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Il mondo

delle api

Indice
Capitolo 1: Le api
- Conosci le api?
- La vita delle api
- Anche le api dormono
- La struttura dello sciame
- Curiosità

Capitolo 2: Il miele
Origine del miele -
Proprietà del miele -
Varietà di miele -
Altri prodotti dell’alveare (pappa reale, -
propoli - cera, idromele, aceto di miele)

Capitolo 3: L'apicoltura
- L’apicoltura tradizionale
- I tipi di arnie tradizionali
- Chi è l'apicoltore?
- Apicoltura urbana nel mondo: il miele
alle porte della città
- Apicoltura urbana con B-BOX: in cosa è
diversa

CAPITOLO 1
Le api

1.1 Conosci le api?

Le api sono tra gli organismi fondamentali per


l’impollinazione di innumerevoli specie di
piante, dagli alberi da frutta alle verdure, fino a
un semplice fiore. Recentemente si è scoperto
che l’ape più antica è stata trovata nel
Mayanmar, all’interno di un’ambra la cui età
supera i 100 milioni di anni!

Esiste anche un’iconografia scoperta agli inizi


del 1900, in cui viene raffigurato un nido di api
e un cacciatore di miele. È da tantissimo tempo
quindi che esiste un rapporto tra uomo e api.
Oggi le api popolano tutto il nostro pianeta. Ne
esistono di tantissime specie, più di 20.000
(insetti bottinatori), dall’ape gigante, con una
lunghezza di 3cm, all’ape nana lunga appena
2mm.

Le api sono comunemente note per la


produzione di miele. Quelle che se ne
occupano fanno parte della specie apis
mellifera, di cui esistono due tipologie
principali: la ligustica e la carnica. Ma
focalizziamoci sull'attività più importante
svolta da tutte le api: l’impollinazione.

Il trasporto di polline permette la fecondazione di piante e


fiori e la conseguente produzione di semi e frutti.
Molta della produzione alimentare e della biodiversità del
mondo infatti, dipende da questo meccanismo. Di
conseguenza, questi insetti sono fondamentali per
l’equilibrio dell’intero ecosistema terrestre.
Ovviamente non sono gli unici impollinatori, ma sono quelli
principali e i più efficienti. Pensate che l’80% di questo
fenomeno dipende solo ed esclusivamente dalle api.

Il loro corpo peloso e la carica elettrostatica che trasmettono,


permettono al polline di aderire perfettamente.
Le api sono erbivore e riescono ad accumulare energia
sfruttando l’elevato contenuto di zucchero all'interno del
nettare. Questi insetti imenotteri sono dotati di organi, nello
specifico zampe posteriori e addome, che facilitano
l’impollinazione in modi diversi. Anche la bocca ha una funzione
importante perché permette di prelevare il nettare senza
danneggiare il fiore. Come fanno però a individuare i fiori
“buoni” da quelli “cattivi”? Le loro antenne svolgono da organo
olfattivo e, in combinazione con la loro capacità di percepire la
luce ultravioletta, permettono loro di identificare i fiori che
contengono ancora nettare.

1.2 La vita delle api


In media una colonia di api ospita tra le 50.000 e le 60.000 unità.
Questo numero varia in base alla stagione: in inverno si
raggiunge il numero minimo di api, mentre in estate si assiste a
un incremento che può raggiungere anche le 100.000 unità. Le
api si suddividono in 3 categorie: l’ape regina, il fuco e l’ape
operaia.

L’ape regina è la sola femmina fertile e


si distingue dalle operaie per l’addome
più disteso e massiccio. Il suo ruolo è
quello di deporre il più alto numero di
uova. Ha una vita massima di 5 anni.

Il fuco è il maschio ed è privo del


pungiglione. Il suo compito consiste nel
fecondare la regina e vive all’incirca una
stagione, perché durante l’inverno viene
escluso dall’alveare. Di conseguenza nel
periodo invernale troveremo una colonia
priva di fuchi.

