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Silvia Vecchini Sualzo

Queste mie
parole
quaderno di poesia

I PINGUINI
Silvia Vecchini Sualzo

Queste mie
parole
quaderno di poesia

I PINGUINI
INDICE

TRISTE… FELICE .............................................................. 3


PAURA… CORAGGIO ......................................................... 9
PAROLE… SILENZIO ....................................................... 15
DENTRO… FUORI ........................................................... 23
INSIEME… DA SOLI ....................................................... 31
PICCOLO… GRANDE ....................................................... 39
UGUALI… DIVERSI ........................................................ 47
VICINO… LONTANO ....................................................... 55

Fonti bibliografiche dei testi poetici .......................... 63


TRISTE... FELICE
LA POESIA COME UNA BUSSOLA

SCUOTERE UN SETACCIO TERRE DA SCOPRIRE


La poesia si addentra nelle emozioni ed è molto A quel punto scopriamo che le nostre emozioni sono
esigente. Non le piace stare in superficie, dire cose più complesse di quello che potrebbe sembrare
banali. Tanto più quando riguardano quello che a prima vista.
succede dentro di noi. Leggere una poesia è come Che cos’è la felicità? E la tristezza? Quando ci
passare al setaccio le nostre emozioni e i nostri facciamo più attenti (è questa la disposizione che
pensieri più profondi e vedere se alcuni, invece la poesia richiede), comprendiamo che sono terre
di passare, restano per farsi guardare più da vicino. collegate tra loro e che non si finisce mai di scoprirle.
Conoscere se stessi è un grande viaggio e la poesia può
essere un’ottima bussola per orientarsi: ci suggerisce
come riconoscere ciò che sentiamo e ci aiuta a capire
meglio quello che possono sentire gli altri.

3
TRISTE... FELICE

Ridere è aprire la finestra


avere in bocca un trillo
uno scoppio che non t’aspetti
è il contrario dello sbadiglio.

Silvia Vecchini

Il mare è tutto azzurro.


Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia. E tutto è calmo.

Sandro Penna
A che cosa somiglia ridere di gusto?
E la gioia? Può somigliare al mare azzurro e calmo?
Se dovessi associare un’immagine alla felicità, quale
useresti?
4
TRISTE... FELICE

Un ippopotamo triste, un giorno,


provando una gran malinconia,
diffuse un annuncio tutt’intorno:
«Qualcuno mi vuol fare compagnia?»

«Ti canterò qua-qua!» una propose.


«Ti beccherò gli insetti,» un altro disse.
Vennero in molti a promettere cose,
ma a lui sembrò che nessuno capisse.

Molti volevan dire, oppure fare,


discutere con lui su qualche piano,
molti altri gli volevano insegnare:
a lui sembrava solo un gran baccano.

Infine venne uno, tutto muto,


non disse nulla, e però, da quel giorno,
attorno all’ippopotamo, in aiuto,
gentile amico quieto, nuotò intorno. Come si conserva la felicità? Come si guarisce
dalla malinconia? Prova a parlarne con i tuoi
compagni. Se dovessi dare delle istruzioni per
Roberto Piumini l’una o l’altra cosa, che cosa scriveresti?
A coppie o a piccoli gruppi, provate a scrivere
le istruzioni per conservare la felicità e le
istruzioni per guarire dalla malinconia.
5
Quando un uccello scuote la coda per stare in equilibrio su un albero,
si sente più allegro che se gli avessero donato una fortuna
o che si fosse appena costruito un nido con una stanza da bagno.
Perché gli uomini non possono essere allegri così?

David Herbert Lawrence

Eh già... Perché gli uomini non possono essere allegri


come questo uccello?
A volte, soprattutto ai grandi, manca un po’
di attenzione e leggerezza per apprezzare la felicità
racchiusa nei momenti più semplici.
E spesso confondiamo la felicità con il possedere
qualcosa. Questa poesia che racconta di un uccello
libero e allegro sembra volercelo ricordare.
6
TRISTE... FELICE

Il catalogo dei momenti felici


Scrivi in questa pagina, come su tanti piccoli
biglietti, alcuni ricordi e pensieri di momenti felici
e spensierati. Leggi i tuoi brevi scritti e ascolta quello
che hanno scritto gli altri.
Raccogliete tutte queste voci e provate a trasformare
i momenti raccontati in un’unica poesia collettiva
che dica che cos’è per voi la felicità.
Fatene un bel manifesto, tenetelo in classe o
stampatelo piccolo come un biglietto per ricordare
anche ai grandi che cosa vi fa davvero felici.

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ANAFORA
Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
L’anafora è la ripetizione della parte iniziale
dare di sé sempre il meglio,
del verso. Questa ripetizione sottolinea e rafforza
un concetto o un’immagine. e non essere scaltri.
Nei versi della poesia a lato, l’anafora apre ogni strofa.
Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
TRISTEZZA E FELICITÀ NON SONO CHE DUE ELEMENTI nelle vicende più squallide.
DELLA VITA, DUE COMPONENTI CHE SI INTRECCIANO
NEI NOSTRI GIORNI. VIVERE È ANCHE ATTRAVERSARE Vivere è attendere il sole
I GIORNI DI TEMPESTA ASPETTANDO QUELLI DI SOLE. nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.
Vuoi provare anche tu a usare l’anafora?
Potresti scrivere un testo di tre strofe che hanno come
primo verso “Ridere è...”. Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.

Angelo Maria Ripellino

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PAURA... CORAGGIO
LA POESIA COME COMPAGNA DI VIAGGIO

UNA SORGENTE SEMPRE NUOVA NON AVER PAURA


La poesia ci guida nel conoscere meglio noi stessi Forse la cosa più bella che la poesia ci insegna con
e gli altri. Leggendo le parole di tanti poeti ci la sua varietà è che non dobbiamo aver paura delle
accorgiamo pian piano che le emozioni hanno voci, nostre emozioni. Le parole dei poeti del mondo
suoni, pause e silenzi diversi; sono state raccontate, ci fanno compagnia in questo viaggio. Non siamo
descritte, trasformate cento e cento volte durante soli. Tanti prima di noi, vicini e lontani da noi,
il passare dei secoli. E ancora non è detta l’ultima hanno percorso quelle strade. Avere a disposizione
parola, l’ultima poesia! le loro parole è una grande ricchezza e un grande
Ognuno di noi può aggiungere il suo verso, incoraggiamento, qualsiasi sia la nostra meta.
raccontare in poesia la sua esperienza, i suoi
pensieri e le sue emozioni. Siamo una sorgente
inesauribile!

9
PAURA... CORAGGIO

Prendere coraggio non è facile


A volte serve tempo per trovare le parole giuste per dire una cosa che ci sta a
cuore, per parlare dei nostri sentimenti, per confidare un segreto a qualcuno.
Nella poesia di questa pagina, puoi leggere le esitazioni di un amore timido.

Beeeeh ah noooo

dunque ma sì

non oso (arrossisce)

ah Quando è timido

forse l’amore

cioè ha silenzi

allora io... infiniti.

Bernard Friot

10
PAURA... CORAGGIO

Sotto sotto Altre volte succede di avere paura di qualcosa.


ho paura In questa poesia qualcuno cerca di prendere coraggio
vorrei andare anch’io e tuffarsi per esplorare il fondo del mare con la maschera.
Nel frattempo si chiede se per caso il mare, grande e grosso
vorrei la maschera e le pinne
com’è, non abbia qualche volta timore dei bambini.
vorrei guardare tutti i pesci
le conchiglie
le meraviglie
che raccontano i miei amici
quando tornano su.
Dico che non ho voglia
che vado più tardi
o domani, che non vado più
o la prossima estate
ma sotto sotto
vorrei andarci adesso.
So nuotare già.
Adesso vorrei mettere la testa sotto.
Qualcuno mi insegna come si fa?
Mi chiedo se sotto sotto anche il mare
qualche volta ha paura
E tu? Hai paura di qualcosa? Delle scale, del buio,
quando i bambini s’immergono
di una cantina, di una giostra che gira veloce, di un ragno?
in cerca d’avventura. Vuoi provare anche tu a prestare la voce a questa paura?
Magari scopri qualcosa che ancora non sai. Forse anche le scale,
Silvia Vecchini il buio, la cantina, la giostra, il ragno hanno paura di qualcosa.
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PAURA... CORAGGIO

Canzonetta d’amore per il vento

È beffardo e curioso
va sui monti e sul mare
è svelto e generoso
nulla lo può fermare.

