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La rappresentazione la troviamo nella corteccia cerebrale e ne troviamo non una, ma tante.

Questo perché
ogni rappresentazione è una modalità sintetica del sistema nervoso centrale di integrare tutta una serie di
informazioni, relazioni, proveniente dal corpo e dall’ambiente. Ogni rappresentazione ci permette di
affrontare qualsiasi azione della nostra vita nel migliore dei modi possibili. Il nostro SNC non fa la somma di
più movimento, ma ha una rappresentazione interna dell’azione che si vuole eseguire, la quale è data da
un’integrazione di tutte le informazioni che mi servono per es. per salire le scale. un’attività sintetica e
dinamica del SNC, la quale mi permette di programmare, anticipare e controllare l’attivazione di tutti gli
elementi che entrano in gioco. non esiste il singolo movimento c’è una catena cinematica con un’apertura
su tutti quei controlli che ci devono essere durante una qualsiasi azione e una verifica on-line di quello che
sta succedendo.

Tra i riferimenti scientifici considerati in riabilitazione vi è la plasticità del SNC. E’ sempre utile in
riabilitazione? Perché?

La plasticità capacità di riorganizzare e mantenere maggiormente presente determinate rappresentazioni


rispetto ad altre. è la capacità adattiva dei circuiti nervosi di poter variare strutture e funzione in risposta
agli stimoli (esperienza) sia nello sviluppo che nell’età adulta. E’ un meccanismo per lo sviluppo e
apprendimento delle abilità cognitivo-motorie.” La rappresentazione è plastica perché elabora
dall’esperienza quelle informazioni che sono utili ad una riorganizzazione sempre più raffinata del
comportamento. è legata all’esperienza e determina l’apprendimento. E’ necessario prestare attenzione alla
diaschisi ovvero quel periodo di messa a riposo della zona compromessa dalla lesione che inizialmente ha
bisogno di non essere stimolata perché eventuali attivazioni avrebbero un danno specifico, ha funzione di
difesa dalla sovraeccitazione traumatica per favorire la riorganizzazione. La plasticità che produciamo nel pz
può essere in questo caso buona, se riusciamo ad incanalarla verso delle potenzialità di recupero
significative, quindi messe a controllo della patologia, oppure cattiva, quando invece di inibire e controllare
la patologia, la mantiene o la rafforza. Buona cattiva o cattiva ad origine periferica = (da deprivazione
sensoriale prolungata) impedisce al cervello di ricevere quel flusso di informazioni sensoriali che il nostro
cervello riceve durante la giornata.

Altro riferimento scientifico utile in riabilitazione è il concetto di Funzione, perché è importante? Quali sono
le sue principali caratteristiche?

Il movimento non è il prodotto di singole componenti isolate del sistema motorio ma di sistemi funzionali
integrati. E’ l’attività di adattamento dell’intero organismo nell’ambiente in cui vive. Una funzione è il
risultato dell’interazione di strutture che si organizzano variabilmente per il raggiungimento di un
determinato scopo biologico.

Sulla base dei riferimenti neurofisiologici considerati, in riabilitazione, cos’è oggetto del recupero, il
movimento o l’azione? Argomenta brevemente la risposta

Noi non dobbiamo recuperare il movimento, perché nel sistema nervoso centrale non c'è la
rappresentazione del singolo movimento, ma c'è la rappresentazione del gesto globale del comportamento,
quindi di tutta la catena cinematica che c'è sotto a quello che è un movimento visibile. Se ad esempio alzo il
braccio per indicare la finestra, io devo organizzare tutta una serie di angoli articolari e di forze a livello degli
arti inferiori che mi permettono di fissare il tronco mentre fletto il braccio. Quindi da questo punto di vista
nella rappresentazione del gesto, nel SNC, non ho solo l’indicazione del movimento dell’arto superiore ma
ho anche il controllo dinamico del tronco e degli arti inferiori durante l'esecuzione del gesto. Quindi quello
che devo recuperare è l'organizzazione di tutto il corpo all'interno di gesti specifici.
Quali sono i principali riferimenti scientifici della Teoria Neurocognitiva della Riabilitazione?

