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EVOLUZIONE:
L’insieme dei cambiamenti (morfologici, molecolari) che portano una data struttura ad essere differente dalla
condizione iniziale espressa dallo sviluppo embrionale. Forza dell’evoluzione è la selezione dei caratteri su
base ambientale Gene produce proteina, la quale definisce carattere somatico.
NB: Una proteina non decifra un carattere somatico, ma gruppi proteici determinano caratteri somatici.
Sono i “loci genetici” che influenzano il carattere somatico. A seconda di come si esprimono danno caratteri
diversi. La variabilità si inserisce già nella meiosi. Le mutazioni sono eventi rari, non possono giustificare
milioni di anni di evoluzione. E talvolta non finiscono nemmeno bene le mutazioni. Che le mutazioni ci siano
e che possono integrare si, ma dire che queste siano la forza dell’evoluzione no.
L’unica struttura veramente evoluta nell’uomo è il sistema nervoso. È il più lunghi e più differenziati tra tutti
i vertebrati e invertebrati. Tutte le altre forme non sono evolute ( reni non è capace di desalinizzare l’acqua
di mare, i delfini e le balene si / la mano ce l’hanno anche i rospi, ma gli ungulati, i felini, i canidi hanno “mani”
più evolute. Noi abbiamo solo l’opponibilità del pollice ).
BIPEDISMO:
Qualunque soggetto zoologico sfrutti per posizione posturale o deambulatorio l’uso di due arti (di fatto gli
arti inferiori) è un animale bipede
Bipedismo a stazione eretta: L’uomo presenta una situazione posturale e deambulatoria identificabile come
Bipedismo a stazione eretta. L’asse del corpo si presenta parallelo all’asse dell’arto inferiore:
- Linea di scarico delle forze gravimetriche in asse all’arto inferiore
- La spinta deambulatoria si esercita sul piano frontale
l bipedismo umano è preciso ( bipedismo a stazione eretta ). Noi non siamo gli unici bipedi, sono bipedi
infatti molto uccelli, struzzi, galli e galline, dinosauri. Questi però non sono a stazione eretta, infatti il rachide
è inclinato rispetto al piano morfologico dell’arto inferiore. Noi abbiamo la colonna vertebrale in asse rispetto
all’arto inferiore. Fino a 30 anni fa si pensava che il dinosauro era più evoluto del dinosauro quadrupede (
invece non è così ). La nostra condizione di bipedismo non è relazionabile alle altre
L’HOMO SAPIENS SAPIENS E’ L’ESSERE PIU’ INTELLIGENTE CHE SIA MAI ESISTITO SUL PIANETA TERRA.
L’uomo è l’unico mammifero-primate a postura bipede eretta: Supposta connessione con lo sviluppo
intellettuale umano. La postura bipede, realizzando un equilibrio gravimetrico sulla colonna vertebrale, ha
permesso l’espansione dell’area neurocranica (quindi dell’intelligenza umana). Oltretutto la postura bipede
ha liberato l’arto superiore per renderlo funzionale alla manipolazione elaborata e di precisione degli
oggetti. Operatività essenziale allo sviluppo dell’intelligenza umana
1. Colonizzazione della Savana: La causa ambientale che ha indotto lo sviluppo della struttura umana
2. Acquisizione della POSTURA BIPEDE ERETTA per movimenti liberi e veloci in ambiente aperto
3. Aumento della capacità di manipolazione elaborata e di precisione degli oggetti
4. La postura bipede, realizza un equilibrio gravimetrico sulla colonna vertebrale, Favorendo
l’espansione dell’area neurocranica (quindi dell’intelligenza umana )
Knucle Walkers: La struttura anatomica dei primati mantiene una ampia strutturazione favorente la
brachiazione:
• Arto superiore allungato
• Bacino allungato
• Arto inferiore non totalmente distensibile in asse
• Curvature della colonna vertebrale pressochè assenti
Le scimmie PAN e GORILLA, non sono bipedi. Sono pseudoquadrupedi: si muovono sul terreno utilizzando
tutti e 4 gli arti. Hanno strutturi colonnari simili tra di loro e non appoggiano completamente le mani per
camminare, ma solo le nocche “Knucle Walkers”. Tra l’uomo e lo scimpanzè c’è la corrispondenza del 98%
di eguaglianza: il 2% di disuguaglianza è un abisso in realtà. I geni invece tra le persone differiscono per lo
0%: abbiamo tutti gli stessi geni ma con sequenza diverse.
