUME DI attivita
I costi sono semi-variabili I costi si dicono costi a scatti quando
quando sono composti da una restano fissi fino ad un certo livello di
parte fissa ed una parte attività, poi aumentano e rimangono
variabile (costo delle utenze, costanti per un altro livello di attività.
certi casi di costi di trasporto).
costi
L
quota variabile
a.is.
volume volume
Il calcolo del costo totale di produzione si calcola come: CT=CV+CF Con CV=cv*Q
C. Controllabilità
Un riassunto di tutte le classificazioni…
LEZIONE 3:
LA CONFIGURAZIONE DI COSTO
Gli obiettivi della configurazione di costo è la raccolta di informazioni per l’analisi decisionale, valutativa e
di controllo, configurare significa aggregare tutti i costi aziendali.
Le modalità di aggregazione dei diversi costi aziendali, scomposti e classificati, individuano differenti
configurazioni elementari di costo.
Diverse configurazioni di costo rispondono a differenti obiettivi conoscitivi dell’analisi.
Il sistema informativo aziendale dovrebbe fornire differenti configurazioni di costo.
Si ha una configurazione di costo quando si considera la somma progressiva di valori di elementi di costo,
e/o di valori relativi ad altri raggruppamenti, al fine di evidenziare informazioni di costo che possono essere
utili per le decisioni sulla gestione. Partendo da una configurazione più ristretta se ne aggiungono altre.
Le configurazioni di costo più utilizzate sono:
1. Costo variabile (direct cost semplice)
L’oggetto finale del calcolo è il prodotto, a questo sono attribuiti solo i costi variabili (TUTTI: dir/indir)
mentre i costi fissi sono considerati costi di periodo e vengono imputati all’esercizio. Questa
configurazione di costo è funzionale alla determinazione del margine di contribuzione
p-cv
4 3
Attribuzione dei costi Imputazione dei costi
all’oggetto finale di calcolo addensati nei centri
(costo di prodotto, servizio, ...). intermedi ai centri finali.
- omogeneità delle operazioni svolte nei centri per permettere l’individuazione di una comune unita di
output
- omogeneità dei fattori produttivi
- significatività economica
- individuazione di un soggetto responsabile dell’olio svolgimento delle operazioni nei centri
Concezione dell’azienda di
tipo verticale La composizione del costo di prodotto è
e non di tipo orizzontale caratterizzata da una quota sempre
crescente di costi indiretti
Non è fine a se stessa, valutare i prelievi del magazzino e le rimanenze finali serve per ottenere dei
valori di costo significativi.
Le materie prime sono i beni principali con cui realizziamo i prodotti, le materie sussidiarie sono beni
secondari che rientrano nel prodotto, le materie di consumo contribuiscono nei processi di
produzione in termini generali. I semilavorati d’acquisto sono dei beni che noi acquistiamo da terzi
che hanno già una loro natura, noi interveniamo per trasformarli in prodotti finiti. I prodotti finiti
sono l’oggetto ultimo della nostra attività. Ci sono dei semilavorati destinati alla vendita che non
sono ancora finiti.
Le rimanenze finali sono rettifiche di costo perché sono valori di materie prime che avevamo
acquistato ma non abbiamo consumato durante l’esercizio e si prende in considerazione lo stesso
valore due volte, uno che impatta nel conto economico e uno nello stato patrimoniale.
I beni in rimanenza sono fattori produttivi la cui acquisizione ha comportato il sostenimento di prezzi-
costo (di acquisto o di produzione) con la finalità di realizzare, a breve, un adeguato prezzo-ricavo.
La politica di gestione delle rimanenze dipende dalla logica prevalente:
A. di tipo pull: poche scorte; è la domanda che guida la produzione;
B. di tipo push: scorte abbondanti per attutire la variabilità della domanda.
La metodologia di determinazione dei costi diretti variabili di prodotto prevede la misurazione
dei volumi fisici d’impiego per ciascun fattore e la relativa valorizzazione con opportuni prezzi-
costo unitari.
1. 3.
