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fanalizia

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IBEN dàIÉÉÙÒÈ

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Lezione 1:
l'informazione e la misurazione. Il concetto di
costo e il processo di formazione dei costi
a. Il sistema informativo aziendale
Ci sono diverse tipologie informazioni in relazione ai diversi obiettivi:
- qualitative Rilevanza
- quantitative non monetarie Selettività
- quantitative monetarie Coerenza
Queste sono caratterizzate dai seguenti requisiti Tempestività
Chiarezza e completezza
Flessibilità
Confrontabilità

Finalità conoscitive
Fonte
Fruitori
Contenuti
E classificate in base a Momento dell’elaborazione
Frequenza
Oggetto
Grado di obiettività
Discrezionalità

Le informazioni quantitativo-monetarie di natura tecnico-contabile sono espressioni di misure


economiche
Globali Parziali
Strumenti informativi

-di sintesi: a) contabilità generale e -aspetti distinti di gestione: a) prospetti di riclassificazione


bilancio d’esercizio per
b) budget generale aspetti distinti della gestione
-di analisi: a) report -unità organizzative: b) contabilità analitica e/o per
b) indici centri di responsabilità
c) budget articolati
-prodotti/processi: d) determinazioni per prodotto,
processo e per attività
e) aree di risultato
B. Informazioni sulla gestione d’azienda

Operazioni di gestione esterna: formazione dei costi


Costi < E dei ricavi legati allo scambio monetario ) Ricavi ) Reddito

Risultati
Risorse Attività
Destinazione

Costi uno
Costi due

Costi n
Operazioni di gestione interna: analisi dei costi per
l'ottenimento di risultati conformi agli obiettivi
prefissati

✓ ✓
V
Uscite Entrate Flussi di cassa

C. Le variabili di governo rilevanti

-
D. Il costo
Il costo È: VALORE DI ACQUISIZIONE DI UN BENE Q x P
         VALORE DI UNA RISORSA CONSUMATA
  VALORE DI UNA RISORSA POSSEDUTA Misura fisica quantitativa Misura quantitativa
VALORE DI UN BENE CEDUTO non monetaria monetaria
  PARAMETRO DI RIFERIMENTO PER DETERMINARE RISULTATO
  VALORE DI UN BENE/SERVIZIO PRODOTTO
……..

Nei processi di analisi rappresenta la misura del valore monetario attribuito alla quantità di risorse
acquistate e utilizzate in funzione dell’ avanzamento della gestione aziendale.
E. Il processo di formazione del costo

Costo di acquisto Aggregazione dei costi per natura Scomposizione dei costi in base
delle risorse dei fattori produttivi (CO.GE) alla destinazione dei fattori
Acquisizione di: materie (materie prime, mano d’opera, produttivi
prime, mano d’opera, energia elettrica, impianti,…)
energia elettrica,
impianti,…)

Assegnazione e imputazione dei costi agli oggetti (processo, prodotto,


centro) in base agli obiettivi (valutazione, controllo, decisione)

F. Determinazione costo e relazioni spazio tempo


Due aspetti fondamentali da considerare nella determinazione dei costi sono :
- Dimensione spaziale: si tratta della definizione dell’oggetto di calcolo del costo, determinare un costo ha
rilevanza strategica (vale la pena? Si spreca?) e significatività economica (calcolarlo ci porta beneficio?)
- Dimensione temporale: è la definizione di intervalli temporali e momenti di analisi del costo. La scelta
dell’intervallo temporale dipende dalla struttura dei processi produttivi, se un processo ha una durata
piuttosto lunga è possibile suddividerlo. In linea di massima si preferiscono intervalli piuttosto brevi poiché se
dovesse presentarsi una problematica sarebbe più facile risolverla, tuttavia periodi più lunghi comprendono
elementi di soggettività (fondamentali). Le informazioni contenute possono essere ex-ante (elaborate a
preventivo, sono valori preventivi, previsionali e programmati necessari per la fissazione degli obiettivi) o ex-
post (elaborate a consuntivo, riguardano i costi del processo) e possono riguardare breve, medio e lungo
periodo.
Perché è necessaria l’analisi e contabilità dei costi??
L’analisi dei costi: il modello concettuale

Il modello concettuale si suddivide in 4 fasi:


1. Obiettivi dell’analisi dei costi: ogni processo vuole realizzare un obiettivo, questo fornisce informazioni per:
- misurare (quantificazione del valore delle risorse sfruttate in un processo per ottenere l’oggetto
- valutare (elaborazione delle informazioni, si può trattare di valutazione di convenienza economica ,
valutazione rimanenze,…)
- decidere (quali prodotti tagliare e quagli ma mantenere)
- pianificare, programmare e controllare (definisco gli obiettivi guardando al lungo-medio periodo per
pianificare o al breve-medio per programmare
2. Oggetto di analisi dei costi: dipende dalla malmisi strategica dell’azienda, possiamo aggregare i costi per
cliente.

3. Classificazione dei costi


4. Configurazione dei costi
Come determino il risultato di prodotto?
Il primo passo riguarda uno scambio con i fornitori per l’acquisizione dei fattori produttivi destinati a un
prodotto o servizio, l’oggetto finale. Passo fondamentale è stabilire il costo del nostro prodotto finito per
metterlo a disposizione dei clienti. Per fare ciò dobbiamo:
1. Cercare clienti
2. Capire il prezzo di mercato (dipende da varia bili quali scarsità, qualità, valore risorse utilizzate,…)
3. Una volta stabilito il prezzo i mercato con fornitori, venditore e compratore, so che tale prezzo è il ricavo
Confrontando il costo del prodotto con il ricavo/prezzo del prodotto ottengo il risultato di prodotto. La
sommatoria di tutti i risultati di prodotto dei prodotti aziendali, ottengo il risultato d’azienda.
È necessario pero tenere conto di alcune variabili rilevanti:
- Periodo di tempo, di riferimento (definizione dei momenti significativi di osservazione dei valori d’impresa)
Per stabilirlo dobbiamo osservare: a. Il tempo fisico: periodicità dell’analisi per uniformazione momenti
b. Il tempo economico:ripartizione dei costi in relazione al consumo dei
fattori produttivi
- Tipologie di processo produttivo:
A. Su commessa: il cliente ordina un prodotto che ha carattere di unicità (es. su misura) con un
procedimento diretto
B. Per il mercato:
1. A flusso continuo: L.a produzione è continua e il prodotto è sempre lo stesso (prod finale=processo)
2. Intermittenti per il magazzino: produzione standardizzata per un periodo di tempo seguito poi da un
momento di personalizzazione. Si tratta di un procedimento più complesso (difficoltà di assegnazione input
agli output) indiretto che comprende la ripartizione di costi (costi tot:parti significative)

Lezione 2:
La classificazione dei costi
I costi si possono classificare secondo 3 criteri:
a. Attribuibilità: possibilità di oggettiva e immediata imputazione all’oggetto di calcolo (posso dire in
modo discrezionale che un costo è riferibile a un certo oggetto di calcolo in maniera immediata, se
questi due aggettivi non sono presenti nel nostro costo, allora questo non è più diretto e
immediatamente imputabile ma bisogna classificarlo secondo altre caratteristiche)
Studia la linearità di relazione che esiste tra il costo per l’acquisizione di un fattore produttivo e il
consumo di quesirò nel processi di trasformazione associato al nostro oggetto.
A seconda dell’ampiezza del livello di analisi sii posssono osservare

Oggetti intermedi di calcolo 18:21 Unità di prodotto o servizio finale

In relazione ai due livelli di articolazione degli oggetti di calcolo e alle condizioni descritte, l’attribuibilità
ci permette la distinzione dei costi in

Costi speciali (un oggetto specifico) o comuni (più oggetti) Costi diretti o indiretti
(rispetto ad un oggetto intermedio di calcolo) (rispetto ad un oggetto ultimo di calcolo)
L’attribuibilità può essere misurata in relazione allo spazio e al tempo:
La classificazione varia a seconda dell’ampiezza dell’oggetto intermedio di calcolo e vi è la possibilità di
consumare i fattori produttivi in un’unica soluzione o avere un’utilità protratta nel tempo

