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LIBRO 1

Il romanzo inizia il 22 settembre 3001 T.E., cioè il giorno della festa del 111º compleanno di Bilbo e del
33° di suo nipote Frodo. Alla fine della festa, Bilbo comunica a tutti i presenti che intende lasciare
la Contea per sempre e, dopo essersi infilato l'anello magico che aveva trovato 60 anni prima e che ha
il potere di rendere invisibile colui che lo indossa, sparisce. Prima di partire per il reame elfico di Gran
Burrone, viene intercettato a Casa Baggins da Gandalf, che lo esorta a lasciare l'anello al nipote Frodo
come avevano in precedenza concordato. Dal momento che Bilbo si dimostra molto restio a liberarsi
dell'anello e in seguito alle bugie narrate da Bilbo nel Libro Rosso riguardo al suo ritrovamento, Gandalf
comincia a sospettare della sua natura, pertanto consiglia a Frodo, che è entrato in possesso
dell'anello dopo la partenza di Bilbo, di non adoperarlo, e nei successivi 17 anni si farà vedere molto di
rado nella Contea. Nella primavera del 3018 Gandalf torna improvvisamente a Casa Baggins, e scopre
che l'anello posseduto da Frodo è l'Unico Anello, che fu forgiato dall'Oscuro Signore Sauron. Quando il
monile viene gettato nel braciere, sul suo bordo appaiono infatti il sesto e il settimo verso della poesia.
Gandalf descrive a Frodo la storia dell'Anello: nella Seconda Era, Sauron riuscì ad irretire i fabbri elfici
dell'Eregion inducendoli a creare gli Anelli del Potere, 3 dei quali furono donati agli Elfi, 7 ai Nani e 9
agli Uomini. Circa un secolo più tardi, egli forgiò per sé l'Unico Anello, che gli avrebbe consentito di
dominare tutti gli altri. Tutti gli Anelli caddero progressivamente sotto il suo dominio, ma i fabbri elfici
scoprirono in tempo le intenzioni di Sauron e riuscirono a nascondere Nenya, Vilya e Narya, i Tre Anelli
Elfici, che non potevano essere controllati da Sauron perché non erano mai stati toccati dalla sua
mano. Per quanto concerne gli altri Anelli, dei Sette donati ai Re dei Nani 4 furono distrutti dai Draghi e
3 furono recuperati da Sauron, dal momento che i Nani si erano dimostrati molto difficili da
sottomettere; i Nove donati agli Uomini, invece, servirono ad irretirli: essi infatti si trasformarono
in Spettri e divennero i servitori più temibili dell'Oscuro Signore. Alla fine della Seconda Era si formò
un'Ultima Alleanza tra gli Elfi e gli Uomini, che dopo aver assediato la terra di Mordor per 7 anni
sconfisse l'Oscuro Signore. Durante l'assedio, sia il Re degli Elfi Gil-galad sia il Re
dei Dúnedain Elendil sia il figlio minore di questi Anárion rimasero uccisi, e Narsil, la spada di Elendil, fu
spezzata. Tuttavia Isildur, il figlio maggiore di Elendil, si impadronì dell'Anello tagliando il dito di Sauron
con la spada di suo padre. Egli però non distrusse l'Anello, ma lo tenne per sé come risarcimento per la
morte di suo padre e di suo fratello, e dopo due anni fu assassinato nei Campi Iridati in un'imboscata
degli Orchi. L'Anello fu perduto e non se ne ebbe più notizia per più di 2400 anni. Esso venne infatti
casualmente ritrovato da due Hobbit, Sméagol e Déagol. Il primo uccise il secondo per
impossessarsene, quindi si rifugiò nelle Montagne Nebbiose e perse completamente il senno a causa
dell'Anello. Dal momento che Sméagol emetteva degli strani versi gutturali, fu da tutti soprannominato
Gollum. 500 anni più tardi, l'Anello lo abbandonò e fu trovato casualmente da Bilbo, che lo tenne per sé
e lo portò nella Contea. Gandalf riferisce a Frodo anche che Sauron sta cercando l'Anello poiché nel
frattempo Gollum era stato catturato dagli Orchi mentre vagava nella terra di Mordor e, dopo essere
stato torturato, aveva rivelato dove l'Anello si trovava e chi lo custodiva. Frodo capisce quindi che deve
abbandonare al più presto la Contea, ormai non più un luogo sicuro, ma non partirà da solo: verrà infatti
accompagnato dal suo giardiniere Sam, che viene "ricompensato" da Gandalf con questo compito dopo
essere stato scoperto a spiare la loro conversazione. Tuttavia, Frodo non parte immediatamente: prima
di lasciare la Contea per raggiungere in un primo momento Gran Burrone, vende Casa Baggins a suo
cugino Lotho. Per non destare troppe chiacchiere sulla sua sparizione, dice a tutti che torna a vivere
nella terra in cui aveva vissuto durante l'infanzia, cioè nella Terra di Buck, dove acquista una casa più
piccola.
