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ESAME OBIETTIVO:
EON = esame obiettivo neurologico → prevede la ricerca di segni alterati del normale funzionamento del
sistema nervoso. Ha come scopo finale quello di determinare la presenza e sede anatomica di una lesione
neurologica (diagnosi di sede) →È indispensabile per la scelta dei test strumentali o di laboratorio al fine di
ottenere una diagnosi eziologica.
Terminologia semeiologica
►Segno: manifestazione evidenziabile oggettivamente a seguito di un determinato stimolo o in condizioni
spontanee; un segno patologico si definisce assente o presente.
►Fenomeno: sintomo/risposta complessa evocati da una manovra dell’esaminatore o in un contesto
specifico riferito dal paziente.
►Manovra o stimolo: azione dell’esaminatore volta ad evocare un determinato segno o fenomeno.
►Prova o test: sequenza complessa di azioni richiesta al paziente per esplorare una funzione.
STATO DI COSCIENZA: → Per valutare lo stato di coscienza si usa la GCS (Glagow Coma Scale)
FORZA, TROFISMO E TONO MUSCOLARE: per valutare questi elementi possiamo eseguire prove di forze
statiche (Mingazzini), prove di forze dinamiche (contro resistenza) scala MRC (0-5) e valutazione della
massa muscolare e relativa distribuzione + valutazione del tono muscolare degli arti.
- Prova di forza statica – Mingazzini: pz a occhi chiusi estende le braccia, mani rivolte verso l’alto,
con le dita estese e allargate. Manovra negativa se il pz. mantiene la posizione per 30 sec.
Manovra positiva se uno dei due arti cede. Per gli arti inferiori il paziente si deve sdraiare e
mantenere le cosce flesse ad angolo retto.
- Prova di Barrè: Manovra per evidenziare una paresi dell'arto inferiore: a paziente prono si
flettono le due gambe ad angolo retto sulla coscia e si osserva che la gamba del lato paretico
mantiene la posizione per un tempo più breve rispetto a quello del lato sano.
- Valutazione del tono muscolare agli arti:
Ipertono spastico (piramidale)
Ipertono plastico (extrapiramidale) es. Morbo di Parkinson
Ipotono
Flaccidità
ROT = RIFLESSI OSTEO TENDINEI / PROFONDI E RIFLESSI SUPERFICIALI: l’esame va a valutare l’integrità
dell’arco riflesso spinale e delle vie di modulazione discendenti. Inoltre si valuta la simmetria, diffusionee
area reflessogena.
• Riflesso. bicipitale – C6
• R. tricipitale – C7
• R. stilo-radiale e cubito-pronatore – C8
• R. rotuleo o patellare – L4
• R. achilleo – S1
Il riflesso può essere descritto come normoevocabile/vivace assente, ipoevocabile, scattante, trepidante/
policinetico, clono (= contrazioni successive d'un muscolo eccitato con la distensione, indica lesione via
piramidale)
I riflessi superficiali sono:
- Riflesso cutaneo plantare (segno di Babinski) → strisciando una punta smussata lungo il
margine laterale della pianta del piede, partendo da sopra il tallone, e portandola verso la parte
supero-interna fino al primo metatarso. Nell'adulto, in condizioni di normalità, si induce la
flessione plantare delle dita del piede. (dita si chiudono). Se ci sono lesioni del sistema
corticospinale lo stimolo evoca la flessione dorsale (dita si aprono, verso l’alto)
- Riflessi addominali → strofinando delicatamente i 4 quadranti dell'addome nei pressi
dell'ombelico con un bastoncino di cotone o un attrezzo simile. La risposta normale è la
contrazione dei muscoli addominali portando l'ombelico a muoversi verso la zona che è
stimolata
- Riflesso flessore delle dita (segno di Hoffmann) → è presente se colpendo leggermente verso il
basso sull'unghia del III o IV dito si evoca una flessione involontaria della falange distale del
pollice e dell'indice.
SENSIBILITÀ: Per la capacità di sentire un oggetto appuntito il miglior esame di screening consiste nel
pungere con un oggetto appuntito il volto, il tronco e i 4 arti; al paziente viene chiesto se sente allo
stesso modo la puntura su entrambi i lati e se la sensazione è di tipo smusso o di tipo puntorio. La
valutazione è:
- Superficiale – termo-tattile-dolorifica: fibre di piccolo e medio calibro, radici posteriori,
decussazione spinale, tratto spino-talamico
- Profonda – pallestesia e senso di posizione: fibre di grosso calibro, radici posteriori, colonne
posteriori omolaterali, decussazione al lemnisco mediale (bulbo)
- Topografia: territorio di distribuzione di un nervo periferico, polineuropatico, radicolare.
