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SOMMARIO
1.
Origini................................................................................................................... 2
A.
Gestalt............................................................................................................... 2
B.
Fondamenti filosofici............................................................................................. 4
2.1 Esistenzialismo................................................................................................... 5
2.2 Fenomenologia................................................................................................... 5
Principi Terapici..................................................................................................... 6
3.1 Qui E Ora............................................................................................................ 7
3.2 Consapevolezza................................................................................................. 8
3.3 Responsabilit.................................................................................................... 8
Diagnosi e trattamento......................................................................................... 9
4.1 Ambiti applicativi............................................................................................. 10
4.2 Diagnosi........................................................................................................... 10
4.3 Trattamento...................................................................................................... 11
Bibliografia.......................................................................................................... 14
Sitografia............................................................................................................ 15
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1.
ORIGINI
In nessun caso intendiamo considerare la terapia della Gestalt come una mescolanza
di approcci diversi o come un semplice approccio eclettico. Noi non consideriamo la
musica di Bach come un miscuglio di stili a lui anteriori: italiano tedesco e francese
(cosa che per altro, essa , almeno in un certo senso); siamo, infatti pi colpiti
dalloriginalit di una sintesi emergente, che dalle individuazioni dei suoi componenti,
analogamente: la nuova costruzione della terapia della Gestalt ci impressiona di pi
che i vecchi mattoni per essa utilizzati
- Claudio Naranjo
Friedrich Salomon (Fritz) Perls, nato a Berlino nel 1863, fu colui che possiamo definire
come il padre fondatore di questa corrente. Possiamo certo sostenere dunque la
necessit di delineare le basi di questo autore, tuttavia, seguendo quanto detto da
Naranjo: esporre la terapia della Gestalt seguendo un approccio sistematico e preciso
delle teorie o mattoni che lo compongono potrebbe indurre di certo a credere che la
Gestalt sia il risultato di una critica razionale dei vari approcci. In poche parole, citando
Anna e Serge Ginger: Al diavolo la logica analitica universitaria!. Fare questo
andrebbe contro quei principi stessi sostenuti dalla Gestalt: il tutto assai diverso
dalla somma delle sue parti.
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di continuit. Ci significava che quello che prima era stato considerato un processo
passivo - il percepire - veniva ad essere pensato come qualcosa di gran lunga pi
attivo, come unattivit subordinata a certi principi organizzativi generali. Wertheimer
intu che non sono gli stimoli elementari ad essere colti dallorganismo che percepisce
ma piuttosto le stesse configurazioni unitarie. In altre parole, per lorganismo che
percepisce, linsieme significativo lo stimolo (Wertheimer, 1959). Da qui la legge
gestaltica per cui il tutto viene prima delle parti.
Dimostrative di questo assunto sono le famose figure geometriche ambigue, il vaso di
Rubin o la donna di Leavitt, tutte raffigurazioni che il nostro occhio percepisce in due
modi. La nostra percezione tende per a chiudere le figure, a vedere la totalit e non
le parti aperte.
B. LA TEORIA DEL CAMPO DI LEWIN
Il tema dell'interazione tra individuo e ambiente costituisce un altro dei fondamenti
della psicologia della Gestalt, in particolare per come and sviluppandosi attraverso il
lavoro di A. Goldstein e di K. Lewin. Quest'ultimo, in particolare, svilupp quel modello
interpretativo delle relazioni individuo/ambiente noto come Teoria del Campo, secondo
il quale l'individuo e l'ambiente sono due sottosistemi all'interno dell'intero campo, i
quali hanno una reciproca relazione ed influenza, che si esprime prevalentemente al
confine di contatto.