1. Attribuibilità nello spazio: all’aumentare dell’ampiezza, aumentano i costi speciali, diminuiscono i


costi comuni

2. Attribuibilità nel tempo:


- sostengo il costo una volta (manifestazione semplice), ho una manifestazione speciale nel tempo
- sostengo il costo più volte (manifestazione ripetuta), ho una manifestazione comune nel tempo
Un riassunto…

Esempio…
La modalità di imputazione dei costi indiretti sono a base unica (mi baso su un solo criterio) o a base multipla
(mi baso su più criteri).
Base di riparto a valore: mi riferisco a quantità monetarie
Per importare i costi devo fare una ripartizione (es. costo materie prime)
Base di riparto in termini quantitativi non monetari: si
scelgono indicatori espressi in tonnellate, ore,… (es. ore
mano d’opera)

La scelta del metodo di imputazione è fondamentale per ottenere un costo che rispecchi al massimo
l’effettivo utilizzo del fattore produttivo indiretto sul prodotto. L’azienda, infatti,ricerca un criterio
funzionale o causale in grado di evidenziare il reale assorbimento del costo comune rispetto all’oggetto di
calcolo. (Es. Ripartire ammortamento magazzino in base agli spazi occupati da ciascun prodotto)

b. Variabilità: l’analisi della variabilità deve considerare tre elementi

Orizzonte temporale di Area di rilevanza entro cui si Volume di attività


riferimenti colloca la variabilità del costo (elementi du riferimento rispetto
(nel lungo periodo i costi tendono la quale analizzo la variabilità)
a variare)

costi

( F- K

Es. Affitti passivi

COSTI fissi

'
VOLUME DI attivita
I costi sono semi-variabili I costi si dicono costi a scatti quando
quando sono composti da una restano fissi fino ad un certo livello di
parte fissa ed una parte attività, poi aumentano e rimangono
variabile (costo delle utenze, costanti per un altro livello di attività.
certi casi di costi di trasporto).

costi

L
quota variabile

a.is.

volume volume
Il calcolo del costo totale di produzione si calcola come: CT=CV+CF Con CV=cv*Q

Il costo unitario medio di prodotto è: cm=CT/Q


NB: non si può calcolare il costo
V= volume di produzione totale a differenti livelli di
produzione moltiplicando un costo
unitario medio per i diversi livelli di
produzione!

Il costo del lavoro può essere considerato:


-costo fisso (o MOI mano d’opera indiretta): mi riferisco all’azienda nel complesso (contratto)
-costo variabile (o MOD mano d’opera diretta): mi riferisco al prodotto/ servizio come misura d’impiego
del fattore produttivo lavoro per la realizzazione del bene

C. Controllabilità
Un riassunto di tutte le classificazioni…

LEZIONE 3:
LA CONFIGURAZIONE DI COSTO
Gli obiettivi della configurazione di costo è la raccolta di informazioni per l’analisi decisionale, valutativa e
di controllo, configurare significa aggregare tutti i costi aziendali.
Le modalità di aggregazione dei diversi costi aziendali, scomposti e classificati, individuano differenti
configurazioni elementari di costo.
Diverse configurazioni di costo rispondono a differenti obiettivi conoscitivi dell’analisi.
Il sistema informativo aziendale dovrebbe fornire differenti configurazioni di costo.
Si ha una configurazione di costo quando si considera la somma progressiva di valori di elementi di costo,
e/o di valori relativi ad altri raggruppamenti, al fine di evidenziare informazioni di costo che possono essere
utili per le decisioni sulla gestione. Partendo da una configurazione più ristretta se ne aggiungono altre.
Le configurazioni di costo più utilizzate sono:
1. Costo variabile (direct cost semplice)
L’oggetto finale del calcolo è il prodotto, a questo sono attribuiti solo i costi variabili (TUTTI: dir/indir)
mentre i costi fissi sono considerati costi di periodo e vengono imputati all’esercizio. Questa
configurazione di costo è funzionale alla determinazione del margine di contribuzione
p-cv

Evidenzia la convenienza a non Individua il limite di prezzo al di


rinunciare ad un apporto alla sotto del quale si realizzano
copertura dei costi fissi perdite secche proporzionali al
volume dei prodotti e servizi
erogati
Il costo variabile comprende, di norma, costi variabili di produzione e costi variabili commerciali (diretti e
indiretti) distinguendo il margine di contribuzione industriale e il 1° margine di contribuzione (o margine di
1° livello).
La configurazione a costo variabile può essere utilizzata per le seguenti finalità:
• Scelte di natura gestionale
• Valutazione delle rimanenze ( a tale scopo si considerano soltanto i costi di produzione)
Rappresentazione del 1° margine di contribuzione:

Esempio di determinazione dei risultati:

2. Configurazione a costo variabile evoluto (direct cost evoluto)


Comprende tutti i costi variabili, fissi e speciali e il supinò oggetto finale di calcolo è il prodotto, a
quest’ultimo vengono attribuiti i costi variabili e i fissi speciali nel loro importo complessivo mentre i costi
fissi comuni indiretti vengono attribuiti all’esercizio
Rappresentazione del 2° margine di contribuzione:
Esempio di determinazione dei costi

3. Configurazione a costo pieno (full costing)


Comprende i costi variabili diretti e indiretti e i costi fissi speciali e comuni, il suo oggetto finale è il
prodotto mentre la finalità è la determinazione di configurazioni di costo comprendenti quanti più costi
possibili. All’oggetto vengono attribuiti tutti gli elementi di costo (variabili, fissi, diretti,indiretti, speciali
e comuni
Criterio di
ripartizione dei
costi indiretti
Specifico per ogni
costo o per ogni
Unico per tutti i gruppo omogeneo
costi indiretti

Imputazione su base unica:


I costi indiretti sono raggruppati e trasferiti Imputazione su base multipla:
sugli o oggetti utilizzando un solo criterio di Ogni singolo costo viene trasferito
ripartizione (es. ore manodopera), è sull’oggetto usando un criterio in
accettata una correlazione diretta tra un grado di descrivere l’impiego
unico fattore produttivo e i costi indiretti effettivo del costo che viene
complessivi analizzato, quindi vi sono molteplici
criteri di imputazione
Fasi per l’imputazione dei costi indiretti:
1. Determinazione dell’importo globale dei costi indiretti di periodo.
2. Scelta della base di imputazione, la scelta rende la stessa soggettiva nell’ambito della configurazione a
costo pieno
3. Determinazione del coefficiente di imputazione:
Coefficiente = Costi indiretti / Totale base di imputazione
4. Determinazione della misura della base di imputazione relativa ai singoli oggetti di riferimento.
5. Determinazione del valore dei costi indiretti da imputare all’oggetto di riferimento:
Costo indiretto da imputare = coeff. unitario x base incorporata

Esempio di costo pieno

Osservazioni finali sulle configurazioni di costo:


Configurazioni più articolate (full costing) possono fornire un’indicazione più completa sul reale
consumo di fattori da parte di un prodotto/centro.
Più ampia è la configurazione:
- maggiori sono la complessità e i costi di rilevazione;
- più elevato è il grado di soggettività del valore calcolato;
- maggiore è l’incidenza delle spese generali sul costo di prodotto;
- minore è la controllabilità del costo di prodotto da parte dei responsabili di centro.
Lezione 4:
La rilevazione per centri di costo
I centri di costo sono un aggregato intermedio del processo di attribuzione dei cosati indiretti agli oggetti
di calcolo. Vi è una relazione di casualità tra le risorse e i centri di costo (impiego delle risorse da parte dei
centri) e tra i centri di costo e i prodotti (consumo delle risorse del centro da parte del prodotto).
Si tratta di un metodo utilizzabile se vi è una struttura< organizzativa complessa, questa permette:
A. La razionalizzazione del processo di attribuzione dei costi ai prodotti
B. Facilitazione decisioni relative ai costi dell’azienda
C. Agevolazione dei processi di responsabilizzazione degli l’operatore aziendali in termino di risultati o di
costo

Le fasi per la determinazione di costo di prodotto attraverso i centri di costo


1 2
Scelta degli elementi di
Definizione della costo da includere nel
struttura dei centri calcolo e dei criteri per la
aziendali localizzazione dei costi ai
centri.