- Valutazione qualitativa: ipo(an)estesia, iperestesia, disestesia, allodinia, parestesia.
PROVE CEREBELLARI: finalizzato al rilievo di disturbi dell’equilibrio, della coordinazione dei movimenti
(atassia) e alterazioni del tono muscolare.
- Prova indice – naso (pz si tocca la punta del naso prima a occhi aperti poi occhi chiusi)
- Prova calcagno – ginocchio (pz si tocca il ginocchio con il calcagno prima occhi aperti, poi chiusi)
- Prove assiali: Romberg, marcia ad occhi chiusi e in tandem
Atassia = il paziente presenta movimenti non coordinati ( oscillazioni del capo e del tronco).
NERVI CRANICI:
I – olfattivo: si chiede al paziente di identificare degli odori (p. es., sapone, caffè, chiodi di garofano)
avvicinandoli separatamente a ciascuna narice mentre l'altra viene occlusa.
II – ottico: acuità visiva, CV, fundus OO → Il campo visivo viene valutato per confronto diretto in tutti e 4 i
quadranti visivi. Si esaminano la reazione pupillare diretta e consensuale. Viene effettuato anche l'esame
del fondo dell'occhio tramite l'oftalmoscopio.
Le pupille devono essere esaminate per diametro, uguaglianza e regolarità. Normalmente, le pupille si
restringono prontamente (entro 1 secondo) e in eguale modo la pupilla controlaterale (riflesso
fotomotore consensuale).
• Se è presente un difetto relativo afferente (pupilla deafferentata, difetto pupillare
afferente, o pupilla di Marcus Gunn), la pupilla si dilata paradossalmente quando la torcia
è proiettata al lato del difetto. Una pupilla deafferentata si restringe in risposta alla luce
consensuale, ma non alla luce diretta.
• Se è presente un difetto efferente, la pupilla risponde lentamente o non risponde alla luce
diretta e consensuale.
Calibro: normale ca. 2-4 mm, miosi 4 mm
Simmetria di calibro: isocoria
III – oculomotore : si valutano i muscoli: retto superiore, retto mediale, retto inferiore, obliquo laterale
IV – trocleare : muscolo obliquo superiore (occhio) [motilità oculare estrinseca]
V – trigemino: sensibilità facciale, corneale, mucosa orale e gran parte della sensibilità gustativa; mm.
Masticatori. → spillo per testare la sensibilità del volto e sfiorando con un batuffolo di cotone la
porzione inferiore o laterale della cornea per analizzare il riflesso corneale .
VI – abducente: muscolo retto laterale (occhio) [motilità oculare estrinseca]
VII – facciale: viene valutato controllando la debolezza a carico dell'emivolto. L'asimmetria dei movimenti
facciali è spesso più evidente durante la conversazione spontanea, specialmente quando il paziente
sorride → valutazione della motilità del volto
VIII – vestibolo-cocleare: riflessi vestibolari e udito
IX e X – glossofaringeo e vago: Viene valutato se il palato si eleva simmetricamente quando il paziente
dice "ah". Se da un lato è paretico, l'ugola viene sollevata lontano dal lato paretico. Può essere utilizzato
un abbassalingua per toccare un lato della faringe posteriore, poi l'altro, e si osserva la simmetria del
riflesso faringeo. → motilità del palato molle, deglutizione, articolazione della parola, riflesso faringeo
XI – vago: muscolo trapezio e SCM (sternocleidomastoideo)
XII – ipoglosso: valutazione della motilità linguale.
CRISI EPILETTICHE:
È la manifestazione clinica improvvisa di una scarica ipersincrona di gruppi neuronali, si presenta con
modalità diverse a seconda della localizzazione e della propagazione della scarica. La durata di una crisi è
generalmente di alcuni secondi; se supera i 5 minuti o se una nuova crisi insorge prima della risoluzione
della precedente si parla di stato epilettico.