L’ape operaia invece è una femmina


sterile. Nell’alveare è la categoria più
numerosa, ne possiamo contare qualche
decina di migliaia. Il suo corpo è
estremamente versatile, il ché le consiste
di svolgere tutti i lavori necessari
all’interno dell’alveare, nel corso della sua
vita. A causa dell'alto carico di lavoro a cui
è sottoposta, vive all’incirca 40 giorni nel
periodo estivo (mentre sei mesi in
autunno-inverno).

1.3 Anche le api dormono


Fino a qualche decennio fa si pensava che le api non dormissero.
In realtà non è così. Molti studiosi alla fine degli anni '80 hanno
cominciato a interessarsi di questo fatto, soprattutto studiando la
vita delle api operaie.

Il sonno delle api è molto Come noi, preferiscono dormire


simile a quello di mammiferi e in ambienti bui perchè
uccelli. Quando esse dormono indirettamente trasmette loro
perdono tono muscolare, la un senso di sicurezza e
loro reazione agli stimoli è più protezione, un modo per
lenta e meno vigorosa, la loro ripararsi dai predatori (uccelli,
temperatura corporea si rettili, insetti ecc…). Secondo
abbassa e si muovono meno. alcuni ricercatori però, il sonno
non costituirebbe un fattore
fondamentale per il ripristino
delle energie dell'ape, bensì
uno strumento per il corretto
svolgimento delle proprie
funzioni fisiologiche.

Una di queste funzioni è la danza delle api, una pratica utilizzata


per indicare una nuova fonte di cibo. In questo caso, la mancanza
di sonno aumenta l’imprecisione con cui viene comunicata la
direzione. Questo è dovuto al fatto che questa operazione è
faticosa per l’ape, che se non ha dormito bene sarà meno precisa.
In compenso, la mancanza di sonno non inficia sulla
comunicazione della distanza per il raggiungimento della nuova
fonte di cibo.

1.4 La struttura dello sciame

La formazione a sciame è un comportamento collettivo


particolare di certi animali e insetti, che consiste nel
raggruppamento da parte della specie, con l'obiettivo di migrare
in una direzione ben definita.

Nel caso delle api il termine utilizzato è sciamare. Questo tipo di


comportamento non fa capo a un'unità organizzativa centrale,
non c’è quindi nessuno che dirige il tutto. Semplicemente, ogni
singola unità si limita ad adottare una serie di comportamenti
che a loro volta influenzano le azioni delle altre, e per questo
nessuno attiva meccanismi di supervisione sugli altri. Questo
comportamento viene adottato dalle api per la nascita di nuove
colonie attraverso la scissione di una famiglia già esistente.

Tutto inizia con l’abbandono


dell’alveare da parte dell’ape regina,
che richiama un buon numero di api
operaie. Queste rimarranno su un
albero delle vicinanze un paio di
giorni, in modo da permettere alle
altre di trovare un posto adatto in cui
costruire una nuova colonia.
Se nell’alveare d’origine avremo la
formazione di una o più regine,
avverrà una nuova sciamatura detta
secondaria che potrebbe essere
seguita da una successiva (terziaria).
Tutto ciò va a discapito della famiglia
originaria, che risulterà così indebolita
per via della fuga di api operaie che
seguono l’ape regina. Gli sciami
secondari e terziari sono di
dimensioni inferiori rispetto allo
sciame primario, anche perché la
regina del primo sciame è già
fecondata e quindi in grado di dar vita
a una nuova ape regina. In questo
modo, in caso di morte della regina, la
colonia non rischia l'estinzione.

Questo
processo di solito
avviene durante la stagione
primaverile per motivi di
sovraffollamento dell’alveare o
per la nascita di nuove regine.

1.4 Curiosità

Le api sono note ed apprezzate per essere delle instancabili


lavoratrici, ma sei davvero sicuro di conoscere ogni minimo
particolare di questi piccoli e simpatici insetti? Questa è una serie
di curiosità sulle api che forse non conoscevi!

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Questi dolci animali lavorano senza sosta,
infatti per un singolo volo un’ape è in grado
di impollinare tra i 50 e i 100 fiori. Basti
considerare che per la produzione di 1 kg di
miele, si stima che una colonia debba
impollinare circa 1.737.500 fiori: un
numero alquanto impressionante!