Prezzi-costo Prezzi-costo
correnti 2. effettivi
Prezzi-costo
standard
Ci possono essere varianti tra materie prime, quando i beni sono tra loro perfettamente sostituibili sono
chiamati fungibili, se una materia prima ha delle caratteristiche particolari è chiamata non fungibile. Un
bene non fungibile è un bene unico, che ci consente di distinguerlo dagli altri beni. Possiamo essere in grado
di stabilire il suo prezzo-costo per le sue particolari caratteristiche. Quando un bene è così unico si deve
calcolare il costo specifico perché il bene è solo suo e possiamo identificarlo. Per i beni fungibili il legislatore
dice che ci deve essere una certa difficoltà a stabilire il prezzo-costo perché sono tutti uguali.
Criterio del
COSTO MEDIO
PONDERATO
Criterio LIFO,
“ultimo entrato,
primo uscito”
La valutazione del magazzino MP
La valorizzazione del magazzino consiste nella determinazione delle quantità e dei valori monetari
attribuibili ai beni in giacenza alla fine di un determinato intervallo temporale (RF).
RF = RI + E – U
Esempio
La valutazione del magazzino prodotti finiti
Configurazione di costo:
Direct costing industriale
Valorizzazione delle entrate a magazzino prodotti finiti Direct costing evoluto industriale
Costo primo industriale
Full costing industriale
NB:
Contano solo i costi di produzione
(industriali)!!!!
Vanno esclusi i costi commerciali,
perché l’entrata di PF a mag. non
costituisce alcuna operazione di
vendita!
Criterio FIFO,
Con riferimento alle metodologie di valutazione del magazzino è possibile scegliere tra: “primo entrato,
primo uscito”
Criterio LIFO,
“ultimo entrato,
primo uscito”
Esempio
La valorizzazione delle rimanenze finali
Il valore delle rimanenze finali dipende da vari aspetti che si combinano fra loro:
- prima coppia: criterio di valutazione e andamento dei prezzi
- seconda coppia: configurazione di costo e variazione delle quantità di produzione e quantità di vendita
(rimanenze)
Quantità di produzione > quantità di vendita —> le rimanenze finali aumentano, il reddito aumenta
Quantità di produzione < quantità di vendita —> le rimanenze finali diminuiscono, il reddito diminuisce
L.a valutazione del magazzino
Lezione 6:
I sistemi contabili: dalla contabilita’ generale alla
contabilita’ analitica
Il sistema contabile è l’insieme degli elementi che formano la struttura di rilevazione degli accadimenti di
gestione interna ed esterna
Focus sulle operazioni
digestione interna (quale
input uso per output x?)
Focus sulla
gestione delle
operazioni di
gestione
esterna
(relazioni con i
terzi)
E’ obbligatoria
per le imprese
L’impresa semplice ha delle misure economiche aggregate, cioè misure globali di sintesi e analisi e misure
parziali per aspetti distinti della gestione. Bilancio d’esercizio
Ci interessiamo sulle componenti della Contabilità generale come
Prospetto delle variazioni e dei flussi
di CCN
Prospetto delle variazioni e dei flussi
di cassa
Determinazione del valore del
capitale economico
…
L’impresa complessa, invece, ha delle misure economiche aggregate e articolate, ossia
misure globali e parziali variamente articolate.
Ci interessiamo alle componenti della Co.Ge (= a quelle appena elencate) e anche alle
componenti della Contabilità analitica
Costi, ricavi, risultati di prodotto
Costi, ricavi, risultati di centro di responsabilità Costi, ricavi, risultati di A.S.A.
...
Le caratteristiche di base del sistema di contabilità analitica
Contabile Extra-contabile
(Metodo della partita doppia) (metodi statistici)
Contabile Misto
Contabili
Strumenti
Anche non
contabili
Elevato Limitato
Grado di integrazione
Co.Ge Co.An
Ordinata secondo il sistema del reddito Viene svolta in maniera
Usa la partita doppia extracontabile
considerano la movimentazione di
magazzino consentendo in ogni
momento una valorizzazione delle
scorte secondo criteri di
Conto economico di Co.An. 8 aggregazione predefiniti.