Classificazione:
- Focale → semplice (contatto conservato) o complessa (perdita di contatto)
- Generalizzata ( Crisi tonico-cloniche - Assenze - Altre: miocloniche, atoniche, ecc.)
Le cause di crisi epilettica sono sofferenza fetale, malattie genetiche, malformazioni, infezioni, traumi,
neoplasie, eventi vascolari, sostanze/Tossici.
La TERAPIA va effettuata in emergenza solo se la crisi non si risolve o si ripete a breve distanza (stato
epilettico): si utilizzano benzodiazepine (lorazepam o diazepam) o altri antiepilettici EV
-Negli altri casi si inizia un trattamento antiepilettico continuativo solo in presenza di una lesione cerebrale
che può provocare ricorrenza di crisi oppure se sono documentate almeno due crisi distinte (=epilessia).
Classificazione:
a. Ischemico (88%)
b. Emorragia (12%)
L’ictus ischemico
1. Aterotrombosi
2. Cardioembolismo
3. Malattia dei piccoli vasi (ictus lacunare)
Altre cause dell’ictus: → . Indagare queste cause nel caso di pazienti giovani.
- forame ovale pervio
- dissecazione arteriosa (patologia che provoca una separazione degli strati della parete vascolare)
- aterosclerosi arco aortico
- ipoafflusso globale/ipossia
- vasculite
- infarto venoso
- Ictus “criptogenetico” → (a genesi nascosta), significa che non si è stati in grado di identificare la causa
dell’ictus.
Ictus emorragico:
Emorragia intraparenchimale = (fuoriuscita di sangue nel parenchima)
Emorragia subaracnoidea (ESA) = fuoriuscita del sangue nello spazio subaracnoideo (strati più profondi
delle meningi)
(ematoma sottodurale/extradurale)
Fattori di rischio
Emorragia intraparenchimale Emorragia subaracnoidea (ESA)
- Età avanzata - aneurisma >8mm
- Ipertensione art. - fumo
- Diabete mellito
- Deficit di coagulazione Causa/ fattore di rischio: rottura degli aneurismi cerebrali
- Malformazioni vascolari (dilatazioni >8mm a palloncino delle arterie che si
- Angiopatia amiloide espandono fino alla rottura ) il sangue si diffonde in tutto lo
spazio subaracnoideo.
Sintomi dell’emorragia subaracnoidea → meningite, vasospasmo (effetto irritativo del sangue sulle pareti)
+ aumenta il rischio di mortalità.
Mentre l’emorragia intraparenchimale è circoscritta, può essere a volte anche asintomatica.
Sindrome a. cerebrale media destra → la parte sensitiva, motoria e visiva sarà in questo caso a sx.
- Eminattenzione sinistra - neglect = il paziente perde la propria consapevolezza di tutto ciò che
avviene nella parte sx del proprio corpo, inconsapevolezza dello spazio, di aver perso la
sensibilità. A livello cognitivo viene “eliminata” la parte sx del corpo.
- Emiplegia sinistra
- Emianestesia sinistra
- Emianopsia omonima laterale sinistra
Sindrome parziale del circolo anteriore (es. PACI) → coinvolgono una minore area dell’occlusione/
emorragia: coinvolto il territorio distale a. cerebrale media o a. cerebrale anteriore. I sintomi saranno
limitati rispetto ad un occlusione totale.
Il paziente avrà un deficit della funzione corticale superiore isolato oppure in combinazione a uno tra:
deficit di forza/sensibilità monolaterale o emianopsia controlaterale. È obbligatorio che ci sia un deficit
della funzione corticale superiore per distinguere ictus dalla malattia dei piccoli vasi.
Sindrome del circolo posteriore (es. POCI) → situazione complessa rispetto al circolo anteriore: coinvolto il
territorio a. vertebrale, a. basilare e/o a. cerebrale posteriore o di qualche loro ramo.
- deficit di forza/sensibilità controlaterale e deficit omolaterale di uno o più nervi cranici
(sindrome alterna = interessamento di nervi cranici dallo stesso lato della lesione + alterazione
della motilità e sensibilità controlaterale)
- sindrome cerebellare omolaterale ± deficit di forza/sensibilità controlaterale
- deficit di motilità oculare coniugata
- deficit di forza/sensibilità bilaterale
- emianopsia isolata
Sindrome lacunare → è coinvolto un territorio ristretto, il paziente avrà un deficit solo a livello motorio, o
solo a livello sensitivo.