Oltre alla camminata, la dimensione dell’arto superiore tra PAN e Uomo è notevole: lo scimpanzè ha arti
molto più lunghi e adatti alla brachiazione (muoversi negli alberi oscillando). Hanno il bacino allungato (
per quanto simile al nostro ), noi inviene abbiamo il bacino largo per sostenere il peso del bipedismo. L’arte
inferiore di uno scimpanzè non può essere raddrizzato. Gli scimpanzè non hanno curvature vertebrali
fisiologiche ( solo poca cifosi cervicale), l’uomo invece ha lordosi e cifosi per sostenere il peso del bipedismo.
L’ adattamento all’ambiente porta alla CONQUISTA della POSIZIONE ERETTA con L’AUSTRALOPITECO.
Comparso in Africa orientale circa 3 – 4 milioni di anni fa quando per le variazioni climatiche (il clima caldo–
umido era sostituito da un clima più secco) le foreste diminuirono e comparve la Savana (con grandi
praterie). Per vivere nella Savana l’andatura eretta era più vantaggiosa rispetto a quella a 4 zampe perché
permetteva l’uso delle mani; così l’australopiteco riusciva ad attraversare le praterie trasportando il cibo o
usando pietre come armi.
Comunque A. Afarensis rimaneva ancora un buon arrampicatore, come induce ad ipotizzare la struttura dei
piedi (presentanti caratteristiche di inarcabilità e di presa diversa da quelli propriamente umani, con presenza
di divaricazione del dito alluce)
Questa andatura bipede permise all’uomo di migliorare la sua struttura fisica perché con l’HOMO ABILIS
vissuto circa 2 – 3 milioni di anni fa il suo cervello era più sviluppato degli Australopitechi, le mandibole erano
meno grosse, imparò ad usare strumenti in pietra (che scheggiava per renderle taglienti e le appuntiva) e
quindi iniziò a modificare l’ambiente in cui viveva perché non si nutriva più solo di vegetali ma poteva anche
andare a caccia, lavorare la carne e tagliare le radici più dure.
AUSTRALOPITHECUS: Postura bipede eretta con piede da arrampicatore: il suo biotopo erano gli alberi, ma
camminava liberamente.
L’australopithecus, 1974 Lucy, il suo scheletro era abbastanza completo ( bacino e femori fino al piede ).
Grazie alla completezza abbiamo potuto ricostruire in maniera fedele la particolarità di questo genere. Non
era un HOMO poiché il cranio era molto diverso, ma è stato un nostro progenitore. LUI ERA BIPEDE. Struttura
del piede, bacino e femore suggeriscono il suo bipedismo eretto. Oltretutto il suo piede non era il piede di
un vero camminatore, ma c’era una divalcazione tra l’alluce e l’altro gruppo delle dita. In più mancavano
gli archi plantari.
IN SOSTANZA LE TEORIE…
Ci sono reperti ossei riferiti a progenitori della linea Homo, datati intorno ai 7 milioni di anni fa, che
presentano tracce di morfologia da bipedi, pur conservando la capacità di arrampicamento sugli alberi le
prime forme di lavorazione e produzione di utensili non hanno evidenze prima di 2,5 milioni di anni fa.
NB: Il bipedismo è una caratteristica nata molto prima di qualunque utensile prodotto con le mani,
presente in ominidi che vivevano in foresta. Il bipedismo quindi è nato quando i nostri progenitori
dimoravano ancora in foresta mentre veniva mantenuta la capacità di arrampicamento, da qui il termine
di “BIPEDISMO FACOLTATIVO".
Conclusione: I nostri parenti più affini tra i primati come scimpanzé e gorilla, riescono a sollevarsi per brevi
tratti durante la camminata ma non possono stare fermi con i soli arti posteriori poggiati a terra, ne tanto
meno riescono a flettere completamente l'arto inferiori: queste sono prerogative da ominidi.
NUOVA CONCEZIONE:
Ile genere Homo non è l’unico genera che si sia dotato di
bipedismo a stazione eretta. Emerge il concetto di bipedismo
facoltativo come situazione intermedia tra l’andatura
quadrupede obbligata e quella bipede obbligata. Il bipedismo a
stazione eretta non è associato nella sua genesi alla vita in spazi
aperti o alla produzione di oggetti.
