Animali

Si avvicina il periodo del

letargo: uno stratagemma
per superare l'inverno
risparmiando cibo ed energia Q uanti, da bambini, hanno
osservato con un misto di
curiosità e paura una tar-
taruga mentre scavava un
buco in giardino e scompariva, ri-
coperta di terra? Fiorivano allora
gli interrogativi: perché mai sep-
pellirsi volontariamente? E poi co-
me farà senza mangiare? Non mo-
rirà soffocata? Niente di tutto que-
sto, ovviamente. La tartaruga obbe-
diva a un preciso messaggio fi-
siologico che la spingeva ad adat-
tarsi al mutamento climatico in
arrivo con l’autunno. Si preparava
cioè al letargo, un meccanismo
complesso e per certi versi ancora
oscu-ro, durante il quale l’attività
metabolica viene rallentata per per-
mette- re all’animale di sopravvi-
vere per lunghi periodi di freddo
intenso. E’ un meccanismo proprio
di mammiferi, rettili e anfibi e, in
parte, di un uccello, il rondone, che
in particolari condizioni cade in una
sorta di semi-letargo, riducendo la
temperatura corporea interna.
Gli uccelli, in verità, hanno ov-
A cuor viato al problema della sopravvi-
leggero venza invernale con spettacolari mi-
grazioni: chi rimane combatte però
Sopra, il sonno
di un ghiro. i rigori del clima infoltendo il piu-
Durante il letargo maggio e arruffando le penne pro-
l'attività è ridotta prio per aumentare l’intercapedi-
al minimo e si ne di aria tra il corpo e l’esterno e
verificano notevoli potenziare l’effetto isolante. Molti
modificazioni uccelli poi, vanno incontro a una
fisiologiche: la vera e propria rivoluzione alimen-
temperatura del tare: durante il difficile inverno alpi-
corpo in un ghiro no, il fagiano di monte si nutre di
scende fino a
1 grado, contro aghi e gemme di abete, mentre lo
storno, che in primavera è insetti-

▼
i 35 del periodo
attivo, mentre la
frequenza del
battito cardiaco
passa da 450
a 35 pulsazioni
al minuto.

Dormiglione,
con giudizio

Buona notte
Un orso bruno.
A differenza
del ghiro, mantiene
la temperatura
del corpo a
30 gradi anche
durante il
letargo. Così può
riprendere
l'attività in caso
di pericolo.

Focus 7
Dormono soprattutto i mammiferi e, in particolare, i roditori più piccoli che vivono nelle zone dove in inverno il freddo è intenso
voro quasi al cento per cento, in
▼
autunno e inverno sceglie più spes-
so frutti e bacche. Ma sono il ron-
done europeo (Apus apus) e quello
americano (Apus aeronautes) a
cadere in un vero e proprio semi-
letargo in condizioni di grave mal-
tempo, di forte digiuno, o di en-
trambi i fattori. La loro temperatu-
ra interna scende da 40 a 20 gradi e
il consumo di ossigeno cala dell’80
per cento: questo letargo può cau-
sare anche una riduzione del peso
corporeo del 40 per cento e il ron-
done, in questi casi, resiste senza
cibo per una intera settimana.
Per i mammiferi, naturalmente, i
tempi sono diversi. Si tratta di at-
traversare indenni l’intera stagione
invernale, con una serie di “aggiu-
stamenti” energetici che consento-
no all’animale di sopravvivere. Per
molto tempo il letargo è stato con-
siderato solo come un
sonno profondo, ma di
fatto il fenomeno è più
com- plesso. Il letargo
infatti è una strategia di
economia energetica,
che permette ad alcu-
ne specie di centellina-
re le riserve lipidiche
accumulate in autunno,
in attesa che ritornino
le condizioni ideali per
il risveglio e la riprodu-
zione. Alle nostre lati-
tudini la stagione più
difficile è l’ inverno, ma
in altre regioni della Terra anche
un’estate troppo calda e secca può
causare ad alcune specie gli stessi
Il re dei
dormiglioni
Sopra, un ghiro in un
nido di foglie di quercia
e faggio, arrotolate
con erba e muschio.
Focus 8
Ma c'è chi preferisce l'insonnia
Una palla
che punge
Dorme e
A destra, un
riccio. Quando
sgranocchia
A sinistra, un
N on tutti i mammi-
feri rinunciano al-
la loro attività nei
nimo, con la difficoltà
ulteriore della pre-
senza della neve».
con oscillazioni molto
ridotte. Le tempera-
ture esterne, al con-
si avvicina moscardino mesi invernali. Utiliz- Ma è proprio sfrut- trario, raggiungono
l'inverno l'animale
avellinario. Il zando diverse strate- tando la neve che spesso valori molto
tappezza il nome ricorda gie, infatti, alcuni di alcuni micromammiferi bassi, con punte di -20,
nido con quello del cibo di loro riescono a rima- riescono a cavarsela. -30 gradi». Il cibo è
foglie e erba cui è ghiotto: la nere svegli e a procu- Le arvicole, in parti- comunque disponibile
secca, e si nocciola. Nel rarsi il cibo anche con colare l’arvicola ros- in discreta quantità.
appallottola linguaggio clima avverso. «Alle no- sastra (Clethrionomys La neve poi lo proteg-
su se stesso. scientifico infatti, stre latitudini», dice il glareolus) e l’arvicola ge dai concorrenti,
il nocciolo si biologo romano Osval- delle nevi (Chionomys che raramente sono in
chiama Corylus do Locasciulli, studio- nivalis), scavano gal- grado di scavare per
E' meglio avellana. so dei piccoli mammi- lerie sotto la neve, a raggiungere l’erba. «Il
stare a casa La coda? E' feri, «i problemi prin- contatto con il terre- fatto che i micromam-
Sotto, un topolino cipali sono le basse no, che consentono miferi rimangano sve-
domestico. una coperta temperature inverna- loro di sfruttare un gli durante l’inverno»,
A destra, uno li e le condizioni più microhabitat precluso dice Locasciulli, «gio-
In alternativa al
letargo, molti scoiattolo grigio difficili degli ambienti ad altri animali. ca anche favore di chi
preferiscono utilizza la folta montani. Gli animali «La neve è un buon i- sta più in alto nella pi-
rifugiarsi in una coda per che vivono nei boschi solante termico», dice ramide alimentare: i
casa riscaldata, avvolgersi e si trovano ad affron- Locasciulli, «tanto che rapaci che non migra-
dove anche il limitare la tare un ambiente in spesso la temperatu- no e i carnivori come
cibo abbonda. dispersione cui protezione e cibo ra a contatto del suo- martore, volpi, lupi e
del calore. sono ridotti al mi- lo è intorno a 0 gradi, gatti selvatici».
Costruisce sugli
alberi nidi
di foglie e rami.
problemi: certi piccoli roditori, per mana: la veglia dura di solito un
esempio, in assenza di prede pos- paio di giorni, poi scatta di nuovo il
Otto mesi sono cadere in un “letargo alla meccanismo del sonno. Alcune spe-
di sonno rovescia”, chiamato estivazione. In cie, come i ricci, talvolta approfitta-
A sinistra, un Europa capitò nel 1976, quando i no di questi intervalli per uscire
quercino, un ricci, non trovando cibo a causa di dalla tana e addittura per cambiare
parente del ghiro un agosto torrido, entrarono in una giaciglio. La durata del letar- go,
che costruisce
nidi anche nelle specie di pre-letargo per circa due ma anche la sua qualità, è dovuta
fenditure dei mesi. Terminata la calura oppressi- fondamentalmente al buon ac-
vecchi muri. Il va, si “svegliarono” giusto in tempo cumulo del cosiddetto “grasso bru-
letargo inizia a per far scorte alimentari e prepa- no”, che l’animale immagazzina tra
Nelle cantine come nelle caverne settembre e dura rarsi al letargo invernale vero e pro- le scapole e sul dorso. E’ una
A destra, alcuni pipistrelli. Cadono fino ad aprile. A prio. sostanza assai diversa dal “grasso
in letargo all'inizio di ottobre e si maggio nascono Anche tra i mammiferi, però, si bianco”, che genera molta energia,
svegliano periodicamente solo per bere. già le nuove incontrano notevoli diversità nella grazie all’alto contenuto di mito-
cucciolate. “qualità” del sonno. Lo scoiattolo condri (le sorgenti di energia nelle
(Sciurus vulgaris), per esempio, in singole cellule), e anche calore. Per
inverno rallenta la sua attività e si molti studiosi il grasso bruno è una
I chiamano
tedeschi con affettuosità lo
Siebenschlafer,
“dormisette”, per sottoli-
non smentirsi, dorme nelle ca-
vità degli alberi, appallottolato
in un letto di foglie. Si riprodu-
peratura ambientale.
Spiega la naturalista Giusep-
pina Cherubini: «Il ghiro va in
riore al metro». Cavità di albe-
ri, anfratti tra grosse radici,
fessure di rocce, ma anche
ritira nel nido, che ha ben fornito di
riserve alimentari. Non cade in un
vera e propria “ghiandola del letar-
go”, indispensabile per la soprav-
nearne il letargo di mesi.
E il ghiro in realtà è un
proverbiale dormiglione,
ce a partire da giugno e la ge-
stazione dura un mese. I picco-
li, da quattro a sei, vengono
letargo quando la temperatura
notturna scende a 7-8 gradi,
ma la fase più importante è
cassette nido per uccelli, sono
i luoghi ideali dove trascorrere
il letargo (quando però il ghiro
vero e proprio letargo, ma rimane
in una condizione di dormiveglia:
dorme un po’, poi si sveglia per
vivenza.
L’orso bruno (Ursus arctos), per
esempio, trascorre l’inverno ripa-
immagine stessa del allattati per tre settimane. Ver- quella definita di “pre-iberna- si rifugia nei solai, allora non mangiare e uscire dalla tana. Nel rato in ricoveri, in uno stato di se-
sonno e del torpore. so i primi di settembre, quando zione”, quando l’animale accu- dorme, e rimane attivo tutto l’ caso dell’ orso, invece, più che di miletargo indotto da fattori am-
Appartenente alla la temperatura esterna inizia mula il grasso nelle pareti del- inverno). letargo vero e proprio si parla di bientali che ne influenzano il si-
famiglia dei Gliridi, a scendere, il ghiro accumula l’addome, che garantirà la sua L’ibernazione non è un pro- sonno invernale, più o meno stema nervoso e quello endocrino.
lungo una ventina di un consistente pannicolo adi- sopravvivenza in inverno». I ghi- cesso continuo, ma è caratte-
centimetri coda esclusa, poso nutrendosi di semi, noci, ri più giovani, i più magri e i rizzata da periodici risvegli che profondo: il plantigrado, infatti, «Lo stato di immobilità», spiega il
il ghiro (Glis glis) si trova in ghiande e frutti con un alto nati nell’anno, hanno bisogno si verificano di solito verso la fi- non mangia né beve, ma la femmi- biologo Fabio Osti, tra i maggiori
Europa meridionale e centra- contenuto calorico. Il peso di di tempi più lunghi per fare ne del pomeriggio o nella pri- na partorisce e allatta i piccoli. studiosi europei della specie, «viene
le. Il suo habitat è costituito un soggetto adulto, che in e- scorta energetica e si addor- ma metà della notte, e sono L’elemento che scatena la pre- raggiunto gradualmente nella tana
dalle foreste di latifoglie, ma state va dai 70 ai 110 grammi, mentano per ultimi, talvolta particolarmente frequenti all’i- parazione al grande sonno è legato dopo 2 o 3 settimane dall’ingresso:
non disdegna parchi pubblici e può salire fino a 160 nei ma- anche alla metà di novembre. nizio e alla fine del letargo. Du- alla temperatura esterna: se questa durante questo periodo transitorio
Di tanto in tanto qualche volta anche i giardini: schi e 125 nelle femmine. «Spesso si trovano diversi nidi rante la breve veglia il ghiro scende sotto i 18-16 gradi, gli ani- (ma anche ad assopimento rag-
l'animale si ama accasarsi presso le dimo- La disponibilità di cibo è deter- raggruppati in un’estensione consuma nocciole, ghiande e mali entrano in ibernazione. La giunto) se disturbato, l’orso è in
sveglia e si nutre re dell’uomo e non è difficile minante per la buona riuscita limitata», spiega la dottoressa frutta secca che si è portato loro temperatura interna scende grado di riprendere temporanea-
di frutta secca e vederlo passeggiare nei solai, del letargo, e anche per la sua Cherubini. «Fino a 20 in uno nel nido come scorta. In gene-
semi, per non dove spesso si ferma anche durata. Il sonno invernale va spazio variabile da tre a dieci rale le fasi di sonno ininterrot- talvolta fino a un solo grado e il rit- mente l’attività». Durante lo sver-
perdere lo strato per trascorrere l’inverno. di solito da settembre-ottobre ettari. In alcuni casi, poi, il ghi- to durano da 20 a 29 giorni e mo cardiaco si riduce fino al 10 per namento, che in Trentino si protrae
di grasso che Il ghiro è attivo al crepuscolo e a marzo-maggio e viene note- ro scava la tana nel terreno, quelle più lunghe sono a metà cento delle pulsazioni normali. per circa 5 mesi (da metà novembre
avvolge il corpo. durante la notte: di giorno, per volmente influenzato dalla tem- di solito a una profondità infe- dell’inverno. Durante il letargo molti animali si a fine marzo), il metabolismo è
risvegliano circa una volta a setti- molto rallentato e il digiuno è com-
▼
Focus 9
 Anche il corpo si prepara: accumula uno spesso strato di grasso e la proteina che fa coagulare il sangue scompare
A letto, ma
con calma
Il biologo
trentino Fabio
Osti, con il calco
di un'orma di
orso. «Il letargo,
in questa specie,
viene raggiunto
progressivamente
in due o tre
settimane».
pleto. Studi americani sul grizzly
▼
hanno dimostrato come un orso di
200 chili di peso bruci in 160 giorni
di inattività circa 60 chili di grasso
accumulato in autunno, per un con-
sumo medio giornaliero di 400
grammi. In questo frangente si ve-
rifica un rallentamento del ritmo
cardiaco da 40-50 a 8-10 pulsazioni
al minuto e una riduzione della fre-
quenza respiratoria, mentre il con-
sumo di ossigeno si riduce della
metà.
«In Trentino, dopo la prima set-
timana di novembre, gli orsi non si
alimentano più e riducono l’attività.
Già alla metà di settembre hanno
cominciato a preparare il ricovero
invernale, che in genere è pronto a
fine ottobre. Alla fine
di marzo l’orso riemer-
ge dal letargo, ma
immediatamente dopo
il risveglio i suoi spo-
stamenti sono limitati
all’area circostante il
ricovero invernale». Il
grande mammifero è,
per dirla in gergo pugi-
listico, ancora groggy e
nel corso di queste pas-
seggiate esplorative
capita che si faccia
un’altra breve dormita
in giacigli improvvisati,
poco distanti dalla tana
invernale: che può
essere un’apertura
naturale della roccia, con un’ entra-
ta molto stretta, o una cavità scava-
ta alla base di grossi tronchi. La
femmina, che durante il letargo par-
torisce, cura la qualità della “ca-
mera del sonno”, rivestendola con
licheni, muschi e foglie secche.
Nelle tane invernali degli orsi
non si sono mai trovati escrementi e
urine e gli studiosi americani hanno
avanzato una interessante ipotesi al
proposito. L’orso nero americano
o baribal (Euarctos americanus)
durante il letargo non orina affatto,
non eliminando in questo caso i
rifiuti azotati sotto forma di urea. In
condizioni normali ciò provoche-
Focus 10
Un anticipo di sonno
Un orso bruno europeo.
Il bisogno di riposarsi cresce
sempre di più all'avvicinarsi
dell'inverno. Anche i movimenti
diventano molto lenti.
Case asciutte e ben protette
Sopra, la tana nella roccia di un orso
marsicano. A destra, l'ingresso del riparo
di un orso bruno, scavato sotto terra.
rebbe un pericoloso aumento di
concentrazione di sostanze tossiche
nel sangue. Ma il metabolismo
dell’orso nero ha ovviato all’incon-
veniente: l’urea viene riassorbita
dalla vescica e trasferita nell’inte-
stino dove alcuni batteri specializ-
zati la trasformano in aminoacidi,
che l’animale riutilizza per sintetiz-
zare nuove proteine. Dell’urea
viene utilizzato soprattutto il glice-
rolo, composto che deriva dalla
demolizione dei grassi ed è dispo-
nibile in grande quantità in un sog-
getto in letargo.
Un vero dormiglione è il riccio
(Erinaceus europaeus), che durante
il riposo consuma soltanto la metà
dell’energia impiegata in condizioni
normali. Quando la temperatura
esterna scende sotto i 16 gradi il
piccolo mammifero cade in letar-
go e il suo termometro interno
segna una brusca discesa: da 35 a 5
In gruppo
è meglio
A sinistra, una
marmotta alpina.
Si iberna insieme
a tutta la
famiglia in una
buca foderata
di fieno. Lo
scambio di
calore tra gli
animali aumenta
le probabilità di
sopravvivenza
degli individui
più piccoli e
di quelli che non
sono riusciti
ad accumulare
un sufficiente
strato di grasso.
Ha la seconda casa
A destra, una marmotta dal ventre giallo.
In inverno utilizza tane diverse da
quelle che abita nella stagione estiva.
Dieci metri di cunicoli e ampie stanze
per dormire tranquilli
della lettiera.
Condominio «Anche nel caso della marmotta
famigliare si parla di vero letargo», dice la bio-
A lato, il sistema di loga milanese Paola Ventura, che a
tane sotterranee questo mammifero alpino ha de-
di una famiglia di dicato molti studi. «Può durare fino
marmotte, costruito a sei mesi. Incomincia tra fine set-
per proteggere dal tembre e metà ottobre e il risveglio
freddo e dagli attacchi avviene tra fine marzo e i primi di
dei predatori. Gli
ingressi delle tane maggio. Gli animali che svernano a
vengono sbarrati quote più basse sono i primi a sve-
e quindi addirittura a un grado. Il dall'interno con fieno, gliarsi, e a cadere purtroppo spesso
battito cardiaco passa da 190-320 terriccio e pietre, preda dell’aquila reale». Il sonno
battiti al minuto a 3-15, con un solo per uno spessore che della marmotta sembrerebbe rego-
movimento respiratorio ogni due può raggiungere lato da una sorta di orologio inter-
minuti. Il nido del riccio è una sfera i due metri. La famiglia, no, controllato dall’ipofisi. Il mec-
di foglie ben ammassate che rag- che comprende fino canismo comunque non può
giunge spesso il diametro di mezzo a quindici individui, si innescarsi molto rapidamente. E’
riunisce in una
metro: al centro la temperatura camera. Il letargo dura necessaria infatti una fase di pre-
rimane tra 1 e 5 gradi indipenden- sei mesi. parazione, la “preibernazione” (che
temente da quella esterna e a que- ha inizio a metà settembre), in cui
sto efficace isolamento contribui- gli animali preparano il loro orga-
sce lo spessore, fino a 10 centimetri, nismo al letargo. L’attività giorna-
▼
Focus 11
L'alternativa? Emigrare lontano. ll letargo permette invece
di non lasciare casa propria
liera viene rallentata e gli animali
▼
tendono a contenere le uscite nelle
ore centrali del giorno. Gli adulti
riaprono le tane invernali, foderan-
dole di fieno: saranno i primi a riti-
rarsi, mentre i giovani continue-
ranno ancora per qualche giorno a
rimpinzarsi di cibo per accumulare
riserve lipidiche e anidride carbo-
nica, che porta a un’acidificazione
dell’organismo.
«Durante l’ibernazione infatti le
marmotte non mangiano», spiega
Paola Ventura, «e interrompono il
sonno solo per le necessità fisiolo-
giche. Il metabolismo è parecchio
modificato: la temperatura corpo-
rea passa da 39 a 5 gradi, e a partire
dai 10 gradi esterni il sonno diventa
totale. I riflessi sono soppressi e il
corpo è insensibile, con la respira-
zione che non supera i due cicli al
minuto». Le marmotte si di-
sidratano, vanno incontro a un’a-
trofia muscolare e perdono la metà
del loro peso. «In realtà non tutte le
modificazioni metaboliche del
letargo sono note. Ci si chiede come
si possa arrestare la crescita degli
incisivi, e come i parassiti si adegui-
no alla situazione di quiescienza».
I rettili? Soltanto se è strettamente necessario
E’ la temperatura a in-
fluenzare ogni attività
dei rettili, e quindi a spinger-
li in una condizione di letar-
go. Eterotermi (la loro tem-
peratura dipende da quella
esterna), alle nostre latitudi-
Sopra, la
lucertola può
resistere a
una temperatura
di -4 gradi. Solo
se il freddo è più
intenso entra
in stato di riposo.
Focus 12
Al risveglio le marmotte, magre e
indebolite, devono compiere un
notevole sforzo per togliere il
“tappo”, fatto di paglia, terriccio e
rametti, che chiude l’in- gresso della
tana. Poi brucano erbe purgative e,
solo in un secondo tempo, inco-
minciano ad alimentarsi normal-
mente. Dopo qualche giorno, recu-
perate le forze, ripuliscono la tana e
si preparano alla stagione ripro-
duttiva. ■
Mario Chiodetti
Unico tra gli uccelli
Sopra, un rondone. Cade in una
specie di letargo quando le condizioni
ambientali diventano proibitive.
Sopra, una famiglia di scoiattoli rossi.
A destra, un adulto ha interrotto il sonno per nutrirsi.
ni soggiacciono all’i-
bernazione per molti mesi,
pronti però a uscire se una
lizzano in inverno le riserve
accumulate alla fine della
bella stagione e, durante il
catore del museo di Storia
naturale di Milano. «Se però
gli inverni sono particolar-
legnaie, oppure buche appo-
sitamente scavate. La rana
rossa (Rana temporaria), per
giornata è particolarmente sonno, abbassano il loro li-mente caldi i serpenti soprat- esempio, normalmente terri-
tiepida. «Come avviene per i vello metabolico», spiega iltutto vanno incontro a note- cola, da metà ottobre a
mammiferi, anche i rettili uti- dottor Stefano Scali, ricer-voli rischi: con l’aumento marzo diventa acquatica e
della temperatu- per parecchi mesi rimane
ra esterna e di sotto il ghiaccio, respirando
conseguenza di per via cutanea.
quella corporea, Negli anfibi e nei rettili
aumenta il loro manca però un “dispositivo
consumo ener- di allarme” che caratterizza i
getico: se la tem- mammiferi ibernanti e che
peratura poi permette il risveglio dell’a-
scende brusca- nimale una volta raggiunta
mente muoiono la temperatura critica mi-
facilmente per nima. I rettili svernano più
l’esaurimento facilmente in gruppo e sono
delle riserve e- gli adulti a cadere per primi
nergetiche». in letargo, mentre gli anfibi
In Europa centra- trascorrono la cattiva stagio-
Sopra, una tartaruga terrestre: il suo sonno le e in America ne più facilmente in solitu-
può durare da cinque a sei mesi. settentrionale, dine, anche se qualche volta
anfibi e rettili si trovano gruppi numerosi
A sinistra, una vanno incontro a un sonno di rane e salamandre, in veri
vipera africana si invernale che dura dai cin- e propri dormitori. Non è
nasconde nella que ai sette mesi; all’estre- insolito poi scoprire strani
sabbia. Alcuni mo nord, invece, il fenomeno miscugli di specie come in
animali vanno in può durare fino a nove mesi. Inghilterra, dove una buca
uno stato simile I luoghi di rifugio sono vari: scavata nel terreno conte-
al letargo, per fessure sotto le pietre, inca- neva 40 vipere, 10 rospi e
sfuggire al caldo. vi di rami o di radici, formicai, numerose lucertole.
Tecnologia

Avremo in futuro la vettura

davvero sicura? Vediamo
che cosa
progettano
i ricercatori
delle maggiori
fabbriche
di automobili

Il pallone anti urto

Un tecnico controlla un air bag
appena prodotto. Questo
sacco a gonfiaggio istantaneo
in caso di urto si interpone

Crash
tra l'autista e lo sterzo.

U
n’auto, proprio per il fat-
to di muoversi, non potrà
mai assicurare al cento
per cento l’incolumità a
chi si trova al suo interno. Si po-
tranno costruire macchine più affi-
dabili, prevedibili, resistenti: ma il
comportamento del guidatore avrà
sempre un ruolo decisivo. Noi ab-
biamo introdotto già vent’anni fa i
dispositivi di sicurezza che oggi
tutti attuano: adesso abbiamo co-
minciato a studiare il fattore uma-
no», dice Soren Gyll, presidente del-
la casa svedese Volvo. E sorride:
«Il comportamento dell’automo-
bilista è spesso imprevedibile: solo
un italiano su quattro allaccia le
cinture di sicurezza, per esempio,
però tutti ora vogliono l’air bag».
E in effetti velocità elevate, ri-
Un esercito di uomini finti per salvare quelli veri presa, consumi ridotti, confort ed
estetica brillante non bastano più a
Sopra, scorta di manichini nel centro ricerche della Volkswagen: saranno usati far vendere un’automobile, specie
in incidenti simulati. Nella foto grande, le vetture dopo gli esperimenti.
in tempi di crisi. Chi sta al volante

▼
Focus 15

Sicurezza attiva e sicurezza passiva: la prima rende sicura
la marcia, la seconda protegge i viaggiatori negli incidenti
chiede sempre più sicurezza. Anzi,
▼
secondo un recente sondaggio, per
il 60 per cento degli italiani è pro-
prio la sicurezza la principale, o
comunque una rilevante motiva-
zione d’acquisto per un certo mo-
dello d’auto.
Così la concorrenza fra i costrut-
tori si attua anche applicando a
vetture medie e piccole quegli ac-
corgimenti fino a poco tempo fa
riservati solo ai modelli più costo-
si. A spingere in questa direzione
ci sono anche i governi europei.
Nel 1990, venti di essi hanno sot-
toscritto una dichiarazione di in-
tenti per ridurre gli incidenti stra-
dali di almeno il 10 per cento entro
il Duemila. Vediamo come si svol-
ge questa concorrenza, e a quali ri-
sultati pratici porta.
● Saperne di più
Ogni gruppo automobilistico ha
creato vere e proprie banche dati
per raccogliere ogni tipo di infor-
mazione su incidenti reali. In Fran-
cia la collaborazione fra Renault
e Psa (cioè Peugeot e Citroen) ha
prodotto un archivio nel quale
sono stati catalogati 10 mila inci-
denti, tutti con morti e feriti, che
sono stati studiati in ogni minimo
particolare della loro dinamica da
medici, ingegneri, poliziotti ed
esperti di viabilità. Anche la
Volkswagen sta realizzando un
progetto analogo, insieme con
l’università di Hannover. Rico-
struendo al computer gli incidenti
“classificati” si cerca non solo di
scoprire che cosa è avvenuto dopo
l’urto, ma soprattutto quello che
è successo prima, in modo da defi-
nire interventi tecnici di tipo pre-
ventivo. Per esempio, come ac-
celerare i tempi di frenata in caso
di tamponamento a catena in un’
autostrada.In pratica, trovare il
modo affinché l'autista si accorga
dell'ostacolo “prima” rispetto a
quanto accade di solito oggi.
«E’ ovvio, comunque, che anche
con l’aiuto delle banche dati resta-
no tipi d’incidente che sfuggono a
ogni classificazione», ammette
▼
Focus 16
L'automobile a prova di incidente ancora non esiste.
Ma quella, ideale, rappresentata in questa pagina, ha in sé
il meglio dell'attuale tecnologia per la sicurezza. Ecco
come funzionano le sue varie parti, e chi le ha realizzate.
1 - Cinture salvavita
Soprattutto in città (dove, in
Italia, si verifica il 43 per cen-
to di tutti gli incidenti morta-
li e il 69 per cento di quelli
con feriti) l’uso delle cinture
di sicurezza -«ignorato alme-
no dal 75 per cento degli au-
tomobilisti», sottolinea l’inge-
gner Dante Bigi, della Fiat- è
essenziale per ridurre le con-
seguenze di un urto. L’ultimo
perfezionamento è rappre-
sentato dalle cinture con pre-
tensionatore: un dispositivo,
normalmente azionato (ana-
logamente all’air bag) da un
accelerometro collegato a
una piccola carica, che in ca-
so di urto tende immedia-
mente le cinture stesse con-
tro il corpo del guidatore o
dei passeggeri. Si evita così
quel momento di ritardo nel
bloccaggio che è accusato
dalle normali cinture e che
può bastare, se l’urto è ap-
prezzabilmente forte, perché
l’uomo vada a battere con il
capo contro il parabrezza.
Nella foto sotto: esperienze
con cinture di sicurezza alla
Renault.
2 - Barre laterali
Le barre di rinforzo laterali, nello spessore delle
portiere, rappresentano una difesa passiva
soprattutto nel caso di urti contro pali e motociclette
(contro un’altra auto che piomba in velocità addosso
a una fiancata non possono invece fare molto).
Nella foto a destra: test di deformazione laterale,
in seguito a urto, alla Mercedes.
6 - Air bag L’air bag, il sacco parabrezza. Tutto avviene in meno di
gonfiabile già “op-
tional” di lusso e ora disponibile anche
150 millisecondi, il classico batter d’
occhio, secondo questa sequenza:
per vetture medie e piccole, protegge
il guidatore e il passeggero anteriore in
caso di urti frontali (ma sono allo stu-
dieci millisecondi dopo l’urto, quando
l’uomo comincia a essere scagliato in
avanti, viene attivata la carica gasso-
dio airbag per gli urti laterali). Il suo sa. A 20 millisecondi, la sacca si
funzionamento dipende da un acce- proietta verso l’uomo, sempre in movi-
lerometro che, quando rileva un’acce- mento in avanti. A 40 millisecondi, la
lerazione repentina (spia di un urto) sacca è completamente gonfia; a 80,
alla velocità minima di 35 km/h, e solo l’auto è ferma e la faccia dell’uomo
in quel caso, provoca l’emissione i- urta la sacca, che comincia a disper-
stantanea di una carica di gas, a base dere gas per attutire l’urto. Dopo soli
di azoto. Questi gas gonfiano una sac- 120 millisecondi, guidatore e passeg-
ca che, fuoriuscendo dall’alloggia- gero sono già tornati all’indietro e la
mento nel corpo centrale del volan- sacca è sgonfia. Nella foto a sinistra:
te, si interpone tra il volto del gui- lo schema del funzionamento dell’air
datore o del passeggero, il volante e il bag, al centro studi della Volvo.
Il procon-ten è un sistema integrato di sicurezza
5 - Procon-ten passiva messo a punto dalla casa tedesca Audi:
in caso di urto frontale a una velocità superiore ai
25 km/h, provoca l’allontanamento del
piantone dello sterzo dal guidatore e la
contemporanea tensione istantanea
delle cinture di sicurezza. Il dispositivo è
azionato da cavi d’acciaio che vengono
1 tesi dal gruppo motore-trasmissione,
spinto all’indietro dall’urto. Nella foto a
destra: l’analisi al computer dei danni
6 provocati da un urto (crash test).
4
5
2 4 4 - Deformazione controllata
Un’auto totalmente rigida non pro-
tegge affatto i suoi occupanti. Sol-
tanto l’abitacolo deve essere irri-
gidito (da longheroni, montanti e
traverse di forme e strutture parti-
colari). Anteriormente e posterior-
mente a esso, invece, longheroni “a
deformazione programmata” (in grado
cioè di piegarsi quasi a fisarmonica)
assorbono l’energia di un urto, disper-
dendola gradualmente lungo l’abita-
colo e non contro di esso. Nella foto
sotto: le zone di deformazione con-
3 trollata in una Volvo.
Realizzato dalla casa attuatore del freno, ridandole così libertà di
3 - Abs tedesca Bosch, è il si- rotazione. Se questa accelera troppo, il
stema antibloccaggio computer interviene all’inverso. Ripetuto
delle ruote: si basa su sensori elettroma- su tutte e quattro le ruote, anche dieci volte
gnetici, collegati con le ruote, che rilevano in un secondo, questo processo provoca
la velocità di rotazione di queste ultime, e una efficace modulazione della frenata.
inviano in continuazione i dati a un micro- Essenziale su ghiaccio, strade bagnate o
computer. Quando, in frenata, una ruota superfici scivolose. Nella foto a sinistra:
rallenta più delle altre (ossia, sta per bloc- prove di Abs-Bosch sulla superficie ghiaccia-
carsi), il computer sblocca il relativo cilindro ta di un lago, nella Svezia settentrionale.
Focus 17
Arriva l’air bag
laterale: ci
difende dagli
urti contro
la fiancata
▼
Philippe Ventre, responsabile degli
studi alla Renault. «Di fatto è im-
possibile prevedere le difese con-
tro tutti i pericoli: però grazie alle
banche dati possiamo incidere sui
rischi maggiori».
● Primo, prevenire
I tecnici la chiamano “sicurezza
attiva”, o “primaria”, ed è l’insie-
me di tutto ciò che può rendere
sicura e confortevole la guida: te-
nuta di strada, impianto frenante,
dispositivi di illuminazione, visibi-
lità e così via. Il cambio automati-
co, per esempio, contribuisce alla
sicurezza attiva perché è molto più
pronto dell’uomo, in caso di emer-
genza, nella scelta rapida della
marcia corretta. La prevenzione
più efficace è, comunque, quella
che si fa sulle ruote, soprattutto
con il sistema Abs, che impedisce il
bloccaggio delle ruote in frenata:
solo se le ruote conservano un mi-
nimo di libertà di movimento infat-
ti la traiettoria dell’auto può esse-
re controllata con lo sterzo, senza
contare che una gomma in rota-
zione frena molto più efficace-
mente di una bloccata. Importante
è il ruolo anche delle “sospensioni
attive” (controllate elettronica-
mente da microprocessori, si adat-
tano in maniera automatica alle
variazioni del fondo stradale, con
grande vantaggio per la tenuta di
strada) e delle quattro ruote ster-
zanti, una tecnologia attualmente
in fase di sviluppo.
● L’auto che parla
Si chiama Prometheus, ed è un
programma internazionale, cui
partecipano 18 costruttori europei:
prevede la messa a punto di un
sistema integrato e “intelligente”
nel quale veicoli, uomini e strade
potranno dialogare fra loro. Tra-
smettitori automatici aggiorne-
ranno in continuazione i guidatori
su traffico e viabilità (segnalando
alle auto incidenti, code o situa-
zioni di pericolo), mentre i veicoli
saranno dotati di sistemi radar au-
tonomi (per esempio antinebbia)
capaci di attivare i freni in maniera
autonoma, in caso di bisogno. In
Focus 18
Italia molto avanzate sono le ricer-
che della Gilardini, che proprio
per Prometheus ha realizzato un
radar anticollisione con una por-
tata di 160 metri, e un sistema di
navigazione - il Venus - che ha in
memoria una serie di mappe, pre-
sentate su uno schermo: il sistema
assiste l’automobilista in difficoltà,
localizzando in ogni momento sul-
le carte la posizione del veicolo,
con un’approssimazione di una
quindicina di metri.
● E alla fine, proteggere
Quando nulla riesce a scongiu-
rare un incidente, viene il momen-
to della sicurezza “passiva”, cioè
della protezione pura e semplice
dei passeggeri. Cinture, air bag, a-
bitacoli indeformabili, barre di
protezione: sono molti i capisaldi
di questa sicurezza “passiva”. «I
Pupazzi costosi
Un tecnico controlla un
manichino usato negli scontri
simulati tra auto. Il costo
di questi “pupazzi” può superare
anche i 100 milioni di lire.
Grandi e piccole Serbatoi
Prova di scontro tra due flessibili
vetture Renault, una grossa Un serbatoio
Safrane e una utilitaria Twingo. in plastica per
L’abitacolo di quest’ultima il carburante,
rimane intatto come quello
della vettura più grande. allo studio in
un centro di
ricerche della
I diritti dei pedoni Volkswagen.
E' sottoposto
Prova di frenata di un'auto a un test di
che ha di fronte un pedone, alta pressione
nel centro di ricerche della per valutarne
Renault. I frontali sagomati la resistenza.
Con le cinture, drastico calo del rischio
in maniera sfuggente sono Nil Bohlin, l’ingegnere che nel 1958 inventò le cinture di sicurezza
i più sicuri per i pedoni. a tre punti: il loro uso riduce di 2,3 volte il rischio di morte.
Giù dal
grattacielo campi ancora da esplo- sommano gli urti latero-frontali, si
L’illustrazione rare sono però altret- arriva al 70 per cento. Il rimanente
a destra mostra Testa tanto numerosi», dice 30 per cento è suddiviso fra urti
efficacemente Soren Gyll. «Il progres- laterali (circa il 25 per cento), tam-
il rapporto che Collo so più prevedibile, a ponamenti e ribaltamenti».
esiste tra energia Torace breve termine, sarà pe- Le soluzioni tecnologiche ven-
sviluppata in Arti rò costituito dalla intro- gono messe a punto con l’ovvio
uno scontro tra superiori duzione dell’air bag ausilio dei computer, che simulano
auto e la loro Addome laterale, nelle portiere. ogni tipo di incidente, e le sue con-
velocità. Se lo
scontro avviene Pelvi E’ un progetto cui alla seguenze su veicoli e utenti. Le
a 30 chilometri Volvo stiamo lavoran- simulazioni hanno però bisogno
l’ora, l’energia do da tre anni, e contia- sempre di una verifica dal vivo,
è quella che si Arti inferiori mo di inserire il sistema alla quale provvedono le prove
registrebbe se nei modelli di serie a d’urto, cioè i crash test, secondo la
la vettura partire dal 1995». terminologia anglosassone. In que-
cadesse da un «Lavoriamo in parti- ste prove ogni anno le maggiori
edificio Occupanti di Pedoni Ciclisti Motociclisti colare per accrescere la case automobilistiche sacrificano
di 1-2 piani, ma autovetture sicurezza della vettura centinaia di veicoli, recanti a bordo
se esso avviene
a 150 chilometri in caso di urti frontali», sofisticati manichini umanoidi, che
l’ora, è come se Sulla strada, a ognuno i suoi traumi dice Wolfgang Albers, vengono mandati a urtare barriere
la stessa vettura L’illustrazione indica dove si verificano, in percentuale, le lesioni della Volkswagen. «Questi rappre- rigide, o altri veicoli, simulando
cadesse da nelle varie parti del corpo in caso di incidente stradale. Lo studio sentano più del 30 per cento di ogni tipo di incidente. ■
25-30 piani. è della facoltà di medicina dell’università di Hannover. tutti gli incidenti. Se a questi si Giuseppe Dicorato
Focus 19
Salute
Secondo alcuni, è quasi un veleno. Secondo altri, non si può
vivere senza. Vediamo cosa dicono medici e nutrizionisti

Carne o no?
Se mancano
non c'è vita
Cristalli di
fenilalanina,
uno degli
aminoacidi
essenziali.
Questo tipo di
aminoacidi non
è prodotto dal
corpo umano e
perciò deve
essere assunto
con gli alimenti.

Nel fegato
e nelle uova
Cristalli di Anche nei
vitamina B12.
E’ contenuta vegetali
solo negli Cristalli di
Tutti nella carne
alimenti di isoleucina, Cristalli di treonina. Gli
origine animale. un altro degli aminoacidi essenziali si trovano
La sua mancanza, aminoacidi in molti alimenti, ma solo la
oltre all’anemia, essenziali carne li contiene tutti insieme.
può provocare per l’organismo
degenerazioni umano. Si
dei tessuti trova anche
del sistema in numerosi
nervoso. vegetali.

Scorie dannose per l’organismo

Nella foto grande, un taglio di
carne. I vegetariani sostengono che
le sue scorie restano troppo a
lungo nel nostro sistema digerente.

