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Il problema della disprassia è che le persone hanno una bassa autostima che porta a
limitare le proprie opportunità e alla non partecipazione.
DCD in età adulta: • Bassa autostima • Problemi emotivi • Difficoltà di socializzazione
Trattamento: Neuropsicomotricità per favorire lo sviluppo armonico e un sostegno allo
sviluppo emotivo: autostima. Sostenere le capacità di investimento del bambino
sull’esperienza proposta. Sostegno pedagogico. Collaborazione con scuola e famiglia.
Si può utilizzare la terapia occupazionale: attività grosso motoria (partite di pallone), terapia
fisica, terapia del linguaggio (logopedista).
I disturbi di tic: • Movimenti o vocalizzazioni improvvisi, involontari, ricorrenti, aritmici e
stereotipati • Classificazione: – Motori semplici (smorfie, sobbalzo della testa, alzare le
spalle) motori complessi (tic semplici messi insieme, più di uno alla volta, coproprassia,
ecoprassia) – Vocali semplici (grugnito, sniffing, sbuffamento, piccoli versi, schiarirsi la gola)
vocali complessi (più tic semplici insieme, pronuncia frasi oscene, ecolalia).
I tic variano per gravità dunque semplici o che durano tutto il giorno, normalmente i tic
aumentano di gravità fino ai 10 anni ma poi diminuiscono o scompaiono. Nel 20% dei
bambini si verificano tic motori e vocali semplici. Nel 1% persistono in età adulta.
Nell’eziologia i tic tendono a essere familiari.
I tic sono presenti più frequentemente nei momenti in cui ci si rilassa in privato (guardando
la televisione) e diminuiscono quando sono impegnati in attività impegnative.
Disturbi da tic:
I bambini sotto il 70 erano considerati ritardati e quelli sopra il 130 super dotati. individuo
con QI 78, ma presenta deficit in due aree di funzionamento e ha meno di 18 anni, avrà
diagnosi comunque di RM.
• Idiozia per QI< 25 (incapacità di apprendere il linguaggio)
• imbecillità per QI >25 e <50 (capacità di apprendere linguaggio parlato e scritto ma
scarsa utilizzazione)
• Debolezza mentale >50 e <75 (apprendimento ma incapacità ad accedere al pensiero
astratto, es. giochi di finzione)
i sistemi di classificazione DSM-5 e ICD-10 utilizzano gli stessi criteri nosografici di
inclusione: • criterio a: funzionamento intellettivo significativamente inferiore alla media
(QI <70 ottenuto con test somministrato individualmente) • criterio b: concomitanti deficit
o compromissioni nel comportamento adattivo attuale (capacità del soggetto di adeguarsi
agli standard propri della sua età e del suo ambiente socio-culturale in almeno due delle
seguenti aree: ✓comunicazione ✓cura della persona ✓vita in famiglia ✓capacita’ sociali
interpersonali ✓uso delle risorse della comunita’ ✓autodeterminazione ✓funzionamento
scolastico ✓lavoro ✓tempo libero • criterio c: esordio prima dei diciotto anni di età.
Nel confronto tra il DSM 4 e il DSM 5 è che il QI non è così importante. Ciò che è importante
non è la quantità di nozioni che conosco ma è la capacità che ho di risolvere problemi, di
capire proverbi e sottointesi.
Ciò a cui da importanza il DSM 5: Si chiama funzionamento livello limite quando c’è un
deficit di almeno due di queste:
Le abilità adattive concettuali (capire il linguaggio, il parlato, avere il concetto di denaro,
autonomia decisionale), sociali (abilità interpersonali, responsabilità e autostima) e pratiche
(attività di vita quotidiana, alimentazione, igiene personale).
RIASSUNTO:
• Importanza del giudizio clinico
• Perdita di valore del QI
• Importanza dei profili neuropsicologici
• Importanza dell’approccio multidimensionale
• Importanza del profilo dei supporti
• Il livello di gravità in base ai supporti necessari
Suddivisione etiologica in funzione del valore di QI
QI Causa > 50 Ambientale (sopra i 50) QI causa < 50 Biologico (sotto i 50)
Ritardo mentale: frequenze Globale: 2,5 % di cui: - 85% lieve - 15% grave (i maschi hanno
maggior prevalenza)
Diagnosi:
1. Test di sviluppo: ▪ Griffith (più usato in clinica) ▪ Bayley Scale of Infant Development (da 1
a 42 mesi) ▪ Denver developmental Screening (da 0 a 6 anni). Ci paragona lo sviluppo di un
bambino che ha 11 mesi ed è risultato nel test di sviluppo un bambino di 5 mesi.
2. Test cognitivi: ▪ Wechsler Intelligence Scale for Children (WISC) da 6 a 16 anni-11 mesi
▪ Wechsler Preschool and Primary Scale of Intelligence (WPPSI) (età pre scolare) ▪ Stanford-
Binet Intelligence Scale (SBS).