- accoglie i risultati conseguiti per ciascun bene oggetto
di rilevazione
analitica, tutti i costi esclusi dalla configurazione di costo,
ma di
competenza del periodo e eventuali ricavi ripresi, ma non
strettamente attinenti agli oggetti di rilevazione
analitica;
- dal saldo si evince il risultato aziendale (positivo o
negativo) di Conti di lavorazione: 5
competenza del periodo, che emerge dai processi di
gestione del periodo considerato. - evidenziano le diverse lavorazioni
dell’azienda;
- accolgono i costi sostenuti e imputati in
base alle configurazioni
prescelte, per poi trasferire, a lavorazione
ultimata, l’output produttivo ad altro conto
lavorazione, a magazzino, oppure a conto
gestione se la vendita è immediata
Alcuni esempi di conti…
1) di collegamento 2) di conguaglio
6) di magazzino semilavorati e pf
5) di lavorazione
RI 0 v10
7 26 ) 6
26 26
26
E
pf 10
ripresa mindvstr .
conguaglio mindustr .
Magazzino M.MG .
RI 0 U 70
A- 20 Conti lavora .
40 30 10 6
>
40 7 10 30 10
90 56
ripresa moi ✓
conguaglio moi
centro costo Prini .
50 40
50 7 16
( 16) 70
10
40
36
ricavi vendita conguaglio ricavi
155 7 155 20 36
16
contatto co.am
10
10
so
4
Lezione 7:
caso happy
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Lezione 8:
L’analisi dei processi, l’ABC E L’ABM
Concezione dell’azienda di tipo verticale
I cambiamenti nel contesto operativo aziendale tendono a far aumentare i costi indiretti.
Questo incremento dei costi indiretti può essere imputato a:
- l’esigenza di un numero crescente di componenti di prodotto (complessità dei processi di logistica, dei
processi amministrativi relativi ai rapporti con i fornitori, nonché dei processi di controllo della gestione);
- l’esigenza di numerose modifiche ai processi produttivi e ai prodotti in fase di progettazione e di
ingegnerizzazione;
- l’effettuazione di riattrezzaggi (setup) degli impianti in fase di produzione.
Questi costi possono essere definiti costi della complessità.
Analizzando l’articolazione dei processi e delle attività l’azienda può essere vista come un insieme di
funzioni, inoltre spesso si è portati a istituire centri di responsabilità. Entrambi le funzioni e i centri
hanno in comune le attività trasversali all’azienda (considerata nel complesso) su più funzioni.
componenti impiegate in
attivita
'
consumate da
servizi
processi
prodotti clienti
:
dell’impresa
:
costo di prodotto
che le assorbono
L’analisi dei costi richiede l’aggregazione per attività (ABC) al fine di migliorare le modalità di formazione dei
risultati in relazione alle attese della clientela ed alla capacità di creazione di valore (ABM).
Le relazioni tra ABC e ABM
Quali attività sono generatrici di valore andando a considerare la performance.
L'ottimalita' di sviluppo dei processi aziendali si correla alla capacità di continuo miglioramento delle
performance con riguardo alle diverse attività sviluppate
Esercizio
Lezione 9:
I costi per le decisioni
d’impresa. Le decisioni d’impiego
della capacita’ produttiva
Per operare ogni azienda deve prendere delle decisioni, è necessario che queste siano di carattere
strategico o operativo. Le decisioni fanno seguito a delle azioni, che a loro volta possono avere un impatto
patrimoniale, finanziario e reddituale. Le decisioni strategiche sono volte a definirei gli obiettivi di medio/
lungo termine, gli indirizzi di fondo dell’azienda, riguardano il perimetro aziendale; quelle operative sono
relative alla gestione quotidiana aziendale in coerenza con le decisioni strategiche che rappresentano un
vincolo per la gestione quotidiana.
Il margine di contribuzione
Dato che la rilevanza di costi e ricavi si lega alla loro variabilità, la convenienza economica delle alternative
possibili dipende dal margine di contribuzione:
Dimostrazione:
PExQ=CFR +CVxQ
PE x Q - CV x Q = CFR
(PE - CV) x Q = CFR
Le scelte relative alla selezione dei clienti
La gestione dei rapporti con la clientela genera dei costi.
L’azienda può essere interessata a stabilire se i costi legati alla relazione con un cliente sono coperti dai
ricavi per le vendite allo stesso.
L’analisi può essere effettuata, in particolare, mediante l’individuazione delle attività condotte per il cliente
(es.: movimentazione prodotti, fatturazione, trasporto, assistenza post-vendita), che verrebbero meno se la
relazione venisse interrotta.
Ad ogni modo, la decisione dipenderà anche da considerazioni di natura qualitativa.
