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DOL 2011/2012 MODULO T 09 STUDENTE Maramotti Monica TUTOR Perri Alessandro

Il Signore degli Anelli: saggi critici

Sommario:

www.atuttascuola.it relazione ditaliano Il Signore degli Anelli di Magni Stefano...3

www.filmgarantiti.it La profondit religiosa del Signore degli Anelli.14

www.culturacattolica.it Il Signore degli Anelli e le Sacre Scritture.18

Il Signore degli anelli

Il Signore degli anelli

Magni Stefano 4 F

A.S. de di Tolkien

20067 Il

Relazione Signore

di degli anelli

italiano -

Tre anelli al re degli Elfi sotto il cielo che risplende, Sette ai principi dei Nani nelle lor rocche di pietra, Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende, Uno per lOscuro Sire chiuso nella reggia tetra Nella terra di Mordor, dove lOmbra nera scende. Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli, Nella terra di Mordor, dove lOmbra nera scende. Titolo:

Il signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien Autore:

John Ronald Reuel Tolkien nacque il 3 gennaio 1892 a Bloemfontein, da genitori inglesi. Massimo studioso di letteratura medievale inglese, studi allExeter College di Oxford. Insegn lingua inglese e letteratura anglosassone a Oxford dal 1925 al 1945, e poi lingua e letteratura inglese fino al suo ritiro dallattivit didattica. Mor a Bournemouth, nello Hampshire, il 2 settembre 1973. Una delle sue prime opere letterarie fu un saggio sul Beowulf, poema importantissimo della letteratura anglosassone. Nel 1937 scrisse The Hobbit, prendendo spunto da alcune favole per bambini. Alcuni personaggi di questopera riapparirono anche nel capolavoro di Tolkien, Il Signore degli Anelli, una trilogia avventurosa composta nellarco di quattordici anni che si svolge in terre fantastiche. Questopera frutto delle sue profonde conoscenze sulla letteratura anglosassone. Unaltra opera molto importante fu Le avventure di Tom Bombadil pubblicata nel 1962; da quel momento lo scrittore cominci a pensare di mettere in musica le molte canzoni che i suoi molteplici personaggi cantano. Riassunto:

La scena si apre nella Contea, una terra di pace in cui vivono gli hobbit, i mezzuomini, il giorno del compleanno di Bilbo e Frodo Baggins. Bilbo, di cui Frodo il nipote adottivo, prepara una festa grandiosa con laiuto di un vecchio amico stregone, Gandalf, e, sempre con laiuto dellamico, scompare e parte. Dietro al mistero della sua improvvisa scomparsa c la vicenda di un anello, trovato molti anni prima, che ha il potere di rendere invisibili. A fatica lo stregone convince Bilbo a lasciare a Frodo leredit del prezioso gioiello, poi entrambi partono per destinazioni diverse. Lo straordinario attaccamento del vecchio hobbit verso il gioiello, mette in allarme Gandalf che comincia ad indagare e scopre che in realt Frodo e la Contea sono in pericolo come il resto dei territori: lanello stato forgiato da Sauron, sovrano rovesciato del Male, ed proprio quello leggendario che conferisce potere allOscuro Sire. Non solo Sauron alla ricerca del suo tesoro perduto, ma lAnello stesso potrebbe essere un pericolo per Frodo a causa dellirresistibile tentazione che esercita e del fatto che, se indossato a lungo, divora mente e corpo del Portatore, fino a tramutarlo in unombra al servizio del Male. Gandalf, in possesso di queste preziose informazioni, torna nella Contea e convince Frodo a partire, con una scusa, accompagnato da tre suoi amici: Sam, Pipino e Merry, cui per non dovr dire il vero scopo della sua missione. Il viaggio, camuffato da visita di cortesia ad una lontana parente, potrebbe avere come destinazione il Monte Fato nel cuore della terra di Sauron per gettare nel fuoco del vulcano lAnello. Al momento di partire, Gandalf non ancora tornato e cos Frodo e i suoi tre accompagnatori decidono di partire ugualmente. Poco dopo la loro partenza da Casa Baggins, si presenta loro un misterioso e inquietante cavaliere alla ricerca di Frodo. Questa figura li insegue per tutta la Contea, fino alla falsa destinazione di Frodo. Una volta giunti al luogo dove solo Sam e Baggins dovrebbero proseguire, si scopre che in realt anche gli altri due amici sono a conoscenza della vicenda dellAnello e si offrono di accompagnare Frodo fino alla sua remota destinazione. I quattro sono ora diretti a Gran Burrone, residenza degli Elfi pi saggi e punto di incontro con Gandalf, dove il destino dellAnello dovr essere discusso. La compagnia si inoltra nella Vecchia Foresta, lungo il corso del Sinuosalice, dove vengono aggrediti dalle forze della natura e salvati da Tom Bombardil, stravagante signore di quei luoghi che vive insieme a Dama Baccador. Sono accompagnati dalla loro protezione fino oltre Tumulilande, dove il valore di Frodo non sarebbe bastato a salvare se e i suoi compagni dallo spettro dei tumuli. Giunti nella Terra di Brea, i quattro alloggiano alla locanda del Puledro Impennato di Smorzo Cactaceo, uomo non intelligentissimo, ma al servizio di Gandalf che li mette in guardia contro una figura sinistra che frequenta il locale: Grampasso. La sua descrizione corrisponde in modo quasi perfetto allidea che i quattro si erano fatti dei loro inseguitori misteriosi, ma lo strano individuo, nonostante la riluttanza di Pipino, ispira una strana fiducia a Frodo, che lo accetta come guida al loro viaggio. Anche Grampasso si rivela essere amico di Gandalf e una guida che il vecchio stregone ha mandato ai quattro hobbit, anche se in realt si scoprir in seguito che il misterioso individuo ben altro che un semplice conoscitore dei luoghi. I cinque scappano durante la notte, poco prima che quattro cavalieri neri al servizio di Sauron ( questa la natura dei misteriosi inseguitori) facciano irruzione allinterno dei loro alloggi per prenderli a tradimento. Vengono, per, sorpresi in una radura ed accerchiati. Nel momento in cui Frodo viene sopraffatto dal desiderio di

