Slide 1:VERTIGINE: erronea sensazione di movimento di noi stessi o dell’ambiente che ci
circonda. Vertigine: alterazione della percezione che noi abbiamo della posizione del nostro corpo sia in statica che in dinamica. L’etimologia della parola “vertigine” deriva dal latino vertere che significa ruotare. L’apparto stato acustico è situato nell’orecchio interno, nel cosi detto labirinto posteriore. Il labirinto anteriore è quello acustico. mentre quello posteriore è vestibolare. L’organo uditivo è l’organo del Corti. L’apparato vestibolare è dato dai protoneuroni della sensibilità specifica vestibolare che conducono, attraverso stazioni di relè neuronali, la percezione vestibolare ai centri telencefalici e attraverso le fibre del nervo ottavo, l’informazione arriva ai centri encefalici del lobo temporale. Ci sono degli organi che appartengono al labirinto vestibolare e sono: utricolo, sacculo e i canali semicircolari. Utricolo e sacculo sono dei sensori dell’accelerazione lineare ad esempio: vengono sollecitate quando prendiamo un ascensore che sale o quando siamo in macchina seduti con una frenata che ci proietta in avanti. I canali semicircolari sono i sensori delle accelerazioni angolari che subisce il nostro corpo e sono situate nella testa. Gli organi vestibolari veri sono 3: il labirinto posteriore; gli occhi; i fusi neuromuscoalri. Questi organi mandano impulsi che presiedono la sensazione corretta di percezione della nostra statica e della nostra dinamica nei confronti dell’ambiente circostante. La turba di uno di questi tre organi dà ragione a 3 sintomi che caratterizzano le patologie dell’apparato vestibolare: il nistagmo: scosse oculari la caduta; la vertigine Slide 2: Vertigine=vertigine oggettiva (“vertere”=ruotare) “Dizziness”=vertigine soggettiva (instabilita’) Oscillopsia=sensazione visiva di oscillazione dell’ambiente circostante evocata da movimenti involontari o riflessi del capo.
Si parla di vertigine propriamente detta, la vertigine oggettiva perchè dà la sensazione
che il mondo ruoti attorno a me. Quando si parla di vertigine soggettiva ritroviamo un uso della parola vertigine in modo inappropriato in quanto è una instabilità nostra rispetto all’ambiente. Il termine più idoneo lo utilizzano gli anglosassoni indicando la vertigine soggettiva con il termine “dizziness” che significa instabile, stordito, ubriaco. Un altro sintomo che caratterizza la semeiotica vestibolare è l’oscillopsia: sensazione che l’ambiente circostante oscilli evocata da movimenti del capo involontari o riflessi. Slide 3: I pilastri dell’equilibrio • Sistema vestibolare = vertigini • Sistema visivo = niastagmo • Sistema propriocettivo = caduta
Mantenere un assetto corretto di noi stessi nei confronti dell’ambiente e un assetto
dell’ambiente nei confronti di noi altri è un qualcosa regolato da una serie di riflessi. Nella regolazione dell’equilibrio sia in statica che in dinamica intervengo una serie di riflessi neuronali che hanno un arco afferente; un centro che elabora la risposta e un canale efferente. Il riflesso vestibolo oculare è un riflesso molto importante, è una serie di risposte riflesse motorie a carico degli occhi che si attivano in qualsiasi movimento nostro o in qualsiasi movimento compiuto dall’immagine circostante. Questo riflesso ha bisogno dell’esistenza dei riflessi a carico degli occhi che stabilizzino l’immagine. Nel caso in cui questi riflessi vengano meno avremo un ambiente che oscilla, che si turba o che si muova vorticosamente non riuscendo a mantenere l’immagine fissa sulla retina, parte centrale del nostro occhio, e il risultato è una turba vertiginosa. Il riflesso vestibolo spinale attiva i muscoli antigravitazionali di tronco e arti se non fosse attivo questo riflesso verremmo schiacciati dalla gravità e cadremmo sistematicamente. Il riflesso vestibolo corticale da informazioni sull’orientamento dello spazio. Slide 5: Riflessi regolatori dell’equilibrio statico e dinamico: RVO (riflessi motori a carico degli occhi) RVS (attivano i muscoli antigravitazionali di tronco ed arti) RVC (informano sul