Le scelte relative agli ordini speciali
Le commesse possono essere realizzate da qualsiasi impresa:
• Aziende che lavorano esclusivamente su ordine del cliente
• Aziende che producono per il magazzino
La scelta di accettare un ordine speciale può dipendere da fattori:
• STRATEGICI (sviluppo di relazioni)
• OPERATIVI (sfruttamento di capacità produttiva libera)
Le caratteristiche della commessa incidono sul livello del prezzo.
Esempio:
A inizio mese la Alfa Spa ha ricevuto un ordine speciale da un cliente per 750 unità di prodotto al prezzo di
34€ e con caratteristiche qualitative diverse dal tipo di prodotto solitamente realizzato dall’azienda. Per
questo motivo le materie prime costeranno 20€ e i restanti costi rimarranno invariati. Saranno a carico di
Alfa i costi di trasporto del prodotto per un ammontare complessivo pari a 1.000€ e le provvigioni da
riconoscere a un agente pari al 5% del fatturato complessivo dell’ordine. La capacità produttiva di reparto è
pari a 1.200 ore macchina. Per questo mese l’azienda prevede di utilizzarne il 75%, mentre la restante parte
resterà inutilizzata. I costi unitari sostenuti normalmente da Alfa per produrre un’unità di prodotto sono i
seguenti:
• Materie prime: 16 €
• MOD: 5,50 €
• Costi indiretti variabili (1,50€/h macchina X 0,4h macchina) : 6 €
Delle 1.200 h macch8ina a disposizione nel mese, il 25% può essere destinato alla commessa —> 300 h
macchina. Poiché ogni unità di prodotto richiede 0,4 h macchina, si possono realizzare esattamente le 750
unità richieste dal cliente. Ma è conveniente?
:determinare
Cosa si può fare con quest’analisi il margine di sicurezza;
effettuare analisi di sensibilità – “What … if …” – ossia
determinare l’effetto sul reddito di una variazione della quantità
prodotta e venduta, del prezzo, del costo variabile unitario e dei
costi fissi;
6
effettuare l’analisi costi-volumi-risultati in situazioni complesse
(ad esempio, in aziende multiprodotto).
1. Determinazione punto di pareggio
Ipotesi di partenza
I prezzi di acquisto e vendita sono costanti nel periodo considerato (linearità delle funzioni di costo e di
ricavo).
Tutti i costi possono essere classificati come fissi o come variabili.
La quantità prodotta e la quantità venduta coincidono (assenza di rimanenze di prodotto finito), non
devono restare scorte finali o iniziali.
Per determinare il punto di pareggio ci sono due metodi Metodo grafico
Metodo algebrico
Nel metodo grafico il punto di pareggio (QBEP)
viene individuato dall’intersezione tra la retta
dei ricavi totali (RT) e la retta dei costi totali
(CT = CF + CV).
Nel grafico si individuano così l’area di utile (a
destra di QBEP) e l’area di perdita (a sinistra di
QBEP).
Ciò significa che all’azienda non conviene
produrre una quantità inferiore a QBEP poiché
accumulerebbe delle perdite.
Il punto di pareggio (break-even point) evidenzia
la quantità in corrispondenza della quale
i ricavi totali e i costi totali sono perfettamente equivalenti.
Nel punto di pareggio il reddito operativo è nullo.
Esempio:
Cf
Q =
=
(P -
Cv)
20.000
=
=
(5 -1 )
Se produco o vendo
Rt = (t Qpgep 5000 Unita
'
2. Il fatturato di pareggio
esprime l’ammontare del fatturato in corrispondenza della quantità di pareggio; pertanto, nel caso più
semplice, è calcolato moltiplicando il quantitativo di pareggio per il prezzo di vendita;
è pari ai costi totali e determina, per differenza, un risultato operativo pari a zero (RO = 0).
Ci sono due modalità
2. Azienda mono e multiprodotto
1. Azienda monoprodotto
Fdp= CF/ (mdc/p)
Fdp= Qbep x Prezzio vendita
2000°
20000
Fdp = =
=
5- I
0.8
Fdp -5000.5
-
=
'
=
25000
=
25000
g. ,
= =
Q=(RO+CF)/(p-cv)
4. Il margine di sicurezza
Il margine di sicurezza esprime di quanto può ridursi (in %) il fatturato programmato rispetto a quello
di pareggio, per effetto di una variazione nel volume di vendita, senza che l’azienda vada in perdita.
