Scienza

Al di fuori della Terra non è stato mai scoperto

niente di vivo. Le
ricerche continuano,
ma ora sorge un
nuovo interrogativo

E se
Sintonizzati
su E.T.
La grande
antenna “Mars
dish”, usata dal
Jet propulsion
laboratory
(Nasa) nel corso
fossimo soli?
L’
urlo è partito vent’anni potenza di tutte le auto che cir- verrà raggiunto soltanto fra Circuiti
della sua fa, e sta ancora viag- colano in Italia. E’ successo nel 24.975 anni!), e contenente in-
partecipazione
giando. Su scala cosmi- 1974, al radiotelescopio di Are- formazioni sulla nostra razza e spaziali
al progetto Seti: Un ingegnere
raccoglieva ca non s’è allontanato cibo, a Puerto Rico. Lo scopo? sul nostro pianeta.
di molto: viaggiando alla velo- Lanciare un messaggio all’uni- Nell’attesa che il segnale rag- del Jpl lavora su
radiomessaggi uno strumento
potenzialmente cità della luce, è ancora nei verso: un segnale composto di giunga un eventuale mondo a- per trasmettere
prodotti pressi del sistema solare. Ma onde elettromagnetiche modu- bitato, la ricerca di civiltà aliene al computer
da civiltà che urlo! Tremila miliardi di late, diretto all’ammasso stel- prosegue sul binario dell’ascol- i radiosegnali
intelligenti. watt sono stati bruciati in una lare M13 a 25 mila anni luce to: si cerca cioè di intercettare raccolti dallo
sola volta, più del doppio della dalla Terra (dunque l’ammasso segnali radio analoghi a quello spazio esterno.

▼
 Fabbricanti di universi
A sinistra, il fisico francese Bertrand Rowe: nel suo
laboratorio di Rennes crea nebulose interstellari in
Messaggi in bottiglia,
miniatura. Sotto, Carl Sagan, astronomo americano.
E’ tra i più convinti sostenitori del progetto Seti.
dalla Terra allo spazio

Documento sulla Luna

La placca metallica lasciata
sulla Luna dagli astronauti
dell’Apollo 11, nel 1969.
Era attaccata alla scaletta
del modulo di atterraggio.

L’urlo verso il cosmo

Il messaggio trasmesso da
Arecibo nel 1974: descrive
il sistema solare, il Dna,
alcune altre molecole, la forma
umana e un radiotescopio.

La ricerca dell’
intelligenza
su altri mondi
Mappa cosmica per alieni
ha unito scienziati, fondazioni private e perfino governi in un pro getto comune: Seti La placca attaccata alle sonde Pioneer 10 e 11,
che sono ormai uscite dal sistema solare. Contiene
le istruzioni per localizzare e raggiungere la Terra.
di Arecibo, diffusi nello spazio zione di frontiera, dato che il seguite ugualmente grazie ai bili a sorgenti di rumore o a in- Altrettanto ottimista è l’a- Mediocri a
▼

da altre creature intelligenti.
Proprio a questo scopo era na-
to trent’anni fa il progetto Seti
(Search for extraterrestrial in-
telligence, ovvero ricerca di in-
telligenza extraterrestre) che
coinvolgeva ricercatori, astro-
nomi e perfino agenzie spazia-
li e governi: nel 1992, per esem-
pio, il Congresso americano
stanziò cento milioni di dollari
proprio a questo scopo, ribat-
tezzando il progetto Seti con il
nome Phoenix. In parte si trat-
tava di una celebrazione del
mito americano dell’esplora-
via fu dato esattamente alle tre
del pomeriggio del 12 ottobre
1992 (esattamente 500 anni do-
po l’arrivo di Cristoforo Co-
lombo). L’ambizioso program-
ma prevedeva fra l’altro l’im-
piego a tempo pieno, dal 1995,
del radiotelescopio di Green
Bank, nel West Virginia. Inve-
ce i fondi pubblici si sono esau-
riti un anno dopo l’inizio del
progetto, e il Congresso ha ne-
gato nuovi stanziamenti.
● L’ottimismo della volontà
Le ricerche però sono pro-
contributi di fondazioni priva-
te, tra le quali spicca l’ameri-
cana Planetary society.
«Attualmente il progetto più
promettente è il Meta, Mega-
channel extraterrestrial array,
guidato dal docente di Harvard
Paul Horowitz e finaziato dal-
la Planetary society», spiega
l’astronomo Carl Sagan, uno
dei più convinti assertori del-
l’esistenza di intelligenze ex-
traterrestri. «In cinque anni io
e Horowitz abbiamo anche in-
dividuato una manciata di se-
gnali molto netti, non attribui-
terferenze», continua Sagan. stronomo americano Frank naso insù Voci di Terra
«Purtroppo, però, nessuno di Drake, il più fervente sosteni- Vari strumenti
lontana
questi segnali si è mai ripetuto tore del progetto Seti in tutte le ideati dall’uomo Oltre alla
una seconda volta, e nell’am- sue incarnazioni. Drake ha ad- per osservare bandiera degli
biente scientifico i dati singoli dirittura elaborato una com- il cielo. Molti Usa, sulla sonda
non sono considerati degni di plessa equazione per calcolare basano l’ipotesi Voyager 2 è
considerazione». C’è però un quante civiltà extraterrestri si che esistano stato imbarcato
aspetto incoraggiante: le cin- siano evolute nella galassia. Il extraterrestri nel 1977 un
que emissioni più intense giac- risultato in effetti varia molto: sul “principio disco contenente
di mediocrità”: suoni della Terra:
ciono tutte sul piano della ga- si va da un’unica possibilità (la saluti in 60
lassia, e la probabilità che un nostra civiltà) a 200 milioni, a la Terra non
è eccezionale in lingue, brani
simile allineamento sia casuale seconda dei valori che si attri- nulla, perché musicali, i rumori
è di circa lo 0,5 per cento. «Ec- buiscono ad alcune incognite, dovrebbe di vari fenomeni
co un buon motivo per conti- come per esempio il “numero essere l’unico naturali e i versi
nuare le indagini», conclude di stelle di tipo G (cioè simili al pianeta che degli animali.
l’astronomo statunitense. Sole) esistenti nella galassia”. ospita la vita?

▼
Focus 10 Focus 11
 Nebulosa
Sacco

Voi siete qui!

Le ricerche di vita aliena sono per di carbone
LA REGIONE
ora limitate alla nostra galassia, la DEL SOLE
Via Lattea: un terreno di caccia che Come un groviera
cosmico, il gas
contiene circa 100 miliardi di stelle. Bolla locale
che permea lo
spazio intorno
al sistema solare
Sole è pieno di buchi,
BRACCIO DEL SAGITTARIO ciascuno ampio
BRACCIO ➙ ➙

➙
alcune centinaia
DELLO SCUDO di anni luce. Sul
Rho Pleiadi
Ophiuchi contorno di ogni
BRACCIO “bolla”, il gas si
DELLA SQUADRA ➙ Nebulosa ➙
BRACCIO di Gum addensa (come
DI ORIONE intorno a Rho
Ophiuchi), ed è in

➙
Sole➙ ➙ Nebulosa queste zone che
Centro galattico di Orione nascono le nuove

➙
➧
BRACCIO stelle, in seguito
DI PERSEO C al collasso
y gravitazionale

➧
g delle nubi.

➧
➙
n Sole
u
s Bolla locale
BRACCIO ESTERNO IL BRACCIO LA BOLLA
DI ORIONE LOCALE
LA VIA LATTEA Questo braccio Il Sole si trova
La lunga strada Questa mappa schematica galattico (nel al centro della
verso casa mostra la posizione di 225 quale si trova bolla locale, che
Accanto, la nostra nebulose oscure (in giallo e il Sole) è lungo Alpha Centauri Sirio comprende la

➙
galassia in un’immagine arancione), di 180 nebulose 3.500 anni luce. ➙Procione Iadi maggior parte

➙
fotografica rielaborata diffuse, cioè emettitrici di Il suo bordo delle stelle a noi

➙
al computer. Le immagini luce (in rosa), e di 23 gruppi interno è più note. Alpha
che seguono sono di giovani stelle (in azzurro). contornato da Sole Aldebaran Centuari è la più
ingrandimenti successivi L’ovale bianco al centro nubi di polvere vicina, le altre
della zona in cui si indica una regione interstellare citate sono tra
trova il sistema solare. fittamente popolata di stelle. (in arancione). le più luminose.

Anche il radiotelescopio di Medicina, nei pressi di Bologna, part eciperà alla caccia cosmica
«Si tratta di un’equazione con ci sono dieci milioni di pianeti abi- ● Il canto dell’idrogeno ma con cui convivono normal- ● In mancanza di prove...
▼

troppe incognite, e il margine di

errore è enorme», dice Cristiano
Cosmovici, dirigente di ricerca al-
tati, non avremmo comunque al-
cuna informazione sulla loro posi-
zione. Il problema, piuttosto, è
Un altro dilemma per i radioa-
stronomi del progetto Seti è sta-
bilire su quali frequenze sintoniz-
mente i radioastronomi, perché la
nostra ionosfera è invasa da mi-
gliaia di emissioni terrestri», ag-
Fino a questo momento, tutti i
segnali individuati nel rumore co-
smico si sono rivelati casi unici,
Voci da mondi lontani?
l’Istituto di fisica dello spazio in-
terplanetario del Cnr ed esperto
quello di valutare dove possano
essersi formati pianeti simili alla
zare i loro ricevitori: quale banda
radio, tra le infinite possibili, a-
giunge Cosmovici. «Ecco perché
gli strumenti sviluppati per Seti so-
non più ripetuti (e quindi non ac-
cettabili come prove) oppure fe- C i sono segnali,
raccolti dai radiote-
lescopi, che vengono
del progetto Meta.
14 agosto 1989 (dalla
Vergine) - Ancora in
ma tutto era finito
prima che arrivasse
un astronomo
essere stato prodotto
da emissioni naturali.
9 maggio 1990 (da
di bioastronomia. «Inoltre, se an- Terra, e puntare i telescopi in vranno scelto gli alieni? Nel 1959 no importanti per l’astronomia in nomeni naturali. E’ il caso delle classificati come “ine- sede di progetto Meta. per poter controllare. Ophiucus) - Il segnale
che stabilissimo che nella galassia quella direzione». gli astronomi Giuseppe Cocconi, generale: i ricercatori del radiote- regolarissime emissioni radio sco- splicabili”: sono infatti 16 agosto 1989 (dai 15 novembre 1989 (da più promettente in
italiano, e Philip Morrison, ameri- lescopio di Medicina, vicino a Bo- perte nel 1967 dalla studentessa troppo regolari per Pesci) - La regolarità Cassiopea) - Un assoluto: lo registrò
cano, fecero una proposta che con- logna, hanno sviluppato uno spet- britannica Jocelyn Bell, durante essere casuali, ma non del segnale fece scatta- segnale che, secondo il telescopio Parkes,
L’enigma della vita quistò la comunità dei ricercatori: trometro con 128 mila canali, cioè l’esperimento che le avrebbe per- si possono considerare
messaggi alieni perché
re l’allarme automatico, gli esperti, non può in Australia.
sfruttare il canto dell’idrogeno, ov- uno strumento capace di captare messo di conseguire il dottorato
L’inganno
M icrobi, muffe,
lombrichi, giraf-
fe e uomini hanno
sce nutrimento, lo
trasforma in energia
e produce rifiuti”,
“La vita è un feno-
meno basato su aci-
di nucleici, proteine
vero il rumore di fondo dell’uni-
verso. L’idrogeno, infatti, costitui-
contemporaneamente 128 mila se-
gnali di frequenza diversa, prove-
di ricerca. Non sapendo a che cosa
attribuire quello strano segnale, la
mai ripetuti. Ecco
i casi più sorprendenti.
15 agosto 1977 (dal
pulsar
in comune una sola ma questo si applica e altre molecole”, sce il 95 per cento di tutta la mate- nienti dalla stessa direzione. Que- Bell lo battezzò LGM (che stava Sagittario) - Il segnale Il segnale
cosa: sono esseri anche a un’automo- ma sarebbe miope ria esistente e i suoi atomi “vibra- sto apparecchio ci ha permesso, per “little green men”, piccoli uo- venne rilevato dal ricevuto da
viventi. Ma per gli bile, o a una stufa escludere la possibi- no” costantemente, emettendo pochi mesi fa, di individuare su mini verdi), suggerendo scherzo- telescopio di Stato dell’ Jocelyn Bell
scienziati impegnati a legna. Un’altra lità di una biochimi- onde radio a 21 centimetri. «Qual- Giove la presenza di acqua lascia- samente che potesse trattarsi di un Ohio. Era così strano nel 1967:
nella ricerca di vita ipotesi: “Vita è tutto ca diversa. Forse la siasi civiltà tecnologicamente evo- ta dalla cometa Shoemaker-Levy, segnale alieno. In seguito, Jocelyn che un astronomo attribuito
extraterrestre è ciò che nasce, definizione migliore scrisse a penna “wow!” agli alieni,
luta deve conoscere questa lun- i cui frammenti sono precipitati Bell e Anthony Hewish, suo pro- si rivelò
necessaria una defi- aumenta in com- è quella di Carl ghezza d’onda, e possedere stru- sul pianeta gigante nel luglio del fessore e ideatore dell’esperimen- sul tabulato dei dati.
nizione più generale plessità, decade e Sagan: “Vita è ogni 10 ottobre 1986 (dal la “voce” di
della parola “vita”. muore”, ma questo sistema capace di menti per captarla», sostiene Co- 1994. Quando porteremo lo spet- to, scoprirono che l’emissione era una pulsar
smovici. trometro a un milione di canali po- dovuta alla rapida rotazione di una Sagittario) - Uno dei (una stella
Quale? Una risposta vale anche per riprodursi, di mutare circa 40 segnali
potrebbe essere i fiocchi di neve e le e di riprodurre le La difficoltà è distinguere un se- tremo contribuire anche al pro- stella di neutroni: era stata indivi- “promettenti” registrati di neutroni
la seguente: “Vita è stelle. Si può ricor- mutazioni nella pro- gnale regolare in mezzo al fragore getto Seti, ma avremo soprattutto duata la prima pulsar. Grazie a dal radiotelescopio rotante).
tutto ciò che ingeri- rere alla biochimica: pria discendenza”. di miriadi di frequenze cosmiche. uno strumento di eccezionale uti- questa scoperta, Hewish conseguì di Harvard nell’ambito
«D’altra parte è lo stesso proble- lità astronomica». il premio Nobel. La Bell, invece, si

▼
Focus 12 Focus 13
Acqua, metano e ammoniaca
bombardate dai fulmini: così
si creano
i “mattoni”
della vita
dovette accontentare del certifi-
▼

cato di specializzazione. Le pro-

ve, dunque, continuano a scarseg-
giare. E se alla fine scoprissimo di
essere soli nella galassia?

● La Terra in provetta Mostri & tentacoli

Impossibile, ribattono gli otti-
misti: le osservazioni dimostrano
che l’universo ha dappertutto la
stessa concentrazione di elementi,
e che dappertutto valgono le stesse
leggi. Di conseguenza, se si pre-
sentano le giuste condizioni, la vita
si deve sviluppare “automatica-
mente”. Le condizioni giuste, ov-
viamente, sono quelle presenti nel-
la Terra primordiale, e c’è chi ha
pensato di riprodurle in laborato-
rio. I primi sono stati Stanley Mil-
ler e Harold Urey, dell’università
di Chicago, che nel 1953 mescola-
rono in una provetta acqua, meta-
no e ammoniaca (sostanze di cui
la Terra era ricca anche quattro
miliardi di anni fa) e per giorni sot-
toposero l’infuso a forti scariche
elettriche. Al termine
dell’esperimento, i due ricercatori
trovarono nella provetta un liqui-
do rosso brunastro che conteneva
diversi amminoacidi, cioè moleco-
le organiche fondamentali per i
processi vitali, dal momento che
sono i costituenti delle proteine.
Sembrava già un buon successo,
anche se gli amminoacidi non si
possono definire “vita” (lo stesso
Dna non si può definire vita: per
parlare di vita ci deve essere alme-
Così la fantascienza. ha
visto gli alieni nel corso
degli anni. Ma l’immagine più
nota è da sempre quella degli omini verdi.
no una struttura cellulare). In
seguito, però, gli scienziati si
resero conto che le condizioni
della Terra primordiale non sono
le uniche in cui si formano sponta-
neamente molecole organiche
complesse: sono infatti stati trova-
ti amminoacidi sulle comete, e ad-
dirittura nelle bassissime tempe-
rature delle nubi interstellari. In
questi ammassi di polvere, nei qua-
li la temperatura va da 163 a 263
gradi sotto zero, le molecole sono
talmente rare da non incontrarsi
praticamente mai... se non una vol-
ta ogni mille anni. In tali condizio-
ni la chimica tradizionale non rie-
sce a spiegare nemmeno come si
formi l’idrogeno molecolare, cioè
una coppia di atomi di idrogeno
legati, eppure in questo gelido gas
rarefatto si sono già individuate
108 molecole organiche, ben più
complesse di quella dell’idrogeno.
● La chimica fredda
Sembra dunque che lo spazio
possa essere un ottimo terreno di
coltura, e anche gli esperimenti di
laboratorio lo confermano. Lo ha
recentemente dimostrato Bertrand
Rowe, direttore del dipartimento

Ivitabioastronomi si interessa-
no alle possibili forme di
e di intelligenza extra-
terrestre. Gli ufologi raccol-
gono testimonianze su og-
getti volanti di possibile ori-
gine extraterrestre. Cosa po-
trebbe esserci di più affine?
Invece è esattamente il con-
trario. «Noi abbiamo un in-
teresse marginale per pro-
getti come il Seti», dice Gian
Paolo Grassino, del consiglio
direttivo del Cisu (Centro ita-
I presunti alieni trovati
nel New Mexico nel 1947.
“Gli Ufo? Con gli alieni non c’entrano”
liano studi ufologici). «Al con-
trario degli astronomi, infat-
ti, noi analizziamo solo even-
ti che accadono sulla Terra,
e che non sono necessaria-
mente di origine extraterre-
stre. Ci capita di collaborare
con alcuni scienziati, ma in
genere si tratta di specialisti
in meteore, per scambi reci-
proci di dati».
Chi sono gli ufologi italiani?
In genere persone di ogni
estrazione sociale, anche se
tutti devono avere (o formar-
si) una certa preparazione
tecnica. Nei primi anni Cin-
quanta prevaleva tra gli ap-
passionati un atteggiamen-
to di fideistica attesa degli
alieni. Oggi, invece, si è pas-
sati a un’impostazione più
scientifica, di ricerca e di in-
dagine sul campo. Tra le as-
sociazioni, la maggiore a
fianco del Cisu (C.P. 82, Tori-
no) è il Centro ufologico na-
zionale (C.P. 823, Bologna).
■ Che cosa fanno gli ufologi
moderni? «Raccogliamo se-
gnalazioni da tutte le fonti
possibili: testimoni oculari,
notizie giornalistiche, bollet-
tini scientifici. Poi andiamo
a indagare», dice Grassino.
«Nove volte su dieci scopria-
mo che l’avvistamento ha
una spiegazione razionale. I
casi più tipici sono i fasci di
luce proiettati nel cielo per
attirare il pubblico verso le
discoteche. Poi ci sono i me-
teoriti o i satelliti artificiali
che cadono, e infine gli aerei
o addirittura stelle e pianeti,
con Venere in testa». Per il ri-
manente dieci per cento di
fenomeni, gli ufologi sono
molto prudenti. Oltre alla
spiegazione extraterrestre,
infatti, c’è quella dei velivoli
militari segreti, o la manife-
stazione di fenomeni elettri-
ci naturali, di origine ignota.
■ Per il grande pubblico, co-
munque, Ufo resta sinonimo
di omini verdi, ed è interes-
▼
sante riportare i risultati di
due indagini condotte dalla
Doxa per il Cisu nel 1979 e
nel 1987. Alla domanda “Esi-
stono gli Ufo?” i sì sono pas-
sati dal 35% del 1979 al
19% del 1987, i no dal 32%
al 53%. Il rimanente degli in-
tervistati è senza opinione o
non ha mai sentito parlare
di Ufo. Tra chi ha risposto sì
è leggermente aumentata la
percentuale di chi attribui-
sce agli Ufo un’origine extra-
terrestre (dal 63% al 70%).
■ Un’ultima curiosità: il mag-
gior numero di avvistamenti
Ufo in Italia è avvenuto nel
1978, l’anno successivo al-
l’uscita del film “Incontri rav-
vicinati del terzo tipo”.
■ Il Cisu ha istituito il servizio
informativo telefonico Ufo-
tel, due minuti di notizie su-
gli ultimi avvistamenti, i con-
vegni e gli eventi di maggio-
re interesse, al costo di una
normale telefonata (011/
545294).

Focus 14
 Ipotesi: la vita si è formata Frugare il cielo, in cerca di pianeti
nello spazio, e sulla Terra Isontorno alle altre
stelle dell’univer-
trazioni di polveri
intorno ad alcune
Bill Borucki del Cen-
tro Ames della Na-
esistono pianeti stelle, come per sa: si tratterebbe di
l’hanno portata le comete dove una forma di
vita si possa svilup-
esempio Beta Picto-
ris, lontana 78 anni
osservare la perdita
di luminosità di una
pare? I telescopi luce. «Si tratta dei stella quando un
non sono in grado di cosiddetti dischi suo pianeta le
di fisica atomica unirsi in configurazioni più com- dirlo, perché la lu- planetari, nei quali passa davanti. Il
dell’università di plesse. I risultati di Rowe sono minosità dei pianeti si suppone si formi- problema è che si
Rennes, in Fran- molto recenti, e non sono ancora è troppo debole. Gli no i pianeti», dice tratta di un fenome-
cia. Rowe aveva stati vagliati a sufficienza dalla co- unici indizi vengono l’astrofisico ameri- no quasi impercet-
ideato un conge- munità scientifica, ma bastano a da osservazioni in- cano Harold Leasch. tibile: il Sole, per
gno per studiare far sospettare che i mattoni della dirette. Scrutando Quanto ai pianeti esempio, perde solo
gli effetti dell’at- vita possano essersi formati con- nell’infrarosso, per già formati, una lo 0,01 della sua
esempio, si sono tecnica per scoprirli luminosità quando
trito durante il temporaneamente ai pianeti, giac- individuate concen- è stata proposta da la Terra lo “eclissa”.
rapido rientro di ché è proprio dalla condensazione
un corpo nell’at- delle nubi di polvere interstellare
mosfera: una sor- che si formano stelle e pianeti. è quindi da escludere che nei suoi rebbe a organismi totalmente di-
Indagini ta di galleria del oceani, composti forse di metano versi da quelli che conosciamo. «E’
di frontiera vento, nella qua- ● Le comete della vita liquido, si sia avviato un processo improbabile, perché gli elementi
Cristiano le un gas veniva «Sono i rimasugli di questa con- di creazione della vita. L’ostacolo su cui si basa ogni forma di vita da
Cosmovici, sparato ad altissi- densazione, cioè le comete, che più grave sarebbe il freddo inten- noi conosciuta sono idrogeno, os-
astrofisico: “Gli ma velocità con- hanno il compito di conservare il so, dovuto alla lontananza dal So- sigeno, carbonio e azoto, i più co-
strumenti per tro la superficie materiale pre-biotico, e poi di tra- le, ma è possibile che l’effetto ser- muni dell’universo», conclude Co-
cercare gli alieni da studiare. Sfor- sportarlo all’interno del sistema ra produca una temperatura ac- smovici. «Dunque su di essi, pro-
sono utili anche
all’astronomia”. tunatamente, il solare. Come si sia passati poi alla cettabile almeno sulla superficie. prio per la loro abbondanza, de-
gas fuorusciva da materia organica vivente, cioè au- Ci si può chiedere se, in queste vono essere basate anche eventuali
un ugello espandendosi rapida- toriproducentesi, è invece un mi- condizioni, l’eventuale processo di forme di vita non terrestri». ■
▼

mente, e questo lo raffreddava
(proprio come accade al gas che
esce dalle bombolette spray), di-
sturbando gli studi sull’attrito che
produce notoriamente un intenso
riscaldamento delle superfici. «Co-
sì abbiamo pensato di trasformare
l’inconveniente in un vantaggio»,
spiega Rowe, «E ci siamo serviti
della nostra apparecchiatura per
studiare la strana chimica che re-
gna nel vuoto dello spazio».
Le numerose reazioni chimiche
ultrafredde studiate da Rowe han-
no dimostrato che, al contrario di
quanto si pensava, la capacità di
reazione delle molecole aumenta
con l’abbassarsi della temperatura.
Sembra quasi che, intorpidite dal
freddo, le molecole abbiano il tem-
po di trovare il modo migliore per
stero», dice Cosmovici. formazione della vita non condur- Mauro Gaffo
Ciò che conosciamo del nostro
sistema solare ci dà soltanto la cer-
tezza che la vita non si sviluppa
senza le giuste condizioni di pres-
sione e temperatura. A parte la
Terra, infatti, gli unici corpi pla-
netari sui quali non è ancora del
tutto esclusa la presenza di mi-
crorganismi sono Marte e Titano,
un satellite di Saturno. Si sa, infat-
ti, che su Marte l’acqua è esistita,
in passato: è possibile quindi che ai
poli esistono ancora tracce di mi-
crorganismi sviluppatisi quando le
condizioni erano più favorevoli.
Titano, invece, ha un’atmosfera
molto simile a quella della Terra
del passato: è composta al 90 per
cento di azoto, e mostra una mas-
siccia presenza di idrocarburi. Non Il grande orecchio Il radiotelescopio di Arecibo, nel Portorico, è
la più grande antenna fissa del pianeta: ha un diametro di 305 metri.

Parata di antenne
Sotto, il radiotelescopio Croce
del Nord, a Medicina (BO): due
“bracci” lunghi 564 e 640 metri.
Accanto, il centro di controllo.

Una ragnatela di parabole

Il Very Large Array, nel New Mexico, è il più grande radiotelescopio
“a schiera” del mondo: 27 antenne, larghe 25 metri ciascuna.

Focus 16
Ecologia - Computer, televisori, telefoni... quando invecchiano si tras formano in spazzatura elettronica altamente inquinante. Che fare?

Catena di

S
ono gli alchimisti del Due-
smontaggio mila: recuperano chip
Vecchi telefoni fulminati e telefoni, vec-
della ex Ddr, in chie tivù e transistor, par-
una discarica ti di computer che arrivano da ogni
tedesca. Il parte del mondo, e ne traggono
recupero e oro e argento. E poi platino, palla-
il riciclaggio di dio, iridio, rodio (un metallo raris-
parti ancora simo che arriva a costare 200 mila
utilizzabili può
essere fatto solo lire al grammo). Tutto ciò in gran-
a mano. Non de quantità: anche 120 tonnellate
esistono robot d’oro all’anno, e 200 d’argento! Il
o “catene di crogiuolo degli alchimisti del Due-
smontaggio” mila è, in realtà, la fornace della
automatizzate. Chimet, presso Arezzo, dove ven-
gono distrutti e in parte riciclati i ri-
fiuti prodotti dall’industria più a-
vanzata, quella elettronica.
La Chimet ha un centinaio di di-
pendenti, e i suoi sono gli stabili-
menti più moderni d’Europa. Per
arrivare dalla spazzatura high tech
ai metalli preziosi occorrono al-
meno venti fasi di lavorazione
(dalla fusione a 800 gradi alla ma-
cinazione, dall’elettrolisi al pas-
saggio in centrifuga) e molte di
queste sono altamente inquinan-
ti. Così gli acidi utilizzati nel pro-
cesso industriale vengono recupe-
rati in impianti a circuito chiuso,
per poter essere usati di nuovo, e i
gas di scarico vengono trattati in
torri dove, dopo una serie di la-
vaggi, si depurano e “restituisco-
no” altri acidi al ciclo produttivo. Il
risultato di tutto ciò? Per recupe-
rare un grammo d’oro bisogna la-
vorare un chilo e mezzo di vecchi
circuiti integrati...
Quanto accade ad Arezzo, e in
centri analoghi in tutto il mondo,
dimostra anzitutto che la tecnolo-

Addio mister chip!

gia elettronica non è affatto la
“tecnologia pulita” per eccellen-
za, come si pensava fino a pochi
anni fa. E la sua spazzatura co-
mincia a porre problemi che, se
non verranno risolti, rappresente-
ranno presto un grosso problema
ecologico e ambientale. Gli esem-

▼
 Polvere di
computer
A fianco, la
demolizione di
vecchie “piastre
conduttrici”,
elemento base
per ogni
apparecchiatura
elettrica o
elettronica. Se
ne producono
circa 8 miliardi
di pezzi all’
anno. Sotto,
minerale di rame
recuperato dalla
triturazione
di vecchi
cavi elettrici.
I moderni
elettrodomestici
non sono
concepiti per
essere smontati.
La fine
della tivù
A fianco, rottami
di vetro alle
vetrerie Schott,
di Magonza
(in Germania).
Il piombo
contenuto nei
cinescopi delle
vecchie tivù
protegge gli
spettatori dalle
radiazioni,
ma può essere
nocivo se
eliminato senza
precauzioni
nelle discariche.

il costo più basso e

Spesso neanche i produttori
sanno cosa c’è “dentro”
ai loro elettrodomestici
pi, già oggi, sono numerosi e allar-
▼
tata a metà degli anni Ottanta, e
modo in cui sono stati costruiti (e
un funzionamento
minimo, pari in ge-
nere alla durata della
garanzia. Il risultato
è una incredibile ete-
rogeneità di materia-
li, all’interno di uno
stesso prodotto». Al-
l’università di Erlangen sono state

manti. I Pcb, per esempio (poli-
clorurati di bifenile) sono presenti
in una lunga serie di prodotti, dai
primi computer agli apparecchi
tivù, e per le loro proprietà alta-
mente isolanti e ignifughe erano
considerati l’ideale per la costru-
zione di condensatori e trasforma-
tori: poi se ne è scoperta l’elevata
tossicità, la produzione è stata vie-
oggi devono essere trattati come
rifiuti speciali altamente pericolo-
si. Negli stessi tubi catodici di un
televisore, che pesano anche 18
chili, c’è un buon venti per cento di
piombo, impiegato per proteggere
i telespettatori dai raggi X. E poi ci
sono bario, stronzio e cromo, al-
tre sostanze pericolose. «Il fatto è
che solo oggi ci si rende conto del
spesso vengono ancora costruiti) i
prodotti avanzati», sostiene Die-
ter Tartler, esperto dell’università
di Erlangen, in Germania. «I pro-
duttori di elettrodomestici aveva-
no (e spesso hanno ancora) una
conoscenza rudimentale del ma-
teriale utilizzato: questo viene
comperato, sul mercato mondia-
le, nel luogo dove viene garantito
perfino discusse tesi di laurea sul
“pezzo chiave” del rifiuto elettro-
nico, le piastre conduttrici. «Eb-
bene, dentro a una piastra si na-
sconde quasi tuto il sistema perio-
dico degli elementi, la miscela più
complessa che un chimico possa
immaginare», dice il professor
Klaus Brodersen, che ha analizza-
to i 200 componenti più comuni di
▼

Focus 20
Bruciare i computer? E’ impossibile.
Sarebbe come dar fuoco alle pietre

Morte e rinascita del cinescopio

A fianco, vecchie tivù. Sopra, l’esame dei
tubi catodici alla Electronic (Westfalia, in
Germania). Sotto, alla Schott, produzione di
nuovi cinescopi con materiale recuperato.

computer e televisori (in tutto so- pena il 2 per cento del totale, ma è
▼

no circa 100 mila), e ha inserito i ri- anche vero che si tratta di mate-
sultati in una banca dati. «Una riale definito “pericoloso” a tutti i
semplice resistenza è diversa a se- livelli: sono cavi elettrici per il 40
conda del produttore, del periodo per cento, grandi elettrodomestici
in cui è stata fabbricata, del luogo per il 25 per cento, apparecchi hi-
di provenienza, in genere Taiwan fi per il 15 per cento, computer per
o Corea, e del colore che il pro- il 10 per cento. Tutta merce desti-
gettista ha voluto. E non esiste bi- nata a non decomporsi, anzi. «Al-
bliografia». l’inizio si parlava di recupero ter-
Il problema è importante per- mico. Bruciarla, insomma, per ri-
ché la quantità di spazzatura elet- cavarne energia», commenta Tar-
tronica sta aumentando a ritmi tler. «Ma è impossibile. Sarebbe
vertiginosi. Ogni anno nel mondo come bruciare delle pietre: questi
si buttano dieci milioni di calcola- materiali vengono scelti proprio
tori: nella maggior parte dei casi perché non bruciano».
non sono guasti, ma sono solo ob- Il fatto è che gli elettrodomesti-
soleti, cioè antiquati anche se per- ci in genere, e i calcolatori in par-
fettamente funzionanti. Secondo ticolare, sono sempre stati costruiti lanciate nelle discariche. Il proble- i rifiuti già ammassati (ed è un’o-
un’analisi della Carnegie Mellon senza considerare a fondo il pro- ma in effetti è duplice: per il futuro perazione da fare a mano).
university (Usa), soltanto negli blema della loro eliminazione: non è necessario realizzare oggetti “de- A livello legislativo non c’è mol-
Stati Uniti fra dieci anni ci saranno sono fatti per essere smontati, in- signed for disassembling” (cioè to, anche se in Germania è stata
150 milioni di carcasse di compu- somma. E composti come sono di concepiti per essere smontati ed varata una legge che obbliga, a
ter. E’ vero che attualmente i ri- materiali eterogenei finiscono per eventualmente recuperati), men- partire dal 1994, le compagnie pro-
fiuti high tech rappresentano ap- trasformarsi in bombe chimiche tre per il presente bisogna riciclare duttrici di computer a recuperare
dai clienti gli elaboratori non più
utilizzati. Le industrie, invece, fiu-
L’epopea del toner tato il business, stanno comincian-
do a muoversi. Negli Stati Uniti la
Advanced Recovery recupera e
U n problema particola-
re, dal punto di vista
dell’ecologia dei compu-
si comincia invece a bat-
tere la strada della “rige-
nerazione”. A cominciare
no componenti meccanici
piuttosto raffinati) vengo-
no sostituite e il toner vie-
che la legislazione euro-
pea considera “speciale”.
Di recente sono stati im-
converte ogni mese duecento ton-
nellate di materiale elettronico,
ter, è rappresentato dal sono state piccole azien- ne riportato al livello ori- messi sul mercato anche mentre la Mount Mouth Wire Re-
toner delle stampanti, de private: da un paio ginale. In questo modo si kit che cosentono la rica- ciclyng è specializzata nel ricavare
cioè i pigmenti che hanno d’anni hanno cominciato ha un prodotto che costa rica fai-da-te per i più dif- nichel, cobalto e rame dai trasfor-
grosso modo la funzione a ritirare le cartucce vuo- circa metà di quello ori- fusi modelli di stampan-
dell’inchiostro. La cartuc- te, che vengono smontate ginale (sulle centomila li- te (Hewlett-Packard, Ep- matori, e oro, argento e palladio
cia esaurita di solito viene e controllate. Le parti de- re), e si evita di immette- son, Canon, Apple, Oli- dai microcircuiti. E le case produt-
gettata e sostituita. Oggi teriorate (all’interno vi so- re nell’ambiente un rifiuto vetti, Lexmark). trici? Nel 1992 la Apple ha deciso
di utilizzare involucri di cartone
▼