Secondo questa impostazione ogni oggetto non pu intendersi che in relazione al
contesto totale nel quale incluso. La traslazione operata da Lewin dal campo delle
forze fisiche di attrazione/repulsione ai comportamenti che dato osservare nelle
dinamiche all'interno dei piccoli gruppi intesi, a loro volta, come rientranti in sistemi di
interazione pi allargata, venne da Perls ripresa ed estesa anche a quanto avviene
all'interno dell'individuo stesso. L'individuo infatti, nell'espressione della sua esistenza
concreta, non fa che muoversi all'interno di un campo di forze originate da interazioni
di attrazione o repulsione in rapporto ad elementi esterni come pure risultanti dagli
equilibri di forza tra elementi costitutivi del suo mondo interiore.
L'interpretazione del comportamento dell'individuo come imprescindibilmente
collegato al campo di forze del contesto ambientale in cui si trova, sviluppata da
Lewin, apriva quindi la possibilit di arricchire il tema della dinamica figura/sfondo di
un ingrediente fondamentale: quello appunto dell'elemento di forza teso a riportare il
sistema ad uno stato di equilibrio omeostatico e di ridistribuzione ottimale delle
valenze energetiche all'interno di un determinato campo.
L'imprescindibile necessit di accostarsi all'uomo, ai suoi vissuti ed ai suoi
comportamenti senza perdere di vista la dimensione sistemica, il campo delle forze
all'interno del quale lo stesso si muove, rappresenta uno degli elementi che spinsero
Perls a prendere le distanze dall'impostazione psicoanalitica tradizionale che poneva
tutta la propria attenzione sugli avvenimenti interni dell'analizzato senza prendere in
considerazione le interazioni in concreto con l'ambiente e privilegiando, nella stessa
relazione transferale col terapeuta, gli elementi che lo legano al passato anzich quelli
che hanno a che fare con la sua attuale modalit di rapportarsi con aspetti di realt.
Il concetto di confine di contatto, elaborato da Perls costituisce forse la differenza pi
significativa tra laccezione di campo data dalla psicoterapia della Gestalt e quella
espressa da Lewin. Questo termine si riferisce a quel punto in cui si verifica
lesperienza, un punto che non separa lorganismo dal suo ambiente ma che piuttosto
assolve la funzione di limitare lorganismo, di contenerlo e di proteggerlo, ponendosi in
contatto con lambiente. Possiamo definirlo pi che come una parte dellorganismo,
come lorgano (pelle sensibile) che mette in relazione lindividuo e lambiente.
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D. PERLS E LA PSICOANALISI
Risulta evidente che la terapia della Gestalt una delle figlie della psicoanalisi, ma
essa una creatura ribelle che ha ereditato gran parte della sua impostazione dallo
scontro dello stesso Perls contro Freud. In effetti egli contesta molti dei punti
fondamentali proposti dal padre della psicoanalisi, tra cui evidenziamo la sua critica
allinconscio, al primato della sessualit infantile, al ruolo della repressione, al
complesso di Edipo, lutilizzazione della nevrosi di transfert durante la cura e cos via.
Quando possibile avere lacqua che fluisce dal rubinetto del proprio appartamento,
perch affannarsi a estrarla da un pozzo profondo? Frederick Perls
Egli non nega lesistenza dellinconscio ma propone lidea di accostarsi ad esso in
maniera differente rispetto a quella proposta da Freud: attraverso lascolto attivo del
corpo, delle sensazioni e delle emozioni che possibile rintracciare i derivati
dellinconscio stesso. quindi attraverso unosservazione fenomenologica, dei
fenomeni di superfice attuali che possibile apprendere tanto quanto attraverso i
vecchi ricordi di infanzia che sarebbero invece soggetti a rielaborazioni successive.
Perls in accordo con Freud, sostiene e attribuisce una grande importanza ai bisogni
fisiologici orali e cutanei. Secondo lautore, la nevrosi sarebbe il risultato di gestalts
incompiute, ovvero bisogni interrotti o non soddisfatti, piuttosto che conseguenza di
desideri proibiti dalla societ o rimossi dalla censura del super-io o dellio; la nevrosi
nascerebbe dunque sostanzialmente da un conflitto fra lorganismo e il suo ambiente
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2.FONDAMENTI FILOSOFICI
Sono due le correnti filosofiche hanno avuto un notevole impatto su Perls:
lesistenzialismo e la fenomenologia.
