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Ranieri M. – Santamato A.
Il movimento rappresenta il primo e più importante
strumento posseduto dall’uomo per adattare
l’ambiente in cui vive e
contemporaneamente
per adattarsi ad esso
MOVIMENTO
Combinazione di azioni muscolari coordinate al fine di
produrre lo schema richiesto da uno specifico programma
motorio, applicando la forza muscolare nei punti e nella
direzione più vantaggiosi, con il minimo dispendio di energia
Contrapponendosi al concetto
teleocinetico di movimento
volontario, identifica un’entità sia
statica che dinamica definita
dall’orientamento a feed-back di
uno o più segmenti corporei
rispetto a sistemi di riferimento
estrinseci o intrinseci
POSTURA: SISTEMI TRONCO-ENCEFALICI
CORTECCIA CEREBRALE
CERVELLETTO
Gangli della base, Talamo,
Cervelletto
sono aree fondamentali TRONCO ENCEFALICO
della coordinazione
dinamica
MIDOLLO SPINALE
POSTURA
meccanismi di regolazione
NERVOSI
Attività di tipo integrativo a vari livelli:
Aree corticali e sottocorticali, sistema limbico, aree
associative, gangli della base, cervelletto, informazioni
periferiche sensitivo-sensoriali
NON NERVOSI
sono saldati alle proprietà meccaniche intrinseche
delle unità funzionali capsulo-legamentose (UFCL)
che si adattano qualunque sia la posizione da esse
assunte nello spazio
Melodia di sequenze
psico-motorie tese a
realizzare un progetto
cinetico
Fondamentale che gli engrammi visuo-cinetici del
movimento siano immagazzinati in un adeguato SCHEMA
CORPOREO che attraverso determinate circuiterie
cerebrali modula il sistema motorio al fine di attuare le
appropriate posizioni spaziali in una determinata sequenza
temporale
IMMAGINE CORTICALE (SCHEMA CORPOREO)
2) Lesioni di origine
periferica
Stroke
PCI
Morbo di Parkinson
Lesioni cerebellari
Atassie
Lesioni midollari
Turbe del S.N.P.
Miopatie
La lesione del sistema
piramidale dovuta ad
interruzione delle vie motorie
discendenti produce perdita
della forza e della potenza,
ma in tali circostanze la
perdita è generalizzata e
coinvolge l’emisoma
controlaterale al lato della
lesione cerebrale.
PLEGIA
EMI PARESI
IPOSTENIA
Espressioni
quantitativamente diverse
di un deficit emisomatico
della motilità
volontaria, in genere
controlaterale alla
sede della lesione, con
spesso concomitanti
turbe della sensibilità.
RIFLESSI PIRAMIDALI
SEGNO DI BABINSKI
Estensione lenta e tonica dell’alluce per
stimolazione del margine esterno della pianta
del piede.
All’estensione dell’alluce può associarsi
l’abduzione delle dita del piede (segno del
ventaglio).
Normalmente se si striscia la superficie
plantare del piede si ottiene una flessione
plantare delle dita (riflesso plantare
superficiale)
Il segno di Babinski è espressione di sofferenza e perturbamento delle vie
piramidali. Se la lesione è periferica si può avere un Babinski periferico
quando la funzionalità dei muscoli flessori è diminuita rispetto agli
estensori
MARCIA
Superficie ellisse
Superficie che contiene il 90% dei punti campionati
INDICE DI ROMBERG
- componente cervicale
- compenente oculomotoria
- componente stomatognatica
- componente relativa agli arti inferiori
- componente relativa ai distretti rachidei
VALUTAZIONE BIO-POSTURALE
STABILOMETRICA
Soleo 100
Nel pre-trattamento la
BPE mostrava una
distribuzione del carico
dell’avampiede, del
retropiede e del carico
totale maggiore in
corrispondenza dell’arto
inferiore sano
Dopo somministrazione
di tossina i carichi
pressori risultavano
ridistribuiti - con
acquisizione di una
migliore stabilità -
B.P.E.