Il 23 settembre 3018, dopo aver atteso invano il ritorno di Gandalf, partito frettolosamente alla fine di
giugno, Frodo inizia finalmente il suo cammino, accompagnato dagli amici Sam e Pipino. Durante il
viaggio, i tre Hobbit si imbattono in alcuni Cavalieri Neri: in seguito, si scoprirà che essi sono i Nazgûl,
cioè i Nove Spettri dell'Anello. Una volta arrivato nella sua nuova casa a Crifosso, dove lo attendeva
l'amico Merry, Frodo scopre che i suoi amici sapevano tutto della sua missione e che Sam, quando
stava spiando la conversazione tra Frodo e Gandalf, lo stava facendo per conto di Merry e Pipino, i
quali decidono pertanto di accompagnare Frodo nel suo pericoloso viaggio. L'indomani, per sfuggire ai
Cavalieri Neri, i quattro Hobbit si inoltrano nella Vecchia Foresta, ma vengono attaccati dal Vecchio
Uomo Salice. Vengono però salvati da Tom Bombadil, che poi li ospita per due notti nella sua casa.
Qui, si scopre che Tom Bombadil è immune al potere dell'Anello: quando se lo infila, egli infatti non
scompare. In seguito, Tom Bombadil aiuta gli Hobbit anche a superare i Tumulilande, infestati dagli
Spettri dei Tumuli, e a raggiungere il villaggio di Brea, dove incontrano un ramingo di
nome Grampasso, che si dice amico di Gandalf. Inizialmente, gli Hobbit diffidano di Grampasso, ma le
diffidenze vengono superate dopo che l'oste Omorzo Cactaceo ha consegnato una lettera a Frodo
scrittagli da Gandalf che l'oste avrebbe dovuto far recapitare allo Hobbit in seguito alla partenza dello
stregone alla fine di giugno e dopo che Grampasso ha mostrato a Frodo la spada spezzata citata nella
lettera di Gandalf. Gli Hobbit accettano quindi Grampasso, il cui vero nome è Aragorn, come loro guida.
Quella notte i Cavalieri Neri raggiungono Brea, anche a causa del fatto che in precedenza Frodo si era
infilato l'Anello, ma Aragorn riesce a salvare gli Hobbit spostandoli nella sua stanza. Aragorn si rivela
un'ottima guida e un valido difensore contro i Cavalieri Neri, che continuano ad inseguirli in cerca
dell'Anello. Una notte, mentre gli Hobbit e Aragorn si trovano a Colle Vento, i Cavalieri Neri tendono
loro un agguato, e Frodo, che a causa dello spavento si infila l'Anello al dito, viene ferito con un
pugnale dal Re stregone di Angmar, il più potente dei Nazgûl. Grazie all'aiuto dell'elfo Glorfindel, giunto
in soccorso dei viandanti, Frodo viene portato in tempo a Gran Burrone, mentre i Nazgûl vengono
travolti dall'inondazione del fiume Bruinen, risultando pertanto temporaneamente sconfitti.