2.1 ESISTENZIALISMO
Lesistenzialismo una corrente di pensiero nata tra il XVIII e il XIX secolo che mise in
evidenza il valore dellesistenza umana individuale. Unimportante esponente di
questa filosofia fu Jean Paul Sartre, che ebbe una notevole influenza sul pensiero di
Fritz Perls. Risulta piuttosto evidente il nesso che la Gestalt ha con lesistenzialismo,
perch questioni come l'autenticit e la responsabilit sono profondamente
connesse con l'esistenzialismo.
Possiamo peraltro dire che il terreno condiviso su cui si muove il pensiero dei nostri
due autori evidente anche in alcune particolari tematiche comuni: il concetto di
coscienza, lapproccio fenomenologico alla realt inteso come riformulazione delle
modalit d osservazione e di descrizione dei fenomeni, e infine il modo di considerare
il soggetto, quello che per Perls un individuo nella sua totalit, e che in questo
excursus filosofico possiamo definire lessere.
Possiamo a questo punto cercare di correlare questi complessi temi filosofici ad alcuni
elementi fondamentali di teoria e terapia gestalt cos come illustrata da Perls. La vera
natura di questo incontro la si trova sia nel significato di alcune parole chiave del
lavoro terapeutico, sia negli aspetti riguardanti latteggiamento gestaltico generale
che si attua durante il processo di descrizione e osservazione del fenomenocomportamento, e nellattuazione del comportamento stesso.
Nel momento terapeutico questa una condizione, e dovrebbe costituire, in ultima
analisi, latteggiamento quotidiano di rapporto con la realt. Il riferimento specifico a
queste dimensioni lo troviamo in Perls quando sottolinea la necessit di considerare
il comportamento come fenomeno, o quando afferma che osservare il nostro s in
azione corrisponde in ultima analisi allosservare il nostro s come azione.
Riguardo il primo punto, ovvero considerare il comportamento come fenomeno,
evidente che in una psicologia che si fonda sullassunto che la totalit determina le
parti ed diversa dalla somma delle parti, il comportamento, che loggetto
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2.2 FENOMENOLOGIA
La fenomenologia una disciplina fondata da Edmund Husserl nel XIX secolo che ha
avuto una profonda influenza su Perls. Questa una metodologia d'elezione
nell'approccio gestaltico che permette, attraverso l'osservazione del comportamento,
di capire e descrivere la costruzione di significati dell'individuo senza interpretarne il
comportamento. Larea filosofica che fa capo a questa corrente costituisce una fonte e
un riferimento fondamentale per la teoria della Gestalt sin dalla sua nascita.
La Psicoterapia della Gestalt ha introdotto molti concetti nellambito delle psicoterapie
umanistiche. Uno di questi riguarda la partecipazione fenomenologica allesperienza e
il modo in cui il terapeuta e il cliente fanno esperienza luno dellaltro nella relazione
terapeutica. Nellapproccio fenomenologico la realt emerge nella relazione tra
losservatore e losservato: non un dato definito a priori. La fenomenologia nasce
come metodo di indagine obiettiva della realt, allo scopo di costruire una conoscenza
che colga le caratteristiche invarianti dei fenomeni studiati.
Husserl svilupp il metodo fenomenologico come un modo per separare le invarianti
dellesperienza dagli elementi interpretativi che vi si sovrappongono. Tutti i fenomeni
mostrano delle regolarit che appaiono in combinazioni e sequenze ripetute. Tali
regolarit possono essere descritte e modellizzate al fine di fornirne una spiegazione e
permetterne il controllo e la predizione. La conoscenza scientifica non altro che la
costruzione di modelli che tentano di spiegare le regolarit dei fenomeni. , inoltre,
impossibile trascendere il nostro modo di conoscere e comparare ci che appare
(fenomeni) con ci che , ovvero lessenza degli oggetti (noumeni).