infilarsi lanello, un cavaliere lo pugnala alla spalla ed egli rimane, nonostante lintervento di Grampasso, agonizzante per la ferita micidiale inferta dal nemico. Raggiunti di nuovo dai cavalieri, Frodo e i suoi vengono salvati e curati dagli Elfi di Gran Burrone. Qui Frodo, al suo risveglio, ritrova Gandalf e apprende che Grampasso, il cui nome elfico Aragorn, lultimo discendente dei re dellOvest, quindi il legittimo sovrano della Gente Alta. A Gran Burrone si trova anche il vecchio Bilbo, macerato nei ricordi ed immerso nella redazione delle sue vecchie avventure sotto forma di racconto. Durante il consiglio in cui si dovrebbe decidere della sorte dellAnello, Gandalf racconta il motivo del suo ritardo nella Contea: il suo vecchio maestro, capo del consiglio degli stregoni, si volto al male ed diventato servitore di Sauron. Saruman il bianco, questo il nome del traditore, aveva imprigionato Gandalf, ma egli era riuscito a fuggire con laiuto del re delle aquile. Il Consiglio, di fronte a questo nuovo ed inaspettato pericolo, raduna in fretta una compagnia di nove persone per raggiungere e portare aiuto agli uomini nella loro terra e per accompagnare il portatore dellanello al Monte Fato dove distruggere il pericoloso emblema del potere oscuro. La compagnia cos formata da Frodo Baggins, portatore dellanello, con i suoi tre amici Samvise, Peregrino e Meriadoc. Lo stregone Gandalf il Grigio far loro da guida, affiancato da Aragorn; della stirpe degli uomini ci sar Boromir di Gondor (che tante gioie dar poi alla compagnia), dei nani Gimli e degli Elfi Legolas. Questi ultimi due, iniziano il viaggio in unatmosfera di ostilit reciproca a causa di una vecchia rivalit che sussiste da tre due stirpi. Le avversit riusciranno a mutare il loro animo e a piegare il loro orgoglio. Quando ad Aragorn, alias Grampasso, senza dubbio il pi saggio dopo Gandalf, cui si rimette quasi completamente riconoscendone la saggezza e lesperienza. Allordine della discussione anche un piccolo essere subdolo, Gollum, la cui etnia incerta. Bilbo aveva in passato sottratto lanello a questo malvagio abitatore del sottosuolo ed ora egli, divorato dal potere dellAnello e inconsciamente assoggettato al volere di Sauron, insegue Frodo Baggins per impossessarsi del suo tesoro perduto. Aragorn assicura al consiglio che Gollum si trova in prigione sorvegliato da Elfi, ma Gandalf sembra sapere che in realt quello che un vecchio hobbit reso irriconoscibile dal male avr un ruolo importante nellepilogo della vicenda, in bene o in male. Sempre nei racconti del consiglio, fa la sua comparsa la nuova cavalcatura di Gandalf, il cavallo Ombromanto, la cui velocit sar di importanza fondamentale nelle vicende successive. La decisione finale, comunque, quella gi profilata da Gandalf: la distruzione dellanello a Monte Fato passando per Moria, un complesso di gallerie estremamente infido ed infestato da Orchetti. Prima di inoltrarsi nelle profonde gallerie, Bilbo lascia Frodo con due regali: la sua cotta di maglia, che poi si rivela preziosissima, e la sua vecchia spada elica, in grado di illuminarsi per rivelare la presenza dei Nemici. Allinterno della rete di grotte, Gandalf mette in atto il suo potere di stregone e, illuminando la punta del suo bastone, guida la compagnia attraverso le gallerie di Moria fino quasi alluscita. In una delle ultime sale, gi quasi illuminata dalla luce del sole, la compagnia rinviene tombe di elfi ed un libro. La consultazione di questo rivela di chi sia la tomba: il nano Balin, vecchia conoscenza dei lettori di Lo Hobbit. Lui e la sua gente erano stati sconfitti in una dura battaglia contro gli Orchetti ed erano rimasti intrappolati allinterno della galleria. Come se si trattasse di una profezia per loro, mentre stanno leggendo il libro i nove vengono assaliti da Orchetti.

Riescono a fuggire combattendo valorosamente, ma allultimo la strada viene loro sbarrata da una figura malefica dai forti poteri magici: un Barlog. La lotta tra lo stregone Grigio e la potenza maligna violentissima e, alla fine, Gandalf viene trascinato in un burrone infuocato dal suo nemico agonizzante. Spaventati e pieni di tristezza, gli otto membri superstiti della compagnia sono costretti a proseguire sotto la guida di Aragorn. Riescono a fuggire fino alla terra elica di Lothorien, dove si sentono pi al sicuro. Lothorien il regno di Dama Galadriel e di suo marito Celeborn, dove tutti tranne Gimli vengono accolti con grande onore. Superate le ostilit iniziali, per, sia Gimli che Galadriel si trattano con rispetto e, alla fine, il nano riesce perfino a dichiarare la dama la pi bella creatura esistente. La compagnia, attraverso uno specchio magico della dama, vede riflessi di futuro e tentazioni del proprio animo: Sam vede la Contea brulla e distrutta e i suoi amici maltrattati, un avvenimento che in realt non si ancora verificato ma che i quattro hobbit troveranno al loro ritorno. La Dama gli chiede se, dopo quello che ha visto, vuole ritornare nella sua terra, ma Sam resiste alla tentazione di Galadriel. Pi o meno accade cos anche per gli altri membri della compagnia, dei quali solo Aragorn riesce a sostenere lo sguardo indagatore della Dama senza abbassare gli occhi. Per Frodo diverso: Galadriel gli mostra nello specchio limmagine di Gandalf, che lhobbit scambia per Saruman, e lOcchio del Nemico. Prima di lasciarli partire, il re e la regina degli elfi donano loro spade, cotte di maglia, corde magiche e manti di ombra, che li rendono quasi invisibili agli occhi del nemico. La compagnia riparte seguendo con delle barche elfiche il corso del Grande Fiume, sempre pi vicini alle terre del nemico. Vengono attaccati da Orchetti e, senza capire cosa sia, Legolas abbatte un Nazgul, i cavalieri dellaria al servizio di Sauron. La notte successiva, la compagnia si rende conto di essere seguita da unaltra piccola imbarcazione, o da un essere che si muove a nuoto dietro di loro. Sembrano non esserci pi dubbi sul fatto che Gollum scappato dalle prigioni elfiche ed ora insegue Frodo, attratto dal potere dellAnello. Dopo essere attraccati sulle rive del Grande Fiume, la compagnia viene attaccata da Orchetti e Boromir rimane ucciso. Nessuno sa, per, che aveva tentato di sottrarre lanello a Frodo, che era fuggito con Sam in direzione della terra di Mordor. La compagnia si scioglie, cos, e quindi i superstiti si lanciano allinseguimento della schiera di Orchetti che hanno fatto prigionieri Merry e Pipino. Durante linseguimento, Aragorn, Gimli e Legolas incontrano i cavalieri di Rohan che li conducono a Minas Ithil. Nel frattempo, durante una battaglia tra cavalieri e Orchetti, Merry e Pipino sono riusciti a fuggire. Durante la fuga, vengono aiutati da unaltra strana creatura, simile a Tom Bombardil come temperamento: Barbalbero. Fa parte di unantica specie di giganti, gli Ent, distrutti dai servi di Saruman, cui hanno giurato vendetta. Barbalbero d da bere e da mangiare agli hobbit, e la bevanda degli Ent ha su di loro uno strano effetto a causa del quale torneranno a casa un palmo pi alti del normale. Lontano dalla casa di Barbalbero, Gimli, Legolas e Aragorn sono seguiti da un misterioso cavaliere vestito di bianco. Quando egli si mostra ancora, lo attaccano convinti che sia Saruman, ma si rendono conto che si tratta di Gandalf. Scampato dalla morte, lo stregone divenuto molto pi potente ed ora indossa le insegne che furono di Saruman, ora volto al male. I quattro si dirigono verso la citt di Edoras, dove Gandalf non visto di buon occhio, ma dove necessario convincere Thoden, il re, a scendere in battaglia contro lesercito di Saruman.