NB: non è una forma “knucle walker” a rappresentare la
divergenza evolutiva tra i grandi primati ed il genere homo, ma
una forma di quadrupede arboricolo.
VERSO UN PROGENITORE DELL’UOMO
LEMURI: I Lemuri ed i primati non antropoidi propriamente non sono antenati delle scimmie antropomorfe.
I loro antenati cominciarono a dagli altri primati fra i 62 e i 65 M.a.f. I primati non antropoidi (Lemuri e Tarsi)
posseggono una anatomia dell’articolo esterno dell’arto inferiore di tipo esclusivamente prensile
SIFAKA: lemuri ballerini del Madagascar. Saltella lateralmente: essendo un lemure non usa forze anteriori
ma laterali. La sua struttura di quadrupede arboricolo è in grado di formare una posizione simil-eretta. (
effettivamente ci dice che il quadrupede arboricolo è correlato al bipedismo eretto ). La struttura longilinea
è tale che questi possono stare simil-eretti ( tengono comunque gli arti inferiori flessi )
PROCONSUL: Grazie alla recente scoperta di nuovi resti fossili, si è stabilito che questo primate estinto non
fù un progenitore dello scimpanzè e del gorilla, bensì l’ultimo antenato comune delle grandi scimmie
antropomorfe e dell’uomo. Le ossa degli arti sembrano suggerire una locomozione quadrupede piuttosto che
sospesa di ramo in ramo, anche se secondo alcuni ricercatori l'animale poteva esprimere qualche tendenza
alla brachiazione (per presenza di un pollice opponibile). Questi animali avevano una conformazione dei polsi
simile a quella delle scimmie del Vecchio Mondo, avevano presenza di arco trasverso sul piede: mancavano
di coda ed avevano zampe anteriori più lunghe e forti rispetto a quelle posteriori, in rapporti simili a quelli
degli scimpanzè (o a quello di Sahelanthropus). La costituzione complessiva del corpo era robusta: in vita
dovevano pesare al massimo una ventina di chilogrammi.
Nelle scimmie del vecchio mondo la tendenza variamente spiccata alla brachiazione realizza un rapporto
«lasso» tra ulna e radio, quale si osserva anche nell’uomo. Fanno eccezione le scimmie ad andamento
quadrupede (cercopitechi) dove una piccola estensione ossea dell'ulna poggia in un incavo formato da due
ossa del polso, il pisiforme e il piramidale identificando l’estremità come abile all’appoggio del peso del corpo.
NB: L’uomo non ha una vera articolazione fra l'ulna
La maggiore riproduttività ai tempi dei bipedi eretti sta nel fatto che il gruppo zoologico sia andato a terra
per liberare le mani e migliorare il rapporto sociale e sessuale. L’arto superiore non si è liberato per la
manipolazione: il bipedismo è nato 8mln anni fa, i primi oggetti 2mln anni fa con l’homo abilis. In questo lasso
di tempo con le bra ccia libere si sono migliorate le cure parentali.
Noi non abbiamo pelo, sensibilità superficiale evolutissima. Il momento sociale degli scimpanzè era spulciarsi,
il nostro è abbracciarsi. Le superfici sensoriali definiscono la struttura per l’abbraccio: perdita pel per
migliorare sensazione abbraccio. Nei punti di abbraccio ( avambraccio, trapezi, petto ) sono ipersensibili che
si dotano di componenti emotiva. I peli si sono persi già quando si è evoluto il bipedismo eretto.
Anche il cranio ha seguito tutta una serie di modificazioni: il collegamento con la postura bipede eretta è
molto importante, poiché ha reso possibile lo sviluppo cranico. Dall’Homo abilis in poi si ha il maggior
incremento evolutivo della scatola cranica ( l’uomo impara a fare cose e quindi aumentano le dimensioni ).
Ciò che fa differenza in termini intellettivi non è il numero di neuroni, ma è l’insieme dei contatti sinaptici (
maggiori collegamenti ). Noi abbiamo sviluppato molto le zone frontali e temporali ( aree di associazioni
manipolative ). Ma un’altra area è molto sviluppata nell’uomo, insula: empatia. Il salto evolutivo è stato
dunque grazie si ad una aumento delle capacità cognitive manipolative, ma soprattutto grazie anche alla
sfera emotiva ( per la prole ).
Via viva che si sono sviluppate forme più intelligenti hanno ridotto gli spazi per le altre specie, per questo noi
siamo gli unici sopravvissuti. L’Homo erectus diventerà anche trasnmigrante.
