Speciale

IL VOLTO Specchio
dell’anima
La “superficie più
espressiva della Terra”:
questa è la nostra
faccia, per gli
scienziati. Ma essa
parla davvero? Ed
è sempre sincera?

SE SORRIDI TI RISCALDI
Due termografie di un volto. A sinistra, il riso
e il buonumore. A destra, uno stato d’ira. Il
I
l viso è chiacchierone per na-
tura. Riflette ogni sfumatura
emotiva e la comunica agli al-
tri. E l’uomo non può farci
praticamente nulla: i movimenti
più importanti dei muscoli della
faccia sono del tutto istintivi. Gesti
come corrugare le sopracciglia (un
riflesso che deriva dall’esigenza di
proteggere gli occhi dalla luce) o
sorridere, non vengono appresi dai
bambini guardando il volto ma-
terno, tant’è vero che sono spon-
tanei anche nelle persone cieche
dalla nascita. Il volto, con le sue
espressioni, rappresenta dunque
davvero lo specchio dell’anima?
In realtà alle reazioni innate si so-
vrappongono i condizionamenti
culturali. Un esempio? Tutti i po-
poli sorridono, ma non con la stes-
sa estensione e frequenza. L’e-
spressività è quasi inevitabile per il
viso: basta che ci sia un pensiero e
sulla faccia apparirà un’espressio-
ne. «E’ molto più difficile simulare
la neutralità del volto, piuttosto
che un’emozione forte. Anzi, è im-
possibile, perché la tensione “usa-
ta” per cancellare ogni segnale dal
viso è a sua volta enormemente
espressiva», dice Giampiero Sola-
ri, regista e docente di recitazione
alla scuola d’Arte drammatica di Parlare con
Milano. La mimica facciale è così la faccia
radicata in noi che una vasta gam-
ma di espressioni è universale. In- Nelle foto grandi,
alcune espressioni
nanzitutto la risata, che nasce nei del candido volto
bambini come risposta a uno sti- di un mimo. Gli
molo contrastante: un pericolo che esperti di mimica
non fa paura. Secondo gli antro- considerano
pologi, il suono ritmico del riso de- sei espressioni
riva da quello del pianto, attenua- primarie: ira, paura,
to però da un gorgoglio soddisfat- disgusto, sorpresa,
to (il suono tipico che i neonati gioia e tristezza.
usano per esprimere la gioia). Dal-
l’incrocio di questi due rumori, che
indicano due sentimenti opposti,
nasce la risata, come risposta a un
conflitto emotivo.
▼

calore (in rosso) si distribuisce diversamente.

Focus 8
 Ma gli animali
sorridono?
G li animali comunicano at-
traverso la faccia? Molto
poco. La maggior parte delle
specie, infatti, per riconoscere
i propri simili, usa prevalente-
mente l’olfatto. Con qualche
eccezione. I piccoli degli uc-
celli, per esempio, aprono il
becco per stimolare i genitori a
nutrirli. Alcuni pesci dilatano
gli opercoli per minacciare i ri-
vali, mentre i ragni saltatori al-
terano la colorazione dei propri
occhi per lanciare veri e pro-
pri lampi di minaccia.
Solo i mammiferi, comunque,
hanno sviluppato un linguag-
gio del viso: canidi e felini lo
usano soprattutto per esibire i
mezzi di offesa, i denti (come il
gatto, che prima abbassa le
orecchie, poi apre la bocca).
Gli elefanti comunicano i propri
stati d’animo con la probosci-
de. Se questa è arrotolata vuol
dire che hanno paura, se è al-
lungata in avanti stanno per
attaccare. Foche, otarie e lon-
tre piangono quando provano
dolore. I primati, invece, hanno
un vero e proprio codice del vi-
so. Gli scimpanzé possono al-
zare le sopracciglia, contrarre
le labbra e rovesciarle in fuori.
Molte scimmie, come i bab-
buini, schioccano le labbra du-
rante l’accoppiamento, un
comportamento che, secondo
alcuni studiosi, ha dato origine
al bacio.
BASTANO MINIMI INTERVENTI DEL COMPUTER E CLAUDIA SCHIFFER INVE
Occhi e bocca me fanno gli attori più bravi, che
quando piangono si sentono dav-
vero tristi», continua Solari.
sono più In misura minore, comunque,
tutti sanno recitare. E’ la cosiddet-
importanti: ta “mimica sociale”, quella che in-
duce a simulare allegria in una riu-
nione tra amici anche se non ci si
trascinano il sta divertendo. Chi finge un sem-
plice sorriso deve compiere diver-
resto del viso se azioni: valutare la situazione,
stirare le labbra, alzare gli angoli
della bocca e strizzare leggermen-
te gli occhi per il giusto intervallo
Anche gesti decisamente più Dal vero al virtuale di tempo. Il broncio e la risata
▼
complessi sono comuni a molte coinvolgono tutti i lineamenti e
Sopra, e a lato, due attori, tramite
culture. Il breve sollevamento del- casco e sensori, trasmettono le quindi si simulano abbastanza fa-
le sopracciglia in segno di saluto, proprie espressioni a un computer, cilmente, molto più difficile è ri-
per esempio, è diffuso in tutto il che le rielabora sullo schermo. produrre movimenti meno marca-
mondo. Lo stesso succede con ti, come tirare lievemente indietro
l’annuire, cioè l’abbassare il capo le labbra.
per dire di sì: è un inchino stilizza- Il controllo sui muscoli mimici
to, segno di sottomissione. non è quasi mai perfetto e l’osser-
Lo scuotere il capo per negare vatore spesso se ne accorge, anche
qualcosa, invece, non è completa- se inconsapevolmente. Ogni esse-
mente universale. Deriva dall’i- re umano sa leggere il volto degli
stinto infantile di rifiutare il cibo, altri alla perfezione perché comin-
girando la faccia per allontanare cia a farlo molto presto. A cinque
la bocca dal capezzolo materno. mesi identifica il viso della madre e
Ma ci sono altri modi per dire di piano piano impara il significato
no: per esempio sollevare il mento di tutte le espressioni, creando an-
(il gesto contrario all’annuire), ma- che una scala di credibilità tra i va-
gari schioccando la lingua. E’ det- SIMULARE E’ FACILE? ri atteggiamenti della faccia. Un
to “no greco” perché è diffuso so- esempio? Chi china il volto e con-
Giampiero Solari, insegnante
lo nell’ Italia del sud, a Cipro, in di recitazione. “Si simulano temporaneamente alza gli occhi,
Turchia e a Malta, nelle zone che bene i sentimenti più marcati”. fissandoli sull’interlocutore, manda
furono colonie greche. un messaggio contraddittorio: di
Ma ci sono parti del volto più sesso. Ci sono però sfumature di- sottomissione (con il viso) e di sfi-
espressive di altre? «Per simulare verse: il volto, così come la voce da (con gli occhi). Eppure nessuno
un’emozione si lavora soprattutto femminile, ha qualche difficoltà a si lascia ingannare. Qualsiasi os-
su occhi e bocca. Questi due centri esprimere l’ironia, mentre rappre- servatore, senza esitare, crede agli
sono importantissimi perché tra- senta la disperazione in maniera occhi e non al volto, perché sa
scinano con loro tutto il resto del perfetta. Mentire col viso, infatti, istintivamente che fingere uno
viso. Il metodo è lo stesso per gli non è per niente facile, per riuscir- sguardo è più difficile di simulare
uomini e per le donne, perché l’e- ci al meglio bisogna intervenire sul la posizione della testa. ■
spressività non dipende certo dal proprio stato d’animo, proprio co- Raffaella Procenzano
▼
CCHIA, E DIVENTA ADDIRITTURA UN UOMO
 Durante tutta la vita, il volto continua a trasformarsi
Un fascio
di muscoli
S
i chiama “kindersche-
ma”: occhi grandi, fronte
convessa, naso piccolo,
guance tonde e mento
infossato. E’ la faccia di tutti gli
esseri umani alla nascita. E stimo-
la negli adulti l’istinto di protezio-
ne verso i bambini. Dopo qualche
mese, però, i lineamenti comin-
ciano a cambiare, distinguendo
ogni individuo da un altro. In
realtà, l’impronta caratteristica di
ogni volto è già riconoscibile nei
neonati. «I tratti somatici dipen-
dono soprattutto dalla struttura
delle ossa», dice Paolo Gotte, di-
rettore della clinica odontoiatrica
universitaria di Verona. «Alla na-
scita sono ormai ben sviluppati
un’ottantina di muscoli, diverse ar-
Nascita dell’identità
Il volto in formazione di un feto.
Dopo undici settimane dal
concepimento si distinguono
chiaramente i primi lineamenti.
Focus 12
PRECOCITA’
Il professor Paolo
Gotte. I neonati,
dopo nemmeno
due giorni di vita,
sono già in grado
di distinguere
e “riprodurre”
emozioni semplici,
come la sorpresa.
terie, i rami dei nervi, i vasi linfati-
ci e le quindici ossa dello splanc-
nocranio (lo scheletro della fac-
cia). I bambini sanno usarli con
precisione: muovono il muscolo
orbicolare delle labbra per aprire
la bocca e succhiare, tendono il
triangolare per abbassare le e-
stremità delle labbra nel
pianto e imparano a con-
trarre lo zigomatico per
sorridere. E così nascono
le espressioni». Tristezza e
sorpresa sono le prime
emozioni che il viso del
neonato comunica istinti-
vamente. A cinque setti-
mane di vita compare il
sorriso, un segnale che ser-
ve per trattenere la madre
(il pianto invece la chiama)
e solo a quattro mesi il
bambino impara a ridere.
I muscoli mimici umani
non sono attaccati alle os-
sa. Derivano invece dai
muscoli “pellicciai”, che si
trovano sotto il derma e
che negli altri animali ser-
vono a muovere il pelo.
Gli unici muscoli schele-
trici del volto (i più anti-
chi) sono quelli che con-
sentono di masticare, alzando e
abbassando la mandibola. La fac-
cia, insomma, è un apparato com-
plesso, che comincia a svilupparsi
molto precocemente nell’embrio-
ne. Intorno Dentro al calcolatore
alla quinta Un volto umano sezionato dai computer del sistema
settimana la americano Photobook. In rosso le “linee muscolari”.
bocca e il na-
so formano ancora un’unica ca- piena età riproduttiva, intorno ai
vità, mentre gli occhi sono due fos- 25 anni, quando gli ormoni danno
sette ai lati della testa che, nelle alla pelle il massimo dell’elasticità.
due settimane successive si spo- Poi la fisionomia muta poco a po-
stano verso il centro del viso, fino a co, mentre l’acqua scompare dal
raggiungere la loro posizione nor- tessuto sottocutaneo. Le labbra si
male. Le ossa del volto cominciano assottigliano e la pelle cede sotto il
a formarsi soltanto dopo il secon- mento perché la mandibola dimi-
do mese di vita intrauterina: le pri- nuisce di spessore, per l’atrofia de-
me sono l’osso mascellare e lo zi- gli alveoli dentari. La cartilagine,
gomatico, insieme alla mandibola però, continua a crescere, tanto
che però finisce di saldarsi a livel- che il naso può allungarsi di oltre
lo del mento solo durante il se- un centimetro tra i 30 e i 70 anni.
condo anno di età. Mentre la pelle degli uomini con-
tinua a produrre sebo anche nella
La faccia è molto vecchiaia, quella delle donne smet-
antica: ha te di farlo dopo la menopausa, ac-
6 milioni di anni celerando l’invecchiamento del
volto femminile.
«Il viso si evolve lentamente. I li- Ma i tratti somatici non dipen-
neamenti maschili, per esempio, dono solo dal sesso. «Sono anche il
cominciano a distinguersi da quel- risultato di millenni di migrazioni e
li femminili intorno ai 10-12 anni», incroci tra popolazioni diverse. Le Riconosciuto!
spiega Fiorenzo Faccioni, uno dei invasioni dal nord Europa hanno liani ha ereditato il tipico profilo tre specie, che dà all’uomo la pos-
chirurghi dell’équipe del profes- per esempio portato in Italia ca- arabo. La faccia nel suo complesso, sibilità di riconoscere la direzione Dall’analisi dei muscoli
il calcolatore ha riprodotto
sor Gotte. Il volto maschile, infat- ratteristiche come il mento molto comunque, è molto antica: risale dello sguardo dei propri simili. E un reticolo che consente di
ti, è caratterizzato dalla mandibo- sporgente, sconosciuto in epoca ad almeno 6 milioni d’anni fa, poi le labbra rivolte verso l’ester- definire l’identità del volto.
la più grande, che rende la faccia greca e romana. Mentre i popoli quando i progenitori dell’uomo si no, che secondo gli antropologi Il sistema, prodotto al
leggermente larga. Le donne, in- arabi hanno dato ad alcuni italiani sono staccati da quelli delle scim- rappresentano un chiaro segnale Massachusetts institute of Finto, ma realistico
vece, hanno l’osso frontale più svi- il profilo con mandibola e mascel- mie antropomorfe. Il viso umano sessuale. La parte più moderna del technology, serve a far aprire
Partendo dalle ossa e dai
luppato e la glabella (il rilievo tra la leggermente in fuori», aggiunge ha infatti alcune caratteristiche che volto è comunque la fronte, che si automaticamente le porte
le sopracciglia) meno evidente. Gotte. Un’analisi condotta alcuni lo rendono davvero unico. Innan- è evoluta a causa dell’aumento del quando compare di fronte muscoli il computer ha
ricostruito una faccia: così la
Il viso non smette mai di tra- anni fa nel nostro Paese ha rivela- zitutto la sclera (il bianco degli oc- volume cerebrale: ha “soltanto” a esse una faccia già
inserita nel Photobook. sua mimica sarà realistica.
sformarsi: raggiunge la maturità in to che ben il 30 per cento degli ita- chi), praticamente assente nelle al- due milioni di anni. ■
Focus 13
 Perché alcuni volti vengono ricordati più facilmente di altri? Come si misura una faccia? E che cosa la rende piacevole?
La formula della bellezza
Fascino dei Caraibi
Sotto, il volto ottenuto
fondendo al computer 8 facce
di modelle afro caraibiche.
1 consciamente, i lineamenti degli
4 Ed ecco il fascino totale
Il volto composito rappresentativo della “modella mondiale”.
E’ ottenuto sovrapponendo al computer le facce realizzate
in precedenza. E’ dunque la somma di 24 volti diversi.
2 secondo per riconoscere
3 sconosciuto. Come succede? O-
Fascino asiatico
Sopra, i lineamenti “prodotti”
dal computer, che ha fuso
8 volti di modelle giapponesi.
Fascino europeo
Sopra, la faccia ottenuta
dal computer con la fusione
di 8 volti di modelle d’origine
caucasica e indoeuropea.
Facce nascoste
Chirurgia plastica, trucco, maschere... sono in molti
a non essere soddisfatti del proprio viso, e a volerlo
migliorare. Non a caso il rossetto ha oltre 4 mila anni.
R imodellare il naso, spianare le
rughe, ridurre la mandibola:
gli interventi di chirurgia estetica
e ricostruttiva sono in continuo
aumento. Chi non riesce ad
accettare il proprio viso così
com’è ha qualcosa che non va?
«Non direi. Solo una minoranza
di coloro che si sottopongono a
un intervento di questo tipo
soffre di disturbi della personalità
come il narcisismo o peggio, il di-
smorfismo corporeo, una malattia
che porta i pazienti a trovare
difetti del tutto immaginari nel
proprio aspetto», afferma Andrea
Fossati, del servizio di Psicologia
B
asta qualche frazione di
un volto noto e con uno
sguardo appena più at-
tento si può memorizzare un viso
gnuno di noi misura a occhio, in-
altri, in modo che il cervello possa
confrontarli con quelli già visti e
quindi ricordarli. C’è un’area del-
l’encefalo (si trova dietro l’emi-
sfero destro) che serve proprio a
questo: incasella le facce, dividen-
dole in belle e brutte, o larghe e al-
te. Insomma, essere fisionomisti è
solo questione di classificazione.
● L’identikit
Lo verificano quotidianamente
i poliziotti che, basandosi sulle te-
stimonianze, disegnano l’identikit
di chi ha commesso un reato. Non
tutti i lineamenti vengono ricor-
dati nello stesso modo: «Il colore
degli occhi e dei capelli sono gli
elementi più citati in assoluto dai
testimoni e di solito corrispondono
medica all’ospedale San Raffaele
di Milano, che ha condotto
un’indagine sulle motivazioni che
spingono a chiedere una plastica.
La maggioranza delle persone,
invece, vuole essere operata
semplicemente per migliorare
ulteriormente i lineamenti, pur
essendo abbastanza soddisfatta
della propria fisionomia. Insom-
ma, va dal chirurgo come andreb-
be dall’estetista. Secondo gli psi-
cologi, il desiderio di migliorare
il proprio aspetto, magari con il
bisturi, non deve stupire: è la stes-
sa dinamica che spinge le donne
a truccarsi e gli uomini a curare la
al vero. I volti femminili, in genere,
vengono descritti meglio di quelli
maschili, perché una donna che
commette un reato attira molto di
più la curiosità di chi vi assiste.
Inoltre, trucco e pettinature sono
ricordati facilmente e aiutano a ca-
ratterizzare la fisionomia», dice
Salvatore Montanaro, direttore
della polizia scientifica italiana.
Non esiste, in effetti, una categoria
di persone che memorizza i linea-
menti meglio di altre: tutto dipen-
de dalla condizione psicologica in
cui si trova l’osservatore.
Le vittime, per esempio, di soli-
to memorizzano pochissimo. Ci so-
no casi di sequestrati che avevano
visto in faccia il proprio carceriere
e non ne ricordavano nemmeno il
colore dei capelli.
● La bellezza? E’ matematica
La faccia, comunque, può esse-
Una maschera “da guerra” Tatuaggi maori. Sono simmetrici,
usata durante riti tradizionali,
in villaggi contadini cinesi considerata indice di bellezza.
barba. Aiuta a costruire un’
immagine soddisfacente di sé. Il
trucco, però, serve soprattutto
a lanciare messaggi, soprattutto
di tipo sessuale: da oltre 4 mila
anni le donne rendono le labbra
rosse e traslucide con il rossetto
(un richiamo ai genitali femmi-
nili) e si depilano le sopracciglia
per assottigliarle, enfatizzando
una caratteristica del loro sesso.
re misurata con strumenti precisi.
Gli antropologi del secolo scorso
adottavano diversi indici, con i
quali avevano diviso le popolazio-
ni della Terra. Gli europei per
esempio erano “leptorrini”, gli
asiatici “mesorrini” e i neri “ca-
merrini”, a seconda dell’altezza e
della larghezza del naso. Molto
usato era anche l’angolo facciale,
più acuto nelle razze in cui il pro-
gnatismo (cioè la sporgenza di ma-
scella e mandibola) è maggiore.
Oggi questi sistemi sono in disuso,
ma c’è ancora chi, per ragioni di
lavoro, misura le facce. Sono i chi-
rurghi maxillo-facciali: compiono
misurazioni precise al millimetro
su speciali radiografie (teleradio-
grafie) che consentono di vedere
contemporaneamente le ossa e il
profilo delle persone da operare.
Un’attenzione particolare è rivolta
alle proporzioni tra le diverse par-
e la simmetria del viso è
La pelle resa uniforme dal
fondotinta, e gli occhi ingranditi
da ombretto e matita, sono in-
vece chiari segnali infantili, che
riducono l’aggressività maschile
e stimolano sentimenti di tene-
rezza. Anche il naso piccolo
è tipico dei bambini e viene
quindi considerato bello (la
rinoplastica è infatti l’intervento
estetico più frequente).
OGNUNO A SUO MODO
Salvatore Montanaro, capo
della polizia scientifica.
“Raramente un volto è
ricostruito nello stesso
modo da persone diverse”.
ti della faccia. Una regola antica di
secoli, e ancora seguita, è quella
dei numeri di Leonardo Fibonacci,
un matematico pisano vissuto nel
Medioevo. Dovendo misurare un
elemento del viso, posta uguale a
uno la sua parte più corta, quella
lunga deve essere uguale a 1,618.
Per esempio: la proporzione tra la
distanza delle narici dal centro del-
la bocca e lo spazio dalla bocca al
mento deve corrispondere a
1:1,618. Lo stesso vale per il resto
del viso (parte alta e parte bassa,
fronte e guancia). Sono le regole
seguite da Leonardo per dipingere
la Gioconda, le stesse che si ritro-
vano sul volto di Marylin Monroe.
● Modello baby
Secondo vari esperimenti, è pro-
prio la simmetria a dare bellezza a
un volto femminile. David Perrett,
dell’università di Fife, in Scozia, e
Sakiko Yoshikawa, dell’università
di Osaka, in Giappone, hanno con-
dotto due ricerche parallele: hanno
mostrato a diversi uomini le foto di
60 ragazze considerate molto cari-
ne (di pelle bianca e di pelle gialla)
e hanno chiesto loro di assegnare
un punteggio a ogni fotografia. Ot-
tenuta una classifica, i due ricer-
catori hanno usato il computer per
creare due volti che avessero trat-
ti somatici medi, il primo elabora-
to dalle 60 foto di partenza e il se-
condo, “super-bello”, ricavato dal-
le prime 15 classificate. Hanno
quindi unito le due foto elaborate
alle altre 60 e le hanno mostrate a
un altro campione di uomini.
Sorpresa: le due facce “medie”
sono state preferite a tutte le al-
tre. Com’è questo volto? Ha zigo-
mi più alti, occhi più grandi della
media, mascella meno pronuncia-
Fisiognomica:
E’
l’istinto
nei lineamenti
la grammatica dei
lineamenti e si basa
su un principio molto sem-
plice: ogni passione dell’
anima finisce per disegnarsi
sul viso. La fisiognomica
risale ad Aristotele, che
creò una corrispondenza
fra i tratti somatici umani
e quelli degli animali (così
chi somigliava a un’aquila
era considerato coraggioso
e lungimirante). Una dottri-
na che fu ripresa da Giovan
Battista Dalla Porta nel
Cinquecento e che ebbe un
successo enorme, dovuto
al contemporaneo espan-
dersi del commercio (quindi
alla necessità di fidarsi
degli sconosciuti). Ma fu
lo svizzero Johann Kaspar
Lavater a dettarne le leggi,
alla fine del Settecento.
Divise il volto in tre parti:
quella superiore riservata
alla vita intellettuale,
quella media alla morale
e quella inferiore (bocca
e mento) alla vita istintiva.
Secondo Lavater, ogni
profilo poteva essere letto
come una carta d’identità
e rivelare le inclinazioni e
il carattere di chiunque.
Da queste premesse, a fine
Ottocento, l’antropologo
Cesare Lombroso partì per
elaborare le sue teorie
sull’uomo-delinquente
(le cui tendenze sarebbero
state, appunto, “scritte
in faccia”): per lui, gli
assassini hanno lo sguardo
sfuggente, mentre gli
stupratori la mandibola
piccola. Oggi queste teorie
non sono più seguite.
ta e poca distanza tra naso, bocca e
mento. E’ il “modello baby”, che
richiama i tratti infantili, a essere
considerato il più bello: e nelle
donne questo modello raggiunge
la perfezione intorno ai 25 anni.
A questa età, infatti, gli ormoni
estrogeni raggiungono i livelli più
elevati, le labbra sono al massimo
turgore e le proporzioni del volto
suggeriscono la piena fecondità.
Duncan Rowland, ricercatore al-
l’università di St. Andrews (Sco-
zia) ha coniato anche una defini-
zione, per queste ragazze: “hyper
women”. Iperdonne. ■
Focus 15
Tecnologia
Più piccoli
di un insetto
Ingranaggi,
raccordi e altri
componenti di
micromacchine
a confronto
con la testa
di una formica.
Nel tunnel
dell’arteria
A lato, una
fresa, mossa
da un micro
motore più
piccolo di
un chicco di
riso, all’interno
di un’arteria:
serve ad
asportare
depositi di
calcare o
di colesterolo.

Motori microscopici, frese e sonde come punte di spillo, per co ntrollare (da dentro) gli angoli più nascosti del corpo

Le macchine in visibili
L’
ammalato non si accorge
di nulla. I medici inseri-
scono il microrobot nel
suo corpo, attraverso una
vena del braccio destro. Non ci so-
no fili. L’automa è infatti azionato
da un proprio minuscolo motore,
che lo spinge nel flusso sanguigno:
risale lentamente lungo i vasi san-
guigni, e con una microcamera in-
via ai medici le immagini colte lun-
go il percorso. E nei punti in cui
depositi calcarei o di colesterolo
restringono e tendono a ostruire
le vene, il robot aziona una fresa
per distruggere l’ostacolo e libera-
re la circolazione del sangue.
E’ solo fantascienza? Qualche
anno fa lo sarebbe stato, e lo scrit-
tore Isaac Asimov infatti raccontò
qualcosa del genere nel suo Viag-
gio allucinante. Oggi è invece qua-
si realtà. «Il nostro motore elettri-
co è già più piccolo di un chicco di
riso: 2 millimetri di diametro. Ma
presto saremo in grado di dimez-
zare le sue dimensioni», dice Wol-
gang Ehrfeld, fisico dell’Istituto
per la microtecnica di Magonza,
in Germania. Soprattutto, il mi-
cromotore funziona perfettamen-
te: è dotato di bobine infinitesi-
mali che generano la forza motrice
per il rotore elettrico, che arriva a
10 mila giri al minuto. «Anche in
questo caso dobbiamo migliorare:
arriveremo a un milione di giri». Può già
In effetti i motori elettrostatici più funzionare
piccoli prodotti fino a oggi utiliz-
zavano tensioni di un centinaio di Il micromotore
realizzato
volt: troppo, per la delicatezza dei a Magonza
meccanismi interessati, che finiva- accanto a un’
no per cedere, con il tempo. Il mo- automobilina e
tore elettrico di Ehrfeld si accon- a una batteria
tenta invece di soli 5 volt. a bottone.

▼
Focus 16 Focus 17
 Un sommergibile
per le arterie
L’illustrazione mostra
il nuovo catetere a
ultrasuoni, costruito
dagli scienziati
tedeschi. Il
micromotore invia
gli impulsi alla testa
del catetere e ne
regola in questo modo
il funzionamento. Un
cristallo, collocato
all’estremità, emette
ultrasuoni i quali, dopo
aver colpito le pareti
circostanti, tornano
al cristallo, che li
trasmette all’esterno,
dove vengono
visualizzati su uno
schermo. Grazie
alle dimensioni
dell’apparecchio, è
possibile avere
immagini molto
precise anche di zone
nascoste e
irraggiungibili dai
cateteri tradizionali.
Un mercato che nel Duemila arriverà a 200 mila miliardi
▼
Anche le sonde cui applicare il
motore sono a uno stadio molto
avanzato. In effetti i cardiologi la-
vorano già da alcuni anni con ca-
teteri (cioè minuscoli tubicini) a
ultrasuoni, che vengono in-
seriti nella regione
inguinale e
spinti fino
Focus 18
Portacristallo
Alimentazione
elettrica
Micromotore
al cuore con guide di metallo.
Emettendo e ricevendo ultrasuoni,
il catetere consente di ricostruire
su uno schermo la situazione in-
terna alle arterie, e trasmette le
informazioni su
Cristallo a ultra risonanza
eventuali stenosi, i restringimenti o
le costrizioni. La sua punta a ul-
trasuoni è però azionata dall’e-
sterno, con un motore che ha le
dimensioni di un pugno.
Adesso al catetere è stato speri-
mentalmente applicato il motore
di Ehrfeld: si trova immediata-
mente dietro al cristallo che emet-
Fine del bisturi?
A sinistra, un catetere
con il micromotore già
in grado di muoversi
all’interno di un’arteria
di grosse dimensioni. Sopra,
l’estremità vista a occhio nudo.
VASO
SANGUIGNO
te e riceve gli ultrasuoni e offre so-
prattutto un vantaggio: mentre la
punta di un catetere tradizionale
compie movimenti irregolari, a
causa della distanza che la separa
dal motore esterno, e delle curva-
ture che la sonda stessa è costretta
a percorrere, all’interno del cor-
po, il nuovo apparecchio si muove
in modo armonioso e stabile. Le
immagini che se ne ricavano sono
migliori.
Oro e diamanti:
micromacchine da
isola del tesoro
«Il nostro prossimo passo sarà
proprio quello di potenziare il mo-
tore, di ridurne le dimensioni, in
modo da consentirgli di arrivare
anche nelle parti più difficili da
raggiungere (oggi ci muoviamo so-
lo nelle vene e nelle arterie più
grandi), e di realizzare le frese per
intervenire nel corpo, dall’inter-
no», spiega Raimund Erbel, car-
diologo di Essen e principale col-
laboratore di Ehrfeld. Già nel 1988
Erbel aveva realizzato una micro-
fresa rotatoria, in diamante.
Motori, pinze, spine, pompe, in-
granaggi, sensori... tutto quasi in-
visibile, a occhio nudo. Come ven-
gono realizzati? Essenzialmente
con tecniche di miniaturizzazione
simili a quelle usate per la fabbri-
cazione dei chip per i computer, e
sviluppate al centro di ricerca nu-
▼
Focus 19
Come si fa a creare Ancora micro
oggetti così piccoli? ingranaggi. Le
ricerche più
avanzate in
Con bombardamenti questo settore
hanno luogo in
a base di raggi X Giappone, negli
Stati Uniti e
in Germania. E
molte di esse
avvengono in
cleare di Karlsruhe: si crea dap- sponsabile del grande segreto,
▼

prima una sagoma in plexiglas del- progetto, Hans essendo

considerate di
l’oggetto da realizzare, la si minia- Dietrich Bauer. “importanza
turizza, la si pone su un supporto e Un altro proget- strategica”.
la si bombarda con raggi X. Il ma- to (portato a-
teriale irradiato viene poi bruciato, vanti da un con-
mentre restano sul supporto sol- sorzio europeo)
tanto microscopici avvallamenti,
specie di stampi delle forme volu-
riguarda una pompa per fleboclisi,
non più grande di una capocchia di Il futuro è dell’industria di Lilliput
te nei quali si raccolgono minime spillo: Micromedes (così si chia-
quantità di oro, nichel, rame o ce-
ramica. «E’ così che si possono a-
ma la pompa) analizzerà automa-
ticamente il sangue del paziente e
Lmunque
a produzione di
micromotori, o co-
di strumenti
tamente, ed è in
grado di svuotare
una tazza di caffè in
l’immissione di
sostanze tossiche in
ambienti chiusi.
vere oggetti e strutture tridimen- comanderà la somministrazione di misura ridottissi- cinque ore, aspiran-
sionali, spesso alte solo 100 micro- delle medicine. ma, è destinata a done il contenuto. ■ Mini robot capaci
metri. Cioè la larghezza di un ca- Addirittura è prevista la realiz- interessare molti di spostarsi su zam-
pello», spiega Peter Bley, del cen- zazione di fabbriche infinitesimali, settori industriali, o ■ Micro flap da ap- pe simili a quelle di
tro di Karlsruhe. per sintetizzare alcune sostanze di- della ricerca. «Sarà plicare alle ali di un un insetto. Al Massa-
In questo modo, fra l’altro, ven- rettamente nel sangue: si tratte- una rivoluzione simile aereo, a centinaia. chusetts institute
a quella della mi- Reagiscono ai muta- of technology ne
gono creati anche prodotti diversi: rebbe di “micropillole” da im- croelettronica», spie- menti della pressio- stanno progettando
le stampanti a getto d’inchiostro, mettere nel flusso sanguigno e de- gano alla Dasa, la di- ne, modificando la alcuni delle dimen-
per esempio, spruzzano il colore stinate a rilasciare i medicamenti visione della Daimler propria forma e ga- sioni di un acaro o
sulla carta da ugelli che hanno pro- nel punto prestabilito, a prelevare Benz per lo studio rantendo un perfetto poco più (un millime-
prio le dimensioni di un capello. campioni, a rilevare dati di ogni di queste tecnologie. afflusso dell’aria. tro di lunghezza).
tipo (dal Ph alla temperatura). E il Ecco alcuni progetti
Una fabbrica invisibile carburante necessario per far fun- d’avanguardia. ■ Centraline anti ■ Microprocessori
che si sposta lungo zionare queste fabbriche? «Sono inquinamento della che hanno, in sé,
già nel corpo umano», rispondono ■ Una mini pompa dimensione di una sia l’antenna che
le nostre arterie a Magonza. «La glicemia, per e-
delle dimensioni scatola di fiammiferi. l’apparato per l’ela-
di un’unghia è stata Hanno in sé valvole, borazione del segna-
Il mercato delle micromacchi- sempio: ossidandosi su minielet- realizzata dall’istituto camere di reazione le ricevuto. Ricerche
ne avrà presto, in realtà, dimen- trodi, produrrebbe tutta l’energia Fraunhofer di Mona- e sensori. Montate molto avanzate
sioni colossali. Entro il Duemila si necessaria». ■ co. Funziona perfet- su giunti, verificano presso la Dasa.
dovrebbe arrivare a un business Elizabeth Albani
mondiale di circa 200 mila miliar-
di di lire, superando anche il volu-
me di affari della microelettronica.
Non a caso in Giappone, negli Sta-
ti Uniti e in Germania si comin-
cia a investire in grande stile in
questi settori: a Tokyo è stato fon-
dato un “Centro micromacchine”
per il quale sono stati impegnati
400 miliardi di lire, e il Bmft tede-
sco (il ministero per la Ricerca e la
tecnologia) prevede di spendere
nei prossimi due anni almeno 600
miliardi di lire.
Lo sviluppo riguarderà, natu-
ralmente, tutti i settori dell’indu-
stria, ma quello sanitario dovrebbe
essere trainante. Allo stesso labo-
ratorio di Magonza, per esempio,
si lavora alla realizzazione di pez-
zi di “raccordo” con i quali ripa-
rare fasci di nervi recisi, soprattut-
to nelle mani e nei piedi. «Arrive-
remo a produrre sottilissimi fili di
tungsteno che, uniti da una specie
di spina, potranno trasmettere gli
impulsi nervosi. Quanto ci vorrà?
Non più di dieci anni», dice il re- Una micro spina per la trasmissione di dati su fibre ottiche: le minuscole sfere deviano la luce.

Focus 20
Scienza

Stelle, strisce
e motociclette
A lato, “True freedom”,
l’immagine nascosta
nello stereogramma
in alto. I primi
esperimenti sulla
percezione a tre Dinosauri di tutto il mondo, unitevi
dimensioni risalgono A lato, “Velociraptor”, nascosto nello stereogramma
addirittura alla prima in alto. Sono già oltre 3 milioni i poster (e 2
metà dell’Ottocento. milioni i libri) di questo tipo venduti negli Stati Uniti.

Spettatori in attesa
Un disegno fantasma, nascosto che finisca l’incontro
A lato, “Match point”,
in un’altra immagine: ecco nascosto all’interno dello
stereogramma in alto.
i segreti dello stereogramma Ne è autore l’americano
Bohdan Petyhyrycz.
partendo dal presupposto che i no-
stri occhi vedono in maniera leg-
germente differente l’uno dall’al-
tro. Il fisico David Brewster, nel
1849, ideò lo stereoscopio, un par-
ticolare dispositivo ottico che con-
sente la sensazione del vedere a
rilievo. Alla base della visione ste-
che, unite, consentono di vedere
il soggetto in tre dimensioni.
Le immagini stereoscopiche ve-
nivano ottenute con speciali appa-
recchi fotografici con due obiettivi,
posti alla stessa distanza, circa 7
centimetri, delle pupille dell’oc-
chio umano. Nelle stereoscopie,
lesz inventò particolari stereo-
grammi, usati ancora oggi in ocu-
della possibilità di vedere in 3D,
consentirebbe una miglior preci-
listica. «Con l’avvento dei compu-
ter si incominciò a creare stereo-
sione nel puntamento, poiché l’im-
magine tridimensionale risulta più
grammi più elaborati e dalle figure nitida», afferma Rizzetto.
geometriche si passò a rappresen-
tare animali, persone, scene di vita Il prossimo passo?
reale, finché, nel 1991, i prodotti, Stereogrammi

S
embra un disegno, a pri-
ma vista. Un po’ com-
plesso, formato da altri
disegni che s’incrociano
e si sovrappongono, quasi un gio-
co da pop art. E un gioco lo è, ma
più complesso. Si può infatti fissa-
re il disegno senza metterlo a fuo-
co, tenere il foglio a tre centimetri
dal naso e allontanarlo gradual-
mente fino a che le braccia sono
tese. Oppure, con maggiore diffi-
coltà, mettere a fuoco un punto
immaginario oltre la superficie del-
la pagina, come quando si vuole
guardare qualcosa attraverso il ve-
tro di una finestra. Rilassando il
più possibile gli occhi, il disegno
“superficiale” comincia ad appari-
re sfuocato, e alla fine una imma-
gine inattesa, nascosta, esce in tut-
ta la sua evidenza. E’ diventato un
oggetto di culto, negli ultimi mesi:
lo stereogramma, che inganna
l’occhio, gli fa percepire qualcosa
che a un primo sguardo non c’è,
un’immagine fantasma.
Non è una novità, in effetti. Già
nel secolo scorso, intorno al 1840,
alcuni ricercatori inglesi perfezio-
narono gli studi sulla stereoscopia,
cioè la visione in tre dimensioni,
reoscopica ci sono due immagini,
che differiscono pochissimo l’una
dall’altra, riprodotte esattamente
come le vedrebbero i nostri due
occhi. Lo stereoscopio, un visore
con lenti appaiate, non fa altro che
far osservare a ciascun occhio una
sola delle immagini della coppia
però, venivano considerate sol-
tanto immagini reali, fotografie o
disegni, comunque percepibili dal-
l’occhio.
Verso il 1950, invece, in Ameri-
ca furono approfondite le ricerche
sulla visione binoculare, e lo scien-
ziato di origine ungherese Bela Ju-
ormai realizzati in quadricromia e
alta definizione, vennero com-
mercializzati dapprima negli Usa e
poi in Giappone», spiega Mauri-
zio Rizzetto, titolare della Dreams
edizioni di Olmo, in provincia di
Treviso, che per primo ha impor-
tato gli stereogrammi in Italia.
«Gli impieghi degli stereogram-
mi sono infiniti: i giapponesi li ap-
dentro alla tivù
Gli stereogrammi sono creati a
partire da un oggetto in tre di-
mensioni: «Il tecnico ottiene un
modello virtuale dell’oggetto che
intende far risaltare alla visione,
per esempio una mela o un delfi-
no. Speciali programmi di compu-
ter immagazzinano quindi le coor-

Lo sguardo inc antato

plicano su sacchetti, magliette, ca-
lendari e carta da parati ed è stata
presentata anche una collezione di
abiti con riproduzioni stereografi-
che. Sono inoltre allo studio appli-
cazioni militari: per esempio, do-
tare il monitor degli aerei da caccia
dinate dell’oggetto nello spazio e
ne disegnano i contorni. Il mo-
mento successivo è la definizione
di uno “scheletro” trasparente,
senza profondità: quindi il compu-
ter procede al cosiddetto ray-tra-
cing, traccia cioè una serie di linee

▼
Focus 22 Focus 23
Così nasce l’inganno Oggetto
dell’osservazione

Gli occhi vedono due immagini diverse: sarà poi la

corteccia cerebrale a fonderle in un’immagine in 3D.

C he cosa succede
nel nostro occhio
quando fissiamo uno
tro occhio, un “compa-
gno” con la stessa di-
rezione visiva: questi
stereogramma, riu-
sciamo a creare una
condizione di falsa di-
Immagine
reale
dell’oggetto
stereogramma? Per- punti sono detti punti plopia: mettendo cioè
ché, di colpo, dal dise- retinici corrispondenti a fuoco un oggetto vi-
gno informe, privo di e, quando gli occhi fis- cino ne vediamo dop-
significato, spunta un’ sano in visione binocu- pio uno lontano. E vi-
altra immagine in rilie- lare, l’immagine che ceversa. Un esempio
vo? «Vedere in tre di- cade su ciascuna fo- concreto è quello di si-
mensioni è una prero- veola viene localizzata stemare una penna a Occhi
gativa della visione bi- con la stessa direzio- 50 centimetri dagli oc-
noculare. L’immagine ne visiva. chi e un bicchiere un
vista da un occhio è in- La fusione delle due po’ più lontano: met- Nervi ottici
fatti sempre legger- immagini di un oggetto tendo a fuoco la prima
mente diversa da quel- che non cadono su vedremo due bicchieri
la ricavata dall’altro: le punti retinici perfetta- in lontananza, ma se
due immagini, che van- mente corrispondenti mettiamo a fuoco più Corteccia cerebrale
no a imprimersi sulla dà invece luogo alla in lontananza, per os-
foveola (è l’area della stereopsia: in pratica servare il bicchiere,
retina con il più alto po- la percezione della sarà la penna a sdop- Vedere con gli occhi, guardare con il cervello
tere di risoluzione) ven- profondità, legata al piarsi». Così nella mag- Così si forma l’immagine di un oggetto osservato. Gli occhi in
gono poi riunite, nel- fatto che un oggetto gior parte degli stereo- realtà lo percepiscono a due dimensioni, cioè piatto. E’ il cervello
l’immagine che noi ve- forma angoli visivi leg- grammi l’immagine in a “ricostruire”, a livello della corteccia, la sua tridimensionalità
diamo, nella corteccia germente diversi con i 3D si forma “dietro” la (cioè ad aggiungere la profondità all’altezza e alla larghezza).
cerebrale», spiega Pao- due occhi», dice Nuc- superficie del foglio,
lo Nucci, ricercatore del- ci. Mediante questo fe- ma in altri, da osser- re i muscoli oculari me- grammi i pazienti sono esperimenti con la ste-
l’università di Milano. nomeno si “vede lo vare incrociando gli oc- diante l’allontanamen- dotati di speciali oc- reopsia per scoprire se
Questa impressione spazio” tra gli oggetti chi, questa si materia- to e l’avvicinamento di chiali a due colori, ros- una persona soffre di
mentale unica e tridi- nel campo visivo, quin- lizza davanti. un oggetto, continua- so e verde. Gli stereo- vertigini: alcuni sog-
mensionale, permette di si percepisce la pro- Questi disegni vengo- mente seguito dagli grammi dell’ultima ge- getti, infatti, dopo es-
di apprezzare contem- fondità, che è poi la no anche usati in ocu- occhi. Per dissociare nerazione, invece, gra- sere “entrati” nella ter-
poraneamente profon- terza dimensione. listica per valutare il più velocemente i due zie alla particolare e- za dimensione di uno
dità, altezza e larghez- «Guardando in lonta- grado di visione bino- occhi, e far sì che la vi- laborazione del dise- stereogramma, hanno
za dell’oggetto osser- nanza e sfocando, con- culare di un soggetto, sione dell’uno sia la più gno fatta al computer, manifestato nausea e
vato. «In effetti ciascun dizioni necessarie alla e anche nei cosiddetti diversa possibile da non necessitano di oc- capogiri, proprio i se-
elemento della retina visione dell’immagine esercizi di ortottica, quella dell’altro, per la chiali. Negli Stati Uniti gni caratteristici di chi
ha, nella retina dell’al- tridimensionale di uno che servono a riattiva- visione degli stereo- sono anche in corso soffre di vertigini.