Focus 22
La tomba dei condensatori
Herfaneurode, in Germania: barili pieni di vecchi condensatori,
contenenti il tossico Pcb, sono portati in una grotta e quindi murati.
Un gran bel futuro anche
per i chip usati: vanno
a finire dentro a un flipper!
marrone invece che bianco, elimi-
▼
nando così la necessità di usare
candeggianti e risparmiando così,
solo nel primo anno, 3 milioni di
dollari. Alla Siemens Nixdorf han-
no sviluppato un “piano di canni-
balismo” che consente di utilizzare
parti di computer obsoleti. «Li re-
cuperiamo e li inseriamo in nuovi
prodotti, magari a tecnologia me-
no sofisticata: i flipper, per esem-
pio», spiega il dirigente Peter
Burgdorf. «In questo modo riu-
sciamo a riciclare il 27 per cento
della vecchia produzione». Alla
Loewe hanno addirittura realizza-
to un televisore “verde”: 39 gram-
mi di plastica invece che i consueti
6 o 7 chili, appena 50 grammi di
materiali nocivi invece di cinque
chili, una piastra conduttrice in ce-
ramica, un solo watt di consumo
invece che 15 stando in stand-by.
Risultato: la possibilità di gettare
alla fine l’apparecchio in un forno
per materiali ferrosi. E in Italia?
Un accordo importante è stato sti-
pulato nel maggio scorso fra la
Falck e la Dst logistica (un’azienda
del gruppo Ibm), proprio per il ri-
ciclaggio dei computer: la Dst già
smonta i vecchi elaboratori Ibm e
ne ricicla parte (4.100 tonnellate
di materiale, solo nel 1994), men-
tre la Falck ha messo a punto un si-
stema di recupero dei metalli degli
elettrodomestici (dai frigoriferi
viene anche estratto il gas a base di
clorofluorocarburi). Peccato che
la legislazione italiana sia però in-
dietro. «Aspettiamo ancora che sia
recepita quella direttiva comuni-
taria che stabilisce che la respon-
sabilità di dove finisce il prodotto,
al termine del suo ciclo di vita, sia
dello stesso produttore», ha di-
chiarato Giuseppe Franzosi, diret-
tore della Dst. «Nei Paesi dove ciò
è avvenuto, l’impatto occupazio-
nale è stato elevato». Se qualcuno
teme che i computer sottraggano
lavoro all’uomo, può tranquilliz-
zarsi: distruggere i computer darà
lavoro all’uomo. ■
Elizabeth Albani
Ferro, plastica e
metalli preziosi
C he cosa c’è dentro a un cal-
colatore? Soprattutto metal-
li ferrosi e plastica. Il problema è
che con questo termine generico
vengono indicati composti di va-
rio tipo, che per un riciclaggio
realmente serio andrebbero se-
parati. Negli chassis dei primi
computer della Siemens Nixdorf,
per esempio, sono stati ritrovati
ben 100 tipi di materie plastiche
diverse. Ecco, comunque, i risul-
tati di un’analisi sul “contenuto”
di un computer tradizionale com-
piuta dalla Ibm.
■ 67% di elementi ferrosi
■ 9,5% di materiali di vario tipo
per l’imballaggio
■ 8% di plastiche varie
■ 6,8% di tubi catodici
■ 3,3% di metalli pregiati
■ 2,6% di componenti riutilizzabili
■ 1,8% di alluminio
■ 0,5% di metalli non ferrosi
■ 0,5% di rifiuti pericolosi.
Medicina
CHECK UP
utile o inutile?
Se gli esami funzionano,
l’80 per cento delle
malattie è prevenibile
I
l corpo umano? Una macchi-
na che la natura ha messo a
punto perché si guasti il meno
possibile. Purtroppo però an-
che il nostro organismo è soggetto
a fenomeni di usura, soprattutto
se lo sottoponiamo a sollecitazioni
ripetute: così il fumo, una dieta
troppo ricca (con il conseguente
aumento di peso) oppure sbilan-
ciata, o ancora l’eccessiva seden-
tarietà, possono accelerare l’usu-
ra di alcuni apparati. La carenza
di fibre è sicuramente correlata
con un aumento dei tumori al co-
lon e al retto. Un eccesso calorico
e di grassi alimentari sembra au-
mentare il rischio di tumori inte-
stinali, alla mammella, alla prosta-
ta e al pancreas. E poi, non biso-
gna dimenticare i vizi di fabbrica-
zione, cioè la predisposizione
genetica verso alcune malattie.
Oggi l’80 per cento delle malat-
tie -in particolare tumori e pato-
logie cardiovascolari- è prevenibi-
Focus 28
Paradossi
e medicina
Paolo Bruzzi,
primario di
epidemiologia
clinica. “Certe
patologie hanno
una crescita così
lenta che la
loro scoperta
le. «Ci sono parti del precoce è inutile:
corpo, come le unghie, si muore prima
che non si usurano per altri motivi”.
quasi mai e altre, co-
me il cuore o la mammella, che si può bloccare l’avanzare della pa-
con l’avanzare dell’età diventano tologia. Con il pap-test, o la mam- Quale
sempre più a rischio», spiega Pao- mografia ripetuta dopo i cinquant’ prevenzione?
lo Bruzzi, primario di Epidemio- anni e l’esame endoscopico del co- Nell’immagine
logia clinica dell’Ist di Genova. Ad lon, si possono cogliere precoce- grande, la
aumentare le difficoltà della pre- mente i tumori del collo dell’utero, rappresentazione
venzione concorrono però altri della mammella e dell’intestino». pittorica di una
mammografia. In
elementi: tra le parti usurabili, al- Ma, più in generale, quando un medicina si
cune si bloccano di colpo (come il check up è davvero efficace? Dub- considerano due
cuore in caso di infarto), e quindi bi ce ne sono. Secondo vari studi e- tipi di prevenzione:
prevederne il danneggiamento è pidemiologici, per esempio, l’elet- quella “primaria”
quasi impossibile. Su altri organi trocardiogramma a riposo difficil- (cioè la correzione
invece, anche se riusciamo a co- mente segnala un possibile rischio delle abitudini
gliere in tempi utili i segni della futuro di malattia cardiaca, ma si li- negative e
malattia, spesso non possiamo in- mita a fotografare la funzionalità di l’eliminazione
tervenire. Capita per esempio nei un cuore a riposo. Perché l’esame delle situazioni di
rischio) e quella
casi di tumore al polmone: a volte possa risultare significativo biso- “secondaria” (cioè
una radiografia al torace individua gnerebbe avere la fortuna di indi- gli interventi di
una macchia sospetta quando il tu- viduare -ed è un caso rarissimo- diagnosi precoce,
more è già sviluppato. Per altre anomalie cardiache. Sotto l’aspet- con le relative
parti del corpo, per fortuna, co- to preventivo, è sicuramente molto terapie).
gliendo i primi segnali di malattia, più indicato l’Ecg sotto sforzo per-
▼
Ecco l’uomo in mano alle macchine: ma può bastare un vetro sp orco a far fallire l’esame
Una ecografia doppler: un esame che consente di valutare lo
stato delle pareti dei vasi e il flusso di sangue al loro interno.
ché durante questa indagine il cuo-
▼
re è messo nelle condizioni di la-
vorare al massimo delle sue po-
tenzialità e quindi diventa più faci-
le scoprire un deficit di ossigeno e
l’eventuale rischio di infarto.
In effetti perché un esame sia
davvero utile è necessario che esso
sia caratterizzato da un’alta accu-
ratezza diagnostica. «Questa capa-
Perché, dopo poche ore, stesse analisi danno esiti diversi?
Esami di riparazione
M
a come? Solo pochi
giorni fa ho fatto lo
stesso esame, e i ri-
sultati sono diversi».
Quante volte in uno studio medi-
co o in un laboratorio si ascolta
una frase del genere? Purtroppo,
per chi si sottopone spesso a
check up, il pericolo che i con-
trolli sul sangue diano esiti dissi-
mili, e apparentemente senza al-
cuna spiegazione logica, è reale.
C’è però una spiegazione: gli
esami del sangue non rappresen-
tano altro che una fotografia
“istantanea” di una situazione
che è invece in continua variazio-
ne. Possono bastare anche dieci
minuti, un pasto più o meno
ricco, un leggero stato di tensio-
Focus 30
Una radiografia addominale: con questo esame, dopo l’assunzione di un mezzo
di contrasto, per bocca o per via intestinale, si visualizza il tubo digerente.
cità si misura in termini di sensi-
bilità e specificità, due concetti cor-
relati». La sensibilità è la capacità
di un test di riconoscere le persone
malate o portatrici di un’alterazio-
ne che precede la malattia (per e-
sempio i polipi del colon), mentre
la specificità è la capacità di rico-
noscere i soggetti sani. Più un’in-
dagine è sensibile, meno sono i ca-
ne, oppure più semplicemente
un prelievo eseguito non troppo
correttamente, per modificare
anche in maniera sensibile i risul-
tati di un’indagine ematochimica.
E’ per questo che spesso si consi-
glia di ripetere più volte uno stes-
so esame, quando il primo risul-
tato offre valori poco attendibili.
● Definire la “normalità”
Diverse variabili sono in grado
di spiegare le discrepanze. Anzi-
tutto in ogni laboratorio ci sono
spesso strumenti di rilevazione
diversi, tanto che molti esperti
sostengono che occorre sottopor-
si ad analisi sempre nello stesso
centro. Inoltre, almeno in teoria,
ogni laboratorio dovrebbe fissare
si falsamente negativi, cioè di per-
sone che, pur avendo la malattia,
non sono individuate dal test.
Quanto più un test è specifico, tan-
to minore è il rischio di falsi posi-
tivi, cioè di persone che risultano
malate pur essendo perfettamente
sane. «Un test può addirittura es-
sere tossico», riprende Bruzzi. «Se
crea un elevato numero di falsi po-
i propri valori “normali”, in base
alle indicazioni scientifiche del
momento. Prendiamo per esem-
pio i valori di colesterolo totale.
Fino a pochi anni fa venivano
considerati normali valori fino a
180 milligrammi per decilitro, poi
si è passati a 200 milligrammi
per decilitro, ed ora si è arrivati
a 220 milligrammi. Addirittura,
secondo alcuni centri, il valore
massimo di normalità andrebbe
innalzato ancora di più.
● Se la provetta è sporca
Esistono poi variabili insite
nello stesso laboratorio, e addirit-
tura nella medesima macchina
rilevatrice. «Se noi otteniamo,
dallo stesso prelievo, dieci cam-
sitivi infatti può avere ripercussio-
ni sulla salute psicofisica dell’indi-
viduo, anche perché richiede ulte-
riori specifici esami di approfondi-
mento, come una biopsia (prelievo
di tessuto dall’organo che si ritiene
malato). In tutti i casi, il test ideale
dovrebbe essere sia sensibile che
specifico». Purtroppo però l’ac-
coppiata si realizza raramente. A
pioni in serie e li sottoponiamo
ad analisi, difficilmente avremo
risultati identici», spiega Pietro
Pittaluga, del laboratorio di
analisi dell’ospedale Galliera di
Genova. Questo accade soprat-
tutto per alcuni enzimi: per esem-
pio la creatin-fosfo-chinasi,
prodotta dal tessuto muscolare,
o la lattico-deidrogenasi, una
sostanza emessa dalle cellule
necrotiche i cui valori crescono
in caso di infarto del miocardio
o di epatite. «Il problema è di
natura tecnica. In molti laborato-
ri i valori vengono individuati da
una macchina che lavora in base
a scale cromatiche, perché identi-
fica diverse lunghezze d’onda
di luce e trasforma queste
Una mammografia stereotassica: individua
con precisione la sede di un’eventuale lesione.
maggior ragione gli esami del
check up, per loro stessa natura,
invece difficilmente risultano ac-
curati. Per qualsiasi test (radiogra-
fico o ematochimico) oltre ai sog-
getti che risultano chiaramente
normali, o chiaramente malati, esi-
ste infatti una fascia di persone per
le quali ci sono risultati intermedi.
«Ovviamente questi potranno es-
rilevazioni in parametri numerici.
Basta semplicemente che una
cuvette, cioè il contenitore entro
cui viene versato il campione di
sangue da controllare, sia legger-
mente più opaca di un’altra per
modificare la sensibilità luminosa
dell’attrezzatura, e di conseguen-
za anche il risultato dell’analisi.
● Delicatezza, prego
Anche la manualità di chi fa
il prelievo è importante. A volte
nella vena si immette un ago
molto piccolo, entro cui passano
solo poche gocce di sangue. In
questo caso un’aspirazione
troppo violenta può provocare
un fenomeno di emolisi, cioè la
rottura dei globuli rossi. Il sangue
diventa quindi più rosso per
la dispersione dell’emoglobina
liberata dai globuli rossi, e quindi
i valori di rilevazione possono
essere alterati anche significativa-
mente. Ma c’è di peggio: quando
si fa uno ionogramma, cioè
lo studio degli ioni presenti
nel sangue, per esempio sodio
e potassio, si possono avere
variazioni anche maggiori, arri-
Una tomografia assiale computerizzata: Una scintigrafia: visualizza un
seziona il corpo e lo ricostruisce al computer. organo iniettando radioisotopi.
sere considerati malati se si vuole mente la glicemia normale arriva momento il valore-soglia. L’esa-
privilegiare la sensibilità, oppure fino a 110 milligrammi per decili- me, quindi, pur essendo altamente
normali se si è interessati a un’a- tro. Se si ponesse una soglia di 200 specifico, manca di sensibilità.
deguata specificità del test. In ge- milligrammi per decilitro si otter- Anche nello screening di mas-
nerale si tende a privilegiare la spe- rebbe un dato specifico, cioè si po- sa, che prevede la ripetizione di in-
cificità, e pertanto aumenta il va- trebbero individuare sicuramente dagini semplici, indolori e poco co-
lore predittivo, cioè la probabilità diverse persone malate, ma si per- stose (basti pensare per esempio
che un individuo con test positivo derebbero anche moltissimi sog- al pap-test dell’utero) si ricerca so-
sia realmente malato». Prendiamo getti che, pur essendo malati, non prattutto la specificità. ■
per esempio il diabete. Normal- raggiungono in quel determinato Federico Mereta
Sotto sforzo
vando addirittura a scarti del 20
per cento rispetto ai valori reali.
è meglio
Un Ecg, cioè
un elettro
● A pancia vuota cardiogramma
Perchè il check up dia risultati sotto sforzo: solo
corretti bisogna comunque segui- così si possono
re una serie di regole semplici. diagnosticare
Prima degli esami del sangue non ischemie,
bisogna mai mangiare: un pasto riduzioni dell’
può alterare i risultati di molte afflusso del
indagini, come la glicemia, il sangue al cuore
o anomalie nel
quadro lipidico (colesterolo e
trigliceridi) e anche il numero ritmo cardiaco.
dei globuli bianchi, che a volte si
alza dopo pranzo. Anche lo stress
può indurre variazioni sulla Analisi di
glicemia e sulla creatininemia, un ogni tipo
parametro della funzionalità Un analizzatore
renale. In ultimo, i farmaci: chi a centrifuga. Il
sta seguendo una terapia deve sangue viene
riferirlo al medico. Alcune posto in provette
sostanze, come per esempio un su un disco
supplemento in ferro, possono rotante, con
interferire sulla presenza di emo- reagenti: si
globina nei globuli rossi e su altri misurano così
parametri. I farmaci anti infiam- i livelli di
colesterolo, le
matori assunti per alleviare dolori funzioni del
artrosici possono invece indurre fegato e la
microsanguinamenti gastrici, concentrazione
e provocare dunque un’anemia di farmaci.
apparentemente inspiegabile.
Focus 31
 Se il corpo è una
macchina, ecco i
controlli in officina Hai fatto
il tagliando?
S
e il corpo è una macchi-
na, quando bisogna fare i
tagliandi? Per valutare lo
stato di salute di un’au-
tomobile si ricorre ai chilometri
percorsi, per controllare il buon
funzionamento dell’organismo si
può fare riferimento alle fasce di
età. Ovviamente gli esami cui sot-
toporsi variano in base all’inci-
denza delle patologie. Il pericolo di
infarto del miocardio, per esem-
pio, cresce con l’aumentare del-
l’età, e nelle donne il tasso di inci-
denza di questa malattia si impen-
na soltanto dopo la menopausa.
Per alcuni tumori, come quello
30-40 ANNI
O ltre a peso, pressione
arteriosa, al pap-test e al
controllo testicolare, può essere
il momento di controllare organi
di solito poco considerati,
come la tiroide (la palpazione va
effettuata dal medico) e la
bocca. Per il cavo orale,
il problema esiste soprattutto per
i fumatori e i grandi bevitori.
■ A scadenze fisse, è utile una
visita dermatologica per valutare
lo stato di salute della pelle,
soprattutto in presenza di nei. Le
donne devono mantenere l’abitu-
dine dell’autopalpazione delle
mammelle, riportando al medico
eventuali dubbi: l’esame va
eseguito dopo il ciclo mestruale.
■ Tra gli esami del sangue,
vanno effettuati i controlli gene-
40-50 ANNI
S oliti controlli generali. Ogni
2-4 anni meglio sottoporsi
a un controllo della vista, e ogni
cinque a un esame sulle
condizioni del sistema uditivo.
■ Scende l’attenzione per
i testicoli e cresce quella per la
mammella e il collo dell’utero.
L’American cancer society consi-
glia di eseguire la mammografia
ogni due anni. Per il pap-test,
che deve far seguito a una visita
Focus 32
della mammella, i rischi comincia-
no a diventare significativi dopo i
40-45 anni. Per il cancro della pro-
stata, nel maschio, il controllo spe-
cifico diventa necessario solo dopo
i 50 anni. Ecco dunque gli “appa-
rati” a maggior rischio nelle diver-
se età della vita, e gli esami neces-
sari per tenerli il più possibile sot-
to controllo. Si tratta, ovviamen-
te, di indicazioni generali, desunte
dai principali protocolli di preven-
zione delle società scientifiche a-
mericane. E vanno ovviamente va-
lutate dal medico e integrate con
indagini specifiche, qualora esista-
no particolari fattori di rischio. ■
rali (emocromo, glicemia, azote-
mia e colesterolemia) almeno
una volta ogni cinque anni, sem-
pre che non emergano alterazioni
significative nei valori. Va
eseguito con le stesse modalità
anche un controllo delle urine per
valutare un’eventuale sofferenza
del rene (per esempio è impor-
tante verificare la proteinuria,
cioè la perdita di proteine con
le urine) o la presenza di sangue.
■ In questa decade, poi, meglio
sottoporsi a un Ecg basale
e a un controllo sotto sforzo.
■ Per le donne: dopo i 35 anni
alcuni specialisti consigliano una
mammografia in coloro che hanno
una parente di primo grado affet-
ta da tumore maligno della mam-
mella prima della menopausa.
ginecologica annuale, va bene
un intervallo di 1-3 anni.
■ Oltre a intensificare i controlli
per la bocca, è il momento di va-
lutare lo stato di salute delle ar-
terie. Una visita medica consen-
te di identificare eventuali soffi
nelle carotidi, che potrebbero
indicare un restringimento, ed
eventualmente indirizzare verso
un’esame Doppler per valutare
il flusso di sangue in questi vasi.
18-30 ANNI
Ibisogna
n questa fascia
d’età ogni anno
misurare
il peso in relazione
all’altezza. Grazie a
questi due dati si può
ottenere il body mass
index (bmi), o indice
di massa corporea,
che si calcola dividen-
do il valore del peso
in chilogrammi per
il quadrato dell’altezza
in metri. Quando
il bmi è superiore
a 27,8 negli uomini
e a 27,3 nelle donne
è necessario un trat-
tamento per ridurre Sport e check up
il sovrappeso. Un atleta sotto controllo: se ne
■ Tutti gli anni, poi,
bisogna misurare
la pressione arteriosa,
misura la capacità polmonare.
Spesso molti giovani sono
soggetti a diagnosi precoci
accentuando i con- di malattie non ancora evidenti
trolli se la minima proprio grazie ai test sportivi.
risulta superiore a 90
millimetri di mercurio.
Nei maschi che
abbiano avuto un
criptorchidismo (cioè
la mancata discesa 50-65 ANNI 65 ANNI E PIU’ E domani basterà dare un’occhiata al Dna
del testicolo in età
infantile) può essere
utile ogni tre anni la
I controlli vanno intensificati.
Per le donne, in particolare, con
l’avvento della menopausa comin-
O gni sei mesi un con-
trollo della pressione
arteriosa. La vista va
Qui sotto, in
un laboratorio IPiùnsaràfuturo il check up
anche genetico.
a un’eventuale malattia
futura. Per certe
infatti ricercare diretta-
mente il tratto di Dna
palpazione testicolare ciano i pericoli per scheletro seguita con specifica di genetica, le ricerche sul patologie, le cosiddette responsabile del difet-
da parte del medico. e apparato cardiovascolare e attenzione, perché cresce analisi di cellule genoma umano vanno “malattie geneticamen- to, valutarne la struttu-
Nelle donne, un pap- si accentuano i timori per le mam- il pericolo di patologie prelevate con avanti, tanto maggiore te determinate a insor- ra e dire se nel futuro
test ogni uno-tre anni, melle: l’American cancer society, dell’occhio: ogni anno va amniocentesi, diventa infatti la possi- genza tardiva”, nelle l’individuo è destinato
allo scopo di identifi- pur se si tratta di un scelta molto fatto un esame completo, per il controllo bilità di identificare quali cioè il difetto ad ammalarsi. Queste
care eventuali infezio- guardinga e discussa, consiglia e ogni due-quattro dei cromosomi già nel Dna di ogni indi- genetico si esprime indagini vengono fatte
ni ginecologiche. una mammografia ogni anno. anni occorre misurare la di un nascituro. viduo la predisposizione verso i 40 anni, questo in tutto il mondo a
■ In caso di sospetta osteoporosi pressione all’interno è addirittura già possi- scopo preventivo, e pro-
va eseguita almeno ogni 2-3 anni dell’occhio per cogliere bile. Nelle persone che babilmente sempre più
una mineralometria ossea compu- un eventuale glaucoma. hanno avuto in famiglia verranno effettuate, ma
■Mammella, utero, inte- casi di corea di Hun- il check up genetico
terizzata. Consente di misurare il
quantitativo di calcio presente nel- stino, ossa e cuore vanno tington (il “ballo di San pone gravi problemi eti-
■ Attenzione anche all’intestino: Vito”, una grave malat- ci e assicurativi. Sapere
generalmente si consiglia di
sottoporsi alla ricerca di sangue
le ossa, con ovvia intensificazione
dei controlli in caso di patologia.
■ E’ il momento anche di un Ecg
tenuti sempre sotto con-
trollo secondo gli schemi
descritti per la fascia
tia neurologica il cui
difetto si trova su un
che una persona potrà
ammalarsi (nel caso
occulto nelle feci, indice a riposo, con eventuale controllo d’età precedente. In più gene presente sul cro- della corea di Hunting-
di microsanguinamento non sotto sforzo a discrezione del conviene intensificare mosoma 4), o di polipo- ton, si tratta di una
visibile, almeno ogni due anni. medico. Esami validi per entrambi i controlli ematochimici e si familiare del colon patologia incurabile)
■ Alcuni studiosi, infine, i sessi. Cresce il rischio per delle urine: è il momento (una patologia caratte- può pregiudicarne il fu-
consigliano di sottoporsi ogni l’intestino: la ricerca del sangue di sottoporsi a una visita rizzata dalla presenza turo e la vita familiare e
cinque anni a un’ecotomografia occulto nelle feci va fatta ogni medica per il controllo di numerosi tumori professionale. Per que-
addominale, che consente anno e ogni cinque bisognerebbe della prostata, con even- intestinali che tendono sto gli studiosi di bioeti-
di visualizzare fegato, reni, pan- sottoporsi a una colonscopia tuali ulteriori accertamen- a trasformarsi in cancri, ca invitano alla pruden-
creas e gli altri organi interni. per identificare eventuali lesioni. ti in caso di alterazioni. e il cui gene è sul za e al corretto impiego
cromosoma 5) si può di queste indagini.
Focus 33
Storia
Cervo, fave e niente pesce
Ultimissime
dagli scavi
dell’antica Troia
per Priamo!
M
anfred Korfmann è un
archeologo diverso da-
gli altri. Non cerca te-
sori, rovine imponenti,
statue colossali. Si accontenta di
trovare semi, scaglie di pesce,
frammenti di metallo e di ossa: e li
cerca sulla collina di Hissarlik, in
Turchia, l’antica Troia, il luogo
che, scoperto da Heinrich Schlie-
mann nel 1871, ha scatenato nei
ricercatori di tutti i tempi le am-
bizioni più sfrenate. In effetti Korf-
mann, docente di preistoria all’u-
niversità di Tubinga e coordinato-
re di una missione di scavo com-
posta da 70 scienziati, sta dimo-
strando oggi come sarà l’archeo-
logia del futuro: le scoperte im-
portanti non saranno tanto gli og-
getti trovati scavando nel terreno
con pala e piccone, quanto i dati
forniti dalle analisi scientifiche,
condotte con strumenti ad alta tec-
nologia su tracce minuscole e ap-
parentemente insignificanti: ap-
punto semi, scaglie di pesce, fram-
menti di ossa.
E’ così che Korfmann sta rico-
struendo la vita di Troia come nes-
suno aveva mai fatto: che cosa
mangiavano i suoi abitanti, come si
vestivano, quali animali allevava-
no, quali oggetti e armi utilizzava-
no. Il suo scopo ultimo (per il qua-
le ha ricevuto dal governo turco
un permesso di scavo a tempo in-
determinato) è quello di ricostrui-
re le principali rotte commerciali
dell’età del Bronzo. In esse Troia,
per almeno tremila anni, ha gio-
cato un ruolo strategico, essendo
geograficamente la porta di co-
municazione, sui Dardanelli, tra
oriente e occidente. Anzi, fu pro-
babilmente l’invidia per gli indub-
bi vantaggi economici che deriva-
vano da tutto ciò a scatenare l’odio
dei greci, la guerra e la successiva
distruzione della città. Eventi che
furono poi cantati da Omero alcu-
ni secoli dopo.
Ecco i primi risultati delle inda-
gini. Riguardano l’alimentazione
e fanno pensare che, nel periodo
immediatamente precedente alla
guerra (cioè intorno al 1300 avan-
ti Cristo) la città avesse raggiunto
l’apice del suo splendore. A rive-
larlo è l’archeobiologo Hans Pe-
ter Uerpmann, della missione di
Tubinga. Sulla collina ha raccolto
migliaia di frammenti di ossa uma-
ne (c’è anche lo scheletro, in buo-
ne condizioni, di un bambino) e li
ha studiati: in particolare l’analisi
Il campo di battaglia più famoso della storia
In alto, una veduta delle rovine di Troia, riportate alla luce dalla fine
dell’Ottocento a oggi. A sinistra, la ricostruzione del cavallo per i turisti.
nelle ossa degli isotopi C 12 e C 13
(del carbonio) fornisce un dato in-
teressante. Nella fotosintesi vege-
tale infatti il C 13, essendo più pe-
sante del C 12, si lega agli zucche-
ri più lentamente. Gli animali ter-
restri, che si cibano prevalen-
temente di vegetali, hanno quindi
un contenuto nelle ossa di C 13
che è inferiore fino all’1 per cento
rispetto, per esempio, agli animali
marini. Di conseguenza, lo stesso
avviene negli uomini che si cibano
di animali vegetariani.
Così pare che fosse per gli abi-
tanti di Troia. Il fatto è conferma-
to, oltre che dalle ossa, anche dal
ritrovamento di parecchi resti di
capre, cervi e bovini. In una fase
precedente invece, intorno al 2200-
2000 avanti Cristo, le ossa dei
troiani rivelano che la metà del
fabbisogno di carne era coperto da
altri tipi di animali, soprattutto dai-
ni, che evidentemente cacciavano
nei boschi circostanti, e di suini
giovani. Questo rivelerebbe una
fase di recessione della città, du-
rante la quale gli uomini non ave-
vano neppure il tempo di allevare
il bestiame e si nutrivano di quello
che trovavano. Quasi del tutto as-
sente, in tutto questo periodo, il
pesce. «Ma può essere normale:
infatti le lische di pesce si decom-
pongono nel terreno, e quindi non
se ne trova traccia», spiega l’ar-
cheochimica Elisabeth Stephan.
Per sapere se, e quanto pesce,
mangiassero i troiani è necessario
dunque attendere gli esiti finali
delle analisi degli isotopi.
Ancora più difficile, per un ar-
cheologo, è però stabilire che cosa
gli antichi coltivassero: i semi, a
differenza delle ossa, si conservano
infatti solo se hanno subito un pro-
cesso di carbonizzazione in assen-
za d’aria. Altrimenti si dissolvono.
Nel caso di Troia, che è stata rasa
al suolo e bruciata dai greci, i semi
erano però nascosti negli strati car-
bonizzati delle rovine: il microsco-
pio ha svelato che si trattava di far-
ro, orzo, fave, piselli e lenticchie.
Infine l’analisi forse più impor-
tante, quella dei metalli, condotta
da Ernst Pernicka, del Max Planck
Institut per la fisica nucleare di
Heidelberg. Da venti anni Per-
nicka raccoglie campioni di metal-
lo nell’area dell’Egeo, per poi con-
frontarli con i vari reperti archeo-
logici, e stabilire così i collegamenti
geografici tra le diverse aree nel-
l’età del Bronzo. Gli scienziati ri-
tengono infatti che in questo pe-
riodo esistessero intensi collega-
menti tra il bacino dell’Egeo, il
Mediterraneo e la Mesopotamia.
«L’ossidiana arrivava da Melos,
l’argento da Siphnos, i lapislazzuli
dall’Afghanistan, dove si trova l’u-
nico grande giacimento dell’anti-
▼
Una città con vista
Così doveva apparire Troia
intorno al 1300 a.C.: si
ergeva su una collina
poco lontana dalla foce
del fiume Scamandro.

La trovata di Ulisse
Un particolare di un vaso greco
del 650 avanti Cristo: vi è incisa
la scena del celebre cavallo.
chità. E chissà, forse lo stagno uti-
▼
lizzato a Troia arrivava addirittura
dal Tagikistan», dice Pernicka.
Questo dato è fondamentale, per-
ché proprio la disponibilità del me-
tallo definì una intera epoca, ca-
ratterizzata dal grande impulso nel
settore bellico: la produzione di
armi di bronzo in grandi quantità
favorì le prime guerre di massa.
Per sapere se l’ipotesi di Per-
nicka è esatta occorrerà attendere
i risultati di due tipi di analisi, en-
trambe attualmente in corso: quel-
la basata sull’ “attivazione dei neu-
troni” e quella della “misurazio-
ne del piombo”. La prima accerta
la provenienza di un metallo indi-
Recipienti in ceramica Ricchezze del sottosuolo
Vasi cinerari Ossidiana
Salsiere Nefrite
Ceramiche con rilievi Ambra
Ceramiche al tornio Lapislazzuli
Altri oggetti
Spilli con testa
a occhiale
Spilli con testa
a martello
Rinvenimento
di un tesoro
Frecce
di bronzo
Mediterraneo
Focus 36
Lo stagno per tutte quelle armi? Forse
i troiani lo facevano venire dal Tagikistan
viduandone gli aspetti caratteristi-
ci. Ogni metallo, infatti, possiede
caratteristiche specifiche del luogo
dal quale proviene: bombardan-
done un campione con neutroni,
questo diventa radioattivo e ogni
elemento chimico che lo compone
emette dei raggi gamma, di una
energia che viene misurata e con-
frontata con quella proveniente
da altri campioni. L’analisi degli
isotopi invece individua nel bron-
zo la presenza di isotopi del piom-
bo o dello stronzio che rendono
anch’essi possibile risalire alla pro-
venienza dei materiali.
Com’era fatta Troia, ai tempi
della guerra contro i greci? In ef-
fetti se essa fu tanto famosa da su-
scitare le loro brame, fu perché le
navi che solcavano questi mari, ar-
rivati all’altezza dei Dardanelli,
spesso non potevano proseguire a
causa del forte vento che spirava
(e spira ancora oggi) per quasi tut-
to l’anno, da nord-est. Così si fer-
mavano, anche per mesi, nella vi-
cina baia di Besik. I ricchi com-
Una posizione fortunata
A destra, la direzione e la forza del vento nella zona
di Troia: spesso le navi erano obbligate a fare sosta
in attesa che si placasse. Nella cartina in basso, i luoghi
di provenienza delle merci in commercio nella città.
Stagno
Oro
Vasi cinerari
TROIA
Salsiere
Melos
Egi
200 km
tto
mercianti scendevano a terra e i III -IV-V (dal 2390 al 1870), ritro-
traffici a Troia diventavano più in- vate in pessime condizioni, si può
tensi. Dobbiamo immaginarla, di- dire solo che dimostrano una con-
cono gli storici, come un fitto reti- tinua espansione della città. Troia
colo di viuzze, pieno di botteghe e VI (1700-1250) è la fase più ricca,
depositi di merci, vino, olio, vasi cui fa seguito la distruzione.
di terracotta, oggetti in bronzo. Gli Ma il periodo d’oro finì in effet-
uomini, vestiti con abiti corti e co- ti per tutti: dopo la distruzione di
lorati, e sandali di cuoio, e le don- Troia assistiamo, in tutto il Medi-
ne con occhi e labbra truccate, al- terraneo, allo scioglimento di nu-
la moda cretese, che indossavano merose strutture politiche. «Un fe-
gioielli d’oro e d’argento, si aggi- nomeno simile a quello verifica-
ravano frettolosi. Ogni tanto guar- tosi di recente, dopo la dissoluzio-
davano in su, alla città alta che, ne dell’Unione Sovietica», dice
circondata da mura, ospitava i pa- Korfmann. Troia verrà ricostrui-
lazzi del re e delle sue guardie. ta altre volte, l’ultima addirittura
Tutto questo dal Tremila al Mil- dai romani, ma più che altro co-
le avanti Cristo, nel corso di nove me luogo di culto, di un passato
vite diverse: Troia I era un piccolo splendido e di antichi eroi. ■
villaggio, fondato nel Tremila avan- Rosellina Ricci
ti Cristo e circonda-
to da mura. Troia II
(2660-2400) aveva
già un palazzo rea-
le, misurava 9000
metri quadrati e vi
si lavoravano l’oro e
l’argento. Di Troia
Primavera Estate Autunno Inverno
i
ell
Da
rdan
Cannakkale
Direzione e forza del vento
0,2 - 3,3 m/sec.
3,3 - 10 m/sec.
Mare TROIA
Egeo
30 km
Ascia decorata
con lapislazzuli
Mare Nero
Afghanista
n
Tagikistan
Spilli con
testa a occhiale
Ceramica
al tornio
Comportamento
Una pacca sulla spalla al momento giusto Chi mi ama
Sotto, l’allenatore di una squadra di calcio femminile mi segua
rincuora alcune giocatrici: il capo serve anche a questo. Il capo di una
tribù dello
L’importante
è farsi amare Quali sono le Zaire. Anche se
eredita la sua
Il gesto deciso
di un coreografo
durante le prove
caratteristiche carica dal padre,
deve essere
ugualmente
di un balletto.
Solo per una di un vero accettato dalla
popolazione,
minoranza altrimenti non
di capi il piacere
più grande
leader? Sono riuscirebbe
a farsi ubbidire.
è quello di dare
ordini: molti
preferiscono
innate o si
conquistare
l’ammirazione sviluppano
del gruppo.
con il tempo?

Il grande
capo A scuola
di comunità
Sopra, il capo
della tribù dei
naga, che vive a
nord dell’India.
A sinistra, un
gruppo di scout:
imparano a
collaborare con

S
anno organizzare un
gruppo: affidano com-
piti spesso difficili, ma
danno ai collaborato-
ri la convinzione necessaria per
affrontarli; riescono a prendere
decisioni quando gli altri sono
incerti e possono perfino tra-
scinare le folle. Sono queste ca-
ratteristiche a distinguere i ca-
pi dalle persone comuni.
«La principale caratteristica
del capo è quella di saper capi-
re le potenzialità di ogni mem-
bro della sua équipe. Oltre alla
capacità di delegare una parte
del proprio potere», chiarisce
Monica Tronconi, psicologa
dell’università di Milano. Il ve-
ro leader, quindi, non è il dit-
tatore che domina la persona-
lità altrui con le minacce, ma il
punto di riferimento stimato (a
volte addirittura adorato) dai
membri del gruppo. Perché?
«Ogni capo, per essere
davvero tale, deve in
qualche modo essere
eletto dai suoi segua-
ci: deve riassumere le
aspirazioni e le carat-
teristiche dei componenti del
gruppo, senza discostarsene
troppo. Il capo di un’équipe di
creativi, per esempio, sarà ap-
pena un po’ più creativo degli
altri, ma non sarà mai un ge-
nio. Altrimenti il gruppo lo ri-
fiuterebbe, sentendolo estra-
neo». I leader, infatti, suscitano
spesso sentimenti contraddit-
tori: vengono amati e contem-
poraneamente odiati dai gre-
gari. Tenere in equilibrio i rap-
porti con i propri collaboratori,
incutere rispetto ma non timo-
re, essere amichevole senza
scadere nella familiarità ecces-
siva, è uno dei compiti più dif-
ficili di un capo.
Eppure molti leader ci rie-
scono, apparentemente senza
sforzo. Come fanno? «Alcune
persone sono leader naturali,
cioè sono capaci, fin da piccoli,
di aggregare gli altri intorno a
sé: organizzano i giochi e si
preoccupano che nessuno si
senta escluso», spiega Monica
Tronconi. Questa capacità si
sviluppa a partire dai tre anni
di età, quando il bambino co-
mincia a interessarsi ai coeta-
nei. E’ il risultato di una note-
vole fiducia in se stessi, data da
un rapporto molto equilibrato
con i genitori, che hanno sapu-
to creare un ambiente rassicu-
rante in cui il bambino è cre-
i compagni.
sciuto. «Attenzione, però: es-
sere leader naturali non vuol
dire necessariamente insegui-
re il successo a tutti i costi. E’
esattamente il contrario: chi va
alla ricerca del potere spesso lo
fa per compensare la mancanza
di qualcos’altro, e di solito è
cresciuto in una famiglia che
non gli ha dato sufficienti sicu-
rezze». I capi naturali, invece,
non hanno bisogno di inseguire
traguardi: hanno successo indi-
pendentemente dalla loro vo-
lontà. Possono perfino non es-
sere interessati a fare carriera e
accontentarsi di essere “capita-
ni” di una squadra sportiva o di
un gruppo di amici.

▼
Focus 39
Molti dirigenti sono leader
naturali: fin da piccoli
organizzavano i giochi altrui
«Tutti abbiamo co-
▼
nosciuto qualche lea-
der naturale: giocando
da ragazzi, a scuola, o
sul posto di lavoro. Ma
solo pochi di questi po-
tenziali capi arrivano a
dirigere una grande
azienda, un partito o
addirittura una nazio-
ne. Perché un leader
naturale diventi un
“capo carismatico”, in
grado di raggruppare
intorno a sé migliaia di persone,
infatti, occorre una qualità in più:
la convinzione di avere un compi-
to da svolgere e di essere in grado
di portarlo fino in fondo», sottoli-
nea Luciano Cavalli, sociologo
dell’università di Firenze e studio-
so della personalità dei leader. E’
questa volontà che ha dominato
la vita di grandi personaggi della
storia (positivi o negativi) come
Hitler, Napoleone, Stalin e perfino
Gesù Cristo. «De Gaulle, per e-
sempio, aveva un forte senso della
missione. Suo padre aveva com-
battuto, e perso, nella guerra del
Chimicamente, il
potere è maschio
U n alto livello di testosterone
nel sangue: questo è ciò che
trasforma una persona normale in
capo. Secondo i ricercatori del
New England research institute di
Boston il tasso di questo ormone è
più alto in coloro che occupano
una posizione di potere, proprio
come succede negli animali do-
minanti (l’indagine è stata con-
dotta su circa 1700 uomini adulti).
Il testosterone (nella foto, i cri-
stalli) è l’ormone sessuale ma-
schile e ha un forte influsso sullo
sviluppo dell’aggressività e della
competizione. Un gruppo di biolo-
gi del Centro di ricerche
pluridisciplinari di Mon-
tecarlo ha inoltre indivi-
duato negli animali so-
ciali, dove le gerarchie
sono ben definite, un or-
mone secreto dall’ipofi-
si, chiamato PDGasi (dei-
drogenasi del potere).
Questo ormone agisce
sui centri cerebrali dando
senso di sicurezza quan-
do l’animale si trova cir-
condato dai suoi simili.
Focus 40
Donne
al comando
Monica Tronconi,
psicologa: “Le
donne non hanno
ancora un proprio
stile di comando.
Cercano di
imitare gli uomini
e diventano
più dure dei
colleghi maschi”.
1870 contro la Germania. Di con-
seguenza Charles era cresciuto
cercando la rivincita, nella con-
vinzione di dover servire la Fran-
cia». Una cosa, comunque, è certa:
qualsiasi organizzazione sociale
umana (una squadra sportiva, un’
équipe di ricercatori, un team riu-
nito per studiare una nuova stra-
tegia aziendale) ha un capo.
Chi guida un Paese
spesso è certo
di avere una missione
Spesso si tratta di un leader na-
scosto, come nel caso dei gruppi
di adolescenti, che rifiutano di ub-
bidire agli ordini di un coetaneo
ma che, in realtà, si atteggiano co-
me il membro del gruppo che più
riesce a imporre uno stile.
La necessità di essere guidati è
poi praticamente universale: sono
pochissime le società che non han-
no un leader (la tribù amazzonica
degli jivaro, per esempio, ricono-
sce una certa autorità ai guerrieri,
ma non ha un capo vero e pro-
prio). «Non a caso i leader cari-
smatici compaiono nei momenti
di crisi, quando l’economia subi-
sce un crollo, oppure quando si
passa rapidamente da un regime
politico a un altro, come è succes-
so in molti Paesi arabi e africani
alla fine del co-
lonialismo. Del
resto, quando le
basi sulle quali si
fondava un’inte-
ra società si
stanno sgreto-
lando, raggrup-
parsi intorno a
un capo dà sicu-
rezza. Il leader
carismatico offre
ai seguaci, con-
fusi, una chiara visione della realtà,
che gli altri abbracciano con entu-
siasmo perché è il loro unico pun-
to di riferimento, il perno sul qua-
le possono ricostruire le loro cer-
tezze», continua Cavalli. La per-
sonalità di ciascuno, infatti, si
fonda sull’idea che ognuno di noi si
fa del mondo che lo circonda. Se
questo cambia troppo rapidamen-
te, l’istinto di cercare nuove sicu-
rezze e nuove regole cui attenersi è
praticamente irresistibile: «C’è un
solo problema: il capo carismati-
co, per sua stessa natura, tende ad
abbattere ogni ostacolo che si op-
ponga alla realizzazione del suo
progetto e quindi a instaurare un
regime di tipo totalitario».
Raffaella Procenzano
Nella democrazia dei punti di vista, Mussolini non avrebbe seguaci
O ggi potrebbe ancora na-
scere un Benito Mus-
solini, un trascinatore in
grado di mobilitare un’inte-
ra nazione? La risposta è
no: nella società occiden-
tale contemporanea ci so-
no poche certezze (e quindi
molte ragioni per invocare
un capo), ma ci sono anche
molti “punti di vista”. Que-
sto significa che se un lea-
der catalizza su di sé alcu-
ne aspirazioni, troverà altri
capi che ne esprimono al-
trettante e diverse.
Un esempio tipico è rappre-
■ sentato dalla Lega: secon-
do gli studiosi del fenome-
no (tra i quali il sociologo
Luciano Cavalli), Umberto
Bossi è il tipico capo cari-
smatico perché il suo movi-
mento, più che sulle idee, si
regge sulla personalità del
leader. Ma, dicono i socio-
logi, la Lega sintetizza i de-
sideri di una minoranza e
non riuscirà mai a coinvol-
gere l’intera popolazione.
Nella storia politica recente
del nostro Paese, però, c’è
stato un leader che sareb-
be potuto diventare un
grande capo carismatico:
Mario Segni, che con il mo-
Alcuni ragazzi
impegnati nei E se il capo se ne va?
compiti. Gli
Rimpianti e lotte
adolescenti non
riconoscono un
capo all’interno
del gruppo, ma S i chiama “sindro-
me dell’orfano”
ed è lo smarrimen-
che può durare al-
cuni mesi. Il periodo
di preavviso, infatti,
spesso imitano to che assale i col- serve anche per con-
l’atteggiamento laboratori quando il sentire ai dipenden-
dei coetanei. capo lascia improv- ti di abituarsi all’idea
visamente l’azienda, di avere un diverso
la squadra, o il grup- leader.
po di ricerca. ■ La situazione è
■ E’ lo stesso mec- ancora più difficile
canismo psicologico quando il nuovo ca-
che si attraversa o- po viene eletto al-
gni volta che viene l’interno del gruppo:
a mancare una per- il leader si trova a
sona cara: per qual- dirigere i suoi ex pa-
che settimana i di- ri, che tendono a
pendenti (special- non riconoscere la
mente se si identifi- sua autorità. Spes-
cavano molto con il so, gli ex colleghi
capo) si lasciano an- mettono subito alla
dare a rimpiangere prova il neo promos-
“i vecchi tempi”. Poi so sottoponendogli
il gruppo diventa vari problemi di la-
molto compatto e si voro, per vedere co-
impegna nello stu- me se la caverebbe
dio del nuovo arriva- al loro posto, e quin-
to, per decidere se di verificare se le
rifiutarlo o inglobar- sue doti professio-
lo. I primi giorni che nali siano davvero
un neo capo passa superiori a quelle
nel nuovo ambiente degli altri. Il passag-
di lavoro sono infat- gio da collega a ca-
ti i più difficili: all’i- po, in effetti, è mol-
nizio deve permette- to delicato e la sua
re all’équipe di criti- rapidità dipende e-
carlo e non ricono- sclusivamente dalle
scerlo come leader. caratteristiche per-
Proprio la disponibi- sonali del nuovo lea-
lità allo scambio di der, dalla sua capa-
idee, anche se op- cità di farsi rispetta-
poste, gli consentirà re dai suoi ex pari
di conquistare la fi-
ducia del gruppo. E’
senza far pesare
troppo la sua recen-
un processo lungo, te autorità.
vimento referendario ave-
va raccolto le speranze di
milioni di italiani. Ma non
ha saputo cogliere l’occa-
Alcuni leader
sione. Il motivo? Probabil- politici: a
mente gli mancava una destra, Silvio
qualità fondamentale del Berlusconi,
leader, cioè la convinzione e, qui sopra,
di essere proprio lui a dover Umberto
“rifare” l’Italia. E Silvio Ber- Bossi. A
lusconì? Secondo i socio- sinistra,
logi si trova a metà tra un Mario Segni:
manager e un capo cari- secondo gli
smatico: ha precisi pro-
studiosi, non
grammi (almeno in campo ha colto
economico) e, per di più, è l’opportunità
sinceramente convinto di di diventare
poter “riuscire”. un vero capo.
 Quando i direttori non danno autonomia in azienda
Un padre in ufficio?
I manager italiani amano tenere sempre
sotto controllo la situazione e inseguire la
carriera. Ma non basta per avere successo.
C
apo come papà. E’ que-
sto il meccanismo psico-
logico più diffuso nelle
aziende italiane: lo stile
paternalistico di comando. I diri-
genti, infatti, tendono a seguire da
vicino i compiti e la carriera di tut-
ti gli impiegati, perfino dei colla-
boratori più stretti.
● Meglio non fidarsi
Secondo un’indagine condotta
alcuni mesi fa dalla Rem (una so-
cietà che si occupa di consulenza
aziendale) sul rapporto tra capi e
dipendenti in alcune grandi indu-
strie nazionali, solo un manager
su dieci lascia totale autonomia ai
suoi collaboratori. E la tendenza a
non fidarsi è ancora più alta nel
Focus 42
settore pubblico. «Il capo accen-
tratore, però, funziona bene solo
nelle piccole imprese, dove i di-
pendenti sono pochi. Se uno stile
di comando di questo tipo venisse
applicato nelle grandi aziende il
capo non sarebbe in grado di con-
trollare tutti i settori. In più pro-
vocherebbe un grave scontento
nei collaboratori, non riconosciuti
nel loro ruolo», afferma Ornella
Buttini, direttore di Arca Selema-
tic, una società che si occupa di se-
lezionare personale a tutti i livelli.
Il capo-genitore, in realtà, è molto
diffuso perché bene accetto: si
preoccupa di ogni particolare e
spesso è disponibile a dare consi-
gli. Ma l’autorità di tipo paterno
ha anche un risvolto negativo:
«Alcuni dipendenti vivono la fi-
gura del capo come “controparte
psicologica”, cioè lo identificano
con l’azienda che li costringe a la-
vorare, e quindi lo rifiutano», spie-
ga Enrico Rovelli, sociologo ed
esperto di rapporti personali al-
l’interno delle aziende.
Lo stile di comando paternali-
stico ha radici psicologiche profon-
de: la prima autorità che il bambi-
no impara a conoscere e gestire,
infatti, è proprio quella paterna.
Non a caso, una delle strategie di
comportamento adottate per af-
fermare il proprio predominio è
la ricerca dei difetti, di una “scusa”
per rimproverare: è un meccani-
smo psicologico molto diffuso nei
genitori e comune nei capi.
● Carota o bastone?
La logica della rivalsa, però, non
è limitata al rapporto figli-padri,
ma influisce sullo stile di comando
anche molto più tardi: «Moltissimi
manager dittatori, che pretendo-
I consigli
del padrone
Una riunione di
lavoro. Momenti
come questo
servono per
definire i ruoli di
ogni membro
del gruppo e le
varie gerarchie.
Dittatori
per poco
Enrico Rovelli,
sociologo: “Se
i capi diventano
dittatori vengono
emarginati:
danneggiano
l’intera azienda”.
no solo ubbidienza dai collabora-
tori, sono stati a loro volta sudditi
perfetti. Hanno accumulato una
rabbia profonda che finalmente
sfogano sui dipendenti. In che mo-
do? Le minacce vere e proprie
non vengono usate quasi mai, e di
solito si tratta di piccoli ricatti psi-
cologici, di un dominio che si basa
sulla capacità di provocare e poi
risolvere insicurezze».
Un buon capo, al contrario, pre-
ferisce suscitare un tipo diverso di
dipendenza psicologica: lo fa di-
stribuendo gratificazioni come af-
fermazioni di stima e, più rara-
mente, lodi vere e proprie. In que-
sto modo, i suoi collaboratori ten-
dono a lavorare di più e meglio,
per aumentare le gratificazioni ri-
cevute, senza quasi accorgersene.
Nella relazione dirigente-impie-
gati, infatti, è soprattutto la per-
sonalità che ha più potere a domi-
nare il rapporto. Non si può dire,
insomma, che i dipendenti hanno
il capo che si meritano.
▼
 E tu, sei un critico o un innovatore?
Esecondo
sistono diversi tipi
di capufficio, ma
la psicologa
tori, temendo che
questi possano non
farcela. Il loro atteg-
blemi. Considerano
solo il lato economi-
co delle strategie di
americana Muriel Ja- giamento paternali- lavoro che studiano.
mes le personalità stico schiaccia le ini-
più diffuse sono solo ziative degli altri. 5. I NEGOZIATORI
sette. Ecco pregi e In ufficio creano un’
difetti di ciascuna: 3. I SOLITARI atmosfera di calma
Stanno sempre chiu- ed equilibrio.
1. I CRITICI si nei loro uffici. ■ Lati positivi: rie-
Amano approfondire ■ Lati positivi: la- scono a guardare i
ogni situazione. sciano liberi i colla- problemi di lavoro dal
■ Lati positivi: cerca- boratori di organizza- punto di vista dei di-
no di fare il lavoro re il proprio lavoro pendenti e quindi li
bene e nei tempi pre- secondo metodi per- aiutano a risolverli.
visti, sono molto esi- sonali. Pretendono Non sono mai “falsi”,
genti verso i dipen- che gli altri siano agiscono apertamen-
denti, ma sanno ri- creativi e spesso ot- te in ogni situazione.
compensarli con ma- tengono quello che ■ Lati negativi: Ten-
nifestazioni di stima. chiedono. dono a essere trop-
■ Lati negativi: han- ■ Lati negativi: non po compiacenti, a
Alcune impiegate di un’agenzia di prenotazioni aeree. I conflitti tra capo no la tendenza a di- hanno mai il tempo non imporsi. Difficil-
e dipendenti sono frequenti e riguardano spesso l’attribuzione dei ruoli. ventare veri e propri per ascoltare i pro- mente affrontano u-
dittatori perché pre- blemi dei collabora- na situazione di con-
tendono che ogni co- tori, tendono a tagliar flitto con i collabora-

Se il capo si comporta come sa venga fatta a mo-

do loro. Non sono
molto aperti alle no-
corto ogni conversa-
zione. Lavorano da
soli, senza accorger-
tori perché detesta-
no alzare la voce.

un papà, in ufficio c’è chi è vità e alle proposte.