4 3
Attribuzione dei costi Imputazione dei costi
all’oggetto finale di calcolo addensati nei centri
(costo di prodotto, servizio, ...). intermedi ai centri finali.

I principi fondamentali per l’individuazione dei centri di costo

- omogeneità delle operazioni svolte nei centri per permettere l’individuazione di una comune unita di
output
- omogeneità dei fattori produttivi
- significatività economica
- individuazione di un soggetto responsabile dell’olio svolgimento delle operazioni nei centri

Definizione dei centri di costo in base ad alcune variabili…

I centri di costo sono tanti e diversi.


I centri di costo intermedi lavorano a favore dei centri di costo finali (vendono i prodotti). I costi diretti,
non serve che transiti ai centri di costo, vanno attributi direttamente ai prodotti che hanno consumato
la risorsa corrispondente.
Fattori produttivi: Dobbiamo chiederci in quali costi intermedi sono stati consumati, e allocare il costo.
Svolgono dei processi che non portano al prodotto , per arrivare li bisogna passare dei centri di costi.
Vengono assorbiti dai centri intermedi. es. magazzino, manutenzione sono centri di costo.
Un problema alquanto rilevante è quello dell’ imputazione dei costi in maniera quanto meno
soggettiva. Al termine del processo di localizzazione possiamo distribuire i costi in questa maniera:

Trasferimento dei costi addensati nei centri intermedi ai centri finali


Si tratta di determinare un adeguato criterio di attribuzione dei costi ai centri finali.
Il problema è quello di “travasare” costi dai centri intermedi a quelli finali, chiudendo i centri ausiliari
e di struttura. La chiusura dei suddetti centri può essere diretta o indiretta (a cascata).

Il centro amministrazione chiude su centro di


lavorazione 1,2,3 C’è un’allocazione indiretta dei
Il centro manutenzione chiude su centro di costi
lavorazione 1,2,3 I centri intermedi tra di loro
Il centro magazzino chiude su centro di lavorazione scambiano servizi.
1,2,3
C’è un’allocazione diretta dei costi, tutti i centri
chiudono sui centri di lavorazione 1,2,3
Attribuzione dei costi addensati nei centri produttivi finali ai prodotti
Il problema è quello di determinare un adeguato criterio di attribuzione dei costi ai prodotti.
Si utilizzano, in genere, fattori quali le ore uomo o le ore macchina come strumento per ripartire i costi
totali di centro e calcolare dei coefficienti unitari di imputazione.
Necessità di rilevazione preventiva dei tempi ciclo e tempi prodotto (ufficio tempi e metodi).
Esempio
I limiti della contabilità per centri di costo

Concezione dell’azienda di
tipo verticale La composizione del costo di prodotto è
e non di tipo orizzontale caratterizzata da una quota sempre
crescente di costi indiretti

Rischio, molto frequente, Le basi di riparto sono in


di sovvenzionamento incrociato tra genere correlate ai volumi
differenti produzion di produzione
Lezione 5:
La valutazione del magazzino

Non è fine a se stessa, valutare i prelievi del magazzino e le rimanenze finali serve per ottenere dei
valori di costo significativi.
Le materie prime sono i beni principali con cui realizziamo i prodotti, le materie sussidiarie sono beni
secondari che rientrano nel prodotto, le materie di consumo contribuiscono nei processi di
produzione in termini generali. I semilavorati d’acquisto sono dei beni che noi acquistiamo da terzi
che hanno già una loro natura, noi interveniamo per trasformarli in prodotti finiti. I prodotti finiti
sono l’oggetto ultimo della nostra attività. Ci sono dei semilavorati destinati alla vendita che non
sono ancora finiti.
Le rimanenze finali sono rettifiche di costo perché sono valori di materie prime che avevamo
acquistato ma non abbiamo consumato durante l’esercizio e si prende in considerazione lo stesso
valore due volte, uno che impatta nel conto economico e uno nello stato patrimoniale.
I beni in rimanenza sono fattori produttivi la cui acquisizione ha comportato il sostenimento di prezzi-
costo (di acquisto o di produzione) con la finalità di realizzare, a breve, un adeguato prezzo-ricavo.
La politica di gestione delle rimanenze dipende dalla logica prevalente:
A. di tipo pull: poche scorte; è la domanda che guida la produzione;
B. di tipo push: scorte abbondanti per attutire la variabilità della domanda.
La metodologia di determinazione dei costi diretti variabili di prodotto prevede la misurazione
dei volumi fisici d’impiego per ciascun fattore e la relativa valorizzazione con opportuni prezzi-
costo unitari.

1. 3.
Prezzi-costo Prezzi-costo
correnti 2. effettivi
Prezzi-costo
standard

sono dei prezzi che esprimono condizioni


di efficienza e efficacia della gestione, un
prezzo non è solo un numero ma anche
una guida di efficienza nei processi
la mia azienda verifica sul produttivi prezzi determinati al
mercato quanto costa la momento in cui sono stati
stoffa nel momento che acquistati, che l’azienda ha
vuole calcolare il prezzo sostenuto (se l’acquisto è
della giacca stato fatto oggi concordano
con i prezzi-costo correnti)

Ci possono essere varianti tra materie prime, quando i beni sono tra loro perfettamente sostituibili sono
chiamati fungibili, se una materia prima ha delle caratteristiche particolari è chiamata non fungibile. Un
bene non fungibile è un bene unico, che ci consente di distinguerlo dagli altri beni. Possiamo essere in grado
di stabilire il suo prezzo-costo per le sue particolari caratteristiche. Quando un bene è così unico si deve
calcolare il costo specifico perché il bene è solo suo e possiamo identificarlo. Per i beni fungibili il legislatore
dice che ci deve essere una certa difficoltà a stabilire il prezzo-costo perché sono tutti uguali.

Criterio del
COSTO MEDIO
PONDERATO

E’ necessario predefinire il criterio di valorizzazione di ciascuna Criterio FIFO,


risorsa consumata rispetto ai differenti costi di acquisizione “primo entrato,
rilevati in un determinato periodo. primo uscito”

Criterio LIFO,
“ultimo entrato,
primo uscito”
La valutazione del magazzino MP
La valorizzazione del magazzino consiste nella determinazione delle quantità e dei valori monetari
attribuibili ai beni in giacenza alla fine di un determinato intervallo temporale (RF).
RF = RI + E – U
Esempio
La valutazione del magazzino prodotti finiti
Configurazione di costo:
Direct costing industriale
Valorizzazione delle entrate a magazzino prodotti finiti Direct costing evoluto industriale
Costo primo industriale
Full costing industriale
NB:
Contano solo i costi di produzione
(industriali)!!!!
Vanno esclusi i costi commerciali,
perché l’entrata di PF a mag. non
costituisce alcuna operazione di
vendita!

La valorizzazione delle uscite da magazzino prodotti finiti dipende dai:


- LA QUANTITÀ DI PRODOTTO FINITO PRELEVATO
- LA QUANTITÀ DI RIMANENZE INIZIALI
- LA QUANTITÀ DI ENTRATE
- IL VALORE DELLE RIMANENZE INIZIALI
- IL VALORE DELLE ENTRATE
che concorrono alla valorizzazione delle uscite in base al criterio di movimentazione del magazzino.
Criterio del
COSTO MEDIO
PONDERATO

Criterio FIFO,
Con riferimento alle metodologie di valutazione del magazzino è possibile scegliere tra: “primo entrato,
primo uscito”

Criterio LIFO,
“ultimo entrato,
primo uscito”

Esempio
La valorizzazione delle rimanenze finali
Il valore delle rimanenze finali dipende da vari aspetti che si combinano fra loro:
- prima coppia: criterio di valutazione e andamento dei prezzi
- seconda coppia: configurazione di costo e variazione delle quantità di produzione e quantità di vendita
(rimanenze)
Quantità di produzione > quantità di vendita —> le rimanenze finali aumentano, il reddito aumenta
Quantità di produzione < quantità di vendita —> le rimanenze finali diminuiscono, il reddito diminuisce
L.a valutazione del magazzino
Lezione 6:
I sistemi contabili: dalla contabilita’ generale alla
contabilita’ analitica
Il sistema contabile è l’insieme degli elementi che formano la struttura di rilevazione degli accadimenti di
gestione interna ed esterna
Focus sulle operazioni
digestione interna (quale
input uso per output x?)