Per creare anche un solo stereogramma il

computer ha bisogno di una memoria gigante
che costituiscono l’immagine in tecnico sceglie quella più adegua-
▼

3D, realizzata con una moltitudine ta a ricoprire il soggetto in 3D e

di toni di grigio. Il lavoro seguente
è quello di mimetizzare il soggetto
con milioni di puntini (il termine
tecnico è “random-dots”) e creare
Un antico un primo stereogramma di riferi-
software mento, sempre in bianco e nero»,
Sopra, Tom dice Alessandro Brunello, tra i po-
Baccei, uno dei chi progettisti italiani di questo ge-
più famosi nere di immagini. «Questo proto-
creatori di tipo serve al tecnico per capire se
immagini a 3D: la visione in rilievo sarà buona.
nel 1986 realizzò Quindi si procede a ricoprire l’og-
uno dei primi getto con la mimetizzazione defi-
software per nitiva. Di solito si sceglie di creare
elaborarle un’immagine, foto o disegno, at-
al computer. A
fianco, Baccei nel tinente al soggetto: uno sfondo
suo studio, e uno marino per dei delfini, la savana
stereogramma per una famiglia di leoni, e così
su poster via. Una volta computerizzata, l’
appena prodotto. immagine viene divisa in fasce: il
Focus 24
la “distrugge”, spezzandola per
rendere più evidente alla vista la
parte nascosta. Si pensi che per
creare una “stereo-cartolina” sono
necessari 15 megabite di memo-
ria, per i poster la misura è quella
del gigabite».
Gli inglesi della Altered states
visuals, un gruppo all’avanguardia
negli stereogrammi, ne hanno ad-
dirittura lanciato una versione in
videocassetta, presto commercia-
lizzata anche in Italia, da osserva-
re con calma a casa propria da-
vanti al televisore: un lavoro di
smisurata complessità, poiché ogni
oggetto va ridisegnato e mimetiz-
zato per ogni singolo, piccolo mo-
vimento sullo schermo. ■
Mario Chiodetti
Comportamento

Paura di volare
Incidente
per finta
Un italiano su tre si rifiuta Nell’immagine
a tutta pagina,
di salire su un aereo. E’ una simulazione
di emergenza
proprio un timore motivato? a bordo di un
velivolo, all’
aeroporto di
San Francisco.

Imparare

N
ocche bianche”. Così al-
cuni medici americani
chiamano un fenomeno
che può colpire al mo-
mento di salire in aereo: per con-
trollare l’ angoscia, all’inizio del
volo ci si afferra ai braccioli con
tanta forza che le nocche diventano
bianche. Non è che una delle tante
Sospesi nel cielo piccole o grandi follie di chi ha pau-
Gianlorenzo Masaraki, ra di volare. E sono tanti: soltanto
psichiatra. “L’aereo negli Stati Uniti circa 25 milioni di
in volo ci priva di individui. Secondo un sondaggio
Doxa addirittura il 33,3 per cento
degli italiani teme il volo, e quasi la reo è pari a quella di far cadere di a salvarsi
metà di questi ha ammesso di non seguito una moneta 21 volte sullo A sinistra, una
aver mai preso un aereo. Non solo. stesso lato. L’evento, quindi, non esercitazione
Il 20 per cento circa degli intervi- sembra proprio dietro l’angolo. Al- riservata al
stati ha giurato che, per paura, su lora? Bisogna dire che è assoluta- personale di
un jet non salirà mai. mente normale avere un po’ paura bordo, a Denver.
Ma perché gli aeroplani provo- dell’aereo, spaventarsi se lo si sen- A destra, ancora
cano tanta ansia? In realtà sono da te sballottato dal vento o ci si im- una simulazione
anni il mezzo di trasporto più sicu- batte in un temporale. L’uomo è di evacuazione.
Negli Usa anche
ro: almeno trenta volte più dell’au- un animale terrestre, abituato da
i passeggeri
tomobile, e due più del treno. Il due milioni e mezzo di anni a stare sono spesso
Massachusetts institute of techno- coi piedi attaccati al suolo. Il primo addestrati alla
logy ha calcolato che la probabi- velivolo, invece, si è alzato nel 1903, sopravvivenza.
lità di morire in un incidente ae- e l’aviazione di massa ha comin-
▼

punti di riferimento”.

Focus 26 Focus 27

Sopra, una scatola nera
o “flight data recorder”. Si
trova in coda all’aereo e
registra tutti i dati del volo.
Tonfi e fischi?
Tutto normale
M olti rumori sospetti
possono mettere
in allarme un viaggiatore
apprensivo. Spesso
però sono indice di un
comportamento del tutto
normale dell’aereo.
■ Un fischio acuto quando
l’aereo è a terra: è l’APU,
l’apparato che fornisce
potenza agli impianti
a motori spenti.
■ Scricchiolii e tonfi
durante il rullaggio: sono
prodotti dai carrelli che,
progettati per assorbire
l’impatto dell’atterraggio,
risentono molto delle
asperità.
■ I motori salgono di giri
e poi scendono brusca-
mente, al limite della
pista prima del decollo:
è un test per scoprire
se ci sono problemi.
■ Il rumore del condizio-
namento, al decollo, si
attenua: indica che il
condizionamento è stato
abbassato per non
sottrarre aria ai motori.
■ Un tonfo e uno scatto
metallico: subito dopo
il decollo, è il rumore
del rientro del carrello.
■ Una serie di fruscii
e ronzii poco prima dell’
atterraggio: interessano
l’ala, e sono i flap che
vengono estratti
per ridurre la velocità.
■ Il rumore del motore al
massimo, non appena si
tocca terra: il moto delle
eliche, o il tubo di scarico
dei getti, sono stati cam-
biati per creare una spinta
all’indietro, e contribuire
così alla frenata.
Maurizio Maggiore
Focus 28
L’ansia ha un’origine precisa: il fatto di non
avere sotto controllo tutta la situazione
ciato la sua attività da soli 40 anni.
▼
Il tempo trascorso è dunque trop-
po poco perché la nostra memo-
ria biologica consideri normale vo-
lare su un oggetto che pesa mi-
gliaia di chili (un Dc 9 tocca le 66
tonnellate) sorretti dall’aria e dalla
spinta di un motore. L’esperienza
del volo risulta quindi innaturale
alla maggior parte delle persone:
perfino i piloti soffrono di parecchi
timori, come ha dimostrato una re-
cente inchiesta della rivista Volare.
Una cosa però è la paura, una
reazione fisiologica e controllabile
dettata dall’istinto di conservazio-
ne, e ben altro la fobia, un terrore
sproporzionato e invincibile che
porta a evitare con tutte le forze
la situazione temuta. «Le persone
che soffrono di fobia del volo san-
no benissimo che l’aereo non ucci-
de», spiega Roberto Lorenzini, psi-
chiatra. «La loro ansia nasce per-
ché non sopportano l’idea di do-
ver affidare la propria vita a degli
sconosciuti, o di non poter fuggire
in caso di incidente. In realtà più
che l’incidente questi soggetti han-
no paura di aver paura».
Ciò accade perché i fobici pro-
vano una grande difficoltà a rico-
noscere e accettare le emozioni. Il
motivo viene da lontano. «Molto
spesso chi soffre di questo disturbo
ha avuto genitori che considera-
vano l’emozionalità una minaccia
alla sua salute, e da piccolo non
facevano che invitarlo a non ecci-
tarsi, perché altrimenti avrebbe su-
dato, o si sarebbe sentito male»
continua Lorenzini. «La fobia può
anche colpire persone cresciute in
una situazione familiare violenta,
che faceva desiderare di “aneste-
tizzarsi” per non soffrire». Il risul-
tato è che questi individui hanno
rinunciato sin da bambini a sco-
prire la sfera emotiva della perso-
nalità. E quindi tutto ciò che sfug-
ge al controllo razionale sembra
loro una minaccia intollerabile.
Un’altra causa della paura di vo-
lare può essere il timore
di vivere la propria liber-
tà. «Le persone che vo-
gliono sempre avere i
piedi per terra non han-
no il coraggio di essere
autonome», spiega Gian-
lorenzo Masaraki, psi-
chiatra. «In effetti il cielo
è privo di punti di riferi-
menti, è immenso e im-
misurabile. Inoltre con
l’aereo ci si allontana in
Le “scuole” per imparare a non avere paura
Lprescindere
e cure per chi ha paura
di volare esistono, e (a
gnie di volo. Swissair, SAS,
Lufthansa, Austrian Airli-
seggeri sulle ali, per dimo-
strarne la solidità. Il se-
para a gestire l’ansia e ad
affrontare gradualmente
da terapie psi- nes, Klm, Qantas, Northwe- condo passo è l’apprendi- l’esperienza del volo, in po-
brevissimo tempo da luoghi e le- di loro si rifiutavano di volare do- canalitiche di tipo generale, st Airlines e United Airlines mento delle tecniche di ri- co tempo e senza lunghi
gami che danno sicurezza. Così in po missioni dove si erano salvati che approfondiscono la co- organizzano periodicamen- lassamento (training auto- viaggi nell’inconscio. «La
certi soggetti il pensiero di volare per un soffio o avevano visto mo- noscenza generale dell’in- te seminari che durano un geno, rilassamento mu- tecnica più adatta per que-
dividuo) sono essenzial- week-end o qualche giorno scolare progressivo, disten- sto problema è la “desen-
può provocare ansia da separazio- rire i compagni) e i medici aero- mente di due tipi. in più, appoggiandosi a cli- sione immaginativa, eser- sibilizzazione sistematica
ne e, a livello più profondo, la pau- nautici parlano di “sindrome da niche ed équipe mediche cizi respiratori). La fine del immaginativa”», spiega Ste-
ra di non farcela da soli». Questa decompensazione di volo”. «Tutte ● Per chi ha molta fretta specializzate. In genere la percorso è molto spesso un fano Bravi, psicologo mem-
“angoscia simbolica” colpisce chi le fobie semplici possono avere Sono all’insegna della ve- terapia comincia con la breve viaggio “di diploma”, bro dell’Associazione italia-
ha avuto genitori molto apprensi- un’origine traumatica», conclude locità i corsi antipanico che spiegazione del funziona- che tutta la “classe” af- na di analisi e modificazio-
vi, che dipingevano il mondo come Giorgio Bressa, psichiatra e psico- propongono alcune compa- mento degli aerei e una vi- fronta insieme. Percentua- ne del comportamento. «In
un luogo pieno di insidie, ma an- terapeuta comportamentista. «E sita a velivolo e aeroporto: le di successi: secondo gli pratica si insegna al pa-
che, al contrario, chi ha avuto un quando a scatenarla è una cattiva più informazioni si ricevo- organizzatori 80-90 per ziente a rilassarsi, median-
padre e una madre troppo assenti, esperienza di volo le cose si com- no e meno ansia si prova, cento. te training autogeno, ipno-
perché parte della paura è si o rilassamento muscola-
e quindi poco protettivi. plicano perché un viaggio aereo è dovuta proprio all’ ignoran- ● Per chi vuole soltanto re. Poi si decide con lui una
Famiglie difficili, attaccamenti un evento che ha lunghi tempi di za di quanto accade in volo. eliminare il sintomo scaletta di immagini che gli
sbagliati. La paura del volo ha avvicinamento. Lunghe distanze Durante questa fase qual- Con le psicoterapie cogniti- creano ansia (fare la vali-
sempre origine nell’infanzia? La per raggiungere l’aeroporto, dove cuno fa persino salire i pas- vo-comportamentali si im- gia, andare a letto la notte
spiegazione a volte è più semplice. arrivare come minimo mezz’ora prima del volo, svegliarsi e
prendere il taxi, entrare in
A provocare il panico dell’aereo
può essere un trauma: dopo una
prima, sottoporsi alle procedure di
imbarco, e attendere ancora. L’an- aeroporto, fare il check-in)
brutta esperienza ci si rende conto
del pericolo corso e non si sop-
sia anticipatoria, insomma, ha più
tempo per manifestarsi, e la voglia
e lo si invita ad associarle a
uno stato di profondo rilas-
samento 2-3 volte al gior-
porta l’idea di rischiare ancora.
Questa reazione accade spesso ai
di fare marcia indietro può averla
facilmente vinta». ■
no. L’allenamento continua
finché il potere ansiogeno
piloti di guerra (in Vietnam decine Irene Merli di ogni rappresentazione
non viene sostituito da una
senso di calma e distensio-
Inconvenienti? Ecco i rimedi Sopra, attesa a Linate. A
ne». Durata: 6-8 mesi, al
ritmo di una, due sedute la
lato, videogame di bordo settimana. Percentuale di
D urante il volo
possono verifi-
carsi diversi incon-
ché possono essere
localizzati con il
radar. Può capitare
lamente con un
motore in meno.
Il carrello non esce
(Virgin Atlantic) per distrarsi. successi: 80 per cento.
venienti. Cosa acca- invece di decollare Sugli aerei esistono
de a bordo? Quale o atterrare in mezzo due sistemi per far
portata hanno? a nubi di pioggia, scendere il carrello:
ma tutto quello che se non funzionasse
Un vuoto d’aria si rischia è qualche né l’uno né l’altro
Nessun pericolo: un scossone. E anche si può ricorrere
vuoto d’aria, scienti- se un fulmine ma- a una manovella in
ficamente, non si- lauguratamente col- grado di abbassarlo
gnifica nulla. L’aria pisce l’aereo in ge- meccanicamente. E
non ha vuoti. Si trat- nere non avvengono nella peggiore delle
ta invece di un flus- danni ai passeggeri, ipotesi i piloti tenta-
so d’aria discenden- a causa dell’effetto no un atterraggio
te, che si limita della cosiddetta sul ventre dell’aereo.
a portare l’aereo “gabbia di Faraday”. Attesa sopra
un po’ più in basso. Un motore in panne l’aeroporto
Con gli aerei attuali, L’aereo subisce In genere il velivolo
poi, la velocità è spinte asimmetri- dispone di una
tale che i «vuoti» si che, ma i piloti le quantità sufficiente
sentono pochissimo. compensano agen- di carburante, per-
Un temporale do sui comandi: ché ne viene carica-
Quando si è in quota la traiettoria torna to un quantitativo
gli addensamenti a essere corretta e che permette il volo,
davvero pericolosi di si prosegue. Ogni 15 minuti di attesa
nubi temporalesche apparecchio, infatti, a bassa quota,
vengono evitati per- può volare tranquil- l’avvicinamento,
la ripresa di quota,
il raggiungimento di
un aeroporto alter-
nativo, altri 15
minuti di attesa e la
discesa difficoltosa.
Se si scende sotto
un certo livello di
carburante, comun-
que, si ha la priorità
per atterrare o si è
dirottati all’aeroporto
più vicino.
Aumentano i viaggiatori, 3 Quanto “vive” un aereo? E
ma diminuiscono le vittime quanto conta la manutenzione?

Cieli sicuri? S e è puntuale e corretta, la ma-

nutenzione consente a un ae-
reo di arrivare anche a più di 20
anni in buone condizioni. In effet-
ti struttura e impianti degli aerei
volo c’è quella generale, durante la
quale l’aereo viene smontato pez-
zo per pezzo e si procede alle ne-
cessarie sostituzioni.
Ogni tipo di aereo ha il suo ma-

Quasi sempre risentono della fatica e dell’età,

proprio come un corpo umano.
L’uso, l’impatto con l’aria, gli a-
genti atmosferici e la salsedine al-
la lunga danneggiano i materiali, e
nuale di manutenzione persona-
lizzato e in molti casi ci si avvale
dei test cosiddetti “non distrutti-
vi”, che consentono di controllare
zone difficilmente accessibili o par-

P 1 oco più di 1.100. E’ il nu- pressurizzazione e depressurizza- ti che devono essere esaminate al
mero ufficiale delle vitti- zione della fusoliera (che “gonfia- loro interno. Le lamiere di fuso-
Dove
me di incidenti aerei nel
1993. Circa 300 meno del-
no” e “sgonfiano” il velivolo a ogni
volo, provocando microscopiche
liera e le ali, per esempio, vengono
osservate millimetro per millime-
avvengono gli
l’anno precedente, e 800 meno del
1985, mentre il numero dei viag-
dilatazioni e contrazioni) tendono
a provocare crepe e incrinature.
tro con i raggi X o con gli ultra-
suoni in modo da rilevare corro-
giatori è sempre aumentato. Dati
alla mano, volare oggi è meno ri-
incidenti Così l’apparecchio viene esamina-
to dai tecnici prima e dopo ogni
sioni, incrinature o discontinuità
non visibili a occhio nudo.
schioso? «Gli incidenti sono dimi-
nuiti rispetto agli anni 60, a causa
più frequenti? viaggio -il coman-
dante ha una lista di
del miglioramento delle tecnolo-
gie e delle tecniche di pilotaggio», C irca il 70 per cento degli inci-
denti gravi avviene vicino a
dice il comandante Paolo Mariani, terra. I tecnici dell’aeronautica
oltre 80 controlli- e
poi è ispezionato e
revisionato a inter-
dirigente dell’Associazione nazio- parlano di Controlled flight into valli precisi. Un
nale piloti aviazione commerciale terrain (Cfit), impatto al suolo di Boeing 747, il Jum-
(Anpac). «Ci ha avvantaggiato il un velivolo ancora controllabile: bo, deve per esem-
passaggio generalizzato ai motori a è capitato ben 11 volte nel solo pio subire una prima
getto: subiscono meno avarie, per- 1993, e in 83 casi tra il 1980 e il ispezione di un gior-
ché sono strutturalmente più sem- 1989. «Le fasi critiche del volo so- no alla scadenza del-
plici di quelli a pistoni. Oggi esi- no il decollo, l’inizio salita, l’avvi- le 380 ore di lavoro;
stono jet così affidabili da consen- cinamento e l’atterraggio», spiega una seconda, che du-
tire trasvolate atlantiche con un bi- l’ingegner Giuseppe Spinelli, e- Sopra, Hong Kong 1993: un ra 3 giorni, ogni 1400
motore: se infatti un reattore di sperto dell’ufficio sicurezza volo Jumbo è scivolato fuori pista, ore; una terza, della durata di 10 Sopra, controlli periodici a un
questo tipo ha un guasto in pieno della Direzione generale dell’a-
oceano l’altro può condurre l’ae- viazione civile. «Durante il decollo
reo da solo per 180 minuti, cioè si- i motori sono a piena potenza,
2 La colpa è
durante un temporale, ed è
finito in mare. Un solo ferito.
giorni circa, ogni 4750. La prima
grossa revisione avviene in media
dopo 3 anni, e ogni 25 mila ore di
motore. Si usano anche
telecamere montate su sonde
snodabili, lunghe fino a sei metri.
no allo scalo più vicino». Inoltre macchina e uomini al massimo del-
gli aeroporti si sono dotati quasi l’impegno e il suolo ancora vicino: dell’uomo o
tutti di strumentazioni di precisio- si procede a 300 chilometri all’ora
ne per l’avvicinamento e l’atter- e la terra può essere anche a meno
raggio. Si è passati, per esempio, di 100 metri. Qualsiasi cosa succe-
della macchina? 4 A bordo ci
dai radiofari all’Instrument lan- da -un’avaria, un grave problema
ding system (Ils), un sistema di tra- meteorologico- i piloti devono
smissione a onde corte che per- prendere le loro decisioni nel giro
U n incidente non è quasi mai il
risultato di una sola causa, ma
il prodotto di una catena di eventi
sono posti più
mette all’aereo di inserirsi in un di pochi istanti, e sono costretti a
sentiero di discesa in modo molto manovre molto impegnative».
che vanno a combinarsi. Tanto è
vero, dice un recente studio del
sicuri di altri?
preciso, con un angolo di pendenza
e una traiettoria di di-
rezione estremamente
Per l’atterraggio, dove si con-
centra il maggior nu-
mero di Cfit, i pro-
ministero dei Trasporti, che ogni
disastro è preceduto da un gran
numero di situazioni analoghe (pa-
S embra di sì. Secondo le stati-
stiche degli incidenti verificati-
si dal 1978 al 1987, quando in volo
corretti. Grazie agli Ils blemi sono gli stes- re 300) che non hanno condotto accade qualcosa di grave hanno
di ultima generazione si: bassa velocità, vi- alla tragedia perché la catena non più probabilità di cavarsela i pas-
si può atterrare a bas- cinanza al suolo, l’ si è completata. Stando a recenti seggeri di coda. I motivi? Un inci-
sissimi valori di visibi- eventuale stanchez- statistiche, 11 volte su 100 si tratta dente con impatto sulla parte fi-
lità orizzontale (125 za di fine volo (in ef- di difetti meccanici dell’aereo (un nale dell’apparecchio è molto raro
metri), senza alcun ri- fetti nei collegamen- motore che si spegne in decollo, piloti, per esempio stime sbaglia- Il posto di pilotaggio di un Boeing e gli incendi si sviluppano più fa-
767. Un grande aereo può essere
ferimento visivo con ti a lungo raggio si uno strumento di bordo che va in te, condotte non conformi alle pro- evacuato in meno di 5 minuti, cilmente al centro del velivolo, Un Airbus A-300. Chi ha paura dovrebbe sedere lontano dai motori, e
l’esterno. Non solo. verifica più del dop- avaria, un difetto dell’impianto cedure, fiducia o sfiducia eccessi- se tutti mantengono la calma. perché i serbatoi del carburante chiedere di visitare la cabina di pilotaggio: ha un effetto rassicurante.
Tutti gli aerei del mon- pio della perdita idraulico che blocca i freni, il com- va negli strumenti, cadute di atten- sono nelle ali.
do occidentale sono or- Gli effetti macchine) e a volte puter che fornisce dati sbagliati zione, mancata percezione di si- E’ più facile salvarsi, poi, se ci In ultimo, meglio non viaggia- ni” è molto più costosa- sottopon-
mai dotati del Ground del progresso la carenza delle in- sulla quota). In 13 casi su 100 si tuazioni straordinarie», spiega ne del traffico, la cattiva organiz- si trova vicini alle uscite di sicurez- re su apparecchi con il motore a gono a ritmi massacranti i piloti o
proximity warning sy- Paolo Mariani,
frastrutture aero- tratta delle condizioni ambientali. l’ingegner Mario Bianchi, direttore zazione degli aeroporti, l’ineffi- za (in aereo si muore molto spesso elica e diffidare dei voli charter a non li addestrano a sufficienza. Le
stem, un avvisatore lu- dirigente dell’ portuali, ancora gra- In 76 casi su 100 la responsabilità è della sede di Milano del Registro ciente manutenzione degli appa- per soffocamento da fumo) e si ha prezzi troppo bassi. Le compagnie tariffe ultraconvenienti, insomma,
minoso e acustico che associazione dei vi in molti luoghi del del fattore umano. aeronautico italiano, l’ente pubbli- recchi, oltre che errori di proget- un posto di corridoio: al momento che li propongono, infatti, hanno sono frutto di politiche di rispar-
interviene quando la piloti. “Più difetti Terzo mondo, ma Gli uomini sbagliano più delle co che controlla velivoli, meccanici tazione. In pratica il fattore umano di abbandonare l’aereo non biso- spesso apparecchi vecchi, non in- mio un po’ su tutto, e questo spes-
vicinanza con la terra nei motori a elica”. non del tutto risolte macchine? «Per fattore umano og- e ditte di manutenzione e costru- è espressione anche della debo- gna scavalcare nessuno e si esce vestono abbastanza nella manu- so va ovviamente a scapito della
si fa pericolosa. neanche in Europa. gi non si intendono i soli errori dei zione. «C’è anche la cattiva gestio- lezza del sistema in cui opera». più velocemente. tenzione -che per i velivoli “anzia- sicurezza. ■
Focus 30 Focus 31
Natura
Il pianeta
delle patate
Da cinquecento
anni vengono
coltivate in ogni
angolo della Terra. Ora sono minacciate.
Cosa succederebbe se scomparissero?
L
a siccità dell’estate scorsa
e poi, durante l’inverno, le
grandi alluvioni nel nord
Europa. Infine la minaccia
di una nuova epidemia di perono-
spora, un fungo che fa marcire i
tuberi. Risultato: le patate scar-
seggiano e il loro prezzo aumenta.
Forse non diventeranno un bene
prezioso, però adesso è economi-
camente vantaggioso farle viag-
giare da un continente all’altro: per
soddisfare i mangiapatate europei,
stanno infatti arrivando navi di pa-
tate dall’Egitto, dal Marocco e dal-
la Libia. Le patate non devono mai
mancare. Sono la verdura fonda-
mentale: da sole rappresentano più
di un quarto dell’intero mercato
dei prodotti ortofrutticoli prodotti
in tutto il pianeta. E in Europa,
maggior produttore mondiale, su-
perano il 50 per cento: sono 85 mi-
lioni di tonnellate di tuberi che cre-
scono su una superficie pari a quel-
la della Svizzera.
Eppure, quando la patata arrivò
dall’America, cinque secoli fa, gli
europei la snobbarono. I conqui-
Focus 32
statori spagnoli riferirono che per
gli indiani si trattava di un piatto
prelibato, ma giunta nel nuovo
continente, dopo un primo mo-
mento di gloria, presso le corti spa-
gnole e francesi, venne dimentica-
ta. Stupiva perché assomigliava al
tartufo, ma non ne aveva l’aroma.
C’era anche chi sosteneva che fos-
se un potente afrodisiaco, ma non
bastò. La situazione cambiò dal
Settecento in poi: più che le valu-
tazioni positive dei primi naturali-
sti, che la ritenevano una pianta
medicinale, poterono le carestie.
La patata si diffuse rapidamente,
prima in Prussia, Alsazia e Lorena,
poi in Inghilterra, in Germania, in
Irlanda, dove diventò l’alimento
più importante e, per molte per-
sone, l’unico. Ancora adesso que-
sti Paesi sono tra i più forti consu-
matori: in testa stanno i polacchi,
con 150 chili all’anno per persona.
In Italia abbiamo da poco supera-
to la soglia di 40 chili a testa, ma è
già molto per quello che viene con-
siderato il Paese delle zucchine,
dei pomodori e delle insalate.
Tutti i giorni
a pranzo
A sinistra, “I
mangiatori di
patate”, un
quadro dipinto
da Van Gogh nel
1885. In quel
periodo la patata
ebbe la massima
diffusione: ogni
famiglia coltivava
tuberi nell’orto.
Una buona provvista
Sotto, un magazzino per la
conservazione delle patate, oggi.
Mantenute a 6-8 gradi in
oscurità, durano anche sei mesi.
«La patata è sempre stata consi- Da un continente all’altro
derata un alimento dei poveri e in Sopra, una stampa del XVI secolo: gli indios caricano
Italia, in questo periodo di crisi patate sulle caravelle di Cristoforo Colombo. La
economica, il consumo di certi pro- diffusione di questi tuberi in Europa risale al 1576.
dotti è aumentato. Abbiamo per
esempio scoperto che ad aumen-
tare le richieste di patate ha con-
tribuito un fenomeno recente: tra i
consumatori più affezionati da
qualche anno compaiono gli im-
migrati nordafricani, che non pos-
sono disporre di alti redditi. Gli
italiani poi stanno diventando so-
fisticati: comprano sempre di più
grandi sacchi di patate surgelate
già pronte da friggere, adorano i
fiocchi da purè istantaneo e svuo-
tano gli scaffali dei supermarket
dove si trovano sacchetti di patati-
ne tradizionali o in stick», dice Ro-
berto Piazza, direttore marketing
del mercato ortofrutticolo di Bo-
logna. Piazza ha inventato, vent’
anni fa, la borsa delle patate, un
luogo di contrattazioni nel quale
si decidono i destini delle patate
italiane. Ogni venerdì gli agricol-
tori, i grossisti e i rappresentanti
della grande distribuzione, si riu-
▼
Volete dimagrire? Mangiate patate. Un
etto non ha più calorie di un biscotto
niscono e decidono quante patate
▼
potranno far parte delle 28 mila
E’ nata sulla vetta delle Ande
Lpiante
a patata è un’erba delle So-
lanacee, una famiglia di
molto importanti per
contro le avversità atmosferi-
che: se la pianta madre muore,
dalla patata spuntano infatti
l’uomo: è la stessa di tabacco, nuovi germogli e in poco tem-
foods, uno dei più grandi produt-

melanzana, pomodoro e pepe- po si formano nuove piante.

far arrivare sui mercati, e a quali
prezzi. Ma da dove vengono, e do-
ve vanno, le patate? La maggiore
concentrazione di patate italiane
si trova in Campania, seguita da
Puglia, Abruzzi, Sicilia, Veneto ed
Emilia. Una parte di questa pro-
duzione va anche in Francia e Ger-
mania: si tratta delle patate novel-
le. Piccole e a buccia sottile, sono
quelle patate che vengono raccol-
te prima di giungere a completa
maturazione. Da questi Paesi e
dall’Olanda, in cambio, arrivano
le patate da friggere. I produttori
di patatine sono molto esigenti.
Non tutte le patate vanno bene:
devono essere farinose, e avere un
alto contenuto di sostanza secca,
per assorbire poco l’olio della frit-
tura. E perché rimangano chiare
e dorate, nonostante la cottura in
grandi quantità, scelgono solo
quelle che hanno un basso conte-
nuto di zuccheri, che potrebbero
altrimenti caramellare. Solo così
tonnellate di patatine consumate
ogni anno in Italia. Gli italiani le
preferiscono confezionate in sac-
chetti grandi, non trasparenti e si-
gillati in carta di alluminio.
Ogni tubero è
composto all’80 per
cento d’acqua
Ma in che modo una patata di-
venta patatina? «Le patate che ar-
rivano dai campi vengono lavate,
poi passano in una macchina che
le strofina e, per abrasione, ne eli-
mina la buccia. Le patate vengono
poi passate attraverso dei “vagli”
che le suddividono per grandezza.
Devono essere tutte uguali: solo
così possono passare a un grande
cilindro a lame, che le taglia le fet-
te. Finalmente, dopo un lavaggio
in acqua fredda, le fette raggiun-
gono la friggitrice, dove l’olio di
semi bolle a 180 gradi», dice Luigi
Intendente, dirigente della Ica
tori europei di snacks. Un pizzico rone. Produce fiori bianchi e Tuberi, e simili alle patate, so-
di sale, qualche aroma come pa- bacche simili a quelle del po- no anche il topinam-
prica o rosmarino, e finalmente la modoro, che però non sono bur, la batata, e il
patata raggiunge il sacchetto. commestibili. Le vere patate taro. Le piante
Ma è davvero così importante nascono invece sotto terra: al “di base” però
riparo dalla luce i fusti sotter- sono molto diver-
la patata? Contrariamente a quan- ranei, gli stoloni, si ingrossano se: il topinambur è
to si crede, questo tubero ha un poco a poco e in capo a qual- un parente del gi-
modesto valore energetico: cento che mese formano il vero e rasole, la
grammi di prodotto forniscono 80 proprio tubero. Perché? La batata del
chilocalorie, poco più di quelle di pianta “pensa” al proprio fu- convolvolo,
un solo biscotto di pastafrolla. E i turo: nel tubero viene concen- il taro del filo-
grassi non raggiungono l’1 per cen- trata infatti un’elevata quan- dendro.
to. In compenso è molto digeribile tità di amido, una sostanza che
e contiene alte quantità di potassio. si può immagazzinare per lun-
go tempo, ma che, in caso
Negli ultimi anni è stata persino la di bisogno, può essere
protagonista di diete dimagranti. velocemente riutiliz-
Un paradosso, se si pensa agli ir- zata. Il tubero è an-
landesi che nel 1845 vennero ri- che un’ottima arma
dotti alla fame, dando inizio alla
più massiccia migrazione verso il
Nord America, proprio perché le A sinistra, un campo
loro patate erano divorate dalla di patate, a destra,
la pianta. Il suo
peronospora. «Questo parassita, nome scientifico è
che in America aveva imparato a “Solanum tuberosum”.
convivere con la patata, arrivò in
Europa con un ritardo di tre seco-

▼
Si fa presto a dire patate!
Compagna di viaggio
U na buona patata non
deve essere molle,
né avere germogli o
Arsy, Liseta. Patate
emiliane, venete e pie-
montesi che si raccolgo-
per le patatine prefritte
surgelate. Maturano
in agosto e settembre
A sinistra, un altro nemico della
patata: la dorifora, un insetto
escoriazioni. Tutte le no in luglio e in agosto. e arrivano dall’Abruzzo. dell’ordine dei coleotteri. Ogni
patate sembrano uguali, Vanno cotte al vapore, Hanno forma allungata femmina depone fino a 2000
ma in realtà sono una gratinate, rosolate. e buccia chiara. uova, dalle quali si schiudono
ventina le varietà ● Santé, Avanti, ● Kennebec. Grossa, le larve che divorano le
in commercio in Italia. Agria. La prima si a pasta bianca, matura foglie. La dorifora, come
● Jerla, Timate, impiega per cotture al in agosto-settembre. la peronospora,
Aminca, Alcmaria, vapore, la seconda e la Finisce nei purè e arriva dall’America.
Sirtema e Sirco. Da terza vengono utilizzate negli snacks.
insalata: reggono la
cottura senza sfarinarsi.
Aprono la stagione
in marzo, in Sicilia,
e poi, in aprile-maggio,
in Campania. E’ un fungo
● Nicola e Sieglinde. il nemico peggiore
Pronte in giugno, Sopra, una sezione di
arrivano dalla Puglia patata infestata dalla
e sono patate novelle, peronospora (“Phytophthora
perfette per arrosti. infestans”). Sul bordo
● Desirée, Agria, esterno si sviluppano
Agata. Tuberi ovali i rami “conidiofori”: sono
allungati, a polpa giallo i corpi fruttiferi del fungo.
chiara. Desirée è da frit- Producono le spore che
tura. Ha la buccia rossa: diffonderanno la malattia.
tutte maturano in luglio,
arrivano dal Veneto.
● Primura. Pregiato
tubero ovale, polpa gial-
lo chiara, viene prodotta
nel nord e in particolare
in Emilia. Si raccoglie
in luglio. Si sfalda poco
in cottura e va bene
per qualsiasi impiego. Sopra, patate novelle (giallo-chiare), a buccia
● Monnalisa, Lutetia, rossa, e comuni (a buccia marrone).

Focus 34
Rotonde, ma
piccole e In attesa dei
tempi duri
pulite: ora gli A sinistra, una
fotografia al
italiani le microscopio
elettronico
amano così di una fetta di
patata. In rosa e
violetto appaiono
i granuli di
amido: questa
li. Come mai? I primi tuberi, che sostanza di riserva
▼

venivano trasportati nelle stive del- si accumula

le imbarcazioni a vela, durante l’at-
traversamento della calda fascia in-
tertropicale subivano una specie di
pastorizzazione, e arrivavano qua-
si sterili. Poi, con le prime navi a
vapore, la fascia venne attraversa-
ta troppo velocemente, e la pero-
nospera arrivò indenne in Europa.
In Irlanda poi tutte le patate deri-
vavano da un unico, vulnerabilissi-
mo progenitore», dice Francesco
Corbetta, ordinario di Botanica al-
l’università dell’Aquila.
Negli ultimi anni la peronospora
è tornata alla ribalta. Questa volta,
in pericolo, sono i Paesi del terzo
mondo: la patata si sta espandendo
per esempio in Bangladesh, in
Vietnam, nelle Filippine. La Cina è
ormai il secondo produttore mon-
diale. Si tratta di Paesi che sono di-
ventati autosufficienti per il riso, e
cercano di ampliare le produzioni a
basso costo. «Il nuovo ceppo di pe-
ronospera viene dal Messico ed è
stato scoperto vent’anni fa. E’ in
grado di riprodursi sessualmente e
quindi ha un’alta variabilità: incro-
ciandosi può produrre nuove for-
me, e potrebbe diventare difficile
trovare in tempo patate resistenti, o
almeno gli antiparassitari più adat-
ti per combatterla», dice Luca Lo-
vatti, ricercatore del Consorzio
Mario Neri. Ma c’è rischio, per le
nostre patatine? Il problema è
complesso. La patata, potenzial-
nel vacuolo,
una sacca
contenuta nelle
cellule vegetali.
mente, è una delle piante che han- Il destino dei
no più alta variabilità genetica: si- tuberi
gnifica che ha un corredo cromo- Qui a destra,
somico facilmente ricombinabile, commercianti
e ciò porta a una grande varietà di e produttori
caratteristiche. In pratica, invece, contrattano
nei nostri campi vengono seminate tuberi alla
patate molto simili tra loro. Le Borsa delle
nuove piante di patata si ottengono patate, che
infatti tagliando i tuberi a pezzetti: si tiene ogni
dunque hanno tutte lo stesso pa- settimana
all’ortomercato
trimonio genetico. Una malattia di Bologna.
comune potrebbe distruggerle tut-
te. «In effetti in Europa abbiamo
600 varietà di patate, in qualche
modo sorelle: hanno tutte almeno
un progenitore comune. Con le
nuove biotecnologie si potrebbe-
ro migliorare, ma si tratta di ricer-
che che richiedono molto tempo.
Per il momento però non c’è da
preoccuparsi: non sono ancora sta-
te segnalate epidemie sul territorio
italiano», conclude Lovatti. I 20
miliardi di patatine, fabbisogno na-
zionale, sono per ora garantite. ■
Mariella Bussolati Alla ricerca della
patata perfetta
Per saperne di più: Ha aperto la Borsa Qui sopra, Luca Lovatti,
Redcliffe N. Salaman, Storia sociale Sopra, Roberto Piazza, genetista: seleziona
della patata, Garzanti. agronomo: ha inventato le patate, le studia,
Guillame de Rougemont, Guida alle la Borsa delle patate per incrocia le piante
piante utili, Franco Muzzio editore. regolarizzare il mercato. e ottiene nuove varietà.

Nei vestiti, nella plastica, nell’inchiostro... e nella vodka

S i indossano, si trovano
nelle tempere colorate,
oppure nel succo di aran-
cia. Sono le patate “invisi-
bili”, utilizzate come mate-
ria prima dall’industria. La
patata infatti è il principale
fornitore di amido, che
viene estratto rompendo
le pareti delle cellule che
compongono il tubero con
una soluzione di soda
caustica, o di anidride
solforosa, oppure facendo-
le digerire da un batterio,
il “Bacillus felsineus”. Una
volta ottenuto, l’amido
viene lavato ed essiccato.
● Come viene impiegato?
Per esempio nelle stoffe,
per rendere più consistente
il filato, e, una volta creato
il tessuto, come appretto.
Per gli stessi motivi
si utilizza nelle carte da
tappezzeria. L’amido tra-
sformato in gelatina è
stato invece impiegato in
passato per la produzione
di oggetti di plastica, in
particolare le teste delle
bambole. Ossidato, viene
aggiunto come ispessen-
te agli inchiostri che si
utilizzano per stampare
stoffe di cotone o lino: in
questo modo non si diffon-
dono e non macchiano il
tessuto. Le proprietà dell’
amido vengono sfruttate
anche nell’industria petro-
lifera: serve per estrarre
gli ultimi residui di petrolio
rimasti in un bacino
petrolifero che si sta
esaurendo. L’amido infatti
è un flocculante, vale a di-
re permette l’aggregazione
di particelle in gruppi più
grandi, e quindi più facili
da recuperare. In questo
caso l’amido assorbe
il petrolio, che così viene
facilmente aspirato.
● Le patate fermentate da
particolari microrganismi,
forniscono anche acidi
organici: acido citrico, che
viene utilizzato per prepa-
rare bevande dissetanti, e
acido fumarico, che si ag-
giunge come conservante
alle carni, per esempio i
salumi, al posto dei nitrati.
● Dalla patata si ricavano
in via sperimentale
anche etanolo, utilizzabile
come carburante, e
bioplastiche, polimeri
con i quali si potrebbero
realizzare sacchetti e
oggetti di plastica perfet-
tamente biodegradabili. In
Russia la patata fornisce
l’alcol per vodka.

