Mondo

Il guardiano della notte

Ritrovata nella Valle La statua di Osiride, divinità
egizia del regno dei Morti,
emerge dalle macerie della
dei re, in Egitto, la Tomba 5. Il grande mausoleo
risale a 3200 anni fa.

sepoltura di cinquanta
principi. Tutti fratelli

Sovrani

M
ille metri quadrati di dispersi
superficie, addirittu- In alto, l’ingresso
ra su due piani, per della tomba dei
ospitare ben 67 ca- figli di Ramesse
mere funerarie. E’ la più gran- II. In basso, la
de tomba dell’antico Egitto fi- mummia
nora mai ritrovata, ed è venuta del faraone,
alla luce nella Valle dei re, sul- ritrovata nel
la sponda del Nilo opposta alle 1881 in un
nascondiglio di
rovine di Luxor. Protagonista Deir el-Bahri
della scoperta è Kent Weeks, insieme con altre
53 anni, archeologo della scuo- quaranta e
la americana del Cairo, che dal oggi esposta al
1970 esplora palmo a palmo la museo del Cairo.
Valle per disegnare una mappa
▼

dettagliata di tutte
le sepolture dei
faraoni. Ma un
po’ del merito
spetta anche all’I-
talia, più esatta-
mente al museo
egizio di Torino,
dove è conserva-
to un papiro che
gli ha fornito la
traccia decisiva.
«E’ il cosiddetto
“papiro dello scio-
pero”», spiega An-
na Maria Donadoni
Roveri, la direttrice
del museo. «Risale

I segreti della tomba perduta

 Due indizi hanno guidato gli archeologi: gli scritti di un
viaggiatore inglese e un papiro del museo egizio di Torino
all’epoca di Ramesse III ed è così
▼

chiamato perché riferisce dell’ab- A sinistra, il dio

bandono del lavoro da parte di
operai che non erano stati paga-
ti». Si trattava però di operai spe-
ciali, e cioè architetti, scalpellini,
pittori e scultori ad-
detti alla costruzione
delle tombe dei farao-
ni nella Valle dei re.
Questo papiro, come
molti altri arrivati al-
l’inizio del nostro se-
colo a Torino, provie-
ne infatti da Deir el
Medina, il villaggio
costruito apposita-
mente per questi ope-
rai a poca distanza dal
Una costanza luogo di lavoro. «Nel
premiata
Kent Weeks,
papiro si dice anche, a
un certo punto, che al-
Tutti riuniti per Ala sud, con 16
camere. E’
Horus, graffito
su una delle pareti
il grande viaggio simmetrica
rispetto all’ala nord.
della Tomba 5.
E’ rappresentato
La pianta della Tomba 5, dove sono come un falco
stati seppelliti i figli di Ramesse II. e il faraone lo
Il padre, come d’uso nell’antico incarna sulla terra.
Egitto, iniziò a costruirla
non appena salito al trono.
Un archeologo al lavoro nella tomba. Quando Weeks
ha trovato l’ingresso, ha dovuto procedere per diversi
metri in un cunicolo alto solo una trentina di centimetri.
3 Un’immagine del
corridoio centrale,
lungo il quale si
aprono sedici camere, Sala laterale,
1 La statua di Osiride, dio
dell’aldilà, si trova
in fondo al corridoio
1
di 3 metri per 3 l’una.
Probabilmente
con 6 colonne

protagonista cuni manovali aveva- sono cappelle votive.

della scoperta. no rubato delle pietre
Da 25 anni
dalla tomba dei figli di
esplora la valle. Ramesse II. Dal con-
testo in cui viene det-
to, si capisce che questa tomba si
trova a poca distanza da quella di
Ramesse stesso». E la Tomba 5,
quella che Kent Weeks ha tro-
vato, è proprio lì, a una tren-
tina di metri da quella
del faraone. Vicino
all’ingresso è ri-
portato il nome
del sovrano e, nel-
l’interno, Weeks
ha trovato iscri-
zioni con i nomi di
quattro dei suoi fi-
gli: Amon-herke-
peshef, Ramesse, Sety
e Mery Amon, rispettiva-
mente il primo, il secondo, il setti-
mo e il quindicesimo. Di loro si
hanno poche notizie, ma impor-
tanti: Amonherkepeshef sarebbe
infatti il “primogenito” del faraone
del quale si parla nel testo biblico
dell’Esodo, quello della fuga de-
gli ebrei dall’Egitto.
La destinazione del sepolcro ne
giustifica dunque l’ampiezza: Ra-
messe II ebbe più di cento figli (da
otto mogli e svariate concubine), la
metà dei quali maschi. Costruì per
loro il mausoleo nel corso della sua
vita: morì infatti molto tardi, a 92
anni, nel 1213 avanti Cristo, dopo
aver regnato 66 anni. A quel pun-
to già dodici dei discendenti erano
morti. Dopo di lui salì al trono il
tredicesimo figlio, Merenptah (che
infatti è ospitato in una tomba tut-
centrale che porta
alle camere.
Ala nord: qui
si trovano 16
camere, di 3
metri per 3 l’una.
ta sua, nella Valle dei re).
«La Tomba 5 è unica anche per
la struttura: anziché longitudina-
le, come tutte quelle finora cono-
sciute nella Valle (sono 62), è co-
me una piovra, con un corpo cen-
trale e diversi tentacoli. Inoltre è la
prima volta che si scopre una se-
poltura multipla dei figli di un fa-
raone. Solitamente, fatta eccezio-
ne per l’erede al trono, non si sa
neppure che fine abbiano fatto»,
spiega Weeks.
Purtroppo però la tomba non
era sconosciuta ai saccheggiatori.
Weeks e i suoi hanno faticato a
trovare l’ingresso, nascosto da un
cumulo di detriti: l’hanno indivi-
duato attraverso i segnali di un ma-
gnetometro a protoni, e seguendo
le indicazioni scritte da un viag-
giatore inglese del secolo scorso,
3
2
2 La dea Iside,
sorella di
Osiride e guida
dell’oltretomba,
in un rilievo
molto rovinato
su una parete
del corridoio
centrale.
James Burton, che vi era già en-
trato. Nell’interno però non hanno
trovato tesori, ma soltanto fram-
menti di statue, ossa di animali sa-
crificati, pezzi di mobili in legno,
recipienti rotti, segno evidente di
saccheggi. Ancora non si sa esat-
tamente in che stato sia il piano
inferiore, dove dovrebbero tro-
varsi le mummie, ma è quasi certo
che anch’esso sia stato depredato.
La grandiosa
sala delle 16
colonne: misura
15 metri per 15.
In compenso restano tracce delle
pareti dipinte, con molte scene che
ritraggono Ramesse II mentre pre-
senta i figli alle divinità.
Le ricerche comunque conti-
nueranno nei prossimi cinque anni,
e fino ad allora non si parla di apri-
re il monumento al pubblico. Poco
male, comunque, perché i turisti
hanno già a disposizione, nella
Valle dei re, decine di altre tombe
Un altro rilievo
di una divinità
egizia, Hathor.
Il suo nome
significa casa
del Sole. Di
solito viene
Vaso canopo (per
raffigurata con
il disco solare
tra le corna
le viscere) con
inciso il nome di Davanti all’ingresso da giovenca.
un principe, Sety. venne ritrovato,
70 anni fa, un coccio
con inciso il nome del
0 5 10
principe Mery Amon.
metri
della necropoli reale che, a rotazio- seppellire sotto le piramidi, ma zione di massicci sarcofagi, sono
ne, possono essere visitate. Thutmosi pensò che fosse più si- quindi rivolte a questo scopo.
Il primo faraone a farsi seppelli- curo per le sue spoglie scegliere un Dopo Thutmosi tutti i faraoni,
re qui fu probabilmente Thutmosi monumento meno “visibile”. La fino alla fine della XX dinastia
I, che salì al trono nel 1524 avanti religione egizia, infatti, prevede il (Ramesse XI, 1070), vennero sep-
Cristo e subito scelse, per costruir- ritorno sulla terra dei morti al ter- pelliti dunque nella Valle dei re,
si la tomba (che è la numero 38, mine del ciclo di vita nell’aldilà. in tombe scavate nella roccia e il
la più piccola di tutta la necropoli), Per questa ragione è fondamenta- cui ingresso veniva richiuso con
un luogo particolarmente inacces- le che il corpo del defunto resti in- pietre al termine della cerimonia
sibile e nascosto. Fino a quel mo- tatto. Tutte le pratiche funerarie, funebre. ■
mento infatti i faraoni si facevano dalla mummificazione alla costru- Cristina Mochi

▼
Focus 10 Focus 11
Per garantirsi un viaggio sicuro nell’aldilà i faraoni scelsero d’es sere seppelliti in questo luogo impervio

La Valle dei re Giza

Menfi
Il Cairo

Nilo
Akhetaton
Geografia Luxor
immutata

S
ono 62 le tombe finora ri- lamente a contorno, tratteggiato anch’essa depredata (furono por- Valle dei re
▼

Tebe

Ma
trovate nella Valle dei re in rosso e nero. Forse per far cre- tati via tutti i gioielli eccetto sette La cartina

rR
dagli archeologi. Una dere che la tomba non fosse anco- anelli d’oro), ha restituito il tesoro dell’Egitto

oss
delle sepolture più belle è ra completa e indurre quindi i ladri più cospicuo: soltanto sul corpo moderno, con Abu Simbel

quella di Sety I: lunga cento metri,
è completamente affrescata, e i co-
lori sono tuttora vividissimi. Per
quella di Horemheb si è parlato
addirittura di uno stratagemma: le
figure sacre sono rappresentate so-
o
a non procedere oltre, cioè nel pia- del faraone si trovavano centoset- alcuni dei
no sotterraneo dove era custodito tanta tra amuleti e monili. Si cal- principali luoghi
il sarcofago. cola che il sarcofago interno, solo archeologici.
Durante il regno
Ma la tomba più famosa è senz’ per l’oro, valga due miliardi e mez- di Ramesse II 0
altro quella di Tutankhamon, an- zo. Duecentocinquanta milioni di 500
la capitale
che perché, nonostante sia stata lire la maschera funeraria. ■ Km

▼
era Tebe.

THUTMOSI III

SETY II
THUTMOSI I

TAUOSRET
MAHERPRA
SIPTAH

THUTMOSI IV
AMENHOTEP II

AMENMESSE
RAMESSE III AMENEMOPE
RAMESSE X RAMESSE I
SETY I
HOREMHEB
HATSHEPSUT
RAMESSE VI
MERENPTAH
SEMENKHKARA
MENTURHIRKHOPSHEF
TUTANKHAMON
RAMESSE IX

TOMBA 5
RAMESSE II

USERHET

RAMESSE XI RAMESSE IV
YUYA E TUYA
 PRIMO PERIODO
DINASTICO

Una vita da faraone

170 sovrani
3000 A.C.
Tutto casa

DINASTIA XVIII
Ahmosi I

alla testa e piramidi

ANTICO
REGNO

Amenhotep I

Thutmosi I
di un regno Adelleche cosa serviva il faraone? A
garantire il buon sfruttamento
acque del Nilo. Gli antichi
che è durato egizi potevano vivere infatti solo

1500 A.C.
Thutmosi II
grazie alla coltivazione delle terre
stro. Suo consigliere, nonché AKHENATON
HATSHEPSUT che il fiume inondava periodica-
tremila anni tutore della figlia Neferura, fu
2500 A.C.

mente: per questo lo imbrigliaro-

Hatshepsut (1498-1483 avanti Cristo) Senenmut, uomo di umili origini (1350-1334 avanto Cristo) no in una serie di canali, bacini,
che salì fino ai più alti ranghi e dighe. Ma perché tutto funzio-
La lady di ferro dell’amministrazione regale. A Fanatico del nasse a dovere, e cioè perché
disco solare
L dell’antichità
e piramidi, la sfinge, i tem- riprova della straordinaria le piene annuali continuassero
Thutmosi III
pli, le tombe monumentali attività del faraone-donna resta ad essere regolamentate,
era necessaria una grande
dell’antico Egitto sono pra-
Iinbeiquando
tempi del Regno Antico, un edificio maestoso, il tempio
E’ ricordato come il faraone
disciplina sociale. Ecco dunque
MEDIO 1° PERIODO
REGNO INTERMEDIO

ticamente noti a tutti. Poco il faraone, essendo Dio di Hatshepsut, nella Valle dei re. della rivoluzione religiosa.
la necessità di uno stato
invece si sa dei 170 faraoni che, in terra, governava senza opposi- Il suo nome era Amenofi IV, ma accentrato e retto da un’autorità
Amenhotep II oltre tremila anni di storia, hanno tori, sono ormai finiti. L’Egitto, lo cambiò in Akhenaton (utile assolutamente indiscutibile.
2000 A.C.

deciso la realizzazione di tutte que- a partire dalla VI dinastia, cioè ad Aton) in onore del dio Aton Il faraone comunque, almeno
ste opere. Ora un egittologo ingle- dal 2181, è entrato in un grave (il disco solare), del quale in origine, non disdegnava
se, Peter A. Clayton, membro del- periodo di crisi, durante introdusse il culto nel suo regno, di mescolarsi al popolo: il
1400 A.C.

l’Egyptian exploration society di il quale ha dovuto superare crisi soppiantando tutte le altre re-Scorpione, cioè il primo del
Thutmosi IV Londra, in un libro di recente pub- economiche (imputabili anche divinità. Il faraone spostò anche quale abbiamo una raffigurazione
blicazione fornisce di ogni sovrano agli sperperi per le opere la sede del potere in una città TUTANKHAMON (3000 avanti Cristo) è ritratto
(1334-1325 avanti Cristo) con i piedi nel fango e una zappa
NUOVO 2° PERIODO
REGNO INTERMEDIO

un ritratto dettagliato. Ecco i più architettoniche monumentali), e appositamente fondata, Akheta-

da contadino in mano. Poco più
interessanti delle varie dinastie. le prime invasioni straniere (gli ton (l’odierna Tell-el-Amarna).
CHEFREN Hyksos, principi semiti, regnaro- La vera riforma consisteva nel Più famoso da tardi, invece, il sovrano assume
anche la funzione di divinità:
Amenhotep Iii
CHEOPE (2558-2532 avanti Cristo)
no qui per un centinaio di anni). fatto che l’unico ad aver accesso
morto che da vivo diventa il dio Horus, cioè il dio
1500 A.C.

Ma con la regina Hatshepsut ad Aton era, da quel momento, sole, raffigurato come un falco,
(2589-2566 avanti Cristo)
Akhenaton
Il meno amato
Metà uomo siamo in un altro periodo di
splendore, il Regno Nuovo.
il faraone: con ciò si eliminava
il ruolo intermediario del clero, P rima della scoperta della sua
tomba, nel 1922, di questo
ma anche Osiride, padre di Horus
e giudice dell’aldilà. Diventato
Smenkhamon e metà leone Hatshepsut era la matrigna di che nel frattempo aveva assunto faraone si sapeva molto poco. E anche dio, il faraone praticamen-
te sparisce dalla vista dei suoi
Tutankhamon dagli egiziani Thutmosi III, che salì al trono poteri enormi a detrimento tutto sommato anche adesso
sudditi. L’amministrazione del
Ay

D i lui non ci resta neppure D el suo volto abbiamo una

rappresentazione addirittura
ancora fanciullo. Assunse quindi
lei le funzioni di reggente, cosa
di quelli regali. Per evitare ogni
minaccia, Akhenaton vietò
la sua storia non è delle più note.
Per certo si sa che trascorse parte potere viene demandata ai
1300 A.C.

Horemheb sacerdoti (che oltre a vegliare

un ritratto (solo una piccolis- gigantesca: è quello della Sfinge peraltro non inedita in Egitto del tutto il culto di Amon. dell’infanzia alla corte di sui culti riscuotevano anche le
Ramesse I
sima statua d’avorio), e i cronisti di Giza (nella foto sopra), posta (era già successo con la regina Anche l’arte risente del Akhetaton, ma che poi venne tasse), ai nobili (che ricoprivano
di epoca posteriore non ne danno a coronamento del monumento Sobekneferu). Ma Hatshepsut cambiamento: mai come in incoronato, all’età di nove anni, cariche nell’esercito e a corte),
3° PERIODO
INTERMEDIO

1000 A.C.

un’immagine complessiva funebre di Chefren, cioè la secon- era donna di ambizioni sfrenate: questo periodo le figure vengono a Menfi. Con lui vi fu un ritorno agli scribi, che registravano ogni
DINASTIA XIX

Sety I
positiva. Eppure la sua impresa
rimarrà per sempre nella storia
dell’umanità: fece costruire come
suo monumento funerario
Ramesse II
la piramide di Giza, che restò
fino al secolo scorso il monumen-
to più alto (146,6 metri) costruito
dall’uomo. Ma forse proprio
per questo non ebbe buona fama:
lo storico Erodoto narra che, per
500 A.C.
ULTIMO
PERIODO
da piramide dell’antico Egitto.
Alta 136,4 metri, la piramide in
realtà sembra ancora più maesto-
sa di quella di Cheope: Chefren
infatti la fece costruire apposta,
per superare il padre, su un
leggero rilievo. Ma di Chefren
abbiamo anche una straordinaria
statua a grandezza naturale,
in diorite (una roccia vulcanica)
con l’appoggio dell’esercito,
e inventando di essere nata dal
congiungimento del dio Amon
con la regina Ahmose, si impos-
sessò a tutti gli effetti delle inse-
gne regali (si fece ritrarre anche
con la barba, segno distintivo
del faraone, e come
sfinge), de-
fraudan-
THUTMOSI III
(1504-1450 avanti Cristo)
L’acerrimo nemico
dei siriani
Ail potere.
lla morte della matrigna,
nel 1483, assunse finalmente
Alcuni insinuano che
abbia avuto una responsabilità
ritratte con realismo e perfino
incuranza dei dettagli poco avve-
nenti, come adipe e seni flosci.
Il faraone però non era affatto
insensibile alla bellezza: sposò
infatti Nefertiti, la più bella
tra tutte le regine d’Egitto.
all’antica religione, tanto che il
suo nome passò da Tuthankaton
a Tuthankamon. Ma in tutte
le decisioni prese durante il suo
periodo di regno ebbe poco peso:
chi governava erano i suoi
anziani consiglieri, tra i quali
Horemheb. Si sa anche che
durante il suo regno venne
intrapresa un’intensa atti-
attività del governo sui papiri. Un
buon sovrano doveva sapere ben
amministrare tutto questo: la sua
funzione infatti era quella di fare
stare bene il suo popolo, realiz-
zando sulla terra la “maat”, cioè
la giustizia dei rapporti sociali.
Nonostante questo impegno,
al farone restava molto tempo
libero che, a giudicare dalle raffi-
gurazioni trovate sulle pareti del-

realizzare questa follia edilizia, conservata al museo del Cairo, do del nella sua morte. Di certo la odiò vità di costruzione a Tebe, le tombe, trascorreva in battute
1200 A.C.

Merenptah
Amenmesse costrinse praticamente in che lo ritrae con il falco (il dio titolo al punto da distruggere molti in particolare venne com- di caccia e pesca, in sontuosi
schiavitù tutto il suo popolo. Sole) sulle spalle. Il faraone il fi- dei monumenti da lei edificati, pletato il grande tempio di banchetti, in giochi. Una delle
Sety II occupazioni più impegnative,
Siptah infatti è il dio sulla terra. Gli glia- e tuttavia sposò la figlia di lei, Luxor. Morì giovane, come inoltre, consisteva nel progettare
PERIODO
GRECO-ROMANO

Tauosret
Sethnakht
anni del suo regno furono Neferura. Tuthmosi III (nella si è dedotto dalle analisi e far realizzare la propria tomba,
floridi: sulla parete della foto sopra) viene ricordato come della sua mummia (conser-
DINASTIA XX

nonché templi e santuari.

Ramesse III
tomba di uno dei suoi figli, il Napoleone dell’antico Egitto:
il principe Nykaura, è la sua campagna militare nella Lineamenti
rimasto il testamento regione sirio-palestinese è giudi- delicati
Ramesse IV (l’unico che conosciamo in cata un capolavoro di strategia:
1 D.C

Ramesse V dettaglio dell’antico Egitto): per attaccare la città di Megiddo A sinistra, statua
di Akhenaton. Molto
Ramesse VI lasciava quattordici tenu- scelse una via di accesso strettissi- si è discusso sul
Ramesse VII/VIII te a ciascuno dei suoi ma e molto adatta alle imboscate, suo aspetto, tanto
cinque eredi, segno prendendo alla sprovvista che alcuni hanno
Ramesse IX evidente di benessere. i nemici, che pensavano arrivasse anche avanzato
1100 A.C.

da tutt’altra direzione. Nei l’ipotesi che

Ramesse X diciotto anni successivi, ogni esta- fosse una donna.
Qui sopra, un veduta della La regina A destra, il tempio
piramide di Cheope a Giza. Hatshepsut in una te venne lanciata una campagna
contro i principi siriani. Le im- di Abu Simbel,
Ramesse XI A sinistra, schema cronologico statua di granito fatto costruire
500 D.C.

dell’antico Egitto. In evidenza rosa. Governò prese del faraone sono riportate da Ramesse II.
i sovrani del Nuovo regno. al posto del figlio. sulle pareti del tempio di Karnak.
Solo il faraone, venerato come un dio, poteva mantenere
l’ordine sociale. E sfruttare così al meglio le piene del Nilo
Cattedrale
nel deserto
A destra,
il tempio di
Hatshepsut,
davanti alla
Valle dei re.
In basso, una
statua di
Ramesse II
conservata al
museo egizio
di Torino.

vata molto male), probabilmente

dopo soli nove anni di regno.
Le cause sono sconosciute: una
piccola scheggia d’osso trovata
nel cranio ha fatto pensare
a una caduta o a un omicidio.
RAMESSE II
(1279-1213 avanti Cristo)
E’ in testa a tutte
le classifiche
CLEOPATRA
(51-30 avanti Cristo)
L’amica di Cesare
e Antonio
U n’altra regina egiziana ben
determinata a restare al
potere: ereditò il regno a dicias-
sette anni, ma dovette fuggire per
una congiura ordita dal fratello
Tolomeo XIII. Tornò in Egitto
alla testa di un esercito e riprese

Ealtro»,raleredeterminato a farsi benvo-

dagli dei più di chiunque
dice di lui il suo biografo
ufficiale, Kenneth Kitchen, pro-
fessore di egittologia all’univer-
sità di Liverpool. E Ramesse II,
per la sua superattività, potrebbe
entrare a buon diritto nel
Guinness dei primati: ha costruito
più templi di tutti (a Karnak, a
Luxor, ad Abu Simbel e ad Aby-
do), ha avuto otto mogli e oltre
un centinaio di figli, ha governato
per 66 anni un regno esteso dalla
Libia all’Iraq e dalla Turchia al
Sudan, è menzionato nella Bib-
bia per aver cacciato gli israeliti
dall’Egitto (che vagarono nel de-
serto per 40 anni, prima di giun-
gere alla terra promessa). Lasciò
il segno anche in campo militare:
combatté contro gli hittiti
con un esercito di 20 mila soldati.
il potere. Presto si trovò di fronte
ai conquistatori romani, con
i quali sfoderò tutto il suo
fascino, allo scopo di restare a
capo dell’impero. Prima divenne
amante di Cesare (con il quale
ebbe un figlio, Tolomeo XV
Cesarione, ritratto con la madre
sul tempio di Dendera), poi
di Antonio. Ma quando a Cesare
successe Ottaviano, che scatenò
la guerra contro Antonio,
Cleopatra preferì suicidarsi
piuttosto che soccombergli e
comparire tra i suoi prigionieri.
Per saperne di più:
Peter A. Clayton, I faraoni, Editoria-
le Giorgio Mondadori.
La regina Cleopatra in un rilievo
sulla parete posteriore del
tempio di Hathor, a Dendera.

Focus 16
Medicina

Pezzo per
E’ l’organo più pezzo
A fianco,
complesso l’analisi accurata
di ogni parte di
un cervello in
dell’universo: base a immagini
scattate nel
corso di una Tac
così è meglio e dai raggi X.
Sotto, le stesse
tenerlo bene immagini su
monitor. E’ in
corso un
intervento con
i raggi gamma.

O
gni giorno se ne perdono
circa centomila, sugli ol-
tre venti miliardi dispo-
nibili. E in ottanta anni
di vita quasi un quinto del totale va
perduto. Il cervello, insomma,
sembra perdere le proprie capa-
cità, con l’andare del tempo, visto
che la maggior parte dei neuroni,
le sue cellule, viene distrutta. Ma è
proprio così? In realtà esistono
meccanismi di compenso, perché i
neuroni disponibili sono più nu-
merosi rispetto al fabbisogno, e al-
tre cellule vanno a supplire la fun-
zione di quelle mancanti. E si crea-
no nuovi circuiti. Per questo è uti-
le mantenere attivo il cervello
fornendo costantemente ai neuro-
ni stimoli (per esempio con la let-
tura e la discussione).
L’invecchiamento, contro cui si
può fare poco, non è però l’unico
elemento di pericolo. Le cellule
cerebrali, infatti, per poter funzio-
nare hanno costante bisogno di
“rifornimento”. E non solo di os-
sigeno, ma anche di altre sostanze.
Prima fra tutte il glucosio, an-
ch’esso trasportato dal sangue.
Questo zucchero è infatti il carbu-
rante preferenziale dei neuroni:
non a caso, quando si verifica una
crisi ipoglicemica, spesso si perde
conoscenza. Anche il calcio, cioè il
minerale che consente gli scambi
“elettrici” tra i neuroni e l’am-
biente extracellulare circostante,
è necessario per le normali attività Il bisturi elettronico
▼

Il “gamma knife”, cioè il

bisturi a raggi gamma.
Il casco blocca la testa del
paziente, e consente alle
radiazioni di concentrarsi con

La manutenzione del cervello

precisione su un solo punto,
all’interno del cranio.
 Un computer miracoloso che ha bisogno di cure e attenzioni: queste sono le regole fondamentali
cerebrali. Infine, perché il segnale prattutto quelli di tipo emorragico, meno significativo come fattore di

▼
nervoso passi correttamente, e in perché favorisce notevolmente l’ rischio per ictus. In realtà l’ictus
Controlli
Come funziona? necessari
tempo, da una cellula all’altra, è
indispensabile la presenza di so-
aumento della pressione.
● Ipertensione:
può essere di due tipi: ischemico,
dovuto a un blocco della circola-
P esa poco meno
di un chilo e
mezzo, e ha la
destra le capacità di
organizzazione dello
spazio in cui si vive.
A lato, un test
per il diabete.
Un disturbo che
stanze particolari, in grado di faci-
litare questo passaggio. Sono i co-
incontro all’ictus
E’ il fattore di rischio più signi-
zione del sangue, o emorragico, le-
gato invece a un’emorragia cere-
siddetti neurotrasmettitori, parti- ficativo. Oltre a favorire la forma- brale. Normalmente nel nostro
forma di un grosso Il lobo frontale con- danneggia anche colari molecole che hanno proprio zione di una placca ateromatosa Paese il rapporto è di quattro a Cibo indispensabile
pompelmo. Al tatto tiene i centri motori. il cervello. Sotto,
ha la consistenza di Lateralmente, nel la misurazione questa funzione di “lasciapassare”. (cioè una placca che si forma al- uno a favore dell’ictus ische- Qui sopra, cristalli di calcio.
un budino. Eppure, lobo temporale, della pressione Un deficit di acetilcoli- l’interno delle arterie colpite da mico. Ma in altre zone Nella foto a tutta pagina, cristalli
insieme con cuore c’è il centro uditivo. arteriosa. na, per esempio, o arteriosclerosi) nelle grandi ar- del mondo, di glucosio. Sono i due minerali
e reni, è uno degli Il lobo parietale, è dei suoi recettori terie che irrorano il cervello, con più importanti per il cervello.
organi “nobili” del il punto di arrivo de- all’interno conseguente diminuzione della
corpo umano, quelli gli stimoli sensitivi. quantità di sangue che giunge a
che debbono essere Infine nel lobo esso, la pressione alta tende
costantemente occipitale vengono col tempo a indurire la
riforniti di sangue e gestite e interpreta- parete dei vasi più
ossigeno. Altrimen- te le immagini pro-
ti, dopo pochi minu- venienti dalla retina.
ti, i neuroni (cioè Questa grossolana ne di riduzione
i miliardi di cellule divisione (nell’ambi- della memoria a breve
che lo formano) co- to di ogni zona della termine sia legata a una de-
minciano a soffrire corteccia vengono pressione dei sistemi di veglia, che
e dopo alcune ore svolte anche funzio- assicurano una maggior facilità di
muoiono. E, si ni più specifiche, come il Giap- attenzione e recepimento degli sti-
pensa, non possono come la gestione pone, ove la dieta moli. Lo stesso sembra avvenire
più essere sostituiti. del linguaggio), prevede un’elevata assun- anche dopo abuso di barbiturici.
Il cervello, il nostro spiega perché
elaboratore centra- quando si verifica zione di grassi insaturi ad azione Gli antidepressivi possono invece
le, è strutturato un danno localizzato protettiva (per esempio quelli con- avere azione anticolinergica, cioè
in maniera assai ci sono deficit circo- tenuti nei pesci) e i valori di cole- bloccare l’attività dell’acetilcolina.
complessa. scritti. Per esempio piccoli, e a renderli sterolemia sono sotto la norma, l’ ● Psicostimolanti:
se un ictus, cioè meno adattabili alle situazio- ictus emorragico è più frequente. mai più di sei caffè
■ L’encefalo, la una lesione circola- ni di emergenza (per esempio un ● Sigarette: Esistono sostanze di uso comu-
porzione principale, toria che porta delle cellule, è deficit di ossigeno). Si è calcolato sangue impoverito ne, come la caffeina, che agiscono
ha la forma di una a morte i neuroni, certamente causa di che chi ha una pressione massima Il fumo rende più rigidi i vasi sulla “sostanza reticolare”, una
cupola. E’ composto interessa l’emisfero gravi disturbi cerebrali, che più alta di 180 millimetri di mer- sanguigni e favorisce l’ispessimen- struttura cerebrale che attiva la
dalla corteccia sinistro, vengono
cerebrale formata bloccate le funzioni Non ci sono più segreti? portano alla demenza. curio corre un rischio di ictus sei to della placca aterosclerotica del- corteccia, migliorando l’attenzio-
di cellule (sostanza motorie del lato Le malattie del cervello vanno volte superiore rispetto a chi ha la le carotidi. Aumenta quindi il ri- ne. In dosi elevate (oltre le sei taz-
Medical centre di Washington. Grazie comunque divise in due grandi pressione normale. schio di ictus ischemico. Inoltre nei zine quotidiane) possono compa-
grigia), e dalle opposto e il malato a un computer Sun, che elabora dati
strutture sottostanti non riesce a muove- di ogni tipo (raggi X, tomografia assiale gruppi: quelle dovute a carenza di ● Diabete: meno grandi fumatori il sangue è più po- rire però segni di eccitazione e
prevalentemente re braccio e gamba computerizzata, tomografia a emissione sangue, o malattie cerebrovasco- sangue al cervello vero di emoglobina, la proteina ipertensione. Qualcosa di simile
formate di fibre destra. Questa ap- di positroni, termografia), si ricostruisce lari, e quelle di altra origine. E’ so- Il danno si esplica in due modi. che trasporta l’ossigeno, e più ricco può avvenire anche con la cocaina
nervose (sostanza parente discrepanza un cervello reale in tutti i suoi dettagli. prattutto per le prime che si può La “macroangiopatia” diabetica, di carbossiemoglobina. Anche o altri derivati dell’oppio. Nel lun-
bianca). Nella si spiega col fatto tentare qualche misura preventiva. che interessa i grandi vasi, amplifi- questo elemento può favorire l’a- go periodo questo meccanismo
corteccia vengono che le fibre nervose Ecco i principali fattori di rischio ca i danni dell’aterosclerosi favo- nossia cerebrale, cioè la carenza di esaurisce il cervello.
decodificate e, si incrociano nel
se necessario, tronco encefalico, per il cervello: una buona manu- rendo la progressione della plac- ossigeno. ● Minerali: a colpi
immagazzinate le interessando quindi tenzione di quest’ultimo si ef- ca ateromatosa. La “microangio- ● Traumi: nasce così di alluminio
informazioni in il lato opposto a fettua proprio tenendo patia”, che colpisce soprattutto le l’epilessia? Secondo alcuni studiosi, un ec-
arrivo. L’encefalo è quello della lesione. sotto controllo una se- piccole arterie e i capillari, può in- I traumi cranici sono la lesione cessivo introito di alluminio po-
diviso in due emi- rie di disturbi. vece provocarne la chiusura e neurologica che più di frequente trebbe essere correlato con un
sferi, scomposti in ■ L’encefalo è col- ● Alcol: aumenta quindi indurre piccole zone ische- causa invalidità o morte nelle per- maggior rischio di ammalarsi di
quattro parti ciascu- legato attraverso il la pressione miche (cioè non irrorate dal san- sone con meno di 50 anni. Dopo la morbo di Alzheimer (vedi nelle pa-
no (i lobi cerebrali) tronco encefalico al Un bicchiere di gue) molto localizzate in alcune fase acuta, tuttavia, possono rima- gine seguenti). L’ipotesi è nata do-
separate tra loro da midollo spinale, che vino a pranzo e parti dell’encefalo. nere disturbi. In pochi casi di trau- po l’osservazione di disturbi cere-
una serie di solchi. invia e registra tutti
i segnali nervosi in cena (un quar- ● Obesità: assolto ma cranico chiuso (cioè senza e- brali in persone sottoposte a diali-
■ L’emisfero destro arrivo e in partenza to di litro o po- il colesterolo? sposizione dell’encefalo) dopo al- si, che introducevano con il liquido
e quello sinistro per le parti più co più al gior- Il sovrappeso e la scarsa attività cuni mesi (al massimo due anni) di lavaggio anche alluminio. Pare
sono tra loro colle- lontane del corpo. no) non sem- fisica possono incrementare il ri- può comparire una epilessia post- che il minerale possa alterare la
gati attraverso fibre Dietro al tronco en- bra particolar- schio di malattia cerebrovascola- traumatica, localizzata nella sede membrana della cellule cerebrali.
nervose, che tra- cefalico, infine, c’è mente pericolo- re. Non è del tutto chiaro, anche se della cicatrice. Altri metalli: sembra che l’intossi-
sportano informa- il cervelletto, di otto so. L’assunzio- si consiglia comunque una dieta ● Farmaci: cazione da mercurio e piombo, e
zioni da un emisfero volte più piccolo ri- ne abbon- povera di grassi di origine animale, memoria a rischio l’accumulo di queste sostanze al-
all’altro: ognuno spetto all’encefalo. dante di al- invece il ruolo dei lipidi alimenta- Alcuni tipi di farmaci, come le l’interno delle cellule cerebrali, sia
infatti è specializza- A esso tocca il man-
to in particolari fun- tenimento dell’equi- colici può ri. A differenza di quanto avviene benzodiazepine, gli antidepressivi in grado di interferire con la salute
zioni. A sinistra so- librio nello spazio invece au- per le coronarie, in cui il rischio è e i barbiturici, ad alti dosaggi pos- dei neuroni, distruggendoli e ral-
no localizzati i centri e il coordinamento mentare il ampiamente dimostrato, sembra sono ridurre le capacità di appren- lentando la trasmissione dei mes-
del linguaggio, e a dei movimenti. rischio di che un aumento del colesterolo to- dimento e memoria negli anziani. saggi nervosi. ■
ictus, so- tale e della sua frazione LDL sia Nel primo caso sembra che l’azio- Federico Mereta