LE ARTICOLAZIONI
L’articolazione è l’entrata in rapporto funzionale di due elementi ossei. Ci sono
molteplici rapporti tra le ossa che definiscono diverse articolazioni a livello
motorio.
Sinartrosi: relazioni funzionali anatomiche tra due elementi ossei che pongono
questi ultimi in continuità funzionale.
Articolazioni fibrose: tessuto fibroso
Suture: Tipiche delle ossa craniche, realizzano condizione di immobilità.
Al di la della loro funzione, evolvono durante la crescita ( fontanelle ) .
Sindesmosi: Tipico delle coppie di ossa lunghe, realizzano condizione di
mobilità
Gonfosi: Tipico dei denti, realizzano una relativa mobilità
Diartrosi: relazioni funzionali anatomiche tra due elementi ossei che pongono questi ultimi in contiguità
funzionale. Collegamento dato da un manicotto esterno (rapporto di CONTIGUITA’) presenza di uno spazio
tra i capi ossei contrapposti.
NB: Tipicamente associati legamenti collaterali posti superficialmente alla capsula articolare. La cartilagine
ialina permette l’ammortizzamento delle forze di peso. Anche il liquido sinuviale permette una migliore
funzionalità dell’articolazione, in particolare permette il favoreggiamento dello scorrimento tra i due capi
ossei.
Gli elementi ossei fondamentali predisposti a realizzare con le loro architetture la postura bipede sono:
La colonna vertebrale
Il bacino
Arto inferiore (Coscia Gamba, Piede)
Gabbia toracica (profilo inferiore si presta all’inserzione dei muscoli addominali con finalità di
stabilizzazione della postura bipede)
Nei Tetrapodi:
Settore cervicale con curvatura pronunciata=
alta mobilità sospensione del cranio assicurata
da legamenti posteriori, cranio piccolo
Settore toracico = curvatura appena
accennata, settore tendenzialmente rigido per
la presenza della gabbia toracica
Settore lombo-sacrale= curvatura unica,
appena accennata ma con alta mobilità flesso-
estensoria che garantisce elasticità per le forze di spinta.
Da una posizione di spinta sulla colonna (tertrapodi) ci troviamo in una situazione di trascinamento della
colonna.
Linee di spinta deambulatoria perpendicolare al piano della colonna verticale
Linee di carico ponderale gravanti sull’asse della colonna vertebrale
VERTEBRE TORACICHE:
1. mov. Rotatorio
2. limitato mov. fless/esten
3. mov. Inclinazione
VERTEBRE COCCIGEE:
1. Immobili
NB: Il movimento complessivo della colonna vertebrale è ottenuto dalla composizione dei singoli movimenti
vertebrali
SCHELETRO APPENDICOLARE:
TIKTAALIL ROSAE: Mostrava già diverse caratteristiche proprie degli animali che deambulano su quattro
zampe, (tetrapodi). In particolare, le grandi pinne anteriori presentavano articolazioni corrispondenti a quelle
di spalle, gomiti e, in parte, polsi. Strutture queste che permettevano a Tiktaalik di spostarsi sulla terraferma.
I nuovi reperti indicano che anche la struttura del suo bacino (indiviso), aveva dimensioni uguali a quelle del
cingolo scapolare, una caratteristica da tetrapode. Inoltre aveva un acetabolo (l'incavo della testa del femore)
che prova il collegamento con un femore (non trovato) mobile, articolabile, e forte come testimoniato anche
dalle inserzione dei muscoli sulla cresta iliaca. Ulteriori elementi quali un collo mobile, una robusta gabbia
toracica e polmoni primitivi corredano l’anatomia di questo essere a vita anfibia.
Nei mammiferi la coda non ha significato propulsivo e assume un significato di stabilizzazione motoria. Per
cui le vertebre e la muscolatura associata si riducono. Nei primati la coda si fa assente e residua come
elemento coccigeo che pur nel suo aspetto residuale va a rinforzare la struttura sacrale definendo un più
ampio profilo osseo per l’inserimento di legamenti di solidità e per un più ampio inserimento di muscoli
posteriori (molto evidente nell’uomo).
In una morfologia primitiva, le tre ossa (Ileo, Ischio e Pube) convergono definendo un foro per l’accoglienza
della testa del femore, che diviene una fossa allorquando la stabilizzazione posturale e la forza propulsiva
dell’arto posteriore aumenta.