IL CORPO COME SUPERFICIE RECETTORIALE: il corpo é considerato una superficie in grado di raccogliere
informazioni dal mondo (questo spiega la scelta di lavorare ad occhi chiusi, al fine di “costringere” il malato
ad utilizzare informazioni di tipo somestesico e non visivo). Affinché tale relazione col mondo, affinché la
conoscenza del mondo sia corretta, il malato deve saper frammentare la propria superficie recettoriale, il
proprio corpo. Per frammentazione si intende la capacità di dirigere parti diverse del proprio corpo in
direzioni diverse. Esempio: estensione di polso e flessione delle articolazioni metacarpofalangee nella fase
di approccio all’oggetto. Altro esempio: durante il cammino, nella fase di appoggio in cui si trasferisce il
carico sul piede l’anca si sposta verso la punta del piede mentre il ginocchio lavora in direzione opposta per
mantenere la propria estensione ( un errore frequente nel malato emiplegico è quello di portare verso la
punta del piede sia l’anca che il ginocchio ritrovandosi così a caricare a ginocchio flesso). 2. LA
RIABILITAZIONE COME PROCESSO DI APPRENDIMENTO: la riabilitazione é intesa come un processo di
riapprendimento in condizioni patologiche. La riabilitazione è un processo simile all’apprendimento di un
soggetto sano poiché sia l’apprendimento che il recupero si basano su: Plasticità cerebrale e Attivazione di
processi cognitivi3. IL MOVIMENTO COME CONOSCENZA: il movimento ha lo scopo di entrare in relazione
col mondo e di conoscere il mondo. Questo avviene perché il Sistema Nervoso Centrale (SNC) ha bisogno di
continue nuove informazioni per attuare un turn-over continuo, ovvero continue modificazioni al proprio
interno. Tali informazioni provengono dall’ambiente. Quindi per entrare in relazione con l’ambiente e
raccogliere tali informazioni il SNC organizza una sequenza motoria. Il movimento che si vuole che il malato
faccia, con l’esercizio da noi proposto, é scelto sulla base delle informazioni che si vuole che egli raccolga, e
quindi sulla base della modifica della struttura biologica che si vuole ottenere. L’esercizio modifica la
struttura biologica che a sua volta modifica come il malato esegue l’esercizio. Più precisamente la
conoscenza richiesta con l’esercizio modifica la struttura biologica che a sua volta modifica la conoscenza
stessa che il malato ha del mondo.

Quali aspetti/dati relativi alle varie componenti del profilo, possono essere raccolti durante l’osservazione e
il colloquio iniziale?

Quali sono gli elementi che interferiscono nella pianificazione o nella modalità di raccolta di

informazioni? Osservo cosa viene alterato nella patologia → Il fenomeno che osservo lo devo capire.

Quando mi approccio ad un paziente con alterazione del tono (emiplegico, cerebellare...) devo capire qual è

l'elemento dominante o che interviene in quella determinata situazione.

Le caratteristiche dello specifico patologico e un esempio di valutazione.

● Obiettivi della valutazione:

○ definire se gli elementi dello specifico patologico sono positivi o negativi

○ definire ciò che è modificabile e darà accesso alle successive modificazioni (AREA DI

SVILUPPO PROSSIMALE)

● La sensibilità soprattutto cinestesica.