Focus 20 Focus 21

L’uomo è nato
vegetariano.
Ma più tardi
scoprì la carne
H
a ragione il ministero
americano dell’Agricol-
tura oppure l’Organizza-
zione mondiale della sa-
nità? Il primo ha disegnato la pi-
ramide della perfetta alimentazio-
ne: una larga base fatta di cereali
(pane, pasta e riso), seguita da una
quantità minore di frutta e verdu-
ra; dopo questa, una fascia ancora
più ristretta fatta di carni, formag-
gi e latte; infine un limitato vertice
del triangolo contenente grassi,
dolci e zucchero. La seconda ha di-
chiarato sul suo giornale, La santé
du monde: «Un’alimentazione fat-
ta di soli vegetali può sviluppare i
muscoli, produrre energia e dare
forza come un’alimentazione con
cibi di origine animale».
Sono due tesi opposte,
dietro alle quali si schiera-
no due eserciti, fatti o-
gnuno di medici, fisiologi,
nutrizionisti e salutisti con-
vinti ognuno di stare dalla
parte del giusto: da una
parte i vegetariani (in Ita-
lia circa 600 mila) e dall’
altra gli onnivori. E’ un
dibattito vivacissimo.
«La carne è un impor-
tante alimento protettivo:
contiene gli aminoacidi es-
senziali, la vitamina B12,
ferro facilmente assimila-
bile e acidi grassi insaturi,
necessari per lo sviluppo
cerebrale: gli stessi conte-
nuti nel latte materno», so-
L’alternativa verde
Un assortimento di
prodotti vegetali.
Secondo i
vegetariani, l’uomo
vi trova tutti gli
elementi necessari
per una completa
alimentazione.
Focus 22
stiene Giovanni Ballarini, preside
della facoltà di Medicina veterina-
ria dell’università di Parma, autore
del saggio Elogio della carne. E
infatti l’uomo mangia carne da
almeno un milione di anni.
La disputa parte però da più
lontano. «L’uomo è nato vegeta-
riano, tanto è vero che lo sono an-
cora le scimmie antropomorfe. Fu
costretto a mangiare carne in un
periodo in cui le condizioni clima-
tiche non permettevano di trovare
vegetali a sufficienza. Oggi non è
così e quindi dovremmo tornare
alle origini», dicono i nemici della
carne. «L’uomo prese a mangiare
carne quando capì che essa forniva
un’alimentazione più ricca e com-
1 3 Nascita di una bistecca
2 5 6
Il processo che
crea le nostre
bistecche.
1. Una mucca per 5. La carne è
la produzione di 7 8 sistemata nei
vitelli da carne. frigoriferi per
2. Il vitello viene la frollatura.
nutrito anche 6. Gli esperti
con la birra. 3. Perché la
4 carne sia più esaminano
tenera, il vitello la carne per
stabilirne le
Un modo di vivere nato in Oriente è massaggiato
con grandi caratteristiche
spazzole per 40 7. L'assaggiatore
Idilpraticato
vegetarianesimo è
da migliaia
anni in Oriente, so-
tenenti alla Chiesa bi- fondendo il pensiero
blica cristiana decisero vegetariano anche nel
di escludere la carne nuovo continente. Nel
minuti al giorno.
4. L'animale
esprime le sue
valutazioni
sulla qualità
prattutto da buddisti e dalla loro alimentazio- 1908 sorse la prima viene avviato alla
macellazione. della bistecca.
zoroastriani e dalle al- ne. La prima organiz- Associazione interna-
tre religioni che credo- zazione vera e propria zionale vegetariana, Siamo nella 8. La carne è
no nella trasmigrazio- di vegetariani nacque, che riunì in un'unica regione francese giunta sul
ne dell'anima da un sempre a Manchester, organizzazione una del Perigord. banco di vendita.
essere all'altro. Sem- nel 1847. trentina di associazio-
pre nell'antichità, in Nel 1871, 41 membri ni nazionali. pleta: così poteva riprodursi più a 70 grammi di formaggio, a 75 nemia. I vegetariani obiettano, tut- tetti, nei riguardi del cancro, rispet-
Occidente lo pratica- della chiesa biblica e- La cucina degli Hare spesso e fare figli più robusti. Que- grammi di prosciutto o di bresaola. tavia, che è difficile rimanere privi to a chi mangia carne in maniera
rono Pitagora (che pe- migrarono negli Stati Krishna, una setta sto voleva dire maggior successo Resta il fatto che le proteine vege- di ferro, perché esso è comunque esagerata. Esempi? Tanti. Gli Av-
rò vietava ai suoi di- Uniti, a Filadelfia, dif- religiosa vegetariana. nella competizione tra le specie. tali non sono in genere sufficienti, contenuto in molti vegetali (spina- ventisti del settimo giorno sono una
scepoli di mangiare Risultato che è stato raggiunto», e ciò vale per tutto l’arco della vi- ci, cavoli, granoturco, fagiolini). E’ comunità religiosa esclusivamente
fave), Platone, Plutar-
co, Ovidio, Seneca, e ribattono i sostenitori della carne. ta». Solo la carne, infatti, contiene vero, invece, che un esagerato con- vegetariana. Ebbene, presso di loro
Diogene. Qual è la verità? «Bisogna di- insieme tutti gli otto (nell’infanzia sumo di carne ha molte controin- la mortalità per tumore diminuisce
Il vegetarianesimo oc- stinguere. Si può anche rifiutare la dieci) aminoacidi essenziali all’or- dicazioni. «Non c’è dubbio che i del 40 per cento, soprattutto in rife-
cidentale moderno na- carne. Un altro conto è escludere ganismo per fabbricare le sue pro- vegetariani siano molto più pro- rimento al cancro alla mammella e
sce nel 1809 in Inghil- in blocco gli alimenti di origine ani- teine. Inoltre, solo la carne fornisce all’intestino».
terra, a Manchester: male», spiega Paola Zunino, pri- la vitamina B12, dalla quale l’orga- Vediamo allora cosa succe-
quell'anno, gli appar- mario del servizio di dietologia nismo ricava il ferro per l’emoglo- de all’organismo umano, nelle
presso l’ospedale Galliera di Ge- bina e senza il quale si cade nell’a- fasi più importanti della sua
nova. «Il nostro organismo ha as- vita, con un tipo di alimenta-
solutamente bisogno di proteine zione e con l’altro.
nobili, cioè di origine animale. Ciò ● In gravidanza. «Mentre
non significa che la bistecca sia in- il bambino è nel ventre mater-
sostituibile. Cento grammi di carne no è meglio che la madre non
▼
equivalgono a 150 grammi di pe-
sce, oppure a due uova e mezzo, o
Focus 23
L’adulto può
eliminare la
carne, ma non
le proteine
mangi carne, o ne riduca il consu-
▼
mo», dice Giuseppe Cocca, re-
sponsabile scientifico dell’Associa-
zione vegetariana italiana. «Que-
sto per evitare l’albuminuria: i reni,
infatti, affaticati dalla necessità di
smaltire le scorie della madre e del
figlio, non ce la fanno a rimettere
in circolo le proteine e le espellono
con le urine». E’ proprio così? «In
realtà le proteine della carne sono
necessarie per costruire la placen-
ta», ribatte Paola Zunino. «Certo,
mangiando solo frutta a verdura
la gravidanza va avanti lo stesso,
ma se la placenta non funziona bene
il bambino sarà meno nutrito».
● La crescita. E’ possibile alle-
vare e far crescere bene un bam-
bino senza fargli mai mangiare ali-
menti di origine animale? «Nelle
età in cui un bambino si sviluppa la
carne è essenziale perché contiene
arginina, l’aminoacido che spinge
l’ipofisi a produrre l’ormone della
crescita», spiega Giovanni Balla-
rini. Nei primi sei mesi di vita il
bambino ha bisogno di circa due
grammi e mezzo di proteine per
ogni chilo di peso. Queste proteine
hanno il compito di fabbricare tes-
suti, ossa, masse muscolari. «Le
proteine di migliore qualità sono
proprio quelle animali», spiega
Giuseppe Ferrari, primario di pe-
diatria presso l’ospedale Mauri-
ziano di Torino. «Infatti il bambino
è perfettamente predisposto per
assimilare gli alimenti che le con-
tengono, a cominciare dal latte
materno. Certo, si può allevare un
bambino solo con vegetali, ma al-
lora a essi bisogna aggiungere cal-
cio, ferro, vitamine e oligoelemen-
ti, e si può benissimo fare, altri-
Attenzione alle fave
Ite.vegetali sono in genere asso-
ciati al concetto di buona salu-
Per strano che possa sembra-
re, però, anche alcune verdure
hanno le loro controindicazioni.
● Asparagi, verze, cavoli, cavolini
di Bruxelles, spinaci e cime di ra-
pa, favoriscono i calcoli renali.
● Una eccessiva ingestione di ci-
liegie, o una grossa melagrana,
una grande spremuta di pompel-
mo o di limone, possono scate-
nare una gastrite.
Focus 24
menti il bambino non
cresce bene, nel
corpo e nel cervello». prevalgono i vegetali, si riduce il colesterolo.
Anche un convinto
sostenitore del-
l’alimentazione
vegetariana come
Luciano Proietti,
chirurgo pediatra al-
lo stesso Maurizia-
no, avverte i rischi
che può comportare
una drastica dieta
vegetariana per i
neonati: «E’ possibi-
le escludere comple-
tamente alimenti di
origine animale, ma
allora metà delle ca-
lorie necessarie deve
venire dal latte ma-
terno. Per crescere
bene senza mangia-
re carne, un neonato
deve prendere il lat-
te dalla madre fino
a dodici mesi e man-
giare, insieme a qual-
che uovo e un po’ di
formaggio, anche ce-
reali integrali in
chicchi, farine, verdure, legumi».
● Per adulti. Più contrastanti le cie. Al contrario di quanto accade
opinioni quando si parla dell’ali- nelle proteine animali, esse con-
mentazione degli adulti. Dice tengono più arginina che isoleuci-
Bruno Fedi, primario dell’ospeda- na, e l’arginina è più adatta a difen-
le di Terni: «Le proteine e gli ami- dere l’organismo dal colesterolo e
noacidi di origine vegetale sem- dall’arteriosclerosi». Secondo i
● Le più pericolose in assoluto
sono però le fave. Questi legumi
tipicamente mediterranei possono
provocare l’anemia emolitica a-
cuta, cioè una patologica distru-
zione dei globuli rossi, più nota
come favismo. Le vittime sono in
genere soggetti già predisposti:
si manifesta con pallore, diarrea,
nausea e vomito; il sintomo più
serio è la presenza di sangue
nelle urine. Nei casi più gravi il
favismo può essere fatale.
Arterie più pulite
Frutta e verdura. Se nell’alimentazione
Rischio
cancro
Umberto
Veronesi: meno
rischio di tumori
con la dieta
vegetariana.
Crescita
difficile
Giuseppe
Ferrari: senza
proteine animali
non c'è crescita
equilibrata.
brano più idonei alla nostra spe- -
vegetariani, dopo i 40 anni la carne
potrebbe sparire completamente
dalla tavola. «L’organismo a quel
punto è già costruito e non ha più
bisogno di sostanze plastiche. La
fatica che i reni debbono fare per
eliminare le proteine si risolve in
un danno per tutto l’organismo.
Un’alimentazione molto varia, con
cereali, frutta, verdure, con l’ag-
giunta di un po’ di burro o di for-
maggio è il miglior sistema per pre-
venire l’invecchiamento».Tuttavia
una certa quantità di proteine ani-
mali sembra essere sempre neces-
saria anche per l’adulto. «Senza di
Vegetariani?
Un mondo
S i fa presto a dire vegetariani.
In realtà le correnti di pensie-
ro sono molte di più.
■ Latto-vegetariani. Mangiano
frutta, verdura, qualche formaggio
e bevono il latte.
■ Latto-ovo-vegetariani. Si com-
portano come i latto-vegetariani,
ma alla loro dieta aggiungono an-
che uova (escluso il caviale: biso-
gna uccidere il pesce)
■ Fish-vegetarian. Mangiano di
tutto, pesci compresi, a esclusio-
ne della carne.
■ Vegetaliani. Si nutrono esclusi-
vamente di frutta e verdura. Più
che una scelta alimentare è una
filosofia: chi la pratica sul serio
non porta accessori di cuoio e in-
dossa abiti in fibre vegetali.
■ Crudisti. Si nutrono soltanto di
alimenti crudi considerati più vita-
li e più sani. Di fatto i crudisti so-
no spesso anche vegetariani e fi-
niscono per mangiare solo insa-
late miste e frutta.
■ Fruttariani. Mangiano solo frut-
ta perché ritengono che solo così
il mondo vegetale sia veramente
rispettato.
La soia esse può in-
non basta sorgere l’a-
Franco Balzola: nemia, il fe-
per chi svolge gato si am-
lavori pesanti mala, i mu-
la carne è scoli si con-
necessaria. sumano, la
pelle e le mu-
cose soffrono. E quelle proteine
non debbono per forza venire
dalla carne: basta mangiare anche
pesce, formaggio o uova», sostiene
Paola Zunino.
● Riservato agli sportivi. Nella
dieta di molti atleti alcuni medici
sportivi hanno ridotto le proteine
animali a quelle che possono esse-
re contenute in un cucchiaio di
parmigiano per gli spaghetti, o in
una polpetta. Franco Balzola, pri-
mario di dietologia all’ospedale
delle Molinette di Torino, osserva
però: «Lo sportivo ha una massa
muscolare maggiore rispetto alla
norma, e per sostenerla ha biso-
gno di assumere più proteine. La
carne è l’alimento che viene mag-
giormente assorbito, ed è il più
idoneo soprattutto per chi ha biso-
gno di sostanze nutritive di imme-
diata assimilabilità. Lo stesso di-
scorso vale per tutti quelli che svol-
gono attività fisica molto intensa: a
mio avviso, pasta e fagioli, soia e
germe di grano non bastano né al
tennista né al muratore». ■
Rossana Pessione
ha collaborato Marisa Di Bartolo
 Scienza - Biologi e antropologi hanno identificato gli ingredienti che consentono di trasformare un uomo in un "morto vivente"?

Riti venuti Senza più

dall'Africa volontà
A lato, un bagno A fianco, Francine
secondo il rituale Illeus (a sinistra
vudù nel fango nella foto) e
del Bassin Clairvius
St.Jacques, ad Narcisse,
Haiti. In basso, fotografati ad
un'altra Haiti dopo una
immagine della "zombificazione"
possessione All'inferno e ritorno durata molti anni:
vudù. Il culto è in quel periodo i
praticato in tutte Francine Illeus e, sotto,
il suo certificato di morte, due erano stati
le Antille, e si praticamente
ricollega a un stilato ad Haiti nel 1976.
privati della
altro culto volontà e ridotti
africano, detto in schiavitù.
"zar", dal nome
di uno spirito
che si ritiene
aver preso
possesso di una
persona, in
genere una
donna. Anche la
riduzione di una
persona in zombi
fa parte zombi. «In realtà non mi fece un te, la notte successiva. Dopo esse- Questa è
di questi riti. effetto particolare», racconta lare stato visitato da due medici, uno la mia tomba
dottoressa Cucchi. «Conoscevo giàdei quali americano, ne viene sti-
i retroscena chimico-farmacologi-lato il certificato di morte, dopo Narcisse accanto
ci di quel fenomeno. Di certo, lache il suo corpo è stato riconosciu- alla tomba
nella quale fu
cosa che più mi colpì, fu vedere to ufficialmente dalla sorella e da sepolto, dopo la
quel contadino, dignitosamente alcuni partenti. In seguito ne fu dichiarazione di
conservato il corpo a bassa tempe-
vestito, con l’abito della domenica, morte. Il suo
sedere tranquillamente nella salaratura per venti ore: venne sepolto corpo, paralizzato
alle 10 di mattina in un piccolo
d’aspetto con il suo fascicolo sotto dalla pozione di
braccio. Sulla copertina, appena cimitero a nord del suo vil- laggio, uno stregone, fu Una vita smarrita
nascosta dal vestito, appariva laL’Estere. Eppure, Clairvius Nar- poi disseppellito; Sopra, il certificato di
scritta “deceduto”». cisse, diciotto anni più tardi, è nella l'uomo venne morte di Narcisse, nel
"rianimato" e 1962. Dal suo stato
La storia dello zombi Narcissesala d’aspetto dello stesso ospeda- ridotto l'uomo è uscito dopo
le a stringere la mano alla dotto-
inizia 30 aprile del 1962, proprio in schiavitù. diciannove anni.
al Pronto soccorso dell’ospedale ressa Cucchi.
Schweitzer. Alle ore 21,45 Narcisse I film e la letteratura presentano menti», racconta Emma Cucchi. tradizioni popolari haitiane. Tra

M
orti viventi, zombi, uo-
Alla base delle mini privi di volontà
ridotti in schiavitù da
pozioni degli uno stregone in virtù
di poteri misteriosi... Il cinema ne è
stregoni c'è una pieno, e il folklore delle isole nel
mar dei Caraibi racconta centinaia
tossina, che riduce di storie, in proposito. Eppure gli
al minimo ogni zombi non appartengono solo al
mondo del cinema o della lettera-
viene ricoverato d’urgenza: pre- gli zombi come automi dalla voce «Ma non posso dire se il suo atteg- atroci sofferenze e dolori, Francine
roca e dai gesti lenti e privi di vo- giamento derivasse da un danneg-
senta febbre alta, dolori diffusi in
lontà. «In effetti, quando l’ho co- giamento cerebrale, seguito a una
tutto il corpo e grosse perdite di
fu infatti portata all’ospedale di
San Michel de l’Atalaye. Dopo un
sangue dalla bocca. Le sue condi-
zioni peggiorano rapidamente fino
nosciuto, Narcisse sembrava muo- sua assunzione coatta di droghe, o
versi come un automa, non aveva dalla semplice emozione, magari
leggero miglioramento fu dimes-
sa, ma una volta a casa i disturbi si
a che non ne sopraggiunge la mor-assolutamente scioltezza nei movi- dovuta al fatto di trovarsi in un am- aggravarono nuovamente, fino a
biente scientifico, così lontano dal che non venne dichiarata morta
La scienziata e il pesce velenoso suo tradizionale mondo rurale». da un magistrato locale, il 23 feb-
A sinistra, la dottoressa Emma Maria
Quello di Clairvius Narcisse,
non è l’unico caso accertato di
braio 1976. Nell’aprile del 1979
Francine fu però vista nuovamen-

Zombi
funzione tura dell’orrore: esistono, e gli scien-
ziati hanno cominciato, da qual-
Cucchi, che ad Haiti ha verificato
personalmente la storia di Clairvius
“zombificazione” ad Haiti: allo
stesso periodo, risalgono infatti i
te aggirarsi nel mercato popolare
di Ennerie e il ritrovamento fu
vitale. Ecco che anno, a occuparsene seria-
mente. Emma Cucchi, medico o-
Narcisse. Sotto, un tetrodontide,
cioè un pesce con la possibilità di
casi documentati di Natagete Jo-
seph e Francine Illeus. La prima,
confermato dalla famiglia. Du-
rante la sua condizione di zombi
la storia di peratore volontario alla Coopi di
gonfiarsi, nelle cui visceri si trova la
tossina utilizzata dagli stregoni vudù morta nel 1966, fu vista brancolare era stata costretta a fare i lavori
Milano, ne ha per esempio incon- nei paraggi della sua casa natale, più umili, e a subire violenze e
Clairvius trato uno in carne e ossa. Era il
per realizzare, con altri ingredienti,
le pozioni capaci di "zombificare". tredici anni dopo, nel 1979. maltrattamenti.
Narcisse, 1984 e l’anestesiologa italiana era
di servizio all’ospedale Albert
Anche la storia di Francine Il-
leus, ricca di dettagli e seguita per-
Ma che cosa, almeno ad Haiti,
trasforma una persona in uno
lo zombi Schweitzer di Port-au-Prince, capi-
tale di Haiti. Qualcuno la raggiun-
sonalmente da Lamarque Dou-
yon, direttore del centro di psi-
zombi? Che ci fosse in ballo una
droga capace di provocare una
più famoso se in sala operatoria, per presen-
tarle un paziente veramente in-
chiatria e neurologia Marg-Kline
di Port-au-Prince, assomiglia a
paralisi totale, e un abbassamento
di tutte le funzioni dell’organismo,
di tutti! consueto: Clairvius Narcisse, uno quella di molti altri zombi delle è stato in passato sospettato da

▼
Focus 26 Focus 27
 "Come in un film dell'orrore ho visto il medico Da Corneille
dichiarare ufficialmente la mia morte" al cinema
L’ origine del termine zombi
è ancora sconosciuta. Si
tratta comunque di una paro-
molti antropologi. Persino il vec- “ricetta” talvolta anche sostanze che i parenti mi vennero a pren- la creola delle Antille, e indica
▼

chio codice penale di Haiti, all’arti-
colo 246, tenendo presente questa
possibilità, così stabiliva: «E’ qua-
lificato come attentato alla vita di
una persona, mediante avvelena-
mento, l’impiego che contro di
essa sarà fatto di sostanze le quali,
pur senza dare la morte, produr-
ranno effetto letargico più o meno
prolungato...». La certezza nell’esi-
stenza di un “filtro magico” psi-
coattivo si ebbe però soltanto negli
anni Ottanta, quando un botani-
co americano, Wade Davis, riuscì a
procurarsi un campione della dro-
ga utilizzata dai bokor, cioè gli
stregoni locali, per zombificare le
vittime. Oltre a varie sostanze,
(interessanti da un punto di vista
magico-simbolico ma inerti chimi-
camente), quella che sembra in-
durre a uno stato di morte appa-
rente è la tetrodotossina. Questa
viene ricavata dalle viscere e dalla
pelle del Diodon hystrix, il pesce-
palla che siamo abituati a vedere
gonfiarsi al minimo pericolo. La
tossina presente nel pesce è 60
volte più potente della stricnina, e
nel fegato o nelle ovaie di uno di
questi piccoli pesci, c’è tanto vele-
no da far morire una dozzina di
persone. «Da un punto di vista fi-
siologico», spiega Wade Davis, «la
sostanza interferisce con le nor-
mali funzioni dei nervi e dei mu-
scoli, causando una totale paralisi».
La vittima del bokor, quindi, una
volta assunta la pozione, per via
orale o attraverso le mucose e le
ferite del corpo (si aggiungono alla
orticanti e schegge di vetro), cade
in uno stato letargico simile alla
morte, e da questa non distingui-
bile senza moderne strumentazio-
ni. Bisogna ricordare infatti, sug-
gerisce Emma Cucchi, che «dove
ci sono zombi, le macchine per ese-
guire elettroencefalogrammi sono
davvero poche».
Comunque, anche se in coma
indotto, la vittima conserva la co-
scienza, e le sue funzioni mentali
rimangono vigili, come testimonia
lo stesso Clairvius Narcisse, in un
racconto che potrebbe benissimo
essere uscito dalla penna di Edgar
Allan Poe: «Ho sentito chiara-
mente il medico americano che mi
dichiarava morto. Dopo, fui tra-
sportato nella sala dove mi hanno
conservato, cioè l’obitorio, fino a
I segreti di
una ricetta
Ancora un rito
vudù nei fanghi
sacri del Bassin
St.Jacques.
Le pozioni per
zombi richiedono
molti ingredienti,
in aggiunta alle
tossine: polvere
di zolfo, sangue
di gallo, basilico,
trito d'ossa di
cadavere e un
legno poco noto
conosciuto come
"cadavre gaté".
dere. Mi hanno trasportato con un
camioncino a L’Estere, dove vidi i
preparativi per il mio funerale e
dove fui deposto in una bara. Fu
allora che venni ferito da un chio-
do che doveva fermarne il coper-
chio. Mi ricordo molto bene i fune-
rali, l’ingresso nel cimitero e il mio
interramento. Ricordo anche que-
gli uomini che sono venuti a ripor-
tarmi fuori dalla bara». Erano stati
loro ad avvelenarlo, e a ridurlo allo
stato di zombi, in seguito a una ba-
nale lite per il possesso d’un fazzo-
letto di terra. Per tre anni, Narcisse
avrebbe lavorato per loro nel nord
del Paese, in uno stato di schiavitù
psicologica. E solo in seguito, e con
mille sofferenze, sarebbe riuscito
a fuggire. ■ romanzo Lo
Claudio Corvino
comunemente quei morti che
possono essere richiamati in
vita dagli stregoni haitiani me-
diante pratiche vudù: dopo es-
sere stati privati dell’anima, e
resi schiavi della volontà dei
loro nuovi padroni, verrebbero
impiegati nei lavori dei campi
o incaricati
di qualche
delitto. Sem-
bra che sia-
no stati men-
zionati uffi-
cialmente
per la prima
volta nel
1697 dal
francese
Pierre Cor-
neille, nel
zombi du
Grand-Pe-
rou, ma de-
vono la loro popolarità al cine-
ma, a partire da L’isola degli
zombies, diretto nel 1932 da
Victor Halperin. Tra i film più
interessanti di questo filone
possiamo ricordare La notte
dei morti viventi (1969), Zom-
bi (1978) e Il giorno degli
zombi (1985), tutti diretti da
George A. Romero, il più cele-
bre regista di film del genere.
Più recente è Dovevi essere
morta (1986) di Wes Craven,
dove il tema degli zombi si
mescola con la tecnologia, e
racconta la storia di un ragaz-
zo appassionato di elettronica
che riporta in vita un’amica,
inserendole un microcompu-
ter nel cervello.

Una ricetta
per destarsi
Una giovane
haitiana.
Una volta
disseppelliti, gli
zombi sono
costretti a
ingerire nuove
pozioni, per
ridestarsi
almeno in parte,
e poter obbedire
agli ordini del
loro "padrone".
Ne sono alla
base erbe come
lo stramonio.
Non esistono
ricette comuni a
tutto il Paese,
Cerimonie nel fango. L'uso del vudù ha in realtà consentito ai dittatori che si ma ogni distretto
sono succeduti ad Haiti di avere un controllo più stretto sulla popolazione. ha le proprie.

Focus 28
Economia
La lavagna
elettronica
La Borsa di
Milano.
Sul tabellone
elettronico
compaiono le
quotazioni
delle società,
continuamente
aggiornate. Le
società quotate
sono poco più
di 300 (a Londra,
prima piazza
borsistica, sono
oltre 2500).
Giochi di Bor sa
Azioni, obbligazioni, titoli di Stato: ecco come, attraverso
un meccanismo avviato nelle Fiandre sei secoli fa, ci si può
arricchire comperando pezzi di carta. Ma anche rovinare.
P
erché proprio Borsa? Pro-
babilmente perché un’an-
tica famiglia di banchieri
fiamminghi, i van de Bur-
sen, aveva un palazzo a Bruges,
con lo stemma raffigurante tre
borse dipinto sulla facciata, che era
un punto d’incontro e di contrat-
tazione per gli uomini d’affari del
quindicesimo secolo. E’ da quel
momento che si è cominciato a
usare quella parola per indicare
un luogo di compravendita, di
cambio merci, titoli o altri beni.
Quando però si parla di Borsa oggi
ci si riferisce alla Borsa valori, dove
si acquistano e si rivendono i titoli
di credito: azioni, obbligazioni e
titoli di Stato. Un luogo diventato
nell’ultimo secolo una spia del
malessere o del benessere di uno
Stato o della comunità internazio-
nale, fino addirittura a condizio-
nare talvolta l’azione dei governi.
Focus 30
Eppure molti la considerano anco-
ra una specie di casinò. Ma vedia-
mo come funziona.
● Le buone azioni? Ci sono
La maggior parte delle opera-
zioni di Borsa riguarda le azioni,
ognuna delle quali rappresenta
una piccola parte di una società.
Se per esempio un’azienda ha un
capitale sociale di 100 milioni di
lire, chi possiede un’azione da 100
mila lire possiede la millesima
parte di quell’azienda, con i van-
taggi e gli svantaggi che ne posso-
no derivare. Se l’azienda è in atti-
vo, a ogni azione spetta un divi-
dendo, cioè una quota degli utili
di esercizio. Se invece l’azienda fal-
lisce, l’intero valore delle azioni si
annulla: si perdono insomma i sol-
di investiti. Se si possiede la mag-
gioranza delle azioni di una so-
cietà, si ha diritto ad assumerne la
gestione. Ma anche possedendo
una sola azione si può partecipare
alle assemblee con diritto di voto,
criticare l’operato degli ammini-
stratori e addirittura impugnare il
bilancio, cioè chiedere che venga
invalidato dal Tribunale nel caso si
sospettino irregolarità. Se le azioni
che si possiedono, invece che ordi-
narie, sono “privilegiate”, non si
ha diritto di voto in assemblea, ma
in compenso si ha un diritto di pre-
lazione sugli utili. Se sono limitati,
prima si distribuisce il dividendo
a chi possiede le azioni privilegiate
e poi, se è possibile, anche agli
altri. Ci sono infine le azioni “di
risparmio”: anche queste non dan-
no diritto di voto, ma spetta loro
un dividendo maggiorato. Inoltre
sono titoli al portatore e quindi
non è necessario che siano intesta-
te a una persona: appartengono a
chi le possiede materialmente.
NEW YORK
Chi compera e chi vende
Sotto, operatori di Borsa. Sono gli unici
autorizzati a comperare e vendere i titoli:
dall'incontro fra domanda e offerta si
crea il prezzo (o quotazione) delle azioni.
Ma le Spa girano al largo
La Borsa di Milano, dopo la chiusura.
La maggior parte delle società
per azioni italiane non è però quotata.
In linea generale il valore delle
Antiche e moderne: ogni capitale ha la sua Borsa azioni di una società dovrebbe ten-
dere a salire o a scendere a secon-
da se la società prospera o va male,
ma in realtà le quotazioni di Borsa
vengono influenzate anche dalla
situazione economica generale, na-
zionale e internazionale, oltre che
da quella politica.
● Chi scende, chi sale
Un periodo di forte inflazione
(e dunque di aumento dei prezzi) e
di prospettive negative per l’eco-
PARIGI nomia provoca uno spostamento
di capitali dalle azioni ai cosiddet-
ti beni-rifugio, come l’oro e gli
LONDRA MADRID immobili, con conseguente calo
delle quotazioni, indipendente-
mente dall’andamento delle sin-
gole aziende. Lo stesso può succe-
dere anche in presenza di governi
instabili o di particolari avveni-
menti internazionali, come guerre
o calamità naturali. Governi sta-
bili, come anche previsioni di cre-
scita economica, determinano
invece una certa euforia in Borsa,
cioè un aumento del volume degli
scambi di titoli e quindi una lievi-
TOKYO tazione delle loro quotazioni.
TEHERAN
Tutto merito
di Napoleone
LYork,aquella
Borsa più famosa del mondo,
di Wall Street, a New
ebbe come prima sede un
grande platano, alla cui ombra
alla fine del Settecento si riuni-
vano i mercanti per trattare. E in
Italia? Fu il viceré Eugenio Beau-
harnais, figlio di Napoleone e Giu-
seppina, a introdurre in Italia la
Borsa, nel 1808. All’inizio si tro-
vava nella sede del Monte di pie-
tà, a Milano, poi si trasferì nel Pa-
lazzo dei Giureconsulti. Dopo quel-
la di Milano vennero le Borse di
Napoli e di Firenze, per volere del
granduca di Toscana. Il mercato
azionario vero e proprio nacque
cinquant’anni dopo, quando la
Società ferroviaria del Lombardo-
Veneto si iscrisse per prima al li-
stino. Dopo un altro trasferimen-
to in piazza Cordusio, la Borsa di
Milano, per volere di Mussolini,
approdò nell’attuale sede di piaz-
za degli Affari, nel palazzo appo-
sitamente progettato dall’archi-
tetto Paolo Mezzanotte. Dopo la
guerra, alla Borsa di Milano si so-
no aggiunte quelle di Torino, Ge-
nova, Venezia, Trieste, Bologna,
Firenze, Roma, Napoli e Palermo.
Ma la maggior parte delle contrat-
tazioni passa ancora per piazza
degli Affari, dove i titoli sono più di
330, di cui 80 quotati alla Borsa
telematica, e dove nei giorni di
punta il volume degli scambi su-
pera i 600 miliardi di lire.
Su tutto questo s’innesta la spe-
culazione, che può giocare al ribas-
so o al rialzo. Nel primo caso si
vendono titoli che ancora non si
possiedono, sperando che la quo-
tazione scenda, e si ricomprano a
un prezzo inferiore incassando la
differenza. Nel gioco al rialzo, vice-
versa, si comprano azioni, per poi
rivenderle a un prezzo più alto.
L’importante è che alla scadenza
prefissata si sia in grado di far fron-
te agli impegni presi (i pagamenti
in Borsa avvengono sempre in un
secondo tempo, rispetto al mo-
mento in cui si stipula “l’affare”),
anche quando le previsioni risul-
tano sbagliate.
Non si deve tuttavia pensare alla
speculazione come a un fatto nega-
tivo: a parte alcuni eccessi, svolge
una funzione di equilibrio delle
quotazioni, perché va spesso in
controtendenza e aumenta il volu-
me degli scambi. Infatti, se a deter-
minare il valore dei titoli fossero
soltanto le decisioni dei rispar-
miatori, non di rado sollecitate da
spinte emotive, le oscillazioni
sarebbero assai più accentuate e
▼
incontrollabili.
Focus 31
 Dizionario di Borsa
Isperti
l linguaggio degli o-
peratori e degli e-
di Borsa è spes-
vestire in un altro.
Cassettista. Così è
chiamato il risparmia-
Mosconata. Il gua-
dagno che si può ot-
tenere nel breve spa-
so misterioso. Ecco i tore che acquista tito- zio di una contratta-
termini più frequenti. li per tenerli, e non zione.
Aggiotaggio. Spe- per speculare a breve Orso. Fase di ribas-
culazione illegale, co- termine. so generale delle quo-
me per esempio la di- Flottante. Le azioni tazioni che si protrae
vulgazione di notizie di una società che nel tempo.
Non sempre false per provocare ar-
tificiosi rialzi o ribassi
vengono scambiate
sul mercato e non
Parco buoi. Il settore
di Borsa riservato ai

i soldi sono delle quotazioni.

Blue chips. I titoli più
importanti e più trat-
fanno parte dei pac-
chetti di controllo
(che consentono di
visitatori. In genere si
allude ai piccoli ri-
sparmiatori.
necessari: tati dal risparmiatori:
per esempio Fiat, Pi-
relli, Olivetti. Il termi-
avere la proprietà del-
la società).
In denaro. Si dice
Toro. Fase di persi-
stente rialzo generale
delle quotazioni.
basta averli Ci pensa il computer
ne viene dal poker,
dove le fiches blu han-
che un titolo è in de-
naro quando è molto
Warrant. Certificato
che dà diritto di sot-

a fine mese La Borsa telematica: vendite e acquisti di

azioni avvengono via computer, e non più con
il pittoresco sistema delle "grida" nei recinti
no il maggior valore.
Cambio di cavallo.
Veloce disinvestimen-
richiesto.
In lettera. Lo è un ti-
tolo offerto che non
toscrivere, nei tempi
e nei modi prefissati,
azioni di una determi-
della Borsa. In Italia funziona da quattro mesi. to su un titolo, per in- trova acquirenti. nata società.

● I titoli a reddito fisso anche le obbligazioni “indicizza- to dell’acquisto. Appare evidente Prima di questa data, le stesse azio- viando al mese successivo l’assol- quel titolo viene chiamato, grida
▼

Quanto abbiamo detto riguar-
da soltanto marginalmente i titoli a
reddito fisso, come le obbligazioni
e i titoli di Stato.Un’obbligazione
non è una piccola parte di una so-
cietà, come l’azione, ma una picco-
la parte del debito che questa so-
cietà ha contratto con i rispar-
miatori. Chi possiede un’obbliga-
zione da 100 mila lire di una certa
azienda, rimane creditore di quel-
l’azienda per la stessa cifra fino al
momento in cui gli verrà restituita.
Nel frattempo il titolo matura un
interesse. Ma si può decidere di
venderlo prima della scadenza alla
quotazione del momento. Esistono
C'è qualcuno
che controlla?
Ilalsulla
principale organo di vigilanza
Borsa italiana è la Consob,
Commissione nazionale di con-
trollo delle società e delle opera-
zioni di Borsa, presie-
duta attualmente da
Enzo Berlanda (nella
foto): un gruppo di cin-
que esperti che ha il
compito di controllare
il funzionamento delle
Borse, accertare che
le operazioni si svolga-
no correttamente, veri-
ficare che le società
quotate rispondano ai
requisiti richiesti. In caso di neces-
sità, può emanare regolamenti
speciali o limitare le contrattazioni.
Può, per esempio, revocare a un
intermediario l’autorizzazione a
operare in Borsa o sospendere
tutte le contrattazioni. Del suo ope-
rato risponde direttamente al mini-
stero del Tesoro.
te”, il cui interesse sale e scende e che con i titoli a reddito fisso non
con il salire o il calare dell’infla- si corrono i rischi connaturati al mer-
zione, e le obbligazioni “converti- cato azionario, che in compenso
bili”, che secondo determinate offre però molte opportunità.
condizioni possono essere conver-
tite in azioni. ● Ma quando si paga?
I titoli di Stato sono invece por- Tutti i titoli a reddito fisso devo-
zioni del debito pubblico. Anch’es- no essere trattati per contanti: en-
si possono essere rivenduti prima tro tre giorni dalla firma del con-
della scadenza e maturano inte- tratto, il venditore deve mettere a
ressi. Ma mentre nel caso dei Cer- disposizione i titoli e il compratore
tificati di credito del Tesoro (Cct) il denaro. Quasi tutte le azioni, in-
e dei Buoni poliennali del Tesoro vece, vengono, come già detto,
(Btp) gli interessi sono pagati ogni comprate e vendute con contratti a
sei mesi, per i Buoni ordinari del Te- termine: si assume subito l’impe-
soro (Bot) questi vengono corri- gno, ma i titoli e i soldi vengono
sposti anticipatamente al momen- scambiati a una data prestabilita.
Parlarsi con
le mani
In queste
immagini, i gesti
eloquenti
degli operatori
di Borsa,
che comunicano
acquisti e
vendite. Tutto il
mercato avviene
in un recinto
detto corbeille
(in inglese ring,
cioè anello).
ni possono essere vendute e ricom-
prate più volte. Tutte le operazio-
ni vengono registrate e al mo-
mento della liquidazione, a fine
mese, si fanno le compensazioni e
si paga o si riceve il dovuto. E’ pro-
prio con questo sistema che la spe-
culazione può vendere titoli che
non possiede o acquistarne più di
quelli che potrebbe pagare, agen-
do, come si dice, allo scoperto.
Se alla scadenza le previsioni ri-
sultano sbagliate, si può ricorrere
al “contratto di riporto”, che con-
siste nel farsi finanziare la perdita
subita, cedendo provvisoriamente
in cambio i titoli acquistati e rin-
vimento degli impegni, nella con-
vinzione che le previsioni favore-
voli si avverino, pur con ritardo.
● La sala delle grida
Le contrattazioni di Borsa han-
no sempre avuto luogo nella sala
delle grida, così chiamata in quan-
to i titoli vengono gridati ad alta
voce all’interno delle corbeilles,
cioè i recinti entro i quali sono am-
messi solo gli operatori autorizza-
ti. In pratica avviene che chi vuole
acquistare o vendere titoli di una
società si rivolge a un intermedia-
rio autorizzato, il quale si avvici-
na alla corbeille giusta e, quando
a sua volta la quantità di azioni che
vuole comprare o vendere, e il
prezzo che intende pagare o rice-
vere. Se c’è qualcuno interessato
alla proposta, ne deriva una rapida
trattativa seguita da un accordo. Il
perfezionamento del contratto av-
verrà in un secondo tempo negli
uffici competenti. Le quotazioni
sono esposte in un tabellone elet-
tronico aggiornato continuamen-
te e visibile da chiunque sia pre-
sente in sala. E’ ovvio che se un
titolo è molto richiesto, le sue quo-
tazioni salgono, mentre se viene
continuamente messo in vendita,
le quotazioni scendono.
● Gli operatori autorizzati
Fino a poco tempo fa gli unici
operatori autorizzati a frequentare
le corbeilles delle Borse italiane
erano gli agenti di cambio, che ora
sono stati sostituiti dalle Sim, le
Società di intermediazione mobi-
liare, mentre con lo sviluppo della
Borsa telematica buona parte della
contrattazioni avviene ormai attra-
verso computer fra le 10 e le 16 di
ogni giorno feriale. Un sistema
meno pittoresco, che offre però
maggiori garanzie. Il che non im-
pedisce che l’investimento in tito-
li continui a essere, sia pure in mi-
sura minore che in passato, un’
attività a rischio. I risparmiatori
che preferiscono girare al largo
dalle operazioni più spettacolari
possono tuttavia ricorrere al mer-
cato ristretto, chiamato “ merca-
tino”, dove i titoli sono pochi e le
contrattazioni vengono regolate
nell’arco della giornata. Insomma,
ci si diverte meno, ma le quotazio-
ni sono più stabili. ■
Silvia Lotti

Focus 32
Patrimonio artistico
Raggi Uva
per Dalì
Un'opera di
Salvador Dalì
viene sottoposta
al controllo
dell'autenticità
della firma
attraverso i raggi
ultravioletti.
Dalì è uno degli
autori più
contraffatti:
qualche anno fa,
in Francia, sono
stati sequestrati
ben 70 mila
litografie false.
Dal 1989, anno
della morte, non
è stato ancora
possibile
definire il
numero delle sue
opere originali.