S’insinua dappertutto
vola insieme agli uccelli
riesce a sapere tutto
e scompiglia i capelli.

È libero e sorride
entra in ogni avventura
compie mille magie
non ha alcuna paura.

Fa parlare le foglie
porta voci e canzoni
Avevi mai pensato al vento come a un personaggio
non si cura del tempo
coraggioso che è “libero e sorride / entra in ogni
ed è senza padroni. avventura”?
Prova a rileggere la poesia. Non ti sembra che il vento
Giuseppe Pontremoli assomigli un poco a un bambino?
Disegna un bambino-vento in questa pagina.
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PAURA... CORAGGIO

In questa bellissima poesia, è proprio un bambino che,


agli albori dell’umanità, vince la paura e oltrepassa
il confine… per il desiderio di conoscere e scoprire.

Un tempo il mondo ci era sconosciuto


oltre l’argine, il leccio, oltre un filare di pini
aveva inizio il territorio ignoto:
gli uomini stringevano donne e bambini accanto al fuoco,
protetti dai loro confini naturali,
e immaginavano un mondo oscuro oltre il filare,
popolato di mostri e belve feroci;
poi, nel buio, prima di cadere addormentato,
un bambino sognava di oltrepassare quel confine,
entrare nel bosco sconosciuto e proibito,
vedere i mostri e uccidere la pantera,
e superare l’orizzonte, scendere al mare.
Una notte un bambino vinse la paura,
più forte era la sete di vedere.
Racconta una volta in cui sei stato coraggioso,
in cui hai vinto una tua paura e hai scoperto
Roberto Mussapi
qualcosa di nuovo.
Ascolta i racconti dei tuoi compagni. Provate a
scambiarvi i testi. Ognuno di voi potrà illustrare
il racconto di un compagno. Raccogliete le vostre
storie di coraggio in un libro.
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OSSIMORO Nei mattini d’ottobre
quando i sogni
di me fanciullo
L’ossimoro è l’unione di due opposti. cominciavano a empirsi di brezza e di voci
Avvicina due pensieri o due significati che sono di (qualcuno aveva aperto una finestra
per sé inconciliabili perché l’uno esprime il contrario e se n’era andato lieve)
dell’altro.
il treno che passava a quell’ora
Leggi a lato questa stupenda poesia di Attilio Bertolucci non lontano, con la sua criniera di fumo
dove un bambino, appena sveglio, resta nel suo letto e i fischi, mi dava un dolce e muto terrore.
ad ascoltare rumori fuori e dentro la casa. Io gli giacevo sotto senza pensieri
Hai trovato per caso uno o più ossimori? con il fragore nelle orecchie,
finché era passato tutto
e la mamma correva verso di me
dall’orizzonte, sudata e fresca
L’OSSIMORO È UNA VERA E PROPRIA “GINNASTICA” in una vestaglia rosa.
PER LA MENTE, UN ALLENAMENTO PER DIVENTARE
Ero sveglio
PIÙ ELASTICI, ABBRACCIARE UNA COSA E
e un’ape volava
CONTEMPORANEAMENTE IL SUO OPPOSTO, CHIEDENDOCI
per l’aria radiosa.
QUALE SEGRETO SI NASCONDA NELLA SORPRENDENTE
ASSOCIAZIONE CHE CI PROPONE IL POETA. Avrei voluto chiamare e stavo zitto.

Attilio Bertolucci

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PAROLE... SILENZIO
LE PAROLE DELLA POESIA AMANO IL SILENZIO

IL SILENZIO PRIMA DI SCRIVERE NEL SILENZIO SBOCCIANO LE PAROLE


Per scrivere occorre ascoltare. La poesia ama il silenzio anche quando la si legge
Che cosa? o la si ascolta. Le parole della poesia risuonano dentro
I suoni attorno a noi, ma anche i colori, le forme, al nostro silenzio. La loro voce lascia un’eco che
i volti, i movimenti. Ascoltare con le orecchie continua a parlarci anche dopo molto tempo.
e con gli occhi. Fare silenzio ci aiuta a sentire In queste pagine ci avvicineremo alle parole pian
e vedere meglio il paesaggio fuori e dentro di noi. piano, ascoltando prima i suoni attorno a noi.
Ci aiuta ad ascoltare le parole che nascono nella
nostra mente, le capriole che fanno nella nostra
immaginazione. Entrare in silenzio dentro noi stessi
ci fa ascoltare meglio i nostri pensieri.

IL SILENZIO NELLA PAGINA


Il silenzio della poesia è il bianco tra parola e parola,
il bianco che lasciamo alla fine del verso. Il bianco
è una pausa silenziosa che ci aiuta a dare valore
alle parole che abbiamo scelto.

15
PAROLE... SILENZIO

Sento
il vento.
Ha dentro
semi di suono.
Li posa e riposa
nelle orecchie segrete
dove sole e pensiero
sono
insieme.
Quei semi
di suono
lentamente
crescono
in musiche rumori voci
immense
e dolci.
In conchiglie
cresce rumore di mare.
Poi torna il vento.
Sento soffi freschi
asciugare i rumori
tagliare le foglie
alla musica e al suono Una poesia di Roberto Piumini che parla
del vento, per prepararci ad ascoltare
fino al silenzio.
i suoni che ci circondano.
16
PAROLE... SILENZIO

Se vuoi, prova a chiudere


gli occhi e ascolta in silenzio
per qualche istante suoni,
rumori, voci presenti adesso
attorno a te.
Poi riapri gli occhi e scrivi
nella conchiglia i suoni che
hai ascoltato o le parole che
ti sono venute in mente
disponendoli come vuoi tu.

17
PAROLE... SILENZIO

Esplora lo spazio in cui ti trovi e prova a fare Con l’aiuto di un adulto, prendi un dispositivo per
un gioco: vai a caccia di suoni! registrare e, restando in silenzio, registra i suoni
in casa, in strada, sull’autobus, al mercato, in
lavanderia, oppure in mezzo alla natura. Cattura
Tintinna il cristallo: tin tin! suoni, rumori, versi, voci che sono attorno a te. Prova
Bisbiglia la voce: bis bis! in luoghi diversi.
Borbotta quel tuono: bor bor! Ascolta i suoni che hai registrato e prova a trascriverli
Sussurra quel vento: sur sur! così come li senti. Dai un titolo a ogni registrazione.
Paesaggio di mille rumori
È un raggio di tutti i colori
Non brilla nell’occhio
Ma trilla all’orecchio
Rumore di onde
Che il vento confonde
E il cuore risponde: bum bum!

Bruno Tognolini

18
PAROLE... SILENZIO

Il silenzio è pace
è come il cielo che tace
le nuvole che scorrono
leggere e vivaci
un bambino che guarda
con paura scintillante
è bello vedere l’acqua che cade Il silenzio è...
il silenzio non è solo felicità
ma anche una goccia
che spacca il silenzio
il silenzio è un libro
che si apre.

Fatima, dieci anni

Ora prova
ad ascoltare le parole che,
nel silenzio, nascono dentro
di te. Guarda le immagini
che il silenzio ti suggerisce
come se fossero figure
Scrivi o disegna in questo libro.
tra le pagine di un libro
Per iniziare usa la frase “Il silenzio è...”
che si apre per te soltanto.
oppure “Nel silenzio c’è...”.
19
HAIKU
Un tipo di poesia che ama molto il silenzio Spesso cattura una scena, un particolare, e lascia
è l’haiku, un componimento poetico nato in Giappone uno spazio “vuoto”, un silenzio che si riempie dei
nel XVII secolo. suoni della natura o che il lettore deve completare
È una poesia molto breve, senza titolo, dal tono immaginando.
semplice, dedicata alla natura nello scorrere delle Leggi questo componimento e illustralo
stagioni. con un disegno.