nostro orientamento nello spazio) Slide 6: I segni fondamentali dell’alterata funzione di ciascuno dei tre sistemi: Nistagmo spontaneo Turbe posturali Vertigine Slide 7: Lo stimolo fisico diviene segnale biologico -canali semicircolari=sensori di accelerazioni angolari -utriculo e sacculo=sensori di accelerazioni Lineari Slede 8: A) situazioni al limite della normalita’ - Chinetosi - Invecchiamento con presbiacusia Ci sono situazioni parafisiologiche come la chinetosi è inescata da soggetti con particolare sensibili al movimento; e l’invecchiamento presbiacusia. La presbiacusia è sul versante uditivo e la presbiastasia sul versante equilibrio. La presbiastasia è una tendenza fisiologica/parafisiologica. Sono segni di presbiastasi, ad esempio: un anziano con base d’appoggio più larga, o il rallentare o addirittura interrompere l’azione del camminare durante una discussione. Le cause di maggior prevalenza sono: 6 persone su 10 soffrono di vertigine posizionale parossistica o anche detta vertigine parossistica da posizionamento che ha come causa cupolo-canalolitasi. Dai profani chiamata la vertigine dei sassi. È data dal fatto che il recettore vestibolare è data da una serie di cellule cilindriche sormontate da lunghe ciglia e il tutto immerso nei liquidi labirintici. Queste ciglia per esercitare la loro azione di sensore devono muoversi in maniera coordinata. Per potersi muovere in maniera stabile e sincrona, e consentendo ai centri di interpetrare correttamente il segnale, queste ciglia sono fra di loro sormontate da una massa “fangosa”. In questa massa sono immersi dei cristalli chiamati otoloti o statoliti. Questi cristalli sono labili e cadono sul pavimento della struttura e questo accade in tutte l’età. Per ragioni sconosciute, che possano essere secondari ad un trauma, si distacca una massa significative di otoliti e vanno sul pavimento della struttura. Queste si staccano dopo ore di sedimentazione insorgendo di notte o al mattino al risveglio, e all’atto del compimento di movimento questa massa si mobilizzerà creando una perturbazione del liquidi (pertubazione artificiale) e i centri la interpetrano come una vertigine e inizia la crisi di vertigine oggettiva della durata di pochi secondi sino a pochi minuti. Nella vertigine oggettiva il soggetto vede tutto l’ambiente girare. Per oggettiva sii intende che un soggetto vede tanto più tumultuosamente girare l’ambiente attorno a sè quanto più scosse oculari o scosse nistagmiche presenti. La connessione esistente tra i centri dell’equilibrio e i muscoli oculi-motori rappresenta la corretta espressione dell’assetto corretto dell’ambiente attorno a me sia quando siamo fermi, sia quando ci muoviamo e sia quando è l’ambiente che si muove. Le diverse manifestazioni delle crisi vertiginose dipendono dal punto di dispersione dell’ammasso otolitico. La canalolitiasi è il meccanismo patogenetico che sottende la gran parte delle crisi da vertigine parossistica da posizionamento. Questa è data da degli ammassi che si staccano dall’utricolo e dal sacculo e viaggiano nei canali semicircolari. A seconda del canale semicircolare coinvolto esprimono nelle vertigini una determinata manifestazione. Esistono forme puricanalari e muticanalari. I canali semicircolari sono delle strutture orientate su gli assi fondamentali dello spazio, quindi avremo: un canale orizzontale, e due canali verticali rispettivamente uno anteriore e uno posteriore per ciascun lato. Nella maggior parte dei casi gli ammassi otolitici vanno dall’utricolo al sacculo e si vanno a posizionare nei canali verticali in particolare nel canale posteriore. Quindi nella maggior parte dei casi avremo vertigini parossistiche da posizionamento da canalolitiasi posteriore seguita statisticamente da vertigine parossistica da posizionamento del canale orizzontale. Il canale orizzontale preside i movimenti sull’asse orizzontale quindi il soggetto riferisce crisi di vertigine ruotando il capo. Queste vertigini sono recidivanti. Nei movimenti di abbassare e alzare la testa si stimola il canale posteriore e se il soggetto è già