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Attenzione spaziale-visiva
All’interno del compito di ricercare informazioni nello spazio visivo, c’è
una forte interazione tra processi di tipo attentivo ma anche di processi di
tipo preattentivo. Questi processi di tipo preattentivo sono
fondamentalmente portati avanti in modo parallelo mentre i processi di
tipo attentivo hanno una componente seriale. Per verificare l’attenzione
spaziale visiva è posto davanti al soggetto un computer piena di T oblique
(lettere T oblique chiamate distrattori) e tra queste vi è una T posta in
verticale. L’occhio umano riconosce quasi in modo automatico la T posta
in verticale poiché è incongruente con il resto delle lettere. Il soggetto poi
con un pulsante dovrà dire se è presente la lettera in verticale oppure no. Il
tempo di reazione per rilevare la T verticale è indipendente dal numero di
distrattori presenti (T oblique). Se però trasformiamo il compito e diciamo
al soggetto di trovare la T verticale in un display in cui sono presenti oltre
alle T oblique anche delle R nella maggior parte di casi notiamo che il
soggetto fa più fatica, il compito non avviene in modo così immediato
come in precedenza nonostante in linea di principio il compito sia lo stesso
o addirittura più semplice. Se noi variano il numero di distrattori presenti e
mettiamo la lettera T o con delle I e delle Y o con delle I e delle Z il
tempo di reazione cambia. Infatti nel primo caso il tempo di reazione è
quasi piatto → con un distrattore siamo a poco meno di 400 millisecondi
mentre con 30 distrattori siamo a circa 500 millisecondi. Invece nel
secondo caso → si va da 400 millisecondi con un distrattore però diventa
più del doppio con 30 distrattori. Questo si chiama fenomeno del pop out
cioè in certe condizioni lo stimolo emerge dalla scena visiva, queste
condizioni possono essere svariate ad esempio nel primo esperimento era
l’orizzontalità della T, che non vi era nel secondo caso poiché c’erano
anche le R che erano poste in verticale quindi si faceva più fatica a
rintracciare la T. Quindi quando in una scena visiva il nostro target è
identificabile sulla base di una caratteristica visiva si ha il tempo di
reazione piatto, quando invece il nostro target deve essere identificato su
una base di combinazioni di caratteristiche poiché alcune le condivide con
altri stimoli, il tempo di reazione aumenta in modo esponenziale, in modo
direttamente proporzionale con il numero di distrattori presenti
nell’ambiente. La ricerca visiva (la ricercatrice che ha iniziato questo
filone si chiama Treisman negli anni 80), avvenga sulla base di due stadi di
elaborazione dell’informazione che sono uno seguente all’altro. Una fase
di elaborazione preattentiva in cui si ha un estrazione automatica di tutte
le caratteristiche di tutti gli stimoli presenti nella scena visiva.
Successivamente su questo primo stadio dell’elaborazione
dell’informazione interviene una fase successiva di tipo attentivo in cui
l’attenzione focalizzata si sposta per combinare le caratteristiche rilevanti
con il processo preattentivo, questo tipo di elaborazione e di tipo seriale,
quindi il soggetto partirà da una singola regione del campo visivo
assemblando e prendendo consapevolezza delle varie caratteristiche degli
stimoli. Quando il target ha una caratteristica che lo contraddistingue la
risposta può essere data sulla base dell’elaborazione preattentiva, il
fenomeno del pop out accade perché sulla base dell’elaborazione
preattentiva la risposta c’è già e l’elaborazione attentiva viene direzionata
in quella regione di spazio ed è il primo stimolo viene elaborato
direttamente.
In questo modello che contiene nella parte bassa l'identificazione delle
caratteristiche degli stimoli che arrivano poi a comporre lettere, per poi
andare a formare le parole.
Dal punto di vista applicativo questi tipo di studio sono rilevanti per
situazioni di tipo lavorativo/commerciale in cui io voglio fare in modo che
qualche tipo di informazione sia trattata in modo privilegiato rispetto ad
altre informazioni.