Chi restaura

Vero
e chi froda I musei di tutto
Sopra, un gruppo
di tele nel
laboratorio di
il mondo sono pieni
restauro del
Louvre. I ritocchi
pittorici sono
di copie. Ecco
affidati ad abili
copisti. Nel luglio come smascherarle
scorso il museo

o falso?
ha dedicato
anche una
mostra alla loro
preziosa attività.
Copisti molto
meno nobili L'occhio umano è un buon giudice
mettono invece Un ritratto di Dalì controllato alla lente di
la loro abilità al ingrandimento, sistema semplice ma efficace.
servizio del
mercato dei

I
falsi d'arte, l Busto di giovane uomo espo-
riproducendo
quadri celebri.
sto agli Uffizi di Firenze se l’è
cavata con una B, che signifi-
ca “dubbia autenticità”. E’
andata peggio al Busto di giovane
donna della Pinacoteca di Brera,
stroncato con una C, perché “la
firma non appare convincente e
l’immagine radiografica differisce
Esercizio dalle immagini radiografiche tipi-
sul campo che di Rembrandt”.
Un copista ha
A, B e C (rispettivamente “au-
appena ultimato tentico”, “dubbio”, “falso”) sono i
un lavoro al voti che la commissione di esperti
Louvre. Nel olandesi diretta dallo storico del-
secolo scorso l’arte Josua Bruyn assegna, al ter-
l'ingresso al mine di un accurato esame, alle
museo francese opere di Rembrandt sparse nel
era riservato ai mondo, allo scopo di redigere un
soli copisti una catalogo completo e affidabile. Il
settimana al risultato è che, secondo Bruyn, dei
mese. Oggi solo
una minima parte circa seicento quadri già ufficial-
degli artisti si mente attribuiti al maestro olan-
esercita copiando dese, praticamente solo la metà
i maestri risulta opera originale, mentre il
resto sarebbe opera di allievi o ad-
Chiedi alla scienza
dirittura di abili falsari.
Stessa sorte è toccata a De Chi-
rico, il più quotato (otto anni fa un
suo dipinto è stato acquistato per 5
miliardi dalla Tate Gallery), e per-
ciò anche il più contraffatto, tra gli
artisti italiani: sette anni fa la mo-
glie, Isabella Far, ha creato una Fon-
dazione di esperti per realizzare
un catalogo e fornire i certificati
di autenticità a tutte le opere pro-
mosse dall’esame.
Il problema dei falsi d’arte è
sempre esistito: Michelangelo, do-
po aver scolpito il suo Cupido dor-
miente, lo sotterrò per far credere
che fosse davvero antico. Oggi il
fenomeno ha però raggiunto di-
mensioni inquietanti: «Il mercato
mondiale dell’arte è composto da
falsi almeno per l’80 per cento, e si
arriva al 97 per cento nel settore
archeologico. Nei musei poi, è
falso il 60 per cento degli oggetti
esposti», sostiene Gottfried Mat-
thaes, fisico e fondatore del Museo
del collezionista d’arte di Milano
(in via Quintino Sella 4). Dopo
aver ricevuto in eredità una ricca
collezione d’arte dagli zii di Dres-
da, fondatori di una scuola d'arte,
Matthaes si rese conto, anche a se-
guito di alcune analisi di laborato-
rio, che molti oggetti non erano
autentici. Così nacque l’idea di
mettere al servizio dei collezionisti,
e dei curatori dei musei, la sua
esperienza di conoscitore d’arte,
ma soprattutto di scienziato. Nel
museo infatti sono esposti e
descritti tutti i metodi pratici utili a
riconoscere una vera opera d’arte
da un falso. «Alcuni sono molto
semplici. Per esempio, per sapere
se una ceramica è effettivamente
antica, basta bagnarla con una goc-
cia d’acqua o di saliva e poi odo-
rarla: se è rimasta sepolta per molti
secoli deve emanare un forte pro-
fumo di terra. I falsi in genere odo-
rano tutt’al più di vernice», spiega
Matthaes. E continua: «Per scoprire
una patina falsa spesso è sufficiente
osservarla con una lente di ingran-
dimento: le correnti galvaniche nella
terra trasportano quello che trovano
sul loro cammino, metalli, minerali,

▼
del passato.

Focus 35
 Ceramiche, icone, bronzi: come si riconosce un finto invecchiamento?
Non sempre servono le analisi di laboratorio. Patine, tarli e colori d'epoca si distinguono anche a occhio nudo. Ecco alcune regole.
MODERNO ANTICO VERO FALSO VERO VERO
Segni del tempo. Prima del
1870 gli orologi non avevano
l'asticella per la carica, ma un buco
in cui inserire una vite. Questo
deve presentare segni di usura (mino-
ri sono quelli della soneria).

Basta far luce. Per capire se un manoscritto è antico o moderno bisogna

osservarlo controluce: se compare la filigrana, quasi sicuramente la carta è
stata preparata a mano, stendendo il preparato di cellulosa su un telaio di legno. E Il rosso resiste. Nei tappeti
ciò avveniva prima dell'Ottocento (quando è nata l'industria della carta). antichi, preparati con colori
naturali, si osserva il fenomeno
della "caduta dei bruni": i colori Tridimensionalità. Nelle vere icone il viso
scuri si consumano prima degli altri della Madonna veniva dipinto sovrapponendo
ANTICO ARTISTICO VERO perché erano trattati con acidi. nove strati diversi a garanzia di espressività.
L'intera operazione richiedeva molto tempo.
I tarli giusti. Un candeliere
barocco ligneo autentico: i tarli
infatti hanno mangiato le parti
più "carnose" e non lo stelo. La
FALSO
tarlatura falsa è più omogenea.

VERO
Bronzi a confronto
Due busti di Buddha. A
fianco, un oggetto di
scavo, che risale all'XI
secolo ed è in puro stile
Chien Sen. A destra,
una statuetta falsa,
nella quale sono stati
assemblati diversi motivi
Troppi pennelli. Un'anfora stilistici, indiani e
Una questione di stile. Due "tanka" cinesi etrusca falsa: le incrostazioni thailandesi, e sulla quale
(tappeti da viaggio per la preghiera). A sinistra, sono infatti stese artificiosamente è stata anche riprodotta
un buon pezzo di antiquariato del XVI secolo, con un pennello. Anche i colori una poco credibile patina
di stile manieristico e quasi infantile. A destra, rossi sono verniciati, mentre un di invecchiamento.
sempre del XVI secolo, una vera opera d'arte. tempo venivano prodotti per cottura.
FALSO
Colori impuri. Per la
ceramica un buon indizio
cronologico sono i colori.
Prima dell'Ottocento e quindi
dell'introduzione sul mercato
dei colori sintetici, molto
puri, si utilizzavano quelli
naturali, che danno un effetto
più morbido al disegno ma
anche un minore contrasto.

Però i trucchi più sofisticati
sono svelati da infrarossi,
raggi X e lampada di Wood
ossidi, che vanno a depositarsi sulla
▼
so a indagini più accurate. Con gli
del disegno rendendolo visibile.
Sempre per i dipinti: la luce di
Wood consente di scoprire una
firma falsa creando fluorescenza, in
particolare nelle molecole “lunghe”
(come quelle del materiale plasti-
co). Se la firma è stata apposta con
colori di origine differente da quelli
utilizzati per il quadro (colore sinte-
L'art-detector al lavoro
scontrano molte variazioni nella
presenza del C14 (forse per effet-
to del campo magnetico terrestre)
Gottfried Matthaes, direttore del Museo
del collezionista di Milano, aperto dal 1991.
e la sua misurazione non è perciò
attendibile. In ogni caso, secondo
Matthaes, non esistono opere d’ar-
te delle quali non sia possibile, con
metodi scientifici, stabilire per lo
meno se siano antiche o moderne.

superficie dell’oggetto sepolto. Al
microscopio si può quindi distingue-
re una patina autentica, che è com-
posita, da una falsa, che è in genere
omogenea e di un solo colore».
Esistono in realtà falsari molto
preparati, in grado di ingannare
perfino l’occhio di un esperto. Per
smascherarli è necessario far ricor-
infrarossi per esempio, si può veri-
ficare se sotto il dipinto c’è lo schiz-
zo a matita: la luce infrarossa oltre-
passa lo strato di colore, ma poi
viene fermata dal carbone di cui è
composta la matita, e assorbita. In
corrispondenza del carbone ven-
gono registrate le radiazioni che
seguono esattamente il contorno
tico su naturale, per esempio) essa
emetterà anche una fluorescenza
diversa e riconoscibile.
Per datare un’opera, infine, si
ricorre comunemente all’esame
del carbonio 14: purtroppo i risul-
tati sono certi solo per gli oggetti
che hanno più di 350 o 400 anni. In
periodi più recenti, infatti, si ri-
Ma allora, perché in circolazione ci
sono tanti falsi? «Semplicemente
perché molti mercanti, per ovvi
motivi, non vogliono ricorrere alle
analisi: preferiscono ritenere sem- Reperti sotto esame
pre buono quello che vendono. E A sinistra, una sala del museo
così pure molti collezionisti: questi milanese dedicato alle tecniche
ultimi hanno infatti il timore di do- antifalsario. Sopra, analisi
versi rendere conto, a posteriori, di
▼

al microscopio in laboratorio.

Focus 36 Focus 37
 Un gioco L'italiano
da ragazzi più amato
Gli autori della "Il grande nudo"
cosiddetta "Beffa di Modigliani.
di Livorno", in Insieme a De
posa con una Chirico, Sironi,
delle teste da Rosai e De Pisis
loro scolpite è l'artista più
nello stile di richiesto
Modigliani. La dai collezionisti.
vicenda risale al
1984: tre teste
furono ritrovate
nel Fosso reale
e illustri critici
non esitarono ad
attribuirle al
grande Modì.
Traffici Il business
miliardari "legalizzato" Uno stile
I certificati False litografie Sopra, Daniele inimitabile
Un dipinto di
sono esaminate Gallazzi, titolare
di autenticità da R. Decharnes,
titolare dei diritti
della Nuova Arte
di Milano. La sua
Claude Monet.
La pittura degli
attuali non intellettuali
sull'opera di Dalì.
galleria vende
esclusivamente
copie legali di
impressionisti,
con le sue tipiche
pennellate, è
hanno basi Un artigiano
quadri famosi.
Costano da 300
molto difficile
da riprodurre.
mila lire a
scientifiche d'altri tempi
Sotto, Franco
svariati milioni.
Il naïf
Giannoni, di di Ligabue
Tarquinia: è un Autoritratto di
aver fatto un pessimo affare».
▼

ceramista che Ligabue. La

Ripulire il mercato dell’arte dai
falsi appare insomma
un’operazione impossibi-
le, tanto più che ultima-
mente esso ha perfino
attirato gli investimenti di
narcotrafficanti e mafia,
che in questo modo pos-
sono rici- clare con faci-
lità e senza troppi con-
trolli il denaro “sporco”.
Come difendersi allora da
tante insidie? Le gallerie
più serie offrono insieme
con l’opera la garanzia di
rimborso nel caso che il
cliente scopra, portandone le prove,
di aver acquistato un falso.
Spinosa è anche la questione del
certificato di autenticità che, per
legge, deve essere fornito all’atto
della vendita: esso viene compilato
da esperti d’arte che, in mancanza
di un organismo istituzionale di
controllo, per lo più sono ritenuti
tali semplicemente per fama e stima
(oltre che per aver sostenuto un
esame di iscrizione alla camera di
commercio). Esperti che, infatti, non
di rado prendono abbagli, ma senza
poi doverne pagarne le conseguen-
ze, perché in materia di expertise la
legge italiana sui falsi d’arte (la cosid-
detta “legge Pieraccini”, del 1971)
non prevede sanzioni.
Fidarsi del solo giudizio dell’e-
sperto è dunque rischioso. Ne sa
qualcosa Pico Cellini, famoso re-
stauratore e smascheratore di falsi,
riproduce i vasi
etruschi.
Autografi
a confronto
Indagini con
l'ultravioletto
sulla firma di
Dalì. E' accertato
che l'artista,
negli ultimi anni
della sua vita, ha
firmato decine
di tele in bianco
che poi altri
hanno dipinto.
I falsari più celebri. Geni o mascalzoni?
Amaestri.
nche il mondo dei fal-
sari ha avuto i suoi
Ecco quelli oggi
grafie dei suoi Piranesi,
Mantegna, Rubens, Tie-
polo, Bruegel, Corot. A-
più famosi. spra la polemica di Hob-
Eric Hobborn. Inglese di born contro gli esperti d'
South Kensington, nella arte: un esperto che non
sua recente autobiogra- sappia dipingere, secon-
fia (Drawn to trouble) so- do lui, ha la stessa com-
stiene con un certo com- petenza di un biblioteca-
piacimento di avere di- rio che non sapesse leg-
pinto e quindi immesso gere. Nel 1978 Hobborn
sul mercato, dal 1960 in fu smascherato, ma con-
poi, almeno mille falsi, tinuò a lavorare sotto
molti dei quali acquistati falso nome. Non è mai
dalle prestigiose gallerie stato denunciato.
Sotheby’s e Christie’s, e Omero Bordo. E’ il più
molti invece “sistemati” celebre falsario (vivente)
presso il British Museum, di vasi etruschi. Pare che
il Metropolitan e perfino alcune sue creazioni si
il Louvre. Nel suo libro trovino esposte al Lou-
pubblica anche le foto- vre. Nato proprio nella
zona delle necropoli etru-
sche di Tarquinia, ha tro-
vato e quindi aperto due-
mila tombe: rivendeva i
reperti autentici, ma in
seguito cominciò a fab-
bricarne le copie in pro-
prio. Finito più volte in
prigione, dal 1963 ha
smesso l’attività fraudo-
lenta e oggi lavora alla
luce del sole, e con di-
screto successo, come
artista.
Alceo Dossena (1878-
1937), cremonese, è
stato il falsario italiano
più prolifico e celebre.
Specializzato in arte anti-
ca e rinascimentale, si
autodenunciò nel 1928
come autore del monu-
mento funerario di Ca-
terina Savelli, che era fi-
nito al Museo di Boston
perché attribuito a Mino
da Fiesole. Scolpì anche
una Diana etrusca che
venne acquistata dal
museo di St. Louis. Negli
anni Cinquanta a Dos-
sena venne dedicata una
mostra e un libro, a cura
di Walter Lusetti.
Mario Feraboli (1921-
1992), falsificava un po’
di tutto, compresi fran-
cobolli e tessere ferro-
viarie, ma fu anche un
abile copista di Leo-
nardo, Goya, Tiziano, Van
Gogh.
oggi ottantasettenne, che si trovò a
combattere accanitamente negli
anni Cinquanta contro la direttri-
ce del Metropolitan museum di
New York, Gisela Richter, insigne
studiosa di arte classica.
«Il Metropolitan aveva acqui-
stato i frammenti di due Colossi e-
truschi, rinvenuti nei pressi di Or-
vieto», racconta Cellini. «La Rich-
ter li fece ricostruire ma, dato il
peso e la posizione a gambe diva-
ricate e senza alcun sostegno (fatto
che già doveva generare dubbi),
non riuscì a farli stare in piedi e
così li appoggiò a una forcella di
metallo all’altezza del cavallo.
Appena li vidi mi resi conto che
erano falsi: erano tra l’altro la co-
pia, in misura gigantesca, del pic-
colo Marte di Dodona in bronzo,
che evidentemente i falsari aveva-
no preso a modello». La Richter
però non volle accettare la critica,
così Cellini si presentò all’amba-
sciata americana a Roma portan-
do con sé il falsario, Alfredo Fiora-
vanti. Questi ammise la colpa, ma
ancora la Richter non volle credere.
Copiare è arte:
siginifica conoscere
le tecniche giuste
Alla fine Fioravanti portò la
prova decisiva: un dito della sta-
tua, che aveva tenuto per ricordo,
e che combaciava perfettamente
con un dito mancante del colosso
del Metropolitan.
Cellini è stato il primo in Italia a
utilizzare anche la scienza contro i
falsari (in particolare i raggi X per
analizzare i dipinti). Oggi sostiene
comunque che una buona padro-
nanza delle tecniche pittoriche
violenza cromatica
ricorda quella di
Van Gogh, ma il
disegno, di tipo
naïf, è meno
caratteristico.
I colori unici
di Van Gogh
"Il ponte di
Langlois", di Van
Gogh, dipinto nel
1888. Incubo dei
suoi falsari è
il complesso
impasto dei colori.
consenta già di distinguere, a
una prima occhiata, un vero
da un falso. Una padronan-
za che comunque possiedo-
no non i teorici, ma i pittori,
i restauratori e, na-
turalmente, i falsari. una banca». Tutte le opere sono co-
«E’ proprio un ex-falsario, Tullio munque di ottima fattura, tanto che
Bartoli, il pittore più stimato della riesce difficile distinguerle dalle
nostra galleria», conferma Daniele autentiche. Il segreto? «E’ nei det-
Gallazzi, titolare della Nuova Arte tagli», dice Gallazzi. «Il craquelé,
di Milano. E non poteva che essere per esempio, cioè la screpolatura
così, dal momento che la galleria superficiale di un quadro antico,
non vende originali ma solo copie non si ottiene con una verniciatura
di grandi pittori. Si tratta in sostan- esterna, ma dall’interno. Meglio
za di falsi, ma dipinti e commercia- non saprei spiegare: è un segreto
ti alla luce del sole, e anzi ac- dei falsari». ■
compagnati da tanto di “certificato Cristina Mochi
di non autenticità”. A che scopo?
«Vendiamo sia a chi non può per-
mettersi il costo di un originale, sia Per saperne di più:
a chi invece possiede degli origina- Pico Cellini, Falsi e restauri, Edizioni
li ma preferisce tenerli nel caveau di Archivio Guido Izzi, Roma.

Focus 38 Focus 39
Scienza
Immortalità
Mentre la medicina
cerca i geni della
vita eterna,
una società
californiana Sono temi che un tempo
conserva a 200 gradi
sotto zero i corpi
gli scienziati si rifiutavano di
dei suoi clienti. prendere in considerazione.
Nella foto, una fase
del processo Oggi autorevoli ricercatori
di ibernazione.
li studiano nei loro laboratori

Teletrasporto
Trasmettere la materia a distanza,
come in un film di Star Trek
(nella foto)? E’ possibile, dice
la meccanica quantistica,
ma solo nel mondo delle particelle. ● Immortalità Telepatia
Esiste la telepatia? Per

● Telepatia
scoprirlo, oggi c’è la tecnica
Ganzfeld: il soggetto viene
chiuso all’interno di una

● Teletrasporto
camera blindata, e non può
né vedere né sentire.
Ed è la scienza ufficiale
a controllare i risultati.

● Antigravità
● Viaggi nel tempo
Antigravità
Secondo i fisici
la gravità è
legata al tempo
Viaggi nel tempo e allo spazio:
ecco perché

IMPOSSIBILE?
Una porta verso il passato non riusciamo
forse esiste, ma dovremo a “spegnerla”.
cercarla dove lo spazio si Però rotaie
piega su se stesso: nei magnetiche
pressi dei buchi neri (nel (nella foto)
disegno) oppure grazie possono
alle “stringhe cosmiche”.

Non più
contrastarla.

A cura di Mauro Gaffo

Focus 40 Focus 41
 In California 27 cadaveri surgelati aspettano di essere resuscitati. Ma i ricercatori esplorano anche altre strade
Ai tempi
Immortalità
dell’Impero romano si
viveva fino a 26 anni,
ai primi del Novecento siamo arrivati a 49, e
oggi in Occidente la media è 76 anni. Il prossimo
Arriveder ci fra due secoli
passo? Forse scoprire il meccanismo della morte.

A
lla morte non si sfugge?
«Non è detto», rispondo-
no i premi Nobel per la
medicina Edmond Fi-
scher e Renato Dulbecco. «Ma dob-
biamo ricordare che morire è una
necessità biologica: durante la for-
mazione degli arti, del sangue, del
sistema nervoso avvengono alcune
metamorfosi che richiedono l’e-
stinzione di massa delle cellule che
compongono le strutture interme-
die», dice Dulbecco. E’ come quan-
do il dente da latte cade per lasciar
posto a quello definitivo.
Eppure l’uomo continua a cer-
care nuove strade per sconfiggere
la morte, o almeno per allontanar-
la il più possibile. Per esempio c’è
chi si fa surgelare sperando di ri-
svegliarsi in un futuro nel quale la
vita media sarà arrivata a tre o
quattrocento anni. Presso la fon-
dazione Alcor, in California, ci so-
no già 27 pazienti in ibernazione e
altri 355 che aspettano il momento La lunga
di essere infilati in contenitori a
duecento gradi sotto zero. Per ga- attesa
rantirsi questo privilegio pagano Siamo alla
quasi mezzo milione al mese, e si Trans-Time di San
Francisco:
impegnano a lasciare in eredità al- un corpo sta per
la Alcor duecento milioni, dopo essere inserito
essere stati dichiarati legalmente nell’involucro che
defunti (per i non americani la ci- lo proteggerà fino
fra sale a 275 milioni). Chi vuole ri- alla resurrezione.
sparmiare può scegliere il conge- Verso il 2200,
lamento della sola testa: è previsto al termine della
uno sconto del 70 per cento. Ov- “sospensione crio-
viamente gli iscritti si aspettano di nica” (come
la chiama Art
resuscitare, prima o poi: un giorno Quaife, direttore
la scienza sconfiggerà la morte, di- della società),
cono, e grazie a microscopici robot il denaro pagato
“iniettabili” nelle vene e nel san- dal paziente
gue sarà anche in grado di riparare gli verrà restituito,
i danni prodotti alle cellule dall’i- con gli interessi.
bernazione.
In realtà tenere in vita una per-
sona a bassissima temperatura è
impossibile per la scienza attuale: il
più grande passo avanti in questo

Eterni senso, annunciato verso la fine di ghiaccio, dannosi per le cellule. tranno ottenere risultati analoghi studi sul moscerino della frutta, il
nel ghiaccio dell’anno scorso dai laboratori di Per quanto riguarda la vita eter- anche per alcune cellule dell’orga- biologo Michael Rose ha scoperto
Un laboratorio Oak Ridge e dall’università di Chi- na, sembrano più promettenti le nismo umano», dice David Vaux, che in esso i geni dell’invecchia-
della Alcor. Prima cago, è una tecnica che permette di ricerche genetiche. Già nel 1985 uno dei ricercatori di Stanford. mento sono almeno cento. «Baste-
dell’ibernazione congelare e far tornare in vita sen- era stato individuato un gene che Bloccare la morte delle singole rebbe però individuare quelli che
tutti i fluidi interni za danni gli embrioni di un mosce- impediva la morte di alcune parti- cellule, però, non significa blocca- producono i cambiamenti più im-
vengono sostituiti rino. Per riuscirci, i ricercatori han- colari cellule tumorali, e l’anno re la morte dell’organismo. I gene- portanti», sostiene Rose. Oppure,
con antigelo. no dovuto rimuovere con benzina scorso gli scienziati della Stanford tisti sono quindi alla ricerca di un come crede l’americano Richard
Poi, un lento
raffreddamento, che e candeggina una membrana pro- university sono riusciti a utilizzare meccanismo analogo a quello del Cutler, potrebbero esistere geni che
dura circa 30 tettiva, e successivamente trattare questo gene (chiamato bcl-2) per bcl-2, che funzioni però come in- attivano quelli dell’invecchiamento:
giorni, porta il corpo gli embrioni con un antigelo per bloccare il “suicidio” delle cellule terruttore generale. Ma non sarà «Intervenire su di essi sarebbe mol-

▼
a 200 sotto zero. impedire la formazione di cristalli di un verme. «Probabilmente si po- un lavoro semplice: dopo anni di to più semplice», dice Cutler.
Focus 42 Focus 43
 Se è vero che un cervello emette impulsi elettrici, forse un altro cervello li può captare. Ma può anche capirli?
Telepatia Si chiama Ganzfeld,
una nuova tecnica d’indagine che ci dirà
se è davvero possibile leggere la mente.
Svuotare la testa
Uno dei primi esperimenti di
Ganzfeld. Sulla destra il
parapsicologo Charles Honorton.
Teletrasporto
La materia si può
ricomporre a distanza: è l’ultima scoperta
di una scienza che Einstein detestava.
T
eletrasporto: disintegrazio-
ne di una persona o di un
oggetto, e istantanea ricom-
posizione in un altro punto.
Fino a ieri questo termine era
utilizzato solo dalla fantascienza,
ma dal marzo scorso ha fatto il suo
ingresso nella fisica teorica: la rivi-
sta Physical Review ha infatti ac-
cettato di pubblicare un articolo
firmato da sei scienziati (due ame-
Focus 44
Alla scoperta del
sesto senso
U
n’eredità imbarazzante.
Cinquant’anni fa l’uni-
versità di Cambridge ri-
cevette un lascito di cen-
to milioni, ma con una ferrea con-
dizione: che il denaro fosse desti-
nato allo studio della telepatia. Og-
gi, dopo lunga riflessione, gli im-
parruccati professori dell’istituto
inglese hanno finalmente deciso di
accettare, e hanno affidato i fondi
- nel frattempo lievitati fino a un
miliardo - a un nemico giurato dei
fenomeni paranormali, lo psicolo-
go sperimentale Nicholas Hum-
phrey. Coerente con se stesso, Hum-
phrey ha dichiarato che impie-
gherà quel denaro per studiare co-
me mai ancora oggi tanta gente
crede nelle telepatia, anche se, di-
ce, «in un secolo di ricerche nessun
risultato ha mai convinto la comu-
nità scientifica».
Da qui alla Luna
particelle via fax
ricani, un israeliano, un australiano
e due canadesi) che s’intitola ap-
punto “teletrasporto”. Sembrereb-
be una violazione del principio di
indeterminazione, che da quando
è stato scoperto (nel 1927) conti-
nua a togliere il sonno ai fisici: “è
impossibile conoscere con preci-
sione le proprietà di una particella,
e a maggior ragione è impossibile
riprodurne una identica”.
In realtà, le ricerche svolte fino-
ra non sono poi molte. Il primo
tentativo risale al 1934, quando ne-
gli Usa uno psicologo della Duke
university condusse una lunga se-
rie di studi sulla percezione extra-
sensoriale, la cosiddetta “esp”. Lo
psicologo si chiamava Joseph Rhi-
ne, e suoi strumenti sperimentali
erano le carte Zener (sulle quali
erano rappresentati cinque simbo-
li geometrici: cerchio, quadrato,
onde, croce, stella). Durante il test,
un soggetto guardava le carte a
una a una, cercando di trasmettere
mentalmente l’immagine a un’al-
tra persona. Dopo 85 mila prove,
Rhine osservò che i risultati posi-
tivi erano troppi per essere attri-
buibili unicamente al caso, e ne de-
dusse che la telepatia esisteva ve-
ramente. Alcuni suoi colleghi, pe-
rò, criticarono il modo in cui erano
Albert Einstein, poi, era in fero-
ce disaccordo: secondo lui la mec-
canica quantistica (cioè la nuova
scienza che si basava su questo
concetto) era sbagliata oppure in-
completa, e provò a dimostrare che
seguendo la teoria fino alle sue e-
streme conseguenze si ottenevano
conclusioni assurde. Per esempio
dovevano esistere coppie di parti-
celle gemelle: anche a migliaia di
chilometri di distanza, un cambia-
mento nell’una avrebbe provocato
un cambiamento analogo nell’al-
tra. «Se fosse vero, dovremmo am-
mettere che le particelle sono tele-
patiche», disse ironicamente Ein-
stein. Nel 1980, però, fu dimostra-
stati condotti gli esperimenti: le
carte, per esempio, a volte veniva-
no esaminate dal soggetto che
avrebbe dovuto percepirle (poteva
averle segnate?), e inoltre il “tra-
smettitore” e il “ricevente” erano a
contatto visivo (qualche segnale in-
conscio poteva passare tra i due?).
Tutti gli esperimenti successivi eb-
bero la stessa sorte.
Nel 1974, però, entra in campo il
parapsicologo Charles Honorton,
che propone un’idea nuova: se è
vero che l’udito e l’odorato sono
più efficienti nei ciechi, eliminando
tutti i “disturbi” sensoriali forse
anche la telepatia si rafforzereb-
be. Nasce così la camera Ganzfeld
(dal tedesco, “campo omogeneo”):
una stanza d’acciaio immersa in
una luce rossastra, nella quale il
soggetto “ricevente” giace sdraia-
to, con un paio di cuffie sugli orec-
to che Einstein aveva torto: le cop-
pie gemelle esistono davvero. Da
questa dimostrazione nasce anche
l’idea del teletrasporto. Per ora,
comunque, la teoria presenta due
limiti: non si può trasmettere una
descrizione completa della parti-
cella, ma soltanto quella di una sua
proprietà. Inoltre, è necessario an-
che uno scambio di informazioni
con metodi tradizionali (radio, te-
lefono) tra i due scienziati che pos-
siedono le particelle gemelle. «Il
vantaggio è quello di poter inviare
una copia della particella con una
precisione assoluta», dice Claude
Crépeau, uno dei firmatari dell’
articolo.
▼
Eliminare il rumore
Le mezze palline da ping pong sugli
occhi rendono la luce uniforme:
Ganzfeld significa “campo omogeneo”.
Particelle gemelle
Uno scienziato vuole inviare
la particella A su un altro
pianeta. Produce allora una
coppia di particelle gemelle.
E adesso misuriamolo
Effettua quindi una misura
della proprietà da “copiare”
(nel frattempo anche
C è cambiata come B).
Separazione
Chiamiamo B e C queste
particelle: lo scienziato
tiene con sé B e consegna
C a un collega astronauta.
La radio serve ancora
Trasmette all’astronauta
il risultato di questa misura
(con mezzi tradizionali,
come la radio o il telefono).
Il padre
dell’Esp
Charles Honorton,
ideatore, con
lo psicologo Ray
Hyman, del primo
serio esperimento
di telepatia. Già
nel 1959, però, il
governo Usa aveva
cercato di usare
la telepatia a fini
bellici, imbarcando
un sensitivo
sul sottomarino
Nautilus.
chi e con gli occhi coperti da due
mezze palline da ping pong, che
permettono di percepire solo una
vaga luminescenza.
Undici anni di esperimenti
hanno prodotto risultati eccellenti,
ma la scienza ufficiale è dubbiosa.
«Solo tre dei 42 esperimenti Ganz-
feld erano privi di difetti statistici o
metodologici», ha dichiarato uno
psicologo dell’università dell’Ore-
gon, Ray Hyman, intervenendo al
secondo congresso del Cicap (co-
mitato italiano per il controllo del-
le affermazioni sul paranormale).
«A volte i soggetti venivano messi
in condizione di conoscere in anti-
cipo la rosa di immagini che avreb-
bero dovuto captare, oppure le pro-
Ai confini dello spazio
L’astronauta porta con sé la
particella C, e si trasferisce
su un altro pianeta (non
importa a che distanza).
Cambiamento a distanza
Conoscendo il risultato della
misura, e sapendo che C
si è modificata come B,
l’astronauta agisce su C.
ve venivano ripetute troppe volte
con le stesse immagini».
Questa volta, però, psicologi e
parapsicologi hanno trovato un
punto d’incontro: Hyman e Ho-
norton hanno elaborato insieme
una procedura apparentemente
priva di difetti, e quest’ultimo l’ha
messa in pratica nel 1990. Un altro
buco nell’acqua? No, per la prima
volta i risultati non sono cambiati
nonostante i controlli severissimi:
la statistica prevedeva il 25 per
cento di successi (dovuti al caso) e
invece i successi sono arrivati al
34,4 per cento. E c’è solo una pro-
babilità su ventimila che un risul-
tato del genere dipenda solo dalla
fortuna. Hyman, però, ha precisa-
to che per eliminare ogni dubbio
sono necessari i risultati di altri test
condotti da ricercatori diversi.
Honorton non saprà mai quali
saranno le conclusioni ufficiali: è
morto qualche mese fa. Ma già mol-
ti istituti hanno raccolto la sfida, e
stanno ripetendo i suoi esperimen-
ti. Una camera blindata è stata in-
stallata a Edimburgo, presso la lo-
cale facoltà di parapsicologia, e i
primi soggetti hanno iniziato le tra-
smissioni mentali anche alla Cor-
nell university di New York. Entro
qualche anno ci si attende una
risposta definitiva: sì o no. Per il
“forse” non c’è più spazio.
Un gemello cambia
Lo scienziato mette in
contatto A con B, in modo
che una certa proprietà
di A si rifletta su B.
Teletrasporto!
Una volta compiute le
opportune operazioni
fisiche, la proprietà di A
viene teletrasportata su C.
Focus 45
 Lo chiamiamo peso, ma è una piega nello spazio
Antigravità Solo oggi gli
scienziati cominciano
a capire i segreti della forza di gravità.
N
ello spazio gli astronauti
svolazzano privi di peso,
sulla Luna fanno grandi
balzi e ricadono al suolo
con lentezza, e se sbarcassero su
Giove verrebbero schiacciati da
un peso di una trentina di tonnel-
late. Perché? E’ tutta colpa della
gravità, cioè la forza di attrazione
esercitata dal pianeta sui nostri
corpi (e viceversa). Le ricerche più
avanzate, però, suggeriscono l’esi-
stenza di una scappatoia.
Nel 1986 Ephraim Fischbach,
uno scienziato della Purdue uni-
versity, sconvolse la comunità dei
fisici annunciando di aver riesa-
minato un esperimento effettua-
to nel 1909 con uno strumento raf-
finatissimo: la bilancia di torsione
del barone von Eotvos. Nei dati
del barone, Fischbach aveva indi-
viduato alcune anomalie che sug-
gerivano l'esistenza di una forza
sconosciuta, opposta alla gravità.
Oggi, dopo molti esperimenti in
tutto il mondo, l’idea è stata ab-
bandonata, e si comincia a credere
che quelle anomalie avessero un
altro significato. «Così come esi-
stono briciole di luce (i fotoni, che
trasportano l'elettromagnetismo),
devono esistere anche briciole di
gravità: questa visione granulare
delle forze viene chiamata dagli
scienziati “quantizzazione”», dice
Terry Goldman, fisico teorico al
National laboratory di Los Ala-
mos. «Nel caso della gravità, però,
l’esistenza di una sola particella
porta nella teoria ad alcune con-
traddizioni ed è stato quindi sug-
Focus 46
Voleremo
senza avere le ali?
Magnetismo
contro gravità
Secondo Einstein,
lo spazio (a sinistra)
è come un piano
di gomma deformato.
A destra, un treno
a levitazione
magnetica. Sotto,
due astronauti:
lontano dalla Terra
il peso scompare.
Viaggi nel tempo Secondo
i fisici si potrà
Vicino a enormi oggetti
cosmici, oppure nel mondo
dei quark, il tempo cambia le sue proprietà.
D i un’altra scoperta impossi-
bile, il viaggio nel tempo, ab-
biamo già parlato nel secondo nu-
gono i fisici teorici Kip Thorne e
Michael Morris, del California in-
stitute of technology). Un’altra
mero di Focus (dicembre 1992). possibilità viene dalle stringhe
Nell’articolo si spiegava che esi- cosmiche, che deformerebbero
stono tre possibilità teoriche di lo spazio fino a creare vere e pro-
lanciarsi nel passato. La prima prie scorciatoie per viaggiare più
sono i cunicoli spaziali (wormho- velocemente della luce. Secon-
les) che si formerebbero nelle vi- do la teoria della relatività, infat-
cinanze dei buchi neri (lo sosten- ti, avvicinandosi alla velocità
della luce accade un fenomeno
gerito un modello più complicato, sorprendente: il tempo scorre
con ben tre particelle: il gravitone, sempre più lentamente, fino a
il graviscalare e il gravifotone, e fermarsi. Si può dunque sup-
quest’ultimo dovrebbe avere un porre che superare la velocità
effetto repulsivo anziché attratti- della luce sia equivalente a viag-
vo». Una fettina di gravità, insom- giare all'indietro nel tempo.
ma, sarebbe già antigravità. «Una L’ultima ipotesi è stata avanza-
conferma si potrebbe trovarla mi- ta dal fisico Yakir Aharonov:
basandosi sulla meccanica
surando l’attrazione tra materia e quantistica, ha descritto come il
antimateria», dice Goldman, «per- tempo potrebbe scorrere al con-
ché in questo caso anche il gravi- trario nel regno dell’infinita-
fotone avrebbe un effetto attratti- mente piccolo.
vo». In altre parole, una mela di an-
timateria cadrebbe più in fretta. Fu Albert Einstein, con la
Sarà grazie ai gravifotoni che teoria della relatività, a intuire
sconfiggeremo la gravità? Per ora che il tempo rallenta se ci si
avvicina alla velocità della luce.
non esiste una risposta. ■
 ✹
P R I S M A
Una recente
ricerca
americana
sconvolge
le teorie più
consolidate
Aids: anche
il preservativo
è a rischio?
C he i preservativi non
fossero sicuri al cento
per cento lo sapevano tutti.
Fino a ieri però l’osservan-
za di alcune regole sull’uso
del preservativo sembrava
sufficiente per ridurre dra-
sticamente il rischio di con-
tagio da Hiv, dell’Aids. In
effetti, la possibilità di esse-
■ Piante & sesso
Merito di un gene se
l'albero non fa incesti
P iante incestuose? Niente
affatto, e il merito è tut-
to di un gruppo di geni. La
scoperta è recente, si deve
appunto a un gruppo di ge-
netisti e spiega perché le
piante (che pure sono per il
95 per cento ermafrodite)
non si autofecondano.
Ogni pianta possiede infatti
organi sessuali maschili (i
grani di polline) e organi
femminili (i pistilli): e tuttavia
il pistillo rigetta sempre il
polline che viene dalla stes-
sa pianta.
Questo è dovuto a un grup-
Focus 50
re o meno infettati dipende
in gran parte dalla qualità,
dalla buona conservazione
del lattice di gomma, e dal-
l’ipotesi, sempre possibile,
di un’eventuale rottura del
preservativo. Nessuno pe-
rò aveva mai preso in con-
siderazione la possibilità
che le microscopiche parti-
po di geni denominati “Lo-
cus S”, che funzionano esat-
tamente come il sistema
che negli animali regola i
meccanismi di rigetto. Solo
che l’effetto è inverso: negli
animali il sistema immuni-
tario accetta solo ciò che
trova geneticamente affine,
nelle piante ciò che è gene-
ticamente affine viene inve-
ce rifiutato. Il risultato è che,
in questo modo, molte pian-
te evitano la propria estin-
zione: è questa infatti che
si avrebbe se le piante con-
tinuassero a “incrociarsi con
Un tecnico della società americana
Ansell verifica nuovi modelli.
In alto, la struttura del virus Hiv. Qui sopra, virus rilasciati da una cellula infetta.
celle del virus potessero fil-
trare addirittura attraver-
so i pori della membrana.
Lo avrebbe dimostrato
un gruppo di ricercatori del
Maryland, giunti a questa
conclusione dopo una serie
di esperimenti condotti sot-
to la guida della Food and
drug administration, il più
se stesse”. I geni “Locus S”
sono stati identificati, quasi
contemporaneamente, in
due tipi di piante: in una
variante del cavolo, a opera
di studiosi americani, e in
un tipo di tabacco ornamen-
tale, a opera di genetisti au-
straliani.
Nuovi modelli
autorevole organo di con-
trollo sanitario degli Stati
Uniti. L’équipe medica a-
mericana ha accertato che
su 89 preservativi dello
spessore di 0,03 millimetri,
scelti tra quelli delle tre
maggiori case produttrici
americane, 29 si sono rive-
lati positivi al test. «Lo stu-
Sopra, una
pianta di cavolo.
A lato, tabacco.
In questi
due vegetali
è stato isolato
per la prima
volta il gene
"anti incesto".
dio è stato progettato cer-
cando di riprodurre il più
fedelmente possibile le
condizioni fisiche, anato-
miche e chimiche del rap-
porto sessuale», spiega An-
tonino Di Pietro, specia-
lista in dermatologia e ve-
nereologia a Milano. «Per
una valutazione obiettiva i
Il collaudo
Sopra, collaudo automatico
di preservativi. A lato,
il dott. Antonino Di Pietro
ricercatori hanno tenuto
conto della pressione con
cui avviene l’emissione del-
lo sperma, della tempera-
tura e del ph dell’ambiente
genitale. La sola condizio-
ne che non è stata rispet-
tata è la dinamica del rap-
porto. In altre parole, du-
rante il rapporto, il preser-
vativo viene stirato dalla
pressione del pene. Per la
realizzazione di questo e-
sperimento invece i ricer-
catori si sono limitati a ri-
produrre le condizioni del-
l’eiaculazione. Non è esclu-
so dunque che nella realtà
la tensione della membra-
■ Inquinamento
Pure l'Italia è nell' hit parade. Purtroppo!
na aumenti ulteriormente
il passaggio del virus». Per
il test sono stati utilizzati
degli organi maschili arti-
ficiali: dopo averli intro-
dotti nei preservativi, sono
stati immersi in recipienti
contenente un liquido mol-
to simile alle secrezioni va-
ginali. Dai falli artificiali
poi è stata “eiaculata” una
sostanza chimica del tutto
analoga allo sperma ma
contenente anche una cer-
ta quantità di microsfere
fluorescenti in polistirene,
del diametro di 110 nano-
metri, cioè milionesimi di
millimetro. «Il compito
delle microsfere era simu-
lare la presenza di particel-
le Hiv, anche se il diametro
reale di queste molecole
varia da 90 a 110 nanome-
tri», continua il dottor Di
Pietro. «Successivamente,
■ Satelliti
In nome del cielo, non
ci si potrà più smarrire
C i sono voluti
quindici anni, tre
miliardi di dollari e il
lancio in orbita di
ben 24 satelliti, ma
finalmente il siste-
ma Gps (global po-
sitioning system) è
stato completato, il
mese scorso. Grazie
ai segnali, emessi e
ricevuti dalla rete di
satelliti, chiunque
abbia accesso al
servizio può stabilire con
esattezza il punto geografico
Sopra, due
applicazioni del
in cui si trova, cioè latitudine sistema Gps:
e longitudine. Basta colle- misurazioni per
garsi, con un apparecchio di
piccolissime dimensioni, alla
rete e prendendo a riferi-
mento la posizione di tre dei
cartografia, e
un soldato che
fa il punto.
A lato, la rete
satelliti (in orbita a 20 mila dei satelliti: 21
operativi e
chilometri d’altezza) il sistema
“fa il punto”. Chi lo può utiliz- 3 di riserva.
zare? Tutti. Anche se è stato
ideato nel 1978 per iniziativa del Golfo Gps), ma anche i Tir in auto-
del Dipartimento per la difesa
Usa, oggi gli utenti sono tan-
tissimi: i soldati (nella guerra
i marines sapevano sempre
dove si trovassero, anche in
pieno de- serto, grazie al
strada e gli aerei in volo, le
navi di linea e gli yacht in
regata.
■ Etica “staccata” come una sotti-
il liquido contenuto nel re-
cipiente è stato sottoposto
a spettrofotofluorimetria, Trapiantiamoci
lissima pellicola, e viene
poi ricucita sul paziente.
«Alla fine del trapianto il
un esame che consente lo
studio della luce fluore-
la faccia volto aderirebbe perfetta-
mente allo scheletro del
scente. Nel trenta per cen-
to dei casi, le microsfere
fluorescenti hanno attra-
Iè lanche
problema è affascinante,
se un po' macabro:
lecito trapiantare su un
paziente: così non ci
sarebbe mai una completa
somiglianza fra quest’
versato il preservativo». ■ vivo la faccia di un cadave- ultimo e il donatore».
Rossana Pessione re? A porlo non sono A parte il problema del
scienziati pazzi alla rigetto restano dunque i
Frankenstein, ma alcuni dubbi morali ed etici. E
medici, membri proprio su di essi, nel giro
dell’Associazione inglese di un paio di mesi, si avrà
dei chirurghi plastici, che la risposta di un comitato
Ecco, secondo hanno già lavorato alla dell’Associazione dei chiru-
un rapporto del
World Resource
Institute reso
ricostruzione di volti com-
pletamente sfigurati da
incidenti. «In caso di
rughi plastici inglesi.
noto negli Usa, devastazione totale, non si
la classifica
dei grandi
può far quasi nulla. Il viso
appare come una masche-
ra indefinita, senza alcun
inquinatori del
mondo. I dati contorno, e continuare a
vivere in quelle condizioni
risalgono però
al 1989 e vanno può portare alla follia»,
dice James Frame del
interpretati:
infatti non erano Saint Andrew Hospital, uno
dei massimi centri europei
ancora noti quelli
relativi all'Urss, di chirurgia plastica. «Così
ci siamo chiesti: perché
oggi balzati in
testa alle non trapiantare sul pazien-
te i connotati di un donato-
classifiche.
Resta il fatto re morto?». Tecnicamente
non è difficile: le incisioni
che, comunque,
l'Italia è ben vengono fatte intorno al
retro della testa, e al cuoio
piazzata!
capelluto. La faccia viene
✹ P R I S M A
■ Tecnologie
Un aereo
che fa
le capriole
Vdi 70olare in linea retta, ma
tenendo il muso alzato
gradi. Oppure com-
piere ad altissima velocità
virate dal raggio ristrettis-
simo. Manovre che un ae-
reo convenzionale, non può
compiere. Per studiare la so-
luzione a questi problemi
ecco l’X31, il prototipo di
un aereo supermanovrabi-
le prodotto dalla Rockwell
americana e dalla Mbb/
Deutsche Aerospace tede-
sca. L’X31 è un caccia con
le ali a delta e quasi inte-
ramente in fibra di carbo-
nio, dotato di comandi di-
gitali (si guida battendo su
tastiere), con collegamenti
in fibra ottica. Tutto il volo
è guidato da un computer
che invia, alle varie appa-
recchiature, semplici segna-
li di luce. La vera rivoluzio-
ne sta però nel motore,
detto “a spinta vettorabile”:
con deflettori montati in
coda si può orientare il flus-
so del jet in ogni direzione,
facilitando le manovre più
incredibili.
Il futuro in volo
L'X31. Qui sopra, un
particolare dei deflettori
applicati allo scarico.
Focus 52
La raccolta
dei campioni
Macroinvertebrati
(di dimensioni
superiori
al millimetro)
sono raccolti
lungo le rive. A
seconda delle
specie presenti
si può dedurre
la salute
dell'acqua.
Micro organismi rivelano l'inquinamento
Chiedi al verme com'è il fiume
S tabilire il grado di in-
quinamento di un fiu-
me non è più un opera-
zione complicata: siamo
abituati a pensare che
siano necessari laborato-
ri con provette, ampolle
e reagenti, e invece ades-
so è sufficiente un parti-
colare retino», dice Car-
lo Cuttica, analista chi-
mico del servizio sanita-
rio nazionale. Come? «L’
attrezzatura viene pian-
tata sul greto di un corso
d’acqua, e raccoglie tutto
ciò che viene trasporta-
to dalla corrente, quando
il fondale viene smosso.
La rete intrappola gli or-
ganismi che vivono nel
fiume e li convoglia in un
contenitore intercambiabi-
le». Da questi micro orga-
nismi si può desumere l’
inquinamento. L’uso di ri-
velatori vivi (animali e ve-
getali che vivono nel no-
stro stesso ambiente ma
che, meno di noi, soppor-
tano le brusche variazioni
dell’ambiente che ci cir-
conda) si sta in effetti sem-
pre più diffondendo.
Gli indicatori biologici
sono più efficienti di quelli
chimici, basati sull’uso di
sostanze reagenti, e richie-
dono una minore specializ-
zazione degli operatori.
«Già da diversi anni in O-
landa, Belgio e Inghilterra
si adotta un metodo sem-
plicissimo per rilevare l’in-
quinamento dell’aria, affi-
dandolo alla gente comu-
ne: la popolazione viene
dotata di una serie di va-
schette di vetro contenenti
delle piante particolar-
mente sensibili. Quando i
vegetali si ammalano, il
possessore deve telefona-
re a un centro di controllo
sempre in funzione, dove
un gruppo di ricercatori, in
base alla descrizione della
malattia e al numero di se-
gnalazioni, identifica l’a-
gente inquinante e la sua
diffusione», dice Enrico
Garrou, biologo. Anche in
un corso d’acqua gli indi-
Organismi
ecologici
Di fianco,
l'esame
al microscopio.
Più a sinistra,
campioni
conservati in
alcol a
70 gradi.
catori biologici permetto-
no di individuare esatta-
mente la sorgente inqui-
nante, il grado di inquina-
mento, e consentono di
ricostruire la storia di ciò
che è avvenuto, non limi-
tandosi all’istantanea effet-
tuata dalla tradizionale me-
todologia chimica.
In pratica, il “servizio”
viene svolto da macroin-
vertebrati, larve di insetti,
molluschi, crostacei, vermi,
di dimensioni superiori al
millimetro, che vivono nel-
l’acqua, nella sabbia e sui
ciotoli. Le larve degli efe-
merotteri, per esempio, vi-
vono solo in acque ricche
di ossigeno, mentre le larve
Un tricottero (una larva).
Un micro gamberetto.
Un odonato.
Una coppia di larve
Ancora un odonato.
dei tricotteri sopportano
alcune sostanze inquinanti.
Gli isopodi risentono so-
prattutto della presenza di
sostanza organica: sono
assenti vicino agli scarichi
delle fognature. Prospe-
rano invece in questa situa-
zione gli oligocheti. La di-
stribuzione dei macroin-
vertebrati viene tradotta in
un codice e serve infine a
compilare una mappa della
salute del fiume, dalla sor-
gente alla foce, leggibile a
“colpo d’occhio”su mappe
a colori: dove l’azzurro cor-
risponde alla purezza del-
l’acqua, mentre il rosso all’
inquinamento grave. ■
Carlo Piccinelli
■ Manichini elettronici
Anne in vetrina, contro i ladri
S ta ferma in vetrina, o nei
corridoi di un grande ma-
gazzino: si guarda intorno,
ascolta rumori sospetti, e in
caso di furto dà l’allarme.
Può lavorare sempre, giorno
e notte, e ovunque la metto-
no lei sta: è Anne Droid, l’an-
droide Anna, un manichino
antifurto prodotto di recente
negli Usa. Anne (che ha esor-
dito a Denver, dove è stata
inventata dall’ingegner Jerry
Gutierrez) contiene infatti una
telecamera miniaturizzata nel
proprio capo, e vede attra-
verso gli occhi (anche di not-
te, grazie ai raggi infrarossi).
Per ascoltare ha invece un
microfono, anch’esso picco-
lissimo, nascosto nelle narici.
Può essere, inoltre, posta in
qualsiasi luogo giacché non è
collegata al sistema centrale
■ Vitamine
Cancro al seno,
si previene
con le carote
C’ è un altro buon moti-
vo per arricchire di
frutta e verdura la propria
dieta: la vitamina A che si
trova nei vegetali può pre-
venire il cancro, in parti-
colare al seno. La notizia
viene da uno studio recen-
temente pubblicato dal
New England Journal of
Medicine, e ha origine da
un rilievo statistico: le don-
ne che non assumono a suf-
ficienza vitamina A (cioè,
quanto ne è contenuta in
un piatto di verdura fresca
al giorno) hanno più pro-
pensione a sviluppare que-
sta malattia. Il dato è stato
ricavato da biopsie (cioè
prelievi di tessuto) effet-
tuate nel giro di otto anni
su quasi 90 mila puerpere
tenute in osservazione ne-
gli ospedali di Boston: cir-
ca 1500 di esse avevano
sviluppato il cancro, e in
quasi tutti i casi vi era un
calo di vitamina A, mentre
risultavano costanti i valo-
ri delle vitamine C ed E. La
vitamina A si può ritrovare
in particolare negli spinaci,
nelle patate dolci e nelle ca-
rote: tutti vegetali che con-
tengono betacarotene che,
una volta assunto, si tra-
sforma in vitamina A.
(un semplice monitor) via ca-
vo, ma via radio. Nei primi me-
si di produzione la Anne Droid
Giorno e notte
Jerry Gutierrez al
Surveillance System ha già
venduto cento manichini: nes-
lavoro su uno dei
suoi manichini.
suno, assicura l’inventore, è Grazie ai raggi
mai stato scoperto e neutra- infrarossi, vedono
lizzato dai ladri. anche di notte.
Dagli occhi del manichino
al monitor, senza fili.
■ Supernavi
Il traghetto più veloce del mondo
E’ probabilmente il tra-
ghetto (se non la na-
versata atlantica. «La
carena è tradizionale, ma
data a tre giganteschi i-
drogetti (niente eliche,
ve) più veloce del mondo,
ed è per questo che è
la lamiera in acciaio ad
alta resistenza è stata la-
quindi), che garantiscono
una estrema agilità in
stato battezzato “Guiz- vorata con metodi tipici tutte le manovre. A gesti-
zo” : porta 450 passegge- dell’industria aeronauti- re il “Guizzo”, costruito
ri, e più di 150 fra auto- ca», spiega Alcide Sculati, dai cantieri Rodriguez, è
mobili e camion, a una
velocità che supera gli 80
il progettista, che non a
caso è stato ingegnere al-
la Tirrenia: ed entro un
paio d’anni altri tre tra-
chilometri all’ora in mare la Boeing. ghetti di questo tipo en-
aperto. Una rivoluzione,
nei trasporti marit-
timi, che è però già
entrata in attività:
in tre ore il “Guiz-
La propulsione è affi- treranno in linea.
Come in
autostrada
zo” collega Civita-
vecchia con la Sar-
degna, e dunque
Il "Guizzo" (sotto)
e la sua sala
comando (a
riesce a effettuare sinistra). Supera
ben quattro viaggi gli 80 km/h.
al giorno. Cento-
due metri di lun-
ghezza, 15 di lar-
ghezza, due piani
di garage, due ponti pas-
seggeri (con saloni, bar,
sale di lettura, e poltrone
di tipo aeronautico) con-
dizionati e insonorizzati,
230 tonnellate di stazza:
il “Guizzo” è una nave in
tutti i sensi, anche se
somiglia fortemente al
“Destriero”, il supermo-
toscafo che un anno fa ha
battuto il record della tra-
Focus 53
✹ P R I S M A
In Russia un arsenale in vendita
La guerra in
offerta speciale
O ltre 400 mila fucili d'as-
salto AK-47 (il famo-
so Kalashnikov) solo nel
mese in corso. E poi lan-
ciafiamme, granate, pistole.
Tutto esportato illegal-
mente, e avviato in tutte
quelle parti del mondo do-
ve c'è un conflitto in corso:
per i russi l'esportazione
clandestina è uno degli
affari del secolo, visto che
solo quest'anno frutterà
circa 22 miliardi di dollari
(l'esportazione legale ha
un fatturato che è meno
della metà). «A Mosca si
può comperare qualsiasi
cosa, basta corrompere la
persona giusta», spiega Jim
Moody, responsabile per
l'Fbi del controllo sui traf-
fici d'armi. «E a Mosca og-
gi si possono incontrare
tutti i più grandi mercanti e
contrabbandieri del mon-
do. «Il nostro Paese, purtrop-
po, in passato aveva messo
da parte armi sufficienti a
fare la guerra per cent'an-
■ Vegetali
Accendi una melanzana
Fre unumare una sigaretta può
valere quanto mangia-
pomodoro? La do-
manda è solo apparente-
mente paradossale, e la
risposta lo è altrettanto: sì.
Una ricerca pubblicata di
recente sul New England
Journal of Medicine ha in-
fatti confermato che la ni-
cotina non si trova soltanto
nel tabacco, ma anche in
molti vegetali, patate e po-
modori inclusi. Sono stati
perfino compiuti studi sul
fumo passivo, per misurare
cioè la quantità di nicotina
che assumono coloro che,
pur non fumando, vivono a
stretto contatto con un fu-
matore. Ebbene, è risultato
Focus 54
Commercio legalizzato
Mitragliatrici al Salone ufficiale delle armi di Mosca,
nel corso dell'edizione del dicembre 1992.
ni. E ora che non ci sono
quasi più controlli, chiun-
que può venderne. O qua-
si», conferma Viktor Kre-
menyuk, studioso del pro-
blema, all'Accademia delle
scienze. La maggior parte
del commercio è svolto da
ufficiali ed ex ufficiali del-
l'Armata rossa, che appro-
fittano del caos in cui si
che l'equivalente di nicotina
che si trova nell'organismo
di un non fumatore "espo-
sto al fumo" per tre ore si
trova anche in chi ha man-
giato: a) 140 grammi di pa-
Non solo tabacco:
anche le patate
contengono nicotina.
trova la Russia d'oggi. Ven-
dono anche i disertori, o i
dipendenti delle grandi
fabbriche d'armi. Il mate-
riale viene spedito in casse
o container che si presen-
tano come colmi di gene-
rici "macchinari" o "uten-
sili". I prezzi sono decisa-
mente concorrenziali: ba-
sta pensare che una cassa
tate; oppure b) 250 gram-
mi di cavolfiore; oppure c)
10 grammi di melanzane;
oppure d) 20 grammi di pa-
tate schiacciate. «E' ovvio
che non bisogna preoccu-
parsi», ha però dichiarato
il dottor Jack Henningfield,
dell'istituto americano per il
controllo degli stupefacen-
ti. «Per assumere tanta ni-
cotina quanta ne è conte-
nuta in una sigaretta, biso-
gnerebbe saccheggiare l'or-
to di casa».
Verso il
Terzo Mondo
Un missile aria-
aria. Le armi
vengono cedute
ai mercanti che,
a loro volta, le
rivendono nel
Terzo Mondo:
soprattutto Iran,
Iraq, Colombia,
Siria, Nicaragua,
e molti Paesi
africani, oltre
che movimenti
di guerriglia.
Un listino superscontato
Ecco, in lire, i prezzi davvero
straordinari ai quali vengono
offerti alcuni
sistemi $1
d'arma russi. milion3
i MIG-27
Visori notturni 45 mila
$ 50
Pistola cal. 45 52 mila
Kalashnikov 80 mila
AK-47 24 granate Npo bazalt 220 mila
Lanciafiamme 1,2 milioni
Obice da 135 mm 23 milioni
Sistema R 3305 per
guerra elettronica 30 milioni
Mezzo corazzato per
trasporto truppe 150 milioni
Sottomarino tipo Kilo 200 milioni
Sistema antiaereo
tipo S 300V 600 milioni
Carro armato T-80 2,7 miliardi
Caccia Mig 27K 19 miliardi
Caccia Mig 29 34 miliardi
con 24 granate costa appe- offrono il loro mitra o la
na 150 dollari, e un Kala- loro pistola. Nello stesso
shnikov si acquista a 50 centro di Mosca, nei pressi
dollari e può essere subito dei vari Stati maggiori, so-
rivenduto, sui mercati della no stati aperti veri e pro-
guerriglia o della malavita
(come la mafia italiana) ad
almeno 500 dollari!
pri supermarket e show
room dove si possono ve-
dere (e naturalmente com-
E' un mercato del quale,
d'altra parte, non sembra
perare) lanciamissili e mi-
tragliatrici, bombe e lan-
vergognarsi nessuno. «Sia- ciafiamme. A cercare di ri-
mo stanchi di vivere in po- mediare è lo stesso gover-
vertà. Le riforme di Eltisn no russo: «E' vero, l'eserci-
non ci aiutano», ha confes- to si è in gran parte cor-
sato al giornale americano rotto», ha ammesso di re-
Usa Today il tenente An- cente il ministro della Di-
drei Stankevic, 26 anni. «Co- fesa Pavel Graciov. E oltre
sì dobbiamo arrangiarci». 3 mila militari (46 erano
La pubblicità alle armi vie- ufficiali di alto grado) sono
ne regolarmente pubblica- stati arrestati. Ma non ba-
ta dai settimanali e dai quo- sta. Tanto che la stessa Cia
tidiani, e i turisti stranieri americana, e altri servizi
in Lituania, Estonia e Let- segreti, hanno cominciato
tonia vengono tranquilla- a comperare armi in Rus-
mente avvicinati dai solda- sia: meglio nelle proprie
ti che, per pochi dollari o mani che in quelle di ma-
anche in cambio di cibo, lintenzionati.
✹ P R I S M A
■ Elefanti Un abbigliamento di origine antichissima
Una clinica per
disintossicarli Ma come si veste il Papa?
U n ospedale verrà
costruito nella giungla
a 500 chilometri da
Mitra
Bangkok, in Thailandia. E' portata anche Zucchetto
Perché? Perché i suoi da cardinali, Pastorale Copricapo di seta.
ospiti saranno vescovi e abati. Bianco per il papa,
Viene tolta Simbolo del pastore che guida
elefanti, ammalati in un il gregge, quindi d'autorità rosso per i cardinali,
modo particolare: si tratta durante nero per il clero
la preghiera. giuridica e dottrinale.
infatti di pachidermi E' conferito ai vescovi con ordinario.
drogati, intossicati dalle Ha lontane
origini ebraiche. la consacrazione.
anfetamine che i
conduttori (i cornac)
somministrano loro per
aumentarne la resistenza
al lavoro. Questi elefanti
vengono in genere
sequestrati ai proprietari,
e sottoposti d'autorità alla
disintossicazione. La Anello Pallio
somministrazione di Ha l'immagine
Tonaca
droghe ai pachidermi è Fascia che E' l'abito
frequente: ora ce ne sono di S.Pietro, ed passa anche
è usato per intorno al collo: talare, in
una trentina in cura, sigillare i lana bianca:
mentre nei mesi scorsi ne riservata al un tempo
sono stati "dimessi" 13, documenti papa e agli
ufficiali. Alla arcivescovi, è i papi
e "ricoverati" altri 19. morte del usavano
tessuta in lana tonache con
pontefice d'agnello.
viene il colore
distrutto. dell'ordine
religioso
dal quale
provenivano.
Pianeta Alba
Sopravveste senza le maniche, è Camice candido, usato Cintura
indossata durante la messa. Ha per la messa, benedetto E' in seta, con frangie
origini romane, nel Basso impero. prima d'indossarlo. e insegne papali.