La traslazione del metodo fenomenologico nel setting terapeutico richiede che lo
psicoterapeuta osservi attentamente il modo in cui il cliente si rivela (la
scelta delle parole, lo stile narrativo, il linguaggio corporeo, il tono della voce, il tono
emozionale, etc.). In base a ci, il terapeuta suggerisce possibili esperimenti o
esplorazioni che amplifichino determinati aspetti del contenuto narrato e pu fare
chiarezza sulle connessioni tra diversi elementi dellesperienza riportata dal cliente.
Pi complessa lapplicazione terapeutica del principio di parit: se nella conoscenza
scientifica lattribuzione di pari importanza ai dati , entro certi limiti, possibile, questo
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3 PRINCIPI TERAPICI
Possiamo certo sostenere che la terapia gestaltica, come ogni modello di terapia, la
risposta ad una domanda che emerge da un determinato contesto storico sociale.
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comune, invece, sia per il nevrotico che per il sano, rispondere alla maggior parte
delle situazioni che si presentano in maniera stereotipata e cio ricorrendo a modelli
appresi nel passato, perch allora funzionali, ora, in circostanze diverse potrebbero
rivelarsi inadeguati. Agli occhi del terapeuta gestaltico il rischio dellincertezza
nellassumere latteggiamento del qui e ora si rivela pi sano rispetto allutilizzo di
vecchi modelli nellaffrontare la vita; paradossalmente, nel lavoro terapeutico,
lincertezza che il paziente allinizio pu sperimentare in modo angosciante si rivela
una modalit creativa di stare nel mondo. Langoscia dellignoto, la paura del dolore, il
senso dellimpermanenza che portano la persona ad evitare un contatto pieno con la
realt che sta vivendo, lascia spesso il posto alla possibilit di sperimentare un senso
di presenza nella propria vita, necessaria ad agire in maniera efficace e adeguata.
3.2 CONSAPEVOLEZZA
La consapevolezza viene definita in psicoterapia della Gestalt come un esserci
pienamente, presenti ai sensi, allintenzionalit di contatto e alla carica di eccitazione
organismica che caratterizza la normalit
- Spanuolo Lobb
Un altro dei principi fondamentali della terapia della Gestalt la consapevolezza. Per
consapevolezza si intende qualcosa di pi della semplice comprensione o coscienza,
poich questi termini si riferiscono ad un livello prevalentemente cognitivo. Quando
parliamo di consapevolezza in ambito gestaltico facciamo riferimento ad un processo
che unisce i diversi livelli dellindividuo: quello cognitivo, quello sensoriale e quello
emotivo. Comunemente nella vita dellindividuo accade che questi tre livelli siano
sconnessi tra loro, ci non permette alla persona di essere in pieno contatto con
lesperienza.
La terapia della Gestalt, quindi, a differenza di altri approcci psicoterapici come quello
freudiano o quello cognitivo-comportamentale, non si focalizza unicamente sul
pensiero o sullazione, ma va in direzione dellintegrazione dei tre diversi livelli.
Questo fa s che si siano sviluppate numerose tecniche per porre il paziente in contatto
con ci che sta accadendo, pensando e sentendo qui e ora. La tecnica per eccellenza
proposta originariamente da Fritz Perls il continuum di consapevolezza. In questa
tecnica, apparentemente semplice, il paziente viene invitato ad entrare in contatto
con ci che sta accadendo dentro e fuori di se e a verbalizzarlo in maniera continua
(io qui e ora sono consapevole che). E una forma di lavoro pi sofisticata -scrive
Ferrara- rispetto alla libera associazione analitica. Il terapeuta offre soprattutto ascolto
e guida con piccoli tocchi, giusto quanto serve per riportare la consapevolezza nel suo
fluire naturale quando il paziente si interrompe o si perde nella distrazione evitante.