Vermilinguo, il consigliere di Thoden, il cui nome molto pi di una garanzia, tenta di convincere il re a scacciare Gandalf e i suoi, ma lo stregone smaschera il traditore ed apre gli occhi al re: il suo consigliere non altro che un servo di Saruman. Aiutato dalla figlia Eowyn, il re decide di uscire dal suo palazzo e di accompagnare Gandalf e i suoi in guerra. Nonostante ella lo desideri tanto, il re non permette ad Eowyn di accompagnarli, bench lei sia molto abile in guerra. La battaglia contro le forze di Saruman vinta grazie al valore dei combattenti, pi che al numero, e la compagnia si reca alla torre dove si rifugiato Saruman. Gandalf offre allo stregone la libert e la salvezza, ma egli rifiuta, temendo di passare per traditore agli occhi di Sauron. Cos Gandalf spezza il bastone di Saruman e lo espelle dal consiglio, privandolo cos dei suoi poteri. Vermilinguo, dalla cima della torre, tenta di uccidere Gandalf lanciando una grossa sfera, ma lo manca e priva inconsapevolmente Saruman dellunico mezzo che avrebbe per spiegare la situazione a Sauron: la sfera di vetro , infatti, un mezzo per mettersi in contatto con la mente del Nemico. Gandalf, prima di partire su Ombromanto con, in sella, Pipino, la affida ad Aragorn. Pi tardi il re guarder nella sfera e sfider Sauron, compiendo un gesto che solo una persona con la sua forza danimo avrebbe potuto portare a termine. Nel frattempo Frodo e Sam, durante la scalata ad una parete di roccia, incontrano e catturano Gollum e lo costringono a fargli da guida strappandogli un giuramento. Per il momento, lamina del vecchio hobbit corrotto dal male, sembra volgersi a scopi pi limpidi, tanto che riaffiora a tratti, nel suo modo di parlare, il segno di un passato senno ora perduto. Con questa strana guida, i due hobbit attraversano le paludi dei morti, piene degli spiriti di antichi e valorosi guerrieri caduti combattendo contro lOscuro Sire. Giunti al Cancello Nero, per, lo trovano chiuso e sorvegliato, per cui sono costretti a seguire Gollum su un sentiero alternativo e forse meno sorvegliato che li conduca allinterno della terra di Mordor. I tre incontrano dei cavalieri che raccontano loro la fine di Boromir, che Frodo ancora ignorava. Poi, intuendo la loro missione, li lasciano partire e gli hobbit giungono alle gallerie di Shelob. Shelob un essere mostruoso simile ad un ragno che morde Frodo e lo lascia come morto. Sam si vendica pugnalando il mostro, ma disperato per la morte di Frodo. Gli toglie lanello e se lo mette al collo, prima di ricomporre il padrone e lasciarlo l. Inseguito da alcuni Orchetti, Sam si nasconde e riesce a sentire che in realt il suo padrone non affatto morto, ma paralizzato dalleffetto temporaneo del veleno di Shelob. Sam si lancia allinterno del covo di Orchetti e libera il suo padrone, gli restituisce lanello, e lo riporta fuori. Intanto, a Minas Tirith, la compagnia raggiunta da altri doni di Dama Galadriel, tra cui anche uno stendardo per Aragorn. Lassedio di Gondor, patria di Aragorn e del defunto Boromir, viene messa in atto da uno sconfinato esercito di Orchetti, capitanati dal capo degli Spettri dellAnello. Gli abitanti allinterno della citt, attendono invano larrivo di Thoden, Re di Rohan, con i rinforzi. Proprio quando tutti stanno per perdere le speranze, si sentono in lontananza dei corni che annunciano larrivo dei Rohirrim, cavalieri di Rohan, la cui carica disperde gli assedianti. Re Thoden, per, muore in battaglia e sua figlia Eowyn rimasta gravemente ferita per aver colpito, e ucciso, il capo dei Servi dellAnello con laiuto di Merry. Chiunque colpisce il Nemico, infatti, viene colto da una febbre misteriosa che lo porta alla morte. Solo il Re doccidente ha il potere di guarire queste ferite, ma al momento la dinastia spodestata e