2. GLI ALLENATORI
si che fanno parte di
un gruppo.
6. I COMBATTIVI
Inseguono il succes-
so e la carriera con
felice: si sente rassicurato Hanno un forte istin-
to paterno (o mater-
4. GLI ANALISTI
Passano il tempo a
tutte le loro forze.
■ Lati positivi: lotta-
no) verso i dipenden- studiare e produrre no per difendere l’a-
ti e i collaboratori. dati numerici. zienda dalla concor-
● Corsa a cronometro nager italiani aspira ad avere più ■ Lati positivi: ten- ■ Lati positivi: han- renza. Sono molto si-
▼

Ma come si diventa un buon ca-
pufficio? Di solito, i dirigenti di
successo sono persone che hanno
una notevole capacità di farsi se-
guire dal proprio gruppo di lavoro,
proprio come i capi di partito o i
trascinatori di una squadra sporti-
va. In più, però, hanno una forte
resistenza fisica e psicologica, ab-
binata alla facilità di adattarsi a
qualsiasi tipo di organizzazione
aziendale (sanno capire rapida-
mente la distribuzione delle ge-
rarchie, i limiti dei propri compiti e
di quelli altrui). «Le doti naturali,
comunque, non bastano per far
carriera. Il segreto per avere suc-
cesso è porsi dei traguardi: dire a
se stessi “a 30 anni sarò direttore
di reparto, a 40 direttore genera-
le”. Solo poche persone riescono a
fare una tabella di marcia di que-
sto tipo e a lavorare per rispettar-
la. In questo sono bravissimi gli
uomini di marketing e chi sceglie il
mondo della finanza: selezionano
già in partenza le aziende che po-
trebbero assumerli scegliendo
quelle che offrono loro più rapi-
de possibilità di carriera, o che fi-
gurerebbero meglio in un curricu-
lum», spiega Ornella Buttini. La
voglia di “contare di più” è infatti
molto diffusa: secondo un son-
daggio realizzato dalla Cida (la
Confederazione dirigenti d’azien-
da) circa la metà dei 160 mila ma-
Focus 44
influenza sulle decisioni dell’a-
zienda, e solo un dirigente su cin-
que baratterebbe una piccola di-
minuzione di stipendio con un au-
mento del tempo libero. «Spesso,
comunque, per avere successo non
serve raggiungere le posizioni più
presitigiose in azienda:basta che
ci siano le capacità professionali.
L’esempio migliore sono i tecnici,
vale a dire i ricercato-
ri e i progettisti: spesso
non si preoccupano
minimamente della
propria carriera, ep-
pure raggiungono ot-
timi risultati. Perché?
Sanno difendere il
proprio spazio, procu-
rare i finanziamenti
per le loro ricerche, la-
vorare 14 ore al gior-
no anziché otto, se è
necessario. E sono ot-
timi direttori: coordi-
nano équipe che fun-
zionano alla perfezio-
ne, sia dal punto di vi-
sta dei rapporti umani
che da quello della
creatività. La loro car-
ta vincente è la capa-
cità di sfruttare fino in
fondo le proprie pos-
sibilità e quelle dei
collaboratori, come fa
ogni vero capo». ■
dono a infondere si- no sempre le idee curi di se stessi e in-
curezza nei collabo- chiare e sanno co- coraggiano la com-
ratori, incoraggian- municarle ai dipen- petitività di dipen-
doli a sfruttare tutte denti in modo preci- denti e impiegati.
le loro potenzialità. so. Agiscono tempe- ■ Lati negativi: non
Sono disposti ad a- stivamente e non esitano a sacrificare
scoltare i consigli dei perdono mai tempo. gli altri se questo
dipendenti. ■ Lati negativi: non serve loro per fare
■ Lati negativi: a vol- si interessano alle carriera. Tendono a
te intervengono nel esigenze dei collabo- considerare i loro pa-
lavoro dei collabora- ratori e ai loro pro- ri come estranei in-
vadenti e fastidiosi.
7. GLI INNOVATORI
Producono continua-
mente idee nuove e
molto originali.
■ Lati positivi: rie-
scono a contagiare
gli altri con il loro en-
tusiasmo. Di solito
sono molto simpati-
ci e sanno creare un
ambiente stimolante
per i collaboratori.
■ Lati negativi: ten-
dono a non conclu-
dere mai un proget-
to, perché sono già
presi da una nuova
idea. Spesso non rie-
scono a chiarire ai di-
pendenti i dettagli
delle loro strategie.
Due diverse situazioni
di comando: sopra,
un capo zulu guida la
danza della sua tribù.
Sotto, una riunione.
Tecnologia
Addio
artigianato

Creatori elettronici
Prima il “concept”, poi Antonio Farina.
“Negli ultimi
due anni
la sceneggiatura, la il mondo dei
videogiochi
ha assunto
scelta delle musiche e dimensioni
industriali”.
dei dialoghi... come un Come a
film? No. Un videogame
è molto più complicato così nascono i videogame Cinecittà?
Laura Mariani.
“I videogame
stranieri spesso
vanno doppiati
e adattati alle
singole realtà
nazionali. Per
questo servono
autentici
professionisti”.

V
ent’anni fa c’erano le
battaglie cosmiche di
Space Invaders, com-
battute a suon di get-
toni nelle sale giochi. Oggi i vi-
deogame sono complessi come
i film prodotti negli studios di
Hollywood, e affascinano mi-
lioni di persone in tutto il mon-
do. I loro autori, spesso, sono
addirittura miliardari. Ma co-
me nasce un videogioco?

● Alla base di tutto c’è il

“concept”, l’idea elaborata in
una trattazione di poche pagi-
ne, in cui vengono definite le
caratteristiche di base del pro-
gramma. «Come accade nel-
l’industria cinematografica, do-
ve esistono generi diversi, il we-
stern o la fantascienza, anche i
videogiochi possono essere di-
visi in filoni ben precisi», dice
Ignazio Catania della Software
& Co., azienda specializzata
nell’importazione di videoga-
me. «In effetti la difficoltà di
essere originali, in un mercato
che sforna più di due novità al
giorno, ha reso rarissimi i “con-
cept” davvero innovativi. Così
i motivi del successo di un gio-
co si ritrovano soprattutto nel-
le variazioni sul tema».

▼
 VERO
Le operazioni di digitalizzazione
di un personaggio reale,
da “trasferire” nel videogioco.

reso particolarmente importante

la “localizzazione” dei videogio-
chi prodotti in Paesi diversi da
quelli in cui vengono venduti», fa
notare Laura Mariani, della Lea-
IL MOSTRO der Distribuzione, una società che
Il passaggio
dal modellino
Un “editor” per compagno di lavoro importa ogni anno in Italia oltre
500 titoli. «Non si tratta solo di tra-
di un mostro durre i dialoghi, ma di doppiarli e
da videogame
(a lato) al
P er creare un video-
gioco non sempre
sono necessari mac-
o Graphic Adventure
Creator hanno per-
messo di creare gio-
riesce a fare fortuna,
facendosi assumere
dalle vere case di
adattare numerosi aspetti
del programma alla cultura
personaggio in chinari costosi e staff chi anche complessi software. Da allora i kit tista, e soprattutto inserendo la italiana. Nei giochi ameri-
video (sopra). Il di decine di persone, per il proprio compu- per aspiranti autori si possibilità di interagire con il mon- FINTO cani vanno per esempio so-
supporto ideale soprattutto se ci si ac- ter domestico. La più sono moltiplicati. I pro- do creato dal computer. Un’altra stituiti molti riferimenti a
per i giochi contenta di un prodot- grande innovazione in grammi oggi più diffusi operazione di
è il Cd-rom. personaggi pubblici». Un
to semiprofessionale. questo settore risale funzionano su Pc: Klik ● A mano a mano che i pro- digitalizzazione, ciclo produttivo così ela-
Sin dal 1983 però a cinque anni fa, & Play (85 mila lire cir- che riguarda un
diverse case quando il francese ca), ancora di Lionnet, grammatori completano le varie borato si è ulteriormente
sezioni del programma, queste personaggio del complicato negli ultimi
di software François Lionnet, au- permette di creare gio- quale è stato
Problema: hanno infatti
messo a di-
tore del facilissimo lin-
guaggio di program-
chi per Windows che
vengono periodica-
vengono passate ai “playtester”,
cioè ai collaudatori, che nel corso
realizzato un
modellino. In
mesi, poiché il costante mi-
glioramento nelle presta-
sposizione del mazione AMOS, auto- mente valutati dalla di innumerevoli partite si assicu- zioni dei personal compu-
più belli sono, pubblico sem-
plici strumenti
rizza gli acquirenti del
suo prodotto a distri-
società inglese Euro-
press, (che pubblica i
rano che ogni elemento si com-
porti correttamente. Sostiene Ch-
un gioco di ruolo
possono
comparire anche
ter ha permesso la produ-
zione di giochi interamen-
più riempiono che consen-
tono una pro-
duzione per-
buire commercialmen-
te i giochi scritti con
AMOS senza altri im-
migliori lavori), mentre
Gamebuilder Pro ha la
particolarità di essere
ris Crawford, progettista di video-
giochi: «Sono gli unici ad avere l’a-
più di cento
personaggi.
te basati su riprese di tipo
cinematografico. L’ultima
la memoria sonalizzata: gli
“editor”. In
pegni che citare il lin-
guaggio utilizzato.
disponibile a 7 mila lire
in versione di prova
bilità, o il tempo, per sviscerare
aspetti particolarissimi di ogni gio-
co, come la corretta riproduzione laudo vengono anche rifiniti i dia- ● Quando è completo e testato
tendenza del settore favo-
risce quindi progetti mi-
liardari in cui compaiono, proprio
passato, titoli AMOS diventa un best presso la Systems Co-
del computer come Desi-
gner’s Pencil
seller, e fra quelli che
lo utilizzano qualcuno
municazioni, telefono
02/90.84.18.14.
della forza di gravità, o il bilancia-
mento fra le armi a disposizione
loghi, parlati o scritti, presenti nel
gioco: a curarli sono sempre più
in ogni sua parte, il videogioco vie-
ne finalmente confezionato e mes-
come se si trattasse di film, attori
famosi come Dennis Hopper o
del giocatore e quelle dei nemici. spesso sceneggiatori professionisti, so in vendita. Eppure talvolta la Mark Hamill (il protagonista di
Solitamente le modifiche suggeri- e doppiatori di formazione cine- lavorazione non è ancora finita. Guerre stellari), e che richiedono il
● Queste variazioni, ossia i det- la musica o gli ambienti di un gio- ca è l’elemento che colpisce mag- tito in una forma numerica inter- te sono minime, ma sono proprio matografica. Il realismo delle bat- «La diffusione sempre maggiore coinvolgimento di un intero stu-
▼

tagli dei meccanismi di gioco, ven-
gono elencate nel progetto vero e
proprio, che rappresenta la fase
successiva della lavorazione, e as-
sume solitamente la forma di un
dossier piuttosto voluminoso. Alla
sua stesura collaborano diverse
persone, che contribuiscono a cu-
rare ogni aspetto dell’opera. Nello
stesso tempo, il coordinatore del
progetto si occupa di definire le
caratteristiche tecniche del pro-
gramma, in modo da potere met-
tere all’opera i programmatori in-
caricati della realizzazione degli
“editor”, cioè i programmi usati
per facilitare la lavorazione vera e
propria (vedere il riquadro sopra).
Chiarisce Antonio Miscellaneo,
programmatore del gioco auto-
mobilistico Screamer: «La grafica,
Focus 48
co non vengono creati partendo
da zero, ma realizzati appunto con
l’aiuto di programmi speciali, che
permettono di risparmiare molto
tempo e fatica». In genere, gli “edi-
tor” vengono completati assieme
agli studi preliminari per la grafica
del gioco, che viene schizzata su
carta prima di essere ridisegnata
elettronicamente. Ogni aspetto de-
gli elementi che compaiono sullo
schermo deve essere considerato:
dal numero dei colori a quello dei
fotogrammi di animazione impie-
gati. Di solito si cerca di non so-
vraccaricare la memoria del com-
puter, ma ciò va a scapito della
qualità del gioco: così il vero ta-
lento del creatore di un viodeoga-
me sta nel saper trovare il com-
promesso ideale. Poiché la grafi-
giormente i possibili acquirenti,
nella progettazione di personaggi e
scenari si seguono spesso le tecni-
che del marketing. Shigeru Miya-
moto, autore della saga best seller
di Super Mario, ha dichiarato: «Le
limitazioni dei vecchi computer
hanno influito molto sull’aspetto
tozzo di Mario, ma sono sicuro che
buona parte del suo successo è di-
peso proprio dal suo buffo nasone,
che lo ha reso simpatico».
● Gli effetti sonori vengono
realizzati con tecniche molto simi-
li a quelle usate in campo cinema-
tografico: si cercano cioè i suoni
più adatti in immense “raccolte” di
effetti sonori, o si va a registrarli
dal vivo. Il materiale prescelto vie-
ne poi digitalizzato, ossia conver-
pretabile dai computer, ed elabo-
rato a piacere con l’applicazione
di filtri, sovrapposizioni e altri ef-
fetti tradizionali. «Anche in campo
sonoro è però importante sempli-
ficare il più possibile i dati che ver-
ranno impiegati nel gioco, per al-
leggerire il carico di lavoro del
computer», spiega Piero Chianura,
esperto di musica elettronica. «Per
fortuna la recente diffusione dei
Cd-rom come supporto per vi-
deogame ha consentito una grossa
evoluzione. Ora intere colonne so-
nore vengono lette direttamente
dal compact disc, senza quasi im-
pegnare le risorse del computer».
Tutto il materiale audiovisivo
viene quindi fornito a uno o più
programmatori, che lo assemblano
secondo le indicazioni del proget-
questi piccoli tocchi a fare la diffe- tute e lo stile impiegato sono par- dei cosiddetti film interattivi, in cui dio cinematografico.
renza fra un gioco divertente e uno ticolarmente importanti nei giochi compaiono numerose sequenze ri-
normale». Durante la fase di col- d’avventura e di ruolo prese in studio con attori veri, ha ● «Negli ultimi due anni il mon-
do dei giochi per computer si è tra-
sformato in una vera e propria in-
E gli italiani? Spesso hanno le mani legate dustria», commenta Antonio Fari-
na, fondatore della società di svi-
luppo milanese Graffiti. «Stanno
Astraniero
dattare al mercato ita-
liano un videogame
può essere mol-
noscerci, a realizzarne
un’espansione che per-
mettesse di volare sul no-
mo ritrovati a dover sco-
prire da soli la struttura
del programma e i truc-
voro è poi proceduto sen-
za grandi intoppi, con l’in-
serimento di centinaia di
scendendo in campo grandi gruppi
come Time Warner o Philips, e la
to difficile. Ne è un esem- stro Paese, e in cui fos- chi di programmazione. dati tratti dalle vere carte figura del ragazzino che crea un
pio la vicenda di Scenari sero riprodotti aeroporti Trovate le soluzioni, il la- aeronautiche dei piloti». grande successo lavorando sul
italiani, l’espansione na- e punti di riferimento prin- computer di casa, assieme agli ami-
zionale di Flight Simula- cipali. Sapevamo che non ci, è scomparsa. Per sempre? Chis-
tor 4 e Air Transport Pi- sarebbe stato semplice, sà. Tra qualche anno i computer
lot. Raccontano gli autori, ma non avremmo mai im-
Umberto Colapicchioni e maginato cosa ci aspet- saranno in grado di concretizzare
Stefano Figoni: «Quando tava». La casa produttrice quasi istantaneamente le visioni
è stato pubblicato Flight nega infatti ogni supporto dei progettisti, e la creatività pura
Simulator abbiamo pen- tecnico ai numerosi svi- forse tornerà a essere la risorsa più
sato subito, pur senza co- luppatori esterni. «Ci sia- importante ». ■
Fabio Rossi
Focus 49
Storia
Sorpreso
in spiaggia
Il corpo di un
indigeno trovato
a Camarones
Cove, nel Cile del
nord. Risale a
mille anni fa
ed è stato così
mummificato
per effetto del
vento e del sole.
Nell’antichità le
mummie naturali
come questa
venivano adorate
come divinità.

La regina della steppa

La mummia di una donna ritrovata in Siberia: risale
a 2400 anni fa. Apparteneva al popolo dei pazyryki.

Uno strano
cinese
Il volto, ancora
intatto, di un
abitante dello
Xinjiang cinese
di tremila anni fa.
I capelli, biondi,
possono essersi
stinti con il tempo.
In Egitto, in Perù, in Cina: le mummie ritrovate

A volte
dagli archeologi sono
migliaia. Ci aiutano
a comprendere come
si vivesse un tempo

ritornano
 CILE

Il luogo di ritrovamento delle

mummie chinchorro, in Cile.

Il record è dei
chinchorro: Una famiglia riunita per il viaggio?
mummificati Due adulti e due bambini chinchorro, popolo
che prende nome dal luogo dei ritrovamenti, in
7000 anni fa, Cile. Il test del Dna svelerà se sono parenti.

sono intatti

R
ivogliamo le nostre mum-
mie». La richiesta uffi-
ciale è partita dagli abo-
rigeni australiani, che
hanno ingaggiato una battaglia le-
gale e l’hanno vinta: così lo Smith-
sonian di Washington, uno dei mu-
sei di storia naturale più impor-
tanti del mondo, smantellerà la sa-
la espositiva dedicata alle mummie
umane. Sono decine di corpi che,
per ragioni climatiche o grazie a
un’accurata tecnica di imbalsama-
zione, si sono conservati integri fi-
no ai giorni nostri, e che vengono
esposti al pubblico per il loro va-
lore di documento storico. Ma per Poche ossa e molta terra
gli aborigeni australiani si tratta di Bernardo Arriaza esamina le radiografie
uno spettacolo indecoroso: quei delle mummie di Chinchorro: i corpi, riempiti
reperti rinsecchiti sono infatti gli con terra, appaiono solidi e compatti.
antenati del loro popolo. Li hanno Un deposito
mummificati proprio per onorarli biamo fatto una scelta etica, e non to si accende un fuoco. Dopo pa- poiché lo spirito del defunto, che «Proprio per questo la pratica del-
e rispettarli. E vorrebbero quindi le esponiamo al pubblico». recchi giorni, il corpo ha perso tut- chiamano mana (una forza vitale la mummificazione era tanto ac- di antenati
riportarli a casa. In alcune aree dell’Australia, ti i liquidi. A quel punto può esse- che è presente ovunque, anche nel- curata: il corpo, privato degli or- Rosso, nero e fango: Sopra, una sala
«Quello della restituzione delle dell’Amazzonia, dell’Africa occi- re seppellito», spiega l’etnologa le pietre) si concentra nella testa, i gani interni e del cervello (che ve- del museo di
tre stili artistici Santiago del
mummie diventerà tra breve un dentale, in Melanesia e in Poline- Gilda Della Ragione, dell’univer- maori conservavano le teste dei lo- niva estratto con un uncino dal na- Due mummie cilene: Cile. I primi studi
grande problema per tutti i musei sia, il rituale della mummificazione sità di Genova. ro antenati in casa». so), rimaneva settanta giorni a sinistra, coperta sulle ossa hanno
di antropologia», spiega Roberto dei defunti è in uso ancora oggi. Queste pratiche, comunque, non immerso in polvere di natron (mi- di ocra rossa, lo rivelato che la
Macchiarelli, antropologo fisico «Non si tratta però di un’imbalsa- mirano esclusivamente a ritardare Agli egizi il corpo nerale con un’alta percentuale di stile più antico dieta alimentare
del museo Pigorini di Roma. «Tut- mazione vera e propria, cioè con la decomposizione del corpo. serviva integro, per carbonato di sodio) perché essic- (2800 avanti era composta
ti i più grandi musei del mondo asportazione delle viscere interne, «Molti indigeni, come i maori o gli raggiungere l’aldilà casse. Poi veniva riempito di mirra, Cristo). Segue al 75 per cento
possiedono infatti mummie, che come quella che praticavano gli stessi aborigeni australiani, pensa- bacche di ginepro, oli profumati, quello a base da cibi marini
provengono dai saccheggi delle antichi egizi e i popoli precolom- no che la sparizione graduale della Presso i popoli dell’Oceania non qualche volta anche terra. Infine, di nero di e che l’acqua
Americhe e dell’Oceania, perpe- biani. Avviene invece per essicca- carne sia associata a un allontana- c’è l’ansia di conservare il corpo avvolto in bende, sulle quali veniva manganese fredda del mare
trati fino al secolo scorso. Anche zione del corpo al sole, oppure per mento graduale dello spirito del- integro per una vita nuova, nel- scritto il nome del defunto, perché (a destra). provocava danni
L’ultimo fu a alle orecchie
noi possediamo una trentina di affumicazione: si depone cioè il de- l’individuo, che si vorrebbe tratte- l’aldilà. Preoccupazione invece non ci fossero dubbi sulla sua iden- base di fango. dei pescatori.
mummie precolombiane, ma ab- funto su una struttura di pali, e sot- nere», continua Della Ragione. «E principale per gli antichi egizi. tità, una volta giunto nella seconda

▼
Focus 52 Focus 53
 CINA Un pasto
La cartina
dell’area come tanti
cinese dove Un piatto di
si trova la legno, con
necropoli cucchiaio e
di mummie avanzi di agnello.
europoidi. Il tutto risale a
E’ vicino 2300 anni fa ed
a Urumchi. è stato trovato
nella tomba di
una mummia
cinese di
Subashi. Forse
erano offerte di
rito per il morto.
Chi tocca inquina Il passato in diretta
Paolo Francalacci: “Il vero Gino Fornaciari: “Gli studi
vita», spiega l’egittologa Edda Bre- ni. Non sempre venivano però sot-

▼
sciani, dell’università di Pisa.
«In effetti la mummificazione è,
ovunque venga praticata, un’esa-
Ecco i primi sperazione del culto dei morti»,
dice Claudio Cavatrunci, respon-
sabile della sezione americana del
indoeuropei museo Pigorini. «I popoli preco-
lombiani del Perù e del Cile, che
giunti in Cina. ancora oggi hanno un culto fune-
rario molto sentito, hanno sempre
imbalsamato i loro morti, dal Due-
Il gelo li mila avanti Cristo fino 1400 dopo
Cristo. Gli inca, per esempio, ri-
ha conservati servavano questa pratica ai sovra-
Donne d’altri tempi Un popolo che viene dal freddo
Una donna vissuta almeno 2200 Il corpo di un uomo di 55 anni, morto 2200
anni fa a Subashi, in Cina. anni fa, nello Xinjiang. Si tratta di mummie
Indossa un cappotto con pelliccia. naturali, conservate per effetto del clima.
toposti a un trattamento di evisce-
razione e di essiccazione con so-
stanze a base di sali. Spesso basta-
va lasciarli all’aperto: il clima caldo
e secco avrebbe provveduto alla
disidratazione. In seguito, veniva-
no deposti nelle caverne rocciose
della zona di Cuzco e, periodica-
mente, portati in processione per-
ché i sudditi li vedessero. Lo scopo
era affermare la continuità storica
della famiglia regnante».
All’America del sud spetta an-
che il primato dell’antichità in fat-
problema nello studio del clinici sui corpi antichi
Dna delle mummie è la forniscono notizie che nessun
contaminazione moderna”. documento scritto riporta”.
to di mummie: di recente sono sta-
te trovate in Cile, nel deserto di
funti degli organi, li pulivano con
cenere calda e sale, e li lasciavano
Arica, decine di mummie che ri-
salgono almeno al 5000 avanti Cri-
essiccare al sole. Poi li preparava-
no per la sepoltura, dipingendo i
sto: appartengono a un popolo che
gli studiosi dell’università di Tara-
volti con ocra rossa, oppure in ne-
ro di manganese, o ancora co-
paca hanno chiamato chinchorro, struendo una maschera di fango.
dal nome di una spiaggia locale. I
chinchorro, ben duemila anni pri-
Qui però tutti gli abitanti venivano
mummificati, non soltanto i digni-
ma degli egizi, svuotavano i de- tari: forse anche a causa del clima,
che favoriva notevolmente questo
tipo di pratica. Il deserto di Ata-
cama, in questa zona, è infatti il
luogo più secco del mondo. In
ogni caso le tecniche degli antichi
Un nobile funzionavano molto bene, tanto
nel deserto? che da esse hanno preso spunto
L’uomo di anche i medici moderni, per poi
Cherchen, così perfezionarle.
chiamato dal
luogo dove era Negli Stati Uniti
stato sepolto,
nel deserto di tutti imbalsamati,
Taklimaken. Era per legge
insieme a tre
donne, forse Si continua quindi a usare an-
sue parenti. Si cora oggi il termine “imbalsama-
suppone che zione”, anche se ai balsami natu-
fosse la tomba rali sono stati sostituiti gli antiset-
di una persona tici chimici, iniettati direttamente
importante. nel sangue del defunto per provo-
care una rapida essiccazione. Il pri-
mo è stato la trementina, che si
usava mescolata a lavanda e ro-
smarino, poi nell’Ottocento si è
passati a etere solforico e acido
tannico. Infine, ed è il metodo con-
temporaneo, formalina, cloruro di
sodio e acido fenico. Negli Stati
Uniti, dove il costume funerario
impone di esporre per alcuni gior-
ni il corpo del defunto in una ca-
mera mortuaria per l’ultimo salu-
to di parenti e amici, la pratica del-
l’imbalsamazione è diventata ad-
dirittura obbligatoria.
«Le mummie antiche che oggi,
se trattate alla stregua di oggetti
da esposizione, pongono proble-
mi etici, sono state in compenso
determinanti per la nascita della
moderna paleopatologia», spiega

▼
Focus 55
 SIBERIA

Il cimitero sui monti Altaj

Il campo archeologico nel
sud della Siberia: qui è stata
trovata la mummia di una
donna: forse si tratta di una
principessa dei pazyryki,
un gruppo di seminomadi di
cultura simile agli sciti.

La zona russa dove è stata

trovata la tomba principesca.

In Russia,
una donna
era sepolta
nel ghiaccio.
Da 2400 anni
Macchiarelli. «Grazie alla conser-
▼

vazione dei tessuti molli di indivi-

dui antichi è stato possibile stu-
diarne le malattie. A meno che
non siano cronicizzate, le patologie
non lasciano infatti alcuna traccia
sulle ossa. Dunque poter reidra-
tare e analizzare un fegato mille-
nario può aiutare a capire l’impat-
to dell’ambiente e dell’alimenta-
zione sull’organismo umano».
Lo studio delle mummie per-
mette di chiarire, per esempio, se
in passato i tumori fossero effetti-
vamente meno frequenti, data l’as-
senza di quelli che oggi vengono
riconosciuti come i principali agen-
ti cancerogeni (fumo, alimenta-
zione a base di grassi animali, in-
quinamento). «Fino a oggi sono trando la presenza di un tumore posto in un sarcofago nella faccia- quasi più e che un tempo era con-
state fatte migliaia di autopsie su in stadio avanzato, non è stato pos- ta della chiesa di Fano. La mum- nessa con l’abitudine a portare ca- L’unica
mummie egizie e precolombiane, sibile stabilire se al colon o alla mia fu ritrovata per caso tre anni richi pesanti sulle spalle». Per le sopravvissuta
ma sono stati documentati soltan- prostata. Dall’analisi del Dna del fa, nel corso dei restauri della chie- cause della morte, invece, le inda- Il corpo della
to dieci casi di tumori», spiega Gi- sovrano è poi effettivamente e- sa. Il corpo, conservatosi natural- gini sono ancora in corso. mummia russa
no Fornaciari, paleopatologo del- mersa la presenza di un difetto ge- mente, presentava malattie comu- Qualche volta le mummie anti- nell’istituto di
l’università di Pisa. «L’incidenza netico, che solitamente è implicato ni come una calcolosi renale e un che aiutano anche i linguisti. E’ il studi biologici
dunque era molto bassa: si può an- nell’insorgenza di alcune forme tu- ingrossamento della prostata. caso di quelle ritrovate da una mis- di Mosca, dove
che supporre che, oltre all’assenza morali. L’ultimo studio di Forna- sione dell’università di Boston di- verrà restaurato.
di agenti cancerogeni, il loro siste- ciari, non ancora concluso, riguar- E se parlassero, retta dal linguista Victor Mair, nel- E’ un reperto
unico: tutte le
ma immunitario fosse diverso dal da invece la mummia di Pandolfo che lingua la regione dello Xinjiang, in Cina. altre tombe della
nostro». Senz’altro non era così III, principe di Fano e generale userebbero? Sono migliaia di mummie natura- zona erano state
per quello del re di Napoli Fer- delle truppe della repubblica ve- li, le più antiche delle quali risal- saccheggiate
rante I, morto nel 1494, sulla cui neta, famoso per le sue vittorie «Aveva anche un’artrosi di tipo gono al 2000 avanti Cristo. «La sin- Sulla pelle il marchio della nobiltà in passato. La
mummia Fornaciari ha condotto contro gli ungheresi. Pandolfo antico, cioè della colonna verte- golarità di queste mummie è che La principessa viene adagiata su una tavola di legno per il donna aveva
personalmente le ricerche, riscon- morì nel 1427, a 57 anni, e fu de- brale, malattia che oggi non esiste hanno fisionomia europoide, non trasporto. Tatuata e ingioiellata, venne sepolta con sei cavalli. 25 anni circa.
▼

Focus 56 Focus 57
 Una baita
sotterranea
La tomba della donna
russa, così come l’ha
ritrovata la studiosa
Natalya Polosmak,
a tre metri di
profondità e rivestita
di legno. Il popolo
dei pazyryki visse
qui tra l’800 e il 100
avanti Cristo.

Gli artisti
Nella steppa da queste parti». Il che ha fornito a
Victor Mair, che è uno studioso di
dell’est asiatico
Accanto e in alto,
il cavallo era lingue indoeuropee e della loro
diffusione, un’eccezionale ipotesi
di studio. La linguistica moderna
due oggetti di legno
scolpiti dai pazyryki:
la loro arte si
un tesoro. Ed presenta infatti due teorie con-
trapposte: la prima, che risale al-
ispirava per lo più
a motivi animali.
era sepolto l’archeologo inglese Colin Ren-
frew, fa risalire la diffusione del-
l’indoeuropeo a diecimila anni fa, stevano lingue come l’etrusco, il siano stati introdotti proprio da
col padrone e cioè alla nascita dell’agricoltura e
allo spostamento di genti dalla
basco, il minoico, sia verso l’India.
Un gruppo sarebbe andato nel-
questa popolazione. Si sapeva già,
inoltre, che in Cina si parlava an-
Mesopotamia verso l’Europa. La l’Asia centrale, cioè nello Xinjiang. che una lingua indoeuropea, ma
mongolica», spiega Paolo Franca- seconda teoria, della linguista Se dunque le mummie ritrovate era documentata solo in epoca sto-
▼

lacci, antropologo molecolare del- americana Marja Ginbutas, fa in- fossero effettivamente europoidi, rica, cioè nell’800 dopo Cristo. A
l’università di Sassari, che collabo- vece coincidere la diffusione del- la teoria della Ginbutas verrebbe parlarla erano i tocari, dei quali le
ra agli studi su questi antichi cine- l’indoeuropeo con quella del ca- confermata. Tra l’altro, nella ne- mummie potrebbero essere gli an-
si. «Oltre ai lineamenti del viso, vallo inteso come mezzo di tra- cropoli sono state ritrovate ruote tenati. Francalacci è stato nello
presentano capelli biondi, ma so- sporto, nel 4000 circa avanti Cri- di carro (usate come copertura Xinjiang, dietro invito di Mair, per
prattutto ondulati, fatto inesisten- sto: partendo dall’Ucraina gli delle tombe): fanno pensare che dare un apporto scientifico a que-
te in Asia. Anche la peluria sul indoeuropei si sarebbero diretti cavallo e carro, arrivati in altre zo- ste teorie. Ha quindi prelevato al-
corpo è una caratteristica insolita sia verso l’Europa, dove già esi- ne della Cina in questo periodo, cuni campioni di pelle, ossa, tes-
suto muscolare delle mummie, per
sottoporli all’analisi del Dna. «I
Mummie d’Italia, dal Friuli alla Sicilia primi risultati sono già pronti: sia-
mo riusciti ad amplificare alcune
A Comiso, che si trova
alla stessa latitudine
di Tunisi, il clima è caldo
torio (da Venzone in Friu-
li, a Navelli in Abruzzo, fi-
no a Urbania nelle Mar-
zione seduta, nei sotter-
ranei della chiesa locale,
e lì lasciato per alcuni
tempo pratica comune
per tutti i dignitari: i corpi
venivano eviscerati (me-
sequenze di una regione del Dna
chiamata “regione di controllo” e
a confrontarle con quelle di popo-
e secco per gran parte che) e databili a un’età mesi. Poi il defunto veni- diante incisione addomi-
dell’anno. Questo ha per- compresa tra il Medioe- va cosparso di sabbia per nale) e craniotomizzati. lazioni viventi europee. Rispetto
messo ai frati cappuccini vo e il Rinascimento. completare l’essiccazio- Quanto ai materiali usati a queste, una sola base del Dna
seppelliti nella chiesa di ● In alcuni casi la mum- ne, infine seppellito. per la mummificazione, della mummia variava. Il che mi
Santa Maria della Grazia mificazione è stata favo- ● Nella chiesa di San Do- prevalgono resine, mate- fa pensare che si tratti effettiva-
di conservarsi pratica- rita anche artificialmen- menico Maggiore, a Na- riali argillosi, calce, foglie mente di un Dna europeo. Ma oc-
mente intatti, dal Sette- te, con il drenaggio dei li- poli, invece, sono stati e altri vegetali, stoppe e corrono ovviamente altri riscon-
cento a oggi. Di mummie quami: in Sicilia e in Cam- trovati 31 corpi mummifi- spugne. Nei sotterranei tri, anche perché la “regione di
naturali come queste pania, per esempio, fino cati dei sovrani aragonesi. della chiesa sono stati controllo” non è codificante (cioè
(cioè non sottoposte ad al secolo scorso, quando Il loro ritrovamento ha trovati anche locali adibi- non produce geni), e quindi può
alcun trattamento) in Ita- moriva una persona di permesso di ricostruire la ti alla disidratazione dei
lia se ne trovano migliaia, rango elevato, il suo cor- tecnica di imbalsamazio- corpi, con letti di sabbia e variare fortemente da individuo a
distribuite su tutto il terri- po veniva fissato in posi- ne rinascimentale, a quel ampi pozzi di ventilazione. individuo». ■
Cristina Mochi
Focus 58
 ✹
■ Preistoria
■ Invenzioni

P R I S M A Nasce un comitato per

rendere giustizia a Meucci
Avrà anche un
futuro l’uomo
di Altamura
Un vero rimorchio
La piattaforma viene G iustizia, dopo
tanto tempo, per
Antonio Meucci. Un
Bell soffiò il brevetto
per l’invenzione del
telefono. Meucci fe-
tardi Bell depositò la
propria. Quando
Meucci fece valere
L’ uomo di Altamura,
che visse in Puglia
circa 200 mila anni fa,
trainata in alto mare:
100 mila tonnellate di comitato di italo- ce i suoi primi espe- le proprie ragioni un ha anche un futuro, ol- lavori dovrebbero co-
acciaio e 245 mila americani “eccellen- rimenti, con un rudi- giudice (William Wal- tre che un passato: il mi- minciare fra circa sei
metri cubi di cemento. ti” (che si sono riu- mentale telefono, a lace) sostenne però nistero dei Beni cultu- mesi, ed essere prece-
Geniale e niti per la prima vol- Cuba, nel 1849. A che quello dell’ita- rali e l’università di Bari duti da una serie di ac-
ta al centro “Spazio quell’epoca Bell ave- liano era solo un
ingenuo hanno infatti firmato curate osservazioni
Varata la Antonio Meucci.
Morì poverissimo
Italia”, di New York)
è stato infatti costi-
va appena due anni.
Nel 1871 Meucci fe-
“inutile giocattolo”,
mentre per Bell si una convenzione per il
recupero dei resti, in-
scientifiche. Mai, in pre-
cedenza, era stato infat-
tuito per riabilitare il ce poi brevettare la poteva invece parla-
più grande a New York,
nel 1889.
meccanico fiorenti-
no cui Alexander
propria invenzione,
e cinque anni più
re di un’autentica in-
venzione industriale.
crostati in una grotta e
scoperti nel 1993 da un
ti ritrovato uno schele-
tro completo di un esse-
piattaforma gruppo di speleologi. I re umano tanto antico.

del mondo: ■ Negli Usa si fa così!

cercherà La lunga strada che porta a un nuovo farmaco
metano in Lnotizia
e polemiche sono
state innescate dalla
la strada che porta in
farmacia una medicina
abbiamo rappresentato
il percorso che viene se-
molto attento e sensi-
bile alle responsabilità
Atlantico che un nuovo
farmaco anticancro (la
è lunga e complessa.
E’ fatta di tante piccole,
guito, per arrivare a un
prodotto scientificamen-
che hanno scienziati
e produttori. Un esem-
proteina Uk101) sareb- vittorie, di altrettante te valido e testato, negli pio: per arrivare al
be stato presto disponi- sconfitte, e di tappe Stati Uniti: un Paese Tagamet (un antiulcera

Troll, c’è un gigante in alto mare

bile sul nostro mercato: da seguire, una dopo tradizionalmente all’a- ammesso alle farma-
in realtà, hanno fatto l’altra, in modo rigoroso. vanguardia nella ricerca, cie da poco) ci sono
notare molti ricercatori, Nello schema qui sotto ma nello stesso tempo voluti quasi trent’anni!

