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Bozza 05.06.2022.

© Tino Brömme

Sea Lily

L’esplorazione delle acque profonde rimarrà sempre affascinante. La ferma resistenza dell’oceano
all’arroganza dell’uomo, la terra incognita con i suoi pericoli e segreti, la preistoria viva che racchiude.
Jacques Cousteau lo chiama madre della vita, scultore ondeggiante di montagne, aspro, rude universo
senza età. Al di sotto di 200 metri inizia la cosiddetta “twilight zone”, un mondo sotto il mondo fin dove
la luce del sole non arriva più e tutta la vegetazione cessa. In un raro documentario, realizzato con un
sommergibile operato da biologi, ho visto per la prima volta questa creatura straordinaria che vive sui
fondali marini ― il giglio di mare.

All’apparenza si direbbe che è una pianta che assomiglia ai fiori di giglio o a una palma in miniatura. Il
suo corpo è di colore giallo, rosa o rosso e consiste di un gambo attaccato al suolo, coronato da un calice
di diverse braccia ramificate e piumate. Queste braccia galleggiano nell’acqua intorno e possono
rinchiudersi come i petali di un fiore; ha tra cinque o dieci braccia, di solito, ma nelle acque tropiche più
calde possono essere fino a duecento.

Non abbiamo detto che in questa profondità le piante non possono sopravvivere? Infatti. Il giglio di mare
non è vegetale, è un animale marino! È parente delle stelle marini, dei ricci e cetrioli di mare, e più
strettamente della stella di piume, sua sorella coloratissima che fa a meno del lungo gambo ed è libera
nuotatrice. Si chiamano crinoidi.

I gigli di mare vivono nell’Oceano Atlantico e nel Mar dei Carabi. Si nutrono di plancton e di “pioggia
fecale”, piante o animali decomposti che cadono giù dalle acque superiori, i nutrienti che spiegano che
pur nelle regioni più profonde esiste ancora vita. Questo cibo viene intrappolato nelle braccia di piume e
trasferito nella bocca situata nella parte superiore del calice; ovviamente hanno un apparato digestivo. Si
riproducono – perché esistono maschi e femmine – attraverso miriadi di uova rilasciate come una
ragnatela o una nebbia nella corrente del acqua.

Sono quindi creature che vivono “nella corrente” con delle strategie di sopravvivenza straordinari. Una di
queste è la capacità di rigenerare i loro arti. Se un ramo viene morso da un pesce o strappato, possono
farlo ricrescere uguale a prima. Un’altra è loro vita in simbiosi e commensalismo con certi ospiti. Sono
paguri, un tipo di granchietti fragili, quasi trasparenti, affittuari anche delle conchiglie vuote, che trovano
protezione nella corona del giglio e in cambio lo difendono contro l’attacco dei ricci di mare.

Ma il loro comportamento più sorprendente, più bello da osservare, è stato scoperto solo da recente nel
XXI secolo. Non rimangono permanentemente attaccati al fondo, come si era sempre pensato, no, sono in
grado di spostarsi. Riescono a sradicarsi dal suolo o abbandonare loro stelo per fuggire da predatori, l’ho
visto filmato: pare che una piccola palma da cocco camminasse sul fondo del mare aiutata dal movimento
dei tentacoli piumosi!

Sono fra gli animali più antichi ancora viventi, gli scienziati li chiamano fossili viventi. Ottanta tipi del
giglio di mare esistono ancora, alti non più di settanta centimetri, diffusi dal Giappone all’Australia e
nelle Indie occidentali. In confronto, si conoscono più di cinque mila tipi estinti, lunghi fino a venti metri.
I loro fossili risalgono al paleozoico, cioè a oltre 500 milioni di anni fa. Solo per dare un orientamento, in
questa era lunga del paleozoico si formavano i primi pesci e le piante cominciarono a migrare dal mare
Bozza 05.06.2022. © Tino Brömme

sulla terra ferma. I dinosauri sono estinti 65 milioni di anni fa. L’uomo esiste da soli 350.000 anni. Più
vecchio di così devi essere un ameba!

Le trovate archeologiche indicano che vivevano in colonie a migliaia. E come se non bastasse, mentre
alcuni gigli di mare si trovano già a 200 metri, sopravvivono anche in profondità estreme di 1300 metri o
addirittura fino a 9000 metri. Immagina uno di loro in questo momento, nel buio più assoluto, sotto una
pressione di circa 900 bar che corrisponde al peso di 1500 elefanti, con la valigia sotto le braccia correndo
in fuga lungo il fondo marino!

La gente del Medioevo raccoglieva i loro steli fossili e se li infilava nelle collane; erano considerati
magici e capaci di dare coraggio ai guerrieri. Ci sono ancora molte domande sul loro modo di vivere a cui
la scienza non è stata in grado di rispondere. Il loro segreto rimane il più profondo del mondo.

892 bar o il peso 1500 elefanti

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