L’osso pubico si posiziona anteriormente e si pone in rapporto articolare con il controlaterale a definire una
struttura chiusa (bacino) per stabilizzare il decorrere delle linee di forza tra asse vertebrale e arto posteriore
(per le meccaniche di spinta e/o appoggio). Variazioni relativamente al sistema riproduttivo
Numerose negli uccelli (sinsacro) evoluzione della condizione rettiliana 3-5 vertebre nei mammiferi
(coinvolgimento delle ultime vertebre lombari). Nei mammiferi primati la porzione ossea sacrale della
colonna vertebrale si rinforza assumendo un aspetto compatto (Il sacro).
Nei vertebrati non-mammiferi la mobilità trasversale della colonna vertebrale necessita di ampia libertà nel
settore lombare che assorbe la componente più ampia dell’oscillazione, in quanto deve fornire la spinta,
mentre l’arto anteriore fornisce solo l’appoggio.
Nei mammiferi la mobilità fesso-estensoria (dorso-ventrale) della colonna vertebrale ha nel settore lombare
una parte importante che asseconda tale movimento, che va 5inoltre ad essere ripartito su di una maggiore
elasticità della colonna vertebrale e la presenza di una capacità di appoggio-spinta fornito dall’arto anteriore.
Quindi le forza di spinta che tendono a definire movimenti trasversali debbono essere annullate, pertanto
l’ultima vertebra lombare nei mammiferi è di fatto coinvolta in un complesso di rigidità con le vertebre sacrali
e l’ileo, determinato dall’inserimento di legamenti che conferiscono coerenza strutturale al complesso ileo-
sacro-lombare.
Nei Knuckle-Walkers (scimpanzè e Gorilla) tale complesso si amplia a includere 2 vertebre lombari, ottenuto
grazie all’estensione craniale dell’ala dell’ileo. Nella postura bipede eretta (uomo) tale complesso si riduce
fino a lasciare completamente libere le vertebre lombari; i legamenti si restringono a consolidare
maggiormente la coerenza funzionale tra vertebre sacrali e Ileo, per una maggiore risposta alle forze reattive
e ponderali.
DIREZIONE DI SPINTA:
La direzione di spinta nell’architettura ossea dell’uomo non passa in asse alla colonna vertebrale ma si fa ad
essa perpendicolare. Da una posizione di spinta sulla colonna (tertrapodi) ci troviamo in una situazione di
trascinamento della colonna. Di conseguenza nell’uomo
il cinto modifica le linee architetturali principali ed alcuni rapporti vertebrali
si irrobustisce il profilo sacrale che presenta 5 vertebre fuse
la coda perde il suo significato bilanciere (reattivo della spinta) e viene eliminata a favore di una
più ampia coesione del settore sacrale con l’elemento residuale delle vertebre caudali, cioè il
coccige
La soluzione di compromesso adottata consiste nella riduzione della massa ossea e muscolare tipica del
genere femminile. Soluzione tesa ad alleggerire le forze di carico ponderale e reattivo aventi nel bacino
(linea arcuata – linea dello stretto inferiore) il punto di decorrenza.
ARTO INFERIORE:
Nell’uomo il femore e la tibia formano un angolo, per cui il peso si
scarica dal collo del femore al condilo esterno del ginocchio. Di
conseguenza, nell’uomo il condilo esterno è più grande di quello
interno.
Anche l'alluce suggerisce la presenza di una andatura bipede, si
avvicina alle altre dita e presenta strutture ossee per l'inserzione dei
flessori
Il Femore modifica il proprio asse architetturale avvicinandosi
all’asse mediano del corpo per assicurare. La stabilità podalica
ortostatica e di spinta.
Collo del Femore per definire distanza dal cinto
Fosse Intertrocanteriche per offrire siti di inserzioni al
complesso di muscoli ausiliari che coadiuvano i movimenti
dell’osso
Trocanteri estesi per inserzione muscoli che assumono
potenzialità di stabilizzazione dinamica e ortostatica
Epifisi distale suddivisa su due condili separati
posteriormente in due masse per movimenti di roto-
traslazione e oscillazione laterale
Anche la Tibia si conforma all'andatura bipede: l'estremità
prossimale risulta allargata per la presenza di una maggiore quantità
di tessuto spugnoso rispetto allo scimpanzé, ed ha funzione di assorbire le sollecitazioni della camminata;
inoltre c' è meno spazio tra tibia e perone rispetto allo scimpanzé.
