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Figlia d’arte e maestra anticonformista del cinema, Sofia Coppola dipinge un ritratto
originale e inedito della figura della celebre regina. Marie Antoinette non è un film
storico, come espressamente indicato dalla regista, bensì una rappresentazione in
chiave moderna della Regina di Francia. Esorcizzandone il mito, il film si propone di
lasciare parte della Storia fuori dai cancelli di Versailles per focalizzare l’attenzione
dello spettatore sull’interiorità di un’affascinante regina, riscoprendone la fragilità, la
leggerezza, i palpiti da adolescente.
Giunta a Versailles poco più che ragazzina, Marie Antoinette è alle prese con i
pettegolezzi di corte e con le disattenzioni del marito, non si sente apprezzata a
sufficienza e percepisce un grande senso di inadeguatezza, reso in modo credibile
nella commovente scena del suo sfogo solitario.
Tuttavia, quando era ancora ‘la Delfina’, Marie Antoinette era anche amata e
popolare mentre un’entusiasta principessa si abbandona a un caloroso applauso
rivoluzionando le consuetudini e destando stupore tra gli spettatori, i quali sono
influenzati dal suo impeto e rivolgono i loro applausi all’amata Delfina.
Divenuta regina di Francia all’età di 19 anni, Marie Antoinette regge con difficoltà
le responsabilità che ora sono sulle sue spalle, così come il ventenne Luigi XVI
muove passi incerti nella politica.
Così la regina, frustrata dalla monotonia del marito e prigioniera di un mondo che le
volta le spalle alla prima occasione – spesso veniva denominata ‘l’Austriaca’,
disprezzandone le origini straniere – si abbandona a una serie di frivolezze, rese
eccessive dalla posizione di prestigio occupata: è un’adolescente ingenua e smarrita
che trova rifugio nel piacere edonistico, nel lusso più sfrenato. Maria Antonietta è
dedita agli amici, al gioco, ai balli, alla passione con l’affascinante conte Fersen,
conosciuto a un ballo in maschera. La relazione con il conte è trattata in poche
scene, mentre la storia ci insegna che i due furono amanti per diversi anni.
In questo periodo di spensieratezza, la leggerezza di Maria Antonietta si riflette nel
tripudio di colori delle scenografie, della glassa colante dei dolci, dei fuochi
d’artificio, dei sontuosi costumi realizzati da Milena Canonero e meritatamente
premiati con l’Oscar. Inoltre i costumi della regina lasciano trasparire la sua
progressiva maturazione, sino a diventare una donna molto sofisticata.
Tale aneddoto, oggi riconosciuto come frutto delle maldicenze popolari nei confronti
della spendacciona regina, viene rinnegato nell’opera della Coppola, quando
un’ingenua e fragile Maria Antonietta afferma con stupore: “Io non avrei mai detto
queste parole”. La giovane regina preferisce piuttosto contemplare l’alba insieme
agli amici
Ma all’alba della Rivoluzione Francese entra in scena la Storia e il tono della pellicola
si incupisce, come è sottolineato dalle tonalità più scure degli abiti di Marie
Antoinette.
I sudditi odiano la Regina di Francia per la sua noncuranza nei confronti dei loro
bisogni: mentre la crisi finanziaria dilagava in Francia, Marie Antoinette non
rinunciava a spese talmente ingenti da procurarle l’appellativo di ‘Madame Deficit’.
Inoltre è disprezzata dalla corte per aver privilegiato una ristretta cerchia di amici,
cadendo vittima di una serie di infamie e calunnie che alimentarono l’insofferenza
del popolo francese.
Di fronte all’aggravarsi dell’irrequietezza popolare, Luigi XVI e Marie
Antoinette decidono di non fuggire dalla reggia, pronti ad accogliere qualsiasi
evenienza. Così, alle cinque del mattino del 6 ottobre 1789, la folla parigina invade il
palazzo di Versailles per uccidere la regina o quantomeno per portare a Parigi la
famiglia reale.