nessuno, tranne Gandalf, sa chi sia lerede. Naturalmente lo stregone interpella Aragorn che, con erbe e chiamando i malati per nome, risveglia dalle tenebre Merry ed Eowyn. A Gondor, per, sire Denethor dispera della vittoria. Ha guardato in una delle sfere che mettono in contatto con il Nemico ed egli gli ha fatto credere di essere spacciato, mostrandogli immensi eserciti pronti a muoversi contro di lui. Denethor vorrebbe bruciarsi con il figlio Faramir, ferito a morte dal Nemico, ma Gandalf riesce a salvare il moribondo. Purtroppo, il Sovrintendente della citt, accecato dalla follia e dalla paura, appicca le fiamme e muore nel rogo. La malattia di Faramir curata a fatica da Aragorn, ma il nuovo Sovraintendente di Gondor deve restare nelle Case di Guarigione, dove si trova anche Eowyn. La vicinanza tra i due far nascere una profonda amicizia che si concluder con il matrimonio. Aragorn, Gimli, Legolas e Gandalf, nel frattempo, escogitano un trucco per attirare fuori da Mordor le forze di Sauron, distrarre la sua mente e permettere a Frodo di compiere la sua missione. Con un potente esercito, muovono guerra direttamente al Cancello Oscuro, ben sapendo di non poter vincere, e sperano di far credere al Nemico che uno di loro possiede lAnello e lo vuole utilizzare per sconfiggerlo. Mentre si svolgono i preparativi di questa battaglia diversiva, eppure decisiva, la scena si sposta sui due hobbit, tre con Gollum che li segue da lontano. La loro fuga dalla torre di Cirith Ungol riuscita, nonostante abbiano gli Orchetti alle calcagna. Grazie ad un colpo di genio di Sam, i due si travestono da nemici e si mischiano alle loro schiere, riuscendo cos ad oltrepassare il Cancello e ad entrare nel Reame di Sauron. Attraverso la Terra dOmbra, lungo un percorso sempre pi difficile per Frodo, io due giungono fino alle pendici del Monte Fato. Mano a mano che il Portatore dellAnello si avvicina al luogo dove il suo fardello stato creato, il potere dellUnico cresce e rende faticoso ogni passo, tormentando Frodo con lidea di arrogarsi il potere dellAnello. Giunti a Monte Fato, per, Frodo cede e si infila lAnello, arrogandoselo. In quel momento Sauron capisce i trucchi dei nemici e lancia i suoi Nazgul in una corsa disperata per salvare lAnello dallunico fuoco che potrebbe distruggerlo: quello del Monte Fato. Mentre Frodo scomparso agli occhi di Sam, Gollum segue la traccia emotiva dellAnello e si lancia sul suo invisibile portatore, tranciandone il dito. Nel giubilo per il Tesoro finalmente riconquistato, Gollum per mette un piede in fallo e precipita, con lAnello, nellInestinguibile fuoco del Monte Fato. In un modo o nellaltro, la missione di Frodo stata portata a termine e le forze di Sauron ne sono sconvolte. Lui stesso appare come unombra portata via dal vento e le schiere del Re Aragorn capiscono che il Nemico stato privato del suo potere. Prima che le esplosioni del Monte Fato uccidano i due Hobbit, il re delle aquile, mandato da Gandalf, li salva e li porta a Gondor. L, Frodo e Sam si svegliano giorni dopo e ritrovano Gandalf, che credevano morto dai tempi di Moria. Scoprono che Grampasso in realt il Re Aragorn e, dopo sontuosi festeggiamenti, tornano alla Contea con Pipino, Merry e Gandalf. I cinque, che per abitudine ormai cavalcano armati, sono accolti con sospetto e timore dagli abitanti di Brea. Omorzo Cactaceo accoglie i cinque con molta gioia, ma spiega loro che da tempo la situazione nella Contea non pi quella di un tempo. Prima di entrare nella Contea, Gandalf li lascia e procede verso Tom Bombadil, vecchio amico che non vedeva da tempo. I quattro hobbit trovano la loro casa usurpata da avidi guardiani al servizio di Sharkey. Chi sia questo hobbit, i quattro non lo sanno, ma procedono spediti

verso Casa Baggins e, con laiuto della gente e della loro acquisita abilit militare, scacciano tutti i guardiani. Giunti alla porta, scoprono che Sharkey in realt ancora Saruman, con il suo maltrattato servo Vermilinguo. Scacciato di nuovo, lo stregone decaduto viene ucciso dal suo servo, stanco dei maltrattamenti. Prima che Frodo possa dire qualcosa, gli hobbit uccidono Vermilinguo. La pace ristabilita, Sam si sposa ed ha una figlia e la Contea rinverdita dalla sua abilit di giardiniere, aggiunta ad un dono di Dama Galadriel: una polvere per rendere fertile una terra improduttiva. Nonostante ci, per, Frodo non si sente soddisfatto e riparte per andare oltre il mare con Bilbo e, allultimo momento, anche Gandalf si unisce a loro. In questo frangente si scopre che lo stregone era in realt sin dallinizio il Portatore del terzo anello degli Elfi, che si credeva perduto. Personaggi:

Gollum, hobbit divorato dal potere dellanello e dilaniato tra il bene, di cui pure resta traccia nel suo animo, e il male che va sempre pi impossessandosi di lui. Questo spasmo interiore si manifesta attraverso le sue parole, pervase da uno spiccato dualismo (Gollum/Smeagol, singolare/plurale). La scelta di farlo redimere sarebbe stata non fuori luogo, ma sicuramente banale, cos Tolkien decide di prendere unaltra strada: il male che si ritorce contro se stesso ed causa della propria rovina. Il tentativo di redenzione di Gollum fallisce e ci lo porta alla morte. Saruman, invece, una figura psicologicamente pi complessa. Il suo desiderio di potere intriso di paura per il Nemico, che lo porta a diventare suo servo. La sua saggezza di stregone indiscussa (sa di non potersi impossessare dellanello e quindi desidera solo una parte del potere che da esso si pu sprigionare), ma chiaramente si volge al male utilizzando nel modo sbagliato la sua abilit e la sua intelligenza. La disfatta di Saruman, per, dovuta solo allerrore di aver sottovalutato Gandalf che lo priva del suo potere di stregone e lo lascia come un traditore agli occhi di tutti (Sauron compreso). La sua morte misera, per un uomo del genere, ed derivata dalla convinzione errata di poter esercitare il suo potere anche dopo averlo perso. Bilbo Baggins un vecchio hobbit pieno di ricordi la cui vecchiaia provoca un po di malinconia a chi ne ha letto le avventure nel romanzo di Tolkien che costituisce lantefatto di Il Signore degli Anelli: Lo Hobbit. E fortemente tentato dal potere dellanello, ma non ne schiavo grazie allinfluenza dellamico Gandalf. Frodo, nipote adottivo di Bilbo, astuto e coraggioso, ma si espone per troppo tempo al potere dellanello per poterne rimanere immune e ne cade in parte vittima, soprattutto a causa della mancanza di una guida quale avrebbe potuto essere Gandalf. I nomi dei suoi servitori Peregrino Tuc, Meriadoc e Samvise sono sostituiti da famigliari diminutivi soprattutto per renderli figure semplici e affettuose, un po distanti dalle altre figure epiche e pi vicini al nostro mondo. Sam un altro portatore dellAnello, ma si sottrae, anche se a fatica, dalla tentazione del potere, soprattutto spinto dal grande affetto verso il suo padrone. Pipino e Merry sono ugualmente caratterizzati dalla fedelt di servitori, ma non pi con Frodo, dal quale si sono dovuti separare. Il loro eroismo in battaglia li distingue soprattutto perch il loro