Focus 36
Tecnologia
C’era un oceano nel cuore
dell’Europa, 320 milioni
di anni fa. L’ha scoperto
una trivellazione da primato
Il buco
racconta...
V
isto dalla superficie, il
viaggio verso il centro del-
la Terra è ben poco spet-
tacolare: una torre di tri-
vellazione alta 83 metri, su una col-
lina appena accennata fra Monaco
e Norimberga. Nessuna indicazio-
ne particolare, solo la sigla Ktb su
un cartello appena fuori dal villag-
gio di Windischeschenbach. Ktb
sta per “programma di perforazio-
ne profonda continentale”, un pro-
getto avviato dodici anni fa dal mi-
nistero per la Ricerca tedesco, e
concluso da poche settimane,
quando le trivelle hanno raggiun-
to la profondità di 9101 metri. Il
buco più profondo d’Europa, il se-
condo nel mondo: ma a essere im-
portante è soprattutto, ciò che es-
so sta “raccontando” sulla storia
del nostro continente. «Un esem-
pio? La conferma che il centro del
continente è stato originato, 320
milioni di anni fa, da un bacino
oceanico che, chiudendosi, in pas-
sato ha fatto nascere una vera e
propria “catena montuosa” alta
quanto l’Himalaya», spiega Tho-
mas Wohrl, il responsabile scien-
tifico del progetto Ktb.
Non è stata una impresa facile.
Il sottosuolo tedesco è composto
di strati compatti di gneiss e di gra-
niti, cioè di rocce cristalline duris-
sime, che hanno messo a dura pro-
va le trivelle con i denti di tung-
steno e diamanti artificiali. Nono-
stante l’estrema lunghezza della
sonda, tuttavia, nel punto più pro-
fondo della perforazione la devia-
Focus 38
Comincia
la discesa
L’imboccatura
Il ponte di comando
A fianco, un momento dei lavori. Sopra, la
del pozzo: 71 sala controllo dell’intero impianto. Gli
centimetri scienziati e i tecnici addetti sono oltre 350.
di diametro.
Sottosuolo
complicato
A fianco, foto
al microscopio
di una sezione
di roccia estratta,
quasi tutta di
gneiss e graniti.
Sotto, lo schema
della perforazione
attraverso
i vari strati del
terreno. La loro
struttura si è
rivelata molto
complessa.
460 m
1160 m
1610 m
Trivellazioni di oggi e di ieri
L’impianto Ktb di Windischeschenbach. Le trivellazioni profonde sono
una tradizione tedesca: all’inizio si cercavano sale, petrolio e carbone.
zione dalla verticale della torre è bach, e rappresentano uno spac- 2470 m
stata appena di quindici metri. Ac- cato completo di almeno quattro 2580 m
canto al pozzo principale (il foro chilometri di crosta terrestre.
ha in superficie un diametro di 71 «Si poteva scendere molto più
centimetri, ma è di appena 16 cen- in profondità. All’inizio il nostro
timetri nel punto terminale) è sta- obiettivo erano i diecimila metri»,
ta inoltre compiuta una perfora- aggiunge Wohrl. La meta da rag-
zione pilota, meno profonda e dal giungere non era infatti una parti- 3575 m
diametro molto più ridotto, che ha colare profondità, ma una deter-
consentito il prelievo di “carote” minata temperatura: i 275 gradi
cilindriche di roccia, da sottoporre centigradi. «Si tratta di una soglia Gneiss
ad analisi: questi campioni, nume- particolare: a causa della pressione, anfiboliti Metabasiti
rati metro per metro, occupano og- le rocce presentano un compor-
gi un grande magazzino annesso tamento plastico e duttile, analo- Paragneiss Anfiboliti
al laboratorio di Windischeschen- go a quello del ghiaccio profondo.
▼
Focus 39
Un paio di
anni per
analizzare
le “carote”
di granito
Noi pensavamo che tutto ciò si ve-
▼

Alcuni scalpelli usati per la trivellazione: in caso di difficoltà

rificasse a diecimila metri, invece particolari si consumano dopo soli 10 metri di scavo.
grazie a un incremento medio di
temperatura di 28 gradi ogni mille

Windischeschenbach
1990-1994 Scavo di
1893- Poruschowitz

1974- Berta Rogers

1847- Neusalzwerk

1962- Münsterland
metri di discesa, abbiamo rispar-
miato un chilometro». A rendere

1985- Kola SG3

particolarmente interessante il pro-

1938- Heide
getto Ktb è proprio la natura del

(Vestfalia)

(Holstein)

(ex Urss)
terreno. Mentre nella penisola di

(Slesia)
Kola, nell’ex Unione sovietica, le

(Usa)
sonde che hanno scavato il buco
più profondo della storia, scen- Uno scalpello sta per essere calato in
dendo a oltre 12 mila metri (vede- profondità: è in tungsteno e diamante.
re tabella), sono affondate in un
terreno sedimentario e geologica- 1000 695 m
mente freddo, nel cuore dell’Eu- Una torre
ropa il sottosuolo presentava di-
versi misteri da scoprire. «Il primo per andare 2000
2003 m
riguardava il potenziale elettrico
del terreno, in superficie: qui è uno
sempre 3000
dei più elevati del mondo, almeno più giù 4000
dieci volte il normale, e nessuno 3818 m
riusciva a capire le ragioni di que-
sta anomalia», spiega Wohrl. «Eb- Traliccio 5000
bene, grazie al buco si è scoperto
che gli strati che compongono il Gancio 6000
sottosuolo non sono paralleli e della trivella 5966 m
orizzontali, come si era sempre Pompa 7000
ipotizzato, ma trasversali, o addi-
rittura quasi verticali (vedere sche-
ma alla pagina precedente). Ci sono 8000
linee di grafite che puntano quasi
verticalmente verso la superficie: 9000
una vera linea elettrica che 9101 m
spiega l’anomalo potenziale 10000 9583 m
registrato sul terreno».
Il secondo mistero riguardava
l’ipotesi, mai provata, del bacino 11000
oceanico nel cuore dell’Europa.
«Ebbene, all’interno dei vari strati 12000
del sottosuolo, sono state osserva- 12260 m
te cristallizzazioni e veri e propri
“serbatoi” di fluidi salati che rap- La grande corsa verso l’abisso
presentano la prima conferma a Trivella
quest’ipotesi». Quale sarà ora il fu- La scala dei primati delle perforazioni più profonde sinora
effettuate. Altri scavi sono stati effettuati nel 1983 (8553
turo del progetto? I 350 scienziati e metri, in Olanda) e nel 1985 (8008 metri, in Germania).
tecnici impegnati a Windische-
schenbach procederanno, nei pros- Tubatura
simi due anni, all’esame e all’analisi esterna
dei campioni di roccia profonda.
Ma intanto lo scavo sta diventando Ll’astaoscheschenbach.
schema del pozzo di Windi-
Attraverso
di trivellazione viene pom-
a loro volta estratti in un vaglio
oscillante. Così ripulito, il liquido
torna in circolazione e viene
una attrazione turistica: solo nel pato fino allo scalpello il liquido pompato di nuovo nel pozzo di
1994 i visitatori sono stati più di Scalpello
di raffreddamento e lavaggio. Il trivellazione. A mano a mano
200 mila. Tanto che accanto alla liquido esce attraverso ugelli che scendevano nel terreno i tu-
torre di trivellazione è già stato particolari e, risalendo verso l’al- bi della trivellazione diminuisco-
aperto il museo del “buco più to, trasporta con sé residui e no di diametro, fino a 16 centi-
profondo d’Europa”. ■ materiale di scarto, che vengono metri.
Massimo Cappon
Focus 40
Medicina
Tolta l’acqua,
Poco più di tre chili di minerali formano
il nostro corpo. Ecco a cosa servono, e
che cosa succede se non ce n’è abbastanza
S
e non ci fosse il calcio, os-
questo è un uo mo
sa e denti non avrebbero
alcuna resistenza, e la tra-
smissione del messaggio
nervoso e la contrazione dei mu-
scoli, compreso il cuore, sarebbero
impossibili. Se non ci fosse il ferro
non si potrebbe formare la mole-
cola dell’emoglobina e sarebbe im-
possibile il trasporto dell’ossigeno
ai tessuti. Lo zolfo rende i capelli
più resistenti e mantiene sana la
pelle, oltre a regolare la funzione
di alcune vitamine. E le cellule,
senza il perfetto meccanismo che
mantiene in equilibrio il sodio e il
potassio non potrebbero svolgere
gli scambi “elettrici” che ne ren-
dono possibile il funzionamento e
la sopravvivenza. E poi ci sono il
fosforo, il magnesio, il rame, lo zin-
co, e così via. Il corpo umano, in-
somma, è una vera miniera, anzi
un giacimento di più minerali. E
nemmeno tanto pochi, visto che
rappresentano il 4 per cento del
peso totale (poco più di 3 chilo-
grammi, dunque, per una persona
di media corporatura).
Nell’organismo la presenza di
queste sostanze è perfettamente
equilibrata. Anzi, esistono sistemi
molto efficaci per evitare crisi di
carenza o per ridurre gli effetti di
un’eventuale overdose. Per esem-
pio, se con l’alimentazione non è
assicurato un sufficiente apporto
di calcio, e il tasso di questo mine-
rale nel sangue circolante scende,
un complesso sistema ormonale fa
sì che il calcio stesso venga “prele-
vato” dal suo deposito naturale, le
ossa. Ugualmente, il ferro presen-
te nei cibi viene assorbito solo per
il 10 per cento della disponibilità
reale. Ma se c’è un deficit di ferro
(come avviene in caso di anemia)
l’assorbimento può salire anche di
cinque volte.
Anche la percentuale di sodio
viene regolata da un meccanismo
puntuale: se aumenta l’apporto di
sale da cucina, cioè il cloruro di so-
▼
dio, e cresce esageratamente il li-
 Una miniera MAGNESIO, nelle ossa
che va S ono le ossa il maggior
serbatoio di magne-
sio. Circa il 60 per cento
rifornita dei 20-28 grammi si
trovano infatti in questi
organi, insieme con calcio
di continuo, e fosforo. Ma le funzioni
più importanti del
con il cibo magnesio sono svolte dal
restante 40 per cento che
circola con il sangue, e
si trova nei muscoli (nella
foto a destra) e in altri
vello di minerale nel sangue, au-
▼
■ Da dove
viene? La
normale ali-
mentazione di
norma è suffi-
ciente per assicu-
rare il fabbisogno
giornaliero di magnesio,
anche perché l’assorbi-
mento è relativamente
elevato (dal 40 al 60 per
cento). Sono ricchi di
magnesio soprattutto
tabelle dietetiche ufficiali
americane indicano un
fabbisogno compreso tra
i 350 e i 280 milligrammi.
Ma in alcuni casi c’è mag-
SELENIO, poco ma buono
P ochissimo,
quasi introvabi-
le, eppure così im-
portante. Il selenio
è balzato all’atten-
zione degli studiosi
negli ultimi anni,
quando si sono
individuate due
urinaria di magnesio) o
dopo stress fisici intensi
(il magnesio è necessario
sue funzioni molto
importanti. Si
per il ricupero della fun- tratta infatti di un
zione muscolare). Anche componente della
glutatione-perossi-

tomaticamente i reni inducono un
incremento nell’eliminazione del
sodio stesso con le urine.
Anche il fabbisogno giornalie-
ro di minerali è diverso. Per esem-
pio occorrono 100, o più, milli-
grammi al giorno di calcio fosforo
e magnesio, i cosiddetti macromi-
nerali. Per altri, detti anche ele-
menti “in traccia” visto che nel-
l’organismo sono presenti in quan-
tità minime (meno di 5 grammi),
possono bastare anche meno di 15
milligrammi al giorno.
Ancora: molti minerali hanno
una particolare carica elettrica che
consente lo svolgimento di vere e
proprie “reazioni”: alcuni sono ca-
tioni, cioè hanno carica positiva
(potassio, sodio e magnesio). Altri
sono anioni, con carica negativa.
E’ per esempio il caso del cloro
che accompagna sempre il sodio, e
per questo una sua diminuzione
può indurre un deficit di acqua ex-
tracellulare, così come un suo au-
mento fa crescere il quantitativo
di liquidi circolanti. Infine, ci sono
anche sostanze di cui si sospetta
soltanto l’attività positiva e non si
conosce l’introito quotidiano idea-
le. E’ il caso del cobalto, del ni-
chel o del vanadio.
Federico Mereta
tessuti. La capacità di
rilassamento della mu-
scolatura, la sintesi delle
proteine, la crescita e
la riproduzione cellulare,
l’attività di alcuni enzimi,
sono possibili anche
grazie a questa sostanza.
FOSFORO, fondamentale
D opo il calcio è il minerale
più rappresentato nell’
organismo. L’85 per cento del rapporto di 1 a 2. Per il resto
■ nelle ossa, per
▼
i vegetali (in particolare gior bisogno di magnesio. certi farmaci, come alcuni
quelli verdi con molta Per esempio quando la diuretici o il fenobarbital, dasi, un enzima in
clorofilla, nella foto a sini- dieta è molto ricca in cal- possono indurre una dimi- grado di contrasta-
stra), le noci, i legumi, il cio (i due minerali equili- nuzione dei livelli di ma- re il danno indotto
pesce, il cacao, il ciocco- brano assieme l’attività gnesio, che si manifesta sui tessuti da parte
lato e i derivati del grano. cellulare) o in vitamina D, con tremore, perdita di dei radicali liberi
(nella foto in bas-
■ Di quanto ce n’è biso- in caso di abuso di alcolici controllo dei muscoli ed
gno? Normalmente le (cresce l’eliminazione eccitazione nervosa. so, la pelle di una
mano). Ed è anche
correlato con la
vitamina E, il più
efficace antiossi-
dante naturale
dell’organismo. Il
deficit di selenio è in cui le cellule (che si trova nei
fosforo si trova nelle ossa
legato al calcio, con cui è in
renale grave, di malassorbi-
mento intestinale. Esistono
però alcuni farmaci di largo
stato studiato
negli animali: si è
miocardiche per-
dono la loro nor-
pesci, nel fegato,
nelle carni (foto in
agisce come regolatore consumo che possono legarsi visto in particolare male capacità di alto) e nel frumen-
dell’equilibrio cellulare, con il fosforo e trascinarlo fuo- che una sua contrazione). Inol- to, anche se la
forma le strutture della ri dall’organismo: può capitare carenza protratta tre, sembra che il concentrazione
membrana cellulare (in nei trattamenti prolungati con può portare a de- selenio (unito con dipende dalla ric-
particolare dei fosfolipidi alcuni antiacidi (a base di allu- bolezza muscolare elevate dosi di chezza del terreno)
di membrana delle cellule minio e magnesio) impiegati (correggibile con vitamina C) possa varia tra i 70 e i
nervose, nella foto in bas- per il bruciore di stomaco. l’introduzione di proteggere dai tu- 100 microgrammi
so), costituisce la moleco- ■ Dove si trova? Il fosforo selenio nella die- mori. Ma sono stu- al giorno, ma c’è
la degli acidi nucleici (per è presente in quantità ta), e a cardiomio- di da confermare. chi ipotizza che
esempio l’adenosintrifo- significative in molti alimenti: patia (una grave ■ L’introito consi- si potrebbe salire
sfato ATP, che rappresenta in particolare i cibi proteici malattia cardiaca, gliato di selenio fino ai 200.
la fonte di energia dell’or- come pesce (nella foto in
ganismo umano), favorisce alto) carne, uova, legumi),
il trasporto dei grassi e
rende più semplice l’assor-
bimento del glucosio. E’ un
noci, latte e latticini. Il fosforo
presente nei cibi viene assor-
bito in percentuale elevata
FERRO, per l’ossigeno
elemento fondamentale. (50-70 per cento) e di norma
■ La mancanza di fosforo
si verifica, in genere, solo
l’alimentazione è sufficiente
a garantire il quantitativo
Una Moc, cioè una
densitometria ossea. S enza il ferro il trasporto
dell’ossigeno per l’organi-
smo sarebbe impossibile. Ne
to un ulteriore incremento del
fabbisogno di ferro. L’anemia,
un forte pallore e la debolezza
in caso di alimentazione medio consigliabile (800 Si misura il calcio
bastano però solo 3-5 gram- sono i segni principali della
sbagliata, di insufficienza milligrammi al giorno). mi, una minima parte dei carenza di ferro. Ma occorre
scoprire l’esistenza

di osteoporosi. quali viaggia nel sangue (nella fare attenzione anche al

CALCIO, il più abbondante
D all’1,5 al 2 per cento
del peso del corpo
ossa diventano più rigide,
si rompono più frequente-
umano è rappresentato dal mente e la guarigione del-
calcio, che dunque è il
minerale più abbondante
del corpo. Quasi tutto
è nelle ossa (nella foto a
destra, un femore e un
ginocchio) e nei denti,
combinato con il fosforo
sotto forma di fosfato di
calcio “in fase amorfa” o di
cristalli di apatite: il primo
è presente soprattutto
nelle ossa dei giovani che
sono più flessibili e si ripa-
rano più facilmente in caso
di frattura. Con gli anni
i cristalli sostituiscono la
parte non cristallizzata e le
le fratture diventa difficol-
tosa. L’1 per cento del
calcio si trova invece nel
sangue, nei muscoli e nei
tessuti molli. Favorisce
la contrazione muscolare
(compresa quella del mio-
cardio, tanto che spesso
nelle cure per le malattie
cardiovascolari si impiega-
no farmaci che “bloccano”
i canali del calcio e sono
detti calcioantagonisti),
consente la trasmissione
dei segnali dal sistema
nervoso ai muscoli stessi
e costituisce la membrana
cellulare. Sembra inoltre
che il calcio possa preveni-
re il tumore intestinale.
■ E’ fondamentale che il
livello di calcio nel sangue
rimanga entro i valori con-
sigliati (9-11 milligrammi-
decilitro). Se il livello è
più basso si hanno disturbi
della contrazione muscola-
re, crampi, convulsioni. In
questo caso l’organismo
tende a recuperare calcio
dalle ossa, e a riassorbirlo
dai reni, riducendone le
perdite urinarie. Se il livel-
lo è troppo alto si può veri-
ficare un’ipercalcemia, che
si manifesta con nausea,
vomito, anoressia, forma-
zione di calcoli renali e
calcificazioni delle ossa.
■ Da dove viene? Normal-
mente il calcio (nella foto
a sinistra) è assunto con
il latte e i suoi derivati.
(ma non nel burro). E’ pre-
sente nei vegetali verdi,
nelle noci, nei legumi, nei
calamari. L’apporto
foto in basso) legata a una
“proteina di trasporto” (la
transferrina). Il 70 per
cento va a formare la
molecola dell’eme (un
quotidiano consigliato è
di 1200 milligrammi fino ai
18-24 anni e di 800 milli-
componente interno
dell’emoglobina). Il ferro
grammi dopo i 25 anni. In si deposita anche nel
gravidanza, e secondo fegato, nel midollo osseo
recenti ricerche anche in e nella milza.
menopausa, alcuni studio- ■ Quanto ne serve? Il
si consigliano un incre- fabbisogno varia in base
mento ulteriore dell’appor- all’età dell’individuo.
to di calcio. Di norma, Normalmente si consi-
mentre ci si alimenta, viene gliano 10 milligrammi al
assorbito il 30-40 per cen- giorno per i maschi e le
to del calcio che si trova donne in postmenopau-
nel cibo: alcune sostanze, sa, e 15 milligrammi per
come il lattosio, ne le donne in età fertile (le
favoriscono l’assorbimen- perdite mestruali posso-
to. Altre, come i derivati no in effetti indurre un’
del cortisone e diversi diu- anemizzazione). In gravi-
retici, ne aumentano danza e durante lo svi-
l’eliminazione. luppo è spesso consiglia-
pericolo opposto, per fortuna
molto raro: l’accumulo di ferro
(emocromatosi) conduce
anche a insufficienza epatica,
e la somministrazione acuta
di grandi quantità di ferro
induce crampi allo stomaco,
nausea, vomito, stato di
shock e può portare al coma.
■ Dov’è? Il ferro è contenuto
soprattutto nel fegato, nella
carne, nei fagioli secchi (foto
in alto), nei fiocchi d’avena,
nel cacao e nelle cozze. Viene
assorbito solo per il 10 per
cento. Ma ci sono alcuni ele-
menti, per esempio la vitamina
C consumata nel medesimo
pasto, oppure un incremento
dell’acidità gastrica, che pos-
sono favorirne l’assorbimento.
Tè, caffè e l’uso di antiacidi
influenzano negativamente
l’assorbimento del ferro.

Focus 46 Focus 47

Un esame
del sangue
basta a
scoprire una
carenza
ZINCO, per
il sesso
C e ne sono solo 2-3
grammi, diffusi in tutto
l’organismo. Nel sangue,
nei globuli rossi, nella
prostata (foto in basso), nel
fegato, nel pancreas, in
alcuni muscoli e nella ossa.
Ha diverse funzioni: regola
lo sviluppo dell’organismo,
favorisce la maturazione
sessuale e le capacità
riproduttive, interviene nella
sintesi proteica e dell’Rna.
Forse, ma è solo un’ipotesi,
potrebbe essere importante
anche nella funzione
di insulina e glucagone.
■ Dove si trova? Frumento
e crusca assieme alle
lenticchie (foto in alto), ai
piselli secchi e al pane so-
no tra i cibi più ricchi di zin-
co e, in genere, sufficienti
a garantire l’apporto giorna-
liero consigliato (15
milligrammi per ma
schi e 12 per donne).
■ La carenza di zinco
può portare a disturbi
dello sviluppo ses-
suale e a deficit delle
difese immunitarie,
oltre che a lesioni
della pelle. Si può ve-
rificare nelle infezioni,
nell’anemia pernicio-
sa, nell’infarto, nei
tumori e in alcune
malattie renali ed
epatiche. Inoltre la
gravidanza e l’uso
di estrogeni inducono
una diminuzione dei
valori di zinco: i medi-
ci consigliano così un
incremento dell’introi-
to alle donne incinte.
Un eccesso di zinco,
dovuto in genere
proprio all’eccessivo
impiego di questi
“supplementi”, può
dare dolore muscola-
re, anoressia, sangui-
namento intestinale,
e portare anche a
problemi cerebrali.
Focus 48
SODIO e POTASSIO, nella cellula
S ono stati sco-
perti nel 1807.
E insieme regolano
ne idrica, aumento
del volume del san-
gue e incremento
l’equilibrio tra l’am- della pressione ar-
biente all’interno
della cellula (in cui
teriosa. Per questo
molti diuretici favo-
adulto, che però
possono crescere
c’è soprattutto riscono l’eliminazio- anche del 50 per
potassio) e quello
extracellulare (ricco
ne di sodio. Con
esso infatti, anche
cento negli atleti, a
causa dello svilup-
in sodio). Tutto l’acqua viene espul- po delle masse
avviene attraverso sa, diminuisce il muscolari) invece
una sorta di pompa “liquido” che scorre garantisce l’attività
che agisce in base nei vasi e quindi la contrattile delle
a variazioni, anche pressione arteriosa. cellule muscolari
minime, nella con- L’alimentazione e mutamenti nella
centrazione dei due abituale fornisce sua concentrazione
minerali, e che un quantitativo possono influenza-
trasporta il sodio di sodio eccessiva, re la funzionalità
fuori dalle cellule perché si usa il clo- cardiaca. La
e il potassio al loro ruro di sodio (cioè diminuzione del
interno. Questa il sale da cucina, potassio nel
azione mantiene nella foto a destra). sangue è frequen-
costante il poten- E’ stato calcolato te: basta una forte
ziale elettrico della che ogni italiano diarrea, una
membrana cellulare ne “mangia” circa diminuzione dell’
Flaconi di plasma (nella foto a sinistra) 10-12 grammi apporto alimentare
pronti per un’analisi.
e ostacola eventua- al giorno quando o anche un tratta-
li variazioni del Ph, basterebbero 3-5 mento prolungato
del sangue. grammi per soddi- con diuretici per
■ Il sodio (ce ne sfare i bisogni provocare problemi
sono 83-97 grammi dell’organismo. muscolari, crampi e
in un adulto norma- Inoltre il cloruro di debolezza. Possono
IODIO, per la tiroide FLUORO, nei denti le) inoltre si lega
all’acqua nei fluidi
sodio è contenuto
anche in molti ali-
comparire aritmie.
Cibi ricchi in potas-
extracellulari e menti (per esempio sio sono: albicoc-
N ell’organismo ci (Rda) intorno ai 150
sono dai 20 ai 50 microgrammi al
milligrammi di iodio, giorno e, se non con
(comparsa del gozzo,
a causa dell’ipertro-
fia della ghiandola),
Iossalnella
fluoro è importante
formazione delle
e dei denti (foto
quindi può determi-
nare, quando la sua
i dadi da brodo
o i cibi conservati).
che secche, fagioli
secchi, pomodori,
concentrati nella l’alimentazione, può aumento di peso, sotto): lo smalto ne è ric- concentrazione è ■ Il potassio (115- mandorle secche,
tiroide (nel disegno a essere assicurato rallentamento dei co e dalla sua consistenza eccessiva, ritenzio- 131 grammi nell’ banane.
destra), nella pelle, attraverso l’impiego battiti cardiaci e dipende anche il maggiore
nello scheletro, nel di sale iodato. diminuzione del o minore rischio di com-
sistema nervoso Comunque lo iodio è metabolismo, perché parsa di carie. Così oggi
centrale. Servono
soprattutto per
contenuto soprattut-
to nel pesce e nei
la tiroxina e la
triiodotironina, cioè
spesso si preferisce
fornire un supplemento in RAME, per gli enzimi
la produzione degli frutti di mare, nel gli ormoni tiroidei fluoro sotto forma di com-
ormoni tiroidei.
■ Quanto ce ne vuo-
le? Il fabbisogno
cuore di manzo, negli
spinaci (nella foto a
sinistra) e nel riso.
che stimolano il
metabolismo, non
sono prodotti in mi-
presse per i bambini dalla
nascita fino ai sei anni.
Proprio per evitare queste
N el corpo umano ci
sono circa 100-150
milligrammi di rame. Il
i molluschi, il fegato, le
nocciole (foto in alto) e
l’uva secca. Si tratta di
quotidiano di iodio ■ La carenza di iodio sura sufficiente. Un carenze, anche molte ac- 10 per cento è nel fegato alimenti che non si man-
si aggira, secondo nella dieta può dar eccesso di iodio è que vengono “fluorurate”. (foto in basso), altrettan- giano spesso, e può acca-
le tabelle americane luogo a ipotiroidismo invece molto raro. ■ Dove si trova? Solo to nel cervello, e il resto dere che il fabbisogno in
il pesce e i frutti di mare si trova nel sangue circo- rame (1,5-3 milligrammi
(foto sopra) contengono lante, equamente diviso al giorno) non sia soddi-
molto fluoro. Un’altra tra plasma (la componen- sfatto anche perché viene
fonte valida sono le foglie te liquida del sangue) e conservato solo il 5 per
di tè mentre i cibi comuni globuli rossi. La sua cento del rame ingerito.
sono poveri di fluoro. presenza massiccia nel ■ La carenza di rame
■ Un deficit di fluoro, 1,5 e i 4 milligrammi. Un sangue è dovuta al fatto si manifesta con anemia
oltre alla carie, può eccesso può essere peri- che il rame, assieme al ipocromica e con altera-
facilitare l’insorgenza di coloso. La manifestazione ferro, forma l’emoglobina. zioni della struttura
osteoporosi. Attualmente più comune è la fluorosi, Il rame regola inoltre la ossea. Un eccesso non
è consigliata una dose cioè la formazione funzione di molti enzimi. sembra invece creare
quotidiana variabile tra gli di smalto variegato. ■ Sono ricchi di rame particolari problemi.
Focus 49
 Nel corpo alcuni minerali possono provocare gravi danni

Gli ospiti poco graditi

E
sistono anche minera-
li che, ingeriti anche Sepoltura
in quantità ridottissi- controllata
me, possono risultare Tecnici con tute
molto dannosi per l’organismo.
▼

● Mercurio
L’ingestione del mercurio pro-
voca una grave gastroenterite, do-
lori addominali, e danneggia il re-
ne, tanto da produrre spesso anu-
ria (un drastico calo della produ-
zione di urina). Sulla pelle i sali di
mercurio possono invece provo-
care ustioni diffuse. Meno eviden-
ti sono i segni dell’avvelenamen-
to cronico, osservato in alcune po-
polazioni giapponesi che si nutri-
vano di pesce molto inquinato (la
città di Minamata diventò triste-
mente nota per questo): gengive
infiammate e deficit neurologici i
sintomi più frequenti.
● Piombo
Il saturnismo, o intossicazione
da piombo, è abbastanza frequen-
te. Elevati tassi di piombo nel san-
gue (i sintomi iniziano quando la
concentrazione è maggiore di 70
microgrammi per decilitro) posso-
no essere dovuti a molti elementi:
ingestione di particelle contenute
nelle vernici, ritenzione di oggetti
metallici nello stomaco, dove il
piombo si scioglie, bevande conte-
nute in recipienti di ceramica al
piombo, aspirazione di fumo di le-
gna verniciata. Di norma i disturbi
compaiono dopo diversi mesi dal-
Un pizzico anche di questi
D i alcuni minerali è
quasi impossibile
definire la presenza,
frutta e nei vegetali.
● Cromo
Fabbisogno consiglia-
l’intossicazione: mal di testa, ano-
ressia, dolore addominale nell’a-
dulto; nel bambino ci possono es-
sere anche sintomi neurologici
(convulsioni, disturbi della deam-
bulazione). La terapia si basa sulla
somministrazione di sostanze “che-
lanti”, che si legano al piombo e lo
trascinano fuori dall’organismo.
● Amianto
L’accumulo di amianto, soprat-
tutto inalato, è responsabile di gra-
vi alterazioni polmonari dovute al-
l’infiammazione provocata dalle
particelle di minerale che si incu-
neano nei bronchi: può portare a
una grave forma di tumore della
pleura, il mesotelioma. ■ nistrato con una inie-
grammi. Si crede
possa avere avere
una funzione positiva
protettive e
maschere filtro
trasportano
minerale d’
amianto in una
discarica inglese.
Qui il minerale
verrà interrato
e sottoposto a
controlli periodici.
In passato
l’amianto era
diffusissimo nelle
abitazioni, ed era
molto usato
come isolante.
Un po’ d’oro, prima dei pasti
● Sembra una cura è contro indicata impiegato nelle cure
da ricchi, ma non lo quando il malato sof- di gravi psicosi, an-
è. I sali d’oro vengono fre di patologie rena- che se associato ad
utilizzati nel tratta- li o epatiche, di pro- altri farmaci. Inizial-
mento dell’artrite reu- blemi nella produzio- mente la sommini-
matoide in aggiunta ne delle cellule del strazione della so-
ai comuni antifiam- sangue o di Lupus stanza può dare tre-
matori. L’oro risulta eritematoso sistemi- mori, nausea, diarrea,
però efficace solo co. A volte dopo la aumento del senso di
nelle forme acute e, somministrazione di sete e della produzio-
pur non essendo un una particella di sale ne di urina. Si tratta
vero e proprio anal- d’oro, l’aurotiomalato comunque di feno-
gesico, può anche ri- di sodio, può capitare meni che tendono a
durre il dolore e limi- che ci siano debolez- scomparire col tem-
tare il pericolo di nuo- za, vampate di calore po. Più gravi sono gli
ve erosioni ossee. Di e tachicardia. Spes- effetti tossici, che
norma viene sommi- so ciò è dovuto al fat- vanno controllati so-
to che la sostanza te- prattutto nei malati di
zione. La cura va co- rapeutica è stata reni, che non riesco-
munque sospesa se mantenuta alla luce, no a eliminare del
ci sono segnali aller-
gici (come prurito in-
mentre invece va
conservata al buio.
tutto il litio. Mal di te-
sta, tremori e aritmie
tenso o desquama- ● Un altro minerale, il cardiache sono i sin-
zione della pelle) ed litio, viene da tempo tomi più ricorrenti.

all’interno del corpo to da 50 a 200 micro- nei confronti della

umano. Eppure ci so- grammi. Dovrebbe gotta. E’ contenuto
no, e hanno un ruolo: influire positivamente nel latte, nei fagioli
se ne conoscono nel metabolismo dei e nei cereali.
anche i fabbisogni grassi e degli zucche- ● Altri “elementi in
giornalieri consigliati. ri, e c’è chi ipotizza traccia”, cioè
● Manganese che la somministra- presenti in misure
Fabbisogno consiglia- zione ai diabetici po davvero minime,
to da 2 a 5 milligram- trebbe migliorare l’u- sono: zolfo (è parte
mi al giorno. Sembra tilizzo del glucosio. E’ delle proteine cellula-
utile soprattutto per contenuto nel grano, ri, e responsabile di
l’accrescimento e lo nelle uova, nelle carni alcune reazioni enzi-
sviluppo delle ossa, e e negli oli vegetali. matiche), cobalto
per la trasformazione ● Molibdeno (presente nella vita-
dei grassi. E’ conte- Fabbisogno consiglia- mina B12), cadmio,
nuto nei cereali, nella to da 75 a 250 micro- litio e vanadio. Cristalli di litio. I sali di questo minerale sono “antidepressivi”.

Focus 50
 ✹
P R I S M A
■ Fabbriche
Piena occupazione,
soprattutto per i robot
Istorobot hanno fatto boom,
e l’Italia è al quarto po-
mondiale nella classifi-
lose e in quelle che richie-
dono una precisione “so-
vrumana”. Nel 1994 nel
ca dei Paesi utilizzatori. Si mondo sono stati prodotti
tratta di robot industriali, 67 mila robot, con un au-
cioè quelli che hanno poco mento del 24 per cento ri-
di fantascientifico ma che spetto al 1993. Si prevede
sono già operativi nelle
grandi fabbriche, dove so-
che entro il 1997 si arri-
verà a 100 mila robot pro-
stituiscono la manodopera dotti e installati all’anno.
nelle lavorazioni più perico- Attualmente il Paese che li
Robot installati al 1994
utilizza maggiormente è il
Giappone, ma l’Italia (sia
per produzione che per im-
Giappone 368 mila
piego) è avanti a molti altri
Usa 50 mila Paesi sviluppati, come la
Germania 44 mila Francia o la Gran Bretagna:
Italia 20 mila da noi si è arrivati alla “den-
Francia 12 mila sità” di 7 macchine ogni
Gran Bretagna
Corea del sud
8 mila
6 mila
cento operai. La diffusione
dei robot è peraltro favorita
dalla diminuzione del loro
Svezia 5 mila prezzo: ciò è causato sia
Spagna 4 mila dal costante calo dei costi
Singapore 4 mila delle loro componenti elet-
troniche, sia, ovviamente,
(Fonte: World industrial robot). dalle economie di scala.
■ Statistiche
Quanto spendi in armi?
Nella tabella,
la spesa
militare
dei Paesi
industrializzati
che investono
di più per la
propria difesa.
E’ stata
calcolata
in percentuale
sul prodotto
interno lordo.
Fonte: Onu.
Focus 56
Riviste su Star Trek in vendita a Glendale (California), a una convention di appassionati.
Nuovo film, nuove facce, nuova astronave
In tutto il mondo
la febbre di StarTrek
Edellaccolo finalmente, Ge-
nerazioni, settimo film
serie di Star Trek.
Perché è importante? Per-
ché con esso, dopo una
ventina d’anni, cambiano
finalmente le facce dei pro-
tagonisti: va in pensione il
celebre capitano Kirk (or-
mai invecchiato e con un
po’ di pancetta) ed esplode
la mitica astronave Enter-
prise. Ma arrivano una
nuova nave e un nuovo ca-
pitano, che si chiama Pi-
card (cioè l’attore inglese
Patrick Stewart, fino a oggi
specializzato in drammi e
commedie di Shakespea-
re). Per la gioia di chi? Dei
“trekkers” naturalmente,
cioè gli appassionati di Star
Trek (saga fantascientifica
nata alla fine degli anni
Sessanta): una delle più at-
Soci di un club dedicato
a Star Trek, vestiti come
i protagonisti del serial Tv.
tive e divertenti sette cul-
turali degli ultimi tempi. Al
mondo sono oltre 10 mila i
club ispirati ai personaggi e
alle vicende di questi film e
telefilm: e gli adepti non si
limitano a consumare tutto
ciò che viene prodotto e
diffuso con il mitico mar-
chio (libri, videocassette,
adesivi, gadget, maschere,
magliette e giocattoli), ma
ogni anno si incontrano in
convention rituali, nel cor-
so delle quali ognuno è li-
bero di vestirsi come il per-
sonaggio preferito. Tutto
nel nome di una filosofia
ispirata all’ottimismo verso
il futuro, tipico della serie.
Il business fiorito intorno
ai “trekkers” e alla loro at-
tività è notevole: negli Usa
le videoteche hanno inte-
re sezioni dedicate solo al-
le cassette di Star Trek (pe-
raltro diffuse in 75 Paesi
del mondo) e sono oltre 60
milioni le copie dei libri
venduti sull’argomento,
■ Comportamento
Basta una compressa e
il topo diventa leader
S econdo alcuni
medici il Prozac
(nella foto), uno dei
farmaci più famosi
e discussi del
mondo, è l’unico
metodo veramente
efficace per com-
battere la depres-
sione. Per questo è stato messo insieme cinque
sottoposto ad analisi e maschi e due femmine: il
studi di diverso tipo. L’ topo naturalmente domi-
Miliardi ultima ricerca viene dagli nante era quello che si
Usa, dove sono stati trat- piazzava davanti al cibo e
Sopra, cravatte “Star
Trek style” in vendita
tate con il Prozac diverse all’acqua e teneva lontani
comunità di topi. Ebbene, gli altri. Poi nelle comu-
a un incontro di fans
del serial televisivo.
A destra, una foto di
il risultato conforterebbe
le teorie che riguardano
l’uomo. I topi “trattati” di-
nità sono stati immessi
maschi scelti fra i più
sottomessi, ma ai quali
famiglia in tenuta
spaziale. Anche
in Italia attorno a
ventano più aggressivi, e
“si autostimano” al punto
era stato iniettato il
Prozac. Ebbene, i nuovi
di autonominarsi capo del ospiti diventavano imme-
Star Trek si muove
un giro di affari
branco. Per sette volte, in
sette esperimenti separa-
diatamente “co-dominan-
ti”, rinnegando la propria
di diversi miliardi. ti, gli scienziati hanno natura dimessa.
compresa una enciclope-
dia dove, in 5 mila voci, si
può trovare tutto ciò che
■ Sottosviluppo
Il censimento mondiale
riguarda l’Enterprise e il
suo equipaggio in eterno
peregrinare nel cosmo (dai
nomi dei singoli pianeti vi- della schiavitù infantile
sitati ai menù di bordo).
Ogni anno escono una
trentina di nuovi titoli. In
Italia il boom è meno cla-
moroso, ma la bandiera di
Bambini al lavoro in fabbrica, in India.
Star Trek è sventolata con
grande impegno dallo Stic
(Star Trek italian club), na-
to nel 1982, con sede a S.
Michele al Tagliamento
(ne è “ammiraglio” Alber-
to Lisiero), e una incessan-
te attività: vengono edite
raccolte di dialoghi dei te-
lefilm (che, fra l’altro, il
club revisiona gratuita-
mente per conto di Rai e
Fininvest), organizzate fe-
ste e convention. Sul bol-
lettino ufficiale Diario di
bordo vengono poi pubbli-
cati fumetti, quiz, vignette,
notizie e giochi di ruolo (il
ricavato va poi in benefi-
cenza). E per chi vuole en-
trare ancora più profonda-
mente nell’avventura c’è
anche un gioco interattivo,
Nella cartina, il numero dei bambini-schiavi, in tutto il mondo,
con videocassetta: si chia- secondo una stima delle Nazioni Unite: da quelli che scavano
ma Star Trek: la sfida dei
carbone nelle miniere a quelli che lavorano tutto il giorno in
Klingon, e ne sono già sta- piantagioni irrorate di pesticidi. Li chiamano “fattore di riduzione
te vendute copie per due dei costi”, ma sono vittime dello sfruttamento. Risultato:
miliardi di lire. ■ malattie e una speranza di vita che di rado supera i 30 anni.
Lorenzo D. Mariani
✹ P R I S M A
Detto & fatto
Il tecnico americano
John Chew: a lato,
nel laboratorio
riservato alle
operazioni di
mummificazione;
sotto, nel suo
ufficio in Florida.
D a tempo si conosce
quasi ogni dettaglio
della tecnica usata dagli
antichi egizi per mummifi-
care i loro defunti e con-
servarne così il corpo in-
tatto per l’aldilà. Nessuno
però, in tempi moderni, si
era mai arrischiato a ripro-
durre quell’usanza. Ci ha
pensato lo statunitense Ro-
bert Brier, egittologo del-
l’università di Long Island,
insieme con il collega Ro-
nald Wade dell’Istituto di
anatomia dello Stato del
Maryland. Il loro è un e-
sperimento di verifica sto-
rico-scientifica, per questo
le autorità giudiziarie han-
no loro fornito il cadavere
necessario alla prova.
Per prima cosa, come fa-
cevano gli antichi, Brier e
Wade hanno estratto il cer-
vello dalla scatola cranica
facendolo uscire dalle ca-
vità nasali, per mezzo di un
uncino di bronzo (anche gli
strumenti utilizzati ricalca-
no quelli di duemila anni
fa). Poi hanno asportato gli
organi interni, dopo aver
inciso il fianco sinistro del
defunto con una lama di
Focus 58
Esperimenti e business con le mummie
Metti Tutankhamon
nel laboratorio
ossidiana. Fegato, stoma-
co e intestino sono stati poi
deposti in vasi (canopi, li
chiamavano gli egizi).
La cavità addominale e
quella cranica sono state
quindi lavate una prima
volta con acqua di palma,
poi con una soluzione di
spezie, infine riempite con
una mistura di sali e mirra.
Gli stessi sali (una miscela
di carbonato, bicarbonato
e cloruro di sodio) sono
stati cosparsi su tutto il cor-
po per favorire l’essicca-
zione del cadavere. Spezie
e mirra hanno lo scopo di
conservare i tessuti e co-
prire gli odori sgradevoli.
Il cadavere, così imbal-
samato, è stato lasciato per
un mese a essiccare. Poi è
stato avvolto in sottili ben-
de di lino imbevute con
una resina di origine natu-
rale, che serve da collante.
Da questo momento, i ri-
cercatori preleveranno pe-
riodicamente dalla mum-
mia dei campioni di tessuto
per valutarne la conserva-
zione e osservare l’effetto
progressivo delle varie so-
stanze sulle cellule.
Ma in America c’è anche
chi, con le mummie del
Duemila, intende fare buo-
ni affari: è John Chew, di-
rettore d’istituto alla Lynn
university (Florida) e stu-
dioso di anatomia e d’arte
funeraria. Chew ha fatto
esperimenti su animali, e
■ Medicina
Il segreto del coccodrillo? Una super emoglobina
C ome fanno i coccodrilli
a restare sott’acqua
molto a lungo (anche un’o-
ra) senza respirare? Se-
condo un ricercatore giap-
ponese che lavora a Cam-
bridge, il dottor Kiyoshi Na-
gai, è tutto merito dell’e-
moglobina dei grossi rettili.
L’emoglobina ha il compito
di legarsi all’ossigeno nel
sangue, e di trasportarlo ai
tessuti: l’ossigeno, in par-
ticolare, viene rilasciato
quando nel sangue stesso
Crocodilus niloticus
Allevamento di coccodrilli
a scopo di studio, presso
Pierrelatte (in Francia).
A spasso con Mummy
Lynn, a Boca Raton (Florida).
su tessuti umani, ma mai su
un cadavere intero. Eppure
gli è bastato presentare le
proprie tecniche alla tele-
visione per essere sommer-
so di richieste. Sono già
150, infatti, le persone che
hanno chiesto di essere, al-
la propria morte, mummi-
si verifica una presenza ec-
cessiva di anidride carbo-
nica. Si tratterebbe di un
meccanismo automatico
messo a punto con l’evolu-
zione.
Sopra, John Chew con un
“prototipo”, all’università
ficate da lui. E le tariffe non
sono certo modiche: si par-
te infatti da 7 mila dollari.
Oltre 11 milioni di lire. Ma
se si pensa che far mummi-
ficare il gatto di casa in
America costa anche 4 mi-
la dollari... ■ di un inceneritore.
Giovanni Lattanzi
A Cambridge è stato sco-
perto che nei coccodrilli la
reazione dell’emoglobina al-
l’anidride carbonica è parti-
colarmente efficiente, e
dunque il trasferimento del-
■ Vermi
Contro le
epidemie, un
lombrico
mangiarifiuti
P heretima elongata”,
un verme indiano,
potrebbe scongiurare
in futuro la diffusione
di epidemie, come
quella di peste che ha
sconvolto alcune
regioni dell’India
l’autunno scorso. Re-
sponsabili del contagio
infatti sono stati i ratti,
che vivono nelle
montagne di rifiuti
accumulate nelle
periferie delle città.
Bombay per esempio
produce ogni giorno
5.800 tonnellate di
spazzatura, che rara-
mente trovano posto in
discariche. Per la mag-
gior parte si tratta di
resti organici, un mate-
riale che in teoria si
decompone facilmen-
te: l’accumulo in grandi
quantità però rende
più difficile lo smalti-
mento e la degradazio-
ne biologica. I vermi
invece, mangiando i
rifiuti, li trasformano
velocemente in un
terriccio friabile e fine,
utilizzabile peraltro
come concime, consen-
tendo anche un note-
vole risparmio di ener-
gia rispetto all’impiego
l’ossigeno avviene in modo
perfetto. Perché? Sembra
che tutto dipenda dalla par-
ticolare conformazione della
molecola dell’emoglobina
dei coccodrilli, diversa da
quella umana. I ricercatori
sono andati oltre: hanno ot-
tenuto un ibrido di molecola
di emoglobina umana cui
era stato aggiunto quel
“segmento” di emoglobina
del coccodrillo responsabi-
le del legame con l’anidride
carbonica (o meglio, di bi-
carbonato). Ebbene, anche
questa emoglobina ha una
altissima efficienza. Andre-
mo incontro a un’emoglobi-
na “speciale per sub”?
■ Televisione
Registrare senza spot:
la sfida continua!
U na delle sfide che
sembra affascinare di
più gli inventori moderni
è quella di riuscire a re-
gistrare i film trasmessi in
tivù “saltando” gli spot.
L’ultimo a cimentarsi è
stato l’americano Jerry
Jiggulden, che ha presen-
tato qualche mese fa il
“Commercial free” (cioè
proprio “Senza pubbli-
cità”): dovrebbe trattarsi
di un sistema che “legge”
il fotogramma monoco-
lore che precede e segue
Un tepore atomico
Ancora Pierrelatte. L’immensa serra riceve calore
da una centrale nucleare e ospita 335 animali.
gli inserti pubblicitari (ne-
gli Stati Uniti è nero, in
Francia è blu) e, di con-
seguenza, interrompe e
riattiva il videoregistrato-
re. La garanzia di funzio-
namento è, a detta del-
l’inventore, del 99 per
cento. Un esperimento è
stato in effetti già effet-
tuato a Las Vegas, e deve
aver dato un buon risul-
tato, visto che la società
Thompson ha annunciato
di voler acquisire il bre-
vetto.
D A
Manoscritti
L E G G E R E
segreti di Qumran
di P.H.Eisenman e M.Wise
Piemme, 38 mila lire
■ Un libro difficile, ma im-
portante, che riguarda i
manoscritti sepolti per
quasi duemila anni in una
grotta vicina al mar Morto,
e scoperti nel 1947. Erano
documenti essenziali per
capire la storia delle origi-
ni cristiane, e i rapporti mente quei “rotoli” sono
con l’ebraismo dell’epoca. venuti alla luce, grazie al
Eppure una cinquantina di
questi straordinari testi so-
no rimasti chiusi negli ar-
lavoro di due ostinati stu-
diosi. E raccontano di mo-
vimenti messianici, di pro-
chivi: erano quelli che par-
lavano di un Messia con-
fezie, di visioni estatiche
e apocalittiche, di astrolo-
dannato e ucciso, e di una gia e di divinazioni. Diffi-
comunità di persone che
avevano in comune ogni
cile, ripetiamo, ma affa-
scinante per chi voglia af-
frontarne la lettura.
bene economico. Final-
Come farsi le ossa
nella vita
di Robert Heaney
e Janet Barger Lux
Il Sole-24 ore libri,
29 mila lire
■ Il 10 per cento della po-
polazione nei Paesi svilup-
pati soffre di osteoporosi:
un grosso problema per le
ossa e lo scheletro. Ma
come si formano queste
strutture, come siamo fat- se ne calcola il fabbiso-
ti noi, dentro? E come bi- gno) e si arriva alle ginna-
sogna comportarsi perché stiche che, anche in tarda
questa “impalcatura” si età, possono rinforzare
formi correttamente? Ri- scheletro e articolazioni.
spondono due massimi Un testo di altissima qua-
esperti mondiali in mate- lità tecnica e scientifica,
ria, in un manuale esau- ma scritto in un linguag-
riente Si parte dal ruolo gio per tutti, e raccoman-
del calcio (in quali cibi si dabile soprattutto alle don-
trova, come si assume, ne (principali sofferenti per
quanto ce ne vuole, come l’osteoporosi).
Progetto Deus
di Pierre Ouellette
Sperling & Kupfer,
31.900 mila lire
■ Uno scienziato decide di
costruire il computer più
grande del mondo. Alla fi-
ne del lungo e complesso
lavoro, gli rivolge una do-
manda: “Esiste Dio?”.
“Adesso sì”, risponde il
computer. Lo scienziato si
avventa su una leva, per dimensioni di romanzo, la
bloccare il calcolatore, ma sposta poco dopo il Due-
un fulmine lo incenerisce. mila (cioè in un mondo si-
E’ un famoso tema di rac- mile a quello di oggi), e la
conto, per la fantascien- complica con venature
za. Ouellette (qui al suo e- d’horror e abbondanti mo-
sordio) dilata la storia alle struosità genetiche.
Focus 59
✹ P R I S M A
■ Contraccezione
Negli Usa
il profilattico
sta battendo
la pillola
B oom per i preservativi.
Crisi per la pillola.
E’ un dato che giunge
dagli Stati Uniti, e fa
seguito a una ricerca
condotta dal Servizio
nazionale di statistica
medica sulle donne fra
15 e 44 anni, che usano
anticoncezionali. In parti-
colare il numero degli
utenti del profilattico nel
corso del rapporto
sessuale è salito dal 9 %
all’11 %. La pillola è
invece scesa dal 19 %
al 17 %. Questi sono dati
statistici assoluti: in
particolare, fra le donne
non sposate quelle che
richiedono l’uso del
preservativo al proprio
partner sono salite da
20 al 30 %, mentre
coloro che usano la
pillola sono scese dal
59 al 51 %. La causa
di tutto? Non certo la
paura del virus dell’Aids,
che il preservativo
dovrebbe “fermare”
mentre la pillola lascia
incontrollato. Tale
paura sembra tanto
irrilevante che fra i teen
ager è addirittura in
aumento il numero di
chi pratica il sesso
senza alcuna precauzione
contraccettiva: si va in-
fatti dall’8 % per il 1988
al 22 % del 1990.
Focus 60
Buone, e totalmente prive di grasso
L’Australia esporterà
bistecche di canguro
C attiva non è: ha un sa-
pore simile a quello
della carne equina, ed è to-
talmente priva di grassi. E
la si trova in grandi quan-
tità. I canguri si moltiplica-
no infatti con un ritmo im-
pressionante: è stato sco-
perto che la fertilità delle
femmine è addirittura le-
gata alle precipitazioni at-
mosferiche. Quando la sta-
gione è secca le femmine
diventano praticamente
sterili, ma dopo alcuni gior-
ni di pioggia, che porta a
una immediata crescita
dell’erba, diventano fecon-
de, e dopo un periodo par-
ticolarmente umido la po-
Sopra, un razzo
cinese Lunga
marcia; a destra, un
H-2 giapponese.
polazione complessiva au-
menta del 40 per cento. In
questo modo i canguri so-
no diretti concorrenti, per
l’acqua e i nutrimento, del-
le greggi e delle mandre
degli allevatori. Così le au-
torità australiane non han-
no problemi a definire, o-
gni anno, il numero di can-
guri che andrà abbattuto
(fino a 5 milioni a stagio-
ne). All’inizio la carne si u-
tilizzava solo come cibo
per animali domestici. Poi,
dopo accurati controlli sa-
nitari, ne era stato libera-
lizzato l’uso nei ristoranti:
al punto che diversi alleva-
tori avevano pensato di de-
■ Satelliti
Tempi bui, per i razzi d’Oriente
Ini,nizio d’anno nero, per i
missili gialli. In pochi gior-
infatti, due missioni spa-
ziali, una cinese e una giap-
ponese, sono clamorosa-
mente fallite, inferendo un
duro colpo alle ambizioni dei
due Paesi, impegnati a en-
dicarsi a questo settore
(che inoltre consente buo-
ni ricavi con le pelli, di
straordinaria leggerezza e
robustezza) e i supermer-
cati Coles (200 punti ven-
dita nel continente) aveva-
no portato le bistecche di
canguro nei freezer. Ma
non è stato un successo.
Che fare allora? La Kan-
garoo industry association
ha deciso di far diventare il
canguro una delicatezza da
esportazione: un po’ ne vie-
ne spedito già in Francia e
in Germania. Ma il grande
lancio riguarderà il mercato
dell’Asia, dove di bocche
da sfamare ce ne sono! ■
trare nel redditizio mercato
dei satelliti commerciali.
● Un razzo del tipo Lunga
marcia 2E, che avrebbe do-
vuto portare in orbita il sa-
tellite americano per comu-
nicazioni Apstar-2, è esploso
due minuti dopo il lancio,
avvenuto alla
base cinese
di Xichang.
Purtroppo le
fasi dell’inte-
ra operazione
venivano tra-
smesse in di-
retta dalla
tivù di pechi-
Tutto in regola
A sinistra, attrezzatura
per la salatura delle
pelli degli animali
uccisi: sono leggere
e robuste. Sopra, un
sigillo per indicare che
l’animale è stato
cacciato in modo legale.
Bocconi per cani
Sopra, la marcatura
con un liquido blu, indica
che questa carne può
essere destinata solo
agli animali domestici.
no, e tutti hanno potuto as-
sistere al disastro.
● Anche la messa in orbita
del satellite tedesco Express
(lunghezza 2,20 metri) è fal-
lita a causa del mancato
funzionamento del vettore,
un razzo giapponese M-3s. Il
lancio era avvenuto dal cen-
tro spaziale di Uchinoura, vi-
cino a Kagoshima: non c’è
stata esplosione, ma il sa-
tellite (che doveva compiere
osservazioni scientifiche) è
precipitato nell’oceano Pa-
cifico. Si trattava della prima
collaborazione spaziale nip-
po-tedesca.
 ✹ P R I S M A
In crisi il più importante gruppo ecologista