Focus sulla
gestione delle
operazioni di
gestione
esterna
(relazioni con i
terzi)
E’ obbligatoria
per le imprese

L’impresa semplice ha delle misure economiche aggregate, cioè misure globali di sintesi e analisi e misure
parziali per aspetti distinti della gestione. Bilancio d’esercizio
Ci interessiamo sulle componenti della Contabilità generale come
Prospetto delle variazioni e dei flussi
di CCN
Prospetto delle variazioni e dei flussi
di cassa
Determinazione del valore del
capitale economico

L’impresa complessa, invece, ha delle misure economiche aggregate e articolate, ossia
misure globali e parziali variamente articolate.
Ci interessiamo alle componenti della Co.Ge (= a quelle appena elencate) e anche alle
componenti della Contabilità analitica
Costi, ricavi, risultati di prodotto
Costi, ricavi, risultati di centro di responsabilità Costi, ricavi, risultati di A.S.A.
...
Le caratteristiche di base del sistema di contabilità analitica

Contabilità generale vs contabilità analitica

Le modalità di attribuzione dei costi alla contabilità analitica dipendono da:

A. Lo strumento utilizzato (il metodo di rilevazione)

Contabile Extra-contabile
(Metodo della partita doppia) (metodi statistici)

B. Il grado di integrazione (il sistema di collegamento)

Sistema duplice Sistema unico

Contabile Misto
Contabili

Strumenti

Anche non
contabili

Elevato Limitato
Grado di integrazione

Il sistema unico contabile


Vi è un unico sistema contabile nel quale vengono inseriti i dati di contabilità analitica, le rilevazioni sono
svolte movimentando conti, adottando il metodo partiduplistico (partita doppia)
Rispetto alla contabilità generale i conti accesi ai fattori produttivi sono movimentati in entrambe le
sezioni, accogliendo valori per natura e per destinazione.
Il sistema duplice misto
Vede lo svolgimento distinto di contabilità generale e analitica che adottano metodologie differenti:

Co.Ge Co.An
Ordinata secondo il sistema del reddito Viene svolta in maniera
Usa la partita doppia extracontabile

Il vantaggio di questo sistema è l’adattabilità, MA mancano i collegamenti con la CO.Ge

Il sistema duplice contabile


In questo sistema sia Co.Ge che Co.An utilizzano il metodo della partita doppia e vengono utilizzati dei conti
di collegamento che permettono il passaggio dalla prima alla seconda
La contabilità analitica con il sistema duplice contabile
Conti di conguaglio (o transitori): 2
1
Conti di collegamento (o ripresa) trasformano i valori espressi secondo
la manifestazione numeraria in valori
- funzionano in modo antitetico di competenza, mediante integrazioni
(costi in avere; ricavi in dare); e rettifiche
- servono per riprendere i valori
di contabilità generale Conti di magazzino materie prime e
inserendoli parti componenti: 3
all’interno della contabilità
analitica permettono di rilevare le
movimentazioni e le valorizzazioni di
tutti i fattori produttivi acquisiti e
utilizzati per la produzione nel
periodo.

Conti accesi ai centri di


costo (di struttura, 4
ausiliari, produttivi):
Conti di gestione (tipicamente di La rilevazione avviene in conti e con
prodotto): 7 scritture in partita doppia, possiamo sono classi che accolgono
trovare tutti i costi sostenuti nei
evidenziano i risultati parziali diversi centri, che possono
(positivi o negativi) secondo un essere produttivi, ausiliari e
grado di analiticità coerente con di struttura.
i caratteri di complessità
strategica dell’impresa (es:
risultato di prodotto).
Conti di magazzino semilavorati e
prodotti finiti: 6

considerano la movimentazione di
magazzino consentendo in ogni
momento una valorizzazione delle
scorte secondo criteri di
Conto economico di Co.An. 8 aggregazione predefiniti.
- accoglie i risultati conseguiti per ciascun bene oggetto
di rilevazione
analitica, tutti i costi esclusi dalla configurazione di costo,
ma di
competenza del periodo e eventuali ricavi ripresi, ma non
strettamente attinenti agli oggetti di rilevazione
analitica;
- dal saldo si evince il risultato aziendale (positivo o
negativo) di Conti di lavorazione: 5
competenza del periodo, che emerge dai processi di
gestione del periodo considerato. - evidenziano le diverse lavorazioni
dell’azienda;
- accolgono i costi sostenuti e imputati in
base alle configurazioni
prescelte, per poi trasferire, a lavorazione
ultimata, l’output produttivo ad altro conto
lavorazione, a magazzino, oppure a conto
gestione se la vendita è immediata
Alcuni esempi di conti…

1) di collegamento 2) di conguaglio

3) di magazzino mp e parti componenti


4) accesi ai centri di costo

6) di magazzino semilavorati e pf
5) di lavorazione

8) conto economico di co.an.


Esercizio

Conti di ripresa Conti di


o collegamento conguaglio
MP
ripresa MP conguaglio magazzino mp

RI 0 v10
7 26 ) 6
26 26
26
E

pf 10

ripresa mindvstr .

conguaglio mindustr .
Magazzino M.MG .

RI 0 U 70

100 > 110


100 ) E 110 20
10

A- 20 Conti lavora .

Ripresa mod Conguaglio mod Prod a prod b

40 30 10 6
>
40 7 10 30 10

90 56

ripresa moi ✓
conguaglio moi
centro costo Prini .

50 40

50 7 16
( 16) 70
10
40

36
ricavi vendita conguaglio ricavi

centro costo AUSIL .

155 7 155 20 36

16

centro spese gen

contatto co.am
10
10

so
4
Lezione 7:
caso happy
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Lezione 8:
L’analisi dei processi, l’ABC E L’ABM
Concezione dell’azienda di tipo verticale

Quota sempre crescente di costi indiretti


I limiti della contabilità per centri di costo sono
Rischio di sovvenzionamento incrociato tra
differenti produzioni

Basi di reparto correlate ai volumi di produzione

I cambiamenti nel contesto operativo aziendale tendono a far aumentare i costi indiretti.
Questo incremento dei costi indiretti può essere imputato a:
- l’esigenza di un numero crescente di componenti di prodotto (complessità dei processi di logistica, dei
processi amministrativi relativi ai rapporti con i fornitori, nonché dei processi di controllo della gestione);
- l’esigenza di numerose modifiche ai processi produttivi e ai prodotti in fase di progettazione e di
ingegnerizzazione;
- l’effettuazione di riattrezzaggi (setup) degli impianti in fase di produzione.
Questi costi possono essere definiti costi della complessità.
Analizzando l’articolazione dei processi e delle attività l’azienda può essere vista come un insieme di
funzioni, inoltre spesso si è portati a istituire centri di responsabilità. Entrambi le funzioni e i centri
hanno in comune le attività trasversali all’azienda (considerata nel complesso) su più funzioni.

L’analisi dei costi

L’analisi dei costi può


avvenire seguendo diversi
metodi
Metodo 1: Activity-based costing (ABC)
Nell'ottica del miglioramento continuo dell'analisi dei costi è stato sviluppato il metodo dell'abc che punta
all'enfatizzazione della logica funzionale di attribuzione dei costi attraverso l'impiego di oggetti intermedi di
aggregazione: le attività
Risorse (costi )

componenti impiegate in

elementari del processo


attivita
'

consumate da

servizi

processi

prodotti clienti

la rilevazione dei costi per attività' implica queste fasi:


1. la definizione, la classificazione e l’analisi delle risorse impiegate;
2. la classificazione e l’aggregazione delle attività;
3. la selezione dei driver (resource driver) per l’assegnazione delle risorse alle attività;
4. l’identificazione dei driver (activity driver) per l’assegnazione dei costi dei servizi resi dalle attività agli
oggetti finali di osservazione.
Esercizio
I limiti della contabilità per centri di costo visti nelle lezioni precedenti sono superabili con il metodo ABC

limiti per centri di costo ABC

Concezione dell’azienda di tipo verticale, Concezione di tipo orizzontale,


basata sull’impostazione funzionale basata su processi e attività

:
dell’impresa

Basi di riparto spesso correlate ai volumi di Driver differenziati e idonei a


produzione esprimere le relazioni di
causa-effetto

Quota crescente di costi indiretti nel Maggiore attenzione alle


risorse indirette e alle attività

:
costo di prodotto
che le assorbono

Rischio, molto frequente, di


sovvenzionamento incrociato tra Minor rischio di
differenti produzioni sovvenzionamento incrociato