Nel vecchio stagno


una rana si tuffa.
Il rumore dell’acqua.

20
PAROLE... SILENZIO

Se vuoi, puoi provare anche tu!


L’haiku generalmente è composto da tre
versi: il primo di 5 sillabe, il secondo di 7
e il terzo di nuovo di 5.
Scegli un soggetto, conta le sillabe e cerca
anche tu di catturare un momento.

Sei a corto di idee per il soggetto del tuo


haiku? Oltre agli elementi della natura, puoi
scegliere qualcosa che conosci bene:

LA BICICLETTA
IL GELATO
UN GATTO
21
ONOMATOPEA Leggi quale vocabolo usa Eugenio Montale
per darci la sensazione del caratteristico
suono prodotto dalle cicale d’estate.
È l’imitazione di un suono della natura o
di un oggetto o dell’azione di cui si sta parlando.
Perché è divertente da usare?
Mentre si levano
A volte può mancarci la parola giusta per
tremuli scricchi
descrivere il suono che sentiamo e che vogliamo
mettere nella nostra poesia. di cicale.
Allora possiamo far entrare quel suono
nel nostro testo oppure provare a inventare
un nuovo vocabolo che renda quella sonorità Quale verso fanno le cicale? Riproducilo
che ci ha colpiti! con la voce.

CERCA TRA I SUONI CHE HAI REGISTRATO E


TRASCRITTO E PROVA A INVENTARE NUOVE
PAROLE CHE IMITINO UN SUONO DELLA NATURA,
DI UN OGGETTO O DI UN’AZIONE.
SE VUOI, INSERISCILE IN UNA POESIA.

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DENTRO... FUORI
LA POESIA VA DAPPERTUTTO

OCCHI APERTI, SI ESCE! DENTRO


La poesia è un ottimo modo per guardare Anche stando dentro casa non si smette mai di fare
e conoscere tutto quello che c’è fuori: paesaggi, scoperte. Si possono fare viaggi incredibili restando in
città, strade, piante, animali, persone. cucina o ascoltando il rumore della lavatrice. La poesia
Fuori dalla porta di casa c’è un mondo che ci ama le cose piccole e ci insegna l’attenzione.
aspetta. La poesia ci invita a scoprirlo andando
all’avventura. ANCORA PIÙ DENTRO
E dentro di noi che cosa accade? Quali paesaggi
ci sono? Chi possiamo incontrare? La poesia è
un’instancabile investigatrice e si avventura nei luoghi
più segreti. Dentro di noi c’è un mondo da conoscere.
La cosa sorprendente della poesia è che tiene insieme
il dentro e il fuori.

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DENTRO... FUORI

Lo so, lo so. È stato quello che ho visto


– quasi all’inizio della mia memoria –
dopo pranzo, un’estate, appena fuori
dall’ombra delle stanze
dove sulle poltrone
e sui divani-letto i miei parenti
dormivano:
l’attenzione fermissima dei pini
e degli ulivi, l’abbaglio calmo del mare
fino alle isole, ai monti azzurri là in fondo,
in mezzo al golfo
– larga, liscia – la pista di una corrente,
e lì sotto la spiaggia cotta dal sole,
le barche tirate a riva.

La bella vista.

Umberto Fiori Osserva con quale precisione il poeta descrive “la bella vista”.
Prova a farlo anche tu con ciò che vedi dalla tua finestra. Non
preoccuparti della bellezza del paesaggio. Alla poesia piace
conoscere posti nuovi. Che cosa vedi? Un semaforo? Una strada?
Il bucato steso? Degli alberi?
Affacciati sul panorama e mostralo con la precisione e
24 l’esattezza delle tue parole. Scrivi nello spazio qui sopra.
DENTRO... FUORI

Stando fuori, all’aria aperta, magari in primavera, capita di veder passare


i ciclisti. Vanno veloci e leggeri. Ma non sono soli. Sono tornate anche
le rondini, che sfrecciano sulla grande strada del cielo.

Frusciano come foglie


i ciclisti accaldati Le rondini tornate
mentre il sole li accoglie assomigliano a loro,
e risplendono i prati. sfrecciano incoronate
dentro il mattino d’oro.
Escono a primavera
e corrono leggeri, Vanno a gruppi, a mitraglia,
sono l’alzabandiera sotto il cielo di smalto,
dei giorni festeggeri. quasi come se l’aria
fosse fatta di asfalto.

Pierluigi Cappello

25
RITMO
Nella poesia il ritmo è dato dal modo in cui Calcio salto afferro nuoto
si succedono le sillabe e i loro accenti. scavo corro riempio svuoto
Le sillabe su cui cade l’accento, o si appoggia la voce, ogni gioco in movimento
si chiamano toniche. rende il corpo più contento
Le parole si dicono:
scarto allungo spingo scalo
tronche quando l’accento cade sull’ultima sillaba
(come ad esempio in colibrì), trotto arrampico pedalo
piane quando cade sulla penultima (fiore), soprattutto se puoi stare
sdrucciole quando cade sulla terzultima (senape), all’aperto a respirare
bisdrucciole quando cade sulla quartultima ballo balzo salgo scendo
(fabbricano). giro fletto tiro stendo
Scrivere poesie è anche giocare a combinare parole aria aperta e compagnia
con un certo numero di sillabe, scegliere quelle
sono un dono d’allegria.
che hanno determinate caratteristiche, far correre
o rallentare la voce. Fare poesia è anche scegliere
il ritmo giusto per dire le nostre parole. Chiara Carminati

Ecco una poesia perfetta per andare fuori a giocare


all’aria aperta! È molto ritmata e dà l’idea di un gran
daffare perché è un lungo elenco di verbi. Provate a
dirla ad alta voce battendo il tempo con le mani, con i
piedi o con dei piccoli strumenti a percussione oppure
provate a raccontarla con i gesti inventando una
piccola “coreografia”.

26
DENTRO... FUORI

Una scrittura in due tempi


Prima C’è una cosa che ti piace particolarmente TITOLO:
fare all’aperto? Uno sport, un gioco?
Prova a scrivere qui a lato un breve testo in prosa
che lo racconti. Fai attenzione e cerca di mettere
i particolari, i movimenti, gli aspetti che
lo caratterizzano e che ami di più.

Dopo Rileggi quello che hai scritto, togli il titolo


e prova a cancellare qualche parola facendoci sopra
un segno leggero con la matita. “Asciuga” il tuo testo
e lascia solo le cose che per te sono indispensabili
per raccontare il tuo gioco all’aperto... senza svelare
del tutto di che cosa si tratta.
Ora il tuo testo può funzionare anche come
indovinello!

Alcune idee per scrivere indovinelli su giochi all’aperto:


andare sui pattini, giocare a basket, portare a spasso
il cane, andare sullo scivolo o sull’altalena...
27
DENTRO... FUORI

Dentro casa... quante cose! Le lampade che pendono dal soffitto


Leggi e gusta, nei versi di questa poetessa, la sorpresa sono i soli della casa.
di vedere con occhi nuovi oggetti che conosci da Si accendono ed è come se un piccolo giorno
sempre. Anche dentro casa puoi scoprire cose insolite.
nascesse dentro la notte.
Dipende dal tuo sguardo!
Un giorno che durerà soltanto qualche ora
e in cui c’è posto per la minestrina della cena.
I cucchiai sono piccole carriole argentate Le lampade piccine,
e le mani delle persone le usano per trasportare quelle che vivono sopra i comodini,
la zuppa o il tè dai piatti e dalle tazze sembrano invece narcisi gialli o alveari.
fino alla bocca. Per questo scambiano la stanza per un giardino
e ci sono giorni in cui non sanno
se sono lampade o una rara specie di lucciole.

Mari di zuppa, Maria José Ferrada


laghi di tè

che formano il paesaggio della tavola all’ora


di cena e che ogni giorno abbandonano
i piatti dentro le loro carrozze luccicanti.