I l suo nome viene dalle fa-
vole. Troll è infatti il no-
me che nelle leggende
scandinave si dà agli orchi
dei boschi. Ma Troll è an-
che il nome del più impor-
tante campo metanifero
offshore (cioè in alto mare)
d’Europa, a 80 chilometri a
nord ovest di Bergen (in
Norvegia). E Troll è, anco-
ra, il nome con il quale è
stata battezzata una colos-
sale piattaforma per la tri-
vellazione dei fondali: il 15
maggio scorso la struttura,
che è alta ben 472
metri (300 dei qua-
li sott’acqua) è usci-
ta dal porto di Vats
ed è stata trainata
sul giacimento da
SE FOSSE A ...LONDRA
FASI
una dozzina di rimorchia-
tori. L’operazione è durata
late. La struttura entrerà in
funzione nell’autunno del
nia. Da questi due porti il
metano sarà avviato in tut- Scoperta Ricerca di un
cinque giorni. Secondo i
costruttori si tratta della
1996, e sarà in grado di
prelevare dai giacimenti
to il continente. Il “proget-
to Troll” è frutto dello sfor-
2 - 10 anni principio attivo o
di una sostanza
5.000
piattaforma più grande in posti appena sotto i fonda- zo congiunto di una serie
assoluto: tanto per avere li quasi 3 milioni di metri di compagnie petrolifere:
un termine di paragone, le cubi di metano al giorno: le norvegesi Statoil, Norsk
torri gemelle di New York due condutture congiun- Hydro e Saga, le america- Test pre Prove in laboratorio
arrivano alla stessa altezza geranno la piattaforma alla ne Shell e Conoco, e le
clinici 1 - 3 anni o su animali 250
solo se si contano le anten- terraferma. Una (la Zeepi- francesi Elf e Total. Per
ne poste sul tetto! Il peso di pe) porterà il gas al termi- realizzarlo, tutte insieme,
tutto l’impianto, in cemen- nal di Zeebrugge, in Bel- queste compagnie hanno
to armato e acciaio, è di gio. L’altra (la Norpipe) ar- investito circa 5 miliardi di I Fase Fino Test su persone sane (da 20 In ognuna
circa un milione di tonnel- riverà a Emden, in Germa- dollari! ■ Il farmaco a 1 a 100) per determinare
anno margini di sicurezza e dosaggi
100 delle fasi
indicate
è sicuro? a fianco
...NEW YORK ...O PARIGI vengono
sperimentati
II Fase Fino Test su persone ammalate farmaci e
Tiratela
in secco! Il farmaco
funziona?
a2
anni
(da 100 a 300) per
verificare l’efficacia
70 sostanze di
tipo diverso:
Nelle tre ecco come il
immagini, loro numero
Troll accanto si riduce, a
a celebri III Fase Test su persone ammalate mano a mano
monumenti. Il (da 1.000 a 3.000) per che i test
1 - 4 anni
giacimento su
cui opererà
Quali effetti
collaterali? gli effetti a lungo periodo 33 procedono.

è stato
scoperto nel
1979 dalla Esame Scienziati della Food & drug
Shell. Da solo della admistration controllano i dati delle 2 mesi - 7 anni
rappresenta
la metà delle
Fda aziende, prima dell’approvazione 20
notevoli
riserve di gas
norvegesi. anni 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Focus 63
✹ P R I S M A
Incidenti
cosmici?
Sotto e accanto,
tre immagini
della presunta
autopsia che nel
1948 sarebbe
stata condotta
in Usa su due
extraterrestri.
U n metro e trenta di al-
tezza, mani a sei dita,
occhi con membrana e cra-
nio ipertrofico: ecco l’i-
dentikit dei due presunti
alieni che sarebbero stati
trovati a Roswell, nel New
Mexico, 48 anni fa. La vi-
cenda è tornata di attualità
da pochi mesi, quando è
stata annunciata l’esistenza
del filmato originale del-
l’autopsia dei due alieni
(venduto a caro prezzo a
varie reti televisive, com-
presa Rai2 che ne ha tra-
smesso un breve estratto il
26 agosto, dal produttore
britannico Ray Santilli). Il
filmato è stato proiettato
in anteprima il 20 agosto a
Sheffield, in Gran Breta-
gna, davanti a una platea
di oltre mille ufologi. Do-
veva essere il colpo gior-
nalistico del secolo, il velo
Focus 64
Un film dimostra
che due alieni
sono precipitati sulla Terra 50 anni fa. Dobbiamo crederci?
Roswell: le bugie hanno sei dita
che finalmente si alzava
sulla “congiura” che per
anni ha tenuto l’umanità
all’oscuro di un fatto straor-
dinario (cioè la visita di
alieni sul nostro pianeta).
E allora?
«Gli ufologi americani
sono i primi a non credere
all’autenticità del filmato»,
dice Paolo Toselli, del con-
siglio direttivo del Cisu
(Centro italiano studi ufo-
logici) di Torino. Toselli,
presente alla proiezione di
Sheffield, spiega: «In tutti i
primi piani le immagini so-
no sfocate, e la cinepresa è
in continuo movimento. Si
distingue l’asportazione di
uno strano organo centra-
le, situato nell’addome, ma
la ripresa è piena di stac-
chi: non si sa cosa succeda
nelle parti tagliate. Verso
la fine vengono inquadrati
alcuni frammenti, con in-
cisioni simili a geroglifici,
e pannelli con mani a sei
dita collocati in un am-
biente poco illuminato».
Dunque un falso fatto an-
che male? Questa è l’opi-
nione di scienziati come
Margherita Hack e Luigi
Baima Bollone: «E’ quan-
tomeno una burla», ha di-
chiarato quest’ultimo. Lo
scetticismo non nasce però
solo dalle immagini, ma
anche dal modo in cui il
preteso scoop è stato co-
struito, distribuendo con il
contagocce frammenti di
filmato e rifiutando nei fat-
ti ogni accertamento scien-
tifico. Ecco com’è andata.
1) Il 13 gennaio 1995 il
cantante pop Reg Presley
(appassionato ufologo), in-
vitato dalla Bbc a un talk
Versioni
contrastanti
Un disco volante
in un film. Molti
ufologi credono
che a Roswell
sia veramente
caduto un
velivolo alieno.
“In realtà si
trattava di un
pallone ideato
per spiare i test
nucleari Urss”,
ha rivelato l’anno
scorso il governo
americano. In
luglio, un’indagine
del Congresso
ha confermato
questa versione.
show, racconta che un pro-
duttore inglese ha acqui-
stato 15 pellicole, girate nel
1947, che mostrerebbero
l’autopsia di un extraterre-
stre. A venderle sarebbe
stato l’operatore stesso, og-
gi settantaseienne, che ne
aveva fatto una copia per
sé. Ma in seguito la versio-
ne cambia: le pellicole so-
no gli originali rimasti al-
l’operatore. Cambia anche
l’età dell’uomo, che diven-
ta di 82 anni.
2) Il 27 marzo 1995 arri-
va ai giornali la notizia del-
la futura proiezione del fil-
mato (91 minuti) a Shef-
field, durante un convegno
di ufologi. In realtà a Shef-
field sono stati trasmessi
soltanto 24 minuti di ripre-
se, senza alcuna spiegazio-
ne supplementare.
Un po’ di fumo,
e il mistero
diventa più
seducente
N ella presunta verità
sull’Ufo di Roswell ci
sono molti punti oscuri.
■ Il nome del cineopera-
tore, Jack Barnett, è
dichiaratamente fittizio:
l’uomo non desidera es-
sere identificato. Perché?
■ Qual è il numero esatto
delle “pizze” (l’ultima
versione dice 22) in
possesso di Santilli?
■ Un’analisi computeriz-
zata dei “toni di grigio”
della pelle degli alieni ha
messo in luce la presenza
di cerone. Sarebbe que-
sto a cancellare capezzoli
e ombelico dei cadaveri.
■ L’autopsia dura soltan-
to un paio d’ore:
pochissimo, per un caso
di tale rilevanza.
■ Secondo i patologi,
i presunti alieni (anzi,
aliene: i corpi sono infatti
di sesso femminile) sono
simili a esseri umani
quasi in ogni particolare.
Le differenze corrispon-
dono a malformazioni ben
note fin dall’Ottocento.
3) Si diffonde la voce
che la Kodak ha analizzato
la pellicola, accertando che
risale al 1947. Santilli con-
ferma, ma Peter Milson
della Kodak smentisce:
«La analizzeremo quando
la riceveremo: per ora non
ci è stato inviato nulla».
Santilli promette che l’a-
nalisi si farà, e aggiunge:
«Sulla pellicola compare la
parola “Koda”, seguita da
un quadrato e un triangolo,
come in tutte quelle del
1947». Certo, ma ciò vale
anche per quelle del 1967.
4) Alla proiezione pub-
blica del 20 agosto è mo-
strata una videocassetta,
non la pellicola originale.
E per giunta digitalizzata e
ritoccata, come ha dichia-
rato lo stesso Santilli, «per
migliorarne la qualità». ■
✹ P R I S M A Addio agli esperimenti su animali?

■ Gastronomia Batteri e computer

Il pollo è più buono, se
ha mangiato lo zenzero
S e condita prima con la
giusta dose di spezie,
la carne del pollo è
molto più buona. Ma
prima di che cosa? Della
macellazione. Come si fa?
Basta nutrire il pollo con
mangimi ai quali sono
state mescolati noce
moscata e pepe, peperon-
cino, chiodi di garofano
e zenzero. La scoperta è
stata fatta dagli scienziati
della società giapponese
Kanegafuchi, che hanno
avviato il procedimento.
Le cosce dei primi polli
Cosce di pollo
avviate alla
congelazione, in
una fabbrica
giapponese. Le
spezie rallentano
il processo
di ossidazione
dei grassi più
della catena
del freddo.
nutriti in questo modo
sono state valutate da
una équipe di 22 gustato-
ri, che hanno giudicato la
carne “speziata” migliore
di quella tradizionale.
Inoltre, a macellazione
avvenuta, il prodotto si
conserva meglio, rispetto
alla refrigerazione. «Que-
st’ultima infatti non rallen-
ta totalmente il processo
di ossidazione dei grassi,
che è la principale,
causa del deterioramento
della carne», ha spiegato
un tecnico della società.
per salvare il coniglio
Irimenti
n Italia ogni anno ven-
gono impiegati per espe-
in laboratorio circa
3 milioni di animali. Limi-
ti severi a questo uso stan-
no però per essere intro-
dotti dopo un provvedi-
mento della Comunità eu-
ropea: è per esempio pre-
visto entro il 1998 il divie-
to assoluto dell’impiego
dei conigli, o di altri ani-
mali, per i test sui cosmeti-
ci, e ne viene caldeggiata
una riduzione anche nel-
l’ambito dell’industria far-
maceutica. Come verran-
no effettuati dunque mol-
ti esperimenti in futuro?
Con una serie di sistemi al-
ternativi.
● Microrganismi. Il Pho-
tobacterium phosphoreum,
un batterio luminescente,
rivela per esempio in mo-
do immediato la presenza
di sostanze chimiche irri-
tanti: quando sono pre-
senti, esso perde infatti la
sua capacità di bril-
lare nel buio.
● Colture di
cellule. I batteri
sono molto diversi
dall’uomo, e non
sempre i test basa-
ti su di loro si pos-
sono ritenere vali-
di. Per essere an-
cora più certi che
la reazione sia si-
mile a quella uma-
na, si può fare la
prova su una coltu-
ra di cellule, prele-
vate dalla pelle o
da altri organi.
● Animali già
morti. Per gli esperimenti Un lembo di pelle sintetica
si possono utilizzare parti prodotta in laboratorio.
di animali che vengono uc-
cisi per altri motivi: gli oc- sentono infine di prevede-
chi delle mucche, per e- re gli effetti biologici di al-
sempio, possano essere u- cuni composti. Come?
sati per i test sui cosmetici. Partendo dalla elabora-
● Simulazioni al com- zione della disposizione
puter. Modelli matemati- spaziale degli atomi in una
ci e software speciali con- molecola. ■

■ Protesi ■ Nuovi materiali ■ Novità

Seno artificiale: certo, Il superpacco che si Non c’è la

purché sia alla soia
I l silicone, negli interven-
ti di chirurgia plastica al
seno, è pericoloso? Basta
sostituirlo con qualcosa di
più naturale, per esempio
la soia. La notizia viene
dalla Svizzera, dove a Neu-
châtel ha sede la Lipoma-
trix, che ha
realizzato u-
na nuova
protesi del
seno riem-
pita con olio
di soia inve-
ce che si-
lico-
ne. Il prodotto, autoriz-
zato dalla commissione
competente in materia,
all’Unione europea, ha
due vantaggi: non inne-
sca una reazione di riget-
to da parte del sistema
immunitario, e rende più
semplice scoprire l’even-
tuale insorgere del can-
cro alla mammella.
Le protesi, che verran-
no messe in commercio
entro questo autunno,
contengono anche un
chip con indicata la data
dell’impianto (la sostitu-
zione di un seno di que-
sto tipo avviene nel giro
di una ventina d’anni) e
le sue “caratteristiche”.
scioglie nell’acqua
Alicola,ll’apparenza
una comune pel-
è
e può avere
svariati usi: nell’in-
dustria tessile e de-
gli adesivi, nell’indu-
stria alimentare e in
quella della carta.
Non a caso, infatti, il
suo primo uso è sta-
to quello di avvol-
gervi i rotoli di carta igienica
(vedi foto) e quelli da cuci-
na. Ma la Mavinsol è un ma-
teriale a base di Pvoh (al-
col polivinilico) studiato per
sostituire il polietilene: è in-
solubile a oli e grassi, im-
permeabile ai gas (ma per-
meabile al vapore acqueo).
Soprattutto è idrosolubile.
A contatto con l’acqua,
cioè, l’involucro si scioglie,
riduce il suo volume e, nel
giro di pochi giorni, si de-
grada completamente sen-
za rilascio di residui tossici.
L’ideale dunque per la con-
fezione di quei materiali de-
stinati a essere immersi o
disciolti in acqua senza che
ne sia rimosso l’imballag-
gio: biancheria ospedalie-
ra, candeggianti, insettici-
di e così via.
corrente? Ecco
la radio a molla
S embrano radio ordi-
narie, ma vanno a
molla: caricandole con la
chiavetta, come i giocatto-
li, si aziona un generatore
che consente alla radio di
funzionare per 40 minuti.
L’invenzione è del suda-
fricano Trevor Baylis, e
dovrebbe consentire alle
tribù più isolate di riceve-
re notizie utili dal mondo
(per esempio, come com-
portarsi in caso di epide-
mia). La radio a molla
costerà circa 30 dollari:
la società Baygen ne
produrrà 20 mila entro
quest’anno, ma a pieno
regime si potrà arrivare
a un milione di pezzi.
✹ P R I S M A
Manager americani in crisi
Europa, bella
e impossibile...
VEuropa.
ita dura per gli uomini
d’affari americani in
Secondo uno stu-
dio del gruppo Manning
Selvage &Lee di Londra,
il 97 per cento di 638 ma-
nager americani intervista-
ti ha ammesso di aver do-
vuto cambiare abitudini e
mentalità, per non creare
attriti con i nuovi partner.
La maggior parte (72%)
ha lamentato una eccessiva
diversità “nell’etica del la-
voro”. Che cosa vuol di-
I N T E R N E T
■ Ciber-etica
Il filosofo e
il computer
In tutti i college
degli Usa una
nuova materia
viene insegnata
sempre più spesso: la
ciber-etica. «Entro il 1996
si terranno in tutto il Paese
almeno 600 corsi di etica
dei computer» dice Terry
Bynum, dirigente del Cen-
tro ricerche su computer
& società, alla South Con-
necticut State university.
A tenere le lezioni sono in
genere docenti di filosofia
ed esperti delle case
costruttrici di computer. Di
Focus 68
re?«In America i dipen-
denti sono soliti arrivare in
ufficio prima che arrivi il
capo, e andarsene solo do-
po che è uscito. Questo è
un esempio», ha spiegato
Alastair Sutherland, auto-
re del sondaggio. Più in ge-
nerale, pare che la vita d’
ufficio sia completamente
diversa, sulle due sponde
dell’Atlantico. Che cosa
c’è di buono, in Europa,
per gli americani? «Lo sti-
le di vita», ha risposto il
N E W S
che cosa si parla? Di tutti i
problemi che possono sor-
gere in un mondo dove la
comunicazione elettronica
sta avendo un ruolo sem-
pre più importante, e dun-
que dei limiti alla privacy
su Internet, della censura
e del copyright (il diritto
d’autore). «La ciber-etica
sta nascendo proprio ades-
so», spiega Bynum. «Siamo
più o meno al punto in cui
la bioetica si trovava all’
inizio degli anni Settanta,
quando si ebbero i primi
problemi legati all’ingegne-
ria genetica». In effetti il
fenomeno è stato provoca-
to dall’uso sempre più
intenso che si fa delle reti,
soprattutto da parte dei
giovani e nelle università.
Una scuola
americana: i
computer sono
già largamente
ammessi
nelle classi. Di
recente sono
stati avviati
anche i primi
corsi sulle
implicazioni
legali delle
attività nel
ciberspazio.
Mentalità differenti
64% degli intervistati. «Il
modo di vivere in campa-
gna all’europea», ha am-
messo il 52%. E che cosa
invece trovano insoppor-
tabile? Il basso livello dei
divertimenti (19%) e la vi-
ta nei quartieri urbani
(19%). E come risolvere i
problemi e andare oltre al-
■ Cronaca nera
Caccia al porno
telematico
La polizia inglese
a caccia dei ma-
niaci che operano
in rete: nove
persone sono state infatti
arrestate in Inghilterra
nel corso dell’operazione
internazionale Starbust
(che ha interessato anche
Hong Kong, Stati Uniti, Ca-
nada, Sudafrica e Germa-
nia), e che mirava a sman-
tellare un circuito porno-
grafico attivo su Internet.
Le indagini sono iniziate
quando proprio a Birmin-
gham sono stati identificati
sette “cibernauti” che
immettevano in rete (e a
pagamento) materiale por-
no, riguardante soprattutto
bambini e bambine anche
in tenera età. «Non è stato
facile», ha ammesso David
Davis, capo della squadra
investigativa di Birmin-
gham. «Ma proprio la strut-
tura di Internet, che unisce
persone in ogni parte del
pianeta, ha favorito anche
l’unione e il lavoro comune
di tante diverse polizie».
Una riunione d’affari. L’etica Usa è diversa dalla nostra?
le diversità? L’86% dei
manager americani lo ha
fatto imparando bene la
lingua locale (86%), assi-
milando la cultura del luo-
go (69%) e ascoltando il
■ Cartoons
C’è un sito
per Topolino
Da qualche mese
l’Anonima Fumetti
-Italian cartoonist
society è presen-
te su Internet con lo scopo
di promuovere, a livello
mondiale, il fumetto
italiano di qualità. Il sito
(http://www.alpcom.it/
fumetti/) offre schede e
immagini delle opere dei
maggiori autori italiani,
bibliografie in diverse lin-
gue, notizie su manifesta-
zioni e saloni, segnalazioni
di corsi di fumetto nonché
“link” (cioè connessioni)
con altri importanti “siti”
fumettistici. Fra questi
ultimi c’è Cartoonet, la rete
europea del fumetto, con
notizie su associazioni, mu-
sei e saloni in tutta Europa.
Molto importanti sono
più spesso possibile i di-
pendenti locali (64%). E
qualcosa di buono in Eu-
ropa deve pur esserci, per-
ché questi stessi manager,
una volta ritornati negli
Usa, hanno fatto adottare
nei vecchi uffici le nuove
abitudini acquisite in
Europa. ■
Il marchio della
Anonima
Fumetti, una
associazione
che ha aperto
il primo “sito”
su Internet per
la promozione
del fumetto
italiano.
anche i siti disneyani, dove
si possono addirittura
trovare trailer di film, cioè
veri filmati, immagini di te-
lefilm, e si può conversare
con altri appassionati del-
l’animazione e del fumetto
disneyani, in ogni parte
del pianeta. Esistono anche
la possibilità di inviare mes-
saggi agli autori preferiti,
e quella di accedere ad
ArtComic, dove si trova il
“fumetto informatico”, cioè
quello fatto apposta per
essere fruito solo via com-
puter. L’Anonima Fumetti
è una associazione senza
fini di lucro, per la promo-
zione della “narrativa dise-
gnata” e dei suoi autori. Ha
la propria sede nazionale a
Torino, in via Germanasca
6 (tel. 011/4333504), e
sta attualmente studiando
un’altra iniziativa elettroni-
ca via Internet, per portare
il fumetto italiano e i suoi
autori a tutte le scuole
collegate con Internet.
✹ P R I S M A
Una tomografia
computerizzata
(con raggi X)
per determinare
lo stato
di salute
di una pianta.

Se aumenta l’anidride carbonica...

Macché asfissia,
il pino se la ride
Q uali vegetali cresceran-
no sulla Terra, quando
l’atmosfera sarà ancora più
ricca di anidride carboni-
ca? Per scoprirlo, un grup-
po di ricercatori americani
ha sottoposto a condizioni
di “quasi asfissia” una fo-
resta di pini del Nord Ca-
rolina. Risultato: le piante
che ne hanno ricevuto una
razione extra non solo non
hanno sofferto, ma sono
cresciute più velocemente
di quelle non sottoposte al-
l’esperimento. Per le pian-
te l’anidride carbonica è in
effetti fondamentale: par-
tendo dagli atomi di car-
bonio, ed elaborandoli tra-
mite la luce del sole in una
reazione chimica, la foto-
sintesi, costituiscono le mo-
lecole organiche complesse
necessarie alla loro cresci-
ta. Nel periodo precedente
alla rivoluzione industria-
le, la concentrazione del-
l’anidride carbonica nell’a-
ria era di 280 parti per mi-
lione. Ora siamo arrivati a
355 parti per milione, e nel
prossimo secolo si dovreb-
be superare quota 500. Per
le piante tanto carbonio in
più sembra essere un van-
taggio: è materiale dispo-
nibile per la fotosintesi. Ci
potrebbero però essere dei
problemi: una crescita
maggiore avrebbe bisogno
di più acqua, ma in un pia-
neta con la temperatura
aumentata di molto pro-
prio a causa dell’effetto
serra potrebbe non essere
facile reperire le risorse
idriche necessarie.

DA LEGGERE
Homunculus quali la storia è stata
cambiata da un evento
di James P. Blaylock straordinario. In “Ho-
Bompiani, L. 15 mila munculus”, la Londra
del 1870 è visitata da
■ Ciberspazio, colle- astronavi aliene, che
gamenti uomo-mac- sconvolgono le flem-
china, realtà virtuale? matiche accademie
Ormai tutti ne parlano scientifiche britanni-
e tutti ne scrivono. Co- che. Nel risulta un sin-
sì alcuni autori di fan- golare incrocio tra fan-
tascienza hanno deci- tascienza e romanzo
so di battere una stra- punk. Questi romanzi storico, reso credibile
da nuova, battezzata sono ambientati nel dall’accurata ambien-
“steampunk” (ossia passato, con una par- tazione, con studiosi
“punk a vapore”), in ticolare predilezione impegnati in pratiche
contrasto con la super- per l’Inghilterra vitto- alchimistiche ed espe-
tecnologica corrente riana, e descrivono rimenti sulla rianima-
letteraria del ciber- universi alternativi nei zione dei cadaveri.

Focus 70
 ✹ P R I S M A
Nuove ipotesi dagli Stati Uniti
Può una balena
essere mancina?
Aprevalenza
nche le balene possono
essere mancine, ma in
usano le parti
destre del corpo, più o me-
no come gli esseri umani.
La scoperta è stata fatta da
alcuni ricercatori della
Smithsonian institution,
■ Automazione
Pronto, chi parla?
disse il telefono
Aprodigio
ddio, vecchia segreteria telefonica:
è arrivato Call Minder. Un nuovo
dell’elettronica? No, più
semplicemente il più recente servizio
offerto dalla compagnia telefonica
inglese British Telecom (nella foto,
l’antenna della sede londinese):
i messaggi diretti agli abbonati
vengono registrati a livello centrale,
quando l’utente non c’è o sta telefo-
nando. Ogni abbonato ha a sua
disposizione fino a 30 minuti di regi-
strazione, che può riascoltare digitan-
do sul proprio apparecchio un codice
numerico personale. Per informare
che c’è un messaggio in attesa, il Call
Minder provvede a trasformare il se-
gnale di libero del telefono in un bip-
bip intermittente. E se l’utente non
lo nota, il sistema arriva addirittura a
telefonare, spiegando con una voce
elettronica qua-
le sia la proce-
dura da seguire
per riascoltare
il messaggio.
Il servizio costa
4,99 sterline
al trimestre,
poco più di
12 mila lire.
Il balzo del
gigante
Lo spettacolare
balzo fuori
dall’ acqua di
una megattera.
E’ presente in
tutti gli oceani,
ma corre
il rischio d’
estinzione: se
ne contano meno
di diecimila.
dopo aver notato una irre-
golarità nel muso delle me-
gattere: cioè una serie di
incisioni e graffi nella parte
destra della mascella supe-
riore. Una semplice coin-
cidenza? No, sostengono i
ricercatori americani. Essi
hanno infatti scoperto che
quando le megattere cac-
ciano gli animali che vivo-
no sul fondo dell’oceano,
seguono le prede e le af-
fiancano su un lato prima
di catturarle. Ma l’80 per
cento delle balene svolge
questa operazione con il la-
to destro. Inoltre, quando
risalgono per nuotare in
superficie le megattere mo-
strano un comportamento
caratteristico: battono l’ac-
qua con una pinna, ma uti-
lizzando soprattutto (nel 75
per cento dei casi osserva-
ti) quella destra. La preva-
lenza di una parte del cor-
po sull’altra finora era sta-
ta riscontrata soltanto nel-
l’uomo, e veniva ritenuta
una prova della superiorità
del suo cervello. Il fatto che
anche le megattere abbia-
no una parte dell’encefalo
più sviluppata, e preposta a
un’ organizzazione più ef-
ficiente delle funzioni, può
far supporre che tra il cer-
vello animale e quello u-
mano ci siano meno diffe-
renze di quanto sia sem-
brato finora. ■
 ✹ P R I S M A
Inventata dai matematici inglesi
Ecco la formula
della criminalità
Un laboratorio della polizia
scientifica, a Scotland Yard.
Lcriminali
a statistica può servire
a scoprire le tendenze
di un individuo?
E’ il problema che si sono
posti i matematici dell’uni-
versità di Warwick, in In-
ghilterra, che hanno ope-
rato sulla base di informa-
zioni su un grosso campio-
ne di criminali, fornite dal
ministero degli Interni di
Londra. L’équipe di stati-
stici, guidata dal professor
John Copas, è così arrivata
a definire una formula
complessa, per calcolare
quante probabilità ha di
“ricaderci” una persona
che ha già commesso un
reato. La formula è stata
■ Animali in estinzione
Una compagna doc per Spix
S i chiama “pappa-
gallo di Spix” (no-
me scientifico “Cya-
era quello di farlo ac-
coppiare. Adesso un
gruppo di esperti ha
nopsitta spixi”) ed è identificato, fra gli e-
forse l’uccello più ra- semplari tenuti in cat-
ro del mondo. Addi- tività (foto qui sotto),
rittura fino agli an-
ni Ottanta si pen-
sava fosse estin-
to, almeno nelle
zone di origine: in-
vece nel 1990 ne
è stato scoperto
un esemplare nel-
la foresta nel nord
est del Brasile. Il
problema dunque
pubblicata dal quotidiano
The Independent:
S = 31-A-C+75 Vg +K
F+S
Le lettere nella formula
indicano una serie di dati
giuridici o penitenziari. A,
per esempio, è l’età del cri-
minale, C il numero di de-
tenzioni subite in età gio-
vanile, Vg è il totale degli
arresti precedenti, F è il nu-
mero di anni della più re-
cente condanna. Quanto a
K è una variabile che di-
pende dall’entità dell’ulti-
mo reato. Alla fine si do-
vrebbe arrivare a un nu-
mero che, arrotondato se-
condo criteri proposti dal
professor Copas, indiche-
rebbe le probabilità di
commettere un nuovo cri-
mine. Come è stata accolta
la formula da parte degli
addetti ai lavori, cioè i po-
liziotti di Scotland Yard e i
giudici? Con aperto sarca-
smo. «Non ci vogliono for-
mule per scoprire che se
hai compiuto molti delitti
da giovane, probabilmen-
te continuerai anche in età
adulta». ■
una femmina che,
dopo l’esame del
Dna, è stata giudica-
ta “altamente com-
patibile” con il so-
pravvissuto. E’ stata
liberata nella zona
ove quest’ultimo vive,
e pare che i primi ac-
coppiamenti siano av-
venuti. Siamo in atte-
sa delle uova. Il pap-
pagallo di Spix è del
genere Ara, è blu e
ha una lunga coda.
La sua storia è finita
perfino sul “Times”!
 ✹ P R I S M A
Cee: i fuorilegge della cosmetica
Occhio alla crema!
Allarme trucco
Sopra, preparazione di
cosmetici. In molti di essi
sostanze ormai proibite.
Iconosciuto
l suo nome scientifico è
psoralene, ma è anche
come 5-mop. E’
un additivo impiegato nel-
la preparazione delle cre-
me solari, ed è stato messo
fuorilegge dalla Comunità
europea. Il Comitato scien-
tifico di cosmetologia
(composto da medici, bio-
logi, chimici e tossicologi)
ha infatti stabilito che, se
assunto in quantità rile-
vanti, questo additivo po-
■ Bambini & Cd-rom
Il computer per maestro
S i impara di più cliccan-
do su un mouse, da-
vanti a un computer, che
leggendo un libro. Lo assi-
cura la rivista americana
“Reading Psychology”, che
ha pubblicato i risultati di
uno studio compiuto su
bambini in età scolare.
«Usando un Cd-rom, e clic-
cando su una parola, un
alunno ne può sentire la
pronuncia, può averne la
definizione da vocabolario,
ed esempi di u-
so nel contesto
di una frase», ha
dichiarato Mary-
lin Moore, una
delle ricercatrici
che hanno con-
dotto lo studio
sugli alunni delle
scuole elemen-
tari. «Mentre leg-
trebbe essere cangeroge-
no. Dunque la sua concen-
trazione deve essere infe-
riore a un milligrammo per
chilo di prodotto. L’effetto
della decisione colpisce so-
prattutto le creme francesi
Bergasol, che però potran-
no essere vendute ancora
fino al giugno del 1997, in
modo da lasciare all’indu-
stria il tempo di esaurire le
scorte! Ugualmente sono
state poste sul banco degli
gono sullo schermo, e tro-
vano un termine che non
comprendono, i bambini
non devono interrompersi
e chiedere spiegazioni al
maestro, come farebbero
se stessero leggendo un li-
bro. Gli basta fare clic».
Posti a confronto con i
bambini che avevano stu-
diato sui libri, quelli che
hanno studiato sui Cd-rom
si sono dimostrati in ge-
nere più preparati.
imputati anche altre so-
stanze: il muschio “am-
brette”, il benzetonio, la fe-
nolftaleina e tutti quei co-
smetici a base di tessuti,
cellule o prodotti d’origi-
ne umana (come la pla-
centa). Che sono contenu-
ti in oltre 300 diversi pro-
dotti. Ma anche questi po-
tranno essere venduti fino
al 1997. Nel frattempo, chi
vuol tutelarsi, presti atten-
zione all’etichetta! ■
■ Pertosse
Arrivano
i nuovi vaccini
S tanno per arrivare
i nuovi vaccini contro
la pertosse. Una serie di
test è stata condotta,
parallelamente, dall’Istituto
superiore di sanità di Roma
(su 15.600 bambini) e
dall’Istituto svedese per
il controllo delle malattie
infettive di Stoccolma (su
9.800 bambini), che hanno
valutato l’efficacia e la
mancanza di effetti collate-
rali di quattro tipi di vaccini,
sviluppati da diverse multi-
nazionali farmaceutiche. In
particolare è stata verifica-
ta l’efficacia preventiva
nell’84 per cento dei casi
dei vaccini cosiddetti
“acellulari”, che non con-
tengono cioè cellule uccise
del batterio Bordetella per-
tussis, responsabile della
malattia, ma solo di alcune
proteine in esso contenute.

Un tempo era tutto chiaro: la minaccia veniva dal Patto di Varsa via. Oggi i pericoli per il nostro Paese hanno origini più varie
P
er molti anni una buona
parte dei cittadini si è disin-
teressata del destino delle
Forze armate. I partiti della
sinistra istituzionale le vedevano
con forte sospetto, e il pacifismo
laico e religioso le osteggiava aper-
tamente. E poi c’erano le mamme
italiane, cui il servizio militare è
sempre apparso come la cosa più
atroce potesse capitare a un figlio.
Il mondo dei militari reagiva chiu-
dendosi ancor più in se stesso, e
spesso dando ampi motivi di giu-
stificazione a chi l’accusava. Ma
tutto cambia. Il papa è arrivato
a parlare di “guerra giusta” pur di
salvare i diseredati della Bosnia, e
un interessante dibattito si è aperto
all’interno della sinistra stessa,
dove il segretario del Pds Massimo
D’Alema ha parlato di “dovere
della forza”, e un ideologo storico
come Vittorio Foa ha ammesso gli
errori dell’antimilitarismo del
passato. Paradossale: a frenare ora
sono proprio i capi militari, consci
dell’inadeguatezza cui sono state
ridotte le Forze armate italiane.
Finalmente, però, il problema
è stato posto. Il primo diritto di un
Paese è quello alla sicurezza, e lo
sanno bene cittadini di Stati come
la Svezia, l’Olanda o la Svizzera,
tradizionalmente pacifici ma
armatissimi. Vediamo, in questo
dossier, come sono fatte le nostre
Forze armate, come cambieranno,
e di che cosa hanno bisogno per
svolgere efficacemente il loro ruolo.
Remo Guerrini
Alpini in esercitazione sulle Alpi orientali. L’Italia dispone
di quattro brigate alpine, che fanno capo al IV corpo d’armata
alpino, con comando a Bolzano.
IN MONTAGNA
Difendersi.
Ma da chi?
I
l cambiamento è avvenuto al-
la fine degli anni Ottanta. Fi-
no ad allora, infatti, la strut-
tura militare del nostro Paese
era organicamente inserita in quel-
la dell’Allenza atlantica, con com-
piti ben stabiliti e riferiti al nemico
naturale, il Patto di Varsavia. L’
esercito doveva presidiare la “so-
glia di Gorizia”; la marina difen-
dere le vie di rifornimento nel Me-
diterraneo e opporsi (con le flotte
di Francia, Spagna, Grecia, Tur-
chia e Stati Uniti) alle navi sovie-
tiche; l’aeronautica proteggere i
cieli e, con i cacciabombardieri
Tornado, portare in caso di con-
flitto l’attacco in profondità verso i
Paesi orientali. Il mondo era bloc-
cato nella contrapposizione fra Est
e Ovest, e l’ombrello atomico ame-
ricano ci proteggeva. Una situa-
zione semplice, tutto sommato.
Poi la caduta del muro di Berli-
no, la dissoluzione dell’Unione so-
vietica, il frantumarsi del Patto di
Varsavia hanno rappresentato uno
choc: da una parte c’è stata una
forte diminuzione delle tensioni
militari in Europa, ma contempo-
raneamente gli innumerevoli con-
flitti che la contrapposizione fra
oriente e occidente aveva conge-
lato si sono riaccesi. E ogni singo-
lo Paese, pur continuando a far
parte di organizzazioni internazio-
nali si può veder costretto anche
ad assumere ruoli propri, in con-
flitti limitati, ma non meno gravi.
Mai come negli ultimi anni, anzi, le
Forze armate italiane sono state
impegnate in difficili attività ope-
rative reali (dalla guerra del Golfo
all’intervento in Somalia). Tutto
questo porta alla necessità di sa-
per immaginare gli scenari nei qua-
li i nostri soldati potrebbero oggi
trovarsi a operare.
La Centrale di comando e controllo, della fregata missilistica Espero.
Come questa, sofisticata ed efficiente, ce ne sono otto, con
sistemi antimissile, cannoni ed elicotteri.
SUI MARI
● Mediterraneo orientale e
meridionale
I vertici della Nato ritengono che
una minaccia alla sicurezza dei
Paesi della Alleanza, e quindi del-
l’Italia, sia il fondamentalismo isla-
mico che si sta diffondendo nei
Paesi del Medio Oriente e del
Nord Africa. In questa zona viene
mantenuta una vigilanza discreta
ma costante. La marina usa nor-
malmente unità navali costiere (co-
me i pattugliatori d’altura classe
Cassiopea, con un cannone da
76/62, mitragliere ed elicotteri im-
barcati) che hanno anche il compi-
to di vigilare sui pescherecci italia-
ni. L’aeronautica ha a disposizione
gli aerei che fanno capo alla III Re-
gione aerea (cioè dell’Italia meri-
dionale): quelli da attacco, cioè
Tornado Ids e Amx, gli intercetta-
tori F 104 e, di recente, anche i
nuovi Tornado F 3 (cioè da inter-
A cura di Lorenzo D. Mariani
e Massimo Ferrari DOSSIER: LE FORZE ARMATE
La mappa
del rischio
Nella cartina
a lato, le “direttrici
* Guerra nei Balcani di rischio”
* Problemi di vicinato con previste oggi per
Slovenia e Croazia il nostro Paese.
* Immigrazione clandestina Secondo gli studiosi
* Contrabbando dell’Alleanza
atlantica elementi
da considerare,
all’interno di questi
scenari, sono:
1, il ritorno del
secolare sogno
* Fondamentalismo imperiale russo,
islamico
d’origine zarista
* Tensioni legate al e mai sopito.
* Fondamentalismo problema palestinese
islamico 2, la proliferazione
* Tensioni nelle aree nucleare nel
ex coloniali terzo mondo.
* Immigrazione 3, il ritorno
clandestina dei conflitti etnici,
attizzati dalle
divisioni sempre
più marcate fra
il Nord e il Sud
del mondo.
cettazione). Per scoprire l’eventua- “Sharp vigilance”, che ha il com- Nato impegnati nelle missioni missioni partecipano di solito eser-
le presenza di sommergibili si im- pito di far rispettare l’embargo con “Deny flight”, cioè i voli di sorve- cito, marina, e aeronautica insie-
piegano elicotteri antisom e aerei la Serbia decretato dall’Onu. Navi glianza sull’ex Jugoslavia. Sono an- me. Quattro pattugliatori navali
pattugliatori Atlantic. Altri aerei minori pattugliano il mare Adria- che stati messi a disposizione 8 costieri italiani, inoltre, fanno par-
(in genere i G 222 in versione da tico per fermare gli immigrati Tornado da bombardamento. te delle forze dell’Onu che devono
guerra elettronica) sono impiegati clandestini che arrivano sia dalle garantire il rispetto dei trattati di
per l’ascolto delle comunicazioni. zone di guerra, sia dall’Albania. ● Area africana e arabica pace tra Egitto e Israele. Un con-
L’esercito, sempre per impedire Sono aree importanti vicine ai tingente di gruppi speciali (o-
● Mare Adriatico e Balcani gli ingressi clandestini e per bloc- nostri confini. Qui le forze armate perazione Ippocampo) è stato im-
E’ la zona più delicata. Attual- care il traffico di armi e droga, con- italiane sono intervenute parteci- piegato in Ruanda per rimpatriare,
mente la marina con le sue fregate trolla le coste pugliesi e la frontie- pando alle missioni volute dall’O- con aerei da trasporto dell’aero-
(classe Maestrale e Lupo) e cor- ra con la Slovenia. L’aereonautica nu: le più recenti sono le operazio- nautica, i nostri connazionali resi-
vette (classe Minerva) collabora fornisce in sette basi aeree il sup- ni Unosom in Somalia e Onumoz denti in quel Paese dove è in corso
all’operazione internazionale porto tattico e logistico agli aerei in Mozambico. A questo tipo di una guerra civile. ■
Marines del battaglione San Marco, nel corso di una esercitazione La manutenzione di un cacciabombardiere Tornado Ids, cioè la
Nato in Sardegna: circa 850 uomini con veicoli corazzati da trasporto versione da attacco al suolo. Per questo velivolo si stanno
truppe, mortai e missili anticarro. acquistando bombe a guida laser.
SUL TERRENO IN CIELO