La pinza bimalleolare è la struttura che mantiene le proprietà dinamiche sul piano frontale (roto-
inclinazione) si fa asimmetrica per definire movimenti flesso estensori e assecondare movimenti di lateralità
e inclinazione
Caviglia antropoide: L’ampiezza della superficie concava dell’astragalo, il rapporto
meno ampio con il malleolo tibiale consentono apprezzabili movimenti di rotazione
laterale. Limita i movimenti di rotazione laterale a favore di una maggiore ampiezza del
movimento flesso-estensorio (che accompagna le forze di spinta in avanti)
IL PIEDE:
A livello delle falangi si nota che nell’uomo l’alluce si porta avanti e si fa parallelo alle altre dita e più robusto,
mentre, negli altri primati, il pollice si presenta notevolmente arretrato. Diviene più grande il profilo del
calcagno. Lo sviluppo (posteriore) del calcagno Identifica la
presenza delle forze di spinta posteriore diviene essenziale anche
nel mantenimento delineazione degli archi plantari.
Il piede si struttura architetturalmente per rendere efficiente il passaggio dalla fase di appoggio:
stabilizzazione posturale
monopodalico deambulatorio
spinta in movimento massimalizzata sulla punta che riduce la superficie di applicazione della forza
ARTICOLAZIONE EMDIODORSALE DELLO CHOPART:
L'articolazione dello Chopart, detta così in onore del
chirurgo francese F. Chopart, è detta
anche articolazione mediotarsale ed è costituita
dall’ articolazione delle ossa del tarso posteriore con
le ossa del tarso anteriore.
Sebbene trattata come un'unica articolazione, in
essa è possibile riconoscere due distinte articolazioni
delle quali una mediale, detta articolazione
astragalo-navicolare o talo-navicolare, ed una
laterale, detta articolazione calcaneo-cuboidea.
La meccanica di base del passo dell’uomo presenta un moto pendolare dell’arto con fulcro nell’inserzione
della testa del femore nell’acetabolo dell’anca [ARTO PARASAGGITTALE]
La condizione bipodalica però impone l’alternanza dell’appoggio monopodalico che realizza una posizione
di equilibrio metastabile (apparente) di tutto il corpo, recuperato dall’impegno muscolare.
Il passo si realizza contemporaneamente ad una extra-rotazione dell’arto sul bacino cui segue una intra-
rotazione di riequilibrio – il che comporta un allungamento del collo del femore.
La necessità di distacco del piede induce inoltre un sollevamento dell’anca che induce una oscillazione
dell’ asse orizzontale del bacino stesso – stabilizzato dall’impegno muscolare.
Fasi del passo:
Ciclo podalico:
1. Appoggio di contatto
2. Appoggio di stabilizzazione e spinta
3. Spinta
Knucle wlakers
Bipede eretto
L’assetto posturale del cranio sulla colonna vertebrale vede nell’uomo un avanzamento rispetto alla linea
posteriore della posizione del foro occipitale.
Con aumento dell’area nucale tipico della postura bipede (aumento inserimento m posturali del
collo)
Assunzione di rapporto perpendicolare tra asse antero-posteriore e asse della colonna.ù
Questo libera l’area cranica dall’impegno muscolare e diviene la base della espansione cranica che
caratterizza l’evoluzione specifica del genere Homo, ulteriormente sorretta dal fatto che la posizione
verticale in appoggio sulla colonna vertebrale permette uno scarico diretto sull’asse portante.