aspetto di Mezzouomini cela la loro grandezza danimo. Figure simili ma diverse sono Gimli il Nano e Legolas lElfo. Lamicizia tra i due spezza un antico odio che affonda le sue radici in tempi molto anteriori rispetto a Il Signore degli Anelli. La forza danimo (e la testardaggine) che accomuna i due, li rende talmente simili da far scordare il fatto che appartengano a due specie diverse. La gentilezza di Gimli nei confronti della bella Dama Galadriel (regina degli Elfi) rende completo larmistizio. Dama Galadriel una donna che detiene un grande potere e a cui piace esercitarlo. Sonda la mente dei suoi alleati alla ricerca di tentazioni e debolezze, ma ha anche una forza di volont tanto grande da rifiutare la tentazione di Frodo, che le offre lAnello. Al suo dito ce n un altro (uno dei tre ai re degli elfi) e lei sa che, con la distruzione dellUnico, anche lei perder parte del suo potere. Ciononostante, comprende quale sia la scelta giusta e la accetta. Suo marito, re degli Elfi, risulta in questo romanzo come una figura minore quale lui non . Al suo dito c il secondo anello degli Elfi, quello con la pietra azzurra. Il terzo, rosso, sar al dito di Gandalf alla fine del romanzo. Tom Bombardil una strana potenza della natura che sembra non curarsi di ci che normalmente viene considerato importante. Aiuta gli Hobbit solo finch si trovano nel suo territorio ma, a detta di Gandalf, non potrebbe in alcun modo essere coinvolto nella guerra in quanto non sente alcun interesse per ci che accade al di fuori dei suoi domini. Fosse anche una lotta contro il Male. Aragorn forse la figura politicamente pi potente nella guerra, perch proprio il Re dOccidente cui Sauron vorrebbe usurpare sul trono. E in grado di mascherare il suo aspetto in modo tale da non far trapelare nulla della sua innata e regale maest. E amico di Gandalf e cerca gli Hobbit per aiutarli e ottenere aiuto. La sua investitura accettata semplicemente perch lui solo in grado di curare le ferite inferte dal Nemico, capacit che una profezia attribuisce solo al legittimo sovrano. Ha una forza danimo non comune, tanto da giungere a sfidare apertamente Sauron guardando allinterno della sfera che mette in contatto con la mente del nemico. In tutto il romanzo, gli Uomini non fanno unimpressione egregia e si dimostrano esseri fragili, soggetti pi di altri alla tentazione del male. Tra di loro, comunque, non mancano individui di grande valore. Lambiguit delluomo si manifesta nella sua grande complessit attraverso personaggi incarnanti il bene e altri chiaramente corrotti al male. Anche gli Hobbit sono molto soggetti alla corruzione del male, cos come sono capaci di atti di eroismo e grande coraggio. Per questo motivo le due specie (uomini e mezzouomini) sono quelle che pi si avvicinano alla realt e alla nostra natura. Gandalf il personaggio pi potente, a parte il Nemico, e incarna il bene pi puro del romanzo. Sfiora la morte e ne esce talmente potente da spodestare il suo maestro volto al male, Saruman. Acquista la carica pi alta del consiglio assieme al titolo di bianco (emblematico) e si rende protagonista di un salto di qualit come stregone e come guerriero. Senza la sua guida (dopo Moria), la compagnia diventa pi debole, ma non certo indifesa. La sua presenza soprattutto motivo di conforto morale e spirituale. Spazio:

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I luoghi in cui si svolge la vicenda sono sicuramente fantastici ma per la maggior parte sono spazi aperti descritti con grande maestria dallauture, queste descrizioni fanno si che il luoghi acquistino una connotazione benefica o malefica. Le vicende si svolgono per anche in luoghi chiusi come la tana di Shelob, dove le centinaia di cunicoli sembrano creare una prigione senza via di scampo. La Terra di Mezzo pu essere concettualmente divisa in tre fasce. La prima la Contea: un eden in cui Frodo (come Bilbo in Lo Hobbit) si trova bene e che non vorrebbe mai lasciare. Lintervento di Gandalf e la pressione di un male lontano che diventa sempre pi potente lo costringono a lasciare la sua terra per un viaggio dalla destinazione ignota. Quando, finalmente, gli hobbit riusciranno a fare ritorno, si troveranno, come Ulisse, in un luogo da cui sono stati come spodestati e in cui imperversa la violenza. Anche dopo aver riportato la pace, Frodo non si sentir pi a suo agio e sentir il bisogno di partire ancora. Sotto questo aspetto, Il Signore degli Anelli pu essere considerato un romanzo senza idillio, allo stesso modo di I Promessi Sposi. La seconda categoria di luoghi classificabile come Terra di Transizione. Si tratta di paesi in cui si trovano in ugual misura insidie e aiuti, malvagit e personaggi positivi. Vi aleggia unatmosfera di incertezza, pi che di paura, e i personaggi sono portati a diffidare di tutti. Sono inseguiti dalle spie del Nemico, che per ancora lontano dal centro del suo potere, ma incontrano anche Aragorn, travestito da viaggiatore sotto il nome di Grampasso. Anche Gandalf, in questo luoghi, chiamato con un altro nome e anche questo non fa che intorbidare la situazione. Lultimo luogo in cui si svolge la vicenda la Terra di Mordor in cui palpabile la paura. Frodo e Sam si trovano soli a fronteggiare il Nemico nella sua stessa terra, con linfido Gollum come unica guida. I due hobbit devono aver paura dei servi del nemico (Orchetti e Nazgul), dei luoghi (paludi, pareti rocciose) e della loro stessa guida, nonch della loro anima soggetta sempre pi alla tentazione dellAnello.

Tempo:

La vicenda si svolge in quattordici anni. Non vi corrispondenza tra fabula e intreccio in particolar modo dopo lo scioglimento della compagnia alle cascate di Rauros. Sono presenti anche flashback. Stile:

Il linguaggio adottato dallautore in certi casi semplice e in altri molto ricercato, ma del tutto comprensibile. Vengono utilizzate lingue straniere come lelfico e sono presenti molti dialetti che vengono utilizzati soprattutto per i nomi. Tecniche: 11

non c un tipo di discorso prevalente. Sono presenti anche monologhi interiori. Narratore:

Il narratore esterno onnisciente. Tematiche:

La tematica di questo romanzo la pi semplice: la continua lotta tra bene e male, con una novit per: la ritorsione del male su se stesso, come si vede allla fine del romanzo con Vermilinguo che uccide Saruman o meglio ancora con Gollum che per rimpossessarsi dellAnello cade nella lava del Monte Fato. Commento:

LUnico Anello il simbolo del potere in tutta la sua manifestazione diabolicit: nel momento in cui lo si possiede, si finisce schiavi della propria stessa posizione fino a non potervi pi rinunciare in alcun modo. Chi si veste di questo potere, diventa invisibile, irraggiungibile, anche agli occhi degli amici pi affezionati e la diffidenza, sempre innata in chi teme di essere derubato da qualcosa di molto prezioso, si trasforma in violenza capace di distruggere qualsiasi relazione umana. LUnico Anello del Potere, non a caso, stato forgiato dal Male, Sauron, e necessita di una grande forza mentale per essere utilizzato; anche la mente pi retta, per, rischia di esserne consumata perch il Potere, una volta creato, si autogestisce e sceglie autonomamente di passare da un portatore allaltro, tentando e usando le menti a suo piacimento. Gli altri anelli dipendono in parte dal potere centrale e ne sono completamente assoggettati, finch lUnico si trova al dito di un individuo in grado di sfruttarne a pieno lo straordinario potere. Una volta distrutto lanello pi potente, gli altri diventano in parte meno prestigiosi, ma sicuramente pi liberi. La rinuncia al male, quindi, senza dubbio toglie una parte di potenziale potere, ma conferisce la capacit di dominare quello che si ha, senza esserne soggiogati. A differenza del film il libro molto pi bello in quanto Tolkien non descrive mai completamente, ad esempio, un orchetto cos che ogni lettore pu avere una sua idea di orchetto. La capacit di Tolkien di far sognare tale da renderlo qualcosa di pi di un moderno autore di fiabe e nonostante la morale principale sia molto semplice (la lotta tra il bene e il male), libri come Il Signore degli Anelli sono in grado di far pensare, riflettere e, a volte, trasformano il lettore in studioso appassionato di antiche lingue eliche. Questo leffetto della straordinaria capacit di Tolkien di creare un universo infinito oltre le parole (magari tante, ma numero finito) dei suoi romanzi.

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di Stefano Magni Libri

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La Profonda Religiosita' Del Signore Degli Anelli

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI (2002-2004) *** LA PROFONDA RELIGIOSITA DEL SIGNORE DEGLI ANELLI Roberto Beretta intervista Paolo Gulisano Il Signore degli anelli come una Bibbia. Ilvatar il Dio creatore e Sauron rappresenta Satana. Il mago Gandalf al posto dellangelo custode. E - gi che ci siamo - la saggia regina degli elfi Galadriel che adombra la Madonna Ma davvero? Paolo Gulisano, medico docente universitario a Milano nonch tra i pi autorevoli esperti di Tolkien nel Belpaese, ci prova. E il primo tentativo italiano di lettura religiosa di Tolkien. Niente di fondamentalista: anzi, un saggio che ha il merito di dipanare biografia, opere e fonti dello scrittore inglese anche per gli ignari, condendole di ipotesi interpretative senza dubbio stimolanti. Tolkien considerato il padre della fantasy e lei, Gulisano, invece lo accredita come esempio di realismo cristiano. Come concilia due giudizi tanto diversi? Noi per fantasy intendiamo la letteratura dellimmaginario, e Tolkien sicuramente un esponente di questa narrativa del fantastico. Per, pi che fantasy, egli ha inteso realizzare una riproposizione moderna del genere epico. Non letteratura devasione, la sua, alla fine ne viene fuori un grandissimo quadro epico: una rivisitazione simbolica della storia umana. Ma siamo sempre nella mitologia: e il realismo cristiano? I contenuti della saga degli anelli sono di un realismo profondamente umano e cristiano, opposto agli incubi di tutte le utopie. Tolkien immagina un mondo, quello della Terra di Mezzo, che la nostra Terra come avrebbe potuto essere. La trama, i personaggi anche immaginari sono una rappresentazione di ci che si agita nel cuore delluomo: lamicizia, il male, la tentazione, il potere Per paradosso, unopera di fantasy ha rappresentato tutta la modernit. Tolkien per era un anti-moderno, un conservatore. S, se il termine significa conservare il bello. Tolkien considerava il mondo moderno un corruttore dellanimo umano: La nostra unepoca di mezzi migliori per fini peggiori, scrisse. Non era per contro la scienza, bens contro il suo uso distorto. Lei cita una lettera in cui lo scrittore sembra prefigurare (e condannare) quella che oggi chiamiamo globalizzazione. vero, nelle sue lettere Tolkien critica la tendenza verso un mondo sempre pi appiattito, dove le piccole realt vengono schiacciate. Ed difficile dargli torto in questa denuncia della corruzione dellanimo umano. Quindi era pessimista sul futuro? Realismo 15

anche rendersi conto che le cose peggiorano. Non tocca a noi - dice a un certo punto Gandalf - dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo. Compiere ognuno il proprio dovere rivela la concezione tolkeniana delleroismo: i suoi protagonisti non sono supereroi come di solito nella fantasy, la sovrumana impresa affidata ai piccoli e buffi hobbit. Vuol dire che ognuno pu essere grande: e questo uno straordinario manifesto di realismo. Sembra di parlare di uno scrittore di sinistra. Invece Tolkien sempre stato accusato almeno in Italia - di simpatie destrorse. Un vecchio equivoco. In realt, difficile potersi appropriare di Tolkien. Lui sta in unaltra dimensione, nella dicotomia fra modernit illuministica e tradizione. Tolkien pu essere sicuramente definito un autore tradizionale, che affonda le radici nel Medioevo e da l critica i totalitarismi di destra e di sinistra. Lei cita tra laltro una lettera in cui lo scrittore, nel 1941, accusava Hitler di pervertire il nobile spirito nordico, supremo contributo allEuropa Oggi a parlare di valori della nordicit si passa per leghisti Ma solo in Italia Tolkien stato sottoposto a queste letture ideologiche, che allestero risultano incomprensibili. Anche lei, per, lo vuol far passare per scrittore cattolico No, per me non un autore cattolico (anche se era fedelissimo a Roma ed ha pi volte dichiarato che la sua unopera cattolica) bens uno scrittore religioso. Nei suoi libri non ci sono espressioni esplicitamente cristiane, ma moltissime domande religiose; un mondo pre-cristiano, addirittura pre-biblico. Dio non rivelato ma cercato. E questo uno degli aspetti pi struggenti dellopera tolkeniana. Per le sue storie rivelano frequenti richiami biblici: il peccato originale, Babele. S, nel Silmarillion si ritrovano il tema della creazione (risolta nella musica), della caduta degli angeli come introduzione del caos nellordine del mondo, della colpa, del mito di Atlantide o di Babele culmine dellarroganza umana E poi leroismo come sacrificio e rinuncia, il tema medievale della cerca (svolta tuttavia al contrario e in modo ancor pi cristiano: anzich conquistare un oggetto di potere, si tratta di eliminarlo). Lei parla di dimensione teologica di Tolkien: ma dov la rivelazione? Dov la grazia? Tolkien tutto teso tra mito e grazia. In lui si legge infatti la consapevolezza che la vittoria finale spetta a Dio, nonostante le tragedie della storia. La grazia rappresentata dalla bellezza, che pu sollevare luomo dalla caduta. La grazia il desiderio che un Dio - non nominato - ha messo nel cuore degli hobbit perch andassero alla ricerca della verit. Ma davvero si pu dire - come lei sostiene - che la sinistra italiana ha ostracizzato Tolkien perch odiava il suo cristianesimo? Negli anni Settanta la sinistra, che dominava la nostra scena culturale, fu di grande miopia. Uninterpretazione sbrigativa di Tolkien le fece pensare che si trattava di letteratura non impegnata, inoltre le storie erano ambientate nel Medioevo e Umberto Eco non aveva ancora sdoganato quel periodo. Quali furono invece le reazioni dei cattolici italiani a Tolkien? Luscita del libro pass quasi inosservata. Daltronde, la cultura cattolica italiana era in crisi e sinteressava semmai di autori francesi. Tuttavia il cardinale Biffi, in un convegno del 1992, ha rivelato di aver scoperto Tolkien quando ancora era parroco, e di esserne divenuto un estimatore. Il gesuita Guido Sommavilla fu tra i primi a interpretare gli hobbit in chiave religiosa. Ma ci fu anche chi, in ambienti tradizionalisti, critic duramente Tolkien perch - con tutti quegli elfi e gnomi - era troppo pagano. E oggi, Tolkien non rischia di diventare funzionale alla New Age?