Esercito, marina, aeronautica: ecco su quali forze può contare
Radiografia di un’ armata
C
ome sono organizzate le
Forze armate italiane?
Di quanti uomini e di
quali armi dispongono?
Ecco i dati, che si riferiscono alla
fine del 1994.
● Esercito: da rimodernare
In totale ne fanno parte circa
200 mila uomini, 145 mila dei qua-
li sono di leva. Le sue unità sono
distribuite sul territorio nazionale
e si distinguono in “esercito da
campagna”, che comprende le
truppe destinate alle operazioni
dirette contro il nemico, e in unità
di “difesa territoriale”, destinate
alla difesa di particolari zone del
Paese. Esercito di campagna. E’
diviso in tre corpi di armata, che
hanno rispettivamente sede a Mi-
lano (il III), a Bolzano (il IV) e a
Vittorio Veneto (il V). Ogni corpo
di armata dispone di varie brigate
(meccanizzate, corazzate, di arti-
glieria e così via). Il corpo di ar-
mata di Bolzano, in particolare,
comprende anche le quattro bri-
gate alpine. Dell’esercito di cam-
pagna fa parte anche la difesa ae-
rea, che ha fra l’altro quattro reg-
gimenti con 126 rampe per missili
Hawk, piuttosto vecchi. Dipendo-
no dall’esercito anche una sessan-
tina di velivoli leggeri e 329 elicot-
teri. Difesa territoriale. E’ suddi-
visa in sette regioni militari in tut-
to il territorio nazionale, a ognuna
delle quali fanno capo brigate
meccanizzate. L’esercito dispone
di 1200 carri armati M60A1 e Leo-
pard 1, vecchi o comunque obso-
leti. Ci sono circa 200 ottime auto-
blindo Centauro B-1, e oltre 3.600
veicoli corazzati per il trasporto
delle truppe. L’artiglieria campale
possiede circa 940 cannoni di cali-
bro variante da 105 a 203 millime-
tri. I cannoni semoventi di grosso
calibro sono circa 300.
● Aeronautica: da
ringiovanire
Dispone di 74 mila uomini, or-
ganizzati in tre regioni aeree con
comandi a Milano (la I), a Roma
(la II) e a Bari (la III). In tutto le
basi dell’aeronautica sono una
ventina e gli aerei da combatti-
mento sono 385 più 123 di riserva.
In particolare sono operativi: 70
cacciabombardieri Tornado Ids
per l’attacco a lunga distanza; 72
cacciabombardieri leggeri AM-X
di produzione nazionale; 120 vec-
chissimi F-104 per la difesa e l’in-
terdizione; 86 MB 339 per l’adde-
stramento e il supporto tattico leg-
gero. Abbiamo inoltre ancora 59
vecchi caccia G-91, 54 aerei da tra-
sporto G 222 e C 130, 18 aerei per
collegamento e guerra elettronica.
Sono dell’aeronautica, anche se
l’impiego operativo spetta alla ma-
Difendere e
offendere
L’incrociatore
Garibaldi, con un
equipaggio di
825 uomini. A
poppa, i primi tre
caccia Harrier a
decollo verticale,
per la difesa
della nave e
l’attacco al suolo.
Sono già
stati impiegati
in Somalia.
rina, 18 aerei Atlantic per la lotta
antisommergibili.
● Marina: da rinvigorire
Può contare su circa 45 mila uo-
mini. Le basi principali sono, la
Spezia e Taranto. Secondarie: la
Maddalena, Augusta e Brindisi.
Le navi maggiori di cui dispone,
costruite in Italia, sono: due incro-
ciatori (il portaerei Garibaldi e il
Vittorio Veneto) quattro caccia-
torpediniere (De la Penne, Mim-
belli, Audace, Ardito), otto frega-
te della classe Maestrale, quattro
fregate della classe Lupo, una fre-
gata della classe Alpino (in tra-
oggi il nostro Paese Molto bene, molto male
Atrascurate
nche in Forze armate
come quelle italiane,
per parecchi
anni, ci sono, accanto a
molti punti deboli, anche
punti forti.
■ I punti forti
Lo sono sicuramente i re-
parti d’élite dell’esercito
e della marina (i parà
della Folgore, il batta-
glione San Marco, gli in-
cursori del Comsubin, le
sformazione come nave appoggio unità alpine, la brigata
e comando cacciamine), otto cor- Garibaldi dei bersaglieri).
vette della classe Minerva. Ci sono Ben equipaggiata l’arti-
poi dieci sommergibili, sei aliscafi, glieria, e ottimo l’elicot-
15 cacciamine e tre grandi unità tero A 109 Mangusta.
anfibie (San Giorgio, San Marco, Fra le armi individuali ec-
San Giusto). Inoltre, sono in servi- celle il nuovo fucile d’as-
zio due rifornitrici di squadra e un salto della Beretta AR-
centinaio di altre navi minori. La 70, calibro 5,56 mm.
Per l’aeronautica il ner-
marina possiede anche una pro- bo è costituito dai gruppi
pria aviazione composta dai cac- di volo con i Tornado,
cia a decollo vertciale 8B Harrier (compresi i 24 Tornado
II e 89 elicotteri. Dalla marina di- F3 da intercettazione,
pendono anche il comando subac-
quei e incursori e il battaglione di
fanteria da sbarco San Marco, che
ha 850 uomini. I nostri marines. ■
A sinistra, l’elicottero anticarro Mangusta A-109, prodotto dalla Agusta.
A destra, un lanciamissili Stinger (ce ne sono in dotazione 145).
presi in leasing dalla Raf)
e gli Amx. Il sistema
contraereo Spada, inte-
ramente italiano, è all’al-
tezza delle migliori rea-
lizzazioni straniere.
La marina ha ottime tra-
dizioni. I caccia Audace
e Mimbelli, la Garibaldi e
le fregate sono prodotti
di grandissima qualità.
Punti di forza sono, più
in generale, i cannoni
Oto Melara (127 mm e
76 mm Super rapido), i
complessi binati Breda, i
radar di scoperta, tiro e
navigazione, i missili Te-
seo (antinave) e Albatros
(antiaereo).
■ I punti deboli
I mezzi corazzati dell’e-
sercito (M60A1 e Leo-
pard) sono tutti superati
e da sostituire. Vecchi
anche molti mezzi per
trasporto truppe M113,
DOSSIER
VCC1 e VCC2. Molti re-
parti hanno ancora in do-
tazione il fucile Garand,
vecchio di cinquant’anni.
La marina ha buone navi,
ma il loro numero è scar-
so: servirebbe almeno un
altro Garibaldi (da tem-
po si parla del Mazzini).
Debole anche la compo-
nente sottomarina (sol-
tanto 1O unità).
L’aeronautica è carente
nella difesa: i caccia F-
104 sono tutti da sosti-
tuire, ma l’Efa, cioè l’Eu-
rofigther sviluppato con
partner europei, sarà in
linea forse fra una decina
d’anni. Mancano aerei
Aew (sorveglianza radar
in volo) da tempo inutil-
mente richiesti. La com-
ponente da trasporto
(Hercules C-130 e G-
222) è ormai sovrasfrut-
tata e ai minimi termini.
 DOSSIER
Allearsi è meglio Carro su
ipotizza una ferma di soli 6 mesi,
BREVE GUIDA
dedicati a una preparazione inten-
L’ Italia aderisce a
una serie di allean-
ze militari e di organiz-
na è integrata nel più
vasto sistema d’allar-
me dell’Alleanza (Nad-
carro
Un Leopard
sissima), e più professionisti. Que-
sto porterà a una drastica riduzio-
AL LINGUAGGIO
zazioni internazionali. ge) che va dal circolo attraversa un ne del numero di uomini sotto le DA CASERMA
Ecco le principali. polare artico al mar torrente grazie a armi (si passerà dagli oltre 370 mi-
● Nato. O meglio: un ponte gettato
“organizzazione del
trattato del nord Atlan-
Caspio. Aviatori italiani
partecipano poi alla
forza internazionale
da un “carro
gettaponti”.
la di oggi a 250 mila) e all’elimina-
zione di attrezzature, edifici e uffi-
ci vecchi e inutili, per risparmiare
P er comprendere l’attuale
organizzazione delle Forze
armate è necessario conosce-
tico”. L’Italia vi aderì alleata di allarme denaro e impiegarlo per comprare re alcuni termini di base.
nel 1949. Ne fanno precoce con sede in nuove armi e attrezzature. Reggimento. E’ l’unità opera-
parte 16 Paesi, com- Germania e dotata di tiva-base. E’ sempre “monoar-
presa l’Islanda, la Da- velivoli Awacs E-3 Sen- ma”, comprende da 800 a 900
nimarca, il Portogallo. try (quelli che manca- ● Esercito uomini, a loro volta suddivisi
E’ un trattato di mutua no alla nostra aero- Avrà 150 mila uomini, almeno in un battaglione, più i servizi
difesa: se per esempio nautica). Infine l’Italia 60 mila dei quali saranno profes- di comando e supporto. Un
Malta aggredisse fornisce un comando sionisti (cioè volontari con ferma reggimento comprende,
l’Italia, gli islandesi di divisione e 5 brigate minima da 3 a 5 anni). Sarà alleg- di norma, tre compagnie, più
dovrebbero correre a alla Forza di reazione gerita la parte amministrativa e bu- una compagnia comando.
difenderci (e lo stesso rapida dell’alleanza, rocratica: spariranno quattro co- Brigata. Una brigata tipo,
dovremmo fare noi, se attivata nel 1992. mandi di regioni militari, ispetto- al completo degli effettivi,
i lapponi attaccassero ● Ueo. O meglio: rati d’arma, comandi operativi ter-
comprende oggi quattro
l’Islanda). Il nostro “unione dell’Europa reggimenti: due dell’arma
Paese fornisce alla occidentale”. Si basa ritoriali, magazzini sanitari, base, più uno corazzato o
Nato soldati e aerei sul trattato di Bruxel- distretti, battaglioni di addestra- meccanizzato e uno di artiglie-
per la componente les del 1948 e sui mento reclute, brigate e reggimen- ria. Oltre ai relativi supporti
terrestre e aerea della successivi disposti del ti. Alla fine, disporrà di 13 brigate logistici. Per esempio: una
Forza mobile alleata 1955: è, in sintesi, (oggi sono in tutto 25), delle quali brigata meccanizzata compren-
(Amf-Land e Air), e il braccio armato della cinque o sei saranno composte so- de due reggimenti Bersaglieri
partecipa alla Forza Comunità europea. lo di volontari altamente specia- (o di fanteria meccanizzata)
navale permanente Attualmente forniamo lizzati e le altre di soldati di leva. un reggimento carri e uno
Nato in Mediterraneo alla Ueo navi per la di artiglieria semovente. Fanno
Due o tre saranno motorizzate, tre regola a sé le brigate alpine
(attualmente impiega- forza marittima che,
ta nel blocco della con la Nato, fa rispet- o quattro meccanizzate (cioè tra- e la Folgore, come grande
Serbia). In Italia ha tare l’embargo verso la sportate con veicoli blindati), tre unità aerotrasportata.
sede il comando delle Serbia. In questo mo- corazzate (cioè munite di carri ar- Comandi di corpo d’armata
forze terrestri alleate mento esperti italiani mati), tre o quattro di alpini, una di e di regione militare. Sono
del sud Europa (Ftase, sono tra gli osservatori cavalleria blindata e una di para- i punti principali della catena
Verona) e della quinta militari dell’Ueo che cadutisti. Riduzione complessiva di comando e di controllo.
forza aerotattica allea- attualmente operano del personale del 30 per cento. Ciascuno dispone di un certo
ta (V Ataf, Vicenza). nella ex Jugoslavia. numero di brigate e altri reparti.
Napoli ospita il coman- ● Euromarforce. E’ ● Marina
Gruppo. E’ l’unità minima
do delle forze navali il frutto di un recente dell’aeronautica. Comprende
del sud Europa, e il co- accordo fra Italia, Avrà 40 mila uomini (10.500 vo- da 12 a 15 aerei, se usa
mando supremo Nato Francia e Spagna: si lontari). Dovrà eliminare installa- velivoli da intercettazione, o
per questo scacchiere, tratta di una flotta zioni sanitarie, depositi di muni- da 15 a 18, se impiega velivoli
con varie basi situate comune di pronto zioni e di carburante, magazzini, da attacco (bombardamento)
in tutta la Penisola (le impiego, con comando officine di riparazioni, basi di ap- o supporto tattico. Per il tra-
maggiori: Aviano, Sigo- a Napoli, e di un’unità poggio e un centro di telecomuni- sporto si va da 12 a 15 aerei.
nella, Bagnoli, Pisa). terrestre e anfibia cazioni. Alla fine avrà 18 navi di Stormo. Comprende uno

Difesa virtuale
La catena di controllo (aperta anche prima linea (con due navi maggio-
e avvistamento radar al Portogallo) con
ri), 20 di seconda linea, due gruppi
dell’aeronautica italia- comando a Firenze. di sommergibili, tre di navi per la
lotta alle mine, un gruppo di su-
bacquei e di incursori, uno di aerei
e cinque di elicotteri. Riduzione
complessiva del 20 per cento.
Ecco il nuovo modello per le Forze armate: e sono tutti d’accordo! ● Aeronautica
Avrà 60 mila uomini. Dovrà eli-
minare una regione aerea, quattro
o due gruppi di volo, un gruppo
per il supporto tecnico oparati-
vo e un gruppo per il supporto
logistico oprativo. Più una
squadriglia per i collegamenti
e il soccorso. Presso ciascuno
stormo opera sempre anche
un’unità Vam (Vigilanza
aereonautica militare), per la
protezione della base.
Comando in capo della
squadra navale. E’ la struttu-
ra centrale, cui fanno capo

A
nche gli accordi interna-
zionali sono chiari. Gli
eserciti devono cambiare,
giacché i loro obiettivi di
oggi sono diversi da quelli di un
tempo. La sicurezza esterna di un
Paese e quella interna non sono
più concetti separati, per esempio:
a fonderli hanno provveduto le ag-
gressioni ai diritti dell’uomo, i fa-
Manovre della Nato in Norvegia: da un natismi religiosi, la criminalità or-
Hercules C-130 italiano sbarcano gli alpini. ganizzata transnazionale, il terro-
rismo come strumento di politica
estera... Tanto che nella dichiara-
zione europea di Petersberg, nel
1992, è detto chiaramente che le
misure militari comprendono an-
che “missioni umanitarie e di eva-
cuazione di civili, missioni di man-
tenimento della pace, missioni di
forze di combattimento per la ge-
stione delle crisi e per il ristabili-
mento della pace”. In più, il 17
maggio scorso il Parlamento eu-
ropeo ha chiesto l’istituzionalizza-
zione di una “politica comune di
difesa che permetta non solo la sal-
vaguardia delle frontiere”, ma an-
che il “mantenimento e il ristabili-
mento dello stato di diritto sul pia-
no internazionale”.
Come devono cambiare dunque
le Forze armate per essere in gra-
do di affrontare i compiti imposti
dai nuovi scenari internazionali?
Tutti gli esperti sono d’accordo: il
nostro esercito è antiquato, per-
ché ha troppi uomini, la maggior
parte dei quali però è poco prepa-
rata. Ne bastano di meno, purché
siano veri specialisti e professioni-
sti. Perciò, si dice ormai da cinque
anni e tutti in Parlamento sembra-
no essere d’accordo, ci vuole un
“nuovo modello di difesa”. In cin-
que anni, i vari ministri della Dife-
sa hanno preparato vari progetti,
nessuno dei quali è stato però an-
cora approvato: l’ultimo risale al
marzo 1995. In generale, però, si
può dire che le nuove Forze arma-
te avranno meno soldati di leva (si
comandi di aeroporto, un gruppo
di volo per la difesa aerea, un grup-
po di interdizione, quattro gruppi
di missili un gruppo di addestra-
mento aviogetti e uno antisommer-
gibili, oltre a centri logistici e ad-
destrativi minori. Per i suoi compi-
ti avrà a disposizione 350 aerei da
combattimento di cui 110 da inter-
cettazione, più aerei da trasporto e
attrezzature per la sorveglianza e
l’allarme elettronico. Riduzione
complessiva del 20 per cento. ■
tutte le unità che formano la
“squadra navale”. Dal Coman-
dante della squadra dipendono
le tre divisioni navali, con sede
alla Spezia (I div.), a Taranto
(II div.) e a Brindisi (III div.).
Gruppo navale. Entità navale
constituita per un tempo
determinato, e per agire fuori
dal territorio nazionale con uno
scopo specifico (per esempio,
una missione dell’Onu).
Terminata la missione,
il gruppo navale si scioglie.

Le Forze armate moderne
costano: può bastare l’1%
del prodotto nazionale lordo?
Q uanto spende l’Italia per
il suo apparato militare?
Oggettivamente poco,
specialmente se confron-
tiamo le nostre cifre sia con quelle
investite da altri Paesi, sia con il
ruolo che alle Forze armate si vuo-
le oggi attribuire, soprattutto con il
Nuovo modello di difesa. Que-
st’anno il bilancio dello Stato ha
stanziato per la difesa 26 mila mi-
liardi di lire: tuttavia la cifra com-
prende anche i fondi per i 112 mi-
la Carabinieri, che strutturalmente
fanno parte dell’esercito, ma che
dedicano la loro attività principal-
mente all’ordine pubblico. E così
se ne vanno già 5.714 miliardi. A
questo punto per la difesa vera e
propria restano 18.409 miliardi,
equivalenti all’1,07 del nostro pro-
dotto interno lordo (Pil): una per-
centuale tra le più basse in senso
assoluto in Europa e fra i Paesi in-
dustrializzati. Nel 1993 quella per-
centuale fu pari all’1,8, contro il 4
per cento della Gran Bretagna, il
3,4 della Francia e il 2,2 della Ger-
mania. Ancora più significativa è la
spesa per abitante: 166 dollari pro
capite in Italia, contro i 378 in
Gran Bratagna, i 381 in Francia e i
238 in Germania.
Tuttavia è anche la suddivisione
dei fondi a rendere scarso il bilan-
cio, e dunque meno efficienti le
Forze armate: il 48 per cento della
spesa riguarda infatti il personale,
cioè gli stipendi. Più contenute so-
no le spese di esercizio, e assoluta-
mente insufficienti quelle destina-
te agli investimenti, cioè al rinnovo
dei sistemi d’arma e alla ricerca.
Eppure è questo tipo di spesa che
rende monderna ed efficiente una
struttura militare: tanto che in
Francia essa rappresenta il 50 per
cento dell’intero bilancio della di-
fesa, in Gran Bregagna quasi il 40
per cento, e in Germania oltre il
20 per cento. Il bilancio italiano
per il 1995 prevede invece 3.800
miliardi da dividersi fra esercito,
marina e aeronautica (in Francia i
miliardi sono 30 mila). Per com-
prendere quanto insufficienti siano
queste cifre basta pensare che oltre
un terzo dei 1.311 miliardi desti-
nati agli investimenti dell’aero-
nautica riguarda la partecipazione
alla realizzazione dell’Eurofighter,
il caccia europeo del Duemila (con
Focus 86
A caro prezzo
Mezzi da sbarco del battaglione San Marco.
Un soldato professionale costa 30 milioni
all’anno, contro i 7 milioni di uno di leva.
il resto bisognerebbe realizzare la
rete radar a terra, la difesa missili-
stica, rinnovare gli aerrei da tra-
sporto, e così via); e che quasi la
metà dei 796 miliardi destinati agli
investimenti della marina riguar-
da l’acquisto dei 18 Harrier per la
Garibaldi (con il resto bisogne-
rebbe costruire altre navi, svilup-
pare un nuovo elicottero da im-
barcare e un sommergibile di nuo-
va generazione, e così via).
Che cosa stanno facendo co-
munque (e che cosa non fanno) le
singole Forze armate con questi
scarsi fondi a disposizione?
● Esercito. Le maggiori spese
(circa 130 miliardi) riguardano il
nuovo blindato Centauro: ne ver-
ranno acquisiti in tutto 400 (ce n’è
già la metà), ne sarà migliorata la
I conti in tasca
protezione e la guida notturna.
Rallentano invece i programmi
Ariete (il carro armato tutto ita-
liano sarà consegnato al ritmo di
30 unità all’anno solo a partire dal
1996) e Mangusta (sono previsti in
tutto 60 elicotteri anticarro, ce n’è
la metà). 110 miliardi saranno spe-
si per il sistema contraereo missili-
stico Skyguard/Aspide.
● Marina. Non si parla ancora
della costruzione della seconda
grande nave comando da affian-
care alla Garibaldi (la Mazzini),
anche in previsione del ritiro del-
l’ormai vecchio incrociatore Vit-
torio Veneto. Gran parte delle spe-
se (145 miliardi) riguardano pro-
A caccia di carri armati grammi continui di aggiornamento
Un paracadutista della Folgore con un lanciamissili anticarro Apilas: di navi pur eccellenti ma in rapido
ne abbiamo circa 1.000, oltre a un migliaio di razzi Milan e 435 Tow. invecchiamento. Approvata, inve-
Militari d’élite
Sopra, un “marò” del San
Marco. Sotto, incursori del
Comsubin in esercitazione al
Varignano (presso la Spezia).
ce, la costruzione di una terza
grande nave rifornitrice di squa-
dra, la Etna (da affiancare alle esi-
stenti Vesuvio e Stromboli).
● Aeronautica. In attesa del-
l’Eurofighter, per cominciare a so-
stituire i vetusti F-104 sono stati
acquistati in leasing dalla Gran
Bretagna 24 Tornado in versione
Adcv, cioè caccia. Gli investimen-
ti per i Tornado, proprio, rappre-
sentano la seconda voce, in ordine
di importanza (191 miliardi). Fra
gli altri programmi specifici: 69
miliardi per migliorare i radar del-
la difesa aerea, 56 per le bombe a
guida laser, 47 per acquisire nuovi
cacciabombardieri leggeri Amx
(ma anche questo programma è in
ritardo), 42 per nuove bombe an-
tiradar Harm. ■ 2, per il Duemila.
Intanto, in laboratorio...
Are innche se poco finan-
ziata la ricerca milita-
Italia, sostenuta dal-
le industrie pubbliche e
private, sta ora impe-
gnandosi in alcuni pro-
grammi di notevole por-
tata.
■ Eurofighter, o Efa
2000. E’ un velivolo da
superiorità aerea in via di
sviluppo da parte di Italia,
Gran Bretagna, Germania
e Spagna. Del velivolo
esistono ora quattro pro-
totipi, di cui uno italiano
che è già equipaggiato
con il motore che verrà
montato su tutti i velivoli.
Il programma è per noi di
vitale importanza, perché
130 Efa dovranno costi-
tuire, il più rapidamente
possibile (ma difficilmen-
te prima del 2005) l’os-
satura dei nostri sei stor-
mi da caccia per la difesa
aerea.
■ Carro armato Ariete
C-1. E’ destinato a sosti-
tuire gli M60A1 della no-
stra componente coraz-
zata su cingolo. Pesante
in ordine di combatti-
mento 55 tonnellate, do-
tato di un cannone da
120 millimetri e di sofi-
sticati sistemi di punta-
mento e fuoco, l’Ariete
dovrebbe dare avvio allo
svecchiamento della li-
nea carri italiana.
■ Radar Empar.E’ uno
dei più avanzati program-
mi europei per la difesa,
basato su un apparato
operante a scansione di
fase in banda G. Permet-
te contemporaneamente
la rappresentazione tridi-
mensionale della scoper-
Made ta di più bersagli, il loro
tracciamento e la guida
in Italy di missili contro di essi. Il
Un prototipo del prototipo è in corso di
carro Ariete. E’
sperimentazione su una
già previsto nave italiana.
un modello ■ Missili Aster. E’ una
migliorato, Ariete famiglia di ordigni an-
DOSSIER
tiaerei utilizzati prevalen-
temente da unità navali
con lanciatori verticali,
sviluppata congiunta-
mente dall’Italia e dalla
Francia.
■ Elicotteri EH 101.
Destinati al trasporto e
alla lotta antisommergi-
bili sviluppati congiunta-
mente dalle marine di
Italia e Gran Bretagna.
■ Satellite Helios. Co-
struito da Francia, Italia e
Spagna, è stato lanciato
recentemente in orbita:
assicura un’efficace piat-
taforma da osservazione
dall’alto nel settore del
Mediterraneo.
■ Fregate classe Oriz-
zonte. E’ un grande pro-
gramma navale, sorto
nell’ambito della Nato,
portato avanti da Italia,
Francia e Gran Bretagna
per costruire un’unità po-
livalente da oltre sei mila
tonnellate, con caratteri-
stiche di bassa segnatura
radar, ottimi armamenti
antiaereo e antisomm-
mergibili e una sofistica-
ta componente elettroni-
ca di bordo.
■ Progetto Meads. Ri-
guarda la realizzazione da
parte di Francia, Germa-
nia, Italia e Stati Uniti di
un missile-antimissile ba-
listico. Per ora l’impegno
italiano è del 10 per cen-
to, su uno sforzo interna-
zionale che potrebbe alla
fine aggirarsi sui 50 mila
miliardi. Servirà alla mes-
sa a punto di un vero e
proprio sistema antimis-
sile, più potente e preci-
so del Patriot.
■ Elicottero NH 90. So-
stituirà in futuro i grandi
Huey da trasporto medio
di origine americana. L’e-
licottero sarà tutto euro-
peo e per l’Italia la parte
più importante del pro-
gramma è svolta dall’A-
gusta.

? DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono a disposizione dei lettori. Poiché non è possibile
rispondere a tutti, daremo la preferenza alle domande di interesse più generale.
Le risposte sono preparate dalla redazione; nei casi in cui si è fatto ricorso
a un esperto, il suo nome è indicato. Non si danno risposte private. Scrivere a
FOCUS, Gruner und Jahr/Mondadori, Corso Monforte 54 - 20122 Milano.
Che cos’è il taoismo?
Domanda posta da Anna Pierorago di Chieti.
Isilrola
nome deriva dalla pa-
cinese tao (“via”) e
riferisce al sistema filo-
sofico e mistico elaborato
tra il V e il IV secolo avan-
ti Cristo dal filosofo cinese
Lao Tzu. Nei secoli suc-
cessivi, i suoi discepoli e
seguaci arricchirono e svi-
lupparono questa filoso-
fia, fino a trasformarla in
una vera e propria religio-
ne organizzata con rego-
le, divinità, templi, mona-
steri e clero. Essenza della
L’acqua si può
comprimere?
Domanda posta da Raffaele
Rinaldi di Poggio Bustone (Ri).
S ì. I liquidi, e perciò an-
che l’acqua, variano il
proprio volume sotto l’a-
zione di una pressione u-
niforme, ma molto meno
rispetto ai gas. La compri-
mibilità di una sostanza è
indicata dal “coefficiente
di compressione unifor-
me”: quanto più esso è
grande, tanto più la so-
stanza si comprime sotto
l’azione di una determina-
ta pressione. Per i liquidi il
coefficiente è molto picco-
lo, ma non tanto come per
i solidi. Per esempio per ri-
durre di appena un millesi-
mo un volume di acqua oc-
corre una pressione di circa
22 atmosfere, ma per l’ot-
tone occorrono 1.000 at-
mosfere. Per il petrolio e
l’alcool etilico sono suffi-
cienti 12 atmosfere, ma per
il mercurio ci vogliono 286
atmosfere. Il coefficiente
di compressione varia inol-
tre anche con la tempera-
tura della sostanza. Nel ca-
so dell’acqua diminuisce di
circa un quinto passando
da 5 a 80 gradi centigradi.
Focus 90
dottrina è il tao, principio
universale di tutte le cose,
entità indeterminata che
rappresenta il continuo
mutamento della natu-
ra e il suo alternarsi tra
fasi positive e fasi ne-
gative, che l’uomo non
deve tentare di mo-
dificare, ma alle
quali deve adeguar-
si. Questa morale appa-
rentemente negativa si
spiega con il fatto che il
taoismo si diffuse in Cina
Così si muovono l’ammalato, i medici e gli infermieri
percorso paziente
percorso medici
percorso attrezzi
1 2
1° FILTRO
14
15
1-2 Spogliatoi e servizi
personale paramedico
3 Caposala
4 Zona di risveglio
5 Passaggio a
finestra per il
materiale sporco
Un ritratto
del filosofo
cinese
Lao Tzu.
tra il IV e il III secolo a. C.,
periodo nel quale il Paese
fu sconvolto da violente
lotte tra regni feudali.
CORRIDOIO
ASETTICO
(PULITO)
3 portamedicinali
13
11
12
FILTRO
16
6 Zona di preanestesia
o anestesia
7 Deposito strumenti
8 Deposito di camici,
cuffie e guanti sterili
9 Zona lavaggio per
i medici e la ferrista
Lampada scialitica
(che “dissolve le
ombre”): illumina in
ogni puntola zona
dove si opera, con
luce fredda.
Bisturi
elettrico
Ferri
Carrello
portaferri
Infermiera
ferrista
Lettino
4 SALA OPERATORIA
5 Aiuto chirurgo
CORRIDOIO SETTICO (SPORCO)
ZONA ULTRAPULITA
6 COME FUNZIONA La sala operatoria, il cuore di un “blocco”
3° FILTRO
con decine di stanze e grande anche mille metri quadrati
Primo obiettivo: impedire
ZONA
ULTRAPULITA
7
2°
10
9 8
l’entrata a virus e batteri
Lcolo.apropria
sala operatoria vera e
ha circa un se-
In precedenza l’am-
17 malato veniva operato in
corsia o addirittura in casa
sua. Poi, con il tempo, da
10 Autoclavi per la 14 Zona di cambio letto una struttura basata su un
sterilizzazione di attrezzi paio di comuni stanze si
15 Spogliatoi e servizi è passati a una ventina di
e biancheria del personale medico locali, ognuno con una fun-
11 Studio dei medici 16 Magazzino e deposito zione precisa. Per proget-
12 Magazzino medicinali dei materiali sterilizzati tare un “blocco” operatorio
13 Deposito di calzari 17 Lavaggio attrezzi occorre la collaborazione
mascherine e copricapo e biancheria di ingegneri sanitari, medi-
ci, tecnici degli impianti e
Chirurgo
Anestesista
Paziente
dei materiali. Infatti, la sa-
la deve poter essere usata
per interventi di ogni tipo
e riducendo al massimo
i tempi morti tra un inter-
vento e l’altro. Ma, soprat-
tutto, il blocco operatorio
va “pensato” in modo da
impedire che al suo inter-
no possano entrare batte-
ri, microbi, virus. E, se per
caso questi entrano, devo-
no poter essere eliminati
rapidamente. Certe sale
sono state distrutte e
Attrezzature per
l’anestesia e
il controllo delle
funzioni vitali
del paziente.
Visore per
le lastre
Infermiera
Mobiletto
ricostruite perché non era
più possibile eliminare le
colonie di microorganismi
infettivi. Oggetti e persone
infette devono seguire
percorsi che non incrocia-
no quelli di persone e og-
getti sterili (vedi illustrazio-
ne a lato, con una sala
operatoria tipo). E le rego-
le sulla disinfezione sono
più rigorose via via che ci
si avvicina alla sala opera-
toria vera e propria. Talvol-
ta le porte sono sostituite
da finestre: i materiali
passano, ma le persone
no. Attraverso queste fine-
stre si può anche trasferire
l’ammalato dalla barella
alla sala. Uno studio parti-
colare riguarda le superfi-
ci. Pareti, pavimenti, appa-
recchi, non devono avere
angoli e spigoli vivi. Ma
non devono esserci nem-
meno zone morte, irregola-
rità, screpolature: sono
tutti posti ideali per la cre-
scita dei microorganismi.
Che cos’è la
brussonezia?
Domanda posta da
Helene Christoforou di
Porto Recanati (Mc).
Lnetiaascientifico
brussonezia (nome
Brousso-
papyrifera) è un al-
bero originario della Ci-
na e del Giappone, ac-
climatato in Europa. E’
alto 10-20 metri e ha
una chioma larga e una
corteccia bruna e liscia,
punteggiata di bianco
sui rami più giovani. La
maggior parte delle fo-
glie ha una forma ovale,
ma questa pianta ha
una particolarità: a se-
conda dell’età e delle
condizioni di crescita, le
foglie possono diventa-
re lobate, palmate o
cuoriformi. Appartiene
alla famiglia delle mo-
racee, la stessa del gelso
bianco (Morus alba) e
del gelso nero (Morus
nigra). I frutti hanno un
sapore dolciastro, ma
non hanno impieghi
particolari. Contiene
una fibra resistentissi-
ma, usata per fare cor-
dami e carta (in oriente
anche quella delle ban-
conote). In Italia è arri-
vata come rarità bota-
nica, ed è stata coltivata
in alcuni giardini bota-
nici, e come pianta or-
namentale. Dato il suo
rapido sviluppo però, se
non viene controllata si
trasforma in una pianta
infestante.
Foglie di brussonezia,
detta anche
gelso della carta.
Focus 91
? DOMANDE&RISPOSTE
Cos’è il mesmerismo?
Domanda posta da Lorenzo Piccolo di Battipaglia (Sa).
Iaustriaco
l termine deriva dal no-
me del medico e mistico
Franz Anton
Mesmer (1734-1815). Egli
studiò a lungo l’opera di
Paracelso, medico del Cin-
quecento, il quale sostene-
va che le cause, e i rimedi,
delle malattie vanno cer-
cate nelle forze dell’uni-
verso, che influisco-
no sulle nostre con-
dizioni fisiche. Tra
queste individuò il
magnetismo, imma-
ginandolo come un
“fluido” sottile e in-
visibile emanato non
solo dalla calamita,
ma anche dal suo
corpo, e con il quale
pretese di curare va-
ri disturbi. Pare che
abbia ottenuto qual-
che successo nella
cura di alcuni distur-
bi psichici, per esem-
pio di quella che al- Una caricatura del 1780
lora si chiamava iste- contro i metodi di Mesmer.
Come si fa a cacciare con il falco?
Domanda posta da Davide Querio di Palucco (Asti).
C i sono due modi di cac-
ciare con i rapaci. Il pri-
mo sfrutta l’istinto innato
del rapace che, liberato, si
innalza e compie ampi giri
per avvistare la preda:
quando l’ha localizzata
scende in picchiata e la uc-
cide in volo con la forza
dell’urto. Il secondo
consiste nel por-
tare l’uccello
sul braccio e
lasciarlo par-
tire soltanto
quando la pre-
da è in vista.
La scelta fra i
ria. A Parigi, dove si recò
dopo essere stato espulso
dall’Austria, i suoi metodi
furono sottoposti all’esa-
me di una commissione
scientifica. Questa sosten-
ne che Mesmer era in buo-
na fede, ma che le guari-
gioni erano dovute proba-
bilmente a suggestione.
due metodi dipende so-
prattutto dall’uccello usa-
to: i falconi veri e propri
vengono sfruttati in zone
aperte dove possono pun-
tare la preda dall’alto, men-
tre i cosiddetti falchi da
polso (astore e sparviero),
che hanno ali più piccole,
volano basso e sono più
agili nei boschi, dove uc-
cidono le prede anche
a terra. In entrambi i
casi il falconiere,
a piedi o a ca-
vallo, è pre-
ceduto da
uomini
Che cos’è
la verginità?
Domanda posta da Piera
Castronovo di Palermo.
Erapporti
ssere vergine significa
non avere mai avuto
sessuali comple-
Un’auto può funzionare
ti. Sia l’uomo sia la don-
na, quindi, possono esse-
re vergini, e al primo rap-
porto sessuale perdono la
loro verginità. C’è però
una differenza sostanzia-
le tra uomini e donne: al
primo rapporto comple-
to, infatti, l’uomo non su-
bisce nessun cambiamen-
to fisico, mentre nella
donna viene solitamente
lacerato l’imene, una pie-
ga della membrana mu-
cosa che riveste parzial-
mente la superficie inter-
na della vagina.
Tuttavia, l’imene può
avere forma e consistenza
molto diverse: per esem-
pio può essere anche tan-
to elastico da lasciare spa-
zio sufficiente per la pe-
netrazione, per cui in
realtà la lacerazione non
avviene mai.
o cani che stanano la sel-
vaggina: generalmente per-
nici, fagiani, o anche picco-
li mammiferi come lepri. Il
falcone non divora la preda
perché è abituato a nutrirsi
solo della carne che gli pre-
para il falconiere. Questo,
prima di nutrirlo, lancia un
richiamo abituale.
Così, ogni volta che
sente quel richiamo,
anche quando ha cat-
turato la preda,
il falcone tor-
na sul brac-
cio del pa-
drone.
anche a idrogeno?
Domanda posta da Claudio Gallo di San Damiano (Asti).
L’ idrogeno è un gas in-
fiammabile e, per le
sue caratteristiche, può
funzionare bene sia nei
motori a benzina, sia nei
motori diesel, perché bru-
cia senza alcuna difficoltà
qualunque sia il rapporto
con l’aria nella miscela di
carburazione. Alcune ca-
se automobilistiche (Mer-
cedes, Mazda, Bmw) han-
no già realizzato motori
sperimentali alimentati a
idrogeno. Purtroppo, non
è stato ancora risolto in
maniera soddisfacente il
problema del trasporto e
del serbatoio (nella foto).
Per dare alla vettura una
sufficiente autonomia, oc-
correrebbero bombole
molto grandi perché a
pressioni normali l’idro-
geno occupa molto spa-
zio. In queste condizioni,
inoltre, esisterebbe un se-
rio problema di sicurez-
za, perché il gas si infiam-
Perché i papi scelgono
un altro nome?
Domanda posta da Gianluca Farchione di Francavilla (Ch).
Iperpapi cambiano nome
dopo essere stati eletti
rispettare un’antica
usanza: è infatti un segno
di completa dedizione al
nuovo ufficio. Tuttavia
dapprincipio questa usan-
za nacque perché alcuni
papi trovavano i loro no-
mi poco adatti alla carica
che ricoprivano. Il primo
fu Mercurio, che aveva il
nome di un dio pagano e
quando fu eletto papa,
nel 533, scelse di chia-
marsi Giovanni, come il
martire. Intorno all’anno
ma immediatamente al
semplice contatto con l’a-
ria. Gli studi per risolvere
il problema seguono due
vie. La prima prevede il
raffreddamento dell’idro-
geno fino a 253 gradi sot-
to zero, perché in queste
condizioni il suo volume
si riduce di molto, ed è
più facile la realizzazione
di un serbatoio in grado
di mantenerlo a lungo a
questa temperatura. La
seconda prevede il tra-
sporto dell’idrogeno sotto
forma di idruro, cioè
combinato con metalli
che prima lo assorbono e
poi lo rilasciano lenta-
mente. C’è, infine, un
problema dei costi. Per
avere quantità di idroge-
no sufficienti bisognereb-
be ricavarlo dall’acqua,
ma le tecnologie di estra-
zione oggi esistenti ri-
chiedono grandi quantità
di energia elettrica.
Mille diversi papi trova-
rono i loro nomi di origi-
ne inadatti, e dopo Pietro
Buccaporca (1009), che
per rispetto verso San
Pietro cambiò il suo no-
me in Sergio, l’usanza ri-
mase. Il nuovo nome vie-
ne scelto in base a motivi
personali, che possono
essere i più vari, come per
esempio l’ammirazione
per un papa precedente. I
nomi più frequenti sono
stati Giovanni, Gregorio,
Benedetto, Clemente, In-
nocente, Leone, Pio.
✎ GIOCHI&CITAZIONI
Bello & brutto
● Le persone brutte si vendicano
solitamente sulle altre del torto che
la natura ha fatto loro.
Francis Bacon (1561-1626), filoso-
fo inglese.
● E’ straordinario che sia così vero-
similmente perfetta l’illusione che
la bellezza sia bontà.
Lev Tolstoj (1828-1910), scrittore
russo.
● Di veramente bello c’è soltanto
quel che non può servire a niente;
tutto ciò che è utile, è brutto.
Théophile Gautier (1811-1872),
scrittore francese.
● Per una donna la bruttezza è già
metà della strada verso la virtù.
Heinrich Heine (1797-1856), poe-
ta e drammaturgo tedesco.
● Il bello ha
l’aria facile, ed
è proprio que-
sto che in ge-
nere il pubbli-
co non capisce
o disprezza.
Jean Cocteau
(1889-1963),
scrittore e regi-
Françoise Sagan sta francese.
● A un uomo, la bellezza può far
guadagnare quindici giorni.
Françoise Sagan (1935), scrittrice
francese.
● Che cos’è la bellezza? In fondo è
soltanto una convenzione, una mo-
neta che ha corso solo in un dato
tempo e in un dato luogo e il cui va-
lore muta continuamente.
Henrik Ibsen (1828-1906), dram-
maturgo norvegese.
IMAGE TEST
Se si sovrappongono le tre diverse figure pubblicate qui sotto,
in quante aree risulterà divisa l’immagine?
Focus 98
François-Marie Arouet,
detto Voltaire
● Per il rospo, l’ideale di bellezza
è la rospa.
François-Marie Arouet, detto
Voltaire (1694-1778), scrittore e fi-
losofo francese.
● La bellezza delle cose esiste nel-
la mente che le contempla.
David Hume (1711-1776), filo-
sofo scozzese.
● La stupidità è spesso ornamen-
to della bellezza.
Charles Baudelaire (1821-1867),
poeta francese.
● Se sei brutto... sii terribile, solo
così riusciranno a dimenticare la
tua bruttezza.
Eugène Sue (1804-1857), scritto-
re francese.
● La bellezza ci può trafiggere co-
me un dolore.
Thomas Mann
(1875-1955), scrittore tedesco.
● Lasciamo le belle donne agli
uomini senza fantasia.
Marcel Proust (1871-1922), scrit-
tore francese.
● L’oro dà un colore di beltà an-
che alla bruttezza.
Nicolas Boileau (1636-1711),
poeta e critico francese.
LOGIK 15
Il pianeta Logik ha delle strane regole, e i suoi abitanti sono ancora più
strani. Il piccolo Taurix, per esempio, ha appena formato un trapezio con
le sue sagome colorate; cambiando di posizione a queste, ottiene la stes-
sa figura, ma con un quadretto in più. Come è possibile?
CRUCINUMERI
Nelle caselle dello sche-
ma riprodotto qui a fianco
non vanno scritte lettere,
ma numeri che, per lo
più, costituiscono gli an-
ni degli avvenimenti indi-
cati nelle varie definizioni.
Per facilitarvi vi diamo,
qui di seguito e in ordine
progressivo, tutti i numeri
da inserire nello schema:
1 - 1 - 3 - 6 - 49 - 58 - 67
- 79 - 268 - 312 - 423 -
816 - 1294 - 1446 - 1476
- 1492 - 1504 - 1623 -
1687 - 1707.
ORIZZONTALI: A. Nasce Blaise Pa- VERTICALI: A. Cristoforo Colombo
scal - E. A Milano viene assassinato, salpa con le tre caravelle (la Niña, la
da una congiura di nobili, Galeazzo Pinta e la Santa Maria) dal porto di
Maria Sforza; gli succede il figlio Palos - B. Gli anni di vita di Giusep-
Gian Galeazzo, con la reggenza del- pe Mazzini - C. Claudio II il Gotico,
la madre Bona di Savoia - F. Il nu- così chiamato per le sue vittorie sugli
mero degli occhi di Polifemo - G. Alamanni e sui Goti, succede a Gal-
Giulio Cesare varca il Rubicone - H. lieno - D. I grammi di peso di una
Ludovico il Pio viene incoronato im- pallina da ping pong - F. Le truppe
peratore a Reims dal papa Stefano IV imperiali di Carlo di Lorena sconfig-
- L. Muore Onorio e gli succede Va- gono i turchi nella battaglia di
lentiniano III, che, per la giovane età, Mohacs - I. Al termine della guerra
viene guidato dalla madre Galla Pla- tra Francia e Spagna, il trattato di
cidia - N. Cicerone, accusato di aver Lione riconosce alla Spagna il regno
mandato a morte senza processo cit- di Napoli - M. Battaglia di Ponte Mil-
tadini romani, viene esiliato - O. Il vio: Costantino sconfigge Massen-
numero delle provincie dell’Emilia- zio, che muore annegato nel Tevere
Romagna - P. Inghilterra e Scozia si - Q. Muore l’imperatore Tito Flavio
uniscono sotto il nome di Gran Bre- Vespasiano; gli succede il figlio Tito -
tagna - R. E’ eletto papa Celestino R. Il numero dei papi che assunsero
V, che abdica dopo cinque mesi. il nome di Eleuterio.
✎ GIOCHI&CITAZIONI
CRUCI-FOCUS
Molte delle parole contenute in questo cruciverba sono tratte, come vedre-
te, da articoli pubblicati negli ultimi numeri di Focus.
ORIZZONTALI: 1. E’ stato il primo
grande del rock - 7. Nota industria
automobilistica tedesca - 11. Capo-
versi - 13. Hegel vide in questo un
prodotto dell’evoluzione dell’Asso-
luto - 14. Il monogramma del grande
pittore e architetto di Urbino - 16.
Collere incontrollate - 17. Il micidia-
le gas nervino - 19. Lo è la voce di
Bob Dylan - 21. Sostenere, soppor-
tare - 22. Da quella Tarpea venivano
gettati i traditori della patria - 23. E’
all’asciutto per videoamatori sub -
24. Entrarono nell’ultima guerra
mondiale il 7 dicembre 1941 - 25. La
peronospora è un loro nemico - 27.
Cesto senza coda - 28. Mostrano il
valore del grimpeur - 29. La sigla del
Canton Ticino - 30. Affluente di de-
stra del Po - 31. Né in latino - 32.
Precede sempre la domenica - 33.
Quello della voce rivela la nostra per-
sonalità - 34. Si aprono sulla bocca -
35. Fiume dell’Inghilterra - 36. Ma-
rito di Poppea, fu imperatore roma-
no per tre mesi - 37. E’ un “bene ri-
fugio” - 38. Cuor di eroina - 39. C’è
la Brembana - 40. Oltre un milione
di loro furono massacrati dai turchi
nel 1915 - 43. L’Ente per le nuove
tecnologie, l’energia e l’ambiente -
44. Vivamente attenta.
Focus 100
MEMO TEST
In questo gioco viene messo
alla prova il vostro colpo
d’occhio: osservate attentamente
l’immagine a destra, contando fino
a dieci, poi copritela e rispondete
alle seguenti domande.
1) Sono attaccati dei bottoni
sull’uniforme del soldatino?
2) Che cosa ha in mano?
3) L’altezza del colbacco è minore
di quella della giacca: vero o falso?
I TRE CERCHI ILLUSIONE OTTICA
A colpo d’occhio, sapreste dire
qual è la linea più lunga e quale
quella più corta? Cercate di in-
dividuare tutte e sei le linee, in
ordine crescente, dalla più corta
alla più lunga.
VERTICALI: 1. Un pesce del rio del-
le Amazzoni - 2. L’isola di Circe - 3. Tracciate, all’interno del quadra-
Un attrezzo per le attività aerobiche to pubblicato qui sopra, tre cerchi
- 4. Uccello australiano... e moneta che contengano dei numeri la cui
italiana - 5. Uno dei nomi del rio somma dia sempre 95.
delle Amazzoni - 6. Prime nello Ye-
men - 8. Morire tragicamente - 9. Il
trasferimento di Maometto dalla REFLEX
Mecca a Medina - 10. Solitario in
Inghilterra - 12. Dissotterrato - 15.
Pretesti - 18. Il presidente della Con-
findustria... ha foglie aghiformi - 20.
Ispettorato provinciale dell’agricol-
tura - 21. Essere della mitologia gre-
ca, con corna e zoccoli di capra -
23. Abbassati, fatti scendere - 25.
Medicina che può guarire tutti i ma-
li - 26. Riduce l’afflusso di sangue al-
la placenta - 28. Scopritore di un
vaccino contro la poliomielite - 29.
Titolo dell’imperatore del Giappone
- 30. Nei primi sei anni di vita il bam-
bino ne accumula circa 2.600 - 31.
Il celebre nipote di Matusalemme -
32. Il più grande missile interconti-
nentale mai costruito - 33. Amulio Un raggio viene proiettato in una stanza dalle pareti a specchio. Al suo interno
lo usurpò a Numitore - 34. Tanti so- vi sono degli specchi (azzurri), degli ostacoli (buche scure) e dei bersagli
no i centimetri del feto al 3° mese di (pallini rossi). Quando il raggio incontra una parete o uno specchio viene ri-
gravidanza - 35. Tre per Cicerone - flesso con angolo uguale, mentre se incontra un ostacolo cessa la sua corsa.
37. L’Organizzazione mondiale del- Utilizzando un solo specchio da porre sul suo percorso, fare in modo che il
la sanità - 41. L’inizio dell’ira - 42. raggio rimbalzando colpisca tutti i bersagli passando loro attraverso.
Simbolo chimico dell’iridio.
 SOLUZIONI DEI GIOCHI
I TRE CERCHI MEMO TEST
1) No.
2) Una tromba.
3) Falso,
il colbacco
è più alto
della giacca.
LOGIK 15 IMAGE TEST
I lati inclinati delle sago-
me non coincidono per-
fettamente con il lato si-
nistro del trapezio. Questi
piccoli scarti, sommati tra
loro, danno origine al
quadretto in più.
CRUCINUMERI
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Focus 152
CRUCI-FOCUS
ILLUSIONE OTTICA
La più lunga è la A, la più corta la
E. L’ordine di misura crescente è:
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Padova-Via Sant’Andrea 21/2-Tel. 049/8752025-Fax 049/8751461. VENETO OCCIDEN-
TALE-37121 Verona-Via Alberto Mario 10-Tel. 045/8000868-Fax 045/591081; 31100 Tre-
viso-Rivale Castelvecchio 1-Tel. 0422/411660-Fax 0422/412622. EMILIA ROMAGNA-
40121 Bologna-Via S.Giorgio 2/2-Tel. 051/236699-Fax 051/236211; 43100 Parma-Via
Bottego 8-Tel. 0521/272018-Fax 0521/272008. TOSCANA/UMBRIA-50121 Firenze-Piaz-
za Beccaria 2-Tel. 055/244951-Fax 055/2480933; 06100 Perugia-Via Blasi 32-Tel.
075/5010866-Fax 075/5006336. LAZIO-00187 Roma-Via Sicilia 136-Tel. 06/47497463-
65-Fax 06/47497460. CENTRO SUD-00187 Roma - Via Sicilia 136 - Tel. 06/47497467-
Fax 06/47497460; 60122 Ancona-Via Castelfidardo 4-Tel. 071/205044-Fax 071/205784;
80132 Napoli-Via Generale Orsini 47-Tel. 081/7640750-Fax 081/7640423; 70026 Mo-
dugno (Bari)-Strada provinciale Modugno Polese 3/7-Tel. 080/5551535-Fax 080/5327025;
90100 Palermo-Via Ugo La Malfa 56-Tel. 091/6886982-Fax 091/6887010; 64100 Teramo-
Viale Bovio 131-Tel. 0861/243234-Fax 0861/247602.
Accertamento Diffusione Stampa Codice ISSN: 1122-3308
Certificato n. 2657 del 14/12/94.
 ℡ FOCUS ECONOMIA
Uno Stato moderno non può fare a meno
della burocrazia. Purché questa funzioni! I grandi e
i piccoli
Un aspetto del