- Emisindrome motoria pura
- Emisindrome sensitiva pura
- Emisindrome sensitivo-motoria pura
- Emiparesi atassica
NB: funzioni corticali superiori risparmiate
Attacco ischemico transitorio (TIA) → è una fase passeggiera di ischemia cerebrale che si associa a sintomi
neurologici temporanei fino a quando c’è la risoluzione.
►Deficit neurologico acuto a risoluzione completa entro 24 ore (nella maggior parte dei casi entro un’ora)
►Almeno il 30% dei casi determina in realtà una lesione ischemica permanente visibile in TAC e/o RM
(l’infarto cerebrale avviene dopo 3 ore di ischemia ed inizia ad essere visibile in TAC a 6 ore,
immediatamente in RM)
►Sintomi tipici: emiparesi, afasia, emisindrome sensitiva, amaurosi (perdita temporanea della vista),
disartria
Aumento / elevata probabilità di ictus entro i giorni successivi in assenza di trattamento (rischio aumentato
di oltre 10 volte a 30 gg)
► Priorità: esame neurologico, TAC, ECG, eco-Doppler TSA
►Scala ABCD2 → ci indica il rischio della ricorrenza di un evento vascolare in pazienti che hanno avuto un
TIA.
NIH Stroke Scale – scala per l’ictus del National Institute of Health. Max. punteggio 46 ( > 20 punti indica
ictus grave).
Se l’esordio dell’ictus del paziente non va oltre alle 4,5 h e con rischio emorragico basso → si può
cominciare la terapia con infusione endovenosa farmacologica di “alteplase” = attivatore fibrinolitica x
lisare il trombo creatosi, categoria del farmaco R-tPA → trombolisi sistemica = trattamento farmacologico
per dissolvere il trombo/embolo.
Trombolisi: infusione e.v. di alteplase (r-tPA): plasminogeno attivato avvia la cascata fibrinolitica che può
portare alla lisi del coagulo e ricanalizzare il vaso occluso.
Quando si occlude un vaso il territorio interessato va progressivamente incontro a necrosi e morte cellulare
(più tempo passa più “cervello” si perde, l’ischemia diventa sempre più ampia e interessa sempre più
volume cerebrale). La terapia ha il fine di ripristinare il flusso sanguigno nell’area della penombra ischemica
(dove i neuroni non sono ancora morti). In questo modo il danno sarà limitato solo all’area centrale della
parte ischemica, più è piccola più i danni e sintomi saranno minori.
- Effettuare la trombolisi aumenta il 30% di probabilità di esito positivo.
Procedura di rivascolarizzazione: rimozione meccanica del trombo che occlude il vaso attraverso un accesso
endovascolare che rimuove il coagulo → Trombectomia meccanica (angio-TAC necessaria x localizzare il
coagulo!) Ci sono dei limiti temporali per questa procedura:
paziente con esordio da ≤ 4,5 ore dopo trombolisi e.v. (bridging) → (prima esegue trombolisi e se il deficit
neurologico persiste si può eseguire trombectomia.
Paziente con esordio da >4,5 e ≤11 ore (si esegue solo trombectomia)
(proposta fino a 24 ore in caso di interessamento del circolo anteriore con occlusione grosso vaso arterioso)
Se il paziente arriva con esordio da oltre >11 ore o con controindicazioni emorragiche → si prosegue con
Terapia conservativa = antiaggregante (acido acetilsalicilico/clopidogrel) o anticoagulante
(eparina/anticoagulanti orali) in assenza di controindicazioni (utile principalmente come profilassi
secondaria).
In tutti i pazienti con ictus in corso o con attacco ischemico transitorio è assolutamente necessario eseguire
prima possibile, idealmente entro 24 ore, eco-color-Doppler TSA:
se si rileva una stenosi della carotide interna ≥70% si può eseguire intervento di endoarteriectomia in
urgenza!
MALATTIA DI PARKINSON
È un disturbo del movimento caratterizzato da rallentamento motorio, instabilità posturale, tremore e
rigidità muscolare. Età media all’esordio: 58 anni ±10. Possibili forme ereditarie (circa 5-10% dei casi),
generalmente ad esordio giovanile (<45 anni).