Fuga da Greenpeace.
E l’ambiente?
N ei soli Stati Uniti han-
no perso oltre 400 mila
iscritti, negli ultimi quattro
anni. Il bilancio è in crisi, e
le donazioni (che lo sor-
reggono quasi
del tutto) sono
scese a 150 milio-
ni di dollari, men-
tre nel 1991 rag-
giungevano i 180
milioni. Risulta-
to: il personale
(un migliaio di
addetti in tutto)
è stato ridotto
del 10 per cento,
l’attività ristrut-
turata e due na-
vi della flotta so-
no state vendute.
Non è la radio-
grafia di un’a-
zienda in perico-
lo, ma lo stato di salute del
più celebre gruppo ecolo-
gista del mondo, Green-
peace. La recessione, dun-
que, colpisce anche il mo-
vimento verde. Il proble-
ma però è più complesso
di quanto sembri, per una
organizzazione che, nata
24 anni fa con una barca
presa in affitto, si è trasfor-
mata con il tempo in un’
autentica multinazionale
della protesta. Che cosa
succede, dunque?
1. Burocrazia. La strut-
tura è diventata troppo
grande. «Si spende molto
in stipendi, e troppo poco
in azioni capaci di muovere
l’opinione pubblica», accu-
sano molti membri. «L’or-
ganizzazione è diventata
elefantiaca, ed è ormai pre-
sa nella morsa delle scar-
toffie», rincara lo scrittore
cileno Luis Sepulveda, mi-
litante da molto tempo. La
complessità della struttura
ha prodotto anche accuse
di autoritarismo e vertici-
Mancano i soldi
A lato, il simbolo di una
campagna di Greenpeace.
Sotto, una delle navi della
celebre flotta “verde”.
smo nei confronti dei diri-
genti mondiali, alcuni dei
quali si sono dimessi.
2. Ideologia. All’inter-
no dell’organizzazione si
scontrano oggi due anime:
quella terzomondista, so-
prattutto latino-americana
(“il problema dell’ambien-
te è essenzialmente politi-
co: è il potere dell’econo-
mia a strangolare la natu-
ra”), e quella nord-ameri-
cana ed europea (“il pro-
blema è essenzialmente
tecnico, e per risolverlo bi-
sogna essere capaci anche
di collaborare con le gran-
di multinazionali, e di rag-
giungere qualche compro-
messo”). Questo scontro
porta spesso alla paralisi o
al rallentamento di molti
progetti.
3. Economia. I costi
delle varie attività (la flotta
ha avuto fino a 7 navi) e
delle varie campagne mon-
diali (anche 9 contempo-
raneamente) si sono rive-
lati proibitivi.
Che fare? Il fatto è che
per evitare il fallimento
non basta risparmiare sul
personale o sulla gestione
ordinaria (per trovare nuo-
vi amministratori si è ricor-
si a una società di selezione
dei manager), ma anche
sulle campagne. Quelle at-
tualmente approvate sono:
contro il nucleare, per la
conservazione delle zone
protette (“wildlife”), con-
tro le sostanze tossiche, sul-
l’effetto serra e per la con-
servazione dello strato del-
l’ozono. Dove effettuarle,
però? Alcuni sostengono
che l’obiettivo di Green-
peace deve essere il mondo
intero. Altri che gli sforzi
maggiori, specie in un mo-
mento di crisi economica,
andrebbero concentrati in
quei Paesi dove l’organiz-
zazione ha i finanziatori più
munifici (Usa, Germania,
Olanda, Inghilterra). Dun-
que, il problema è di nuovo
politico. ■
Elizabeth Albani
✹ P R I S M A
Tenerle d’occhio
Sopra, un microchip realizzato
negli Usa, per controllare in volo
un’ape. A lato, un alveare.
Le api riconoscono le “colleghe” a causa di un feromone
Operaie dell’alveare, unitevi!
■ Energia
Dal sole
al vapore,
dal vapore
al metano...
Icentrale
n Australia è stata
realizzata la prima
solare a vapore
che, secondo i costrutto-
ri, produce energia a
costi competitivi. Non
sfrutta infatti i soliti
pannelli, ma un enorme
paraboloide composto
da 400 metri quadrati
di specchi, che concen-
trano il calore in un
unico punto. L’energia
termica viene quindi
usata per trasformare
acqua in vapore,
riuscendo così a produr-
re 50 kilowatt di
elettricità. Ora Stephen
Kaneff, direttore del
centro ricerche
energetiche dell’
università di Canberra,
propone di utilizzare
questa energia per
“gassificare” sabbie
bituminose e carbone,
trasformandoli in
metano sintetico: un
combustibile facilmente
trasportabile
e poco inquinante.
Focus 58
S ono tante, anche 50-60
mila per alveare, eppu-
re si comportano come un
unico organismo. Le api
raggiungono un simile ri-
sultato grazie a una suddi-
visione di ruoli rigidissima,
stabilita su base genetica.
«Diventare nutrice, botti-
natrice o guardiana non è
un fatto di età, ma di varia-
bilità genetica, e questo è
stato appurato già nel
1988», dice Gerard Arnold,
neurofisiologo del labora-
torio di ricerca del Cnrs
(una struttura che corri-
sponde in parte al nostro
Consiglio nazionale delle
Bela Lugosi, celebre “Dracula”.
ricerche) di Bures-sur-
Yvett, vicino a Parigi. A-
desso, però, Arnold vuole
dimostrare che le api con il
medesimo patrimonio ge-
netico sono in grado di ri-
conoscersi tra loro attra-
verso un “feromone di con-
tatto” (cioè una sostanza
chimica che trasuda sulla
cuticola degli insetti), e che
questo fatto ne condiziona
il comportamento. «In uno
sciame ci possono essere fi-
no a una ventina di ceppi
genetici: tutte le operaie,
infatti, sono generate dalla
regina, ma hanno padri di-
versi. Quello che abbiamo
■ Vampiri
Il nonno di Dracula? Stava a Lesbo
D racula non è stato l’u-
nico vampiro che la
storia ricordi. Un’équipe di
archeologi della British
Columbia university e del
Dipartimento greco di An-
tichità classiche e prei-
storiche ha localizzato pro-
babilmente uno dei suoi
colleghi in Grecia, nell’i-
sola di Lesbo. Durante gli
scavi in una necropoli tur-
ca, nei pressi del porto di
Mitilene, i ricercatori han-
no infatti riportato alla lu-
scoperto è che le “superso-
relle” (cioè le api con lo
stesso padre e la stessa ma-
dre) sono biologicamente
in grado di riconoscersi tra
loro». Resta da dimostrare
se lo facciano effettiva-
mente, e con quali obiettivi.
Arnold ritiene che le su-
persorelle tendano a favo-
rirsi, mettendo in luce una
sorta di individualità di
gruppo. Questo non com-
prometterebbe l’armonia
dell’alveare, ma potrebbe
scatenare la rivalità al mo-
mento di sostituire la vec-
chia regina. ■
Eva Benelli
ce una tomba che conte-
neva lo scheletro di un uo-
mo vissuto nel secolo
scorso. Il defunto era sta-
to letteralmente inchioda-
to al fondo della bara con
otto chiodi di ferro lunghi
20 centimetri, posizionati
sul collo, sulle pelvi e sul-
le caviglie. La scoperta
non lascia adito a dubbi:
si sa che nei secoli XVII e
XVIII questo tipo di sepol-
tura era riservato a quan-
ti venivano ritenuti dei
■ Computer
Arriva Pippin,
mela doc
LCheaApple
nuova creatura della
si chiama Pippin.
cos’è? In sintesi, un
computer senza monitor né
tastiera, a basso costo, ca-
pace di leggere i Cd-Rom
(cioè quei compact disc
che oltre alla musica con-
tengono dati, immagini e
animazioni) e collegabile al
televisore. Nessuno, però,
potrà comprarlo nei negozi,
perché la Apple si limiterà
a cederne la licenza ad al-
tre società. Il primo con-
cessionario sarà la Bandai,
primo produttore di giocat-
toli in Giappone (e quinto
nel mondo): Pippin arriverà
quindi nei negozi con il
marchio Bandai e con il ba-
nale nome di Power Player.
Data prevista, Natale
1995. Prezzo, 500 dollari
(circa un milione e mezzo
di lire). Ma come è venuto
in mente alla Apple di bat-
tezzare il suo nuovo pro-
dotto in modo così strano?
Semplice: Pippin, proprio
come Macintosh, è il no-
me di una mela california-
na (e “apple” in inglese si-
gnifica mela). L’unica dif-
ferenza è che le mele Pip-
pin hanno la buccia verde e
sono più piccole delle Ma-
cintosh.
vampiri o comunque delle
creature demoniache. In-
chiodarli alla bara serviva
a evitare che un giorno
potessero tornare sulla
terra. Singolare tuttavia il
fatto che i resti del vam-
piro in questione siano
stati trovati in un cimitero
musulmano: finora si pen-
sava che questo tratta-
mento rientrasse solo ne-
gli usi della religione cri-
stiana.
Giovanni Lattanzi
 DOSSIER

2 °
La guerra L a seconda guerra mondiale
è stata definita “un immenso
cataclisma sociale per l’intera
umanità”. Si combatté dal 1°
settembre 1939 al 2 settembre 1945
in tutto il mondo, Antartide esclusa. E,
direttamente o indirettamente, vi prese
parte quasi l’intera umanità. I bellige-
ranti mobilitarono tutte le loro risorse:

mondiale
i combattenti veri e propri furono
65 milioni, ma gli Stati Uniti da soli
mobilitarono nell’industria bellica 50
milioni di persone: in un solo anno, il
1943, produssero 125 mila aerei, 75 mila
carri armati e 2.242 navi “liberty”.
Ancora più radicale fu lo scontro ideo-
logico: indottrinati fino al fanatismo,
tedeschi e giapponesi ubbidirono cieca-
mente ai loro capi, senza far nulla per
fermare la catastrofe e uomini “norma-
li” sterminarono nei campi di concen-
tramento milioni
di persone. In queste
pagine, la storia
di quegli anni.

Sopra, a sinistra
una bomba
volante tedesca
V1 e, a destra,
un barbiere
americano
al fronte, in
Normandia.
A sinistra, un
carro tedesco
Tiger distrutto,
sul fronte
del Reno.

a cura di Franco Bordieri

Soldati americani in festa per la fine della guerra, a New York, nel quartiere di Brooklyn.
1939 Perché scoppia la guerra?
Ambizioni e
L a seconda guerra mon-
diale è il trasferimento sui
campi di battaglia dello
rivendicazioni scontro ideologico ed e-
conomico fra tre gruppi di Paesi,
imperialiste nelle cui mani è gran parte del
mondo, nel 1939. Sono il gruppo
di tre Paesi: delle democrazie liberali (Inghil-
terra, Francia, Stati Uniti) e quello
degli stati totalitari e dittatoriali
Germania, (Italia, Germania, Giappone, uni-
ti nel patto dell’Asse). Il terzo
Italia e gruppo è costituito in realtà da una
sola potenza: l’Unione sovietica
(Urss), con un regime comunista
Giappone marxista, totalitario anch’esso. Gli
altri principali Paesi del mondo
gravitano nell’orbita di uno di que-
sti sette, come colonie o come allea-
ti, oppure sono neutrali. Quelli che
riusciranno a restare completa-
mente fuori dal conflitto si conte-
ranno sulle dita di una sola mano.
Troppo deboli
Il dittatore italiano Benito
Mussolini: ambizioni
sproporzionate rispetto
alle capacità del Paese.
Sogni di vendetta
Il dittatore tedesco Adolf
Hitler. Sognava la rivincita Militari al potere
della Germania sulle L’imperatore del Giappone Hirohito.
nazioni vincitrici della Adorato dai sudditi come un dio, era in
prima guerra mondiale. realtà succube della casta militare.
● Le democrazie si reggono sui
principi della rivoluzione france-
se, arricchiti durante l’Ottocento
dalle conquiste sociali delle masse
popolari: si tratta di regimi parla-
mentari, con libertà di pensiero e
di parola, libertà di associazione
politica e sindacale e di iniziativa
economica.
● Le potenze totalitarie si fon-
dano invece su concezioni dello
Stato e dei rapporti internazionali
con radici nelle ideologie naziona-
liste, maturate a cavallo dei due
secoli, e imposti nei rispettivi stati
con la forza: in Italia dal partito
fascista di Benito Mussolini (1922),
in Germania da quello nazista di
Adolf Hitler (1933) e in Giappone
dalla casta militare (al potere dall’
inizio del secolo). Per queste ideo-
logie l’individuo, le sue idee e i suoi
interessi sono totalmente asserviti
allo Stato, il cui scopo principale è
di accrescere la potenza della na-
zione. Nei rapporti tra popoli vige
ro coloniale, ma l’aviazione è de-
bole, l’armamento dell’esercito an-
tiquato. Inoltre attraversa una gra-
scita di potenze sul continente eu-
ropeo che possono costituire una
minaccia.
una specie di selezione darwiniana.
La competizione fra le specie per
ve crisi economica.
Gli Stati Uniti hanno risorse e-
La Germania punta all’est, che
considera uno “spazio vitale” da
la sopravvivenza vale anche per le
nazioni: esistono popoli giovani e
conomiche e industriali immense,
ma l’industria bellica quasi non esi-
conquistare a tutti i costi, e per tut-
ti i popoli di etnia tedesca: questa
di razza superiore destinati a go-
vernare il mondo, e popoli “deca-
denti” e di razza inferiore destina-
ste e l’esercito è molto ridotto.
L’Unione sovietica, forte per il
notevole numero di uomini che
tendenza minaccia così gli interes-
si dell’Urss e della Francia, so-
prattutto per quanto riguarda le
ti a sparire o a servire i primi.
● A entrambe le ideologie si
può mobilitare, ha però un sistema
industriale poco sviluppato.
ricche regioni di confine, cioè l’Al-
sazia e la Lorena, che considera
contrappone quella sovietica: lotta
al capitalismo e socializzazione dei
La Germania è apparentemente
la più potente: ha industrie mo-
storicamente sue.
La Francia, a sua volta, deve di-
mezzi di produzione, conquista del derne, ha effettuato un forte riar- fendere queste regioni e l’impero
potere in ogni Paese da parte del
proletariato.
mo, ha potenziato gli armamenti
(soprattutto aviazione e mezzi
coloniale che, nel Mediterraneo,
comprende Algeria e Tunisia: si
blindati), ma è povera di materie scontra così con l’Italia, che pos-
prime e di fonti di energia. siede la Libia e rivendica la Tunisia.
Il mondo in mano Il Giappone dispone di un co- L’Italia vorrebbe invece esten-
a sette potenti: spicuo apparato industriale e mili- dere la propria influenza nei Bal-
che cosa succede? tare, ma è povero di materie prime. cani, dove già possiede l’Albania,
L’Italia è la più debole. L’’indu- ma dove si scontra con la Russia,
stria è in genere arretrata, larghe da sempre interessata a queste re-
Ciascuno dei sette Paesi ha pun- zone del Paese sono in condizioni gioni, perché abitate da popola-
ti di forza e di debolezza sul piano di sottosviluppo, l’esercito è anco- zioni slave e perché rappresentano
economico e militare, e nessuno ra quello della prima guerra mon- per lei un possibile sbocco nel Me-
prevale decisamente sugli altri. diale, aviazione e truppe corazzate diterraneo.
L’Inghilterra ha un solido siste- sono pressoché inesistenti. Il Giappone, che ha occupato
ma industriale, ma per molte ma- già larghe zone della Cina, intende
terie prime (gomma, petrolio, pro- sottomettere tutta l’Asia, dalla
dotti alimentari) dipende dalle co- Tutti a caccia Manciuria all’Indocina francese,
lonie. Ha una potente marina, ma di spazio vitale? minacciando così anche gli Stati
non può mobilitare in breve tempo Non proprio Uniti, che occupano le Filippine,
un esercito numeroso, perché non le Hawaii e altre isole del Pacifico.
ha la coscrizione obbligatoria. La Così, quando la Germania spa-
sua aviazione dispone di pochi Ognuna delle sette potenze ha rerà il primo colpo di cannone, si
bombardieri. una zona di influenza geopolitica avvierà in queste zone, e fra tutti
La Francia ha anch’essa un soli- da difendere o da estendere. questi Stati, una reazione a catena
do sistema in- Per l’Inghilterra ci sono le che coinvol-
dustriale, una colonie e l’area vitale del Me- gerà per sei
forte marina e dio Oriente. Inoltre, il Paese anni tutto il
un vasto impe- ha interesse a impedire la na- mondo. ■
Un giornalista dell’Associated Press osserva l’arrivo di aerei tedeschi.

1939 1940 Civili inglesi in un 1941 Carri tedeschi sul

1 settembre 17 settembre 10 maggio 4 giugno rifugio durante Giugno- 27 settembre 28 ottobre Dicembre Marzo fronte russo. 22 giugno
Alle 5 del mattino, I russi invadono la Inizia la guerra: la Accerchiata a i bombardamenti. settembre Italia, Germania e L’Italia inizia la sua Per fermare Il congresso degli Inizia l’operazione
senza dichiarazione Polonia orientale, Germania attacca Dunkerque dai Con attacchi aerei Giappone firmano “guerra parallela” l’offensiva inglese Stati Uniti approva 6 aprile “Barbarossa”: i
di guerra, la in base al patto Belgio, Olanda e tedeschi, l’armata 14 giugno quasi quotidiani, il patto tripartito, a quella tedesca in Libia, l’Italia la legge “affitti Tedeschi e tedeschi attaccano
Germania invade segreto firmato Lussemburgo, che anglo-francese I tedeschi l’aviazione con il quale attaccando la chiede l’invio di un e prestiti”, che italiani attaccano l’Unione sovietica
la Polonia. Inizia in agosto con resistono pochi si reimbarca occupano Parigi 22-24 giugno tedesca tenta di stabiliscono il Grecia. I greci corpo di spedizione autorizza il la Jugoslavia. Il su un fronte che si
la seconda guerra i tedeschi giorni, e poco dopo per l’Inghilterra, e, dopo pochi A Compiegne, in demolire le difese “nuovo ordine” reagiscono alla Germania. presidente a governo di questo Maggio estende dal Baltico
mondiale. per la spartizione la Francia, alleata abbandonando giorni, raggiungono Francia, è firmato dell’Inghilterra, che dovrà reggere contrattaccando in fornire aiuti agli Paese ha aderito al Contrattacco al mar Nero. Vi
L’Italia si proclama del Paese. della Polonia. tutto l’armamento. l’Atlantico. Il l’armistizio tra per invadere il. l’Europa e l’Asia. Albania e mettendo alleati in guerra patto tripartito, ma inglese in Africa partecipano
“non belligerante”. presidente del Francia e Germania Paese. L’aviazione Aderiscono anche in grave difficoltà contro l’Asse, l’esercito si ribella, orientale. Gli anche Romania,
Soldati francesi consiglio francese e poi tra Francia inglese, aiutata Ungheria, Romania l’esercito italiano. rinviando i rovescia il governo italiani perdono Ungheria,
si arrendono ai Henri Pétain e Italia, che ha dai radar, infligge e Slovacchia. pagamenti alla collaborazionista Eritrea ed Etiopia, Slovacchia,
tedeschi, nel chiede l’armistizio. attaccato pochi perdite gravissime Pattuglia tedesca in fine della guerra. e inizia la guerra e Hailè Selassiè Finlandia e Italia.
giugno del 1940. giorni prima. al nemico. Africa settentrionale. partigiana. torna sul trono.

Focus 72 Focus 73
1942 Perché, da
principio,
Strategie,
1945 Perché, alla
fine, vincono
Gelo e radar
eserciti e fermano i
flotte pronti
da tempo. E vince l’Asse? Un bunker di artiglieria della linea
Maginot, conquistato dai tedeschi.
tedeschi. E gli
Usa mettono gli Alleati? Una nave Usa con rifornimenti
destinati alle truppe del Pacifico.

poi, l’attacco in campo la

fulmineo I l primo atto di guerra è l’
invasione della Polonia da
parte della Germania. Poi,
fra la fine del 1939 e quel-
la del 1942, i tre Paesi dell’Asse
conquistano quasi per intero due
continenti. La Germania domina
sull’Europa intera, dalla Bretagna
alla linea che unisce il Baltico al
mar Nero (sono esclusi solo Sviz-
zera, Spagna, Portogallo, Svezia e
le isole britanniche). Il Giappone
occupa l’Indocina francese, le Fi-
lippine, Hong Kong, la Malesia,
Singapore, la Birmania, il Siam e
molte isole del Pacifico. Inoltre,
già da alcuni anni occupa larghe
zone della Cina. Più modeste le
conquiste dell’Italia: occupa una
piccola parte della Francia meri-
dionale, l’Albania, la Croazia, par-
te della Slovenia e la Grecia. Qua-
li sono le ragioni di questo succes-
Il dio nordico
Sopra, una base
di sottomarini,
in Germania. A
destra, l’enorme
mortaio tedesco
Thor: è il nome
del dio vichingo
dei fulmini.
so nei primi anni del conflitto?
1. La nuova guerra
Germania e Giappone sovver-
tono radicalmente le vecchie re-
gole. Hanno preparato da tempo
efficaci piani di guerra e procedo-
no con attacchi a sorpresa, senza
dichiarare preventivamente le osti-
lità. E’ la guerra-lampo: le truppe
avanzano in territorio nemico con
grande rapidità, gli eserciti fanno
largo impiego di mezzi motorizza-
ti e di armi “nuove”, come i mezzi
corazzati, e gli aerei da caccia e da
bombardamento. Le popolazioni
civili vengono terrorizzate da bom-
bardamenti indiscriminati sulle
città, trattati e convenzioni sono
violati, Paesi neutrali sono invasi.
2. L’occupazione
Una volta occupato un Paese,
tedeschi e giapponesi attuano una
politica di spoliazione sistematica:
risorse alimentari, materie prime,
fabbriche e mano d’opera sono re-
quisite per servire al loro sforzo
bellico. Soprattutto a est, i tedeschi
applicano un concetto di “guerra
totale”: tutto ciò che non può esse-
re portato in Germania, o non può
essere utilizzato sul posto, deve es-
sere distrutto. Hitler in persona or-
dina di radere al suolo Leningrado
e Mosca con tutti gli abitanti, per
eliminare bocche da sfamare: gli
slavi, infatti, sono considerati dai
tedeschi un popolo “inferiore” e
devono essere ridotti in schiavitù.
I giapponesi, dopo aver fatto
credere ai popoli asiatici di volerli
aiutare a liberarsi dal colonialismo
occidentale, instaurano un colo-
nialismo ancora più brutale, che
più tardi indurrà quei popoli a ri-
voltarsi contro di loro.
3. La difesa? Inesistente
Nessuno dei Paesi attaccati,
tranne in parte l’Unione sovietica,
è in grado di resistere ai metodi
dei nuovi attaccanti e quasi tutti
vengono colti di sorpresa. L’In-
ghilterra perde gran parte dei pro-
pri armamenti nell’inutile difesa
della Francia, riuscendo a stento
a salvare il corpo di spedizione. In
generale, i Paesi attaccati hanno
eserciti, tattiche e strategie deboli
o antiquati: addirittura alcuni di
loro, come la Polonia e l’Italia, af-
fidano ancora un ruolo importante
nelle battaglie alla cavalleria. In
alcuni di essi, come la Francia, si
discute ancora se i carri armati
possano avere un ruolo efficace in
combattimento. Gli Stati Uniti,
che inizialmente non intendono
nemmeno essere coinvolti nella
guerra, sono lontani e non posseg-
gono vere e proprie marina e avia-
zione da guerra, essenziali per una
guerra che ormai ha come teatro
anche gli oceani. ■ carlinghe del bombardiere B 29.
loro potenza
Blindati e bombardieri
In alto, un deposito di mezzi
da sbarco americani. Qui sopra,
reparto di montaggio delle
L a guerra-lampo dell’As-
se si ferma nell’autunno
del 1942, e si trasforma
in sconfitta nei due anni
successivi. A farla fallire sono prin-
cipalmente questi fattori.
Il radar
Sin dal 1939 gli inglesi han-
no installato una catena di
radar lungo le loro coste. Av-
vistano i bombardieri tede-
schi quando sono ancora a
160 chilometri di distanza.
Così, i caccia inglesi hanno
tempo di decollare e fermare
i nemici quando sono ancora
sulla Manica. L’aviazione te-
desca subisce perdite gravis-
sime e Hitler deve rinunciare
a invadere l’isola.
L’inverno russo
Mentre il gelo blocca i te-
deschi davanti a Leningra-
do e a Mosca, i russi trasfe-
riscono centinaia di fabbri-
che in Siberia, al sicuro da
qualsiasi attacco. Costrui-
scono nuovi mezzi corazzati,
aerei e artiglierie e vengono
addestrate decine di nuove
divisioni. All’inizio del 1943
questo esercito viene scagliato ver-
so occidente e si fermerà soltanto
nel maggio 1945, a Berlino.
L’industria americana
Costretti a entrare in guerra dall’
attacco giapponese, gli americani
convertono rapidamente la loro in-
dustria alle esigenze belliche, met-
tono in piedi una marina e un’a-
viazione da guerra di dimensioni
imponenti, stroncano l’azione dei
sottomarini tedeschi nell’Atlanti-
co e cominciano a rifornire l’In-
ghilterra e la Russia. Di fatto, con
la propria potenza economica, reg-
geranno la maggior parte dello
sforzo bellico alleato fino al 1945.
Il crollo dell’Italia
Per tutta la guerra, l’Italia non
riesce a distruggere la potenza na-
vale inglese nel Mediterraneo.
Nell’autunno del 1942, poi, grazie
agli aiuti americani, il generale in-
glese Montgomery lancia una con-
troffensiva in Nord Africa che re-
spinge le forze italo-tedesche dal
confine egiziano fino alla Tunisia.
Gli alleati sbarcano in Algeria e
danno il via subito dopo, dalla Si-
cilia, alla conquista del continente.
Nel settembre del 1943 l’italia,
sconfitta, abbandona l’Asse e pas-
sa dalla parte degli alleati.
Petrolio e gomma
Sono le materie prime più im-
portanti in una guerra che investe
fronti di migliaia di chilometri, e
che è dunque tutta basata sui mez-
zi motorizzati e sullo spostamento
rapido di centinaia di migliaia di
uomini. Ma i Paesi dell’Asse ne so-
no completamente privi e devono
contare solo sulle riserve accumu-
late prima della guerra. I tedeschi,
in particolare, non riescono a con-
quistare gli unici giacimenti di pe-
trolio a loro portata, quelli del Me-
dio Oriente, mentre gli alleati han-
no riserve inesauribili negli Usa, in
Messico e in Venezuela. Inoltre,
non possono arrivare alle pianta-
gioni di caucciù dell’America lati-
na. Solo il Giappone, con grandi
difficoltà e in modo irregolare, può
arrivare a quelle del Sud-Est asia-
tico. Inoltre, l’Asse non ha alcuna
possibilità di competere con il fiu-
me di metalli, risorse alimentari,
carbone e oro che possono mettere
sulla bilancia Paesi come l’Austra-
lia, il Sud Africa o il Canada.
La bomba atomica
Americani, inglesi, francesi e ca-
nadesi comprendono presto l’e-
norme potenza bellica derivante
dalla fissione nucleare. I Paesi del-
l’Asse, sebbene posseggano tutte
le conoscenze di base, trascurano
invece le ricerche in questo campo.
Per di più, Italia e Germania han-
no costretto negli anni precedenti
alla guerra molti scienziati atomici
ebrei a fuggire negli Usa e in In-
ghilterra. Due bombe atomiche,
quelle di Hiroshima e Nagasaki,
nell’agosto del 1945 mettono fine
al conflitto. ■

1941 Manifesto americano

1942 Il generale
Luglio 14 agosto Settembre antigiapponese. 1 gennaio Febbraio - 4-5 giugno Luglio inglese 19 novembre Dicembre Dicembre
I giapponesi Roosevelt e Inizia l’assedio di I Paesi in guerra maggio La flotta americana, Tedeschi e italiani Bernard I sovietici passano I sovietici Il presidente
occupano l’Indocina Churchill, a bordo Leningrado, che Ottobre contro l’Asse sono I Paesi dell’Asse guidata dal generale sferrano un’ Montgomery. alla controffensiva: attaccano su tutto americano
meridionale. Inizia di una nave da resisterà per 900 In Giappone già 26. I loro sono ancora Douglas Mac Arthur, offensiva sul Don un’armata sfonda il fronte del Don Roosevelt e
la resistenza guerra, firmano la giorni. I tedeschi diventa presidente rappresentanti all’offensiva: il sconfigge alle per penetrare le linee tedesche i tedeschi, che il primo ministro
soprattutto a opera “Carta atlantica”, conquistano anche del consiglio firmano a Giappone occupa Midway la flotta nel Caucaso. Von a nord e a sud sono costretti a britannico Churchill
della lega per con la quale sono il bacino del Donez, il generale Tojo Washington la Singapore, giapponese, che Paulus inizia 23 ottobre 8 novembre di Stalingrado, cedere e ritirarsi. si incontrano
l’indipendenza del definiti i principi Kiev, Charkov Hideki, fautore 7 dicembre “dichiarazione Rangoon e Giava, perde la superiorità l’assedio Gli inglesi Truppe inglesi e chiudendo nella L’armata italiana, a Casablanca
Viet Nam, formata fondamentali che e la Crimea. della guerra contro Senza dichiarazione delle Nazioni italiani e tedeschi nel Pacifico. di Stalingrado. contrattaccano americane sbarcano tenaglia i 200 mila completamente (Marocco) e
da nazionalisti e dovranno reggere i gli Usa. Alla fine di guerra, aerei Unite”, con la conquistano in Cirenaica e in Marocco e in tedeschi che disfatta, stabiliscono di
comunisti e guidata Paesi democratici. delle ostilità sarà giapponesi quale ciascuno Tobruk, Mezzi sconfiggono Algeria al comando assediano la città, è costretta a chiedere ai Paesi
da Ho Ci Minh, Giap giustiziato come attaccano la base si impegna a non in Cirenaica. navali italiani e tedeschi del generale che sono costretti una tragica dell’Asse la resa
e Pham Van Dong. Nikita Krusciov al criminale di guerra. americana di Pearl firmare una Usa nel a El Alamein. Dwight Eisenhower. ad arrendersi. ritirata a piedi. incondizionata.
fronte, nel 1941. Harbor (Hawaii). pace separata. Pacifico.

Focus 74 Focus 75
 Le forze in campo Fino a 56 eserciti nel fronte alleato. Minori le forze dell’Asse Il patto
segreto
A fianco, Stalin

Tutto il mondo in trincea

e il ministro
nazista
Ribbentrop
dopo la firma
del patto per
la spartizione
della Polonia.

In tanti fecero
F
urono ben 66 BULGARIA EGITTO INGHILTERRA NICARAGUA SAN MARINO IRAN
gli Stati che si 9-9-1941 9-12-1941 3-9-1939 8-12-1941 21-8-1944 L’ASSE 25-8-1941
il ribaltone...
affrontarono nel
conflitto. In
queste pagine sono elencati
secondo il loro schiera-
CANADA
10-9-1939
ETIOPIA
1-12-1942
IRAN
9-9-1943
NORVEGIA
9-4-1940
SAN
SALVADOR
ALBANIA
28-10-1940
IRAQ
3-5-1941
S ono diversi gli Stati
che, nel corso della
guerra, sono passati a far
mento, con il giorno di 9-12-1941
entrata in guerra di ognuno. parte dello schieramento
che prima era loro
Alcuni Stati figurano due avversario. Eccone alcuni.
volte: sono quelli che CECOSLOVACCHIA FINLANDIA IRAQ NUOVA SIRIA BIRMANIA ITALIA
7-12-1941 3-3-1945 16-1-1943 ZELANDA 26-2-1945 17-12-1941 10-6-1940 1. L’Urss partecipa nel
cambiarono fronte. settembre del 1939 alla
3-9-1939
spartizione della Polonia
insieme con la Germania,
con la quale ha un accordo
GLI ALLEATI CILE
16-2-1945
FRANCIA
3-9-1939
ITALIA
13-10-1943
PAESI BASSI
10-5-1940
SUD AFRICA
6-9-1939
BULGARIA
19-4-1941
MANCIURIA
8-12-1941 segreto. Sarà solo l’attacco
della Germania a farla
schierare con gli Alleati.
2. La Francia, aggredita
ARABIA CINA GRECIA JUGOSLAVIA PANAMA TURCHIA CINA DI WANG ROMANIA dalla Germania, firma
SAUDITA NAZIONALISTA 28-10-1940 6-4-1941 9-12-1941 1-2-1945 CHING-WEI 8-12-1941 l’armistizio e, almeno per
28-2-1945 9-12-1941 17-12-1941 quanto riguarda il suo Sopra, il generale Pietro
governo ufficiale e Badoglio: sostituì
il territorio metropolitano, Mussolini. In alto, il
ARGENTINA COLOMBIA GUATEMALA LIBANO PARAGUAY UNGHERIA CROAZIA SIRIA si schiera con essa contro generale francese Henri-
27-3-1945 27-11-1943 10-12-1941 27-2-1945 8-2-1945 31-12-1944 14-12-1941 5-6-1941 gli ex alleati inglesi. Philippe Petain: a fianco
3. Il più clamoroso dei tedeschi aggressori.
cambiamento di fronte: il
AUSTRALIA COSTARICA HAITI LIBERIA PERU’ UNIONE FILIPPINE SLOVACCHIA 3 settembre 1943 l’Italia patto tripartito (Italia-Ger-
3-9-1939 9-4-1940 9-12-1941 27-1-1941 12-2-1945 SOVIETICA 17-12-1941 23-6-1941 firma l’armistizio con gli mania-Giappone) nel marzo
22-6-1941 Alleati e, a fianco degli ex del 1941, ma passa sul
nemici, in ottobre dichiara fronte opposto (9 settem-
guerra alla Germania. Per bre 1944) quando i russi
BELGIO CUBA HONDURAS LUSSEMBURGO POLONIA URUGUAY FINLANDIA THAILANDIA un anno e mezzo, metà varcano le sue frontiere.
10-5-1940 8-12-1941 9-12-1941 10-5-1940 1-9-1939 15-2-1945 30-11-1939 Ottobre 1940 Paese è schierato con una 6. L’Ungheria dichiara
parte e metà con l’altra. Il guerra all’Urss il 17 giugno
14 luglio del 1945 dichiara 1941 insieme alla
guerra anche al Giappone. Germania, ma dichiara poi
BOLIVIA DANIMARCA INDIA MESSICO REPUBBLICA USA GERMANIA UNGHERIA 4. La Romania nel 1941 la guerra a quest’ultima
7-4-1943 11-12-1941 3-9-1939 22-5-1942 DOMINICANA 7-12-1941 1-9-1939 11-4-1941 partecipa all’aggressione il 31 dicembre del 1944.
9-12-1941 contro l’Urss a fianco 7. Iraq e Iran sono con
dell’alleata Germania. Nel i tedeschi dalla metà del
BRASILE ECUADOR INDIE MONGOLIA ROMANIA VENEZUELA GIAPPONE UNIONE 1944, però, firma l’armisti- 1941, ma passano nello
23-8-1942 2-2-1945 OLANDESI 9-8-1945 15-8-1944 16-2-1945 8-12-1941 SOVIETICA zio con i russi e rivolge schieramento avversario
8-12-1941 17-9-1939 le armi contro i tedeschi. il 16 gennaio e il 9 settem-
5. La Bulgaria aderisce al bre del 1943.
Tutte le volte che è stato possibile, si è raffigurata la bandiera usata all’epoca del conflitto.
1943 1944
31 gennaio Marzo Maggio 10 luglio 25 luglio Un marine Usa 8 settembre 23 settembre Settembre 13 ottobre 28 novembre 22 gennaio 4 giugno
nella giungla della
Nonostante gli Per la prima volta Gli alleati Inglesi e americani Benito Mussolini, Nuova Guinea. Il governo italiano Liberato dai Rappresaglia Il governo del Roosevelt, Gli alleati sbarcano Gli alleati entrano
ordini contrari dopo quasi venti completano la sbarcano in Sicilia. viene destituito annuncia di aver tedeschi dalla tedesca contro generale Badoglio Churchill e Stalin ad Anzio, a sud a Roma. Vittorio
di Hitler, l’armata anni si torna a conquista del Nord La difesa opposta e fatto arrestare firmato l’armistizio prigione del Gran i soldati italiani dichiara guerra si incontrano a di Roma. Aspri Emanuele III
di von Paulus scioperare in Italia: Africa, occupando dalle forze italiane dal re Vittorio 3 settembre con gli Alleati. Sasso (Abruzzo), bloccati nei all’ex alleata Teheran (Iran). Si combattimenti trasmette i poteri
si arrende ai gli operai del Nord la Tunisia: 291 mila e tedesche Emanuele III. Capo Il nuovo governo Un’armata Usa Mussolini fonda a Balcani, a Rodi, Germania. decide di invadere a Montecassino: al figlio Umberto II,
sovietici: 90 mila protestano soldati tedeschi è pressocché del governo Agosto - italiano firma sbarca a Salerno. Salò la Repubblica Corfù e Cefalonia l’Europa occidentale contro i tedeschi, che diventa
tedeschi vengono contro la guerra. e italiani vengono inesistente. italiano diventa il l’armistizio, sociale italiana. dopo l’armistizio: a nel maggio 1944. anche reparti del luogotenente del
fatti prigionieri. fatti prigionieri. generale Badoglio, novembre segreto, con gli decine di migliaia nuovo esercito regno. I tedeschi
il quale dichiara Gli americani alleati a Cassibile vengono uccisi italiano e reparti si attestano sulla
che l’Italia continua strappano ai (Siracusa). Le Mussolini o fatti prigionieri polacchi. “linea gotica”,
a combattere giapponesi molte armate inglesi appena e condotti tra Rimini e la
La caduta della Sicilia a fianco isole del Pacifico sbarcano liberato dai in Germania. Montecassino dopo costa toscana.
in una caricatura russa. della Germania. Sud-occidentale. in Calabria. tedeschi. i bombardamenti.

