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Le decisioni intuitive: Tutte le volte che si sceglie senza pensare

Nella maggior parte dei testi che trattano del processo decisionale, l’intelligenza è concepita
come un’attività intenzionale e cosciente che utilizza la razionalità, ma questo concetto trascura il
fatto che gran parte della nostra vita è governata dall’inconscio, una forza nascosta della quale quasi
mai percepiamo l’esistenza.
Inoltre, gli esempi e le tecniche riportate nella maggior parte dei testi, descrivono situazioni
quasi irrealistiche nelle quali l’essere umano ha conoscenze illimitate e tempo infinito per fare
analisi complicate prima di procedere con la sua scelta.
Nella realtà le cose sono un po' diverse, e da diversi studi recenti, emerge il fatto che in molti
casi le nostre decisioni vengono prese grazie ad una risorsa molto spesso sottovalutata, l’intuizione.
Se facessimo una rapida valutazione delle decisioni prese nella nostra vita recente, ci
renderemmo conto che molte di esse sono state proprio decisioni sostenute dall’intuito.
La corteccia cerebrale è piena di processi inconsci come le parti più antiche del cervello, ed
è un errore pensare che l’intelligenza sia tutta razionale e intenzionale. E infatti oggi si parla di
intelligenza intuitiva come se appunto questa sensazione viscerale fosse considerata parte
dell’intelligenza. Possiamo dire che l’intuizione è una facoltà della mente che si differenzia da
quella logica essenzialmente perché la logica richiede acquisizione di dati, ragionamento,
riflessione e tempo per confrontare i dati stessi, mentre l’intuizione è veloce e immediata.
La letteratura è ormai concorde sull’esistenza di due sistemi principali coinvolti nei processi
decisionali: a) il Sistema 1, caratterizzato da processi mentali automatici, intuitivi e affettivi; b) il
Sistema 2, caratterizzato da processi controllati, deliberati e cognitivi.
Il Sistema 1 è quindi basato su processi di elaborazione emotiva delle informazioni, che
avviene in modo intuitivo e automatico, cioè senza il controllo cosciente dell’individuo. Il Sistema 2
è, invece, basato su processi di elaborazione cognitiva delle informazioni, che avviene sotto il
controllo deliberato dell’individuo. Quest’ultimo segue delle regole ed è più lento rispetto al
Sistema 1 perché è predisposto a cercare nuove informazioni, a valutarle, a recuperare conoscenze
teoriche dalla nostra memoria a lungo termine, e a integrare il tutto. I dati acquisiti e memorizzati
nel nostro cervello, provengono da un sapere universale appreso attraverso l’evoluzione. Ogni
capacità acquisita dai nostri antenati è stata trasmessa ai suoi successori i quali, tramite l’imitazione,
hanno assunto queste informazioni come esperienze.
Gerd Gigerenzer (2008) parla del cervello utilizzando l’analogia con una cassetta degli
attrezzi la quale si modifica nel corso dei tempi in base all’evoluzione dell’uomo. Anche se si pensa
il contrario, l’intuizione non è sprovvista di razionalità, infatti anch’essa ha una sua logica. Per le
neuroscienze, si tratta dell’elaborazione e dell’associazione di informazioni sensoriali captate dal
nostro cervello senza che ce ne rendiamo conto. Di fatto, la nostra intuizione è la conclusione di
questo processo. Quando tentiamo di fare delle scelte puramente razionali l’eccesso di informazioni
e l’analisi dei dati, rischia di frenare la nostra capacità di prendere decisioni. Il nostro lato razionale
eccelle nei dettagli, ma perde troppo tempo a soppesare i pro e i contro.
Gerd Gigerenzer sintetizza e definisce così la sensazione viscerale (o intuito) :
- che affiora rapidamente alla coscienza;
- del cui fondamento non siamo pienamente consapevoli;
- che ha una forza sufficiente per indurci ad agire.
L’intuizione permette di trovare rapidamente la risposta che orienterà le nostre azioni, e che
in seguito potremo verificare nei fatti. Sempre secondo Gigerenzer, le regole del pollice e le
conoscenze da noi acquisite con l’evoluzione, si adattano nel tempo e alle condizioni ambientali. Si
pensa quindi che il comportamento degli individui si sviluppi in modo flessibile man mano che
interagiscono con l’ambiente. Un esempio che rende facile comprendere come funziona l’intuito, è
quello del giocatore di calcio che senza fare calcoli complessi, quali la velocità di lancio della palla,
l’angolo di lancio, la resistenza dell’aria, la gravità etc, riesce a prevedere il punto di caduta e
trovarsi lì proprio nel momento in cui la palla tocca il suolo. Dopo aver compreso che l’intuito ha
una sua logica e non è frutto di puro istinto, la domanda che possiamo porci di conseguenza è ci si
può fidare dell’intuito?
Penso che ognuno di noi possa ricavare dalla sua esperienza personale esempi di quanto
spesso l’intuito abbia fornito soluzioni o risolto situazioni che con il solo ragionamento non
riuscivamo a sbrogliare. È chiaro che l’intuizione potrebbe anche essere soggetta a errori di
giudizio, o condizionata dal fatto che tendiamo a ignorare informazioni negative o pericolose. Se
abbiamo già esperienza in quel campo, il cervello ha elementi a sufficienza per lavorare da solo e
possiamo fidarci della nostra intuizione senza intromissioni da parte della coscienza. Se però non
abbiamo esperienze precedenti e la situazione è del tutto nuova, forse conviene ragionarci un
attimo.

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