▼
Focus 18 Focus 19
Giovani, adulti, anzia ni: a ciascuno il suo
Quali malattie
colpiscono
il cervello?
Tutto dipende dall’età
L
e malattie che colpiscono
▼
il cervello sono diverse, e
seguono una evoluzione
che dipende dall’età del
soggetto interessato. Ci sono cioè
disturbi tipici della gioventù, della
maturità e della vecchiaia, sempre
diversi. Vediamo i principali.
● Peccati di gioventù
La completa maturazione del-
l’encefalo avviene nei primi anni di
vita, quando i neuroni, ovviamen-
te già presenti al momento del par-
to, vengono stimolati dall’esterno.
In questa fase possono comparire
i primi attacchi epilettici. L’epiles-
sia è la malattia neurologica (si
manifesta con convulsioni, altera-
zioni dello stato di coscienza o al-
tri disturbi legati alla zona ence-
falica colpita dal fenomeno pato-
logico) più frequente nei bambini
e nei giovani. In circa tre quarti
dei malati non è però possibile tro-
varne la causa. «Noi parliamo pro-
prio di epilessia idiopatica, cioè
senza causa accertata», spiega
Gian Andrea Ottonello, primario
neurologo dell’ospedale San Mar-
tino di Genova. I primi attacchi
compaiono normalmente tra i 2 e
i 14 anni. Quando i fastidi si pre-
sentano in età neonatale bisogna
pensare invece a malformazioni,
malattie metaboliche rare o traumi
da parto, mentre un’epilessia che
compare in età adulta può essere il
primo segno di un tumore cere-
brale o di altre malattie.
Come funziona l’epilessia? Nel
caso di epilessia a insorgenza fo-
cale (cioè in un punto determinato
del cervello) un certo numero di
neuroni, spontaneamente o in se-
guito a uno stimolo (per esempio,
rumori o luci intense) produce una
scarica elettrica anomala. Da que-
sta può derivare un transitorio sta-
to confusionale oppure anche
scosse muscolari ripetute in una
parte del corpo. In questo caso si
Focus 20
Il casco protettivo? E’ vegetale
Dal cervello
ai muscoli Guerra ai
A destra,
ricerche svolte a
radicali C ome si protegge il
cervello? Per i neu-
roni il pericolo viene dai
sostanza che favorisce
l’azione di alcuni enzimi
con effetti antiossidanti.
Washington sulla Qui sopra, cavoli
radicali liberi, cioè mo-
conduzione degli e carote. I primi lecole che si formano ● I carotenoidi, precur-
impulsi nervosi contengono durante il metabolismo sori (cioè sostanze che
dal cervello alle vitamina E, dell’ossigeno, e che col intervengono nel pro-
fibre muscolari. i secondi tempo possono dan- cesso di formazione)
I ricercatori vitamina A. neggiare la membrana della vitamina A, vengo-
esaminano Entrambe le cellulare, rendendo il no invece sintetizzati
le sinapsi, sotto, sostanze hanno neurone più sensibile dalle piante per proteg-
un’azione
(i punti di agli stimoli esterni, e al- gersi dai radicali liberi
giunzione) fra le favorevole nei terandone la capacità di che si producono nel
cellule nervose e confronti delle
risposta elettrica. Inol- corso della fotosintesi.
quelle muscolari cellule cerebrali, tre i radicali liberi inci- Pare che un’azione si-
in una cavia. combattendo dono sulla corretta pro- mile, pur se non dimo-
L’immagine è soprattutto duzione del DNA cellu- strata, sia possibile an-
ingrandita dal i cosiddetti lare. Alla fine quindi ac- che nell’uomo. L’osser-
computer di “radicali liberi”. celerano il processo di vazione che nel sangue
circa mille volte. invecchiamento. Per delle specie animali più
questo la scienza ha longeve, e dotate di
La spugna concentrato la propria maggior intelligenza, l’a-
che pensa attenzione sulle sostan- cido urico sia presente
Gian Andrea ze ad azione antiossi- in concentrazioni eleva-
Ottonello. dante, che possono te ha posto l’attenzione
contrastare il danno in- su questa sostanza.
“Il 15 per cento
del sangue dotto dai radicali liberi. Sembra davvero che l’a-
nel corpo cido urico protegga i li-
è destinato ● Tra i difensori dei pidi della membrana
al cervello”. neuroni ci sono innan- cellulare dalla perossi-
zitutto le vitamine. L’al- dazione, cioè dal danno
fa tocoferolo, o vitamina provocato dai radicali li-
E, sembra correlata con beri. Ma è altrettanto
una maggior fertilità e vero che valori di acido
longevità. Inoltre la vi- urico superiori alla nor-
tamina E è necessaria ma possono scatenare
perché alcuni “scaven- attacchi di gotta, per-
gers” (spazzini) intra- ché la sostanza si de-
cellulari riescano a ri- posita nelle articolazio-
La cura dell’epiles- presenza di un tumore, o sono l’e- to del sangue circolante è destina- proprio ictus, legato pulire le cellule dai ni creando un’infiam-
sia, che in molti casi sito di un passato trauma cerebra- to proprio a questo organo», pre- alla morte di un certo composti tossici. E’ il mazione, e danneggiare
può anche sparire da le, la terapia va ovviamente scelta cisa Ottonello. Ed è irrorato da numero di neuroni caso del glutatione, una anche arterie e reni.
sola, prevede diverse in base alla causa. una rete di vasi che può compen- per un blocco della
parla di crisi parziali. Se l’epilessia possibilità: dai farmaci che metto- sare, almeno per un certo tempo, circolazione sanguigna. Anche e riducendo l’edema che compri- esso induce confusione e perdita
è generalizzata invece la scarica no “a riposo” il potenziale elettri- ● Crescendo, crescendo eventuali deficit dovuti alla pre- un’emorragia cerebrale può cau- me le cellule colpite. Nella forma delle memoria, in un secondo mo-
anomala si diffonde immediata- co cerebrale (per esempio i barbi- Più si va avanti con gli anni, più senza di lesioni aterosclerotiche. sare un ictus. «Per la terapia oc- emorragica bisogna, al contrario, mento porta il paziente a una to-
mente all’intero cervello. «Atten- turici) a quelli che aumentano la i neuroni si deteriorano. Questo Ma a volte questi meccanismi corre anzitutto diagnosticare con evitare che la pressione arteriosa tale scomparsa dell’indipendenza
zione però», dice Ottonello. «An- disponibilità di mediatori cerebra- avviene per un normale fenomeno compensativi non bastano.«E’ in certezza se si tratta di una forma elevata faccia aumentare la perdi- psicofisica. Per ora ci sono soltan-
che un cervello normale, in con- li a funzione inibitoria (come l’a- di invecchiamento che può però questi casi che possono comparire ischemica o emorragica. Si deve ta di sangue». to ipotesi sui meccanismi che con-
dizioni di ipoglicemia o carenza di cido gamma aminobutirrico o Ga- essere accelerato dalla presenza di le patologie cerebrovascolari: dal- cioè fare una Tac per conoscere ducono all’Alzheimer. Probabil-
ossigeno, oppure quando stimola- ba), fino a piccoli interventi chi- malattie cerebrovascolari o malat- l’attacco transitorio, causato da l’origine della lesione. Poi si pro- ● Anziani a rischio mente esiste una predisposizione
to con farmaci che possono indur- rurgici che rimuovono il nucleo di tie cerebrali. «Il cervello ha co- una temporanea ma reversibile al- cede al trattamento: nella forma La forma più diffusa di malat- genetica (sul cromosoma 21 c’è in-
re convulsioni, può essere sogget- cellule responsabile degli attacchi. stantemente bisogno di nutrimen- terazione dell’apporto di sangue a ischemica si cerca di far ricircolare tia cerebrale negli anziani è il mor- fatti un gene che codifica la pro-
to a crisi epilettiche». Se le crisi sono invece legate alla to, tanto che almeno il 15 per cen- una zona cerebrale, fino al vero e il sangue aumentandone l’afflusso bo di Alzheimer: nelle prime fasi teina precursore della sostanza
▼
Focus 21

Un cervello affetto dal morbo
di Parkinson: una malattia
molto lenta ma progressiva.
Una crisi epilettica: si registra
la diminuzione del consumo
di glucosio nella parte destra.
Sopra, morbo
di Alzheimer.
In blu le aree
dove l’attività
del cervello
è ridotta.
Curiamoci: quasi tutte le malattie
fanno male anche al cervello!
amiloide che invade i neuroni nel-
▼
la malattia). Di sicuro nei malati
esiste un difetto nell’attività di al-
cuni neurotrasmettitori, in parti-
colare dell’acetilcolina, con con-
seguente rallentamento nello
scambio di informazioni all’inter-
no del cervello. Nel tessuto cere-
brale dei malati si formano plac-
che che lentamente portano a una
degenerazione dei neuroni, in par-
ticolare nella corteccia e nell’ip-
pocampo (una formazione inter-
na del cervello che coordina la me-
moria, il pensiero e la percezio-
ne). Piano piano vengono danneg-
giate anche le sinapsi, cioè le zone
di contatto tra i diversi neuroni, e
si crea così una sorta di sconnes-
sione tra le cellule.
Oggi non esistono farmaci riso-
lutivi, per l’Alzheimer. Recente-
mente è però stata messa a punto
una sostanza, il tacrine, che sem-
bra poter rallentare l’evoluzione
della malattia, se viene assunta
nelle fasi iniziali della stessa.
Quadri clinici simili a quello del-
la malattia di Alzheimer, si posso-
no avere anche in altre patologie:
soprattutto nel morbo di Parkin-
son, una malattia dovuta alla ri-
duzione del numero dei neuroni
cerebrali, e da un deficit di dopo-
mina, una sostanza che favorisce il
passaggio dei messaggi tra le ter-
minazioni nervose. Si
manifesta con
lentezza e povertà dei movimenti, portano a difficoltà di concentra-
rigidità muscolare, tremori. zione, debolezza e difficoltà di
mantenere la posizione eretta.
● A tutte le età Influenza possono avere anche
Indipendentemente dall’età, le malattie respiratorie e renali.
poi, una serie di malattie può in Una grave bronchite o un enfise-
effetti interessare il cervello. Al- ma polmonare inducono per e-
cune infezioni come la meningite o sempio un ridotto apporto di ossi-
le malattie fungine, per esempio, geno al cervello, mentre una in-
possono avere gravi conseguenze. sufficienza renale può provocare
Anche alcuni virus del gruppo her- un accumulo di sostanze tossiche
pes possono entrare nel tessuto ce- non adeguamente eliminate dai re-
rebrale, causando una encefalite ni. In questo caso i messaggi ner-
erpetica: si tratta di una patologia vosi non vengono condotti nel mo-
grave, perché il virus avanza di- do migliore, e si ha un rallenta-
struggendo le cellule cerebrali e mento dell’attività cerebrale. Qual-
formando aree “vuote” di tessu- cosa di simile accade anche in caso
to. Anche il morbillo può provo- di grave insufficienea epatica le-
care una encefalite, e per questo è gata soprattutto alle cirrosi.
sempre bene provvedere a una Infine le malattie ormonali. Al-
vaccinazione. Lo stesso Aids può cune di esse (come l’ipotiroidismo
interessare l’encefalo: nelle fasi più o il morbo di Cushing) possono
gravi della malattia si possono ave- realmente provocare quadri di de-
re manifestazioni già definite, co- menza, che si manifestano anche
me “Aids dementia complex”, che con disturbi nei movimenti. ■
Alt al virus, ma l’alcol passa
Lvello,acorpo.
pelle protegge il
Ma il cer-
organo sensibi-
fluire negativamente
sul buon funziona-
mento dell’encefalo.
guigni più piccoli in
assoluto. Mentre ne-
gli altri organi i capil-
lissimo, deve essere La difesa avviene gra- lari sono “porosi”, e
in qualche modo di- zie a una particolaris- lasciano che avvenga
feso dai numerosi fat- sima cortina di prote- il passaggio in entrata
tori di rischio presen- zione: la membrana e in uscita di varie so-
ti nel sangue: farma- ematoencefalica del stanze, nel cervello le
ci, sostanze di rifiuto, tessuto cerebrale. cellule che formano
microrganismi. Tut- E’ un sistema protet- questi vasi sono per-
to ciò potrebbe in- tivo che agisce a li- fettamente “unite” fra
vello di vasi ca- di loro, senza soluzio-
pillari, cioè i ne di continuità.
vasi san- Attraverso questi spa-
zi davvero minuscoli
passano così soltanto
le molecole più pic-
cole, come quella
dell’ossigeno. Ma
passano anche molti
farmaci anestetici, e
l’alcol: è per questo
che l’anestesia può
funzionare, e, pur-
troppo, che gli effetti
di una sbronza inte-
ressano direttamen-
te il cervello.
Animali

OCTOPU SSY
Il gigante
elastico
Un polpo gigante
fotografato
al largo di
Nuovi incontri Vancouver,
in Canada.
Malgrado le
ravvicinati con il sue dimensioni,
l’animale può
polpo gigante del infilarsi in spazi
molto ridotti. Un
polpo da trenta
Pacifico: amori, dieta, Bianco e
nero
chili riesce a
schiacciarsi
in interstizi fra
vita casalinga di un A lato, l’occhio
del polpo. La
pupilla è
le rocce larghi
al massimo
pantofolaio del mare orizzontale, ma
il resto della
una decina di
centimetri, di
fatto la misura
struttura è
simile all’ della sua unica
occhio umano: parte “non
palpebre, iride, comprimibile”,
cristallino e cioè il becco.
retina. Il polpo
vede in bianco
e nero. Sotto,
le ventose.
Sono, in media,
circa duemila.

Una pompa
naturale
Sopra, l’organo
sessuale
maschile di
un polpo, o
“hectocotylus”.
A fianco,
il sifone, che

I
gli consente di biologi sono quasi tutti d’
espellere acqua accordo: fra qualche mi-
compressa, e lione di anni si estinguerà.
che la femmina «Come quasi tutti i cefalo-
usa per tenere podi, il polpo è praticamente
pulite le uova. giunto alla fine della sua evo-
Un polpo luzione. Molte sue caratteristi-
vive fino
a quattro anni. che fisiche non gli consentono
infatti di andare oltre. Quali? Il
trasporto dell’ossigeno nel suo
sangue non avviene grazie a
cellule ricche di ferro, ma di ra-
me, e questo è un sistema assai
poco efficiente. Inoltre il suo
sistema di visceri richiede che
un cibo sia digerito, e i rifiuti
evacuati, prima di poter proce-
dere a un altro pasto. E questo
è un altro handicap evoluzio-
nistico», spiega Jim Cosgrove,
▼

Focus 24
Decide di cambiare casa soltanto quando
il suo monolocale diventa troppo piccolo
ricercatore del Royal British Co-
▼
lumbia museum, uno dei massimi
esperti al mondo in fatto di polpi e
piovre. Eppure, malgrado i suoi
difetti congeniti, quella del polpo
resta una macchina meravigliosa i
cui meccanismi gli scienziati stanno
ancora decifrando. Cosgrove è uno
di questi, e si immerge quasi quo-
tidianamente nelle fredde acque
del Pacifico settentrionale, soprat-
tutto nello stretto di Juan de Fuca,
dove vivono i cefalopodi giganti:
secondo il Guinness dei primati il
più grande polpo mai visto fu cat-
turato proprio da queste parti nel
1957. Pesava 272 chili e aveva ten-
tacoli lunghi più di 9 metri. «Io non
l’ho visto, e non ci credo», ama
però ripetere Cosgrove. «Il polpo
più grande che mi è mai capitato di
incontrare pesava 80 chili ed era
lungo quasi sette metri. Ma esem-
plari di 50 chili sono comunque
nella norma».
Grappolo della vita
A lato, uova fecondate. Vengono
“appese” al soffitto della tana,
ossigenate e pulite di continuo.
Acqua pura
L’incontro con un esemplare da
circa 20 chili. Il polpo ha bisogno
di acque molto ossigenate.
Focus 26
L’incontro avviene quasi sem-
pre nello stesso modo: lo scienzia-
to si immerge e raggiunge una del-
le numerose tane (segnalate dalle
conchiglie vuote proprio davanti
all’ingresso) e vi immette una so-
stanza irritante, non pericolosa ma
particolarmente fastidiosa per la
respirazione dell’animale. Allora
il polpo esce. I suoi rapporti con i
subacquei sono fatti di sospettosa
curiosità, e ogni volta il rito si ri-
pete: il polpo si avvicina lenta-
mente ai sub, allunga i tentacoli,
ne “palpa” la muta, la maschera e
le mani, finché i suoi chemiorecet-
tori registrano l’odore estraneo («è
come se noi avessimo un naso sul-
la punta delle dita»), la sostanza
dei tessuti sintetici e accertano, in
qualche maniera, l’identità dell’e-
straneo. A volte ha anche luogo
una specie di danza sottomarina,
guidata dal polpo abbarbicato al
corpo del sub. Solo quando l’ani-
male è stanco viene tirato a galla,
portato sulla nave-appoggio, pe-
sato e misurato. Quasi tutti i polpi
giganti della zona hanno avuto
questo trattamento: «In venticin-
que anni ne abbiamo controllato
centinaia, abbiamo tenuto d’oc-
chio i loro amori, i cambi di tana,
le gravidanze, i cambiamenti nel
regime alimentare, le morti». Ecco
i risultati di questo accanito voyeu-
rismo scientifico. A volte si tratta
di conferme a studi già svolti, altre
volte sono grandi novità.
● Un polpo si affeziona alla
propria tana e, in genere, vi risiede
anche per sei mesi consecutivi.
Quando cambia casa è perché è
cresciuto (un polpo raddoppia il
proprio volume corporeo ogni
cento giorni) e non ha più spazio.
In quel caso c’è, comunque, sem-
pre un polpo più piccolo pronto a
subentrargli. Come quasi tutti gli
animali, inoltre, ogni polpo ha un
suo territorio di caccia e di vita: in
genere un quadrato di un chilo-
metro di lato, o poco più. Spesso
però i territori si sovrappongono in
parte, e gli animali convivono. «O
Sesso, amore e
maternità
Lmoltoeriproduttive
abitudini sessuali e
dei polpi sono
complesse. Quando
in una zona è presente una
femmina ricettiva, tutti i polpi
maschi si presentano davanti
alla tana, ma si pongono
secondo una precisa gerar-
chia: davanti a tutti sta il più
grosso, il secondo per volume
si pone a un paio di metri
di distanza, i più piccoli a più
di tre metri. L’accoppiamento
può durare anche diverse ore.
Le uova vengono appese alle
pareti della tana, e “covate”
anche per sei mesi. In questo
periodo la femmina non si
allontana mai: agita l’acqua
per tenere le uova pulite
e ossigenate, e si nutre solo
se ha cibo a portata di
tentacolo. Per questo può
arrivare a perdere fino al 90
per cento del proprio peso. A
volte, anche, muore. Una
covata può contare fino a 100
mila uova, ma il 90 per cento
di esse va perduto (in genere
è predato da altri pesci). I
piccoli polpi però, cresceran-
no velocemente: in tre anni
una femmina arriva in media
a 25 chili di peso, e un
maschio supera i 50 chili.
Lo studioso Jim
Cosgrove con
un esemplare
da quasi 50
chili. Il polpo
può ruotare
i propri occhi
di 180 gradi.
 Rudimento della conchiglia
Gonade
Intestino cieco
Cuore
Stomaco
Intestino Gozzo
Rene Sacco dell’inchiostro
Cuore bronchiale Ghiandola salivare (veleno)
Ghiandola digestiva (fegato)
Branchia Cervello
Lobo ottico
Ano
Ghiandole salivari
Sifone Dotto velenifero
Becco

Camera interna

Sezione
UN ORGANISMO MOLTO COMPLICATO di ventosa

Contro i suoi Inchiostro e

intelligenza
nemici uno Un polpo
emette il suo
caratteristico
spruzzo di inchiostro.
Sembra che
sia in grado
tranquillanti di apprendere
per esperienza
diretta: un
comportamento
meglio, si ignorano a vicenda. Inol-
▼

tre i polpi grossi mangiano quelli
piccoli: dunque gli abitanti di ogni
territorio hanno sempre più o me-
no la stessa stazza».
● Non è vero che i polpi dor-
mono di giorno e cacciano di not-
te. Jennifer Mather, una collabo-
ratrice di Jim Cosgrove, ha appli-
cato un eco-sonar ad alcuni ani-
mali e li ha seguiti per tre settima-
ne: ebbene, i polpi riposavano e
andavano a caccia indifferente-
mente di giorno e di notte.
● Secondo Cosgrove non è del
tutto chiaro a cosa serva il becco,
simile a quello di un pappagallo,
dell’animale. «In tanti anni di stu-
dio, non l’ho mai visto usare. Per
aprire il guscio dei crostacei il pol-
po usa la forza dei tentacoli e del-
le ventose. In altri casi ne perfora
la conchiglia con la “radula”, una
Focus 28
sorta di lingua a trivella. «Quindi
inietta la propria saliva attraverso
il foro. Gli enzimi che essa contie-
ne scioglieranno la carne del cro-
staceo, e il polpo la succhierà come
fosse un milk shake».
● Il polpo ha molti strumenti di
difesa. Può cambiare il colore del-
la propria pelle, e mimetizzarsi co-
sì sul fondale. Può frapporre fra
sé e l’avversario un getto di “in-
chiostro” e di muco (che rende
errato infatti
non viene quasi
mai ripetuto.
Secondo alcuni
studiosi, il polpo
impara perfino
osservando il
comportamento
degli altri.
inattivo anche il senso dell’odora- sce come un tranquillante e blocca
to dell’aggressore). Se attaccato, le prede. «Abbiamo più volte cat-
può anche lasciare un tentacolo turato uno di questi polpi. Scuo-
fra i denti del nemico: probabil- tendolo, esso lasciava cadere i cro-
mente gli ricrescerà. Per cacciare stacei, e questi rimanevano immo-
usa anche armi chimiche: quando bili sul fondo della barca, come
si impadronisce di uno o più cro- drogati. Dopo una quindicina di
stacei, il polpo li trasporta verso secondi, e dopo averli bagnati con
la propria tana chiudendo i tenta- acqua pulita, tornavano immedia-
coli e formando con essi una spe- tamente a vivere e ad agitarsi»,
cie di sacco. Nell’acqua l’animale racconta Cosgrove. ■
immette però una tossina, che agi- Stefano Randa
 700 cavalli
Tecnologia - Guidato dai
computer, costruito con
materiali d’avanguardia,
forte come due Tir,

d’alluminio
il motore di Formula 1
è però destinato a durare
il tempo di una gara!

Temperatura di fusione
Un tecnico lavora ai tubi di scarico
di un motore di Formula 1: per
resistere alle alte temperature
sono foderati di ceramica.
E’
un parallelepipedo di
circa 50 centimetri di
lato, pesa più o meno
140 chili, ma dispone di
una potenza di 700 cavalli: il dop-
pio di quella di un grosso Tir, più o
meno un quarto di quella di una
locomotiva ferroviaria. In ognuno
dei suoi cilindri scocca una scintil-
la, e avviene un’esplosione di mi-
scela aria-benzina, ogni 3 millesimi
di secondo, ma in piena
efficienza riesce a
percorrere ap-
pena 400-
500 chilometri. Con un parados-
so: il motore di Formula 1 ha un
rendimento basso. Infatti, trasfor-
ma in giri delle ruote soltanto il 30
per cento della benzina che con-
suma, contro il 35-40 per cento di
un normale motore d’automobi-
le. Solo così, però, riesce a spinge-
re l’auto su cui è montato a oltre
300 chilometri l’ora.
Ma come si ottengono questi ri-
sultati? E come è fatto oggi un
motore di Formula 1? «Tutto
ciò che la tecnologia più
avanzata mette a
disposizione
viene u-
sato con un solo scopo: ottenere
che il motore generi il massimo di
potenza nel tempo necessario per
la gara», spiega l’ingegner Gian
Paolo Stanzani, vice presidente
della Minardi scuderia Italia, che
quest’anno partecipa per la deci-
ma volta al campionato mondiale.
Per generare questa potenza, il
motore deve compiere il maggior
numero possibile di giri al minuto:
fino a qualche anno fa 15 mila giri
erano considerati un limite estre-
mo, ma oggi si è arrivati a 17 mila
giri al minuto. Questo vuol dire
che altrettante volte in un minuto
i 12 pistoni, e le bielle, compiono il

▼
Tutta l’attenzione
sul volante
Il pilota Michael
Schumacher con
il motore Mercedes
della Sauber, per
la quale ha corso
in passato. Grazie
all’elettronica,
il pilota oggi può
concentrarsi
solo sulla guida.
A causa del profilo aerodinamico, in
corsa l’aria schiaccia la vettura
sulla pista con un peso di 1500 chili
movimento completo verso l’alto e
▼

verso il basso.

● Il regno del titanio

«Per i motori di Formula 1, oggi
il punto di riferimento è solo l’in-
dustria aeronautica e spaziale: da lì
vengono le leghe metalliche spe-
ciali, le fibre e i materiali sintetici
di cui sono ormai fatti buona par-
te dei componenti del motore»,
aggiunge Stanzani. Le bielle sono
fatte in lega di titanio: hanno la
stessa resistenza di quelle tradi-
zionali di acciaio, ma pesano sol-
tanto la metà, 200-300 grammi l’u-
na. Anche altri componenti, come
l’albero motore, sono in lega di ti-
tanio. Ciò significa riduzione dei
pesi e quindi meno sforzo per il
motore. I pistoni sono fatti in le-
ghe di alluminio resistenti alle
temperature generate dalla com-
bustione della benzina, cioè anche
3.500 gradi. Questo ha consentito
di ridurre le loro dimensioni e l’e-
scursione, che ora è di soli 5 centi-
metri, aumentando perciò il nume-
ro di giri nell’unità di tempo.

● Alla guida c’è un computer

Il motore di Formula 1 ha un
vero e proprio cervello elettronico
che svolge molti compiti in ma-
niera autonoma. Grazie ai pro-
grammi che vi sono stati inseriti,
istante per istante stabilisce la
quantità di benzina che deve en-
trare nelle camere di scoppio e il
momento in cui la candela deve
scoccare la scintilla per ave-
re una combustione perfet-
ta, tutto in rapporto al nu-
mero di giri, alla tempera-
tura delle varie parti, alla
posizione dell’acceleratore.
Corregge anche gli errori
del pilota. Se questo acce-
lera fino a far pattinare le
ruote, oppure fino al punto
da rischiare di portare il
motore a un numero di giri
eccessivo, l’elaboratore in-
terviene in maniera indi-
pendente tagliando, in un gruppo il sistema idraulico che innesterà la ● Addio vecchie molle burante e di scarico dei gas. Ma le Diagnosi in tempo reale
prestabilito di cilindri, l’afflusso di nuova marcia scegliendo, in base Un notevole progresso nell’au- molle, tutte, hanno un limite: per
benzina oppure l’accensione delle al numero di giri del motore, se mentare il numero di giri del mo- passare in modo regolare dalla fa- Nella foto grande, una vettura Williams Renault suddivisa
in tutti i suoi componenti. Nel cerchio rosso, il motore. Nella
candele. Il computer, inoltre, co- farlo azionando la frizione, nel tore si è avuto facendo azionare se di compressione a quella di di- foto a sinistra, il pilota Luca Badoer (al centro), nella sala
manda anche il cambio di velocità. qual caso il cambio sarà un po’ più le valvole da pompe pneumatiche stensione hanno infatti bisogno di telemetria della scuderia Minardi, osserva sullo schermo
Il pilota, con un comando a pul- brusco ma più rapido, oppure stac- e non più dalle molle. Queste, nei un certo tempo, che non si può ri- i dati che arrivano via radio dalla vettura che corre in pista.
sante, sceglie solo la marcia da in- candola, per avere un cambio più motori tradizionali, comandano le durre. Le pompe, invece, pesano Durante la corsa, il pilota legge gli stessi dati su un
serire, mentre l’elaboratore guida dolce anche se più lento. valvole di alimentazione del car- molto meno, assorbono meno po- display e in base a essi può modificare la condotta di gara.
▼

Focus 32 Focus 33
Da tutto il mondo, industrie specializzate propongono ai Dove nascono i cavalli
costruttori materiali e tecnologie sperimentati nello spazio Accensione
e alimentazione integrate
1 iniettore
per cilindro
Frazionamento Condotti di
tenza dal motore, e non hanno ● Diagnosi a distanza za, cosa succede istante per istante grado di apertura dell’accelerato- a 10 e 12 cilindri alimentazione
▼

tempi morti nelle inversioni di mo-
vimento tra apertura e chiusura.
Rispondono, perciò, in tempo rea-
le agli impulsi dell’albero a cam-
me, e questo si tradue in una mag-
giore rapidità nell’afflusso della
miscela e nell’uscita dei gas di sca-
rico. Una sonda elettronica con-
trolla che nella pompa ci sia la
quantità giusta d’aria, a secondo
Prima c’era il pilota-collaudato-
re. Faceva alcuni giri di pista e poi
riferiva ai tecnici le sue impressio-
ni e le sue diagnosi sul funziona-
mento del motore e sui difetti da
correggere. Oggi il collaudatore
c’è ancora, ma accanto a lui c’è l’e-
lettronica, molto più precisa e so-
prattutto molto più tempestiva.
Essa consente di sapere, a distan-
in ogni parte del motore, mentre
l’auto corre in pista.
In questo caso, gli esperti par-
lano di motore “strumentato”:
sensori, collocati nei vari organi,
misurano il numero dei giri, il con-
sumo di carburante, le temperatu-
re dell’acqua, in entrata e in uscita
dal radiatore, quella dell’olio, la
corrente fornita dalla batteria, il
re, la pressione delle pompe delle a lunghezza variabile
valvole. I dati vengono comunica-
ti alla centralina elettronica siste- Testata
mata sulla vettura, che li tramuta di lega leggera
in segnali elettromagnetici e li tra-
Comando
smette a una radio trasmittente an- distribuzione
ch’essa collocata sulla vettura. Da a ingranaggi
qui, i segnali arrivano a una rice-
vente collocata al bordo della pi-
sta, che a sua volta li trasmette a un

▼
delle condizioni di temperatura,
umidità e densità dell’atmosfera.
La possibilità di aprire e chiudere
le valvole con molta maggiore pre-
cisione di prima, inoltre, consente
di sfruttare due tecniche partico-
larmente raffinate per aumentare
il rendimento del motore. Infatti, è
possibile regolare la chiusura del- Condotti rivestiti di
la valvola di scarico e l’apertura di ceramica e scarichi con
valvole parzializzatrici
quella di entrata della miscela in
modo che una parte molto piccola
di benzina esca insieme ai gas di
scarico: si spreca carburante (e
questo spiega anche il minor ren- Distribuzione a
4 alberi a camere
dimento del motore di Formula e 4 valvole per cilindro
1), ma in questo modo si pulisce Monoblocco
anche perfettamente la camera di di lega leggera.
Pesa da 120
scoppio. Inoltre, l’apertura della a 140 chili
valvola di entrata dell’aria avviene
quando l’aria stessa, che arriva dal- Richiamo valvole
l’esterno, a causa della sua stessa pneumatico
velocità si è accumulata alle sue
spalle con il massimo di pressio-
ne, e può perciò combinarsi con Pistoni
la benzina alla massima velocità.
Regime
di leghe leggere Passioni costose
di rotazione
Parti di un motore
AL COMPUTER superiore a a 2 segmenti Nell’illustrazione, le parti di
Rapporto di un ideale motore di Formula 1.
Renault di Formula 1 disegnati al computer. Grazie 17 mila giri Una stagione di corse può
compressione 13:1 Cuscinetti di banco a
ai modelli matematici, i progettisti studiano i materiali costare anche 100 miliardi
senza costruire costosi prototipi e disegnano i profili guscio sottile o a rullini Bielle di titanio
aerodinamici della vettura prima che scenda in pista.

LA VERIFICA IL MONTAGGIO
Controllo Il montaggio
tridimensionale finale del motore
al computer di in un’officina
un componente della Renault.
del motore. Dopo la gara
Un pistone di verrà di nuovo
un motore di smontato
Formula 1 pesa completamente
solo pochi etti, e ricostruito
ma durante il con molte parti
funzionamento nuove: un lavoro
viene spinto che richiede
con una forza alcuni giorni e
pari ad alcune costa decine di
tonnellate. milioni di lire.
IN OFFICINA Un operaio controlla il lavoro di una fresatrice su un
componente del motore. Spesso un costruttore passa alla progettazione solo
dopo aver trovato i materiali adatti alle prestazioni e ai risultati che intende ottenere.

Focus 34
Il pilota usa la frizione solo Benzina-ossigeno: unione imperfetta
per partire. Poi a cambiare Lmulaaperbenzina usata
le auto di For-
1 è prodotta ne-
usando la comune
benzina delle pompe
stradali, in particolare
una perfetta combu-
stione e questa, a
sua volta, dal modo
marcia pensa il computer gli stessi impianti di
distillazione della
quella verde, la cui la-
vorazione è ritenuta
con cui si mescolano
aria e benzina.
benzina comune e ri- più accurata. Sul risultato influisco-
spetto a questa non Eventualmente, la no molto il sistema di
possiede caratteristi- benzina può essere iniezione, il modo e la
computer. Sul suo schermo, che eccezionali: i tec- arricchita con additivi velocità con cui af-
▼

quindi, appaiono contempora- Molecole nici chiedono ai pro- che hanno principal- fluisce l’aria, la forma
neamente, sotto forma di dia- eccezionali duttori che nella lavo- mente uno scopo: ag- della camera di scop-
grammi, una decina di para- razione si realizzi un giungere una certa pio e le turbolenze
Gian Paolo particolare equilibrio quantità di ossigeno che vi si creano. L’i-
metri. In breve tempo, è così Stanzani: prestabilito fra le va- a quello che arriva deale, dicono i tecni-
possibile accumulare migliaia “Servono rie molecole che la nella camera di com- ci, è ancora lontano:
di dati e di informazioni sul lubrificanti compongono, e non bustione con l’aria at- una miscela in cui
comportamento del motore, resistenti ha nemmeno un co- mosferica, per aiutare ogni molecola di ben-
da utilizzare sia nella proget- a migliaia sto particolarmente la benzina a bruciare zina sia ben separa-
tazione, sia nelle prove e nei di gradi”. elevato. Anzi, è acca- meglio. Infatti, l’effi- ta dalle altre, e abbia
collaudi. Inoltre, se durante la duto più volte che le cienza del motore di- intorno la sua giusta
corsa i dati segnalano una situa- talli rischia di farli rompere. Alla auto abbiano corso pende soprattutto da dose di ossigeno.
zione di pericolo per il motore op- fine, la maggior parte dei compo-
pure per il pilota, questo riceve, nenti deve essere sostituita». In Inizia il lavoro
di revisione
sempre via radio, l’ordine di fer- realtà, considerando tutte le sosti- della Mercedes
mare la vettura. tuzioni, non è raro il caso che una della Sauber,
scuderia arrivi a “consumare”, nel- dopo la gara.
● Vita breve l’arco di un campionato, una ven- In basso, i
Nuovi materiali, nuove tecno- tina di motori. sassolini che
logie ed elettronica, non reggono durante la
comunque di fronte alle presta- ● Limiti da superare corsa si sono
zioni esasperate richieste a un mo- Sarà possibile avere in futuro incastrati nella
tore di Formula 1. Cosa ne rimane, motori di Formula 1 che, a parità carrozzeria.
infatti, alla fine di una gara? Poco. di cilindrata, girino ancora più ve-
Di fatto, solo alcune parti, come locemente, generando ancora più
il monoblocco o la testata, sono potenza? «Teniamo presente che
ancora in condizioni di essere usa- il motore a scoppio ha già un li-
ti più volte. «I pistoni hanno gli mite intrinseco. E’ infatti di tipo Stanzani. Per quanto veloce sia il La biella, a sua volta, si muove
orli bruciati, i segmenti (le fasce alternativo: un movimento lineare, movimento del pistone, infatti, nel per metà di moto lineare e per
elastiche) non tengono più la com- quello dei pistoni, deve cioè essere breve spazio della corsa di cinque metà di moto rotatorio, rischiando
pressione, le valvole si sono defor- trasformato in rotatorio, quello centimetri esso deve fermarsi, ri- continuamente di rompersi nel
mate. Altri componenti, come le delle ruote. E questo comporta partire, accelerare, fermarsi di punto in cui cambia il tipo di mo-
bielle o l’albero motore possono molte parti in movimento, cioè nuovo e ripartire, subendo sulla vimento. «Il numero attuale di gi-
durare anche per due o tre gare, molti attriti, che inevitabilmente sua superficie una pressione di 50- ri si potrà superare, perciò, se sa-
ma poi l’“affaticamento” dei me- rallentano il moto», fa notare 60 atmosfere. ranno messi a punto materiali an-
cora più resistenti di quelli attuali
a parità di peso». Per esempio, ora
Le pratiche per entrare nel circo della Formula 1 si punta a realizzare un pistone
con la superficie ricoperta di ce-
S i chiama Formula 1
perché è il campiona-
to mondiale più impor-
nale e sulle attrezzature
di cui dispone e che la Fia
si riserva di verificare.
gistica, cura il trasporto
delle macchine e delle at-
trezzature (anche un cen-
cuito. Una parte degli in-
cassi va alla Fia e una
parte anche alle squadre.
ramica: questa resiste a tempera-
ture ancora più elevate e si usa già
per rivestire internamente i con-
tante. Lo organizza la Fe- Le gare vere e proprie so- tinaio di casse) fino al cir- Ogni campionato muove dotti di scarico. Ma la ceramica è
derazione internazionale no organizzate da una so- cuito con camion e aerei un giro di affari pari a
dell’automobile (Fia), che cietà specializzata che si da carico, vende i bigliet- 1.500 miliardi di lire. Nel- difficile da accoppiare con l’allu-
ha sede a Parigi, e che chiama Foca: fornisce al- ti, i diritti televisivi e gli la foto sotto, Jean Alesi minio del pistone, mentre questo
stabilisce in quali circuiti le squadre l’assistenza lo- spazi pubblicitari del cir- sulla Ferrari. metallo è più adatto per vincere
si correrà. L’iscrizione si gli attriti all’interno del cilindro.
riferisce alle singole squa- Un altro limite da superare è quel-
dre, complete di piloti, lo della perfetta combustione del-
meccanici e dirigenti; si la benzina (vedi riquadro in alto):
chiede (per lettera) più o miscelata con l’ aria, deve entrare
meno un anno prima del- nella camera di scoppio in un tem-
l’inizio del campionato e
costa parecchie decine di po che è poco più di un millesimo
milioni. Se una squadra di secondo e deve bruciare in un
ha già partecipato ad altri tempo che è dello stesso ordine di
campionati, l’iscrizione grandezza, quello della massima
avviene senza difficoltà, compressione, e in maniera rego-
se invece è nuova, deve lare, nè troppo in fretta, altri men-
fornire una documenta- ti si ha un’esplosione, nè troppo
zione sulla proprie “capa- lentamente, altrimenti non rende a
cità” tecniche, sul perso- sufficienza. ■
Lorenzo D. Mariani
Focus 36
Scienza

Venga a
prendere
un gene
da noi
Cos’è la biotecnologia?
Il futuro
nei robot
Liliana Varesco,
biologa: “Oggi
per cercare un
gene malato ci
vogliono mesi,
ma in futuro
farà tutto
E’ l’industria della il computer del
laboratorio,
vita: costringe le cellule che guiderà
vari apparecchi
automatici
a fare lavori su misura per analisi”.