● L'organizzazione del corpo (destra + sinistra)

Quali sono i prerequisiti spaziali di ogni azione e a che cosa servono i processi di percezione spaziale?
COORDINATE SPAZIALI DEL PROPRIO CORPO: centrate sul capo, sul corpo e sugli occhi. In base a questi punti
di riferimento distinguiamo un “sopra/sotto/destra/sinistra/basso/alto/davanti/dietro”. il riferimento sarà in
base alla funzione che io avrò. Per SPAZIO PERSONALE si intendi il proprio corpo. Per SPAZIO
PERIPERSONALE si intende quella porzione di spazio che mi permette di raggiungere oggetti senza muovere
il corpo ma utilizzando solo la lunghezza degli arti. Lo SPAZIO EXTRAPERSONALE è quello che raggiungo
spostandomi nello spazio. Le COORDINATE SPAZIALI DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE: il rapporto degli oggetti
tra di loro. La PERCEZIONE SPAZIALE consiste nell’analisi delle relazioni spaziali fra stimoli (oggetti) ed
osservatore e fra stimoli tra loro. I prerequisiti spaziali di ogni azione sono le coordinate spaziali del proprio
corpo e le coordinate spaziali dell’ambiente circostante. I processi di percezione spaziale hanno lo scopo di
elaborare un sistema di coordinate, di riferimenti, centrati sul corpo al fine di guidare il comportamento.
Tutto ciò mi permette anche di decodificare il ruolo che hanno gli oggetti: dirò che sono seduta sopra ad una
sedia, non che ho una sedia sotto di me. La PERCEZIONE SPAZIALE consiste nell’analisi delle relazioni spaziali
fra stimoli (oggetti) ed osservatore e fra stimoli tra loro. Le unità di misura dello spazio e del tempo sono
calibrate sullo spazio d’azione del corpo.

Nella costruzione del profilo del paziente con eminegligenza spaziale, quali aspetti devono essere valutati
con particolare cura, perché?

LO SPECIFICO MOTORIO

• LE SUE COORDINATE SPAZIALI (LA SUA PERCEZIONE SPAZIALE): gli oggetti rispetto a lui:

o i piani dello spazio

o le direzioni

o la distanza degli oggetti da lui

o la distanza degli oggetti tra loro

• SI OSSERVA IL COMPORTAMENTO DEL PAZIENTE:

o La testa è allineata sulla verticale del tronco oppure è ruotata o inclinata?

o Esplora lo spazio circostante? Su richiesta cerca oggetti a sinistra?

o Nell’esplorazione usa l’inseguimento visivo o ruota il capo?

o Vi è coordinazione fra i movimenti di inseguimento visivo e capo?

o È attratto da stimoli visivi in movimento?

o Parla di ciò che vede?

• TEST

• COME PERCEPISCE (ALCUNI DISTURBI):

o ESTINZIONE: alla presentazione al paziente di due stimoli, il paziente raccoglie solo lo stimolo di destra

o EMINATTENZIONE: l’incapacità di spostare l’attenzione verso l’emisoma sx

o MORFOAGNOSIA: agnosia di tipo tattile che consiste nell’incapacità di riconoscere l’estensione e la

forma di uno stimolo con il tatto (noi quando prendiamo in mano un oggetto, siamo in grado di

riconoscerlo manipolandolo distinguendone la forma)


o MORFOAGNOSIA TATTILE PURA: dovuta ad un difetto di ricostruzione dell’orientamento spaziale per le

forme, in assenza di disturbi sensitivi. (ho riportato la definizione della slide perché non capisco la

differenza tra le due morfoagnosie e la Crea non si spiega meglio)

Nella programmazione dell’intervento riabilitativo in un paziente emiplegico sinistro, in una prima fase,
quali potrebbero essere i contenuti principali da privilegiare negli esercizi?

Negli esercizi si cerca di far emergere la percezione di sinistra, insegnandogli a costruirsi i riferimenti
adeguati. Bisognerà lavorare sul corpo costruendo le coordinate centrate sul capo e sul tronco e costruire
una linea mediana fisiologica.

Quali alterazioni del comportamento (motorie, cognitive…) ti aspetti da un paziente con lesione ischemica di
un emisfero cerebellare? A quali presteresti particolare attenzione nella valutazione?