Focus 76 Focus 77
 La lotta partigiana
Soldati in borghese La gran de illusione
Ultimi giorni di lotta
A sinistra, un partigiano tenta di
scoprire un cecchino tedesco, a
Parigi. Sopra, un partigiano russo
festeggiato in un villaggio ucraino.
L’Italia
P
erché l’Italia entra
in guerra? In effetti nel
1940 l’Italia ha appena
concluso due
dispendiosi conflitti (la guerra
coloniale in Etiopia, l’appoggio
a Francisco Franco nella guerra
in Spagna), è un Paese privo
di tutte le materie prime
necessarie a una guerra (metalli,
carbone, petrolio) e delle risorse
finanziarie necessarie per
acquistarle, cioè oro. Come
mai allora il 6 giugno dichiara
guerra alla Francia e all’
Inghilterra, e in seguito alla
Grecia, all’Urss e agli Stati Uniti?
La risposta è in una serie di
l’Inghilterra e gli Stati Uniti.
Ritiene che questi ultimi non
entreranno mai in guerra accanto
agli inglesi, e comunque li giudica
incapaci di produrre qualcosa
di più di “lamette da barba”.
Inoltre, sottovaluta il fatto che
quando un popolo lotta per la
sopravvivenza (inglesi, russi,
greci) la sua capacità di resistenza
di fronte al nemico è centuplicata.
3. L’emulazione
Per non essere da meno di
Adolf Hitler, Mussolini avvia
progressivamente una sua
“guerra parallela” rispetto
a quella dei tedeschi e disperde
le poche e deboli forze su fronti
Le donne
Arruolate in
poco “costosa”, in termini sia
economici sia umani. L’Italia
potrà quindi sedere “al tavolo
della pace” e partecipare alla
fabbrica
P
divisione delle spoglie del nemico er difendere Leningrado, Donne in
pagando un prezzo irrisorio. i russi scavano intorno guerra
alla città 700-800 chilo-
Invece nel 1942 l’Italia è già metri di trincee e fossa- Donne
americane
sconfitta: perse le colonie ti anticarro. E’ un lavoro fatto lavorano al
dell’Africa orientale (Somalia, in poche settimane, dalle donne, montaggio
Eritrea, Etiopia) e la Libia, deve sotto il tiro delle artiglierie tede- di un carro
solo all’aiuto dei tedeschi il sche, mentre gli uomini combat- armato.
mantenimento delle conquiste in tono o continuano a far funziona- L’esercito
Grecia e in Jugoslavia. Alla fine re le fabbriche di armi. Sempre americano
dell’anno, quando i russi attacca- donne sono molti autisti dei mobilitò nel
no sul Don, decine di migliaia camion che, attraverso il lago La- corso della
di uomini sono costretti a una doga ghiacciato, riescono per un guerra oltre
12 milioni
disastrosa ritirata a piedi. Eppure certo periodo a rifornire la città. di uomini.

N ella seconda guerra

mondiale gli eserciti
di tutti i Paesi occupati
dall’Asse sono come
sdoppiati. All’esercito regolare
e in uniforme, che combatte sui
campi di battaglia, se ne affianca
sempre un altro più o meno
grande, segreto, in borghese,
che combatte alle spalle
dell’occupante: i partigiani.
E’ un fenomeno senza precedenti
perché nuovo è il tipo di guerra:
per la prima volta infatti
l’attaccante non vuole soltanto
la sconfitta e la resa del nemico,
ma la sua distruzione totale,
la scomparsa della sua
civiltà. E infatti i massacri
sono tali che si conia la parola
“genocidio”. Perciò tutti i mezzi
per resistere e indebolire
l’invasore sono buoni: attentati,
sabotaggi ai suoi trasporti e alle
sue comunicazioni, propaganda
clandestina, spionaggio.
● Qual è l’efficacia della guer-
ra partigiana? Varia a seconda
delle strategie e degli obiettivi. In
generale vale il principio che ogni
uomo e ogni mezzo impegnato
contro i partigiani è sottratto al
fronte di guerra, e gli stessi esper-
ti dell’Asse ritengono che, per
avere ragione delle formazioni
clandestine, occorra un rapporto
teorico di forze di dieci a uno:
in Jugoslavia, infatti, cinque
offensive italo-tedesche condotte
con 100 mila uomini non riesco-
no a sconfiggere 50 mila partigia-
ni e l’Italia da sola, per controlla-
re il territorio, impegna ben
17 divisioni. Le forze partigiane
in Italia, che si formano dopo
l’8 settembre, tengono impegnati
in permanenza reparti fascisti per
un totale di 200 mila uomini. In
Francia, dove i partigiani si sono
specializzati nel sabotaggio ai tre-
ni, i tedeschi sono costretti a pro-
curarsi 25 mila ferrovieri propri.
● Quanti sono i partigiani?
Proprio per la natura clandestina
e sfuggente di questi eserciti e
dei singoli componenti non è mai
stato possibile compilare
statistiche precise, ma certo
molti milioni. Per esempio, in
Urss si trasformano in partigiani
la maggior parte dei soldati
regolari tagliati fuori dai propri
reparti dalle avanzate tedesche.
In Jugoslavia quasi tutto
l’esercito si trasferisce nella
clandestinità dopo l’attacco
dell’Asse. Dati più precisi
esistono sui caduti tra i quali,
tuttavia, spesso vengono compre-
se le persone uccise per rappresa-
glia contro le azioni dei partigia-
ni. Nell’Europa occidentale
sarebbero morte comunque nella
guerra partigiana complessiva-
mente 300 mila persone, in
Russia, Bielorussia e Ucraina
4 milioni di persone, in Francia e
in Italia circa 50 mila persone.
errori militari, politici e strategici
commessi da Benito Mussolini,
capo del governo e del partito
fascista al potere. Vediamoli.
1. Le baionette
Mussolini si illude che a dare
la vittoria sia ancora il numero
di uomini che compongono un
esercito (“otto milioni di baionet-
te”) e non la qualità e la quantità
delle armi. Così, la marina italia-
na, pur avendo ottime navi, è
priva di portaerei, e l’aviazione
non ha caccia e bombardieri
di grande capacità e autonomia
per controllare il teatro di guerra
principale, il Mediterraneo.
L’esercito ha pochi carri armati
leggeri, che non possono compe-
tere, per corazzatura e armamen-
to, con quelli che la tecnologia
nemica è in grado di produrre.
2. La sottovalutazione del
nemico
Il duce non considera i legami
storici, economici e politici tra
molto lontani e diversi tra loro:
Russia, Grecia, Africa orientale e
settentrionale, penisola balcanica.
4. La guerra breve
E’ l’errore principale:
soltanto nel luglio del 1943, dopo
lo sbarco alleato in Sicilia, i capi
dell’esercito e la monarchia
decidono di eliminare dalla scena
politica e militare Mussolini e
abbagliato dai successi della il fascismo, per far uscire l’Italia
Germania e del Giappone, dalla guerra. Lo fanno però nel
Mussolini crede che essi modo peggiore: arrestano il duce
vinceranno senz’altro, che la e annunciano l’armistizio
guerra sarà molto breve e quindi con gli Alleati senza preoccuparsi
della reazione dei tedeschi,
Il nemico ora diventati nemici: non
ti ascolta vengono dati ordini all’esercito
e sono trascurati migliaia
Manifesto di soldati in Grecia e in
fascista di
propaganda Jugoslavia, che dovranno così
contro lo subire sanguinose rappresaglie.
spionaggio. Il governo abbandona Roma
I regimi e i tedeschi occupano l’Italia
totalitari centro settentrionale, dove
stroncavano Mussolini fonda, sotto il loro
ogni forma controllo, la Repubblica sociale
di libertà, italiana. Durerà, con sofferenze
soprattutto terribili per la popolazione,
quella
di parola. fino al 25 aprile del 1945, quando
arrivano gli Alleati.
● In precedenza le donne
avevano dato un contributo allo
sforzo del proprio Paese in
guerra, sostituendo gli uomini nei
campi e nelle fabbriche, ma è
solo con la seconda guerra mon-
diale che esse affrontano l’espe-
rienza del fronte. Negli Stati
Uniti le donne che entrano nelle
fabbriche di armi al posto degli
uomini sono alcuni milioni, in
Inghilterra l’occupazione femmi-
nile aumenta di circa un terzo.
● Tutti gli eserciti costituisco-
no reparti di ausiliarie che opera-
no nelle immediate retrovie del
fronte, nei servizi, nell’ammini-
strazione, ma anche con compiti
più strettamente connessi alle
operazioni belliche (come la ma-
nutenzione di armi e automezzi).
Questi reparti rappresenteranno
il primo passo verso la presenza
femminile permanente nelle
forze armate. Anche nelle
forze armate della Repubblica
sociale italiana sono presenti
reparti di ausiliarie.
● Nella guerra partigiana,
per la maggior facilità con cui
possono superare posti di blocco
e controlli, le donne sono addette
ai collegamenti, portano ordini
da un reparto all’altro, rifornisco-
no di cibo e armi gli uomini alla
macchia, diffondono materiale
propagandistico. Spesso sono an-
che in prima linea. Questo acca-
de in misura maggiore dove mas-
se ingenti di popolazione sono
coinvolte nella nuova forma di
lotta, come nei Paesi dell’Europa
orientale e balcanica e in Asia. In
alcuni Paesi l’esperienza di com-
battimento che esse acquisiscono
si rivelerà preziosa nei conflitti
locali, che esploderanno dopo
la conclusione della guerra. ■

1944 Truppe alleate

1945
6 giugno 14 giugno 18-22 giugno sbarcano nel sud 4 febbraio 7 marzo 21 aprile 27 aprile 30 aprile 7 maggio 6-9 agosto 2 settembre
Operazione I tedeschi Grande battaglia della Francia. A Yalta (Crimea) Gli americani, dopo Gli alleati risalgono Mussolini tenta di Berlino è L’ammiraglio Per costringere il Nella baia di Tokio,
“Overlord”: migliaia bombardano aero-navale tra si incontrano aver liberato tutta quasi per intero la fuggire in Svizzera. accerchiata dai Doenitz, Giappone alla resa, sulla corazzata
di navi provenienti Londra con i missili Usa e Giappone Stalin, Roosevelt la Francia, varcano penisola, sfondano Lungo la strada, russi: chiuso successore di gli americani Missouri, sfuggita
dalle coste inglesi V1, inventati da alle isole Marianne: 6 settembre e Churchill: si il fiume Reno la linea gotica e sul lago di Como, nel bunker della Hitler, firma la resa lanciano due all’attacco di
sbarcano un milione Wernher Von Braun. agli americani il Il tedeschi stabiliscono ed entrano raggiungono viene riconosciuto cancelleria, incondizionata bombe atomiche, Pearl Harbor,
di combattenti controllo bombardano le strategie per in Germania. la pianura padana. dai partigiani, è Hitler si suicida. della Germania. una su Hiroshima e i plenipotenziari
inglesi, americani, del 15 agosto 25 agosto Londra con una l’ultima fase della arrestato e viene una su Nagasaki. giapponesi firmano
francesi, polacchi, Pacifico. Gli alleati sbarcano Dopo l’insurrezione versione guerra e la fucilato la resa del loro
canadesi sulle sulla costa partigiana, il perfezionata sistemazione il giorno dopo. Paese. Finisce
spiagge della Bunker mediterranea della generale De Gaulle di bomba del mondo, con La resa del la seconda
Normandia. E’ tedesco Francia, liberando entra a Parigi a volante, la V2. le rispettive zone Giappone, sulla guerra mondiale.
l’inizio della sulla Grenoble, capo dell’esercito di influenza, Wesel, marzo ‘45: una famiglia corazzata
battaglia d’Europa. Manica. Lione e Tolone. di liberazione. dopo il conflitto. tedesca in un cratere di bomba. Missouri.

Focus 74 Focus 75

? DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono a disposizione dei lettori. Poiché non è possibile
rispondere a tutti, daremo la preferenza alle domande di interesse più generale.
Le risposte sono preparate dalla redazione; nei casi in cui si è fatto ricorso
a un esperto, il suo nome è indicato. Non si danno risposte private. Scrivere a
FOCUS, Gruner und Jahr/Mondadori, Corso Monforte 54 - 20122 Milano.
Come fanno le api a produrre miele?
Domanda posta da Vasco Mangiaferro di Firenzuola (Fi).
L e materie prime per il
miele sono sostanze
zuccherine reperibili in
natura: nettare dei fiori o
melata, una secrezione
prodotta da insetti che si
nutrono della linfa delle
Perché i corpi celesti
ruotano su se stessi?
Domanda posta da Sabrina Mangiaferro di Firenzuola (Fi).
I n base alla teoria del
Big Bang, l’energia dell’
esplosione iniziale è ser-
vita per dotare di movi-
mento la materia primor-
diale che componeva l’u-
niverso. Una delle leggi
fondamentali della fisica
stabilisce che, in un qual-
siasi insieme isolato, la
quantità di moto com-
plessiva deve rimanere
costante. In altre parole,
se un oggetto dell’insie-
me diminuisce il proprio
movimento, ci dovrà es-
sere un altro oggetto del-
Focus 82
piante. Sono raccolte dal-
le api bottinatrici, che le
immagazzinano nella bor-
sa melaria. La tasca ha u-
na capacità di circa 70 mil-
ligrammi. Tornate al fa-
vo, le bottinatrici passano
il carico alle ope-
raie e il nettare
viene trasferito da
un ape all’altra. A
ogni passaggio è
arricchito con le
secrezioni della
bocca, ricche di
A sinistra:
sopra, il bombo
e, sotto,
l’Anthophora.
Come le api,
producono
anch’essi miele,
ma in piccole
quantità, e lo
raccolgono
nei nidi che
costruiscono
nella terra.
lo stesso insieme che lo
aumenti, così che la quan-
tità di moto totale riman-
ga la stessa. Pertanto,
quando l’insieme di ato-
mi e molecole si è adden-
sato a formare i pianeti e
il Sole, la quantità di mo-
to degli atomi e delle mo-
lecole non è scomparsa,
ma si è “trasmessa” ai
pianeti e al Sole stessi,
dotandoli degli unici due
movimenti che un corpo
rigido può compiere: tra-
slazione nello spazio e ro-
tazione su se stesso.
enzimi. Le operaie de-
pongono la goccia in una
cella e, agitando le ali,
fanno evaporare l’acqua
in eccesso. Grazie agli en-
zimi della saliva, il miele
matura e dopo qualche
giorno è pronto.
Altri icneumonidi (la
famiglia delle api) posso-
no producrre miele: sono
il bombo (“Bombus ter-
restris”) e l’Anthophora
(“Anthophora acervo-
rum”).
E’ vero che la durata
dell’inverno diminuisce?
Domanda posta da Luana Feletto di Ormelle (Tv).
N ell’emisfero nord, sì. Bi-
sogna precisare che l’in-
verno è più corto dell’estate
(89 giorni, contro 93 giorni e
15 ore). Il motivo? La Terra
corre più veloce quando è
più vicina al Sole (seconda
legge di Keplero) e questo
succede proprio tra il 21 di-
cembre (solstizio d’inverno)
e il 21 marzo (equinozio di
primavera). Fa più freddo
perché l’asse terrestre è in-
clinato, i raggi so-
lari arrivano più
obliqui e quindi
scaldano meno. Al
perielio, dove la vi-
cinanza è massima,
anche la velocità è
massima. L’incli-
nazione dell’asse
terrestre però va-
ria. A causa del-
l’attrazione del So-
le e della Luna, co-
me una trottola,
l’asse descrive un
cono in circa 28
mila anni: si incli-
na progressiva- Ecco dove si trova la Terra agli equinozi e solstizi. Per le stagioni,
mente da una par-
te, poi ruota fino a freddo anche se il pianeta è più vicino al Sole (l’orbita appare
inclinarsi dalla par- più schiacciata rispetto alla realtà a causa della prospettiva).
Che cosa è raffigurato
nel simbolo della pace?
I
Domanda posta da Domenico Moscato di Agrigento.
l segno usato attualmen-
te per simboleggiare la
pace nacque in realtà co-
me simbolo della campa-
gna per il disarmo nuclea-
re. Fu creato nel 1958 da
Gerard Holton, che fu tra
gli organizzatori di una del-
le prime marce anti-
nucleari, in Inghilter-
ra. Per il simbolo,
Holton scelse il segno
che, nell’alfabeto ru-
nico delle antiche po-
polazioni germaniche
e scandinave, rappre-
senta la morte: si trat-
ta infatti di un alfabe-
to oltre che fonetico,
ideografico, i cui se-
gni cioè rappresenta-
no anche idee.
Successivamente,
nel simbolo sono state
te opposta. Questo vuol di-
re che per ora l’emisfero bo-
reale progressivamente si
“sporge” un po’ di più verso
il Sole. La conseguenza è
quasi insignificante, ma c’è:
l’equinozio di primavera av-
viene ogni anno un istante
prima dell’anno preceden-
te (si chiama proprio pre-
cessione degli equinozi), e
così anche il solstizio d’in-
verno. L’emisfero boreale
Solstizio
d’estate
21-22 giugno
ciò che conta è l’inclinazione dell’asse: infatti in inverno fa
viste altre rappresentazio-
ni, come un fucile spezzato,
un feto rovesciato, cioè
morto (a causa delle radia-
zioni) dentro l’utero ma-
terno, o ancora un fungo
atomico stilizzato e rove-
sciato anch’esso.
comincia a percorrere il
tratto di orbita “invernale”
sempre un po’ prima e ne
esce un po’ prima (appena
20 secondi l’anno). Così, il
periodo invernale coincide
sempre più con il tratto di
orbita più vicino al perielio,
dove la Terra corre di più.
Questo continuerà fino a
quando la rotazione conica
dell’asse sposterà il solstizio
e l’equinozio in modo che il
perielio si trovi a metà stra-
da: secondo il calcoli tra cir-
ca duemila anni l’inverno
avrà la durata minima, 88
giorni e 13 ore. Poi tornerà
ad allungarsi.
Equinozio di primavera
21-22 marzo
Solstizio
d’inverno
21-22
dicembre
Equinozio di autunno
22-23 settembre
COME FUNZIONA Il telefono cellulare: tutto sulle onde radio
Migliaia di antenne
in tutta Italia
Segnale di
controllo
Celle:
porzioni di territorio
controllate ognuna da
una singola antenna
Astazioni
lcune migliaia di antenne
radio e un centinaio di
di commutazione
fanno funzionare in Italia
quasi due milioni e mezzo di
telefoni cellulari della Tele-
com, collegandoli anche al-
le reti estere. Ogni antenna
copre un’area (da poche
centinaia di metri ad alcuni
chilometri quadrati). Le sta-
zioni di commutazione sono
centrali collegate alla nor-
male rete telefonica, e smi-
stano le chiamate: a ognuna
di esse fanno capo tutte le
antenne che si trovano in
una determinata area. Il fun-
zionamento della rete si ba-
Come si scopre il
gruppo sanguigno?
Domanda posta da Federico
Lista di Casalvelino (Sa).
Idalscopre
gruppo sanguigno si
unendo il sangue
esaminare con sangue
di gruppo noto: se sono in-
compatibili, i globuli rossi
si raggrumano (agglutina-
zione). Ogni gruppo ha
particolari antigeni e anti-
Rete Segnale di corpi contro gli antigeni
Telefono
cellulare
telefonica
fissa
controllo che non ha. Un esempio:
1) il sangue A ha antigeni
A e anticorpi anti-B; 2) il
sangue B ha antigeni B e
anticorpi anti-A. Se un
sangue sconosciuto è mes-
so a contatto con sangue
di tipo A e si ha l’aggluti-
nazione, vuol dire che gli
anticorpi anti-B del sangue
noto hanno trovato antige-
ni B sul sangue in esame:
cioè questo è del gruppo
B. Gli altri gruppi sangui-
gni sono AB (ha antigeni
A e B e nessun anticorpo)
e il tipo 0 (non ha antigeni
e ha anticorpi A e B).
Come si forma
la schiuma con
i tensioattivi?
Domanda posta da
Gaetana Fanizzi di Bari.
Lfattaainschiuma è aria chiusa
una sfera (la bolla)
del liquido in cui essa
nasce. Se si agita acqua pu-
ra si forma schiuma, che
però scompare presto. Que-
sto per un fenomeno detto
Stazione di commutazione:
mette in collegamento
tensione superficiale: le mo-
lecole dell’acqua si attrag-
le antenne radio Antenne radio: gono l’un l’altra con una
permettono il collegamento
con la rete telefonica certa forza. Poiché le mo-
sa su tre meccanismi
principali: 1, ogni telefono,
anche chiuso nella borsa, è
via onde radio tra la
stazione di commutazione
e il telefonino cellulare
lecole della superficie sono
attratte da quelle sottostan-
sempre in contatto con l’an- ti, la superficie stessa si ap-
tenna più vicina per mezzo piattisce subito. Le mole-
di un segnale di controllo: cole dei tensioattivi (si ri-
lo emette l’antenna e viene cavano, per esempio, da gli-
“sentito” dal telefono; 2, cerina oppure acido oleico)
ogni telefono fa capo a una azione, e comunica alle ri- di appartenenza del telefo- hanno una forza di attra-
stazione di commutazione: spettive stazioni di apparte- no chiamato, e lo fa attra- zione minore delle moleco-
questa sa il nome del pro- nenza di averli per il mo- verso la normale rete telefo-
prietario, il numero e altri mento sotto il suo controllo. nica. L’ultimo passo: la sta- le dell’acqua. Unite a que-
codici di identificazione e Quando si forma un numero zione di commutazione cer- ste, perciò, fanno diminuire,
tiene i conti delle telefonate; su un cellulare, il segnale ar- ca, tra le sue, l’antenna alla “rompono”, la tensione su-
3, ogni sta- zione di commu- riva all’antenna più vicina e quale il telefono è aggancia- perficiale: le molecole sot-
tazione riconosce i telefoni da questa alla stazione di to in quel momento, effet- tostanti non hanno forza
che non le appartengono, commutazione più vicina. La tua il collegamento e final- sufficiente per attrarre
ma che si trovano casual- stazione, a sua volta, avvia la mente i due abbonati pos- quelle superficiali e le bolle
mente nel suo raggio di comunicazione alla stazione sono parlare. sono più numerose e dura-
no di più.
Focus 83
? DOMANDE&RISPOSTE
Fa male bere
l’acqua di mare?
Domanda posta da
Daniela Barbini di Modena.
Risponde Franco
Mantovani, urologo.
L’ acqua di mare, se be-
vuta al posto dell’ac-
qua dolce, provoca la di-
sidratazione a causa dell’
elevata quantità di sali in
essa disciolti (35 grammi
per litro contro un deci-
mo di grammo nell’acqua
di fiume). Nel nostro or-
ganismo sali e acqua so-
no in equilibrio osmoti-
co. Questo significa che
la concentrazione di sali
nell’acqua tende a essere
uniforme: se all’interno
delle cellule c’è più sale
che nel plasma, l’acqua
del plasma penetrerà nel-
le cellule fino a che l’e-
quilibrio non sia ristabili-
to, mentre se la concen-
trazione è più elevata nel
plasma le cellule si svuo-
teranno cedendo acqua
al plasma. Così se assu-
miamo acqua priva di sa-
li le cellule si gonfiano,
mentre se l’acqua è trop-
po salata le cellule si
svuotano dell’acqua che
contengono per cederla
al plasma e si atrofizza-
no. L’organismo, in con-
seguenza della disidrata-
zione, entra in uno stato
di tossicosi e se si intro-
duce altra acqua salata
invece di quella dolce su-
bentrano gravi disfunzio-
ni renali dalle quali, alla
fine, deriva la morte.
La preparazione delle ostie in un convento.
Focus 84
Come funziona la Tv
a pagamento?
Domanda posta da Mario Malvasi di Bernalda (Mt).
Lnormali
e televisioni a paga-
mento (Pay-tv) sono
emittenti televisi-
ve. Il loro segnale, però,
non è traducibile imme-
diatamente in immagini e
suoni dai normali televiso-
ri, ma è “codificato” e
quindi leggibile soltanto
dai televisori che dispon-
gono di un particolare ap-
parecchio, chiamato deco-
der. Questo viene dato in
noleggio all’abbonato dal-
la società che gestisce la
Pay-tv. Ogni rete di Pay-
tv, prima di emettere il se-
A che cosa è dovuto
il colore rosso del fuoco?
Domanda posta da Vittorio Tenerini di Piegaro (Pg).
U na sostanza riscalda-
ta emette energia sot-
to forma di radiazione lu-
minosa, cioè luce, il cui
colore dominante cambia
gradualmente dall’infra-
rosso all’ultravioletto man
mano che la temperatura
della sostanza aumenta.
La temperatura dei com-
bustibili più comuni è tale
che le particelle di carbo-
nio di cui essi sono fatti
emettono luce rossa. Ma
la colorazione della fiam-
ma dipende anche dalle
altre sostanze che parte-
cipano alla combustione.
gnale all’esterno, lo fa pas-
sare attraverso un appa-
recchio costituito da una
serie di circuiti elettronici,
che lo codificano: per e-
sempio, invertono le im-
magini, trasformandole da
positive in negative; oppu-
re le scompongono oriz-
zontalmente.
Inoltre, nascondono l’
audio con un fruscio. Al
segnale della trasmissione
ne viene aggiunto un altro
che contiene tutti i codici,
diversi l’uno dall’altro, dei
decoder degli abbonati.
Infatti, le molecole di al-
cuni elementi possiedono
un eccesso di energia, che
liberano sotto forma di
radiazione luminosa, ca-
ratteristica di ogni ele-
mento. Così, per esempio,
il sodio genera una fiam-
ma gialla, il potassio una
fiamma rosa, il bario ver-
de, il metano azzurra e
così via. La combustione
dell’idrogeno puro forma
invece una fiamma invi-
sibile, perché la luce e-
messa è ultravioletta, e i
nostri occhi non possono
percepirla.
Da quando si usa l’ostia
nell’Eucarestia?
Domanda posta da Luigia Donato di Terranova di Sibari (Cs).
Lin quanto
a parola ostia viene dal
latino hostia, “vittima”,
il pane rappre-
senta nell’Eucarestia il cor-
po di Gesù, vittima sacrifi-
cale. La trasformazione dal
pane dei primi cristiani alla
sottile sfoglia di fior di fari-
na non avvenne in un mo-
Quando un decoder rice-
ve il segnale della stazione
emittente attraverso la
normale antenna, legge
anzitutto la parte conte-
nente i codici e verifica se
fra di essi c’è quello che la
società ha assegnato al-
l’abbonato. In caso affer-
Perché la sauna
fa bene?
Domanda posta da
Anthony Mocci di Bologna.
N ella sauna si raggiun-
gono temperature va-
rianti da 45 a 90-100 gradi,
a secondo dell’altezza alla
quale sono situate le pan-
che (quelle più alte sono
più calde). L’umidità è di
circa il 45 per cento, an-
che in questo caso con va-
riazioni in rapporto al li-
vello della panca.
Nella sauna non si per-
de grasso, ma solo sudo-
re: ci si disidrata al punto
da registrare un calo di pe-
so da 600 a 1500 grammi
in una sola seduta e dopo,
bevendo, si devono ripor-
tare le riserve idriche del-
l’organismo alla norma-
lità. Gli effetti positivi so-
no altri: con il sudore ven-
gono espulse scorie dall’
organismo e la pelle alla
fine è più pulita. Il calore,
a sua volta, rilassa i mu-
mento preciso, ma con un
passaggio lento e gradua-
le. Fin dall’inizio il pane
con cui veniva celebrata
l’Eucarestia era piuttosto
piatto, perché si trattava di
pane azimo, non lievitato,
che non si gonfia con la
cottura. A partire dal IV
mativo fa passare il segna-
le attraverso i suoi circuiti
elettronici, che compiono
l’operazione inversa ri-
spetto alla codifica iniziale
e lo invia al televisore. Il
segnale può così arrivare
finalmente allo schermo
in modo corretto.
Una sauna: più caldo
sulle panche più alte.
scoli, facilitando lo smal-
timento di acido lattico.
Inoltre, i bruschi cambia-
menti di temperatura fan-
no dilatare e restringere le
arterie, aumentandone l’e-
lasticità. La sauna è scon-
sigliata a chi ha la pressio-
ne troppo alta o troppo
bassa, a chi ha una costi-
tuzione debole, a chi sof-
fre di varici, di malattie re-
nali o cardiache e alle
donne in gravidanza.
secolo dopo Cristo si co-
minciò a diffondere l’uso
di custodire in Chiesa il pa-
ne consacrato, e probabil-
mente in questo periodo
l’ostia divenne più sottile e
più piccola per facilitare la
conservazione. Secondo al-
cuni già nel VI secolo do-
veva avere dimensioni si-
mili a quelle attuali, ma al-
meno fino al Medioevo
continuarono a coesistere
forme diverse, come l’uso
di ostie più grandi da divi-
dere tra i fedeli.
? DOMANDE&RISPOSTE Nel deserto gli abiti blu
non tengono caldo?
Come si davano gli ordini in battaglia ? Domanda posta da Luca Casagrande di Orte (Vt).
Risponde Giovanna Soldini, etnologa.
Domanda posta da Vincenzo Fantone di Isernia.