Quanto ci
cortile del
ministero per
la Funzione
pubblica. Il
ministero più
“affollato”
è quello della
Pubblica
istruzione: circa

costano le
un milione
e 150 mila
dipendenti.
Segue quello
della Difesa
(circa 300 mila).

scartoffie?
Ritardi, pratiche incomprensibili, disposizioni superflue:
solo per rimediare ai danni dell’inefficienza spendiamo
ogni anno 300 mila lire a testa.

L
a burocrazia italia- promotore della grande Puniti e
na è inefficiente: ri- riforma della pubblica am-
tardi, pratiche su- ministrazione intrapresa impuniti
perflue imposte ai sotto il governo Ciampi. Sopra, gli
cittadini, disposizioni oscu- «Senza la burocrazia, non archivi del
Tribunale di
re e vessatorie. Quanto co- vi sarebbero scuole, ospe- Firenze. A lato,
sta tutto questo? C’è chi ha dali, autostrade, pensioni. gli uffici della
provato a calcolarlo: per ri- C’è bisogno di specialisti ai procura della
mediare agli inconvenienti quali la collettività affidi la Repubblica,
provocati dalla propria gestione di alcune attività Moderno a Napoli. Il
struttura lo Stato spende o- molto complesse, che non e antico ministero
gni anno il 3 per cento del- possono essere svolte dalle di Grazia e
Nella foto grande, giustizia ha
le sue entrate. Poiché que- comunità ristrette o prima- il moderno salone
ste sono costituite dalle tas- rie della società, come la oltre 77 mila
dell’esattoria dipendenti.
se, ognuno di fatto paga famiglia». La burocrazia, di Milano. A lato, Ciò nonostante
circa 300 mila lire l’anno. insomma, è un «male ne- gli uffici finanziari rimangono
cessario». E infatti, aveva- di Roma, alla impuniti il 94%
● E’ un male no una burocrazia l’antico scadenza dei dei furti, e
necessario? impero cinese, l’Egitto dei termini di consegna l’80% delle
La domanda è inevitabi- faraoni, la Grecia di Pericle per le dichiarazioni rapine. Il
dei redditi: primato delle
le: si può fare a meno dei e l’impero romano. Nei se- pacchi di moduli
burocrati? «Assolutamen- coli XVI e XVII, con la na- auto rubate e
740 accatastati non recuperate
te no», risponde Sabino scita dei grandi Stati mo- sugli scaloni. spetta a Napoli:
Cassese, docente di diritto derni, a forte autorità cen- il 99% di furti
amministrativo all’univer- trale, la burocrazia diventa è impunito.
sità La Sapienza di Roma e anche lo strumento del so-
▼

Focus 102 Focus 103


Ecco le
isole felici
vrano per controllare i cit-
▼
N ella pubblica ammi-
nistrazione c’è
anche qualche isola
tadini. Uno dei primi atti,
per esempio, è la creazione
felice. Sono singoli uffi- dell’anagrafe: nel 1539 il re
ci, dove soprattutto le di Francia, Francesco I, i-
capacità del dirigente stituisce i registri in cui
responsabile, e la di- vengono annotati nascite,
sponibilità dei suoi col-
laboratori, garantiscono matrimoni, decessi.
efficienza e rapidità.
Di recente, il diparti-
mento della Funzione
pubblica ha promosso
un concorso per pre-
miare i 100 progetti per
migliorare la qualità del
servizio pubblico. Han-
no partecipato 1.800
uffici. Fra le idee pre-
miate: un progetto per
pagare anche con Ban-
comat e carta di credito
le multe (Comune di
Verona), un numero
telefonico per informa-
zioni sul prontuario
farmaceutico (Ussl 20
del Veneto), un check-
up computerizzato delle
auto (ufficio Motorizza-
zione di Viterbo), la
possibilità di prenotare
telefonicamente il
certificato dei carichi
pendenti (Procura della
Repubblica di Torino).
Sopra, il catasto
elettronico. Sotto, un
distributore automatico
dei ticket sanitari.
Focus 104
I nostri burocrati? Sono quasi 4 milioni, prende anche alcuni enti
non economici, come l’Au-
arriva in cima alla piramide
gerarchica, però, le pro-
nerale (214 milioni), segui-
ta dal generale di divisio-
modo drastico: un preside,
per esempio, guadagna 57
del Bilancio: 46 milioni lor-
di annui pro capite. I di-
tomobile club italiano, l’In- spettive di guadagno sono ne (131 milioni). Altre qua- milioni all’anno, un pro- pendenti del ministero dei
guadagnano poco, ma rendono ancora meno ps, l’Inail, che impiegano
dipendenti statali. Il setto-
interessanti. Il corpo diplo-
matico vanta le retribuzio-
lifiche ben retribuite sono
quelle di prefetto (140 mi-
fessore delle scuole supe-
riori 40 milioni, una mae-
Trasporti, invece, hanno la
busta paga più leggera: 28
re che ha più dipendenti è ni più elevate: 481 milioni lioni), generale dell’aero- stra di scuola elementare milioni.
strazione italiana lavorano tari, gli scienziati al servi- pende dello Stato si deve la scuola (oltre 1 milione e lordi all’anno (dati del nautica (129 milioni), diri- 31 milioni. Nelle università,
3 milioni e 700 mila perso-
ne (erano soltanto 30 mila
zio di enti di ricerca, i me-
dici e il personale degli
includere inoltre tutto il
personale preposto alla di-
150 mila addetti), seguita
dalle Regioni (702 mila) e
1993) è lo stipendio di un
ambasciatore. Non guada-
gente generale B delle Po-
ste (128 milioni), coman-
i professori ordinari rag-
giungono i 111 milioni al-
● Perché funziona
male?
nel 1861). Oltre all’impie- ospedali pubblici, i magi- fesa dell’ordine pubblico e dal Servizio sanitario na- gnano poco neppure i ver- dante generale della l’anno, ma un docente in- Le cause dell’inefficien-
gato allo sportello del Co- strati e gli altri impiegati dello stesso Paese: carabi- zionale (681 mila). tici della polizia: un diri- guardia di finanza (231 mi- caricato deve accontentar- za della burocrazia italia-
mune, della Ussl, delle Re- che lavorano nell’ammini- nieri, guardia di finanza, gente generale B (il livello lioni). Il gradino più alto si di 40 milioni. Un bidello, na sono diverse. Ecco le
gioni e dei Ministeri, fra i strazione della giustizia. polizia di Stato, polizia pe- ● Quali retribuzioni? più alto) ha uno stipendio della carriera nei ministeri poi, arriva a malapena a 25 principali.
dipendenti pubblici sono Anche gli ambasciatori e nitenziaria, corpo forestale Gli stipendi dei dipen- lordo di 221 milioni. Nei (dirigente generale B) ri- milioni. E nei ministeri, 1. Eccesso di personale.
compresi anche gli inse- tutto il corpo diplomatico dello Stato, forze armate denti pubblici variano mol- carabinieri, invece, la bu- serva uno stipendio di 208 quanto si guadagna in me- In molti settori della pub-
● Ma quanti sono? gnanti e il personale delle rientrano in questa catego- (esercito, aeronautica, ma- to, a seconda del settore in sta paga più pesante è ri- milioni. In altri settori, dia? Lo stipendio medio blica amministrazione ci
Nella pubblica ammini- scuole, i docenti universi- ria. Nel computo di chi di- rina). L’area pubblica com- cui questi lavorano. Per chi servata al comandante ge- però, le cifre scendono in più alto lo offre il ministero sono troppi dipendenti. La
tendenza alla crescita risa-
le ancora all’epoca del fa-
scismo e non si è mai fer-
mata, a eccezione degli ul-
timi anni. Perché? «Il set-
tore pubblico è sempre
stato un serbatoio di posti
di lavoro», spiega Stefano
Sepe, docente alla Scuola
superiore della pubblica
amministrazione di Roma.
«Nelle zone dove la disoc-
cupazione è più alta, so-
prattutto nel Sud dell’Ita-
Una storia lia, “l’impiego statale” ha
vecchia agito da ammortizzatore
Un’immagine sociale: assorbendo i di-
simbolica del soccupati, ha evitato le ten-
cittadino travolto
dalle carte. sioni sociali. In queste con-
dizioni, però, scarsa atten-
La crescita
zione è stata prestata alla
▼
inarrestabile
del personale
della pubblica
amministrazione
è cominciata
all’inizio del
Novecento.
Lontane origini
Stefano Sepe. “Un
modello accentrato, di
tipo sabaudo e francese”.
Pie intenzioni
Sabino Cassese. “Il
vero burocrate è
un grande specialista”.
Focus 105
Cittadini e dipendenti pubblici
in ostaggio a oltre 150 mila leggi!
Una fila di cittadini di fronte agli uffici dell’Inps, a Milano: un’immagine frequente.
selezione e alla formazione
▼
di una classe di burocrati
efficiente, oltre che capa-
ce di prendere rapidamen-
te decisioni corrette».
2. Meridionalizzazione.
Le assunzioni indiscrimi-
nate hanno avuto due im-
portanti conseguenze: da
una parte, la crescita a di-
smisura della burocrazia e,
dall’altra, la netta preva-
lenza del personale origi-
nario del Sud. «Questa
sproporzione geografica»,
continua Sepe, «si è rive-
lata causa di inefficienza.
Molti dipendenti, assunti
per concorso per gli uffici
L A CARRIERA DI UN BUROCRATE
C oncorso: è questa la
parola chiave per acce-
dere a qualsiasi impiego
della pubblica amministra-
zione. Dall’usciere del Co-
mune al docente universi-
tario, infatti, tutti devono
superare un esame, e il
giudizio finale di una com-
missione. La decisione su
quali e quante persone
debbano essere assunte
viene presa dall’ammini-
strazione interessata.
Questa pubblica un bando
nel quale si mettono in pa-
lio i posti, e si specificano i
requisiti necessari per par-
tecipare al concorso: titolo
di studio, conoscenze pro-
fessionali, prove da supe-
rare (esame scritto, collo-
Focus 106
del Nord, dopo qualche
tempo hanno chiesto e ot-
tenuto il trasferimento nel-
le città d’origine. A lungo
andare, questo fenomeno
ha svuotato molte ammi-
nistrazioni nel Nord, ren-
dendo invece sovraffollate
quelle del Sud». Per ovvia-
re a questo problema, sol-
tanto di recente è stato in-
trodotto il vincolo per il di-
pendente a restare per al-
meno sette anni nella sede
di prima assunzione.
3. Troppe leggi. Un’al-
tra causa di inefficienza ri-
siede nell’eccessiva produ-
zione di leggi e norme da
quio orale, prove pratiche).
■ Chi “vince il concorso”
entra a far parte di una pi-
ramide gerarchica ben pre-
cisa, composta da vari gra-
dini, che corrispondono ai
vari titoli di studio. Per i mi-
nisteri, per esempio, si par-
te dal I livello per arrivare al
IX. Oltre questa soglia, ci
sono i dirigenti. Per svolge-
re i lavori previsti dal I e II
livello (per esempio, le pu-
lizie) è sufficiente posse-
dere la licenza di scuola e-
lementare. Dal III al V livel-
lo, è richiesta la licenza
media (professioni che van-
no dall’imbianchino al por-
tiere, al conducente di au-
tomezzi). Il VI livello è quel-
parte dei parlamenti e dei
governi. Attualmente in
Italia sono in vigore più di
150 mila leggi, mentre in
Paesi come la Francia o la
Germania sono solo poche
migliaia. Inoltre, troppo
spesso i testi di queste nor-
me non sono chiari, o ri-
mandano a successivi re-
golamenti, che però ven-
gono emanati con molto ri-
tardo. «In questi anni il
Parlamento ha disciplina-
to in modo così dettagliato
l’attività della burocrazia
da provocare una forte ri-
gidità», fa notare Giulio
Vesperini, docente presso
lo dei cosiddetti impiegati
di concetto, che devono a-
vere il diploma di scuola
media superiore (ragionieri
dei Comuni o di altri enti,
assistenti sociali delle Ussl,
gli assistenti amministrati-
All’estero? E’ meglio
Ementocco alcuni esempi,
esteri, di funziona-
semplice ed
efficace della pubblica
amministrazione. In Gran
Bretagna, dopo l’esame
di guida, basta spedire
il certificato a un centro
nazionale che ha sede
nel Galles. Una volta
pronto, il documento
viene recapitato per
posta a casa. Sempre
per gli inglesi, il fisco ha
sempre un nome: in caso
di contestazioni o errori
nel calcolo delle tasse
basta telefonare al pro-
prio centro di controllo,
dove c’è un ispettore
pronto a chiarire ogni
dubbio. In Svizzera e in
Olanda si fa di meglio:
il cittadino si limita a
dichiarare al fisco quanto
guadagna. Tocca ai
funzionari pubblici calco-
lare sconti e detrazioni
e pensare al conto finale,
che viene spedito diretta-
mente a casa. In Francia
l’università di Napoli. «Co-
sì, la scarsa libertà di agire
lasciata agli impiegati si è
trasformata in un alibi per
scaricare su altri la propria
inefficienza, o per evitare
la responsabilità di decide-
re. Non si sa come appli-
care una legge? Nessuno
prende l’iniziativa di stu-
diare una soluzione, ma si
aspettano i chiarimenti e le
istruzioni del ministro».
vi, che hanno maggiore re-
sponsabilità di un sempli-
ce sportellista). Dal VII al
IX livello è obbligatoria la
laurea: per esempio, un
medico o un biologo appe-
na assunto alle dipendenze
di un ministero viene in-
quadrato, come minimo, al
VII livello. Chi arriva al IX li-
vello può sostituire un diri-
gente quando è assente.
■ In cima alla piramide bu-
rocratica c’è la dirigenza,
articolata in due livelli. L’a-
pice della carriera ministe-
riale è la qualifica di diri-
gente generale: tocca a chi
è a capo di una direzione
generale di un ministero o
di un ente pubblico.
non si fanno code all’
ufficio postale, perché
tutti gli sportelli possono
svolgere tutte le funzioni,
così gli utenti si distribui-
scono equamente.
Sempre in Francia, per
pagare le bollette del gas
e dell’acqua basta comu-
nicare all’operatore il
numero della propria car-
ta di credito. In Olanda
c’è uno sportello postale
aperto fino a tardi perfino
nei centri commerciali,
alleggerendo così
il lavoro degli altri uffici.
Ma le code scompaiono
anche perché tutti gli
uffici pubblici sono aperti
anche al pomeriggio. O
perché è possibile otte-
nere quasi tutti i servizi
per telefono. In Germania
i cittadini non conoscono
l’esistenza della marche
da bollo: in municipio
o in tribunale, i certificati
sono tutti in carta libera.
Tutt’al più, si paga
il servizio di cancelleria.
Così, l’inflazione legislativa
finisce per autoalimentarsi.
4. L’invadenza dei poli-
tici. La mancanza di buro-
crati bravi dipende anche
dal rapporto distorto fra
pubblica amministrazione
e politica, che si è creato
fin dalla nascita della Re-
pubblica. In cambio di van-
taggi di carriera, i vertici
della burocrazia hanno ri-
nunciato a prendere deci-
sioni efficaci, diventando
subalterni dei partiti politi-
ci. Questi, a loro volta, han-
no usato questo potere per
ricavarne vantaggi eletto-
rali. Un esempio? La siste-
mazione dei cosiddetti
“precari”, cioè quegli im-
piegati assunti in massa ne-
gli ultimi 20 anni, ma senza
concorso, quindi senza una
valutazione effettiva delle
loro capacità. «E’ una gra-
ve violazione del principio
di efficienza, che impone
di scegliere i migliori»,
commenta Cassese. «E’
potuto succedere perché
politici e burocrati si sono
alleati per dare lavoro a fa-
miliari, clientele, amici».
Un posto, insomma, in
cambio di fedeltà e voti al-
le elezioni. ■
Maria Tatsos
℡ FOCUS ECONOMIA L’hit parade in bottiglia
Gli addetti alle acque minerali sono in Italia circa 6.500,
e il giro d’affari è di circa 4 mila miliardi. Ecco i marchi
Acqua minerale - Gli italiani sono più diffusi, sui 250 esistenti, e le percentuali di mercato.
Levissima (gruppo S.Pellegrino) 12%
i maggiori consumatori d’Europa S.Benedetto (gruppo S.Benedetto) 12%
Vera (gruppo Nestlé) 12%
Ferrarelle (gruppo Danone) 11%

Il grande boom Guizza (gruppo S.Benedetto)

Terme di S.Andrea (gruppo Terme di S.Andrea)
Uliveto (gruppo Uliveto)
5%
4%
4%

delle bollicine
Panna (gruppo S.Pellegrino) 4%
Boario (gruppo Danone) 3%
S.Bernardo (gruppo Nestlé) 3%
S.Pellegrino (gruppo S.Pellegrino) 3%

G
li italiani non so- per realizzare le bottiglie, dotto dal Replastic (il Con- ti dell’acqua prodotta e stata la riduzione dei mar-
no solo i maggio- cioè il Pet. Qualche anno sorzio obbligatorio per il consumata nel nostro Pae- gini operativi delle aziene
ri consumatori di fa questo materiale, che riciclaggio dei contenitori se è contenuta in involucri stesse». Ma chi produce ac-
vino, nel mondo. viene essenzialmente pro- di plastica per liquidi), co- di plastica. «L’aumento dei qua minerale, in Italia? Le
Sono infatti anche in testa stava circa costi non è però stato tra- imprese sono circa 150, e i
alla classifica europea dei 1.500 lire al sferito dalle imprese sul marchi molti di più. Il 70
bevitori d’acqua minerale: chilo. Oggi prodotto finito, per un’ov- per cento del mercato è
ogni anno ne consumiamo invece sia- via opportunità commer- però in mano a quattro
in media 124 litri a testa, mo a 5.400 ciale», ha spiegato Ettore gruppi (gli italiani San Pel-
per un totale di circa 7 mi- lire, e il da- Fortuna, presidente della legrino e San Benedetto, e
liardi di litri (i dati sono, to è impor- Mineracqua, l’associazio- gli stranieri Nestlé e Dano-
ovviamente, riferiti al tante per- ne delle principali aziende ne) che rappresentano una
1994). Negli ultimi tempi, ché tre quar- produttrici. «Il risultato è ventina di marchi. ■
però, ci sono novità: da una
parte il consumo di acqua L’impianto
“naturale” ha superato, per la messa
pur se leggermente, quel- in bottiglia ■ Mestieri di domani
dell’acqua
lo dell’acqua frizzante; dal-
l’altra il settore, pur essen-
do in crescita, è entrato in
minerale
S.Clara, a Diventare biotecnologi
Borzonasca,
biotecnologia arriva ● farmacia (per la
crisi a causa del forte rin-
caro della plastica usata
in Liguria.
Lsità.afinalmente all’univer- ricerca sui farmaci a
Come? Con il primo base biotecnologica);
corso di laurea, organiz- ● scienze matematiche,
QUANTO COSTA? zato in Italia, a Milano.
Per la prima volta, cioè,
fisiche e naturali;
● medicina e chirurgia
per diventare biotecno- (per gli studi sulla tera-
Un litro di benzina (esentasse) logo (e occuparsi di
mangimi o di vaccini, di
pia genica e sulla dia-
gnostica in generale);
pomodori geneticamen- ● medicina veterinaria
IscelItalia
prezzo della benzina in
aumenta o diminui-
spesso. Questo dipen-
zione che riunisce quasi tut-
ti i Paesi che lo producono.
Tuttavia, è possibile calco-
gio fino alla raffineria, la raf-
finazione, il trasporto della
benzina finita fino al distri-
te predeterminati o di
medicine) non sarà più
(studi sul miglioramento
delle razze animali
de dal valore del dollaro, la lare con buona approssima- butore e il profitto della necessario specializzarsi e sulla loro nutrizione).
moneta con la quale si paga zione il “peso” delle varie compagnia. all’estero. Da tempo I vari indirizzi avranno
il petrolio greggio, e dal voci che compongono il A questo costo occorre ag- l’iniziativa era caldeggia- comunque un orienta-
prezzo del greggio stesso, prezzo della benzina. giungere oltre 1404 lire di ta dall’industria, soprat- mento professionale
che viene fissato di volta in In base ai dati dell’Unione tasse e imposte che lo Sta- tutto quella farmaceuti- preciso, e gli sbocchi
volta dall’Opec, l’organizza- petrolifera, l’organizzazione to carica su un litro di car- ca. Il primo corso avrà occupazionali dovrebbe-
che riunisce le in- burante ed ecco che si arri- un numero chiuso (70 ro essere garantiti. Per
dustrie italiane del va al prezzo di circa 1830 posti), durerà cinque accedere al corso sarà
settore, riferiti alla lire per la super. Sulla ben- anni, la frequenza sarà però necessario
fine di luglio scor- zina verde, quella ecologi- obbligatoria e gli esami sostenere un esame di
so, il costo indu- ca, guadagnano un po’ me- saranno in numero ammissione, che verifi-
striale di un litro di no sia le compagnie, sia lo variabile, da 26 a 32: cherà la cultura di base
benzina super è di Stato. Produrla, infatti, co- la struttura del corso è a livello scientifico di
circa 430 lire. Di sta circa 436 lire, perché ri- infatti a “interfacoltà”, ogni candidato. Il bando
queste, circa 160 chiede una lavorazione più e dopo un biennio pro- del corso attualmente in
servono per l’ac- complessa, ma lo Stato “si pedeutico si passerà fase di avvio è disponibi-
quisto della mate- accontenta” di sole 1277 li- alla specializzazione in le presso la segreteria
ria prima, cioè il re di tasse e imposte. Il cinque diverse facoltà: dell’Università degli
petrolio greggio. Il prezzo medio finale, perciò, ● agraria (per lo studio studi, a Milano (in via
Un distributore di benzina. Per resto comprende il è di circa 1723 lire. delle capacità produttive Festa del Perdono, 7).
le tasse, fino a 1400 lire al litro. trasporto del greg- Laura Di Pillo delle piante); Olga Noel Winderling

Focus 108
Speciale

LA TEMPESTA
E’ quella che scoppia
nel corpo e nella mente
passata la soglia degli
11 anni, quando un
bambino si trasforma
in adolescente.
Ma perché e come
E’
il lungo momento in
cui ogni essere umano
costruisce se stesso:
dal punto di vista fisi-
co, con una serie di impressionan-
ti cambiamenti, e dal punto di vista
si verifica tutto ciò? psicologico. E’ il periodo dell’a-
dolescenza, tappa fondamentale
nella vita: nel corso di pochi anni
ognuno di noi scopre e, nello stes-
so tempo, forma la propria perso-
nalità. Un processo lungo, talvolta
doloroso, spesso pieno di ostacoli.
Una tempesta nel corpo e nella
mente, che maschi e femmine di
solito vivono in maniera diversa.
Ecco come il cucciolo d’uomo di-
venta adulto.
IL CORPO
Un’immagine
Q uando finisce l’infanzia?
Il punto di riferimento
scientifico è la data in cui
si raggiunge la maturità
sessuale: nelle ragazze quella della
prima mestruazione (il menarca),
nuova, disegnata nei maschi quella dell’eiaculazione
(la spermiaturia). In realtà questi
dagli ormoni fenomeni rappresentano il mo-
GIARDINI PUBBLICI, MILANO
mento di arrivo di un lungo per-
corso: il 75 per cento dello svilup-
po si verifica prima. Quando? Di-
pende. La pubertà ha a che fare
con la razza, con l’ereditarietà, con
il clima, con il tipo di alimentazio-
Paese e Paese. Nei ragazzi euro-
pei i primi segni della pubertà
compaiono, in media, entro il tre-
dicesimo anno di età nella femmi-
na e, nel maschio, entro il quindi-
cesimo. Ciò non significa, comun-
ne. In genere si sviluppano prima i
ragazzi africani e centroamerica-
que, che entro quest’età i ragazzi
sono fisicamente in grado di met-
ni, ma ci sono differenze anche tra tere al mondo dei figli. Vuol dire

▼
Focus 112 Focus 113
Il corpo non cambia in modo
uniforme. Il risultato?
Naso grosso e gambe lunghe
soltanto che il loro organismo co-
▼

mincia a trasformarsi e compaiono SI cresce

i cosiddetti “caratteri sessuali se-
condari”: i peli pubici e ascellari, il
seno e l’arrotondamento dei fian-
chi nelle ragazze, la barba e lo svi-
luppo dei muscoli nel maschio.
● Segnali di trasformazione
«Nelle ragazze, il primo segnale
del cambiamento che sta per veri-
ficarsi è il capezzolo che si ingros-
sa», spiega Emanuela Azzolari, gi-
necologa specializzata in proble-
mi della pubertà. «Di solito questo
fenomeno si verifica tra gli 8 e i 10
anni e dopo qualche mese com-
paiono i peli pubici (per quelli
ascellari, invece, bisogna aspettare
un paio d’anni dopo l’inizio del ci-
clo mestruale). Un anno più tardi,
il capezzolo si solleva ancora e, sot-
to di esso, si forma il “bottone
mammario”, un disco che ha le di-
mensioni e la forma di una mone-
tina. A questo punto lo sviluppo
segue un cammino ben preciso,
modulato dall’azione degli estro-
geni e del progesterone prodotti
dalle ovaie. Un percorso che cul-
mina con la prima mestruazione.
Può durare da due a sei anni, du-
rante i quali, il seno si ingrossa e i
fianchi si arrotondano, mentre gli
organi sessuali si sviluppano».
● Mutamenti di carattere
Nei maschi le spie di ciò che sta
per accadere sono l’aumento della
a balzi
La ginecologa
Emanuela
Azzolari: “Ogni
mutamento di
tipo fisiologico
è accompagnato
da uno scatto
nella crescita”.
statura e lo sviluppo della massa
muscolare: le spalle si allargano
mentre i fianchi restano stretti.
«Nell’arco di pochi mesi si verifi-
cano cambiamenti importanti in
tutti gli apparati, ma soprattutto
nei genitali», dice il professor Fa-
brizio Menchini Fabris, direttore
della scuola di specializzazione
dell’università di Pisa. «Il pene au-
menta le sue dimensioni e lo stes-
so succede ai testicoli, che possono
anche quadruplicare il loro volu-
me. Cominciano a crescere i peli
nella zona genitale, sotto le ascel-
le, sul petto, sulle braccia e sulle
gambe. Compare anche la prima
peluria sul viso. Queste trasfor-
mazioni sono controllate soprat-
tutto dal testosterone prodotto dai
testicoli. Gli stessi ormoni influen-
zano anche il carattere del ragaz-
zo, che diventa più deciso, e sono
responsabili del cambiamento del
tono di voce, che diviene più
profondo, e dell’aumento delle se-
crezioni sebacee».

I ragazzi di oggi: ricchi e golosi

U n popolo di masti-
catori di chewing
gum, che legge poco
(83 per cento), gli
animali di peluche
(68 per cento) e i
lire, e quasi il 7 per
cento ha più di 80
mila lire nel portafo-
(in media due libri puzzle (58 per cento) glio. Complessiva-
l’anno) e guarda sono i più amati. Inte- mente, la “paghetta”
molto la televisione. ressante il rapporto dei ragazzi italiani
E’ il ritratto degli ado- adolescente-denaro: ammonta a 2.000
lescenti che emerge 60 ragazzi su cento miliardi. Come vengo-
dall’indagine organiz- hanno a disposizione no spesi questi soldi? LICEO CARAVILLANI, ROMA
zata dalla Walt Disney una somma per le Quasi tutti in generi
Company Italia, e piccole spese. Secon- alimentari: gomme da ● Sofferenze rituali? che imponendosi di non mangiare realtà, se tutto funziona a dovere, sarmonia, destinata a scomparire sviluppano secondo un ritmo di-
condotta dalla Infra- do le dichiarazioni dei masticare, snack, pa- Ma gli adolescenti non cresco- inibiscono anche il ciclo mestruale, non c’è una spiegazione logica al non appena terminato lo svilup- verso. Il setto nasale, per esempio,
test Burke su tremila genitori, ricevono, in tatine, pizzette, cioc- no solo fisicamente. La pubertà in- sono l’esempio più clamoroso del fatto che le mestruazioni siano un po. Il caso più tipico è la spropor- raggiunge prima del mento le di-
ragazzi, maschi e media, quasi 12 mila colato e caramelle. nesca anche una serie di meccani- modo di vivere la pubertà come fastidio così grosso». Mediamente zione tra la parte inferiore e supe- mensioni definitive. Capita allora
femmine, tra i 5 e i lire al mese, ma Meno del 15 per cen- smi psicologici complessi. Alcuni una sconfitta», commenta la psi- i ragazzi, invece, vivono la pubertà riore del corpo. Le gambe si al- di ritrovarsi un naso da adulto su
13 anni. Lo sport pre- guardando nelle loro to dei ragazzi investe giovani vivono la pubertà come cologa Gianna Schelotto. «Ma lo in maniera più tranquilla. lungano molto, ma un’analoga cre- una faccia da bambino, senza ren-
ferito e più praticato tasche si scopre che parte dei propri soldi
è il calcio (circa il 20 alcuni (più del 6 per in libri e giornali (nel- una sorta di trionfo. Per altri la ma- stesso giudizio può valere per tut- Un’altra ragione di ansia è il rit- scita del tronco, in genere, si dersi conto che si tratta solo di un
per cento). Tra i gio- cento) ha a disposi- la foto, un’adolescen- turità sessuale comporta solo a- te quelle ragazze che, durante il mo di crescita non omogeneo: al- compie soltanto nella tarda ado- episodio temporaneo. Per questo il
cattoli la bicicletta zione da 35 a 80 mila te legge un libro). spetti negativi e responsabilità dif- periodo mestruale, soffrono al cune parti del corpo si sviluppano lescenza o nella prima maturità. complesso del naso spesso soprav-
ficili da accettare. «Le anoressiche, punto di dover stare a letto. In prima di altre. Il risultato è una di- Anche le diverse parti del viso si vive anche nell’età adulta.