Wechsler Intelligence Scale for Children (WISC): E’strumento clinico e diagnostico per la
valutazione delle abilità intellettuali dei bambini dai 6 ai 16 anni e 11 mesi. La
somministrazione del test richiede circa 60 minuti ed è individuale. E’ composta da 13
subtest che selezionano diverse abilità mentali (memoria, ragionamento astratto,
percezione, etc.), divisi in due gruppi: -subtest verbali (QI verbale) più il bambino vive in
una famiglia acculturata più avrà vocabolario, comprensione, memoria di cifre. -subtest di
performance (QI di performance) non richiede abilità di informazioni e numero di vocaboli
ma è basato sulla capacità di ragionamento astratto, ricostruire figure, labirinti.
I risultati di tutti subtest concorrono all'abilità intellettiva generale (QI TOTALE).
Quando si ottiene più punteggio in un subtest verbale rispetto all’altro o viceversa si ha un
profilo disarmonico che si vede molto in pazienti con disturbo dello spettro autistico, che di
solito hanno dei bei test di performance ma bassi risultati in quelli verbali.
Le Bayley sono scale di assessment dello sviluppo funzionale da 1 a 42 mesi di età.
Permettono di identificare i soggetti con ritardo nello sviluppo.
CARATTERISTICHE CHIAVE
• Scala Cognitiva: sviluppo sensomotorio, esplorazione e manipolazione, formazione di
concetti, memoria etc.
• Scala del linguaggio: sviluppo del vocabolario (denominazione di oggetti e attributi),
comprensione verbale; comunicazione preverbale (balbettii, gestualità, ecc.),
• Scala motoria: manipolazione di oggetti, presa e risposta all'informazione tattile;
postura, movimento (locomozione e coordinazione), equilibrio etc.
• Scala socio-emozionale: padronanza della propria funzionalità emotiva, capacità di
relazionarsi con gli altri, di utilizzare le emozioni in modo interattivo e finalizzato e
uso dei segnali emotivi per risolvere i problemi.
• Scala del comportamento adattivo: valuta le abilità funzionali quotidiane del
bambino, misurando cosa effettivamente fa, aldilà di quello che è in grado di fare:
comunicazione, interesse per attività fuori casa, gioco, cura personale, autocontrollo
e capacità di fare delle scelte, abilità prescolari, vita a casa, socialità etc.
Problemi relativi al QI
1. E’ sbilanciato in favore del “nozionismo”
2. La probabilità che soggetti con R.M. abbiano genitori a loro volta insufficienti va dal 10 al
25%. PSEUDOINSUFFICIENZA.
3. Il RM è più frequente in certi contesti socio-economici e etnici
4. I soggetti con QI borderline possono avere buona capacità di ragionamento concreto ma
“cadono” nelle operazioni logiche reversibili e astratte (attività mentale rigida, stereotipata
e ripetitiva. Non vi è creatività). PSEUDONORMALITA’
5. Nel bambino con RM si determinano frequenti disturbi emozionali secondari (sensi di
colpa e frustrazione parentali) che riducono il QI (inibizione reattiva dell’apprendimento).
Disordini associati al ritardo mentale
✓ Prematurità
✓ Insulti perinatali
✓ Farmaci/droghe in gravidanza
la sindrome di Down è la più frequente delle sindromi con ritardo mentale da aberrazioni
cromosomiche. e’ causata dalla trisomia del cromosoma 21 o di parte di esso: taglio
mongolico degli occhi, faccia piatta, protrusione lingua, orecchie piccole e a basso impianto,
epicanto.
Sintomi principali della Sindrome di Angelman ❖ Ritardo mentale grave ❖ Risate
parossistiche inappropriate ❖ Capelli chiari ❖ Microbrachicefalia ❖ Facies caratteristica ❖
Atassia ❖ Movimenti a scatto ❖ Convulsioni per lo più sporadiche ❖ Difetto nella regione
15q11-q13 imprintato (di origine materna)
SINDROME DELL’ X FRAGILE: e’ la forma più frequente di RM ereditario monogenico.
L'alterazione responsabile della sindrome è l'espansione di una sequenza ripetuta di tre basi
nucleotidiche (tripletta CGG) a livello del gene FMR1.
Sindrome di Williams: parlano molto ma fondamentalmente non ha detto nulla di
significativo.
Sindrome feto-alcolica: difetto crescita post natale, filtro non ben definito liscio,
microcefalia. ADHD.
evoluzione della disabilità intellettiva
D.I. LIEVE: Costituisce l’85% di tutti i ritardi mentali. categoria un tempo definita “degli
educabili” perché sviluppano capacità sociali e comunicative in età prescolare.
compromissione minima aree sensori-motorie e diagnosi in età scolare entro 20 anni livello
di 5a elementare.