Activity-based costing (ABC) e activity-based management

L’analisi dei costi richiede l’aggregazione per attività (ABC) al fine di migliorare le modalità di formazione dei
risultati in relazione alle attese della clientela ed alla capacità di creazione di valore (ABM).
Le relazioni tra ABC e ABM
Quali attività sono generatrici di valore andando a considerare la performance.
L'ottimalita' di sviluppo dei processi aziendali si correla alla capacità di continuo miglioramento delle
performance con riguardo alle diverse attività sviluppate

Verifica della possibilità e della


Corretta individuazione delle attivare convenienza di eliminare attività'
significative a valore aggiunto a basso valore aggiunto

Tutte le attività consumano risorse ma:


• Attività che producono valore e che sono anche critiche per soddisfare i bisogni dei clienti
• Attività che non producono valore, ma sono necessarie per svolgere le attività che producono valore
• Attività che non producono valore, e che sono costi del tutto inutili, può evitare di sostenere

Esercizio
Lezione 9:
I costi per le decisioni
d’impresa. Le decisioni d’impiego
della capacita’ produttiva
Per operare ogni azienda deve prendere delle decisioni, è necessario che queste siano di carattere
strategico o operativo. Le decisioni fanno seguito a delle azioni, che a loro volta possono avere un impatto
patrimoniale, finanziario e reddituale. Le decisioni strategiche sono volte a definirei gli obiettivi di medio/
lungo termine, gli indirizzi di fondo dell’azienda, riguardano il perimetro aziendale; quelle operative sono
relative alla gestione quotidiana aziendale in coerenza con le decisioni strategiche che rappresentano un
vincolo per la gestione quotidiana.

Le decisioni possono inoltre essere:


- ricorrenti: sono decisioni sistematiche e con caratteri simili basaste su informazioni considerabili a loro
volta sistematiche
- non ricorrenti: sono decisioni non ripetitive che sono collegate a eventi particolari e richiedono
l’elaborazione di informazioni specifiche
I processi decisionali si basano su un vasto sistema di informazioni classificabili in:
➢interne ed esterne (fonte);
➢d’azienda e d’ambiente (contenuto);
➢preventive e consuntive (orientamento temporale);
➢per il vertice e per i centri di responsabilità (utilizzatori);
➢qualitative, quantitative non monetarie e quantitative  monetarie (natura);
➢ricorrenti e non ricorrenti (frequenza).
Le fasi del processo decisionale
Ogni processo decisionale si articola in diverse fasi:
1. definire il problema da affrontare;
2. identificare le diverse alternative possibili e verificare la fattibilità delle medesime;
3. misurare e confrontare le conseguenze e dunque i risultati attesi di ogni alternativa, espressi in termini
quantitativi considerando i vincoli gestionali, nonché la propensione al rischio di coloro che sono preposti alla
decisione;
4. valutare eventuali effetti delle diverse alternative che non possono essere espressi in termini quantitativi
e dunque di tipo qualitativo e intangibile;
5. confrontare le alternative e selezionare quella che consente il raggiungimento dei migliori risultati
prospettici a parità di condizioni qualitative
6. implementare l’alternativa scelta
7. verificare gli effetti prodotti e intraprendere eventuali decisioni e azioni correttive
I valori rilevanti nell'analisi differenziale
*

* viene valutata in base a ricavi , costi ,


risultati associabili
a una determinata situazione
La rilevanza di costi e ricavi a fini decisionali
La decisione dipende da:
- le informazioni a disposizione
- i vincoli interni e esterni
- la convenienza economica dell’alternativa, in particolare bisogna considerare:
- costi e ricavi attesi futuri
- costi e ricavi che variano per effetto delle decisioni
Sono rilevanti a fini decisionali i costi e i ricavi che si manifestano o smettono di presentarsi per effetto di
una data scelta.
Sono legati a specifiche scelte (es. effettuare
Per i costi si tratta, in sostanza, di distinguere tra: o meno una produzione). Sono costi eliminabili
1.Costi fissi comuni —> Sunk costs (irrilevanti) in assoluto o perlomeno trasferibili (cioè
}
2.Costi fissi speciali '
eliminabili dalla produzione che si sta
3.Costi variabili considerando). Questi sono rilevanti.
Le decisioni di impresa
Le scelte che possono essere ricondotte a:
a. le decisioni di breve periodo relative all’impiego della capacità produttiva;
b. le decisioni, di breve o di lungo periodo, quali ad esempio:
-scelta tra produrre o acquistare;
-scelta tra vendita o lavorazione successiva;
-selezione dei clienti;
-scelta di accettazione di un ordine speciale (commessa);
E si fondano sull’analisi del margine di contribuzione.

Il margine di contribuzione
Dato che la rilevanza di costi e ricavi si lega alla loro variabilità, la convenienza economica delle alternative
possibili dipende dal margine di contribuzione:

Le scelte di impiego della capacità produttiva


Si tratta delle decisioni finalizzate alla gestione della capacità produttiva esistente in azienda. Infatti, non
sempre è conveniente far funzionare la struttura produttiva, oppure non sempre è possibile ottenere dalla
stessa l’intero quantitativo di prodotti desiderato. Si hanno in particolare due situazioni:

Normalmente, la capacità produttiva viene espressa in:


A. ore macchina, quando essa è costituita da beni strumentali;
B. ore di manodopera diretta, quando si è in presenza del fattore lavoro.
Dato un certo obiettivo di produzione e vendita, espresso in unità di prodotti, la capacità produttiva è
abbondante quando si dispone di un numero di ore macchina o di ore mod sufficiente per realizzare l’intera
quantità desiderata.
In caso contrario la capacità produttiva è scarsa.
Le scelte di impiego della capacità produttiva vanno fatte sia quando essa è scarsa, sia quando è abbondante.
Infatti, è inutile far funzionare gli impianti o far lavorare gli operai per una produzione che ha mdc negativo, in
quanto il ricavo generato dalla vendita di una unità non riesce a coprire nemmeno i costi variabili sopportati.
In sostanza, si ha sicuramente una perdita, che cresce all’aumentare della quantità prodotta e venduta.
Pertanto, l’azienda deve analizzare ciascuna produzione per capire se è conveniente effettuarla.
E questo anche quando la capacità produttiva a disposizione è abbondante.
Esercizio
Lezione 10:
Le analisi di make or buy ed
altre scelte non ricorrenti
Decisioni a carattere ricorrente -> impiego ottimale della capacità produttiva (mix di prodotti)
Decisioni a carattere non ricorrente:
- scelta tra produrre o acquistare (make or buy)
- scelta tra vendita o lavorazione successiva
- selezione dei clienti
- scelta di accettazione di un ordine speciale (commessa)
Quali valori economici sono rilevanti nella scelta? Esistono anche aspetti non economici da considerare?
Sono rilevanti a fini decisionali i costi e i ricavi che si manifestano o smettono di presentarsi per effetto di
una data scelta.
Per i costi si tratta, in sostanza, di distinguere tra: Sono legati a specifiche scelte (es. effettuare o
1. Costi fissi comuni —> sunk costs (irrilevanti) meno una produzione). Sono costi eliminabili in
assoluto o perlomeno trasferibili (cioè eliminabili
2. Costi fissi speciali
3. Costi variabili } ' dalla produzione che si sta considerando). Questi
sono rilevanti.
Le scelte di make or buy
Aspetti di rilevo per le scelte di esternalizzazione o internalizzazione di alcune fasi dell’attività produttiva:
1. valori economici registrati nel sistema contabile
2. valori economici non registrati in modo specifico nel sistema contabile (es.: costi-opportunità, oneri
figurativi, costi di transazione)
3. disponibilità di fattori produttivi (es.: h mod, h macchina)
4. fattori qualitativi (es.: puntualità di consegna e qualità dei prodotti offerti da fornitori)
A parità di ricavi, la scelta è fatta in base al confronto tra i costi (rilevanti) associati a ciascuna alternativa:
Le scelte di make or buy
La logica di scelta tra make or buy può essere oggetto di rappresentazione grafica. Usando i costi rilevanti, il
problema è risolto impostando l’uguaglianza:

Dimostrazione:
PExQ=CFR +CVxQ
PE x Q - CV x Q = CFR
(PE - CV) x Q = CFR
Le scelte relative alla selezione dei clienti
La gestione dei rapporti con la clientela genera dei costi.
L’azienda può essere interessata a stabilire se i costi legati alla relazione con un cliente sono coperti dai
ricavi per le vendite allo stesso.
L’analisi può essere effettuata, in particolare, mediante l’individuazione delle attività condotte per il cliente
(es.: movimentazione prodotti, fatturazione, trasporto, assistenza post-vendita), che verrebbero meno se la
relazione venisse interrotta.
Ad ogni modo, la decisione dipenderà anche da considerazioni di natura qualitativa.
Le scelte relative agli ordini speciali
Le commesse possono essere realizzate da qualsiasi impresa:
• Aziende che lavorano esclusivamente su ordine del cliente
• Aziende che producono per il magazzino
La scelta di accettare un ordine speciale può dipendere da fattori:
• STRATEGICI (sviluppo di relazioni)
• OPERATIVI (sfruttamento di capacità produttiva libera)
Le caratteristiche della commessa incidono sul livello del prezzo.
Esempio:
A inizio mese la Alfa Spa ha ricevuto un ordine speciale da un cliente per 750 unità di prodotto al prezzo di
34€ e con caratteristiche qualitative diverse dal tipo di prodotto solitamente realizzato dall’azienda. Per
questo motivo le materie prime costeranno 20€ e i restanti costi rimarranno invariati. Saranno a carico di
Alfa i costi di trasporto del prodotto per un ammontare complessivo pari a 1.000€ e le provvigioni da
riconoscere a un agente pari al 5% del fatturato complessivo dell’ordine. La capacità produttiva di reparto è
pari a 1.200 ore macchina. Per questo mese l’azienda prevede di utilizzarne il 75%, mentre la restante parte
resterà inutilizzata. I costi unitari sostenuti normalmente da Alfa per produrre un’unità di prodotto sono i
seguenti:
• Materie prime: 16 €
• MOD: 5,50 €
• Costi indiretti variabili (1,50€/h macchina X 0,4h macchina) : 6 €
Delle 1.200 h macch8ina a disposizione nel mese, il 25% può essere destinato alla commessa —> 300 h
macchina. Poiché ogni unità di prodotto richiede 0,4 h macchina, si possono realizzare esattamente le 750
unità richieste dal cliente. Ma è conveniente?

Il MDC incrementale negativo mostra che la commessa non è conveniente.

Le scelte tra vendita e lavorazione successiva


È più conveniente:
-fermarsi alla produzione di un semilavorato e venderlo ad un certo prezzo
oppure
- proseguire con una o più fasi successive di lavorazione, sostenendo costi ulteriori a fronte dei quali si può
alzare il prezzo di vendita del prodotto finito (o di un semilavorato più “evoluto”)?
Lo stabilisco in base al mdc della “fase successiva”.
Lezione 12:
L’analisi costi-volumi-risultati
L’analisi costi-volumi-risukytati è una tecnica quantitativa impiegata per le decisioni di breve periodo,
può essere anche cchiamata Break-.even Analysis ed evidenzia i legami esistenti tra costi, ricavi,
volumi e risultati, permettendo di quantificare il volume di attività che garantisce l’uguaglianza tra
costi e ricavi, ossia il punto di pareggio (break-even point).
^
determinare il punto di pareggio;
2
definire il fatturato di pareggio;
3
definire il volume di attività che permette di realizzare un certo
reddito operativo;

:determinare
Cosa si può fare con quest’analisi il margine di sicurezza;
effettuare analisi di sensibilità – “What … if …” – ossia
determinare l’effetto sul reddito di una variazione della quantità
prodotta e venduta, del prezzo, del costo variabile unitario e dei
costi fissi;
6
effettuare l’analisi costi-volumi-risultati in situazioni complesse
(ad esempio, in aziende multiprodotto).
1. Determinazione punto di pareggio
Ipotesi di partenza
I prezzi di acquisto e vendita sono costanti nel periodo considerato (linearità delle funzioni di costo e di
ricavo).
Tutti i costi possono essere classificati come fissi o come variabili.
La quantità prodotta e la quantità venduta coincidono (assenza di rimanenze di prodotto finito), non
devono restare scorte finali o iniziali.
Per determinare il punto di pareggio ci sono due metodi Metodo grafico

Metodo algebrico
Nel metodo grafico il punto di pareggio (QBEP)
viene individuato dall’intersezione tra la retta
dei ricavi totali (RT) e la retta dei costi totali
(CT = CF + CV).
Nel grafico si individuano così l’area di utile (a
destra di QBEP) e l’area di perdita (a sinistra di
QBEP).
Ciò significa che all’azienda non conviene
produrre una quantità inferiore a QBEP poiché
accumulerebbe delle perdite.
Il punto di pareggio (break-even point) evidenzia
la quantità in corrispondenza della quale
i ricavi totali e i costi totali sono perfettamente equivalenti.
Nel punto di pareggio il reddito operativo è nullo.

Esempio:

Cf
Q =
=

(P -
Cv)

20.000
=
=

(5 -1 )

Se produco o vendo
Rt = (t Qpgep 5000 Unita
'
2. Il fatturato di pareggio
esprime l’ammontare del fatturato in corrispondenza della quantità di pareggio; pertanto, nel caso più
semplice, è calcolato moltiplicando il quantitativo di pareggio per il prezzo di vendita;
è pari ai costi totali e determina, per differenza, un risultato operativo pari a zero (RO = 0).
Ci sono due modalità
2. Azienda mono e multiprodotto
1. Azienda monoprodotto
Fdp= CF/ (mdc/p)
Fdp= Qbep x Prezzio vendita
2000°
20000
Fdp = =
=

5- I
0.8
Fdp -5000.5
-

=
'

=
25000
=
25000

3. Il volume di attività per conseguire un dato obiettivo di reddito


Esprime il quantitativo di produzione da realizzare e vendere per raggiungere un obiettivo di reddito
prestabilito.
RO = RT – CT
RO = RT – CV – CF
RO = p x Q – cv x Q – CF 120001-20000 32.000 '
8000 unita
RO + CF = Q x (p – cv) ① =

g. ,
= =

Q=(RO+CF)/(p-cv)

4. Il margine di sicurezza
Il margine di sicurezza esprime di quanto può ridursi (in %) il fatturato programmato rispetto a quello
di pareggio, per effetto di una variazione nel volume di vendita, senza che l’azienda vada in perdita.

F programmato= 30000
F pareggio= 250000
Mds = 30.000-25-0» 100% =
.

30000

16,00%

16 %

Per essere accettabile deve essere almeno


sommata

① prog
a 30/40%
Sotto questa soglia si considera critico,
mentre è ottimo tra 70% e 80%
5. Le analisi di sensitività “what…if…?”

Aumento del prezzo unitario del 10%

Aumento dei volumi del 10%

Riduzione del costo variabile unitario del 10%

Riduzione dei costi fissi del 10%


6. L’analisi costi-volumi-risultati in situazioni complesse
Nel caso di aziende multiprodotto con combinazioni tra loro interrelate, l’esistenza di fenomeni di
congiunzione determina spesso l’impossibilità di separare le singole combinazioni.
Si può ancora usare la BEA per sviluppare considerazioni di convenienza?
Occorre definire a priori il mix attraverso il quale i prodotti contribuiscono, per effetto dei positivi margini di
contribuzione, alla copertura dei costi fissi comuni.
A tal fine, in presenza di prodotti tra loro omogenei, si è soliti fare riferimento a ipotesi di mix di produzione
e vendita definite in base all’esperienza passata e alle informazioni interne ed esterne prospettiche.
In presenza di più prodotti, nota la formula per la determinazione del fatturato di pareggio

il rapporto del margine di contribuzione sul prezzo unitario di vendita deve rappresentare una media delle
incidenze di ciascun prodotto (I), ponderata in base alla percentuale di composizione del fatturato di ciascun
prodotto sul fatturato complessivo (α).