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Lo sapevi che le api operaie sono tutte
femmine? Esse, rispetto all’ape regina, sono
nate sterili e per questo motivo il loro scopo è
lavorare tutta la vita. Queste api svolgono
vari lavori. Per esempio, le api più giovani
tipicamente si occupano della pulizia delle
celle, mentre la custodia e il foraggiamento
sono compiti tipici delle api più anziane. Sono
indubbiamente la linfa vitale dell'alveare,
senza di loro non ci sarebbe nessuno a
prendersi cura della regina, nessuno che si
occupi della produzione di miele o
dell'impollinazione di piante e fiori!

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L'elettricità statica aiuta le api ad
attrarre il polline, infatti quando
esse volano l'attrito dell'aria sfrega
gli elettroni dandogli una carica
positiva. I fiori sono caricati
negativamente, quindi, quando si
trovano in prossimità di essi,
l'elettricità statica fa sì che il polline
sia attirato e si attacchi all'ape. Una
scena alquanto affascinante, non
trovi?

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È una paura comune l’idea di
imbattersi in uno sciame di api, ma in
realtà questa eventualità non è affatto
pericolosa! Questi insetti, al contrario
delle vespe, sono innocui e possono
attaccare solamente nel momento in
cui percepiscono un pericolo
concreto o quando hanno già iniziato
a costruire il loro alveare. Infatti, in
questo caso è necessario stare molto
attenti a non farle innervosire per non
ritrovarci in seri guai!

5 Lo sai che le api hanno cinque occhi? I


due più grandi sul lato sono costituiti
da più lenti e rilevano colori, forme e
movimenti, mentre i tre occhi più
piccoli in alto rilevano semplicemente la
luce e le aiutano con l’orientamento.
Nonostante questa interessante
caratteristica, le api sfortunatamente
non hanno una bocca e quindi non
possono mordere, ma solamente
succhiare i liquidi. Quando qualcuno
vi dirà che le api rovinano le vigne
rosicchiando l’uva, ditegli chiaramente
che si sbagliano: sono le vespe a
mordere i frutti, non le api!

Nonostante sia doloroso, non molti 6


sanno che il veleno delle api ha
proprietà terapeutiche. Infatti, esso
contiene un’importante sostanza (api
tossina) che ha molte proprietà in
grado di curare e ridurre gli effetti
negativi di almeno 500 malattie
umane, tra cui l’Alzheimer. Vi sono
addirittura alcuni studi secondo i quali
nei pungiglioni di questi insetti vi siano
delle possibili cure per l’AIDS.

7 In passato si pensava che questi insetti


vedessero solamente in bianco e nero, in
realtà le api riescono a catturare quattro
sfumature cromatiche: il giallo, il blu,
l’ultravioletto e il verde, ma non sono
assolutamente in grado di recepire il colore
rosso. Nonostante questo, le api sono
ancora una volta un passo avanti rispetto a
noi esseri umani perché riescono a
percepire i raggi ultravioletti, raggi che
noi riusciamo a vedere solamente tramite
la spettroscopia. Questa è un’abilità
essenziale per questi insetti, poiché gli
permette di notare le superfici riflettenti
della luce ultravioletta dei fiori. In questo
modo, le api riescono a identificare in
maniera più semplice le piante per poi
dedicarsi all’impollinazione!

Le api sono in grado di riconoscere certi tipi di


forme, tra cui il volto umano! Infatti, sono in grado di
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distinguere un viso da un altro, basandosi su un
insieme di caratteristiche come linee e punti,
ricordandoseli anche a distanza di qualche giorno. A tal
proposito, l’Università britannica di Cambridge ha
dimostrato in maniera concreta questa scoperta:
l’esperimento consisteva nel riporre le api in prossimità
di quattro foto di diversi volti umani e venivano
ricompensate nel momento in cui si avvicinavano ad
una delle fotografie tramite una sostanza zuccherosa.
Una volta rimossa la ricompensa, le api hanno
continuato ad avvicinarsi alla foto in questione
dimostrando di aver riconosciuto il volto esatto otto
volte su dieci. Un’abilità stupefacente che in
pochissimi insetti sono in grado di fare!