F programmato= 30000
F pareggio= 250000
Mds = 30.000-25-0» 100% =
.
30000
16,00%
16 %
① prog
a 30/40%
Sotto questa soglia si considera critico,
mentre è ottimo tra 70% e 80%
5. Le analisi di sensitività “what…if…?”
il rapporto del margine di contribuzione sul prezzo unitario di vendita deve rappresentare una media delle
incidenze di ciascun prodotto (I), ponderata in base alla percentuale di composizione del fatturato di ciascun
prodotto sul fatturato complessivo (α).
Dove:
I = incidenza media ponderata del margine unitario di contribuzione sul prezzo di vendita;
α = fattore di ponderazione espressivo del mix di produzione e vendita ipotizzato costante e determinato
dal rapporto tra il fatturato di ciascun prodotto e il fatturato complessivo.
È → I =
YÈ .
✗ +
II. ✗ ,
fatturato medio di
pareggio aziendale
a b
I =
{ ^
yo,
'
-0,31 +
^ >°
ago
' °
. 0,69
) =
0,3535 RT = =
353500
0,3535
= 1000 -000
R (A) = l'000.000 -
0,31 =
310000€
31000°
QBEP, 3.100 '
= unita
100
R (B) =
1000-000-0,69=690000€
690000
QBEP (B) = = 4.600 Unita'
150
Esercizio
1) Fattore e Qpsep di prodotto
I
EMPI .
×
✗ → fatturato programmato →
A : 500.60=30 000€
B : 400 -
50 = 20000€
→
30000 50000€
✗ (a) = ' 100 = 60%
5000>
✗ (B) =
20000--100 = 40%
50000
60 (9+30+6) 50 -
(20+15+5)
I
-
=
. 0,60 +
.
qao
=
0,15+0,08 =
0,23
60 50
A B
9200
fatturato medio di pareggio aziendale
E- =
0,23
=
R =
40000.016 2400 € R (g) = 40-000 0,4 16000€
(a)
= - =
60 50
2) margine di sicurezza
100
-
=
20%
.
. ,» = .
=
f prog .
50000
Mdc 60 -45 15
µ
all' unita
'
arrotonda
successiva → 1614
Lezione 13:
La leva operativa
L’analisi di sensibilità del reddito operativo al variare delle vendite è svolta dalla leva operativa. Questa
esprime la relazione esistente tra volumi di vendita e reddito operativo data una certa struttura di costo.
Il fulcro della leva è dato dai costi fissi. Nel breve periodo, la loro incidenza unitaria è dovuta alla quantità
prodotta e venduta. Maggiore è la quantità, minore è l’incidenza dei costi fissi per unità di prodotto.
Nelle aziende in cui i costi fissi prevalgono su quelli variabili, il reddito si modifica sensibilmente per effetto
di una variazione della quantità prodotta e venduta. La variazione del reddito è molto più contenuta,
invece, quando ci sono soprattutto costi variabili.
Il grado di leva operativa
Il grado di leva operativa è dato dal rapporto tra la variazione percentuale del reddito e la variazione
percentuale delle vendite
Il grado di leva operativa permette di determinare l’impatto sul reddito operativo dovuto a una variazione %
della quantità venduta.
Impatto sul reddito= GLO*var quantità*ROt-1
Esercizio
Le due aziende hanno effetti differenti sul reddito operativo in relazione alla variazione di
“aumento o diminuzione del 10%” del volume di vendita?
L’azienda A ha una struttura di costo più rigida, perché prevalgono i costi fissi. CF/CV= 4,4
L’azienda B ha una struttura di costo più flessibile (aziende flessibili hanno alta intensità di lavoro),
perché prevalgono i costo variabili.
CV/CF= 0,54 △RO = GLO x ROt-1 x △%Q
Vogliamo calcolare GLOA e GLOB GLO = △%RO / △%Q = (△RO/ROt-1) / △%Q
GLOA = 150.000 € / 18.000 € = 8,33 GLO x △%Q = △RO/ROt-1
GLOB = 75.000 € / 18.000 € = 4,16 GLO x △%Q x ROt-1 = △RO
L’azienda A:
- Nel caso di incrementi del fatturato, ha effetti più consistenti sul reddito operativo
- Nel caso di riduzione del fatturato, deve affrontare maggiori rischi in termini di riduzione della redditività
operativa
L’azienda B:
- Nel caso di incrementi del fatturato, ha effetti più ridotti sul reddito operativo
- Nel caso di riduzione del fatturato, deve affrontare meno rischi in termini di riduzione della redditività
operativa
La leva operativa è un indicatore è un indicatore di rischiosità della struttura di costo dell’azienda (o di una
sua parte, per es. una divisione). La rischiosità operativa aumenta con l’aumento dei costi fissi.