Dove:
I = incidenza media ponderata del margine unitario di contribuzione sul prezzo di vendita;
α = fattore di ponderazione espressivo del mix di produzione e vendita ipotizzato costante e determinato
dal rapporto tra il fatturato di ciascun prodotto e il fatturato complessivo.

Esempio di impresa multiprodotto


CF= 353500
QBEP =

È → I =

YÈ .
✗ +
II. ✗ ,
fatturato medio di

pareggio aziendale

a b

I =

{ ^

yo,
'

-0,31 +
^ >°

ago
' °
. 0,69
) =
0,3535 RT = =
353500

0,3535
= 1000 -000

Ora calcolo il fatturato e quantitativo di pareggio di prodotto

R (A) = l'000.000 -

0,31 =
310000€

31000°
QBEP, 3.100 '
= unita
100

R (B) =
1000-000-0,69=690000€

690000
QBEP (B) = = 4.600 Unita'
150

Esercizio
1) Fattore e Qpsep di prodotto

I
EMPI .
×

✗ → fatturato programmato →
A : 500.60=30 000€
B : 400 -
50 = 20000€

30000 50000€
✗ (a) = ' 100 = 60%
5000>

✗ (B) =
20000--100 = 40%
50000

60 (9+30+6) 50 -
(20+15+5)
I
-

=
. 0,60 +
.
qao
=
0,15+0,08 =
0,23
60 50

A B

9200
fatturato medio di pareggio aziendale
E- =

0,23
=

fatturato e quantitativo di pareggio di prodotto

R =
40000.016 2400 € R (g) = 40-000 0,4 16000€
(a)
= - =

24000 10000 '


QBEP(a) Qpgepgg 320 Unita
'
=
=
400 unita = =

60 50

2) margine di sicurezza

F Prog F Pareggio 50.000 40000


Mdg
-

100
-

=
20%
.

. ,» = .
=

f prog .
50000

3) prodotti per avere RO =


15 -000€

produzione di B viene eliminata azienda monoprodotto

MI 1 CF non si eliminano ( Cf = 9200€)

CFTRO 9200+150» 24 -200


Qpgep =
= = = 1613,33 unita
'

Mdc 60 -45 15
µ
all' unita
'
arrotonda
successiva → 1614
Lezione 13:
La leva operativa
L’analisi di sensibilità del reddito operativo al variare delle vendite è svolta dalla leva operativa. Questa
esprime la relazione esistente tra volumi di vendita e reddito operativo data una certa struttura di costo.
Il fulcro della leva è dato dai costi fissi. Nel breve periodo, la loro incidenza unitaria è dovuta alla quantità
prodotta e venduta. Maggiore è la quantità, minore è l’incidenza dei costi fissi per unità di prodotto.
Nelle aziende in cui i costi fissi prevalgono su quelli variabili, il reddito si modifica sensibilmente per effetto
di una variazione della quantità prodotta e venduta. La variazione del reddito è molto più contenuta,
invece, quando ci sono soprattutto costi variabili.
Il grado di leva operativa
Il grado di leva operativa è dato dal rapporto tra la variazione percentuale del reddito e la variazione
percentuale delle vendite

Il grado di leva operativa permette di determinare l’impatto sul reddito operativo dovuto a una variazione %
della quantità venduta.
Impatto sul reddito= GLO*var quantità*ROt-1
Esercizio
Le due aziende hanno effetti differenti sul reddito operativo in relazione alla variazione di
“aumento o diminuzione del 10%” del volume di vendita?
L’azienda A ha una struttura di costo più rigida, perché prevalgono i costi fissi. CF/CV= 4,4
L’azienda B ha una struttura di costo più flessibile (aziende flessibili hanno alta intensità di lavoro),
perché prevalgono i costo variabili.
CV/CF= 0,54 △RO = GLO x ROt-1 x △%Q
Vogliamo calcolare GLOA e GLOB GLO = △%RO / △%Q = (△RO/ROt-1) / △%Q
GLOA = 150.000 € / 18.000 € = 8,33 GLO x △%Q = △RO/ROt-1
GLOB = 75.000 € / 18.000 € = 4,16 GLO x △%Q x ROt-1 = △RO

Ipotesi di aumento di Q del 10% —> Cosa succede al reddito?


Azienda A —> nuovo ROA = ROt-1 + △RO = 18.000€ + 8,33 x 18.000€ x 10% = 33.000€
Azienda B —> nuovo ROB = ROt-1 + △RO = 18.000€ + 4,16 x 18.000€ x 10% = 25.500€

Ipotesi di diminuzione di Q del 10% —> Cosa succede al RO?


Azienda A —> nuovo ROA = ROt-1 + △RO = 18.000€ + 8,33 x 18.000€ x (-10%) = 3.000€
Azienda B —> nuovo ROB = ROt-1 + △RO = 18.000€ + 4,16 x 18.000€ x (-10%) = 10.500€

L’azienda A:
- Nel caso di incrementi del fatturato, ha effetti più consistenti sul reddito operativo
- Nel caso di riduzione del fatturato, deve affrontare maggiori rischi in termini di riduzione della redditività
operativa
L’azienda B:
- Nel caso di incrementi del fatturato, ha effetti più ridotti sul reddito operativo
- Nel caso di riduzione del fatturato, deve affrontare meno rischi in termini di riduzione della redditività
operativa
La leva operativa è un indicatore è un indicatore di rischiosità della struttura di costo dell’azienda (o di una
sua parte, per es. una divisione). La rischiosità operativa aumenta con l’aumento dei costi fissi.
Poiché l’azienda A ha costi fissi più elevati, essa beneficia maggiormente dell’aumento della Q prodotta e
venduta. Tuttavia, allo stesso tempo, subisce una più forte diminuzione % del reddito operativo quando la Q
prodotta e venduta diminuisce.
Pertanto, un’azienda coma la A, caratterizzata da una struttura dei costi rigida, deve avere un costante
orientamento al mercato affinché possa incrementare la Q venduta e con essa il reddito operativo.
Un’azienda come la B, invece, caratterizzata da una struttura dei costi più flessibile, deve prestare
particolare attenzione alle condizioni di efficienza interna.
a) Quantita '
di pareggio
Rtpep
=

§ I = 2
M¥ . ✗

✗ =
fattore di ponderazione della % relativa di Prodotto sul fatturato totale

{ }
50 -
(1+24+1) 112 -
( 1,5 +36+424
I = .

0,41 +
.

0,5g =
0,2+0,38=0,58
50 112

prodotto ✗ Prodotto Y

500»
Rtpgep = =
86.206,90€
0,58

RBEP ( × )
=
Rtpsep '

✗✗ =
86206,90 -0,41 =
35344,83€
RBEPCX) 35 -344,83
Qpgep = =
=
706,8966 >
arrotonda per eccesso
P 50 707 Unita'

R Bep (
y)
=
Rtbep '


y
= 8 -6206,90 .

0,59 =
50.862,07€

Q Bep ( ) = Riderà =
5086707 = 454,125€ >
arrotonda per eccesso
y
P 112 455 unita '

rect → ro =
b) margine di sicurezza

FAH Prog fatt Pareggio


Mag =
.
-
.
. 100
,
FOH .

prog .
=
(50-10000)+(112-6500) =

FAH .

prog .
= l' 228 -000 €

fatt .

pareggio =
86206,90€

Mds =
92,98%

C) ① Bep
Per avere reddito = 13000€

CFTRO 50-000+13000
ptgep = =
= 108620,68€
I 0,58

0,41 RG) =
44534,48/50=891
108.620,68 .

0,59 Rcy) 64086,20412


= =
573

d) Grado leva operativa e DRO

610 = mdc
-

RO

| | |
F ta

" "" "° " " °" " ""°


"

CV 260000 258310 518 310


'

Mdc 709 690


'

Cf 50000

RO 659650

709690
GW =
= 1,08
659690

Impatto tv 20% =
610 -

di Q.RO .
=
1,08 .