■ Matematica ■ Antropologia

Addio radice quadrata Viene da lontano l'amore per la ciccia

L' ipotenusa è il lato più
lungo di un triangolo
rettangolo: la sua lunghez-
za si ottiene secondo il
teorema di Pitagora, cal-
colando cioè la radice qua-
drata della somma dei
quadrati costruiti sugli altri
lati, i cateti. ll mate-
matico italiano Lucio
Giadorou Astori ha pe-
rò depositato un nuovo
sistema per calcolarla,
facendo a meno dei
suggerimenti di Pita-
gora, e rielaborando
invece una tavoletta
matematica rinvenuta
in Mesopotamia e risa-
lente a circa cinquemi-
la anni fa. Il nuovo teo-
Il filosofo Pitagora
(570 - 490 a.C.).
rema si basa su un al-
goritmo (cioè uno schema
di calcolo) in base al quale
si può arrivare all'ipotenusa
seguendo una sequenza di
numeri "piramidali", e ri-
nunciando invece a estrar-
re la radice quadrata.
G li uomini preferiscono
le donne formose. Già,
ma perché? Non è solo un
criterio estetico ma anche
una promessa biologica: le
tonde sono ottime pro-
creatrici, simbolo di salute
e fecondità. E tutto ciò
viene avvertito dal ma-
schio, a livello inconscio.
E' il risultato dello studio
compiuto all'università del
Texas dal professor De-
vendra Singh. Secondo le
statistiche elaborate, infat-
ti, le donne con un basso
rapporto vita-fianchi (al-
meno 0,7, cioè con il baci-
no più ampio rispetto alla
cintura) sono quelle che
concepiscono più facil-
mente. Quando il rapporto
si avvicina a 1, le probabi-
lità di restare incinte sono
statisticamente più basse,
e la donna ha in genere più
disturbi cardiovascolari,
alla cistifellea, al pancreas.
Il professor Singh ha co-
munque sottoposto a test
diversi campioni di uomini
di ogni età: posti di fronte a
dodici profili femminili, gli
uomini hanno risposto pra-
ticamente all'unanimità.
La figura giudicata più se-
xy era sempre quella a
forma "di mandolino", o
"di pera". E la moda, che
in passato ha spesso casti-
gato la donna formosa? Grasso è sexy
«La moda passa», rispon- Una modella "abbondante":
de Singh. «L'immaginario promessa di salute e
collettivo resta». soprattutto di fecondità.

Focus 56
 DOSSIER
Nella foto
grande, una
valvola mitrale.
A destra,
lo schema
elettronico di
un cuore
soggetto a
infarto: la
mancanza di
sangue e di
ossigeno uccide
le cellule.

A PAG. 60
La macchina
elettrica

A PAG. 62
Così nasce
l'aritmia

A PAG. 64
La cellula
stordita

A PAG. 66
I nuovi
medicinali

Cuore matto A cura di

Federico Mereta

Batte due miliardi e
800 milioni di volte
nella vita, secondo un ritmo regolato
elettricamente. Ma come funziona?
Un meccanismo
perfetto
N ello schema a destra, le parti
essenziali del cuore, e quelle
più sollecitate dal punto di vista
elettrico.
1 Atrio sinistro. Qui giunge il san-
gue ricco di ossigeno, dalle vene
polmonari.
2 Valvola mitrale: il sangue scende
dall'altrio al ventricolo.
3 Ventricolo sinistro: il sangue
viene pompato verso l'aorta, e il
resto del corpo, a una grande
pressione.
4 Ventricolo destro (pompa il san-
gue venoso, rientrato al cuore do-
po la circolazione corporea, verso
i polmoni, perché si depuri e si
arricchisca di nuovo ossigeno).
5 Atrio destro.
6 In questa posizione, nel tessuto
cardiaco, ha sede il "nodo sinoa-
triale", dove ha origine il primo
impulso elettrico che avvia il mec-
canismo di contrazione di tutto il
muscolo. In pratica è il "pace ma-
ker" naturale.
7 Aorta.
8 Miocardio. E' il tessuto musco-
lare che costituisce le pareti del
cuore.
Focus 60
Il comput er nel cuore
I
l cuore è una macchina la cui
attività è programmata al mil-
lesimo di secondo. Per man-
tenere la sua efficacia il tessu-
to cardiaco ha costante bisogno di
energia, che gli viene fornita dal-
l’ossigeno e da altre sostanze mine-
rali (calcio, potassio, sodio, magne-
sio) necessarie per il buon funzio-
namento delle cellule.
La perfezione di questo mecca-
nismo si esprime nel ciclo cardiaco,
che si effettua in media 70 volte
ogni minuto. In poco meno di un
secondo, il tempo d’un battito cioè,
si ripetono una serie di situazioni
perfettamente regolate. All’inizio
si genera un potenziale elettrico
7 nel nodo seno-atriale che dà la
6 1 “scossa” iniziale. Quindi il mes-
5 saggio elettrico passa ai ventricoli,
per tornare poi al punto di parten-
za. Se il circuito fosse tecnicamen-
2 2 te perfetto, però, probabilmente il
cuore non funzionerebbe, giacché
atrii e ventricoli si contrarrebbero
assieme. Questo però non avviene.
Il sistema di conduzione dello sti-
molo tra atrii e ventricoli, è in realtà
3 cardiaco. Da qui
4 fatto in modo che vi sia un ritardo
di oltre un decimo di secondo tra
l’arrivo dell’impulso agli atrii e la
sua diffusione ai ventricoli. Quindi
8 gli atrii si contraggono prima, spin-
gendo il sangue nei ventricoli pri-
ma che inizi la “sistole” ventricola-
re, cioè il momento di massima
contrazione dei ventricoli, in cui il
sangue viene spinto nell’aorta e
nell’arteria polmonare.
Il ciclo cardiaco quindi si com-
pone di un periodo di contrazio-
ne (sistole) e di un periodo di ripo-
so (diastole). Due momenti molto
precisi che si alternano negli atrii e
nei ventricoli: quando i primi sono
in sistole , cioè contratti, i ventricoli
debbono essere in diastole, cioè a-
perti per ricevere il sangue che
scende dall’alto. Viceversa quando
sono i ventricoli a essere in fase si-
stolica la loro contrazione è massi-
ma (in particolare da parte delle
fibre muscolari del ventricolo sini-
stro) mentre la muscolatura atria-
le è rilasciata.
In questo processo il ruolo più
importante è quello dei ventricoli.
Normalmente, infatti, il 70 per cen-
to del sangue passa direttamente
dagli atrii ai ventricoli prima che
questi si contraggano. Quindi l’e-
ventuale mancanza di funzione di
pompa di un atrio può essere sop-
portata senza alcuno sforzo dal
cuore che, normalmente, ha già la
possibilità di inviare in circolo un
quantitativo 3-4 volte maggiore di
quanto l’organismo non richieda.
Ben diversa è la situazione nei ven-
tricoli, che si riempiono quando la
pressione all’interno dell’atrio è
alta e il sangue scende all’interno
dei ventricoli stessi. Appena inizia
la sistole ventricolare, la pressio-
ne all’interno dei ventricoli sale ver-
tiginosamente, e questo fa chiude-
re le valvole superiori (le atrioven-
tricolari) evitando che il sangue
risalga verso gli atrii. Non appena
la pressione ventricolare sinistra
supera gli 80 mm di mercurio e
DOSSIER
quella destra gli 8 mm di mercurio suto muscolare specifico, che si
la valvola aortica e polmonare si
aprono e il sangue inizia a passare
trova soltanto qui: è particolar-
mente resistente e ha una forza e-
dai ventricoli alle arterie. Dopo stremamente elevata. La sua con-
questa fase, estremamente rapida, trazione è direttamente legata alla
la pressione all’interno dei ventri- presenza di ioni calcio all’interno
coli scende e allo stesso modo scen- delle miofibrille, cioè delle fasce
de anche la pressione arteriosa. La di cellule muscolari: il calcio entra
muscolatura ventricolare inizia a
rilasciarsi e a prepararsi per una
infatti verso l’interno delle micro-
scopiche fibre muscolari e dà il via
nuova contrazione.
Come si può vedere, tra il cuore
alle reazioni chimiche che garanti-
scono contrattilità ai muscoli, e
“destro” e quello “sinistro” c’è quindi alla contrazione. ■
grande differenza. La parte sini-
stra, e in particolare il ventricolo, è
più grande e muscolosa della de-
stra perché deve fare uno sforzo
maggiore: da lì infatti il sangue flui-
sce attraverso l’aorta, verso ogni
parte del corpo. Il cuore sinistro Il muscolo
quindi lavora di più e purtroppo della vita
col tempo paga i suoi sforzi, visto
che le lesioni cardiache più gravi, Un'immagine
enormemente
come per esempio l’infarto mio- ingrandita del
cardico, interessano quasi esclusi- ventricolo
vamente il settore sinistro del cuore. sinistro, la parte
Il cuore deve la sua capacità di più forte e più
contrazione al miocardio, un tes- sollecitata del
muscolo
il sangue viene
sospinto verso il
resto del corpo.
Focus 61

Tutto regolare
Il tracciato del battito d'un cuore che
funziona in modo normale. I picchi
indicano le contrazioni dei ventricoli.
L e aritmie si possono di-
videre in “attive” (o i-
percinetiche), cioè arit-
mie in cui si generano
battiti cardiaci anticipa-
ti, che nascono in strut-
ture diverse dal nodo del
seno, e in “passive” (ipo-
cinetiche) in cui l’impulso
non è condotto normal-
mente perché il sistema
di conduzione è alterato.
Ecco altri termini che ri-
corrono più di frequente.
Focus 62
Il battito
cardiaco
si altera
all'improvviso?
Dipende
dall'attività
elettrica
nelle cellule
Il linguaggio del miocardio
Extrasistole: è una con-
trazione cardiaca che si
produce in anticipo e al-
tera la successione dei
normali battiti. Secondo il
punto di origine si pos-
sono avere extrasistoli
che interessano tutto il
cuore o solo i ventricoli.
Flutter: è un disturbo ca-
ratterizzato da rapidissimi
susseguirsi di contrazioni
di una parte del miocar-
dio, più spesso gli atrii,
A caccia di aritmie
U
n intervento è semplice,
anche se sofisticato. At-
traverso una vena del
braccio due piccole sonde
vengono spinte fino al ventricolo e
all’atrio di destra. Quindi si ese-
gue una specie di elettrocardio-
gramma, con i rilevatori all’interno
del cuore e non sulla pelle, come
normalmente accade. In questo
che possono raggiungere
anche le 300 contrazioni
al secondo. Per fortuna,
viglio di vermi”. Il cuore
fibrillante non è più in
grado di pompare nor-
quando ciò avviene il rit- malmente: se la fibrilla-
mo del ventricolo è più zione interessa l’atrio si
lento, anche se il cuore ha una paralisi atriale e
in toto batte più veloce- una conseguente grave
mente. aritmia ventricolare.
Fibrillazione: è una vi- Quando invece invece
brazione disordinata delle interessa i ventricoli, se
fibre miocardiche che, non adeguatamente trat-
secondo gli antichi, face- tata (con un defibrillato-
vano assomigliare la pa- re) provoca la morte in
rete del cuore a un “gro- breve tempo.
Troppo lento,
troppo veloce
Le varie fasi del
ritmo cardiaco
fotografate da una
tomogrammografia.
Se l'alterazione
del ritmo dà luogo
a un aumento di
pulsazioni si
chiama tachicardia,
se le rallenta si
tratta invece di una
brachicardia.
modo si studia la rete elettrica che
regola le vie di comunicazione car-
diache, fino a identificare con pre-
cisione il punto in cui nasce un’arit-
mia. Potrebbe trattarsi di un piccolo
nucleo di tessuto, che lavora in ma-
niera completamente sganciata dal
sistema di controllo generale, o di
una “via anomala”, un circuito de-
viato che provoca un’alterazione
nel ritorno dello stimolo elettrico
al centro di partenza dei segnali.
«Individuato con precisione il
punto in cui si sviluppa l’aritmia, la
funzione dei cateteri si modifica»,
spiega Gabriele Vicedomini, car-
diologo dell’ospedale San Raffaele
di Milano. I punti critici si possono
distruggere semplicemente facen-
do passare attraverso i cateteri una
quantità predeterminata di ener-
gia, tale da causare la perdita di
funzione dei tessuti che generano
le aritmie. Se l’aritmia è un distur-
bo nella conduzione elettrica di
alcune cellule cardiache, o delle
vie di passaggio dei segnali, una
scarica elettrica può rimettere
tutto a posto. E’ questo il segnifi-
cato della “folgorazione”, una
delle strategie terapeutiche più
moderne: la tecnica può essere
applicata sia quando la corrente
distrugge il gruppetto di cellule da
cui parte la modificazione del
ritmo, sia in caso di via di ritorno
alterata del segnale al nodo seno
atriale. In questo caso il passaggio
di corrente attraverso i cateteri
consente di “tagliare” la strada di
ritorno; e quindi di chiudere de-
finitivamente la via di conduzione
alterata. «Attualmente si impiega-
no generatori in radiofrequenza,
che presentano il vantaggio di do-
sare con estrema precisione la
quantità di energia desiderata».
Sempre sul passaggio di una sca-
rica elettrica modulata si basano i
defibrillatori impiantabili. Sono
strumenti che bloccano le aritmie
più gravi, come per la fibrillazione
ventricolare, non appena queste
insorgono. Ne esistono di due tipi:
gli “endocavitari”, più moderni,
che vengono immessi direttamente
DOSSIER
Un muscolo? Macché,
una centrale elettrica
L’ attività elettrica del
cuore viene guidata
e regolata da strutture
zate di conduzione. La
stazione successiva è
rappresentata dal Fascio
che generano e condu- Hls, che ha il compito di
cono impulsi elettrici, trasmettere “l’autorizza-
capaci di avviare e sin- zione” per la contrazione
cronizzare la contrazio- dagli atrii ai ventricoli. A
ne delle cellule musco- questo scopo il Fascio
lari. L’attività elettrica Hls si divide in tre diver-
normale del cuore ha si bracci: la branca de-
inizio nella parte supe- stra e la branca princi-
riore dell’atrio destro, pale sinistra, che si apre
dove agisce una striscia a sua volta in due “fasci-
di miocardio differenzia- coli” che vanno a cir-
to larga 3 millimetri e condare l’intero ventri-
lunga 10, vera e propria colo sinistro.
centrale operativa. Da
qui il segnale passa al Sotto, l'analisi del
nodo atrioventricolare tracciato di un
attraverso vie specializ- elettrocardiogramma.
dentro al cuore e quelli che ven-
gono solo “appoggiati” all’epicar-
dio (la membrana più superficiale
del cuore) dopo un intervento a
torace aperto. Due sonde vengono
spinte all’interno del cuore destro
e vengono lasciati all’interno del
ventricolo. Esse hanno funzioni
ben diverse. La prima ha il compi-
to di registrare costantemente
l’attività elettrica del cuore: non
appena si sviluppa un'aritmia di
tipo attivo (vedere il riquadro a si-
nistra) la sonda “registrante” attiva Un pezzetto
quella “curativa”, che dà una sca-
di cuore
rica di corrente tale da risistemare
i circuiti elettrici cardiaci. «Negli Qui sopra,
ultimi anni», spiega Vicedomini, Gabriele
Vicedomini.
«la tecnologia ha consentito di "L'aritmia nasce
miniaturizzare i generatori di cor- in un punto del
rente, e gli stessi programmi com- cuore che può
puterizzati che riconoscono la essere anche
comparsa di aritmie: così oggi è piccolissimo, ed
è solo lì che va
più facile evitare un intervento
inappropriato. In pratica la sonda controllata".
registrante è sempre più precisa e
“allarma” il sistema solo quando
qualcosa non funziona. ■
Focus 63

Stordite o
ibernate
La crisi nasce quando
al cuore non giungono
sangue, e ossigeno,
a sufficienza. Le cellule soffrono, ma non sempre muoiono
U
na ischemia, un infarto, un’
angina... un attacco car-
diaco, insomma. Che co-
sa succede dentro al cuo-
re? Come reagiscono le cellule? In
realtà possono esserci cellule
morte, oppure cellule ancora vive
e solo “stordite”. Addirittura una
parte di cuore rimarrebbe come
“ibernata”, lavorando anche se
non arriva sangue a sufficienza.
Sono alcune delle questioni più af-
fascinanti per la cardiologia mo-
derna. Vediamo perché.
Per contrarsi correttamente il
miocardio ha bisogno di ossigeno.
Dopo una crisi ischemica, dovuta a
un diminuito apporto di sangue e
ossigeno a una porzione del ven-
tricolo sinistro, il ventricolo stes-
so pompa meno sangue. Come se
non bastasse, le cellule che si tro-
vano intorno all’epicentro della
lesione rimangono “stordite” dalla
carenza di sangue. «Un attacco di
angina pectoris produce sul mio-
cardio lo stesso effetto che un forte
pugno ha su un boxeur», spiega
Paolo Bellotti, cardiologo dell’o-
spedale Galliera di Genova.
● Il muscolo intontito
Per qualche tempo il muscolo
cardiaco rimane cioè intontito e
non si contrae correttamente. Po-
chi minuti dopo l’attacco anginoso,
però, il miocardio si riprende e la
funzione ventricolare ritorna nor-
male: la ripresa funzionale di una
cellula stordita è direttamente pro-
porzionale alla durata dell’ische-
mia e al numero delle crisi. In caso
di infarto, cioè di morte di un grup-
po di cellule, vicino a queste ultime
possono esserci isole di cellule
stordite: in questo caso, visto che la
mancanza di ossigeno è stata pro-
lungata, lo “stato di kappaò” dura
più a lungo. «Il miocardio può
Focus 64
Cuori che
dormono
Sopra, Paolo
Bellotti. "Il cuore
privato di
ossigeno talvolta
è capace di
andare in letargo,
finché il flusso
sanguigno torna
normale".
impiegare anche diverse settimane
per tornare alla normalità», ripren-
de Bellotti. «In tutto questo perio-
do la funzione ventricolare è ridot-
ta, perché il cuore deve fare a
meno del contributo delle cellule
stordite: il paziente, pur non accu-
sando disturbi rilevanti, va quindi
seguito con grande attenzione per-
ché il suo cuore non funziona a
dovere. In ogni caso le cellule stor-
dite riprendono la loro normale
funzione autonomamente e non è
necessaria alcuna terapia».
Fino a ora non è stato chiarito il
meccanismo che provoca lo stordi-
mento delle cellule. Un'ipotesi è
che i canali che consentono l’entra-
ta e l’uscita del calcio, minerale
fondamentale per il buon funzio-
namento delle cellule stesse, risul-
tino in questi casi alterati. Ciò por-
terebbe a un’alterazione dell’
accumulo del calcio intracellulare
nella fase di ischemia, e la fase di
“stordimento” sarebbe il tempo
necessario per il ritorno della nor-
malità interna.
● Cellule in letargo
Quando una parte di miocardio
è “ibernata”, invece, la situazione
è diversa. Precisa Bellotti: «In que-
sto caso è presente una cronica ri-
duzione del flusso coronarico e le
cellule cadono in una specie di “le-
targo”. La disfunzione ventricola-
re dura finché non si torna a un
normale apporto di sangue alla
Scoprire l'ischemia
Il cuore come appare a una
scintigrafia miocardica. Si
identificano le aree ischemiche,
non più irrorate dal sangue.
zona colpita: in pratica per una
cronica carenza di ossigeno, per
esempio in chi soffre di ostruzioni
coronariche aterosclerotiche, le
cellule del miocardio modificano
il loro metabolismo, si abituano a
“sopravvivere” con meno sangue,
salvo “svegliarsi” quando il flusso
sanguigno ritorna normale». La te-
rapia in questo caso, è fondamen-
tale perché solo restituendo san-
gue alla zona malata si può
correggere il deficit funzionale
Così si scopre la cellula malata
O ggi esistono tecniche dia-
gnostiche che consentono
di verificare la vitalità delle cel-
lule cardiache.
Scintigrafia con tallio 201.
Consente di definire il flusso san-
guigno all’interno di porzioni car-
diache molto ridotte. Il traccian-
te radioattivo viene iniettato in
una vena del braccio e poi tra-
sportato dal sangue nel cuore.
Quando il sangue, e quindi il tallio,
non giunge in un particolare di-
stretto, significa che questa por-
zione di miocardio è ormai cica-
trizzata e non può riprendersi. In
molti casi una zona ventricolare
che non si contrae non è morta,
ma soltanto è in crisi da
carenza di sangue. Se il
tallio giunge all’interno
delle cellule di questa
zona significa che la cel-
lule stesse sono ancora
vitali e quindi possono
essere recuperate.
Ecocardiografia con
dobutamina. Si utilizza
un farmaco capace di
aumentare la contrattilità del
miocardio. Dapprima si esegue
un semplice controllo ecocar-
diografico e si identificano le
porzioni ventricolari incapaci di
contrarsi. In un secondo mo-
mento si inizia la somministra-
zione della dobutamina a do-
saggi bassi, e si ricontrolla la
contrattilità ventricolare. Il me-
dico che esegue l’ecocardiogra-
fia vede sullo schermo che il
tessuto apparentemente “mor-
to” riprende a contrarsi dove
avviene lo stimolo farmacologi-
co, e quindi può ipotizzare una
ripresa funzionale in quella por-
zione del ventricolo.
DOSSIER
Un classico pace maker. Oggi si può regolare l'attività
cardiaca in qualsiasi momento della vita quotidiana.
delle cellule: caso per caso si può
praticare un by-pass coronarico,
oppure un’angioplastica (tecnica
che consente di eliminare un trom-
bo all’interno di una coronaria
facendo “gonfiare” un palloncino
in corrispondenza del trombo).
Sotto il profilo clinico le ricer-
che sul miocardio vitale, “iberna-
to” o “stordito”, potrebbero aprire
nuove prospettive, soprattutto sul-
la reale utilità di un intervento te-
rapeutico nei cardiopatici più
gravi. In tali pazienti il recupero
della normale funzione cellulare
può essere infatti importante per
Sopra, un ecocardiogramma. migliorare l’attività globale del
Si usano farmaci che cuore.
aumentano la contrattilità «Dopo un infarto», conclude
del miocardio. Bellotti, « nella zona che circonda
la lesione possono essere presenti
A fianco, una sia cellule ibernate che stordite. E'
scintigrafia. difficile distinguerle tra loro, ma si
In 15 minuti sa che sono vitali, cioè ancora vive
si scoprono pur avendo perso la loro normale
le variazioni del
flusso sanguigno
funzione. Quelle “stordite” ripren-
nel miocardio, in deranno spontaneamente la loro
4 ore le cellule attività, quelle ibernate invece
già morte. resteranno tali fin quando non sia
ripristinato un normale flusso
coronarico». ■
Focus 65
DOSSIER
Un miocardio ammalato si cura in tanti modi. Ecco come

