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Relazione libro

- Il formicaio intelligente

Capitolo 1

Le formiche possono essere considerate tra gli insetti con maggior successo ecologico nella storia della
Terra, grazie alla loro capacità di adattamento ed ai processi di diversificazione innestati dai
cambiamenti ecologici (come la comparsa di specie vegetali e formazioni di climi differenti) sul pianeta.
Grazie alla natura stessa riceviamo le informazioni necessarie per studiare e conoscere le formiche,
come molti altri animali, in questo caso tramite le resine e l’ambra, che fossilizzano qualsiasi insetto e lo
rendono inerme alle condizioni metereologiche e climatiche che si susseguono nei millenni.

Le formiche fanno parte della famiglia dei Formicidi, nel gruppo degli Apocriti ovvero un sottordine
degli Imenotteri. I primi esemplari di formiche possedevano una natura solitaria che nel corso degli
anni, tramite gli adattamenti conferiti da svariate necessità sviluppate col tempo, è cambiata
diventando esattamente il suo opposto, una socialità che non ha precedenti, detta Eusocialità, ovvero
la capacità di cooperare per un fine unico, quale la sopravvivenza e la procreazione del gruppo.

Capitolo 2

All’interno della specie delle formiche possono essere identificate due tipologie differenti di organismo.
La prima è il singolo individuo, ovvero la formica composta da molteplici organi che collaborano tra
loro; la seconda è la colonia, un superorganismo composto da molti organi -gruppi di formiche-
specializzati nel portare a termine uno specifico compito e che comunicano e cooperano tra loro. Per
permettere il corretto funzionamento del superorganismo sono necessarie alcune regole, ovviamente
non esplicite, bensì conosciute dai singoli esseri, o meglio percepibili mediante i sensi. Per
comprendere questo concetto bisogna sapere che ogni formica invia indicazioni del compito che sta
svolgendo in base ad una serie di odori emessi o alla posizione in cui si trova. Così l’individuo sa dove
dirigersi e quale sarà il suo compito, ovvero unirsi all’organo che necessita maggiore aiuto o che
possiede una forza lavoro inferiore. Oltre a questo fattore vi è una discriminane antecedente che
definisce il compito del singolo, ovvero la specie, il genere ed i caratteri posseduti dalla nascita. In base
alla forma del corpo, alle dimensioni ed al genere vengono automaticamente suddivise le formiche alla
nascita per la loro futura funzione. La possibilità di nascere in una casta piuttosto che in un’altra non
dipende solamente dai geni posseduti, bensì anche dalle condizioni climatiche o più in generale da
fattori ambientali (per esempio la temperatura a cui è sottoposto il nido influisce sul destino di un
uovo).

Capitolo 4

Molti umani non si fermano a riflettere sulle reali capacità delle formiche, ma quando le vediamo
trasportare oggetti più grandi di loro come briciole, foglie o altri insetti rimaniamo stupiti dalla potenza
che riescono ad esprimere pur essendo così piccole. Ma è proprio questo il vantaggio, l’essere molto
piccoli permette di sollevare carichi decisamente maggiori in proporzione all’uomo, all’osservatore e vi
sono leggi fisiche che lo dimostrano con accuratezza. Questi superpoteri sono variabili in base alla
specie di formica ed al luogo in cui si trovano; per esempio troviamo le formiche tessitrici con capacità
di trasporto fino a 100 volte superiori al proprio corpo oppure formiche tumulo tipiche americane che
trascinano carichi anche 5000 volte maggiori. Ma molto spesso capita che non lavorino singolarmente,
bensì sfruttino il lavoro del team, che permette di diminuire il carico ed aumentare l’efficienza. Così
ognuna possiede un compito specifico da svolgere alternato a lavoro di gruppo, il che favorisce un
incremento delle potenzialità dell’impresa.

Oltre alla potenza di carico, le formiche possiedono diverse capacità altrettanto sorprendenti come la
difesa dagli attacchi da parte di altri esseri viventi. La più nota tattica di autoprotezione è quella della
puntura velenosa (essendo le formiche appartenenti alla specie degli Imenotteri), molto pericolosa se
effettuata da particolari specie dotate di aculei, meno da altre anche se altrettanto irritanti. La seconda
tecnica di salvaguardia molto più estrema e rischiosa è la fuga. Le formiche possiedono muscoli in grado
di farle muovere molto rapidamente, ma spesso non è abbastanza essendo molto più piccole della
maggior parte degli animali; per questo in casi gravi esse sono costrette a saltare da qualsiasi punto si
trovino, nella speranza di atterrare non lontane dal nido. Il problema maggiore non è dunque
l’atterraggio, ma piuttosto la distanza dal nido a cui si ritrovano, raggiungendo le decine di metri dalla
colonia stessa senza indicazioni di alcun genere, in balia di animali e senza supporto di altre sue simili.
Infine abbiamo una soluzione ancora peggiore per la singola formica, ma molto altruistica e degna di
nota. Si tratta del sacrificio di se stessi per salvare la colonia, molto utile nel caso della presenza di
intrusi nell’area circondante il nido. Infatti per assicurare la chiusura sicura della tana, capita che una
singola formica sigilli la copertura dall’esterno, rimanendo fuori e rischiando la vita con una alta
probabilità che si verifichi tale evento.

La scelta dei capitoli è presa in base alla mia volontà di introdurre questi insetti molto intelligenti
tramite una spiegazione più interessante possibile e che crei un quadro generale che renda giustizia alle
potenzialità ed all’altissimo livello di socialità espressa da questi piccoli esseri (da cui chiunque ha molto
da apprendere).

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