Attenzione selettiva parte I
Nell’unità di tempo noi siamo bombardati da una serie di stimoli che
provengono dall’ambiente esterno attraverso gli organi sensoriali, abbiamo
però anche un serie di flussi di informazione interiori che sono in sospeso,
i quali riguardano pianificazione, progettazione, pensieri che noi stiamo
prendendo in considerazione e che devono essere riattivati in favore di
altri.
L’attenzione selettiva è la capacità di selezionare una o più fonti di
stimolazione esterna in presenza di informazioni in competizione.
Possediamo anche abilità ad elaborare in modo privilegiato le
informazioni rilevanti e abilità ad inibire le informazioni irrilevanti per il
compito. Alcuni studi riguardanti l’attenzione selettiva hanno portato a
concludere che ci sia una larghissima elaborazione delle informazioni che
non sono rilevanti in un dato momento, che questa elaborazione sia a
livello profondo per quanto riguarda il significato,di questa elaborazione
ne possiamo essere consapevoli, ma in alcuni casi possiamo anche non
essere consapevoli, ma indipendente dal fatto che siamo consapevoli o
meno questa elaborazione profonda a livello del significa influenza la
prestazione del soggetto. Il fatto che noi non siamo in grado di selezionare
in modo perfetto ciò che sia rilevante e scartare ciò che non lo è, di fatto è
un vantaggio per un organismo, per prospettiva adattiva, che pur essendo
concentrato in un’attività continua ad elaborare informazione che proviene
dall’ambiente esterno e che può essere imprevedibile. Quindi la
distraibilità e l’interferenza che possono creare informazioni che non sono
inerenti al compito è in realtà un vantaggio dal punto di vista
evoluzionistico.
La tecnica dell'ascolto dicotico è stata introdotta da Cherry nel 1953 e
vuole riprodurre in laboratorio quella situazione in cui arriviamo a una
festa ci sono vari gruppi di persone che parlano e noi riconosciamo i nostri
amici e ci inseriamo in un flusso comunicativo (fenomeno del cocktail
party). Noi riusciamo a seguire il flusso comunicativo come se fosse
l’unico e riusciamo a filtrare molto bene l’informazione non rilevante
ovvero i gruppi di fianco. Il soggetto ha una cuffia in cui arrivano due
messaggi differenti nella parte destra e sinistra della cuffia. Il soggetto
deve prestare attenzione solamente a un'informazione su due poiché dopo
(tecnica dello shadowing), devo ripetere ciò che viene detto nell’orecchio
di sinistra ad esempio. Il soggetto riesce a svolgere molto bene questo
compito, senza difficoltà, si può anche misurare lo scarto tra l’arrivo del
messaggio e la riproduzione, questo scarto è del tutto sovrapponibile
quindi non vi è interferenza. Cherry dopo chiedeva ai soggetti se si
ricordassero il messaggio che doveva essere ignorato, i soggetti infatti non
ricordavano nulla per quanto riguarda il significato (punto di vista
semantico), ma riuscivano a ricordare se a parlare fosse un uomo o una
donna. I primi studi hanno portato all’idea che l’attenzione selettiva
operasse come un filtro selettivo, che di fatto lavora sugli aspetti fisici del
segnale escludendo i flussi comunicativi a cui non dobbiamo prestare
attenzione.
Selezione precoce: l’attenzione agisce come un filtro che blocca
l’elaborazione delle informazioni irrilevanti, e selezione tardiva: le
informazioni irrilevanti vengono processate in modo completo.
L’attenzione interviene tardivamente e controlla l’accesso al flusso di
coscienza.