I
ndurre i batteri a produrre in-
sulina (proprio come fanno,
nel corpo umano, le cellule
del pancreas), poi purificarla
e usarla per la cura del diabete.
Aggiungere un nuovo gene ai glo-
buli bianchi dei malati di leuce-
mia, per aiutarli a difendersi dalle
infezioni. Fabbricare farmaci “mi-
sti”, formati da una molecola, in
parte umana, in parte animale.
Sono solo tre esempi. Ma sono
tante le cose che si possono fare
con le biotecnologie, cioè con
quelle tecniche che, per produrre
qualcosa (dai medicinali agli ani-
mali), si servono di organismi vi-
venti o di singole cellule. Grazie Fabbriche viventi
alla biotecnologia, negli ultimi an- Il tecnico di un’azienda controlla
ni, si è sviluppata una vera indu- Un organo di ricambio i bioreattori, cioè gli apparecchi
stria. A che punto siamo? Vedia- Michele De Luca, medico: “La pelle si può in cui i batteri stanno producendo
mo quali sono le ultime ricerche. sostituire con cellule coltivate in provetta”. “in serie” alcune proteine utili.
▼

Focus 38

Quando il veleno si trasforma in un vaccino
Lnari:iDna”
chiamano “vaccini a
e sono rivoluzio-
non si basano, co-
me i vaccini convenziona-
li, su batteri o virus resi
innocui artificialmente,
ma direttamente sulle
tossine prodotte dal ger-
me infettante. Queste
tossine, che sono protei-
ne, vengono modificate
tramite ingegneria gene-
tica: basta sostituire al-
Il batterio “Haemophilus
influenzae”: si conosce
la sequenza del suo Dna.
cune parti della molecola
(quelle attive) con altre,
per ottenere una proteina
di forma diversa, e quindi
innocua. Come si fa? Si
interviene sui geni, co-
struendone alcuni che
producano le proteine
modificate in appositi ap-
parecchi (i bioreattori). Da
qui, le proteine vengono
raccolte e impiegate co-
me vaccini. E’ così che i
ricercatori della Biocine
di Siena hanno ottenuto il
vaccino contro la pertos-
se: hanno cambiato la
forma della tossina (e del
gene che la produce) in
modo che non fosse più
dannosa, ma stimolasse
lo stesso la reazione im-
munitaria nell’organismo.
«Ora stiamo studiando un
vaccino contro l’ulcera,
causata dal batterio “He-
licobacter pylori”, scoper-
to da poco. Questa volta
però non abbiamo infor-
mazioni sulla parte della
tossina che è più danno-
sa: procediamo per ten-
tativi, provando a modifi-
care qua e là la catena
Come si fa a sapere a cosa serve un Topi e pecore
gene sconosciuto? Basta ucciderlo come farmacie
N on è cattiveria: far ammala-
re un topo da laboratorio,
introducendo il gene di una
● E il Dna finì kappaò torio abbiamo studiato il gene
▼
Riparare Degli oltre 100 mila geni che krox-20, che si pensava fosse lega- malattia umana nel suo Dna, è
le cellule compongono il patrimonio eredi- to alla divisione cellulare. Invece utile. Solo così, infatti, i biologi
Un frammento di riescono a capire come agisco-
tario dei mammiferi solo una pic- abbiamo verificato che è un gene no i singoli geni sull’organismo.
pelle “coltivata” cola parte è già stata identificata molto importante per la segmen-
in vitro. I biologi Nelle cellule, ancora allo stato
affermano che (circa tremila). Molti altri sono sta- tazione del cervello». embrionale, dei cosiddetti “ani-
tra due o tre anni ti “sequenziati” (se ne conosce mali transgenici” viene iniettato
sarà possibile cioè la struttura molecolare) ma ● Proteine artificiali un gene umano (di solito quello
curare alcune non si sa quasi nulla della loro fun- Molte delle tecniche che si stan- che provoca una malattia) in
gravi malattie zione, né in quali tessuti si “espri- no sviluppando in questo periodo modo che questi animali possa-
dell’epidermide mano” (cioè in quale punto dell’ coinvolgono anche l’industria: so- no trasmetterlo ai loro piccoli.
sostituendo organismo diano origine a una no già parecchie le aziende in gra- Si crea così un’intera famiglia
tutta la pelle del sulla quale si possono studiare
proteina). «Ora, però, c’è un modo do di sintetizzare, in apparecchi gli effetti di nuovi farmaci.
malato con le per scoprirlo: si può sostituire il speciali, brevi tratti di Dna. Questi
cellule “guarite” Sono già state selezionate
con l’ingegneria gene di cui vogliamo conoscere la sono in grado di attaccarsi ai geni pecore in grado di produrre
genetica e funzione con un altro, inattivo. E’ di una cellula e di rivelare, per e- nel loro latte alcune proteine
poi replicate una tecnica indiretta, che gli ame- sempio, un’anomalia in un cromo- come il “fattore VIII”, necessa-
in laboratorio. ricani chiamano “gene knock out”: soma. «Possono perfino bloccare rio per la cura dell’emofilia.
spegnendo il gene che ci interessa un gene dannoso, oppure la ripro- Negli Usa e in Inghilterra ci
possiamo sapere a cosa serve, ve- duzione di un virus prima che que- sono già fattorie popolate solo
rificando gli effetti provocati nel- sto distrugga le cellule», dice E- da animali transgenici (mucche
che fanno più latte, maiali
l’organismo dalla sua mancanza», duard Thüroff, biologo e titolare con la carne più magra, galline
spiega Giovanni Levi, ricercatore della filiale italiana della Tib Mol- che producono uova ricche
presso il Centro di biotecnologie biol, un’azienda tedesca specializ- di proteine), ma l’allevamento
avanzate di Genova. Gli esperi- zata nella sintesi del Dna. massiccio è solo un progetto.
Intrusi menti vengono condotti sui topi di Un’altra frontiera dell’industria
che curano laboratorio, manipolando le loro biotecnologica è la fabbricazione
Sotto, uno dei cellule embrionali (vedi riquadro a di proteine “più efficienti” di quel- messi a punto test in grado di pre-
laboratori dell’ destra). Solo pochi centri di ricerca le naturali: da una decina d’anni i vedere con certezza se la malattia
istituto Rijswijk, nel mondo sono però in grado di biotecnologi delle aziende sono si manifesterà. «Finora abbiamo
in Olanda: in
questo centro si fabbricare i topi ko. «Questa tec- riusciti a inserire nei batteri e nel- controllato i membri di una cin-
allevano i virus nica ci ha comunque portati a sco- le cellule “coltivate” in vitro i geni quantina di famiglie italiane, che
che servono per perte sorprendenti: alcuni geni che umani, trasformando questi orga- avevano parenti malati di cancro al
introdurre nei nelle cellule coltivate in vitro sem- nismi in minuscole fabbriche di colon. La poliposi di questo tratto
malati i geni sani. bravano avere una certa funzione, farmaci. Ora però stanno modifi- dell’intestino, che può portare al
I virus funzionano nell’animale vivo avevano un ef- cando i geni stessi, in modo che le tumore, in alcuni casi è ereditaria e
come “navette”, fetto completamente diverso. Fac- cellule producano proteine più ef- si manifesta tra i 20 e i 30 anni. E’
che entrano nel cio un esempio: in questo labora- ficienti. L’ormone della crescita, dovuta alla mutazione di un gene
Dna del paziente. per esempio, è già stato migliorato: che si trova sul cromosoma 5», af-
la versione industriale, usata per ferma Liliana Varesco, dell’Istitu-
la cura del nanismo, è 50 volte più to nazionale per la ricerca sul can-
efficace di quella naturale. cro. Così, è stato elaborato un test
proteica. Abbiamo già
avuto buoni risultati negli
esperimenti su animali, ● La caccia al cancro
per scoprire se chi si sottopone al-
l’indagine abbia ereditato o meno
comunque la realizzazio- La scoperta che il cancro è una questa mutazione: «Basta un pic-
ne di un gene che serva malattia genetica, causata da un colo campione di sangue: se il test
per la produzione indu- accumulo di mutazioni lungo la ca- risulta negativo la persona può es-
striale del vaccino per uso tena del Dna, ha portato a metodi sere sollevata dal pensiero che pri-
umano è ancora lontana», rivoluzionari per diagnosticare il ma o poi si ammalerà di cancro,
dice Paolo Ghiara della tumore. In alcuni casi si può farlo se invece il risultato fosse positivo
Biocine. Intanto, la stessa addirittura prima che la malattia potrebbe sottoporsi alla colonsco-
azienda sta per mettere si manifesti. Da qualche anno, in- pia per eliminare i polipi prima che
sul mercato altri due vac- fatti, sappiamo che esistono geni diventino maligni». Questo test,
cini a Dna: quello contro
la meningite e quello con- capaci di stimolare la divisione però, non è affatto semplice: il di-
tro un’infezione dell’orec- continua delle cellule (che così di- fetto del gene va cercato punto per
chio causata dall’“Hae- ventano tumorali) e altri in grado punto in oltre 8500 zone del cro-
mophilus influenzae”. di fermare questa proliferazione. mosoma, un lavoro che può dura-
Per alcuni tumori sono già stati re quasi un anno.
▼
Focus 41
 Così il Dna estraneo entra nella cellula
Manipolare è un affare!
U n affare da 22
mila miliardi. Ec-
co quanto fatturano
macromolecole utili
per i test diagnosti-
ci, ma fabbricano an- Dna
le oltre tremila a- che ormoni, enzimi, Molecole
ziende biotecnologi- antitumorali, antibio- di grasso
che del mondo. In tici e vaccini. I clien-
testa Usa e Giappo- ti migliori sono gli
ne. E l’Italia? Secon- ospedali e le cliniche
do i dati dell’Asso- private, centri di ri- proteine sono molto nel 1994 il Neupo-
biotec (l’associazio- cerca, laboratori e più care: circa 100 gen (nella foto), un
ne industrie biotec- università. Sul mer- mila lire per ogni am- farmaco biotecnolo- Liposoma
nologiche), lo scorso cato, un breve tratto minoacido, cioè per gico usato nei tra-
anno il fatturato com- di Dna di sintesi co- ogni unità che forma pianti di midollo os- Il liposoma
plessivo ha superato sta fino a 10 mila lire la proteina. Piccole seo, ha fatto guada- aderisce alla
i 1.100 miliardi. Le per ogni base (cioè cifre, comunque, se gnare all’azienda cellula
110 aziende italiane per ogni molecola confrontate con produttrice 719 mi-
vendono soprattutto che lo compone). Le quelle americane: lioni di dollari.

Ora le proteine umane fabbricate in

laboratorio sono meglio di quelle vere Il Dna entra
nella cellula
● I geni di ricambio
▼

L’obiettivo finale della ricerca

biotecnologica, comunque, è quel-
lo di sostituire il gene difettoso con
uno normale, in modo che una
certa malattia non si manifesti mai.
Nonostante i primi risultati positi-
vi (per esempio il trapianto genico
realizzato da Claudio Bordignon
all’ospedale San Raffaele di Mila-
no) la cosiddetta “terapia genica”
rimane, almeno per ora, una tec-
nica sperimentale, per di più estre-
mamente costosa. Con questa te-
rapia, sono stati finora curati so-
prattutto alcuni bambini nati con
un difetto nel gene che produce
l’adenosina deaminasi, un enzima
indispensabile al funzionamento
del sistema immunitario. Sono i
cosiddetti “bambini nella bolla”,
costretti a vivere lontani da qual-
siasi fonte di infezione: oggi questi
piccoli pazienti subiscono una vol-
ta al mese l’iniezione delle loro
stesse cellule sanguigne (i linfociti
T) in cui è stato introdotto il gene
corretto. Così possono frequenta-
re la scuola e fare sport. La terapia
genica, però, pone ancora diversi
problemi. Uno dei più gravi è la
necessità di individuare la zona
dell’organismo più adatta per in-
trodurre le cellule trasformate ge-
neticamente. Per guarire la distro-
fia muscolare (una grave malattia
genetica), per esempio, si potreb-
bero modificare in vitro le cellule,
Iniettare
informazioni
Sopra, l’iniezione
di un gene nei
linfociti T: si fa al
microscopio e
si segue su uno
schermo (a lato).
inserendo il gene normale. A que-
sto punto, però, trapiantarle nel
malato è impossibile: bisognereb-
be collocarle vicino a tutti i princi-
pali muscoli dell’organismo.
● La pelle come terra fertile
I genetisti, comunque, non si ar-
rendono e stanno studiando stra-
tegie alternative, per esempio cer-
cando i tessuti ideali dove far “fun-
zionare” i geni trasformati: «L’e-
pidermide potrebbe diventare il
tessuto-produttore per eccellenza:
si può “coltivare” facilmente su
Il gene
estraneo
comincia
Il Dna è a funzionare
nel nucleo
Nello schema, uno dei Queste si fondono con
metodi per introdurre la membrana cellulare
un gene nella cellula: poiché hanno la stessa
in laboratorio vengono struttura delle pareti
costruiti i “liposomi”, della cellula. A questo
palline di grassi che punto il Dna estraneo
vengono riempite con il entra spontaneamente
Dna isolato in provetta. nel nucleo e “funziona”.
gel e soprattutto, una volta tra- struire completamente i capillari.
piantata, può essere controllata Ora i ricercatori stanno tentando
senza problemi», sottolinea Mi- di inserire nelle cellule della pelle
chele De Luca, del laboratorio di geni totalmente diversi. «Siamo
differenziamento cellulare di Ge- riusciti ad attivare nell’epidermide
nova. In questo centro sono stati e- il gene che produce l’interleuchina
laborati sistemi che permettono di 2, usata nella cura di alcuni tumo-
generare, a partire da tre centime- ri, e abbiamo scoperto che le cellu-
tri quadrati di pelle, una superficie le la trasportano spontaneamente
di cellule in grado di ricoprire l’in- fuori dalla membrana e la rilascia-
tero corpo umano. Con lo stesso no nella circolazione sanguigna»,
metodo si possono “coltivare” an- aggiunge De Luca. La pelle, quin-
che le cellule della cartilagine, di, potrebbe funzionare come un
quelle della mucosa orale, quelle efficiente serbatoio di farmaci. ■
della cornea ed è possibile rico- Raffaella Procenzano
▼

Focus 42
Gli anticorpi monoclonali riconoscono i tumori e li curano

Cacciatori di molecole
P
untano direttamente sul
▼

bersaglio, lo colpiscono e
non lo lasciano più. Poi
segnalano la propria pre-
senza, con grande precisione. Gli
anticorpi monoclonali funzionano
proprio così: sono in grado di iden-
tificare una singola molecola della
cellula tra milioni di altre.
1. Si tratta di proteine partico-
lari, visto che possono essere “pro-
grammate”. «Noi siamo in grado
di costruire anticorpi che ci per-
mettono di localizzare una cellula
tumorale. Vengono marcati con
una molecola fluorescente, intro-
dotti nella provetta dove si trovano
le cellule da analizzare e poi indi-
viduati da strumenti complessi. E’
come avere un potentissimo paio
di occhiali per guardare attraverso
la membrana cellulare», dice Clau-
dia Semino, ricercatrice presso il
Centro di biotecnologie avanzate
di Genova. Sugli anticorpi mono-
clonali si basano molti test dia-
gnostici (anche quello per l’epatite eliminato tutto il tumore.
B) e ormai vengono usati perfino
durante gli interventi chirurgici:
quando viene asportato un tumo-
re, al paziente viene iniettato l’an- ratura, cioè solo nella proteina che
ticorpo per sapere se sono rima-
ste cellule cancerose, che a occhio
nudo sarebbe impossibile vedere.
Se il risultato è positivo, l’inter- ognuna di esse si possono ottenere
Lo schermo di un citofluorimetro, uno strumento ne, che hanno una
in grado di esaminare gli anticorpi “al lavoro”.
Focus 44
Un prelievo di
cervello di topo:
questi animali
“fabbricano” gli
anticorpi usati
per le diagnosi.
vento prosegue finché non viene Così il gene modificato va al posto giusto
2. Gli anticorpi monoclonali Sonda Palloncini Arteria
funzionano come chiavi: possono
entrare soltanto nella propria ser-
riconoscono. «In una cellula ci so-
no migliaia di proteine di cui non
conosciamo la funzione. Ma per
Foro per rilasciare i virus che
gli anticorpi. Quin- contengono il gene utile
di, basta introdurli
nella cellula e anda-
re a vedere dove si In alcuni laboratori, poi, gli scien- proteina di cui vogliono scoprire la
sono “agganciati”. ziati stanno addirittura tentando funzione (la “serratura”). Poi
Così si riesce a sa- di usare gli anticorpi monoclonali estraggono dall’animale le cellule
pere se la proteina come “navette”, per portare su della milza, che hanno cominciato
che stiamo studian- una cellula bersaglio un prodotto a produrre gli anticorpi (le “chia-
do si trova sulla estraneo, per esempio un farmaco vi”). Queste cellule però, non sono
membrana della (e in questo modo guarire soltanto in grado di sopravvivere a lungo
cellula, oppure al- le cellule malate, senza intossicare fuori dal corpo del topo, perciò i ri-
l’interno». Per sco- le altre). cercatori le fondono con le cellule
prire se una cellula 3. Ora gli anticorpi monoclona- di un mieloma (un tipo di tumore),
è tumorale, infatti, li possono essere fabbricati in se- capace di riprodursi in vitro. In
i ricercatori “cerca- rie, in aziende specializzate. I ri- questo modo si ottiene una “linea
no” (adoperando cercatori sono infatti riusciti a tro- cellulare” ibrida, che continuerà a
gli anticorpi) pro- vare il modo di modellare i den- vivere per sempre, producendo
prio alcune protei- telli di queste “chiavi molecolari”. l’anticorpo desiderato (e tutti i ri-
Per farlo, usano i topi di labora- cercatori del mondo potranno
forma particolare. torio: iniettano nel loro sangue la usarlo per i loro studi). ■
Avventura

Prove tecniche
di bombardamento
Il pilota americano Peter
McMillan (a destra) e il
copilota australiano Lang
Kidby durante un volo
di prova sulla campagna
inglese. Il Vimy è una
replica fedelissima di
un bombardiere inglese
Vickers, prodotto alla
fine della guerra ‘15-’18.

Dall’Inghilterra all’Australia, come nel 1919: cronaca di un raid a 150 chilometri all’ora

Il Vimy colpisce ancora Il Vimy originale. Partì da Londra il 12 novembre 1919, con altri sei
concorrenti impegnati in una gara di oltre 18 mila chilometri.

Focus 49
 Pezzi di
ricambio
Il Vimy in volo
sulla campagna
francese. Le ali
sono in stoffa,
e anche un
vento leggero
le fa vibrare. Il
Vimy originale
fu riparato,
strada facendo,
con chewing
gum e pezzi
di cassette per
la frutta. Per
il Vimy bis, in
panne in
Malesia, sono
state invece
impiegate
ordinarie
candele da
motocicletta.

L’atterraggio in risaia
Sotto, il Vimy dopo un atterraggio di emergenza
in una risaia di Sumatra. Una folla curiosa lo attornia.

Elica bloccata, emergenza!

Sopra, il motore è in panne, l’elica è ferma. Si plana
verso Sumatra, in cerca di un campo d’atterraggio.

La matricola dell’ aereo è una sigla augurale: “Che Dio ce la mandi buona”

I
l rischio più grosso, proba-
bilmente, l’hanno corso a
Pisa, a metà del settembre
scorso, quando il vento
contrario ha cominciato a sof-
fiare così forte che il Vimy non
riusciva ad avanzare a più di
40 chilometri all’ora. «Sulla via
Aurelia, sotto di noi, le auto-
mobili ci sorpassavano tran-
quillamente. Eravamo appena
al terzo giorno di viaggio, c’era
tempesta, e abbiamo dovuto
atterrare all’aeroporto Galileo
Sei settimane di vento, pioggia, sole e fatica Galilei», racconta uno dei pi-
Il Vimy sorvola la campagna di Giava, fittamente popolata. L’estenuante viaggio va verso la fine. loti del biplano. A Pisa l’aero-
planino è stato ancorato al tar-
mac (l’asfalto della pista), ma
quando il vento è diventato an-
cora più forte l’hanno dovuto
ricoverare in un hangar: «Il
Vimy ha una velocità di decol-
lo di 45 miglia orarie. Con le
raffiche a più di 50 miglia a-
vrebbe preso il volo da solo, se
si fosse strappato un cavo».
Il giorno dopo il vento s’è cal-
mato, e il Vimy è ripartito, de-
stinazione Roma, e poi Taran-
to, e via via Atene, il Cairo,
Nuova Delhi, Singapore e, infi-
ne, Darwin, in Australia. Tutto
a piccoli balzi, e a velocità che
raramente superavano i 150
chilometri all’ora. Il viaggio, i-
niziato a Londra l’11 settem-
bre 1994, si è concluso il 22 ot-
tobre, dopo incidenti, guasti,
problemi diplomatici, di salu-
te e di frontiera. Ma alla fine è
andato tutto bene, grazie a Dio:
d’altra parte le lettere di regi-
strazione sull’ala superiore del
biplano erano G-EAOU, cioè
God ‘elp all of us, più o meno
“che Dio ce la mandi buona”.
G-EAOU erano anche le
lettere dipinte sul Vimy origi-
nale, l’ex bombardiere Vickers
che nel 1919 compì per primo
la grande impresa: allora ai co-
mandi stava un pilota austra-
liano, Ross Smith, e con lui c’e-
rano il fratello Keith (naviga-
tore) e due meccanici. Tutta
gente di fegato, visto che non
erano passati che sedici anni
da quando il trabiccolo dei fra-
telli Wright di era alzato per
pochi metri dalla spiaggia di
Kitty Hawk, in America.
Si era trattato di una gara,
comunque: il primo ministro
australiano, Billy Hughes, ave-
va infatti offerto un premio di
10 mila sterline (più o meno
700 milioni di lire d’oggi) a chi
si fosse aggiudicato il Great
London-to-Australia air derby:
in pratica un viaggio di oltre 18
mila chilometri per unire, via
aerea e in meno di un mese, il
cuore dell’impero britannico
con la sua provincia più lonta-
na. Vinse il Vimy, ovviamente,
ma c’erano altri 16 concorren-
ti: quattro persone morirono
nel corso di un incidente, due pi-
loti furono arrestati come spie in
Serbia, altri due dovettero affron-

▼
Focus 51
Era molto più comodo volare al tempo dell’impero
inglese: niente dogane, niente controlli
tare, dopo un atterraggio di fortu-
▼
na, una tribù irakena con le gra-
nate che si erano portati appresso.
Soltanto il Vimy ce la fece: e l’an-
no scorso il Vimy bis ne ha repli-
cato l’impresa.
«Il vero problema per noi è sta-
to quello di costruirne una replica
fedelissima», racconta oggi Peter
McMillan, il pilota autore del raid
commemorativo. «Smith aveva
avuto il suo aereo direttamente
dalla Vickers. Noi abbiamo dovu-
to fabbricarcelo». E uguale al pre-
cendente, con le ali di tela cucita a
mano, il legno di mogano e i fili di
metallo come quelli di inizio seco-
lo. Purtroppo qualcosa è stato cam-
biato. I due motori, per esempio:
gli originali Rolls Royce Eagle
VIII non sono più in produzione
da settant’anni, e sono stati sosti-
tuiti con due Chevrolet V8 di ti-
po automobilistico. Inoltre nel
1919 non c’erano problemi di traf-
fico aereo: oggi è stato necessario
dotare il biplano di radio e stru-
menti di navigazione aerea. «In
tutto abbiamo speso un milione di
dollari, e lavorato per due anni».
Per il resto tutto il volo è stato pia-
nificato come nel passato: la Shell
ha previsto gli stessi punti di rifor-
nimento per il carburante che ave-
va realizzato nel 1919, e la rotta è
stata ridisegnata in modo fedele.
Con una differenza importante:
tutto il volo del primo Vimy si era
svolto su territori dell’impero bri-
tannico, mentre il volo del Vimy
bis ha dovuto fermarsi e presenta-
re i documenti a ogni nuova fron-
tiera (16 in tutto). «Abbiamo pas-
sato più tempo a terra, con i docu-
menti in mano, che in cielo». Ri-
sultato: nel 1919 l’aereo arrivò a
Darwin in 29 giorni, l’anno scorso
ne ha impiegato 42!».
Problemi, a parte il vento al-
Focus 52
Made in Usa
A lato, il Vimy, costruito
in California, viene
caricato su un aereo
da trasporto dell’
aviazione americana,
per essere
portato in Inghilterra.
Rotta del 1919
Rotta del 1994
Fermate comuni
a entrambi i voli
Nota: i nomi fra parentesi
sono quelli antichi
l’aeroporto di Pisa? Molti. Quan-
do è passato accanto alle Piramidi,
in Egitto, il Vimy ha per esempio
corso il rischio di essere abbattuto
dalla contraerea. Il suo volo era in
realtà stato regolarmente prean-
nuciato, i permessi erano stati ot-
tenuti e i piloti si trovavano in co-
stante contatto con la torre di con-
trollo del Cairo: ma nessuno l’a-
veva comunicato al comandante
della zona militare! «Più tardi,
mentre volavamo sul deserto, il
centro radar del Cairo ci chiamò di
nuovo. Eravamo troppo in basso,
su una zona militare, e dovevamo
salire a 11 mila piedi», racconta
McMillan. «Peccato che il Vimy
Ci sono novità
Il cruscotto del Vimy
d’oggi. Quello originale
aveva solo una bussola.
Qui, in più, ci sono le
radio e gli strumenti di
controllo dell’iniezione
elettronica dei motori.
Grande artigianato
Sotto, l’hangar californiano
dove il Vimy è stato
costruito: tutto fatto a
mano, pezzo per pezzo, con
legno, stoffa e fil di ferro.
non potesse salire oltre i 2.200 pie-
di. Per fortuna perdemmo il con-
tatto radio».
Nei cieli dell’India, sopra Jaipur,
il problema principale è stato in-
vece rappresentato dai falchi, o
meglio dai nibbi. Il cielo ne era pie-
no, e benché i piloti cercassero di
far di tutto per evitarli, uno stormo
particolarmente fitto ha investito il
biplano. «Poteva finire proprio
male», ha ricordato il secondo pi-
I PRECURSORI DEL JUMBO lota, Lang Kidby. «Le nostre facce
Nella cartina, le rotte seguite dai due Vimy, erano a mezzo metro dalle pale
quello originale e quello del 1994. La gara era dell’elica, ma per fortuna non c’è
stata organizzata dal governo australiano, e stato nessun impatto, e i nibbi sono
aperta solo agli aviatori di quel Paese. passati fra le due ali del Vimy sen-
La rotta fu poi presa a modello, per i propri voli, za far danni». Al Vimy del 1919,
dalla compagnia aerea australiana Qantas. invece, non era andata così bene: i
nibbi erano finiti contro le eliche in
un turbinio di penne e di piume
insanguinate, e solo per miracolo i
▼
Focus 53
 Alla fine del viaggio, il Vimy bis ha avuto il posto d’onore all’air show di Brisbane, in Australia. Oggi l’originale è invece al museo di Adelaide.

Pestilenze, burocrazia,
rivolte, guasti... alla fine si
volava con il cuore in gola
motori non ne avevano risentito. “lento”, privo di potenza, co-
▼

India fatale. Durante il volo del me se un cilindro avesse

Vimy è scoppiata anche la pesti-
lenza, che ha fatto chiudere le
frontiere e isolare molte regioni
del Paese: molti Stati confinanti
con l’India hanno bloccato i voli
in arrivo e partenza, e il biplano è
stato a lungo bloccato a Calcutta,
con l’impossibilità di decollare per
Chittagong, in Bangladesh.
Se nella prima parte del raid i
problemi sono stati soprattutto po-
litici e burocratici, nella seconda,
con il Vimy ormai consunto dal
lungo volo, dal maltempo, dalle
benzine d’avventura che spesso so-
no state pompate nei serbatoi al
posto di quelle previste, sono e-
mersi i problemi tecnici. Il primo
vero atterraggio di fortuna del raid
è infatti avvenuto a Langkawi, in
Malaysia. «Già alla partenza da
Bangkok un motore sembrava
Focus 54
smesso di funzionare. A fa-
tica eravamo riusciti a evitare
i grattacieli della città», rac-
conta ancora McMillan. «Sul-
la Malaysia poi tutto il mo-
tore ha cominciato a vibrare,
e l’ago del contagiri ad anda-
re a destra e a sinistra come
un metronomo. Abbiamo rime-
diato con una candela da motoci-
cletta, e siamo riusciti ad arrivare a
Singapore».
Più difficile rimediare a Suma-
tra, quando il motore destro si è
piantato del tutto, e il Vimy è at-
terrato in una risaia. Ci volevano
sei giorni, prima che un motore di
ricambio potresse arrivare da Bri-
sbane, in Australia, e per una set-
timana il Vimy è così diventato
l’attrazione principale della zona:
una specie di circo, con la gente
Un’immagine suggestiva: il Vimy in volo sulle Piramidi. Durante il raid,
in effetti, il velivolo era sempre scortato da un aereo d’appoggio.
che veniva dai villaggi circostanti, me di giri dei motori cambiava, il
i venditori di frittelle che si orga- rumore si alzava e si abbassava, e
nizzavano, e la polizia che dirigeva ci mandava il cuore in gola. Lì, sul
il traffico nei sentieri all’improv- mare, non avremmo mai potuto
viso affollatissimi. Infine, l’ultimo compiere atterraggi di fortuna. Al-
salto: quasi tremila chilometri fra la fine, con un sollievo indicibile,
l’Indonesia e l’Australia, con i pi- abbiamo sentito la voce della tor-
loti ormai soli a bordo (i due mec- re di controllo di Darwin. “Vimy 1,
canici li avevano abbandonati, per avete il permesso di atterrare.
alleggerire il velivolo) concentrati Bentornati a Darwin, dopo tutti
solo sulla guida. «A ogni colpo di questi anni”». ■
vento, a ogni turbolenza, il regi- Elizabeth Albani
 ✹ P R I S M A
Costruito in Cina un “mondo in miniatura”
Per la Terra bastano La Tour Eiffel, il castello
di Neuschwanstein, e

cinquanta ettari
il Cervino (o Matterhorn).

N on potendo girare il
mondo, almeno per
adesso, se lo sono rico-
così da qualche mese i ci-
nesi (specialmente quelli
che vivono nella zona di
struito a casa propria. E Shenzhen, vicino ad Hong
Kong) possono visitare la
torre Eiffel e quella di Pisa,
il Grand Canyon e i vulca-
ni delle Hawaii. Si tratta di
un mondo in miniatura,
ovviamente, costruito da-
gli ingegneri del China tra-
vel service, che già avevano
realizzato due altri parchi a
tema, anche se in scala ri-
dotta (una “Cina in minia-
tura” e una serie di “villag-
gi di campagna tradiziona-
li”) e che adesso hanno
“compresso” le bellezze ar-
chitettoniche e naturali del
nostro pianeta in uno spa-
zio di cinquanta ettari: il
Window of the world, la fi-
nestra del mondo. Con
mattoni e plastica, cemento
e cartone, erba vera ed er-
S.Basilio (Mosca) e, dietro, ba sintetica è nata così una
la base della Tour Eiffel. strana Terra superconcen-
trata, con una nuo-
va divisione in
“continenti”, nove
in tutto. Le ricostru-
zioni e i punti sceni- Foto ricordo davanti alla Sfinge
ci sono in tutto 118: e alle piramidi di Giza.
l’Italia è rappresen-
tata, oltre che dalla torre terzo dell’originale, e dun-
di Pisa, dalla cattedrale di que si alza sul parco per
San Pietro e dallo spetta- ben 108 metri. Da lassù i Ancora il Cervino. I “punti
colare profilo del Cervino. visitatori possono dare scenici” ricostruiti nel
A giudicare dalla ressa dei un’occhiata anche alla parco sono in tutto 108.
visitatori (che vanno a far- Hong Kong reale, pranza-
si fotografare davanti alle re e godersi il Carnival ni-
“repliche” preferite) le ght, cioè lo spettacolo di lu-
parti del mondo più visita- ci e fuochi artificiali che
te sono le cascate del Nia- viene messo in scena ogni
gara, la Sfinge, le piramidi, sera. Il boom di visitatori In una sola scena,
Buckingham Palace e la nel nuovo parco ha provo- tre immagini
piazza Rossa. Molto gradi- cato un nuovo frenetico americane: il
te anche tutte le riprodu- sviluppo nell’area di Shen- monte Rushmore
zioni del mondo Usa, com- zen, con tutti i problemi (con i volti
dei presidenti
presi i grattacieli di Man- connessi: benessere sì, ma Washington,
hattan. Un discorso a parte anche speculazione edili- Jefferson, Lincoln,
merita la torre Eiffel, in zia e prostituzione. Il prez- e Roosevelt),
quanto è difficile parlare di zo che la Cina sta pagando il Campidoglio e Un’immagine d’insieme del
miniatura, visto che la re- per la sua rincorsa al “co- la Casa Bianca. Window of the world
plica cinese è appena un munismo capitalista”. ■ (la “finestra del mondo”).

■ Biotecnologie ■ Sott’acqua ■ Reliquie

Trapianti un gene, e
la mosca diventa gay
G razie all’ingegneria ge-
netica hanno “mutato”
alcune regioni del cervello
di una mosca (maschio). Ri-
sultato? La mosca ha cam-
biato le proprie abitudini
sessuali, è diventata “gay” e
corteggia indifferentemente
sia le femmine e che altri
maschi della stessa specie.
L’esperimento è avvenuto
recentemente all’università
di New York, e a fare da ca-
via è stato uno degli insetti
più sfruttati dai genetisti, la
“Drosofila melanogaster” (il
moscerino della frutta), il cui
corredo genetico è stato
esplorato integralmente dal-
l’uomo. Questa volta gli
scienziati hanno inserito nel
cervello dei maschi un gene
che è in grado di indurre le
cellule a uno sviluppo di
tipo femminile, special-
mente nelle zampe
anteriori, la regione
corporea della dro-
sofila che “perce-
pisce” i feromoni,
cioè gli ormoni
sessuali.
La spugna carnivora Il grande business dei falsi
Q uando l’hanno scoper-
ta, i ricercatori del
e li digerisce lentamente.
La grotta è profonda una S an Francesco,
morente, pregò i suoi
commercio con il bene-
placito di papi e vescovi:
sul monte Sinai, fu forse
quella più contesa: i
Centro di oceanologia di ventina di metri. E questa seguaci di tenerlo sotto nel 1032 le reliquie monaci donarono una
Marsiglia quasi non crede-
vano ai propri occhi: una
è un’altra sorpresa, giacché
spugne come quella sco-
scorta armata, per evitare
che la propria salma
di sant’Agostino vennero
acquistate per cento
spalla a re Enrico II, che
mandò una delle dita alla
spugna carnivora! Invece perta vivono abitualmente venisse trafugata. Il talenti d’argento dall’arci- cattedrale di Rouen; altre
timore di un furto fu tale vescovo di Canterbury, tre dita andarono invece
nella grotta detta dei “tre nell’oceano, a grandi pro- che le spoglie del santo, mentre re Baldovino all’abate Isambert, in
nonni”, al largo di capo fondità. Le sue abitudini chiuse in un sarcofago di Gerusalemme cedette Normandia e altre parti
Canaille (alle foci del Ro- alimentari sono state veri- di pietra ad Assisi, la corona di spine di Cristo furono prese dai crociati.
dano) vive proprio l’“Abe- ficate in acquario. Il monastero di Santa Caterina, nel Sinai.
vennero esposte al a re Luigi IX in cambio di Alla fine, sul monte Sinai,
stopluma hy- pubblico soltanto nel aiuti finanziari. In breve sono rimasti solo il cranio il corpo è diviso, la grazia custodite nel santuario
pogea”, che 1818. Procurarsi le ossa tempo il mercato divenne e una mano della santa. rimane indivisa». Sul di Santiago di Composte-
Una dei santi, per venerarle, frenetico, e i santi non Sul piano spirituale, piano pratico, invece, si la, in Spagna, e venerate
mosca per nutrirsi
cattura picco- fu in effetti una delle bastavano più a soddisfa- del resto, il macabro fece sempre più diffusa ancora oggi da milioni
della frutta principali occupazioni del re le richieste. Si comin- scempio non aveva nulla la falsificazione: resta di pellegrini. Giacomo
(drosofila) li crostacei,
grazie a lun- Medioevo. Anzi, le spoglie ciò allora a “trattare” su da eccepire. Come disse per esempio dubbia infatti, secondo gli atti
mentre erano così richieste, che singole parti: la salma di il padre della Chiesa l’autenticità delle celebri degli Apostoli, venne
depone un uovo. ghi filamenti, nacque un vero e proprio santa Caterina, seppellita Teodoreto, «anche quando spoglie di san Giacomo, seppellito in Palestina.