Piuttosto che essere guidato verso mete determinate, il paziente apprende attraverso
la sua stessa osservazione e il terapeuta interviene per sostenerlo quando in
difficolt.
Quando parliamo di consapevolezza utile fare riferimento ad un altro concetto:
quello di presenza. Essere consapevoli, infatti, significa stare nella situazione
presente in maniera aperta e attenta, senza distrarsi e senza accumulare eccessive
tensioni.
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4 DIAGNOSI E TRATTAMENTO
Dopo aver delineato i principi sostenuti dalla terapia della Gestalt possiamo introdurre
quelli che sono i risvolti pratici e applicativi nel trattamento e nella diagnosi dei
pazienti che si presentano nella consulta. LOMS propone una definizione al concetto
di salute: La salute non lassenza di malattia o infermit, ma uno stato di
completo benessere fisico, mentale e sociale.
Seguendo questa prospettiva la terapia della Gestalt si pone come obbiettivo non
quello di guarire o di riparare qualche disturbo quanto pi che altro quello di
permettere al paziente il mantenimento e lo sviluppo del benessere armonioso. Il
termine guarigione implicherebbe infatti uno stato di normalit, concetto che
contrario allo spirito stesso della Gestalt che valorizza il diritto alloriginalit.
dunque una terapia che si impronta sullidea di sviluppo personale, inteso come
espansione del potenziale umano, non avendo nulla a che vedere con un intento
normalizzatore che preclude la possibilit allindividualit stessa.
A chi rivolta dunque la Gestalt?
Questo tipo di terapia si pratica in contesti con obbiettivi differenti:
-In psicoterapia Individuale
- in psicoterapia di coppia
- in psicoterapia familiare
- In gruppi di terapia
- nellambito di istituzioni, come ad esempio scuole, ospedali pediatrici
- nellambito di imprese allinterno delle risorse umane
4.1 AMBITI
APPLICATIVI
La Gestalt ha trovato, nel corso degli anni, numerosi campi di applicazione. Essa ci
accompagna attraverso le avversit della vita, nelle situazioni pi diverse. Tra gli
ambiti di applicazione ritroviamo:
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4.2 DIAGNOSI
Per quanto riguarda la diagnosi, i terapeuti della Gestalt prendono in considerazione le
griglie di inquadramento nosografico, anche se necessaria una rivisitazione della
definizione di psicopatologia alla luce delle considerazioni proposte dallapproccio.
Infatti seguendo la prospettiva fenomenologica-esistenziale necessaria lanalisi della
specificit della situazione, il che non possibile attraverso una diagnosi nosografica.
Importante, nello stile di lavoro gestaltico, anche luso autodiagnostico che
emerge auspicalmente da un lavoro esperienziale abilmente condotto: la
comprensione cio, da parte dellinteressato, del come si ostacola nel processo
delladattamento creativo alle emergenti realt interiori o esterne.
Con il miglioramento di questo sentire - asserisce Perls in relazione allo sviluppo
della auto-consapevolezza emerger una conoscenza pi profonda, una psicoanalisi
delle caratteristiche della vostra personalit.
- Perls
La rigorosa subordinazione del momento diagnostico a quello terapeutico,
inoltre, porta a fare un uso discreto dellinquadramento diagnostico. Lo stesso
etichettamento diagnostico - come anche sostenuto dalla labeling theory - pu
comportare una stigmate squalificante con ulteriore difficolt nel processo di
adattamento e reintegrazione sociale dellindividuo nel contesto di appartenenza.
Tipicamente, I terapeuti della Gestalt considerano la valutazione ed il trattamento
come parti di un procedimento unificato (...) Uno studio attento, sotto il profilo
fenomenologico, del processo della formazione del significato della relazione
figura/sfondo consente la comprensione dellorganizzazione della personalit.