CAPITOLO 2
Il miele

2.1 Origine del Miele


Le origini del miele sono antichissime e
risalgono alla preistoria, più precisamente al
Neolitico, dove il miele veniva
semplicemente cercato e raccolto. È con gli
Egizi che troviamo il primo caso di
allevamento di alveari e dove il miele inizia
ad essere considerato una pietanza di lusso;
verrà etichettato poi come “nettare degli Dei”
da Greci e Romani, convinti che cadesse
direttamente dal cielo e che le api si
occupassero semplicemente della sua
raccolta.

Questa idea di miele come “celestiale” si protrarrà fino


all’Ottocento, dove invece la chimica organica fornirà una
spiegazione del fenomeno. Il miele è sempre stato utilizzato
in ambito alimentare come dolcificante, condimento e
conservante.

Essendo però molto versatile, veniva


utilizzato in svariati ambiti come quello
medico, per la cura di ferite o bruciature,
e per i problemi legati alla digestione o
nell’ambito cosmetico. Solo nel
Novecento si iniziò a parlare di miele
unifloreale e venne gradualmente data
importanza alla distinzione delle varie
tipologie di miele partendo dal fiore da
cui esso veniva prodotto.

2.2 Proprietà del miele


Il miele è composto per il 70-80% da fruttosio e glucosio.
Prodotto alimentare dalla lunghissima conservazione, ha
innumerevoli proprietà.
La più importante è quella antibatterica e antibiotica, infatti
viene consigliato per trattare problemi alla gola e alle vie
respiratorie, oltre che essere usato per contrastare la
comparsa di brufoli e acne. Ha inoltre effetti positivi contro
l’insonnia. A livello dell'apparato digerente, stimola l’attività
della flora batterica con il suo effetto depurativo; sulle vie
urinarie ha proprietà antinfiammatorie e diuretiche. Infine
stimola la circolazione e funge da difesa contro l’anemia.

Un consumo regolare di un cucchiaio


di miele al giorno, può apportare
quindi importanti benefici in termini di:
- Vie respiratorie: azione calmante per
la tosse
- Fegato: azione protettiva e
disintossicante
- Rene: azione diuretica
- Muscoli: aumento della performance
sportiva e resistenza alla stanchezza
- Sangue: antianemico grazie al
contenuto di ferro
- Azione antibatterica e cicatrizzante

2.3 Varietà di miele

Esistono tantissime varietà di miele dato che le variabili che


influiscono sulla sua produzione sono molteplici. La principale
è sicuramente data dalle piante e dai fiori da cui viene
ricavato il polline, ma anche la posizione geografica influisce.

Miele Millefiori:
Viene prodotto tramite
l'impollinazioni di diverse
piante e può variare di sapore e
aspetto, a seconda di dove
viene prodotto e dai fiori tipici
del luogo. Dal punto di vista
nutrizionale è il più completo,
ricco di nutrienti per ogni età e
ottimo integratore per gli
sportivi. Aiuta a combattere i
mali di stagione, a mantenere
la pelle morbida e a nutrire i
capelli. Ha un colore tenue e un
sapore abbastanza delicato,
per questo è particolarmente
adatto per essere sciolto nelle
camomille e nei tè.

Miele di Sulla:
Viene prodotto soprattutto nel
Sud Italia, dove la pianta della
Sulla è molto diffusa. Ricco di
vitamina A, vitamine del gruppo
B e C, ma anche di zinco,
magnesio e ferro, il miele ha un
sapore delicato e un colore
tenue, adatto per ogni utilizzo.

Miele di Melata:
Viene raccolto dalle foglie degli
alberi, infatti le api mellifere
succhiano la linfa e la
trasformano in melata.
Tradizionalmente viene
consumato nel centro ed Est
Europa e in Asia, ha un forte
apporto nutritivo ma è meno
dolce rispetto ai normali mieli.
È indicato per chi soffre di
diabete per il basso contenuto
di glucosio.

Miele di Castagno:
Viene prodotto nelle alture dei
paesi mediterranei e conserva
il sapore forte delle foreste da
cui proviene. È indicato
sopratutto per accompagnare
carne e formaggi. Di colore
ambrato scuro e di consistenza
viscosa, questo miele è un
validissimo:
-antibatterico,
-antinfiammatorio
-emolliente
Utile per risolvere tossi secche
e grasse.

