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Analisi del testo: “Mio padre è stato per me <<l'assassino>>”

Mio padre è stato per me l'assassino è una poesia composta da Umberto Saba appartenente
alla sezione del Canzoniere intitolata Autobiografia.
L'autore utilizza una forma metrica tradizionale: quella del sonetto composto da due
quartine e due terzine, da versi endecasillabi, da rime alternate ABAB ABAB CDE CDE.
In questa poesia Saba delinea la figura del padre che conobbe solo all'età di venti anni
perché abbandonò la madre del poeta quando era incinta di Umberto. Inizialmente il poeta
presenta suo padre attraverso il giudizio della madre, che ha solo espressioni negative nei
suoi confronti: “assassino”, “Non somigliare - ammoniva – a tuo padre”. Dopo averlo
conosciuto, Saba capisce che suo padre in realtà non è una persona crudele e meschina, ma
semplicemente un bambino che prende tutto con leggerezza, allegro, dolce e astuto; molto
simile a lui non soltanto per l'aspetto fisico (il poeta dice che il dono degli occhi azzurri lo
ha avuto dal padre) ma anche nel carattere. Il ritratto che il poeta fa del padre dipinge un
uomo che non si comporta in modo poco responsabile per disonestà ma per incapacità di
assumersi delle responsabilità. Nei versi di questa poesia si ha una riflessione sulla diversità
dei caratteri dei due genitori: lui gaio e spensierato, lei rigida e responsabile. Le figure
retoriche ai versi 9 e 10 fanno notare il contrasto tra il carattere della madre e quello del
padre. La madre non può trattenere il padre presso di sé e legarlo alle proprie responsabilità,
come è spiegato nella similitudine al verso 11: il padre scappa, sottraendosi alla presa della
moglie, come un palloncino che sfugge dalle mani di un bambino e vola via nel cielo. I due
erano troppo diversi, avevano concezioni della vita antitetiche, al punto di sembrare due
razze in contrasto.
Il tema dell'infanzia è ricorrente nelle poesie di Saba che non si avvicina alla concezione
estetizzante della poesia che dominava in quel periodo in Italia, ma preferisce fare della
“poesia onesta”, affrontando temi della quotidianità come la famiglia, la campagna, la città.
Saba vuole andare al di là delle apparenze, vuole indagare il senso segreto che sta dietro alle
cose; non è però una ricerca con un significato metafisico (come può essere in Ungaretti),
ma la verità che si propone di cercare è terrena e in particolare riguarda l’uomo e le
motivazioni profonde del suo agire, che nelle loro ragioni ultime sono identiche per tutti gli
uomini.
Lo strumento privilegiato per comprendere la realtà umana è per Saba la psicoanalisi; la
scoperta della verità più profonda può assumere anche una funzione terapeutica. Infatti
questa disciplina mostra le pulsioni inconsce che stanno alla base delle azioni e dei pensieri
umani e, proprio come nella psicoanalisi, il rinvenimento di queste pulsioni che hanno
determinato l' insorgere della nevrosi può liberare il paziente dalla nevrosi stessa. Saba è
influenzato non solo dalla filosofia di Freud ma anche da quella di Nietzsche, il quale aveva
smascherato le ipocrisie della morale corrente per svelare gli aspetti più nascosti e
inquietanti della morale corrente per mostrare gli aspetti più nascosti della psiche umana;
Saba non rimane affascinato dall'ideale di superuomo, ma dalla psicologia contenuta nel suo
pensiero.

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