Focus 57
✹ P R I S M A ■ Geologia

Sono in Australia le rocce

Q ual è il più antico luogo
della Terra? Fino a po-
co tempo fa si supponeva
che l’apparizione delle pri-
me rocce continentali, frut-
più antiche del mondo to del “rassodarsi” del mag-
Il censimento
della Comunità Quanti animali ci restano? ma liquefatto che costituiva
la superficie del pianeta, ri-
salisse a circa tre miliardi di
anni fa. E avrebbero dovuto
essere alcune particolari
mento di crosta terrestre
dovrebbe essersi formato a
Pilbara, nell’Australia occi-
dentale. Nel massiccio di
■ Orologi
Se segnano
le 10 e 10
Warrawoona sono stati in-
sono di certo
fatti scoperti strati di grani-
to vecchi di circa 3 miliardi
e 600 milioni di anni: e tut-
to “intorno” a essi avrebbe
poi preso consistenza quel
territorio che oggi chiamia-
più buoni!

europea

ia

cia
strutture dell’Africa meri- mo Australia. La zona di Pil-

na
ec

an
Gr

ag
Numero dionale. Adesso un gruppo bara è attualmente un’area

Fr

Sp
dei vertebrati di studiosi australiani, coor- di circa 600 mila chilometri

lia
totale Rettili

Ita

ia
dinati dal geologo Roger quadrati, calda e secca in

an
Buick, sposta all’indietro gran parte dell’anno (quan-
specie

rm
Ge
questa data di circa 500
milioni di anni, e sposta an-
Uccelli che il luogo: il primo seg-
L’area di Pilbara, nello
Stato del Western Australia:
ha oltre 3 miliardi di anni.
do non sono in corso le
grandi piogge periodiche).
La Terra avrebbe invece co-
minciato a “esistere” circa
4 miliardi e 600 milioni di
anni fa. Tutto questo è sta-
to pubblicato su “Nature”.
C i avete mai fatto
caso? Le lancette
degli orologi fotografati
per la pubblicità
segnano, da moltissimi

na

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Sp cia

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anni, quasi sempre

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In ma
Gr
la stessa ora, le 10 e 10.
Perché mai? La
In queste tabelle abbiamo
■ Diffamazioni speso cinque milioni di boy”, «e adesso le ragazze ■ Progressi questione è stata posta
dollari per acquistare un si sono tuffate nella tecno-
rappresentato il numero delle singole Quell’hardware terzo della prima banca “in logia». La caccia non ha Ora la Cina dall’autorevole Wall
specie di vertebrati che vivono in ogni rete”, che fornirà cioè tutti richiesto grandi sforzi: è Street Journal america-
Paese della Comunità europea. Molti sparla di me i suoi servizi tramite com- bastato un annuncio sul si- è più vicina no, e ha suscitato rispo-
rto rra
gh lia

Da lan o
Sv na
Gr ia
rm ia
ia

ca
Sp cia

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di questi animali, a causa soprattutto puter. La nuova banca vir- to http://www.playboy.com ste di ogni tipo. Perché
O ll
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Ge ec
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In Ita

ga

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Po ilte
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dei pesticidi immessi nell’ambiente o

m

Prodigy, una delle tuale si chiama Security fir- e più di 50 candidate al ci- Internet è è l’ora in cui è stato
Fr

della distruzione del loro ecosistema, reti di computer st network bank (indirizzo: berpaginone hanno subito arrivata in Cina assassinato Abramo
sono a rischio di estinzione. che compongono http://www.sfnb.com), e l’i- inviato le loro foto. La gara, da poco più di Lincoln, è arrivato a
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Internet, è stata nizio dell’attività vera e pro- comunque, è ancora un anno, anche
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suggerire Rory Gavis,

Pesci
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citata per diffamazione pria è previsto per la fine di aperta: «Vogliamo un cast se solo come un privilegio
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Mammiferi
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un pubblicitario di New
Po

Da

a causa di un messaggio quest’anno. Chiunque potrà ampio quanto più è riservato a università
In

di acqua dolce comparso in una sua area
di discussione: il messag-
Rane e anfibi gio sconsigliava l’acquisto
di un pacchetto azionario
definendolo “una frode al
cento per cento”. In giugno
la sentenza: il giudice ha
dato ragione al querelante
(una banca d’affari). Ora
Prodigy rischia di dover
pagare fino a 200 milioni
di dollari, se la Corte d’
appello confermerà la deci-
Gr llo
r a
aprire un conto corrente,
staccare assegni, chiedere
l’estratto-conto e pagare le
bollette tramite computer.
In futuro saranno aggiunti
altri servizi, quali l’offerta di
un portafoglio titoli, la con-
sulenza finanziaria e fisca-
le, e uno sportello prestiti.
Ogni comunicazione userà
parole-chiave. I tecnici
della banca hanno inoltre
progettato una speciale
possibile», dice Gary Cole,
direttore della fotografia.
Il servizio, infatti, sarà
pubblicato solo la prossima
primavera. I requisiti per
partecipare? Avere più di
18 anni e inviare una foto
recente, a figura intera,
in costume da bagno a due
pezzi (o anche meno,
la scelta è libera) e una
chiara ripresa del volto.
Bisogna inoltre includere
e centri di ricerca. Alcuni
mesi fa, però, i giornali
hanno dato grande risalto
al caso di un paziente
curato grazie a consulen-
ze via Internet, e questo
ha convinto il governo ad
ampliare le poche linee
telefoniche internazionali
esistenti nel Paese. In
questi giorni il ministero
delle Poste e telecomuni-
cazioni cinese dovrebbe
York. E’ perché si legge
più facilmente, hanno
risposto alcuni orologiai.
Di fatto sembra che si
tratti di una questione
di funzionalità e di otti-
mismo. Funzionalità
perché le lancette sulle
10 e 10 lasciano vedere
meglio il marchio
di fabbrica, ovunque
esso sia posto. Ma è
soprattutto l’ottimismo

sione del primo giudice. La

Da Olan a

“barriera software” che pro- indirizzo di casa, indirizzo finalmente cominciare a

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vera notizia, però, è la mo- teggerà i conti dei clienti e-mail, telefono, età, misu- mettere in vendita acces- a contare: «L’orologio
It
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■ Psicoterapie
Problemi? Mettetevi sul
lettino del dr Computer
P roblemi comportamen-
tali o di instabilità emo-
tiva? Invece di intrapren-
dere una psicoterapia se ne
può parlare a un compu-
ter! E’ una proposta che
viene da Los Angeles dove
lo psichiatra Roger Gould
ha preparato un particola-
re psicosoftware che di-
venterà operativo (cioè ci
si potrà rivolgere a lui via
Focus 58
telefono) l’autunno prossi-
mo. Lo psicologo automa-
tico, insomma. «Dovrebbe
essere, in assoluto, il primo
programma interattivo per
la salute mentale», ha di-
chiarato Gould, che inten-
de proporre gruppi di 10
sessioni on-line (cioè di in-
contri con il computer te-
rapeuta) a sette dollari l’u-
na. Il programma è stato
Una seduta psicanalitica tradizionale.
sperimentato dall’univer-
sità di California (Ucla) su
un gruppo di 90 soggetti af-
fetti da depressione: metà
di questi è stata sottoposta
a terapie tradizionali (in
media 10 settimane), l’al-
tra metà ha usato il siste-
ma Gould. I miglioramen-
ti, secondo l’Ucla, sono sta-
ti più o meno analoghi.
«Dunque lo psicosoftware
dovrebbe funzionare. Ov-
viamente non l’applichere-
mo ai casi più gravi». Na-
turalmente c’è chi non è d’
accordo: «Mi chiedo qua-
le tipo di rapporto intimo e
positivo si possa stabilire
con una macchina, che non
è in grado di analizzare i
toni di voce, le esitazioni,
il linguaggio del corpo e
addirittura i silenzi», ha di-
chiarato Barry Schlosser,
un altro noto psicologo
americano. ■ e 10 l’orologio “sorride”.
tivazione della sentenza: il
Tribunale ha infatti stabilito
che il gestore di una rete è
equiparabile a un editore,
e perciò ha le sue stesse
responsabilità. Cioè, do-
vrebbe controllare il conte-
nuto di ogni testo immesso
in rete dagli abbonati, e
rifiutare quelli contenenti
oscenità, diffamazioni,
apologia di reato e così via.
■ Banche
Vorrei aprire un
conto virtuale
Due grandi banche
americane, la
Wachovia e la
Huntington, hanno
da intrusioni dall’esterno:
l’equivalente informatico
delle porte blindate.
■ Sesso
A caccia di
ciberconigliette
“Playboy” sta fru-
gando il ciberspa-
zio in cerca di
conigliette, per
uno specialissimo servizio
fotografico: proporrà infatti
una galleria di ritratti delle
“donne di Internet”.
«Siamo sempre andati alla
ricerca della ragazza della
porta accanto», dice Eileen
Kent, direttore della sezio-
ne “nuovi media” di “Play-
re, siti Internet preferiti e si a Internet, soprattutto va mostrato in funzione,
altre eventuali informazioni per uso commerciale. e non avrebbe evidente-
personali. Il tutto va inviato Ci vorrà invece parecchio
via modem all’indirizzo tempo perché la rete si
mente senso mostrarlo
con le lancette allineate,
photo@playboy.com, estenda anche ai privati,
oppure per posta a Playboy
magazine, Net girls,
e la penetrazione sarà in
ogni caso molto limitata:
in verticale o in orizzon-
tale», ha scritto il Wall
Street Journal. «Ci vuole
680 N. Lake Shore Drive,
Chicago, Illinois 60611.
in Cina, infatti, c’è un te-
lefono ogni 200 abitanti. un’asimmetria». E
l’asimmetria giusta è
A destra, due
tecnici cinesi
proprio quella delle 10 e
10, con le lancette “come
braccia aperte all’ab-
in un laboratorio
di software. braccio”. In passato, in-
Internet è
arrivata anche
fatti, si erano anche usa-
te lancette sulle 8 e 20:
in Cina, ma la
sua diffusione è
«Ma sembrava che l’
orologio avesse una fac-
limitata dall’
esiguo numero cia triste», ha spiegato
di telefoni. Susie Watson, della
Timex. Invece, con le 10
Focus 59
✹ P R I S M A
■ Tartarughe
Lazzaro è sano,
e nuota in
Costa Azzurra
L o hanno chiamato Laz-
zaro, ed è risorto un’al-
tra volta. Una delle tarta-
rughe liberate lo scorso ot-
tobre al largo di Camogli
è stata di nuovo avvistata
davanti al porto di Nizza,
portata all’acquario di Ge-
nova e visitata: sta benone.
Lazzaro, che ora ha quasi
■ Statistica
Sono oltre quattromila
i centenari d’Italia
Q uanti sono gli ultracen-
tenari in Italia? I dati
più recenti vengono da uno
studio compiuto da una
équipe dell’università di
Modena coordinata dal-
l’immunologo Claudio Fran-
ceschi, che ha svolto una
ricerca sugli anziani nel no-
stro Paese. Ebbene, ad a-
Focus 60
cinque anni, era stato “ri-
coverato” nell’acquario ge-
novese due anni fa: il Cor-
po forestale dello Stato lo
aveva confiscato a un ri-
storatore, che lo teneva in
una vasca molto piccola.
Pesava pochissimo, circa
due chili e mezzo. Dopo
dieci mesi di cure aveva già
vere compiuto più di cent’
anni sono in più di 4 mila.
Nell’80 per cento dei casi
si tratta di donne, e oltre il
30 per cento del totale go-
de di ottima salute. La ten-
denza all’invecchiamento
è destinata a consolidarsi:
secondo la ricerca infatti il
numero degli ultracente-
nari raddoppierà
nei prossimi dieci
anni. E le proba-
bilità che un bam-
bino nato nel
1995 arrivi a vive-
re un secolo so-
no, oggi, fra il 20
e il 50 per cento.
(Nella foto, la
centenaria Emilia
Roman).
Visita
fiscale
A sinistra, la
tartaruga
Lazzaro
“resuscitata”
all’Acquario di
Genova, viene
riportata in mare
dopo mesi di
cure. Sotto,
l’animale,
in ottimo stato,
viene “visitato”
nelle acque
di Nizza, dove
si è stabilito.
superato i sette chili di pe-
so e gli esperti dell’acqua-
rio l’avevano battezzato
Lazzaro, proprio per que-
sto suo straordinario recu-
pero. Era stato “marcato”
con una targhetta di ac-
ciaio e poi finalmente libe-
rato. «Si è ambientata sen-
za problemi. Questa è la
prova che le tartarughe
Caretta caretta possono re-
cuperare completamente
l’autonomia anche dopo
vari mesi di cure nelle no-
stre vasche. Il nostro pro-
gramma di recupero, infat-
ti, tende a far perdere alla
tartaruga ogni atteggia-
mento di confidenza nei
confronti dell’uomo», spie-
ga Claudia Gili, veterina-
ria dell’acquario. Ora, do-
po le visite di controllo,
Lazzaro è stato restituito
al mare per la seconda vol-
ta, nella stessa zona in cui
era stato trovato. Dovreb-
be tornare a nuotare verso
ovest, seguendo le corren-
ti prevalenti e nutrendosi
di piccoli pesci, come fan-
no tutte le tartarughe della
sua specie. E probabil-
mente continuerà a tenersi
alla larga dall’uomo, pro-
prio come i suoi “inse-
gnanti” dell’acquario gli
hanno fatto capire! ■
Nel bagaglio del tecnoviaggiatore Orienteering
D A L E G G E R E
durante la notte faccia così impossessarsi dell’oggetto
freddo? Che temperatura del proprio amore fino a uc-
di W. Peraro e avrà l’acqua? Domande di ciderlo e a dissanguarlo.
Traduttore elettronico T. Zanetello questo genere sono usuali, Roderick Anscombe, 48 an-
Generatore di suoni (stormire Mondadori, 28 mila lire all’inizio di un viaggio o di ni, autore di questa storia, è
di fronde o fruscio di onde) per una vacanza. Tuttavia quasi uno psichiatra inglese spe-
coprire altri rumori fastidiosi mai si riesce ad avere una cializzato nel trattamento
risposta concreta, special- della schizofrenia, e ha la-
Asciugacapelli portatile mente se il luogo cui ci si vorato a lungo nelle carceri
Telefono cellulare riferisce sta dall’altra parte psichiatriche. Il romanzo
Contacalorie del pianeta. Ed è facile es- rappresenta il suo esordio
elettronico sere vittime dei luoghi co- nella narrativa.
muni. In questa guida, ta-
scabile ma di notevole spes-
Anello mouse: per sore (siamo a quasi 600 pa- Il giaguaro e
collegarsi a distanza gine) c’è invece tutto: il
(fino a 12 metri) periodo ideale per visitare
il formichiere
al proprio computer ogni parte del mondo; oltre di Bernard Arcand,
Portaritratti 50 mila informazioni clima- Garzanti
sonoro: “replica” tiche su tutti i Paesi (tem- 36 mila lire
Databank da polso le voci dei perature mese per mese,
(numeri di telefono, soggetti in cornice precipitazioni, ore di luce, ■ Oggi la pornografia viene
indirizzi, promemoria fusi orari); vaccinazioni e al- consumata in dosi massic-
di vario tipo) Dizionario elettronico tre informazioni mediche e ce, e in fome sempre più
(80 mila termini) sui problemi di salute in varie e, talvolta, estreme. I
Piccola stampante portatile viaggio; indicazioni precise
su che cosa portare nel pro-
prio bagaglio. Un manuale
moralisti si indignano, le
pornostar sono elette in
Parlamento o diventano og-
pratico e indispensabile per
chi viaggia per davvero, e
getto di culto televisivo. E’
un fenomeno che scomoda
Miniregistratore da tasca
■ Con il senso dell’orienta-
mento si nasce? Per niente.
La capacità di orientarsi (nei
anche per chi viaggia con la
fantasia: se l’avesse avuto,
Emilio Salgari avrebbe fat-
spesso psicologi e sociologi.
A dire la sua opinione inve-
ce questa volta è Bernard
boschi, in campagna ma an- to meno fatica a scrivere le Arcand, un antropologo ca-
Antifurto
per valigetta
Allarme anti
aggressioni
che in ambiente urbano) è
una tecnica vera e propria,
che si può apprendere. An-
sue avventure esotiche. nadese, che analizza la por-
(può essere zi, uno degli sport più nuovi
agganciato a e divertenti è proprio l’o-
Convertitore braccia o gambe) rienteering, cioè una vera
di corrente corsa a cronometro in am-
(per viaggi eni
bienti sconosciuti, da effet-
all’estero) hae m ha
mov c mo ec mo
tuarsi soltanto con l’ausilio
mov ere. vere vere di carte, bussola e cervello.
pot ere Ectam pote pote
est pot en s E st
est ne nim en Questo libro, ricchissimo di
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eni due
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aec m h
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cartine, illustrazioni e dise-
Computer mov aec
gni, è una guida semplice
ere
portatile ma completa all’arte di
orientarsi, per sport o per
diletto. Walter Peraro, lau-
reato in pedagogia è istrut- La vita segreta
tore alla Fiso (Federazione
italiana sport orientamen- di Laszlo,
to), mentre Tiziano Zanetel- conte Dracula
Penna
lo ha già partecipato a cin-
que campionati mondiali. di Roderick Anscombe
Mondadori
registratore Dischetti con 33 mila lire
(può anche software di vario tipo
scrivere)
Paesi e climi ■ Il celebre Dracula di Bram nografia partendo da molto
di autori vari Stoker, cioè quello più fa- lontano, cioè da una con-
Agenda elettronica Vallardi moso, non c’entra per nulla. trapposizione fra il giaguaro
Lettore 14 mila lire Qui si parla del giovane La- e il formichiere che ha ori-
szlo, che nel 1866 arriva a gine nei miti della foresta
per Cd-rom
■ Che tempo farà? Che co- Parigi per completare i suoi amazzonica: «Il formichiere
sa dovrò mettere in valigia? studi di neurologia presso il è solitario, pacifico e im-
Depilatore Possibile che nel deserto famoso professor Charcot, mortale. Il giaguaro è so-
portatile discusso pioniere nello stu- cievole, ama i piaceri della
Radiolina e walkman dio dell’isteria. Ma c’è una vita, sesso e cibo, ma è de-
donna, oggetto di un espe- stinato a morire. Nella so-
rimento, che turba e seduce cietà moderna la pornogra-
Sono lontani i tempi in cui un manager (o comunque tale da trasformare una persona normale il giovane ungherese. E’ l’i- fia riprende il modello del
chi viaggiava per affari) non poteva portare in una sorta di ufficio ambulante. Ecco, secondo
nizio di una passione che formichiere, proponendo
con sé altro che la penna stilografica o un blocchetto una recente ricerca americana, il corredo poterà Laszlo a uccidere, a una vita autarchica, che ne-
per appunti. Oggi, grazie alla tecnologia, di base che, usando quanto si trova già in vendita, vivere l’ossessione del san- ga l’invecchiamento». Leg-
è stata immessa sul mercato una varietà di prodotti può portare con sé un tecnoviaggiatore. gue e il desiderio perverso di gere per credere.
Focus 61
✹ P R I S M A
■ Astronomia
Novità: anche
il Sole è
pieno d’acqua
N el sole c’è tanta acqua.
O meglio, l’acqua è
presente, a livello moleco-
lare, nelle macchie solari.
La notizia è stata pubbli-
cata sulla rivista ame-
ricana Science da un grup-
po di esperti degli Obser-
vatories, cioè il centro di
ricerca più specializzato
del mondo riguardo agli
studi sul Sole. «In effetti il
Sole è l’ultimo posto in cui
avremmo pensato di tro-
vare l’acqua», ha dichia-
rato uno scienziato del
gruppo, Peter Bernath.
«Invece molecole di idro-
geno e di ossigeno si com-
binano nelle macchie so-
lari, dove la temperatura è
di 2900 gradi, contro i
5600 del nucleo gassoso
della nostra stella».
Anche se le macchie so-
no “ fredde”, la loro tem-
peratura resta troppo ele-
vata perché l’acqua si tro-
vi allo stato che noi cono-
sciamo, cioè liquido. Sa-
rebbe però rilevabile allo
stato di vapore, ed è pro-
prio questa la scoperta, al-
la quale si è arrivati so-
prattutto grazie agli spet-
trometri dell’osservatorio
Kitty Peak, in Arizona.
Saverio Trioni, vincitore delle Olimpiadi di matematica.
■ Matematica
E’ un liceale il campione
di salto con l’algebra
Ima,lmostrazione
“salto con l’asta” è la di-
di un teore-
i “100 metri” sono un
enigma numerico, e la “ma-
ratona” è un’interminabile
serie di quiz logici. L’ultima
edizione italiana delle Olim-
piadi della matematica
(trentaseiesima della serie)
si è svolta a Cesenatico e
ha visto in gara 31 “atleti”,
selezionati tra i 200 mila
studenti che avevano parte-
cipato in novembre ai Gio-
chi di Archimede, una specie
di girone eliminatorio. Il vin-
citore si chiama Saverio
Trioni, frequenta il liceo
scientifico Leonardo da Vin-
ci di Milano, e ha ricevuto
in premio un computer con
microprocessore Pentium,
offerto dalla Intel (sponsor
della manifestazione, insie-
me con la Ferrari e l’Agip).
Ma le fatiche di Saverio non
sono finite: insieme agli altri
finalisti, infatti, si è dovuto
sottoporre a un’ulteriore se-
rie di prove, attraverso le
quali sono stati scelti i sei
rappresentanti italiani alla
finalissima mondiale di To-
ronto, in Canada, prevista
per luglio. Le doti più utili
per vincere? «Una grande
passione per la matemati-
ca, ma anche una buona lo-
gica e tanta creatività», ri-
sponde Alberto Conte, pre-
sidente dell’Unione mate-
matica italiana. Forse, è
necessario anche essere del
sesso giusto: i 31 finalisti di
Cesenatico, infatti, erano
quasi tutti maschi. A smen-
tire il pregiudizio che vuole
le donne “poco portate” per
la matematica soltanto
Chiara Zambelli, di Lecco,
undicesima classificata.

In cura dal dott. Mare
Bagni, sole, sesso:
P
er gli anglofoni a con-
tare è soprattutto la
formula delle tre S:
andare in vacanza “Sea, sun and sex”
(mare, sole e sesso). Sono que-
è come entrare sti tre elementi a riempire le
spiagge ogni estate. E gli ita-
liani si lasciano sedurre: la
in un’altra maggioranza (oltre il 60 per
cento), preferisce infatti le va-
realtà, che canze al mare a tutte le altre. Il
motivo? «Vicino all’acqua si
ci coinvolge entra nella dimensione del so-
gno. Al mare, in particolare, si
va per soddisfare il deside-
rio di gioco, in ogni sen-
so: può essere il diverti-
mento vero e proprio, o
anche il gioco amoroso.
Per questo, l’esodo esti-
vo non è tanto una fuga
dalla città, ma dalla vita
quotidiana: è una specie di
psicoterapia di massa, insom-
ma», spiega Guglielmo Gulot-
ta, docente di psicologia socia-
le all’università di Cagliari.
La vacanza sulla spiaggia,
cioè, è uno sfogo per
tutto ciò che in
città si trascura:
al mare si fa di
più l’amore (lo
testimonia il
maggior nume-
ro di nati tra fi-
ne marzo e mag-
gio, nove mesi
dopo le vacanze
estive), di solito ci
si veste con meno cura
e si tende a mangiare di
più, lasciandosi tentare anche
da piatti “proibiti” durante il
resto dell’anno. Inoltre, è l’oc-
casione per liberarsi da ogni
obbligo, e non a caso, secondo
i dati dell’Isnart (Istituto na-
zionale di ricerca turistica), i
più restii a rinunciare alle fe-
rie al mare sono commer-
cianti e operai, costretti
a tempi di lavoro piut-
tosto rigidi.
L’illusione di
trovarsi fuori
dal tempo, tipica della vacanza,
viene data proprio dalla diffe-
renza nei ritmi sociali: gli orari
per mangiare e dormire diven-
tano molto elastici, cambiano
gli impegni, e in spiaggia le per-
sone sono portate a “dare del
tu” ai vicini d’ombrellone, si-
mulando l’amicizia ancora pri-
ma che questa si crei. «Al mare
i rapporti di potere si trasfor-
mano: non conta più la capa-
cità professionale e nemmeno,
entro certi limiti, il reddito. I
valori per affermarsi sono al-
tri: per esempio saper andare
in gommone o sul
windsurf, sa-
per nuotare o ballare». Anche
per questo, forse, i “bagnanti”
sono più giovani degli amanti
della montagna: 37 anni, in me-
dia, contro 43. Una differenza
provocata anche dalle vacan-
ze dei ventenni: tra i 20 e i 29
anni di età, infatti, gli italiani
che vanno al mare sono il dop-
pio di quelli che preferiscono
passare l’estate sui monti.
«La scelta tra mare e mon-
tagna dipende anche dalle abi-
tudini prese da bambini. E’ una
specie di condizionamento: chi
è sempre andato al mare abbi-
na inevitabilmente la vacanza
alla spiaggia, e sente il bisogno
di tornarci
almeno
per po-
chi giorni, anche se per qual-
che motivo ha fatto vacanze di
tipo diverso. Ma ci sono ragio-
ni più profonde per scegliere il
mare: l’attrazione verso l’ac-
qua, per esempio, deriva dal ri-
cordo, inconscio, di essere sta-
ti immersi per nove mesi nel li-
quido amniotico», continua
Gulotta. I bambini di pochi
mesi, infatti, non hanno paura
se vengono lasciati cadere in
una piscina, e comin-
ciano a nuotare istin-
tivamente. A causa
di questo fenomeno
e di altri indizi (co-
me la perdita dei pe-
li e la presenza di
grasso sottocutaneo)
alcuni paleontologi
hanno perfino ipo-
tizzato che l’uomo
abbia attraversato,
circa 10 milioni di
anni fa, una fase di
▲ 1953
vita acquatica.
Quando si va in
vacanza, però, abituarsi subito
ai ritmi della spiaggia non è co-
sì semplice: «Nei primi giorni
di ferie c’è infatti una “fase cu-
scinetto”, in cui siamo ancora
l’ingegner Tale o lo studente
Talaltro, abbiamo cioè la no-
stra classica identità e non
siamo ancora diventati “ba-
gnanti”. Questa fase può va-
riare da poche ore a qualche
giorno a seconda degli indivi-
dui: ecco perché le vacanze e-
stive, per essere davvero rilas-
santi, dovrebbero sempre du-
rare almeno due settimane».
Anche nella dimensione del
sogno, insomma, per ambien-
tarsi ci vuole tempo.
Sempre più
scoperte
A destra, dall’alto,
alcune foto di
costumi ormai
“storici”, come
quello indossato
da Marylin
Monroe negli
anni Cinquanta.
▲ 1974
A cura di
Raffaella Procenzano DOSSIER
▲ 1900
Sulla sabbia due
secoli di moda
Ioltrelcento
costume da bagno ha quasi
anni e i tuffi al mare
due secoli.
1789. E’ la data
del primo tuffo a
scopo “balneare”:
lo ha fatto Giorgio
III, re d’Inghilterra, Niente impegni
sulle spiagge di Guglielmo Gulotta,
Weymouth, lan-
ciando una moda.
1822. Il primo
psicologo sociale:
“In spiaggia si resta
padroni del tempo”.
bagno di una don-
na: la duchessa
▲
Caroline De Berry,
nuora di Carlo X, si
immerge, vestita,
1920 sulla spiaggia
di Dieppe.
1890. Nasce
l’abbigliamento da spiaggia:
camicia e pantaloni, per gli
uomini e per le donne. Le
braccia sono scoperte, ma sulle
caviglie ci sono ancora le calze.
1906. Annette Kellerman,
poliomielitica, viene arrestata
su una spiaggia di Boston per-
ché aveva indossato un costu-
me che lasciava scoperte le
gambe: quello normale le impe-
diva la ginnastica in acqua.
1915. Dall’abbigliamento da
spiaggia scompaiono le calze,
ma le donne indossano
ancora camicioni o gonne
anche per fare il bagno. Gli
uomini invece possono
portare i pantaloni corti.
1930. Compare il primo
costume da bagno femmini-
le: è di lana con la scolla-
tura a canottiera e i
pantaloncini per coprire
parte della coscia.
Quando si bagna, pe-
sa oltre tre chili. Coco
Chanel lancia l’ab-
bronzatura sul viso.
▲
1964
1946. L’ingegnere Louis
Reard inventa il “due
pezzi”: lo chiama Bikini,
come l’atollo sul quale
era appena stata fatta
esplodere una bomba
al plutonio. Ma indos-
sarlo resterà “proibito”
■ fino agli anni Sessanta.
1960. Viene inventata
la lycra, una fibra tessile
che può essere tesa fino a 7
volte la sua lunghezza: nascono
i primi costumi elasticizzati.
1964. Lo stilista californiano
Rudi Genreich inventa
il topless o monokini: un
costume nero sostenuto da due
bretelle che lasciano scoperto
il seno (qui sopra).
1974. In Brasile nasce il tanga
(qui a sinistra). Lo inventa
Carlo Ficcardi, genovese.
? DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono a disposizione dei lettori. Poiché non è possibile
rispondere a tutti, daremo la preferenza alle domande di interesse più generale.
Le risposte sono preparate dalla redazione; nei casi in cui si è fatto ricorso
a un esperto, il suo nome è indicato. Non si danno risposte private. Scrivere a
FOCUS, Gruner und Jahr/Mondadori, Corso Monforte 54 - 20122 Milano.
Che cos’è lo yoga, e a cosa serve?
Domanda posta da Salvatore Gentile di Serracapriola (Foggia).
Ldaioautodisciplina
yoga è un metodo di
praticato
seguaci della religione
buddista e di tutte le filo-
sofie religiose indiane. Il
termine, sanscrito, deriva
dalla parola yui, che signi-
fica “mettere sotto il gio-
go”. Lo yoga infatti, come
pratica religiosa, consenti-
rebbe di controllare le for-
ze psicofisiche e di con-
giungere l’anima con il
principio originario, ovve-
ro Dio. Questi obbiettivi
verrebbero raggiunti con
un severo allenamento fi-
sico. L’equilibrio interiore,
secondo gli adepti di que-
sta disciplina, si raggiunge
controllando il respiro,
concentrandosi su una par-
te del corpo, o assu-
mendo una posizione
La posizione del loto
nello yoga: l’ideale
per la meditazione.
Come si produce la
schiuma di polistirolo?
Domanda posta da Pier Carlo Poletti di Verbania (Novara).
I l polistirolo si ottiene u-
nendo tra loro molecole
di stirene. Se durante que-
sto processo si aggiunge
una particolare sostanza
(pentano, propilene, buti-
lene o freon), il polistirolo,
raffreddando, solidifica
sotto forma di perline con
diametro compreso fra 0,2
e 2 millimetri. Riscaldan-
do con vapore le perline,
la sostanza contenuta nel-
le palline evapora, gon-
fiandole anche fino a cin-
quanta volte il loro volu-
me iniziale. Dopo un pe-
riodo di riposo, le perline
vengono nuovamente ri-
scaldate per saldarle fra
Focus 78
particolare. Una delle più
famose è quella del loto
perfetto di ogni movimen-
to e di ogni funzione fisio-
(seduti a gambe incro-
ciate con le braccia
logica. Per queste sue ca-
aperte verso l’e-
sterno), tramite la
quale si otterreb-
be la coscienza del
sé. Lo hata-yoga,
una variante dello
yoga, tende a
valorizzare
al massi
mo le
presta-
zioni cor-
poree,
per otte-
nere il
domi-
nio
In che modo i merli individuano
le prede nascoste sotto terra?
Domanda posta da Guglielmo Bell’Astri di Bologna.
loro (sinterizzazione) e ot-
tenere, mediante stampi,
delle forme rigide. Il po-
liuretano è anch’esso un
polimero, ottenuto con l’
unione di molecole di dii-
socianato, e si presenta
sotto forma di schiume.
Queste si ottengono ag-
giungendo al polimero fu-
so acqua che, reagendo
con esso, libera anidride
carbonica che gonfia il po-
liuretano. La schiuma vie-
ne poi versata in un con-
tenitore, del quale pren-
derà la forma, o diretta-
mente su un nastro tra-
sportatore per la produ-
zione di lastre.
Anthony Nesty, nero del Suriname, vincitore dei 100
metri delfino alle Olimpiadi del 1988: un’eccezione.
Perché non ci sono
ratteristiche, questo tipo campioni di nuoto neri?
di yoga è diffuso anche Domanda posta da Elsa Polari di Crescentino (Vc).
al di fuori dell’ambito
religioso. Applicando
tecniche di respirazio-
ne e posizioni particolari
Ifisiologiche.
neri nel nuoto sono
svantaggiati per ragioni
Hanno una
del corpo, si potrebbe densità ossea più elevata
diminuire la sen- rispetto ad altre popola-
sibilità al dolo- zioni e una minor per-
re, agire sulla centuale di tessuto gras-
muscolatura li- so: perciò galleggiano
scia, e risolvere meno facilmente. Inoltre,
patologie che hanno una maggior per-
possono avere centuale di fibre musco-
un origine psi- lari “veloci”, quelle pre-
cosomatica. disposte per gli sforzi ra-
pidi e intensi, ideali per
correre i 100 metri in 10
secondi o “schiacciare” la
palla nel canestro. Nel
nuoto invece la gara più
breve, i 50 metri, richiede
più di venti secondi. Ov-
viamente non tutti i neri
sono uguali: i risultati
olimpionici nel fondo e
I merli, come altri uccelli, che granello di terra smos-
notano particolari che sa, o una striatura. Il corpo
sfuggono all’occhio uma- del lombrico è molto ela-
no. Riescono, per esem- stico, e si contrae veloce-
pio, a seguire i movimenti mente se viene beccato.
dei lombrichi appena sotto Quando osserviamo un
la superficie del suolo, op-
pure individuano tracce
merlo alle prese con la
preda quindi, abbiamo
del loro passaggio: qual- l’impressione che abbia
COME FUNZIONA
Il Canadair,
l’aeroplano che spegne gli incendi dei boschi
nella maratona dimostra-
no che keniani ed etiopi,
per esempio, sono molto
predisposti per sforzi me-
dio-lunghi. Ma nei loro
Paesi non ci sono molte
piscine, e perciò scarse
sono le possibilità di se-
lezionare e far emergere
una nutrita “classe” di
nuotatori, dalla quale po-
trebbe poi venir fuori il
campione. Per quanto ri-
guarda i neri americani,
poiché molto spesso lo
sport è considerato una
via per uscire, anche eco-
nomicamente, dalla con-
dizione di inferiorità so-
ciale, di solito antepon-
gono al nuoto discipline
“ricche”, come la boxe, il
basket o il foot ball.
catturato un esemplare di
dimensioni più grandi di
quelle reali. Il lombrico,
invece, per uscire dal ter-
reno si allunga e diventa
sottile (ha un diametro di
qualche millimetro appe-
na), e la terra umida si ri-
chiude immediatamente
dopo il suo passaggio. Tut-
ti gli uccelli hanno uno
spiccato istinto di ricerca:
si tratta di una capacità
rappresentativa che con-
sente al cervello di ricono-
scere immediatamente ciò
che può portare un van-
taggio, anche se è appa-
rentemente invisibile.
Caricamento acqua (scooping)
Bocchettoni di “troppo
pieno”: permettono
l’uscita dell’acqua
in eccesso nella fase
di caricamento.
Portelli di ingresso
dell’acqua
nei serbatoi.
Condotto di
caricamento
dell’acqua
nei serbatoi.
“Prese” per l’acqua:
sporgono dalla
carlinga dell’aereo.
Il bombardiere ad acqua
G li basta uno specchio
d’acqua lungo 1.200
metri. L’aereo plana a 110
chilometri all’ora e intanto
dalla pancia escono due
bocchettoni, collegati ai
serbatoi da due condotti.
Quando la carlinga sfiora
la superficie, l’acqua, spin-
ta nei condotti dalla stes-
sa velocità dell’aereo, apre
i portelli di ingresso nei
serbatoi e vi precipita. In
soli venti secondi entrano
oltre cinque tonnellate di
Sistema di leve
per l’apertura dei
portelli di scarico.
liquido. L’aereo si solleva
e i portelli si richiudono.
L’aereo è il bimotore
anfibio Cl 215 Canadair,
chiamato anche “water
bomber”, perché lascia
cadere sulle fiamme una
vera e propria bomba liqui-
da. I due motori hanno
una potenza complessiva
di oltre quattro mila
cavalli. E’ lungo 20 metri,
ha un’apertura alare di 29
metri ed è alto nove metri.
A pieno carico pesa 20
Parte fissa dei
serbatoi: fa parte
della carlinga.
Porte per lo scarico
dell’acqua.
tonnellate. Ha un’autono-
mia notevole: con circa
6 tonnellate di carburante
può volare per dieci ore.
Quando arriva sulla zona
dell’incendio, il pilota
comanda dalla cabina
l’apertura delle paratie che
chiudono i serbatoi. Se
necessario, prima mescola
all’acqua una sostanza
ritardante, cioè schiuma
antincendio, facendola
arrivare da un altro serba-
toio. Può aprire i serbatoi
Lancio dell’acqua
sull’incendio
Parte smontabile
in vetroresina
dei serbatoi.
Braccio per
l’apertura comandata
delle porte.
tutti in una volta (alcuni
modelli ne hanno anche
quattro), oppure singolar-
mente, scaricare l’acqua
tutta insieme (gli basta
qualche secondo) o solo
in parte. Comunque,
volando a circa 50 metri
dal suolo, l’aereo può irro-
rare una striscia di terreno
lunga 150 metri e larga
15 metri. Poi l’operazione
ricomincia, secondo
il circuito più breve fuoco-
deposito d’acqua-fuoco.
Dove nasce il
calore terrestre?
Domanda posta da
Karol Tabarelli di Trento.
P er la difficoltà di stu-
diare l’interno della
Terra, non si è potuto e-
laborare un’ipotesi com-
pleta sull’origine del ca-
lore. In passato si è pen-
sato che fosse ancora sol-
tanto il calore primordia-
le, dissipato lentamente
all’esterno da oltre quat-
tro miliardi di anni. Ora
però si ipotizza che nel
mantello (zona compre-
sa tra la crosta e l’esterno
del nucleo) vi siano ele-
menti radioattivi (isoto-
pi dell’uranio, del torio e
del potassio), che si di-
sintegrano producendo
calore. La sorgente ulti-
ma, però, sarebbe più in
profondità, nel nucleo: vi
sarebbero elementi ra-
dioattivi, ma vi avverreb-
bero anche altre trasfor-
mazioni chimiche e fisi-
che sconosciute che por-
terebbero a una tempe-
ratura variabile da 3 mila
a 5 mila gradi, che dimi-
nuirebbe progressiva-
mente attraverso la lito-
sfera fino ai 20 gradi, in
media, dell’esterno.
Come si muove
l’elettrone?
Domanda posta da
Antonio Conti di Salerno.
N on si sa. Per il princi-
pio di indetermina-
zione di Heisenberg, non
si può calcolare, in ogni
istante, insieme posizio-
ne e velocità di una parti-
cella atomica: si può rile-
vare una sola di queste
grandezze. Ciò rende im-
possibile prevedere sia la
traiettoria che un elettro-
ne seguirà nel moto at-
torno al nucleo, sia il ver-
so di rotazione. Secondo
la teoria quantistica, l’a-
tomo va immaginato co-
me un nucleo positivo,
circondato da una specie
di nuvola negativa, la cui
densità corrisponde, in
ogni punto, alla probabi-
lità di trovarvi un elettro-
ne in quell’istante.
Focus 79
 Aziende, Industrie e Ricerca
SUN CARE
con Long-Lasting Active Complex
? DOMANDE&RISPOSTE
ELLEN BETRIX si presenta all’appuntamento con l’e-
state con una linea rinnovata composta da 20 pro-
dotti solari che garantiscono un’abbronzatura perfetta,
Che cos’è il linguaggio
in salute e bellezza. L’intera linea SUN CARE si distin-
gue per due aspetti: la sicurezza di una sana esposi- grafico Bliss?
zione al sole e Domanda posta da Roberto Cavallin di Vicenza. Risponde
un innovativo
complesso at-
Aurelia Rivarola, neuropsichiatra infantile di Milano.
tivo a lunga io me conoscere
durata, Long-
^ “scritte” in
Lasting Active
Complex, che 1 xx
protegge la
papà lavorare ufficio
pelle con un
film ultrasottile per 6 ore, anche se si suda molto, do- ^ in basso, “Papà
^^
po una nuotata e persino dopo aver usato l’asciuga-
mano. Rinnovato anche il packaging: flaconi e tubi so- ^ di quanto si alza la tempe-
no bianchi, dal design maneggevole e pratico e le eti-
chette di colore diverso rendono immediatamente di- Icazione
l linguaggio grafico Bliss
è un sistema di comuni-
creato fra il 1942
stinguibili i prodotti.
e il 1965 da un ingegnere
austriaco, Karl Bliss, per
abbattere le barriere lin-
guistiche tra i popoli. Non
funzionò, ma nel 1971
un’équipe medica cana-
dese pensò di utilizzarlo
come metodo di comuni-
cazione nei casi di ritardo
mentale, autismo infanti-
le, afasia, paralisi cere-
brale infantile, tetraplegia
e sordità. Il Bliss è un si-
stema di simboli grafici
GOTCHA - Collezione estate 1995 basato sul significato e
non sulla fonetica: pitto-
GOTCHA propone una linea di abbigliamento pratica grafici (assomigliano a
e confortevole per garantire in ogni situazione, anche la quello che rappresenta-
più estrema, il massimo della libertà di movimento. no), ideografici (simbo-
Nata come linea per surfista spericolato, è oggi un mar- leggiano un’idea), inter-
chio utilizzato non solo dagli sportivi esigenti. Nella fo- nazionali (termini mate-
to: short mare colorati in cotone normale o stone-wa- matici, cifre), arbitrari
shed, disponibili nella versione lunga o corta con inserti (senza legame col concet-
e tasche. Molto robusti e facili da asciugare hanno un to rappresentato). I sim-
prezzo al pubblico che va dalle 60 alle 80 mila lire. boli base sono un centi-
naio, ma combinati tra lo-
Premio internazionale Accademia ro acquistano diversi si-
del profumo 1995: gnificati, costituendo un
vocabolario molto ampio:
DOLCE & GABBANA Pour Homme per esempio, ponendo in
L’azienda Euroitalia, in perfetta collaborazione con lo
stile DOLCE & GABBANA, è riuscita a ottenere un
altro prestigioso suc- Che cosa è
cesso. Per la prima vol-
ta nella storia dell’Ac- il “re dei topi”?
cademia del profumo Domanda posta da Mauro
infatti, tutti gli ambiti Turdo di Bagheria (PA).
premi sono stati asse- Risponde Vittorio Parisi,
gnati a un unico pro- etologo del museo
fumo. DOLCE & GAB- zoologico di Parma.
BANA pour homme è
stato premiato per la
“Miglior fragranza ma-
schile 1995”, “Miglior
Isildato
re dei topi” è il nome
a un fenomeno che
colloca al confine fra
packaging maschile” e realtà e leggenda, poiché è
“Miglior comunicazio- scarsamente documentato.
ne maschile”. Non esistono, cioè, prove
città L’illustrazione
mostra due frasi
linguaggio Bliss:
in alto, “Io
conosco la città”;
^^
lavora in ufficio”.
sequenza i simboli “casa”,
“dare” e “conoscenza” si
ottiene “scuola”. Uno
stesso simbolo cambia
funzione grammaticale
ponendovi in alto un “in-
dicatore”: un quadratino
per i sostantivi, una “v”
rovesciata per i verbi, una
piccola “v” per aggettivi
e avverbi. Il sistema pre-
vede una sintassi per la
formazione di frasi, se-
condo la sequenza sog-
getto, verbo, oggetto e ag-
gettivo. Per usare il Bliss
non è necessario saper
leggere e basta una tabel-
la, sulla quale si possono
gradualmente aggiungere
i simboli appresi, in for-
ma di autoadesivi.
Su ogni simbolo è sem-
pre scritta la parola corri-
spondente, per poter co-
municare anche con chi
non conosce il sistema.
Corsi di formazione sul
Bliss sono tenuti periodi-
camente anche in Italia.
Per informazioni, Centro
Benedetta D’Intino, di
Milano (tel. 02/39263940).
scientificamente inoppu-
gnabili della sua esistenza.
La tradizione popolare
vuole che un gruppo di to-
pi, trovandosi in condizioni
di altissima densità di po-
polazione, rimangano at-
torcigliati
per le code
e le zampe
senza più
riuscire a
districarsi.
Il “grumo”
che così si
Come si calcolano
le calorie dei cibi?
Domanda posta da
Elisa Arauli di Viterbo.
P er conoscere le calorie
fornite da un alimento
se ne brucia una quantità
nota in un calorimetro,
strumento che permette di
calcolare la quantità di ca-
lore sviluppato durante un
processo chimico o fisico.
Esistono diversi tipi di ca-
lorimetri. Alcuni misurano
ratura di un determinato
liquido (di solito acqua).
Altri misurano invece la
corrente elettrica che la
combustione induce in una
termocoppia. Questa è fat-
ta di due metalli particola-
ri, nei quali si genera una
corrente quando uno dei
due viene riscaldato. I car-
boidrati e le proteine for-
niscono mediamente 4 chi-
localorie per grammo, i
grassi circa 9.
Quindi, conoscendo i
componenti di un alimen-
to, si moltiplica il peso di
ciascuno di essi per il cor-
rispondente potere calori-
co specifico, e si ottengo-
no le calorie complessive.
L’apporto calorico così cal-
colato, è però solo ideale.
Infatti l’energia ricavata
dagli alimenti deve essere
immagazzinata nelle cellu-
le in speciali “batterie”, le
molecole di ATP (adeno-
sintrifosfato). Durante
questo processo, una parte
dell’energia viene perduta
sotto forma di calore e sol-
tanto il 40 per cento riesce
a essere utilizzata.
forma viene detto “re dei
topi”. Ma il fenomeno sa-
rebbe del tutto involonta-
rio e casuale e non rien-
trebbe nei normali canoni
comportamentali di questi
animali.
✎ GIOCHI&CITAZIONI
CRUCI-FOCUS
Molte delle parole contenute in questo cruciverba sono tratte, come vedre-
te, da articoli pubblicati negli ultimi numeri di “Focus”.
Orizzontali: 1. Compilare, stendere
uno scritto - 7. Tomografia assiale
computerizzata - 10. Le iniziali del-
l’autore di “Piccolo mondo antico” e
di “Malombra” - 11. Nel volley, per
gli uomini è alta m 2,43 - 12. Con
me in poesia - 13. Il “senza” latino -
14. Ottenne il premio Nobel per la
pace nel 1978, insieme a Sadat - 15.
Inutile - 17. Una delle principali fon-
ti di radioattività naturale - 18. E’
detto anche “il grande sonno” - 19.
E’ una piccola mosca - 21. La sigla
del Comitato olimpico internaziona-
le - 22. Fu a capo della rivoluzione
palermitana del 1848 - 23. Abbre-
viazione di ettaro - 24. La capitale
dello Stato americano del Kansas -
25. Simbolo chimico del nichelio -
26. Organismo collegiale ecclesiasti-
co - 27. Una delle “Piccole donne”
di Louisa May Alcott- 28. Sono pagati
ai professionisti - 30. Complessi po-
lifonici - 31. Schiavi spartani - 32.
Pittore inglese - 33. Lo cerca il vian-
dante - 34. Ora canonica - 35. Albe-
ro con foglie aghiformi - 36. Nelle
cifre degli arabi è rappresentato con
un semplice puntino - 37. Conso-
nanti in quota - 38. Il mendicante di
Itaca, ucciso da Ulisse - 39. Malattia
detta anche “nanismo senile”.
Focus 84
Verticali: 1. Pianta che deriva dalla
cicoria selvatica - 2. All’origine del-
l’efficienza - 3. Una delle “Tre sorel-
le” di Anton Cechov - 4. Giovanna
Camerino ha scoperto quello della
femminilità - 5. Estate a Parigi - 6.
Lo fu Salomone - 7. Disgrazia ina-
spettata... sul tetto - 8. Quelli dell’u-
va si sezionano nei laboratori di eno-
logia - 9. Preposizione - 12. Animale
marino che si serve della luce per
disorientare i predatori - 13. Diede i
natali al filosofo e scienziato greco
Aristarco - 14. La capitale dello Stato
africano del Mali - 16. Assale chi sta
senza far niente - 17. Sono estremi
per mali estremi - 19. Le sensazioni
del gusto - 20. Generata, cagionata -
22. Comune in provincia di Brescia,
dove i francesi di Bonaparte sconfis-
sero gli austriaci nel 1796 - 24. Re-
gione percorsa dall’Inn - 25. Il Mare
di Sebastopoli - 26. Colletto stacca-
bile della camicia - 27. Città dello
Yemen - 29. L’Ararat dei sumeri -
30. Affusolate imbarcazioni - 32. E’
stato un famoso tennista svedese -
33. Quelle “assassine” sono origina-
rie del Brasile - 34. Piccolo difetto -
36. Simbolo chimico dello zirconio -
37. Sigla dell’indice di sviluppo men-
tale di un individuo.
LA SOMMA
Sostituite i simboli
nelle caselle vuote
CRUCINUMERI
Nelle caselle dello schema riprodotto qui sotto non vanno scritte lettere,
ma numeri che, per lo più, costituiscono gli anni degli avvenimenti indicati
IMAGE TEST dello schema nelle definizioni. Per facilitarvi vi diamo, qui di seguito e in ordine progressivo,
Da quante aree
è formata la figura
pubblicato
qui accanto con
i numeri che dovrete usare: 3 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 -12 - 12 - 25 - 27 - 45 - 91 -
97 1147 - 1154 - 1271 - 1291 - 1431 -1481 - 1528 - 1573 - 1624 - 1813.
altrettanti numeri
riprodotta (da 1 a 5) in modo
qui a destra? che la loro somma
dia la cifra indicata.
Naturalmente,
TENTRIX IL MOSAICO a simbolo uguale
Bisogna collocare nello schema Le due figure vanno opportuna- corrisponde sempre
pubblicato qui sotto i cinque mente riempite con i pezzi da “A” un numero uguale.
elementi che sono dati, in modo a “O” riportati sotto. A voi colloca-
da completarlo. E’ permesso re ogni pezzo al posto giusto nel
ruotare i pezzi, ma non rovesciarli. minor tempo possibile.
Orizzontali: A. San Giovanni d’A- Verticali: A. Sotto papa Eugenio IV
MEMO TEST cri, ultimo baluardo del regno cro- inizia il 17° concilio ecumenico - B.
In questo gioco viene messo alla prova il vostro colpo d’occhio: osservate ciato di Gerusalemme, è conquista- Muore lo storico latino Cornelio Ne-
attentamente l’immagine pubblicata qui sotto contando fino a dieci, poi ta dal sultano d’Egitto - E. Marco Po- pote - C. Il numero delle provincie
copritela e rispondete alle domande seguenti. lo inizia il suo viaggio in Oriente, in- della Lombardia - D. Prima discesa
sieme al padre Niccolò e allo zio in Italia di Federico Barbarossa - E. In
Matteo - I. Con la battaglia di Mun- Portogallo sale al trono Giovanni II,
da, Giulio Cesare liquida le ultime detto il Perfetto - F. Muore l’erudito
resistenze dei fautori di Pompeo in latino Marco Terenzio Varrone - G. Il
1) Quali lettere Spagna - L. Viene fondata Mosca - N. numero delle orazioni pronunciate
hanno la Il numero delle vertebre sacrali del- da Cicerone contro Gaio Licinio Ver-
cornice nera? l’uomo - O. Il numero delle Grazie - re - H. Viene eletto re di Polonia En-
2) Solo una P. A Genova si organizza una re- rico di Valois, duca di Angiò - M.
di esse è più pubblica aristocratica sotto la guida Augusto assume la carica di Pontefi-
chiara dello di Andrea Doria - Q. Inizio del pon- ce Massimo - P. Il numero delle tribù
sfondo: vero tificato di san Evaristo - R. In Francia di Israele - Q. Gli anni di vita di Win-
o falso? Luigi XIII nomina primo ministro il stor Churchill - S. Il numero dei gior-
LOGIK 3) Quali lettere cardinale Richelieu - T. Viene com- ni di una nota gara ciclistica - U. Il
Il pianeta Logik ha delle strane regole, e i sono stampate battuta la battaglia delle nazioni, det- numero dei re d’Inghilterra che han-
suoi abitanti sono ancora più strani. Un pro- in nero? ta anche battaglia dei giganti. no assunto il nome di Edoardo.
blema sta affliggendo i cartografi logikiani:
dividere, con quattro linee rette, quest’iso-
Anche il gioco è una cosa seria
la in modo che ognuna delle quattro capitali
abbia un suo territorio più tre provincie
confinanti, per un totale di 16 territori. I
cartografi ammettono più soluzioni.
Oscar Wilde (1854-1900), scrit- ● Per i piccoli il gioco è serio al pa-
tore inglese. ri di un vero lavoro.
Giovanni Pascoli (1855-1912),
REFLEX ● Ciò che si chiama gioco è un in- poeta.
sieme di restrizioni volontarie.
Roger Caillois (1913-1978), sag- ● L’uomo è veramente uomo sol-
gista francese. tanto quando gioca.
Friedrich von Schiller (1759-
● Talvolta i giochi mettono i filo- 1805), scrittore tedesco.
sofi in imbarazzo.
Massimo Bontempelli Leonardo Sinisgalli (1908-1981), ● Ritengo che il gioco sia in gene- Yves Montand
poeta. re figlio dell’avidità, fratello dell’i-
● E’ bello veder giocare. Si impa- niquità, padre del male. ● Il poker dovrebbe essere inse-
rano verità inaspettate. ● Il gioco d’azzardo è il contrario George Washington (1732-1799), gnato a scuola. Infatti offre, in sin-
Massimo Bontempelli (1878- del gioco, ed è assurdo che abbia presidente degli Stati Uniti. tesi, la rappresentazione di tutti i
1960), scrittore. lo stesso nome. rapporti umani che i bambini ri-
Valerio Magrelli (1957), poeta. George Washington troveranno più tardi, nella vita.
● Con le carte in mano, tutti gli Yves Montand (1921-1991), at-
Dalla freccia a sinistra parte un raggio che deve colpire, in una volta sola, tut- uomini sono eguali. ● Nessun vincitore crede al caso. tore francese.
ti i bersagli disponibili. Il raggio si riflette quando colpisce una parete o uno Nikolaj Gogol (1809-1952), scrit- Friedrich Nietzsche (1844-1900),
specchio con un angolo di 90°; in qualsiasi altro caso viene assorbito. Anche tore russo. filosofo tedesco. ● La freddezza di un giocatore
i buchi neri assorbono il raggio. Quando questo colpisce un bersaglio lo at- che perde quasi sempre diminui-
traversa, continuando la sua corsa. Disporre lungo la traiettoria del raggio un ● Bisogna sempre giocare leal- ● Il gioco non vale la candela. sce il piacere del vincitore.
altro specchio, in modo da deviarne il percorso e colpire tutti i sei bersagli in mente... almeno quando si hanno Michel de Montaigne (1533- William Congreve (1670-1729),
un colpo solo. Tutti e due gli specchi dovranno essere utilizzati. in mano le carte vincenti. 1592), scrittore francese. commediografo inglese.
Focus 85