Maria José Ferrada

28
DENTRO... FUORI

Nomi e oggetti
Insieme ai tuoi compagni scrivete su tanti biglietti i nomi di oggetti, mobili,
elettrodomestici che si trovano in casa. Poi metteteli in un sacchetto di stoffa.
Ciascuno di voi ne pescherà uno a sorpresa. Una volta a casa osserva, tocca,
ascolta l’oggetto che hai avuto in sorte cercando di scovare somiglianze
Disegna il tuo oggetto
segrete, inattese, divertenti. Prendi appunti qui sotto.
Tornati a scuola, scambiatevi impressioni e scoperte.

GUARDO, TOCCO E ASCOLTO...


Scrivi qui le tue osservazioni

... A CHE COSA SOMIGLIA?


Scrivi qui a che cosa somiglia o quali associazioni ti vengono in mente

29
SIMILITUDINE
E METAFORA
Scrittori e poeti le usano per mostrarci che le cose,
anche le più diverse, sono in relazione tra loro.
La similitudine è un paragone che mette a confronto
cose, persone e situazioni ritenute simili utilizzando
avverbi o locuzioni di paragone (come, a somiglianza
di, tale, quale...).

Ad esempio, nella poesia di Pierluigi Cappello:


i ciclisti frusciano COME FOGLIE

La metafora mette in relazione due concetti ma


Quante similitudini e metafore sono state dedicate
senza utilizzare avverbi di paragone. Consiste nello
dai poeti alla luna nel corso dei secoli!
spostamento di significato di una parola dal campo
Vuoi provare anche tu?
di idee in cui viene normalmente usata a un altro.
Allena la tua immaginazione su “tante” lune diverse.
La metafora ci trasporta subito dentro all’immagine
Sarà più divertente.
che è nata nella mente del poeta.
LUNA PIENA LUNA E STELLE INSIEME
Ad esempio, nella poesia di Maria José Ferrada: FALCE DI LUNA LUNA DIETRO LE NUBI
i cucchiai SONO PICCOLE CARRIOLE LUNA NEL CIELO LUNA “ROSSA”
ARGENTATE AZZURRO ECLISSI DI LUNA

30
INSIEME... DA SOLI
LA POESIA CI ACCOMPAGNA SEMPRE

TROVARSI SOLI... IN COMPAGNIA


A tutti può capitare di sentirsi soli. Per un pomeriggio, È innegabile: in compagnia degli amici si sta bene!
durante una vacanza, in un giorno particolare. Scrivendo possiamo raccontare questa forza che viene
Soli perché si è litigato con qualcuno, per un dallo stare insieme, la gioia di capirsi, il desiderio
appuntamento mancato, per un malinteso, soli perché di prolungare il tempo del gioco.
in casa in quel momento non c’è nessuno a farci È curioso che le parole della poesia raccontino una
compagnia. sensazione che il più delle volte viviamo senza bisogno
Non c’è da abbattersi. Scrivere può farci sentire meglio di dire niente!
e può anche essere l’occasione giusta per utilizzare Ma la poesia è così. Vuole dire anche quello che
con creatività un momento che sembra “vuoto”. di solito non si dice.

... CERCARE UN PO’ DI SOLITUDINE


A volte invece abbiamo proprio bisogno di starcene per
conto nostro. Magari non ci facciamo nemmeno troppo
caso, ma in alcuni momenti fa bene ritirarsi in se
stessi. Dedicarci a qualcosa che amiamo, stare in uno
spazio nostro, tra i nostri giochi e i nostri pensieri.
In quel momento la solitudine diventa un alleato
fortissimo per immaginare e fantasticare.
31
INSIEME... DA SOLI

Molte persone credono che i gatti Ecco rispuntare la solita valigia


siano animali che stanno bene e quelle eterne scarpe ci risiamo
da soli, indipendenti e quasi parte corre corre si agita per ore
“indifferenti” alla compagnia degli
mi sposta tutta l’aria intorno
umani.
Ma è proprio così? Vivian Lamarque ha scritto un
mi gratta distrattamente in testa
intero libro di poesie dedicate al suo gatto, cercando dice ciao bello vado
di dare voce ai suoi pensieri. e se ne va chiude la porta
In questa poesia, il gatto Ignazio sta per essere conto fino a tre dimentica sempre qualche cosa
lasciato solo perché la sua padrona parte per riapre rientra mi ridice ciao bello vado
un viaggio. Come la prenderà? e se ne va ecco mi ha
lasciato ma chi l’ha detto
che un gatto è indipendente
nessuno sente quello che un gatto solo
dentro sente peggio della fame e della sete
anzi no peggio meglio anzi no uguale insomma
mi sento poco bene quasi male nessuno sente
quello che un gatto solo dentro sente.

Vivian Lamarque

32
INSIEME... DA SOLI

La porta si apre, ecco di nuovo le scarpe, la donna entra in casa, appoggia


la valigia a terra e...
Il gatto? Dov’è? Che cosa fa?
Come ha passato il suo tempo durante l’assenza della donna? Che cosa sente
dentro di sé un gatto che ritrova la compagnia dell’umano al quale è legato?
Prova a scrivere un testo in prosa o in versi: cerca di catturare i pensieri
del gatto al rientro della donna o racconta che cosa ha fatto approfittando
della solitudine.

33
INSIEME... DA SOLI

Il vento – bussò come un uomo stanco – di tanti colibrì congiunti


e come un padrone di casa – “avanti” da un alto cespuglio –
risposi arditamente – quando entrò Il suo aspetto – un’onda –
nella mia residenza le sue dita, mentre passava
un ospite rapido – senza piedi – produssero una musica – come motivi
cui offrire una sedia soffiati su vetro tremolante –
era impossibile come indicare Si intrattenne – a svolazzi, sempre –
un sofà all’atmosfera – poi come un uomo timido
Non aveva ossa per tenerlo – picchiò un’altra volta – nervosamente –
il suo discorrere era come la spinta e divenni sola –

Emily Dickinson

ENJAMBEMENT
L’enjambement, in italiano “spezzatura”, si ha Quando leggiamo, l’enjambement ci chiede di fare una
quando due parole della stessa frase che dovrebbero piccola pausa. Ci sono enjambement in questa poesia?
stare saldamente unite (soggetto e verbo, nome e Prova a segnarli con una matita. Poi rileggi la poesia
aggettivo) vengono spezzate tra la fine di un verso ad alta voce. Quale sensazione ti lasciano quei versi
e l’inizio di quello successivo. “spezzati”?
34
INSIEME... DA SOLI

Emily Dickinson visse la maggior parte della sua Similitudini


vita nella casa dove era nata. Scelse di restare nella Nel parlare comune, avrai sentito l’espressione “solo
solitudine della sua camera per poter scrivere. come un cane”. In effetti, i cani non amano per
In questa celebre poesia, accoglie un ospite nella niente separarsi dal loro padrone. Abbiamo però letto
sua stanza. Non somiglia per niente a una persona, che anche un gatto può avere da ridire sullo stare
eppure è una presenza capace di emozionare ed essere solo. Proviamo con altri animali? Leggi gli esempi e
di compagnia. Per i poeti, la capacità di stare un po’ inventa altre similitudini insieme ai tuoi compagni per
soli con se stessi è importantissima. A volte solo così compilare un divertente “Bestiario della solitudine”.
possono sentire “bussare” qualcuno o qualcosa alla Dopo aver raccolto tutte le frasi, provate a combinarle
loro porta: una presenza, un ricordo, facendo attenzione ai suoni, alle possibili rime
un sentimento, un pensiero, o assonanze.
una domanda.
Se non siamo noi a scegliere di stare
soli, la solitudine può pesare sul
cuore. Scrivere ci può aiutare a dire
meglio come stiamo, ma anche
Bestiario della solitudine
ad alleggerire la questione.
Sono solo
come un gatto in una casa vuota
come una biscia che non nuota
come l’unico pesce nella boccia
come una lucciola in superstrada
come una lucertola sulla spiaggia
come l’ultimo dinosauro

35
INSIEME... DA SOLI

Di che cosa parla la poesia? C’era una siepe qui


All’interno di una poesia scritta da un’altra persona e ora non c’è.
possiamo ritrovare emozioni ed esperienze che sono Una distesa ci copre –
anche le nostre. Mentre leggiamo una poesia, può
unisce me con te.
succedere che ci sembri che parli proprio di noi.
In queste poesie possiamo intuire la presenza di
Se poi ci diamo la mano poi
due amici. In una, camminano insieme nella neve. e poi camminiano, piano,
Nell’altra, si capiscono anche senza parole. guarda – guarda per bene:
Prova a leggerle. Ci sei dentro anche tu? si vede che abbiamo fatto la strada insieme.