predisposto può stimolarne la crisi vertiginosa. seconda della quantità di massa fluttuante presente ci possono essere vertigini più o meno lunghe che non superano il minuto per il canale posteriore, anche taluni minuti per quelle del canale orizzontale e per lo più accompagnate da fenomeni “F.N.V”. I “F.N.V” (fenomeni neuro-vegetativi) sono nausea, intensa sudorazione, vomito tutti sintomi dati da afferenze viscerali che contraggono nuclei vestibolari. Un’altro meccanismo patogenetico delle vertigini da posizione meno importante è la cupololitiasi. La cupololitiasi è data da particellle che non si staccano dalla zona dove si sono formate ma rimangono sulla macula dell’utricolo o del sacculo rendendola più pesante e con movimenti del capo si ha la stessa sintomatologia della canalolitiasi. ( solitamente derivano dalle macule dall’utricolo e del sacculo che da li fluttuano nei canali semicircolari). La diagnosi di canalolitiasi è abbastanza tipica, la terapia di questa forma non è una terapia medica. la labirintite è una entità autonoma che è data da flogosi virali o batteriche con sintomatologia clinica più importante rispetto alla vertigine da canalolitiasi. Queste crisi di vertigine oggettiva suscitate dai movimenti del capo ha insorgenza mattutina; è quasi mai accompagnate da sintomatologia otologica; ed è patognomonica per la vertigine parossistica da posizionamento. Non occorre utilizzare una particolare attrezzatura per fare diagnosi basta far assumere al paziente le posizioni diagnostiche per far suscitare e vertigini chiamata bed-side examination. Prima di tutto si studia il nistagmo spontaneo chiedendo al paziente di vedere il dito che si muove e si osserva se ci sono scosse nistagmiche; secondo step: nistagmo di posizione facendo girare il paziente prima supinò poi sul fianco dx e sx e si osservano se ci sono, oltre ai sintomi, dei segni nistagmici. Il terzo step è il nistagmo da posizionemento nel quale il paziente assume posture forzate questa richiesta è specifica per studiare questo quadro patologico (per le canalolitiasi). Per vedere una sofferenza dei canali posteriore si utilizza la posizione di Dix-Halpike cioè pz seduto sul lato lungo del lettino l’operatore afferra la testa del pz ruotandola e dorsiflettendo la testa e si applica prima a dx e poi a sx e aspettare un tempo di 40s per verificare la presenza di una risposta e verificare delle risposte oculari. I canali semicircolari verticali hanno dei relè con determinati muscoli oculo-motori per cui io avrò delle risposte nistagmiche orientato nello spazio in un determinato modo. Per questo quadro clinico la terapia è fisica, ovvero si applicano manovre vestibolari che tendono a riportare gli otoliti liberi al loro punto di origine oppure portarli in un punto inerte del labirinto dove si aspetta la disgregazione. Le manovre che si utilizzano per riportare gli otoliti nel loro punto di origine si chiamano, anche, manovre liberatorie. Esistono manovre liberatorie codificate da scuole anglosassone e manovre codificate da scuole europee. Le manovre più note che si applicano per il canale semicircolare verticale è quella di Dix-Halpike mentre per quella orizzontale è quella di pagnini-Mc Clour. La manovra di pagnini si mette il pz supino e l’operatore mette le mani sulle sue tempie e ruoti la tempia sul lato e poi velocemente sul altro. Quindi si ricercano le particelle libere sul canale semicircolare orizzontale e osservare se compare il nistagmo in linea ai relè del canale orizzontale con determinati muscoli oculari. Anche in questo caso si applicano manovre terapeutiche. Le manovre più note, sono: Per i canali verticali le manovre di Epley Per il canali orizzontali la manovra di Vannucchi-Asprella o la manovra di Gufoni. Altra patologia vertiginosa ascrivibile ad una patologia periferica è la neurite vestibolare o deficit vestibolare acuto “D.B.A”. Questa neurite è data da patologie virali che colpiscono acutamente un labirinto. Questa manifesta una serie di sintomi prima irritativi e poi deficitari del labirinto colpito. La neurite provoca una vertigine