Poiché l’azienda A ha costi fissi più elevati, essa beneficia maggiormente dell’aumento della Q prodotta e
venduta. Tuttavia, allo stesso tempo, subisce una più forte diminuzione % del reddito operativo quando la Q
prodotta e venduta diminuisce.
Pertanto, un’azienda coma la A, caratterizzata da una struttura dei costi rigida, deve avere un costante
orientamento al mercato affinché possa incrementare la Q venduta e con essa il reddito operativo.
Un’azienda come la B, invece, caratterizzata da una struttura dei costi più flessibile, deve prestare
particolare attenzione alle condizioni di efficienza interna.
a) Quantita '
di pareggio
Rtpep
=
§ I = 2
M¥ . ✗
✗ =
fattore di ponderazione della % relativa di Prodotto sul fatturato totale
{ }
50 -
(1+24+1) 112 -
( 1,5 +36+424
I = .
0,41 +
.
0,5g =
0,2+0,38=0,58
50 112
prodotto ✗ Prodotto Y
500»
Rtpgep = =
86.206,90€
0,58
RBEP ( × )
=
Rtpsep '
✗✗ =
86206,90 -0,41 =
35344,83€
RBEPCX) 35 -344,83
Qpgep = =
=
706,8966 >
arrotonda per eccesso
P 50 707 Unita'
R Bep (
y)
=
Rtbep '
✗
y
= 8 -6206,90 .
0,59 =
50.862,07€
Q Bep ( ) = Riderà =
5086707 = 454,125€ >
arrotonda per eccesso
y
P 112 455 unita '
rect → ro =
b) margine di sicurezza
prog .
=
(50-10000)+(112-6500) =
FAH .
prog .
= l' 228 -000 €
fatt .
pareggio =
86206,90€
Mds =
92,98%
C) ① Bep
Per avere reddito = 13000€
CFTRO 50-000+13000
ptgep = =
= 108620,68€
I 0,58
0,41 RG) =
44534,48/50=891
108.620,68 .
610 = mdc
-
RO
| | |
F ta
Cf 50000
RO 659650
709690
GW =
= 1,08
659690
Impatto tv 20% =
610 -
di Q.RO .
=
1,08 .
0,20-659690=142493,04 €
nuovo reddito -
_
653690-142493,04=517-196 96€ ,
Lezione 14:
Il sistema di budget e i costi
standard
Il budget è un programma d’azione espresso in termini quantitativo-monetari, relativo ad un definito orizzonte
temporale, variamente articolato su periodi più brevi.
Il budget deve essere globale, si parla di articolazione del budget nel tempo (semestri, mesi) e anche
articolazione spaziale.
Il sistema di budget
Il sistema di budget è il sistema mediante il quale:
- si definiscono l’impiego e l’allocazione delle risorse disponibili;
- si definiscono i traguardi da raggiungere;
- si analizza il grado di raggiungimento dei traguardi (differenza traguardi/risultati):
I costi standard
I costi standard sono il punto di partenza per la predisposizione del budget quale programma di gestione
aziendale, tradotto in termini economico-finanziari, che guida le unità operative verso gli obiettivi di breve
periodo e le responsabilizza.
Lo standard è sempre un valore programmato.
Parametri obiettivo espressivi di
condizioni operative di acquisizione
e di impiego dei fattori produttivi
I costi standard sono valori preventivi programmatici tendenti ad esprimere i costi di prodotto/processo
una volta ipotizzati determinati livelli di efficienza aziendale e di prezzo-costo dei fattori produttivi
Variabili interne:
Variabili esterne: tecnologiche,
ambiente organizzative,
sociali, umane
Di norma, i costi standard trovano adeguato sviluppo all’interno dei budget flessibili.
Sulla base delle operazioni effettuate in ciascun centro è possibile definire le componenti di costo per
ogni operazione.
Processi e prodotti/servizi
Fattori produttivi