In adolescenza qualche difficoltà a riconoscere convenzioni sociali (problemi nelle relazioni
con i coetanei)
in eta’ adulta sanno svolgere lavori non specializzati in ambienti protetti si adattano bene
alla vita di comunità. capacità sociali e occupazionali adeguate per un livello minimo di
autosufficienza. possono aver bisogno di aiuto e guida specie in momenti di stress sociali o
economici inusuali. con sostegno adeguato possono vivere con successo nella comunità,
soli o in ambienti protetti.
D.I. MEDIA/MODERATA.
•costituisce il 10% di tutti i ritardi mentali
•categoria un tempo definita “degli addestrabili”, termine da evitare
•sviluppano capacità comunicative in età prescolare e traggono beneficio
dall’insegnamento professionale. non raggiungono un livello educazionale oltre la 2a
elementare. Possono provvedere alla cura della propria persona e imparare a spostarsi da
soli in luoghi familiari.
•in adolescenza grave difficoltà a riconoscere convenzioni sociali e problemi nella relazione
con i coetanei
•in età adulta riescono a svolgere attività non specializzate sotto supervisione in ambienti
di lavoro protetti
•si adattano bene alla vita di comunità
D.I. GRAVE costituisce il 3-4% di tutti i RM
nell’infanzia livello minimo di linguaggio comunicativo o assenza di linguaggio
nel periodo scolastico possono imparare a parlare e si possono insegnare loro attività
elementari (cura della persona), traggono beneficio (limitato) dall’insegnamento di materie
prescolastiche (familiarizzarsi con l’alfabeto, fare semplici calcoli, imparare a riconoscere
alcune parole per necessità quotidiane)
nell’età adulta: compiti semplici in ambienti altamente protetti buon adattamento alla vita
di comunità, in comunità protette o in famiglia, purchè deficit neurologici associati non
richiedano un’assistenza specializzata.
GRAVISSIMA O PROFONDA costituisce l’1-2% di tutti i RM
la maggior parte è secondaria a deficit neurologico
nell’infanzia notevole compromissione sensori-motoria
devono crescere in ambienti altamente specializzati con assistenza costante di personale
preparato professionalmente
lo sviluppo motorio e la cura della propria persona possono migliorare lievemente con un
adeguato training
alcuni possono arrivare a svolgere compiti elementari in ambienti altamente controllati e
protetti.
DIPENDENZA ASSOLUTA: L’infante (colui che non parla) si trova alla nascita in uno stato di
non integrazione in cui i bisogni ed i desideri emergono in modo spontaneo; questi vengono
immediatamente soddisfatti dalla madre ed entrano a far parte in modo indolore
dell’esperienza del bambino. Questo è possibile perché la madre si trova in una particolare
situazione che viene definita “preoccupazione materna primaria”.
“…verso la fine della gravidanza, e per qualche settimana dopo il parto, la madre è tutta
dedita alla cura del neonato, che dapprima sembra una parte di lei stessa”
Si tratta di una sorta di follia momentanea, per la quale la madre si ritira
momentaneamente dal mondo per occuparsi esclusivamente del bambino. La madre è in
grado di corrispondere ai bisogni del bambino intuendoli quasi magicamente, attraverso
un’identificazione col neonato stesso. In questo modo gli garantisce la “continuità
dell’esistere”, proteggendolo e preservandolo dagli urti ambientali.
L’esperienza del bambino in questa fase è quella dell’onnipotenza soggettiva: il bambino si
trova in uno stato di fusione e non è consapevole dell’esistenza della madre-ambiente; i
suoi desideri fanno sì che le cose accadano. La madre, attraverso le funzioni di holding,
handling ed object presenting, consente al bambino di sperimentare questo momento di
illusione. Così, nella dipendenza assoluta, l’infante non ha alcuna consapevolezza delle
provvidenze materne.
COSA FARE: •Permettere al paziente di narrare la propria storia •Prendere il paziente “sul
serio” •Lasciare tempo alle emozioni del paziente •Indagare i pensieri su suicidio, violenza
•Dare rassicurazione laddove possibile •Iniziare una relazione costruttiva e “vera”
•Ricordare che “ascoltare” è “fare”.
COSA NON FARE: • Non utilizzare domande chiuse troppo presto • Non porre più
attenzione al “caso” che al paziente • Non essere troppo rigidi o disorganizzati: esercitare
un controllo flessibile • Non evitare argomenti “delicati” o imbarazzanti.
Suicidicio e Adolescenza: Soprattutto se il paziente è ADOLESCENTE, MASCHIO, ISOLATO
oppure single, non più giovane, o con più fattori di rischio contemporaneamente.
• Precedenti idee o comportamenti suicidari • Gravi sintomi depressivi • Abuso di alcool o
sostanze • Malattie mentali croniche (inclusa schizofrenia) • AUTISMO • Malattie fisiche
dolorose o disabilitanti • Recente ospedalizzazione in Psichiatria • Dimissioni volontarie
contro parere medico • Precedente comportamento impulsivo, incluso il self harm
(autolesionismo) • Procedimenti legali o criminali in atto (incluso divorzio) • Separazioni e
allontanamenti familiari, personali, o sociali (es. lutti, separazioni).