Di
queste due posizioni i primi esperimenti di cherry portavano verso la
selezione precoce, invece adesso le evidenze favoriscono la selezione
tardiva. Con un'immagine di tipo grafico si vede che il primo schema è
l’ipotesi della selezione precoce, dove abbiamo la detenzione di più
segnali ma l’attenzione agisce come un filtro periferico prima di arrivare a
livelli più profondi di elaborazione che portano al riconoscimento
all’elaborazione semantica dell’informazione. Mentre l’ultimo schema si
riferisce alla selezione tardiva dove vi è detenzione e c’è anche
riconoscimento ed elaborazione profonda il filtro attentivo interviene dopo
per arrivare alla consapevolezza. In realtà era stata posta anche un’ipotesi
intermedia tra le due, l’idea che l’attenzione selettiva funzionasse in modo
da inibire in parte il passaggio di filtro periferico, ma non totale per cui
alcune delle informazioni che riguardano ciò a cui non dobbiamo prestare
attenzione vengono elaborato.Studi successivo sempre con l’ascolto
dicotico hanno portato a favorire la selezione tardiva, ad esempio se noi
diamo lo stesso messaggio desincronizzato in entrambe le cuffie i soggetti
lo notano. I bilingue si rendono conto anche dello stesso messaggio in
lingue diverse. E’ stato studiato anche il fatto che anche se noi siamo
concentrati su un flusso comunicativo ma qualcuno affianco a noi
pronuncia il nostro nome la nostra attenzione si sposta verso quella regione
di spazio e verso quel flusso comunicativo, questo vuol dire che c’è
elaborazione dell’informazione a cui noi non prestiamo attenzione, non ne
siamo consapevoli e qualora questa informazione abbia caratteristiche di
priorità entra nella nostra consapevolezza. In un altro esperimento infatti
all’interno del messaggio a cui non dovevano prestare attenzione hanno
inserito il loro nome e il soggetto se ne accorgeva.
Attenzione selettiva parte II
Sono stati utilizzati dei compiti in cui vi è un conflitto tra informazione
che si attiva automaticamente e che tende ad attivare automaticamente una
risposta che però sulla base delle consegne date al soggetto può non essere
corretta e informazioni invece che devono essere elaborata per risolvere
correttamente il compito. Questa risposta che viene attivata
automaticamente, influenza la prestazione oppure no? Anche quando è
irrilevante influenza la prestazione. Per risposta attivata automaticamente
si intende una risposta che viene attivata automaticamente per
condizionamenti precedenti o su basi di condizioni genetiche
predeterminate. Nel campo verbale i compiti utilizzati sono gli effetti
Stroop e Flanker, quando si parla di informazioni visivo spaziale il
compito principale utilizzato è l’effetto Simon. Questo è l’effetto Stroop:
Il compito del soggetto è quello di denominare il colore con cui è scritta la
parola, indipendentemente dal significato della parola. Il colore della
parola e il significato della parola sono congruenti nella colonna b e questa
viene detta situazione appunto congruente. In questo tipo di situazione
individuare il colore è agevole, misurando il tempo di reazione e il numero
di errore il primo è molto veloce e gli errori sono assenti. La situazione
cambia molto quando il colore con cui è scritta la parola e il significato
della parola sono incongruenti. In questo caso si crea un'interferenza. Vi è
poi anche una situazione neutra in cui le parole non riguardano i colori e
questa è una situazione intermedia tra la situazione congruente ed
incongruente.
Prima situazione: tempi di reazione veloci e pochi errori
Seconda situazione: tempi di reazione lenti e molti errori
Terza situazione: intermedia nei tempi di reazione e negli errori.
L'effetto Stroop dimostra che non riusciamo a non elaborare
l’informazione non rilevante ovvero il significato della parola, questo
effetto è ineliminabile.
Effetto Flanker:
Nel dominio visivo spaziale, il compito che viene utilizzato per studiare i
fenomeni di tipo attentivo selettivo è l’effetto Simon. In questo effetto, al
soggetto sono dati due pulsanti per rispondere, al soggetto si dice che un
pulsante è associato ad uno stimolo x e l’altro pulsante è associato l’altro
stimolo y. Si dice al soggetto quando appare lo stimolo x premi il pulsante
di sinistra mentre quando appare lo stimolo y premi quello di destra.
Questi stimoli possono apparire in modo casuale e in due posizioni
differenti ovvero a sinistra o a destra del punto di fissazione.