Aziende, Industrie e Ricerca
AQUA QUORUM - Brezza marina, ozono e
ambra: un nuovo modo di vivere la freschezza
AQUA QUORUM, una fragranza schietta e virile per l’uomo d’oggi.
Una nuova freschezza giocata su emozionanti atmosfere di boschi e
mare aperto. Vivide e spumeggianti note di bergamotto, pompelmo
e artemisia si fondono con quelle trasparenti dai sentori d’ozono
stemperati da tocchi speziati e dall’accento del geranio, il tutto im-
preziosito da note di ambra grigia, sandalo e muschio. Antonio Puig
si è ispirato agli oceani sconfinati per cercare nuove sensazioni da rac-
chiudere in un originale concetto olfattivo che soddisfi le esigenze
dell’uomo moderno. AQUA QUORUM è una fragranza aromatica in-
novativa, perfettamente in sintonia con l’eleganza e il prestigio inter-
nazionale di QUORUM. Valori più freschi, più audaci.
AQUA QUORUM è più di una personalità pronta da indossare: è una
fragranza che suggella lo stile personale. La freschezza della libertà per
l’uomo che ha il gusto della vita.
SOLUZIONI DEI GIOCHI
LA SOMMA MEMO TEST
1) E.
2 Falso, sono
due (B ed E).
3) A e C.
IL MOSAICO
CRUCI-FOCUS
Fotografi e illustratori
COPERTINA: M.MacLaren/Granata Press,
L.Baldelli/Ag.Contrasto, Giò Barto/Image Bank,
Photonica/TDR, D.Stoecklein/Stock Market,
S.Pielow/I.P.S., A.Vergani, C.Meyer/ Black
Star, Nasa.
FARAONI: pag.6-7 B.Iverson/Ag.Masi; pag.8-9
B.Iverson/Ag.Masi, A.Molino; pag.10-11
Y.Arthus-Bertrand, A.Molino; pag.12-13 A.Ver-
gani, B.Iverson/Ag.Masi, E.Lessing/Ag. Contra-
sto, Scala, G.Colliva/Image Bank; pag.14
G.A.Rossi, Scala, AKG Berlin.
CERVELLO: pag.16-17 R.Ressmeyer/Starlight;
pag.18-19 SPL/G.Neri, R.Ressmeyer/ Starlight;
pag.20-21 R.Ressmeyer/Starlight, H.Schwind/
G.Neri, M.Corazza; pag.22 CNRI/ Overseas,
SPL/G.Neri, J.Alvarez/Image Bank.
POLIPO: servizio Jeff Rotman; pag.30 M. Dem-
ma.
FORMULA UNO: pag.30-31 S.Warter/Focus,
G.Giansanti/Sygma; pag.32-33 L.Volpe, P.De
Barsy/E.P.E.; pag.34-35 G.Giansanti/Sigma,
Quattroruote/B.Betti; pag.36 Olympia, S.Wa-
ter/Focus, Vandystadt/Image Bank.
BIOTENOLOGIE: pag.38-39 E.Sander/Liaison,
K.Guldbrandens, SPL/G.Neri; pag.40-41 J.Ca-
pet/Exclusif, SPL/G.Neri, G.Beer/Visum; pag.42
E.Sander/Liaison, SPL/G.Neri, D.Costa: pag.44
Allard/Rea, K.Guldbrandens, D.Costa.
VIMY: pag.46-47 J.L.Stanfield-National Geo-
graphic Soc/G.Neri, S.R.Smith-National Geo-
graphic/G.Neri; pag.48-49 J.L.Stanfield-Natio-
nal Geographic Soc/G.Neri; pag.50-51 J.L.Stan-
field-National Geographic Soc/G.Neri, G.Po-
mella, P.Croci; pag.52 J.L.Stanfield-National
Geographic Soc/G.Neri.
PRISMA: pag.56-57 A.Kaiser/Sipa Press,
B.Scharf/SPL, Vaat Cnrs/Sipa Preee, B.Gei-
lert/Sipa Press, J.Ducane/G.Neri; pag.58-59
L.Perquis/Jerrican, Ethanhoffam/Archive, P.Hen-
drie/Image Bank, A.Brizzi/Stock Market, P.Cro-
ci; pag.60-61 R.Rinaldi/Archivio acquario Ge-
nova, Olympia, B.Valsecchi, P.Yournaire/Vandy-
stadt, C.Lanutti/Daylight; pag.62 SPL/G.Neri.
ALBERI: pag.66-67 Spectrum colour library.
DOSSIER SPIAGGE: pag.70-71 D.De Lossy/Ima-
ge Bank, Popperfoto/Ag.Richiardi, C.Meyer/
Blackstar; pag.72-73 H.Schwarzb/ Marka,
P.Marlow/Magnum Pothos, K.Straiton/Stock
Market, R.Koch/Ag/Contrasto, J.Meier/F.Spe-
REFLEX
CRUCINUMERI
TENTRIX LOGIK
IMAGE TEST
34. 24 visibili e dieci nascoste.
ranza, M.Keller/Stock Market; pag.74-75 Pop-
perfoto/Ag.Richiardi, T.Jacobi/ I.P.S., R.Mai-
man/Sygma, R.Taylor/Sigma, Di Marzo/F.Spe-
ranza, L.Freed/Magnum Photos; pag.76 M.Ol-
schewski/I.P.S., D.Schiavella/Team Editorial.
DOMANDE & RISPOSTE: pag.78-79 S.Bruty/
Allsport, Jerrican/F.Speranza, B.Santucci/ Pan-
da Photo, G.Guerrini/Panda Photo, G.Pomella;
pag.80 OSF/Overseas.
GIOCHI: pag.8884-85 Fototeca Storica, Syg-
ma/G.Neri.
ECONOMIA: pag.86-87 Imapress/G.Neri,
Tschaen/Sipa Press, Kobbeh/Ag.Contrasto;
pag.88-89 A.Soroga/F.Speranza, D.Brogioni/
Ag.Contrasto; pag.90-91 A.Soroga/F.Speran-
za, C.Dogliani/Marka, Diaf/Marka, C.Paone/
Ag.Contrasto.
ECOPRISMA: pag.92 G.Saussier/Gamma, Lia-
sison/Olympia, Almasio & Cavicchioli/ G.Neri.
MILLENARIO: pag.94-95 Stern/IPS, Fototeca
Storica, M.Corazza, P.Siccardi; pag.96-97
O.Eryuksel/Sipa Press, L.Baldelli/Ag.Contrasto,
L.Girandon/Overseas; pag.98-99 T.Ray Jo-
nes/Magnum Photo, A.Cristofari/Team Edito-
rial, G.De Keerle/Sigma, Fototeca Storica.
CORPO IN CIFRE: pag.100-101 Marka, B.Val-
secchi/CMS.
ARMI DDR: servizio Thomas Pflaum/Visum/
G.Neri.
COMPUTER NEURALI: pag.108-109 SPL/G. Ne-
ri; pag.110-111 SPL/G.Neri, M.Jovane,
T.Hoepker/Magnum Photo, M.Maggiore, D.Frac-
chia; pag.112 SPL/G.Neri, F.Pitchal/Sygma,
M.Corazza, Reporters srl.
INQUINAMENTO: pag.114-115 D.Brogioni/Ag.
Contrasto, Fototeca Storica, C.Testa/G.De Bel-
lis, M.E.Smith, P.Allard/Rea, M.Siragusa/Ag.
Contrasto, Sygma/G.Neri; pag.116-117 Foto-
teca Storica, Asa Press, J.Bindrim, A.Pistole-
si/Image Bank, Cipriano/Ag.Speranza, K.D.
Francke, F.Speranza, L.Castañeda/Image Bank.
ASTRONAUTI: pag.118-119 Starlight/G.Neri,
J.Rubin/Black Star; pag.120-121 J.Rubin/Black
Star, M.Milanese/Ag.Contrasto; pag.122-123
Nasa, Starlight/G.Neri, Liaison/Olympia;
pag.124-125 Gamma/Olympia, M.Milanese/
Ag.Contrasto; pag.126 Nasa, M.Milanese/
Ag.Contrasto.
POSTER ALBERI: foto grande tratta da “Gli al-
beri monumentali d’Italia” ed.Abete, H.
Reinhard/Van Kasteel, L.Galberti, G.Mazza.
 ℡
FOCUS ECONOMIA
Al posto di monete
e banconote, chip e
bande magnetiche:
nasce la società
senza soldi in tasca
Il pericolo dei falsari
L’esame di un chip su una carta di credito francese.
La diffusione della moneta elettronica ha dato
vita a una vera e propria scienza della sicurezza.
Incise con il laser
L’applicazione a una carta di credito di un ologramma,
un’immagine tridimensionale ottenuta con la tecnologia
del laser: è uno dei sistemi per impedire falsificazioni.
Denaro
E’
elettronico
uno dei pochi
casi in cui la
fantascienza
ha anticipato
con precisione il futuro:
Edward Bellamy, uno
Portafoglio informatico scrittore americano di fine
Un’altra fase della produzione delle carte di credito: Ottocento, nel suo roman-
l’inserimento di un microchip. Come un portafogli, la zo 2000-1887: uno sguardo
sua memoria può “riempirsi” o “”svuotarsi” del denaro. al passato (vendette un mi-
Focus 86
lione di copie), racconta
come si sarebbe vissuti nel
Duemila in una società
“cashless”, senza denaro
contante. Sembra che ci
siamo arrivati, in effetti:
ogni anno, negli Stati Uni-
ti, su 55 miliardi di dollari
che passano di mano per
pagare un’hamburger o
un’automobile, 10 miliardi
non sono fatti di bancono-
te, ma soltanto di impulsi
elettromagnetici messi in
moto da carte di credito,
bancomat e smart card.
Bellamy aveva immaginato
quella che oggi chiamiamo
moneta elettronica.
La rivoluzione elettroni-
ca è cominciata nelle ban-
che, che già da molto tem-
po si passano il denaro tra-
mite i cervelli elettronici. Il
meccanismo è semplice:
dalla tastiera di un compu-
ter parte un ordine, che at-
traverso le linee telefoni-
che, arriva a un altro com-
puter: “togliere X lire dal
conto A e metterle sul con-
to B”. Ora però lo stesso
meccanismo si sta diffon-
dendo fra i consumatori.
Ma quali sono i vantaggi e
gli svantaggi nell’uso delle
tesserine di plastica che
vengono messe nel “letto-
re” del negoziante, o dello
sportello, e che dialogano
con le banche? Quanti tipi
di moneta elettronica esi-
stono, e come funzionano?
● Debiti e crediti
In effetti ci sono diversi
tipi di monete elettroniche,
e ciascuna è diversa dalle
altre per caratteristiche di
prodotto, costi e condizioni
di utilizzo, a secondo della
società o della banca che la
offre. Le carte esistenti sul
mercato possono comun-
que essere classificate sulla
base del sistema di addebi-
to dei soldi spesi e della
tecnologia utilizzata.
Carte di debito con ad-
debito immediato. Si chia-
Pellicce
e profumi
Le centinaia di
modi con cui
può presentarsi
oggi il denaro
elettronico. In
Italia il 34% dei
pagamenti con
carta di credito
riguarda
però ancora
i beni di lusso.
mano anche “di debito” e
chi usa questo tipo di carta,
di fatto paga in contanti,
perché la somma spesa vie-
ne prelevata immediata-
mente dal suo conto cor-
rente bancario e passa su
quello del venditore. La
tessera viene inserita nel
lettore del terminale Pos
▼
Focus 87
 La spesa al
Gli italiani? Sono ancora diffidenti microscopio Le nuove
Un cliente batte
Q uando si tratta
di pagare, gli
liardi di pagamenti
del 1993 è stato
zione. Infatti, sia-
mo anche un po-
incassato (in me-
dia il 2,8 per cen-
il suo codice
personale sulla
parole
italiani preferisco- fatto in contanti. polo che risparmia to) va versata alla tastiera del Pos,
no le banconote.
Lo prova uno stu-
La moneta elettro-
nica è usata solo
molto, più attento
rispetto agli altri
società emittente.
«Per questo moti-
il terminale del
punto di vendita,
Etemente
cco i termini che ri-
corrono più frequen-
nel linguaggio
dio dell’Associazio- da chi ha un reddi- a non indebitarsi, vo, molti negozian- per pagare la del denaro elettronico.
ne bancaria italia- to medio-alto. Si e dunque più diffi- ti non accettano spesa. Il tipo Banda magnetica. E’
na (Abi): il 94 per diffonde sempre di dente verso i mo- la carta di credito di acquisti viene il supporto che contiene
cento dei 40 mi- più, ma gli italiani derni strumenti di durante i saldi o poi esaminato i dati relativi a una
restano comunque credito». Inoltre, la non fanno sconti dagli esperti carta, decifrabili solo
il fanalino di coda moneta elettronica a chi la presenta», di marketing. da un apposito lettore
rispetto agli altri spesso costa commenta Egidio inserito nel Pos.
europei: la usano (quote associative, Ottimo, ricercatore Black list (Lista nera).
in media 29 volte spese, bolli, ecc.) presso il Centro E’ l’elenco delle carte
all’anno, contro e perciò sembra studi sul commer- di credito rubate, perse
147 dei francesi e uno strumento di cio dell’università o il cui titolare risulta un
112 degli inglesi. lusso. Ma la diffu- Bocconi di Milano. cliente di cui è meglio
Perché? «In Italia sione della moneta «E l’italiano, che diffidare, perché non
sopravvive una cul- elettronica è con- è un affarista ha restituito il denaro
tura contadina che dizionata anche di natura, per non anticipato dalla società
condiziona l’atteg- dagli esercenti. Le perdere lo sconto che ha emesso la carta.
giamento verso fidelity card sono paga in contanti».
il denaro», spiega nate solo da poco, In più, c’è un
Fabrizio Fornezza, mentre i pagamen- motivo di carattere
Un lusso direttore di ricerca ti con carta di fiscale: le transa-
Fabrizio Fornezza, dell’Eurisko di Mi- credito tradizionale zioni elettroniche
ricercatore dell’ lano. «Si preferisce (vedere alle pagine non si possono na-
Eurisko. Gli italiani il contante, nella seguenti) spesso scondere al fisco,
ritengono la carta convinzione di te- non sono apprez- mentre il contante
di credito uno nere meglio sotto zati, perché una è più facile
status symbol. controllo la situa- quota del denaro da manovrare.

Prima di rilasciare la carta, Una collezione di carte

telefoniche: solo negli
le società scrutano attentamente Usa, sono 130 milioni.
Modulo Rid (Rapporti

il reddito personale del cliente interbancari diretti). E’

il modulo che il titolare
di un conto corrente
bancario sottoscrive per
(point of sale, punto di ven- maticamente se il titolare una carta rubata e dunque
▼

dita, cioè il negozio), e que-
sto legge una delle tre se-
zioni in cui è divisa la ban-
da magnetica: la terza, do-
ve trova le informazioni sul
numero della carta e sulla
sua scadenza. Se tutto è in
regola, l’apparecchiatura
domanda al titolare di bat-
tere sulla tastiera il suo co-
dice segreto (Pin). Acqui-
sito questo dato, il termi-
nale si collega con la banca
del cliente, per verificare
che veramente sul conto ci
siano i soldi necessari a pa-
gare l’importo e per adde-
bitare la spesa.
Carte di credito con ad-
debito successivo. Sono la
maggior parte delle carte
elettroniche esistenti. In
questo caso, i soldi spesi
dal cliente vengono prele-
vati dal suo conto corrente
alcune settimane dopo l’u-
tilizzo della tessera. Que-
sto prelievo avviene auto-
Focus 88
ha rilasciato un’autorizza-
zione alla banca. Altri-
menti, chi usa la tessera
rimborsa la somma con un
assegno o con un bonifico,
cioè un ordine di pagare
dato alla sua banca.
Tutte le carte di credito
usano comunque una tec-
nologia particolare: o la
banda magnetica o il mi-
crochip (cioè un micropro-
cessore simile a quello in-
serito nei computer ordi-
nari). Nel primo caso, il let-
tore del Pos legge la secon-
da sezione della banda,
nella quale trova il numero
della carta, e sempre via te-
lefono (grazie al modem)
chiede il benestare del
Centro di autorizzazione
della società che ha emesso
la carta di credito. Con
questa verifica, si controlla
che la carta non faccia par-
te della lista nera dei catti-
vi pagatori, o che non sia
bloccata. Se viene dato il
benestare, l’operazione
viene trasmessa alla società
emittente, che provvede
poi a pagare il negoziante e
ad addebitare la spesa sul
conto corrente. Le carte
con microchip (per esem-
pio Moneta Cariplo) sono
invece più veloci: il termi-
nale Pos legge subito il mi-
croprocessore, si collega
con il computer della ban-
ca e chiede qual è la som-
ma massima che il cliente
può spendere. Se il cliente
ha superato il limite, ma
questo, in base alle condi-
zioni di contratto, può es-
sere ricostituito, il compu-
ter ricarica le nuove istru-
zioni sul chip.
Carte prepagate. Sono
moneta elettronica anche
le tessere prepagate con
importo a scalare: si paga-
no al momento dell’acqui-
sto e il valore diminuisce
man mano che si usano.
Sulla banda magnetica, un
certo numero di cellette
magnetizzate rappresenta-
no frazioni dell’importo to-
tale, e l’apparecchio nel
quale vengono inserite sma-
gnetizza quelle corrispon-
denti all’importo da paga-
re. In Italia le principali so-
no Viacard per i pedaggi
autostradali e le schede te-
lefoniche Telecom. Hanno
successo o perché sono co-
mode (con Viacard si evi-
tano le code ai caselli) o
perché il consumatore non
ha altra scelta (la Telecom
sta infatti eliminando i te-
lefoni pubblici a moneta e
gettone). Funzionano in
modo semplice: il lettore
decifra la banda magneti-
ca, dove è indicato il valore
della tessera, e registra il
rimanente dopo l’uso.
● Il futuro
Lo sviluppo futuro sta
comunque nell’uso dei mi-
crochip, rettangoli di silicio
di 5 millimetri per 7, inseri-
ti in un angolo della tessera
di plastica. La loro funzio-
ne è quella di un Banco-
mat, senza però il movi-
mento di banconote: ba-
sterà inserire la tessera in
uno sportello automatico,
digitare l’importo da pre-
levare e ritirarla con il de-
naro “caricato” sul micro-
chip. Per pagare gli acqui-
sti, il terminale dell’eser-
cente scala la somma spesa
dalla memoria del micro-
processore, che può essere
ricaricato quando il suo
plafond di denaro elettro-
nico è esaurito. All’Euro-
disney di Parigi è già possi-
bile acquistare una carta
con il microchip per pagare
i divertimenti e i servizi al-
l’interno del parco. All’e-
stero, in alcune aziende, il
buono mensa è stato sosti-
tuito da una tessera con il
microprocessore che me-
morizza i pasti disponibili.
A bordo di alcune navi da
crociera, consumazioni ed
extra possono essere paga-
ti con una carta prepagata
con chip. E in oltre 60 Pae-
si, i gestori delle telecomu-
nicazioni hanno già sosti-
tuito la banda magnetica
delle schede telefoniche
con un microprocessore.
In Italia, il pioniere si
chiama Cassamat: funzio-
na da oltre un anno in Alto
Adige, ed è stato lanciato
dalla Raffaisen, la Federa-
zione delle casse rurali lo-
cali. Quando si va a fare la
spesa, invece che usare le
banconote si inserisce il
tesserino nel Moneybox,
un piccolo terminale che
hanno gli esercenti: questo
scala dalla memoria del
chip l’importo della spesa,
e contemporaneamente
memorizza anche le som-
me incassate dal negozio
durante il giorno. Alla se-
ra, il negoziante inserisce
nel Moneybox la sua carta
personale, la carica e va a
“svuotarla” allo sportello
automatico della banca,
che accredita subito il ver-
samento sul suo conto.
Senza maneggiare più con-
tante e senza il rischio di
rapine. Il borsellino elet-
tronico potrebbe diventare
presto realtà anche nel re-
sto d’Italia: è imminente il
lancio del Cassamat in Pie-
monte e molte banche, as-
sieme alla Banca d’Italia e
all’Associazione bancaria
italiana, stanno studiando
progetti analoghi. Anche i
gestori dei grandi circuiti
internazionali di credito,
come Visa e Mastercard,
intendono lanciare sul
mercato già dal prossimo
anno nuovi prodotti a va-
luta digitale.
C’è infine la moneta
elettronica anche per i ci-
bernauti, per chi viaggia
sulle autostrade elettroni-
che di Internet. Si chiama
E-Cash. L’ha ideata una
società olandese, la Digica-
sh, come valuta per gli ac-
quisti nel suo mercatino te-
lematico. La zecca digitale
ha già coniato più di un mi-
lione di dollari, che posso-
no essere utilizzati per fare
shopping presso i 50 “ne-
gozi” virtuali di Internet
che le accettano. Per ora,
tutto è un gioco, perché il
denaro digitale non può es-
sere convertito in contan-
ti. Ma non rimarrà solo un
esperimento. Molti opera-
tori, come Netbank, stan-
no studiando queste po-
tenzialità: sono circa 30 mi-
lioni i cibernauti che da un
angolo all’altro del globo
potrebbero diventare i
clienti degli shopping cen-
ter via cavo del futuro ■
Maria Tatsos
autorizzare l’addebito
automatico sul suo
conto dei pagamenti
effettuati in moneta
elettronica.
Pin (Personal identifica-
tion number). E’ il codi-
ce segreto personale
che ha ogni titolare
di tessera Bancomat.
Deve essere digitato
alla tastiera del Pos per
poter effettuare un
pagamento in moneta
elettronica.
Pos (Point of sale). E’
il terminale installato
presso gli esercenti, in
grado di leggere
la banda magnetica o
il microchip di una carta
e collegarsi via modem
con i centri di autorizza-
zione per trasmettere
il pagamento.
Smart Card (carta
intelligente). Sono le
carte di credito che
contengono un micro-
processore (microchip)
in silicio.
Focus 89
A che cosa servono, quanto costano, come si usano e quando co nvengono i borsellini elettronici più diffusi in Italia

Bancomat, amore mio

E’ il tipo di tesserino magnetico da chi vuole comprare a ra-
te e non costano nulla.
22 e il 26 per cento. Servo-
no quasi eslcusivamente in
nato negozio: si paga la
spesa in moneta elettronica
spesa viene addebitata do-
po 15-30 giorni, senza inte-
Tenere lontano dalla calamita
Lchip.enopiùle«Ilcarte
falsario, non può
essere manomesso
sicure so- frequente è la sma- far rimagnetizzare la sicurezza di Servizi

più gradito da consumatori e
negozianti. Ma è uno dei tanti,
e sta già diventando superato...
● Bancomat
▼
che la società manda al
Funzionano con un tetto
massimo di credito rotati-
vo: nei limiti della somma
autorizzata, il titolare può
spendere e man mano ri-
costituire il suo fido, senza
rate prefissate. La finan-
Italia, perché all’estero non
sono riconosciute.
● Fidelity card
Le carte fedeltà (fideli-
ty) hanno lo scopo di lega-
re il cliente a un determi-
e si gode di sconti e pro-
mozioni. In genere funzio-
nano come carte di credi-
to e sono concesse gratui-
tamente. Ogni carta ha il
suo plafond di spesa, men-
sile o settimanale. La
ressi da pagare. In alcuni
casi, si può scegliere la re-
stituzione rateale con tassi
di interesse variabili.
● Autostrade
La tessera dell’autostra-
cessore è a prova di
con il gnetizzazione, che propria carta. Con il interbancari. «Ci so-
micropro- avviene se la carta Bancomat e le car- no stati casi, inve-
si trova vicino a un
forte campo ma-
gnetico. Nel caso
te di credito, inve-
ce, occorre chiede-
re la sostituzione
ce, di copiatura del-
le bande magneti-
che, fatte e utilizza-
ed è quasi indistrut-
tibile», spiega Remo
delle carte prepa-
gate, Telecom ga-
della tessera. E le
falsificazioni? «E’
te con la con-
nivenza di esercen-
Martini, responsabi-
le del settore smart
rantisce il rimborso,
mentre per le Via-
impossibile ripro-
durre un’intera car-
ti poco scrupolosi.
Sono truffe in gran- Complicità
card della Philips.
Con le carte a ban-
card basta presen-
tarsi a uno dei cen-
ta di credito», sot-
tolinea Giampaolo
de stile, appannag-
gio esclusivo di po-
Remo Martini, della
Philips: “Per le truffe
da magnetica, inve- tri di servizio lungo Radice, dirigente tenti organizzazioni occorre la connivenza