D all’antichità e fino al-

l’avvento dei sistemi
elettrici, le tecniche di co-
municazione in battaglia
non subirono mutamenti
radicali. Poiché anche nel
Medioevo le battaglie si
svolgevano in zone di ter-
ritorio limitato, per le bre-
vi distanze si davano gli or-
dini ai vari reparti (caval-
leria, arcieri, fanteria) per
avanzare, caricare, aggirare
il nemico, a voce, con
trombe e con bandiere. Se
la distanza cresceva, si usa-
vano messaggeri a piedi o a
cavallo, o anche segnali fat-
ti con fuochi accesi su torri
e in punti sopraelevati. Sol-
tanto Gengis Khan (1167-
COME SI DIVENTA...
CRIMINOLOGO
Studi di legge
o medicina
● Ci si può laureare in
giurisprudenza, scienze
politiche, medicina oppure
psicologia e poi iscriversi
a una scuola di specializ-
zazione in criminologia. A
Genova c’è una scuola di
perfezionamento in crimi-
nologia clinica (tel. 010/
20.99.625), che fa capo alla
facoltà di medicina, dura
tre anni (10 posti circa) e
ha due indirizzi: uno me-
dico e psichiatrico-foren-
se, uno sociopsicologico.
Per accedervi bisogna es-
sere laureati in medicina,
psicologia o in materie u-
manistiche e superare un
esame. Altre scuole di per-
fezionamento in crimino-
logia sono a Bari (facoltà
di medicina, 080/27.81.11)
e a Roma La Sapienza
(06/49.91.04.76, in diritto
penale e criminologia).
A Bologna (facoltà di
scienze politiche) si tiene
ogni anno un corso di per-
fezionamento sulla sicu-
rezza e l’investigazione
(051/64.03.255). E’ aperto
Focus 86
1227), sviluppò in massimo
grado l’uso dei piccioni
viaggiatori, che pure erano
conosciuti anche dagli an-
tichi egizi. Nel Medioevo
declinò invece l’uso di mes-
saggi cifrati, che invece
condottieri come Cesare e
Augusto avevano usato si-
stematicamente. A partire
dal Seicento, con la nascita
dei veri e propri eserciti na-
zionali, si cominciarono a
redigere codici di comuni-
cazione validi per le varie
specializzazioni, in partico-
lar modo per le navi, che
usavano bandiere in nu-
mero e colore prestabilito
o cime mosse secondo le
convenzioni.
ai laureati di tutte le facoltà
(circa 30 posti all’anno).
C’è anche un dottorato di
ricerca in criminologia
(051/20.99.620), conven-
zionato con l’istituto di di-
ritto penale di Bari: tre an-
ni per tre laureati, che ri-
cevono una borsa di studio
dopo un esame.
Un dottorato (quattro
anni) in scienze criminolo-
giche è attivo all’università
di Modena, con sedi anche
a Genova, Torino, Milano
e Padova. La Rassegna ita-
liana di criminologia, edita
da Giuffrè (02/38.08.91.40),
organo ufficiale della So-
cietà italiana di criminolo-
gia, pubblica i calendari dei
corsi e dei convegni.
GUIDA ALPINA
Un impegnativo
apprendistato
● Esistono appositi cor-
si nazionali, organizzati o-
gni anno dall’Associazione
guide alpine italiane di
Omegna (tel. 0323/63.409),
una sezione del Club alpi-
no italiano. Vi si accede
dopo un esame teorico e
pratico di arrampicata su
Una battaglia durante la
guerra dei Cento anni
(1337-1453): nel Medioevo
in guerra crebbe il ruolo
della cavalleria rispetto
alla fanteria, che
spesso era male armata.
roccia, uso dei ramponi sul
ghiaccio, sci-alpinismo, che
dura quattro giorni e che
presuppone una prepara-
zione fisica adeguata. L’a-
spirante guida deve inoltre
presentare un curriculum
con l’elenco delle ascen-
sioni degli ultimi tre anni.
Se supera queste prove, il
candidato viene ammesso
al corso di formazione per
guida alpina-maestro di al-
pinismo che si svolge in tre
mesi, distribuiti su tre anni.
Dopo due mesi di eserci-
tazioni (di solito alla fine
del secondo anno) si di-
venta aspirante guida; c’è
poi un intervallo di un an-
no per svolgere l’appren-
distato e seguire le ultime
settimane di corso, che si
concludono con il brevetto
di guida alpina-maestro di
alpinismo. Oltre ai corsi
nazionali, ci sono quelli
provinciali del Trentino
Alto Adige e quelli regio-
nali della Val d’Aosta. Per
legge, soltanto chi ha con-
seguito la specializzazione
è autorizzato a esercitare
la professione e condurre
gli escursionisti nelle sca-
late e nella pratica dello
sci-alpinismo.
Inocolori scuri assorbono sì
il calore, ma non lascia-
passare i raggi del sole;
infatti un ombrellone scu-
ro fa più ombra di un om-
brellone bianco. L’impor-
tante, per non avere cal-
do, è quindi di non mette-
re il tessuto scuro diret-
tamente a contatto con la
pelle. E così fanno i tua-
reg, che portano diversi
strati di vestiti e solo quel-
lo più esterno di solito è
scuro. Si tenga comunque
presente che, contraria-
mente a ciò che si crede, i
nomadi del deserto impie-
gano anche colori chiari.
Gli abiti a strati funziona-
no da isolante e permet-
tono di mantenere nor-
male all’interno la tempe-
ratura corporea (mentre
Che cosa è
l’iperspazio?
Domanda posta da
Marco Pieretti di Osimo (An).
L’ iperspazio è un’in-
venzione fantascien-
tifica degli anni Trenta.
Vent’anni prima Albert
Einstein aveva dimostra-
to che la massima velo-
cità possibile è di 300 mi-
la chilometri al secondo,
e questo significava che
un’astronave avrebbe im-
piegato anni per raggiun-
gere anche le stelle più vi-
cine: in pratica, la scienza
proibiva le avventure
spaziali. Allora alcuni
scrittori ebbero l’idea di
far viaggiare le astronavi
in una “dimensione” al-
ternativa, nella quale la
velocità della luce non
fosse più un limite, e chia-
marono iperspazio que-
sta dimensione. Dal pun-
to di vista della fisica,
però (tralasciando le co-
struzioni teoriche pura-
mente geometriche, che
contemplano più di tre
dimensioni), non esiste
conferma dell’esistenza
di spazi diversi da quello
che conosciamo.
nell’ambiente esterno d’e-
state si raggiungono i 50
gradi) e sono utili anche
per trattenere l’umidità
del corpo.
Due tuareg nel Sahara:
nel deserto è importante
mantenere la tempertura
corporea più bassa
di quella esterna.
Come fanno a
scaldare le stufe
catalitiche?
Domanda posta
da Giuliano Borrelli
di Fara d’Adda (Bg).
Lun alamaterassino
parte principale del-
stufa è costituita da
poroso
di silicio, protetto da una
griglia. Su questo viene
fatta passare una misce-
la di ossigeno e gas di pe-
trolio liquefatto. Inizial-
mente una fiammella in-
cendia la miscela, che
scalda il materassino. Poi
la fiamma si spegne, ma
la combustione della mi-
scela continua, perché il
materassino con il suo
calore iniziale funge da
catalizzatore e favorisce
la reazione delle mole-
cole di gas e di ossigeno.
Il calore prodotto dalla
reazione, anziché for-
mare una fiamma, viene
ceduto al materassino,
che lo irraggia nell’am-
biente. Le stufe cataliti-
che raggiungono tempe-
rature superiori alle co-
muni stufe a gas.
 ☞ H I G H T E C H
DALL' ITALIA E DAL MONDO
Sempre
tutto a fuoco
C aratterizzata da un praticis-
simo monitor a colori in cri-
stalli liquidi, che permette di vi-
sualizzare al meglio le immagini,
la videocamera CCD-FX730V
permette di ottenere risultati
professionali grazie a un aggior-
natissimo sistema di messa a
fuoco, in grado di cogliere sem-
pre nel modo migliore anche
soggetti in rapido movimento, e
alla regolazione contemporanea
del diaframma e della velocità
dell’otturatore digitale. Realizza-
ta dalla Sony (tel. 02/61.83.81),
costa 2 milioni Iva inclusa.
Per riciclare
il giardino
Egiardino
liminare sterpaglie e
sminuzzare i rifiuti del
è facile grazie al bio-
trituratore AXT 2000. Dotato
di un motore da 2200 Watt, in
un’ora è in grado di trasforma-
re in modo discreto e silenzio-
so fino a 100 kg di rami o 125
kg di arbusti in un fine
materiale di compostaggio.
Realizzato dalla Bosch
A cura di Mariella Sandrin con M. Maggiore, A. Mazzucchelli, L. Valtorta
(tel. 02/76.00.14.85), il
biotrituratore è anche
facilmente spostabile nel
giardino grazie alle larghe ruote
e alla solida impugnatura.
Costa 963 mila lire.
Non soltanto sicuri,
ma anche piacevoli
Nuovi caschi
per moto & C.
S ulle due ruote la sicurezza è
importante, a incominciare
dal casco. Frutto della più avan-
zata tecnologia, i Chesterfield
Helmets sono caschi che affian-
cano all’alto standard qualitativo,
che garantisce il massimo della
protezione, uno stile inconfondi-
bile grazie alla linea grintosa
e a soluzione grafiche moderne
e accattivanti. Realizzati con
policarbonato inattaccabile da
solventi, rifiniti in tessuto velour
traforato, con chiusura
automatica a scatto e tutte
le caratteristiche e tecniche di
un prodotto di alto livello,
Stampare a 16 milioni di colori
S tampare fotografie elaborate al
computer ottenendo un’imma-
gine di qualità praticamente iden-
tica all’originale e a prezzi conte-
nuti? Ci pensa Primera, della ATD
Sopra, la
stampante
Primera; a destra,
la stampante
Epson Stylus
Color. Due ottime
soluzioni per
riprodurre a colori
le immagini
elaborate
al computer.
Il modello Pig Skin. Il modello Rebel.
questi caschi sono estremamente (tel. 0583/98.00.02), sono adatti
resistenti agli urti, come per moto da strada, motocross
confermano i risultati delle ed enduro, e disponibili in
rigorose prove strutturali cui una decina di modelli, integrali
sono stati sottoposti. Prodotti e
distribuiti dalla Bieffe Helmets
e non, con prezzi che vanno
dalle 130 alle 250 mila lire.
(tel. 02/99.02.59.57) che ha una ri-
soluzione di 600x300 punti per pol-
lice. Può stampare a getto d’in-
chiostro o, sostituendo il nastro e la
carta, col più sofisticato sistema a
sublimazione impiegato nel-
le stampanti professionali.
Costa 1.800.000 lire.
Notevole anche la resa
della nuova Epson Stylus
Color, che grazie agli spe-
ciali inchiostri e alla carta
messi a punto dalla stessa
casa giapponese può stam- Jurassic Park
pare 16 milioni di colori.
Prodotta dalla Epson (tel. 02/
26.23.31), è in grado di stam-
salvaschermo
pare anche su carta norma-
le e costa 1.100.000 lire. Q uando il computer non lavo-
ra, anziché mantenere sullo
schermo l’immagine fissa, entra
automaticamente in azione un
programma che crea immagini
in movimento per salvaguarda-
re il monitor. Asymetrix ha mes-
so in commercio un salva scher-
mo su Cd-Rom tratto da Jurassic
Park. Costa 45 mila lire. Per ul-
teriori informazioni: Image Ti-
me, tel. 02/55.18.02.07
☞ H I G H
Novità per provetti velisti
Tute da deriva
pratiche e leggere
M assima leggerezza, minimo
impaccio, minima resistenza
al vento e massima facilità di
manutenzione sono le principali
caratteristiche delle nuove tute
da deriva della Franco Pivoli.
Sono realizzate in multiprem,
un nuovo materiale composito,
frutto della ricerca italiana,
estremamente leggero e molto
flessibile. Al suo interno una
Con un Cd-Rom
nel portatile
G rande come un libro, Newchip
CD book è un computer Ibm
compatibile dotato di un proces-
sore da 8 a 32 Mb di memoria. Ha
lo schermo a colori e un lettore di
Cd-Rom incorporato. E’ prodotto dal-
la Radarchim (tel. 02/58.30.39.29),
e il prezzo parte dai
9 milioni.
T E C H
membrana di poliuretano lo
rende traspirante e impermeabile.
Per ciò che riguarda la manuten-
zione, hanno soltanto
bisogno di essere sciacquate con
acqua dolce e lasciate asciugare
all’ombra. Realizzate dalla
Franco Pivoli (tel. 02/58.10.40.05),
queste tute costano dalle 220
alle 365 mila lire, a seconda dei
modelli e delle taglie.
L’orologio-
bussola
della
Casio.
Per
non perdersi
P rezioso al polso di chiunque
faccia trekking, vela, ciclo-
turismo o semplici passeggiate
all’aria aperta, Casio CPW-100
è un orologio-bussola sensibile
a qualsiasi cambiamento di di-
rezione. Dotato di luce per let-
tura notturna, costa circa 200
mila lire. Per informazioni: Lo-
renz, telefono 02/76.01.31.55.
Un computer
per fotografare
C apacità di memorizzare imma-
gini ad alta definizione su sche-
de estraibili, batteria molto poten-
te e microfono incorporato per in-
serti sonori sono solo alcune della
caratteristiche della macchina fo-
tografica Kodak DCS 460, adatta-
bile anche alla reflex 35 mm Nikon
F90. Realizzata dalla Kodak (tel.
02/66.02.85.22), costa 32 mila
dollari, circa 71 milioni di lire.
Disponibili in taglie dalla 40
alla 56, queste tute sono
realizzate in diversi modelli.
Una scarpa
gonfiabile
Tpumpecnologia innovativa e design ag-
gressivo caratterizzano Insta-
serie di camere d’aria che possono
essere gonfiate manualmente op-
Fury, la nuova scarpa da jog-
ging della Reebok. Un modello in
grado di assicurare la massima
pure usando una cartuccia conte-
nente anidride carbonica pressuriz-
zata. Prodotte dalla Reebok (tel.
aderenza della calzatura al piede e
un maggiore comfort grazie a una
039/28.40.815), queste scarpe co-
stano circa 300 mila lire.
Trovare la strada con l’autoradio
LMaa303
nuova autoradio Berlin RCM
A non è solo un’autoradio.
videocassette e Cd (sistemati nel
bagagliaio). Come se non bastasse
è anche un monitor tv, può
memorizzare numeri telefonici e
permette di vedere e ascoltare
è anche dotata di un sistema di
navigazione, collegato ai satelliti
GPS, che calcola il tragitto più ve-
loce e fornisce anche consigli
a ogni nodo stradale. Per il
momento questo sistema di
navigazione è disponibile solo
in Germania, ma si sta già
lavorando a una versione con
le strade delle grandi città
italiane. Realizzata dalla Blau-
punkt (tel. 02/76.00.14.85),
costa circa 7 milioni di lire,
Iva compresa.
 ℡ FOCUS ECONOMIA
Chi fa
crollare
la lira?
O
gni giorno circa
900 miliardi di dollari 900 miliardi di
dollari si sposta-
al giorno: sono le armi no per il mondo.
Un milione e cinquecento
mila miliardi di lire. Si
della speculazione muovono via fax, via com-
puter, nella ricerca conti-
nua di interessi più alti.
Contro questo denaro, e
contro coloro che lo ma-
novrano, ormai da due an-
QUANTE LIRE PER UN DOLL ARO?
Ecco l’andamento
della nostra moneta
negli ultimi anni, fra 831,62 882,39 848,65 830,91 855,51
crisi politiche, boom, 583,12 582,59 650,31 652,82
speculazioni, e
difficoltà economiche. 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981
Focus 96
ni combatte le lira italiana.
Perché? Perché questa e-
norme massa di soldi viene
in genere impiegata in spe-
culazioni contro le monete
deboli: l’escudo portoghe-
se, la corona svedese o, ap-
punto, la nostra lira. «Ed è
una massa di denaro desti-
nata ad aumentare, perché
sempre più risparmiatori
preferiscono far fruttare i
1138,01
loro soldi non depositan-
doli in banca, ma affidan-
doli ai professionisti del
mercato finanziario. Per a-
vere un rendimento più al-
to», spiega Ernesto Paolil-
lo, presidente dell’Asso-
ciazione dei cambisti ita-
liani. Ma come funziona il
meccanismo speculazione?
Chi lo avvia, mettendo sem-
pre più spesso in crisi la lira?
1352,62
1982
● Professionisti
del denaro
Alla base di ogni opera-
zione sta lo stato dell’eco-
nomia di un Paese. «Quan-
do tutti gli operatori, pub-
blici e privati (banche cen-
trali, banche internazionali,
imprese, singoli risparmia-
tori), si mettono in testa
che essa non offre garan-
zie di stabilità, la specula-
1756,97
1518,74
1983 1984
zione non si fermerà finché
quell’economia non rial-
zerà la testa», spiega Wla-
dimir Blasia, padovano, re-
sponsabile dell’ufficio studi
della B&S Joint, una so-
cietà di analisi finanziaria.
Costoro sono i “professio-
nisti del denaro”: compra-
no e vendono valuta cer-
cando di far fruttare i soldi
che gestiscono per conto di
2001,08
1490,75
1296,40 1301,64 1372,09
1985 1986
Tre stregoni
delle valute
Gravi reati
Ivan Boesky, 60 anni. Da
San Diego (Usa) controlla
investimenti per un
Affari mondiali
Warren Buffett, 65 anni:
lavora a New York e ha uffici
di rappresentanza in tutto
il mondo. E’ uno degli uomini
miliardo di dollari. E’ più ricchi d’America e il suo
stato in carcere per reati patrimonio personale è
economici e finanziari. di circa 9 miliardi di dollari.
Previsioni
sbagliate
George Soros. Per
essere suoi clienti,
bisogna investire
almeno un miliardo
di lire. Come tutti,
ogni tanto sbaglia:
di recente ha puntato
su un rialzo del
dollaro, e ha
perso 500 milioni.
● Perché la lira è
clienti. Non agiscono deli- nostra moneta è uscita dal
beratamente contro la lira:
il loro interesse è quello di
debole?
Fino al 1992, in effetti, il
Sistema monetario euro-
peo (Sme), si è aggiunto un
guadagnare. Di fatto, però,
l’interesse di questi opera-
tori è in conflitto proprio
nemico numero uno della
lira era il debito pubblico,
cioè i milioni di miliardi
ostacolo ancora più grave:
l’instabilità politica, il ter-
reno più fertile per le spe-
con la lira, perché si com-
portano tutti nello stesso
presi in prestito dallo Stato
presso i risparmiatori. E chi
culazioni. I grandi specula-
tori agiscono sul brevissi-
modo e nello stesso mo- ha troppi debiti può finire mo periodo, e l’instabilità
mento, attirati dalla svalu- in bancarotta, e dunque politica italiana li favorisce.
tazione. E ciò aumenta la non ispira alcuna fiducia. «Alla prima voce di disac-
svalutazione stessa. Dal 1992, poi, quando la cordo fra i partiti al gover-
▼
1571,48 1605,57
1198,28 1240,60 1233,94
1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994
 ℡ FOCUS ECONOMIA
Cronaca di una
speculazione
Una storia vera: tre giorni di lavoro di uno gnomo
della finanza, con un guadagno di 17 miliardi.
U n normale ufficio a Zu-
rigo. Due terminali che
possono collegarsi con al-
cune banche in altrettante
città, un fax e due telefoni.
Chi opera è una persona
reale, ma il suo nome non
può essere rivelato. Perciò
lo chiameremo Speculato-
re: guadagna, e fa guada-
gnare ad altri, somme co-
spicue di denaro sfruttando
le tendenze degli indici di
Borsa, i cambi fra le mo-
nete, le variazioni nel prez-
zo dell’oro o del petrolio.
Tutte le operazioni, e i pro-
fitti che ne ricava, fanno ca-
po a una società finanziaria
di cui lo Speculatore è ti-
tolare e che ha sede in un
paradiso fiscale (per esem-
pio le isole Cayman, Mo-
Le riserve di tutte le
banche centrali non
bastano a fermare
gli assalti a una moneta
no, questi gestori di patri-
▼
moni vendono lire e com-
prano monete forti, come
marchi e franchi svizzeri.
Questo provoca un de-
prezzamento della lira. Do-
po un paio di giorni, ricom-
prano le stesse lire, che val-
gono meno, e dunque spen-
dono di meno: la differenza
è un guadagno facile e si-
curo», afferma Paolillo. Co-
sì la data delle elezioni di-
venta un punto di riferi-
mento importante: gli ope-
ratori sanno che fino al
voto ci sarà scontro politi-
Focus 98
naco, il Liechtenstein, le
isole della Manica). La so-
cietà amministra un patri-
monio di 3-4 mila miliardi,
affidati da investitori di di-
versi Paesi. Ecco la crona-
ca, autentica, di tre giorni
di lavoro, precisamente da
mercoledì 10 a venerdì 12
agosto 1994, quando la lira
ha perso rispetto alle altre
valute il 2 per cento del suo
valore.
MLoercoledì 10 agosto
1994. Zurigo, ore 17
Speculatore riceve da
Roma una telefonata. E’ il
suo consulente politico dal-
l’Italia. Ha un’informazio-
ne sicura e molto riservata:
l’indomani un’importante
agenzia di stampa inglese
co, quindi incertezza. E’ co-
me se un’azienda cambias-
se amministratore delega-
to ogni sei mesi, con idee
sempre diverse: «Qualcu-
no investirebbe soldi in un’
azienda del gene-
re?», chiede Blasia.
● Speculatori
dentro e fuori
Gli speculatori
sono attirati dalla li-
ra anche perché l’I-
talia è un mercato
“povero”: la lira è
cioè usata solo per
lancerà la notizia delle pro-
babili dimissioni di alcuni
ministri del governo italia-
no e forse dell’intero gabi-
netto. Lo Speculatore deve
valutare in brevissimo tem-
po le conseguenze che la
nota d’agenzia potrà ave-
re sulle azioni, sui titoli di
Stato e sulla moneta italia-
ni. Sa che la notizia inci-
derà sui mercati valutari,
ma è importante valutare
se le conseguenze riguar-
deranno solo la lira o an-
che altre monete. Non si
può nemmeno escludere,
data la debolezza della lira,
che la Banca d’Italia au-
menti il tasso di sconto
(l’interesse al quale la ban-
ca centrale cede il denaro
ad altre banche).
compravendite interne, e
non fa parte, come il dolla-
ro o il marco, delle valute
che si usano per le grandi
transazioni internazionali,
come la compravendita di
ZURIGO
Ore 17,30
Per mezzo della posta
elettronica, lo Speculatore
consulta un esperto di fi-
nanza internazionale, che
conferma: la pubblicazio-
ne della notizia con ogni
probabilità provocherà una
forte svalutazione della lira
e quindi una perdita di va-
lore di tutti i titoli in lire.
E aggiunge un consiglio:
vendere subito i titoli di
credito in lire (titoli di Sta-
to, obbligazioni), acqui-
standone di simili in mo-
nete forti (franchi svizzeri,
marchi, dollari). Si potran-
no rivendere subito dopo
che, con il deprezzamento
della lira, il loro valore in li-
re sarà cresciuto.
Ore 18
Chiudono i mercati fi-
nanziari e le Borse euro-
pee. Al fixing (vedi glossa-
rio) di Milano la lira chiude
a 1008 contro il marco te-
desco. Se le previsioni sue
e dei suoi consulenti sono
Lo stemma della
Banca d’Italia: le
riserve arrivano a 26
miliardi di dollari.
I due colossi
Sopra, la Federal reserve, banca
centrale degli Usa. A sinistra,
la sede della Bundesbank,
la banca centrale tedesca.
giuste, ci sono le premesse
per una speculazione con
un forte guadagno. Lo
Speculatore decide di ven-
dere tutte le sue attività in
lire italiane, che ammonta-
no a mille miliardi, acqui-
stando soprattutto marchi,
sia in contanti sia in obbli-
gazioni e altri titoli di cre-
dito. Ma non può farlo sui
mercati europei i quali, ap-
punto, sono chiusi. Lo farà
sulle piazze di New York
e Tokio: a causa della dif-
ferenza di orario, infatti, la
prima è ancora aperta e la
seconda aprirà tra poco.
Ore 19 (13 a New York)
Lo Speculatore interpel-
la i suoi operatori a New
York, che confermano: il
prezzo del marco in rap-
porto alla lira corrisponde
a quello di Milano. Dal suo
ufficio, fa tutto da solo: si
mette al terminale e dà di-
rettamente disposizioni ai
terminali delle banche eu-
ropee delle quali si serve
NEW YORK
abitualmente di trasferire
nelle loro filiali di New
York una parte delle atti-
alle filiali di Tokio delle
stesse banche. A questo
punto la vendita su due
vità in lire. Contempora- piazze di centinaia di mi-
neamente, sempre per liardi di lire contro marchi
mezzo del terminale, dà a
queste l’ordine di vendere
viene notata, gli analisti di
Borsa cominciano a reagi-
lire e acquistare marchi, al rei, ma lo Speculatore ha
prezzo di quel momento. già concluso l’operazione.
Ore 23 (17 a New York)
Lo Speculatore segue sul
terminale il listino di chiu-
Ore 9 (17 a Tokio)
Chiude la Borsa di
Tokio e riaprono i mercati
sura della borsa di New europei.
York: il prezzo del marco è
rimasto immutato, vuol di- Ore 10, Roma
re che il mercato è tran- L’agenzia di stampa in-
quillo, che nessun altro ha glese ha diffuso la notizia
avuto sentore dell’affare delle dimissioni di alcuni
che lui sta portando avanti ministri italiani. A nulla
e che le operazioni perciò valgono le smentite degli
sono andate a buon fine. interessati: nelle principali
G iovedì 11 agosto
ore 1 (9 di venerdì
piazze finanziarie del mon-
do è una corsa alla vendita
dei titoli in lire e il valore
a Tokio) della la valuta italiana ri-
Apre la Borsa di Tokio. spetto alle altre monete di-
Lo Speculatore ripete le minuisce. Lo Speculatore
stesse operazioni fatte po- deve ora prendere un’altra
che ore prima con New decisione, cioè in quale
York, rivolte questa volta momento effettuare l’ope-
materie prime e di prodot-
ti industriali. Per essere
culatori che possono con-
tare su fondi limitati (di so-
fonte di guadagno, così,
può solo essere usata in
speculazioni finanziarie.
lito, i più aggressivi) basta-
no a minacciare la solidità
della nostra moneta. Ma la
Inoltre, la quantità globale
di lire è piccola e quindi an-
lira deve difendersi anche
da manovre interne: molte
che le operazioni degli spe- aziende italiane che vendo-
Il dizionario del denaro
BROKER: persona FUTURE: contratto notizie riservate.
o società autoriz- di acquisto o ven- INSIDER TRADING:
zata ad acquistare dita di azioni, titoli speculazione su
o vendere, per di stato, valute, a titoli operata dall’
conto di altre uno specifico prez- insider, sfruttando
persone o società, zo, da eseguire a informazioni
beni e servizi. una data fissata. aziendali riservate.
FIXING: la chiusu- INSIDER: persona E’ un reato.
ra delle negozia- che può trarre MERCATO: l’insie-
zioni di un titolo profitto dalla sua me dei compratori
nelle borse valori: posizione all’inter- e dei venditori
definisce il prezzo no di una società, di determinati beni
ufficiale del titolo giacché ha e servizi. Come
per quel giorno. conoscenza di c’è un mercato
TOKIO
razione inversa rivenden-
do i marchi e riacquistando
lire. Infatti, più scenderà la
lira, maggiore sarà il suo
guadagno. Intanto da Ro-
ma giungono voci di un
prossimo aumento da par-
te della Banca d’Italia del
tasso di sconto (è l’interes-
se al quale la Banca fa pa-
gare il denaro alle altre
banche). In condizioni nor-
mali, l’aumento del tasso
di sconto rafforza una mo-
neta, perché ne fa aumen-
tare il valore. Ma, data la
situazione italiana, potreb-
be accadere che la lira per-
da altro valore. Lo Specu-
latore decide quindi di in-
terpellare un esperto di fi-
nanza internazionale.
Ore 12,30
Arriva la risposta: “E’
molto probabile che i mer-
cati internazionali inter-
pretino un aumento del
tasso di sconto come un in-
tervento per prevenire ul-
teriori ribassi della lira”. A
no all’estero, preferiscono
tenere la moneta con la
quale sono stati pagate
(dollari, marchi, franchi
svizzeri), cambiandola in li-
re solo quando con la stessa
quantità di valuta stranie-
ra possono averne di più.
dell’auto, c’è quel-
lo delle valute.
SIM: Società di
intermediazione
mobiliare. Opera-
no nelle borse va-
lori per acquistare
e vendere titoli
azionari, per conto
dei loro clienti.
Sono soggette a
controlli da parte
delle autorità
governative.
questo punto lo Speculato-
re decide di aspettare an-
cora un giorno.
MILANO
Ore 18
La Banca d’Italia comu-
nica l’aumento del tasso di
sconto di mezzo punto, dal
7 al 7,5 per cento.
V enerdì 12 agosto.
Zurigo, ore 1 (9 a
Tokio)
Apre la Borsa di Tokio.
Gli operatori interpretano
la manovra della Banca d’i-
talia come lo Speculatore
sperava: un intervento per
difendere la lira da ulterio-
ri ribassi. Le offerte di ven-
dita di lire e di titoli in lire
si moltiplicano rispetto al
giorno precedente. Il valo-
re della lira scende ancora.
Ore 9
Aprono le Borse euro-
pee e si ripete quanto è ac-
caduto a Tokio: vendite di
lire per acquistare dollari,
marchi, franchi svizzeri.
Cioè quando la lira è de-
prezzata. Una terza causa
della debolezza della no-
stra moneta si chiama “dif-
ferenziale tassi”: è la diffe-
renza fra quanto costa il de-
naro (prestato dalle banche
alle aziende) in un Paese ri-
spetto a un altro. In Italia
esso costa il 4 per cento in
più, rispetto per esempio
alla Germania. Perciò, le
aziende italiane hanno più
difficoltà a reperire fondi
da investire: e l’economia
si sviluppa meno. Inoltre, il
costo del denaro influisce
sul debito pubblico: i conti
in rosso dello Stato costrin-
gono il governo a promuo-
vere le cosiddette “mano-
vre”, cioè iniziative per tro-
vare soldi per coprire i de-
biti. Ma ciò crea ulteriore
sfiducia negli investitori se-
ri, e stimola l’aggressività
degli speculatori.
Ore 13
Ora ci vogliono circa
1030 lire per un marco. Lo
Speculatore decide di co-
gliere i frutti della specula-
zione e rifà le stesse ope-
razioni che ha fatto il gior-
no prima.
Ore 15 (9 a New York)
Riapre la Borsa di New
York. Lo Speculatore dal
suo terminale dà ordine di
vendere i titoli in marchi e
di acquistare con il ricavato
titoli in lire.
Ore 18
Chiudono le Borse eu-
ropee. Lo speculatore fa il
rendiconto: ha venduto
mille miliardi di lire in
cambio di marchi quando
un marco valeva 1008 lire.
Poi ha rivenduto i marchi
quando valevano quasi
1030 lire l’uno. L’opera-
zione ha un profitto del-
l’1,7 per cento, quindi ha
guadagnato circa 17 mi-
liardi di lire.
● La difesa è
impossibile
C’è anche un aspetto psi-
cologico. Prima di sfondare
quota mille rispetto al mar-
co, l’oscillazione del cam-
bio era molto articolata: un
giorno era 900 lire per un
marco, quello successivo
poteva anche arrivare a
920, per poi scendere anco-
ra a 890. La lira perdeva
cioè terreno, ma riusciva a
riconquistarlo. Dopo la
quota mille, gli speculatori
hanno cambiato atteggia-
mento. In gergo si dice che
“tesaurizzano” i marchi:
non li rivendono. E’ come
se tutti avessero detto: «In-
dietro non si torna». Gli
speculatori parlano di cam-
bio lira-marco “non più vo-
latile”, cioè senza grandi
oscillazioni. Cosa significa
nella realtà? Che la lira non
recupera più: il marco sale,
▼
Focus 99
 ℡ FOCUS ECONOMIA
Marco sotto
le mille lire?
Impossibile
sta qualche giorno fermo,
▼
poi riprende a salire. Ma
sotto le mille lire è difficile
che torni.
Lottare contro la specu-
lazione (cioè impedire a
tutti i costi la svalutazione
della moneta, ricorrendo
alle riserve di valuta della
banca centrale) è impossi-
bile. Nessun Paese, neppu-
re il Giappone (la Bank of
Japan è la più ricca del
mondo, con riserve per 125
miliardi di dollari) è in gra-
do di scontrarsi con il mer-
cato: tutte insieme le ban-
che centrali dispongono di
riserve valutarie che non
superano i 340 miliardi di
dollari, mentre sul mercato
ci sono fondi speculativi tre
NOTIZIE FALSE, GUADAGNI VERI
E se non ci sono voci, fat-
ti sui quali imbastire u-
na speculazione, come si
fa? Semplice, basta creare
una falsa notizia. E’ una
manovra che sta diventan-
do molto frequente, so-
prattutto contro quelle va-
lute deboli come la lira.
Il meccanismo è semplice:
la banca d’affari o l’opera-
tore controllano in gran se-
greto anche un’agenzia di
stampa, o sono in rapporto
un gruppo di giornalisti spe-
cializzati che scrivono su
testate diverse.
Si lancia una notizia che
non esiste: per esempio, le
dimissioni di un ministro,
una non meglio precisata
crisi istituzionale. Non oc-
corre citare nomi e date,
basta dire “fonti autorevoli
interne al Governo segna-
Focus 100
volte più consistenti. Così
la Banca d’Italia, con una
riserva che non supera i 26
miliardi di dollari, non po-
trebbe difendere la lira per
più di un paio d’ore. Do-
podiché, sarebbe la banca-
rotta, perché non ci sareb-
bero più riserve per resti-
tuire i prestiti.
Ma finirà la speculazio-
ne? Solo quando l’econo-
mia italiana si riprenderà
davvero. La ripresa di cui si
parla non è del tutto reale.
Soprattutto è dovuta an-
ch’essa alla svalutazione
della lira: le aziende che
lano...”, oppure “voci molto
insistenti riferiscono...”. Un
solo flash d’agenzia, un ar-
ticolo, o un servizio al tele-
giornale e la miccia è ac-
cesa. Quindi basta atten-
dere gli effetti: il mercato
reagisce togliendo la fidu-
Tokio: contrattazioni per conto di una banca svizzera.
esportano guadagnano
molto perché gli acquiren-
ti stranieri, con gli stessi
marchi o dollari di prima
possono comprare una
maggiore quantità dei lo-
ro prodotti. Ma l’economia
si riprenderà quando un
governo stabile e duraturo
potrà diminuire il debito
pubblico, attirando così gli
investitori stranieri, che ri-
troveranno conveniente
impiegare i loro capitali
nelle industrie italiane.
«Solo allora i gestori di ca-
pitali faranno dietro-front:
non attaccheranno più la
cia alla moneta, che perde
valore. Intanto, lo specula-
tore si è già dato da fare:
per esempio, ha venduto
grandi quantità di quella
moneta e ora la ricompera
a un prezzo inferiore. Sa-
peva cosa stava per succe-
Lingotti
e azioni
A lato, lingotti
d’oro nei
depositi della
Federal reserve
americana.
Sopra, la sala
contrattazioni
della Borsa
di Hong Kong.
lira, ma andranno contro il
marco. Perché è li che c’è
molto spazio di guadagno»,
prevede Paolillo. E la lira
potrebbe anche avere un
po’ di tranquillità. ■ un chilo dal mucchio-Italia
Luca Fioretti
dere, perché la notizia l’a-
veva creata lui.
Ecco alcuni esempi reali, di
voci false inventate per
creare panico (tutte nate
nello stesso luogo, Londra).
15 settembre 1992: voci di
dimissioni del presidente
del Consiglio Giuliano Ama-
to: la lira arretra di un quar-
to di punto.
11 febbraio 1993: ripetu-
te indiscrezioni su presunti
avvisi di garanzia da parte
della magistratura per Giu-
liano Amato, per alcuni suoi
ministri e per industriali di
primo piano. Il marco va a
935. La borsa perde il 2
per cento in pochi minuti.
5 marzo 1993: si parla di
dimissioni del Presidente
della Repubblica Oscar Lui-
gi Scalfaro. La borsa perde il
2,7 per cento.
Dopo l’età
dell’oro
Fne inozioni
al 1972 le specula-
come quelle odier-
non erano molto facili.
Ecco perché.
1. Nel 1945 a Bretton
Woods (Usa) la maggior
parte dei Paesi del mondo
stabiliscono una parità fis-
sa tra le le varie monete,
che potrà essere cambiata
solo in particolari condizio-
ni. Solo le banche centrali
(Banca d’Italia, Federal re-
serve per gli Usa, Bunde-
sbank per la Germania...)
hanno il diritto di comprare
o vendere denaro. I soldi
vengono spostati fisica-
mente da una banca all’al-
tra. In più, ogni moneta è
convertibile in oro, che è
depositato quasi tutto a
Fort Knox (Usa): così, se l’
Italia vende 100 chili d’oro
alla Germania, un addetto
di Fort Knox, ricevuto l’or-
dine, sposta 100 lingotti da
al mucchio-Germania.
2. Nel 1972 il presidente
americano Richard Nixon
dichiara decaduti gli accor-
di di Bretton Woods e la fi-
ne della convertibilità del
dollaro. Il mercato diventa
più libero, perché non c’è
più bisogno dell’oro come
riferimento per stabilire
quanto vale una moneta.
Nasce la distinzione fra mo-
nete deboli e forti. In molte
nazioni diventa possibile
comprare e vendere dena-
ro. Ma in Italia il mercato
continua a essere regola-
mentato: occorre l’autoriz-
zazione del ministero del
Tesoro, che richiede i con-
trolli e registrazioni. I divie-
ti erano aggirati portando
illegalmente i capitali all’e-
stero: con la classica “vali-
getta” piena di soldi.
3. Oggi il mercato è libe-
ro, e tutti possono vendere
e comprare qualsiasi ge-
nere di bene (denaro, azio-
ni, titoli).
Cultura

Genetica, Alla ricerca

del colpevole
fecondazione A lato, una
ricercatrice
dell’Istituto per
artificiale, la ricerca
genetica del
Maryland preleva
eutanasia: i da una cella
frigorifera
nuovi orizzonti alcuni campioni
di cellule umane
cancerose. Se
della scienza ne studia
il nucleo, per
individuare
pongono molti il gene che ha
causato la
dubbi morali. malattia. Nella
foto grande, le
mani appena
Per risolverli è formate di
un feto, nel
grembo materno.
nata la bioetica

E’ giusto mettere
le mani sulla vita?
zione artificiale è illecita, la dia-
gnosi prenatale è immorale se con-
templa la possibilità di un aborto.
La Chiesa dunque, in nome del
principio di sacralità assoluta del-
la vita, ha dichiarato la sua com-
pleta condanna morale, allonta-
nando ogni possibilità di compro-
messo. Non a caso l’Italia, dove la
componente cattolica è molto for-

L
a nascita e la morte non so- mento culturale il cui termine è te, è uno dei pochi Paesi occiden-
no più quelle di un tempo. stato coniato negli Stati Uniti nel tali che ancora non hanno una
Per molti secoli hanno 1970. Qui la discussione ha porta- normativa, neppure sulla fecon-
scandito l’inizio e la fine to a individuare e formulare an- dazione artificiale.
della vita secondo leggi naturali, che giuridicamente alcuni limiti in-
fisse e imperscrutabili. Oggi inve- valicabili (gli stessi poi condivisi ● I laici si interrogano
ce, grazie a fecondazione artificia- dalle leggi tedesche, francesi, spa- Il principio sul quale si basa la
le, diagnosi e cura delle malattie gnole): non è ammissibile clonare posizione laica è, all’opposto, il ri-
ereditarie, trapianti d’organi, eu- un essere umano, o trasferire, per conoscimento del pluralismo etico.
tanasia, l’uomo è ogni giorno più la gestazione, embrioni umani in «Stiamo vivendo una rivoluzione
vicino a dominare il proprio desti- un animale, o creare “chimere”, simile a quella copernicana: la
no biologico. Ma a quale prezzo? cioè esseri formati da parti umane scienza corre, la visione del mondo
Dove si discute di bioetica, in Italia E poi, può essere lecito, da un e animali insieme o, ancora, in- e delle sue regole viene spesso ri-
punto di vista morale, tutto quello durre gravidanze per puri scopi di baltata. Si tratta di affrontare il
Ilia,protagonisti del dibatti-
to sulla bioetica, in Ita-
sono diversi.
consultivo. Quello sulla fe-
condazione artificiale,
pubblicato nel luglio scor-
tuto degli embrioni.
● Consulta di Bioetica
E’ un’associazione cultu-
la fecondazione artificia-
le, come qualsiasi altra
pratica rivolta a separare
che la tecnologia ha reso possibile?
In quali casi diventa necessario in-
ricerca. Chi lo facesse, verrebbe
punito con diversi anni di carcere.
cambiamento e di darsi delle nuo-
ve regole», dice Maurizio Mori, fi-
Decisioni ● Comitato nazionale so, è contro la maternità rale laica, fondata nel atto sessuale e feconda- tervenire con leggi per regola- Su altri temi, invece, è tuttora in losofo morale, uno dei fondatori
politiche? per la bioetica delle donne sopra i 51 1989 a Milano per pro- zione. Nello stesso docu- mentare l’attività dei laboratori e corso un aspro confronto che, in della Consulta di bioetica, un’as-
Maurizio Mori, Creato nel maggio 1990, anni, la fecondazione per muovere un dibattito cri- mento si considera il con- degli ospedali? particolare, oppone il mondo laico sociazione culturale laica sorta a
della Consulta è composto da 40 mem- coppie omosessuali, per tico sui temi della bioeti- gelamento degli embrioni Su questa materia, del tutto a quello cattolico. Milano per affrontare questi temi.
di bioetica: “Le bri (a larga maggioranza single, l’affitto dell’utero, ca. E’ presieduta daI neu- come un’offesa al rispetto nuova, non esistono principi validi A partire dagli anni Sessanta, con
regole etiche cattolici) nominati dalla la fecondazione con se- rologo Carlo Alberto De- per la dignità umana. Uno in assoluto, perché nessuna reli- ● La Chiesa non ha dubbi il grande boom tecnico-scientifi-
dovranno presidenza del Consiglio me di un defunto. Il Co- fanti. dei maggiori teorici catto- gione o morale laica ha avuto il Il Vaticano, attraverso una co, abbiamo assistito secondo Mo-
servire anche dei ministri, scegliendo mitato sta ora lavorando ● La Chiesa lici in materia è monsignor tempo di riflettervi e di aggiornare “Carta degli operatori sanitari” ri a un mutamento della mentalità
per decidere tra scienziati e filosofi in- a un documento sull’eu- Nell’enciclica “Donum vi- Elio Sgreccia, docente di
quali ricerche signi. I suoi documenti tanasia e sta avviando la tae” (1987), il papa ha Bioetica all’università cat- le proprie costruzioni teoriche. Per pubblicata nello scorso novembre, morale, con il risultato che non
finanziare”. hanno valore puramente discussione per uno sta- condannato ufficialmente tolica di Roma. cercare di dirimere la questione è ha espresso la sua posizione: l’eu- esistono più doveri assoluti. Ora,
nata allora la bioetica, un movi- tanasia è un crimine, la feconda- per ogni circostanza, si ammette

▼
Focus 103
L’Europa ha
deciso: niente
test genetici
per i lavoratori
sempre un’eccezione alla norma.
▼
Un esempio: sacrificare la vita di
un innocente. In assoluto nessuno
lo ammetterebbe. Ma se sacrifica-
re una vita consentisse di salvarne
altre decine, la valutazione mora-
le di ciascuno di noi potrebbe cam-
biare. Tutto allora è permesso, per
i laici? Non proprio. La posizione
generale è che si debba regola-
mentare, con leggi, almeno quelle
pratiche scientifiche che potreb-
bero rivelarsi socialmente nocive.
Come ha fatto di recente anche il
Consiglio d’Europa, approvando il
2 febbraio scorso la Convenzione
di bioetica. Trentadue articoli, nei
quali si vieta alle aziende e alle as-
sicurazioni di richiedere i test ge-
netici dei propri dipendenti e
clienti, e si proibiscono l’affitto del-
l’utero, la creazione di embrioni
umani per puri scopi di ricerca, la
commercializzazione del corpo
umano o di singole parti.
Ogni trasgressione, d’ora in poi,
verrà giudicata da una Corte su-
prema di bioetica, emanazione
della Suprema corte europea per i
diritti dell’uomo. Ma, ancora una
volta, perché questi divieti diven-
gano norme vincolanti bisogna che
la convenzione sia ratificata dai
parlamenti dei singoli Paesi, Ita-
lia compresa.
Cristina Mochi
Fecondazione in vitro. E se gli embrioni sono troppi?
Lplice:atrofecondazione in vi-
è una tecnica sem-
ovuli e spermato-
zoi si incontrano in una
Embrioni in vitro
controllati al microscopio.
Focus 104
1. Fecondazione artificiale - In Italia non c’è
legge in materia. Per questo accade di tutto
Nascere in
laboratorio
O
gni anno in Italia
nascono duemila
bambini grazie alle
tecniche di feconda-
zione artificiale eterologa,
quella cioè nella quale il seme
per il concepimento viene
fornito da un donatore esterno
alla coppia. Sembrano molti.
E invece sono pochissimi, se si
considera che, sempre ogni an-
no, circa trentamila coppie sco-
prono di non essere fertili (per
cause per lo più sconosciute)
e diecimila di queste decidono
di sottoporsi a trattamenti tera-
peutici in centri specializzati
(sono circa 140 in tutta Italia).
Di conseguenza, la richiesta
di ricorrere a tecniche artificia-
li per avere dei figli è altissima.
Soltanto nella clinica Sant’
Anna di Bologna si eseguono
■ ogni anno 1500 tentativi. «Le
▼
provetta, dove danno ori-
gine a più embrioni. A dif-
ferenza di quanto avviene
Può tuttavia succedere
che ne attecchiscano
troppi, con la drammatica
naturalmente (un solo conseguenza che, per
ovulo giunge a matura- evitare il rischio di gravi-
zione per ciclo), in questo danze plurigemellari, ven-
caso si hanno infatti a di- gano poi eliminati. Come
sposizione più ovuli ma- considerare questa “eli-
turi (allo scopo, la donna minazione”? Difficile so-
viene sottoposta a trat- luzione. La legge tedesca
tamenti con farmaci). limita a tre il numero di
Gli embrioni ottenuti ven- embrioni da impiantare.
gono impiantati nell’ute-
ro. Un numero di embrio-
Anche il codice di auto-
regolamentazione del Si-
ni alto consente una
maggiore probabilità che
fes (Società italiana fer-
tilità e sterilità) indica tre
almeno uno di questi at- embrioni per le donne
tecchisca e si sviluppi. sotto i 36 anni, quattro
per le donne sopra i 36
anni. In un centro che se-
gua queste regole, di nor-
percentuali di successo tutta-
via, non sono alte: variano, a
seconda dell’età della donna,
da un minimo del 9 a un
massimo del 30 per cento»,
dice il ginecologo Carlo Flami-
gni, docente all’università di
Bologna, uno dei pionieri della
fecondazione assistita in Italia.
Se da una parte i metodi di
inseminazione artificiale non
consentono di risolvere com-
pletamente il problema della
sterilità, dall’altra favoriscono
maternità che, secondo natura,
sarebbero del tutto impossibili.
Lo stesso Flamigni è riuscito
a rendere madre una donna di
62 anni (in questo caso, essen-
do in menopausa, le sono stati
donati gli ovuli da un’altra
donna: Flamigni da deciso poi
di sospendere questa pratica).
Clamoroso anche il caso della
ma il rischio di parti ge-
mellari è del 20 per cen-
to, 2-3 per cento di parti
trigemellari. Più in gene-
rale, Germania, Austria,
Svezia, Norvegia ammet-
tono la fecondazione in
vitro soltanto se omologa
(vedere nella pagina ac-
canto). In Germania, inol-
tre, si vieta che si fecon-
dino più ovociti di quanti
poi se ne impiantino nel-
l’utero. Gli embrioni ecce-
denti possono essere
congelati per poi essere
impiantati in un secondo
tentativo. Ma potrebbero
anche essere utilizzati co-
me materiale per la speri-
mentazione.
Effetti collaterali?
Il ginecologo Carlo Flamigni:
“Finora non esistono studi
sui rischi di salute per
i bambini nati in provetta”.
FECONDAZIONE ETEROLOGA:
donna omosessuale ligure che,
di comune accordo con la sua
compagna, ha chiesto al gine-
cologo Giuseppe Ambrassa
di essere fecondata con il seme
di un donatore, e ha dato alla
luce una bambina. Infine, a
Roma, una bambina è nata
due anni dopo la morte della
madre: l’embrione, frutto
dell’unione in vitro dei gameti
dei coniugi, è stato poi impian-
tato nell’utero della zia. Su
questi temi è in corso un acce-
so dibattito: soprattutto perché
queste pratiche non sono pre-
viste dalla legge e dunque, non
essendo esplicitamente vietate
(come all’estero) possono
essere effettuate. Vediamole.
C’E UN ESTRANEO
Achevviene attraverso il
seme di un donatore,
viene analizzato
(per evitare ogni possi-
bile rischio di infezione),
quindi congelato e
analizzato nuovamente
dopo sei mesi, prima
dell’utilizzo. E’ una prati-
ca ammessa legalmente
negli Usa, in Spagna, In
Francia, in Inghilterra, in
Austria, in Svezia. Previa
autorizzazione scritta
del coniuge, che sarà
riconosciuto come padre
naturale del bambino e
non potrà più discono-
scerlo (come è succes-
so invece di recente
in Italia, sempre per
effetto della mancanza
di leggi specifiche). In
molti Paesi, si stabili-
scono anche limiti di età
(la donna non deve
superare i 45-50 anni).
FECONDAZIONE OMOLOGA:
DAL MARITO ALLA MOGLIE
E’ quella che avvie-
ne tra coniugi
condannando la fe-
condazione artificia-
(perché, per esem- le in assoluto). Un’
pio, il marito produce obiezione diffusa
un numero limitato di tuttavia riguarda la
spermatozoi, o dotati fecondazione post
di scarsa mobilità). mortem, cioè ottenu-
Di fatto, in questo
caso, non sussistono
ta con il seme
congelato del marito
obiezioni etiche defunto. In Spagna è
(perfino alcune ammessa, in Germa- I figli del grande freddo
cliniche cattoliche, nia invece è una
come quella di Lilla, procedura punibile Campioni di seme umano: vanno conservati
in Francia, la pratica- con tre anni di nell’azoto liquido a 193 gradi sotto zero. Così
vano, prima che la reclusione, anche in possono durare, integri, per decine di anni.
Chiesa intervenisse Francia è vietata.
DONNE NUBILI: IL FAI-DA-TE
UTERO IN AFFITTO: LA MADRE IN PRESTITO Q uasi ovunque
(Francia, Germa-
In Spagna, Danimar-
ca, Inghilterra, al
U na donna abruz-
zese di 45 anni
ha prestato il suo
ha impedito il compi-
mento della gravi-
danza. Tra i Paesi
nia, Svezia, Austria,
Norvegia) la liceità
della fecondazione
contrario, anche
la donna nubile può
accedere alla pro-
utero alla figlia, europei, solo in artificiale è subordi- creazione assistita.
sterile, di 23 anni, Inghilterra questa nata alla presenza di Negli Usa è addirittu-
sottoponendosi a un pratica (purché gra- un vincolo coniugale ra in vendita, nelle
intervento di fecon- tuita) è ammessa. o di una convivenza farmacie, un kit per
dazione artificiale. Anche in California more uxorio l’autoinseminazione
Un aborto spontaneo è ammessa. di almeno due anni. artificiale.
 2. Genetica -
Il rischio è che
qualcuno tenti
di selezionare
L’ingegneria Il diritto di
non vivere
A destra,
un paraplegico
americano che
ha ottenuto dal

della cellula
tribunale il
diritto di lasciare
l’ospedale e
gli uomini di tornare a
casa a morire.
del domani
Il medico
consenziente

G
li straordinari sviluppi Repliche
dell’ingegneria genetica Sotto, il dottor
stanno creando alcune a richiesta Kevorkian con una
questioni etiche spinose. Un robot paziente in uno
Vediamo le principali. utilizzato al show televisivo.
Genethon di Kevorkian pratica
Parigi, per la l’eutanasia dietro
● Medicina predittiva: duplicazione di richiesta del malato.
sarò ammalato? sequenze del
Oggi è possibile prevedere, sulla
base della conoscenza della strut-
tura genetica di un individuo, la
Dna. Si possono
ottenere mille
cloni in un’ora.
3. Eutanasia - Si può decidere di
presenza di una malattia prima che
questa si manifesti. Un caso famo-
morire? Alcuni Stati dicono di sì
so per la difficoltà dei problemi Sequenze

Di fronte
morali a esso legati è quello della di scorta
corea di Huntington. Si tratta di Un “archivio” di
una malattia per la quale il rischio sequenze di Dna
di ereditarietà è del 50 per cento, duplicate, poste
insorge a circa 40 anni di vita e ha in singole
una durata di 20 anni, durante i celle congelate.
quali si sviluppa una completa in-

alla morte
validità sul piano fisico e mentale.
Non esiste alcuna cura né inter-
vento preventivo. In casi come
questo, conviene davvero effet-
tuare la previsione? E tale previ-
sione, in che modo si rifletterà sul-
la condizioni del “futuro malato”?