Farmaci per un
cuore
G
li abitanti di Limone sul Il test sul
Garda, un piccolo paese
lombardo, possiedono paziente
nel proprio Dna un gene Controlli dell'
che attiva una proteina capace, a effetto di un
nuovo farmaco
sua volta, di far funzionare meglio alla Bayer.Anche
le Hdl, cioè le lipoproteine che tra- nel caso dei
sportano il colesterolo fuori dalle prodotti per
arterie, e quindi riducono il peri- cardipatici, però,
colo di arteriosclerosi. Oggi questa le reali novità
proteina sta diventando un farma- verranno dai
co. Sono già iniziate le sperimen- farmaci
tazioni di un preparato che ha le ca- elaborati grazie
ratteristiche anticolesterolo di que- all'ingegneria
genetica.
sta sostanza. E’ solo il più recente
dei farmaci cardiaci. Ecco gli altri.
● Nitroderivati ● Calcioantagonisti e nell’ipertensione. Possono indur- dove inducono una riduzione del
Sono sostanze che derivano dalla Bloccano l’entrata del calcio re un aumento dei battiti cardiaci riassorbimento del cloruro di so-
nitroglicerina e fanno allargare i va- nelle cellule muscolari lisce del e, quando associati ad altri ipoten- dio. Così aumentano la quantità
si sanguigni aumentando la quanti- miocardio, dilatano le coronarie e sivi, provocare gravi abbassamen- di sodio emessa con le urine e la
tà del sangue che giunge alle coro- le arteriole capillari, aumentando ti di pressione. quantità dell’urina stessa. Sono uti-
narie. Vengono utilizzati soprat- l’apporto di sangue al cuore, e ● Betabloccanti lizzati in caso di scompenso car-
tutto nella prevenzione degli attac- fanno diminuire la contrattilità del Riducono la forza di contrazio- diaco perché riducono la compo-
chi di angina e nel trattamento dell’ miocardio, riducendo lo sforzo car- ne cardiaca e la frequenza dei bat- nente liquida del sangue e quindi
infarto. Possiedono una spiccata diaco. Sono impiegati nel tratta- titi, bloccando particolari recettori favoriscono l’azione del cuore che
attività ipotensiva e quindi possono mento e nella prevenzione dell’in- nervosi. Questi recettori non sono non è in grado di “pompare” ade-
indurre bruschi cali di pressione. sufficienza coronarica, nell’angina però presenti solo nel cuore: così i guatamente.
betabloccanti possono provocare ● Digitalici
restringimento del calibro bron- Inducono un aumento del sodio
Feto, tutto alla rovescia chiale e crisi d’asma (l’utilizzo di
questi farmaci è infatti sconsigliato
nelle cellule ma non è un fatto ne-
gativo. Infatti la presenza del sodio
tamente nel sangue non appena inizia a re- in chi soffre di questa patologia) e intracellulare favorisce l’entrata del
della madre. Anche la spirare, si allargano. A riduzione troppo accentuata della calcio che migliora il funzionamen-
circolazione è pratica- questo punto si ab-
mente rovesciata. E’ bassa la pressione all’ frequenza cardiaca (bradicardia). to delle cellule muscolari cardia-
la vena ombelicale, e interno del sistema Sono impiegati in caso di angina e che. Anche questi farmaci sono im-
non le arterie, a por- polmonare e il sangue, riducono la pressione sanguigna. piegati soprattutto in caso di
tare le sostanze nutri- che prima passava di- ● Trombolitici scompenso cardiaco.
tive agli organi in for- rettamente dall’arteria Sono farmaci impiegati in caso di ● Angioinibitori
mazione. L’apparato polmonare all’aorta, infarto acuto, perché sciolgono il Bloccano l’enzima che trasfor-
cardiocircolatorio co- ora passa nei polmoni. trombo che occlude le coronarie ma l’angiotensione 1, una sostanza
mincia a funzionare A questo punto si
N el feto la circola-
zione è diversa ri-
spetto all’adulto. La pla-
normalmente solo do-
po la nascita. Quando
chiudono le vie che
prima consentivano il
facendo ritornare il sangue nella
zona infartuata. Il loro effetto è
pressoché inattiva, in angiotensio-
ne 2, un composto che invece pro-
centa, per esempio, fa il feto passa attraverso passaggio anomalo massimo nelle primissime ore dalla voca restringimento del calibro dei
le veci del polmone. Ri- il canale del parto il del sangue (prima fra comparsa dei sintomi. I farmaci che vasi e produzione di ormoni che
ceve l’ossigeno e rila- liquido che bagna gli tutte il “dotto di Bo- inducono una rapida scoagulazione aumentano la ritenzione di sodio.
scia anidride carboni- alveoli polmonari viene tallo”) e il cuore inizia del sangue possono però creare Quindi favoriscono la dilatazione
ca, insieme con i pro- riassorbito o spremuto a funzionare normal- problemi di tipo emorragico. delle arterie e diminuiscono la
dotti di scarto, diret- all’esterno e i polmoni, mente. ● Diuretici. quantità di sangue circolante, ridu-
La loro azione si esplica sui reni, cendo così lo sforzo del cuore. ■

Focus 66
? DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono a disposizione dei lettori. Poiché non è possibile
rispondere a tutti, daremo la preferenza alle domande di interesse
più generale. Non si danno risposte private. Scrivere a FOCUS,
Gruner und Jahr/Mondadori, Corso Monforte 54 - 20122 Milano
Come funziona
il nastro
magnetico?
Domanda posta da
Loris Rinaldi di Bergamo.
I l nastro è ricoperto di mi-
croscopiche particelle
metalliche magnetizzabili,
per esempio di ossido di
ferro. Queste si magnetiz-
zano più o meno a secondo
degli impulsi elettrici che
ricevono dalla testina di
registrazione man mano
che il nastro vi passa davan-
ti. Questi impulsi, a loro
volta, sono generati dal mi-
crofono, che trasforma im-
pulsi sonori in impulsi elet-
trici di varia intensità. Per
l’ascolto, avviene il proces-
so inverso: la diversa magne-
tizzazione genera diversi im-
pulsi elettrici, che vengono
trasformati in impulsi sono-
ri di intensità corrisponden-
te. La regitrazione, ma su fi-
lo d'acciaio, fu inventata nel
1898 dal danese Poulsen.
Che cosa sono
le terre rare?
Domanda posta da Angelo
Alba di Favara (Agrigento).
S ono un gruppo di mine-
rali, una quindicina di
elementi chiamati anche
lantanidi (dal nome di uno
di essi, il lantanio). Hanno
un colore argenteo e nelle
reazioni chimiche si com-
portano tutti praticamente
allo stesso modo, tanto che
in natura si trovano sempre
miscelati. Sono stati sco-
perti alla fine del diciotte-
simo secolo, in Scandina-
via. Successivamente però
ne sono stati trovati altri
giacimenti un po' in tutto il
mondo, e l’attributo “raro”
non è più appropriato.
Vengono utilizzati in appa-
recchiature elettroniche e
in leghe “piroforiche”, co-
me per esempio le pietrine
degli accendisigari.
Focus 68
Dipendenti: circa 25 mila
Un ristorante, due cafeterie, sei
snack bar: 4 mila posti a sedere,
oltre 17 mila pasti al giorno
150 scaloni
19 scale mobili
13 ascensori
672 prese
antincendio
4200 orologi
22.500 telefoni
85 mila prese per
luce e lampadine
Perché sono scure
le nubi temporalesche?
Domanda posta da Paolo Francolini di Roma.
I colori cupi delle nubi tem-
poralesche dipendono
dalla maggiore concentra-
zione delle particelle d’
acqua che esse contengono
e dal loro maggiore spessore
in altezza. Le caratteristiche
fisico-chimiche delle nubi
temporalesche e di quelle
bianche sono le stesse:
entrambe sono composte di
piccolissime particelle di
acqua e ghiaccio. Ma i gran-
di cumuli scuri sono molto
più ricchi di microgocce di
acqua, che riflettono la luce
solare nella lunghezza
d’onda dell’azzurro, assu-
Il cervello della superpotenza
Anello A
Anello B
Corridoio 4
Anello C
Anello E
Corridoio 3
Corridoio 2
Corridoio 1
Ogni lato è lungo circa 250
metri e alto circa 22 metri
mendo i colori che vediamo.
Inoltre, esse sono più estese
in altezza, che può andare
dagli 800 ai 12-13 mila metri,
mentre quelle chiare sono
alte solo alcune centinaia di
metri.
COME FUNZIONA Costruito nel 1941, il Pentagono è quasi fatiscente
Hall of heroes
(Sala degli eroi)
al secondo piano
Corridoio 5
Anello D
I corridoi sono lunghi,
in tutto, 28 chilometri
Da noi le nubi tempora-
lesche in genere non fanno
parte delle grandi formazio-
ni nuvolose provenienti dal-
l’Atlantico, ma si formano
a livello locale. L’umidità
proveniente dalla terra, in
presenza di una massa d’aria
fredda si condensa in parti-
celle d’acqua. Quando le
gocce diventano troppo
pesanti, vincono ogni coe-
sione reciproca e cadono
sotto forma di pioggia.
Area per atterraggio eli-
cotteri: circa 15 decolli
e atterraggi al giorno
Corridoio 6 Gabinetti: 250, in origine
per “uomini”,” donne”,
“bianchi”, “neri”.
Corridoio 7
Corridoio 8
Corridoio 9
Corridoio 10
Ufficio del ministro della
Difesa, Les Aspin
Ufficio del gen. Shalikashvili,
capo di Stato maggiore
Finestre: 7748,
tutte con inferriata
Sono esistiti Intorno al Santo Graal e
il Santo Graal alla sua ricerca sono nate
leggende, cicli cavallere-
e l'Arca Santa? schi (da quello della Tavo-
Domanda posta da la rotonda a quello di Par-
Laura Atzeni di Roma. sifal), in età diverse e con
S olo la leggenda e un filo-
ne narrativo affasci-
diverse radici che spesso
hanno mescolato elementi
della tradizione cattolica
nante, senza alcun preciso ad antiche saghe pagane e
riscontro storico o archeo- celtiche. Al Santo Graal
logico, sono alla base della sono stati attribuiti poteri
tradizione che si è sviluppa- sovrannaturali, sia di natu-
ta intorno al Santo Graal. ra fisica (capacità di gua-
Secondo una versione della rire da ogni male, di infon-
leggenda, era la coppa nel- dere la vita, di dare ric-
la quale Gesù bevve du- chezze immense) sia di ca-
rante l’ultima cena. Per al- rattere spirituale.
tri, invece, era il calice nel Più precise le notizie intor-
quale Giuseppe d’Arima- no all’Arca dell’Alleanza,
tea, un discepolo di Cristo, detta anche Arca Santa,
avrebbe raccolto le sue ul- perché ne parla a lungo la
time gocce di sangue dopo Bibbia. Si trattava di una
la crocefissione. sorta di scrigno nel quale
E' forse il più grande
edificio del mondo,
e ha appena compiuto
cinquant'anni: il
Pentagono, sede del
ministero della Difesa
degli Stati Uniti. Il grande
complesso, dove si
elabora la strategia
militare americana, ha
però più di un acciacco: i
tubi perdono acqua, tutti
i giorni manca l'elettricità,
molte finestre sono
bloccate. Per rimettere in
sesto l'edificio ci vorrebbe
un miliardo di dollari, da
spendere in una decina
d'anni: un problema, a
causa della politica
d'austerity inaugurata da
Clinton. Così com'è il
Pentagono è stato
progettato per volere
di Franklin Delano
Roosevelt, nel 1941, e
costruito in 16 mesi di
intenso lavoro. E' un vero
labirinto: tanto che l'anno
scorso l'ex ministro
Cheney s'è perso nei
corridoi, e le forze di
sicurezza hanno impiegato
dieci minuti di disperate
ricerche per ritrovarlo.
erano conservate
le due Tavole
della Legge, ac-
canto ad alcuni
tra gli oggetti più
importanti della
religione ebraica:
un vaso d’oro con-
tenente la manna
e la verga di Aron-
ne. Era in legno
d’acacia, rivestita
internamente ed
esternamente in
oro massiccio. Al-
la base aveva quat-
tro anelli nei qua-
li scorrevano due
pali di acacia che
servivano per il
trasporto. Era sta-
ta costruita da Beseleel
dopo la fuga dall’Egitto.
Massimo, e più antico,
Come si costruiscono
le sfere dei cuscinetti?
Domanda posta da Stefano Ragni di Ospedalicchio (Pg).
S i parte da una vergella,
un filo di acciaio duro
al carbonio o al cromo.
Questo viene tagliato a
pezzetti, che vengono con-
temporaneamente pressa-
ti e arrotondati, dando lo-
ro una prima forma sferica.
Poi, le sfere passano tra
due piastre in rotazione
che le “limano” togliendo
Quando sono
nati gli scacchi?
Domanda posta
da Andrea Perazzino
di Viterbo.
P robabilmente nel 600
dopo Cristo, in India.
Il primo accenno a que-
sto gioco risale a quel pe-
riodo e si trova in un ro-
manzo in sanscrito, il Va-
savadatta. Poi il gioco
passò in Persia e, verso il
Mille, in Europa. Il ter-
mine scacco matto deriva
dalla voce arabo-persia-
na sha mat, che vuol dire
“il re è morto”. Nulla si
sa del suo inventore, ma
giochi da tavolo con l’uso
L'Arca in un bassorilievo
del II-III secolo d.C. della
sinagoga di Capernaum,
sul lago di Tiberiade.
simbolo della religione
ebraica delle origini, se-
condo la tradizione venne
il materiale in eccesso e
perfezionano la forma. La
fase successiva consiste nel
far passare le sfere in un
forno per indurirle con il
calore. L’ultima fase è
quella della rifinitura, che
si ottiene facendo passare
le sfere per due volte tra
piastre rotanti con pres-
sione e rugosità diverse.
Una sfida tra Karpov, a
sinistra, e Kasparov.
di pedine, dei quali però
si sono perse le regole,
erano già noti in Asia nel
5000 avanti Cristo e in
Mesopotamia nel 3000
avanti Cristo.
trafugata dai Filistei quan-
do questi sconfissero I-
sraele (1000 avanti Cristo).
Riconquistata poi da Da-
vide, che sconfisse a sua
volta Gebusei e Filistei, fu
collocata sul monte Sion.
Successivamente, ai tempi
di Salomone, in una cella
del tempio di Gerusalem-
me. Dell’Arca si persero
per sempre le tracce dopo
la distruzione di Geru-
salemme nel 587 a. C. Il
resto, comprese le periodi-
che voci legate a presunti
ritrovamenti dell’Arca o di
suoi frammenti, appartie-
ne alla leggenda.
Durante la lavorazione si
prelevano dei campioni
per il controllo: la diffe-
renza di diametro tra sfere
dello stesso gruppo non
deve superare alcuni mi-
cron (millesimi di millime-
tro). Per inserire le sfere
tra i due anelli del cusci-
netto, si mettono questi in
posizione tale da formare
tra di loro una mezza luna
e in questo spazio si fanno
entrare le sfere, tranne u-
na. Per fare entrare quest’
ultima, si allarga per un at-
timo l’anello esterno, che
è elastico.
Come si misurano
i maremoti?
Domanda posta
da Luca Ciaschini
di Faenza (Ra).
C on l’altezza, in metri,
delle onde che esso pro-
voca e che può arrivare an-
che a 30 metri, mentre l’al-
tezza normale delle onde
con il mare mosso è di un
metro. Il maremoto è la
conseguenza di un terre-
moto sottomarino, misura-
to con la scala Richter. La
velocità di propagazione
delle onde dipende anche
dalla profondità del mare:
è di circa 100 metri al se-
condo se la profondità è di
mille metri. Il maremoto
non viene avvertito in ma-
re aperto ma lungo le co-
ste, dove il fondo marino
si alza. Qui le onde cresco-
no in altezza e diminuisce
la distanza tra l’una e l’al-
tra. Tra i più disastrosi
maremoti si ricorda quel-
lo di Miyako (Giappone)
del 1896, con onde alte 28
metri. Quello di Messina
del 1908 provocò onde alte
una diecina di metri.
Focus 69
? DOMANDE&RISPOSTE Perché il congelamento
provoca la morte?
Chi ha dato (e quando) Domanda posta da Antonello Bartoletti di Livorno.

il nome ai pianeti? L’ assideramento è mor-

tale perché il metaboli-
Domanda posta da Stefano Pandimiglio di Vallerano Viterbo. smo viene rallentato fino
al blocco dell’attività del
vità elettrica delle fibre
nervose del cuore (quelle
che stimolano la contrazio-
ne) e del cervello.

P ianeta” viene dal voca-

bolo greco “planetes”
che significa “errante”,
secoli più tardi, quando la
ripropose l’astronomo po-
lacco Niccolò Copernico.
cervello e del cuore. Si ha
quindi una perdita di co-
scienza e, se la temperatura
Per ora l’ibernazione di
un essere vivente, ottenuta
con la paralisi del sistema
“vagante”. Tale nome è Nel battezzare i vari piane- scende sotto i 28-30 gradi, nervoso simpatico per
stato attribuito, fin dall’ ti, i greci fecero riferimento l’arresto cardiocircolatorio. mezzo di farmaci e poi con
antichità, ai corpi celesti agli dei dell’Olimpo. Così Anche i polmoni si ferma- il raffreddamento del cor-
come Luna, Marte, Mer- abbiamo che al pianeta più no, perché cessa l’attività po, è possibile solo per
curio, Venere... perché nel luminoso, Venere, venne Il Polifemo di Carracci. del centro cerebrale del periodi molto brevi, per-
cielo sembrano mutare la attribuito il nome della dea Sono davvero respiro, il quale stimola i ché si rischiano danni irre-
loro posizione rispetto alledella bellezza; a quello che muscoli che attivano la re- versibili al cervello. L’ipo-
cosiddette stelle fisse. A si muove più velocemente, esistiti i ciclopi? spirazione. termia, a 14-16 gradi, per
dare il nome ai singoli pia-il nome di Mercurio, mes- Domanda posta da Walter
Il blocco delle funzioni un periodo massimo di
neti furono proprio gli saggero degli dei; a Marte, Duretto di Montegrosso(At).
vitali comincia a livello un’ora, viene utilizzata per
astronomi greci che, nel pianeta dal colore rossa- delle cellule. Queste, se la operazioni in cui è neces-
corso dei secoli, svolsero

ma solare. Basta pensare

stro, il nome del dio della
approfonditi studi sul siste-
guerra; Giove, che è il pia-
neta più grande, fu abbina-
N o, si tratta di figure
della mitologia gre-
ca, esseri dalla statura
temperatura scende ecces-
sivamente, non riescono a
produrre l’energia neces-
sario arrestare completa-
mente il cuore e il circolo
sanguigno: le cellule non
ad Aristarco di Samo, vis- to alla divinità più impor- imponente e con un solo saria a mantenere inaltera- ricevono ossigeno, ma il
suto nel III secolo avanti tante della mitologia; per occhio in mezzo alla fron- ti i potenziali elettrici a loro metabolismo è così
Cristo, che considerava il Saturno, che era il più lon- te. Il loro nome deriva da livello della membrana. rallentato che possono sop-
Sole al centro del sistema tano, si scelse il dio padre questa anomalia: in greco Questo compromette l’atti- portarlo.
solare. Ma la teoria fu ac- di Giove e di altre divinità. kyklos-opos significa oc-
cettata soltanto diciotto A quel tempo, i pianeti chio rotondo.
Urano, Nettuno e
Plutone non erano
Secondo il mito, i ci-
clopi erano figli di Urano Come funziona
noti perché troppo e di Gea e vivevano in
lontani e visibili
solo con strumenti
Licia, in alcune isole del
Mediterraneo e nei vul-
il caleidoscopio?
ottici. Infatti furo- cani (per esempio l’Et- Domanda posta da Maurizio Venturi di Savignano (Mo).
no scoperti succes- na). Alcuni erano valen-
sivamente e cioè ti fabbri (costruivano le
nel 1781, nel 1846 armi degli dei e i fulmini
e nel 1930. Ma di Zeus), altri erano tran-
vennero ugualmen- quilli pastori. Il ciclope
te battezzati con più famoso è Polifemo,
nomi tratti dalla incontrato e accecato da
mitologia greca Ulisse, come racconta
per rispetto della Omero nell’Odissea.
Un disegno del sistema solare. tradizione.

gambe tendono a cedere,

Qual è il meccanismo il sangue allora ristagna e
la circolazione è affatica-
che ci fa perdere i sensi? ta. In caso di svenimento è
necessario stendere il pa-
Domanda posta da Barbara Bertin di Padova. ziente, in modo che la testa
sia sullo stesso piano del E’ uno strumento otti-
co inventato dal fisi-

Lflussoominato
svenimento è deter-
da un ridotto af-
di sangue al cervello.
Il fatto provoca sofferen-
za delle cellule cerebrali e
perdita di conoscenza, per-
ché è scarso l’apporto di os-
sigeno e di glucosio, che so-
no il carburante delle cellule.
Due sono i tipi di sveni-
menti. Quello fisiologico,
chiamato anche “lipoti-
mia”, è una perdita di co-
noscenza per pochi secondi
e si verifica quando alla pe-
riferia del sistema circola-
torio si ha un allargamento
del diametro dei vasi che
così fanno arrivare meno
sangue al cervello. La dila-
tazione periferica è una
reazione indotta dal siste-
ma neurovegetativo in ca-
so di caldo eccessivo, stress
prolungati, emozioni violen-
te. Se, per esempio, d’esta-
te si sta in piedi per parec-
chio tempo, le vene delle
cuore, e sollevargli le gam-
be per favorire l’afflusso del
sangue al cervello.
Esiste un altro tipo di
svenimento, patologico, ed
è la sincope: la perdita di
conoscenza è in questo ca-
so prolungata. E' sempre
determinata da un ridotto
afflusso di sangue al cervel-
lo, ma all’origine c’è un’a-
ritmia cardiaca, dovuta a un
funzionamento irregolare
del battito cardiaco.
co inglese David Brewster
(1781-1863). Si tratta di
un tubo opaco al cui inter-
no sono disposti per il
lungo alcuni specchietti
piani ad angolo acuto tra
di loro. Il fondo dell’og-
getto è costituito da due
pareti di vetro, delle quali
quella esterna è smeri-
gliata, contenenti tra loro
frammenti mobili di vetro
colorato. L’osservatore,
In alto, il caleidoscopio
di Brewster. Qui sopra,
una classica immagine.
grazie alla luce che entra
dal fondo, vede una gran-
de varietà di figure sim-
metriche prodotte dalla
riflessione dei frammenti
di vetro sugli specchi. Le
figure variano continua-
mente con la rotazione
del tubo.

Focus 70
☞ H I G H T E C H
DALL'ITALIA E DAL MONDO
La tavola Krypton,
Un nuovo
sport per tutti
gli amanti del brivido
Come Superman sulla neve
Lconquistando
o snowboard, una specie
di skateboard sulla neve, sta
un numero
sempre maggiore di appassionati
anche in Italia. Prodotta dalla
Oxygen, una divisione della ditta
di sci Atomic, la tavola Krypton
è molto resistente e a prova
di salti, urti e acrobazie. La
tecnica di costruzione è
particolare. Su una prima scocca
(che è la parte maggiormente
Tutto l'antifurto Aria pulita in casa e in ufficio
in una chiave R
Il'auto
l microtrasmettitore con il quale si
attiva e disattiva l'antifurto del-
non ingombrerà più nelle ta-
sche. Il trasmettitore GT Auto Alarm,
distribuito da Getronic (tel. 0332/
731.160), ha infatti dimensioni così
minuscole da poter essere incorpo-
rato addirittura nella stessa chiave
di avviamento della macchina. Può
essere richiesto al momento del-
l'acquisto o sostituire il trasmetti-
tore convenzionale già posseduto.
Costa circa 70 mila lire.
Focus 72
particolarmente
resistente e
a prova di salti,
urti e acrobazie.
sottoposta alle sollecitazioni
meccaniche) in poliestere, ne
viene appoggiata una in fibra di
vetro. Ciò permette di trasferire
direttamente sulle lamine tutto
lo sforzo impresso alla tavola,
col vantaggio che questa non
vibra e attutisce bene i colpi.
Anche il sistema di colorazione
di Krypton è nuovo, ottenuto con
un procedimento di "pressione
a sublimazione": il design viene
ecenti ricerche hanno
dimostrato che in molti casi
l'inquinamento "domestico"
supera quello esterno di ben 65
volte. Come fare per difendersi?
La Philips (tel. 02/67521)
propone una soluzione valida a
questo problema con la sua
nuova gamma di purificatori.
Il modello più grande elimina
il 90 per cento del
polline presente
nell'aria in una stanza
in soli otto minuti e il
90 per cento della
polvere e del fumo di
sigarette in 12. Il
modello più piccolo ci
mette invece mezz'ora.
Con tre filtri attivi (il
primo per le particelle
più grosse, tipo
pulviscolo o lanugine;
il secondo per le
particelle più piccole,
come i batteri; e il
terzo, a carboni attivi,
per eliminare gli
odori sgradevoli)
impresso sulle scocche prima del
montaggio della tavola e perciò
la colorazione è più duratura
perché diventa parte integrante
dell'attrezzo. Gli stessi metodi
di costruzione sono applicati
dalla casa di produzione nella
realizzazione degli sci Atomic
Twin Cap. Distribuita dalla
Promark (tel. 0423/30.24.21),
la tavola Krypton costa
circa 500 mila lire.
i purificatori Philips possono
funzionare ininterrottamente alla
minima potenza, consumando
meno energia di una comune
lampadina. Il tipo HR 4381 è
concepito per ambienti sui 40
metri cubi, HR 4383 per ambienti
fino a 75 e HR4385 per ambienti
fino a 120. Costano rispettivamente
145, 220 e 385 mila lire.
Il telefono davvero fedele Una penna
per gli appunti
N essuno aveva ancora pensato
di unire il telefono all'alta fe-
deltà. L'ha fatto Martin Iseli per "elettronici"
Bang & Olufsen (telefono 02/
57.60.62.28), un'azienda all'a-
vanguardia nelle tecnologie hi-fi,
realizzando Beocom 1500 "Linea",
un apparecchio dall'audio rivolu-
V ecchie agende, quaderni, intro-
vabili fogliettini addio! Oggi è
arrivato il nuovo Electronic Or-
zionario. Non solo sembra di avere ganizer IQ 9000 Pen Top, della
l'interlocutore di fronte e non all'al- Sharp (tel. 02/89.50.41.54), che per-
tro capo del filo, ma "pulisce" per- mette di prendere appunti e dise-
sino i rumori di fondo della stanza gnare direttamente sullo schermo.
dove è sistemato. Dotato di una
base triangolare d'appoggio in
materiale plastico e alluminio, que-
Non solo: il nuovo touch screen a
cristalli liquidi permette la gestio-
serimento dei dati è disponibile
anche la classica tastiera. Per-
sto telefono dall'originale desing
può essere appoggiato sul tavolo
ne dei programmi (aprire e chiu-
dere le icone, ecc.) con la penna
fettamente compatibile con perso-
nal computer Macintosh o Ibm,
ottica ma anche semplicemente questo apparecchio costa circa un
oppure applicato a parete. Beo-
com 1500 "Linea" costa 350 mila
lire, Iva compresa.
con un dito. Ovviamente, per l'in- milione e 300 mila lire.
Il nuovo telefono della Bang &
Olufsen. Elimina i rumori di
fondo e rende la voce naturale.
In bicicletta è proprio bello,
se il sellino è davvero okay
C ome ben sanno ciclisti
professionisti e dilettanti,
la sella della bicicletta deve
il cromolibdeno e il poliuretano)
e di nuove tecnologie, sono
selle nate per correre. Realizzati
A fuoco con essere resistente e affidabile.
Quelle della Selle San Marco
dopo approfonditi studi
progettuali, i vari modelli
uno sguardo (tel. 0424/540.041), un'azienda
che può vantare cinquant'anni
(qui sotto ne vediamo alcuni)
sono stati testati direttamente
di esperienza nel settore, sul campo di gara e si rivolgono
Q uando ci si guarda intorno, l'
occhio mette automaticamen-
te a fuoco il soggetto che attira la
offrono ottime prestazioni
di comfort, leggerezza e
a un pubblico di ciclisti, biker
professionisti e cicloamatori,
nostra attenzione. Grazie a un sen-
sore all'interno del mirino, Canon
appoggio durante lo scatto.
Grazie alla scelta di nuovi
che sanno apprezzare il valore
di uno standard qualitativo
EOS 5 stabilisce cosa sta guar- materiali leggerissimi (come elevato e di prestazioni
dando il fotografo, regolandosi su- il carbonio, il titanio, superiori alla norma.
bito di conseguenza e mettendo
direttamente a fuoco. Realizzata
dalla Canon (tel. 02/50.92.207),
questa macchina fotografica costa
circa un milione 340 mila lire, o-
biettivi esclusi.
Ambienti Bontrager KA Hovercraft air system
Montata su telaio in carbonio, E' dotata di un cuscinetto d'aria,
purificati questa sella pesa soltanto che può essere gonfiato per
A sinistra, 154 grammi. E' rivestita in nappa aumentare la rigidità della sella
HR 4385, il più e costa 115 mila lire. in salita. Costa 25 mila lire.
grande dei
purificatori
Philips. Combina
la filtrazione
meccanica con
la ionizzazione
dell'aria ed è
molto utile
anche per chi Condor Light KA SA 600 Solar flash Per una migliore sicurezza
Questa sella è dotata di Particolare della Solar Flash,
soffre di allergie Superleggera (solo 142 grammi), Grazie a due dischetti in gomma
da polline questa sella dal profilo grintoso naturale posizionati sul telaio, dispositivi luminosi che sella provvista di segnalatore
o da polvere. è imbottita in poliuretano assorbe ottimamente le asperità evidenziano il ciclista alla luce a intermittenza alimentato con
flessibile. Costa 35 mila lire. del terreno. Costa 40 mila lire. del crepuscolo o in notturna. batteria solare. Costa 45 mila lire.
A cura di Mariella Sandrin con A. Mazzucchelli, C. Muci, L. Valtorta
Focus 73
Mondo
“ Risalire quel fiume era come viaggiare
a ritroso verso i più remoti primordi
del mondo, quando la vegetazione
invadeva la terra e i grandi alberi
ne erano sovrani. Un corso d’acqua
deserto, un silenzio profondo,
una foresta impenetrabile. L’aria
era calda, spessa, greve, ferma .
Joseph Conrad, Cuore di tenebre”

Un passaggio
Come un immenso serpente, lo Zaire si snoda nel cuore
verso l'ignoto di un’Africa priva di

Fiume
Nella foto grande,
le anse dello
Zaire a Muanda,
coperte dalle
strade e ferrovie: solo
mangrovie. Sotto,
il battello più grande: grazie ai vecchi
è la Colonel Ebeya,
con il suo traino
di chiatte sovraccariche
battelli si sopravvive
di uomini e merci,
all’ormeggio di Lisala.

di tenebre
U
na nave? Questa non è
una nave. E’ un servizio
sociale. Nel nostro Paese
non ci sono strade, non
c’è più la ferrovia, c’è solo il fiume.
Così la Colonel Ebeya è l’unico
mercato, l’unico ospedale, l’unica
farmacia, l’unico hotel e l’unico
bar, in centinaia e centinaia di chi-
una città che si sposta su e giù nella
pancia dell’Africa».
Della Colonel Ebeya, il capitano
Kilundu Katianda sta al timone da
molti anni: con la sua giacchetta
blu e il cappello bianco, è anche
sindaco, giudice, talvolta prete. E
chissà quante altre autorità rap-
presenta. Da lui dipendono i mari-
la famiglia perché questa è l’unica
casa che hanno), i poliziotti di bor-
do, i passeggeri legali, che sono in
genere più di quattromila, e quelli
illegali: clandestini, borsaioli e pro-
stitute, che s’infilano a bordo con
ogni mezzo, e che sono in tutto un
altro migliaio. La Colonel Ebeya
non è nemmeno un battello, in
spinge altre navi, fino a formare
un treno di chiatte, e rimorchia
decine, e talvolta centinaia di piro-
ghe, che s’attaccano con una liana
e si fanno trainare. Ogni tanto una
chiatta si sgancia, o finisce in secca,
e allora l’immenso treno deve fer-
marsi per recuperarla: si sa quando
si comincia e non si sa quando si

▼
lometri. Questa non è una nave, è nai (che viaggiano spesso con tutta senso stretto: è una nave che tira e finisce. Ma queste cose a Kinshasa

Focus 77
Ora cascata di schiuma,
ora immenso stagno:
le facce del grande fiume
e Kisangani, le antiche Leopol-
▼
dville e Stanleyville, cioè le città
distanti 1700 chilometri che il
fiume e le navi collegano, le sanno
benissimo, e nessuno si preoccu-
pa. Gli orari, qui, non hanno mai a-
vuto senso.
Cent’anni fa lungo questo fiume
pigro e grandioso, che s’allarga in
certi punti fino a diventare largo
trenta chilometri, e in altri si rin-
chiude, e in altri ancora si trasfor-
ma in una colossale serie di rapide,
lo scrittore inglese Joseph Conrad
fu comandante d’un battello che
scendeva e risaliva la corrente. Il
fiume allora si chiamava Congo, e
Conrad trasse da quell’esperien-
za, oltre che malaria, reumatismi
ed emicranie croniche, anche Cuo-
re di tenebre, uno dei suoi romanzi
più belli. Oggi il fiume si chiama
Focus 78
Zaire, ma per molti versi ben poco
sembra essere cambiato, lungo le
sue rive. Le navi, per esempio,
sembrano proprio uscite dalle te-
nebre del passato.
In prima classe
i privilegiati, in terza
anche i coccodrilli
Non c’è, ovviamente, solo la Co-
lonel Ebeya, ma il battello dell’
Onatra (l’ufficio nazionale dei tra-
sporti zairese) è senza dubbio
l’ammiraglia di una flotta varata
dai cantieri dell’incubo. Le classi
a bordo sono tre. «La prima si tro-
va solo sul battello principale. E
noi qui l’abbiamo soprannominata
Europa», scherzano i passeggeri.
«La seconda classe è la Cina: affol-
lata, ma si sopravvive. La terza è lo A nord di Mbandaka, un villaggio di pescatori. Qui il fiume si allarga fino a un’ampiezza di venti chilometri.
La famiglia
al seguito Cuore di tenebre,
A fianco, due
donne sul
cent’anni fa
molo di Lisala.
Sono mogli
dell’equipaggio C uore di tenebre è stato scritto
da Joseph Conrad nel 1899, il
quale alla propria esperienza
d’un battello: come battelliere sul fiume Congo
tutta la famiglia aveva già dedicato The Congo
viaggia, visto diary, e una serie di lettere allo zio
che non c’è Taddeo, colme di aspre osserva-
altra casa. zioni sulla selvaggia colonizzazio-
Sotto, piroghe ne della zona da parte di Leopoldo
a Lusengo. II re del Belgio, che sul centro
Raggiungono dell’Africa aveva ottenuto una
i battelli in sorta di diritto di sfruttamento a
navigazione, titolo personale.
portando merci La storia è idealmente divisa in
e clandestini. più parti: il viaggio di Marlow (il
I colori che affascinarono Joseph Conrad protagonista) da Bruxelles fino al
Le donne stendono i loro parei sulle fiancate di un battello: anche Congo; il viaggio lungo il fiume
per colpa dell’Aids, qui la vita media non supera i 35 anni. alla ricerca di Kurtz (il colonialista
che ha creato un proprio regno
Zaire, dove non si può che cercare se con caprette, testuggini, maiali e personale all’interno della fore-
di resistere alla meglio». piccoli scimpanzé, acquistati nei sta); il ritorno. E’ importante il fat-
to che Marlow supera sempre,
L’umorismo della gente in realtà villaggi lungo il fiume, per essere nella narrazione, la mentalità
ingentilisce la situazione. La prima rivenduti in città. A tutti poi, nella bianca ed eurocentrica, e si limi-
classe in effetti prevede l’alloggia- nebbia e nei vapori dell’equatore ta a descrivere quel mondo “diver-
mento in cabine a due letti: ma no- (lo Zaire lo taglia due volte, nel so” che altri scrittori e narratori
nostante la prenotazione e il bi- suo percorso) fanno assordante cercarono di giudicare.
glietto pagato queste in genere so- compagnia le radio, tenute a tutto Joseph Conrad era nato in Polonia
no già occupate da militari, che volume, che diffondono le splen- nel 1856, ed era cresciuto a Kiev
viaggiano gratis, e con i quali biso- dide rumbe locali, ventiquattr’ore e quindi a Odessa. Nel 1874, per
gna trattare la liberazione del gia- su ventiquattro. sfuggire all’arruolamento nell’e-
sercito zarista, si spostò a Mar-
ciglio a suon di matabishi, cioè la La terza classe è costituita, di siglia, e cominciò a navigare come
mancia, senza la quale non si ottie- fatto, dal fondo delle chiatte ove semplice marinaio. L’avrebbe fat-
La pesca è fortunata ne nulla, da nessuna parte. La se- calano e colano i liquidi dei ponti to per quasi tutta la vita, e in ogni
Un ragazzo pesca nelle rapide conda classe è molto più economi- superiori. In realtà è terra di nes- parte del mondo. Cominciò a scri-
delle Stanley Falls, oggi Chutes ca: le cabine sono a quattro letti, suno: ci si siede e si dorme dove e vere, sulla base delle esperienze
Ngaliema. Si usano reti da ma il numero degli ospiti è supe- quando si può, in una gran ressa di avute, nel 1895.
▼
lancio, o grandi nasse di giunco. riore, visto che le brande sono divi- animali, persone e cose. Qui il con-
Focus 79
Dalle stragi coloniali
al terribile cancro della
corruzione di oggi
trollo dei biglietti è più teorico che
▼

pratico, ma quando avviene e i

Il privilegio di
clandestini sono scoperti, scatta la un tetto.
punizione del capitano: gli agenti Alcuni passeggeri
di bordo gli radono a zero i capel- di riguardo
li con vecchie lamette da barba, e nella cabina del
poi li lasciano di nuovo liberi di comandante
di un altro battello:
girare per la nave. Al primo attrac- la Mama Zuina,
co saranno riconosciuti, a causa in servizio lungo
della pelatura, e consegnati alla lo Zaire.
polizia locale. «Gli conviene co-
munque», spiega Wanga Walek, il
responsabile della polizia di bordo. Un treno di chiatte Merce pregiata. Un coccodrillo legato sul ponte di terza classe del battello
Colonel Ebeya. E’stato portato da un pescatore e verrà venduto ai mercanti
«In genere sono ragazzi senza A lato, la Colonel Ebeya a Kisangani, cioè l’antica di bordo, che a loro volta lo rivenderanno, a un prezzo decuplicato, a Kinshasa.
soldi. Per loro il prezzo del pas- Stanleyville. Sotto, una delle diverse chiatte al traino.
saggio a bordo sarà di quattro o
cinque giorni di galera. Nemmeno
tanto, in fondo!».
Affari
Eppure questo Paese fluviali
potrebbe sfamare I battelli sullo
Zaire sono
quasi tutta l’Africa l’unico mercato
Le navi, il loro equipaggio, i loro oggi attivo.
ospiti, sono in realtà uno specchio Se non
ci fossero,
fedele di cos’è lo Zaire d’oggi: un anche
Paese ricchissimo di minerali (ra- l’economia
me, cobalto, diamanti, zinco), e spicciola
con un’agricoltura che potenzial- sarebbe
mente sarebbe in grado di sfamare bloccata.
lo Zaire stesso e mezza Africa, ma
clamorosamente disorganizzato,
con un reddito annuo pro capite
Cinque secoli di schiavitù
di circa 170 dollari. Le ferrovie che
costruirono i belgi durante il pe-
riodo coloniale sono andate in ro-
Ano risalire per primi il
fiume Congo furo-
i portoghesi, nel
perse strada facendo
i 4/5 dei membri. In
seguito Stanley sti-
che le stesse altre
nazioni europee si
ribellarono, e nel
vina. Le locomotive che rimango- 1482: allora tutto il pulò, con vari capi 1907 il Congo fu tolto
no non funzionano per mancanza territorio faceva parte locali, contratti a fa- al sovrano, annesso
di carburante. Nelle scuole non ci del regno del Mani- vore di Leopoldo II del dal parlamento belga
kongo. Nel giro di un Belgio, a titolo perso- e diventò Congo Belga.
sono libri, né insegnanti. Gli ospe- secolo la pressione nale. Seguì, da parte ● Nel 1960 il Congo
dali sono privi di mezzi. Ogni infra- portoghese (che pure delle compagnie che ottenne l’indipenden-
struttura (che pure era stata edifi- si esercitava sostan- facevano capo a Leo- za, e nel 1971 di-
cata spesso sul sangue delle popo- zialmente lungo la poldo uno sfruttamen- ventò Zaire. L’ammi-
lazioni locali) è crollata. Ma il pre- costa) avrebbe ridotto to così sanguinario nistrazione coloniale
sidente Mobutu Sese Seko Kuku il territorio a un centi- era stata sanguinaria,
Ngbendu wa za Banga (cioè “il guer- naio di staterelli tri- ma aveva lasciato al
riero sempre vittorioso del quale bali in lotta fra loro, Paese una solida
bisogna aver paura”), capo del e riserva di schiavi struttura economica
per arabi ed europei (strade, ponti, ferro-
Mpr, il movimento popolare per insieme. L’ultimo re, vie, centrali elettri-
la rivoluzione, è oggi uno degli il cristiano Alfonso, che, piantagioni), e
uomini più ricchi del mondo, con colpevole di opporsi fino agli anni Cin-
una fortuna personale sui cinque allo strapotere nei ne- quanta, un vero boom
miliardi di dollari, e la ridotta élite grieri, fu decapitato economico. Nel 1973
di Kinshasa va in Mercedes, man- nel 1665. il presidente Mobutu
da mogli e figli in Europa, le prime ● Nel 1877 l’ esplo- ha “zairizzato” l’eco-
a fare shopping, i secondi a studia- ratore Henry Morton nomia e cacciato i
re. Il crollo del sistema fa però sì Stanley partì dalle tecnici occidentali.
sorgenti del fiume Oggi il Paese è dis-
che i ricchi e i poveri, paradossal- (che nella sua parte gregato, divorato dal-
mente, si trovino talvolta in condi- iniziale si chiama la corruzione in un
zioni assolutamente analoghe: le Lualaba) e lo discese Kinshasa: la statua caos economico e
comunicazioni, per esempio. Visto fino all’oceano, con di Kasawubu, primo sociale senza prece-
che telefono e telegrafo sono ine- una spedizione che presidente zairese. denti.
sistenti, i poveri usano il tam tam, e
▼