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S, una New Age che si pasce di folletti e di culto degli alberi in effetti interessata agli hobbit. Per la bellezza difesa da Tolkien non affatto larmonia predicata dalla New Age, non star bene con la natura, bens un segno visibile della grazia che trova la sua origine solo in Dio. Finale de Le due Torri

Discorso di Sam a Frodo Gli eroi sono coloro che possono tornare indietro, ma che non lhanno fatto Anche il male passeggero e un giorno sar distrutto dal bene: giusto combattere per esso! Torna al men de Il Signore degli Anelli, clicca qui!

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Tolkien, "Il Signore degli Anelli" e le Sacre Scritture

culturacattolica.it Letteratura Letteratura: J. R. R. Tolkien Storia ed Autori J. R. R. Tolkien

Tolkien: intervista a Carlo Stagnaro Tolkien, Il Signore degli Anelli e le Sacre Scritture | Copyright 1995-2010 | CulturaCattolica.it | Credits culturacattolica.it Autore: Pugni, Paolo Curatore: Leonardi, Enrico Fonte: CulturaCattolica.it Il Signore degli Anelli fondamentalmente unopera religiosa e cattolica scrive Tolkien nella lettera del 2 dicembre 1953 a padre Robert Murray: notizia per nulla sorprendente se si considera appunto la vita del suo autore, plasmata da una profonda fede ereditata dalla madre, convertita dalla religione protestante della sua famiglia dorigine - il padre di Mabel, educato in una scuola metodista era poi diventato unitariano - al cattolicesimo, scelta che pag con la vita, essendo stata ripudiata e abbandonata alla miseria con disprezzo dai suoi. Questa la giusta lente con la quale osservare e comprendere tutta lopera di JRR e il suo capolavoro in primis, come giustamente fanno notare sia Paolo Gulisano, altra conoscenza di queste pagine, nel bello studio Il mito e la grazia (Ancora), sia Andrea Monda e Saverio Simonelli nel loro interessante saggio Tolkien il signore della fantasia (Frassinelli). I pregevoli testi di Gulisano e di Monda-Simonelli, per certi versi abbastanza simili, muovono saggiamente dalla biografia di Tolkien per notare come la sua opera completa, e non solo Il Signore degli anelli, sia un inno alla Grazia con rimandi continui alla Sacra Scrittura. Entrambi i testi si soffermano a lungo sullintreccio tra biografia e bibliografia, ed entrambi illustrano chiaramente fin dallinizio il pensiero fondamentale di Tolkien sul senso della vita e della scrittura: il famoso concetto della subcreazione, che vede luomo accanto a Dio nellopera di formazione della realt, evidentemente con dei distinguo: il subcreato delluomo il mondo dei miti, delle vicende che rimandano a messaggi completi. Se Dio, scrivendo la Bibbia ha dato vita a quegli eventi che narrava - la Parola si fatta carne! - luomo pu solo creare mondi che rimangono prigionieri della scrittura. Questo , secondo il nostro autore, il contributo che luomo pu offrire al Dio nellopera di creazione. Se Monda e Simonelli paragonano Tolkien al nostro Manzoni, mettendone in evidenza i numerosi elementi in comune, io credo che si possa accostare lo scrittore inglese a Dante: entrambi hanno inteso conferire il senso anagogico al loro lavoro: non simbolo, ma esperienza vera che rimanda ad altri significati o eventi. Non dunque una fiaba o unopera simbolica quella di Tolkien, n una parodia o ancora peggio una allegoria. Ma una creazione che rimanda ad

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altro, cos come lo la Divina Commedia nelle intenzioni di Dante: il fiorentino lo illustra chiaramente nella ben nota lettera a Cangrande della Scala. Soffermiamoci ora sulla pi nota delle opere di Tolkien, riportata allattenzione generale dallevento cinematografico. Se le vicende della trilogia potrebbero essere riassunte dagli ultimi due versi del Padre Nostro, il sugo di tutta la storia pu essere espresso citando la conclusione della liturgia della parola della Messa in onore di S.Agnese - 21 gennaio - che recita: O Dio onnipotente ed eterno (che) scegli le creature pi miti e pi deboli per confondere la potenza del mondo. In questa frase racchiuso il messaggio di Tolkien: la fiducia illimitata nel Dio cattolico e nel Suo progetto sulla storia, lesaltazione degli umili, la follia che, come esclama Gandalf durante il consiglio di Elrond, sar il manto agli occhi del nemico cos da confondere la potenza del mondo. Parole simili, queste ultime, a quelle contenute nel Magnificat: ha esaltato lumilt della Sua serva ha rovesciato i potenti dai troni ha innalzato gli umili. Umili e fragili: questa mi sembra essere la fondamentale e decisiva differenza tra il pregevole universo tolkieniano e il divertente, ma anche superficiale mondo di Harry Potter, dove i buoni sono splendidamente buoni e i cattivi perversamente cattivi. Spaccatura manichea pressoch assente nellopera di Tolkien dove tutti, persino Gollum, possono riscattarsi e dove tutti, persino Frodo, persino Aragorn, persino Gandalf, sono costantemente tentati e non necessariamente capaci di superare la tentazione. Solo gli orchi, scimmie di uomini creati dal fango, e gli emissari di Sauron sono presentati come impermeabili alla salvezza: come peraltro i demoni e satana, secondo quanto scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica. Tutto Il Signore degli Anelli pervaso dal senso della fragilit umana che solo in Dio trova compimento e appoggio. In effetti, come fece gi notare Emilia Lodigiani nel primo, ed imprescindibile saggio Invito alla lettura di J.R.R.Tolkien (Mursia), il tratto saliente di questo romanzo, come di tutto ci che ha scritto Tolkien, la rinuncia. La vittoria sul male possibile solo rinunciando, con libert, a qualche cosa di caro. Se ben noto che proprio la rinuncia allanello a salvare la Terra di Mezzo, sono molti altri gli esempi di questa rinuncia presenti nel testo, che si apre proprio con la rinuncia di Bilbo al suo prezioso tesoro che Gandalf affider a Frodo. Lo stesso Frodo rinuncia alla vita tranquilla per farsi carico di condurre a termine una missione preclusa agli eroi istituzionali Aragorn e Gandalf. Gandalf prima e Galadriel poi rinunciano al possesso dellanello ingenuamente offerto loro da Frodo, superando la prova - e Tolkien utilizza in entrambi i casi questo vocabolo come Cristo nel deserto sconfigge il diavolo che gli offre il possesso di tutti i regni della Terra. Proprio perch il tema della rinuncia ben noto, non sembra opportuno soffermarsi su di esso. Vorrei portare invece lattenzione su altri argomenti che trovano la loro radice nelle Scritture e nella fede cattolica. Mi sembra che questo territorio sia stato poco esplorato; non si andati alla ricerca della subcreazione tolkieniana legata alla fonte principale della creazione: la Sacre Scritture. Che invece sono evocate di continuo e costituiscono una colonna sonora costante, lieve e ineludibile del testo, a cominciare dalla famosa frase di San Paolo: Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio (Rm 8, 28). Cos infatti accade nel libro. Situazioni che paiono tragiche, estremamente