In Italia ci sono 12 milio-
ni e 396 mila tessere Ban-
comat. E’ la carta di debito
più diffusa, ma gli italiani
la usano soprattutto per
procurarsi il contante da-
gli sportelli automatici del-
le banche. Come strumen-
to di pagamento, è gradito
ai negozianti, perché non
presenta per loro alcun co-
sto aggiuntivo. Il titolare,
invece, deve tener presen-
te che ogni operazione con
il Bancomat costa da due-
mila a 2.500 lire.
● Carte di credito
In Italia sono più di 6 mi-
lioni e con esse si possono
pagare merci e servizi di o-
gni genere. Sono di tre tipi.
Bancarie. Sono emesse
da una banca o da un con-
sorzio di banche (come
CartaSi, Bankamericard,
Moneta, Unicard). Costa-
no in media 50 mila lire al-
l’anno, hanno un limite di
spesa mensile a seconda
del cliente, e il denaro può
essere restituito a rate, con
un interesse annuo che
oscilla tra il 20 e il 26 per
cento.
Travel & entertainment
(viaggi e tempo libero). So-
no emesse da società non
bancarie, quali American
Express e Diners, costano
in media 100 mila lire al-
l’anno, non hanno limiti di
spesa, ma non è possibile
rateizzare il rimborso.
Questi due tipi di carta
hanno il vantaggio che i
soldi vengono prelevati dal
conto da 15 a 40 giorni do-
po che è stata fatta la spe-
sa. Ma c’è anche un piccolo
svantaggio: se il rendiconto
Focus 90
ce, il problema più le autostrade per dell’area gestione criminali». degli esercenti”.
cliente supera le 150 mila ziaria guadagna con i tassi somma da Viacard è di tre tipi:
lire si paga un’imposta di d’interesse an-
duemila lire. nui che oscil- Tessera prepagata a sca- delle spese viene inviato a di credito Telecom: con-
Carte di credito emesse lano tra il lare: contiene un certo im- fine mese dalla Società au- sentono l’addebito delle
da società finanziarie. Chi porto che si riduce via via tostrade alla banca del ti- chiamate sul conto corren-
le emette, riconosce al che la tessera viene usata tolare per l’addebito auto- te bancario o sulla bolletta.
cliente un fido bancario per pagare il pedaggio. Se matico sul conto corrente. Costano 12 mila lire all’an-
(una sorta di credito) quanto resta nella tessera Gli esemplari in circola- no, più le spese dell’estrat-
di un certo importo. I non è sufficiente per paga- zione sono100 mila. to conto. Sul mercato ita-
due prodotti più dif- re l’importo, al casello vie- Altre società si stanno liano delle carte telefoni-
fusi di questa cate- ne emesso uno scontrino però attrezzando per con- che sono ora comparsi an-
goria sono per l’importo residuo, che sentire il pagamento della che gli stranieri. Le tessere
Aura e Pron- si pagherà dopo a un cen- benzina con carte come le Ameratel debit card, At&t
to contante. tro servizi dell’autostrada. fidelity: sono Fina e Mon- calling card, Mci world
Sono usate Nel 1994 ne sono state ven- teshell-Euroshell. Quest’ phone, Sprint phone card
soprat- dute 7 milioni e mezzo, in ultima ha formule speciali, e Viatel travel card offrono
tutto quattro diversi importi. riservate soprattutto ai ca- l’opportunità di telefonare
Carta di credito norma- mionisti e a chi viaggia all’estero a tariffe spesso
le. Funziona come una spesso per lavoro con una concorrenziali. Per utiliz-
normale carta di credito, macchina aziendale. An- zarle occorre una carta di
per pagare il solo pedag- che le società di autono- credito che si appoggia a
gio. Le tessere già emesse leggio Hertz e Avis guar- un circuito internazionale.
sono 1 milione e 600 mila. dano con crescente inte-
Carta di credito plus. resse alla moneta elettroni- ● Libri, aerei
Gettoni superati Serve anche per saldare il ca. Avis, in particolare, ha e francobolli
Sopra, carte di credito usabili conto negli autogrill e nei appena lanciato una tesse- Per l’acquisto di libri, c’è
anche con il cellulare. Sotto, distributori di benzina A- ra a banda magnetica che la carta di credito Feditcard
telefoni pubblici: sono sempre più gip ed Esso. Il resoconto racchiude tutti i dati relati- (utilizzabile nelle librerie
rari gli apparecchi a gettone. vi al titolare, capace di dia- Feltrinelli) che offre uno
logare con il computer dei sconto del 10 per cento. E
centri di noleggio. la Mondadoriha appena
lanciato una tessera prepa-
● Telefoni gata a banda magnetica per
Nel 1994 la Telecom ha l’acquisto di giornali nelle
venduto quasi 200 milioni sue edicole. Le carte si pre-
di tessere telefoniche pre- stano anche ad abbinamen-
Diffusione pagate a scalare. Un nu- ti fra due marchi o società:
a rilento mero così alto si spiega con l’Alitalia ha realizzato una
Sopra, un il fatto che la Telecom sta carta di credito con Carta-
campionario eliminando tutti i telefoni a Sì, pensata per chi si trova
di carte gettone. I vantaggi econo- a viaggiare spesso in aereo,
di credito. mici sono tutti della Tele- con risarcimenti speciali
A destra, una com: infatti, la società in- per lo smarrimento dei ba-
carta viene cassa il denaro in anticipo gagli. La moneta elettroni-
inserita nel e fa fruttare a suo vantag- ca interessa anche all’En-
Pos, il gio i soldi delle tessere ac- te poste italiane: il suo pro-
terminale del
negoziante. quistate e non usate o usa- getto di portafoglio elet-
Solo tra alcuni te solo in parte, cioè centi- tronico prevede che Post-
anni in Italia naia di miliardi l’anno. Per card, una carta con micro-
arriveranno le comunicazioni telefoni- chip, arrivi in futuro a dia-
a 10 milioni. che ci sono anche le carte logare con i Pos. ■
Focus 91
 ℡ FOCUS ECONOMIA
■ Mestieri
di domani
Arriva l’euro
consigliere
Lal progetto
avorare all’estero?
Ora è più facile, grazie
Eures, una
banca dati sempre
aggiornata sulle offerte
di impiego in tutti i Paesi
della Comunità europea.
● Per visionare le offer-
te dei datori di lavoro
di un Paese in cui si
vorrebbe lavorare è suffi-
ciente fissare un appun-
tamento telefonico con
l’“euroconsigliere” più
vicino (in Italia sono 35):
si tratta di un esperto
che, di volta in volta,
raccoglie i dati del can-
didato, gli segnala even-
Ufficio di collocamento.
tuali offerte, lo informa
sulle condizioni di vita
del Paese (stipendi me-
di, inflazione, contratti di
lavoro, e così via). Se al
momento non esistono
offerte interessanti è co-
munque possibile lascia-
re il proprio curriculum.
● L’Eures è gratuito.
● E’ praticamente indi-
spensabile conoscere
una lingua straniera,
mentre non si richiedono
particolari requisiti pro-
fessionali: si può trovare
lavoro come baristi o
come ingegneri. E’
preferibile avere già una
esperienza acquisita.
● Gli euroconsiglieri si
trovano in ogni regione.
Per conoscerne l’indiriz-
zo ci si può rivolgere al-
l’ufficio di collocamento,
o agli uffici provinciali o
regionali del lavoro. A Ro-
ma il numero di telefono
è 06/46.83.23.40, e a
Milano 02/66.98.15.15.
Olga Noel Winderling
Focus 92
120 dollari per uscire
dalla disperazione
C’
è un banchie-
re che presta
denaro soltan-
to a chi non
ha nulla e non, come fanno
tutti gli altri, a chi è già ab-
bastanza ricco da offrirgli
garanzie. Ha due milioni di
clienti, e nel corso di que-
st’anno presterà loro circa
500 milioni di dollari. Non
ha crediti “in sofferenza”: il
98 per cento dei debitori
gli rende il prestito con e-
strema puntualità. Secon-
do Bill Clinton questo ban-
chiere meriterebbe il pre-
mio Nobel per la pace: si
chiama Muhammad Yu-
nus, ed è il fondatore e l’
amministratore delegato
della Grameen Bank, atti-
va in Bangladesh.
Yunus ha cominciato
vent’anni fa. «Incontrai
una donna che si chiamava
Sofia. Intrecciava seggioli-
ni di bambù, ma guada-
QUANTO COSTA?
Un aereo di linea
E’ uno dei modelli più
noti e più acquistati
dalle compagnie aeree di
tutto il mondo, a partire dal
1970, quando entrò in li-
nea il primo esemplare. Si
tratta del Jumbo, cioè il
quadrimotore Boeing 747/
400, circa 400 posti, che
costa tra i 148 e i 177 mi-
lioni di dollari (più o meno
tra i 240 e i 290 miliardi
di lire). La cifra varia in fun-
zione del tipo di optional
che si desiderano, degli ar-
redi interni e della presen-
za o meno di serbatoi di
carburante aggiuntivi. L’ae-
reo viene infatti utilizzato
dalle compagnie lungo le
rotte intercontinentali (co-
me la Milano-New York).
Per coprire questo percor-
so il B 747 consuma circa
32 milioni di carburante. I
Credito - Chi è Muhammad
Yunus, il banchiere dei poveri
Credito
femminile
A lato, Yunus
in Bangladesh.
Sotto, uno
“sportello”
della sua
Grameen
Bank. “Meglio
prestare soldi
alle donne.
Hanno più
cura della
famiglia”.
gnava soltanto 30 lire al
giorno. Perché? Perché era
così povera che non poteva
comperare il bambù. Così
si faceva prestare i soldi dal
venditore di quest’ultimo,
che poi fissava il prezzo dei
seggiolini». Yunus prestò
30 dollari a Sofia, che riuscì
a uscire da quel circuito in-
fernale. La Grameen Bank
è nata così. In vent’anni,
secondo le organizzazioni
internazionali, solo pre-
stando pochi dollari alla
volta (il prestito medio è di
costi di manutenzione (ma-
nodopera, controlli per la
sicurezza e pezzi di ricam-
molto diffusi sulle rotte a
lungo e medio raggio sono
l’MD 11 (tre motori, 283
120) ha fatto uscire dalla
miseria assoluta circa 600
mila persone, in Banglade-
bio compresi) raggiungono posti, circa 100 milioni di
i 9 miliardi all’anno. Una ci- dollari a esemplare) e l’MD sh. «Entro il Duemila po-
tremo salvarne almeno al-
fra elevata ma necessaria, 80 (da 150 a 172 posti a
assicurano all’Alitalia, la seconda dell’allestimento, trettante», dice. «Il credito
compagnia di bandiera na- costo tra i 30 e i 35 milioni è un diritto umano, come
zionale che ne ha 8 nella di dollari) entrambi della la casa e il cibo». “Sportel-
propria flotta. McDonnell Douglas. li” della banca sono aperti
● Altri modelli di aereo Laura Di Pillo oggi in 35 mila dei 68 mila
villaggi sul delta del Gan-
ge: ai poveri basta presen-
tarsi con un progetto con-
creto, e in gruppi o coope-
rative di cinque persone. Il
“finanziamento” scatta su-
bito. Per la sua attività Yu-
nus ha avuto grandi rico-
noscimenti dai banchieri
svizzeri, che gli hanno an-
che assegnato il Premio per
la libertà, della fondazione
Jumbo in catena di montaggio, alla Boeing.
Schmidheiny. ■
Speciale
La paura del contagio
Sotto, la Morte, in un affresco del duomo
di Palermo. Le epidemie di peste erano
ritenute un segno della fine dei tempi.

Fanatici della Madonna

Sopra, adepti della setta Fiat Lux, di origine cristiana, nella
Foresta nera tedesca. Sono particolarmente devoti a Maria.

In attesa della fine del

secolo, milioni di persone
nel mondo si preparano al
peggio. Perché?
C
Il trionfo inquanta milioni di riodico, Millennium News.
dell’occulto
Un luogo di
E’ scritto americani aspettano il
ritorno di Gesù Cristo
per l’anno Duemila.
L’apocalisse insomma è l’ul-
tima moda. «In realtà anche in
Europa assistiamo a un’attesa
culto esoterico
(cioè basato
su dottrine e
nella Bibbia Anzi, per il Grande Due e Tri-
plo Zero, come lo chiamano
di fine secolo di questo tipo: te-
stimoni di Geova, mormoni e
rivelazioni nel loro linguaggio profetico e centinaia di membri di altre
segrete) nella apocalittico i predicatori tele- piccole sette sostengono che la
campagna visivi. Il più seguito sullo scher- fine è imminente. Ma senza
tedesca. Con mo è Jack Van Impe, ma an- collocarla in un momento pre-
l’approssimarsi che Robert Van Kampen e Pat ciso», spiega Giuseppe Ferrari,
della fine del
secolo dilagano Paure già Robertson hanno molti segua- direttore del Gris di Bologna
le sette che passate ci. Alla radio invece impazza (il Gruppo di ricerca e infor-
mescolano il ancora Harold Camping (con- mazione sulle sette). «Anche
Lo storico
cristianesimo Aldo Rossi: trolla 38 stazioni), nonostante perché, in passato, l’hanno fat-
con elementi “Periodo di abbia previsto la fine del mon- to senza successo: per i testi-
magici. attesa della do per il 1994 e questo non sia moni di Geova, che si basano
fine fu il XIII avvenuto. Comunque, sempre su una lettura numerologica
secolo: la secondo le statistiche ufficiali, il della Bibbia, la fine del mon-
Chiesa vide 35 per cento degli americani do doveva avvvenire nel 1914,
indebolito il crede che nell’anno Duemila, poi è stata spostata molte volte:
suo potere”. oltre alla fine del mondo, av- l’ultima nel 1975. All’ennesi-

Apocalisse
verrà la “rapture”, cioè il rapi-
mento in cielo dei fedeli, che il
Signore sottrarrà alla grande
tribolazione terrena. Molti di
questi pensano però che, a ra-
pirli, non sarà il Signore, ma gli
extraterrestri. In tutto si calco-
la che siano seicento le sette re-
ligiose (per lo più di ispirazione
cristiana) a prepararsi, ognuna
mo fallimento, hanno smesso
di fare calcoli». Ma da dove
viene tutto questo interesse per
la fine del secolo?
● L’Apocalisse
e la Chiesa cattolica
Tutti i millenaristi affonda-
no le radici in un testo biblico,
l’Apocalisse di Giovanni, pun-

Duemila
La patria dei profeti
Lo storico Romolo Gobbi:
“Negli Usa il millenarismo
è forte perché portato da
tutti gli eretici che sono
stati cacciati dall’Europa”.
a suo modo, in vista della gran-
de scadenza.
L’ansia è così diffusa che il
sociologo Ted Daniels ha fon-
dato a Philadelphia un osser-
vatorio, il Millennium watch in-
stitute, proprio per analizzare il
fenomeno nella sua evoluzio-
ne e renderne conto in un pe-
to di riferimento dottrinale del-
la religione giudaico-cristiana.
L’Apocalisse, che risale al 70
dopo Cristo, racconta in prati-
ca una profezia: Cristo ritor-
nerà, raccoglierà un esercito di
giusti e combatterà contro il
male e contro tutti i re della
Terra. Dopo di che regnerà per

▼
Anche i buddhisti
attendono
Icristiano,
l millenarismo è un fenomeno
specificamente giudeo-
che nasce dal testo
biblico dell’Apocalisse.
■ Alla Bibbia hanno attinto
in qualche modo anche i mu-
sulmani: lo stesso Maometto,
infatti, parlava di una prossima
apocalisse già nelle sue
predicazioni del 400, alla
Medina, città sacra dell’islam.
■ Un’analogia con i testi sacri
cristiani si ritrova anche nel
buddhismo, nel quale è con-
templata l’attesa di Buddha
Matreya sulla terra, cioè
di un nuovo padre spirituale
che riporti pace e serenità
nel mondo oggi tormentato.
■ Infine gli induisti: secondo
la loro dottrina stiamo vivendo
il grande Kali Yuga, un lungo
ciclo nero caratterizzato da
violenza e cattiveria. La fine
di questo periodo viene però
collocata molto più in là
nel tempo, tra alcuni secoli.
Musulmani al centro islamico
di Roma. Anche Maometto
ha predicato l’Apocalisse.
Dice la Bibbia: prima della fine del mon do arriverà sulla terra un uomo
malvagio e potente, l’Anticristo. Il vero problema è indovinare chi sia!
mille anni
in pace e
serenità, al
termine dei
quali ci sarà
il Giudizio finale. La parte più
▼
emozionale dell’Apocalisse, le co-
siddette piaghe, che anticipano la
venuta del Signore, è stata inter-
pretata come la descrizione della
fine del mondo: le acque che di-
ventano amare, le fiamme che ca-
dono dal cielo, le battaglie contro
Satana, la caduta delle stelle.
Nel corso dei secoli, alla profe-
zia di Giovanni si è aggiunta l’au-
torevole interpretazione di Ago-
stino, uno dei padri della Chiesa,
che ne ha dato però una lettura
simbolica: Cristo è già stato tra gli
uomini, con la sua nascita, e i mil-
le anni del regno vanno intesi co-
me quelli della durata della Chie-
sa. Così è nata la famosa profezia,
terrorizzante per i cattolici, del
“Mille e non più Mille”. Che però
oggi tutti giudicano falsa, proprio
perché Agostino parlava di mille
anni allegorici e non reali.
● L’Anticristo
piace alle donne
Ma non è sempre stato così: al-
meno su una figura tratta dall’A-
pocalisse, quella dell’Anticristo,
anche la Chiesa ha ceduto a iden-
tificazioni storiche.
«Nell’Apocalisse l’Anticristo è
un uomo, testimone degli ultimi
giorni. Quando compare, tipica fi-
gura del male, significa che anche
il ritorno di Cristo sulla terra è
prossimo», spiega Paolo Aldo
Rossi, docente di storia del pen-
siero scientifico all’università di
Genova. «Quest’uomo ha carat-
teristiche precise: proviene da una
famiglia umile, arriva al potere in
maniera rapidissima e rende tutti
suoi servi. E’ astuto, intelligente,
affascina le donne, ha una grande
forza di volontà ed eloquenza. Pri-
ma di cadere, regna per 46 mesi. In
base a questi segni è possibile ve-
derlo nella storia, e infatti nel cor-
so dei secoli i cristiani hanno di
volta in volta creduto di ricono-
scerlo in Nerone, Maometto, Fe-
derico II, Lutero, Robespierre,
Napoleone, Hitler e Stalin», con-
tinua Rossi.
Oggi comunque la Chiesa non si
associa a quanti attendono la fine
del mondo per il Duemila. Anzi,
per l’occasione sta ripristinando la
“via francigena”, quella che colle-
gava i grandi santuari della cri-
stianità a Roma, per portare i pel-
legrini sulla tomba di Pietro. «La
paura dei cattolici è semmai che
finisca un mondo specifico, quello
dei valori cattolici. Ecco perché il
papa sta cercando proprio in que-
sto periodo un dialogo con le altre
religioni per affermare i temi mo-
rali comuni contro la corruzione
dilagante», conclude Rossi.
● Comunismo, nazismo
ecologismo... e poi?
Molte altre religioni hanno at-
tinto all’Apocalisse di Giovanni.
Non soltanto i gruppi cristiani pro-
testanti: luterani, battisti, pente-
costali, avventisti, metodisti, tutti
particolarmente diffusi negli Stati
Uniti. Ma anche le sette orientali,
che si riferiscono principalmente a
buddhismo e induismo ma risen-
tono, ciascuna secondo sue inter-
pretazioni, anche del millenarismo
apocalittico. «Il millenarismo ha
da sempre un grande successo per-
ché promette agli oppressi una
soddisfazione terrena. In fondo è
l’unico mito nella storia dell’uma-
nità che promette felicità già sulla
terra (il regno di pace di Cristo) e
non nell’aldilà», dice Romolo
Gobbi, storico e autore del libro I
figli dell’apocalisse. Gobbi inter-
preta in questa chiave anche la na-
scita tutti i movimenti rivoluzio-
nari: «In fondo anche il comuni-
smo è una visione laica del mille-
narismo: non promette il regno di
Cristo sulla terra ma la dittatura
del proletariato, che è pur sempre
l’affermazione dei giusti. Ma an-
che la rivoluzione inglese di Oliver
Cromwell, quella francese, il na-
zismo, tutta la cultura occidentale
insomma è intrisa del mito apoca-
littico. Ultima tappa è l’ecologi-
smo, che ancora propone una me-
ta finale della storia umana, e cioè
la vittoria sul mondo industriale e
un ritorno alla natura». ■ il Mappo. Nella
Cristina Mochi
Per saperne di più:
Massimo Introvigne, Mille e non più
mille, Gribaudo (Milano).
George Duby, Mille e non più mille,
Rizzoli.
E’ in arrivo
il Mappo Ma il 2000 è già passato
Sopra, il tempio
indiano
buddhista di C hi attende il Duemila riportano) sostengono che
come l’anno di un pas- il monaco, nel suo con-
saggio epocale straordi- teggio, non ha considerato
Bodh Gaya.
I seguaci del nario sappia che lo atten-
de invano. Il Duemila è già
monaco Nichiren
passato, due anni fa.
aspettano una
nuova età d’oro, Tutto infatti ha origine da
un errore di un monaco,
foto grande, una Dionigi il piccolo, che nel
riunione di 515 venne incaricato dal
ecologisti papa Ormisda di metter or-
sul Mar Nero. dine nei testi canonici del-
la Chiesa. Il monaco decise
così, per rispetto religioso e
per uniformare i testi, di
▼
calcolare gli anni non più
in riferimento al regno degli
imperatori, ma partendo
dall’anno Domini, ossia l’
anno della nascita del Si-
gnore. Confrontando innu-
merevoli testi greci e latini
giunse alla conclusione che
Gesù nacque il 25 dicem-
bre del 753 “ab urbe con-
dita” (cioè dalla fondazione
di Roma). Da allora gli anni
si contano così.
Ma Dionigi sbagliava: insi-
gni studiosi (e ormai tutte
le edizioni della Bibbia lo
gli anni del regno di Otta-
viano prima che si dichia-
rasse imperatore. Confron-
tando poi le cronache a-
stronomiche e altri testi
storici, si è arrivati alla con-
clusione che Cristo è nato
nell’anno 7 avanti Cristo!
Così, se un anno doveva
essere significativo per le
ansie millenaristiche, que-
sto doveva essere il 1993.
Ma il calendario, si sa, è
per tutti una convenzione:
per i musulmani, che cal-
colano il tempo dall’Egira
(la migrazione di Maometto
dalla Mecca a Medina) il
Duemila sarà soltanto il
1371. Per gli ebrei, che
fanno riferimento al tempo
biblico della creazione, sa-
remo nel 5753. L’inizio del-
l’era buddhista, infine, coin-
cide con il 543 avanti Cri-
sto, quando il Buddha sto-
rico giunse all’illuminazione
suprema.

Quelli che... aspettano la fine del mondo
Invasione degli ufo, catastrofi
nucleari, guerre planetarie,
piogge di fuoco. Molte sette continuano
a fare previsioni precise per il futuro.
Incuranti dei fallimenti. Eccone alcune.
■ TESTIMONI
DI GEOVA
La prima volta
fu per il 1914
E’ il movimento millenarista
più numeroso in Italia
(250 mila persone). Nacque
nel 1878 a Pittsburgh (Usa),
dal fondatore C.T. Russell,
che mise insieme cristianesi-
mo protestante e letture bibli-
che di interpretazione giudai-
ca. I Testimoni negano l’im-
mortalità dell’anima (i giusti
risorgeranno, i malvagi si dis-
solveranno) e rifiutano chiese
e ministri. E’ una delle poche
sette che ha stabilito, su ba-
se biblica, delle date precise
per la fine del mondo, in corri-
spondenza con lo scadere dei
seimila anni dalla creazione:
la prima fu il 1914, l’ultima
il 1975. Fallite le previsioni (e
per giustificarsi ricorsero
a complesse reinterpretazioni
degli stessi passi biblici), oggi
i Testimoni evitano accurata-
mente di fornire altre scaden-
ze: si limitano a dire che
la fine è imminente. I segnali,
già annunciati nella Bibbia,
sono sotto gli occhi di tutti:
terremoti, guerre, corruzione.
Anche il continuo avvistamento
di Ufo sarebbe un segnale
di catastrofe imminente.
■ LA GRANDE
FRATELLANZA
BIANCA
A un passo
dal suicidio
A vevano previsto la fine del
mondo per il 24 novembre
1993, e per l’occasione si
erano dati appuntamento per
un grande suicidio collettivo.
Per fortuna nulla è successo,
perché molti dei 150 mila
adepti della setta sono stati
arrestati in tempo dalla poli-
zia e messi in galera. Questa
setta è nata a Kiev, in Ucrai-
na, e ha come guru Maria De-
vi Khristos (al secolo Marina
Tsvygun, ex funzionaria del
partito comunista russo). Il
gruppo rientra nella categoria
delle cosiddette “sette sel-
vagge” quelle cioè che dipen-
dono esclusivamente dalla
volontà del loro leader-fonda-
tore. Di questo tipo era anche
la setta dei davidiani, fondata
negli Usa da David Koresh:
molti sono periti a Waco,
Texas, quando il loro ranch,
nel quale avevano accumulato
armi, è stato circondato dalla
polizia. Dopo alcuni giorni
di attesa le forze dell’ordine
hanno aperto il fuoco.
Una morale
rigidissima
Il battesimo di
una testimone
di Geova: è il
rito di ingresso
nella setta,
che conta circa
due milioni di
seguaci, per lo
più negli Usa e
in Germania.
Rifiutano il
voto, il servizio
militare e
civile, le
trasfusioni
di sangue.
■ MORMONI
Attaccati dai
nemici degli Usa
ItranUsaiItalia sono 10 mila, negli
9 milioni: è il più grande
nuovi movimenti cristiani
nati negli ultimi due secoli.
Venne fondato nel 1830 da
Joseph Smith, su base
cristiana ma con l’aggiunta
di “verità” rivelate da Dio al
fondatore, e da lui ritrovate
nel Libro dei Mormoni (dall’
inglese more, cioè più, e dall’
egiziano amon, cioè verità).
I mormoni aspettano l’immi-
nente fine del mondo. Secon-
do alcuni gruppi, soprattutto
rurali, essa avverrà nella
forma di uno scontro tra
l’America e i suoi nemici, e
questo dà spesso luogo all’
accaparramento di provviste.
■ RAELIANI
Astronavi e
bombe atomiche
A spettano una grande cata-
strofe nucleare che spaz-
zerà via la terra. I 144 mila
adepti della setta (gli “eletti”)
saranno tuttavia portati
in salvo dagli eloim, i loro dei,
che vivono in altre galassie,
con le loro astronavi. Un altro
movimento ufologico italiano
è Non siamo soli, fondato
da Giorgio Bongiovanni ed
Eugenio Siracusa. Dicono di
avere avuto dagli extraterre-
stri informazioni su una fine
del mondo imminente. Ma non
hanno mai dato ulteriori preci-
sazioni. Negli Usa questo tipo
di setta è molto diffusa: sono
i “contattati” o “contattisti”.
La sciagura è rinviata
Un gruppo di mormoni dello
Utah in preghiera. Anch’essi
hanno voluto fissare
una data finale: il 1844.
■ NEW AGE
L’era felice
dell’Acquario
S econdo uno studio del Gris
di Bologna (Gruppo di
ricerca e di informazione sulle
sette), in Italia si contano
ormai più di un centinaio di
gruppi di questo tipo. Sono
piccoli movimenti a sfondo
magico-esoterico, ciascuno
con un suo fondatore. Il pen-
siero millenaristico della New
Age non proviene dal cristia-
nesimo ma dall’induismo,
che contempla un Kali juga
(età nera), quella che stiamo
vivendo adesso, che verrà
superata con l’avvento di una
Nuova Era di pace. Questa
coinciderà con il passaggio
dall’era dei Pesci a quella
dell’Acquario, e potrà avvenire
variabilmente tra il 1920 e il
2300. La base della teoria è
dell’esoterista francese Paul
Le Cour (1871-1954). Il rinno-
vamento si baserà anche sul-
la comparsa di rapporti diversi
tra le persone, nei quali
prevarrà la dimensione magi-
ca (telepatia, telecinetica).
I gruppi New Age sono per lo
più sincretisti, cioè uniscono
concetti tratti da diverse dot-
trine. Uno di questi, l’Ordine
del tempio del sole, venne
fondato da Luc Juré in Svizze-
ra: alcuni adepti vennero tro-
vati morti nel 1994 in Svizzera
e in Canada, vittime di omici-
dio e di suicidio, le cui moti-
vazioni restano misteriose.
■ SOCIETA’
DELLA VERITA’
SUPREMA
Dalla preghiera
al terrorismo
Isetta
n giapponese si chiama
Aum Shinri-kyo ed è una
orientale, che mescola
elementi buddhisti, scintoisti,
induisti ed esoterici. Il leader,
Shoko Asahara, ha previsto
la fine del mondo tra il 1997 e
il 2000. La catastrofe inizierà
con un attacco degli Usa
contro la tradizione religiosa
giapponese. Ma gli adepti
(circa diecimila) non sono di-
sposti ad aspettare senza agi-
re: la setta è indicata infatti
come responsabile dell’atten-
tato del 20 marzo 1995 nel
metrò di Tokyo (dieci morti e
oltre cinquemila intossicati da
gas nervino) e il leader è sta-
to arrestato. «Con l’attentato
la setta voleva accelerare
la fine del mondo. E’ la prima
volta che una setta diventa
aggressiva verso l’esterno. Di
solito si sviluppa un catastro-
fismo interno: chi non segue
le regole del leader verrà
colpito da malattie e sciagu-
re», spiega l’antropologa
Cecilia Gatto Trocchi. In
Giappone sono oltre trecento
i nuovi movimenti religiosi.
Meditare per crescere
Un seguace russo della
Società della Verità Suprema,
accusata di plagiare i giovani
togliendoli alle famiglie.
Frottole medievali
Il terrore popolare per la fine del
primo millennio è solo una leggenda.
L’hanno inventata nel Rinascimento.
L’
anno Mille fu un anno co-
me tutti gli altri: terribile.
Carestia, epidemie (di her-
pes zoster) e malattie (leb-
bra), invasioni straniere (prima e-
rano arrivati i vichinghi, poi anche
i magiari e i saraceni) imperversa-
vano su tutta l’Europa, ma nessu-
no pensava che il mondo dovesse
finire esattamente all’inizio del
nuovo millennio.
«I terrori dell’anno Mille, il pa-
nico collettivo dell’apocalisse, sono
soltanto il frutto di una leggenda»,
spiega il medievista francese Geor-
ge Duby. «Di fatto noi disponia-
mo solo di una testimonianza,
quella di un monaco dell’abbazia
di Saint Benoit sur Loire, il quale
diceva: “Mi è stato raccontato che
nell’anno 994, a Parigi, alcuni pre-
ti annunciavano la fine del mon-
do. Ma sono pazzi. Basta aprire la
Bibbia per constatare come Gesù
abbia detto che mai si sarebbe sa-
puto il giorno, né l’ora”». Neppure
il monaco Rodolfo il Glabro, nelle
sue celebri Cronache dell’anno
Mille, del 1048, parla di scadenze
apocalittiche vissute con terrore
nella quotidianità.
A quel tempo, infatti, il concet-
to di tempo era molto vago: si a-
dottavano per i conteggi criteri
astronomici, oppure anni di ponti-
ficato e di regno. Il ciclo solare non
era quasi considerato, e la Chiesa
bollava addirittura come pagano
Le pitture
dell’orrore
A sinistra, una
miniatura del
Medioevo che
raffigura la Bestia,
cioè l’Anticristo
dell’Apocalisse
di Giovanni. La
Vergine fugge,
mentre le acque
vengono inghiottite.
Qui a lato, una
scena di battaglia
da una edizione
dell’Apocalisse
del XII secolo.
il festeggiamento del primo
gennaio come inizio d’anno.
I terrori dell’anno Mille,
così come noi li conosciamo,
sono semmai da imputare al-
l’ansia del Rinascimento di
rinnegare e svalutare un’epo-
ca considerata buia, inven-
tandosi allo scopo anche la
fobia popolare. «La giovane
cultura d’occidente disprez-
zava i secoli rozzi dai quali
usciva, e guardava aldilà di
quell’abisso di barbarie, verso
l’antichità», dice Duby. Di
più: nel Settecento si arrivò
addirittura a costruire a tavo-
lino, da parte di alcuni illumi-
nisti inglesi, la leggenda del
panico popolare per attacca-
re la chiesa di Roma e il “fa- Il primo di tutti i catastrofisti
natismo” cattolico. San Giovanni evangelista in una
E’ vero comunque che la miniatura francese del XV secolo.
gente dell’anno Mille atten-
deva come imminente la fine del Il successo popolare dell’apoca-
mondo, ma né più né meno che in lisse biblica proviene infatti dal
tutti gli altri secoli dell’era cristia- messaggio di speranza che essa
na. Già nel 172 il profeta Montano, porta con sé: dopo la distruzione, è
interpretando le scritture, atten- scritto, arriverà un periodo di pace
deva la fine del mondo e la discesa e di abbondanza, del quale i so-
fisica della Gerusalemme celeste pravvissuti (i giusti e i pii) potran-
sulla pianura di Pepuza, nella Fri- no godere. Ecco perché nell’anno
gia: migliaia di persone, dietro suo Mille, in cui il tenore di vita in Eu-
suggerimento, vi si diressero alla ropa, secondo gli studiosi, corri-
fine del II secolo e molti altri con- spondeva praticamente a quello
tinuarono a farlo per cinque seco- odierno di alcune tribù dell’Africa
li, sebbene la profezia continuasse nera, la fine del mondo, più che
a non avverarsi. temuta, veniva invocata. ■
Focus 117
Medicina - Anche il nostro corpo può essere tradotto in una serie di numeri. Con risultati spesso molto sorprendenti

L’uomo in cifre GLI ORGANI GENITALI

Ogni testicolo contiene circa
300-350 lobuli, entro i quali si
trovano i tubuli seminiferi, con
le cellule che producono lo sperma.
I tubuli sono tanto attorcigliati che,
se allungati, sarebbero lunghi circa
230 metri. In una normale
eiaculazione vengono prodotti da
LE CELLULE
Nel corpo ci sono circa 220 miliardi di cellule, 200 miliardi
delle quali vengono ricambiate costantemente.
Normalmente sono invisibili, misurano sono pochi micron,
anche se in alcuni animali esistono cellule nervose lunghe
più di 1,5 metri e cellule muscolari lunghe 2,5
centimetri. Alcune vivono pochissimo,
come quelle dell’intestino (da 1,5
a 5 giorni), altre di più (i globuli

S
e una bella ragazza non si tagliasse mai i ca- bianchi durano circa 13-15 giorni
pelli, nella vita, che razza di chioma potrebbe LA PELLE 250 mila a 500 mila spermatozoi.
Invece nelle ovaie, alla nascita, ci e i globuli rossi 120 giorni). Altre
avere mai? Fatti i conti, la treccia sarebbe lun- Pesa in media da 2,5 a 4,5 chili e, normal- sono quasi 2 milioni di “progenitori” ancora -come i neuroni- posso-
ga circa 10 metri e mezzo! Ma chi li fa, i conti mente, ha le dimensioni di un grande dei futuri ovuli. Moltissimi di questi no sopravvivere anche cento
del nostro corpo? Fisiologi, medici, biologi, esperti asciugamano: circa un metro e mezzo però non arrivano alla pubertà. Sono anni. Tornando all’intestino,
di statistica, naturalmente. I risultati non saranno mai quadrato. Ma è molto elastica tanto che, se circa 400-500 gli ovuli disponibili il cui ricambio è rapidissimo,
validi per tutti, certo (basta pensare quanto è diverso fosse distesa e tirata, potrebbe coprire una nella vita fertile di una donna, l’intero “tappeto cellulare” del
il consumo di fibre alimentari, da Paese a Paese, e dun- superficie di due metri per nove. In un che può durare dai 30 ai 40 anni. viscere viene completamente
que quanto è variabile qualsiasi statistica che riguardi centimetro quadrato di pelle ci sono circa rifatto ogni 4 giorni.
l’intestino), ma restano comunque altamente indicati- 200 recettori nervosi che consentono la tra-
vi. Ecco dunque alcune delle più sbalorditive cifre smissione al cervello del messaggio doloroso
in 0,9 secondi, di quello tattile in 0,12
riguardanti il nostro organismo. Alcune sembrano secondi e di quello termico in 0,16 secondi.
perfino inverosimili, ma bisognerà abituarcisi. Basta
pensare a quanto è lunga la molecola
del Dna arrotolata nel nucleo di ogni
nostra invisibile cellula: ben due L’URINA E LE FECI
metri, parola di chi l’ha misurata. IL CUORE Ogni 50 minuti i reni puliscono il sangue che circo-
Il gomitolo più stretto ma Pesa circa 250 grammi e batte la nel corpo. Contengono oltre 2 milioni di cellule
indispensabile dell’universo! mediamente 70-75 volte al specialistiche (i nefroni) collegati tra loro da filtri
minuto. Dunque circa 100 mila e tubi per una rete lunga circa 80 chilometri. Ogni
battiti al giorno. In caso di giorno filtrano 180 litri di sangue e producono 1,5
paura o durante un incubo not- litri di urina. Mediamente, poi, ogni giorno vengono
turno, comunque, le pulsazioni prodotti almeno 150 grammi di feci (la loro produ-
possono raggiungere anche le zione dipende in realtà dal quantitativo di fibre
LE CALORIE 150 per minuto. In un’ora il cuore alimentari, dunque nei Paesi mediterranei la quan-
Per la donna d’oggi si consi- spinge nei vasi circa 360 litri di tità è mediamente maggiore che nei Paesi nordici).
glia un introito calorico quoti- sangue, in un giorno circa 6.800
diano di circa 2 mila calorie, litri. In un centenario, ha pompato
per l’uomo 200-300 in più. LE UNGHIE 544 mila tonnellate di sangue.
La situazione cambia però in
Normalmente le unghie
IL SANGUE
base all’attività fisica. Mentre
per un corpo a riposo possono della mano crescono circa I POLMONI Nel corpo umano ci sono in
bastare anche 1.600 calorie, 4 centimetri l’anno e il loro LA BOCCA Ogni giorno nel corpo
media 5 litri di sangue. Una
goccia contiene circa 250
ne occorrono il doppio o il tri- sviluppo è più veloce
di quello delle unghie del Quando diamo un bacio muo- entrano poco meno di milioni di cellule. Tra queste
plo se si svolge un’attività fisi- viamo 37 muscoli, alcuni dei 20 mila litri di aria. Questa
ca molto intensa. Le calorie piede (1,5-2 cm l’anno). Per i globuli rossi, che compiono
svilupparsi dalla base alla quali tanto piccoli che spes- scende fino agli alveoli il giro dell’intera rete vascolare
di cui un uomo ha bisogno in so non vengono utilizzati respiratori (dai 300 ai 700
un anno potrebbero riscaldare punta del dito, occorrono 300 mila volte, prima di morire.
dai 3 ai 6 mesi. La loro in altro modo. In bocca le milioni) dove avviene lo Nel corpo umano ci sono circa
un appartamento di 100 metri sei ghiandole salivari secer- scambio tra aria e sangue.
quadrati per un mese e mezzo. crescita è in genere più 96.500 chilometri di vasi san-
veloce tra i 20 e i 40 anni. nono fino a un litro e mezzo Quando si è tranquilli si respi- guigni tra arterie, vene e capil-
di saliva al giorno. Sembra ra circa 15 volte al minuto, lari. Il sangue viaggia alla velo-
moltissimo, ma alcuni inspirando circa mezzo litro d’ cità media di 2 chilometri l’ora,
animali ne producono di più. aria. Se c’è bisogno, comunque, e impiega circa 15 secondi per
Il bue, che deve ruminare la quantità di aria inspirabile andare da una mano all’altra.
il cibo, può anche secernere può crescere di 6 volte.
65 litri di saliva al giorno.

I CAPELLI
Su un totale di circa cinque milioni di peli,
fino a 150 mila si trovano sul cuoio capel- LE OSSA
luto: sono i capelli. Ognuno di loro vive
circa quattro anni. Questo significa che I neonati hanno 350 ossa. Molte di esse
nella vita di un uomo vengono prodotti si saldano in seguito tra loro fino ad
almeno tre milioni di capelli. Ognuno arrivare alle 206 ossa dell’adulto (oltre
di essi cresce ogni anno da 12,7 centi- 25 anni d’età). Le ossa del corpo pesano
metri a poco più di 15. I capelli sono soltanto 9 chili ma sono i grado di
molto elastici: quando sono bagnati, sopportare pesi altissimi. A ogni passo
riescono ad allungarsi anche del 60 il femore può sopportare una pressione
per cento rispetto alla loro dimensione. di quasi 90 chili per centimetro quadrato.