L’informazione rilevante è lo stimolo x/y mentre l’informazione irrilevante
è la posizione che lo stimolo occupa nello spazio. Quello che si vede è che
c’è un vantaggio nelle prove corrispondenti ovvero quando lo stimolo
appare nel lato in cui noi dobbiamo premere il tasto. Nelle prove non
corrispondenti vi è uno svantaggio nei tempi di reazione.
L’effetto Simon si presume sia dovuto all'attivazione parallela, allo stadio
di selezione della risposta, di due vie di elaborazione dell’informazione,
una via automatica ed una via controllata
Via automatica: basata su associazioni S-R molto forti (super apprese o
geneticamente determinate), porta all’attivazione della risposta
spazialmente corrispondente allo stimolo.
Via controllata: basata su associazioni S-R deboli, stabilite dalle
istruzioni che sono date al soggetto.
Gli effetti Stroop, Flanker e Simon dimostrano che l’informazione
irrilevante, qualora tenda ad attivare automaticamente una risposta, è
comunque elaborata completamente (a livello profondo, semantico). La
risposta attivata automaticamente produce conflitto e deve essere inibita in
favore della risposta corretta. Conflitto e inibizione sono processi che
comportano consumo temporale e errori. Quindi l’elaborazione profonda
automatica non è necessaria ma controproducente.
Attenzione selettiva parte III
La tecnica della percezione subliminale è stata studiata in questo modo
(nella figura A troviamo un soggetto che strangola un altro soggetto con
una cravatta, nella figura B un soggetto da un caffè all’altro soggetto, nella
figura C troviamo un soggetto in piedi da solo): poniamo di prendere la
figura che troviamo in C, questo stimolo viene fatto vedere a un certo
numero di soggetti in sessione individuale chiedendo se questo tipo di
modello produce un giudizio negativo o positivo. Viene scelta
un'immagine che viene visto da circa il 50% dei soggetti in modo positivo
e nell’altro 50% in modo negativo. I soggetti che compiono questi compito
di giudizio non vengono utilizzati nella fase di successiva che riguarda la
percezione subliminale, questo perché vengono presi a ruolo altri soggetti
a cui faccio fare lo stesso giudizio però prima di compiere questo giudizio
alla metà di questi soggetti si presenta in modo subliminale l’immagine del
pannello A mentre all’altra metà viene presentata l’immagine del pannello
B. Subliminale vuol dire che il tempo di esposizione delle immagini è
talmente breve (10/15 millisecondi) per cui il soggetto riporta di aver visto
un flash oppure niente, non è consapevole di ciò che ha visto. Quindi dopo
aver presentato le immagini subliminali A/B facciamo fare lo stesso
giudizio che avevamo fatto fare ai soggetti iniziali riguardante l’immagine
C. L’ipotesi è che se c’è elaborazione profonda a livello di significato di
un'informazione di cui non sono consapevole, allora è possibile che ci
siano degli spostamenti sui giudizi che vengono dati dalla positività o
meno dell’immagine subliminale. Infatti non otteniamo più 50/50 ma si
passa a un 70% di giudizi positivi qualora il giudizio sia stato preceduto
dall’immagine nel pannello B mentre vi è un 70% di giudizi negativi
qualora il giudizio sia stato preceduto dall’immagine nel pannello A.
Questo vuol dire che c’è elaborazione profonda a livello del significato
anche di materiale di cui non sono consapevole, questa elaborazione
profonda influenza la mia attività mentale anche a livelli di formazione di
atteggiamenti e opinioni e quindi anche condizionare la mia emissione di
un giudizio.
Simili risultati sono ottenuti con la tecnica del Priming semantico, nel
compito di Priming il soggetto deve fare un giudizio di decisione lessicale,
cioè viene presentato una stringa di lettere che può essere una parola di
senso compiuto o una non parola.
200 ms prime → 100 ms target
Dottore → schermo bianco ospedale Congruente
Montagna→ schermo bianco ospedale Incongruente