Negli ittiopsidi prevale la muscolatura longitudinale: m.ra assiale dorsale e ventral. Sostentamento del
corpo da parte dal mezzo acquoso non rende necessaria una vera muscolatura addominale
La muscolatura ventrale di sostegno si potenzia per sostenere le forze longitudinali del moto Flesso-
estensorio
Irrobustimento della muscolatura del pavimento pelvico che si fa Contenitiva (e non solo occlusale
come nei mammiferi tetrapodi)
La m.ra assiale dorsale viene ulteriormente ridotta a favore dei movimenti di arto superiore e collo
La m.ra assiale ventrale viene irrobustita soprattutto nella sua componente di m. Retto Ventrale
ADATTAMENTI MUSCOLARI ALLA POSTURA BIPEDE:
La spinta si fa diretta in avanti, per cui le masse muscolari posteriori si fanno più ampie
e robuste per operare una forza di spinta più grande. Le masse muscolari mediali si
fanno più ampie e robuste per sostenere le fasi di appoggio podalico:
Negli ittiopsidi prevale la muscolatura longitudinale: m.ra assiale dorsale e laterale. Sostentamento del
corpo da parte dal mezzo acquoso non rende necessaria una vera muscolatura addominale
Nei mammiferi:
Irrobustimento della muscolatura del pavimento pelvico che si fa Contenitiva (e non solo occlusale
come nei mammiferi tetrapodi)
La m.ra assiale dorsale viene ulteriormente ridotta a favore dei movimenti di arto superiore e collo
La m.ra assiale ventrale viene irrobustita soprattutto nella sua componente di m. Retto Ventrale
In Australopithecus:
mm. Glutea e Tens. Fascia Lata, previlegiano l’inserzione laterale,
Assecondando i movimenti laterali utili nell’arrampicata
MUSCOLATURA DORSALE
Dorsale:
m. Sacrospinale, m. Trapezio e mm. propria della colonna in adattamento
funzionale alle disposizioni architetturali assunte dalla colonna vertebrale.
m. Trapezio Nell’uomo si incrementa il rapporto con la colonna vertebrale
per migliorare lo scarico delle forze ponderali
MUSCOLI ADDOMINALI
mm. Addominale: si trova in asse per operare la tenuta delle linee di spinta anteriore che fanno presa
sui rilievi anteriori del bacino cioè cresta pubica e pars superiore dell’ala dell’Ileo.
Obliquo esterno
Obliquo interno
Trasverso addominale
Retto addominale
Comprimono i serbatoi venosi addominali per una migliore resa emodinamica nell’ attività motoria
(attività incosciente, riflesso motorio). Possono agire da muscoli respiratori secondari (attività
cosciente). Comprimendo i visceri spingono verso l’alto il diaframma costringendolo ad una maggiore
ampiezza del movimento contrattile
MUSCOLATURA GLUTEA
m. Tibiale anteriore
m. Estensore lungo delle dita
m. Peroniero anteriore
m. Peroniero lungo
m. Peroniero breve
Masticazione
La masticazione è un processo complesso nei movimenti e potente nelle forze muscolari che vi intervengono.
Questo importante realtà muscolare fa perno sulla articolazione temporo-mandibolare, unica articolazione
ampiamente mobile del cranio (è una diartosi), mossa da muscoli che da diverse aree craniche si inseriscono
su diversi profili mascellari.
In particolare negli erbivori , ma anche negli onnivori, i processi di lateralità tendono ad essere
particolarmente accentuati. Questi movimenti, soprattutto quelli di lateralità sviluppano forze attive che si
scaricano lungo il tratto cervicale, favoriti dall’appoggio a terra dell’arto anteriore per lo scarico finale delle
forze.
Come osservato per tutte le altre linee di forza interagenti lungo l’asse del corpo,i muscoli esercitano i “tiranti
correttivi” e di “reazione” per meglio disporre questa realtà biomeccanica.
Si osserva così il crearsi di un sistema sinergico di collegamento ad andamento Cranio-caudale che interessa
gli equilibri del sistema locomotore nella sua interezza.
L’assetto bipede eretto, l’allungamento dell’arto inferiore, porta l’area stomatognatica progressivamente più
lontana dal piano di appoggio (scarico a terra), questo obbliga ad un maggiore impegno i sistemi posturali
nello scarico a terra delle forze di masticazione (si consideri anche l’assenza dell’appoggio degli arti superiori).
Muscoli masticatori
1. TEMPORALE (arcata temporale-processo
coronoideo)
2. MASSETERE (processo zigomatico-angolo
mandibola)
3. PTERIGOIDEO ESTERNO (proc. Pterigoideo
lamina laterale - area infratemporale ala
sfenoide- condilo della mandibola e capsula articolare)
4. PTERIGOIDEO INTERNO (proc. Pterigoideo lamina - tuberosità mascellare - angolo interno della
mandibola
Funzioni:
1. chiusura & retrazione (effetto lacerazione)
2. Serrata & protrusione (chiusura di potenza)
3. Lateralità (effetto mola, anche 1) apertura forzata
4. Lateralità (effetto mola, anche 1) contributo di chiusura movimento in avanti
La verticalizzazione della postura crea un sistema di impegno totale lungo tutto l’asse del corpo
Nella specie umana c’e un alleggerimento della muscolatura occlusale (mm. Temporale & Massetere)a
vantaggio della muscolatura di movimento laterale che accentua l’effetto di mola della masticazione
(mm.pterigooidei interni ed esterni). Questo pur alleggerendo le forze di carico diretto, aumentano le forze
dinamiche ( a direzione variabile). Aumentando l’esigenza del dinamismo posturale correttivo che si trova ad
essere massimalmente impegnato causa della disposizione gravimetrica dell’asse portante lo scheletro cioè
il rachide.