Focus 80 Focus 81
Specialità
dello chef di
bordo: riso,
fagioli, un po’
di scimmia e
insetti fritti
i ricchi il telefonino cellulare, che
▼
da queste parti è considerato un
suo parente tecnologico prossimo.
In realtà a essere fortunate sono
proprio le popolazioni che vivono
lungo lo Zaire. Hanno acqua, pos-
sono avere contatti con la Colonel
Ebeya e le altre navi, fare commer-
cio. All’interno invece le pianta-
gioni di gomma e di cotone stanno
nuovamente diventando savana e
foresta. Le popolazioni rurali, che
avevano intravisto i primi bagliori
di progresso, sono ricadute in una
economia di sussistenza: non ci
sono più scarpe e, finiti i fiammife-
ri, si è tornati ad accendere il fuoco
sfregando due pezzi di legno.
Orari non ce ne
sono: l’Africa non
conosce la fretta
Il fiume traccia un grandioso ar-
co proprio nel cuore dell’Africa.
«E’ un immenso serpente che sro-
tola le sue spire, con la testa in ma-
re e la coda persa nel profondo
della terra», scriveva Conrad. I pri-
mi esploratori lo definirono, inve-
ce, “il fiume che inghiotte gli altri
Nel cuore verde del continente
Mani in alto. Durante la navigazione sono frequenti i tentativi di
rapina. Negli scali minori falsi soldati (con falsi fucili) offrono protezione.
Rifornimenti
in cambusa
Sopra, due
scimmiette che
finiranno
affumicate.
A destra: vermi
e coleotteri
per la cena
a bordo del
battello Ama.
E’ tutto cibo
assai ricercato.
fiumi” giacché nei 4200 chilometri chi di sabbia, nei quali ci si può
del suo corso, quasi tutti all’interno incagliare soprattutto di notte,
della foresta pluviale, si alimenta e quando non si vedono i segnali flu-
cresce a dismisura a causa di cen- viali. In tutto sono più di 15 mila
tinaia di poderosi affluenti. In alcu- chilometri di acque navigabili, che
ni punti la distesa d'acqua è larga consentono all'economia dello
anche venti chilometri. Il rischio Zaire di tirare avanti. «La nave è la
maggiore è rappresentato dai ban- vita», raccontano i pescatori, che si
accostano alla Colonel Ebeya con
le loro piroghe, e s’arrampicano a
bordo portando pesce affumicato,
ma anche lucci e anguille appena
pescate, e coccodrilli vivi, caprette,
maiali... «Senza la nave non sa-
premmo a chi vendere le nostre co-
se, e non sapremmo dove compe-
rare ciò che ci serve, per esempio
gli aghi o altro filo per fabbricare le
reti. Senza la nave non potremmo
comperare la penicillina o gli anti-
biotici. E senza la nave non po-
tremmo mai andare al bar, per be-
re una birra fredda». Ma tutto que-
sto i commercianti che si trovano a
bordo lo sanno bene, e prima di
concludere un affare tirano cru-
delmente in lungo le trattative, sa-
pendo che mentre la nave avanza
nella corrente a cinque chilometri
all’ora (15 se si è in discesa) il pe-
scatore si allontana da casa, fino
al punto in cui cederà sul prezzo,
pur di poter scendere.
Molti commercianti hanno addi-
rittura sui fetidi ponti il posto fisso,
e di fatto passano la loro esistenza
a bordo: comperano quanto viene
offerto dai pescatori e dalla gente
della foresta, e vendono pane, sale,
zucchero, sapone, medici-
nali, vestiti di seconda o
terza mano, orologini digita-
li, radio e nastri. Il traffico si
interrompe solo per il pran-
zo, nel tardo pomeriggio: la
cucina di bordo offre in ge-
nere riso e fagioli (compre-
si nel prezzo), ma quasi tutti
si arrangiano in proprio, ac-
cendendo i fuochi sul ponte
e trasformando la nave in
una cucina fumigante. Si
preparano spesso anche
carne di scimmia e coleot-
teri fritti, e per cuocere si usa l’ac-
qua del fiume: ma per fortuna la
terribile bilharzia (un verme paras-
sita che s’annida nell’intestino e
nella carni) vive soprattutto lungo
le rive, e non in mezzo al fiume,
dove la corrente è più forte.
Il viaggio da Kinshasa a Kisan-
gani, e viceversa, può durare anche
un mese: dipende dalle disgrazie
che capitano strada facendo, da
quante volte il convoglio si inca-
glierà, dai giorni che dovrà restare
fermo in attesa dei carichi sempre
prossimi ad arrivare ma mai arri-
vati, dai temporali improvvisi che
squassano le calme equatoriali e
inondano le chiatte, dai lutti a
bordo. D’altra parte è la nozione
del tempo, qui, a essere diversa e
impalpabile: c’è una parola loca-
le, lingala, che significa sia “doma-
ni” che “ieri”. A confrontarsi con l’
“oggi” c’è dunque soltanto un altro
concetto: il “non-oggi”, e passato e
futuro sono assolutamente indi-
stinguibili. E imperscrutabili. E’
l’Africa. ■
Elizabeth Albani
Per saperne di più:
Joseph Conrad, Cuore di tenebre, O-
scar Mondadori “Leggere i classici”.
 Sport
C
inque milioni di pratican-
ti, duemila sale, 37 mila
iscritti alla Federazione
che fanno regolarmente
attività agonistica, fino a un milio-
Cinque milioni di italiani giocano ne di spettatori che non si perdono
un colpo di Vitale “Terminator”
era dato fino a qualche tempo fa
per moribondo, dimenticato, con-
siderato buono per perdigiorno e
prosseneti, simbolo di vizio e az-
zardo, di notti in bianco in stanzo-
ni pieni di fumo e di alcol.
Il biliardo degli anni Novanta è

a biliardo. Sfaccendati? No, Nocerino e Carlo Cifalà, degli ar-

gentini Nestor “Nene” Gomez e
Gustavo Zito, le stelle della stecca
atleti nel corpo e nella mente in tivù. Se poi si va a guardare al di
là delle Alpi si scoprono negli Stati
Uniti 40 milioni di appassionati,
mentre in Inghilterra un profes-
in piena salute, non ha mai avuto
tanti appassionati, non ha mai rac-
colto tanto denaro, sponsor e pub-
blicità. Discoteche storiche come il
Plastic o il Rolling Stone di Milano
hanno introdotto il biliardo, per
non parlare dei bar alla moda («Un

Filotto!
sionista come Steve Davis mette
miliardi in banca ogni anno, e figu-
ra sempre ai primi posti delle clas-
sifiche dei personaggi più cono-
sciuti dai cittadini britannici.
Niente male per un gioco che
bar senza biliardo è nudo come
una bistecca senza patate fritte»,
diceva lo scrittore americano Ray-
mond Chandler). Secondo una ri-
cerca della Doxa il 40 per cento
dei fan della stecca è libero pro-
fessionista o imprenditore, e le
percentuali maggiori di frequen-
tazione delle sale da biliardo sono
raggiunte nella fascia tra i venti e i
trent’anni. Ma quando è avvenuta
la svolta? Un buon ruolo l’hanno

▼
L’eroe dei due mondi
Sotto, Nestor “Nene” Lopez,
argentino. In Sudamerica Professione
il biliardo gode della stessa campione
considerazione del golf. Carlo Cifalà,
siciliano. E’ stato
uno dei primi
professionisti
italiani. Il termine
biliardo viene
dal francese
“billard”, che
significa stecca.
Lo Scuro
all’opera
Marcello Lotti,
fiorentino, detto
“Scuro”. La sua
partecipazione
ai film girati
da Francesco
Nuti ha contribuito
al rilancio
di questo
antico sport.
Focus 84
 In Argentina
lo portarono
gli emigranti: Ardesia, legno, stof fa: e a volte è un'opera d'arte
sudamericani
e italiani I primi biliardi gessetto possono infatti ro-
furono costruiti
sono ora i più bravi in Italia a metà
vinare anche il tiro più stu-
diato.

● Birilli. Chiamati anche

avuto sicuramente i film di Fran- del Settecento: da “ometti” o “piroli”, sono in
▼

cesco Nuti (Io, Chiara e lo Scuro, e

Casablanca, Casablanca) che, gira-
allora i principi di avorio, osso o plastica e
vanno posti tra loro a una
ti da un regista e attore che sui
panni verdi ha passato notti lun-
costruzione sono distanza (61-62 millimetri),
inferiore al diametro della
ghissime e visti da milioni di per- rimasti gli stessi, biglia. L’altezza di 18-20 mil-
sone, hanno fatto per il biliardo limetri è calcolata al fine di
più di cento campagne pubblicita- ma le tecniche impedire la “bastonatura”
rie. E’ lievitato l’interesse, si è
smesso di fare letteratura e sono sono cambiate. (caduta) di altri birilli non
presi in pieno dalla biglia.
venute idee nuove, come quella di Nascita di
creare il circuito Bma (Billiard ma- E’ nata una biglia ● Stecca. E’ lunga un me-
ster association), una sorta di “cir- una sponda Fabbricazione tro e 42, pesa mediamente
co verde” che porta in giro per Sopra, il montaggio di una serie di e verifica delle 800 grammi, ha una struttu-
l’Italia (e in tutte le case attraverso Alla Hermelin di biglie. Durante ra conica (più larga in basso,
Milano (una biliardi. Sull'incastellatura, verranno il gioco non
la televisione), i migliori profes- delle fabbriche in seguito poste le lastre di ardesia. più affusolata in punta).
sionisti della stecca. dovrebbero mai Una stecca leggera facilita i
più antiche del essere toccate
La Bma, che ha sede a Lugano, mondo: si Lavoro di con le mani. colpi di effetto, ma perde in
è stata organizzata da Franco Dal costruiscono incastro forza di propulsione. Una
Cin, già general manager di squa- biliardi dal 1825) La sezione di tenuto il rapporto di 2 a 1 buona stecca per giocare
dre di calcio, l’uomo che portò Zi- un artigiano una sponda tra lunghezza e larghezza. Il all’italiana costa 600 mila
co all’Udinese: dieci tornei orga- applica panno ne mostra panno, a parte strappi occa- lire, ma per i modelli da
nizzati tra novembre e luglio (25 verde su una la struttura sionali, per restare in buone pool e da carambola si arri-
milioni al vincitore, tre milioni al- sponda. In gergo complessa. condizioni va cambiato ogni va a sfiorare i quattro milio-
le sponde si Il mobile deve
l’ultimo), un master finale a set- chiamano 2500 ore d’uso. ni. Sulla punta della stecca è
tembre (250 milioni il primo pre- però avere una fissato un tassello di cuoio
“mattonelle”. linea esterna
mio), tutte le partite trasmesse su semplice, per ● Biglie. Le biglie del (il girello) che conferisce al
Telepiù 2, sponsor : il neonato bi- facilitare i tiri gioco “all’italiana” hanno un colpo morbidezza ed elasti-
liardo professionistico italiano rag- “di penetrazione”, diametro di 68-69 millime- cità. Esistono stecche in
giunge già il rispettabile fatturato compiuti con il Una lavagna senza sbavature tri e pesano 280-290 gram- legno, fibra di carbonio,
di tre miliardi di lire. E ai 23 gio- corpo in avanti La levigatura dell’ardesia. I biliardi italiani mi. Un tempo erano d’avo- bambù, intarsiate a mano o
catori che attualmente animano i sul biliardo. utilizzano essenzialmente quella cavata rio (costoso e facile a defor- colorate a mosaico, di un
tornei della Bma torneranno sicu- nell’entroterra di Lavagna, presso Genova. marsi), oggi si usano le resi- solo pezzo o smontabili: per
▼

ne fenoliche. Le biglie devo- il gioco all’italiana gli esper-

Come in una

Fra storia e leggenda
Lstoriaedoorigini del biliar-
si perdono tra
e leggenda. C’è
chi le ha cercate in
Palestina, assegnan-
do ai Templari il merito
di aver importato un
lontano progenitore
del tavolo verde di ri-
torno dalle Crociate.
C’è chi invece sostie-
ne che il biliardo altro
non sia che la trasfor-
mazione in versione
salotto di un gioco pra-
ticato all’aperto dalle
corti rinascimentali, la
palla-maglio (o pall-
mall o paille-maille).
La volontà di prose-
guire questo passa-
tempo anche nella
cattiva stagione indus-
se la costruzione di
speciali cassoni rico-
perti di panno verde
(un richiamo del man-
to erboso). Giocatore
ai limiti del fanatismo
fu Carlo IX, re di Fran-
cia già a 10 anni, che
nel 1571 fa costruire il
primo biliardo reale,
un tavolo dalla base in
pietra, coperta da un
panno e con quattro
tasche agli angoli.
In Italia venne intro-
dotto a Firenze con il
nome di “le gugole” da
Pandolfo de Pucci. Ne-
gli Stati Uniti il biliardo
C
ome gli scacchi, il di ardesia su cui è fissato il fitta, ben rasata e ben tirata. no essere perfettamente ti suggeriscono però stecche
biliardo si gioca panno viene infatti intro- sartoria Solo dopo centinaia di ore centrate e avere una buona semi-rigide, di un sol pezzo,
con attrezzi anti- dotta una resistenza elet- Una serie di di esposizione alla luce arti- elasticità: per controllare con un puntale in legno di
sbarcò invece dai ga-
leoni spagnoli alla fine
del 1500. A usare per
chi e preziosi. trica che mantiene la tem- stoffe da biliardo.
peratura a 20-21 gradi co- In genere si
ficiale (540 lumen, da un
metro di altezza) il bel verde
quest’ultima si può fare un
semplice test. Si prende la
frassino, carpino o arancio
e un tallone in legno di
primo il gessetto sulla ● Tavolo. Un tavolo da stanti, impendendo alla tratta di tessuto prato del panno si trasfor- biglia e la si fa cadere sul ebano (o mogano, noce,
punta della stecca fu competizione costa oggi in- peluria del tappeto di inu- di lana a trama ma in un colore che sfuma piano del biliardo da un’ palissandro). Se i tennisti
nel 1827 un ingegnere torno ai 20 milioni (ma fio- midirsi e formare ostacoli molto fitta, nell’azzurro. Le buche del altezza di 30 centimetri: il soffrono di epicondilite (go-
inglese, per la gioia rente è il mercato dell’usa- in grado di deviare la traiet- rasato e tirato. biliardo devono essere in- rimbalzo non deve essere mito del tennista), i gioca-
dei proprietari di sale to). Ogni anno si vendono toria delle palle. Il piano di Si gioca a una ternamente rivestite di pelle inferiore ai due terzi di que- tori di biliardo hanno il loro
da biliardo che, fino a in Italia circa 4 mila biliar- temperatura
ardesia (40-45 millimetri di “di panno” scamosciata per impedire sta misura. Il pallino è di punto debole nel polso, che
quel momento, si ve- intorno
devano gli intonaci di, le aziende produttrici spessore) è composto a sua ai 20 gradi. Se che le biglie possano essere materiale analogo, pesa 180 sopporta a ogni colpo vibra-
sbrecciati e bucati da sono una dozzina e le più volta da tre piastre perfet- è più alta la scalfite. Un biliardo da gara grammi e ha un diametro di zioni alla lunga dannose:
giocatori che avevano importanti sono la Mari di tamente levigate e poggia biglia tende a pesa 12 quintali, misura 2 57 millimetri. così anche le stecche, come
intuito i vantaggi di Siena e la Artes di Senago. su una incastellatura di le- slittare anziché metri e 80 di lunghezza e 1 I professionisti non toc- le racchette dei tennisti,
mettere sulla punta I tavoli sono ormai quasi gno ben stagionato. Il pia- a rotolare. Se è metro e 40 di larghezza. Nei cano mai biglie e pallino con sono dotate di sistemi anti-
della stecca un po’ di tutti termoriscaldati, per no di ardesia viene coperto più bassa c’è circoli e nelle sale pubbliche le mani e usano pulirli con contraccolpo. Il più comu-
gesso. Il gessetto dà garantire lo scorrimento con un sottopanno in tela o il rischio i biliardi possono avere di- un panno ogni volta che ini- ne è uno “sguscio”, cioè un
infatti al tiro una bat- regolare delle palle sul tap- flanella, e con un panno dell’umidità. mensioni leggermente infe- zia una partita: sanno che restringimento dell’asta alla
tuta più regolare, e peto verde: sotto il piano superficiale di lana a trama riori, ma viene sempre man- umidità, unto e polvere di fine del tallone.
limita il rischio della
“steccata”.

Focus 86 Focus 87
 “Il vero campione ha le doti strategiche dello sca cchista e l’agilità dello schermitore. Ed è un esperto di balistica”
Cerchiamo di capirci percorre mediamente intorno al
tavolo 7 chilometri e compie 500
piegamenti di gambe e di busto
R iferito al gioco “al-
l’italiana” dei 5 bi-
rilli, ecco lo slang del
nita a sua volta nel ca-
stello abbattendo uno
o più birilli.
tariamente o meno) la
biglia avversaria.
FILOTTO.
per studiare i vari colpi. «Il biliardo
richiede la massima agilità, una vi-
Non solo giocatore di biliardo. BLOCCO. Abbattere i tre birilli
all’italiana sta perfetta e una mano sicura», di-
ACCHITO. Colpo secco con il qua- che si trovano sulla ce Vincenzo Testa, massimo esper-
Una classica sala L’atto di spingere la le si cerca di mandare stessa linea, trasversa- to del gioco in Italia, autore di
da biliardo: è propria biglia, con un direttamente in buca le o longitudinale.
quella dell’hotel unico colpo di stecca, la biglia avversaria. GANASCINO. quattro volumi sul tema. «Un col-
ramente alle orecchie le parole di po corretto può far raggiungere
▼

Concorde, a verso un punto del bi- CARAMBOLA. L’orlo di ogni buca.

Paul Newman ne Lo spaccone: «I Parigi. Oltre al liardo scelto a piacere, Toccare con la propria MATTONELLA. alla biglia una velocità che va da 80
soldi vinti a biliardo sono due volte gioco con i affinché venga colpi- biglia le altre due. Il complesso di tam- a 110 chilometri all’ora, e la vitto-
più dolci di quelli guadagnati». cinque birilli, ta dall’avversario. CASTELLO. buri, imbottiture e pro- ria si gioca sul filo dei millesimi di
I professionisti della stecca sono nel mondo sono ALTO DEL BILIARDO. Il complesso dei 5 bi- filato in gomma che millimetro. Il vero campione gioca
al momento quasi tutti italiani e diffusi il pool e La parte contro la qua- rilli (4 bianchi, uno ros- riveste la sponda del psicologicamente concentrato sul-
argentini, anche perché si gioca lo snooker (si le si gioca la biglia. so) posti al centro del biliardo. l’avversario e ne individua i punti
“all’italiana”, cioè con i cinque bi- mandano in buca BASSO DEL BILIARDO. biliardo. PARABOLA. deboli, proprio come succede negli
le palle) e la La parte dalla quale si COLLA. Curva che si fa descri-
rilli, una specialità diffusa soprat- carambola (si gioca. Una biglia è “a colla” vere alla propria biglia scacchi».
tutto nel nostro paese e in Suda- gioca con tre BASTONARE. quando si ferma at- per evitare un ostacolo. Campioni di nasce o si diventa?
merica (dove venne importata da- palle, e con la Toccare la biglia con taccata alla sponda. PONTICELLO. «Senza talento ti puoi allenare
gli emigranti), ma poco conosciuta propria bisogna un lato della stecca do- DIFETTO (ED ECCESSO). Posizione della mano tutto il giorno ma non diventerai
altrove. Nel gioco all’italiana vince colpire entrambe po averla colpita con il Si colpisce in difetto che serve di appoggio mai un campione», dice Lotti. «E-
chi arriva primo a 150 punti, da le “avversarie”). girello. quando si prende una alla stecca. lasticità e potenza del braccio sono
conseguire colpendo con la pro- BATTERE. quantità di biglia mi- SGAMBETTO. un dono naturale, tutto il resto
pria biglia la palla dell’avversario, Colpire la propria biglia. nore del necessario, Un birillo, cadendo, ne conta relativamente. Vedo gente
e spingendola nel castello, a but- BERE. in eccesso se si tocca abbatte un altro non che cambia continuamente la stec-
tare giù i birilli. In Usa e Giappone Perdere i punti realiz- una quantità di biglia toccato dalla biglia. ca, come se tutto dipendesse dall’
zati, perché si è anda- superiore a quanto STECCARE.
si preferisce il pool, nel resto d’ ti a finire in buca con previsto. Sbagliare il tiro, con attrezzo. Io, la mia, non mi ricordo
Europa si gioca la carambola. I gio- la propria biglia, per- FALLO. la stecca che scivola neppure quanti anni ha». «Per vin-
catori che nelle ore notturne ten- ché quest’ultima è fi- Il non colpire (volon- sulla biglia. cere bisogna avere la strategia
gono incollati al video centinaia di dello scacchista e l’agilità dello
migliaia di spettatori con le loro schermitore e, a differenza di quan-
“garuffe” e i loro “raddrizzi” (i no- Attenzione voro al banco di prova di una azien- quando andava bene e vincevi un relazioni. «Un tavolo verde, le to si possa pensare, più che la geo-
mi dei colpi hanno spesso origini al ponte da aeronautica l’aveva lasciato nel torneo importante, ti portavi a casa palle bianche: il biliardo è il golf metria conta la balistica applica-
antiche e misteriose) sono oggi Un “ponticello” 1979, ma tra mille titubanze. Pur mezzo milione. Mi sono dovuto dei nati stanchi», diceva George ta», dice Vincenzo Testa, che nei
professionisti a tutti gli effetti. Per (cioè le dita alle essendo stato più volte campione sempre tenere stretto il posto di Bernard Shaw. E sbagliava. Perché suoi libri, per spiegare i vari colpi,
chi già anni fa aveva tentato di fare quali si appoggia mondiale. Il rammarico cresce in lavoro alle Poste. Con il biliardo per giocare a biliardo bene ci vuole dedica pagine e paragrafi a nozio-
la stecca) a
del biliardo la propria professio- treppiede. Per chi è ancora più avanti con gli anni, qualche soldo lo raggranellavo preparazione atletica, concentra- ni di alta accademia, dalla teoria
ne, tra mille stenti e difficoltà eco- colpi particolari come Marcello Lotti, il mitico “Scu- insegnando, ma era una fatica». zione, mente lucida, polso fermo. “dei centri multipli” alla “mecca-
nomiche, è una fortuna. Carlo Ci- Guanto di velluto esistono molti ro” dei film di Nuti, una vita vissu- Del circuito Bma, oltre che gioca- E si fa fatica. Arrivati a certi livel- nica dei tiri”, fino al “diamante”,
falà, per esempio, un messinese re- Per fare scorrere meglio la stecca, vengono usati diversi “ponti”. ta ai bordi di un biliardo, 64 anni tore, lo “Scuro” oggi è anche com- li, il biliardo cessa di essere un un sistema aritmetico che valuta
sidente a Ciriè, nei pressi di Tori- anche speciali guanti. La stecca va impugnata in modo suonati: «Fino a qualche anno fa, mentatore e uomo di pubbliche gioco e diventa uno sport. l’impatto sulla palla in percorsi che
no, 45 anni, il proprio posto di la- leggero: in genere bastano pollice, indice e medio. tocchino almeno tre sponde. E l'in-
Vista perfetta, telligenza? «Semplice: senza intel-
Le geometrie più famose niente fumo e ligenza non si può giocare », sostie-
ne Luigi Lamparelli, uno dei mas-
sette chilometri simi esperti italiani di biliardo.
I colpi possibili, Nei tornei è vietato fumare, il «Perché? E' stato calcolato, su ba-
in una partita di silenzio è rotto solo dalla musica se matematica, che le situazioni di
biliardo, sono delle biglie che si toccano e che gioco possibili sono oltre 13 mi-
frusciano sul panno, i giocatori liardi. Nessuno, nella vita, tirerà
praticamente vestono eleganti panciotti e papil- due volte lo stesso colpo. E dun-
infiniti. Quelli lon (la divisa di gara prevede cami- que nessuno può affidarsi al caso,
classici sono cia a sparato bianco, mentre rigo- o copiare un colpo già fatto». Altro
rosamente neri devono essere che gioco da retrobottega! ■
meno numerosi. cravatta a farfalla, pantaloni, gilet, Alessandro Mazzucchelli
Eccone alcuni. scarpe e calze). «Oggi un profes-
sionista del biliardo deve fare vita Per saperne di più:
d’atleta», dice Marcello Lotti. Co- La Fiabs (Federazione italiana
Raddrizzata. Colpita Americana. La palla Traversino di calcio. La palla Erzegovina. Tiro forte e me? Facendo footing, andando a amatori biliardo sportivo) ha sede
Legenda colpita tocca la avversaria va nel castello di effetto: le due biglie partono
piano e all’esterno, la letto presto, non bevendo né fu- a Milano (via Francesco De Sanc-
Posizione biglia biglia avversaria batte sponda corta alta, la Sette sponde. Tiro Garuffa. Tiro a due Giro dell'oca. Tiro con un percorso trasversale. in direzione opposta. La mando, facendo attenzione alla tis 34, tel. 02/8436752).
a tiro concluso la sponda corta alta, lunga laterale, poi (diretto o indiretto) sponde, con effetto indiretto per toccare Il colpo è diretto (la palla avversaria tocca le quattro
palla avversaria rimbalza sponde e dopo essere dieta. «Se uno vive in maniera spe- L’opera più completa sul gioco
Traiettoria biglia passa il castello e si la corta opposta ed per il quale la biglia laterale per far uscire la biglia avversaria
dirige verso la sponda entra in castello. battente colpisce la propria biglia quando è in sulla sponda lunga passata per il castello arriva ricolata oggi non riesce a vincere (450 pagine) è di Vincenzo Testa:
battente neanche una partita». Del resto il Il biliardo, sport e spettacolo, Fra-
corta opposta. La Tre sponde ottenute sette sponde prima dalla sponda corta "messa dura", cioè prima di arrivare in castello) presso la sponda da cui è
Traiettoria biglia biglia che ha colpito con un colpo molto di toccare la con un angolo più molto difficile o indiretto (la palla di partita. La biglia battente compie biliardo non è solo stress psicolo- telli Melita Editore (Ponzano Ma-
avversaria va verso la sponda forte e “a fermare” palla avversaria. stretto del normale. da raggiungere. chi ha giocato colpisce prima un angolo stretto e gico: è stato calcolato che per ogni gra, La Spezia, 0187/631211). Esce
corta opposta. la propria palla. la sponda lunga). sfiora il castello. Tiro a rischio. partita un giocatore professionista entro l'anno.
Focus 88 Focus 89
Ecologia
Imbarazzo e vergogna? Macché: se non ci fosse,
Fotografare
la vita sulla Terra non potrebbe continuare
la privacy

Finché c'è
Un'immagine
del fotografo
francese
Jacques-Henry
Lartigue.
Per gli animali
l'evacuazione
delle feci è una
funzione

cacca...
fisiologica che
si può svolgere
ovunque. L'uomo,
invece, deve
nascondersi.

Un utile strumento
di indagine
D all’esame delle feci è possi-
bile stabilire lo stato di salute
di un animale, la dieta, gli spo-
stamenti all’interno di un territo-
rio. «La raccolta delle feci in un
area delimitata, per esempio
quella di un parco, permette di
stabilire il numero di cervi, camo-
sci, bovidi selvatici che vivono in
quella zona», dice Guido Tosi,
direttore del museo dell’univer-
sità di Milano. «Contando il nume-
ro dei campioni, conoscendo il
La città
I
l deposito organico giornalie-
ro di un uomo? Da cento a
500 grammi. Il primo dato,
più basso, è relativo all’occi-
dentale medio, mentre il secondo,
più alto, è quello delle popolazioni
dei Paesi in via di sviluppo: la dif-
ferenza è dovuta all’alimentazio-
ne, che nei Paesi poveri ha un più
alto contenuto di fibra. E gli ani-
mali? Un bovino produce circa 30
chili al giorno di escrementi, men-
tre un cavallo, anche se l’impres-
sione è che il suo contributo sia e-
Un nido
accogliente
A destra, uno
scarabeo
stercorario sta
facendo rotolare
un frammento di
levato, si limita a 15-20 chili. Maiali
e pecore ne depositano invece in-
torno ai due chili. Se moltiplichia-
mo le quantità che ogni singolo
animale produce per il numero dei
capi allevati, otteniamo 45 milioni
di tonnellate in un anno!
«Il materiale organico viene ge-
neralmente considerato uno scar-
to, ma in realtà in natura rappre-
senta una ricchezza: la sua de-
composizione rende di nuovo di-
sponibili gli elementi chimici inu-
tilizzati e li rimette in circolo, per-
mettendo la continuazione della
vita», dice Ettore Tibaldi, docente
di ecologia all’università di Milano.
Basta osservare ciò che avviene
quando un deposito organico vie-
ne espulso e abbandonato su un
prato: viene colonizzato immedia-
tamente da una miriade di orga-
nismi. Si comincia dai batteri co-
proidi, oltre cento miliardi di in-
dividui per grammo, come il Bac-
terioides caccae e il Bacterioides
merdae (i nomi scientifici sono
spesso ricavati da parole di radice
latina), scoperti di recente da un
gruppo di microbiologi americani.
Si prosegue con larve di insetti, per
esempio la mosca, per finire con
le piante superiori. Gli operatori
ecologici più efficienti sono però
gli scarabei stercorari, che si nutro-

▼
tasso di defecazione di una specie no esclusivamente di escrementi
e il numero di giorni in cui sono sotterranea sterco sulla sabbia.
stati prodotti gli escrementi (valu- All'interno ha
tabile in base all’età degli escre- Le fognature depositato le uova.
menti stessi), ed elaborando que- di Milano, una In questo modo i
sti dati, possiamo stabilire per rete di cunicoli, piccoli avranno
esempio la densità della popo- stanze e canali cibo a sufficienza.
lazione di cervi». che si estende
Più difficile è invece la raccolta per oltre mille
delle deiezioni della balenottera chilometri
del Mediterraneo: chiazze rosse, nel sottosuolo
della consistenza della tempera, della città.
che si sfaldano appena vengono
toccate. I ricercatori dell’istituto
Thetys hanno raccolto numerosi
campioni durante le crociere esti-
ve, con l’aiuto di secchielli e reti- Terreno per funghi
ni fissati a un lungo bastone. Il Sopra, i funghi sono spuntati
materiale è stato poi analizzato da alcuni escrementi. In Francia,
da Giulio e Lidia Relini, dell’istitu- per coltivare gli champignon,
to di zoologia di Genova. Risul- si utilizza letame di cavallo.
tato? Le balenottere vengono nel
nostro mare per cibarsi. Qui infat- Ottimo combustibile
ti trovano grandi quantità di Me-
ganictyphanes norvegica, un gam- A sinistra, due bambini indiani
beretto molto nutriente, detto krill raccolgono le formelle di
del Mediterraneo. letame di vacca, appiattite
con le mani e seccate al sole.

Focus 90 Focus 91
 Con ciò che "producono" gli italiani si
possono concimare tutti i nostri campi
Un coprolite,
escremento fossile
di dinosauro che
risale a 70
milioni di anni fa.
▼
di mammiferi: ce ne sono 20 mila
specie diverse, ciascuna con pro-
prie preferenze alimentari. Le ma-
dri, con l’aiuto degli arti anteriori
confezionano delle palline che
fanno rotolare fino alla propria ta-
na. Una volta al sicuro depositano
nello sterco le uova, in modo che i
piccoli appena nati abbiano subito
abbondanza di cibo.
● Indispensabile letame
Alla fine di questo processo car-
bonio, azoto, fosforo, potassio, cal-
cio e altri microelementi rientra-
no nel ciclo biogeochimico. Basta
ricordare che il concime migliore, a
detta di qualsiasi agricoltore, è pro-
prio il letame di vacca: oltre ai mi-
nerali contiene anche acidi orga-
nici che nutrono la microflora del
terreno, aggregano le particelle tra
di loro, rendono la terra fertile e
trattengono l’acqua e le sostanze
nutritive necessarie alle piante.
Del passaggio attraverso l’inte-
stino di un animale, e la successiva
liberazione dei semi con una parte
dei resti organici espulsi, alcuni
vegetali hanno fatto la loro arma
segreta per colonizzare il mondo.
Sono le piante endozoiche (da en-
do, interno e zooico, degli anima-
li). Il seme, passando attraverso il
tubo digerente del mediatore, vie-
ne a contatto con la debole solu-
zione acida prodotta dallo stomaco.
Il guscio diventa più morbido e
permeabile all’acqua e l’acido neu-
tralizza le sostanze che altrimenti i-
nibiscono la germinazione. Le feci
con le quali verrà liberato, a diver-
si chilometri di distanza dalla pian-
ta madre, provvederanno a nutrire
la pianticella. Insomma, in natura
nessuno si fa sfuggire la possibilità
di sfruttare questa preziosa risorsa.
● Ribrezzo? Macché
L’uomo invece mostra sempre
un naturale riserbo, per non dire
ribrezzo, nel considerare questa
materia. Nessun agente di viaggio
scriverebbe sulle proprie locandine
che le bianche spiagge tropicali so-
no così perché si formano grazie
al contributo dei pesci pappagal-
lo. Dotati di un becco ossuto, bru-
Focus 92
E' prodotto
Uomini...
dagli uccelli
Il depuratore Sopra, raccoglitori Hit-parade
le trasforma di guano nelle
In alto, centralina
dell'Azienda Po-
Metodo tradizionale
Sopra, mucchi di letame
isole Ballestas, in
Perù. In Italia
Aprimati.
nche gli escrementi hanno il
loro posto nel Guinness dei
Sangone. A destra, di vacca: verranno poi distribuiti il guano costa ● I più piccoli sono quelli dell’
l'impianto: depura sul prato. Il terreno diventa 70 mila lire al acaro, che espelle palline gran-
le feci di tre milioni più fertile e l'erba cresce di più. quintale e viene di un millesimo di millimetro.
di abitanti di usato per Possono però trasmettere all’
Torino e periferia. concimare i fiori. uomo allergie.
● I più imponenti sono quelli
Passaggio dell’elefante, che produce da
quattro a sei deiezioni cilindri-
obbligato che alla volta. Ciascuna di esse
A sinistra, un misura circa dieci centimetri di
lunghezza e 12 di diametro. In
pipistrello mangia
i frutti di un un giorno ne vengono emessi
cactus. I semi da undici a diciassette.
germogliano ● I meno visibili sono quelli pro-
solo se passano dotti dalla balena azzurra, che li
nell'intestino abbandona nel mare: una nu-
dell'animale. vola quasi trasparente, formata
dai gusci dello zooplancton, il
suo cibo principale.
...e galline Si conserva per anni
cano il corallo, digeriscono il cal- tra un interno, che viene idealiz- lida che resta è materiale organico, ● I più riconoscibili (e temuti
care e lo liberano sottoforma di zato, e un esterno che può acco- una metà del quale è carbonio, ac- per le malattie che possono
Sopra, l'impianto di piccole nuvole di sabbia. Molte po- gliere ogni materiale di scarto», compagnata da infinitesime quan- portare), sono quelli di topo:
disidratazione e, sotto, la polazioni di Paesi poveri, dove le dice lo psicologo Antonio Maria tità di un gas, il metano, che con- piccoli cilindretti scuri.
Essiccate e pressate pellettatrice che trasforma risorse scarseggiano, hanno però Favero. «In questa prospettiva le ferisce loro l’odore caratteristico.
la "pollina" in cilindretti. imparato a utilizzare anche il più feci, in quanto materiale prove- Ma che cosa possiamo farcene?
Sopra, l'interno di un allevamento di
galline, con le feci a terra. In Italia il povero dei materiali. Nell’econo- niente dall’esterno del corpo, fase Per quanto riguarda i polli il pro- possibile ogni genere di rifiuto, in-
pollame ammonta a 450 milioni di capi. mia cinese, ancora fortemente ba- finale del percorso degli alimenti, blema è stato risolto circa vent’ tervengono con sistemi costosi per
sata sull’agricoltura, nulla viene si prestano a rappresentare sim- anni fa. Ogni ovaiola produce 200 renderli inerti: le ceneri ottenute
sprecato e 300 milioni di tonnella- bolicamente un ruolo negativo». grammi di deiezioni ogni giorno. bruciandoli vengono fuse e vetrifi-
Unico rischio: l'accumulo te (all’anno) della sostanza orga- Per gli allevamenti l’eliminazione cate e usate come materiale per fab-
nica prodotta dalla popolazione ● Non si butta niente di questo materiale è obbigatoria. bricare mattonelle o i fondi delle
C osa accadrebbe
se le feci non si de-
componessero?
materiale organico.
Così negli allevamenti
inglesi i droppings
Due secoli più tardi si
contavano 30 milioni
di capi che produce-
vengono utilizzate per concimare i
campi. «In India le vacche sono un
Come si forma, la cacca? Dopo
la masticazione, il cibo passa, attra-
«Lo si trasforma in ottimo conci-
me, essiccandolo a bassa tempera-
strade», dice Paolo Romano del
Consorzio Po-Sangone, che assi-
● Qualcosa di simile (letteralmente, i de- vano 500 mila “torte” importante trasformatore di ener- versando l’esofago, nello stomaco, tura. D’altronde le deiezioni dei cura la depurazione degli scarichi
si è verificato in se- positi) degli animali di sterco al minuto. gia, economicamente molto vali- dove i succhi gastrici demoliscono volatili sono apprezzate da tempo: della città di Torino. Non è l’unico
guito alla diffusione curati con l’antibiotico Una quantità enorme do. Un terzo delle calorie assunte in parti più piccole le macromole- basta pensare al guano degli uccel- esempio. «A San Colombano, un
dell’ivermectina, un si accumulavano sem- di materiale per gli da ogni animale con gli alimenti cole, ovvero le proteine, e digeri- li acquatici, che si sedimenta e mi- paese della provincia di Milano, il
antibiotico che veniva pre di più, e coprendo stercorari locali, spe- rimane nelle feci, che vengono ap- scono dal 30 al 40 per cento degli neralizza sulle coste e sulle isole materiale raccolto dalle fognatu-
somministrato alle i pascoli impedivano cializzati solo a smal- piattite con le mani in formelle, zuccheri. Nell’intestino tenue enzi- dell’America latina», dice Nello re, depurato, è trasformato in ac-
pecore per protegger- la crescita dell’erba. tire i piccoli escre- seccate e utilizzate come combu- mi e succo pancreatico trasforma- Bonini di Italpollina, una ditta che qua, utilizzata per irrigare i campi,
le dai parassiti inte- Risultato: pecore af- menti di canguro. Il stibile al posto della legna», con- no chimicamente le molecole, in ritira dai pollai e poi trasforma lo e fango, impiegato come concime
stinali. Ma l’ivermec- famate. governo australiano clude Tibaldi. modo che possano essere assorbi- sterco in palline che vengono con- dopo aver subito un trattamento
tina sopprime qualsiasi ● Un problema ana- chiese aiuto e il soc-
essere vivente venga logo si è verificato an- corso arrivò sottofor- «La diffidenza verso le feci vale te dalla parete intestinale. Ciò che servate in sacchi, pronte per l’uso. di igienizzazione, con il quale ven-
a contatto con essa, che in Australia. Nel ma di 300 mila sca- soprattutto per le culture occiden- avanza prosegue verso il colon, Sarebbe un peccato non utiliz- gono eliminati tutti i parassiti», dice
compresa la fauna 1788, i coloni porta- rabei stercorari france- tali, che pongono una netta con- dove, prima dell’espulsione, viene zare anche i resti organici dell’uo- Gabriele Vecchi di Ecodeco, una
che avrebbe invece il rono cinque vacche si e africani, più effi- trapposizione tra soggetto (mente disidratato e poi concentrato. Ri- mo. «In Giappone, dove l’elevata ditta che provvede allo smaltimen-
compito di demolire il sul nuovo continente. cienti e più voraci. e organi fisici) e ambiente ester- sultato: delle feci composte al 77 per popolazione e la scarsità di spazio to di ogni genere di rifiuti. ■
no: la pelle è una sorta di confine cento di acqua, mentre la parte so- impone di smaltire il più presto Alice Serra
Focus 93
Storia
Riti misteriosi, linguaggio
da iniziati, organizzazione
antica e rigida: ma

I grandi con che cos'è la massoneria?

