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LIBRO 5 (1 del libro)

Gandalf e Pipino arrivano a Minas Tirith per avvisare il Sovrintendente Denethor dell'imminente attacco,


e Pipino si mette a servizio del Sovrintendente divenendo Guardia della Cittadella. Aragorn, nel
frattempo, dopo aver scrutato nel Palantír, decide di intraprendere i Sentieri dei Morti per raggiungere in
tempo la città, accompagnato da Legolas, Gimli e dalla Grigia Compagnia. Qui Aragorn risveglia un
esercito di morti, traditori di un giuramento fatto ad Isildur e per questo condannati a non trovare la
pace. Con la promessa di essere liberati, accettano di aiutare Aragorn a sconfiggere i Corsari di Umbar,
alleati di Sauron, che stavano per attaccare Minas Tirith dal fiume. Una volta annientati i Corsari,
Aragorn affranca l'esercito dei morti e si dirige a bordo delle navi verso Minas Tirith insieme a Legolas,
Gimli, alla Grigia Compagnia e ai soldati del sud del reame di Gondor. Intanto, le armate di Rohan si
radunano a Dunclivo per cavalcare anch'esse alla volta di Minas Tirith. Éowyn vorrebbe anch'ella
partecipare alla battaglia, ma ancora una volta Théoden ed Éomer glielo impediscono, mentre a Merry,
che aveva in precedenza prestato giuramento a re Théoden, non viene permesso di partecipare alla
battaglia perché non è ritenuto abbastanza forte, ma all'ultimo momento viene fatto montare a cavallo
da un cavaliere che si fa chiamare Dernhelm.
Dopo che Faramir, che era stato inviato dal padre a tentare di riconquistare la città di Osgiliath, viene
ferito in modo apparentemente mortale durante la ritirata, comincia l'assedio di Minas Tirith. I Rohirrim,
una volta superate le fortificazioni grazie ad un sentiero segreto mostrato loro dai Drúedain, arrivano
nei Campi del Pelennor due giorni dopo l'inizio dell'assedio in soccorso dell'esercito di Gondor.
Dernhelm, che in realtà si rivela essere Éowyn, infiltratasi tra i cavalieri all'insaputa di suo zio e di suo
fratello, grazie all'aiuto decisivo di Merry pugnala e uccide il Re stregone di Angmar, il quale in
precedenza aveva sfidato Gandalf dinanzi al cancello divelto della città, anche se poi restano entrambi
feriti. Théoden, invece, muore schiacciato dal proprio cavallo Nevecrino, che era stato trafitto a morte
da una freccia scagliata dagli Haradrim. All'interno della cittadella Denethor, che ha perso il senno a
causa della morte del figlio prediletto Boromir, del ferimento apparentemente mortale di Faramir e
dell'utilizzo di un Palantír, che gli profetizzava la rovina del reame di Gondor e, soprattutto, la venuta
di Aragorn, che egli non accettava, si suicida bruciandosi vivo. Gandalf e Pipino riescono però a salvare
Faramir, che era destinato ad essere bruciato vivo insieme al padre, da una morte certa. Gli eserciti di
Gondor e di Rohan, con l'aiuto decisivo dell'armata comandata da Aragorn, giunta sul campo di
battaglia all'ultimo momento, riescono a sconfiggere le armate di Mordor. Dopo la vittoria Aragorn,
ormai rivelatosi come legittimo re, cura i feriti nelle Case di Guarigione, poiché secondo la leggenda "le
mani del re sono mani di guaritore". I feriti più gravi sono Faramir, Éowyn e Merry.
Dal momento che l'Anello non è stato ancora distrutto, i Capitani dell'Ovest decidono di muoversi verso
i Cancelli del Morannon con la speranza di distrarre le forze del Nemico e di aprire la strada
a Frodo verso il Monte Fato. Al Cancello Nero la Bocca di Sauron, mostrando ai Capitani i beni
appartenuti a Frodo, fatto prigioniero a Cirith Ungol, fa credere loro che il Portatore dell'Anello sia
morto, ma i Capitani non si lasciano ingannare e lo ricacciano indietro. Dai Cancelli, però, fuoriesce ora
un esercito di Orchi infinitamente soverchiante dal punto di vista numerico: per i Capitani dell'Ovest si
prospetta quindi una disfatta. Come se non bastasse, Pipino sviene dopo che la carcassa di
un Troll che aveva appena ucciso gli cade addosso. Tuttavia, prima di svenire, vede arrivare
le Aquile (nel testo, vi è un esplicito richiamo all'avventura di Bilbo, che nella battaglia dei cinque
eserciti aveva visto arrivare le Aquile poco prima di perdere i sensi).