I corpi di Lewy (inclusioni citoplasmatiche neuronali) si trovano nella substantia niga dei pz con M. di
Parkinson, portando allo sviluppo di demenza nel corso della malattia.
Tremore:
- 4/6 Hz
- a riposo
- all’esordio è asimmetrico
- distale (dita della mano, mandibola, piede)
Bradicinesia:
- Lentezza di esecuzione del movimento
- Esitazione motoria/freezing → rischio di caduta (blocco motorio)
- Eccessiva latenza della risposta motoria
- Rallentamento movimenti rapidi alternati (es. svitare una lampadina)
Rigidità:
- Assiale o appendicolare (asimmetrica)
- Postura camptocormica
- Ipertono plastico, a tubo di piombo (caratteristico delle sindromi extrapiramidali)
- Fenomeno della troclea o ruota dentata
Instabilità posturale:
- Frammentazione del passo
- Difficoltà nel dietro-front
- Cadute
- All’esame neurologico: Pull test
DECORSO CLINICO:
Peggioramento progressivo dei sintomi (lento
e graduale)
- Diffusione prossimale e controlaterale
- Buona/ottima risposta iniziale alla terapia
- Manifestazioni disabilitanti tardive
Parkinsonismo vascolare → lesione del sistema extra piramidale a causa di lesione vascolare:
-Età media all’esordio più avanzata
-Fattori di rischio vascolare e/o eventi ischemici noti e/o visibili alla TAC/RM encefalo
-Si associa a segni piramidali, bulbari, cognitivi e sfinterici di sofferenza vascolare dell’encefalo
-Sintomi prevalenti agli arti inferiori
-Scarsa risposta alla L-dopa
Parkinsonismo da farmaci
- Antipsicotici
- Antiemetici
- Antivertigine
Hanno azione DOPAMINO-
ANTAGONISTA
TERAPIA FARMACOLOGICA ha come OBIETTIVO: sostituire la carenza di dopamina a livello delle connessioni
sinaptiche nigro-striatali e potenziare l’effetto della dopamina residua e somministrata
farmacologicamente.
Possibile prima scelta in monoterapia nelle forme iniziali, età < 70 anni. Questo approccio ha lo scopo di
ritardare il più possibile l’inizio della terapia con L-dopa
Rispetto a L-dopa: minore efficacia e maggiore rischio di effetti collaterali. Nella pratica clinica la grande
maggioranza dei pazienti arriva ad essere trattata con L-dopa, in associazione o meno ad altri farmaci o a
strategie non farmacologiche.
SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (SLA)
È una malattia degenerativa del SNC a causa
ignota che colpisce selettivamente i
motoneuroni, sia della corteccia motoria primaria
(1° motoneurone) sia delle corna anteriori del
midollo spinale (2° motoneurone). Provoca
paralisi progressiva fino a coinvolgere i muscoli
respiratori e conseguente decesso o ricorso a
ventilazione meccanica. Sopravvivenza: 3 anni
(mediana) È classificata tra le malattie rare, in
realtà circa 5000 persone ne sono affette in Italia.
SINTOMI:
-Debolezza ad esordio subdolo e andamento
progressivo
-Arti superiori e inferiori, all’inizio distalmente
(dita della mano, piede)
-Atrofia muscolare e fascicolazioni
-Difficoltà di deglutizione e di articolazione della
parola
-Dispnea, insufficienza respiratoria
-Conservati movimenti oculari, controllo degli sfinteri e sensibilità
-Rari casi di associazione SLA-demenza
ESAME NEUROLOGICO
-Deficit di forza nei distretti muscolari interessati
-Segni di interessamento del 1° motoneurone (segni piramidali): riflessi OT aumentati, segno di Babinski,
Hoffmann
-Atrofia muscolare (tipicamente distale, ad es. muscoli intrinseci della mano)
-Fascicolazioni
-Segni bulbari: disartria, ipofonia, disfagia, ipostenia e atrofia della lingua
DIAGNOSI
-L’esame clinico deve dimostrare il coinvolgimento contemporaneo di 1° e 2° motoneurone
-Il coinvolgimento del 2° motoneurone deve essere dimostrato in distretti separati
-Dimostrazione clinica o elettromiografica (denervazione)
-Devono essere escluse possibili cause alternative: lesioni compressive midollari, neuropatie periferiche,
altre malattie del motoneurone a prognosi più favorevole
TERAPIA L’unico trattamento farmacologico approvato per la SLA è il riluzolo, una molecola con effetti
neuroprotettivi che ha determinato nelle sperimentazioni cliniche un modesto aumento della
sopravvivenza rispetto al placebo.