il grembiulino
Immutabili
nel tempo

P
er papa Giovanni Paolo II
A lato, i simboli è un’organizzazione “por-
classici della tatrice di ateismo e di falsi
massoneria, valori”. Secondo Anna-
dal compasso maria Isastia, direttore dell’ar-
alla cazzuola. chivio storico della massoneria, a
Sopra, una Roma, è invece “una istituzione e-
cerimonia ai soterica, una scuola di vita, una
giorni nostri, associazione di persone disposte a
in una loggia
tedesca. lavorare per migliorare se stesse e
Simboli e costruire un migliore edificio per
grembiuli sono l’umanità”. Più semplicemente,
immutati nel per Samuel Hemming, inglese, e-
tempo. sperto ritualista, è “un sistema di
regole morali, velato da allegorie e
illustrato da simboli”.
Raramente si è parlato tanto
della massoneria, raramente si è
tanto discusso e indagato: negli
archivi di Agostino Cordova, il giu-
dice che da anni cerca di scoprire
eventuali rapporti fra massoneria e
mafia, i documenti raccolti costi-
tuiscono una montagna di carta di
oltre dieci metri cubi. Ma che cos’
è, oggi, la massoneria? E che cosa
è stata, in passato?
Misteriose ne sono le origini
stesse: per alcuni risalgono addi-
rittura a re Salomone e all’epoca
della costruzione del Tempio di
Gerusalemme, per altri ai cosid-
detti “misteri” greci o egizi, o ai
cavalieri templari, all’ordine dei
Rosacroce, o ad altro ancora. E’
ragionevole invece attribuirne le
origini alle associazioni medievali
dei muratori inglesi. Come tutte le
associazioni dell’epoca queste cor-
porazioni custodivano i segreti del
proprio mestiere, e li trasmetteva-
no ai propri membri vincolandoli
ovviamente al segreto. Inoltre ave-
vano una funzione di assistenza re-
Riti che vengono dal passato ciproca, di vera e propria mutua.
Un grande raduno massonico in un Una delle prime, fra queste cor-
affresco dell'Ottocento. Il termine porazioni, fu quella dei maestri
"frammassone", cioè "libero muratore", comacini, cioè dei costruttori e-
compare per la prima volta nel 1212.
spulsi da Roma (dopo la sua cadu-
ta), e rifugiati sulle sponde del lago
di Como, dove per generazioni si
tramandarono i segreti del mestie-

▼
re (edificando fra l’altro Sant’Am-

Focus 94 Focus 95

Un tempo nella
corporazione
erano davvero
tutti muratori.
Poi si ammisero
gli estranei: gli "Accettati"
▼
brogio a Milano e San Michele a
Pavia). Poi si spinsero nella valle
del Reno e nel cuore dell’Europa.
«I maestri comacini costituiscono il
legame fra i collegia dell’età antica
e le altre corporazioni di commer-
cianti e artigiani fioriti nel Me-
dioevo», sosteneva lo scrittore
Walter Scott. «Essi appartenevano
a una categoria, quella dei costrut-
tori, che si definiva ed era in realtà
libera, in un’epoca di servitù feu-
dali: libera da imposizioni fiscali, e
libera di viaggiare, prestando la
propria opera nella progettazione
e nella costruzione delle cattedra-
li». A quell’epoca, intorno al Due-
cento, risale anche il nome, dal
francese Francs Macons e dall'in-
glese Free Masons, cioè proprio
“liberi muratori”.
Quando però le corporazioni, a
causa del cambiamento delle con-
dizioni economiche e sociali, per-
sero la principale ragion d’essere,
poterono sopravvivere solo aggre-
gando e accogliendo in sé membri
onorari, definiti Accettati, in con-
trapposizione agli Operativi, cioè i
muratori veri. Alla fine questi ulti-
mi scomparvero, e nel corso del
XVII secolo, dopo una lenta evo-
luzione, le corporazioni si trasfor-
marono in società di pensiero, non
più legate al mestiere originario,
del quale mantennero però i sim-
boli: grembiule, cazzuola, compas-
so, squadra. L’unità di base delle
associazioni era la loggia. Sull’ori-
gine del termine non c’è, ancora
una volta, certezza: potrebbe deri-
vare dal sanscrito loka (universo),
o dal greco logos (parola). Ancora
oggi la loggia è la cellula-base del-
l’organizzazione. Di più: «La log-
gia è una rappresentazione simbo-
lica del mondo», si legge nell’In-
troduzione alla massoneria di Carl
Claudy, un testo degli anni Trenta
che è ancora oggi una sorta di cate-
chismo massonico. «E’ un micro-
cosmo in se stessa, che si distingue
per l’alta moralità dei suoi principi
di base. Nel mondo esterno vi sono
Focus 96
Miti e riti: le regole del Grande Oriente
Ichelvatermine massone deri-
dall’inglese mason,
significa muratore. I
massoni infatti si conside-
rano Liberi Muratori al
servizio del Grande Archi-
tetto dell’Universo.
■ Dalle antiche corpora-
zioni medievali sono deri-
vati i primi tre gradi della
gerarchia massonica (Ap-
prendista, Compagno, Mae-
stro) il cui grado più eleva-
to nel Grande Oriente è
quello di Gran Maestro.
Anche i simboli dell’istitu-
zione, derivati da quelli dei
mason, sono il grembiule,
la cazzuola, la squadra, il
compasso, e richiamano ov-
viamente gli antichi stru-
menti della categoria.
■ Le più importanti ceri-
monie massoniche, dall’i-
niziazione (in cui il profa-
no diventa apprendista
L'apprendista
massone
La cerimonia di
iniziazione: il
neofita diventa
Apprendista,
secondo un rito
che ha ormai
oltre 250 anni.
con un giuramento d’o-
nore, e si impegna a man-
tenere il segreto e a com-
battere fanatismo e su-
perstizione) si svolgono in
una stanza detta Tempio.
La volta del Tempio è di-
pinta come un cielo stella-
to per indicare il legame
universale tra i massoni.
■ Per costituire una log-
gia, cioè una unità di ba-
se dell’organizzazione, ba-
stano 7 “fratelli”. Al vertice
di ciascuna loggia c’è un
Venerabile, ossia un pre-
sidente assistito dal primo
e secondo Sorvegliante,
ossia due vicepresidenti.
■ Nella massoneria di Ri-
to scozzese, variante del
Grande Oriente e molto
diffusa in tutto il mondo, i
gradini all’interno della
organizzazione sono 33. Il
Grande Oriente esclude
L'antico
grembiule
Un grembiulino
rituale: questo
risale al XVIII
secolo, ed è in pelle
d'agnello. Ricorda i
Sopra, la fascia con la Fenice. A lato, grembiuli che
"Allegoria massonica", un dipinto del '700.
gli antichi muratori
portavano, per
proteggere gli abiti.
le donne, che sono accet- cappuccio che una volta
tate dalla Gran Loggia celava i volti dei fratelli
d’Italia, istituzione che i riuniti in Officina.
le distinzioni di classe, il potere, la
ricchezza, la povertà e l’indigenza.
massoni tradizionali con- ■ Nel Grande Oriente, l’i- Nella loggia tutti sono posti sullo
siderano però irregolare. stituzione principale dei stesso piano e desiderano la pace e
■ Non è consentito usci- massoni italiani, i venera- l’armonia».
re dalla massoneria, una bili eleggono ogni 5 anni il Il 24 giugno del 1717 accadde
volta che si è stati accet- loro Gran Maestro, cioè però un evento fondamentale: a
tati. Si può invece “anda- la suprema autorità, che
Londra, in una taverna che si chia-
re in sonno”, cioè non par- sceglie a sua volta i propri
tecipare alle diverse at- ministri: il Gran Segretario mava Gosse and Gridirion Tavern,
tività. Ma il giuramento di e il suo Aggiunto, il Gran venne fondata la Grande Loggia
fedeltà è stato abrogato, Tesoriere, e il Grande d’Inghilterra, nella quale conflui-
così come (da 5 anni) il Oratore. vano quattro logge locali, e ne fu
Una cerimonia d'iniziazione a Roma, nei primi
posto a capo il reverendo James
anni Cinquanta. Oggi il cappuccio è stato abolito. Anderson che cinque anni più
tardi avrebbe stilato uno dei docu-
menti fondamentali della masso-
neria: la Constitution of Free-Ma-
sons. All’antico ideale della mutua
assistenza se ne aggiungeva un se-
condo: opporre sempre la ragione
alla superstizione. L’organizzazio-
ne era aperta a ogni confessione
religiosa e qualche anno più tardi
ammise anche gli ebrei. Da allora
la massoneria si diffuse in fretta.
Raggiunse la Francia, la Spagna,
l’Austria, la Russia e l’Italia, nel
1763. A quel tempo, però, qualco-
sa era già cambiato: per reazione a
una serie di atteggiamenti monda-
ni assunti soprattutto dalla masso-
neria francese, e per introdurre u-
na specie di moralizzazione, la
semplice struttura inglese fu ab-
bandonata e venne introdotto il co-
siddetto “rito scozzese”, che a sua
volta figliò una lunga serie di “ob-
bedienze” e logge particolarissime:
nella massoneria, in sostanza, s’in-
serì il pensiero magico, la cabala, lo
spiritismo, le esperienze mistiche.
Per tutto questo la Chiesa fu sem-
pre sospettosa nei confronti
dell’organizzazione: già nel 1738,
papa Clemente XII l'aveva con-
dannata con la bolla In eminenti.
E da noi? Fin dal principio la
massoneria vivacchia, trova adep-
Si fa presto a dire massoni...
N on esiste una so-
la massoneria: le
Giorgio Paternò. La se-
de è in piazza del Gesù
Gran Maestro è l’av-
vocato Pietro Maria
organizzazioni in Ita-
lia sono diverse, e o-
gnuna rivendica la pro-
a Roma, gli iscritti sono
circa un migliaio.
■ Grande Oriente
Muscolo. E' stato re-
centemente inquisito,
e la sua sede perqui-
pria purezza. italiano. Da non con-
fondere con il Grande
sita, dai carabinieri
che indagano sui le-
■ Grande Oriente
d’Italia. Risale all’ini-
zio dell’800. Ha circa
Oriente d’Italia. Anche
questa è una obbe-
dienza “spuria”, il suo
gami tra organizzazio-
ni mafiose e masso-
neria.
18 mila iscritti suddi-
visi in 579 logge dis-
seminate in tutto il
Paese. Sede principa-
le a Roma, a Villa Me-
dici. Gran Maestro è
Eraldo Ghinoi.
■ Gran Loggia d’Ita-
lia. Ha 85 anni di vita,
conta su circa 6 mila
iscritti, la sede princi-
pale è a Roma, a Pa-
lazzo Vitelleschi. Gran
Maestro è il commer- Il palazzo
cialista bolognese Ren-
zo Canova. E' ufficial- d'Oriente
mente riconosciuta da Sopra, e a lato,
110 organizzazioni villa Medici, sul
massoniche mondiali, Gianicolo, a
ma non dalla Loggia Roma, detta
Madre d’Inghilterra. anche "il vascello".
E' sede del
■ Rito scozzese an- Grande Oriente
tico e accettato di dal marzo 1985.
via Giustiniani. E’ na- Qui sotto,
to a Roma nel 1977 Armando Corona
da una diaspora del e Giuliano Di
Grande Oriente. Al Bernardo,
vertice con il titolo di ex Gran Maestri.
Gran Commendatore,
il chirurgo Fausto Bru-
ni. Il Tribunale italiano
ha riconosciuto la pie-
na legittimità del Rito,
che ha poco più di 2
mila iscritti.
■ Grande Oriente
d’Italia della Masso-
neria di Rito scozze-
se di piazza del Ge-
sù. E’ la più grande tra
le organizzazioni di
nascita recente, quel-
le che i massoni tra-
dizionali definiscono
“spurie”. Gran Maestro
è il principe siciliano
ti tra i cultori dell’esoterimo e del- Maestro Gaetano Lemmi, nel 1887,
l’alchimia. Dal 1805, quando nel che le riunisce. Ma nel 1908 il Gran-
Paese si diffonde il rito scozzese, de Oriente si dividerà nuovamente:
diventa invece strumento del siste- da una parte Palazzo Giustiniani,
ma di potere napoleonico. Con la dall’altra Piazza del Gesù (vedi box
Restaurazione, che segue la cadu- in questa pagina).
ta di Napoleone, anche la masso- Nell’aprile del 1914 Benito Mus-
neria viene messa al bando: è il solini, allora socialista, espelle i
1815 e passerà quasi mezzo secolo massoni dal partito. Poi, fondato
prima che venga rifondata a To- il fascismo e preso il potere, li
rino, subito dopo la guerra di indi- mette al bando e incarcera e
pendenza contro l’Austria. Logge manda in esilio il Gran Maestro
sorgono a Napoli, Firenze, Paler- Domizio Torrigiani. Gli anni
mo, ma sono in genere una indi- Trenta sono un periodo di sban-
pendente dall’altra. E’ il Gran damento: il fatto che fossero “fra-
▼
Focus 97
Antifascisti
prima, poi
anticomunisti:
e adesso?
telli” gerarchi come Roberto
▼
Farinacci, Cesarino Rossi, e
Italo Balbo (fondatore della
loggia Gerolamo Savona-
rola di Ferrara), non serve
a salvare l’Istituzione. Così
nella seconda guerra mondiale
l’unico orientamento per i mas-
soni è l’antifascismo: dopo la Libe-
razione a Roma si stabilisce il
Supremo Consiglio d’Italia, che
dovrebbe riordinare l’orga-
nizzazione, ma il compito è
ingrato perché i Liberi Mura-
tori italiani nella clandesti-
nità dell’epoca fascista hanno
istituito un’estrema va- rietà
di gruppi e logge. Nel do-
poguerra, poi, l’anticomunismo
si sostituisce all’antifascismo
come idea guida. Alla fine degli
anni Cinquanta ci sono almeno 600
logge in Italia, e con Pio XII, la
Chiesa prende ancora una volta le
distanze dall’istituzione.
Nel settembre 1973 le due “ob-
bedienze” di Palazzo Giustiniani
e di Piazza del Gesù si riuniscono,
ma le logge sono sempre disorga-
nizzate, molte, troppe, soprattutto
perché alcune di loro sono segrete
o “coperte”. Non se ne conoscono
i membri né i veri scopi, contra-
riamente a quanto avviene nelle
istituzioni regolari. Dopo lo scan-
dalo che travolge la loggia P2 di
Licio Gelli, nel 1982 il Parlamento
approva la legge che vieta le asso-
ciazioni segrete, e il Grande Orien-
te espelle Licio Gelli. C’è un nuo-
vo Gran Maestro dal marzo di quel-
l’anno, il dottor Armando Corona,
che si sforza di arrivare alla più
completa trasparenza, ma nel no-
vembre 1983 papa Giovanni Paolo
II proibisce egualmente ai cattoli-
ci di iscriversi alla massoneria.
Nel marzo 1990 il professor
Giuliano Di Bernardo succede ad
Armando Corona come Gran
Maestro del Grande Oriente. Ma
resterà per poco in carica, perché,
deciso a fondare un’altra loggia,
lascerà Villa Medici dopo poco più
di due anni ■ ce la massoneria france-
Mario Lombardo
Per saperne di più:
Aldo A. Mola , Storia della massone-
ria italiana, Bompiani.
Focus 98
Sono stati massoni
I primi nomi celebri, tra gli
italiani che si iscrivono al-
la massoneria, sono quelli di
Giuseppe Balsamo, il “con-
te di Cagliostro”, di Gia-
como Casanova, del princi-
pe e alchimista napoletano
Raimondo Sangro di San
Severo.
■ Ma è nel Risorgimento
che la lista si fa lunga, e
conta soprattutto patrioti e
combattenti per l’indipen-
denza. Si diceva che Ca-
millo Cavour fosse masso-
ne, anche se non ne esiste
prova documentata. Era
certamente massone Co-
stantino Nigra, amico di Ca- Dall'alto: Crispi,
vour e ambasciatore del re- Totò, Quasimodo,
gno di Sardegna a Parigi. Carducci. Tutti
Nigra fu addirittura Gran celebri massoni.
Maestro del Grande Oriente
d’Italia, il cui ordine era stato costi- Massimo
tuito a Milano nel 1805. D’Azeglio, Bettino Ricasoli, Luigi
I segni del ■ Nel 1862 il titolo di primo mas- Settembrini, Nino Bixio. Qualche
potere sone d’Italia va di diritto a Giusep- anno dopo si iscrisse alla masso-
Una serie di pe Garibaldi, combattente per la neria il poeta Giosuè Carducci. E
negli elenchi ufficiali risultano
simboli relativi libertà in Sud America e in Italia,
ma anche “fratello” molto attivo, anche statisti come Giuseppe
ad alcune cariche
massoniche del rito tanto che nel 1864 viene eletto Zanardelli e Francesco Crispi.
scozzese (in tutto 33). Gran Maestro, seppure solo per Massone fu Arturo Labriola, socia-
Dall'alto: Maestro Venerabile, tre mesi. Insieme a Garibaldi altri lista rivoluzionario. In tempi più
Cerimoniere, Segretario, Maestro massoni dell’Ottocento sono Gof- recenti lo furono Enrico Fermi, Sal-
di casa. Il rito fu seguito a partire fredo Mameli e Aurelio Saffi, Ago- vatore Quasimodo, Giovanni Pa-
dal 1733, in seguito a uno scisma stino Depretis che divenne primo scoli, Ettore Petrolini, Gino Cervi e
nei confronti della massoneria ministro dell’Italia unita, e ancora Totò, che fondò la loggia “Ars et La-
londinese (Grande Loggia di Londra).
Dal Settecento, in tutto il mondo
■ Gran Bretagna
N ata in Gran Bretagna
era naturale che la
massoneria avesse il suo
La Grande Loggia di Lon-
dra non si limitò a esten-
dell’istituzione anche in
India e nelle Antille. An-
che oggi sono Liberi Mu-
zione (Philippe-Egalité,
suo Gran Maestro, era fi-
nito alla ghigliottina), si ri-
maggior sviluppo proprio dere la sua influenza su ratori i nomi più noti del costituì nell’Ottocento e
in territorio inglese. Non tutta la Gran Bretagna, mondo aristocratico, del- offrì l’incarico di Gran
a caso, quattro principi ma nel Settecento ebbe l’economia e della finan- Maestro a Napoleone,
del Galles (il titolo che rapida espansione anche za, e la Grande Loggia di che rifiutò. Nel 1877 la
spetta all’erede al trono) nei territori che apparte- Londra è l’organismo più massoneria francese ab-
ebbero in anni successi- nevano all’impero ingle- autorevole della mas- bandonò le tradizioni re-
vi la carica di Gran Mae- se, in Asia e in America. soneria mondiale. ligiose di quella britan-
stro, e cioè i futuri Gior- Le sue aperture a “fratel- ■ Stati Uniti nica. Razionalista, laica
gio IV, Edoardo VII, Edoardo li” di tutte le religioni re- Diffusa in America al e favorevole alla tolle-
VIII, Giorgio VI. sero facile il radicarsi tempo della colonizza- ranza, la massoneria di
zione inglese, la masso- Francia fu proibita dal
neria degli Stati Uniti è governo filonazista di
molto potente e diffusa, Vichy, e pur ricostituen-
anche se a volte ha as- dosi in forze non è più
sunto aspetti folkloristici riuscita a esercitare in-
assolutamente anomali, fluenza nel Paese.
e manifestazioni addirit- ■ Russia
tura teatrali. Le logge a- Nella Russia zarista la
mericane più importanti massoneria era arrivata
mantengono vive le tra- al seguito dei diplomati-
dizioni dell’istituzione. ci e dei commercianti
■ Francia inglesi, trovando terreno
Separata e diversa da fertile per la creazione di
quella britannica è inve- numerose logge. Dopo la
caduta del regime comu-
se. Distrutta dalla Rivolu- nista ha preso un nuovo
impulso, e ora sta rior-
George Washington a ganizzandosi soprattutto
una riunione di loggia in Russia, in Ucraina, e
massonica. E' una nei Paesi baltici (Estonia,
litografia dell'Ottocento. Lettonia, Lituania).
Tecnologia
La facciata. Finestre e muri producono calore.
Cucina e salotto. Un'altissima luminosità.
La scala interna, nella parte posteriore.
In cantina: ventilazione e "riserva" di calore.
In cantina: acqua bollente dai pannelli solari.
Focus 100
Il retro, a nord: 24 centimetri di materiale isolante.
In Germania, per la
prima volta: produce più
energia di
quanta ne
consuma
La pianta della casa. 1, facciata nord isolata. 2, scala
esterna per ispezione al tetto (pannelli solari e moduli
fotovoltaici). 3, scala interna. 4, ballatoio. 5, stanze
a disposizione. Al centro, la zona riservata ai servizi.
La casa del sole
V
ista da fuori ha forse un’a-
ria un po’ troppo moder-
na, tutta vetro, acciaio e
mattoni grigi. All’interno
è invece più classica, con stanze
grandi, parquet, vecchi mobili in
legno, la scala interna: solo che le
camere hanno tutte una forma ir-
regolare, con almeno una parete
tonda. Ma non si poteva fare altri-
menti, perché questa villetta da
145 metri quadrati, studiata per ac-
cogliere comodamente un nucleo
familiare, è davvero rivoluzionaria:
è, infatti, la prima casa a funziona-
re integralmente a energia solare; a
scaldarsi, a produrre corrente per i
fornelli e gli elettrodomestici, ad-
dirittura a mettere da parte ener-
gia e calore per l’inverno.
Utopia? Macché. A realizzare il
prototipo di questa Self sufficient
solar house (cioè casa solare auto-
sufficiente), perfettamente funzio-
nante a Friburgo, in Germania, è
stato il Fraunhofer-Gesellschaft,
un istituto di ricerca pubblico ad
altissimo livello, e la casa è tal-
mente efficiente dal punto di vista
energetico che non solo è total-
mente autonoma (e dunque non
provoca nell’ambiente alcun tipo
di inquinamento) ma è anche pro-
duttiva. In un anno ha infatti un
consumo totale di circa 3030 kwh,
ma nel frattempo, fra pannelli sola-
ri, celle fotovoltaiche, finestre e
muri “attivi”, ne genera oltre 14
mila! Come è possibile? Vediamo.
Facciata e finestre (con speciali
doppi vetri) sono rivolte a sud. Il
muro, spesso una trentina di centi-
metri e isolato da pannelli di vetro,
non solo riceve durante il giorno il
calore, ma lo “amplifica” proprio
come avviene nei pannelli solari, e
lo conserva: soltanto per una quin-
dicina di giorni all’anno, nel cuore
dell’inverno, il sistema non è suffi-
ciente. In tal caso, però, si utilizza
l’energia immagazzinata con altri
sistemi. La facciata volta a setten-
trione è invece priva di finestre, e
perfettamente isolata. All’interno
circola, poi, aria tiepida prodotta
da uno scambiatore di calore e
pompata da un sistema di ventole
a basso consumo (circa 25 watt).
L’acqua calda è fornita da pannel-
li solari posti sul tetto e irradiati,
grazie a un sistema di specchi, da
entrambi i lati. L’elettricità è inve-
ce prodotta da 84 moduli fotovol-
taici, cioè gruppi di celle di silicio
monocristallino, poste anch’esse
sul tetto (in tutto 36 metri quadra-
ti) che reagiscono alla luce e rifor-
niscono una batteria, cui attingono
Sperimentale,
ma funziona
La casa del sole,
presso Friburgo. Nella
pagina a sinistra,
il singolare camino
per la ventilazione.
gli elettrodomestici.
Tutta l’energia prodotta e non
consumata (che è moltissima) vie-
ne messa da parte grazie a un siste-
ma idrogeno-ossigeno. In estrema
sintesi: con un processo elettroliti-
co si scinde acqua in idrogeno e
ossigeno, poi i due gas vengono
immagazzinati ad altissima pres-
sione. In questa maniera la casa
del sole ha sempre da parte una
scorta di 1500 kwh di energia, pari
al consumo medio di circa sei mesi.
Vedere per credere, certo. La casa
è visitabile, alla periferia di Fri-
burgo, da quasi un anno. ■
Lorenzo D. Mariani
Focus 101
Comportamento
Il segno del Che cosa c'è
nel cervello
di un capo?
Il desiderio
Nel cervelletto (parte chiara) si trova,
l'amigdala: è la parte più primitiva, il centro
del furore e dell'istinto di sopravvivenza.
comando del potere è innato,
o si acquisisce
durante la crescita?
C
api si nasce, o si diventa?
La brama del potere è
innata, o matura con l'in-
dividuo? Domande alle
quali i filosofi hanno da sempre
cercato di dare risposta. Diceva
più di cent’anni fa Friedrich
Nietzsche: «Gli uomini nella vita
vogliono soprattutto il potere. Più
che la felicità. Anzi, felicità e pia-
cere derivano proprio dal sentirsi
potenti». Il segno del comando,
però, resta qualcosa di misterioso,
e gli scienziati continuano a chie-
dersi quale sia la ricetta che fa di
Attila, re degli Unni un uomo un leader. Come spesso
accade si affrontano tesi contra-
stanti, che vedono da una parte il
positivismo dei biochimici, e
dall’altra gli studiosi della psiche
e dei meccanismi sociali.
I colori del
1. E' merito di una
molecola?
A sostenere, dati alla mano, che
potere la propensione al comando nasce
Nell'immagine nel nostro cervello da una serie di
grande, cristalli reazioni chimiche (ed è dunque
di testosterone, innata) sono stati per primi i ricer-
il principale catori del New England research
ormone maschile. institute di Boston, che qualche
E' prodotto in Il condottiero Gengis Khan Napoleone Bonaparte
particolare dai anno fa hanno compiuto un’inda-
testicoli, ed è il gine su 1706 maschi adulti, misu-
responsabile randone il livello di testosterone.
dell'aggressività. «Il tasso di questo ormone era più
Secondo una alto in tutti coloro che occupavano
ricerca americana, posizioni di potere», ha spiegato
in ogni specie John McKinley, coordinatore della
animale (dunque ricerca. «Il testosterone è quasi
anche nell'uomo) sempre all’origine dell’aggressività
l'esemplare
dominante e della competitività: il maschio
ne ha un tasso che ne ha in eccesso tenta sempre
più elevato, di influenzare chi gli sta intorno,
rispetto esprime disapprovazione o rabbia
alla media. con grande libertà e, in genere,
finisce col dominare nei rapporti
sociali». Non conta nulla, dunque,
Mao Tse-Tung l'ambiente? «Ovviamente sì. Una
Giuseppe Garibaldi forte presenza di testosterone non
fa certo, da sola, diventare ammi-
nistratore delegato di una grande
azienda. Contano l’educazione e
la cultura. Ma resta il fatto che,
anche nel regno animale, il domi-
nante ha sempre un tasso di testo-
sterone più alto del dominato».
Più in là sono andati però, qual-
che mese fa, i biochimici del Cen-
tro di ricerche pluridisciplinari di
Montecarlo (Focus ne ha dato no-
tizia in breve nel n. 9), che avreb-
bero identificato in un’altra sostan-
za chimica la radice del comando:
▼
Il vero capo non
fa straordinari
U n buon capo ha certamen-
te doti di base, che risal-
gono alla prima infanzia. Ma
molte altre qualità (tenacia,
tolleranza, pazienza) si appren-
dono culturalmente», sostiene
Domenico De Masi (nella foto),
sociologo all'univesità La Sa-
pienza, a Roma. Il modello tipi-
co di capo aziendale era fino a
qualche anno fa quello "autori-
tario". Oggi si fa strada invece
un nuovo modello, detto di
"leadership situazionale": il vero
capo è cioè chi sa adattare il
proprio comportamento a se-
conda dei bisogni e delle ca-
pacità dei dipendenti.
Le sue caratteristiche? «De-
cisamente inno-
vative. Non teme
di sfidare l'ovvio.
Non si pone limiti.
Non ha regole
precise. Non fa
spesso straordi-
nari. E' antiburo-
crate. Usa molto
l'ironia. Non si in-
teressa soltanto
della sua materia.
Ha grande imma-
ginazione».
Focus 103
 Lo psicologo: "I grandi criminali e i grandi capi di Stato spesso
è il PDGase (sigla che sta per po-
▼
wer dehydrogenase, cioè deidro-
genasi del potere, anch’esso un
ormone), secreto in quantità in-
finitesimali dall’ipofisi, e presente
- guarda caso - solo in quegli ani-
mali che vivono secondo una ge-
rarchia, che prevede dunque co-
mandanti e comandati. Dice il chi-
mico Gary Mouldy: «Negli anima-
li che non vivono in società esiste
solo un precursore dell’ormone, che
abbiamo definito PPDGase. Que-
sto attiva i centri cerebrali primiti-
vi, cioè l’amigdala, che regolano
l’aggressività e il soddisfacimento
dei bisogni primari: cibo, spazio
vitale, sesso. A questo punto, negli
animali sociali subentra l’azione di
un aminoacido, la treonina, che
trasforma l’ormone in PDGase».
Il comportamento muta radical-
mente: l’animale si rilassa, come
se fosse rassicurato per aver soddi-
sfatto i bisogni primari e per esser-
si garantito una posizione domi-
nante nel gruppo. «Il PDGase agi-
sce sui centri cerebrali superiori, e
favorisce la liberazione di endorfi-
ne (le morfine naturali): la vocaliz-
zazione è favorita rispetto all’ascol-
to, migliora la percezione visiva
CHE COSA TI
E' SUCCESSO
DA PICCOLO?
Secondo la
psicanalisi
il rapporto fra
il bambino, già
nei primissimi
mesi, e la madre,
ne condizionerà
grandemente
il futuro, poiché
determina
il senso del
proprio potere e
quello degli altri.
Un capo tribù. "Potere attribuito" è quello che sta
nell'occhio dell'osservatore. In realtà non c'è.
Focus 104
ravvicinata e più animali ci sono
intorno, più PDGase viene libera-
to nel cervello. E’ l’agorafilia del
capo: gli piace essere circondato
dalla tribù».
2. Macché: tutto
comincia nella culla
Teorie opposte, sul fronte della
psicologia. «In ogni individuo c’è
l’aspirazione al potere. Essere u-
mani significa possedere un senti-
mento di inferiorità che spinge
costantemente alla conquista di se
stessi», diceva già Alfred Adler,
uno dei pionieri della psicanalisi.
«Ciascuno lotta contro il senti-
mento d’inferiorità, e cerca di esse-
re superiore». Una sensazione di
inferiorità fisica, come quella pro-
vocata dalla bassa statura, può
suscitare per esempio il bisogno di
sentirsi grandi. E’, secondo alcuni
psicologi, la “sindrome del basso”,
e forse Napoleone ne era affetto.
A volte questo bisogno di potere
“compensatorio” porta a esiti ne-
fasti. Basta pensare alle personalità
criminali: «La caratteristica fon-
damentale di questi individui è il
Un altro capo tribù. "Potere formale" è quello
che dipende dal titolo o dalla posizione.
hanno questo in comune: privati del potere non possono vivere"
sentimento di essere una nullità, distingue dal proprio, può sentirsi bisogni di potere e di controllo. Se
Tattiche quotidiane di potere uno zero», scrivono gli psichiatri in una situazione di onnipotenza. la crescita psicologica in questo Comandare, io?
americani Yochelson e Samenow, Otto mesi. Nasce la consape- periodo avviene in modo non cor-
accorgo neppure che che una ventina d’anni fa hanno volezza di essere separato dalla retto può rivelarsi disastrosa».
tu non esisti". Ciò è
particolarmente scon-
compiuto uno dei primi studi ap-
profonditi in materia. «L’antidoto
madre, di essere piccolo e di aver
poco potere. C’è angoscia, per
Adolescenza. Compaiono le e-
nergie della sessualità, si moltipli-
Istatilpotere
desiderio (o il bisogno) di
a volte sono manife-
in maniera simbolica,
volgente per un bam- per questa situazione intollerabile questo, ma l’attenzione del bam- cano i conflitti di potere. Quelli non esplicita. Ecco qualche
bino piccolo.
■ Il duello nel traf-
fico. Chi è stato tal-
lonato nel traffico a
è l’esercizio del potere e il con-
trollo sugli altri: chiedere al crimi-
nale di rinunciare alla sua ricerca
bino si sposta su nuove funzioni
autonome (per esempio comincia
a spostarsi da solo). Così, lenta-
con i genitori possono ricordare
quelli avvenuti all’età di due anni,
quando si verificavano le medesi-
esempio.
Il suicidio. E' l'atto definitivo,
che rende impotenti tutti gli
altri, un atto di violenza che
grande velocità sa insaziabile di potere e di controllo mente, consolida il senso un pro- me spinte verso l’autonomia. E’ in
significa chiedergli di privarsi dell’ prio potere autonomo. questo periodo che compaiono i rende impossibile le rivalse
che cosa significa altrui. Significa: "Forse non ho
subire sul collo un ossigeno». E Jerome Frank va ol- Diciotto mesi. Comincia un disturbi dell’alimentazione, ano- il controllo sulle altre cose
potere puro e male- tre: «Criminali a parte, sono con- periodo di crisi. Il bambino è con- ressia in primo luogo. «Il giovane si della vita, ma sulla morte sì".
Enismicco una serie di
semplici mecca-
della vita quo-
più impotente. Chi
deride spesso vuole
così proteggere un
volo. La soluzione
sana è quella di spo-
starsi, quella rabbio-
vinto che la spinta psicologica di
base verso la corsa agli armamen-
scio della propria separatezza e
della propria relativa impotenza:
illude di ottenere un controllo
onnipotente sul proprio corpo,
L'anoressia nervosa. Il rifiuto
del cibo, specie da parte delle
tidiana in cui entrano proprio senso di infe- ti nucleari è stata la pulsione di ha bisogno contemporaneamente sulla sua forma e sui suoi impul- giovani, è la rivolta di chi ritie-
sa e suicida consiste ne di essere schiavo, manipo-
in gioco alcune tat- riorità nel frenare di colpo. potere dei capi delle nazioni». di autonomia (per affermare il si», nota Althea Horner, «soprat-
tiche di potere. ■ Il silenzio. Non Il desiderio del potere come ba- potere del proprio Sé) ma anche di tutto per negare il bisogno delle lato o sfruttato. Il suo scopo è
In ogni caso il per- ovviamente il potere, attra-
■ La derisione. De- rispondere a chi po- dente passa buona se fondamentale dell’esistenza, riavvicinarsi ai genitori, dai quali altre persone, in genere i genitori».
verso un gesto plateale che
ridere non è un gio- ne una domanda parte della giornata dunque. E per capirne i meccani- dipende. A partire dal terzo anno, Ecco, attraverso questa strada, il significa: "Non potete impe-
co, la persona presa (magari rivelatrice di a rimuginare sull'u- smi bisogna andare, nella storia di padre e madre assumono significa- desiderio del potere condiziona dirmi di morire di fame".
in giro si sente impo- un bisogno psicolo- miliazione subita. ogni individuo, molto indietro: fino to e importanza diversi. l’esistenza di ognuno. Un disturbo, La droga. Chi ha avuto una
tente e umiliata. Chi gico importante) è Prima di sera, c'è da ai primi mesi dalla nascita. E’ infat- Infanzia. «Durante gli anni un qualsiasi errore nel comporta- esperienza negativa del pote-
deride vuole eserci- una forma partico- scommettere, com- ti in questo periodo che si manife- dell’asilo e della scuola c’è il rapido mento educativo durante questo re materno pensa di poter,
tare il potere sull'al- larmente sadica di pirà un atto analogo, per esempio, controllare la
tro. L'aggressione è esercitare il potere. esercitando il proprio
sta per la prima volta quello che sboccio di molti potenziali già in- lungo percorso, si ripercuoterà ine-
ancora più ostile se Chi desidera risposta gli psicanalisti definiscono il “pote- nati nel bambino. Vengono fuori i vitabilmente negli anni a venire. madre che non ha dato con-
potere su qualcun
viene negata dicen- si trova in posizione altro , per rimettere re del Sé” (qualcuno parla di pote- talenti. La competitività è presen- E’ solo una teoria? ■ forto nella forma di "una so-
do: "Ma dai, non sai di inferiorità e di im- re intrinseco), cioè il senso di pa- te nei giochi e nello studio. L’espe- Lorenzo D. Mariani stanza che si può simbolica-
al giusto livello il mente ingerire ogni volta che
stare allo scherzo". potenza. Il rifiuto di regolatore interno dronanza, di potenza e in seguito rienza del potere si può fare esal- si vuole". Ma poi si sviluppa
La persona schernita comunicare equiva- della stima di se di competenza nel proprio modo tante», spiega Althea Horner, psi- dipendenza: e l'individuo ri-
è cioè resa ancora le a dire: "Io non mi stesso. di trattare cose e persone. cologa americana che proprio a Per saperne di più: schia di tornare in uno stato
Primi mesi. E’ lo stadio della questo sviluppo del senso del potere Althea Horner, Il desiderio del potere, di impotenza.
simbiosi fra bambino e madre: il ha dedicato molti Casa editrice Astrolabio.
piccolo è impotente, ha un biso- studi. «I bam-
gno, chiama, la madre immediata- bini metto-
mentee con il suo potere soddisfa il no in atto
bisogno. Il bambino partecipa al con i com-
potere della madre, quasi non lo pagni i loro
Un ufficiale. Secondo Henry Kissinger
il potere "è il massimo afrodisiaco". Un navajo. Per Nietzsche il potere è "il destino dell'uomo".
Focus 105
L'incontro - Luigi Calligaris
Quale
esercito
Quello vecchio e burocratico, ereditato
dal tempo della guerra fredda, o
quello nuovo, agile e professionale, che
serve oggi? Ascoltiamo un esperto.
L’
ufficiale è impeccabile in al-
ta uniforme, nella cornice
dorata. «E’ morto in Cri-
mea», commenta il gene-
rale Luigi Calligaris, accennando
con la mano in direzione del suo
antenato. Poco discosto da una vec-
chia immagine saetta l’immagine di
un altro giovane in divisa. «Era
pilota sugli idrovolanti, è stato uno
degli assi dell’aviazione in marina
durante la grande guerra», dice
ancora Calligaris. Non si può dire
che la componente militare
faccia difetto nella famiglia
del generale.
Ex ufficiale di cavalleria,
Calligaris è sempre stato
ben lontano dal vecchio
cliché piemontese, che voleva che il
perfetto ufficiale fosse “bel, biund e
bestia”.
Come potrebbe essere ridi-
segnata l’attuale situazione ita-
liana a partire dal “crollo dei
muri” e dei conseguenti bloc-
chi?
Sappiamo che la frattura del si-
stema dei grandi blocchi contrap-
posti ha avuto una brusca accele-
razione con la riunificazione della
Germania. Tutto ciò è stato positi-
vo perché ha portato alla fine della
guerra fredda, ma contemporanea-
mente il fenomeno ha accelerato la
destabilizzazione generale, alla
quale il mondo era del tutto impre-
parato. E l’Italia meno ancora di
Più di 4 mila soldati italiani sono impegnati oggi nel mondo: ecco le missioni più pericolose, negli ultimi anni
In Libano con onore
Dal 1983 al 1985 oltre 2 mila uomini fanno
parte della Forza multinazionale di pace in
Libano: protetti i campi palestinesi di Sabra
e Chatila e gestito un efficiente ospedale.
Tornado e navi nel Golfo
Nel 1987 e nel 1988 sminamento nel Golfo
Persico e scorta ai convogli. Nel 1991
operazione Desert Storm con i caccia
bombardieri e la flotta (nella foto, l'Audace).
Generale e
giornalista
Luigi Calligaris,
62 anni, già
generale di
brigata e
docente di
strategia alla
Scuola di guerra
dell'esercito
italiano. A
destra, Calligaris
in Albania, con
i militari
dell'operazione
Pellicano.
altre nazioni. Da noi si era dedicato
ogni sforzo alla politica interna.
uno strumento strategico e operati-
vo molto versatile, sul tipo delle
Quella estera era stata eccellente
nei termini di grandi scelte: quella
forze di intervento rapido, capaci
di poter effettuare interventi fulmi-
di aderire alla Nato, la scelta euro- nei, con nuclei operativi altamente
pea, l’adesione all’ Onu... Ma sul specializzati.
piano concreto non era stato fatto
niente. Ultima nell’essere fedele Ma la struttura del nostro
alle delibere della Nato, ultima a apparato militare si è adeguata
ottemperare alle regole della alle nuove esigenze?
Comunità, l’Italia si è trovata mag- Assolutamente no. Direi che ci
giormente in crisi. Del resto anche sono stati solo cambiamenti stri-
la Nato si è trovata spiazzata perché scianti di modesto livello, per e-
le è mancato il nemico sul quale era sempio nel settore logistico o delle
stata sempre puntata, e spiazzate comunicazioni, conseguenti alle
sono state anche le Nazioni Unite esperienze che siamo stati costretti
che, abituale a essere un paravento a fare oltremare. Che purtroppo
di un sistema bipolare di gestire la non hanno però dato una ricaduta
guerra fredda, si sono trovate senza positiva. Il fatto di mandare all’este-
la capacità di agire in prima perso- ro 6 o 7 mila persone, dovrebbe
na. produrre un cambiamento nell’inte-
ro sistema, ma questo non avviene.
Senza più un nemico “ufficia- Ci sono oasi di eccellenza nelle for-
le”, quali situazioni può dover mazioni a maggior specializzazio-
affrontare l’Italia, oggi? ne (i paracadutisti, gli assaltatori del
Semplicemente oggi non possia- battaglione Col Moschin, i carabi-
mo più configurare uno specifico nieri paracadustisti del Tuscania, il
nemico, ma proprio per questo battaglione San Marco, l’ intera
dovremo riuscire ad approntare aviazione leggera dell’esercito) ma
▼
Soccorsi all'Albania Gli alpini in Mozambico Protagonisti a Mogadiscio
Settembre '91: l'operazione Pellicano porta Operazione Albatros: circa 1200 uomini, 2500 uomini, 10 carri armati, 13 elicotteri:
900 militari in Albania: con 400 automezzi e quasi tutti alpini, hanno il compito di il contigente italiano in Somalia si rivela
una nave appoggio si cerca di far funzionare verificare il rispetto del "cessate il fuoco" il più duttile ed efficace nella distribuzione
porti e ospedali, e distribuire soccorsi. fra guerriglieri della Renamo e il governo. di aiuti e nel controllo della guerriglia.
Focus 107