Miele di Eucalipto:
Deriva dai fiori dell'omonima
pianta arborea sempreverde,
diffusa ampiamente lungo tutto
il litorale tirrenico, in Sicilia e in
Sardegna. Il miele ha un aspetto
ambrato e una consistenza
piuttosto compatta, che tende a
cristallizzare. Il sapore è intenso,
balsamico e moderatamente
dolce. E' ricco di antiossidanti, in
particolare flavonoidi, quindi è
particolarmente prezioso per
combattere i radicali liberi.

Miele di Cipolla:
Originario dell’Asia, è un
prodotto dall’aspetto e dalle
proprietà nutritive uniche, con
un retrogusto caratteristico e
riconducibile a quello della
pianta. Proprio per le sue
caratteristiche è molto
ricercato, anche se viene
prodotto in basse quantità e
quindi risulta difficile da
reperire.

Miele di Agrumi:
Viene ricavato dal nettare
raccolto dalle piante di arancio,
bergamotto, cedro, limone e
mandarino. Dotato di una
grande intensità aromatica,
tra il floreale e il fruttato, ha
anche molteplici benefici, difatti
è un ottimo:
- antiossidante
- antinfiammatorio
-rilassante e calmante (viene
consigliato per alleviare gli stati
di ansia).

Miele di Arancio:
Viene prodotto principalmente
nel Sud Italia, soprattutto in
Sicilia dove la coltivazione di
agrumi è maggiore. Ricco di
vitamine e antiossidanti, viene
usato per scopi curativi ed è un
valido sostituto del
saccarosio.
Questo miele unifloreale viene
immediatamente riconosciuto
per l’intenso odore di zagara, i
fiori degli agrumi dai quali
viene ricavato.

Miele di Girasole:
Viene prodotto principalmente
nel centro Italia dove i girasoli
sono più diffusi. È ricco di
fruttosio e quindi è un valido
dolcificante. Ha un retrogusto
che ricorda i sapori della
campagna e il colore ricorda i
fiori da cui proviene. Negli
ultimi anni, grazie anche a
importanti riconoscimenti,
questo miele sta venendo
considerato come uno dei
migliori alimenti per il
benessere fisico.

Miele di Acacia:
Viene prodotto in tutt’Italia con
fioritura a maggio. È un miele
mono-floreale, di color giallo
molto chiaro e ha una consistenza
liquida, con un leggero retrogusto
amarognolo. Aroma e sapore sono
delicati e viene visto come un
ottimo energizzante oltre che
essere adatto a persone che
soffrono di diabete, grazie alla sua
alta digeribilità. Ha inoltre un
effetto depurativo per il fegato e
migliora l’equilibrio intestinale.

Miele di Erba
Medica:
Proviene dal Medicago sativa, una
pianta foraggera delle leguminose,
ed è diffusa in Italia ove il maggior
produttore è la pianura padana. Si
cristallizza spontaneamente
alcuni mesi dopo essere stato
raccolto, è di colore chiaro e
ambrato, il suo profumo è
leggermente floreale con qualche
nota di fieno.
Ha un sapore delicato, a volte
acidulo e leggermente piccante in
gola.
In purezza non contiene glutine.

2.4 Altri prodotti dell’alveare

La pappa reale
Viene prodotta da apposite ghiandole delle giovani api e viene
usata per alimentare le larve nei primi giorni di vita e per
alimentare la regina per tutto il suo ciclo vitale. Ha un colore
bianco-avorio-giallastro e un sapore acidulo, ma al contempo
zuccherino. Viene raccolta dagli apicoltori in alcuni periodi
dell’anno e viene conservata in frigorifero. Al momento del
consumo, dovrebbe essere assunta ponendo la dose giornaliera
indicata sotto la lingua, in questo modo permette al nostro
corpo di assimilarla prima che venga aggredita dalla saliva. È
consigliato svolgere tale operazione alcuni minuti prima della
colazione.