Studi hanno evidenziato che variazioni della posizione mandibolare inducono variazioni nell'assetto
posturale in particolare dei muscoli para-vertebrali-------- è stata verificata anche la relazione contraria.
NB: Una cattiva occlusione dentaria potrebbe essere responsabile di modifiche dell'intero assetto
posturale corporeo con alterazioni della colonna vertebrale sul piano frontale e sul piano sagittale che a
loro volta possono ripercuotersi finanche a livello podalico provocando dismetria degli arti inferiori. Gli
squilibri disfunzionali che ne derivano possono essere, a loro volta, responsabili di stati dolorosi acuti e
cronici.
Relazioni neuroanatomiche:
La convergenze di queste informazioni propriocettive sui centri motori consente una seria di controlli riflessi
sia della postura dell'apparato stomatognatico sia, più in generale, di quella di tutto il corpo – via sistema
reticolare & cervelletto.
Sotto sforzo, per migliorare il carico/scarico delle forze, usiamo la muscolatura addominale per irrigidire
l’asse portante delle forze (colonna vertebrale+ bacino). Si agisce bloccando il respiro (quindi il movimento
del muscolo diaframma, a glottide chiusa, con serrata delle arcate dentarie
Inoltre i movimenti sussultori si ripercuotono sull’area anteriore del cranio, cioè le arcate dentarie, che hanno
un appoggio indiretto con l’asse vertebrale e pertanto, se non protette possono subire alterazioni
morfologiche nel tempo
Lo squilibrio tra le tensioni muscolari, il continuo lavoro per compensare disperdono la forza del muscolo
quando gli si chieda la massima prestazione, ma soprattutto si crea uno spostamento del bacino in avanti o
indietro e di conseguenza una variazione di posizione del baricentro, i quanto è ciò che regola la postura,
l’equilibrio, il movimento tecnico e la centralità.
Queste posture errate porteranno dolori e spreco di energie da parte dei muscoli degli arti inferiori, in
particolare quadricipite e bicipite femorale nel primo caso; nel secondo caso dolori al rachide e in particolare
al tratto lombare, perché si ha un busto molto schiacciato con una fascia lombare in continua tensione.
CIRCOLAZIONE DEL SANGUE
Vasi arteriosi del collo: Nell’uomo le arterie del collo divengono di calibro
maggiore,ma non c’è variazione delle disposizioni anatomiche rispettoagli
altri mammiferi
Il primo (in favore al vettore gravitario) è privo di valvole venose. Il secondo (sfavorito
dal vettore gravitario) è ricco di valvole venose
Il poligono di Willis è un circolo anastomotico indispensabile per l’equilibrio dinamico cerebrale. Nell’uomo
P.W. Assume un andamento più circolare, presenta vasi più grossi, con assenza di settori microcircolatori di
collegamento.A volte ritrovati nelle altre classi di vertebrati.
A livello del genere maschile la situazione si fa meno evidente e rimane confinata a I rilievi faciali più marcati,
alla presenza di un maggior irsutismo particolarmente marcato a livello del volto. Si pensa che questa
differenza sia dovuta al fatto che il genere femminile abbia mantenuto relazioni olfattorie più consolidate
rispetto a quanto abbia fatto il genere maschile
Perdita villosità: Le esigenze di dispersione calorica hanno favorito la scelta del non sviluppo del vello
(pelo di copertura), che nella specie umana rimane con morfologia embrionale. Rimane la villosità
sensoriale (è quella che si caratterizza sulla superficie del corpo – Con eccezione di quella del volto)
Villosità ben rappr in entrambi i generi su avambraccio: Rappresenta un sistema sensoriale di analisi
del movimento e per individuazione di potenziali strutture in rapporto di prossimità
Mimica facciale complessa: L’aumento della complessità dei rapporti inter-relazionali tra gli individui
ha reso più articolato il quadro della manifestazione emotiva (acquisizione della Iper-lacrimazione=
pianto, per sottolineare un intenso stato emotivo