Emiparesi destra
pre-infiltrazione
Emiparesi destra
Dopo infiltrazione
di tossina Botulinica
Pre
Post
Pre
Post
Pre
Post
ANDATURA EXTRAPIRAMIDALE
• Parkinson
• Corea
• Distonia
• Atetosi
MORBO DI PARKINSON
• Le alterazioni posturali sono presenti nel
64% dei casi soprattutto per alterazioni
morfo/funzionali del rachide dorsale e
lombare (atteggiamento camptocormico);
Ciò è dovuto, secondo questa ipotesi alla perdita di segnale d’uscita del GPi che
causa una difficoltà di produrre movimenti sequenziali rispetto alla produzione di
movimenti singoli.
Estensore lungo
Tibiale anteriore
dell’alluce Flette (flessione dorsale) il piede (a), lo
Flette (flessione dorsale) solleva medialmente (supinazione) (b)
l'alluce e il piede (a). e lo ruota in dentro (adduzione) (c).
In sinergia con il Tibiale Con il piede in massima estensione
anteriore solleva il piede (flessione plantare) rafforza l’arco della
medialmente (supinazione) (b) volta plantare (avvicina i metatarsi al
e lo ruota in dentro calcagno).
(adduzione) (c).
Ipoappoggio Assenza
avampodalico appoggio dita
Baricentro corporeo
retroposto
Parkinson
Base di appoggio
allargata
Parkinson
Deambulazione a piccoli passi
Parkinson
Aumento patologico del numero dei passi nell’unità di spazio
misurato in metri.
Parkinson
POSTUROGRAFICA
Parkinson
AFFERENZE SENSORIALI
V I STA
U D I T O
O L F A T T O
T A T T O
G U S T O
La vista gioca un ruolo
fondamentale nella regolazione
della postura, sia in virtù della
stimolazione retinica, essendo la
retina una periferia sensoriale
importante ai fini della postura,
sia in rapporto alla oculo-
motricità captore essenziale del
meccanismo di stabilizzazione
dell’occhio rispetto al vestibolo.
Atassia cerebellare
CERVELLETTO
Il cervelletto costituisce una delle parti più
grandi del sistema nervoso, occupando
più di un terzo della capacità cranica.
Il cervelletto riceve infornazioni sensoriali,
motorie, percettive e cognitive da tutte le
componenti del sistema motorio
LA FUNZIONE CEREBELLARE
Tutte le efferenze dal cervelletto vengono prodotte dai nuclei cerebellari profondi
che contengono una rappresentazione somatotopica, e controllano il movimento
delle parti ipsilaterali del corpo.
• Guarda i propri piedi e tiene gli occhi fissi sul pavimento mentre
cammina
Atassia sensitiva
Atassia sensitiva
Atassia sensitiva
Atassia sensitiva
LESIONI DEL SISTEMA SPINO-MUSCOLARE
forme caratteristiche:
• deambulazione sulle punte
• deambulazione da gallinaceo
Lesioni midollari
MARCIA NELLE SINDROMI DISTROFICHE
Miopatie, miotonie e altre malattie del livello spino-muscolare in cui sia presente una debolezza
dei muscoli del cingolo pelvico (soprattutto glutei medi).
Il paziente, nella posizione eretta presenta una pronunciata lordosi e nel camminare dondola
marcatamente per la difficoltà di tenere fissa la pelvi (andatura anserina):
1) inclinazione laterale del bacino, esagerata a ciascun passo, dal lato dell’arto oscillante; il
bacino non essendo più trattenuto dal lato portante da una forza sufficiente, ricade a ciascun
passo dal lato oscillante, attratto dall’arto che vi è sospeso;
2) inclinazione laterale del tronco, con pendenza dal lato opposto, cioè dal lato dell’arto
portante per poter mantenere l’equilibrio.
• Marcata difficoltà nel salire le scale, necessario uno scorrimano, per potersi tirare verso l’alto con le
mani.
• Impossibilità a sollevarsi dalla posizione coricata o dalla posizione seduta senza aiutarsi con le mani,
“arrampicandosi su se stesso”, ponendo le mani prima a livello delle ginocchia e poi delle anche per
sostenersi.
Base di appoggio
allargata
Sdr distrofiche
CONCLUSIONI
Nella pratica clinica si riscontrano numerose turbe della postura di
grado differente nel corso sia di patie del S.N. che di altri sistemi.
Sulla scorta delle osservazioni cliniche e strumentali il
NeuroRiabilitatore può prendere in carico il paziente affetto da tali
turbe focalizzando le sue strategie terapeutiche a quei compensi che
consentano al soggetto di ottimizzare la coordinazione sia statica che
dinamica .