Di fatto, la terapia della SLA è di supporto alla disabilità motoria e alle sue complicanze:
- Immobilizzazione prolungata (lesioni da decubito, TVP, ecc)
- Nutrizione: PEG - Comunicazione verbale: puntatori ottici
- Insufficienza respiratoria: ventilazione meccanica
- Supporto psicologico
Il paziente con SLA in fase avanzata è completamente dipendente in tutte le sue necessità, estremamente
fragile e richiede un carico assistenziale molto elevato a volte per anni.
Nei primi mesi sono sufficienti adattamenti dello stile di vita. La progressione della malattia porta ad una
dipendenza completa in tutte le attività: deambulazione e spostamenti; alimentazione; igiene personale;
comunicazione verbale; respirazione. Nello stadio terminale di malattia viene persa la capacità di
movimento volontario e di parola (locked-in syndrome).
Complessità assistenziali:
respirazione → ventilazione meccanica non invasiva / invasiva
comunicazione → puntatore oculare
SCLEROSI MULTIPLA
Malattia cronica del SNC caratterizzata da disseminazione progressiva di focolai di demielinizzazione
(placche) nella sostanza bianca e nella sostanza grigia dell’encefalo e del midollo spinale. Provoca sintomi
visivi, motori, sensitivi, sfinterici, ecc. in base alla sede anatomica delle placche.
È la prima causa di disabilità neurologica nel giovane, dopo i traumi cranio-spinali
È una malattia Demielinizzante → va a danneggiare la mielina che riveste i neuroni. È almeno in parte un
processo reversibile; ciò che provoca la demielinizzazione è il processo infiammatorio.
causa della malattia: sconosciuta ma è stabilito che la patogenesi è infiammatoria su base autoimmunitaria.
La demielinizzazione ripetitiva o aggressiva possono causare anche un danno all’assone o al neurone che
non possono essere più sostituito da nuove cellule → danno irreversibile: danno assonale con successiva
morte neuronale.
- Colpisce circa 2 persone su 1000 ma con estrema variabilità nelle aree del mondo
- esordio tra i 20 e i 40 anni nella maggior parte dei casi (possibile anche prima dei 18 e dopo i 55
anni)
- donne sono colpite più del doppio degli uomini per ragioni non del tutto chiare
Possibili fattori causali → ambientali: (infezione EBV, deficit di vitamina D, fumo, obesità) e genetici (geni
che regolano la risposta immunitaria).
La mielina viene degradata dalle cellule del sistema immunitario che porta a rallentamento dello stimolo
elettro-chimico.
Altre volte la progressione graduale dei sintomi può manifestarsi già dall’inizio. Pazienti che gradualmente
hanno delle difficoltà (es. nel movimento come correre, camminare) che gradualmente queste difficoltà si
avvicinano sempre di più alle attività quotidiane (deambulazione). Questo tipo di decorso clinico della
malattia viene denominata SM primaria progressiva.
RISONANZA MAGNETICA come strumento diagnostico → attraverso “l’uso di frequenze T2” che
permettono di identificare le aree lesionate. (regioni periventricolari e juxta corticali). Altre sedi
caratteristiche sono area sottoterritoriali e area midollare.
Altre sequenze utilizzate sono T1 → prima e dopo la somministrazione di un mezzo di contrasto:
permettono di vedere lesioni di fase infiammatoria attiva (il mezzo di contrasto passerà dal sangue al
tessuto cerebrale in corrispondenza della lesione = indica che la lesione è attiva dal punto di vista
infiammatorio.)
RACHICENTESI/ESAME (LCS) esame diagnostico → esame del liquido cerebrospinale (campione biologico
prelevabile in corrispondenza in zona lombare tra L2-L3 o L3-L4). Si va ad analizzare la presenza Bande
Oligoclonali = si dimostra che all’interno del liquido ci sia una produzione di anticorpi che è confinata e
specifica solo nel sistema cerebrale e che non è sistemica.