ci sono anche grosse difficoltà ad
▼
abbandonare un sistema masochi-
stico, con grosse strutture, grossi
comandi, grossi stati maggiori, enti
inutili, arsenali da tempo impro-
duttivi. Manca poi una razionaliz-
zazione interforze: ci sono scuole
militari che fanno le stesse cose in
punti diversi con dispendio di
tempo e denaro. In alcuni casi si è
ovviato, come alla scuola interforze
di telecomunicazioni a Chiavari,
frequentata contemporaneamente
da fanti, marinai e avieri. Ma anco-
ra oggi può accadere che fra diffe-
renti reparti ci siano difficoltà di
collaborazione, perché ognuno
risponde al proprio stato maggiore.
Manca la razionalizzazione del
comando.
Ma esiste davvero un nuovo
modello di difesa?
Sino a oggi in Italia un modello di
difesa non c’è mai stato. Ogni forza
armata ha chiesto quello che voleva
chiedere, si è fatta una specie di
concertazione e sono venute fuori
delle cifre da capogiro. Tutto que-
sto al di fuori di un vero disegno
strategico. Successivamente ognuna
ha operato un’autoriduzione in
base a un accordo con le altre, ma il
budget è rimasto sempre lo stesso.
Questo è un sistema assolutamente
suicida di fare le cose. E’ vero che
quando mancano le possibilità, o
per cultura, o per debolezza politi-
ca o per incapacità militare, ci si
deve accontentare del “meglio di
niente”. Però spesso non è stato
fatto nemmeno il "meglio di nien-
te".
L’attuale struttura delle Forze
armate, è in grado di garantire
il minimo dei suoi compiti isti-
tuzionali?
E’ impossibile dare una risposta,
bisognerebbe vedere quali sono i
compiti istituzionali. La difesa del
territorio nazionale è un compito
Focus 108
"Le forze armate non hanno mai saputo cosa
il Paese volesse da loro: ecco il problema"
che, detto così com’è, non significa
assolutamente niente. Quindi biso-
gnerebbe chiarire quali sono i ter-
mini di sicurezza richiesti.
Ma le nostre Forze armate
sanno cosa il Paese vuole da
loro?
No. Le forze armate non lo han-
no mai saputo perché nessuno
gliel’ha mai detto. Nessuno lo ha
mai detto perché nessuno lo ha mai
pensato, quindi le Forze armate
non lo hanno mai chiesto. Di con-
seguenza, ognuna cerca di in-
terpretare in chiave personale quel-
la che crede sia l’attesa del Paese. Il
discorso può apparire astruso, ma il
ciclo è esattamente questo. Quindi
starebbe al capo del governo, con il
beneplacito del presidente della
Repubblica che è il comandante
delle Forze armate, dire in quale
maniera va interpretata la sicurezza
del Paese. E il ministero degli Esteri
dovrebbe agire in un certo senso,
il Tesoro assicurare le risorse, la
Difesa la struttura militare: da noi
invece ogni ministero fa quello che
vuole. Ma attenzione, è già succes-
so anche in passato, non dobbiamo
colpevolizzare l’Italia degli ultimi
cinquant’anni. C’è sempre stata, per
esempio, una tendenza del mini-
stero degli Esteri ad agire indipen-
dentemente da quello della
Difesa. Durante l’ultima
guerra mondiale la campa-
gna di Grecia fu decisa dal
ministero degli Esteri, da
Galeazzo Ciano e da un pu-
gno di ambasciatori, il mi-
nistero della Difesa fu co-
stretto a subirla, la subì male
e la fece male. Se vogliamo
individuare, quindi, la chiave
di lettura corretta dei nostri
problemi, diciamo che sta
nella frammentazione, sia
tra i vari dicasteri che, per-
ché no, fra le stesse Forze
armate. E in un sistema
frammentato è già un mira-
colo avere un apparato mili-
tare.
Eppure qualcosa di
buono è stato fatto...
Io, che ho vissuto questi
problemi anche in posizione
di alta responsabilità, posso
dire che è già un miracolo che
la Marina abbia operato a
lungo nel Golfo Persico e in
Adriatico durante la crisi jugoslava, e
sia ancora efficiente; che in Albania
in due anni gli uomini che portano solo pochi elementi positivi, sempli-
avanti l’operazione Pellicano abbia- ci campioni di un tutto che invece va
no fatto cose straordinarie; che in male, e bisogna avere il coraggio di
Somalia, malgrado quanto è succes- dirlo: perché si affoga in un sistema
so e stia succedendo, il morale, la che si compiace di essere vecchio,
compattezza e l'efficienza degli ita- dal momento che anche se la gente
liani che partecipano all'operazione cambia, e i quadri ringiovaniscono, il
Ibis siano del tutto integri; e che in sistema rimane tale e quale.
Mozambico gli uomini dell’opera- ■
zione Albatros siano ugualmente Franco Maria Puddu
efficienti. Ma questi purtroppo sono
Un'armata da ringiovanire
Q ual è la consi-
stenza attuale
delle Forze armate
dai più vecchi M60 e
dai mezzi blindati
Centauro. L'artiglieria
presto imbarcherà
anche aerei Harrier),
un incrociatore por-
italiane? Vediamo gli ha i pezzi da 203 e taelicotteri missilisti-
elementi più impor- da 155 mm. Piutto- co (il Vittorio Vene-
tanti della struttura. sto vecchi i missili to), 4 cacciatorpedi-
terra-terra Lance e niere, 14 fregate, 12
ESERCITO gli antiaerei Hawk. corvette, 7 aliscafi
Circa 250 mila uomi- Nuovo il sistema an- missilistici, 6 caccia-
ni, 190 mila dei quali tiaereo nazionale mine e 2 unità anfi-
sono di leva. L' orga- Skyguard-Aspide. bie. Un reggimento di
nizzazione è basata fanteria di marina (il
soprattutto su 4 bri- MARINA San Marco) con 30
gate corazzate (cioè Circa 48 mila uomini, veicoli trasporto trup-
con i carri armati), 8 24 mila dei quali so- pe corazzati e 24 an-
meccanizzate e una no di leva. L'organiz- fibi.
motorizzata. 4 sono zazione si basa so-
le brigate alpine, una prattutto su tre di- AERONAUTICA
di paracadutisti. I mez- visioni navali, una Circa 76 mila uomini,
zi principali sono co- delle quali da sbar- 25 mila dei quali di
stituiti dai carri da co. I mezzi: un incro- leva. L'organizzazione
battaglia Ariete, di ciatore portaelicotte- si basa soprattutto
costruzione italiana, ri (il Garibaldi, che su 7 gruppi caccia-
bombardieri, 7 grup-
pi caccia intercettori,
una brigata da tra-
sporto, un raggrup-
pamento per il soc-
corso aereo. Il mezzo
principale è il caccia-
bombardiere anglo-
tedesco-italiano Tor-
nado. L'intercetta-
zione è affidata ai
vecchissimi e ormai
obsoleti F104 (da
sostituire in futuro
con il caccia europeo
Efa, anche se prov-
visoriamente sono in
arrivo alcuni F16 a-
mericani). Per il sup-
porto agli attacchi al
suolo è in fase di
schieramento l'Amx,
in parte di produzio-
ne nazionale. Velivoli
da trasporto sono i
C130 e G222 di pro-
duzione nazionale.
Missili contraerei Pa-
triot (in arrivo), Spa-
da Aspide (in arrivo)
e Nike Hercules (molto
Paracadutisti in sorveglianza sul tetto vecchi, con scarsa
dell'ambasciata italiana a Mogadiscio. validità operativa).
Speciale
Ricercatori, studenti
e appassionati: la storia
naturale ha un pubblico
in costante aumento

Perfettamente
allineati
Qui accanto,
un paleontologo
del Museo di
storia naturale
di Milano;
sta riordinando
resti di mammiferi
che risalgono
al Quaternario.
Un museo è
un’esposizione,
ma è anche
una istituzione
di ricerca:
il personale
rinnova di
continuo le
collezioni,
e controlla che
gli esemplari
più antichi non
invecchino.
Inoltre prepara
il materiale
per le sale
che accolgono
il pubblico.
Di solito
solo una piccola
parte di ciò
che è conservato
nell’istituto
viene messo
in mostra.

Certamente,
anche se

Serve ancora il museo?

gli animali
impagliati
e le vetrine polverose stanno
scomparendo: si impara
meglio se ci si diverte
davanti a diorami e computer.
Focus 111

Istituzioni centenarie
Sopra, Giovanni Pinna, direttore
del museo di Milano, davanti
all’ingresso dell’istituto. Fondato
nel 1838, è il più antico in Italia.
U
no scheletro biancheggia
in mezzo a una stanza in
penombra. Poco più in là
un animale irrigidito fissa
il suo sguardo di vetro sul visita-
tore. Dove siamo? Nella sala di un
museo di Storia naturale d’altri
tempi. E oggi, invece? Oggi può
capitare di camminare in una fore-
sta tropicale, ricostruita alla per-
fezione, o di giocare con una mac-
china che simula il volo: articolan-
do le braccia si muove un
paio di ali e si capiscono le
parentele tra i muscoli uma-
ni e quelli degli uccelli. Non
ci sono nemmeno più pan-
nelli e lunghe didascalie: al
loro posto compaiono i
nuovi sistemi informativi. «I
ragazzi delle scuole che ven-
gono oggi al museo, non
hanno diffidenza verso i
computer, anzi amano lavo-
rare con questi strumenti.
Alla lettura del pannello
allora viene sostituito un
sistema grafico computeriz-
zato, che fornisce la risposta
quando si tocca lo schermo»,
dice Salvatore Sutera,
responsabile del settore tecnico del
museo della Scienza e della tecnica
di Milano. L’informatica ha intro-
dotto grandi cambiamenti: la
realtà virtuale per esempio per-
mette di ricostruire ambienti prei-
storici e portare il visitatore a vive-
re direttamente la situazione del
passato. Con l’esperienza diretta
l’apprendimento è ancora miglio-
re. Collegandosi telematicamente
con altri musei è possibile poi
conoscere anche dati che sono
conservati altrove. I musei dunque
stanno cambiando, e con grande
successo: ogni anno 300 mila per-
sone visitano quello di Milano, e
affluenze elevate si riscontrano in
quelli di Genova e di Verona, i più
importanti in Italia.
«I musei sono istituzioni anti-
che, ma hanno un aspetto ammuf-
fito solo se non si rinnovano: d’al-
tra parte le esposizioni naturali-
Focus 112
Scienza, storia e arte: anche le vecchie collezio ni possono interessare, purché l’allestimento sia spettacolare
Conservati per il futuro
Sopra, polmoni di foca; in
alto, un’aquila; a destra,
bronchi e cuore di gattuccio.
Collezione Trois di Venezia.
stiche risentono dello stile del pe-
riodo storico nel quale sono state
allestite, proprio come quelle d’ar-
te», dice Marco Tonon, direttore
del museo delle scienze di Por-
denone.
La maggior parte dei musei ita-
liani in effetti è nata nel secolo
scorso: al 1838 risale quello di
Milano, trent’anni più tardi è nato
quello di Genova. A quel tempo
gli esploratori portavano al ritorno
dei loro viaggi campioni di insetti,
ossa, pietre, fossili. Per esporli al
pubblico venivano utilizzate le sale
di grandi palazzi , dove gli oggetti
venivano disposti in ordinate e
noiosissime file, accompagnati da
Manca solo
il barrito
L’ambiente
della Tanzania,
ricostruito
in un diorama
del museo
di Milano.
Le esposizioni
che suscitano
maggiore
interesse da
parte del
pubblico sono
quelle che
illustrano
i rapporti tra
animali
e ambiente.
Non piacciono
invece quelle
dove compare
una lunga serie
di esemplari
isolati.
Qui sotto, una vetrina del museo un foglietto che riportava solo il
di Zoologia di Roma: contiene una nome scientifico, senza una parola
collezione di uccelli impagliati, di spiegazione. Risultato: solo gli
in un classico ordine sistematico. specialisti visitavano le collezioni
naturalistiche. «L’esposizione di
una volta risultava insopportabile
perché era organizzata in modo
sistematico: vale a dire che gli
oggetti venivano riuniti in base alla
classificazione zoologica o botani-
ca, in gruppi che in comune ave-
vano solo alcune caratteristiche
biologiche», dice Giovanni Pinna,
direttore del museo di Storia natu-
rale di Milano. Un esempio? Una
lunga serie di conchiglie, diverse
tra loro solo per le venature del
guscio, allineate su un pannello.
Adesso però l’aspetto delle sale si
sta rapidamente trasformando.
«La maggior parte delle nostre
Sopra, la vetrina degli struzzi del museo di Storia naturale di Genova. esposizioni viene organizzata su
Ha un dispositivo che, a richiesta, fornisce una spiegazione sonora. base ecologica: il visitatore trova
nella stessa vetrina animali e pian-
te che appartengono allo stesso
ambiente, con testi o schemi che
illustrano i rapporti esistenti tra i
vari organismi e i loro problemi di
sopravvivenza». A essere affasci-
nanti sono in particolare i diora-
mi: cioè ricostruzioni a tre dimen-
sioni che danno l’impressione di
vedere un gruppo di animali nella
loro vita quotidiana. «Per realiz-
zarli ci vuole una stretta collabo-
razione tra esperti di diverse disci-
pline, mentre una volta ogni
studioso si occupava esclusiva-
mente della propria materia».
Un museo è meglio
di una scuola:
e si impara di più
Una panoramica sui deserti, o
una bacheca sul mondo delle far-
falle, richiedono mesi di lavoro e
una notevole mole di materiale di
partenza. E in effetti il museo non
è solo quello che appare al visita-
tore. «I nostri sono soprattutto i-
stituti di ricerca e di conservazione
di materiali, che non vengono
tenuti qui per la loro bellezza, ma
perché devono essere disponibili
a chiunque, dilettante o speciali-
sta, voglia svolgere studi scientifi-
ci», continua Pinna. Un naturali-
sta ha trovato un nuovo tipo di
insetto? Per capire se si tratta dav-
vero di una “scoperta” deve con-
frontarlo con quelli già esistenti,
che trova solo nel museo.
«Ogni disciplina ha in realtà un
responsabile scientifico, il conser-
vatore, che svolge un duplice com-
pito: da una parte arricchisce con-
tinuamente le collezioni, effet-
tuando campagne di raccolta (e
controlla che quelle vecchie, che
risalgono anche a cent’anni fa, non
si degradino). Dall’altra si occupa
dell’aspetto didattico, vale a dire
delle esposizioni o dell’organizza-
zione di gruppi di approfondi-
mento per gli appassionati di scien-
ze naturali», dice Enrico Banfi,
conservatore botanico al museo di
Storia naturale di Milano.
«L’operatore deve riuscire a tra-
durre le conoscenze scientifiche,
che hanno un linguaggio specializ-
zato, in linguaggio divulgativo.
Purtroppo in Italia non esistono
ancora luoghi istituzionali per la
formazione del personale scienti-
fico dei musei», spiega Antonio Di
Meo, segretario scientifico del
primo Master (cioé un corso per
laureati) dedicato a chi si troverà a
dover organizzare mostre e strut-
▼
Focus 113
 Insetti, funghi, e umidità sono i loro peggiori nemi
Esemplari unici
Sopra, il conservatore zoologico
del museo di Torino, alle prese
con rettili imbalsamati, già estinti.
ture come i musei, un corso che
▼
sta partendo in questi giorni (vede-
re il riquadro a pagina 118).
Ma la vera domanda è un’altra:
i musei servono ancora? «Nel mu-
seo, in passato, si potevano vedere
da vicino le rarità, e perfino un
leone spelacchiato poteva dunque
servire allo scopo. Adesso il pub-
blico, anche quello meno specia-
lizzato, può assistere a filmati natu-
ralistici, e trova articoli su riviste e
quotidiani. Programmi come Quark
di Piero Angela o Nel regno degli
animali di Giorgio Celli, sono
esempi straordinari. Ma non si so-
stituiscono al museo: il programma
televisivo non si può “fermare”,
mentre nel museo il visitatore par-
tecipa direttamente, può fare una
sosta, leggere, chiedere spiegazio-
ni alle guide e, se vuole, approfon-
dire l’argomento per gradi. Nel
museo, o in una esposizione, si
apprendono cose che a scuola
sfuggono. Vedere le cose da vicino,
in alcuni casi toccarle, permette di
avere un’impressione precisa, di
fotografare e fissare nella memoria
un concetto, legandolo a un’imma-
gine precisa», conclude Sutera.
Adesso una scienza
studia come
organizzare le mostre
Il pubblico dei musei di adesso è
informato e curioso, molto diverso
da quello del secolo scorso. Le sale
vengono frequentate dagli studen-
ti delle elementari e delle medie, in
gita scolastica, ma anche dagli a-
dulti che nel museo di Milano su-
perano, per esempio, il 60 per cen-
to del totale.
Quali sono gli argomenti che
interessano di più? «I fossili, i dino-
sauri, i grandi animali come i ceta-
cei. Ma anche argomenti di carat-
tere locale: l’informazione offerta
in genere dalla televisione è a livel-
lo internazionale o nazionale. Se
una persona vuole però conoscere
qualcosa di più sulla flora o sugli
animali che vivono a due passi da
casa, trova questo materiale più
▼
Focus 114
■ Pinzetta e colla per fermare per sempre gli insetti
U na reticella per pren-
dere al volo gli insetti,
e una bottiglia di formali-
na per conservarli: è l’
immagine più comune
dell’entomologo. Gli in-
setti utilizzati in un mu-
seo, esposti nelle bache-
che o conservati dai ri-
cercatori per scopi scien-
tifici, provengono da cam-
pagne di raccolta effet-
tuate in tutto il mondo e
vengono in realtà trattati
in altro modo. L’entomo-
logo, dopo averli cattura-
ti e paralizzati con etere,
ha due possibilità: può
introdurli in una boccetta
contenente alcool, oppu-
re li fissa su un ritaglio di
cartoncino, con degli spil-
li. In entrambi i casi si
tratta di un intervento
d’urgenza. Una volta tor-
nato al laboratorio lo
attende un lavoro da cer-
tosino: dovrà infatti siste-
mare gli insetti in modo
da mettere in risalto tutti
■ Una tavola disegnata? E' meglio di una fotografia
I n ogni museo il disegna-
tore ha il compito di illu-
strare le pubblicazioni che
vengono prodotte dallo
staff di ricercatori, e rea-
lizzare le tavole che
accompagnano il materia-
le nelle esposizioni per il
pubblico. «Le fotografie
possono servire come rife-
rimento, ma non come
materiale scientifico vero
e proprio: i particolari che
permettono il riconosci-
mento di una pianta o di
un insetto infatti non si
vedrebbero, o sarebbero
poco dettagliati», dice Gea
D’Este, illustratrice pres-
so il museo di Storia natu-
rale di Venezia. I suoi stru-
menti? Solo quattro: un
microscopio stereoscopi-
co, il modello dal vero, il
foglio e una penna a
china.
Con un microscopio ste-
reoscopico un occhio vede
gli oggetti con un’angola-
zione leggermente diver-
sa rispetto all’altro.
Questo consente una
i particolari che ne con-
sentono il riconoscimen-
to. Ciascun esemplare
viene ordinato nella posi-
zione definitiva con l’aiuto
di pinzette e pennelli. Le
visione tridimensionale e
ingrandita dei particolari,
per esempio di un insetto.
Una lente montata su un
lato del microscopio, con-
sente poi di avere
Gea D'Este, illustratrice del museo di Storia naturale di Venezia, nel suo studio
sul Canal Grande. Alla sua sinistra il microscopio per la copia dal vero.
ali di una farfalla per e-
sempio devono essere
aperte, le antenne vanno
distese, i peli dell’addo-
me vanno pettinati. Quan-
do l'insetto si essicca, di-
L'ENTOMOLOGO
nell’obiettivo l’immagine
proiettata sul foglio. Il
disegnatore ottiene così
una figura che rispetta
perfettamente le propor-
zioni dell’originale. La
LA DISEGNATRICE
ci: canfora e contenitori sotto vuoto per salvare gli esemplari
venta un oggetto fragilis-
simo. I cartoncini vengo-
no quindi conservati in
scatole di legno o di car-
tone, nelle quali viene
spruzzato un fungicida.
A sinistra,
Walter Raineri,
entomologo
del museo di
Genova. Sta
analizzando le ali
di una farfalla.
forma vene poi colorata e
arricchita dei particolari
necessari a riconoscere il
modello, anche se a volte,
per facilitare i ricercatori,
alcuni di essi vengono
■ Le erbe si conservano con una pressa e fogli di carta porosa
C ome tutti i conservatori di
un museo, ovvero i ricer-
catori ai quali spetta la con-
servazione e l’arricchimento
delle collezioni naturalistiche,
anche il botanico effettua
spedizioni per raccogliere il
materiale necessario: sono
rami e frutti di alberi, erbe,
muschi, funghi e alghe. Un
Indiana Jones del mondo
vegetale? «Anche se vengono
effettuati viaggi all’estero, la
maggior parte del nostro lavo-
ro si svolge a livello locale:
soprattutto con studi di fito-
geografia (una branca della
geografia che analizza la
distribuzione delle piante)»,
dice Enrico Banfi, botanico al
museo di Storia naturale di
Milano. Nel corso delle spe-
dizioni di raccolta le piante
vengono conservate in sac-
chetti di plastica, oppure
sistemate in presse portatili.
Nel laboratorio del museo
verranno poi trattate una per
una. I vegetali vengono inse-
riti fra fogli di carta di giorna-
■ Unoscheletro di plastica, e gli animali
imbalsamati sembrano ancora vivi
Sopra, Ermano Bianchi, tassidermista del museo di
Milano, apporta gli ultimi ritocchi alla peluria di un elefante marino.
le, e pressati nuo-
vamente per eli-
minare ogni trac-
cia di umidità. Da
questa operazio-
ne dipende la loro
longevità.Così
preparate le pian-
te vengono poi
stese su un foglio
di cartoncino, fis-
sate con striscioli-
ne di carta e spilli
e accompagnate
con un'etichetta
che riporta la spe-
cie, la località di
raccolta e il nome
del raccoglitore. In
questo modo
sono pronte per
sfidare il tempo:
tanto che in alcu-
ni musei italiani museo botanico di Firenze riservata ai ricercatori.
sono ancora per-
fettamente conservati fogli Le collezioni botaniche però
dell’erbario di Linneo, il capo- vengono raramente esposte
stipite della botanica, che al pubblico: la luce e la pol-
risalgono a oltre duecento vere sono nemici micidiali.
anni fa.
IL TASSIDERMISTA
IL BOTANICO
Sopra, una sala dell’erbario del
A destra, il foglio
di un erbario centenario.
Le piante essiccate si
conservano in armadi
a chiusura ermetica.
G li animali imbalsamati?
Cose d’altri tempi. «Ep-
pure studiare un’animale
da vicino, anche se non è
vivo, è molto utile: si pos-
sono per esempio distin-
guere meglio alcune carat-
teristiche anatomiche, o
mettere a fuoco particolari
meno evidenti, che sfuggi-
rebbero quando si incontra
l’animale in natura», dice
Ermano Bianchi, tassider-
mista al museo di Storia
naturale di Milano. Nelle
sue mani passa ogni anno
un’intera arca di Noé:
uccelli, rettili, mammiferi,
pesci, escono dal suo labo-
ratorio per raggiungere le
vetrine del museo. «Adesso
nessuno si fermerebbe a
osservare un esemplare
con gli occhi dall’espres-
sione spenta, il pelo opaco,
il corpo in posizione rigida.
Per fortuna, con le tecni-
che moderne, riusciamo a
ricostruire un animale inte-
ro anche partendo da una
vecchia pelliccia», continua
Bianchi. Recentemente,
per esempio, un grande
ippopotamo è arrivato ai
magazzini del museo. Un
tempo il corpo sarebbe sta-
I campioni di un
erbario servono
per identificare
le piante raccolte
nelle spedizioni.
to svuotato e poi riempito
con paglia e stoffa. Adesso,
si conserva solo un sottile
strato di pelle che, una
volta conciata in un bagno
di allume di rocca, sale,
formaldeide o cromo, verrà
utilizzata per ricoprire un
modello in vetroresina, che
è più leggera della paglia
e consente di creare atteg-
giamenti più “dinamici”. La
pelle, o direttamente la ve-
troresina, viene colorata
con la tecnica dell’aero-
grafo, che permette una
gradazione delle sfumature.
L’occhio è un disco di vetro,
all’interno del quale viene
dipinta la pupilla e l’iride. I
peli invece sono quelli ori-
ginali,oppure vengono tra-
piantati sotto la pelle.
Se invece non si trova un
modello vero, viene realiz-
zato un finto animale in
materiale sintetico. E’ per
esempio il caso dei pesci,
che si seccano immediata-
mente e non si conservano,
dei cetacei (che hanno un
elevato contenuto di gras-
so) e dei rettili, la cui ripro-
duzione in gomma ha la
stessa flessibilità del corpo
naturale.
Focus 115
 Una scena giurassica
Scheletri di dinosauri sullo
sfondo e, in primo piano, una
ricostruzione in resina di un
Triceratops nel museo di Milano.
La storia naturale in Italia
Ecco i 41 musei che meritano una visita: gli orari, i giorni
di apertura, e le principali collezioni che li hanno resi famosi.
6 BRESCIA Museo di storia 20 MORBEGNO Prenotare la visita. di animali esotici.
Museo di scienze naturale (Sondrio) Collezione
naturali via Mazzini 61 Museo di storia ornitologica. 35 TRIESTE
via Ozanam 4 0564/414701 naturale Museo di storia
030/2983707 9.00 - 13.00 e via Cotrivacci 2 28 ROVERETO naturale
Martedì-venerdì 9.00 15.00 - 19.00, chiu- 0342/612451 (Trento) Piazza Hortis 4
- 12.30 e 14.00 - so il lunedì. Prenotare Musei civici di 040/301821
17.00 Reperti preistorici la visita. Fauna e Rovereto 8.30 - 13.30,
Lo spazio non è mai troppo Sezione con reperti e raccolte di flora alpina. via Calcinari 18 chiuso il lunedì.
dell'età del rame mineralogia 0464/452177 Vivarium con rettili e
Sopra, un conservatore di Remedello. e biologia marina. 21 NAPOLI 9.00 - 12.00 e anfibi della zona
dell’erbario di Roma. Raccolte botaniche, Stazione zoologica 15.00 - 18.00, chiu- carsica.
Le collezioni in un museo entomologiche 14 INDUNO OLONA Anton Dohrn so il lunedì e la
sono in costante aumento. e geologiche. (Varese) via Caracciolo domenica. 36 UDINE
Museo di scienze 081/7642674 Museo friulano di
7 CALCI naturali 9.00 - 18.00, dome- 29 SAINT PIERRE storia naturale
(Pisa) p.za Giovanni XIII 4 nica 10.00 - 19.00, (Aosta) Palazzo Giacomelli
Fossili, pietre Museo di storia nau- 0332/203139
rale e
del territorio
9.00 - 12.30 e
14.30 - 17.30, chiu-
chiuso lunedì. Fauna Museo regionale
e flora marina. Castello di Saint
Pierre
via Grazzano 1
0432/510221
9.00 - 12.00 e
e dinosauri: via Roma 103
050/937778
Prenotare la visita.
so il lunedì.
Paleontologia e
22 PARMA
Museo dell'Orto
geologia della zona. botanico
0165/903485
9.00 - 19.00.
16.00 - 19.00, chiu-
so il lunedì e la
domenica mattina.
i best seller 8 CREMONA
Museo di storia
15 L’AQUILA
via Farini 90
0521/234082
Museo del Convento 8.00 - 14.00.
30 SIENA
Accademia dei
Fisiocritici
Fossili, flora e fauna
della regione alpina
sudorientale.
naturale dei Frati Minori Sede di via Piazza Sant’Agostino
p.za Marconi 5 0862/314201 dell’Università 5 37 VARALLO SESIA
facilmente nel museo locale», dice
▼

0372/23766 feriali 8.30 - 12.00 e (raccolta africana e 0577/47002 (Vercelli)

Enrico Ratti, direttore del museo martedì-sabato 9.00 15.30 - 19.00, sala “sistematica”): 9.00 - 13.00 e Museo Calderini
di Storia naturale di Venezia. - 14.00, festivi solo giovedì 15.00 - 15.00 - 18.00 dal via Don Majo, 25
la domenica pomeriggio 17.00 e sabato lunedì al venerdì, 0163/51424
Molto dipende, ovviamente, da 9.00 - 12.30. 16.00 - 19.00. 10.00 - 12.00. chiuso il giovedì 10.00 - 12.00 e
come il materiale viene presentato. Collezioni Raccolta di minerali Prenotare la visita. pomeriggio. 15.00 - 18.00, chiu-
La museologia scientifica è la scien- ornitologiche, e sezione artistica. Collezione di funghi so venerdì.
za che studia la tecnica espositiva entomologiche e 23 PINEROLO in terracotta. Conserva la più inte-
Copia di conchiglie. Da 16 LIVORNO (Torino) ressante collezione
delle collezioni, la reazione del dice Giorgio Chiozzi,
pubblico, il grado di apprendi- che all’interno del mu- dal vero segnalare il dente di Museo di storia
narvalo. naturale
Museo c/o Wwf
via Brignone 1
31 TERRASINI
(Palermo)
di coleotteri in Italia.

mento relativo. In Italia siamo an- seo di Milano si occu- A sinistra, via Roma 234 0121/76211 Museo di storia 38 VENEZIA
cora alle prime armi in questo cam- pa della grafica delle modelli di frutti 9 FAENZA 0586/802294 Prenotare la visita. naturale Museo di storia
po, anche se uno studente di scien- esposizioni. e foglie di felce (Ravenna) Prenotare la visita. via Cala Rossa 4 naturale
della collezione Museo di scienze 24 PORDENONE 091/8682652 Fontego De’ Turchi
ze naturali dell’università di Mila- L’analisi dell’atten- Calamai, naturali c/o Centro 17 LUCCA Museo di storia 9.00 - 12.30, S.Croce 1730
no, Lorenzo Magnoni, ha appena zione del pubblico ha conservata Malmerendi, via Museo del naturale chiuso domenica e 041/5240885
completato la sua tesi di laurea comunque permesso Medaglie d’oro 51 Palazzo Pfanner via della Motta 16 festivi. 9.00 - 13.00,
al museo di 0546/662425 via degli Asili 33 0434/26396 chiuso il lunedì.
sulle esposizioni ornitologiche. di elaborare strategie Firenze. Sono Prenotare la visita. 0583/48280 9.00 - 12.00 e 32 TORINO Collezioni di fauna
e trucchi che posso- di cera e Prenotare la visita. 15.00 - 18.00. Museo regionale di marina e minerali.
Nelle nuove sale no assicurare il di- risalgono al 10 FERRARA Museo Cesare Moderne strutture scienze naturali
colori vivaci e vertimento dei visi- diciassettesimo Museo di storia Bicchi, via del didattiche. via Giolitti 36 39 VERONA
secolo. naturale Giardino botanico 14 011/4323001 Museo di storia
ambienti confortevoli tatori. Come dovreb- via de Pisis 24 0583/442161 25 PRATO Il museo è aperto naturale
bero essere le nuove sale, dunque? 0532/209566 9.00 - 12.00, da Centro di scienze al pubblico solo Lungadige Porta
Magnoni ha passato ore a spiare «Prima di tutto molto colorate: nei 9.00 - 13.00 e lunedì a sabato. naturali in occasione Vittoria 9
i visitatori del locale museo di vecchi musei si utilizzavano into- 15.00 - 18.00, chiu- Collezione di piante via di Galceti 74 di mostre. 045/8077111
so lunedì e martedì essiccate 0574/460503 8.00 - 19.00,
Storia naturale, cronometrando le naci scuri, color bruno o ocra. Ma pomeriggio. Chiuso lunedì, 33 TRENTO chiuso il venerdì.
loro soste e la durata della visita gli psicologi dicono che proprio Raccolta di 18 MILANO martedì e la mattina Museo tridentino di Conserva la più
in ogni sala. «Il comportamento queste sfumature deprimono la conchiglie. Museo di storia dei giorni festivi. scienze naturali famosa collezione di
della gente si ripete, di sala in sala, concentrazione. Il blu e il verde in- naturale via Calepina 14 fossili.
11 FIRENZE corso Venezia 55 26 RAVENNA 0461/238703
secondo uno schema sorprenden- vece la favoriscono, mentre il gial- Museo dell'Università 02/62085405-6-7 Museo ornitologico 9.00 - 12.00 e 40 VICENZA
temente simile. L’attenzione per lo acceso e il rosso vivo attirano via La Pira 4 9.30 - 17.30, via di Roma 13 15.00 - 17.30, chiu- Museo di scienze
esempio segue sempre tre fasi: l’attenzione. I testi che accompa- 055/2757462 sabato e domenica 48100 Ravenna so il lunedì. naturali
nella prima, quella di orientamen- gnano gli oggetti poi, devono esse- 1 BELVI’ 3 BOLOGNA via Bottai 1 da lunedì a venerdì 9.30 - 18.30, feriali 9.00 - 19.00, Reperti dal mesoliti- Contrà Santa Corona
(Nuoro) Museo di zoologia 0471/970660 9.00 - 12.00. chiuso il lunedì. festivi co all'età del bronzo. 0444/320440
to, ci si guarda intorno per deci- re brevi, leggibili in una sola Museo di scienze dell’Università Il museo è in Modelli di piante E' il più importante 10.00 - 12.30 e Micromammiferi e 8.30 - 12.00 e
dere dove andare e quale può occhiata, anche se inconsciamente naturali via Selmi 3 allestimento. in cera. museo italiano. 16.00 - 19.00. collezioni di insetti. 14.30 - 17.00.
essere la vetrina che merita mag- l'occhio è in grado di "vedere" e 070/306440 051/251723 Rari esemplari
giore interesse; poi c’è la visita vera cogliere informazioni da un testo Prenotare la visita. 9.00 - 13.00, 5 BRA (Cuneo) 12 GENOVA 19 MONTEBELLUNA di uccelli. Importante 34 TREVISO 41 VILLA D’ALME’
chiuso domenica Museo Craveri Museo G. Doria (Treviso) biblioteca Museo zoologico (Bergamo)
e propria, una fase di maggiore di 250-300 parole. 2 BERGAMO e festivi. via Craveri 15 via Brigata Liguria 9 Museo Bellona scientifica. G.Scarpa Museo naturalistico
attenzione che in genere dura Lo conferma il fatto che nei Museo E.Caffi Animali provenienti 0172/412010 010/566319 via Piave 56 Piazzetta Benedetto c/o Municipio
mezz’ora; infine ci si distrae e si gruppi in visita, nei quali si crea in piazza Cittadella 10 dai cinque 15.00 - 18.00, 9.00 - 12.00 e 0423/300465 27 ROMA XI, 2 035/541076
inizano a osservare altri particola- poco tempo un leader che capisce O35/233513 continenti e curiosa chiuso il lunedì. 15.00 - 17.30, 9.00 - 12.30 e Museo zoologico 0422/3247 Prenotare
9.00 -12.00 e 14.00 collezione di colibrì. Collezione di chiuso il lunedì. 14.30 - 18.00. dell'università Domenica 9.00 - la visita.
ri, per esempio le finestre, le pan- di più, è più curioso degli altri, e si - 17.30, chiuso il foglie fossili. E' il secondo Collezioni di scienze viale del Giardino 12.00, altrimenti
chine, o le altre persone presenti. prende la briga di spiegare, le lunedì. 4 BOLZANO Sezioni zoologiche e museo italiano. naturali e zoologi- Zoologico prenotare la visita.
In ogni caso dopo due ore c’è una parole utilizzate sono esattamente Sopra, un gruppo di insetti in un diorama del museo di Milano. Raccolta di farfalle. Haus der natur paleontologiche. 13 GROSSETO che. 06/3216564 Collezione
caduta verticale di attenzione», quelle dei testi, anche quando Sono in resina acrilica. Le piante sono invece di stoffa.

Focus 116 Focus 117

Dopo due ore l’attenzione del visitatore cala, e ci vuole una
distrazione Lavorare in un museo:
appartengono a un linguaggio spe-
▼
cializzato. Ciò significa che il lea-
der capta e legge velocemente i
testi delle bacheche e diffonde poi
il messaggio agli altri. Oltre le 50
parole invece il visitatore comune
si stanca. Se si vuole fare in modo
che i visitatori si affezionino al
museo e abbiano voglia di ritor-
narci, è importante evitare la stan-
chezza psicologica», conclude
Giorgio Chiozzi.
Punti di ristoro, panchine, ango-
li dove le persone possono ritro-
varsi e sostare, rilassano e consen-
tono il prolungamento della visita.
E nulla vieta di sistemare le colle-
zioni anziché nelle tradizionali
enormi stanze, che incutono un
timore reverenziale, in ambienti
piccoli e confortevoli, con una
musica rilassante di sottofondo,
quasi si trattasse del salotto priva-
to di un collezionista. ■ blicato un bando di con-
Mariella Bussolati
Come nasce un diorama
U
n bue muschiato sta brucan-
do. Accanto c’è un caribù,
che alza il muso per sentire
l’odore portato dal vento. Sullo
sfondo un gruppo di anatre sorvola
la tundra. La scena sembra vera,
ma in realtà è sotto vetro. Si tratta
di un diorama, ed è la ricostruzione
di un ambiente naturale a
tre dimensioni, effettuata
con animali imbalsamati,
piante di stoffa, laghi di
vetroresina, montagne di
polistirolo.
Come viene realizzato?
Il personale del museo
(zoologo, botanico, ento-
mologo, geologo) studia le
caratteristiche geografiche
della zona che si vuole rap-
presentare nel diorama.
Viene individuata per e-
sempio una piccola area di
un parco nazionale canade-
se, e viene compilata una
lista delle specie che do-
vranno essere presenti nella
vetrina.
A questo punto si passa
alla costruzione vera e pro-
pria: copiando da fotogra-
fie scattate nella zona pre-
scelta, viene dipinto il
Focus 118
i percorsi possibili
C ome si fa a entrare
nello staff di un mu-
seo? Il personale di stu-
dio (esclusi bidelli, assi-
stenti di sala e biblio-
tecari) è diviso in due
diversi livelli: i tecnici e i
conservatori.
● I tecnici (diplomati)
provvedono alla prepa-
razione del materiale di
ciascuna disciplina, che
servirà ai conservatori
(che devono essere lau-
reati nella disciplina di
cui si occupano) per
effettuare le ricerche
scientifiche o per alle-
stire il materiale didatti-
co che verrà esposto
nelle mostre.
● In entrambi i casi, per
accedere a un museo
civico è necessario at-
tendere che venga pub-
paesaggio che farà da sfondo, in
questo caso la tundra, e che verrà
utilizzato come parete di chiusura
del diorama. In primo piano ven-
gono invece sistemati i protagonisti:
gli animali che compariranno nel
diorama provengono in genere da
quelli già disponibili in museo, con-
corso, che pre-
vede una prova
pratica (per i tec-
nici) e un esame
orale. Negli ulti-
mi anni però in
molti musei le
assunzioni sono
bloccate, e per
ovviare alla ca-
renza di perso-
nale vengono
stabiliti rapporti
di collaborazione
con professioni- tunno il primo Master Più che per i musei però
sti delle varie discipline. per la formazione di per- servirà a formare perso-
● La collaborazione su sonale specializzato nale per fondazioni pri-
base volontaria è però nella gestione di musei vate o organizzazioni
sempre possibile: spes- scientifici. E’ aperto ai che allestiscono esibi-
so tra i volontari si na- laureati (senza limiti di zioni. Informazioni pos-
scondono veri esperti, e età) e dura due anni, sono essere richieste
gli appassionati sono durante i quali l’allievo alla Fondazione Istituto
indispensabili per esem- studierà materie come Gramsci, via del Con-
pio nelle campagne di museologia, didattica servatorio 55, 00186
raccolta dei materiali. delle scienze, storia Roma. Tel. 06/6833756
● Infine parte quest’au- delle scienze. oppure 6834010.
recuperate, se possibile, nel luogo,
oppure vengono realizzate in mate-
riale plastico, colorato con smalti
acrilici.
In plexiglas viene invece costrui-
servati in qualche vecchia vetrina. to il fondo di un laghetto o del
Altre volte è proprio la disponi- mare, mentre l’acqua e gocce di
bilità di un esemplare morto per pioggia sono realizzate in vetrore-
cause naturali, in uno zoo o in un sina trasparente. Cuscini di mu-
parco, a far scattare l’intera opera- schi, disidratati e poi ridipinti, pian-
zione. Intorno agli animali vengono te e fiori in stoffa, tagliata e cucita
sistemati particolari che rendono la da un artigiano, costituiranno poi
scena realistica: le rocce vengono la vegetazione. ■
Un mese
di attento
lavoro
A sinistra, i lupi
della Maiella in
un diorama di
Milano. Gli animali
tassidermizzati
sono morti
naturalmente e
provengono dalla
zona che viene
rappresentata
nel diorama. Le
tecniche utilizzate
sono le stesse
impiegate nelle
scenografie
cinematografiche.
 Gruner und Jahr-Mondadori SpA.
Corso Monforte, 54 - 20122 Milano Gruner und Jahr-Mondadori Spa

© Gruner und Jahr - Mondadori SpA. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati.
Elaborazione ELEVER SRL

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