Azzurra D’Agostino

36
INSIEME... DA SOLI

A volte il suono delle tue parole,


come si muove il sole Leggendo queste poesie, hai “visto” qualcuno
vicino a te? Chi? Scrivi qui sotto il suo nome
attorno a te, come ti siedi
e, se vuoi, fai un piccolo ritratto di voi due insieme.
quello che non dici e non chiedi Se ti piace l’idea, puoi copiare una di queste due
come tu guardi le cose poesie su un foglio e regalargliela. Non c’è bisogno
io lo sento di un motivo in particolare. Come avviene tra amici,
la poesia ama incontrare i lettori anche senza una
non saprei dire il perché ragione speciale!
ma da fuori entra dentro
come l’aria del respiro
respira dentro me

se sorridi, io sorrido
come te.

Silvia Vecchini

37
PERSONIFICAZIONE Vuoi provare anche tu?
Eccoti qualche possibile spunto: scegli un elemento
e raccontalo come se fosse una persona.
La personificazione è una figura retorica che
consiste nell’attribuzione di comportamenti, LA LAVAGNA DELLA TUA AULA
pensieri, parole, tratti umani a qualcosa che non L’AUTOBUS
lo è. Oggetto della personificazione può essere un IL PRIMO GIORNO DI VACANZA
elemento inanimato, un animale, ma anche IL LUNEDÌ MATTINA
un concetto astratto. IL SEMAFORO
LA GEOMETRIA
Nella poesia di Emily Dickinson il vento è raccontato I GUANTI DEL PORTIERE DOPO UNA PARTITA
come un ospite molto particolare, ricordi?

38
PICCOLO... GRANDE
LA POESIA FA GRANDI LE COSE MINUSCOLE

PICCOLO O GRANDE? L’ESPERIENZA FA LA DIFFERENZA


Alla poesia piace rovesciare le cose, mettere un po’ E se parliamo di noi? “Piccolo” e “grande” sono due
a soqquadro, scoprire nuovi punti di vista da cui parole con le quali possiamo giocare per divertirci
osservare il mondo. tra differenze e somiglianze.
E così magari ci accorgiamo che non ci sono cose Essere piccoli o grandi non è soltanto questione
talmente piccole da essere insignificanti, anzi, spesso di dimensioni. È questione di esperienza e di sguardo.
proprio in quelle possiamo trovare meraviglie che E che cosa cambia se chi osserva e racconta una cosa
non hanno nulla da invidiare ai grandi spettacoli è piccolo oppure grande?
della natura.
Ma non solo. La poesia si fa grande e abbraccia ogni
cosa. Può dire cose più grandi di noi, straordinarie.
Può farci vedere una balena, le cime dei monti,
il cosmo. Alla poesia piace il mistero della vita e sa
che esso risiede allo stesso modo nell’infinitamente
piccolo e nell’infinitamente grande. Anche se siamo
piccoli, la poesia ci fa grandi quanto il mistero
della vita perché ci permette di raccontarlo.

39
PICCOLO... GRANDE

Piccoli e grandi a volte vedono le cose Con un pizzico di ironia, prova anche tu a scrivere una
in maniera diversa. poesia a due voci su un altro argomento. Scegli un tema
Leggi questa divertente poesia a due voci. e dividi in due la pagina. È un gioco per mettersi nei
panni di un altro e scoprire un diverso punto di vista.

Natale per me Natale per la mamma


decorazioni arrampicarsi fino al controsoffitto su una scala
traballante, con molte probabilità di cadere

l’albero di Natale aghi di pino e lustrini per tutto il tappeto

un mucchio di cibo preparativi e montagne di piatti da lavare

pacchetti carta appallottolata dappertutto

regali denaro buttato

dolci indigestione e mal di denti

feste far tardi e tornare a casa col buio

giocare nella neve inzupparsi e congelarsi tutte le volte che si esce

Sarah Forsyth
40
PICCOLO... GRANDE
LIMERICK
Il limerick è un componimento giocoso e ironico tipico
della letteratura inglese del XIX secolo; ha 5 versi che
rimano secondo lo schema AA BB A.
Il primo verso introduce il protagonista insieme a una,
sua caratteristica;
nei tre versi successivi vediamo il protagonista in azione;
il quinto verso riprende il primo e specifica ancor meglio
la caratteristica del protagonista.
Sembra complicato ma non lo è! Osserva lo schema:

Un signore molto piccolo di Como il personaggio e la sua caratteristica


una volta salì in cima al Duomo
e quando fu in cima
inizia l’avventura...
era alto come prima
quel signore micropiccolo di Como.
l’ultimo verso riprende il primo
Gianni Rodari

Per scrivere un limerick non bisogna tanto badare al Scegli un personaggio (umano o animale) che abbia
senso delle parole quanto invece al suono, lasciando come caratteristica l’essere minuscolo o gigantesco
che le idee sboccino insieme alle rime. e prova a fargli vivere un’avventura che dura appena
Così nascono soluzioni sorprendenti! Vuoi provare? 5 versi.
41
PICCOLO... GRANDE

La poesia invita a guardare più da vicino, con curiosità La sapienza della ragnatela
e attenzione, anche la cosa più piccola. Leggi queste ha fatto una goccia prigioniera.
due poesie. Osservare è una minuscola miniera:
tesori si nascondono
Per quale motivo secondo te lo stupore è una “dolce
medicina”? Da che cosa ci può guarire? nella cosa più vicina.
E tu, hai mai trovato un piccolo tesoro, un piccolo Stupore, dolce medicina.
capolavoro della natura?
Silvia Vecchini

Io credo che una foglia d’erba non valga affatto


meno della quotidiana fatica delle stelle.
E la formica è ugualmente perfetta, come un granello di sabbia,
come l’uovo di uno scricciolo,
e la piccola rana è un capolavoro pari a quelli più famosi
e il rovo rampicante potrebbe ornare i balconi del cielo.
E la giuntura più piccola della mia mano qualsiasi meccanismo
può deridere.

Walt Whitman

42
PICCOLO... GRANDE

Disegno e descrivo Qualche suggerimento.


Vuoi andare a caccia di piccole cose? Puoi osservare...
È un bell’esercizio di attenzione e meraviglia.
Soffermati a guardare qualcosa che ti incuriosisce. una foglia
Non trovi anche tu, come Walt Whitman, che siamo una pozzanghera
circondati da capolavori? un piccolo animale o un insetto
il palmo della tua mano
l’occhio del tuo amico
la coda di un cane

DESCRIVO LA MIA PICCOLA COSA


DISEGNO LA MIA PICCOLA COSA

43
PICCOLO... GRANDE

Balena

Nel silenzioso verde cielo d’acqua molle collina che compie capriole,
ripassa un’ombra di ventisei passi enorme dolce ardente pupa nera.
sventolando lentissima una coda. Quando esce per bisogno del cielo
Nuotano attorno pesci rispettosi. sollevando la pianura dell’acqua
Chi ha orecchi per intendere sente a incurvarsi appena, soffia fuori
una continua acuta e mesta canzone un bianchissimo getto, poi respira
riempire fino all’orizzonte il mare abbondanti sorsi d’acqua salmastra
e giù dove gli invisibili orrendi e li riporta giù, leggero cuore,
pesci abissali ciecamente passano. nel verde, immenso, muto liquore.
Al confronto la balena è un sole,
bel vascello di carne e di sangue, Roberto Piumini

44
PICCOLO... GRANDE

Le Alpi

Le Alpi se ne stanno silenziose


sono regine d’uomo o misteriosi animali
le nubi ne sono le corone. che abitano macchie, crepe e rivi.