▼
Focus 114 Focus 115

Solo tra amici
gli adolescenti
possono giocare
a fare gli adulti
Un “passaggio”
simile alla morte
L’ adolescenza è un momento
critico, che gravita intorno a
tre punti di attenzione fondamen-
tali: il corpo, il concetto di morte e
la sessualità. Tre aspetti stretta-
mente collegati. Il corpo cambia
e si fa adulto. Questa trasforma-
zione sul piano fisico contribuisce
a creare nell’adolescente il con-
cetto della precarietà della vita:
si rende conto che l’infanzia non
dura per sempre, il tempo passa e
trasforma tutto. E’ proprio a que-
sta età che ci si scopre mortali.
«In tutte le civiltà la tradizione cul-
turale ha sempre cercato di argi-
nare, attraverso i riti, le difficoltà
legate ai diversi momenti di pas-
saggio della vita: la nascita, la pu-
bertà, il matrimonio, la morte. Una
pratica che sopravvive nelle civiltà
arcaiche dove gli adolescenti, per
acquisire il diritto di diventare uo-
mini, devono sottoporsi alle ceri-
monie di iniziazione, che hanno
sempre a che fare con la sessua-
lità e il concetto della morte, at-
traverso le quali il ragazzo esor-
cizza la paura di crescere», dice
Guido Di Fraia, sociologo dell’Isti-
tuto di comunicazione dell’univer-
sità Iulm di Milano. «Fino a cin-
quant’anni fa, anche da noi il pas-
saggio alla maturità era sancito
dai riti con i quali la società “ac-
compagnava” simbolicamente il
bambino nel mondo degli adulti.
L’iniziazione sessuale nelle case
chiuse era l’esempio più tipico.
Ma il rito più significativo era l’in-
gresso nel mondo del lavoro». Og-
gi non esistono più riti di passag-
gio, e perfino l’ingresso nel mondo
del lavoro non è un elemento si-
curo, tant’è vero che si riscontrano
atteggiamenti tipicamente adole-
scenziali in individui che hanno 25
o addirittura 30 anni. «Molti dei
comportamenti a rischio degli ado-
lescenti del nostro tempo non so-
no altro che moderni riti di pas-
saggio creati dai giovani stessi in
sostituzione di quelli perduti. E’ la
ricerca dei propri limiti, la neces-
sità di confrontarsi con le difficoltà
per dimostrare al mondo di esi-
stere» (nella foto, un gesto tra-
sgressivo durante una festa).
● Tempi stabiliti
▼
Il percorso verso la maturità, co-
munque, qualche volta non segue
le tappe e i tempi previsti, anche se
un leggero anticipo (o ritardo) è
considerato normale. Succede, per
esempio, quando l’età biologica
non corrisponde a quella anagra-
fica. In pratica quando il ragazzo è
fisicamente più vecchio o più gio-
vane di quanto non risulti dalla
sua data di nascita. Per scoprire se
è così in genere si fa una radiogra-
fia della mano: le ossa infatti sono
l’indice più attendibile dell’età. Ma
se un ragazzino di soli 10 anni è
già quasi sviluppato è meglio con-
durlo da uno specialista. La pu-
bertà precoce nel maschio, abba-
stanza rara, potrebbe nascondere
FESTA IN DISCOTECA,
problemi seri, per esempio un tu-
more dell’ipofisi. E chi tarda a di-
ventare uomo? Di solito si tratta
soltanto di un rallentamento della
LA MENTE
crescita, dovuto a fattori ereditari. Pensieri da far
Ma un mancato sviluppo a 17 o18
anni può indicare alterazioni che, nascere, e da
comunque, possono essere elimi-
nate con cure ormonali.
Rossana Pessione
■ rendere originali
L’
adolescenza è un’inven-
zione di questo secolo: in
precedenza il passaggio da
bambino ad adulto era
molto più rapido. Oggi, al contra-
rio, il periodo adolescenziale co-
mincia intorno agli 11 anni, e al-
meno dal punto di vista psicologi-
co prosegue perfino oltre i 20», af-
ferma Mario Martucci, sociologo e
autore di numerosi studi sul mon-
do giovanile. E’ anche la comples-
sità della società contemporanea a
rendere necessaria una fase di “ap-
prendistato” così lunga. I ragazzi
infatti devono orientarsi tra punti
di riferimento diversi e spesso con-
traddittori: «L’adolescente si trova
improvvisamente di fronte una se-
rie di sfide: l’autonomia dalla pro-
pria famiglia, la scelta della carrie-
ra scolastica, i legami con i coeta-
nei e con l’altro sesso. Tutti com-
piti complessi, che i ragazzi in un
primo tempo non sanno come af-
frontare», spiega Maria Luisa
Pombeni, docente di Psicologia
delle comunità all’università di
Bologna. Come fanno, allora?
Semplice: imparano per tentativi
ed errori, sperimentando le loro
possibilità in un ambiente “pro-
tetto”, il gruppo di amici. E’ all’in-
terno della “compagnia”, infatti,
che i ragazzi sono liberi di mimare
gli atteggiamenti degli adulti, per
scegliere quale tipo di persona vo-
gliono diventare. «Il gruppo è fon-
damentale per lo sviluppo dell’i-
dentità degli adolescenti: parlando
con i coetanei, i ragazzi finiscono
per spiegare anche a se stessi il
motivo di alcuni loro comporta-
menti. Il problema dei tredicenni,
in effetti, è uno solo: non sanno
chi sono. Si accorgono di avere at-
teggiamenti diversi a seconda del-
le situazioni e questo li disorienta.
Possono essere imbronciati in ca-
sa, brillanti a scuola e spacconi con
gli amici, ma non riescono a con-
ciliare i vari lati della loro perso-
nalità». I bambini, invece, non
hanno questa preoccupazione: si
sentono sempre se stessi e con-
centrano il loro sistema di sicurez-
ze su poche persone.
L’atteggiamento del bambino
che sta diventando ado-
lescente cambia soprat-
ROMA tutto perché il compor-
tamento delle persone che lo cir-
condano non è più lo stesso: «Ba-
sta la crescita di statura a provo-
care un mutamento inconsapevo-
le negli adulti: i genitori diventano
meno comprensivi e anche gli in-
segnanti pretendono di più. Di
conseguenza, l’adolescente perde i
suoi punti di riferimento, e gli sem-
bra che gli adulti che conosceva
non siano più gli stessi».
Ma non è tutto. Tra l’infanzia e
l’adolescenza si sviluppa un altro
fattore che influenza la psicologia
dei tredicenni: la capacità di riflet-
tere in astratto, formulando ipo-
tesi e valutando le probabili con-
seguenze di ogni azione concreta.
Nasce, cioè, il pensiero “ipoteti-
co-deduttivo”. «E i ragazzi se ne
servono continuamente: in nessun’
altra fase della vita ci si concentra
così tanto su se stessi, analizzan-
do i propri sentimenti. Tant’è vero
che l’adolescenza è il momento
dell’egoismo: si pretende rispetto,
ma non si è ancora disposti a dar-
lo agli altri. Il rovescio della me-
daglia di questo fenomeno, però, è
l’enorme generosità che i ragazzi
mettono nei primi rapporti amo-
rosi. Spesso i flirt non vengono vis-
suti come un evento “a termine”,
ma quasi come un fidanzamento
caratterizzato da disponibilità e fe-
deltà», aggiunge Martucci.
Un tredicenne non sa
ancora chi è:
e soffre per questo
Il poter ragionare su di sé in ter-
mini astratti spinge i ragazzi a cer-
care un’identità ben precisa. Per
questo gli adolescenti sono così at-
tenti anche ai minimi particolari
dell’abbigliamento o del linguag-
gio: cercano di misurare ogni ge-
sto, sperando così di tenere sotto
controllo anche il mondo che li cir-
conda. Secondo gli psicologi, sol-
tanto nella tarda adolescenza (ver-
so i 16-17 anni) ci si rende conto
che esistono due livelli di pensiero:
quello razionale e quello inconsa-
pevole, che guida i gesti istintivi.
Imparare a gestire impulsi e azio-
ni, voluti e non, è il primo passo
per uscire dall’adolescenza.
«Per arrivare a questo punto,
però, occorre superare alcuni pas-
saggi intermedi: innanzitutto è ne-
cessario trovare un equilibrio con
la propria famiglia. Gli adolescen-
ti, infatti, contrariamente a quello
che si crede, non rompono nessu-
no dei legami familiari precedenti,
ma ne contrattano di nuovi. E’ una
scelta obbligata, comunque, visto
che attualmente l’indipendenza
non si conquista più dalla famiglia,
ma nella famiglia», continua Maria
▼
Focus 117
 RAGAZZI PER STRADA, L’AQUILA

I genitori vogliono guidare
anche la vita amorosa
dei figli: perciò si litiga
Luisa Pombeni. Questa “contrat-
▼
Teppisti o suicidi
per un brutto voto
C he cosa succede quando agli
adolescenti manca uno dei
tre appoggi fondamentali (fami-
glia, scuola o amici)? Le risposte
possono essere molto diverse:
il rischio è quello di “chiudersi” in
bande di teppisti per sfogare la
propria rabbia o, al contrario, di
arrendersi e tentare il suicidio.
■ Uno dei motivi più frequenti
del cosiddetto “disagio giovanile”
è l’insuccesso a scuola. La riu-
scita degli studi, infatti, è la pri-
ma preoccupazione dei ragazzi,
La società
siamo noi
anche di quelli che fanno finta di
non curarsene, perché influisce
notevolmente sulla stima che gli
Mario Martucci,
sociologo: “Oggi
i ragazzi cercano
adolescenti hanno di se stessi.
Di conseguenza, i ragazzi che
non riescono a raggiungere il li-
di affermarsi tra
i coetanei, non
nella società”.
vello medio dei loro compagni di
classe da principio incolpano se
stessi, ma poi reagiscono rifiu-
tando l’ambiente scolastico. Se
quadro, anche se vago, della pro- prevale il senso di colpa, però, e

tazione” dura qualche anno: si
mercanteggia sull’orario di rien-
tro la sera, sul numero di ore da
passare sui libri, sull’acquisto dei
vestiti o del motorino. Le ragioni
profonde di questi piccoli scontri,
però, sono causate dalla mancanza
di accordo sui poteri. I genitori,
insomma, pensano di dovere im-
porsi in campi che, al contrario, i
ragazzi considerano di loro esclu-
sivo dominio (per esempio come
comportarsi con l’altro sesso o co-
me spendere i soldi). Dai risultati
di alcune indagini sul rapporto tra
genitori e figli condotte dall’uni-
versità di Bologna emerge che so-
no quasi sempre i ragazzi a cedere
(nel 56 per cento dei casi si com-
portano come vorrebbero padre e
madre). Un compromesso viene
raggiunto solo in una occasione su
cinque. La famiglia, quindi, conti-
nua a conservare la sua autorità: i
consigli dei genitori vengono a-
scoltati soprattutto quando ri-
guardano la carriera scolastica o
lavorativa. Inoltre, la scelta del-
l’indirizzo da prendere alle scuole
superiori costringe l’adolescente a
chiedersi che cosa si aspetta dal
proprio futuro e quindi a farsi un
Focus 118
pria vita adulta. Per questo ha bi-
sogno dell’appoggio della famiglia
e della scuola, i due principali
“ambienti adulti” che frequenta.
All’interno dei gruppi
di amici, tutti
hanno gli stessi gusti
Per la definizione dei ruoli ses-
suali, invece, è il gruppo di coeta-
nei il “luogo” fondamentale: solo
tra gli amici, ragazze e ragazzi tro-
vano il coraggio di comportarsi
“da donna” o “da uomo”. «Atten-
zione però: questi ruoli non ven-
gono inventati, sono il frutto di
condizionamenti culturali esterni.
Faccio un esempio: le ragazze che
provengono da famiglie in cui la
donna sta soprattutto in casa, ten-
dono ad avere comportamenti di
tipo seduttivo con i coetanei. Si
truccano in modo pesante e si ve-
stono in maniera seducente, di-
mostrando così di non essere con-
sapevoli della parità tra i sessi. In
altre compagnie, invece, le ragazze
possono addirittura diventare le
trascinatrici del gruppo». In Italia
il 90 per cento dei ragazzi tra i 15 e
i 17 anni frequenta almeno una
“compagnia” di amici e quasi sem-
pre si tratta di un gruppo che si è
formato spontaneamente. Le com-
pagnie, infatti, sono molto omo-
genee: è rarissimo che studenti del
liceo classico frequentino, per
esempio, giovani apprendisti. An-
che se a scuola possono formarsi
gruppi misti (ragazzi che proven-
gono da un ambiente sociocultu-
rale piuttosto basso insieme ad al-
tri più colti), in genere questi si di-
sfano subito dopo la fine della
scuola. «L’importante, comunque,
è che ogni ragazzo, da qualunque
tipo di cultura provenga, abbia un
buon grado di identifi-
cazione con ciascuno
degli ambienti che fre-
quenta: se si sente ben
inserito in famiglia e a
scuola, ed è a proprio
agio con gli amici, allo-
ra non avrà bisogno di
aiuto. Potrà costruire la
propria identità, cioè
attraversare l’adole-
scenza, praticamente da
solo». ■
Raffaella Procenzano
i ragazzi non hanno altre fonti di
soddisfazione esterne, perdono
ogni punto di riferimento, e quin-
di ogni sicurezza. Non sanno più
qual è il loro posto, non riescono
a pensare al futuro e arrivano a
decidere di togliersi la vita. Il ge-
sto, comunque, è quasi sempre
l’ultima richiesta di attenzione.
■ Un’altra risposta frequente ai
fallimenti scolastici è la cosid-
detta “cattiva condotta”: distur-
bare in classe, fumare davanti
all’insegnante e in casi estremi
compiere atti vandalici. La spie-
gazione di questo comporta-
mento sta ancora nella volontà
di essere presi in considerazione
da compagni e professori, alme-
no come “leader negativi” (nella
foto, ragazzi in una sala giochi).
 Mondo - Sulle pendici himalayane, fra il Tibet e il Nepal, sopravvive un antichissimo popolo di carovanieri

Commerci
d’alta quota
Le tribù Nella foto
delle nevi grande, una
carovana di
Qui sopra, un yak lungo un
dolpo-pa, cioè sentiero di
un abitante del montagna.
Dolpo, la zona Sotto, il sale
nel nord del tibetano, con
Nepal, vicina i caratteristici
alla frontiera cristalli grandi
cinese. A e irregolari.
fianco, un altro I dolpo-pa se
nomade in lo procurano
preghiera, durante l’estate
durante una e lo trasportano
cerimonia nelle valli
religiosa meridionali del
Nepal durante
l’inverno
successivo.
Questa attività
è ancora la
loro principale
risorsa
economica: su
questi terreni
l’agricoltura è
difficile, spesso
impossibile.

I nomadi del sale

 Danzatrici
sulla roccia
Donne dolpo-pa
danzano in circolo
sullo spiazzo di un
monastero. Intorno
a Saldang, il
villaggio principale,
il paesaggio ha
l’aspetto aspro di
un caos minerale.

Latte himalayano, appena munto

La mungitura delle capre di un villaggio. Gli animali sono posti in gruppo,
uniti per le corna. Spesso fanno parte delle carovane, insieme con gli yak.

Percorso
Dalle aspre pietraie del Dolpo le carovane scendono verso le va llate nepalesi invernale
Sopra, un gruppo
di yak, lungo

I
l giorno della partenza, ai pri-
mi di novembre, è sempre
stabilito da un lama, perché
il viaggio sarà lungo, e gli dei
devono essere propizi. Gli uomini
leggono testi di antiche preghiere
e, sulla collina che sovrasta Sal-
dang, puntano gli archi contro uno
strano bersaglio: è la scapola di un
montone, e rappresenta il cuore
di un demone. Va colpita per tene-
re lontano dalla carovana lo spiri-
to malefico. La mattina in cui si
parte, poi, è un momento di festa:
si mangia carne arrostita, si beve
tchang, la birra d’orzo locale, e le
donne più vecchie ungono con il
burro la fronte degli uomini e le
corna degli yak, i grandi buoi pe-
losi, lunghi più di tre metri. Por-
terà bene. Alla fine si va, ed è l’in-
tero villaggio che va, a parte gli an-
ziani e quelli che restano a fare la
guardia alle case: sono duemila
yak in movimento, e centinaia di
uomini, donne e bambini. Tutti in-
sieme, in gruppi di cinquanta o
cento animali, si avviano verso sud,
portando attraverso le valli hima-
layane e verso il confine indiano
una merce preziosa: il sale tibeta-
no, compresso in sacchi di lana
multicolore. Durante tutta la gior-
nata l’immensa carovana si snoda
lungo i pendii e costeggia i ghiac-
ciai. L’unico rumore è il respiro af-
fannato della gente, e il tramestio
degli zoccoli degli animali. Infine,
al tramonto, la sosta: gli uomini
scaricano i sacchi del sale dal dor-
so degli yak, e li usano per costrui-
re muriccioli e ripari contro il ven-
to: si fa bollire il tè, si mangia, ci si
addormenta sotto spesse coperte
di lana e pelli di montone. Intorno
al campo vegliano le sentinelle e
ringhiano i molossi tibetani, capa-
ci di sentire nel vento l’odore dei
lupi o dei leopardi delle nevi. Al-
l’alba del giorno seguente, levato il
campo e caricato di nuovo il sale
sugli yak, si riparte. Il viaggio du-
rerà due mesi: destinazione Chu-
ma, nel cuore del Nepal.
Questa è la vita del dolpo-pa, il
popolo del Dolpo. Separato dal
Nepal (del quale pure fa parte, dal
punto di vista amministrativo) dal-
la catena del Dhaulagiri, il Dolpo è
ancora oggi un mondo a parte, tan-
to isolato da poter essere conside-
rato una delle rare aree himalaya-
ne dove la cultura ancestrale è an-
cora viva. C’è stato un tempo in
cui questi luoghi erano importanti
(e lo testimoniano le fortezze in
rovina e i monasteri abbandona-
ti), ma anche oggi, che tutto è cam-
biato, la vita e l’economia hanno il tragitto
radici che affondano in un passato invernale. Il sale
vecchio di almeno duemila anni. viene portato
Per secoli le carovane dei dol- verso le regioni
po-pa si sono mosse fra il Tibet (a meridionali.
nord) e il confine con l’India, a sud.
Durante l’estate hanno sempre
portato grano e cereali ai drok-pa, Verso
il popolo del Drok, nel Tibet oggi la meta
cinese, avendone in cambio il di- A lato, case nella
ritto di far pascolare gli yak nelle valle di Tarap.
pianure dell’altopiano, e grandi Sulle terrazze,
rovi di ginepro,
quantità di sale. In inverno poi lo per alimentare
stesso sale veniva portato a sud il fuoco. Siamo
dell’Himalaya, e barattato con al- già nelle valli
tro grano. Il ciclo poi ricominciava, nepalesi, a
per ripetersi negli anni a venire: quote più basse.

▼
Focus 122 Focus 123
Un’“armonia economica” cui ha posto
fine l’occupazione cinese del Tibet Incontro di
religioni
Un villaggio
era proprio grazie al nomadismo bastanza acqua”), ma la vita delle Nascere rong-pa. Qui,
▼

del sale e del grano che il dolpo-pa carovane è più complessa. In lu- nelle valli
in viaggio meridionali
poteva sopravvivere alla cronica glio salgono ancora sull’altopiano A lato, una del Nepal, i
insufficienza dei propri raccolti, al- tibetano, passando la frontiera per donna che segue carovanieri
l’inadeguatezza dei pascoli, alla po- commerciare con la gente di Drok, la carovana. portano il sale
vertà della terra. ma sono loro concessi solo tre gior- Spesso molti tibetano. In
Le cose sono cominciate a cam- ni. Le contrattazioni avvengono bambini dolpo-pa cambio ricevono
biare negli anni Sessanta, per una sotto grandi tende bianche, e i ti- nascono durante soprattutto
serie di motivi diversi: il governo betani offrono, oltre al sale, lana, il tragitto. Sotto, grano. Gli edifici
cinese ha stretto il proprio con- carne affumicata, grasso di yak, un macellaio e sono fatti
trollo sul Tibet (proprio nel 1959 churpi (un formaggio secco), tè, bi- la sua paga (la a terrazza:
fu deposto il Dalai Lama), chiu- carbonato, oggetti di ceramica. I testa dello yak il pavimento di
appena ucciso una casa
dendo le frontiere e sottoponen- dolpo-pa offrono in cambio patate, e fatto a pezzi). rappresenta il
do a un severo controllo il com- grano saraceno, mais ottenuto du- soffitto di quella
mercio del sale; la costruzione di rante i viaggi nel sud del Paese e inferiore. Si sale
nuove strade, sempre in Tibet, ha orzo. Gli affari (che avvengono sul- da una terrazza
consentito l’approvvigionamento la base del baratto) sono control- all’altra grazie a
autonomo di cereali nel Drok; il lati severamente dai militari cinesi, scale intagliate
miglioramento delle comunicazio- che arrivano ad accompagnare i nel legno.
ni nel nord dell’India ha permesso mercanti di tenda in tenda. Questi villaggi
l’arrivo di sale indiano, molto me- Poi comincia il ritorno verso Sal- rappresentano
il punto di
no costoso, fino in Nepal. dang: qui il sale tibetano viene trat- incontro delle
In questo modo il tradizionale e tenuto solo in parte: e a novem- comunità
armonico sviluppo dei traffici nel bre le carovane ripartono verso buddiste del
Dolpo è stato sconvolto. Risultato? sud, verso Chuma, appunto, la ter- nord, con quelle
La vita dei nomadi si è fatta molto ra dei rong-pa (il popolo del induiste del sud.
più difficile. Il cuore del loro Paese Rong), dove verrà scambiato con il
è ancora Saldang (il nome tibetano grano che cresce sul fertile suolo
completo è Saldang Chu Metang, e del versante sud dell’Himalaya.
significa “abbastanza terra, non ab- Dolpo-pa, drok-pa, rong-pa... un
▼

Le antiche strade del sale

6.265 m TIBET
KYATO
(Cina) CHONGRA
5.411 m

GNISAL
DOLPO SALDANG

CHUMA NYELDE
TALPHI TARAP
JUMLA 1. Verso valle, portando
5.050 m il Tibet il sale tibetano.
5.115 m In luglio, parten- Avranno in cam-
HURIKOT
do da Saldang, bio altri cereali,
le carovane van- per continuare
JUPHAL no verso nord, gli scambi.
5.916 m 5.915 m oltrepassano la 3. Verso
frontiera tibeta- l’India
na e raggiungo- Da gennaio a
DIGA no Kyato Chon- marzo altre ca-
JAJARKOT gra. Qui il sale rovane, partite
CATENA DEL DHAULAGIRI viene barattato, dalla valle e co-
in cambio stituite da greggi
di cereali. di montoni,
NEPAL 2.Verso scendono verso
la valle il confine con
Da novembre a l’India. Qui si
BHOTECHAUR dicembre le procurano altro
carovane degli sale, vendendo
yak scendono prodotti agricoli
verso il fondo- (fagioli, cereali).

Focus 124
Dolpo-pa, drok-pa, rong-pa:
un tempo i popoli dei monti
collaboravono. Ora non più
tempo queste tribù erano
molto più unite di quanto
siano oggi. «La vita era
più semplice», raccontano
i vecchi di Saldang. «Al-
l’inizio dell’inverno, per e-
sempio, noi portavamo in
Tibet i nostri yak e i nostri
montoni, perché potesse-
ro pascolare. Li riprende-
vamo in primavera, e la-
sciavamo ai drok-pa gli
agnelli nati sul loro terri-
torio. Ora questo non si fa
più». Anche con i rong-
pa, la gente del sud, il rap-
porto è diventato più dif-
ficile: ogni volta che le ca-
rovane partite da Saldang
scendono nella valle l’ac-
coglienza non è più quella
di un tempo, quando i due
popoli si consideravano
quasi fratelli. Le contrat-
tazioni, per esempio, so-
no più aspre: attualmente
lo scambio avviene sulla
base di una misura di sale
contro due misure e mezzo di gra- Vita difficile
no, ma il rapporto può variare a Una donna dolpo-pa, con
seconda della quantità di sale che la cesta delle provviste e un
i cinesi hanno consentito ai dolpo- bambino in collo, attraversa
pa di portar via, e della bravura (e un burrone himalayano.
spesso della durezza) dei parteci-
panti allo scambio. l’interno c’è tutto ciò che serve per
Ma il sale tibetano non è suffi- la migrazione, stoviglie e coperte
ciente al popolo del Rong. E allo- di lana, pelli di capra da stendere
ra nuove carovane vengono invia- sul terreno, anfore di legno piene
te ancora più a sud, per procurarsi d’olio, spezie e perfino matasse di
sale indiano. I rong-pa non adope- lana da filare strada facendo.
rano gli yak, però: le loro carovane A Bhotechaur, porta sull’India,
sono invece fatte di immense greg- la carovana arriverà ai primi di
gi, migliaia di pecore e montoni marzo: è una città di frontiera, i
che portano sul dorso, ciascuno, camion possono salire fin qui, ma
una lukal, cioè una doppia sacca non andare oltre. Due mondi si
di lana, con rinforzi in cuoio, che le toccano, e invece che il baratto si
famiglie si passano di generazione comincia a usare la moneta. Per
in generazione. E anche questo è avere il permesso di far pascolare
un lungo viaggio: per percorrere le greggi i rong-pa debbono per
150 chilometri di sentieri d’alta esempio pagare almeno 2 rupie a
montagna, attraversare foreste e testa: vecchie banconote consunte,
guadare torrenti ci vogliono quasi che durante il resto dell’anno, a
tre mesi. E tre mesi per tornare, Chumi o a Saldang, vengono con-
anche perché il movimento di una servate avvolte nella plastica, tor-
carovana di montoni e molto più nano ad avere valore. E che valo-
lento e disorganizzato di quello di re! Le botteghe di Bhotecahur so-
una fila di yak. Gli animali viag- no povere, c’è solo qualche sari,
giano a gruppi di trenta o quaran- qualche orologio, rozze radio a
ta, spesso uno di essi si disperde e transistor. Ma i prezzi sono co-
viene a fatica ricondotto nel greg- munque troppo alti, per gli uomi-
ge. Alla cintura ogni rong-pa por- ni dell’Himalaya. E i soldi servono
ta una falce, e sulla schiena una soltanto per il sale. ■
specie di canestro di bambù: al- Stefano Randa
Tecnologia
Mappe
“Gira a destra”, disse il computer
digitali,
satelliti e
sensori nelle
L’
automobilista batte sulla
tastiera il nome della stra-
da che vuole raggiungere.
ruote... ora Sullo schermo a cristalli li-
quidi accanto al volante, appare
l’auto sa la mappa della zona dove si trova
l’auto, con una freccia che rappre-
come fare e senta il veicolo mentre procede, e
con il percorso da seguire ben evi-
denziato. Contemporaneamente,
dove andare. la voce “sintetica” del computer
indica le manovre da eseguire. Per
Da sola! esempio: «Poco più avanti, svol-
tare a sinistra». Fantascienza? No.
E’ la descrizione del funziona-
mento di uno dei tanti “sistemi di
instradamento” per automobili,
che in qualche caso sono già in
vendita, in media da 6 a 8 milioni.
● Cartine elettroniche
I “sistemi di instradamento” (o
di navigazione) per auto si basa-
no su mappe digitali registrate su
Cd-rom, e mostrate all’automobi-
lista su uno schermo a cristalli li-
quidi. E’ questa la ragione per la
quale non sono ancora operativi
dappertutto: le mappe, infatti, so-
no state finora realizzate solo per
alcune zone. La cartina digitale
della Germania, per esempio, è già
a buon punto: la Tele Atlas ha rea-
lizzato per il sistema Berlin della
Blaupunkt un Cd-rom da 590 me-
gabyte con le piante di tutte le città
al di sopra dei 20 mila abitanti, più
gran parte delle autostrade. La
mappa può essere rappresentata
sul display in varie scale: nel siste-
ma Carin della Philips, per esem-
pio, si va da 1 centimetro per ogni
50 metri, più adatta ai viaggi in quella sinistra. A questi strumenti
città, fino a 1 per ogni 25 chilome- si aggiunge sempre più spesso il
tri. Ma come fa il computer di bor- Gps (Global position system), che
do a conoscere la posizione dell’
auto, e a rappresentarla sulla pian-
sfrutta i segnali emessi da un mas-
simo di sei satelliti, e la loro rice-
tina? Merito del sistema di loca-
lizzazione, che può funzionare in
zione da parte del veicolo, dedu-
cendo così la posizione dell’auto.
vari modi. Il più semplice si com-
pone di una bussola e di sensori
applicati sulle ruote, in grado di
Un’alternativa ai sensori è costi-
tuita dal girometro, un sensore di
direzione delle dimensioni di una
indicare la quantità di strada per-
corsa e la direzione seguita, calco-
scatola di fiammiferi, utilizzato dal
Route planner della Magneti Ma-
lando la differenza fra i chilometri
coperti dalla ruota destra e da
relli. Il cuore del dispositivo è co-
stituito da una barretta di cerami-

▼
SISTEMA BERLIN
Pronti a
sterzare
A sinistra,
il Berlin della
Blaupunkt: è
adatto a tutti
i tipi di auto e
costa circa
7 milioni. Il
messaggio nello
schermo indica
che la curva
a destra è ormai
a pochi metri.
Sta per essere
emesso anche
un avviso vocale.

SISTEMA CARIN
Voi siete qui!
Tre immagini del sistema Carin della
Philips. In alto, in particolare, la
visualizzazione di una mappa cittadina.
Il sistema di navigazione indica sullo
schermo gli spostamenti dell’auto.

A Tokio non se ne può fare a meno

E’ il Giappone il Paese
nel quale i sistemi di
navigazione per auto sono
di gran lunga più diffusi.
Alla fine dell’anno scorso,
i sistemi in circolazione
erano circa 700 mila. «Si
tratta per lo più di sistemi
semplici», spiega Mario
Pallme della Tecmobility.
«In effetti il Giappone è
partito per primo a causa
delle difficilissime condizio-
ni del traffico. Ma quelli
diffusi non sono sistemi
che guidano l’automobilista
scegliendo l’itinerario più
rapido per raggiungere una
destinazione. Eseguono
solo la localizzazione del
veicolo, inserendolo sulla
mappa digitale registrata
su Cd-rom: sta poi all’
automobilista scegliere
l’itinerario». I primi sistemi
di instradamento veri e
propri, con tanto di mes-
saggi vocali, sono entrati
in commercio in Giappone
soltanto quest’anno.

Focus 129
Nel traffico le automobili seguiranno
il radiofaro, come navi nella nebbia
ca che viene fatta vibrare lungo il
▼
suo asse longitudinale. Al ruotare
del veicolo ruota anche la barretta,
generando una forza perpendico-
lare a quella dell’oscillazione: la
tensione necessaria per annullare
questa forza dà la misura della ve-
locità angolare e quindi della di-
rezione della vettura.
I modi per selezionare la desti-
nazione sono essenzialmente due.
O si batte il nome della via o della
località prescelta, o si indica con
un cursore sulla mappa la località
che si vuole raggiungere. La scelta
del tragitto avviene non solo in ba-
se alla distanza, ma anche in base
al tempo previsto: il sistema quin-
di preferisce le strade più ampie e
con meno incroci e guida l’auto-
mobilista con messaggi vocali.
Quando il veicolo raggiunge il li-
mite della mappa visualizzata sul
display, lo schermo passa automa-
ticamente al riquadro successivo. Il
sistema Berlin, invece, per guidare
l’automobilista verso una svolta a
destra utilizza, oltre al messaggio
vocale, una freccia e una linea trat-
teggiata, che simbolizza la distanza
via via decrescente dall’incrocio.
SISTEMA EUROSCOUT
Focus 130
SISTEMA ROUTE PLANNER
Made in Italy
1 Il Route Planner, messo a
punto dalla Tecmobility (gruppo
Marelli). 1. Il sistema intero.
2. Un consiglio di guida con
ingrandimento di un incrocio.
3. Localizzazione del veicolo.
Quando la linea è quasi
scomparsa, cioè quando la
curva è stata raggiunta, la
voce dice: «Ora a destra».
Se, per propria scelta o per
un impedimento imprevi-
sto, non si seguono le indicazioni
del computer, niente paura: sele-
zionando la funzione “nuovo per-
corso”, in pochi secondi si sarà
nuovamente guidati dal sistema.
● Viaggiare informati
Ma non è tutto. I sistemi di na-
vigazione, pur funzionando in mo-
do autonomo, possono anche ri-
cevere informazioni sul traffico.
In base alle segnalazioni ricevute,
i computer elaborano itinerari che
permettono di evitare code e in-
tasamenti, facendo risparmiare
tempo e denaro e contribuendo a
una viabilità più scorrevole. Natu-
ralmente il presupposto è l’esi-
stenza di centri che, grazie a una
serie di rilevatori sulle condizioni
del traffico, siano in grado di in-
viare informazioni alle auto. Ci so-
no tre modi per trasmettere queste
informazioni, tutti in fase di speri-
mentazione più o meno avanzata.
Chiacchiere
elettroniche
Il montaggio
su un cruscotto
dell’ Euroscout,
della Siemens.
Raccoglie
i segnali emessi
dai radiofari
posti agli incroci
delle strade:
la macchina
dialoga di
continuo con
questi radiofari.
2 gio delle auto. In quel momento, i
Via radio. Il sistema Rds-Tmc
(Radio data system-traffic message
channel) è il più semplice, e il più
vicino alla realizzazione su vasta
scala. E’ un canale di trasmissione
radiofonica digitale in modulazio-
ne di frequenza, che trasmette in-
formazioni sulle condizioni del
traffico in modo capillare e conti-
nuo. I sistemi di navigazione appli-
cati sulle auto devono essere dota-
ti di un decodificatore dei messag-
gi Tmc. In Italia questo sistema è
sperimentato dal progetto Gemini,
partito quattro anni fa e finanziato
dall’Unione europea, nella zona
fra Verona e Venezia. Le informa-
zioni partono da tre centri operati-
vi delle autostrade, arrivano al
Centro infortunistica stradale e da
qui vengono irradiate via Rds-
Tmc. Il limite del sistema è la ri-
dotta quantità di informazioni tra-
smissibili. Il problema potrà essere
superato in un prossimo futuro con
l’introduzione del Dab (Digital au-
dio broadcasting), la nuova radio-
fonia digitale, che ha una portata
di informazioni molto maggiore.
Radiofari per auto. Il sistema è
basato sui beacons, cioè ricetra-
smettitori a raggi infrarossi o a mi-
croonde, situati presso i più im-
portanti incroci. Il più avanzato è
l’Euroscout, della Siemens. Si ba-
sa su un centro di raccolta e distri-
buzione delle informazioni che,
usa beacons a infrarossi per co-
municare con le automobili. I bea-
cons possono trasmettere solo a
una ventina di metri di distanza,
ed entrano quindi in contatto con
i sistemi di navigazione al passag-
3
sistemi di bordo ricevono i per-
corsi ottimali per tutte le destina-
zioni nel raggio di circa 500 mila
metri quadrati. In base alla desti-
nazione precedentemente scelta
dall’automobilista, il sistema è co-
sì in grado di suggerire l’itinerario
migliore, tenuto conto delle con-
dizioni del traffico. Se non si se-
guono le indicazioni ricevute, per
avere un nuovo itinerario consi-
gliato bisogna attendere il beacon
successivo. La dotazione di bordo
del sistema Euroscout è l’unica
priva di mappe digitali su Cd-rom:
le cartine digitali sono inviate ai
sistemi direttamente dai beacons.
Il vantaggio del sistema è la capa-
cità di inviare una grande mole di
informazioni. Lo svantaggio è rap-
presentato dall’elevato costo delle
infrastrutture: per coprire una città
come Torino, per esempio, ci vor-
rebbero circa 120 trasmettitori.
Il cellulare. Il sistema che usa i
telefoni cellulari è detto Socrates
(System of cellular radio for traffic
efficiency and safety). Le infor-
mazioni sulla situazione del traffi-
co giungono al centro Socrates
dalle stesse auto, in base ai tempi
di percorrenza di determinati “ar-
chi” di spazio. Anche questo siste-
ma, come quello a beacons, è quin-
di a due vie: dal centro informati-
vo alle automobili e viceversa. Il si-
stema Socrates è stato sperimen-
tato con successo soprattutto in
Giappone, ma anche in Europa, a
Goteborg e in Renania, dove è se-
guito con particolare attenzione
dalla Philips. Il maggiore ostacolo
alla diffusione del sistema è rap-
presentato dalla necessità di crea-
re un’apposita linea per la comu-
nicazione digitale tramite telefo-
no cellulare, che permetta un’ade-
guata efficienza nell’invio delle
informazioni. La creazione di que-
sta linea, che si dovrebbe chiama-
re appunto Socrates, è attualmen-
te in fase di studio da parte dell’
Etsi, l’Istituto europeo per gli stan-
dard delle telecomunicazioni. ■
Riccardo Venturi
Animali

Il destino della lepre? Quello di essere Chi l’ha

vista?
preda di altri animali, uomini e... cuochi La lepre si
mimetizza
perfettamente
nell’ambiente
in cui vive: i
campi coltivati.