La propoli
Viene recuperata dall’esterno dell’arnia, principalmente dalle
gemme delle piante, trattandosi della resina che viene prodotta
proprio per proteggere le gemme dagli attacchi batterici esterni.
Le api la spalmano sulle superfici interne dell’arnia come
disinfettante sfruttandone le proprietà antibiotiche. L’uomo
con il tempo ha imparato a usare questo prodotto proprio per lo
stesso motivo. La raccolta viene effettuata all’interno dell’alveare
usando delle griglie e viene preparata soprattutto in tintura
madre o in soluzione idroalcolica.

La cera

Anche la cera viene prodotta dalle ghiandole che si trovano


sull’addome delle api. Viene usata per costituire l’architettura
interna dell’alveare. Normalmente non è consumata come
alimento ma viene usata nelle creme per le mani o per cere
protettive per legno e mobilio, grazie alle sue eccellenti proprietà
protettive. Viene anche utilizzata come base per la produzione di
candele di pregio, avendo una caratteristica particolare, ossia che
non produce il classico “fumo nero” quando viene accesa.

Idromele Aceto di miele


Viene prodotto dalla Viene prodotto dalla
fermentazione del miele e si fermentazione dell’idromele,
pensa sia il fermentato più di conseguenza viene
antico del mondo, tanto che considerato l’aceto più antico
nell’antichità veniva nominato del mondo. Ai tempi degli Egizi
“la bevanda degli dei”. veniva usato come medicinale
Tradizionalmente, in molte disinfettante e come bevanda
parti d’Europa, a molte coppie dissetante, miscelandolo con
neo sposate veniva regalato un l’acqua. Negli ultimi anni invece
quantitativo di idromele pari questo alimento ha acquisito
alla durata di circa un mese. una popolarità crescente, sia
Non a caso la locuzione “luna di come condimento, che come
miele” deriva proprio dal fatto cosmetico. In cucina si può
che per la durata di una luna la usare per condire verdure,
coppia potesse godere del insalate, macedonie di frutta o
consumo di questa prelibata per preparare salse di
bevanda. La ricetta base accompagnamento, per
richiede miele, acqua e lievito, esaltare il sapore
ma ne esistono innumerevoli inconfondibile, leggero e
varianti come quelle con il profumato, ben diverso dalle
miele e il malto, con il miele e la tradizionali note acidule e
frutta o anche con pungenti tipiche dei classici
l’abbinamento di miele e aceti in commercio.
spezie.

CAPITOLO 3
L’apicoltura

3.1 L’apicoltura tradizionale

L’apicoltura
È l’allevamento di api ai fini
della produzione e del
commercio del miele e degli
altri prodotti dell'alveare (arnia).

In origine, prima che si sviluppasse la tecnica moderna di


allevamento di api all'interno delle arnie, il miele veniva
prelevato naturalmente negli alveari oppure ricreando alveari
“artificiali”, che potevano essere dei semplici tronchi cavi o di
scorza di sughero.

Fin dall’antichità, l’uso e l’allevamento delle api fu comune a


molte culture, da quella egizia, che li rappresenta nelle
decorazioni tombali, fino ai greci e romani, che avevano già
riconosciuto le proprietà preziose del miele. Gli stessi greci
rivoluzioneranno l’apicoltura, con la loro arnia chiamata anche
“bugno villico”. Era costituita da quattro assi poste a formare un
parallelepipedo vagamente piramidale con un imbocco
leggermente più piccolo rispetto alla parte terminale.
Quest'ultima veniva chiusa da uno sportellino rimovibile.

La rivoluzione nel campo dell’apicoltura però avvenne


nell’Ottocento. Infatti, nel 1851, Lorenzo Langstroth inventa il
favo mobile. Da quel momento è un pullulare di ipotesi e
invenzioni che perlopiù verranno abbandonate, ma altre, in
pochi anni, determineranno un’autentica rivoluzione che sfocerà
all’arnia moderna. Quest'ultima si differenzia dall’arnia antica
per la sua struttura costituita da un modulo base contenente
favi mobili per il periodo di raccolto.