che dura svariate ore accompagnate da un corteo di sintomi neurovegetativi estremamente importante. In questo caso si applica la terapia medica. Nella neurite la terapia bada al mantenimento dei segni e sintomi vegetativi. Quindi, in un primo momento si bada in particolare all’aspetto vertiginoso più che alla vertigine in sè. In un secondo momento, a seconda della noxa patogena, si vedrà se il pz potrà avere una restitutio ad integrum del labirinto interessato o se il pz perderà quel lato. Il pz riuscirà a recuperare lo stesso la sua statica e la sua dinamica attraverso il compenso vestibolare. Una vertigine molto importante è la idropi-labirintica è il substrato patologico che sottende una malattia molto importante, la sindrome di Meniere. In questa sindrome c’è un aumento dell’endolinfa ma non è chiaro se ciò e causato da una iperporduzione o di un diminuito assorbimento. Questa affezione è molto bizzarra e molto meno grave e invalidante della vertigine posizionale parossistica. La sindrome di Meniere è data da una serie di sintomi, oltre alla vertigine, che tipicamente possono affliggere un soggetto con biologia variabile dando poche o molte crisi che ad un certo punto della vita si estinguono o portano ad una terapeutizzazione importante. Questa sindrome si diagnostica dopo un pò di tempo di osservazione perché a gli inizi è paucisintomatica. La forma tipica è multisintomarica e presenta: acufeni, ipoacusia e vertigini. Acufeni: ronzii auricolari, solitamente a tonalità grave, e può essere fisso o remittente. La prima manifestazione di questa sindrome avviene in circostanze stressanti, e la persona ha un improvvisa esasperazione dell’acufene , sensazione di ripienezza auricolare (per il prof questo sintomo rientra nei sintomi cardine); quindi il pz riferisce l’orecchio pieno d’aria o pieno d’acqua, cala l’udito e inizia una vertigine oggettiva che dura almeno 20-30 minuti fino a svariate ore. Il menierico è costretto a fermarsi e a stendersi perchè la vertigine è continua; improvisamente la vertgine cessa e svanisce la ripienezza uditiva; l’udito nelle prime fasi può ritornare anche normale e l’acufene diminuisce di intensità. In questa sindrome le crisi avvengo in modo variabile nel corso della vita e non è chiaro il meccanismo che li attiva. Con il passare del tempo l’udito cala. La vertigine può essere accompagnata da affezioni psicologiche come l’ansia e la fobia. l’ansia del ritorno della vertigine porta un blocco alla persona nei confronti del disturbo e nella vita di relazione in maniera importante; e le vertigini fobiche come ad esempio la vertigine posturale fobica. In questa manifestazione nosologica avremo che l’individuo è il soggetto più vertiginoso del mondo. Le forme più importanti, sono: la vertigine posizionale parossistica, la vertigine della Meniere e la neurite vestibolare. Le vertigini cervico-geniche, di cui molti vestibolici non riconoscono l’esistenza, sono vertigini da stiramento dei fusi neuromusculari che può essere causato da un evento traumatico come una testata o un colpo di frusta. Il neurinoma del VIII, è un tumore benigno della guaina di Schwann che avvolge il nervo VIII soprattutto nella sua componente vestibolare, e inizia con l’instabilità ed è un entità clinica subdula e nel tempo si accompagna a sintomatologia otologica e sintomatologia da compressione. Questo neurinoma si espande nell’angolo ponto-cerebellare dando sintomi da compressione delle strutture lì situate. C’è una relazione tra i disturbi vestibolari in particolare con l’instabilità e l’apparato stomatognatico. Le dismazie: alterazione dell’occlusione dentaria e della funzione temporo-mandibolare che possono influenzare la sensazione vestibolare dando instabilità. La persona affetta può avere delle riverberazioni sulla statica e sul posizionamento del capo; quindi dei riflessi anomali di postura anche sul rachide cervicale. Le patologie farmacologiche sono date da farmici ototossici come la streptomicina, derivati del chinino. La vertigine può accompagnare, precedere o addirittura sostituire un attacco emicranico.