● Terapia genica:
fabbrica di superuomini?
La terapia consiste nel curare al-
cune malattie individuandone il ge-
ne responsabile, difettoso, e sosti-
tuendolo con un gene sano. Finora
sono state censite circa 4 mila ma-
lattie di origine genetica e di 500 di
esse si conosce il gene responsabi-
le. Fino a che punto, però, si può
“riparare” il corredo genetico di
un individuo? E qual è il limite fra
una “riparazione” e un “migliora-
mento” non necessario? C’è un
consenso diffuso, a livello interna-
zionale, sul fatto che gli interventi
non debbano riguardare cellule
della linea germinale (cioè quelle
trasmesse alla discendenza). Sia
perché le conseguenze non sono
ancora prevedibili, sia perché si
vuole allontanare lo spettro del-
l’eugenica, cioè della possibilità di
programmare una discendenza con
caratteristiche preselezionate
(creando in laboratorio superuo-
Focus 106
mini o schiavi). Per le altre cellule,
quelle somatiche, il problema non
sussiste perché le modificazioni so-
no limitate al singolo individuo.
● Embrioni da esperimento:
persone o cose?
E’ la questione più controversa.
Il primo problema riguarda la de-
finizione stessa di embrione: se-
condo la Chiesa l’embrione è “per-
sona” fin dal momento del suo
concepimento. Secondo la visione
laica, invece, l’embrione si forma
come entità distinta solo dopo il
quindicesimo giorno. Secondo una
terza posizione, non si può definire
l’embrione tale fino al quinto gior-
no. In questo lasso di tempo la spe-
rimentazione per scopi scientifici
può essere ammessa? Di fatto lo
è negli Stati Uniti e in Inghilterra,
mentre è vietata in Danimarca e
Germania. Ma dove reperire gli
embrioni? In ogni fecondazione ar-
tificiale si ottengono più embrioni
(vedi riquadro alla pagina prece-
dente) e solo alcuni vengono im-
piantati nell’utero. Gli altri vengo-
no congelati per eventuali ulterio-
ri tentativi. Si calcola che in Fran-
cia, dove la sperimentazione è
vietata, ne siano stati accumulati
ben 68 mila. In Gran Bretagna, in-
I magazzini della vita
Un campione di Dna viene
estratto da una cella frigorifera.
In Inghilterra esiste anche una
“banca” statale di embrioni umani.
vece si ammette addirittura la crea-
zione di embrioni per la ricerca.
Dal 1957 esiste una Banca dei tes-
suti fetali umani con sede a Lon-
dra, che fornisce “materiale” per
la ricerca, ma ogni singolo proget-
to deve essere prima autorizzato
dal Comitato etico nazionale. ■
O
rmai tutti lo chiamano
Dottor Morte. Jack Ke-
vorkian, patologo statu-
nitense in pensione, è
noto per essere il medico più atti-
vo nel dare la “dolce morte” ai
malati terminali. Nell’aula del tri-
bunale di Detroit (dove ha già su-
bito quattro processi, conclusi con
quattro assoluzioni), ha spiegato
anche come fa: prima anestetizza il
paziente, quindi gli applica una le-
tale maschera al monossido di car-
bonio. Ma lo fa nel nome della pie-
tà, per evitare sofferenze insop-
portabili e lesive della dignità
umana, e sempre e comunque die-
tro pressante richiesta del malato.
In realtà gli unici due stati al
mondo dove l’eutanasia è ammes-
sa sono l’Olanda e l’Oregon (Usa):
le loro leggi, approvate rispettiva-
mente nel giugno e nel novembre
scorso, prevedono che vi sia ap-
punto il consenso del malato, e che
siano eseguiti una serie di accerta-
menti clinici e psicologici sul suo
stato di salute, che deve essere as-
solutamente irreversibile. In caso
contrario, scatta per il medico l’ac-
cusa di omicidio volontario.
Le due leggi hanno suscitato
reazioni indignate, soprattutto nel
mondo cattolico. «L’uomo mo-
derno ha perduto Dio e con esso il
valore della vita futura e del senso
della sofferenza. Questo porta a
disseminare morte», ha commen-
tato monsignor Elio Sgreccia, di-
rettore del Centro di bioetica del-
l’università cattolica di Roma. Ma
anche il mondo laico è cauto: la
recentissima Convenzione di bioe-
tica approvata dal Consiglio d’Eu-
ropa proibisce assolutamente al
medico di praticare l’eutanasia sui
pazienti. Neppure dietro richiesta
pressante del malato.
Un discorso diverso è invece
quello sull’accanimento terapeu-
tico. «Molti definiscono eutanasia
anche il rifiuto di ulteriori tratta-
menti terapeutici da parte del pa-
ziente sofferente e prossimo alla
morte. Questo è un errore», spiega
il giudice Amedeo Santosuosso,
uno dei fondatori della Consulta di
bioetica (vedere il riquadro in aper-
tura del servizio). «In questo caso il
medico è, al contrario, tenuto a ri-
spettare la volontà del malato,
mentre l’imposizione di cure inutili
si configura come una vera e pro-
pria violenza».
Contro l’accanimento
terapeutico, un
testamento biologico
Anche in questo caso, comun-
que, non ci sono leggi italiane spe-
cifiche, anche se esistono precise
pronunce della magistratura su al-
cuni casi avvenuti recentemente.
Sempre in virtù di questo diritto
al rifiuto, c’è anche la possibilità,
per chi fosse consapevole di aver
contratto una malattia degenera-
tiva (come il cancro o l’Aids), di
compilare un “testamento biolo-
gico”, in cui venga espressa la vo-
lontà di non essere oggetto di ac-
canimento terapeutico nella fase
terminale della propria vita. Il te-
stamento diventa vincolante nel
momento in cui il paziente abbia
ormai perduto la capacità di espri-
mere il suo parere. «Perfino la
Chiesa, in documenti ufficiali, ri-
tiene legittimo che il medico non
pratichi trattamenti straordinari
volti solo a prolungare l’agonia. In
Svizzera e Spagna, la chiesa catto-
lica si è anche pronunciata a favo-
re del testamento biologico», con-
tinua Santosuosso. Che in Italia ha
un suo formulario preciso, stilato
dalla Consulta laica di bioetica e
battezzato “carta di autodetermi-
nazione”. Resta una questione: a
chi spetta decidere se tenere o me-
no in vita un malato in stato vege-
tativo persistente (cioè non più co-
sciente)? Soltanto negli Usa si è
arrivati a una conclusione: spetta ai
parenti. Nel resto del mondo, in-
tervenire volontariamente senza
consenso del paziente è reato. ■
Focus 107
Animali
Da dove vengono
tutti gli animali
domestici che ci
circondano? Sono
frutto di selezione naturale o li ha “creati” l’uomo?
L di 35 milioni di anni
a prima domesticazione?
Un fatto casuale. Uomo e
animale selvatico vennero
a contatto involontaria-
mente, in circostanze fortuite. Cir-
ca 14 mila anni fa i nostri antenati
erano nomadi e cacciavano inse-
guendo il bestiame: spesso il cac-
ciatore uccideva una madre che
aveva appena partorito e portava i
cuccioli nell’accampamento. Pro-
babilmente erano i bambini di al-
lora a dedicarsi all’allevamento dei
piccoli: questi, una volta cresciuti,
rimanevano probabilmente vicino
all’uomo. Così furono cuccioli di
lupo a dare origine al cane, il più
antico animale domestico, che vive
accanto a noi, appunto, da 14 mila
anni. Lo stesso accadde probabil-
mente per pecore e capre, duemi-
la anni dopo, e quindi per bovini,
suini e cavalli.
«Per quanto ne sappiamo, le ori-
gini della domesticazione, inco-
minciata in Asia sudoccidentale,
si ebbero alla fine del Pleistocene,
quando i cambiamenti climatici
(l’innalzamento della temperatura
e lo scioglimento dei ghiacciai)
causarono l’estinzione degli ani-
mali più grandi, come il mammut.
In effetti fu anche l’aumento del-
l’attività predatoria dell’uomo a
causare il declino di quelle specie,
che peraltro avevano un tasso ri-
produttivo molto lento», spiega il
professore Gustavo Gandini, or-
dinario di zootecnia speciale all’u-
niversità di Milano.
A molti è cresciuto
il corpo ed è
rimpicciolito il cervello
«In Asia si crearono condizioni
climatiche favorevoli per la cresci-
ta di vegetali selvatici, gli antenati
del frumento, presto raccolti dal-
l’uomo le cui abitudini lentamente
cominciarono a cambiare: si fece
sedentario, cominciò a conoscere
l’agricoltura e avvicinò i ruminan-
ti selvatici, per sfruttarne le poten-
zialità produttive», continua Gan-
dini. La domesticazione è una for-
Focus 110
Jurassic farm
ma di simbiosi: all’animale sono
garantiti cibo e riparo, all’uomo
vanno carne, latte, lana, pelli, ossa
e forza motrice da sfruttare nel la-
voro dei campi. «Nella
domesticazione però si
distinguono un pro-
cesso culturale e uno
biologico: il primo
consiste nell’acco-
glimento dell’ani-
male nella comunità
umana; il secondo, ri-
guarda il processo
evolutivo, con l’isola-
mento degli animali dal-
le corrispondenti popola-
zioni selvatiche, e il con-
trollo dell’uomo sulla ri-
produzione, il territorio e
l’alimentazione. All’inizio, in-
somma, l’uomo accoglie sem-
plicemente l’animale; poi inco-
mincia a capire che, per poter es-
sere addomesticata, una specie
deve possedere alcune caratte-
ristiche biologiche, fisiologiche e
di comportamento compatibili
con il suo stesso modo di vita.
Per esempio la gregarietà, la
struttura gerarchica, l’adattabi-
lità ai cambiamenti ambientali, la
scarsa competizione alimentare
con l’uomo».
Per avere un vero e proprio pro-
cesso di domesticazione, però, è
necessario che l’uomo eserciti il
controllo riproduttivo dell’anima-
le per un numero sufficiente di ge-
nerazioni. «Tutte le specie dome-
stiche (soltanto per il gatto vale
un discorso a parte) erano sociali,
quindi avevano una capacità adat-
tativa che permetteva loro di ac-
cettare di vivere assieme all’uo-
mo, che si poneva come figura do-
minante, il “capobranco”, insom-
ma. Animali come il cane, per
esempio, tendono a socializzare
con un “eterospecifico” per avere
in cambio vantaggi, cibo e riparo, e
accettano la sua dominanza», af-
ferma la professoressa Marina
Verga, docente di etologia zootec-
nica a Milano. «Il comportamento
di un animale domestico è estre-
Il prosciutto ha più
mamente influenzabile dall’am- vello del cane è addirittura rim-
biente, che lo modifica. Oggi mol-
ti comportamenti innati risentono
picciolito. E anche le ghiandole
surrenali di quasi tutte le specie MAIALE
dell’esperienza fatta in cattività: la domestiche, sono di dimensioni
maggior parte degli animali alle- leggermente inferiori rispetto a
vati ha subito modificazioni tali da
non essere più in
quelle dei progenitori: in cattività il
pericolo di predatori è molto infe-
Iroprimi suidi risalgono all’Oligocene
(circa 35 milioni di anni fa). Ebbe-
origine in Asia e di qui migrarono
L’antenato diretto del maiale di
oggi, comunque, è il cinghiale
(“Sus scrofa”), che abitava l’Euro-
rinvenuti a Cayonu, nel sudest
dell’Anatolia, e risalgono a circa
7 mila anni prima di Cristo.
grado di adattarsi riore e non è più necessaria l’ verso occidente. Uno dei rappre- pa e l’Asia, dal Portogallo alla La selezione operata dall’uomo ha
facilmente alle con- adrenalina in alta quanti- sentanti di quest’epoca è l’Entelo- costa occidentale del Pacifico, e modificato la conformazione del
dizioni naturali». tà, da secernere in caso don, comune in Europa e nord che viene classificato in diverse cranio dell’animale, che è
Ma l’evoluzione della domesti- di allarme. ■ America intorno a 20 milioni di anni sottospecie, diverse per dimensio- diventato più largo e più corto.
fa. Come i maiali attuali, era ni e conformazione del cranio. La I primi maiali erano tenuti in
cazione ha portato anche a modi- Mario Chiodetti probabilmente onnivoro, ma molto domesticazione del maiale seguì condizioni semi-selvatiche nella
fiche a livello morfologico, cioè e Raffaella più grande (il suo cranio poteva quelle del cane, di ovini e bovini: i foresta. Vennero chiusi in recinti
nell’aspetto di molti animali che Procenzano raggiungere il metro di lunghezza). resti più antichi sono stati solo 5 mila anni fa.
conosciamo: nel corso degli anni,
per esempio, le zampe delle peco-
re si sono accorciate, le cor-
na delle capre ri-
torte, il cer-
Porci
d’epoca
Ricostruzione
di una coppia
di Entelodon
(in alto lo
scheletro)
che abitava
l’Europa
nel periodo
Oligocene.
Era lungo
oltre 2 metri
(uno solo per
la testa, con
potenti muscoli
masticatori).
Sempre uguale, per millenni
Nella preistoria
Il Palaeolagus, cioè
il coniglio preistorico.
Dovrebbe essere
derivato da un roditore
o da un ungulato
ancor più primitivo.
All’inizio, un corno soltanto
BUE
H a almeno 25 milioni di anni:
i bovidi comparvero infatti in
Eurasia nel Miocene e si adattarono
a vivere nelle grandi praterie che
si stavano formando in quell’
epoca, a causa del clima meno
torrido. Uno dei primi rappresen-
tanti di questo gruppo è lo Tsaida-
motherium, vissuto in Mongolia
20 milioni di anni fa. Aveva un solo
corno in mezzo alla fronte. Le
testimonianze più antiche sui
bovini, come noi li conosciamo,
vengono invece da Catal Huyuk,
in Turchia, dove in una tomba risa-
lente a 6.200 anni prima di Cristo
Focus 112
Preda femminile
Lo scheletro di Palaeolagus. Al
tempo dell’impero romano
il coniglio veniva cacciato
(con cani di piccole dimensioni,
archi e frecce) soprattutto
dalle donne.
CONIGLIO
N egli ultimi 30 milioni di anni è
cambiato ben poco: Palaeola-
gus, un coniglio nordamericano
dell’Oligocene, aveva le orecchie
e le zampe appena un po’ meno
lunghe dei conigli attuali. Era
leggermente più piccolo e proba-
bilmente i suoi salti erano meno
alti di quelli degli animali odierni.
Il più diretto progenitore dell’
attuale coniglio domestico è quello
selvatico, l’“Oryctolagus cuniculus”,
tuttora abbondante in Europa,
tranne che in Scandinavia e in
Russia. Già i fenici incontrarono
il coniglio, intorno al 1100 avanti
Cristo, nel corso dei loro viaggi
in Spagna, mentre è dubbio che
Bistecche di
Mongolia
Ricostruzioni di
Tsaidamotherium.
Il corno centrale
è in realtà il
destro. Il sinistro
non si sviluppava.
sono state ritrovate le ossa alla modifica dell’habitat. L’uro
di “Bos primigenius”, l’antenato selvatico (così era anche chiama-
delle razze domestiche. Questo to) era un bovino di grosse dimen-
animale era diffuso in Europa sioni, che misurava 180 centimetri
e in Asia: si estinse in Polonia nel alla spalla, aveva un marcato
1627, in seguito alla caccia e dimorfismo sessuale (la femmina
i romani nutrissero interesse per
l’animale, fino almeno a un
centinaio d’anni prima di Cristo,
quando Varrone suggeriva di
allevare il coniglio nei “leporaria”.
La definitiva domesticazione del
coniglio, però, fu compiuta dai
monaci nel Medioevo, quando co-
minciò la selezione delle razze.
era più piccola), testa e corna
molto sviluppate. Nel corso della
domesticazione le dimensioni delle
corna e delle ossa craniche dimi-
nuirono, così come la lunghezza
della colonna vertebrale.
Paperino nel
Cretaceo
Senza segreti
La ricostruzione di uno
scheletro di Presbyornis, cioè
il progenitore di oche, anatre,
cigni e in genere degli
anseriformi. Se ne conosce
con precisione la struttura
fisica: aveva piedi
palmati e un
becco già
quasi identico a
quello delle oche d’oggi.
OCA E ANATRA
Signori dello
stagno
Sopra, oche.
E’ ancora più antica del gallo
e del tacchino. I suoi antenati
erano uccelli costieri che vivevano
sudorientale, mentre in Egitto,
1.500 anni dopo, è entrata nelle
case l’oca lombardella (“Anser
A lato, un’anatra in grosse colonie, come gli attuali albifrons”). La prima è l’oca più
odierna (“Anser fenicotteri. Un esempio è comune in natura: lunga circa 80
anser”). I loro Presbyornis, un uccello dalle centimetri, ha un’apertura alare di
antenati più lunghe gambe e il becco da anatra 160 e anche la voce è molto più
diretti divennero vissuto circa 60 milioni di anni fa. simile a quella dell’oca domestica.
fauna primaria L’oca selvatica (“Anser anser”), La lombardella, invece, è di
degli stagni nel comunque, è stata addomesticata dimensioni più ridotte e sfiora i 70
Pliocene (due per la prima volta 3 mila anni centimetri. Entrambe le oche
milioni d’anni fa). prima di Cristo, nell’Europa hanno piumaggio grigio ardesia.
Unghie forti,
orecchie deboli
A sinistra lo scheletro, e
a destra una ricostruzione,
del Dinictis, gatto
preistorico del nord
America. Aveva le
unghie non ancora del
tutto retrattili e un
udito non ancora molto
sviluppato (la sua “bolla
timpanica” non era ossificata).
Segni particolari, le zanne
GATTO
Lanni.aantica:
famiglia dei felini è molto
ha almeno 40 milioni di
menti umani. Quando l’uomo smise
di vagabondare all’inseguimento
I progenitori del gatto svilup- del bestiame selvatico e cominciò
parono due lunghi canini e potenti a coltivare i campi, si resero neces-
muscoli del collo. Uno dei primi sari ricoveri per le scorte alimenta-
felini è il Dinictis, vissuto in nord ri. Con i magazzini arrivarono anche Antichi felini
America nell’Oligocene. Era lungo i topi, e quindi i gatti selvatici co- Vissuto in nord
circa un metro e probabilmente minciarono ad avvicinarsi alle case. America nell’
uccideva la preda conficcandole Come per il cane, furono probabil- Oligocene, il
i denti nella gola e non dietro mente i cuccioli di una madre ucci- Dinictis aveva due
il collo (come fanno i felini attuali), sa i primi gatti domestici, accolti potenti canini.
perché altrimenti i grossi canini nei villaggi circa 4 mila anni prima
Un gatto selvatico. All’inizio era avrebbero potuto spezzarsi. di Cristo. La vera e propria dome-
In competizione con l’uomo, La storia del gatto domestico corre sticazione, comunque, è avvenuta
nella caccia ai piccoli animali. parallela a quella dei primi insedia- in Egitto, circa 3 mila anni fa.

CANE
C ome gli altri canidi (lupi, volpi,
fennec, sciacalli) deriva da un
piccolo animale simile a una
mangusta, l’Hesperocyon, che
viveva in nord America 30 milioni
di anni fa, e aveva un ottimo fiuto,
la dentatura tipica dei carnivori
e l’udito molto sviluppato.
L’antenato più diretto del cane
45 centimetri
Lo scheletro di un
Hesperocyon, antenato
di tutti i canidi.
domestico, però, è un lupo che ha
conservato le caratteristiche del
cucciolo. Anche i cani adulti,
infatti, amano giocare e rincorrersi
come fanno i cuccioli, mentre
il lupo, dopo la maturità sessuale,
non si comporta più in questo
modo. La domesticazione del cane
avvenne dapprima in nord America,
Figlio di una
mangusta
I tuttofare dell’Oligocene
Europa del nord e Asia. I primi
animali domestici accompagnavano
l’uomo durante la caccia. La comu-
di Hesperocyon. Gli antenati del
nicazione per mezzo di segnali
vocali ha permesso l’avvicinamento
tra uomo e lupo, ma l’elemento
decisivo di questa intesa è stata la
struttura sociale gerarchica, accet-
tata da entrambe le specie.
La ricostruzione di un gruppo
cane potevano star dritti sulle
zampe posteriori. Carnivori,
andavano a caccia di piccoli
animali nelle radure: il segreto
del loro successo nel mondo
dell’Oligocene fu l’adattabilità.
Nipoti (alla lontana) dei dinosauri
Uccelli da cortile
In alto, una gallina e un gallo
d’oggi. Qui sopra, un tacchino
(“Meleagris gallopavo”).
GALLO E
D erivano entrambi dai primi
galliformi, un gruppo di uccelli
molto primitivo, che risale a oltre
50 milioni di anni fa, e si sono
adattati alla vita terrestre in zone
dove la competizione con i mammi-
feri era meno marcata. Una delle
prime forme di volatili terrestri è il
Phororhacos, un uccello sudameri-
cano alto oltre un metro dal grande
becco ricurvo, vissuto nel Miocene.
Andando più indietro nel tempo,
sembra godere sempre più consen-
si l’ipotesi che tutti gli uccelli d’oggi
possano essere considerati i più
diretti discendenti dei dinosauri.
● E’ l’Asia la patria del gallo do-
mestico: il suo diretto progenitore
è il gallo della foresta (“Gallus
gallus”), che assomiglia molto
all’attuale razza Leghorn, dal piu-
maggio cangiante con toni rossi e
neri. Il gallo della foresta era
diffuso nel nordovest dell’India, nel
sud della Cina, a Sumatra e Giava,
con almeno cinque sottospecie
che contribuirono a “formare” la
razza domestica. Il primo utilizzo
dei galli non fu come riproduttori
o per ricavarne della carne, ma per
TACCHINO
i combattimenti,
che avevano carat-
tere religioso. Solo
in seguito si pensò
alla produzione di uova.
● Il progenitore delle razze dome-
stiche di tacchino è un galliforme
messicano, il “Meleagris gallopavo
gallopavo”. Non si sa molto delle
prime domesticazioni, ma alcune
ossa di questo animale, risalenti
a 200 anni prima di Cristo, sono
state rinvenute nella valle di
Tehuacan (che oggi corrisponde
allo stato messicano di Puebla).
Probabilmente Cristoforo Il gigante
Colombo fu il primo europeo L’antichissimo
a vedere i tacchini quando
sbarcò in Honduras nel
“Phororhacos inflatus”.
Viveva nelle praterie
1502. La prima cop- dell’America
pia di questi animali del sud: una forma
arrivò in Europa ( a intermedia fra
Roma) verso il 1520. Le razze più i gruiformi e
antiche erano soprattutto di colore i galliformi.
bianco, rosso, nero e marrone.

Parenti
stretti
Da sinistra, un
cavallo, un mulo
Quando le corna
e un asino. Tutti
discendenti dell’
Hyracotherium,
vissuto nel
nord America.
erano cinque
D erivano entrambe, come la
mucca, dagli antichi bovidi. E
oriente alla fine del Mesolitico.
Secondo le teorie più recenti,

Da sempre, un H
CAVALLO, MULO E ASINO
anno un antenato comune: venivano allevati per mangiarne
in particolare da quelle forme più
agili, che avevano scelto di vivere
sulle colline. Tra queste, c’era
l’Hoplitomeryx, un ruminante del
il solo “antenato vivente” della
pecora domestica (“Ovis aries”),
è il muflone, che come questa
ha 58 cromosomi. Poiché le razze

gran corridore Piccolo e furbo

Ricostruzioni di
Hyracotherium: una
corteccia cerebrale
ben sviluppata.
l’Hyracotherium, il progenitore
di tutti gli equidi attuali. Il primo
cavallo della storia aveva la taglia
di una volpe, quattro dita all’estre-
mità dell’arto anteriore e tre su
quello posteriore. Viveva nelle
radure delle foreste in America
settentrionale, 50 milioni di anni fa.
● Fino a qualche tempo fa, si pen-
sava che l’antenato più diretto
dell’“Equus caballus”, il cavallo
domestico, fosse l’“Equus
przewalskii”, che ancora
oggi vive in cattività
in Polonia. In realtà, la
forma più antica del
cavallo, come oggi lo
conosciamo, è l’“Equus ferus”. Il
cavallo è stato uno degli ultimi
animali a sottostare alla domesti-
cazione, circa 3 mila anni avanti
Cristo. In un primo tempo i cavalli
la carne, in seguito furono utilizzati
per il traino. In America i cavalli
selvatici si estinsero 12 mila anni fa.
● La domesticazione dell’asino è
più antica: i primi asini comparvero
in Africa nordorientale 4 mila anni
prima di Cristo. Le razze che
contribuirono a creare la forma
domestica furono l’“Equus africa-
nus somaliensis”, l’asino somalo,
e quello nubiano, “Equus africanus
africanus”, di cui sopravvivono oggi
in Etiopia circa 500 esemplari. In
Europa questo animale arrivò più
tardi e si diffuse soprattutto a sud,
perché mal si adattava al clima
freddo delle regioni nordiche. L’
uomo, dopo averlo addomesticato,
cominciò subito a incrociare il
maschio dell’asino con la femmina
del cavallo, e viceversa, per
ottenere muli e bardotti.
Miocene che popolava l’Italia
meridionale. Aveva cinque corna
sul capo e due lunghi canini.
● La capra è stato il primo rumi-
nante a essere addomesticato. Il
ovine sono interfeconde, non
si esclude che altre specie come
l’argali o l’urial siano tra i progeni-
tori della pecora domestica.
progenitore più diretto della “Ca-
pra hircus” è la capra del Bezoar
(“Capra aegagrus”), ancora vivente
CAPRA E PECORA
dall’Asia minore all’Afghanistan, Antenati
fino al Pakistan, Creta e le isole
dell’Egeo. La domesticazione risale
italici
a 10 mila anni prima di Cristo. La Sopra, il cranio e
capra di Bezoar ha come caratteri- una ricostruzione
stica lunghe corna a scimitarra del profilo dell’
nel maschio, mentre la femmina Hoplitomerix, un
le ha più corte. La domesticazione ruminante che
ha causato cambiamenti nel potrebbe essere
colore e nella lunghezza del pelo e l’antenato di capre
nelle dimensioni delle corna. e cervi. A lato, una
● Anche le pecore vennero addo- “Capra aegagrus”
mesticate in epoca preistorica dalle e due pecore.
popolazioni che vissero in Medio

Focus 114 Focus 115

Ecologia - Grattacieli come scogliere, strade come valli alpine, parch eggi come laghi. Così l’uomo ha creato il clima di città. Ma...

SI PUO’ VIV ERE COSI’?

Palestra sul tetto, Peninsula hotel, New York. Cena in terrazza in un altro hotel americano.

Manhattan: la pista da jogging sul tetto del Parker Meridian hotel. Il “sundeck” (il ponte sole) di un grattacielo americano.
 Sopra le cupole
e i grattacieli Sugli alberi
Un corvo e, in volo, della piazza
un rondone. Questi Un piccione (in
uccelli si ritirano primo piano), una
sulle sommità tortora (a destra)
degli edifici più alti. e uno storno (a
Lassù sono al sinistra): abitano
riparo dal traffico dove il traffico è
e la città sembra intenso. Gli scarichi Tra gli edifici
un’isola lontana. dei veicoli infatti, di un ospedale
riscaldano l’aria. Una donnola (in primo
In un giardino piano), e una volpe.
condominiale Qui trovano cassonetti
di rifiuti e nicchie
Un riccio (in primo che possono essere
piano) e una talpa. In utilizzate come tane.
questo ambiente
trovano terra e piante,
ma anche avanzi di
cibo e rifugi riscaldati.
Nelle cappelle
Sotto i portici di un cimitero
e negli androni Un allocco (in primo
Un balestruccio e, piano), e un gatto
in secondo piano, selvatico. Il cimitero
un pipistrello. Il Un rifugio nel è un luogo tranquillo
balestruccio costruisce soprattutto dopo
i nidi di fango sotto grande parco il tramonto: i due
le volte, sotto i Un moscardino animali, entrambi
cornicioni, oppure (nel nido), un picchio notturni, escono
sotto sculture e capitelli. (sul tronco), e uno quando i visitatori
scoiattolo. Il parco sono usciti.
è l’angolo della
città che più
assomiglia alla natura.
In più si trovano
sempre avanzi di cibo.

Natura addio: anche animali e piante trovano ne lle città le condizioni ambientali ideali per moltiplicarsi

Il verde nell’aria
Sopra, la Trump Tower di New
York. Su ogni balcone è
stato costruito un giardino
pensile, con alberi e siepi.
C
he cos’è una città? Una
distesa di vetro, di ce-
mento, d’asfalto e di fer-
ro, materiali che ricopro-
no, isolano e impermeabilizzano
ogni cosa. L’ambiente che si crea
non ha più nessuna parentela con
quello naturale, soprattutto se l’a-
rea supera i 100 chilometri qua-
drati (in questa situazione sono
per esempio Milano, Roma, Tori-
no, Bologna). In queste città fa
molto caldo in estate, mentre d’in-
verno le temperature sono relati-
vamente miti, le piogge sono vio-
lente ma, in compenso, l’umidità
dell’aria è inferiore. «Non si tratta
solo di impressioni. Le città hanno
ormai particolari caratteristiche
climatiche comuni: le differenze
dovute alle diverse posizioni geo-
grafiche, si pensi a Milano e Oslo
per esempio, sembrano annullate.
Basta osservare le piante che
spontaneamente si diffondono tra
muri e marciapiedi: nella maggior
parte dei centri del nord Europa si
trovano gli stessi vegetali», dice
Sandro Pignatti, botanico. Cheno-
podi (ovvero parenti degli spinaci),
amaranti, ed erbe che apparten-
gono alla famiglia delle margheri-
te, si trovano in ogni area urbana,
con una frequenza maggiore che
in natura. Si tratta di piante che
hanno un breve ciclo di vita, di so-
lito un anno, e che producono tan-
ti semi, una strategia che in natura
viene scelta dai vegetali che colo-
nizzano gli ambienti più inospitali.
«Per gli animali la città è un’isola
felice, dove si trovano rifugi caldi e
accoglienti, e cibo abbondante. L’
inquinamento e il rumore non
sembrano disturbarli, anzi. Gli
storni, uccelli che da qualche anno
sono diventati cittadini, vanno in
periferia di giorno, per nutrirsi, ma
tornano in centro per dormire. I
loro dormitori preferiti sono gli al-
beri delle strade dove si trovano i
capolinea degli autobus che fun-
zionano anche di notte, in genere
nei pressi delle stazioni. Così a Ro-
ma Termini, o a Milano Centrale,
ci sono assembramenti formati da
migliaia di uccelli, richiamati dal
calore generato dai gas di scarico
dei veicoli», dice Bruno Cignini,
zoologo del Comune di Roma.
Un clima nuovo, dunque. In ef-
fetti in natura il clima è l’insieme
delle condizioni atmosferiche che
si succedono nel corso di un an-
no: viene influenzato dalla pre-
senza di montagne e pianure, cor-
si d’acqua, foreste, oppure campi
coltivati. In città tutto cambia: ciò
che conta in questo caso sono la
disposizione e l’altezza degli edifi-
ci, la presenza di strade, che scor-
rono come fiumi, e di piazze albe-
rate. Si creano persino “microcli-
mi” differenti tra un quartiere e
l’altro: un isolato di nuove costru-
zioni per uffici, con palazzi che
hanno grandi superfici a vetri, è
molto diverso da un’area residen-
ziale, con piccoli condomini, cir-
condati dai giardini. Com’è dun-
que il clima in città?
● Molto più caldo
«La temperatura media nei cen-
tri cittadini è elevata, fino a 1,5
gradi in più rispetto all’“esterno”.
L’umidità relativa è inferiore, ci
sono più nuvole, e il vento è meno
intenso», dice Gianni Silvestrini
dell’Ieren (Istituto per l’edilizia e il
risparmio energetico) di Palermo.
Subito dopo il tramonto, specie
con cielo sereno e poco vento, al
confine tra la città e la campagna si
registra un deciso innalzamento
della temperatura. «Quando si va-
luta il consumo di energia di una
città (per esempio per limitare i
consumi di combustibile, e quindi
l’inquinamento), si tiene conto del
fatto che nelle città la temperatura
cresce andando dalla periferia ver-
so il centro: le aree urbane sono
infatti isole di calore», dice Gian-
carlo Rossi, docente di matemati-

▼
Focus 118 Focus 119
 Rifugiati
nelle cantine Sul tetto di una Il ponte della
Un ratto e un vecchia casa ferrovia
Nella fontana tasso (in secondo Un passero (in primo Un gheppio, vola
di un giardino piano). Nelle piano), una sopra i binari.
A sinistra, una cantine ci sono cinciallegra (a Questo rapace in
libellula, al centro, passaggi destra) e una natura vive sui
una rana. Intorno sotterranei, clima capinera: fanno picchi delle
alla vasca ci sono caldo umido, il nido nei buchi montagne, mentre
piccoli invertebrati, aperture che servono che si trovano in città si trova nei
che diventano preda come vie di fuga. tra una tegola pressi delle stazioni.
delle larve di libellula e l’altra.
e degli adulti di rana.

Le pescose
acque del fiume
Una ballerina (in primo
piano), una nutria Nella discarica
(a destra) e un Sotto lo dei rifiuti
cormorano. I corsi Il gabbiano e la
d’acqua cittadini svincolo onnipresente volpe
sono di solito Nei pressi di una (in primo piano),
poco frequentati tangenziale, negli abitano nel luogo
dall’uomo, e spazi verdi: una che offre maggiori
sotto ai ponti biscia dal collare opportunità: i rifiuti
Fra i capannoni si trova riparo. (in primo piano), un non mancano mai.
abbandonati orbettino (al centro)
e un coniglio selvatico
Una civetta (in (sullo sfondo).
primo piano), una
lucertola e una
vipera (sopra
e sotto il sasso).
Si trovano nelle
aree industriali,
dove ci sono detriti e
terreni abbandonati.

Le particelle di smog che galleggiano nell’aria filtrano il 40 per cento dei raggi ultravioletti che arrivano dal sole
ca presso la facoltà di Architettura colpisce. L’effetto “isola di calo- nostra pelle emana calore, e dieci del suolo. Capita a volte di affac- cambia invece se di fronte agli edi- sa è l’inquinamento. La presenza gia e torna ai corsi d’acqua. Ma in
▼

di Venezia. Come mai? I materia-
li, cemento, mattoni, asfalto, che
vengono utilizzati per costruire gli
edifici, hanno la tendenza a riscal-
darsi durante il giorno, e si raf-
freddano lentamente durante la
notte. Rispetto a un ambiente na-
turale che copre la stessa area poi,
una città ha una superficie mag-
giore: vanno conteggiate infatti an-
che le facce verticali degli edifici. E
i muri riflettono verso il suolo, e
non verso il cielo, la maggior par-
te della radiazione solare che li
re” è maggiore qualche ora dopo il
tramonto, sopratutto perché la
campagna inizia prima a raffred-
darsi. Durante la notte la diffe-
renza tra città e campagna è meno
evidente: mentre all’alba il primo
sole riesce a scaldare più facilmen-
te la vegetazione, gli edifici per
qualche ora restano più freddi.
Nelle città però gran parte del
calore proviene anche dalle atti-
vità umane. Perfino ciascuno di
noi dà il proprio contributo: ogni
metro quadro di superficie della
persone in una stanza scaldano co-
me una stufetta da 1000 watt. «In
alcune località, per esempio a Chi-
cago, l’energia immessa nell’at-
mosfera con le attività umane, è
3,4 volte maggiore di quella dovu-
ta alla radiazione del sole», conti-
nua Silvestrini.
● Corridoi del vento
Un gruppo di edifici alti può an-
che influenzare il movimento del-
l’aria che passa attraverso di essi,
creando correnti anche a livello
ciarsi dietro un angolo, ed essere
investiti da una folata di vento.
Come mai? Prendiamo per esem-
pio una strada che va da est a ove-
st, con grattacieli affacciati su en-
trambi i marciapiedi. Tra il lato in
ombra, a nord, e quello soleggiato,
a sud, si crea un contrasto termico
netto, molto simile a quello che si
può verificare in analoghe situa-
zioni in una vallata alpina.
Questo provoca un movimento
di masse d’aria dalla parte più
fredda a quella più calda. Tutto
fici più alti ci sono palazzi di appe-
na due o tre piani. Il vento scende
verso il basso e crea turbolenze al
centro della strada. Indipendente-
mente da come sono disposte le
case poi, sulla città si forma in ge-
nere una colonna di aria calda che,
dilatandosi, si alza. Questo feno-
meno richiama aria più fredda dal-
la periferia, con formazione di una
brezza leggera.
● La stagione delle piogge
Nelle città piove di più. La cau-
di smog comporta infatti la pre-
senza di molte particelle sospese
nell’aria, che possono servire da
nucleo di condensazione per il va-
pore acqueo contenuto nelle nubi,
che così diventa acqua e precipita.
Le precipitazioni sono dal 5 al 15
per cento superiori a quelle della
campagna vicina, e sono più in-
tense in inverno. Ci sono anche
più temporali.
In natura, poi, l’acqua partecipa
a un ciclo continuo: evapora, for-
ma nuvole, precipita come piog-
città il ciclo viene interrotto da nu-
merosi ostacoli. La superficie e-
sterna di case e strade impedisce
all’acqua di penetrare nel suolo, e
la fa invece scorrere via. Le riserve
idriche del sottosuolo vengono im-
poverite, e la falda acquifera si ab-
bassa. Inoltre in campagna il suolo
umido cede vapore all’atmosfera,
mentre in città ciò non avviene: di Antidoto all’afa
giorno l’aria urbana è quindi più Sopra, le piscine di un centro
asciutta. Di notte però le cose sportivo allestito sulla sommità
cambiano: dopo il tramonto, la di un grattacielo americano.
produzione di vapore antropoge-

▼
La tintarella è assicurata.

Focus 120 Focus 121

Per ridurre la
temperatura
basterebbe
dipingere le
case di bianco
nico (dovuta alle attività industriali
▼
e artigianali, ma anche agli esseri
viventi) continua.
● Illuminazione ideale
Il modo in cui sono orientate le
strade, la stagione e i materiali uti-
lizzati per costruire gli edifici pos-
sono influenzare l’assorbimento e
la riflessione della luce solare. Non
sempre le strade strette, circonda-
te da palazzi, sono le più buie: le
pareti riflettono infatti verso il bas-
so anche la luce. In effetti una città
è costituita da tantissime superfici:
tetti con tegole, vetri, strade di-
versamente pavimentate, par-
cheggi e automobili metallizzate.
Ognuno di questi elementi riflette
in modo diverso la luce. Questa
caratteristica si misura in
valore di albedo: si tratta
del rapporto tra la luce
riflessa e quella inciden-
te su una superficie. Una
superficie bianca, molto
riflettente, come la fac-
ciata di un palazzo ver-
niciato di bianco, ha va-
lori di albedo alti, vicini a
1. Una superficie nera,
come l’asfalto, ha valori
di albedo prossimi allo
zero. L’Epa, l’agenzia
ambientale degli Stati
Uniti, ha addirittura pro-
posto di modificare l’al-
bedo delle città, cam-
biando i colori degli in-
tonaci. In questo modo
si potrebbe registrare un
aumento di 0,15 del va-
lore di albedo. E allora?
Il fatto è che una città
più “bianca” si scalda
meno, e in estate ciò per-
metterebbe un risparmio
dell’energia utilizzata per gli im-
pianti di condizionamento, pari al
40 per cento.
● Wilderness urbana
Il centro commerciale di una
città è paragonabile a una regione
desertica. E’ inospitale per i vege-
tali, le cui radici non trovano terra
fertile e acqua. Le piante, in que-
sto tipo di quartieri, sono isolate in
Focus 122
Il paradiso sul tetto
Sopra, la sommità di un
grattacielo di New York: i giardini
Clima migliore? Piccoli quartieri
condominiali si trovano in alto. A
terra c’è posto solo per le auto.
N elle metropoli
abitano due
miliardi di persone,
e ai corsi d’acqua,
si sostituiscono ce-
mento, impalcature
Come? Per esempio
creando piccoli quar-
tieri di case basse,
Albergo un terzo della popo- e strade, è ovvio che circondate da piccoli
sicuro lazione della Terra. E si crea un sistema giardini. Il perimetro
in futuro si prevede squilibrato, molto della città può
Qui accanto, che i cittadini au- differente da quello essere poi circonda-
Bruno Cignini, menteranno ancora. naturale. Per miglio- to da fasce concen-
zoologo: Logico quindi cerca- rare il clima quindi, triche di verde, gran-
“All’interno di una re di migliorare il più bisogna ricreare un di parchi collegati
città, sembra
possibile il clima del- microcosmo simile a tra loro da corridoi.
paradossale, gli le città, rendendolo quello naturale, pro- All’interno della città
animali non
più salubre e piace- gettando gli spazi ur- ideale le automobili
hanno nemici. vole. «Ciò che rende bani come se fosse- sono quasi assenti,
Anche la caccia le città inospitali, è ro tutti strettamente e comunque servono
è vietata”. la sproporzione tra la collegati tra di loro», poco: perché scuole,
parte costruita e le dice Maurizio Spada, negozi e uffici
Viviamo estensioni verdi. Se direttore dell’Istituto comunali sono a due
ai tropici? alla terra, alle piante uomo e ambiente. passi da casa.
A sinistra, Gianni
Silvestrini, autore
di uno studio una infinità di batteri, dovuta alla per costruire il nido. Quando pio-
sul clima urbano. altissima concentrazione di perso- ve, l’acqua non scola, ma rimane
“L’aria dei centri ne che si verifica nelle ore di pun- sulla pavimentazione di cemento,
cittadini è di 1,5 ta, soprattutto nei negozi e nei su- formando grandi pozze. Il vento,
gradi più calda permarket. come nelle isole, batte costante
dell’aria della I palazzi che superano i dieci sulle sommità dei palazzi, mentre
campagna piani, affacciati su vasti parcheggi, sotto, al livello delle automobili,
circostante”.
sono invece assimilabili a scogliere c’è relativa calma. In ogni mo-
ricche di detriti organici, come mento però i microclimi della città
piccoli spazi tra gli edifici, si tro- quelle degli isolotti oceanici abi- sono soggetti a cambiamento: una
vano all’interno di giardini condo- tati da uccelli marini. Più alti sono ruspa che abbatte una casa, un
miniali, oppure sui terrazzi: for- gli edifici, più offrono disponibi- martello pneumatico che squarta
mano piccole oasi e il loro clima è lità di “posti letto” per i volatili, una strada, possono modificare
quindi quello che si può trovare che possono nidificare sulle gron- profondamente l’ambiente. Gli
in analoghe situazioni in natura. daie e sui cornicioni, sotto le te- animali migrano alla ricerca di ciò
Caldo intenso e secco sulla sabbia, gole o gli sbalzi dei balconi. Nei che hanno perso, mentre altri
umidità opprimente all’ombra dei pressi del parcheggio, che dall’alto prendono possesso del nuovo ri-
vegetali. Tutto ciò favorisce la dif- assomiglia proprio a un mare pe- fugio. E la vita nella wilderness ur-
fusione di insetti, uccelli, piccoli scoso, i rifiuti non mancano mai, e bana continua. ■
mammiferi, ai quali si aggiunge con essi cibo, stoffe e fiori secchi Mariella Bussolati
Tecnologia
Cioè un
cocktail
Addio benzina arriva il gasolone
di gasolio e benzina. Ma dietro
l’angolo c’è già l’idrogeno. Questi
sono i carburanti di oggi
e soprattutto di domani
G
asolone, metanolo, o
idrogeno?». Fra qualche
anno l’addetto al distri-
butore di carburanti po-
trebbe rivolgere all’automobilista
una domanda del genere. «Per-
ché? Semplice. I giacimenti di pe-
trolio conosciuti possono durare,
ai consumi attuali, ancora una qua-
rantina d’anni. Se ne possono sco-
prire altri, ma a grandissime
profondità e quindi a costi molto
più elevati. Inoltre, continenti co-
me l’Asia o l’America del Sud non
hanno ancora conosciuto il feno-
meno della motorizzazione di
massa: quando ciò avverrà, i con-
sumi di carburante triplicheran-
no», spiega Enrico De Vita, inge-
gnere, esperto di motori e combu-
stibili. Dunque, calano le riserve
di petrolio. Diventa anche più dif-
ficile usare benzina e gasolio, a
causa delle sostanze inquinanti che
essi producono (ossido di carbo-
nio e di azoto, idrocarburi incom-
busti, ozono) e delle leggi adottate
per ridurre l’inquinamento. Con
quali carburanti po-
tranno allora funzio-
nare in futuro i motori
delle auto?
■ Nel serbatoio,
roba vecchia
Da un secolo benzi-
na e gasolio fanno
marciare le due fami-
glie dei motori, quelli
a quattro tempi (con
la candela) e i diesel
(senza candela). Ora, però, c’è chi
pensa di mettere insieme i due car-
buranti e i due motori, con i van-
taggi dell’uno e quelli dell’altro.
Come? «Con un nuovo combusti-
bile: il gasolone, una miscela di
benzina e gasolio», spiega De Vita.
Benzina e gasolio sono due cock-
tail diversi, ognuno fatto di un gran
numero di idrocarburi (paraffine,
olefine, aromatici, alcheni, benze-
ne). Le loro molecole hanno ca-
ratteristiche curiose e in molti casi
ancora non ben conosciute, per-
ché tutto avviene nella camera di
▼
Un gas Tutti i figli
adattabile del greggio
Dino Dini, dell’
università di
Pisa: “L’idrogeno B enzina, gasolio, gpl, e
gli altri carburanti
nascono tutti nella torre di
è adatto per distillazione delle raffinerie.
i motori diesel Quando il petrolio greggio
e a benzina”. viene immesso nella torre
e riscaldato, gli idrocarburi
che lo compongono si
dispongono dall’alto verso
Rifiuti il basso a seconda della
sfruttabili loro “volatilità” e del loro
Giuseppe punto di ebollizione.
Cacudi, della ■ Partendo dalla cima della
Snam: “Il torre, si ha una parte
metano si può composta essenzialmene
ricavare anche da butano e propano, che
riciclando tendono a evaporare già a
rifiuti organici”. temperatura ambiente,
senza quindi la necessità di
calore aggiuntivo. Con questi
idrocarburi più leggeri si pro-
duce il gas di petrolio lique-
Sempre più potenti fatto (gpl), che può alimen-
Sopra, un laboratorio tare il motore a scoppio.
della società petrolifera ■ Subito al di sotto si trova
Elf: si studiano benzine la frazione che distilla
ad alto rendimento. a temperature da 30 a 170
Nella foto grande, una gradi: con questa si
raffineria vista di notte. ottiene la materia prima
per la benzina.
■ Scendendo verso gli strati
più densi, si trova poi
il cherosene (usato per
il riscaldamento e per ali-
mentare i jet): la sua tempe-
ratura di ebollizione è com-
presa da 160 a 250 gradi.
■ Il gasolio invece si distilla
dalla frazione compresa
tra i 250 e i 370 gradi
di ebollizione
■ Alla base della colonna
si trovano la nafta e altri
prodotti di scarto.