Focus 101
Tecnologia
La Germania ha un problema: come distruggere l’arsenale eredi tato dall’Est
Un addio alle armi
Missili, carri armati, oltre 300 mila
tonnellate di esplosivo. Per disfarsene si
ricorre a forni d’avanguardia, a “centrali
al tritolo”, alla superacqua, ai batteri...
O
gni volta che c’è un tem-
Martellate per porale i dipendenti della
il vecchio missile Rheinmetall di Weiche-
Un missile terra-aria sdorf (nella regione del
SA-5 viene smontato Brandeburgo) godono di un pri-
nelle officine di vilegio unico, in Germania: smet-
Pinnow (lo stesso tono di lavorare, abbandonano la
luogo dove, durante fabbrica, ma sono pagati lo stes-
la guerra fredda, so. Infatti, non appena il tempo-
si faceva la sua rale si avvicina (è sufficiente che i
manutenzione). Il
missile aveva cronometri elettronici registrino
come bersaglio un tempo inferiore a 6 secondi fra
soprattutto gli aerei il fulmine e il relativo tuono: cioè
radar Awacs. A una distanza di 1800 metri dalla
smontaggio perturbazione) il reparto 32 si
avvenuto ne viene svuota, gli operai salgono su un
ridotto in pezzi pullman che li aspetta davanti al
il sistema di guida cancello e vengono portati via in
radar (foto in alto). fretta. Nel capannone, in attesa
In precedenza erano
già stati svuotati che spiova, restano invece una ot-
i serbatoi colmi tantina di proiettili calibro 122, e
di acido nitrico. una dozzina di casse in legno con
iscrizioni in cirillico e colme di una
polvere gialla. La polvere è un po-
tentissimo esplosivo, il trinitroto-
luolo (o Tnt), e se proiettili e casse
deflagrassero l’intera fabbrica ver-
rebbe rasa al suolo. «In realtà tut-
to lo stabilimento è ben protetto
dai parafulmini. Ma è meglio non
correre rischi», spiega Werner
Reczko, ingegnere, 46 anni, diret-
tore dell’impianto.
Weichesdorf è una delle fabbri-
che più attive del Paese (ce ne so-
no altre nove, del genere, in tutta
la Germania): i suoi dipendenti so-
no impegnati nello smantellamen-
to e nella distruzione di un immen-
so arsenale, quello ereditato dalla
ex Germania dell’Est, un tempo
parte integrante del Patto di Var-
savia (vedere il riquadro).
Un anno di lavoro
solo per fare
il primo inventario
E’ una operazione che deve
“trasformare le spade in vomeri
d’aratro”, come dicono i politici
tedeschi, ma che secondo gli ac-
cordi internazionali deve anche fi-
nire entro quest’anno. «In effetti si
tratta della più grossa eliminazione
di armi mai compiuta al mondo»,
dice Reczko. «Soltanto l’inventario
del materiale presente nell’ex Ger-
mania democratica ha richiesto un
anno di lavoro. E soltanto di mu-
nizioni, ne abbiamo ereditate 300
mila tonnellate».
▼
Focus 103
 1 2
Tre diversi sistemi,
un solo obiettivo
1 Missili anticarro Konkurs
vengono preparati per
l’esplosione in un condotto
corazzato, su un tappeto di altri
residui metallici (cingoli di carro
armato). Il tutto avverrà in
condizioni di ridotta pressione.
2 Esplosivo Tnt estratto dalle
granate. Non reagisce a urti
e calore: viene frammentato da
getti d’acqua e ridotto in pasta.
3 Esperimenti con batteri
anaerobi al Fraunhof Institut:
i microbi impareranno
a degradare gli esplosivi?
Focus 104
Di fronte alla strage dei vecchi armamenti i coma ndanti dell’ex Patto di Varsavia non nascondono la commozione
Una ingombrante eredità di cannoni e di inquinamento
D opo la riunificazione
delle due Germanie,
che all’inizio ha portato i
suoi uomini da 485 mila
un milione e 200 mila plessivo che sfiorava i 90
armi individuali. Alle ban-
miliardi di marchi, cioè
e ricevendo in eredità la
struttura militare dell’Est,
a 585 mila). Dall’est
sono infatti arrivati 10
chine si sono ormeggiate
150 nuove unità. E poi?
quasi 100 mila miliardi di
lire. Un valore anche teo-
l’esercito federale tede- mila carri armati e altri 850 mila mine anticarro, rico, però, giacché buona
sco si è ritrovato con un mezzi blindati, 110 mila 66 mila tonnellate di parte di questo materiale
problema: il suo arsenale
si è moltiplicato (oltre
autocarri e automobili,
2500 pezzi di artiglieria,
granate anticarro, 8 mila
tonnellate di bombe a
era vecchio e, con il
passare del tempo, si
a una crescita numerica 700 aerei ed elicotteri, mano. Un valore com- è degradato sempre più.
Più che un rafforza-
mento dell’arsenale
si è quindi trattato,
per la Germania, di
un grosso problema
economico di smal-
timento. Altrettanto
grave è il problema
rappresentato
dall’inquinamento:
andandosene,
l’Armata rossa si è
lasciata alle spalle
circa 1000 presidi,
per complessivi 350
mila ettari, forte-
mente contaminati.
Aggiungendo gli
impianti militari dell’
ex Germania dell’
Est, e del Patto di
Varsavia, si arriva a
4 mila siti con gravi
A sinistra, granate disinnescate alla Rheinmetall. Sopra, razzi terra-terra “Luna”. problemi ecologici.
Tutto ciò deve sparire. Le mu-
▼
nizioni, infatti, non possono essere
usate dai soldati occidentali per-
ché il loro calibro è diverso da
quelli standard della Nato. Inol-
tre, il cancelliere tedesco Helmuth
Kohl aveva solennemente pro-
messo, prima a Michail Gorbaciov
e quindi a Boris Eltsin, di elimi-
nare l’enorme quantità di armi che
si era trovato in casa dopo l’unifi-
cazione delle due Germanie. Infi-
ne, il trattato sulla limitazione de-
gli armamenti convenzionali in
Europa proibisce proprio l’esi-
stenza di una tale concentrazione
bellica. Venderle, queste armi, è
stato quasi impossibile: bisognava
infatti trovare Paesi verso i quali
non sia in atto un embargo, e alla
fine soltanto il 2 per cento dell’in-
tero arsenale è stato liquidato: l’In-
donesia ha ricevuto 39 unità mi-
nori per la sua marina e la Finlan-
dia una buona scorta di granate (l’
esercito finlandese si approvvigio-
nava già in precedenza nell’Unio-
ne Sovietica). Mercanti israeliani
avevano cercato di portar via mol-
ti carri armati, dichiarandoli come
“ macchine agricole” al momento
dell’imbarco, ma il traffico è stato
bloccato dalla polizia costiera, ad
Amburgo. Turchia e Grecia, allea-
3
ti nella Nato ma rivali per que-
stioni di sovranità sul mare Egeo,
hanno ricevuto forniture dello
stesso valore, in modo che non si
creassero problemi o situazioni di
squilibrio: 200 carri armati, mille
camion e missili antiaerei sono an-
dati ai greci; 250 mila Kalashnikov,
5 mila mitragliatrici, lanciarazzi,
elmetti e munizioni ai turchi. In
tutto, questo traffico ha portato la
Germania a essere il terzo Paese
esportatore di armi, nel 1994.
Il grosso dell’arsenale però è ri-
masto nei depositi e nelle caser-
me, e andava perciò distrutto. Per
far questo gli ingegneri delle a-
ziende che hanno partecipato agli
appalti hanno presentato offerte
di ogni genere: il chimico Peter
Koehler ha proposto di mischiare
alla benzina messa in vendita nor-
malmente un 0,1 per cento di Tnt,
e risparmiare così il 10 per cento
del carburante; la Fac di Muster
(Bassa Sassonia) ha chiesto di po-
ter realizzare un poligono d’adde-
stramento per le truppe dove uti-
lizzare le montagne di munizioni
avanzate, facendo funzionare a ci-
clo continuo duecento cannoni per
dieci anni. «C’è stata un’autenti-
ca esplosione di euforia. Ne abbia-
mo sentite di tutti i colori», com-
menta Gerald Rotter, direttore
dell’Ufficio federale per le forni-
ture militari, a Coblenza. «Alla fi-
ne un decreto dello Stato ha stabi-
lito le procedure, e i requisiti delle
aziende che volevano partecipare
all’operazione». Condizione fon-
damentale: ogni arma deve essere
“smontata, sfasciata, deformata,
piegata e demolita” in modo che
nessun’altra arma possa essere ri-
costruita mettendo insieme even-
tuali pezzi rimasti.
Mattonelle di Tnt
da bruciare
nel grande forno
Le operazioni più complesse ri-
guardano i missili e gli esplosivi. I
missili vengono distrutti soprat-
tutto a Pinnow, un ex centro di
produzione di armi, sul fiume O-
der. Quelli antiaerei del tipo SA-5
(dieci metri di lunghezza, una te-
stata capace di frammentarsi in 20
mila schegge che investivano l’ae-
reo avversario) vengono smontati,
e le loro fiancate traforate in modo
conforme agli accordi internazio-
nali. Per distruggerne l’elettroni-
ca non si esita a usare il maglio.
«Spesso vengono gli ex ufficiali
russi, ad assistere alle operazioni.
Un po’ per imparare, visto che in
Unione Sovietica si costruivano le
armi ma non si era mai sviluppata
una tecnologia di demolizione. E
un po’ per nostalgia. Ho visto per-
sonalmente i loro occhi riempirsi
di lacrime, davanti a un SA-5 in
frantumi», ricorda Hartmut Kro-
ne, direttore dell’impianto Buck
Impar, di Pinnow. Più complessi
da distruggere sono però gli SA-6,
giacché essi contengono ancora il
combustibile solido destinato al
lancio (circa 260 chili per ogni mis-
sile): il propellente viene sfilato
dal corpo del razzo con delicatez-
za, da operai che hanno tutti un
bracciale di metallo al polso sini-
stro, collegato con un punto di
messa a terra (serve a prevenire
la formazione di cariche elettro-
statiche). Poi i cilindri, immersi in
acqua, vengono segati e ridotti in
grossi dischi e quindi in mattonel-
le: alla fine queste ultime vengono
inserite in un forno, dove ardono
lentamente, a oltre 800 gradi e in
presenza di poco ossigeno. Alla fi-
ne i composti tossici residui ven-
gono bruciati addiritura a 1250
gradi. Questo “impianto di smalti-
mento termico” è il più moderno
della Germania, e costa da solo
circa 25 miliardi di lire.
▼
Focus 105
 Il disarmo crea posti di lavoro
L’apertura di una condotta corazzata dove
è stato fatto brillare esplosivo. L’industria dello
smantellamento dà lavoro a 90 mila addetti.

Magazzini stracolmi
Sopra, missili antiaerei SA-6, in deposito
dopo lo smantellamento. Il loro propellente
solido si incendia con grande facilità.

Impareranno i lombrichi a digerire il trinitrotoluolo?

Per eliminare gli esplosivi ci so- co, scorie ed elettricità. non si fida dei batteri è invece il ficientissimo?». Così Sherer ha co-
▼

no invece più soluzioni. La più Ultima frontiera, quella dei mi- chimico Werner Sherer, di Pin- minciato ad allevare una decina di
semplice e classica è ovviamente crorganismi. Al Fraunhof di Stoc- now: «Le molecole sintetiche che tipi di lombrico in terreni “inzup-
quella di farli esplodere. Ciò av- carda si studia soprattutto l’utiliz- sono alla base degli esplosivi so- pati” di Tnt. Risultato: i più effi-
viene di solito in enormi camere zo di batteri anaerobi (cioè in gra- no troppo grandi per essere af- cienti nel “digerire” l’esplosivo so-
corazzate dove l’aria viene aspira- do di svilupparsi in assenza di os- frontate dai microbi. Perché, in- no stati il Lumbricus terrestris e
ta, e la pressione ridotta a 0,1 bar. sigeno) per degradare il Tnt, vece, non utilizzare i lombrichi, l’Eisenia phoetida. Mangiano il
A Pinnow attualmente si effettua- mentre all’università della stessa che sono enormemente più grandi, Tnt e, per ora, non scoppiano! ■
no da 20 a 50 di queste esplosioni città si punta su quelli aerobi. Chi e hanno un sistema enzimatico ef- Nanni Ruschena
“sotto vuoto” al giorno.
Ma ci sono anche soluzioni più
moderne. Particolarmente rivolu-
zionaria quella proposta dall’isti-
tuto Fraunhof di Karlsruhe: usare
l’acqua! Tenuta a oltre 374 gradi di
temperatura, e a una pressione di
221 bar (cioè pari praticamente a
221 volte quella dell’atmosfera) l’
acqua passa a uno “stato di aggre-
gazione” con proprietà inconsuete,
quali la capacità di disgregare
composti tossici o chimicamente
stabili (come gli esplosivi) in sem-
plici sali o acidi. Il primo impianto
sperimentale con la superacqua è
attivo dal 1994.
Idea! Bruciamo
l’esplosivo e
ricaviamo elettricità
Altrettanto originale è quanto
realizzato a Steinbach sul Neisse
dove, da circa un anno, funziona
l’unica centrale elettrica al mon-
do alimentata da esplosivi e realiz-
zata dalla Dasa (società aerospa-
ziale del gruppo Daimler Benz):
in forni corazzati e rotanti come
enormi betoniere, vengono inse-
riti 520 chili di munizioni all’ora, Pasticceria esplosiva Così si presenta il Tnt dopo essere stato frammentato da potenti getti
che si trasformano in gas di scari- d’acqua a 800 bar (atmosfere): i fiocchi gialli vengono impastati con altra acqua, e quindi raffreddati.

Focus 106
Scienza
Neuroni
al silicio
Una microfotografia
di cellule neurali
umane, cresciute
sulla superficie
di un chip di silicio.
La foto è stata
scattata nel corso
di una ricerca sui
Intelligenza artificiale, ultima tappa
circuiti bioibridi:

Computer
dispositivi
elettronici che in
futuro potrebbero
utilizzare anche
componenti
organiche.

nervoso
Le reti neurali sono
le prime macchine a
non aver bisogno
di programmatori:
come noi, imparano
dall’esperienza.

G
li speculatori più aggior-
nati le usano per giocare
(e vincere) in Borsa. I
militari progettano di in-
serirle nei sistemi di sicurezza degli
elicotteri (per prevederne le ava-
rie). Il ministero delle Finanze po-
trebbe addirittura utilizzarle per
combattere l’evasione fiscale. Che
cosa sono? Si chiamano reti neu-
rali, e sono l’ultima realizzazione
dell’intelligenza artificiale. Anzi,
forse rappresentano il primo pro-
dotto degno di questo nome.
Le reti neurali si basano su un’i-
dea semplicissima: tanti minuscoli
programmi di calcolo che funzio-
nano contemporaneamente, e che Il robot con
si comunicano l’un l’altro i risul- ● Un’occhiata al 740
tati di ciascuna operazione, pro- Un esempio. «Noi ci siamo con- la patente
prio come fa il cervello umano. centrati soprattutto sul riconosci- Sopra, un camion
Così le reti riescono a superare due mento dei caratteri, cioè la capa- dell’esercito Usa,
guidato da una
gravi inconvenienti dei calcolatori: cità di leggere automaticamente rete neurale. In
non si bloccano di fronte a dati in- moduli compilati a mano, come alto, due tecnici
completi e, soprattutto, sono in per esempio il modello 740», dice controllano
grado di imparare dall’esperienza. Anna Maria Colla, responsabile le “scelte” di
Proprio come fanno i bambini. della ricerca sulle reti neurali del- guida della rete.

▼
 Grazie ai sistemi neurali, il computer imparerà
a parlare, a legge re, e perfino a guidare l’auto da solo
la Elsag Bailey di Genova. «Abbia-
▼
mo usato una rete particolare (è
chiamata “percettrone multistra-
Per esempio? to”) e per “addestrarla” le abbia-
Il docente mo presentato centinaia di versio-
di cibernetica ni delle singole lettere dell’alfabe-
Roberto to, scritte a mano. Con una mac-
Tagliaferri. “Per china tradizionale avremmo do-
imparare, le reti
neurali si basano vuto invece individuare le carat-
su esempi”. teristiche di ogni lettera, tradurle
in formule matematiche e infine
scrivere un programma che rias-
sumesse queste formule in regole
comprensibili dal computer: un’
impresa straordinariamente diffi-
L’unione fa cile». In realtà, neanche il labirin-
la forza to di collegamenti delle reti neurali
La bizzarra forma è una cosa semplice: vi si nasconde
a caffettiera di un infatti un’intera branca della ma-
supercomputer Cray tematica, la meccanica statistica.
X-MP/48, in uso Proprio grazie a questa scienza la
presso il centro rete impara a produrre i suoi ri-
di fisica del Cern, a
sultati partendo da esempi pratici.
Ginevra. Questo
Ma come fa? «L’attività di cia-
elaboratore
svolge tutti scun elemento di calcolo, che chia-
i calcoli miamo neurone per analogia con il
a livello cervello, dipende dai segnali che
centrale. riceve, e questi segnali hanno un
Le reti “peso” variabile, che viene stabili-
neurali, al to durante l’addestramento della
contrario, rete stessa», spiega Roberto Ta-
sfruttano
il lavoro
gliaferri, docente di cibernetica a
di squadra
di tante
Salerno e segretario della Società
italiana reti neurali. Le connessio-
piccole ni che esistono tra i neuroni si pos-
unità
collegate tra
sono paragonare a viottoli, sentie-
ri, vie cittadine o autostrade, cia-
loro. Proprio scuna delle quali contribuisce in
come fa il modo diverso al flusso di traffico.
cervello, nel La rete viene quindi addestrata a
quale i neuroni cambiare il “peso” delle connes-
sono collegati
dalle sinapsi. sioni, cioè a trasformare un sen-
tiero in un’autostrada e viceversa,
COPIARE IL CERVELLO: MEZZO SE COLO DI TENTATIVI
E portato
cco le tappe che hanno
all’affermazione
delle reti neurali.
1962 - Primo modello di
rete: il “percettrone” di
Frank Rosenblatt. Poco
1943 - L’economi- dopo, Marvin Minsky (nella
sta Warren foto, con la moglie) e
McCulloch e Seymour Papert dimostrano
il matematico matematicamente che esso
Walter Pitts non può risolvere alcuni
teorizzano il tipi di problemi. Le ricerche
modello matema- si interrompono.
tico del neurone 1982 - Il fisico John Hop-
“elettronico”. field inventa un modello di
1949 - Lo psicologo rete che impara senza biso-
D.O.Hebb scopre che gno di supervisore.
nel cervello le connes- 1985 - David Rumelhart e
sioni più usate si rafforza- James McClelland, psicologi
no: la stessa regola viene americani, inventano una
trasferita alle reti neurali. tecnica di apprendimento
1956 - Prima simulazione (la “retropropagazione”)
di una rete neurale. che supera i limiti scoperti
per ottenere il risultato voluto.
● Il robot che dubita
«Le reti vengono addestrate
quasi sempre a fornire risposte
semplici e circoscritte. Il loro ap-
prendimento non è quindi da
confondere con quello di un bam-
bino che impara a interpretare le
immagini», dice Giorgio Musso,
direttore dell’Istituto ricerche
scientifiche e tecnologiche di Tren-
to. Tuttavia un recente progetto
del ministero della Ricerca scien-
tifica, promosso dallo stesso Mus-
so, ha accertato l’efficienza delle
reti neurali nei più svariati settori
industriali. «L’Alenia pensa addi-
rittura di utilizzare un modello
neurale per il controllo del traffico
aereo», dice Musso. Ma non è pe-
ricoloso affidare a una macchina,
per quanto intelligente, le rotte de-
gli aerei? «In realtà nessun sistema
automatico di controllo o di previ-
sione può fare a meno di un custo-
de umano», dice Annamaria Colla.
«Perfino nei nostri sistemi di rico-
noscimento postale c’è sempre la
possibilità di appoggiarsi a un ope-
ratore umano: una parte dell’in-
telligenza che mettiamo nella mac-
china infatti consiste proprio nel
farsi “venire dei dubbi”. Se è in-
certa, la macchina non tira a indo-
vinare, ma chiede consiglio al suo
supervisore. E questo avviene nel-
lo smistamento postale, dove un
errore non provocherebbe nessu-
na catastrofe».
● Il business neurale
L’affermazione delle reti neura-
da Minsky e Papert. Oggi
esistono una quindicina
di modelli funzionanti
di rete neurale.
LA MECCANICA
L’elicottero Agusta Westland EH 101. Molte società
aeronautiche stanno progettando sistemi di
monitoraggio dei guasti di bordo basati su reti neurali.
li procede a piccoli passi, ma il gi-
ro d’affari è in aumento: secondo il
settimanale britannico The Eco-
nomist, infatti, le vendite mondia-
li di sistemi neurali raggiungeran-
no il valore di un miliardo di dol-
lari entro il 1997. Uno dei primi
ad averci creduto è un italiano, Fe-
derico Faggin, inventore negli an-
ni Settanta dei primi microchip, e
oggi fondatore di una società per
lo studio e la commercializzazione
delle reti neurali, la Synaptic. «Nel
1986, quando ho fondato la Synap-
tic, queste macchine erano soltan-
to un sogno. Da un paio d’anni,
però, hanno cominciato a risolve-
re anche problemi complessi», di-
ce Faggin. «Ma c’è ancora molto
lavoro da fare: passeranno almeno
vent’anni prima che le macchine
addestrate diventino più numero-
se di quelle programmate».
Nel frattempo c’è addirittura chi
ha progettato un computer stu-
diato appositamente per il funzio-
namento di programmi neurali.
«Si chiama Synapse, costa 400 mi-
lioni e ha una potenza di circa 3
miliardi di calcoli al secondo», di-
ce Narendra Kumar, portavoce
della società tedesca Siemens Nix-
dorf. «E’ il primo prodotto indu-
striale di questo genere, e un e-
semplare è già in uso presso la
Banca di Francia, per fare previ-
sioni finanziarie. Ma lo impiega
anche la compagnia di assicura-
zioni tedesca Allianz, per decidere
i rischi che corre nello stipulare un
contratto. E perfino la Marina
L’ELETTRONICA
Un pen computer Apple.
Alcuni di questi apparecchi
sono già equipaggiati
con chip neurali.
americana, che però non ci ha det-
to a che scopo lo ha acquistato».
● Alvinn prova a guidare
Le prospettive sono comunque
molto varie: la stessa Siemens ha
realizzato una rete specializzata
nel ricostruire immagini incom-
plete, che potrebbe essere usata
dai medici per interpretare eco-
grafie o immagini di risonanza ma-
gnetica, e molti ricercatori lavora-
no a stretto contatto con gli indu-
striali per scoprire in quali altri set-
tori le macchine addestrate po-
trebbero rivelarsi preziose.
I ricercatori dell’università ame-
ricana Carnegie Mellon si sono
specializzati, per esempio, nella
guida automatica: nei cortili del-
l’istituto hanno da tempo speri-
mentato Alvinn (che sta per auto-
nomous land vehicle in a neural
network), un massiccio furgone
che ha come unico occhio una te-
lecamera digitale, e come cervello
una rete neurale. «Le immagini ri-
prese dalla telecamera sono sud-
divise in 960 blocchi e trasformate
in numeri, ciascuno dei quali è tra-
smesso a un diverso neurone», di-
ce Dean Pomerleau, direttore del
progetto. «I numeri vengono poi
elaborati e trasmessi a un succes-
sivo strato di neuroni, e infine di-
ventano comandi per il volante.
Ci sono 30 neuroni di uscita: se
l’occhio di Alvinn vede per esem-
pio che la strada gira verso destra,
alcuni neuroni di destra si attivano,
e Alvinn svolta a destra. La dol-
L’ECONOMIA
La Borsa di Milano. Negli ambienti
finanziari le reti sono usate per
prevedere l’andamento dei cambi.
Il tappabuchi
della statistica
Lcondizioni
a Gran Bretagna ha condotto
un’approfondita ricerca sulle
finanziarie delle fami-
glie, allo scopo di prevedere l’evo-
luzione delle spese sociali. La ri-
cerca, condotta su 26 mila nuclei
familiari, ha prodotto circa dieci
milioni di dati. Non tutti gli intervi-
stati, però, avevano risposto a tut-
te le domande, e si correva il ri-
schio di invalidare l’intera ricerca
per colpa di 50 mila numeri man-
canti. Come fare? Di solito gli sta-
tistici rimediano ai “buchi” usan-
do una tecnica che si chiama re-
gressione. Ma Cheryl Morgan, di-
rettrice della ricerca, ha proposto
di utilizzare invece le reti neurali.
L’esperimento è stato affidato alla
società Recognition systems, di
Aston, che ha preso vari gruppi di
dati (questa volta completi), ha
estratto di proposito alcuni valori e
ha verificato se i “buchi” venivano
riempiti meglio con la statistica o
con le reti neurali.
Conclusione: le reti neurali si sono
dimostrate decisamente più effi-
caci delle tecniche tradizionali, ar-
rivando in alcuni casi addirittura a
un miglioramento del 40 per cento.
L’analisi dei dati (conclusasi alla
fine del 1994) è stata dunque ef-
fettuata con sistemi neurali.
▼
Focus 103
 Tecniche di
addestramento
C ome si addestra, in concreto,
una rete neurale? Ecco che co-
sa si “insegna” a una di esse che
debba prevedere l’andamento dei
cambi monetari.
1. Si selezionano i dati da fornire
alla macchina: i cambi incrociati
del giorno prima, la situazione in-
flazionistica dei vari Paesi, l’indice
di Borsa e così via. Questi dati,
Elettricità simulata relativi a un periodo di diversi anni,
Sopra, un neurone artificiale: imita il vengono comunicati alla rete in-
comportamento elettrico delle cellule nervose. sieme con il valore che essa deve
Accanto, una fabbrica di computer Bull. imparare a prevedere, per esempio
il cambio lira-dollaro. In pratica si
dice: “ti diamo i dati di partenza, e
anche i risultati: trova un percorso
Aiuto chirurgo, per arrivare dai primi ai secondi”.
2. Si danno alla macchina alcuni
dati, relativi allo stesso periodo
meccanico e preso in esame nella prima fase, e
si verifica se i risultati forniti dalla
piazzista: nuove professioni del computer macchina (cioè i valori presunti
sulla base dei dati) corrispondo-
no alla realtà.
3. L’ultima fase è la “generalizza-
cezza della mano- biliare californiana ha sviluppato Dal 1992, infatti, l’Office of naval zione”: si forniscono i dati di un
vra dipende dal un “riconoscitore di fessi”. «I po- research della Marina americana periodo successivo, e si calcola la
numero di neuro- tenziali acquirenti di appartamen- sta studiando una rete neurale in percentuale di successo della rete,
in modo da conoscere in anticipo
ni attivati». ti in multiproprietà venivano atti- grado di prevenire “a orecchio” i quanto sarà rischioso usare le sue
rati con la possibilità di vincere un guasti ai rotori degli elicotteri. previsioni.
● La diagnosi televisore o una vacanza», dice «L’obiettivo è quello di insegnare 4. L’addestramento ha sempre
del dr. Robot Jannette Lawrence, della Califor- alla rete come riconoscere istan- successo? Non è detto. Può suc-
Un esperimen- nia scientific software. «Poi com- taneamente le vibrazioni associate cedere, per esempio, che in una
to del tutto diver- pilavano un questionario molto ar- a difetti meccanici», dice il capita- situazione di rapidi cambiamenti
so è stato realiz- ticolato, e infine avevano un col- no Marty Chamberlain. «Un eli- si debba ripetere la prima fase, li-
zato in Italia, al loquio con i venditori. Tutti i dati cottero della Australian Wessex, mitandola nel tempo. I dati più
Centro trasfusio- personali, più l’eventuale succes- per esempio, è precipitato proprio vecchi, infatti, possono contenere
Il pensiero nale del Policlini- so del venditore, venivano comu- mentre stava raccogliendo dati sul-
informazioni ormai inutili, che
nel chip co di Milano diret- nicati alla macchina come adde- le vibrazioni. Il successivo esame
confondono le idee alla rete.
5. Nell’addestramento è spesso
Federico Faggin, to da Gerolamo stramento. Risultato? La rete neu- di questi dati, con una tecnica chia- necessaria una supervisione uma-
inventore del Sirchia. «La nostra rale ha imparato a riconoscere a mata “distribuzione di Wigner- na. Quando la rete sbaglia, l’i-
microchip. “Il rete ha analizzato i colpo d’occhio, proprio come i Ville”, ha permesso di scoprire che struttore applica una tecnica che
nostro obiettivo si chiama “retropropagazione”: in
è la macchina dati dei trapianti venditori più esperti, quali clienti le vibrazioni segnalavano il gua-
di rene su 476 pa- erano più facili da convincere». sto già 42 ore prima dell’impatto». pratica, ripercorre all’indietro il ra-
intelligente”. gionamento della macchina. Poi
zienti, tra il 1983 e Una rete neurale opportunamen-
il 1991», dice Mar- ● Questo ronzio non mi va! te addestrata avrebbe potuto ac- “punisce” i collegamenti che han-
no contribuito al risultato errato,
co Pappalettera, uno degli autori Un’altra professione che po- corgersene in tempo. ■
▼

diminuendo la loro influenza sulle

della ricerca. «E ha imparato a di- trebbe essere messa in crisi dalle Mauro Gaffo (ha collaborato decisioni della rete.
scriminare tra la possibilità che il reti neurali è quella del meccanico. Giacomo Franco)
rigetto del nuovo organo si verifi-
chi entro un anno, oppure più tar-
di, indovinando 76 volte su cento».
E’ uno dei primi tentativi di co-
struire un assistente neurale per il
chirurgo. Verrà impiegato per de-
cidere se vale la pena di operare?
«No. Il problema è che i pazienti in
attesa sono tanti, e pochi gli organi
da trapiantare. Quindi si cerca, di
solito con metodi statistici, di indi-
viduare il paziente per il quale l’o-
perazione ha più probabilità di suc-
cesso. La rete neurale è uno stru-
mento in più per decidere».

● Si riconosce un fesso? Una rete della Elsag Bailey per il riconoscimento della scrittura. Sullo schermo si vedono la lettera
Con intenti meno seri ma altret- o il numero da “leggere”, in basso c’è lo schema dei collegamenti e, alla sua sinistra, l’ipotesi
tanto concreti, una società immo- della macchina: la U è stata riconosciuta con una sicurezza del 92%, l’8 è arrivato addirittura al 99%.

Focus 104
Ecologia
A destra, un ingorgo di
carrozze nella Londra
dell’Ottocento. Sotto, traffico
intenso a Parigi, oggi.

IL TRAFFICO

LE ACQUE
Sopra, una spiaggia nei pressi
di Catania: i rifiuti sono stati
trasportati dal mare. A destra, una
caricatura dell’Ottocento denuncia
l’inquinamento del Tamigi.

I primi danni
sono stati
prodotti dagli
uomini delle L’ARIA
caverne. Poi... Sopra, il fumo
delle ciminiere
avvolge Le Sacre
Coeur, nella

Inquinamento,
Parigi di oggi.
A destra, la
fabbrica Potin e
Gaudet, sulla
Loira, nel 1887.
Le emissioni
industriali,
nell’Ottocento,
contenevano

una storia vecchia

elevate
percentuali
Peccati di zolfo.
contadini
Eleonora Fiorani:
“Incomincia
tutto quando
l’uomo diventa

F
agricoltore”. oreste di alberi secolari
abbattute nel giro di po-
chi anni; gigantesche ville
Prove costruite nelle insenature
inconfutabili più belle, proprio in riva al mare;
Paolo Cescon: fiumi e laghi inquinati dalle deie-
“Le prove? Nell’ zioni di animali allevati in scarse
aria imprigionata condizioni igieniche. Cronaca d’
negli strati oggi? No: queste notizie risalgo-
di ghiaccio”. no a oltre duemila anni fa. Sono
testimonianze dei grandi autori
classici. Platone, per esempio, si
lamentava per l’erosione delle
montagne dell’Attica, mentre Pli-
nio il Vecchio metteva in guardia
dai pericoli provocati dall’eccessi-
vo sfruttamento delle miniere: per
ottenere i metalli, diceva, si inflig-
gevano grandi ferite alla terra, e
si deviavano i fiumi.
«Greci e romani non rispetta-
vano le risorse naturali: i boschi,
per esempio, erano di proprietà di
tutti, e si potevano tagliare senza
particolari limiti. In effetti la defo-
restazione sregolata era il proble-
ma più grave dell’antichità: il le-
gno era il materiale principale per
riscaldarsi, cucinare, costruire, e
soprattutto per fare la guerra. La
richiesta di legname, per costruire
le grandi navi impiegate nelle bat-
taglie, era molto elevata: su ogni
triremi greca trovavano posto 170
rematori e ciascuno di loro aveva
bisogno, come remo, del tronco di
una giovane pianta, dritto e robu-
sto. In certi periodi Atene poteva
utilizzare fino a 300 navi, il che si-
gnificava che per dotarle dei remi
era necessaria un’ecatombe di 51
mila alberi», spiega Oddone Lon-
go, docente di letteratura greca al-
l’università di Padova.
«Si pensa spesso all’antichità co-
me a un epoca in cui gli uomini
erano in perfetta armonia con la
natura, ma non è così. Solo le so-
cietà che si basavano sulla caccia e
sulla raccolta di erbe e frutti, simi-
li a quelle che sopravvivono anco-
ra nelle aree più isolate del piane-
ta, non hanno danneggiato l’am-
biente. In realtà appena l’uomo
abbandonò il nomadismo, per
creare civilà sedentarie, la natura
venne subito messa a dura prova.
Un effetto tipico? L’omogenizza-
zione: nei pressi dei villaggi ani-
mali e piante si riducono a poche
specie, sempre le stesse, e la va-
rietà che c’era prima viene persa
per sempre», dice Eleonora Fio-
rani, filosofo, studiosa dei rappor-
ti tra società e risorse naturali.
E allora, quando l’uomo ha inizia-
to a incidere pesantemente sull’e-
quilibrio del pianeta? Circa 10 mi-
la anni fa, nel neolitico. A quel
tempo al mondo c’erano appena

▼
Focus 115
 Parole antiche, nuovi significati Viaggiatori in arrivo in
Inghilterra, nel 1883: Secoli di attentati, proteste
venivano affumicati
I nquinamento, rifiuti,
ambiente ed ecolo-
gia. «Sono vocaboli
viene usato per indi-
care l’immondizia.
Inquinamento. C’era
rinascimentale, col si-
gnificato di “aria che
sta intorno a noi”. Sol-
per prevenire il colera.
e leggi contro gli inquinatori
che esistono da tem- già nella lingua latina, tanto negli scorsi anni
po nella lingua italia- ma aveva un significa- Settanta il termine
na, ma oggi il loro si- to generico di altera- prende però il signifi- 8500 avanti Cristo 1400
gnificato ha assunto zione. Solo nella se- cato di “natura che ci Nascono i primi insediamenti I conigli devastano l’isola di Por-
sfumature diverse», di- conda metà dell’Otto- circonda”. permanenti. Si tratta di piccoli to Santo, nell’arcipelago di Ma-
ce Luca Serianni, sto- cento comincia a indi- Ecologia. E’ una pa- villaggi, creati per difendersi da deira. Introdotti dai primi colo-
rico della lingua. care l’alterazione di rola creata nel 1866 nemici e animali predatori, ma è nizzatori portoghesi e fuggiti dal-
Rifiuti. Deriva da ri- una sostanza natura- dal biologo tedesco l’inizio di un processo che por- le gabbie, i conigli non trovano i
fiutare, ma il primo si- le, provocata da un a- Ernst Haeckel a parti- terà l’uomo a riunirsi in concen- predatori naturali, si riproducono
gnificato di questo gente estraneo. re dal vocabolo greco trazioni sempre più ampie, fino a rapidamente e distruggono le
verbo era “abdicare”, Ambiente. In latino “oikos”, che significa formare vere e proprie città. Le coltivazioni e la vegetazione
“rinunciare”. Nel Sei- ambire significava “an- casa. Il significato di città però consumano una no- spontanea. L’insediamento deve
cento rifiuto vuol dire dare intorno”, “rag- lotta per la protezione Sopra, gli uomini preistorici tevole quantità di risorse e ac- essere abbandonato e la popo-
cosa di nessun valo- giungere”. L’uso co- dell’ambiente è inve- (“Homo erectus”) scoprono cumulano rifiuti e deiezioni. lazione locale viene trasferita.
re. Soltanto nei primi mune di ambiente ri- ce recentissimo: risale il fuoco. E gli incendi.
anni del Novecento sale invece al periodo agli ultimi dieci anni. 500 avanti Cristo 1700
Primo fenomeno di inquinamen- Primo processo ecologico: gli
to a livello mondiale: le miniere abitanti di Finale, in Liguria, de-
romane in Spagna fanno sì che nunciano per danni una mani-
Le vittime? Fin dal principio si trovino tracce di piombo nel-
l’aria di quasi tutto l’emisfero
Nord del pianeta.
fattura di cloruro di mercurio, i
cui scarichi hanno provocato l’in-
tossicazione di alcuni cittadini.
gli alberi e il corso dei fiumi 800 1750
Crollo della civiltà maya. Il siste- Le prime piogge acide cadono
ma di coltivazione intensiva mes- sulle foreste della Sassonia. Nei
quattro milioni di persone. Con la successo? Gli abitanti di Tharros paleoantropologia a Napoli. Come si scoprono i guasti del dice Paolo Cescon, responsabile
▼

so a punto per sfruttare il terre- pressi di una fonderia, lungo la

diffusione dell’agricoltura però la
popolazione iniziò a crescere, rad-
doppiando ogni mille anni circa.
«Un caso tipico di devastazione
ambientale, dovuto a quel tipo di
sovrappopolazione, è quello della
città di Tharros, una metropoli fe-
nicia i cui resti sono ancora visibi-
li nei pressi di San Giovanni di Si-
nis, Oristano. Nell’800 avanti Cri-
sto, quando venne fondata, tutta
la zona era coperta da un denso
bosco di ontani, querce da sughe-
ro, bosso e lentisco. Adesso, nella
regione del Sinis, sono rimaste so-
lo dune di sabbia e steppe. Cosa è
avevano esaurito le risorse intorno
alla città. La popolazione conti-
nuava però ad aumentare: nuovi
immigrati arrivavano dal Nord
Africa (la regione da cui proveni-
vano i fondatori) e pensavano di
poter sfruttare il nuovo ambiente
con le stesse tecniche che utilizza-
vano a casa loro. Intorno al Mille,
poi, la città venne abbandonata.
Troppe capre e pecore, e un’agri-
coltura intensiva, avevano fatto
crollare gli ecosistemi del Sinis: le
dune risalirono sempre più all’in-
terno e la sabbia ricoprì tutto», di-
ce Francesco Fedele, docente di
Nel passato si sono verificati an-
che casi di vero e proprio inquina-
mento. Nel Medioevo per esem-
pio le attività artigianali ebbero un
grande incremento e concerie, fon-
derie, vetrerie producevano fumi,
odori, sostanze tossiche, e avvele-
navano aria e acqua. Eppure già
nel 500 avanti Cristo la percentua-
le di piombo contenuta nell’atmo-
sfera era più alta che nel Medioe-
vo. Come mai? I romani estrae-
vano ogni anno 80 mila tonnellate
di questo metallo e circa 400 fini-
vano nell’aria durante lo scavo nel-
le miniere a cielo aperto.
passato? Studiando il ghiaccio, so-
prattutto. «La calotta antartica ha
registrato ogni traccia di inquina-
mento, anche se questo risale a di-
verse migliaia di anni fa. La neve
che è caduta nel corso dei secoli si
è infatti depositata, strato su strato.
Possiamo prelevarla con il sistema
del “carotaggio” (cioè estraendo
campioni in profondità), datarla e
analizzare la composizione dell’a-
ria rimasta intrappolata nei cristalli
di ghiaccio. In questo modo otte-
niamo informazioni sull’antica at-
mosfera della Terra, e sulle so-
stanze che si trovavano nell’aria»,
del progetto contaminazione am-
bientale in Antartide. «Un’indagi-
ne sui pollini, effettuata sul sedi-
mento di un antico bacino, può in-
vece raccontarci qualcosa della ve-
getazione che cresceva in passato
in una regione», dice Maria Folie-
ri, paleobotanica. Ogni grammo di
terreno può infatti contenere da
100 a un milione di granuli di pol-
line. Più ce ne sono, più fitto (e
quindi in buona salute) era il bo-
sco: con questa tecnica si può deli-
neare la storia di una regione, ri-
salendo fino a 250 mila anni fa. ■
Ambra Serra
no della foresta tropicale, non
Un affresco di Ercolano. Le riesce più a soddisfare i bisogni
stoviglie di piombo causavano alimentari della popolazione,
il saturnismo diffuso. cresciuta a ritmi vertiginosi. Il
suolo tropicale infatti non può
Victor Hugo. sostenere un ritmo elevato di
Con alcuni produzione, si erode e perde la
intellettuali sua fertilità per almeno vent’an-
francesi, ni. Se viene utilizzato prima, for-
fondò il primo nisce raccolti scarsi, e la popo-
movimento lazione muore di fame.
verde, per
combattere 1388
contro la Prima legge ecologica: il Parla-
distruzione mento inglese proibisce di la-
dei boschi. sciare la spazzatura in strada o
di gettarla nei fiumi.
valle del fiume Oder, una guardia
forestale registra un numero ele-
vato di alberi con foglie ingiallite
e appassite. Il deperimento è
probabilmente dovuto ai fumi
emessi dalle ciminiere della vi-
cina fabbrica.
1837
Prima manifestazione verde: Vic-
tor Hugo, George Sand e nume-
rosi pittori e intellettuali si riuni-
scono per protestare contro il
taglio delle vecchie fustaie della
foresta di Fontainbleau. Avranno
successo: nel 1853 verrà istitui-
ta un riserva di 624 ettari.