Sono di terra e di cielo Le Alpi non dicono niente


di verde e di gelo, in loro si muovono solo a chi non sa ascoltare.
i ghiacciai
Ma se taci di fronte a loro sedendo
risuonano valanghe clamorose senti il grande respiro arrivare
e tacciono fossili che racconta il mistero del mondo.
che non vedremo mai.
Davide Rondoni
Sono regine piene di segreti
boschi, torrenti, sterpeti.

E tra le rocce o i rami si intravede


un lampo di occhi mobili, vivi Quali sono le cose “grandi” che ti fanno spalancare occhi,
bocca e cuore per lo stupore? Possono essere spettacoli
naturali o cose costruite dall’uomo.
Prova a scrivere anche di loro! Con i tuoi compagni di classe
potreste raccogliere tutte insieme le poesie delle grandi
meraviglie e aggiungerne nel corso dell’anno ogni volta
che vi capiterà di conoscerne di nuove.
45
ENUMERAZIONE Prova a scrivere anche tu un promemoria in versi
sulle cose da fare per esercitare sempre l’attenzione
e la meraviglia.
L’enumerazione (dal latino enumerare, “contare”)
è l’elencazione di parole o espressioni, a volte SE VUOI, CAMBIA STAGIONE. SCEGLI SE SUGGERIRE COSE
collegate da congiunzioni. PICCOLE O GRANDI. È LA TUA POESIA!

Quando senti l’estate arrivare


metti tra le cose da fare
cogliere un papavero premere Quando senti arrivare
metti tra le cose da fare
un pistillo stampare una stella
sulla fronte di un’amica
fischiare usando un filo d’erba
lasciare una briciola in terra
e aspettare una formica
cercare un soffione prendere
fiato soffiare insieme
ricordare che ogni desiderio
è un seme.

Silvia Vecchini

46
UGUALI... DIVERSI
LA POESIA TROVA SOMIGLIANZE E FA SBOCCIARE PARTICOLARITÀ

VENUTI ALLA LUCE UMANI MA NON SOLO


Essere venuti alla luce, condividere con gli altri Crescendo è sorprendente scoprire quanto è grande
l’avventura della vita non è forse la prima e la più il mondo, com’è vario e complesso lo spettacolo
meravigliosa ragione per sentirsi uguali? che ci propone ogni giorno!
La poesia ci porta nelle vite degli altri, ci fa Basta immergersi nella folla o aprire
riconoscere simili a bambini e bambine, uomini bene gli occhi dentro ai luoghi
e donne di tutto il mondo. Allo stesso tempo, che attraversiamo per sentire
è come se ci suggerisse che ciascuno questa forza e varietà.
di noi porta in sé una singolarità, È bello sapere di far parte
qualcosa di unico e speciale, di qualcosa di grande, tutti insieme.
che prima o poi sboccerà. Uomini, piante, animali, paesaggi.
Le differenze diventano Tutto può arricchirci con
allora punti di forza. Proprio la sua particolare bellezza.
perché siamo diversi, ognuno
di noi può essere d’aiuto a
qualcuno e può ricevere aiuto
dall’altro.

47
UGUALI... DIVERSI

E un giorno siamo venuti alla luce


Dopo quel viaggio, che è stato veloce
Tu sei venuto alla luce su un ramo
Io, in una casa che è poco lontano
E chissà in quanti eravamo quel giorno
Tutti a venire alla luce qui intorno
Lepri e bambini e picchi e ranocchi
Tutti a incontrare la luce negli occhi
Chissà nel mondo, quanti erano in festa
Quando ci penso mi gira la testa

Sabrina Giarratana

Prova a immaginare il giorno in cui tu sei venuto


al mondo. Pensa alla stagione in cui sei nato, usa
la fantasia e disegna negli spazi di queste due pagine
i cuccioli che hanno incontrato come te la luce
del giorno proprio in quel momento!
48
UGUALI... DIVERSI

Ora osserva gli animali che hai disegnato. Scegline uno a cui ti senti
particolarmente legato o che ti affascina. Se è possibile, osservalo
dal vero oppure cerca qualche informazione su di lui, sulle sue abitudini
e caratteristiche.
Trovi che ti somigli in qualche cosa? Trovi che sia in contrasto con te?
In che cosa? Ha qualcosa da dirti? Un consiglio per te?
Prova a scrivere una poesia su di lui. Il testo parla anche un po’ di te?
49
GIOCHI DI PAROLE
Per conoscerci meglio, possiamo usare i nostri nomi Nell’anagramma possiamo cambiare disposizione
in alcuni componimenti poetici e giochi di parole. a tutte le lettere del nome per formarne un altro.
L’acrostico è un componimento in cui le lettere Non tutti i nomi possono essere anagrammati.
o le sillabe o le parole iniziali di ciascun verso Possiamo comunque provare e creare nomi di
formano un nome o una frase. fantasia!
Il mesostico è una variante dell’acrostico, in cui sono Se vogliamo fare un logogrifo possiamo prendere
le lettere o le sillabe o le parole centrali di ciascun solo alcune lettere del nome creandone uno nuovo.
verso che formano un nome o una frase. Con l’anagramma e il logogrifo possiamo ricavare
Usando l’acrostico o il mesostico possiamo dire altri nomi dal nostro. Possiamo così crearci uno
qualcosa di noi facendoci ispirare dalle lettere pseudonimo, un nome d’arte, un’identità segreta!
del nostro nome.

Ecco qualche gioco con il nome ISABELLA:

ACROSTICO MESOSTICO ANAGRAMMA LOGOGRIFO

IO DI NOTTE MI PIACE SEI L’ALBA LISA o BEA o LEA


SOGNO LA SABBIA o ISA o ALBA o SALLI...
ALBE DELLA SPIAGGIA
BIANCHE UN PO’ BAGNATA
E PER FARE BENE
LILLA. POI ECCO, CASTELLI
LAGGIÙ, ANCHE UN PO’ CON LARGHI FOSSATI
ARANCIO. IL SOLE. E ALTE TORRI.

50
UGUALI... DIVERSI

Acrostico o mesostico? Anagramma o logogrifo?


Prova anche tu! È un gioco che ci suggerisce che
possiamo sempre scoprire cose nuove partendo dal
nostro nome e che a volte possiamo essere diversi...
da noi stessi!
Possiamo prendere in prestito un nome d’arte per
firmare i nostri scritti o un’identità segreta per
immaginare avventure insieme ai nostri amici.

51
UGUALI... DIVERSI

In questa poesia ci muoviamo Le piante, da quelle di seta fino alle più arruffate
in un ambiente molto vario, pieno di gli animali, da quelli a pelo fino a quelli a scaglie
elementi diversi: persone, animali, le case, dalle tende di crine fino al cemento armato
piante, case di ogni tipo, paesaggi,
le macchine, dagli aeroplani al rasoio elettrico
oggetti, sensazioni ed esperienze. L’impressione
è proprio quella di attraversare la folla e, insieme
a lei, riconoscere di essere parte del mondo. e poi gli oceani e poi l’acqua nel bicchiere
e poi le stelle
e poi il sonno delle montagne
e poi dappertutto mescolato a tutto l’uomo

ossia il sudore della fronte


ossia la luce nei libri
ossia la verità e la menzogna
ossia l’amico e il nemico
ossia la nostalgia la gioia il dolore

sono passato attraverso la folla


insieme alla folla che passa.

Nazim Hikmet

52
UGUALI... DIVERSI

Provate a scrivere una poesia collettiva sulla traccia di quella di Hikmet.


Che cosa vorresti aggiungere alla prima strofa? E alla seconda? E alla terza?
Rileggi il testo della pagina precedente e aggiungi i tuoi versi. Ascolta
le proposte dei tuoi compagni e poi scegliete tutti insieme quali andranno
a comporre la vostra poesia collettiva.
Firmatela tutti insieme!

Le piante, da quelle di seta fino alle più arruffate


gli animali, da quelli a pelo fino a quelli a scaglie ossia il sudore della fronte
le case, dalle tende di crine fino al cemento armato ossia la luce nei libri
le macchine, dagli aeroplani al rasoio elettrico ossia la verità e la menzogna
ossia l’amico e il nemico
ossia la nostalgia la gioia il dolore

e poi gli oceani e poi l’acqua nel bicchiere


e poi le stelle
e poi il sonno delle montagne
sono passato attraverso la folla
insieme alla folla che passa.