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negative, si dimostrano invece preziose per produrre il bene: se Gandalf il grigio non morisse a Moria, non potrebbe rinascere come Gandalf il bianco (e qui riecheggia anche la parola di Ges: se il chicco di grano non muore - Gv, 12,24). Senza lattacco di follia che colpisce Boromir e lo spinge a strappare lanello a Frodo e senza lassalto degli orchi la compagnia non si scioglierebbe e lanello non andrebbe a est. Se Pipino e Merry non fossero rapiti dagli orchi non risveglierebbero la foresta di Fangor e gli ent. Se Gollum non fosse fuggito agli elfi e non avesse tradito gli hobbit, lAnello non sarebbe stato gettato nella fornace ardente. La figura del vero protagonista della vicenda, Frodo, poi ritagliata sulla figura del Santo: un intreccio tra Abramo, pronto a lasciare tutto, la casa, la ricchezza, la posizione, per andare nellabominio della desolazione; Mos, il profeta che si sente inadeguato per il compito affidatogli; e lo stesso Ges, del quale condivide la profonda umilt e la forte volont di portare a termine il compito affidatogli a costo della vita. Come scrive acutamente Greta Bertani, nella sua tesi di laurea discussa allUniversit di Bologna nel 1995, un saggio che meriterebbe fortuna letteraria per la profondit, la freschezza e la novit delle argomentazioni: Frodo ha risposto ad una chiamata sebbene avesse voluto evitarla e non sapesse nulla in fatto di armi e guerre. E una volta chiamato non si tira pi indietro. Stranamente nessuno, che mi risulti, ha preso in esame il fatto che Moria, il regno dei nani ormai controllato dagli orchi che la Compagnia dellAnello attraversa nel primo libro, ha preso il nome dal monte sul quale Abramo viene inviato a sacrificare Isacco. Moria infatti il luogo sul quale verr costruita, secoli dopo la vicenda di Abramo ed Isacco, la citt di Ieru-Salem, il cui Re al tempo del patriarca quel famoso Melkisedec, re appunto di Salem. Uno dei colli di Moria il Calvario, dove un altro sacrificio verr officiato: quello di Nostro Signore. Ebbene proprio in Moria che Gandalf muore per poi risorgere: un caso? Credo proprio di no. Una indicazione piuttosto, e molto marcata, che rimanda al vero senso del sacrificio. Anche la comunione dei santi presente nel libro: la piet che Bilbo ha mostrato in passato verso Gollum, che nonostante appaia tutto corroso dal male, gli ispira compassione a permettere che la missione giunga a compimento. Gli sforzi che i personaggi compiono nella loro battaglia con le forze di Sauron sospingono Frodo aiutandolo a reggere il peso dellAnello che aumenta man mano che si avvicina a Monte Fato. Palese il messaggio di come il male corrompa con la sua vicinanza: lanello, che ben rappresenta il peccato, corrode tutti coloro che ne vengono a contatto: non solo Gollum, che lo ha custodito a lungo, ridotto ad una scimmia di ci che era in origine, ma gli stessi Bilbo e Frodo subiscono gli attacchi dellUnico e sopravvivono solo in funzione di uno sforzo di volont libera. Frodo almeno fino a quando non sar cos piagato dallanello da perdere, con la ragione, anche la capacit di intendere e di volere nel momento in cui si trova a poter gettare nella voragine di Monte Fato il suo tesoro. Lanello capace di scatenare le tre concupiscenze di S.Paolo: concupiscenza degli occhi, concupiscenza della carne e superbia di vita. Lo si nota in particolare nella vicenda di Boromir: il suo desiderio morboso di impossessarsi dellanello lo spinge ad aggredire Frodo pronunciando parole che si possono collegare direttamente alle tre concupiscenze sopra citate. Lo sguardo capace di svelare i pensieri del cuore, che Galadriel, la dama di

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Lothlorien che pu far pensare ad una icona della Madonna, rimanda allo sguardo di Ges che, come la Parola, penetra fino al punto di divisione dellanima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, e discerne i pensieri e gli intenti del cuore (Eb, 4,12). La parabola dei talenti riecheggia in questo splendido dialogo tra Frodo e Gandalf: Avrei tanto desiderato che tutto ci non fosse accaduto ai miei giorni!, esclam Frodo. Anchio, annu Gandalf, come daltronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ci che possiamo decidere come disporre del tempo che ci dato. Dialogo che rimanda anche a questa affermazione di San Jos Maria tratta da Amici di Dio (212): Limportante fare buon uso del tempo, che ci sfugge dalle mani e che, per chi ha criterio cristiano, vale pi delloro, perch rappresenta un anticipo della gloria che Dio ci conceder.La Grazia presente in ogni pagina del romanzo e si svela proprio al momento decisivo: nessuno pu arrogarsi il merito di avere salvato la Terra di Mezzo anche se tutti hanno offerto il loro contributo: tutti i protagonisti dellopera portano i loro pani e pesci, ma nessuno di loro pu moltiplicarli. E la Grazia, che si servita di hobbit e uomini, come di elfi e nani, che si alimentata della piet di Bilbo e della misericordia di Frodo, delleroismo di Sam e della caparbiet di Aragorn, a giocare lultima carta. J. R. R. Tolkien

Tolkien: intervista a Carlo Stagnaro Tolkien, Il Signore degli Anelli e le Sacre Scritture | Copyright 1995-2010 | CulturaCattolica.it culturacattolica.it Archive Like & Archive Like Archive All Download Newest | Credits

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