Così l’uomo, con la sua presenza, ha trasformato i paesaggi

Natura, prima e dopo l’uso Cipro: addio successivi, sono stati

Yemen: il terribile
effetto pecora
Sopra, un paesaggio dello
Yemen del nord. A destra,
le foreste delle regioni
limitrofe, che un tempo
Focus 116
coprivano quell’area.
L’uomo preistorico ha
interferito pesantemente
con la natura in Yemen.
In un ambiente (che era
già fragile in sé), circa
5 mila anni fa venne
intrapreso un intenso
allevamento di capre e
pecore. Il risultato fu che
il suolo venne in pratica
denudato, e sottoposto
alla erosione della
pioggia e del vento.
Populonia: gli toscana. Gli etruschi
disboscarono quasi
alberi in fucina tutto litorale per
Sopra, una tomba alimentare le proprie
etrusca, a Populonia. fucine. Le loro attività
A destra, una pineta nel metallurgiche produce-
parco della Maremma vano inoltre molti
cedri secolari tagliati per far posto alle
cave e alle miniere, per
Sotto, le montagne nude alimentare le relative
nei pressi di Larnaca, nella attività metallurgiche, e
parte orientale di Cipro. A per fornire legname
destra, la Cedar valley, necessario alla costruzione
che si trova nella parte delle grandi navi da guerra,
centrale. Gli alberi di cedro e degli yacht di lusso.
un tempo ricoprivano tutta
l’isola. A partire dall’epoca
romana, e anche in periodi
Asturie: febbre
dell’oro corso di alcuni fiumi.
Sopra, ciò che resta Il sistema di connes-
residui, che di solito delle antiche miniere sione prevedeva sette
venivano abbandonati d’oro romane a acquedotti di 2-3 metri
nell’ambiente, e che Las Medulas, Spagna. di diametro, distanti
diventarono preziosi A destra, il paesaggio circa 20 chilometri.
soltanto durante la naturale delle Asturie. Alcune condutture
Seconda guerra Per convogliare l’acqua avevano una lunghezza
mondiale: in quel necessaria per lavare di 50 chilometri e
periodo, infatti, erano il quarzo aurifero, trasportavano 34
raccolti e riciclati per la gli ingegneri romani milioni di litri d’acqua
fabbricazione di armi. avevano modificato il al giorno.
Focus 117
L’incontro - Maurizio Cheli e Umberto Guidoni
Appesi
a un filo
La Juventus
N
e la Ferrari elle 74 missioni prece-
denti non era mai suc-
Guidoni (in cesso. Il 15 febbraio 1996
primo piano)
porterà nello lo shuttle Columbia avrà
spazio un a bordo per la prima volta due
gagliardetto astronauti non americani e della
della Juventus, stessa nazionalità. Saranno due ita-
con le firme di liani: Maurizio Cheli, dell’Agen-
tutti i giocatori. zia spaziale europea, e Umberto
Il modenese Guidoni, dell’Agenzia spaziale ita-
Cheli (sullo liana. Nel corso della loro missione
sfondo) non ha (chiamata Tethered 1-R), un sa-
voluto essere
da meno: avrà tellite verrà rilasciato dallo shut-
con sé un tle, ma resterà agganciato alla na-
gagliardetto vetta per mezzo di un cavo lungo
della Ferrari. 20 chilometri. Poi il cavo intera-
girà con il campo magnetico ter-
restre, producendo elettricità. La
prima missione Tethered, cui ave-
Dai jet allo shuttle va preso parte Franco Malerba, il
primo astronauta italiano, si era
Maurizio Cheli si addestra risolta con un parziale insuccesso:
in un simulatore dello space
shuttle. Cheli svolgerà il ruolo dopo 250 metri il cavo si era bloc-
di “mission specialist”, cioè cato, incastrato in un meccanismo
si occuperà dei sistemi prodotto dalla società americana
di bordo. “Ma non scrivete Martin Marietta. Ora ci riprovano
anche voi che piloterò Maurizio Cheli, 36 anni, tenente
lo shuttle: non è vero!”, dice. colonnello dell’Aeronautica ita-
liana, e Umberto Guidoni, 41 anni,
fisico del Cnr e già riserva di Ma-
lerba nella precedente missione.
Questa volta andrà tutto be-
ne?
Cheli. Direi di sì, anche perché
la precedente missione ci ha inse-
gnato molte cose. Per esempio, si
pensava che lo svolgimento del fi-
lo non dovesse fermarsi prima di
tre o quattro chilometri, altrimen-
ti il sistema sarebbe stato instabile
(cioè il filo non sarebbe rimasto
teso). Invece ci si è fermati a 250
metri e non è successo niente. Inol-
tre, quando il satellite è “rimbal-
zato” indietro, il pilota ha dimo-
strato che era possibile riportare
la situazione alla tranquillità ma-
novrando lo shuttle.
La missione rimane quindi
invariata?
Guidoni. Sostanzialmente sì. Se
E’ il filo del satellite
Tethered che,
il 15 febbraio
prossimo, sarà
portato in orbita
con lo shuttle
da due astronauti
italiani, un fisico e
un pilota militare.
non per il fatto che l’accento si spo-
sta soprattutto sul piano scientifi-
co: che la missione fosse fattibile è
già stato dimostrato. Anche per
questo è stata allungata la parte
detta “on station”, cioè con il cavo
completamente esteso, che è quel-
la da cui ci aspettiamo più infor-
mazioni scientifiche. Tra le novità
c’è anche la possibilità di interve-
nire sullo svolgimento del filo, che
prima era controllato solo dal cal-
colatore. E poi si è pensato di ag-
giungere una lampadina, cioè un
sistema per illuminare il satellite
nelle zone notturne dell’orbita. La
volta precedente se ne è sentita la
mancanza.
Adesso siete in pieno adde-
stramento. In che cosa consi-
ste?
Guidoni. E’ molto diverso da
quello dei primi astronauti. A quei
tempi si sceglievano persone ul-
traselezionate dal punto di vista fi-
sico, sapendo che si sarebbero re-
cate in un ambiente ostile, del qua-
le si conosceva pochissimo... si di-
scuteva perfino se fosse possibile
inghiottire cibo in assenza di gra-
vità. Inoltre, sullo shuttle le solle-
citazioni non sono quelle di un raz-
zo: si arriva al massimo a 3g, cioè il
triplo del proprio peso.
Cosa fate esattamente in
questo anno di preparazione?
Guidoni. Tutti devono avere un
minimo di familiarità con i co-
mandi, perché tutti devono esse-
re pronti a uscire in caso di perico-
lo. Quindi impariamo le procedu-
re di emergenza e l’uso dei sistemi
generali di bordo: su questi aspet-
ti l’addestramento è comune. E’
chiaro però che io non ho una
grande conoscenza non dico del
pilotaggio, ma nemmeno del fun-
zionamento dei motori. In com-
penso devo essere pronto a sgan-
ciarmi dal sedile e a utilizzare i si-
stemi di emergenza.
▼
Focus 119
Gli astronauti
si preparano
per un anno,
simulando
gli incidenti
possibili

Meticolosa
preparazione L’ESPERIMENTO
A sinistra, Cheli Satellite ad
e Guidoni alta tensione
durante un Sopra, il satellite
“briefing” per Tethered, realizzato
preparare dall’Alenia. Il
l’addestramento “tether” è il cavo
a una fase della che, esteso nello
missione. Ogni spazio per 20 km,
membro dell’ produce elettricità
equipaggio ha (circa un kilowatt).
Una famiglia “americana” un incarico Accanto, il
Guidoni con la moglie Mariarita particolare, dettaglio di un
e il figlio Luca, nato a Houston ma tutti devono boma estensibile.
tre anni fa. Dal 1990 Guidoni saper affrontare
vive prevalentemente negli Usa. le emergenze.

Quanto tempo è dedicato al- alla quale parteciperanno la base un’avaria alla strumentazione tanto. E’ un po’ la proiezione nel- Claude Nicollier. Adesso ci sono nauta cambia la vita anche in a-
▼

le situazioni di crisi?
Guidoni. Molto. Per la maggior
parte del tempo, però, ci alleniamo
in simulazioni delle attività in pro-
gramma. Lo shuttle è una macchi-
na complicata, con centinaia di
controlli, e capita sempre che qual-
che elemento esca dai parametri
previsti. Per verificare la nostra
preparazione ci sono vari simula-
tori della navetta, uno mobile, uno
fisso, altri che replicano soltanto
“sottosistemi” come per esempio
le comunicazioni o il radar.
Cheli. L’addestramento conti-
nua fino al momento della parten-
za. Adesso siamo più o meno nel-
la fase che viene definita “stand
alone”, nel senso che i responsabili
del carico, come Guidoni, si eser-
citano da soli sul rilascio e sul re-
cupero del satellite, mentre gli al-
tri si addestrano sulla gestione dei
sistemi dello shuttle. In seguito
verrà coinvolto anche il controllo
della missione, a Houston: questa
fase si chiama “simulazione inte-
grata”. L’ultima tappa sarà la “si-
mulazione integrata congiunta”,
Focus 120
di Houston e, in più, il centro di
controllo per gli esperimenti scien-
tifici, che si trova a Marshall, in
Alabama: equipaggio e controllo-
ri saranno collegati in tempo reale
in varie prove, alcune delle quali
dureranno fino a 40 ore.
E che cosa accadrà?
Cheli. Noi ci troveremo in una
copia esatta della cabina dello
shuttle, con tutti i suoi comandi,
mentre il controllo missione e il
controllo scientifico saranno col-
legati con noi come se fossimo ef-
fettivamente in orbita. Di
tanto in tanto le normali
procedure saranno inter-
rotte da “anomalie”, per
verificare le nostre capacità
di reazione: per esempio la
perdita di un piccolo razzo,
oppure una fuga di carbu-
rante. O ancora la neces-
sità di sostituire, con pinze
e cacciavite, un apparato
guasto. Per quanto riguar-
da i controllori, possono
trovarsi a fronteggiare
scientifica: in tal caso devono de-
cidere se effettuare ugualmente
l’esperimento o se sostituirlo con
altre attività... il tempo a disposi-
zione va sfruttato nel miglior mo-
do possibile.
Ci sono diverse categorie di
astronauti?
Guidoni. Certo. Io, per esem-
pio, sono un “payload specialist”,
che sostanzialmente è un astro-
nauta con particolari competenze
scientifiche, e che spesso fa l’a-
stronauta per una missione sol-
lo spazio degli scienziati che hanno
preparato la missione: in questo
senso le specializzazioni sono le
più varie, dal medico al biologo,
dall’ingegnere al fisico.
Cheli. Poi ci sono i “mission spe-
cialist”, come me, che sono spe-
cializzati nel funzionamento dei
sistemi di bordo. La terza catego-
ria è quella dei piloti, e i piloti so-
no tutti americani. Anche essere
ammessi come “mission specialist”
è molto difficile, per gli stranieri: fi-
no al 1992 l’unico non americano
in questa categoria era il francese
Scienza
e turbojet
Maurizio Cheli.
E’ pilota
collaudatore
con 2.600 ore
di volo,
ed è anche
laureato in
ingegneria
aerospaziale
all’università
di Houston.
anche i cinque della mia classe di
reclutamento: due europei, due ca-
nadesi e un giapponese.
E’ difficile conciliare la vita
privata con l’attività spaziale?
Cheli. Sì. Io e la mia futura mo-
glie, Marianne Merchez, eravamo
tra i 59 candidati ai sei posti desti-
nati ad astronauti europei. En-
trambi abbiamo superato la sele-
zione, siamo entrati in forza all’E-
sa, l’agenzia spaziale europea, e,
subito dopo, ci siamo sposati. L’E-
sa aveva deciso di mandare quat-
tro astronauti in Russia e due negli
Stati Uniti: mia moglie si è trovata
nel primo gruppo e io nel secondo,
una situazione che rendeva la vita
privata incompatibile con quella
professionale. Così lei ha chiesto
un’aspettativa di due anni ed è ve-
nuta con me. Nel gennaio scorso
l’aspettativa è finita, e, in pratica,
l’Esa ha cancellato il contratto di
mia moglie.
Guidoni. Il solo fatto di doversi
spostare negli Stati Uniti porta va-
rie difficoltà. Ma essere un astro-
spetti meno prevedibili: per esem-
pio, la propria percezione del pe-
ricolo cambia. Diventa infatti fon-
damentale mantenersi in salute e
non avere incidenti: una stupidag-
gine come una frattura può com-
promettere anni di lavoro.
E dopo questa missione?
Cheli. Non so cosa farò in futu-
ro, anche perché alla Nasa c’è una
certa rotazione. La mia speranza è
quella di fare almeno due o tre vo-
li, e di partecipare anche alla fase
di assemblaggio della stazione spa-
ziale: sono previste circa 750 ore di
attività extraveicolare, e io ho già
fatto tutto l’addestramento neces-
sario per questo lavoro.
Guidoni. La voglia sarebbe
quella di continuare, però con pro-
grammi vicini alle mie competen-
ze scientifiche. Non mi interessa
tornare nello spazio a tutti i costi.
E poi a un certo punto subentra il
fattore dell’età: da quando ho ini-
ziato il primo addestramento sono
già passati cinque anni. ■ essere sostituito.
Mauro Gaffo
E il terzo? Un medico
Lzionato
o scorso maggio
la Nasa ha sele-
un terzo a-
dell’Aeronautica mili-
tare. E’ inoltre pilota
privato di aliante e di
quale verranno ese-
guite ricerche sulle
alterazioni che l’or-
stronauta italiano, aeroplano, e svolge ganismo subisce in
che ha già iniziato la attività agonistica di assenza di gravità, in
sessione di adde- volo a vela. Urbani preparazione della fu-
stramento a Hou- parteciperà alla mis- tura permanenza
ston. Si chiama Luca sione Life and micro- umana sulla stazione
Urbani (nella foto), ha gravity spacelab, pre- spaziale. Urbani non
38 anni ed è tenente vista per il giugno del sarà però un “flight”
colonnello medico 1996, durante la (termine con il quale
si indicano gli astro-
nauti che viaggiano
effettivamente nello
spazio), ma solo un
“backup”, cioè una ri-
serva. Durante la
missione rimarrà
quindi al centro di
controllo di Marshall,
da dove collaborerà
al coordinamento de-
gli esperimenti in or-
bita. Nel frattempo,
però, dovrà adde-
strarsi come tutti gli
altri, nell’eventualità
che qualcuno debba
Focus 121
Parte come un razzo, sta
in orbita come un’astronave,
atterra come un aereo
Il primo shuttle
è decollato 14 anni
fa: forse è venuta
l’ora di mandarlo
in pensione.
I
l problema è la manutenzio-
ne. Infatti, è per colpa della
lunga e costosa revisione cui
ogni shuttle è sottoposto do-
po ciascun volo, che la navetta spa-
ziale non è mai riuscita a mante-
nere i costi al di sotto dei previsti
100 dollari per chilogrammo por-
tato in orbita. Con il risultato che i
vettori europei Ariane, pur non
essendo recuperabili, continuano a
essere economicamente competi-
OGGI tivi per il lancio dei satelliti.
Certo, lo shuttle rimane impor-
“Papà non correre, pensa a noi” tante per altre ragioni: nel giugno
del 1993, per esempio, è servito
Vita di bordo nell’Endeavour, durante una missione. In alto, Jan
Davis e Curtis Brown, il pilota. Al centro, Brown tenta di mangiare per recuperare il satellite riutiliz-
una caramella. In basso, foto di famiglia applicata sul cruscotto. zabile europeo Eureca, e lo scorso
Focus 122
Il tir dello spazio
novembre è stato usato come base
per la riparazione in orbita del te-
lescopio spaziale Hubble. Conti-
nuerà quindi a essere attivo anco-
ra per parecchi anni, forse fino al
termine dei lavori per la stazione
spaziale internazionale Alfa, ma
intanto la Nasa sta già pensando ai
possibili sostituti.
Lo shuttle, dopo tutto, è un pro-
getto di oltre vent’anni fa: la co-
struzione è stata avviata nel 1972,
sotto l’amministrazione Nixon, e
la prima navetta (il Columbia, lo
stesso shuttle sul quale partiran-
no in febbraio i due astronauti ita-
liani) ha volato per la prima volta
il 12 aprile 1981. Oggi sono in atti-
DOMANI
vità altre tre navette: il Discovery,
(1984), l’Atlantis (1985) e l’En-
deavour, lanciato per la prima vol-
Alloggi
celesti
ta l’8 maggio 1992, che ha sostitui-
to il Challenger esploso nel gen-
In questa
immagine,
realizzata
naio 1986. Per il progetto della
nuova navetta (denominata “pro-
gramma X-33”) sono in lizza tre
al computer, è grandi società aerospaziali, la Mc-
rappresentata Donnell Douglas, la Rockwell e
la terza fase
(cioè quella la Lockheed.
pienamente ● La McDonnell Douglas pro-
operativa) della pone un curioso razzo a combu-
stazione spaziale stibile liquido, il Delta Clipper, in
internazionale grado di decollare, raggiungere
Alfa. I lavori l’orbita e poi di atterrare vertical-
inizieranno nel mente, rallentando grazie alla
1998 e saranno spinta dei suoi razzi di coda (un
ultimati entro ampio servizio su Focus n. 11 del
il 2007. “Oggi
andare nello settembre 1993).
spazio non ● La proposta della Rockwell è
è affatto una invece più tradizionale, tanto da
routine”, dice essere stata battezzata shuttle-ju-
l’astronauta nior: ricalca in sostanza le vecchie
Maurizio Cheli. navette, con l’uso di nuovi mate-
“Ma forse lo riali compositi ultraleggeri.
diventerà tra dieci ● La Lockheed ha messo all’o-
anni, pera i suoi “skunk works”, le offi-
quando sarà
pronta la cine segrete dove sono stati pro-
nuova stazione gettati i più famosi aerei spia Usa
orbitale”. (tra i quali il nuovissimo Aurora,
vedere Focus n. 9 del luglio 1993),
e si è indirizzata su un velivolo che
partirà da una rampa verticale e
atterrerà come un aliante, ma con
una differenza rispetto allo shuttle:
non sarà infatti sostenuto in volo
dalle ali, ma dalla forma comples-
siva della sua struttura. Questa ca-
ratteristica gli ha fatto meritare il
soprannome di “corpo volante”.
● Contemporaneamente è sta-
to avviato un quarto progetto in-
dipendente, l’X-34. Si tratta di un
piccolo razzo alato, sviluppato dal-
la Rockwell in collaborazione con
la società Orbital Sciences. Al con-
trario degli altri spazioplani, l’X-34
dovrebbe essere lanciato in orbita
da un aereo-madre, proprio come
un missile aria-spazio. Per il rien-
tro, dovrebbe invece sfruttare la
sua pancia piatta, ricoperta di ce-
ramica resistente al calore.
Nessuno di questi progetti sa-
DOPODOMANI rebbe stato possibile senza il piano
nazionale aerospaziale Usa, ini-
Arrivano gli ziato alla fine degli anni Ottanta
spazioplani con lo scopo di progettare un gran-
I progetti per il de spazioplano (delle dimensioni
dopo shuttle. Da di un Dc-9) in grado di decollare
sinistra: il “corpo con i propri motori, di raggiungere
volante” della
Lockheed, l’orbita superando la velocità di
lo “shuttle Mach 25 e infine di posarsi su una
junior” della normale pista di atterraggio. Dopo
Rockwell e il investimenti di miliardi di dollari il
Delta clipper progetto fu cancellato, ma servì a
della McDonnell studiare e realizzare gli speciali
Douglas. Ma materiali ceramici e i compositi
solo uno dei tre (sostanze rinforzate con fibre di
sarà costruito.
carbonio) che saranno usati nei
progetti X-33 e X-34. ■
Focus 123
Nuovi satelliti, razzi, telescopi e “moduli” orbitali: ecco il nostro contributo alla corsa allo spazio

L’Italia alla conquist a del cielo?

Le tessere
del puzzle
In alto, celle
fotovoltaiche
in arseniuro di
gallio (speciali
apparati per la
trasformazione
dell’energia
solare): in
questo settore
tecnologico
l’Italia è leader
europeo. A
destra, i circuiti
del satellite
nazionale
Italsat: ogni
satellite è come
Sulla rampa un puzzle, con
di lancio centinaia di
componenti
Sopra, una fase realizzate
di lavorazione da industrie
dei “booster” diverse.
(propulsori) del
futuro lanciatore
europeo Ariane
5, in grado di
portare in orbita l’universo: esplo- to diverse angolazioni e con luce di
un carico di 20 sioni di supernove, diverse lunghezze d’onda. L’oc-
tonnellate. e buchi neri nel- chio del Sar-X può addirittura pe-
A destra, il l’atto di inghiotti- netrare sotto le coltri sabbiose o
montaggio. re una stella. la sommità delle foreste tropicali,
I booster grazie all’uso di particolari fre-
dell’Ariane sono ● Il radar quenze chiamate “in banda L”. Lo
realizzati in gran
parte da sintetico strumento è nato da una collabo-
industrie italiane. Il satellite Sar-X razione tra l’Italia, la Germania e
I razzi europei partono dall’equatore appartiene al re- gli Stati Uniti.
Il “banco di prova” dei booster, nel centro spaziale di Kourou, in Guyana. cente passato, ol-
Qui verrà effettuato il primo lancio sperimentale di Ariane 5. tre che al futuro: la ● A caccia di anelli
sua seconda mis- Tra i grandi progetti a lungo ter-

O
ttocento miliardi. E’
quanto spende ogni an-
no l’Italia per finanzia-
re satelliti scientifici, raz-
zi ad alta potenza, lanciatori leg-
geri, esperimenti a gravità zero e
missioni di esplorazione del siste-
ma solare. Queste attività, spesso
sconosciute al grande pubblico, so-
no coordinate dall’Agenzia spa-
ziale italiana che, tra l’altro, è l’en-
te che predispone il piano spaziale
nazionale. Negli ultimi anni l’A-
genzia è però stata afflitta da po-
lemiche sulla gestione dei fondi
(in particolare per il satellite Sax, il
cui costo è lievitato da 36 a oltre
700 miliardi), e questa situazione,
unita ai recenti tagli di bilancio,
l’ha quasi paralizzata. Eppure il
prestigio dell’Italia “spaziale” è in
crescita, come dimostra la presen-
za di tre italiani fra gli astronauti in
attività: la nazionalità degli astro-
nauti, infatti, è in buona misura
una questione politica. «Inoltre, in
alcuni settori tecnologici l’Italia è
leader europeo o addirittura mon-
diale», dice Mario Calamia, diret-
tore generale dell’Asi. «Per esem-
pio nel campo delle celle fotovol-
taiche in arseniuro di gallio, che
sono speciali pannelli solari per ali-
mentare i satelliti. Siamo all’avan-
guardia anche nei sensori optoe-
lettronici, strumenti che “si fissa-
no” su una sorgente luminosa (una
stella) e servono per fornire al sa-
tellite un punto di riferimento co-
stante».
Attualmente l’Agenzia è in un
periodo di riorganizzazione, ma
entro la fine dell’anno saranno
predisposti i piani spaziali fino al
Duemila. E nel frattempo? «I pro-
getti in corso continuano. Anzi, i
primi mesi del 1996 saranno molto
importanti perché avremo il se-
condo volo del Tethered, il “satel-
lite al guinzaglio”; poi lanceremo
l’Italsat 2, cioè il secondo satellite
italiano per telecomunicazioni; e
finalmente ci sarà il volo del Sax»,
spiega Calamia. Vediamo allora
in quali programmi è coinvolto og-
gi il nostro Paese.
● Centralini nel cielo
Si chiama Italsat 2, ed è un sa-
tellite interamente nazionale: è
realizzato dall’Alenia spazio e il
suo lancio (che avverrà con un vet-
tore Ariane) sarà pagato dalla so-
cietà Nuova Telespazio. Funzio-
nerà come una vera e propria cen-
tralina telefonica spaziale, impie-
gando onde ad alta frequenza che
gli permetteranno di mantenere i
collegamenti con una serie di sta-
zioni a terra.
Oltre a integrare la rete telefo-
nica italiana, il nuovo satellite en-
trerà a far parte, insieme con il suo
gemello Italsat 1, di un progetto
europeo da 20 miliardi: la rete sa-
tellitare Isis, alla quale chiunque
potrà accedere attraverso un com-
puter e un modem. Isis ha infatti
l’obiettivo di fornire i canali che
saranno necessari ad alcuni aspet-
ti della nostra futura vita quotidia-
na: primi fra tutti, il telelavoro, la
telemedicina e la posta elettronica.
● Radiografia
di un buco nero
Realizzato in collaborazione con
l’agenzia spaziale olandese, il sa-
tellite Sax sarà anch’esso lanciato
all’inizio dell’anno prossimo. Il suo
strumento principale è un telesco-
pio a raggi X, che sarà in grado di
captare radiazioni cosmiche invi-
sibili all’occhio umano. La sua mis-
sione? Fornire informazioni su al-
cuni dei fenomeni più violenti del-
sione, infatti, si è conclusa nell’ot-
tobre dell’anno scorso, anche se
sono prevedibili nuovi lanci. «Se-
condo Daniel Goldin, ammini-
stratore della Nasa, i risultati del
Sar-X hanno avuto una risonanza
enorme negli Stati Uniti», riferi-
sce Calamia. Ma di che cosa si trat-
ta? Di uno speciale radar studiato
per esaminare il nostro pianeta nei
minimi dettagli. “Sar” significa ra-
dar ad apertura sintetica, perché
la sua antenna, larga 14 metri, fun-
ziona come se avesse un diametro
reale di 700 metri, grazie alla com-
binazione di immagini riprese sot-
mine c’è quello della sonda Cassi-
ni, che dovrebbe partire nel 1997.
La meta sarà il pianeta Saturno,
che verrà esplorato dall’alto per
mezzo di radar e spettrometri (spe-
ciali strumenti per l’analisi della
luce). Dalla sonda si staccherà i-
noltre un modulo di atterraggio
fornito dall’agenzia spaziale euro-
pea, che scenderà su Titano, un sa-
tellite di Saturno, per studiarne la
composizione e l’atmosfera.
● Il minirazzo
Un importante sbocco dell’Italia
spaziale potrebbe essere quello dei

▼
Focus 124 Focus 125
L’astronauta
ideale? Sano,
simpatico,
colto... e non
troppo alto
piccoli lanciatori, cioè razzi in gra-
▼
do di mettere in orbita satelliti che
non superino i 1500 chili. Uno dei
possibili progetti italiani, il San
Marco Scout, è bloccato forse de-
finitivamente.
Continuano invece a esserci pro-
spettive per il Vega, un minirazzo
di nuova concezione proposto dal-
la BPD di Colleferro (una società
del gruppo Fiat): dopo l’interru-
zione dei finanziamenti pubblici,
infatti, la BPD ha deciso di ri-
schiare capitali propri (quindici mi-
liardi per il 1995) pur di non ab-
bandonare il progetto. I tre stadi
del razzo, i motori Zefiro, Sesamo
e Iris sono già stati in parte speri-
mentati, ma il futuro sembra ga-
rantito soprattutto da un recente
accordo che coinvolgerebbe, oltre
all’Agenzia spaziale italiana, an-
che la Spagna, che da tempo ha al-
lo studio un analogo lanciatore
chiamato Capricornio. L’attuale
progetto, comunque, prevede per
lo sviluppo del Vega un tetto mas-
simo di spesa di 400 miliardi: bri-
ciole, in confronto alle svariate mi-
gliaia di miliardi che saranno spese
per il nuovo lanciatore europeo
Ariane 5, ormai prossimo alle ulti-
me fasi di sperimentazione.
● Una base in orbita
L’ultimo dei grandi impegni ita-
liani riguarda il progetto interna-
N umerose aziende ita-
liane sono coinvolte
nei programmi spaziali,
anche per diversificare
un’attività di ricerca e svi-
luppo nel settore della Di-
A caccia di
radiazioni
Il telescopio a
raggi ultravioletti
UV-Star, che
partirà con lo
shuttle il 30
luglio. Realizzato
dall’università
di Trieste e dalle
Officine Galileo,
indagherà
sull’origine del
sistema solare.
zionale della stazione spaziale Al- liani, tra gli ingegneri cosmici che sono presentate 400 persone, e
fa, per la quale l’Italia dovrà for- dal 1998 inizieranno a edificare in uno su dieci è stato subito scartato
nire tre “moduli logistici”, una spe- orbita la stazione Alfa. perché la domanda non era
cie di mini-appartamenti dove gli conforme ai requisiti: cioè buon
astronauti potranno abitare e svol- ● Cosmonauta cercasi curriculum professionale, età pre-
gere esperimenti. Per la nuova sta- Continuano, intanto, le selezio- feribilmente compresa tra 27 e 37
zione i russi forniranno l’edificio ni per gli astronauti. Ma quali ca- anni, statura da 153 a 190 centi-
principale, che sarà progettato sul ratteristiche devono avere? I cri- metri, eccellente livello di inglese.
modello della vecchia Mir, men- teri di selezione vengono stabiliti Alla prova di inglese cadono tre
tre gli altri partner (americani, dalle singole agenzie spaziali na- candidati su dieci. Quindi si passa
giapponesi, canadesi ed europei) zionali, ma si basano generalmen- alle visite mediche: i test sono ac-
contribuiranno con moduli ag- te sui requisiti fissati da Russia e curatissimi, perché devono stabili-
giuntivi e servizi di trasporto come Stati Uniti. «Esistono tre categorie re non soltanto la salute attuale,
lo shuttle. Il modulo italiano è già di astronauti: i piloti, i tecnici di ma anche la possibilità che insor-
in fase di prototipo presso gli sta- bordo (“mission specialist”) e i re- gano problemi in futuro. Non si
bilimenti dell’Alenia, ma dovran- sponsabili degli esperimenti (“pay- passa, per esempio, se il battito
no essere stanziati altri fondi per- load specialist”): per tutti sono ri- cardiaco aumenta troppo durante
ché l’opera sia conclusa. chieste eccellenti condizioni di sa- la prova di sforzo alla cyclette, op-
Arriveranno, i soldi? «L’Italia lute e di forma fisica», dice Vitto- pure se le pressione è stabilmente
ha dato la sua parola in questo rio Cotronei, medico, che ha par- al di sopra di 140/90, o ancora se la
senso, firmando un memorandum, tecipato al gruppo di lavoro italia- concentrazione di zuccheri nel san-
cioè un impegno a livello governa- no per stabilire i criteri di selezio- gue aumenta troppo quando i can-
tivo», dice Calamia. «Cambiare ne. L’ultimo concorso, quello al didati assumono una certa quan-
idea adesso inciderebbe profon- quale ha partecipato Maurizio tità di glucosio». In realtà soltanto
damente sull’immagine interna- Cheli, è stato organizzato dall’Asi per i piloti sono ancora richieste
zionale del nostro Paese». Se tutto per preselezionare i cinque italiani caratteristiche da superman, men-
andrà secondo le previsioni, dun- che avrebbero poi partecipato a tre per i “payload specialist” (i re-
que, ci saranno anche alcuni ita- un’ulteriore selezione europea. «Si sponsabili degli esperimenti) pre-
vale il curriculum scientifico.
Quanto alla cultura, è richiesto a
I cantieri del cosmo tutti un “bachelor”, un titolo di
studio americano che corrisponde
fesa. Vediamo quali sono
le principali.
■ Alenia spazio, di Tori-
ti europei. Realizzerà i
moduli logistici per la fu-
tura stazione spaziale Al-
sistemi elettro-ottici.
■ Laben, di Milano. E’
specializzata in sistemi
a una laurea breve. E la parte psi-
cologica? «Si fanno test di orien-
tamento spaziale, ragionamento
no. E’ capocommessa fa. (Nella foto, la camera computerizzati, software logico, percezione e vigilanza. Se
nelle maggiori iniziative anecoica dell’Alenia) di bordo ed elettronica di non si individuano vere e proprie
dell’Asi e in molti proget- ■ Bpd, di Colleferro. Si controllo.
occupa principalmente di ■ Fiar, di Milano. Produ- malattie psichiche, però, nessun
propulsione di satelliti. ce unità che trasformano candidato viene scartato: il profilo
Partecipa inoltre alla co- in elettricità la potenza psicologico viene piuttosto utiliz-
struzione dei booster fornita dai pannelli solari. zato per scegliere la persona più
(cioè i razzi) di Ariane 4 Realizza inoltre, in colla- adatta a una certa missione, tra co-
e di Ariane 5, e ha in can- borazione con il centro di loro che hanno superato i test fisi-
tiere il futuro lanciatore ricerca Cise di Milano, ci. I profili migliori comprendono
leggero Vega. celle in arseniuro di gallio. una buona capacità di comunicare
■ Officine Galileo, di Fi- ■ Nuova Telespazio, di e socializzare, e una forte motiva-
renze. Produce sensori Roma. Realizza e gesti-
per l’assetto automatico sce impianti per collega- zione». In linea di massima, cioè, il
dei satelliti, e in generale menti via satellite. cosmonauta ideale dev’essere al-
legro e testardo. ■
IL POSTER
Il nostro bosco personale
Circa 1500
O
gni italiano ha a dispo-
sizione circa 1500 metri
quadrati di foresta. Un
metri quadri bel pezzo di terra che si
trova sulle Alpi, sugli Appennini,
di foresta lungo le coste, ovunque ci sia un
bosco naturale, coperto da alberi
(non sempre e arbusti spontanei. In realtà la
foresta è molto più che un grup-
po di alberi che crescono nello
in buona stesso luogo: è un ecosistema
complesso, nel quale convivono
salute): è piante, animali, microrganismi,
che competono e collaborano tra
di loro per suddividersi il suolo,
quanto ogni la luce, l’acqua, le sostanze nu-
trienti e il calore. Gli alberi sono
italiano ha però i rappresentanti principali di
questo mondo, giacché utilizzano
a propria l’energia solare per fissare il car-
bonio presente nell’atmosfera,
disposizione.
Ecco gli
alberi che ci
appartengono
e che verrà così reso disponibile
per tutti gli esseri viventi. Inoltre,
le loro radici trattengono il terre-
no, impedendo che venga trasci-
nato via dall’acqua, e filtrano le
sostanze inquinanti, che così non
raggiungono le falde sottostanti.
Le foreste ricoprono il 29 per
cento della superficie del nostro
Paese, ma ci sono regioni più
verdi di altre: la Liguria, il
Trentino Alto Adige, la Toscana
e l’Umbria. In Puglia e Sicilia in-
vece, l’indice di boscosità, ovvero
la presenza di piante d’alto fusto,
raggiunge valori minimi. La mag-
giore concentrazione di piante
resinose si trova lungo l’arco alpi-
no e in Calabria. In particolare le
“peccete”, cioè i boschi di abete
rosso, si trovano nella provincia
di Trento, i lariceti, boschi di lari-
ce, in Piemonte, le piante monta-
ne di abete bianco e pino laricio
in Calabria, i pini mediterranei
(domestico e marittimo) in To-
scana. I faggi vanno invece cerca-
ti in Abruzzo e in Emilia Roma-
gna, i lecci in Sardegna, i castagni
in Liguria. Non si possono infine
dimenticare le estensioni di
querce da sughero, in Sardegna, e
di carpino, nel Lazio, boschi che
vengono tagliati per ricavare pe-
riodicamente legname. «La mag-
gior parte dei boschi, il
66 per cento, appar-
tiene a privati. So-
lo il 34 per cento
è effettiva-
mente di
proprietà
pubblica. La legge però prevede
in ogni caso che, chiunque ne sia
il proprietario, l’ambiente fore-
stale debba essere curato il più
possibile», spiega Alberto Guzzi,
del Corpo forestale dello Stato.
Ma in che modo? Con una manu-
tenzione accurata, rimboschi-
menti, cioè piantagione di nuovi
alberi dove mancano, e sistema-
zione dei boschi danneggiati
dagli incendi, dai parassiti, o
dall’inquinamento atmosferico.
Purtroppo gli alberi italiani
non godono di ottima salute.
«A partire dagli anni
Settanta, come in
tutti i Paesi
dell’Europa
mediterranea,
gli incendi
boschivi sono aumentati: in me-
dia, ogni anno, da noi se ne sono
verificati 9800, e 55 mila ettari di
bosco sono stati distrutti», sotto-
linea Franco Mattia, del Servizio
antincendi. Negli ultimi dieci an-
ni si sono aggiunti altri problemi:
piogge acide, ozono, sostanze
azotate, metalli pesanti. Le piog-
ge acide in particolare provocano
la decolorazione della chioma e
l’imbrunimento degli aghi, men-
tre l’ozono, che viene prodotto in
città e trasportato in montagna
dalle correnti atmosferiche, fa
ingiallire e cadere prematura-
mente le foglie. Secondo l’ultimo
rapporto del ministero dell’Am-
biente, stanno subendo gli effetti
dell’inquinamento circa il 18 per
cento delle conifere (alberi come
abete e pino), e il 16 per cento
delle latifoglie (quelli che
perdono le foglie in inverno). Il
fenomeno è particolarmente gra-
ve nelle foreste di alta montagna,
cioè la maggior parte dei boschi
italiani. Gli alberi che vivono
ad alta quota sono per la maggior
parte del tempo coperti dalle
nuvole e le foglie, inevitabilmen-
te, intercettano gocce di umidità
e le sostanze in esse disciolte.
Nel poster che Focus vi offre, e
che è stato preparato anche gra-
zie alla collaborazione di Labora-
torio verde Sidis, si può trovare
una guida al riconoscimento dei
principali alberi italiani, ai loro
inquilini (dagli uccelli agli inset-
ti), e la mappa dei più antichi
esemplari sul nostro territorio. ■
L’hit parade
del verde
IdaglincheItalia esistono boschi
si distinguono
altri per particolari
caratteristiche botaniche
o anche storiche.
Bosco Fontana (Marmiro-
lo, Mantova, 228 ettari): è
ciò che resta dell’antica fo-
resta che ricopriva la pianu-
ra Padana. E’ formato da
farnie, carpini, ontani, olmi.
Foresta di San Marco
(Auronzo, Belluno, 430
ettari): è una foresta di
abete rosso, abete bianco e
faggio che copre le pendici
del monte Sorapis.
Pinete di Ravenna (Raven-
na, 1060 ettari): un bosco
antico di farnie, pioppi,
ontani, carpini e frassini,
che con la diffusione del
pino domestico si è trasfor-
mato in una delle più belle
pinete litoranee italiane.
Foresta di Valle Ferrara
(Casperia, Rieti, 30 ettari):
è una selva impenetrabile
di lecci, cerri e rovere, che
si estende sui monti Sabini.
Monte Pollino (Cosenza,
18 mila ettari): leccete,
faggete, esemplari
maestosi di abete bianco e
di pino loricato.
Inoltre, in Italia ci sono 16
parchi nazionali, 74 parchi
regionali e numerose riserve
naturali: sono in tutto 437
aree protette, alle quali si
aggiungono gli orti botanici.
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