Non c'è un frazionamento, dismetria dei movimenti, Non c’è una predisposizione, il muscolo non è un
tutt'uno, ma a seconda dell'angolo articolare che noi attiviamo e coordiniamo si attivano alcuni fasci
muscolari rispetto ad altri. non c’è la modulazione del movimento. I movimenti sono ampi perché entrano in
gioco poche articolazioni per strutturare e risolvere l’intera pianificazione del movimento; con i movimenti
ampi dunque le articolazioni da predisporre sono poche, e se c’è il controllo risulta molto limitato. non c’è
nessuna modulazione del movimento correlata alla sua organizzazione del corpo. Il frazionamento è la
sintesi delle capacità di costruire una traiettoria dinamica del corpo in movimento. non c'è frammentazione,
intesa come gioco dinamico tra agonisti e antagonisti (tra parte anteriore e posteriore del suo corpo) nel
fissare le singole articolazioni. In stazione eretta, invece, con l'appoggio anteriore prevale la catena
anteriore su quella posteriore. Attivazione lenta e duratura dell’agonista (nel pz di prima c’è un quadricipite
molto esteso e la difficoltà di modificarlo; il tutto comporta gambe rigide anche nella fase di oscillazione).
L’attivazione dell’antagonista è tardiva e più duratura nel movimento volontario: Movimenti rapidi e più
ampi che di norma (ipermetria). Correzioni non intenzionali dei movimenti (tremore terminale). Alterazione
e pianificazione dei movimenti sia dal punto di vista del riconoscimento di quali articolazioni sono coinvolte
nel movimento, sia nella temporalità dell’organizzazione. Dal punto di vista cognitivo, il compito prioritario
del cervelletto è analizzare le informazioni fondamentali di un’azione per guidare la corteccia motoria nel
frazionamento delle superfici recettoriali. In caso di lesione cerebellari c’è una disgregazione delle
informazioni che causano la goffaggine, la mancata armonia e la fluidità dei comportamenti motori che si
osservano. Quindi, il cervelletto ha un ruolo di integrazione e sintesi dell'informazione che presiedono il
nostro comportamento motorio. È come se facesse ordine sulle informazioni più raffinate (ad esempio,
come faccio io ad usare il movimento per capire se una superficie è liscia o ruvida) attivo durante
l’elaborazione di immagini motorie. è attivato nel tentativo di soluzione di problemi cognitivi. pz cerebellare
ha difficoltà nel costruire informazioni: Cinestesiche: intese come uso disingole articolazioni, le quali sono
poche e non controllate. Pressorie-ponderali: sono le più difficili perché sono informazioni complesse che
derivano dalla sintesi dei segmenti corporei che metto in gioco in relazione con l’oggetto. Queste
informazioni (pressorie, ponderali e di attrito) sono la risultante di più informazioni di contatto che
dipendono da quanti elementi del mio sistema metto in gioco. Le informazioni ponderali dipendono dalla
morfologia del corpo nello spazio (se sono in stazione eretta, l’entità di carico trasferito è data dalla
relazione della disposizione del corpo sul piede) Tattili. Di soppesamento. difficoltà a mettere in relazione le
varie parti del corpo durante il movimento. Non sa individuare le informazioni rilevanti del compito. Non sa
lavorare contemporaneamente su più informazioni. Ha difficoltà a mantenere un’attenzione sostenuta. Ha
difficoltà nel fare inferenze. Devo prestare particolare attenzione a capacità di frazionamento

Tra gli approcci riabilitativi considerati (metodica di Kabat, metodica di Bobath, Constrain Induced
Movement Therapy, Action Observation Therapy…) se ne descriva brevemente uno a scelta specificando i
Riferimenti Teorici, l’interpretazione della patologia, gli Strumenti e gli Esercizi.

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