L’ ideale? Lo stesso carburante
per i motori diesel e quelli “a candela”
scoppio, dove è difficile verificare
▼
bene cosa succede. E la loro di-
sponibilità a bruciare varia in rap-
porto alla temperatura, alla pres-
sione e alle altre molecole con cui
sono in compagnia. «L’equilibrio
chimico degli idrocarburi rende la
benzina ideale per il motore ad ac-
censione comandata», dice Ric-
cardo Trerè, responsabile delle ri-
cerche carburanti dell’Agip. «In-
fatti, il pistone comprime il carbu-
rante, che però non esplode finché
non è incendiato dalla scintilla».
Il gasolio però non si incendia con
la scintilla: prende invece fuoco da
solo se sottoposto a una pressione
elevata. «Il gasolone che si sta stu-
diando dovrebbe avere una pro-
porzione tra i vari tipi di idrocar-
buri tale da poter essere compres-
so come nel motore diesel, ma
bruciare solo con la scintilla della
candela», precisa De Vita.
I vantaggi? «Anzitutto si può
sfruttare meglio il petrolio greg-
gio: da un barile si ricaverebbe il
25 per cento di gasolone, mentre
oggi si ricava il 14 per cento di ben-
zina, e il 22 per cento di gasolio.
Avremmo poi un motore elastico
come quello a benzina ma con
rendimento da diesel: 42 per cento
contro 29 per cento».
I due progenitori
Sopra, lo schema del motore a benzina,
dell’americano Frank Duryea, (1906).
A destra, il prototipo del motore a
gasolio inventato da Diesel (1893).
■ Metano da
Formula 1
C’è però chi pensa a una solu-
zione più radicale: sostituire ben-
zina e gasolio con altri carburanti
più puliti e altrettanto efficienti. Il
più promettente è il metano, lo
stesso che brucia nei fornelli di cu-
cina. In Italia si è usato sin dagli
anni Trenta e oggi 250 mila vettu-
re alimentate con questo gas, com-
presi gli autobus pubblici di Ra-
venna, Bologna e Brescia. Quali
sono i vantaggi? «E’ abbondante e
soprattutto rinnovabile, visto che
molti microorganismi sono in gra-
do di produrlo», spiega Giuseppe
Cacudi, della Snam. «Inoltre, ri-
spetto ai carburanti tradizionali,
produce fino al 25 per cento in me-
no di ossido di carbonio». Il meta-
no costa molto meno della benzi-
na, perché non richiede particola-
ri lavorazioni e può essere utiliz-
zato quasi com’è in natura.
Se viene usato nei normali mo-
tori a benzina, il metano richiede
però una speciale apparecchiatu-
ra, e si ha comunque un calo di
rendimento. Per questo le case au-
tomobilistiche stanno studiando
vetture concepite apposta per il
gas naturale: la Fiat ha prodotto
una Croma a metano, mentre la
Bugatti EB 110 S alimentata con
questo carburante ha recente-
mente battuto in velocità la Fer-
rari 456 GT sul circuito Volkswa-
gen di Ehralessien, toccando i 342
chilometri all’ora. «Il metano ha il
vantaggio di essere un gas, e quin-
di di poter entrare nella camera
di combustione senza dover subi-
re trasformazioni dallo stato li-
quido a quello gassoso», conclude
Cacudi. «Inoltre, può essere com-
presso più della benzina prima
che esploda, e questo aumenta il
rendimento del motore».
■ Una Mercedes
alcolizzata
Il metanolo è un ottimo carbu-
rante per motori, tanto che viene
usato dalle auto che partecipano
alle corse di Indianapolis, negli
Usa. Si ricava dal carbone fossile,
di cui il mondo possiede riserve
per un paio di secoli, ma con uno
svantaggio: la sua produzione
comporta anche una forte produ-
zione di anidride carbonica, re-
sponsabile dell’effetto serra. Inol-
tre, può essere usato solo con mo-
tori particolari. «Tuttavia, si po-
trebbe usare miscelato fino al dieci
per cento con la benzina», dice De
Vita. «E in questo caso potrebbe-
ro usarlo i normali motori». Il me-
tanolo ha il vantaggio di sostituire
nella benzina gli idrocarburi aro-
matici. Mercedes e Bmw produ-
cono già vetture a metanolo.
■ Idrogeno: acqua
al posto del fumo
«Questo gas sarebbe il carbu-
rante perfetto per le auto perché
non contiene carbonio, e perciò
non inquina: quando brucia pro-
duce solo acqua. Ma alla pressione
atmosferica occupa troppo spazio
e ha quindi bisogno di serbatoi
molto grandi», spiega De Vita. Il
rimedio ci sarebbe: munire le auto
di serbatoi capaci di mantenere l’i-
drogeno a 253 gradi sotto zero,
perché a questa temperatura il suo
volume si riduce di molto. E qual-
cuno ci sta anche provando, come
la Bmw col modello 525i, che fun-
ziona a idrogeno. Un’altra solu-
zione consiste nell’intrappolare l’i-
drogeno in composti metallici
(idruri), che poi lo rilasciano gra-
dualmente durante il viaggio. «Ma
gli idruri costituiscono un peso ag-
giuntivo per l’auto», commenta
Pietro Mengoli, docente di im-
pianti di trasporto al Politecnico
di Milano. «Inoltre l’idrogeno non
si trova in natura e, almeno per
ora, bisogna produrlo scindendo
la molecola dell’acqua. Per questo
serve però una quantità di energia
tripla rispetto a quella che riuscia-
mo a incamerare nell’idrogeno».
«Questo carburante ha però una
qualità straordinaria: può bruciare
con l’aria in una grande gamma di
rapporti, mentre negli altri motori
il rapporto è vincolato: in quello a
scoppio, 9 chili d’aria e uno di ben-
zina quando si va ad alta velocità,
15 chili d’aria a uno di benzina a
velocità di crociera. Nel diesel, in-
vece il rapporto deve essere sem-
pre di 20 chili d’aria per uno di ga-
solio», spiega Dino Dini, docente
di energetica all’università di Pisa.
«Questo significa che l’idrogeno
potrebbe alimentare sia un motore
diesel sia uno a quattro tempi, e
con una elasticità e brillantezza su-
periori». Per dimostrarlo, Dini e i
suoi collaboratori, insieme all’E-
nea e alla Vm motori, stanno pro-
prio costruendo un’automobile a
idrogeno. ■ di scarto
Luca Carra
E intanto
proviamo con Consuma meno il
l’iniezione motore che ragiona
Iconndaiattesa di eliminare
motori la benzina
i suoi elementi
Le fasi della realizzazione di un motore
“autoapprendente” (è l’Opel Ecotec V6). 1-2,
lo schema, visto al computer. 3, i modelli di
inquinanti, le case auto- alcune parti. 4, test di rumorosità. 5, banco
mobilistiche cercano prova. La gestione del motore spetta a un
di farla bruciare sempre
meglio e più completa-
mente. In questo modo
microcomputer, che ne analizza la resa 3 volte
a ogni giro, regolando di volta in volta la miscela.
se ne consuma meno,
e si emettono nell’aria
meno sostanze tossiche.
■ Il primo grande passo
avanti in questa direzio-
ne è stato fatto sosti-
tuendo il vecchio carbu-
ratore con gli iniettori,
che introducono la giu-
sta quantità di carburan-
te nel condotto di aspi-
razione: una centralina
1
elettronica stabilisce, di
volta in volta, per quanti
millisecondi va azionata
l’elettrocalamita che
apre l’ago di iniezione.
■ Ora si sta sostituendo
l’iniezione del carburante
nel collettore di aspira-
zione con quella diretta-
mente nella camera
di scoppio. «In questo
modo miglioriamo il ren-
dimento termodinamico 2
della combustione»,
spiega Francesco Caval-
lino, del centro ricerche
Fiat. «Infatti, si evita di
disperdere carburante
liquido nel collettore e
si miscelano in modo più
omogeneo aria e benzi-
na. Inoltre si riduce l’
emissione di idrocarburi:
nell’ambiente più caldo
della camera, questi 3
vaporizzano immediata-
mente e non restano
incombusti».
4
Scarti in fumo
Nella foto grande,
un serbatoio
di gas liquefatto
e, accanto,
la “torcia”, nella
quale vengono
bruciati i prodotti 5
delle raffinerie.
Focus 127
L’incontro - Adalberto Giazotto
Quando la
terra trema
Il professor
Giazotto accanto
al prototipo di
due “filtri” che
faranno parte del
sistema di super-
attenuatori
dell’antenna
Virgo. Questi
strumenti hanno
lo scopo di
escludere il
naturale “rumore
sismico” del
terreno, che è
migliaia di volte
più intenso delle
vibrazioni
gravitazionali.
Una colossale antenna capterà le onde
gravitazionali previste da Einstein. E
rivelerà i misteri della creazione. Come?
C
on Virgo potremo forse
scoprire che cos’è acca-
duto nell’attimo della
creazione». Adalberto
Giazotto non fatica a lasciar intra-
vedere l’entusiasmo che da quin-
dici anni lo sostiene: è infatti l’at-
tuale direttore dell’iniziativa italo-
francese Virgo, che ha come scopo
la costruzione (a Cascina, nei pres-
si di Pisa) della più sensibile an-
tenna gravitazionale del mondo.
L’hanno battezzata Virgo, dal no-
me di un enorme ammasso di ga-
lassie nelle vicinanze della Terra:
la Vergine. E’ da lì, infatti, che i
ricercatori si aspettano di captare
per la prima volta le vibrazioni del-
lo spaziotempo, e di riuscire così a
studiare l’universo in un modo
completamente nuovo. Per capi-
re che cosa siano queste vibrazio-
ni, o “onde gravitazionali”, basta
ricordare un’immagine tipica del-
la teoria della relatività di Einstein:
lo spazio (o, meglio, lo spaziotem-
po) è come un lenzuolo di gom-
ma, nel quale ogni corpo celeste
forma un avvallamento più o me-
no profondo. Se un corpo accele-
ra, per esempio roteando intorno a
un punto, provoca una leggera vi-
brazione di questo tessuto, che si
propaga come un’onda nel “len-
zuolo”. Non tutti i corpi, però, pro-
Focus 128
ducono queste onde: per la legge
di azione e reazione, infatti, quan-
do una parte di un sistema accele-
ra ce n’è un’altra che retrocede, e
così le onde si annullano. In prati-
ca, le onde gravitazionali riescono
a sfuggire solo quando il sistema è
molto sbilanciato. L’esempio clas-
sico è quello di due stelle a neu-
troni (che sono corpi estrema-
mente concentrati: un cucchiaino
di quella materia peserebbe circa
50 milioni di tonnellate) orbitanti
l’una intorno all’altra. Eppure, an-
che in quel caso, le onde prodotte
hanno un’energia debolissima.
Che effetti ha questa ener-
gia?
L’onda gravitazionale porta con
sé forze molto particolari. Si chia-
mano “forze di Riemann”, e anzi-
ché attirare o respingere in una di-
rezione precisa, fanno in modo che
due masse distanziate (ma collega-
te in qualche modo, per esempio
da una sbarra) si avvicinino e si al-
lontanino periodicamente. Sotto
l’azione di queste forze il manubrio
di un sollevatore di pesi continue-
rebbe ad allungarsi e ad accorciar-
si. L’atleta però non se ne accorge-
rebbe, perché la deformazione sa-
rebbe cento milioni di volte più pic-
cola del diametro di un atomo.
Vibrazio ni dall’infinito
E allora perché misurarla?
Riuscire a captare le onde gra-
vitazionali ci permetterà di studia-
re, per esempio, come esplode una
supernova, di esaminare la natu-
ra di strani oggetti stellari come le
pulsar e le stelle a neutroni, di sco-
prire se i buchi neri esistono vera-
mente, e che cosa succede quando
inghiottono una stella. Potrebbero
anche darci informazioni sulle
“corde cosmiche”, sottili fili di
enorme massa che (secondo una
teoria ancora tutta da verificare)
sarebbero responsabili della na-
scita delle galassie. Soprattutto,
però, vorremmo riuscire a “carto-
grafare” la radiazione gravitazio-
nale presente nell’universo: que-
sto tipo di radiazione, infatti, at-
traversa qualsiasi corpo senza al-
terarsi. E’ probabile quindi che
gran parte di essa non sia mai sta-
ta inquinata dal contatto con la
▼
Sono i fantasmi della fisica: invisibili e inafferrabili
EEinstein
sistono davvero le onde
gravitazionali? Albert
le ha teorizzate
nel 1915, ma ogni teoria
ha bisogno di una confer-
ma sperimentale. Il primo
a cercare questa conferma
fu l’americano Joseph
Weber, nel 1957, che
usava un cilindro di metallo
sospeso in una camera a
vuoto. All’arrivo di un’onda,
il cilindro avrebbe dovuto
risuonare come un diapa-
son, trasmettendo la vibra-
zione a un circuito elettrico.
In seguito, la tecnica di
Weber fu perfezionata por-
tando il cilindro a bassissi-
ma temperatura (-272 gra-
di), per eliminare l’effetto
dell’agitazione termica
delle molecole. Dal 1971
si è cominciato a provare
con i raggi laser (la stessa
tecnica che userà l’anten-
na Virgo), ma finora sem-
pre senza risultati. E allo-
ra? In realtà una conferma
c’è, seppure indiretta, ed è
L’inventore di Virgo,
e la sua creatura
Sopra, Adalberto Giazotto,
dirigente dell’Istituto
nazionale di fisica nucleare.
E’ il principale promotore
dell’antenna gravitazionale
Virgo, progettata in
collaborazione con il
Consiglio nazionale delle
ricerche francese. Giazotto
ha svolto vari studi sulle
particelle elementari, ma
da 15 anni si dedica
principalmente a questo
progetto. E’ nato a Genova
nel 1940, e ha quattro figli.
Accanto, Giazotto mostra
una parte di Virgo: l’antenna
sarà formata da due tubi
lunghi 3 chilometri,
percorsi da raggi laser.
stata ottenuta nel 1974 da
due astronomi, gli america-
ni Joseph Taylor e Russell
re accuratissime, hanno
poi potuto verificare che il
rallentamento era identico
Hulse. I due scienziati han- a quello previsto da Ein-
no infatti misurato il perio- stein a causa dell’emissio-
do orbitale di un sistema ne di onde gravitazionali.
di due stelle a neutroni, e Per questa scoperta Rus-
hanno scoperto un imper- sell e Hulse hanno conse-
cettibile rallentamento nel- guito nel 1993 il premio
la rotazione. Grazie a misu- Nobel per la fisica.
Focus 129
 Il progetto è cominciato nel 1980. Soltanto ora è diventato una corsa cui partecipano francesi e americani
materia, e che sia identica a com’e- potuto concretizzarsi grazie al- di Pisa è riuscito a mettere a pun- specchio “sente” al massimo una ricongiunge con l’altro raggio da

▼
ra al momento della creazione.
Studiandola potremmo veramente
capire che cosa è successo al mo-
mento del Big Bang.
Per questo è nata Virgo...
L’idea è nata una quindicina di
anni fa qui, a Pisa. Ed è andata
avanti perché ho trovato un gran-
de appoggio da parte di Luciano
Un tunnel lungo sei chilometri Maiani, attuale presidente dell’I-
Sopra, una simulazione al computer di Virgo stituto nazionale di fisica nucleare,
sulla piana di Cascina, nei pressi di Pisa. del suo predecessore Nicola Ca-
A destra, l’équipe di ricercatori che è al bibbo e in generale dell’ambiente
lavoro sull’immenso tubo a vuoto dell’antenna. scientifico pisano. Il progetto ha
l’entusiastico contributo sia del
gruppo di Pisa sia dei gruppi di
Napoli, Frascati e Perugia. Per tut-
to questo periodo, inoltre, abbia-
mo lavorato in stretta collabora-
zione con il Cnrs francese e in par-
ticolare con Alain Brillet, del la-
boratorio Lal di Orsay: l’intero
progetto è suddiviso infatti tra
Francia e Italia. Soltanto nel 1987,
però, abbiamo capito che Virgo
era realizzabile: quando ci siamo
resi conto che i laser e gli specchi
dei francesi erano di livello ecce-
zionale, e quando il nostro gruppo
to i “super-attenuatori” per l’an-
tenna gravitazionale.
Super-attenuatori?
Sono dispositivi di sostegno, che
permettono di eliminare anche le
più piccole vibrazioni del terreno.
La superficie terrestre, infatti, è
continuamente agitata da micro-
terremoti che danneggerebbero le
nostre delicatissime misure. I su-
per-attenuatori assorbono ogni
scossa, al punto che se la terra o-
scilla, per esempio, di un millime-
tro dieci volte al secondo, ogni
vibrazione di un decimo di miliar-
desimo di millimetro.
E come funziona l’antenna
vera e propria?
Un fascio di luce laser viene
suddiviso in due raggi perpendi-
colari, ciascuno dei quali attraver-
sa uno “specchio d’entrata” e per-
corre un tubo lungo tre chilometri.
Alla fine del tubo il raggio trova
uno specchio riflettente, torna in-
dietro e rimbalza sullo specchio
d’entrata: in tutto va avanti e in-
dietro 50 volte. Alla fine esce, e si
cui si era separato all’inizio. L’in-
contro crea un “fascio di interfe-
renza” che uno speciale sensore
trasforma in corrente elettrica.
Normalmente, per avere la mas-
sima sensibilità, lo strumento è ta-
rato in modo che l’interferenza dia
una corrente nulla.
E cosa succede se arriva
un’onda gravitazionale?
Nel primo tubo lo spazio tra gli
specchi si accorcia, e nel secondo si
allunga: in questo modo i due rag-
gi laser percorrono cammini leg-

▼
Ma c’è antenna e antenna! Quando le onde rimbalzano
N on è solo l’anten-
na a permettere
di ricevere i segnali
radiotelevisivi. Un
la terra e la ionosfera.
I normali programmi
radiotelevisivi, comun-
que, sono tutti
Tutte le altre, piccole e grandi, servono invece grande contributo
viene anche da due
trasmessi a frequenze
più alte, ovvero per
a captare onde elettromagnetiche. fenomeni tipici delle
onde: la riflessione
mezzo di onde che non
subiscono riflessione:
Perché allora ne esistono di tanti tipi diversi? e la diffrazione.
● La riflessione per-
ecco perché per le
trasmissioni a lunga
mette di ricevere alcu- distanza sono

L
unghe, corte, rigi-
de, flessibili, gran-
di, piccole, para-
boliche, a ombrel
lo, a elica, a tromba...
La più grande si trova ad
Arecibo (Portorico), e ha
305 metri di diametro, la
più piccola sta all’interno
di qualsiasi radiolina, e
misura meno di un centi-
metro. Eppure tutte sono
antenne, cioè dispositivi
studiati per trasformare le
correnti elettriche in onde
elettromagnetiche. O vi-
ceversa. Senza le antenne
non potremmo guardare
la televisione né telefona-
re in un altro continente,
eppure il loro funziona-
mento è semplicissimo.
Quando un circuito è col-
legato a una presa elettri-
ca, una piccola parte della
corrente che lo attraversa
viene irradiata nell’
ambiente sotto forma di
onde elettromagnetiche.
L’antenna in questo caso
funge da trasmittente: ser-
ve cioè ad amplificare la
parte di corrente irradia-
ta. L’esatto opposto av-
viene per le antenne rice-
venti, nelle quali un’onda
elettromagnetica induce
una debole corrente alter-
nata che viene amplificata
da un apposito circuito
elettrico, e quindi trasfor-
mata in un segnale acusti-
co o visivo. All’occorren-
za anche le masse metalli-
che più disparate possono
fungere da antenna: il ter-
mosifone di casa, la rete
di un letto, una ringhiera,
addirittura la rete elettrica
domestica o quella idrica.
Ma a parte le soluzioni di
emergenza, le antenne più
diffuse rientrano più o me-
no nei seguenti modelli.
■ A dipolo
In realtà non è un tipo
specifico di antenna, ma
lo schema di un’antenna
teorica: dev’essere fatta di
un materiale conduttore
(in genere rame, bronzo
fosforoso, acciaio ramato
o alluminio) e si compone
di due asticciole identiche,
collocate una accanto al-
l’altra. A ciascuno dei due
estremi che si fronteggia-
no è saldato un cavo elet-
trico, che si collega al
Foreste di
metallo
Accanto, un
ripetitore
televisivo: qui
le antenne
funzionano come
trasmittenti. Più
a destra, uno dei
tanti “boschetti”
sul tetto di una
casa: le normali
antenne tivù si
chiamano Yagi
e sono di tipo
direzionale.
rispettivo capo del circui-
to di alimentazione o rice-
zione. Le dimensioni
dell’antenna sono un ele-
mento cruciale: l’ideale
per la ricezione, infatti, è
che la lunghezza dell’an-
tenna sia uguale alla metà
della lunghezza d’onda
del segnale. Se ci si allon-
tana da queste dimensioni
l’efficienza diminuisce.
■ Filare
E’ costituita da un
semplice filo elettrico
lungo anche 100 metri,
che esce dall’apparecchio
ricetrasmittente e viene
sospeso orizzontalmente
per aria. Ha un’ampia
larghezza di banda, ma
richiede molto spazio per
essere installata. E’
particolarmente adatta
per le frequenze basse,
medie e lunghe, e viene
usata per esempio nelle
navi, dove il filo può
essere teso tra i pennoni.
■ A stilo
E’ un dipolo verticale
con una sola asticciola
perché l’altra è simulata
dal terreno sottostante,
che agisce come uno spec-
chio. Uno dei morsetti del
ricetrasmettitore è quindi
collegato a terra. In gene-
re viene impiegata per le
autoradio, nel qual caso la
terra è sostituita piuttosto
bene dalla massa metalli-
ca del veicolo. E’ omnidi-
rezionale, cioè riceve
ugualmente bene qualun-
que sia la direzione di
provenienza del segnale.
■ Yagi
E’ la tipica antenna
televisiva, ideata per risol-
vere il problema delle
interferenze fra segnali
provenienti da direzioni
diverse. L’antenna Yagi è
direzionale: oltre al dipolo,
infatti, è composta da una
serie di aste metalliche
parallele (lunghe quanto
il dipolo) disposte in un
ordine prestabilito. L’asta
“riflettore” si trova più
ne trasmissioni radio necessari i satelliti.
anche oltre l’orizzonte, ● La diffrazione è
perché tutte le onde invece la capacità
fino all’alta frequenza delle onde di “girare”
(circa 30 MHz) sono attorno a ostacoli di
riflesse dalla ionosfera dimensioni inferiori
(una fascia di atmo- alla propria lunghezza
sfera compresa fra i d’onda: consente
60 e i 500 chilometri, i collegamenti con
ricca di particelle elet- ricevitori posti in “zone
Paraboliche: in diretta dallo spazio tricamente cariche). d’ombra”, cioè in
Sopra, l’antenna gigante del radiotelescopio Una stazione ricevente luoghi relativamente
di Arecibo, in Portorico. Ha un diametro di 305 può addirittura essere vicini ma non
metri ed è progettata per registrare i segnali raggiunta da segnali direttamente visibili
radio emessi per esempio da lontane galassie. rimbalzati più volte fra dal trasmettitore.
A sinistra, una parabola per la Tv via satellite.
arretrata rispetto sente un’antenna interna radio. Fisicamente sono detto “fuoco”, tutte le
alla direzione da formata da un filo condut- degli imbuti che convo- onde elettromagnetiche
cui proviene il tore molto lungo avvolto gliano le onde all’interno provenienti dalla direzio-
segnale, mentre a spirale su una piccola di tubi metallici di sezione ne di puntamento. Mag-
le altre, i “diret- bacchetta di materiale quadrata o circolare giori sono le dimensioni e
tori”, sono più magnetico (ferrite), che detti “guide d’onda”, maggiore è la quantità di
avanzate. Questi ne migliora il rendimento. i quali fanno le veci dei segnale raccolto: si passa
elementi si defi- E’ un tipo di antenna cavi elettrici trasportando quindi da un diametro di
niscono parassiti, particolarmente adatto direttamente il segnale circa un metro per la rice-
perché non sono per le onde a bassa e me- ondulatorio. zione televisiva, fino a più
collegati al dia frequenza, ma avendo di 300 metri per i radiote-
circuito elettrico, un’elevata direttività ■ Parabolica lescopi (che sono sostan-
e hanno la funzione la bontà della ricezione Nel caso di onde di zialmente un particolare
di captare e re-irradiare dipende molto dalla frequenza superiore ai 300 tipo di antenna). Normal-
le onde in transito. posizione della radio. MHz, la migliore diretti- mente sono costruite in
vità si ottiene con il riflet- maglia d’alluminio o in
■ In ferrite ■ A tromba tore parabolico. E’ una fibra di vetro contenente
Nella maggior parte Sono largamente usate superficie che concentra rete metallica. ■
delle radio portatili è pre- nei radar o nei ponti in un particolare punto, Marco Casareto

Focus 130 Focus 131

Adalberto Giazotto alla stazione di controllo digitale di Virgo.
Vedremo la morte di una
coppia di stelle a neutroni:
un’agonia lunga 25 minuti
germente diversi, e quando inter-
▼
feriscono producono un segnale
elettrico riconoscibile.
Detto così sembra sempli-
ce. E i problemi?
Oltre al problema del “rumore
sismico”, c’è quello del vuoto: il
tubo, infatti, deve essere comple-
tamente svuotato, perché la pre-
senza di aria provocherebbe falsi
segnali nel sensore. Il nostro tu-
bo, che è lungo in tutto sei chilo-
metri, diventerà il più grande vo-
lume di vuoto esistente sul piane-
ta: con il suo diametro di un metro
e 20 per 6 chilometri di lunghezza,
occuperà complessivamente il vo-
lume di un palazzo di sei piani. E’
una vera sfida scientifica, che co-
sterà oltre 150 miliardi. Il 55 per
cento della somma sarà a carico
dell’Italia, il resto verrà coperto
dalla Francia.
Come si fa a capire da dove
arriva un’onda?
E’ necessario avere un certo nu-
mero di antenne situate in vari
punti della Terra, e fare una trian-
golazione basandosi sugli esatti
istanti di arrivo dell’onda. Virgo,
insomma, è concepita per essere
messa in rete con altre antenne
gravitazionali. Ecco perché vor-
remmo stabilire una collaborazio-
ne con le due antenne americane
del Ligo (Laser interferometer
gravitational-wave observatory),
anch’esse in corso di costruzione.
Che differenza c’è tra l’an-
tenna americana e la vostra?
Gli americani hanno un sistema
di eliminazione del rumore di fon-
do basato su ammortizzatori, che
però non riesce a escludere il bron-
tolio dei microterremoti a frequen-
za molto bassa: in pratica, le loro
antenne saranno cieche ai segnali
inferiori a un centinaio di hertz,
mentre noi potremo captare anche
onde gravitazionali di dieci hertz.
Quindi avremo più tempo per stu-
diare quelle che, secondo noi, sono
più probabili fonti di onde gravita-
zionali: i sistemi binari di stelle a
neutroni. Le onde prodotte da
questi sistemi non sono sempre os-
servabili, perché all’inizio hanno
una frequenza bassissima. Poi a po-
co a poco le due stelle si avvicinano
e cominciano a ruotare più rapi-
damente, aumentando al tempo
stesso la frequenza delle onde.
Quando arrivano a 10 hertz, cioè a
una frequenza rilevabile da Virgo,
non restano loro che 25 minuti di
vita prima dello scontro (che tec-
nicamente si chiama “coalescen-
za”). Gli americani invece avranno
a disposizione un tempo inferiore
per registrare il fenomeno: quando
la frequenza arriva a cento hertz,
infatti, non restano loro che tre se-
condi prima della coalescenza.
Dunque è probabile che Vir-
go vinca la gara...
In teoria sì. Ma preferirei che il
primo annuncio venisse fatto in
comune. Questi segnali, infatti, so-
no sempre circondati da un rumo-
re di fondo spaventoso, e quindi
sarà difficile essere sicuri di avere
registrato qualcosa. Volere arri-
vare per primi potrebbe avere l’ef-
fetto di compromettere la credi-
bilità del risultato. ■
Mauro Gaffo
Scienza
Il dottor
Frankenchip
IL COMPUTER CREA LA VITA?
E’ una rivoluzione: programmi
capaci di accoppiarsi e di
riprodursi. E’ vita? La scienza
non si pronuncia: li sfrutta
Focus 134
S
ul suo biglietto da visita
c’è scritto: «Larry Yae-
ger, Dio microcosmico».
Yaeger è un ricercatore
della Apple, e ha un sogno: dona-
re l’intelligenza a un programma
per computer. Anzi, alle sue “se-
zioni” che se la cavano meglio. Il
programma si chiama Polyworld, e
rappresenta un mondo in minia-
tura popolato da poligoni animati,
che hanno l’unico obiettivo di so-
pravvivere e riprodursi. Oltre a
questi abitanti, Polyworld contiene
solo barriere invalicabili e pezzet-
ti di “cibo” che si materializzano a
caso. Ogni individuo ha un codice
genetico che ne fissa i comporta-
menti, per esempio la velocità di
movimento o la reazione di fronte
a una barriera (girare a destra, gi-
rare a sinistra). Tutti, inoltre, sono
in grado di riprodursi (sovrappo-
nendosi a un altro poligono) e di
generare piccoli eredi geometrici,
che ereditano una parte delle ca-
ratteristiche di ciascun genitore.
E in effetti funziona. In Poly-
world si è già creata spontanea-
mente una specie di suddivisione
in razze. Yaeger cita, per esempio,
i “corridori frenetici”, che non fan-
no altro che sfrecciare sullo scher-
mo alla massima velocità, cercan-
do cibo e partner sessuali. Poi ci
sono i “maratoneti dell’orlo”, che
girano intorno ai bordi del mondo-
schermo, cibandosi di compagni
morti, oppure i “cannibali indo-
lenti”, che restano praticamente
immobili accanto ai genitori, ten-
tando di mangiarseli. Il micro-
mondo di Yaeger è una simula-
zione ancora iniziale, che viene
continuamente modificata. Darà i
frutti che il suo creatore si aspetta,
cioè arrivare davvero allo sviluppo
di una intelligenza sintetica, che
vivrà all’interno del computer?
Forse le ambizioni di Yaeger sono
eccessive, ma la neonata scienza
della vita artificiale sta battendo
numerose strade, e alcune sem-
brano molto interessanti anche per
il mondo di tutti i giorni.
C
Artificial life:
ecco cos’è
on il nome di “vita
artificiale” si indicano
due campi di ricerca paral-
leli. Il primo è il tentativo
di riprodurre al computer
alcune caratteristiche del
mondo biologico: evoluzio-
ne, ereditarietà, reazione
agli stimoli, apprendimento
dall’esperienza e così via,
con lo scopo di studiare gli
aspetti essenziali della vita.
Il secondo campo di ricerca
consiste nello sviluppo di
metodi per affrontare
i problemi tecnologici in
modo... biologico. Le paro-
le-chiave sono “apprendi-
mento” e “flessibilità”: ciò
che distingue l’ingegneria
tradizionale dalla biologia,
infatti, è che la prima deve
conoscere il problema
in ogni dettaglio e viene
bloccata dagli imprevisti,
mentre la seconda può
affrontare anche problemi
sconosciuti. Nelle immagi-
ni: due ambienti di vita
artificiale schematizzati su
monitor di computer.
A passo di formica
Colin Angle, della IS Robotics,
con la sua ultima creazione:
una formica-robot, progettata
al computer grazie a
programmi di vita artificiale.
● Jurassic software
«E’ stato sorprendente scopri-
re con quanta facilità fosse possi-
bile programmare creature elet-
troniche capaci di evolversi secon-
do le regole della selezione natu-
rale», dice Arnaldo Cecchini, di-
rettore del Laboratorio sulla si-
mulazione, presso la facoltà di Ar-
chitettura, a Venezia. Le prime di-
mostrazioni in questo senso furo-
▼
Focus 135
 E i virus, allora, cosa sono?
L’ anno scorso ha desta-
to sensazione una di-
chiarazione di Stephen
Hawking, forse il più gran-
de fisico teorico dei nostri
tempi: i virus dei computer
sarebbero veri e propri or-
ganismi viventi. Effettiva-
mente i virus sfruttano al-
cuni automatismi dei com-
puter, come per esempio
la lettura delle tracce ini-
ziali di un dischetto non
appena questo viene in-
serito, per impartire istru-
zioni al microprocessore
all’insaputa dell’utente.
Tra queste istruzioni ce n’è
una che compare sempre:
l’ordine di fare altre copie
del virus stesso, cioè di
diffondere il contagio an-
L’azione distruttiva di un virus “mangiaschermo”.
che ad altri dischetti o ad
altri programmi. Il virus,
insomma, si riproduce, e
in questo senso imita gli
esseri viventi. Recente-
mente, anche l’adattabi-
lità è entrata a far parte
delle sue caratteristiche.
Sono stati infatti creati e
diffusi virus che a ogni co-
pia cambiano alcune loro
proprietà, “evolvendosi” in
maniera casuale per ren-
dersi irriconoscibili.
Tuttavia, benché i virus
siano perfetti esempi di vi-
ta artificiale, sembra che
nessun ricercatore del
settore abbia ancora pro-
vato a progettare e utiliz-
zare virus “buoni”.

computer nel quale lo schermo di-

L’ARTISTA
Darwin nel computer:
l’evoluzione virtuale
L’americano Karl Sims, 31
anni, usa tecniche di vita
artificiale a scopi artistici.
Laureato in biologia, è il
fondatore di una corrente
chiamata “arte genetica”:
nelle sue composizioni in
continua metamorfosi,
infatti, cerca di riprodurre
le regole dell’evoluzione
darwiniana. Questa immagine
appartiene a una sua
creazione del 1992, “Liquid
selves” (personalità liquide).
no ottenute teoricamente dal ci- rire o vivere ciascuna cellula a se- heimer study center, di Los Ala- gettazione di programmi per com- Vediamo dunque in che modo
▼
venta una scacchiera. Ciascuna ca-
sella della scacchiera può essere
occupata da una “cellula”, e la po-
polazione di cellule cambia a se-
conda delle condizioni locali: un’
eccessiva folla provoca la morte,
un numero medio produce nascite,
la scarsità di cellule fa estinguere la
colonia (vedere il riquadro nella
pagina successiva).
«Questo gioco mostra molto be-
ne come da semplici regole di ba-
se si possa costruire un mondo
“reale” estremamente complesso,
con varie proprietà che richiama-
no il concetto di vita», scrive Man-
fred Eigen, premio Nobel 1967 per
la chimica. A questi programmi è
stato dato il nome di “automi cel-
lulari”, e trovano applicazioni an-
che al di fuori della biologia.
Un esempio? Le colate dell’Et-
na. «Pensate a una cartina topo-

Sono già pronti bernetico americano John Von

Neumann, subito dopo la fine del-
conda delle condizioni locali, cioè
delle presenza o assenza di altre
mos, organizzò un convegno invi-
tando biologi, psicologi, sociologi,
puter, perfino alla vulcanologia.
«A questo punto la vita artificiale
le astuzie del mondo vivente pos-
sono essere inserite in un compu-
grafica quadrettata. A un certo
punto alcuni quadratini si accen-
gli “automi la seconda guerra mondiale. Poi
entrarono in gioco i calcolatori:
nel 1960 Edward Fredkin, ricerca-
cellule vicine. Con il passare degli
anni le sperimentazioni si molti-
plicarono, ma la vera data di na-
ingegneri e perfino architetti. Lo
scopo? Mettere a disposizione dei
convenuti le tecniche sviluppate
si potrebbe definire così: il tentati-
vo di costruire una tecnologia che
sfrutti a suo vantaggio i metodi
ter, e utilizzate.

cellulari”, micro
organismi di pura memoria
tore del Massachusetts institute of
technology, inventò un program-
ma computerizzato per l’autore-
plicazione di gruppi di “cellule”
simulate. Funzionava facendo mo-
scita della vita artificiale come
scienza, e non solo come gioco in-
tellettuale, è il 1987: fu allora, in-
fatti, che l’americano Chris Lang-
ton, ricercatore presso l’Oppen-
in quei primi esperimenti, e spie-
gare come si sarebbe potuto ap-
plicarle a casi concreti. Oggi gli
studi si sono estesi all’urbanistica,
allo studio delle proteine, alla pro-
della biologia», dice Domenico
Parisi, direttore dell’Istituto di psi-
cologia del Cnr di Roma, e tra i
massimi ricercatori del nostro Pae-
se nel settore della vita artificiale.
● Popolazioni elettroniche
Il più famoso si chiama Life, cioè
“Vita”, e fu inventato negli anni
Settanta dal matematico america-
no John Horton Conway: si tratta
di un semplice programma per
dono di rosso: l’eruzione è comin-
ciata», spiega Salvatore Di Grego-
rio, ricordando quando, a cavallo
tra il 1991 e il 1992, era impegnato
a cercare di prevedere dove sa-
rebbe scesa la lava, durante l’eru-
zione. Di Gregorio è docente di
Teoria degli algoritmi al diparti-

▼
Focus 136 Focus 137
 Le regole della Vita
Ltonife,ventato
cioè “Vita”, fu in-
da John Hor-
Conway, dell’univer-
sità di Cambridge. E’ un
gioco semplicissimo da
programmare, e le sue
figure più elementari
possono essere segui-
te nella loro evoluzione
anche con un foglio e
una matita. L’ambiente
è una tavola quadretta-
ta, dove ciascun qua-
dretto può essere vuoto
oppure occupato da una
“cellula”. All’inizio il gio-
catore crea, come pre-
ferisce, le cellule di par-
tenza. Da quel momen-
to il sistema si evolve
applicando periodica-
mente alcune regole di
creazione e distruzione.
Nel corso dell’aggiorna-
mento, ogni quadretto
verifica quanti dei suoi
otto vicini sono occupa-
ti, e si modifica secondo
queste regole:
1) una cellula resta viva
soltanto se ha due o tre
vicini vivi; se ne ha più
di tre o meno di due,
muore.
2) un quadretto vuoto
genera una nuova cel-
lula se ha esattamente
tre vicini vivi.
Si creano in tal modo
sul monitor strutture
che si spostano, pulsa-
no, si fondono, riman-
gono immobili o si estin-
guono, proprio come
colonie di organismi uni-
cellulari.

Un programma
“biologico” calcolò
come sarebbe scesa
la lava
sull’Etna
nel 1992
IL DEMIURGO
Il primo obiettivo?
mento di matematica dell’univer- Sopravvivere
▼

sità della Calabria, e ha elaborato Larry Yaeger, ingegnere

un automa cellulare applicabile ai
vulcani. «Abbiamo suddiviso le
pendici in quadratini, ciascuno con
la sua quota, e fissato come varia-
bili il flusso uscente di lava, lo spes-
sore e la temperatura. Ogni qua-
dratino “conosce” lo stato dei vi-
cini, e si modifica di conseguenza
imitando quello che succede nella
realtà». I modelli matematici più
tradizionali non riescono ad af-
frontare in alcun modo il proble-
ma della lava. «Così, invece, sia-
mo riusciti a fare previsioni cor-
rette, anche se il caso era abba-
stanza semplice, e il sistema dovrà
essere messo alla prova ancora»,
commenta Di Gregorio.
Anche lo sviluppo urbano è le-
gato in una certa misura alle tra-
sformazioni locali: la costruzione
di un nuovo centro commerciale,
per esempio, può far salire il valo-
re di una zona. «Abbiamo distinto
una serie di funzioni di uso del suo-
della Apple e creatore del
mondo artificiale Polyworld.
Sullo sfondo compaiono
i poligoni che in questo
ambiente sintetico
lottano per sopravvivere. In
programmi come Polyworld,
gli “individui” hanno un
Dna semplificato (fatto di
numeri), e si evolvono
grazie a reciproci scambi di
materiale genetico: anche
qui, il sesso domina la vita.
verdi, le zone industriali, le zone immobiliare delle varie zone, fa- nizio, anche se i risultati sono spes- per affrontare i problemi del traf- mafori, come gli organismi, riu- tri invece si estinguevano». progetto di automi cellulari per
residenziali, eccetera», racconta cendo confronti con la realtà». so imprevedibili. Perché, allora, fico. «In effetti abbiamo provato scissero a imparare con l’espe- I successi di questo approccio studiare la percolazione del caffè
Cecchini. «Poi abbiamo individua- non inserire il sesso anche nella ad “allevare” i semafori. Prima ab- rienza. In che modo? «Premiando “biologico” ai problemi tecnolo- (cioè il modo in cui l’acqua passa
to una serie di regole di crescita e ● Allevamenti di semafori vita artificiale? Il primo a pensarci biamo costruito una rete stradale i semafori che si comportavano gici sono ancora tutti da dimostra- attraverso il filtro).
di trasformazione urbana: ebbene, «Gli automi cellulari incorpora- fu, verso la metà degli anni Ses- simulata, con tanto di incroci e meglio, cioè che consentivano il re, ma i tentativi si stanno molti-
l’automa cellulare è in grado di si- no alcuni aspetti della biologia, ma santa, l’americano John Holland, traffico automobilistico. Poi ab- maggior flusso di traffico senza plicando: a Genova, per esempio, ● Arrivano i biomorfi
mulare l’evoluzione della città in rappresentano soltanto un aspetto che inventò un sistema per “in- biamo inserito gruppi semaforici, bloccare troppo le strade meno Franco Celada del dipartimento di Gli organismi artificiali sono in
modo tanto convincente che ades- della vita artificiale», dice Parisi. crociare” programmi per compu- capaci di reagire alla presenza di trafficate. E come? Solo i semafo- Immunologia dell’università usa genere ben poco suggestivi dal
so vorremmo cercare di applicarlo Il loro limite principale, probabil- ter. Proprio come si fa per i caval- veicoli modificando secondo pro- ri migliori potevano riprodursi, o tecniche di vita artificiale per stu- punto di vista estetico: semplici
in altro modo: per esempio per mente, è l’incapacità di evolversi: li da corsa. Un sistema simile è sta- prie regole (casuali) i tempi di ros- essere sostituiti da un erede con diare la diffusione dell’Aids, men- puntini, caselle colorate sullo

▼
lo: la zona libera, le strade, le zone prevedere come cambia il valore in essi tutto è pianificato fin dall’i- to suggerito da Domenico Parisi so e di verde». L’idea era che i se- qualche mutazione casuale. Gli al- tre la Illy caffè ha collaborato nel schermo. In realtà, invece, all’in-
Focus 138 Focus 139
 Nascita di un Le leggi della
mostro artificiale fisica aiutano
l’arte: ecco
L’UOVO le prime sculture elettriche
I gorgonoidi del
pianeta Silicio terno dei computer esiste un be- vari colori sullo schermo l’inten-

▼
Ha tutta l’apparenza stiario molto pittoresco. sità del campo elettrico così gene-
di un animale alieno, Il primo a usare il computer per rato. L’uovo di gorgonoide, per
ma in realtà è stato creare forme di vita anche esteti- esempio, nasce da un anello di ca-
concepito ed è camente elaborate è stato un bio- vo circondato da una spirale chiu-
cresciuto sulla Terra, logo americano, Richard Dawkins. sa, mentre il gorgonoide adulto è
nella memoria di un Non essendo un programmatore una collana fatta di tre cavi intrec-
computer. E’ un specializzato, Dawkins si è limita- ciati l’uno intorno all’altro.
“gorgonoide”, cioè to a creazioni molto semplici ma
una tipica creatura ha avuto un’idea che in futuro po- ● Gravidanza di robot
IL CUCCIOLO generata sulla base
di regole matematiche. trebbe dare frutti: ha dotato i suoi C’è anche un ultimo impiego
Il suo inventore è “biomorfi” di un patrimonio ge- della vita artificiale, diverso da tut-
Clifford Pickover, netico, e li ha sottoposti a muta- ti gli altri: quello della progettazio-
ricercatore della Ibm, zioni casuali. Il programma parte ne robotica. Anziché costruire co-
specializzato in disegnando una linea, che succes- stose macchine metalliche, si può
“animali” di questo sivamente si ramifica e si piega a infatti programmare e fare nascere
tipo. Come ha seconda dei comandi forniti dai ed evolvere gli automi al computer,
proceduto? In questo vari geni elettronici (il primo gene per poi passare alla verifica sul
caso ha programmato indica l’angolo, il secondo la lun- campo con una macchina già
una rappresentazione
visiva del campo ghezza del ramo, e così via fino a “adulta”. Il tentativo è stato fatto
elettrico prodotto da quello che stabilisce il numero da tre ricercatori dell’università del
fili intrecciati: l’uovo massimo delle ramificazioni). In Sussex, in Gran Bretagna: il loro
è il “risultato” di ogni nuova generazione un gene robot Khephera è stato presentato
un cavo ad anello subisce una modifica casuale, au- recentemente durante un conve-
circondato da una mentando o diminuendo il pro- gno tenuto a Losanna. Non si trat-
spirale chiusa. Il prio valore. In seguito, queste ta che di un prototipo, un cilin-
cucciolo e l’adulto creature stilizzate sono diventate dretto pieno di sporgenze alto due
sono stati elaborati inquietanti organismi alieni nelle centimetri e largo cinque, ma è do-
dal computer sulla
base di elementi mani di Clifford Pickover, del cen- tato di sensori all’infrarosso e, so-
aggiunti, come tro di ricerca di Yorktown Heights prattutto, possiede un cervello che
sfere inanellate sui della Ibm: Pickover ha inventato si è evoluto dopo centinaia di ge-
cavi, o altri cavi. una vera forma di arte, facendo nerazioni vissute all’interno di un
L’ADULTO applicare al calcolatore semplici computer. Adesso comincerà a
principi fisici. Per esempio intrec- sperimentare il mondo reale. ■
ciando anelli di cavo percorsi da Mauro Gaffo (ha collaborato
corrente, e rappresentando con Giacomo Franco)

La chimica degli automi

Accanto, Manfred Eigen, Nobel
1967 per la chimica. Ha raccolto
in un libro (“Il gioco”, Adelphi)
i suoi esempi di automi cellulari.

Simulazioni metropolitane
Sopra, Domenico Parisi, direttore
dell’Istituto di psicologia del Cnr.
A sinistra, Arnaldo Cecchini,
dell’università di Venezia: simula
al computer l’evoluzione urbana.

Focus 140
 Gruner und Jahr-Mondadori SpA.
Corso Monforte, 54 - 20122 Milano Gruner und Jahr-Mondadori Spa

© Gruner und Jahr - Mondadori SpA. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati.
Elaborazione ELEVER SRL

© Gruner und Jahr - Mondadori SpA

Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati.

Gruner und Jahr-Mondadori Spa

Gruner und Jahr-Mondadori SpA
Corso Monforte, 54 - 20122 Milano

Elaborazione ELEVER SRL