- Yontef
Nel ricorso a tipizzazioni diagnostiche il terapeuta sar anche influenzato dal
particolare background culturale di provenienza o da metodologie applicative usate
congiuntamente alla Gestalt. La formazione di Perls alla scuola di W. Reich ha
indubbiamente contribuito a focalizzare in particolare la ricerca sulla struttura del
carattere. Lobiettivo principale, infatti, di risalire dal sintomo emergente a quel
modo-di-essere-nel-mondo che rappresenta quella costellazione di vissuti ed agiti di
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cui il sintomo , appunto, segnale. In altre parole si tratta di passare dal fenomeno alla
struttura caratteriale che lo sottende.
Nella concezione di Perls (1947, 241) Il nostro scopo - attraverso la concentrazione
- di ristabilire le funzioni-Io, dissolvere la rigidit del corpo e lIo pietrificato, cio il
carattere. Uno strumento innovativo introdotto in particolare da Claudio Naranjo per
favorire la configurazione sintomatica in quadri caratteriali prevalenti si riferisce alla
Psicologia degli Enneatipi. Si rimanda al proposito alla pubblicazione trasdotta anche
in italiano come Carattere e Nevrosi (Astrolabio Ed., 1997).
4.3 TRATTAMENTO
I principi delineati precedentemente si traducono in un particolare metodo di
lavoro, di ispirazione fenomenologica che si avvale di un certo numero di tecniche. La
fenomenologia insiste sul vissuto spontaneo e soggettivo di ognuno, sulla descrizione
personale del fenomeno, senza interpretazioni, su un ri-sentito concreto qui e ora.
La terapia della Gestalt non per individuabile n descrivibile attraverso uninsieme
di tecniche, che prende spesso in prestito dallo psicodramma o da altri approcci. Non
si pu dunque sostenere di fare la Gestalt semplicemente applicando delle tecniche:
Lessenza della Gestalt non consiste nelle sue tecniche, ma nello spirito generale da
cui essa procede e che le giustifica. Possiamo quindi definire la terapia della Gestalt
come una sorta di filosofia della terapia, non comprensibile se non attraverso i principi
che sottendono alla stessa.
Una tecnica rimane pur sempre un espediente. Nella Terapia della Gestalt lavoriamo
per altre cose. Siamo qui per dare impulso al processo di crescita e sviluppo delle
potenzialit umane.
- F. Perls
Colui che pratica la Gestalt si mostra attivo e disposto ad intervenire nei confronti
del paziente, senza per essere direttivo: agisce e fa re-agire. Non decide da solo
la direzione del lavoro, ma pu essere considerato come una guida che mette a
disposizione del cliente la sua competenza, con lobbiettivo di accompagnarlo nel
corso dellesplorazione. La terapia dunque la co-costruzione di un significato,
che viene diretta dal paziente; lo scopo del terapeuta invece quello di
accompagnarlo alla ricerca di se stesso nel qui ed ora attraverso quello che in
un certo senso si pu paragonare a quello che Jung defin processo di identificazione.
Evidenziamo quindi, qui di seguito, i risvolti pratici che questi principi hanno allinterno
del colloquio:
1) Luso Del Tempo Presente. Sul significato filosofico del presente ci siamo gi
soffermati. Tali premesse si traducono nellinvito spesso rivolto allanalizzando di
esporre il suo racconto - sogno o anche rievocazione - non al passato ma al presente.
Con questa operazione non si intende operare una simulazione sul come se
lavvenimento si svolgesse adesso, ma al contrario si sottolinea il fatto che lepisodio
significativo adesso se nel presente che viene rievocato.
2) Comunicazione Diretta. Specie se si tratta di contenuti a tonalit emozionale pi
intensa, frequente constatare la tendenza a rifugiarsi dietro un messaggio allusivo
ed indiretto per evitare la comunicazione pi esplicita e diretta.