3.2 I tipi di arnie


ARNIA DADANT BLATT
L’arnia Dadant Blatt è la più utilizzata in Italia.
Riprende quella di Langstroth, ma con qualche
modifica. Ha la caratteristica di avere la misura
del nido, dove si sviluppa la famiglia, più alta
rispetto al melario. Le principali varianti sono a
10 o 12 favi.

ARNIA LANGSTROTH
Si tratta, come abbiamo visto in precedenza,
della prima arnia razionale inventata. Le arnie
razionali sono quelle a telaio mobile, ovvero
quelle che consentono l’ispezione senza
distruggere il favo. Ha la caratteristica di essere
modulare, in quanto il nido e il melario hanno la
stessa misura, di conseguenza portano un unico
tipo di telaino.

ARNIA TOP BAR


Detta anche "arnia keniana", per molto tempo
lasciata nel dimenticatoio, da qualche tempo a
questa parte sta diventando popolare anche in
Italia, seppur rimanga ancora una nicchia.
Questo tipo di arnia si differenzia dalle altre
perché ha uno sviluppo orizzontale. Si ritiene che
la sua forma aiuti lo sviluppo naturale della
immagine da sustainlife.org
famiglia.

B-BOX di BEEING
B-BOX é un'arnia italiana, pensata per gli
apicoltori urbani che sono all'inizio della loro
esperienza. Come tutte le arnie richiede
competenze ma ha la particolaritá di essere
adatta a contesti educativi per le pareti
trasparenti che permettono di osservare le api
senza disturbarle e per il "camino" che la rende
sicura spostando in alto l'ingresso delle api.

3.3 Chi è l'apicoltore?


Il suo ruolo è quello di prendersi cura delle proprie api
cercando di aiutarle nella crescita, e causando loro il minor
disturbo e turbamento possibile. In altre parole, la missione
dell' apicoltore è quella di comprendere il comportamento
delle api, rispettandole e aiutandole a mantenersi in
salute.
Si tratta di un lavoro che richiede una grandissima
meticolosità e un'altissima conoscenza e rispetto verso
l’insetto. Se il lavoro viene svolto egregiamente, le api
produrranno dai 20 ai 60 chili di miele in più rispetto a
quanto consumato dagli insetti stessi (e quindi a disposizione
per l'uomo).

3.4 Apicoltura urbana nel mondo

L'apicoltura è un'attività in forte espansione nelle realtà


urbane, perché permette di produrre direttamente a casa un
miele a km0, buono, ma soprattutto sano. Molti studi sullo
spopolamento delle api hanno infatti dimostrato che nelle
città vi è una concentrazione nettamente inferiore di pesticidi
rispetto alle zone di campagna, dove vengono ancora utilizzati
in modo massiccio. Inoltre le api hanno una sorta di sesto
senso, che permette loro di appoggiarsi solo sui fiori sani e
di tralasciare i fiori contaminati, e di conseguenza dannosi per
loro. Tutto questo conferisce anche al miele urbano un’ottima
qualità.
Inoltre, la gestione delle arnie in territori urbani, favorisce
l'educazione e la sensibilizzazione dei cittadini
sull'importanza della tutela delle api e il rispetto della
biodiversità.

il miele alle porte della città

L’apicoltura urbana è ormai una realtà in tantissime città e


metropoli in tutto il mondo, come Tokyo, New York,
Copenaghen, Berlino e Londra. Anche in Italia sta prendendo
piede in città come Bologna, Roma, Milano, Torino, Udine.
Il suo successo è legato alla sempre crescente
sensibilizzazione a livello mondiale sul ruolo delle api e sugli
effetti che le azioni antropiche hanno su questa specie di
insetti, la cui sopravvivenza è ormai considerata fortemente a
rischio.
Gli apicoltori urbani hanno generalmente un numero limitato
di arnie (due o tre) e l'obiettivo é portare biodiversitá in
ambiente urbano piuttosto che produrre miele. Ovviamente
anche per svolgere l'attivitá di apicoltura in cittá é
fondamentale una adeguata preparazione e tutte le
competenze da apicoltore: conoscere le api, fare corsi di
formazione é fondamentale per capire le api ed imparare a
gestirle nel modo piú appropriato per rispettarle e difenderle.

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