LIBRO 6 (2 del libro)


Con l'aiuto di Sam, Frodo riesce a liberarsi dagli Orchi e a scappare dalla torre di Cirith Ungol. Giunti
infine presso la voragine del Monte Fato, vengono improvvisamente attaccati da Gollum, ma Frodo, con
un ultimo sforzo, riesce a sfuggirgli e a raggiungere l'interno del vulcano. Qui però la sua volontà è
totalmente annichilita dal potere dell'Anello, pertanto non lo lancia nella lava e se lo infila al dito. A
questo punto, Gollum attacca nuovamente Frodo e riesce a sottrargli l'Anello staccandogli il dito con un
morso ma, poiché mette un piede in fallo, cade nella lava distruggendo l'Unico insieme a se stesso: il
25 marzo 3019 Sauron viene quindi definitivamente sconfitto. Frodo e Sam vengono poi portati
dalle Aquile in salvo nell'Ithilien, dove si ricongiungono con gli altri compagni e vengono onorati con
grandi onori. In seguito, a Minas Tirith Aragorn viene incoronato Re del Regno
Riunito di Arnor e Gondor, pianta un nuovo Albero Bianco nel cortile della città e sposa Arwen, figlia
di Elrond, che per amore di Aragorn rinuncia all'immortalità, proprio come aveva fatto Lúthien, la quale
scelse la mortalità per amore di Beren (la storia di Aragorn e Arwen viene trattata in modo più
approfondito nelle appendici). Anche Faramir ed Éowyn, che si erano innamorati nelle Case di
Guarigione, si sposano, mentre Éomer sale al trono di Rohan.
Gli Hobbit tornano nella Contea per trovarla distrutta e asservita agli uomini di un certo Sharkey,
installatosi nella Contea con la complicità di Lotho, divenuto in seguito una sua marionetta: la visione
che Sam ha avuto nello Specchio di Galadriel si è dunque rivelata esatta. I quattro Viaggiatori riescono
però a convincere gli altri Hobbit a ribellarsi ai soprusi degli uomini di Sharkey: il 3 novembre 3019
viene quindi combattuta la battaglia di Lungacque, che termina con la vittoria degli Hobbit. Dopo la
battaglia, gli Hobbit si recano a Casa Baggins per regolare i conti con Lotho, ma vi trovano Saruman, il
quale, come in realtà già sospettavano gli Hobbit, si nascondeva sotto lo pseudonimo di Sharkey.
Saruman, ancora una volta, non mostra alcun segno di pentimento per tutto il male che ha causato, e
addirittura tenta di pugnalare Frodo, che si salva grazie alla cotta di mithril. Nonostante ciò, Frodo vieta
agli altri Hobbit di ucciderlo e, mosso dalla pietà, lo lascia andare. Frodo tenta anche di
convincere Grima Vermilinguo ad abbandonare il suo padrone, poiché non lo ritiene responsabile del
male causato da Saruman, ma questi rivela agli Hobbit che Vermilinguo ha ucciso Lotho, e obbliga il
suo servo a seguirlo dandogli un calcio in faccia. Vermilinguo, stanco dei maltrattamenti, uccide
Saruman tagliandogli la gola, ma poi viene trafitto a morte da alcune frecce scagliate dagli Hobbit:
finisce così la Guerra dell'Anello.
Dopo la morte di Saruman, Sam utilizza il dono che gli aveva fatto Galadriel per far rifiorire la Contea e,
in seguito, sposa l'amata Rosie Cotton. Frodo, invece, non riesce a trovare pace a causa del ricordo del
suo fardello e delle ferite ricevute, pertanto, dopo aver lasciato tutti i suoi beni a Sam, compresi il Libro
Rosso e Casa Baggins, tornata in suo possesso dopo la morte di Lotho, nel settembre del 3021 salpa
dai Porti Grigi per raggiungere il reame di Valinor. Frodo viene accompagnato nel suo ultimo viaggio
da Bilbo, il quale nel frattempo ha compiuto 131 anni diventando lo Hobbit più longevo in
assoluto, Gandalf, Elrond e Galadriel, che si rivelano essere i portatori rispettivamente
di Narya, Vilya e Nenya.

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