0,20-659690=142493,04 €

nuovo reddito -

_
653690-142493,04=517-196 96€ ,
Lezione 14:
Il sistema di budget e i costi
standard
Il budget è un programma d’azione espresso in termini quantitativo-monetari, relativo ad un definito orizzonte
temporale, variamente articolato su periodi più brevi.
Il budget deve essere globale, si parla di articolazione del budget nel tempo (semestri, mesi) e anche
articolazione spaziale.
Il sistema di budget
Il sistema di budget è il sistema mediante il quale:
- si definiscono l’impiego e l’allocazione delle risorse disponibili;
- si definiscono i traguardi da raggiungere;
- si analizza il grado di raggiungimento dei traguardi (differenza traguardi/risultati):

Valutazione delle prestazioni Miglioramento del processo decisionale

Budget degli investimenti/disinvestimenti serve a programmare la struttura produttiva su cui ci


appoggeremo nel periodo di budget. Devono supportare le operazioni.
Budget operativi presentano i valori reddituali, sono caratterizzati da una programmazione di valori
reddituali (da costi o da ricavi o da entrambi insieme). Esempio: budget della produzione
Budget finanziari servono per programmare i flussi finanziari. Flussi di cassa e di capitale circolante netto.
Tutte le volte che c’è una vendita ci aspettiamo del denaro, in caso contrario con l’acquisto versiamo del
denaro. Ci sono movimentazioni di cassa: entrate e uscita
Per i valori reddituali sfocia nel budget del conto economico mentre per i valori finanziari sfocia nel
budget di stato patrimoniale
Fattibilità tecnica: con il budget degli investimenti si deve programmare una struttura coerente con le
aspettative tecniche che si ha
Fattibilità reddituale: si mettono insieme i costi e ricavi, si osservano e ci si domanda se con questa
programmazione quale reddito si ottiene, il risultato atteso di reddito.
Fattibilità finanziaria e patrimoniale: devono capire se c’è coerenza tra dare e avere nello stato
patrimoniale.
La classificazione del budget
A) Orizzonte temporale:
• Budget a periodo fisso —> verso la fine dell’anno preparo il budget per il proprio esercizio che coprirà da
gennaio dell’anno successivo fino al 31 dicembre. Ci possono essere cambiamenti per via di imprevisti che mi
fanno vedere che la mia programmazione non sarebbe risultata corretta fino alla fine dell’anno (es. emanata
nuova norma)
• Budget a periodo scorrevole —> copre comunque un intervallo temporale annuale, però alla fine di ogni
mese ne aggiungo uno in più in fondo. Alla fine di aprile 2019, prendo il budget, tolgo aprile 2019 ma aggiungo
aprile 2020, maggio 2019, finito, si toglie maggio 2019 e si aggiunge maggio 2020. Il periodo in più presenterà
condizioni che mi sono note oggi ma non lo erano 2 mesi fa.
B) Ipotesi gestionali sottostanti:
• Budget rigido (ambiente stazionario) —> costruito con riferimento a un solo livello di attività (di vendita e
di produzione). È comodo e utile in un’azienda che opera in un ambiente stazionario, che sa in anticipo il suo
volume di attività
• Budget flessibile (ambiente dinamico) —> in certe situazioni non rispetta il volume di attività dato in
anticipo, perché può aumentare o scendere. Quindi definiscono un budget rispetto a più livelli di attività. Utile
per aziende che operano in ambienti dinamici.
• Budget a scenari multipli (ambiente discontinuo) —> non si ha budget flessibile, il nostro ambiente è
talmente discontinua che si prevedono scenari completamente diversi (inflazione e deflazione, concorrenti
noti e competitor sconosciuti)
C) Contenuto:
• Budget operativi
• Budget degli investimenti • Budget finanziari
D) Rilevanza del budget: i singoli documenti di budget, specifici, che compongono l’intero sistema di budget
• Primari —> riguardano le condizioni, le attività critiche dell’azienda di durabilità nel tempo
• Secondari —> servono per programmare i costi di funzioni di supporto
• Trasversali —> che forniscono una programmazione economica e finanziaria con riferimento a fattori
produttivi che riguardano l’intera azienda
• Di sintesi —> sono quelli di budget di conto economico e di stato patrimoniale, sintetizzano l’intero
processo di budgeting, presentando i valori reddituali e i valori finanziari

La formazione dei valori di budget


Quando l’azienda programma l’attività, prima fa una programmazione dei volumi di attività. Programmi di
vendita e di produzione, stabilisce quante unità vendere e quante produrre. I programmi di vendita e di
produzione in quantità fisiche sono collegati tra di loro. Una volta messe le quantità fisiche, mettiamo i valori
monetari. Si ottengono due budget provvisori: per le vendite e per la produzione. Devo valutare se sono
compatibili tra di loro, se ho la sensazione che si ottiene un reddito positivo allora diventano definitivi. In
caso contrario bisogna revisionare i programmi e i budget provvisori.
Ci sono due iter:

Iter di formazione “a quantità”

Programma di vendita Programma della Programma definitivo


previsto produzione prevista

Ordini già previsti In base a scelte di


Analisi del mercato convenienza
Analisi della domanda economica
Analisi della concorrenza Quantità da produrre
Politica delle scorte
Fabbisogno di ore uomo e di ore macchina
Allestimento della capacità produttiva
Fabbisogno di consumo di materie
Programma degli approvvigionamenti

Iter di formazione “a valori reddituali”

Budget delle vendite Budget del costo Budget del reddito


di produzione operativo

Budget delle M.P.


Budget della MOD
Budget della MOI
Budget dei costi indiretti di fabbricazione
(ammortamenti e altri costi indiretti)
Fatturato atteso: Considera anche gli altri budget
volume di vendita dei costi operativi:
prezzi costi commerciali
Costi standard costi generali e amministrativi

I costi standard
I costi standard sono il punto di partenza per la predisposizione del budget quale programma di gestione
aziendale, tradotto in termini economico-finanziari, che guida le unità operative verso gli obiettivi di breve
periodo e le responsabilizza.
Lo standard è sempre un valore programmato.
Parametri obiettivo espressivi di
condizioni operative di acquisizione
e di impiego dei fattori produttivi

Il costo come quantità parametrica: Il costo come meta da raggiungere:


Termine di confronto per formulare giudizi Obiettivo di costo
sulla grandezza dei costi effettivi

I costi standard sono valori preventivi programmatici tendenti ad esprimere i costi di prodotto/processo
una volta ipotizzati determinati livelli di efficienza aziendale e di prezzo-costo dei fattori produttivi

Variabili interne:
Variabili esterne: tecnologiche,
ambiente organizzative,
sociali, umane
Di norma, i costi standard trovano adeguato sviluppo all’interno dei budget flessibili.

BUDGET RIGIDO BUDGET FLESSIBILE


Viene elaborato con riferimento ad Viene elaborato con riferimento a
un solo livello di attività, definito più livelli di attività e si ottiene
volume di produzione/vendita combinando parametri di budget
programmato. con valori a consuntivo.

Obiettivi di costo nel rispetto delle


condizioni di efficienza interna ed
efficacia esterna

Il processo di determinazione dei costi standard


Individuazione delle unità operative elementari dotate di relativa autonomia (centri)

Definizione delle condizioni operative STD di ciascun centro

Determinazione degli STD unitari fisici e monetari

Stima dei volumi di produzione che si Sviluppo dei costi STD di


presume di realizzare processo e di prodotto/servizio
Le condizioni operative standard
Le condizioni operative standard rappresentano gli elementi destinati a regolare l’attività di centro con
riguardo ai requisiti dei prodotti, alla qualità dei fattori di produzione ed alle modalità di impiego degli
stessi.
- Qualità dell’output di centro
- Volume di produzione fisica nell’unità di tempo, tenendo costanti i rapporti quantitativi fra prodotti
- Qualità dei fattori produttivi impiegati
- Efficienza degli operatori
- Modalità di svolgimento dei processi produttivi
- Condizioni operative non controllabili

Determinazione degli standard unitari

Sulla base delle operazioni effettuate in ciascun centro è possibile definire le componenti di costo per
ogni operazione.
Processi e prodotti/servizi

Fattori produttivi

Consumi e impieghi standard per ogni fattore


produttivo

Standard monetario di acquisizione di ciascun fattore


produttivo

Determinazione dei costi standard diretti (variabili)

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