3) Assunzione Di Respons-Abilit intesa come abilit a rispondere che
notoriamente compete la condizione adulta. Pi che il comportamento, e la sua
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OBBIETTIVI
Il punto comune di queste tecniche che il loro obbiettivo non mira a modificare la
situazione esteriore, bens cerca di trasformare la percezione interna che il cliente ha
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dei fatti, delle loro interrelazioni e dei loro molteplici significati. Il lavoro mira dunque a
una rielaborazione del sistema individuale percettivo.
Un altro obbiettivo che si pone il terapeuta quello di sviluppare nel paziente la
capacit di stare nel qui e ora, di sviluppare la capacit di decidere, la capacit di
non fuggire dai problemi e affrontarli. Mira dunque a responsabilizzare il cliente, a
renderlo capace di affrontare i problemi quotidiani della vita.
Come possibile fare ci? Perls sosteneva che tanto pi una persona diventa
consapevole di se stessa, tanto pi imparer rispetto al suo s. Ed quindi questo il
compito del terapeuta: rendere possibile una piena consapevolezza di se da parte del
paziente di modo che egli stesso sia autonomo e capace rispetto ai problemi che
incorreranno nella sua esistenza.
Sar con te. Sar con te con il mio interesse, la mia noia, la mia pazienza, la mia
rabbia, la mia disponibilit. Sar con te [] ma non ti posso aiutare. Sar con te. Tu
farai quello che riterrai necessario.
- F. Perls
In conclusione possiamo sostenere che il fine della Gestalt sia quello di sottolineare il
dovere ad essere felici.
Siamo stati educati allidea che non si ottenga nulla senza sforzo, che sia necessario
soffrire per essere belle. A pensarci bene per ci possiamo rendere conto che forse non
cos come sembra. Come sostiene Ginger nel suo libro La Gestalt. Terapia del contatto emotivo, chi giova a scorticarsi le dita rastrellando la terra del giardino per
togliere i sassi? Malgrado tutti gli sforzi resteranno sempre delle pietre nella terra. Non
sarebbe forse meglio riservare le proprie forze per innaffiare dei fiori o meglio, per
piantarli?
chiaro a tutti quanto sia pi semplice sviluppare quello che si ha gi, piuttosto che
lottare invano contro i propri lati negativi. Con questo la Gestalt non intende sostenere
che sia possibile fare economia di lacrime e angoscia, quanto pi che altro che se in
un primo momento necessario soffermarsi sui momenti difficili del passato, non
bisogna per radicarsi su di questi. Rimuginare continuamente sui problemi dolorosi
non fa altro che rinforzarne il ricordo.
Vogliamo lasciarvi con un quesito aperto: A che scopo rievocare pi e pi volte un
dolore insopportabile? effettivamente efficace riaprire continuamente ferite,
facendole sanguinare, o forse meglio lasciarle chiuse mentre si cerca di pensare ad
altro (possibilmente qualcosa che ci renda felici)?
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5 BIBLIOGRAFIA
Luca Castellano. Come la Gestalt ci aiuta a vivere meglio
Serge Ginger e Anna Ginger. La Gestalt. Terapia del con-tatto emotivo
Serge Ginger e Anna Ginger. Iniziazione alla Gestalt. L'arte del con-tatto
Anna Guido. La psicoterapia della gestalt tra fenomologia ed ermeneutica
Frederick Perls La Terapia geltaltica parola per parola
Germana Prencipe. Il sogno nella terapia della Gestalt
Margherita Spagnuolo. Presentazione della Gestalt Therapy
Margherita Spagnuolo. Qui e ora
Daniel Stern. Il momento presente. In psicoterapia e nella vita
6 Sitografia
Associazione Faber - intervista
Cipog - Gestlt Therapy
Psychiatry On-Line
Centro Studi Terapia della Gestalt
Istitito di Gestalt - Italia