Nazim Hikmet insieme a:


e poi dappertutto mescolato a tutto l’uomo
53
RIMA
Siamo davanti a una rima quando due o più versi
si concludono con parole che hanno lo stesso suono
finale. In una poesia, le rime possono essere disposte
in modi diversi. Tra i più usati ci sono:
Nella filastrocca che segue le rime sono alla fine
del verso. Quale schema ha scelto il poeta?
rima baciata
quando le rime sono a coppie, con schema AA BB
rima alternata Filastrocca dei diversi da me
se le rime si alternano, con schema AB AB
rima incrociata Tu non sei come me, tu sei diverso
se le rime si incrociano, con schema AB BA Ma non sentirti perso
Anch’io sono diverso, siamo in due
NON È DETTO CHE TUTTE LE POESIE ABBIANO LA
Se metto le mie mani con le tue
RIMA! E A VOLTE, ANCHE SE LA RIMA C’È, SI NASCONDE
DOVE NON TE L’ASPETTI. DI CERTO, PERÒ, A OGNI Certe cose so fare io, e altre tu
POETA PIACE GIOCARE CON I SUONI. E insieme sappiamo fare anche di più
Tu non sei come me, son fortunato
Davvero ti son grato
Perché non siamo uguali
Vuol dire che tutti e due siamo speciali.

Bruno Tognolini

54
VICINO... LONTANO
LA POESIA COPRE LA DISTANZA

COSE VICINE E COSE LONTANE ATTORNO A NOI


Ci affezioniamo così tanto alle cose che da sempre La poesia esplora lo spazio attorno a noi. La lingua
abbiamo vicine, quelle che usiamo tutti i giorni, della poesia, la combinazione di suoni e immagini
che ci spiace quando le perdiamo. possono prendere forme diverse per provare a
Ma capita anche di emozionarci per qualcosa raccontare la nostra esperienza, il paesaggio in cui
di speciale che vediamo una volta sola. ci troviamo o che osserviamo. Non ci credi? Vieni
La poesia è coraggiosa e sa salutare le cose che ci a vedere come la poesia riesce a farci confondere
mancano, che non possiamo recuperare o che non ci tra vicino e lontano in una giornata di nebbia!
sono più. Ma il suo saluto è sempre un arrivederci,
perché il ricordo, una volta diventato parola, resta
per sempre.
La poesia aiuta a non perdere niente.

55
VICINO... LONTANO

Vicino come un oggetto quotidiano o lontano come un oggetto perduto?


Eugenio Montale dedica una poesia al suo calzascarpe dimenticato in un
lussuoso hotel di Venezia. Un oggetto povero, vecchio ma al quale il poeta
era affezionato e che amava tenere vicino a sé.

L’abbiamo rimpianto a lungo l’infilascarpe,


il cornetto di latta arrugginito ch’era
sempre con noi. Pareva un’indecenza portare
tra i similori e gli stucchi un tale orrore.
Dev’essere al Danieli che ho scordato
di riporlo in valigia o nel sacchetto.
Hedia la cameriera lo buttò certo
nel Canalazzo. E come avrei potuto
scrivere che cercassero quel pezzaccio di latta?
C’era un prestigio (il nostro) da salvare
e Hedia, la fedele, l’aveva fatto.

Eugenio Montale

56
VICINO... LONTANO

In questa poesia c’è chi viaggia e, andando lontano,


Mi piace viaggiare in treno entra dentro città sconosciute e scopre cose nuove.
veloce lasciare Ma c’è anche chi resta fermo a guardare il treno e fa
stazioni e gallerie un viaggio dentro di sé pensando a qualcuno.
correre accanto al mare entrare Prova a raccontare un viaggio che ti ha portato lontano
nella realtà o nell’immaginazione.
in città rallentare passare
tra le case, spiare un balcone.
Mi piace guardare il treno
restare ferma
al passaggio a livello
fare un gioco
quello di contare le lettere
fino all’ultimo vagone
sperare che l’ultima sia proprio
l’iniziale del tuo nome.

Silvia Vecchini

57
CALLIGRAMMA
Il calligramma è un tipo di componimento in cui Ci sono molti esempi di calligrammi nelle culture
l’autore scrive la poesia dandole la forma dell’oggetto antiche: i primi conosciuti appartengono ai poeti greci
descritto. Il calligramma è fatto per essere guardato, dei secoli IV-III a.C.
oltre che per essere letto.

Questo calligramma è di S.C. Rigg, che ha scritto


cercando di raffigurare una mela facendoci quasi
sentire la sua bontà, il succo, il mordere fino al
centro dove... si trova un verme (worm)!

Quest’altro è invece un calligramma


di Guillaume Apollinaire, poeta francese,
che si intitola Cravatta e orologio (riesci
a vedere i due soggetti?).
58
VICINO... LONTANO

Scegli un oggetto (se vuoi, puoi recuperare


lo scritto dedicato a un oggetto smarrito).

La tua poesia dovrà avere la sua forma, quindi sarà


più facile se scegli un oggetto dalla forma non
troppo complessa.

1. Disegna sulla pagina i contorni del tuo oggetto


con una matita leggera.

2. Rispetta la forma del tuo oggetto, scrivi


fino a quando hai finito di riempire lo spazio
a disposizione.

3. Cancella le linee tracciate a matita.

Prima esercitati scrivendo “dentro” l’oggetto


disegnato a fianco. Scrivi un testo che parli
di una bottiglia. Di che cosa è fatta? Vetro,
plastica? Cosa può contenere? Dell’acqua, una
bibita, il modellino di una barca, un messaggio?

59
VICINO... LONTANO

In mezzo alla nebbia E guardai nella valle: era sparito


Niente come la nebbia ci fa sembrare incerto tutto! sommerso! Era un gran mare piano,
il paesaggio, lontano quello che è vicino, grigio, senz’onde, senza lidi, unito.
sconosciuto quello che ci è familiare.
Leggi questa sorprendente poesia che riesce a farci
avvertire il paesaggio immerso nella nebbia.
E c’era appena, qua e là, lo strano
vocìo di gridi piccoli e selvaggi:
uccelli spersi per quel mondo vano.

E alto, in cielo, scheletri di faggi,


come sospesi, e sogni di rovine
e di silenzïosi eremitaggi.

Ed un cane uggiolava senza fine,


né seppi donde, forse a certe péste
che sentii, né lontane né vicine;

eco di péste né tarde né preste,


alterne, eterne. E io laggiù guardai:
nulla ancora e nessuno, occhi, vedeste.

Giovanni Pascoli

60
VICINO... LONTANO

Ora proviamo ad allontanarci. Ad esempio, guardiamo il cielo. Nel primo


testo, sentiamo tutta la velocità, la luce, la sorpresa delle stelle cadenti;
nel secondo sembra di veder cambiare la forma delle nubi di verso in
verso. Prova anche tu! Scegli il momento della giornata che preferisci,
osserva per qualche minuto il cielo, le nubi, un aereo che passa, le stelle…
e solo dopo prova a scrivere un breve testo. Voi nuvole
codine e fresche
nuvole grandi ladri
e grandiose finestre
nuvole gialle
Alza la testa nel buio nero, e nuvole cavalle
sopra la terra c’è un grande mistero. nuvole tonde
Spalanca gli occhi, apri la vista, voi voi nubi monde
il cielo buio diventa una pista: nuvole meste
sfrecciano bolidi senza motore, nubi vaganti
lasciano solo un fioco bagliore, nuvole costanti
strappano il cielo in mezzo alle stelle, nuvole nodo
sfuggono rapide come gazzelle, e nubi con il chiodo
corrono a vanvera, cadono a mille, col chiodo nella testa
spruzzano oro luce scintille, nuvolosa protesta
le puoi vedere, ma non le senti: nubilosa risacca
sono le magiche stelle cadenti. quello che il mare attacca