Il coniglio
Pelo fulvo,
orecchie orlate
di nero, occhi di
colore castano
le permettono
di rendersi
quasi invisibile.

da corsa
Al riparo

O
gni anno spendiamo
nell’erba da 30 a 50 miliardi di
A sinistra, lire per comprare le-
una lepre pri sui mercati inter-
accovacciata nazionali: le migliori (per pre-
nell’erba gelata. stanza fisica) sono quelle che
Questo animale provengono dall’Ungheria, o
non ha una tana
vera e propria, da altri Paesi dell’est, ma ne ar-
ma numerosi rivano anche da Argentina,
nascondigli: Uruguay e Paraguay, viaggian-
una buca poco do in aereo, oppure in treno.
profonda, o Quanto costano? 90 mila lire
un punto in cui le più giovani, e 300 mila quel-
cresce erba folta, le adulte, che resistono meglio
sono sufficienti. a trasferimenti e cambiamenti
d’ambiente. Qualunque sia la
loro provenienza, hanno il fu-
turo tristemente segnato: la
maggior parte finisce infatti nei
carnieri dei cacciatori, o sul
banco del macellaio. «Un tem-
po in effetti nelle nostre cam-
pagne le lepri erano comuni.
Erano diffuse soprattutto nella
pianura Padana, in Emilia,
Lombardia, Piemonte e Vene-
to. A partire dagli anni Settan-
ta, però, c’è stata una forte ri-
duzione. Le cause? La caccia,
innanzitutto, e poi la trasfor-
mazione dell’agricoltura, con
l’impiego delle macchine e dei
prodotti chimici. Adesso, ogni
Sempre pronta a reagire anno, per accontentare gli ap-
A sinistra, e sopra, lepri in allerta. La loro sopravvivenza passionati della doppietta oc-
dipende dalla capacità di avvertire in anticipo il pericolo. corrono circa 150 mila capi»,

▼
Scappa veloce,
ma in una zona
circolare che
ha il raggio
di un chilometro
dice Valter Trocchi, dell’Istituto
▼

nazionale per la fauna selvatica. Indagine genetica

Le lepri vengono recuperate an- Valter Trocchi, zoologo, Fuga senza
che negli allevamenti italiani, op- con una lepre impagliata. speranza
pure nelle aree protette, dove han- “Per studiare le antiche Due segugi
no modo di riprodursi senza limiti. lepri preleviamo inseguono una
«Gli animali vengono liberati nei materiale genetico dagli lepre. I cani
esemplari dei musei”. però, non la
territori di caccia tra dicembre e
catturano mai:
marzo, perché possano avere il la costringono
tempo di ambientarsi, accoppiarsi ampi, che può tenere sotto con- a fuggire in un
e procreare entro l’inizio della trollo di continuo, mentre si ciba», angolo dove
nuova stagione di caccia, nel set- dice Alberto Meriggi, zoologo del si trovano
tembre successivo», dice Giorgio dipartimento di biologia animale i cacciatori.
Narduzzi, ex allevatore di lepri. dell’università di Pavia. Ma le stra- L’addestramento
Come vengono catturati gli ani- tegie della preda non finiscono inizia un mese
mali? «Nell’est europeo è un grup- qui: anzi, raggiungono un grado di prima dell’
po di battitori a stanare le lepri e a specializzazione e raffinatezza non apertura
della stagione
spingerle verso una rete a trema- comune nel mondo degli animali. di caccia.
glio, nella quale finiscono impi- Soprattutto essere invisibili, o qua-
gliate. In Argentina si procede in- si, è fondamentale, se si vogliono
vece con due trattori, tra i quali ridurre le probabilità di essere cat-
viene stesa una rete. I trattori pro- turati. Tutte le lepri sono così do-
cedono prima lentamente e in pa- tate di un mantello mimetico:
rallelo, poi si avvicinano veloce- quelle che vivono in pianura han-
mente a semicerchio, e alla fine si no un pelo marrone rossiccio, che
chiudono sulle prede. E’ una cac- ben si confonde con stoppie e fili
cia spietata: in una sola notte si rie- d’erba. Quelle che invece vivono
scono a catturare fino a un centi- in montagna o nelle regioni nordi-
naio di lepri, che vengono poi infi- che, dove in inverno la neve è una
late in una cassetta, e spedite a de- presenza costante, cambiano pel-
stinazione. Diversa la sorte delle liccia nella stagione fredda, e di-
lepri utilizzate per l’alimentazio- ventano candide.
ne: vengono immediatamente uc- Nelle stagioni di
cise, tagliate a pezzi e congelate». mezzo, per esempio Razze, specie e varietà
durante il disgelo,
● Vittima predestinata
Triste destino? In realtà la le-
quando il terreno è
chiazzato di bianco,
Lgomorfi,
a lepre è un mammi-
fero dell’ordine dei La-
animali simili ai
soltanto in Sardegna e
nelle Baleari, e ha di-
mensioni ridotte.
pre è un animale preda per eccel- la lepre si adatta, e roditori. In Italia vivono La lepre comune tuttavia,
lenza, e non soltanto per gli uomi- diventa di color sale tre specie di lepri: proprio per la sua ampia
ni. Si cibano di lepre quasi tutti i e pepe. Il pelo ha ● La lepre comune (Le- diffusione, si è differen-
carnivori poco più grandi di lei: anche un’altra qua- pus europaeus) è diffusa ziata in moltissime sotto-
volpi, lupi, linci.Più di frequente il lità: è un ottimo iso- in tutta Europa, ha una specie, che tra l’altro
pericolo arriva dall’alto: poiane, lante termico. E’ Tutti la Cadaveri testa ovale, con grandi continuano a incrociarsi
occhi sporgenti, un man- tra loro. In Europa se ne
astori, nibbi, aquile. I grandi rapa- composto infatti di vogliono eccellenti tello fulvo, orecchie lun- contano almeno cinque:
ci, dotati di vista acuta e rapidità di due tipi di peli: quel- A sinistra, una A sinistra, il ghe e coda corta. Il peso la sottospecie europea,
picchiata, sono i nemici peggiori, li che costituiscono volpe alle prese bottino di una di un animale adulto va che si trova in Europa
ma anche i gufi, che come la lepre la “borra”, più corti, con il cadavere giornata di dai due ai sette chili. centrale, a testa grossa;
vivono di notte, ne sono accaniti sottili e soffici, e di una lepre. caccia in una ● La lepre variabile (Le- la meridiei, originaria del-
cacciatori. E la lepre ha fatto, a quelli più elastici, Volpe, lince, lupo riserva sul fiume pus timidus) è diffusa nel l’Italia settentrionale;
suo modo, di necessità virtù. «Ha lunghi, e superficiali, e aquila sono Reno. In Italia la nord Europa e sulle Alpi. quella corsa, distribuita
per esempio imparato a vivere una che costituiscono la i peggiori nemici caccia alla lepre Ha una struttura tozza e in Sicilia e Corsica; la
vita sdoppiata: di giorno, quando “giarra”. La borra è della lepre. è aperta dal orecchie più piccole, ed transilvanica, diffusa in
la maggior parte dei predatori ala- in grado di intrap- Sono però di 15 settembre è l’unica lepre che effet- Ucraina, Crimea, Roma-
solito gli animali al 31 dicembre. tua la variazione croma- nia e penisola balcanica;
ti è alla ricerca di cibo, si nasconde polare un’elevata più vecchi, o Gli altri periodi tica del pelo, in funzione l’ibrida, comune nella re-
sotto l’erba o i cespugli, e cerca di quantità di aria, che quelli malati dell’anno sono delle stagioni. gione che va dalla Rus-
risparmiare le forze dormendo. Di si scalda con il calo- a finire per primi riservati ai ● La lepre del capo sia all’Ungheria, che ha
notte, quando sono in movimento re del corpo dell’a- nelle fauci ripopolamenti. (Lepus capensis) si trova grandi dimensioni.
i predatori terrestri, sceglie spazi nimale. dei predatori.
▼

Focus 134 Focus 135

Ogni femmina ha due uteri:
è la strategia migliore
per riprodursi senza sosta
● Vedere bene, parlare poco
▼
La lepre ha una vista a pieno
campo, che copre quasi 360 gradi.
Gli occhi infatti sono posti ai lati
del muso. La visione che consente
di percepire la tridimensionalità è
quindi limitata a una ristretta fa-
scia anteriore, ma poco importa:
la lepre deve soprattutto
tenere sotto controllo ciò
che si muove intorno a
lei. In compenso nell’oc-
chio c’è uno strato di cel-
lule, il tapetum lucidum,
che migliora la vista di
notte. Ci pensano le
grandi orecchie poi, a
fornire altre preziose
informazioni. Il padiglio-
ne auricolare, enorme-
mente sviluppato, serve
a captare e ad amplifica-
re i rumori anche se ven-
gono prodotti a grandi
distanze.
Se si è preda, inoltre,
è meglio stare zitti. E in-
fatti la laringe della lepre
è priva di casse di riso-
nanza, e le corde vocali
sono ridotte al minimo.
Mormorii, soffi e bron-
tolii, vengono emessi du-
rante i combattimenti, o
nell’accoppiamento. Se
ha paura, la lepre si limi-
ta a digrignare i denti,
mentre se è terrorizzata geme, più
o meno come un neonato.
● Qualcuno si salverà
La strategia riproduttiva della
lepre è di tipo “r” (riproduzione
indefinita), come quella di pesci,
rettili, batteri. Quella dell’uomo,
e di altri grandi animali, è invece di
tipo “K” (riproduzione limitata da
una variabile definita). La strate-
gia “K” prevede un numero limi-
tato di figli, e un grande impegno
per crescerli e proteggerli. Appli-
care la strategia “r” invece signifi-
ca mettere al mondo quanti più
cuccioli possibile, indipendenten-
temente dalle loro reali possibilità
di sopravvivenza. Ne moriranno
tanti, ma qualcuno ce la farà. Così
la lepre femmina partorisce da
uno a sei cuccioli a ogni parto, e in
un anno i parti possono arrivare a
cinque. Come riesce a sostenere
questo ritmo elevato? Ha due ute-
ri. Se uno dei due è impegnato,
▼
Focus 136
Madri a ciclo
quasi continuo
A destra un cucciolo.
Sotto, una madre che
allatta i piccoli. Una lepre
partorisce cinque volte
all’anno. Nei mesi di
giugno e luglio tutte
le femmine sono incinte.
I trucchi per
vederla
Ivanno
primi indizi della pre-
senza di una lepre,
raccolti di giorno.
Sono tracce sicure della
sua presenza: germogli
tagliati di netto, palline
di sterco accumulate in
punti particolari, piccole
depressioni del terreno,
ben protette dalla vegeta-
zione. Se è appena
piovuto, o se è caduta
la neve, si trovano anche
le impronte: due piccole
orme tondeggianti dispo-
ste su una linea retta,
quelle delle zampe ante-
riori, e due orme allunga-
te e parallele, quelle delle
zampe posteriori. Per un
incontro a tu per tu, inve-
ce, è meglio appostarsi in
una notte di luna piena,
e rimanere accucciati,
immobili, ai margini di
un campo abbandonato.
Una frenetica corsa a zig zag
Iscappare.
l modo migliore per
non farsi prendere è
E la lepre ha
anche in caso di sforzo
intenso.
A queste doti fisiche la
lo retto anche in piena
corsa. Per sottrarsi al-
l’inseguimento inoltre,
terali per interrompere
la continuità delle trac-
ce. Ogni tanto si ferma
fatto della fuga un’arte. lepre unisce una buona tende a confondere il per riposare nei covi che
La struttura del corpo, la tecnica di depistaggio. nemico tornando più vol- già conosce, e li rag-
muscolatura (le cellule Infatti è in grado di cam- te sul medesimo percor- giunge percorrendo un
che compongono le fi- biare direzione ad ango- so e compiendo balzi la- tratto a zig zag.
bre muscolari sono par-
ticolarmente ricche di
mitocondri, le centrali di
energia cellulare) e la
lunghezza degli arti po-
steriori, sproporzionati ri-
spetto a quelli anteriori,
le consentono di spicca-
re balzi che possono
raggiungere un metro e
mezzo in altezza e i due
e mezzo in lunghezza. In
corsa può raggiungere i
70 chilometri all’ora. Il
cuore, grande rispetto
alle dimensioni del cor-
po, assicura una perfet-
ta irrorazione sanguigna
Con la luce
della luna
vede meglio
che nelle
ore diurne
durante gli accoppiamenti, che
▼
vengono effettuati mentre è anco-
ra in corso una gravidanza, l’ovulo
fecondato si insedia in quello an-
cora disponibile. Ma può capitare
che siano entrambi occupati. Se è
così, durante il secondo accoppia-
mento l’ovulo, liberato dalle ovaie
grazie ai movimenti effettuati du-
rante l’amplesso, incontra una par-
te degli spermatozoi del primo ac-
coppiamento, conservati a monte
dei feti in via di sviluppo. E una
seconda gravidanza inizia quando
la prima non è ancora terminata.
In più la lepre inizia a essere fe-
conda in giovane età, si riproduce
per otto mesi all’anno, e ha gravi-
danze brevi, di circa 40 giorni. Ap-
pena nati i cuccioli hanno già gli
occhi aperti, hanno la pelliccia e
sono provvisti di denti. Dopo qual-
che giorno sono in grado di muo-
versi da soli, e quando
hanno appena un mese
spezzano definitivamente
i legami famigliari. Mam-
ma lepre non si prodiga
in cure assidue: li allatta
solo una volta al giorno
e per pochi minuti. Così
riduce al massimo il mo-
mento in cui i leprotti so-
no impegnati a succhia-
re, e tutta la famiglia è
più indifesa dai predatori.
Il latte, decisamente più
ricco di proteine e grassi
rispetto a quello di muc-
ca, permette il raddoppio
del peso dei cuccioli in
una sola settimana.
● Digestione difficile
La lepre, da adulta, è vegetaria-
na. L’ambiente in cui vivevano i
suoi antenati, la steppa, era una
vasta distesa di erbe, simile alle
campagne coltivate, dove adesso
la si trova con maggiore frequenza.
Mangia le giovani piantine di fru-
mento, erba medica, loglio, trifo-
glio che crescono nei campi, ma
preferisce il tarassaco e le altre er-
be aromatiche che crescono nelle
aree incolte. In inverno, se la neve
copre il terreno, rosicchia le cor-
tecce degli alberi da frutta con i
denti anteriori, due grandi incisivi
Focus 138
arcuati, dietro ai quali si trova un
altro paio di incisivi più piccoli. E’
una caratteristica che in natura
possiedono solo gli appartenenti
all’ordine dei Lagomorfi: il coni-
glio e la pica, un animale delle di-
mensioni di un ratto che vive in
America e nella regione euroasia-
tica. Come tutti gli erbivori però, la
lepre ha problemi di digestione e
assimilazione. I ruminanti, come
mucche e pecore, si fanno aiutare
dai batteri che vivono nel rumine
(una cavità nello stomaco), che de-
gradano la cellulosa contenuta nel-
le piante e rendono disponibili gli
amminoacidi che la compongono.
La lepre invece utilizza il proprio
10°
Non le sfugge
proprio nulla
A sinistra, una lepre
di spalle. I suoi occhi,
posti ai lati del capo,
le consentono di tenere
sotto controllo un’area
di circa 360 gradi
(sopra). La visione
stroboscopica, che
permette di percepire
la profondità di campo,
è però limitata a
un angolo ristretto,
di soli 10 gradi.
Pronta per
la caccia Pazza d’amore
Angelo Moroni,
allevatore P er le lepri il sesso non è
cosa da poco. Nei numerosi
periodi degli amori che si
di lepri. Gli
animali vivono verificano durate l’anno, e in
particolare in quello che coinci-
in speciali
gabbie, che de con l’inizio della primavera,
consentono il comportamento dei maschi
anche gli ampi viene completamente stravolto.
movimenti Gli animali corrono come pazzi,
necessari per l’ combattono fra loro a morsi
accoppiamento e spintoni, e strofinano in conti-
Verranno nuazione il muso sul terreno.
liberati Sotto il mento hanno infatti del-
nelle riserve. le ghiandole che emettono una
secrezione odorosa, una sorta
di carta di identità che, come la
intestino cieco, che è in grado di in- sostanza emessa da altre
camerare una quantità di cibo die- ghiandole genitali, serve sia a
ci volte maggiore di quella conte- mettere in allerta gli altri
nuta nello stomaco. Nell’intestino maschi, sia a comunicare alla
la poltiglia, sottoposta all’azione femmina la propria disponibilità.
dei batteri, si trasforma e si arric- Quando il maschio ha finito
chisce di proteine e vitamine, so- i combattimenti, e finalmente
incontra la femmina, è lei che
prattutto B e C. Quando viene e- inizia a picchiarlo, colpendolo
messa ha un aspetto diverso da con le zampe sul muso. Ha inizio
quello delle feci, che sono palline così un lungo rituale di corteg-
dure e secche: è un escremento mu- giamento, che pare abbia lo
coso, che viene subito inghiottito, scopo di permettere la liberazio-
questa volta senza masticare. ■ ne contemporanea degli ovuli
Mariella Bussolati che dovranno essere fecondati.
Quando tutto è pronto, la
Per saperne di più: femmina agita ininterrottamente
la coda, e al tramonto o di
Mario Spagnesi e Valter Trocchi, La notte, ha inizio l’accoppiamento.
lepre, Edagricole.
L’incontro - Carlo Maria Cipolla

“L’economia ita liana?

Va bene solo quando
esportiamo molto. Se
no, è crisi. Così, da secoli,
viviamo nell’instabilità.

Su e giù, per l’etern ità”

Traffici
marittimi
Il brigantino
italiano Amore,
del 1851. Nell’
Ottocento la
nostra economia
ebbe una ripresa
dopo una crisi
durata due secoli.

N
el 1860 l’Italia aveva più
navi da guerra degli Sta-
ti Uniti. Perché? Per di-
versi motivi, ma soprat-
tutto perché, invece di favorire la
piccola industria, creando occu-
pazione e producendo beni da
esportare, i governanti allora spin-
gevano l’industria siderurgica, che
impiega molto capitale ma dà la-
voro a pochi uomini». Quella in-
dicata da Carlo Maria Cipolla è
una delle tanti contraddizioni del-
la storia dell’economia italiana.
Certo oggi l’Italia è uno dei Paesi
più avanzati del mondo, è il quin-
to Paese industriale. Eppure tutta
la nostra storia economica è un’al-
talena di successi e di errori, che
Cipolla racconta con grande sem-
plicità e passione: a 73 anni, è in-
fatti uno dei maggiori storici del-
l’economia. Ha insegnato alla
Normale di Pisa, alle università di
Venezia, Pavia, Firenze e Berke-
ley, in California. Ha scritto 26 li-
bri, l’ultimo dei quali è appunto la
Storia facile dell’economia italia-
na dal Medioevo a oggi (Monda-
dori), che si avvale anche del con-
tributo di altri autori.
Da che cosa dipende que-
sta altalena economica?
L’Italia non possiede né ha mai
posseduto materie prime. Anche
la terra è avara e scarsa. Perciò,
deve importare gran parte di quel-
lo che consuma. Per poterlo fare,
deve quindi esportare molto, per
acquisire i mezzi per pagare le im-
portazioni. E’ stato calcolato che
se il nostro Paese vuole aumenta-
re il suo reddito dell’1 per cento,
deve incrementare le proprie
esportazioni dell’1,7 per cento. Ma
vendere fuori dai propri confini
non è facile, occorre aguzzare con-
tinuamente l’ingegno per essere
sempre competitivi. Una dote che
per fortuna, e seppure a periodi
alterni, all’Italia non manca.
Focus 140
Ma c’è stato anche un vero
momento d’oro?
Il Medioevo (soprattutto fra il
Mille e il 1200). L’Italia, grazie al-
la sua posizione geografica, costi-
tuiva un ponte tra occidente e
oriente. I mercanti di Pisa, Geno-
va, Venezia, andavano nelle Fian-
dre a prendere tessuti e li porta-
vano nell’Italia del sud e nei Paesi
arabi. Da lì prendevano invece le
spezie e le commerciavano nel
nord. C’era anche un altro fattore
di sviluppo: la nascita dei mulini
ad acqua, favorita dalla presenza
di numerosi fiumi e torrenti a flus-
so costante. La produzione di mol-
te merci fino ad allora fatte a ma-
no (come la carta, o i pannilana)
venne da quel momento mecca-
nizzata, aumentò e l’esportazione
ne ebbe notevole profitto. Poi
però arrivò la peste, nel 1347. Seb-
bene disastrosa dal punto di vista
umano, fu un altro toccasana per
l’economia: tra il Mille e il 1300 si
era infatti verificato un aumento
spropositato della popolazione e
quindi della mano d’opera. La pe-
ste decimò la popolazione, e ci fu-
rono più posti di lavoro che
lavoratori: da qui l’aumento
dei salari.
Quale è stato il perio-
do di maggior crisi?
Senza dubbio tutto il Sei-
cento. E sempre per l’effet-
to della mancanza di mate-
rie prime. L’Italia a quell’e-
poca aveva costi di produ-
zione e salari troppo alti, e
di conseguenza esportava a
prezzi eccessivi. Tra l’altro
da noi si continuava a pro-
durre pannilana tradizionali, or-
mai fuori moda e non più compe-
titivi con i prodotti olandesi e in-
glesi, più leggeri ed economici. Per
l’Italia il crollo delle esportazioni è
sempre stato fatale. Oggi, per e-
sempio, la nostra economia è in
Il professor Carlo
Maria Cipolla: “Siamo
un Paese di mercanti
che riescono sempre
a rimediare agli
errori dei governi”.
forte ripresa
proprio per-
ché le espor-
tazioni vanno a gonfie vele. E tut-
tavia in un certo senso quello at-
tuale è un rilancio illusorio: espor-
tiamo non solo perché la nostra
produttività è in rilancio ma so-
prattutto a causa del deprezza-
mento della lira.
Il made in Italy nasce nel Medioevo
La tessitura della lana nel Mille. I mercanti italiani compravano tessuti
nelle Fiandre e li rivendevano in Oriente. Poi impararono a produrli.
pubbliche marinare e delle prime
manifatture, il sud cominciò a es-
sere invaso da merci del nord
(pannilana e cotone), del quale di-
ventò dipendente. Da parte sua si
limitava a esportare soltanto pro-
dotti agricoli. Questa situazione
con il tempo si è sclerotizzata e
mentre nel nord è nata una classe
sociale di professionisti e impren-
ditori, nel sud si è affermata una
struttura di baroni e contadini.
L’unità d’Italia non ha migliorato
le cose: aboliti i dazi doganali, la
manifattura ha continuato a svi-
lupparsi al nord, e il sud è rimasto
La crescita attuale favori- una regione di contadini e analfa-
sce soltanto la ripresa del beti. Anche chi, dopo l’unità, si è
nord. Perché? arricchito con le terre, è andato a
E’ sempre stato così. Il divario investire nel nord, molto più red-
tra nord e sud dell’Italia risale ad- ditizio.
dirittura al Medioevo. Intorno al
Mille il sud, che si trovava in area E il ruolo dello Stato?
arabo-bizantina, era più sviluppa- I tentativi fatti dallo Stato ita-
to del nord, in area carolingio-bar- liano sono stati tutti disastrosi: i
barica. Ma con la nascita delle re- governi hanno sacrificato miliar-
Progresso
tecnologico
Nell’illustrazione
lo spaccato
di un mulino
ad acqua
verticale del
Medioevo, per la
macinatura del
grano: le fasi
di lavorazione
procedevano dal-
l’alto verso il
basso. L’avvento
di queste
macchine, nel
XIII secolo,
provocò rivolte
di lavoratori,
perché questi
temevano
che avrebbero
portato
disoccupazione.
di e miliardi di lire senza risultato, grati mandava-
se non quello di potenziare le as- no infatti a casa
sociazioni criminali. Sviluppare il somme di dena-
Mezzogiorno non significa infatti ro in valuta pre-
costruire fabbriche isolate, in luo- giata, utilissime
ghi dove manca anche un ceto in- alla ripresa. E
dustriale competente. Vuol dire fondamentali fu-
invece attuare, e con grande pa- più valide. Proteggere infatti si- rono anche i nuovi metodi pro-
zienza, un processo storico di se- gnifica stimolare le industrie al- duttivi. Le esportazioni, che cre-
gno contrario a quello prevalso l’efficienza, ma avere anche il co- scevano in questo periodo di oltre
per secoli: prima di lanciarsi nel- raggio di mollare quelle che non il 10 per cento annuo, erano infat-
l’industrializzazione, per esempio, funzionano più. Dopo Cavour an- ti costituite al 90 per cento da pro-
bisognerebbe modernizzare l’a- che da noi, naturalmente, si arrivò dotti industriali: elettrodomestici,
gricoltura e commercializzare con al protezionismo: ma anche nei auto, macchine per cucire e venti-
profitto i prodotti agricoli. confronti di industrie poco pro- latori, che piacevano all’estero an-
duttive. che grazie anche alla nostra capa-
Nel nord invece che cosa ac- cità di trovare il design più grade-
cadde dopo l’unità? Perché il più grande boom vole. Anche oggi abbiamo questa
Anziché proteggere le industrie italiano è avvenuto negli anni capacità: con i vestiti, e con le scar-
chiave, Cavour si lanciò in una po- Sessanta? pe, per esempio. E tuttavia occor-
litica liberista, che molti oggi con- Perché, dopo la guerra, aveva- re fare attenzione, perché non es-
siderano del tutto sbagliata. La le- mo bisogno di tutto e quindi si sendo questi prodotti di alta tec-
zione giusta in quel periodo la da- produsse di tutto, grazie anche ai nologia, possono essere copiati e
vano tedeschi e americani, che fa- capitali forniti dagli americani. Un riprodotti, a costi minori, pratica-
cevano appunto una politica di aiuto è arrivato anche dall’espor- mente ovunque. ■
incentivazione delle loro industrie tazione di mano d’opera: gli emi- Cristina Mochi
Focus 141
Natura

Migliaia di generazioni
di alghe rosse e coralli
cresciuti gli uni sugli altri.
E sopra, la comunità
vivente più ricca del mondo

La grande bar riera

Foresta
subacquea
La barriera
davanti all’isola
Taveuni, nell’
arcipelago delle
Fiji. I coralli
riescono a
crescere solo
dove l’acqua
supera i venti
gradi e il mare
è limpidissimo.
E’ per questo
motivo che non
si trovano mai
vicino alla
foce dei fiumi.
 Paradiso sommerso?
Niente affatto, una
lotta continua e feroce
per lo spazio vitale

Trappole da Il gigante

S
e la bambina ono le foreste tropicali
cacciatore dell’oceano. Foreste na-
Il muso di una Nella foto, molto ne che si estendono su
rana pescatrice ingrandita, una
giovane ofiura bassi fondali, spesso per
spunta tra migliaia di chilometri, talvolta for-
le alghe: molti appoggiata su
pesci della un’altra stella mando anelli, o muraglie, o piat-
scogliera si marina, una taforme. Le barriere coralline sono
mimetizzano linckia. Diverse gli ecosistemi che ospitano il nu-
per cacciare. specie di stelle mero più grande in assoluto di spe-
si nutrono del cie animali e vegetali: al loro in-
plancton che vive terno tutte le risorse energetiche
sulle madrepore vengono sfruttate al meglio, e pro-
e spesso, per
mangiare, prio per questo giocano un ruolo
distruggono importante nell’ecologia dell’inte-
i coralli stessi. ro pianeta. Sono anche gli am-
bienti che hanno raggiunto il mas-
simo grado di sviluppo e di com-
plessità, laboratori di biodiversità,
che favoriscono cioè la diversifi-
cazione delle specie e la loro evo-
luzione. Essendo a poca distanza
dalla superficie dell’oceano il loro
ciclo vitale ha importanti intera-
Scogli zioni con l’atmosfera, dalla quale
appetitosi assorbono l’anidride carbonica in
Un grosso pesce eccesso. Inoltre sono estrema-
pappagallo si mente sensibili allo stato di puli-
avvicina a uno zia dell’acqua, e ciò li rende ottimi
scoglio: questo indicatori dell’inquinamento.
pesce tropicale Come sono fatte? Alla base c’è
contribuisce una moltitudine di piante e ani-
alla formazione mali che, strato dopo strato, depo-
delle spiagge sitano sul fondo del mare il loro
coralline perché scheletro calcareo. Il contributo
sminuzza
le madrepore più importante viene dato da due
con la bocca. gruppi di organismi: le alghe rosse
calcaree, che secernono carbonato
di calcio nella parete delle loro
Dentatura stesse cellule, e i coralli.
potente I coralli sono animali, anche se
I denti del pesce fino al secolo scorso si credeva fos-
pappagallo: sero piante, a causa della loro fis-
riescono a sità. «Non a caso fanno parte di
masticare gli una classe che si chiama Antho-
scheletri dei zoa, dal greco anthos, cioè fiore, e
coralli, formati zoon, cioè animale», spiega Da-
da carbonato niela Basso, ricercatrice in Scienze
di calcio, per
estrarre i piccoli della terra all’università di Mila-
polipi che si no. Alcuni coralli riescono a pro-
trovano nelle durre grandi quantità di carbonato
cavità delle di calcio. In questo modo i loro
madrepore. scheletri crescono a una velocità
tale che, ammassandosi sul fonda-
le, finiscono per costruire una vera

▼
I coralli sono carnivori.
Le loro vittime? Larve
di molluschi e crostacei
barriera. Non tutti lo fanno, però:
▼
i costruttori di barriere sono sol-
tanto gli scleractinia coloniali, o
madrepore: sono caratterizzati da
una parte molle, il polipo (da non
confondere con il polpo), che ha la
forma di un sacco con l’apertura
rivolta verso l’alto, circondata da
una corona di tentacoli. I polipi
hanno la capacità di estrarre car-
bonato di calcio dall’acqua di ma-
re e di depositarlo: in questo modo
si costruiscono uno scheletro cal-
careo esterno, comune a tutta la
colonia. Ogni individuo è allog-
giato in una cavità dello scheletro a
forma di tazza, aperta verso l’e-
sterno, ed è collegato agli altri da
un tessuto vivente che ricopre le
cavità. «Nelle colonie c’è anche un
certo scambio di comunicazioni:
quando si tocca un polipo in una
colonia di coralli generalmente
non si ritrae solo quello, ma anche
tutti gli altri intorno», aggiunge
Daniela Basso.
I polipi sono essenzialmente car-
nivori. Per cacciare protendono
verso l’esterno i loro tentacoli, e
aspettano pazientemente che una
preda vi finisca in mezzo: la affer-
rano con i tentacoli, e la immobi-
lizzano tramite cellule urticanti. Le
prede sono piccoli crostacei, larve
facenti parte del plancton, e altre
sostanze organiche portate dalla
corrente. «Per questo motivo è
tanto importante il ricambio del-
l’acqua: i coralli sono forme sessili,
IL CENSIMENTO DELLE MADREPORE
Nei disegni, i risultati di uno studio condotto sullo sviluppo delle colonie di coralli nel Mar Rosso, di
fronte al porto di Aqaba, in Giordania. A sinistra, la situazione nel 1976: predominavano i coralli molli,
privi di scheletro (in giallo). A destra, la zona nel 1989: i coralli veri e propri (in rosso) si sono diffusi.
Focus 146
Batteri che crescono su
alghe che crescono su...
Insieme, per
sopravvivere
Daniela Basso,
ricercatrice: “I
coralli riescono
a crescere
grazie ad alcune
alghe presenti
nei loro tessuti:
le zooxantelle,
che cedono ai
polipi sostanze
organiche”.
Scogliera
affollata
Una porzione di
barriera corallina Tre ingrandimenti successivi mostrano
sottoposta al le comunità di organismi che vivono sui
censimento delle briozoi (specie di molluschi). In alto,
specie, nel Mar alcuni batteri. Al centro, diatomee e
Rosso: scogliere altre alghe. In basso, l’organismo adulto.
come questa
possono ospitare
fino a settanta
specie diverse
di coralli, spugne
e alghe calcaree.
cioè incapaci di spostamento, e ciale della barriera è fatto da co- Ambiente in
quindi l’alimentazione viene por- ralli vivi, mentre sotto c’è un im-
tata ai polipi dalla corrente», dice menso ammasso di scheletri vuoti. espansione
Daniela Basso. Altri organismi contribuiscono a La distribuzione
consolidare la barriera: alghe cal- delle barriere
coralline negli
● Il condominio litigioso caree, crostacei, briozoi (simili ai oceani. Si calcola Tropico del Cancro
La circolazione dell’acqua è fon- molluschi), coralli diversi dalle ma- che occupino
damentale anche per la riprodu- drepore. Ogni interstizio, ogni ca- una superficie di
zione. Una volta all’anno infatti i vità viene riempita dai sedimenti circa 600 mila Equatore
polipi producono uova e sperma- dovuti all’erosione. La barriera of- chilometri
tozoi e li liberano in acqua, dove fre inoltre riparo a una moltitudine quadrati. La più
avranno la possibilità di incontrar- di pesci e invertebrati che si anni- lunga in assoluto
si per dare origine alla larva. La dano e si riproducono nei recessi e è la barriera Tropico del Capricorno
giovane larva, detta planula, dopo nelle fessure più profonde. Ogni australiana che
supera i duemila
aver vagabondato si fissa sul fondo spazio libero viene occupato, e gli chilometri. Ogni
e diventa a sua volta un polipo. Il stessi coralli si contendono fero- anno, le scogliere
polipo, che dà origine alla colonia, cemente i posti migliori: alcuni col- di madrepore
si riproduce per gemmazione: dal- piscono i vicini troppo invadenti crescono di circa
la sua superficie si “staccano” cel- con tentacoli urticanti, altre spe- dieci centimetri.
lule che diventano nuovi polipi. Le cie coprono il nemico di filamenti e
nuove colonie crescono su quelle con questi lo digeriscono sul luogo, banchi o gruppi corallini in acque profonde
vecchie, che a loro volta muoiono: altri ancora crescono più veloce- presenza di coralli solitari in Antartide
così soltanto lo strato più superfi- mente soffocando i concorrenti.
▼
barriera corallina
Focus 147
 Sulla barriera si può anche pascolare: le stelle marine brucano coralli Le scogliere, per crescere, hanno bisogno di correnti calde
Amici,prima vista i coralli sem-
brerebbero non avere ne-
sa stella marina larga fino a
60 centimetri e coperta di
viene sciolto e digerito, l’a-
canthaster “rimette a posto”
animali che ci vivevano. Le
ipotesi su queste enormi
Ma altri animali, fra i quali
gli stessi coralli, cacciano ● Acqua chiara e tiepida de, non se ne trovano. «Comun- quello di riuscire a crescere più ve- dà sul mare aperto continua a cre-

protetti come sono dal
loro guscio calcareo. Eppure
c’è chi trova gusto a rosic-
chiarli, e fra tutti i predatori il
più inquietante è senza dub-
bio l’Acanthaster planci, o
corona di spine. E’ una gros-
spine, che divora i coralli: si
arrampica sulla barriera e
una volta individuata la pre-
da “tira fuori” lo stomaco e
lo distende sul corallo, pro-
cedendo alla digestione.
Quando il tessuto dei polipi
lo stomaco. Dagli anni Ses-
santa in poi l’acanthaster si
sta moltiplicando, tanto da
diventare una seria minac-
cia: vaste aree coralline sono
state distrutte, e quindi ab-
bandonate dai pesci e dagli
proliferazioni sono diverse:
secondo molti la causa di
tutto è stata la pesca selet-
tiva del tritone gigante, il
principale predatore della
stella, ricercato per la sua
magnifica conchiglia.
l’Achantaster quando anco-
ra è una larva. Potrebbe dar-
si allora che l’inquinamento
da scarichi agricoli, introdu-
cendo in acqua sostanze nu-
trienti, abbia favorito le larve
della stella.
▼
Le barriere coralline non si tro-
vano su tutto il pianeta: sono diffu-
se solamente nella zona tropicale
(dove l’acqua ha una temperatura
elevata). Infatti, sulle coste occi-
dentali dell’America latina e del-
l’Africa, bagnate da correnti fred-
que ci sono coralli che si sviluppa-
no anche al di fuori delle fasce tro-
picali, ma non riescono a formare
una barriera, perché non riescono
a produrre un deposito di calcare
sufficiente», spiega Daniela Basso.
Il segreto della barriera è infatti
locemente di quanto non venga di-
strutta dall’erosione, e per far que-
sto ha bisogno di alcune condizio-
ni: acqua limpida e poco profon-
da (fino a 40-50 metri),suf-
ficientemente illuminata, con una
temperatura tra i 20 e i 28 gradi e
salinità media. Nell’acqua marina a
salinità normale i polipi trovano
sufficiente carbonato di calcio per
poterne ricavare il loro scheletro,
mentre la temperatura elevata ac-
celera i processi metabolici.
Le barriere inoltre non sono tut-
te uguali: a seconda di dove e co-
me si formano creano strutture di-
verse. Ci sono le scogliere fran-
genti, le barriere coralline vere e
proprie con la laguna, e gli atolli:
tutti e tre i tipi nascono, come si è
detto, a profondità che non supe-
rano i 40-50 metri, quindi normal-
mente lungo le coste dei continenti
e delle isole. In genere la situazio-
ne di partenza è proprio la forma-
zione di una scogliera frangente,
cioè una scogliera addossata alla
parete sommersa di una costa. Do-
podiché la scogliera tende a cre-
scere verso l’alto fino a raggiun-
gere il pelo dell’acqua, e verso l’e-
sterno. Diventa così una specie di
piattaforma che si estende lungo la
costa. Quando raggiunge una cer-
ta ampiezza, le sostanze nutritive
contenute nell’acqua del mare non
arrivano più fino alla zona vicina
scere, mentre quella più vicina al-
la costa si “atrofizza”: si formano
dei canali che gradualmente pos-
sono dar luogo a una laguna. Così
dalla scogliera si passa alla barrie-
ra. Ma tutto questo avviene nel gi-
ro di millenni. Le scogliere più an-
tiche, con la composizione che co-
nosciamo oggi, comparvero circa
230 milioni di anni fa, nel triassico
medio. Altri organismi che forma-
vano rilievi sottomarini esisteva-
no già 450-500 milioni di anni fa,
ma non si può dire se costruissero
vere e proprie scogliere.
● Contro l’effetto serra
A cosa servono le barriere co-
ralline? Fisicamente esse hanno la
funzione di proteggere le coste dal-
le onde. Recentemente è stato
inoltre provato che le barriere pre-
vengono l’effetto serra: la barriera
è infatti composta da organismi
che hanno la capacità di fissare nel
loro scheletro quantità considere-
voli di carbonato di calcio, e in
questo processo sottraggono ani-
dride carbonica all’atmosfera.
Quindi aiutano a tamponare l’ec-
cessiva produzione di anidride car-
bonica causata dall’uso di combu-
stibili fossili come petrolio e car-
bone. In questo modo, dunque,
contribuiscono a prevenire il sur-
riscaldamento dell’atmosfera.
«Le barriere coralline hanno poi

▼
alla riva, dove quindi l’erosione
comincia a prevalere. A questo
Sopra e sotto, immagini dalle acque del Mar Rosso: per gli organismi della barriera la luce è fondamentale. Sopra e sotto, polipi corallini: questi animali sono larghi mediamente da tre a sei millimetri. punto la parte della scogliera che

Un anello vivo
U n’isola corallina a
forma di anello,
in mezzo all’oceano:
a crescere.
Quando il co-
no è comple-
come è possibile, dal tamente
momento che le ma- sprofondato,
drepore non cresco- è rimasto l’anello del- sta inglese. C’è però
no al di sotto di 40- la barriera corallina, anche una seconda
50 metri di profon- cioè l’atollo, sul qua- teoria: altri studiosi
dità? In realtà dove le si sono accumula- hanno sostenuto che
oggi c’è un atollo un ti i detriti dovuti all’e- sia stato l’innalzarsi
tempo c’era un’isola, rosione. del livello dell’ocea-
probabilmente un co- Le prime piante sem- no (conseguente al-
no vulcanico: in un plici hanno colonizza- lo scioglimento delle
primo momento i co- to queste spiagge e, calotte polari dopo
ralli sono cresciuti morendo, si sono tra- l’ultima glaciazione)
lungo le coste di sformate in humus, a provocare l’immer-
quest’isola, forman- permettendo alla ve- sione del cono vulca-
do un anello intorno getazione di svilup- nico, lasciando emer-
a essa. Poi l’isola è parsi ulteriormente. sa la semplice bar-
sprofondata gradual- La teoria della subsi- riera corallina circo-
mente, e la barriera denza (lo sprofonda- lare. Oggi si ritiene
contemporaneamen- mento graduale) fu che entrambe le teo-
te è cresciuta verso enunciata nel secolo rie siano corrette
l’alto, e per migliaia scorso da Charles (nella foto, un atollo
di anni ha continuato Darwin, l’evoluzioni- in formazione).

Focus 149
Dagli animali
della barriera
si ricavano
medicinali e
veleni potenti
una enorme importanza dal punto
▼
di vista biologico: sono infatti gli
ecosistemi più complessi esistenti
in natura. Questi ambienti hanno
sviluppato una capacità di sfrutta-
mento delle risorse tale per cui la
loro scomparsa implicherebbe uno
spostamento di equilibrio a livello
planetario», spiega Daniela Bas-
so. «Molte fra le specie animali e
vegetali ospitate non sono state
ancora scoperte. Alcune produco-
no sostanze chimiche dalle quali
presto si potranno ricavare farma-
ci: dalle tossine usate come armi
paralizzanti, fino ai composti chi-
mici che fungono da messaggi tra
polipi vicini».
Altrettanto numerosi sono però
i pericoli che minacciano le bar-
riere. Correnti calde ed effetto ser-
ra, aumentando la temperatura del
mare, possono provocare il feno-
meno del bleaching (in inglese:
Immersioni high tech: sott’acqua ora guida il computer
Ichenformatica ed elettronica
stanno rinnovando le tecni-
per la discesa sott’acqua.
Ecco le principali innovazioni.
■ Respiratori su misura
Si tratta di nuovi respiratori a
“circuito chiuso” (Phibian, Cis,
Carleton Mk XVI) che possono
sostituire sia le bombole tra-
dizionali, sia gli Aro, gli auto-
respiratori che consentono di
respirare ossigeno puro con-
tenuto in una piccola bombola.
I nuovi respiratori possiedono
invece un minicomputer e una
serie di sensori che registrano
automaticamente la profon-
dità, variando di conseguenza
la composizione della miscela
di ossigeno e azoto (o elio)
contenuta nelle bombole: in-
tercettano il gas espirato, ri-
muovono l’anidride carbonica,
e riossigenano la miscela in
funzione della profondità rag-
giunta in quell’istante. «Se i
prezzi di queste apparecchia-
ture scenderanno a cifre ab-
bordabili, ci sarà una piccola
rivoluzione nel mondo dei
sub», dice Daniele Destri, i-
struttore qualificato. La mi-
scelazione, in particolare, è ef-
Focus 150
Un branco di barracuda nuota in cerchio seguendo le correnti che sono molto forti vicino alle barriere.
sbiancamento), cioè la morte del- colare tutto ciò che intorbida l’ac- lometri dal mare, provoca il tra-
le zooxantelle, che danno il colore qua o crea sedimenti è pericolo- sporto a valle, tramite i fiumi, di
dorato ai coralli. Questo accade so, perché impedisce alle alghe grandi quantità di limo “lavato”
se la temperatura supera i 28 gradi: zooxantelle di svolgere la fotosin- dalla pioggia. E gli scarichi agri-
le zooxantelle muoiono e di con- tesi, e i sedimenti, depositandosi coli sono ancora più dannosi di
seguenza i coralli le espellono, ri- sui coralli, li possono soffocare. quelli urbani: contengono infatti
manendo indeboliti e talvolta mo- Anche la deforestazione è poten- fertilizzanti e sostanze nutrienti
rendo anch’essi. zialmente pericolosa: è stato di- che fanno crescere a dismisura le
I rischi maggiori, però, vengo- mostrato che la distruzione delle alghe, a danno dei coralli. ■
no dalle attività umane. In parti- foreste, anche a centinaia di chi- Laura Gonano
fettuata direttamente dal com-
puter, e un display a cristalli li-
quidi aggiorna in ogni istante il
colano i tempi di risalita ba-
sandosi anche sul tasso di sa-
turazione da azoto nel corpo
In profondità,
ma attrezzati
subacqueo sui parametri di umano, rilevata da sensori. I A destra, un
funzionamento dell’apparato. computer subacquei più avan- respiratore a
Nel caso del Phibian, i dati del zati calcolano il tempo di sa- “circuito chiuso”
computer possono addirittura turazione di vari tessuti orga- che calcola
essere trasmessi via radio a nici, avvertendo il sub sul tem- automaticamente
un’unità di superficie. Con un po d’immersione residuo e la la profondità
sistema del genere, inoltre, durata prevista della risalita. raggiunta. Sotto,
cambia anche il modo di cal- Nel malaugurato caso di un in- un minicomputer
colare i tempi di permanenza cidente, questi dati restano calcola il tempo
sott’acqua. Infatti, per sapere immagazzinati nella memoria che manca alla
quanto si può restare immersi, del computer e si rivelano uti- risalita e accanto,
si deve risolvere l’equazione: li per il trattamento nella ca- un sub fermo a
“il consumo di aria al minuto è mera iperbarica. mezz’acqua per la
pari al doppio della profondità Giorgio Brancaglion decompressione.
più 20” (in media, una norma-
le bombola da 15 litri, carica-
ta a 200 atmosfere, consente
una permanenza di 35 minuti
a 30 metri). Adesso niente più
formule: i nuovi respiratori ga-
rantiscono quattro ore di re-
spirazione indipendentemen-
te dalla profondità.
■ Il chip iperbarico
Lo strumento tradizionale del
sub, in passato, era la tabella
con la quale si calcolava tem-
po di permanenza sul fondo e
la durata delle immersioni. Og-
gi esistono software che cal-
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