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Adattarsi ed evolvere

Uomo, ambiente, evoluzione

Il processo di ominazione, viene ricostruito dagli scienziati sulla base della teoria dell'evoluzione naturale,
di Charles Darwin.

Secondo la sua teoria, il mondo vivente è il risultato di un processo di trasformazione dei caratteri per
adattarsi all'ambiente e garantire la sopravvivenza, guidato dalla selezione naturale.
In cui gli individui che sviluppano determinati caratteri si adattano meglio all’ambiente, quindi sopravvivono
e si riproducono.

Gli ominidi

L'ordine dei primati, accomunati dalla presenza di dita lunghe e flessibili e gli occhi disposti frontalmente,
consentendo la visione binoculare, si differenziò dai mammiferi circa 65 milioni di anni fa.

All'interno dei primati, si differenziarono poi le scimmie antropomorfe, la famiglia degli ominidi.
Prive di coda, hanno braccia lunghe e un cervello piuttosto grande in proporzione al corpo.

La "grande frattura"

Le scimmie antropomorfe vivevano nelle grandi foreste dell'Africa centrale.


All'incirca 15-20 milioni di anni fa, proprio lì si formò una lunga e profonda frattura della crosta terrestre,
detta Great Rift Valley, che modificò le condizioni climatiche e ambientali.

A ovest, il clima si mantenne caldo e umido, con grandi foreste pluviali, perfette per le scimmie.
A est, invece, il clima si fece sempre più asciutto e si formò un ambiente diverso, dominato dalla savana,
caratterizzata da estese e assolate praterie, con una rada e bassa vegetazione di boscaglie.

Svolte decisive: bipedismo e stazione eretta

Fu così che, fra i 4 e i 2 milioni di anni fa, comparve un particolare tipo di ominide, l’Australopithecus.

Caratteristiche dell'australopiteco erano il bipedismo e la stazione eretta, una risposta vincente alla sfida di
un ambiente fatto di boscaglie e assolate praterie. Permettevano un migliore controllo del territorio,
ampliando l'orizzonte visivo al di sopra dell'erba alta, lasciavano libere le mani per afferrare, trascinare,
lanciare, manipolare, aumentavano la mobilità, riducevano la superficie corporea esposta al sole.

Il passaggio graduale al bipedismo

Il passaggio alla postura eretta non avvenne d'un tratto, perché essa presentava anche degli svantaggi:
instabilità, maggiore esposizione degli organi vitali, più lungo periodo di apprendimento per i cuccioli.
È dunque probabile che gli ominidi abbiano utilizzato a lungo una postura mista, a due e a quattro zampe.

In ogni caso, bipedismo e postura eretta rappresentarono un passaggio decisivo nella nostra storia
evolutiva.

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