Alessandro Riccioni Mariella Bettarini

61
ANTITESI A VOLTE NON È SEMPLICE DIRE CHE COSA CI PASSA PER
LA TESTA! POSSONO CONVIVERE IN NOI SENTIMENTI
E PENSIERI CONTRASTANTI. OPPURE LE SITUAZIONI
L’antitesi (dal greco “contrapposizione”) consiste IN CUI CI TROVIAMO PRESENTANO CARATTERISTICHE
nell’accostamento di termini o concetti di senso CHE POSSONO SEMBRARCI OPPOSTE.
opposto. Questo accostamento spesso è reso più forte IN QUESTA BREVE POESIA, UN POMERIGGIO NOIOSO
dalla scelta di disporre le parole in modo simmetrico. SEMBRA QUASI OBBEDIRE A UN PROGRAMMA VUOTO.
Ad esempio nella poesia di Giovanni Pascoli LA STANCHEZZA, CHE DI SOLITO ARRIVA PER ESSERSI
che hai letto: MOLTO IMPEGNATI E MESSI ALLA PROVA, VIENE
DAL NON FARE NULLA.
né lontane né vicine... né tarde né preste

Oppure in un famoso sonetto d’amore La noia del pomeriggio è un diario vuoto,


di Francesco Petrarca: un orario provvisorio in bianco.
Non sto facendo nulla, eppure
Pace non trovo, et non ò da far guerra; sono stanco.
e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;
,
et volo sopra l cielo, et giaccio in terra; Silvia Vecchini
,
et nulla stringo, et tutto l mondo abbraccio

Vuoi provare a scrivere un testo dove usare l’antitesi?


C’è qualcosa o qualcuno che muove in te sensazioni
opposte? E se non c’è, ti va di inventarlo?

62
Fonti bibliografiche dei testi poetici

TRISTE… FELICE PAROLE… SILENZIO


p. 4 “Ridere è aprire la finestra” p. 16 “Sento”
Silvia Vecchini, Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa Roberto Piumini, Io mi ricordo quieto patato, Nuove Edizioni
intorno, Topipittori, 2014 Romane – Giunti, 2010
p. 4 “Il mare è tutto azzurro” p. 18 “Tintinna il cristallo: tin tin!”
Sandro Penna, Poesie, prose e diari, I meridiani, Mondadori, Bruno Tognolini, Filastrocche della Melevisione, © 2011 Carlo
2017 Gallucci editore srl, Roma, 2011
p. 5 “Un ippopotamo triste, un giorno” p. 19 “Il silenzio è pace”
Roberto Piumini, La casa di Topo Pitù, Topipittori, 2013 in Chandra Livia Candiani (a cura di), Ma dove sono le parole?,
p. 6 “Quando un uccello scuote la coda per stare in equilibrio Effigie, 2015
su un albero” p. 20 “Nel vecchio stagno”
David Herbert Lawrence, The Complete Poems, traduzione Matsuo Basho, Cento haiku, traduzione di Irene Iarocci,
a cura dell’autrice Guanda, 2017
p. 8 “Vivere è stare svegli” p. 22 “Mentre si levano tremuli scricchi di cicale”
Angelo Maria Ripellino, Poesie, Einaudi, 1990 da Meriggiare pallido e assorto, Eugenio Montale, Ossi
di seppia, Mondadori, 2016
PAURA… CORAGGIO
p. 10 “Beeeeh” DENTRO… FUORI
Bernard Friot, Il mio primo libro di poesie d’amore, p. 24 “Lo so, lo so. È stato quello che ho visto”
traduzione di Davide Tolin, Il castoro, 2018 Umberto Fiori, La bella vista, Marcos y Marcos, 2002
p. 11 “Sotto sotto” p. 25 “Frusciano come foglie”
Silvia Vecchini, inedita, 2019 Pierluigi Cappello (con illustrazioni di Pia Valentinis), Ogni
p. 12 “Canzonetta d’amore per il vento” goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini, Rizzoli,
Giuseppe Pontremoli, Ballata per tutto l’anno e altri canti, 2018, Mondadori Libri S.p.A. per il marchio BUR Rizzoli
Nuove Edizioni Romane – Giunti, 2004 p. 26 “Calcio salto afferro nuoto”
p. 13 “Un tempo il mondo ci era sconosciuto” da In movimento, Chiara Carminati, Scacciapensieri, Rizzoli
Roberto Mussapi, Il racconto del cavallo azzurro, Jaca Book, Education, 2015
2000 p. 28 “I cucchiai sono piccole carriole argentate”
p. 14 “Nei mattini d’ottobre” Maria José Ferrada, Il segreto delle cose, traduzione di Marta
Attilio Bertolucci, La capanna indiana, Garzanti, 1995 Rota Núñez, Topipittori, 2017
63
p. 28 “Le lampade che pendono dal soffitto” p. 46 “Quando senti l’estate arrivare”
Maria José Ferrada, Il segreto delle cose, traduzione di Marta Silvia Vecchini, Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa
Rota Núñez, Topipittori, 2017 intorno, Topipittori, 2014

INSIEME… DA SOLI UGUALI… DIVERSI


p. 32 “Ecco rispuntare la solita valigia” p. 48 “E un giorno siamo venuti alla luce”
Vivian Lamarque, Poesie per un gatto, Mondadori, 2013 Sabrina Giarratana, Poesie di luce, Motta Junior, 2014
p. 34 “Il vento – bussò come un uomo stanco –” p. 52 “Le piante, da quelle di seta fino alle più arruffate”
Emily Dickinson, Poesie, a cura di Massimo Bacigalupo, con Nazim Hikmet, Poesie d’amore, traduzione di Joyce Lussu,
uno scritto di Natalia Ginzburg, Mondadori Libri S.p.A., Milano, Mondadori, 2016
2016 (Oscar Mondadori) p. 54 “Filastrocca dei diversi da me”
p. 36 “C’era una siepe qui” Bruno Tognolini, Rima rimani, Salani, 2002
Azzurra D’Agostino, Poesie della neve, Fatatrac – Edizioni del
Borgo, 2019 VICINO… LONTANO
p. 37 “A volte il suono delle tue parole” p. 56 “L’abbiamo rimpianto a lungo l’infilascarpe”
Silvia Vecchini, Un cartoccio di parole. Empatia, Bacchilega, Eugenio Montale, Tutte le poesie, Mondadori, 2012
2017 p. 57 “Mi piace viaggiare in treno”
Silvia Vecchini, Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa
PICCOLO… GRANDE intorno, Topipittori, 2014
p. 40 “Natale per me – Natale per la mamma” p. 58 “The Apple”
Sarah Forsyth, Un salto e tocchi il cielo, a cura di Fiona S.C. Rigg in Sharon Creech, Amo quel cane, Mondadori, 2004
Waters, traduzione di Beatrice Masini, Einaudi Ragazzi, 2001 p. 58 “La cravate et la montre”
p. 41 “Un signore molto piccolo di Como” Guillaume Apollinaire, Calligrammes, Gallimard, 1913
Gianni Rodari, Le filastrocche del cavallo parlante, Emme p. 60 “E guardai nella valle: era sparito”
Edizioni, 1978 Nella nebbia, Giovanni Pascoli, Primi poemetti, Mursia, 2009
p. 42 “La sapienza della ragnatela” p. 61 “Alza la testa nel buio nero”
da La cura che passa dagli occhi, Silvia Vecchini, Alessandro Riccioni, Cielo bambino, Topipittori, 2011
Scacciapensieri. Poesia che colora i giorni neri, Mille Gru, 2015 p. 61 “Voi nuvole”
p. 42 “Io credo che una foglia d’erba non valga affatto” Mariella Bettarini, Delle nuvole, Gazebo, 1991
Walt Whitman, Foglie d’erba, traduzione di Giuseppe Conte, p. 62 “Pace non trovo, et non ò da far guerra”
Mondadori, 2016 Francesco Petrarca, Canzoniere, Mondadori, 2018
p. 44 “Balena” p. 62 “La noia del pomeriggio è un diario vuoto”
Roberto Piumini, Dall’ape alla zebra, Einaudi Ragazzi, 1996 Silvia Vecchini, Acerbo sarai tu, Topipittori, 2019
p. 45 “Le Alpi”
Davide Rondoni, Le parole accese, Rizzoli, 2009
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