POTENZIALI EVOCATI esame diagnostico→ registrazione a livello della corteccia cerebrale di un impulso
elettrico in conseguenza a un determinato stimolo (i più frequenti sono potenziali evocati visivi). Lo stimolo
arriva più tardi perché la demielinizzazione rallenta il tempo di evocazione.
PEV =potenziali evocati visivi
PESS = potenziali evocati somatosensoriali
PEM = potenziali evocati motori
BAEPS = potenziali evocati uditivi
Punteggio EDSS – valutazione della disabilità. (punteggio 1 = esame neurologico normale, p. 10 = decesso a
causa della malattia.) punteggio 4 limitazione della capacità di camminare.
DIAGNOSI – Caso 1
Ragazza di 27 anni con calo della vista improvviso in OD che dura da tre giorni – visita oculistica nella
norma, anamnesi negativa e all’obiettività neurologica normale.
PEV →Potenziali evocati visivi che evidenziano: rallentamento della conduzione a dx. sospetto di sclerosi
multipla. Necessario eseguire risonanza magnetica. Eseguita rachicentesi= BO negative. Non si può definire
sclerosi multipla perché non abbiamo dimostrato la demielinizzazione spaziale e temporale (solo spaziale)
Diagnosi: neurite ottica – CIS: sindrome clinicamente isolata
Un anno e mezzo dopo: mancanza di forza e sensibilità agli arti inferiori + urgenza urinaria da una
settimana. Eseguita e ripetuta RM colonna + RM encefalo
Diagnosi: sclerosi multipla ricorrente – remittente
DIAGNOSI – Caso 2
Uomo di 41 anni, da un anno difficoltà di equilibrio, all’inizio nell’attività fisica, poi sempre più evidenti
anche nella deambulazione normale. All’esame esame obiettivo neurologico (EON) presenta marcia
atassica, tremore e incoordinazione all’arto superiore destro. Esegue RM encefalo e rachicentesi: BO+
Diagnosi: sclerosi multipla primaria progressiva.
Terapia:
1. trattamento della fase acuta e ricadute (terapia steroidea ad alte dosi)
2. terapia per modificare il decorso, ridurre la frequenza delle cadute
3. terapia asintomatica per mirare i sintomi del pz e migliorare la qualità di vita.
Terapia modificante il decorso: (farmaci con molecola che interferisce i meccanismi immunitari con diversi
bersagli a seconda del bersaglio del farmaco specifico).
- Interferisce/modula o sopprime i meccanismi di autoimmunità a vari livelli e con diversa
efficacia a seconda del farmaco
- Ritarda la conversione a SM definita dopo una CIS
- Riduce la frequenza delle ricadute
- Riduce la comparsa di nuove lesioni alla RM
- Beneficio modesto o assente sull’accumulo di disabilità
- Efficacia dubbia/sconosciuta nel ritardare la fase SP (secondariamente progressiva)
Terapia sintomatica
FATICA:
Stile di vita: alimentazione, idratazione, sonno, organizzazione delle attività giornaliere, periodi di riposo,
attività fisica, fisioterapia
Farmaci: 4-amino-piridina; amantadina
DISTURBI SENSITIVI/DOLORE:
Valutazione dolore articolare ed eventuale intervento ortopedico/riabilitativo
Farmaci: FANS, amitriptilina, gabapentin, pregabalin, carbamazepina, oppiacei
SPASTICITÀ:
Terapia fisica: mobilizzazione, attività fisica, fisioterapia, stretching
Farmaci: baclofen, benzodiazepine, tizanidina, tossina botulinica, cannabinoidi
- baclofen intratecale
DISTURBI SFINTERICI:
urgenza minzionale/incontinenza urinaria
►Stile di vita: evitare caffeina; minzioni programmate; assunzione pianificata di liquidi
►Farmaci: anticolinergici; infiltrazione di tossina botulinica
esitazione minzionale/ritenzione urinaria
►Autocateterismo intermittente
►Catetere vescicale a dimora
►Prevenzione infezioni vie urinarie: idratazione, igiene, acidificazione urine
Stipsi:
►Stile di vita: alimentazione, idratazione, attività fisica
►Lassativi: prediligere osmotici e agenti che aumentano la massa fecale perché stimolano fisiologicamente
la motilità intestinale
Urgenza fecale:
►Molto difficile da trattare e gestire; approccio farmacologico inefficace; può essere un sintomo
gravemente invalidante dal punto di vista sociale