LIBRO 2
A Gran Burrone, Frodo si ristabilisce grazie alle cure del Re Elrond e ritrova Bilbo, che si era stabilito lì
dopo la festa del suo 111º compleanno. Il giorno successivo, essi partecipano al Consiglio di Elrond
insieme ai rappresentanti di tutti i Popoli Liberi della Terra di Mezzo. Durante questa
riunione, Aragorn mostra ai presenti la sua spada spezzata: si tratta di Narsil, la lama con cui fu
staccato l'Anello dalla mano di Sauron. Così facendo, Aragorn si rivela come il legittimo Re
dei Dúnedain: egli infatti discende in linea diretta da Isildur, la cui stirpe, che regnava nel reame
númenóreano in esilio di Arnor, non si è mai estinta nonostante la distruzione del regno di Arnor da
parte dell'esercito di Angmar. La stirpe di Anárion, che regnava nel reame númenóreano in esilio
di Gondor, si era invece estinta poco dopo la conquista di Minas Ithil, adesso conosciuta come Minas
Morgul, da parte dei Nazgûl, avvenuta poco dopo la caduta del Regno di Arnor, pertanto da allora a
Gondor governano i Sovrintendenti. In seguito, Gandalf racconta di essere stato fatto prigioniero nella
torre di Orthanc dal capo del Bianco Consiglio Saruman poiché, dal momento in cui questi lo aveva
tradito e reclamava l'Anello per sé, egli si era rifiutato di esserne complice. Alcuni dei convenuti
propongono di usare l'arma del Nemico contro di lui, ma Gandalf ed Elrond dissuadono tutti dal farlo
poiché, dal momento che l'Anello è un'estensione dell'essenza di Sauron e possiede una volontà
propria in grado di piegare alla sua volontà ogni essere vivente, è troppo pericoloso per poter essere
usato. L'unica soluzione per liberarsi di Sauron è distruggere l'Anello gettandolo nel Monte Fato, il
vulcano nel quale fu forgiato da Sauron. Alla fine della riunione Frodo si offre volontario per completare
la missione dopo che si era coraggiosamente fatto avanti il vecchio Bilbo: sarà lui a dover raggiungere il
Monte Fato, che si trova nel reame di Mordor, e a distruggere per sempre l'Anello. Otto compagni lo
accompagneranno nella sua missione: l'Elfo Legolas, figlio del Re del Bosco Atro Thranduil, il figlio del
Sovrintendente di Gondor Boromir, il Nano Gimli, figlio di Glóin, uno dei 13 compagni di Bilbo nel
viaggio ad Erebor, Gandalf, Aragorn, il quale fa riforgiare i frammenti di Narsil, rinominata ora Andúril, e
i tre compagni che l'avevano accompagnato dall'inizio del suo viaggio, cioè Sam, Merry e Pipino.
Prima che Frodo parta per distruggere l'Anello, Bilbo gli regala la spada Pungolo e la cotta
di mithril che Thorin Scudodiquercia gli aveva donato quasi 80 anni prima. Due mesi dopo il Consiglio, il
viaggio ha inizio, e la Compagnia dell'Anello si avvia verso sud, alla volta di Mordor. In un primo
momento tentano di superare le Montagne Nebbiose attraverso il passo di Caradhras, ma falliscono a
causa delle tempeste scatenate contro di loro dallo stesso Caradhras. Contro la volontà di Aragorn, la
Compagnia si rassegna infine ad attraversare le miniere di Moria, scavate dai Nani nei tempi antichi,
che passano sotto le Montagne. Queste però sono infestate dagli Orchi, che circa 25 anni prima
avevano sterminato la colonia di Nani comandata da Balin, un altro dei 13 compagni di avventura di
Bilbo, e da un Balrog. È proprio affrontando il Balrog che la Compagnia perde Gandalf, trascinato dal
demone in un abisso oscuro. Grazie al sacrificio dello stregone, il resto della Compagnia riesce ad
uscire illesa dalle miniere e a raggiungere il regno elfico di Lothlórien, dove soggiornano un mese.
Durante la permanenza, la Dama Elfica Galadriel permette a Frodo e Sam di guardare nello Specchio:
Sam prima vede Frodo giacere apparentemente morto su una rupe a picco, poi ha una visione
della Contea deturpata, mentre Frodo ha una visione delle sue future sofferenze. Frodo rimane
talmente turbato da ciò che ha visto nello specchio che offre l'Anello alla Dama Elfica, la quale tuttavia
rifiuta e gli rivela il fatto che ella è la custode di Nenya. Prima della partenza della Compagnia, Galadriel
e suo marito Celeborn fanno molti doni ai compagni. Il più importante di questi è una fiala, che viene
donata a Frodo: essa contiene dell'acqua impregnata della luce della stella di Eärendil, che sarà utile a
Frodo quando si troverà nella totale oscurità. La Compagnia, a bordo di tre barche fornite loro dagli Elfi,
segue poi il lungo corso del fiume Anduin, e infine raggiunge Amon Hen. Qui, i compagni devono
scegliere se proseguire direttamente verso Mordor o passare prima da Minas Tirith, come
vorrebbe Boromir. La scelta viene delegata a Frodo e, dopo che questi si è allontanato dai compagni
per riflettere sulle due opzioni, Boromir cerca di convincerlo a dargli l'Anello. Questa richiesta spaventa
molto Frodo, il quale, dopo essersi allontanato da Boromir infilandosi l'Anello, capisce che deve
proseguire la missione da solo, quindi si avvia alle barche senza avvertire nessuno. Boromir, pentitosi
amaramente del gesto, torna dagli altri compagni, suscitando col suo atteggiamento reticente
l'apprensione di tutti. La Compagnia si sparpaglia alla ricerca disperata di Frodo, ma Sam, intuendo la
scelta del suo Padrone, lo raggiunge e i due Hobbit proseguono insieme il viaggio verso Mordor.

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