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Un formicaio artificiale , al pari di un acquario, la riproduzione di un habitat, e ogni habitat presenta certi
parametri e ha precise caratteristiche.
Quando decidiamo come fare il nostro formicaio, dobbiamo tenere in considerazione due aspetti principali:
1) Deve essere un ambiente ospitale per la nostra colonia
indispensabili a mantenerla in salute e consentirle di ingrandirsi;
presentare tutti
gli
elementi
2) Deve consentire a noi di poter osservare la nostra colonia senza causare disturbo alla stessa,
cos da gustarci questo peculiare tipo di allevamento (come avviene in un acquario).
Un formicaio composto anzitutto da due parti:
2) Arena.
Il formicaio rappresenta lo spazio interno dove si svolge la maggior parte della vita della nostra colonia. E costituito
essenzialmente da tunnel e stanze.
Larena invece la zona di foraggiamento e rappresenta lo spazio esterno del formicaio. E il luogo dove le nostre
formiche escono per cercare cibo ed acqua e rappresenta lareale che loro difendono.
Questo aspetto non da sottovalutare, poich specie particolarmente sensibili possono manifestare una sorta di
stress causato dalla detenzione in un materiale non di loro gradimento e, in tali condizioni, possono deporre meno,
mostrare difficolt varie e, nei casi pi gravi, smettere di deporre lasciando la colonia morire.
I formicai dovrebbero crescere insieme alla colonia. Quindi del tutto controproducente porre colonie piccole in
formicai enormi. Le operaie rischieranno, infatti, di perdersi e morire. Inoltre lo spazio vuoto non verrebbe tenuto
pulito dalle poche operaie, causando la proliferazione di funghi e batteri (anche patogeni). Tutti i parametri sono pi
difficili da tenere sotto controllo e si rischia di causare un blocco alla crescita della colonia o, ancora peggio, la morte
della stessa.
Meglio far passare la colonia da diversi formicai di "accrescimento" e solo quando avr raggiunto diverse
centinaia di operaie porla in un formicaio molto grande.
Il materiale da usare va scelto con cura. Teniamo presente che fondi di terra o sabbia troppo profondi potrebbero
indurre colonie terricole a scavare e a portare la colonia sotto terra nellarena (anzich usare il formicaio che gli
abbiamo costruito). Cos come laggiunta di pietre grosse pu indurre la colonia a cercare riparo al di sotto di questa.
Un modo di evitare tutto ci porre prima le pietre (incollandole magari al pavimento dellarena, per poi disporre un
sottile strato di terra, sabbia o altro materiale. Ricordiamoci infine che quasi sempre le operaie portano nel formicaio
granuli di sabbia e pezzi di terra per coprire spifferi o il vetro di osservazione e aiutare le larve a creare i bozzoli.
Giusta alimentazione:
Non c al riguardo una linea precisa. Bisogna solo basarsi sulle esigenze della singole specie. Ci di cui tutte hanno
bisogno sono anzitutto:
1) Proteine (soprattutto regina e stadi larvali);
2) Carboidrati (soprattutto operaie);
Le fonti proteiche possono essere le pi disparate. Le pi comuni sono il latte, uova e gli insetti (questi ultimi
sicuramente i pi graditi e naturali oltre che completi).
Lassunzione di insetti comunque sempre consigliata per la ricchezza di proteine, carboidrati e micronutrienti.
Giusta temperatura:
La temperatura un fattore importante poich stabilisce il grado di attivit della colonia. Sicuramente far vivere la
stagionalit (le 4 stagioni) il modo pi naturale per evitare brusche variazioni di temperatura (a volte letali), ma in
cattivit principalmente lanno diviso in due stagioni:
periodo di attivit (primavera-estat-autunno con temperature tra i 20 e i 28 C)
periodo di ibernazione (fine autunno-inverno con temperature dai 2 agli 8 C)
Questi valori sono solo indicativi. Spesso colonie sono sopravvissute a giorni in cui le temperature sono scese sotto lo 0.
Ma ricordiamo che anche quando la temperatura scende molto sotto lo 0, appena pochi centimetri sotto terra la
temperatura di diversi gradi sopra lo 0.
Cosa diversa sono le specie tropicali che, il pi delle volte, richiedono costanti valori di temperatura durante tutto lanno,
ottenibili mediante luso di lampade riscaldanti, tappeti elettrici riscaldanti, cavetti riscaldanti, ecc.
Giusta luminosit:
La luminosit uno dei fattori sui quali meno si sa. Che gioco ruoli e la sua importanza ancora da capire appieno.
Alcune specie amano il crepuscolo ed escono fuori in tarda serata o notte altre preferisono ambienti molto luminosi.
E comunque sempre consigliabile dare alla colonia un fotoperiodo cos da riprodurre al meglio il ritmo
giorno/notte.
I vetri del formicaio, soprattutto per le specie pi sensibili alla luce, possono
essere coperti con carta trasparente color rosso o essere coperti totalmente.
Ma la maggior parte delle specie si abitua anche a non aver alcuna copertura.
Questa breve guida vuole gettare solo delle basi molto generiche al fine di capire meglio le schede di
allevamento delle singole specie che troverete sul sito.
Spesso ci chiediamo quali siano i passi giusti da fare per portare la nostra piccola e solitaria regina a formare una
colonia ben sviluppata.
Gli ostacoli contro cui ci dobbiamo scontrare, soprattutto allinizio, sono numerosi.
La fine dellacqua nel serbatoio, le fughe dalle operaie dalla provetta mentre somministriamo cibo e la formazione di
muffe e colonie batteriche nella provetta costituiscono solo alcuni dei problemi riscontrati nelle prime fasi di sviluppo
della colonia.
Le domande che pi generalmente ci si pone, sono:
- Come faccio a riempire il serbatoio dellacqua senza causare stress alla mini colonia?
- Come faccio a cambiare il cotone della provetta che ammuffito?
- Come faccio a dare cibo alle poche operaie senza che mi escano dalla provetta?
- Quando devo iniziare a dare da mangiare?
- Quando posso spostare la colonia in un vero formicaio?
- Quanto deve essere grande?
In questo articolo descriver le fasi e le procedure che seguo nellaccrescimento di una colonia sulla base dell
esperienza maturata dallallevamento di diverse decine di specie differenti. Non il solo modo di far sviluppare una
colonia di formichema, a mio avviso, quello pi semplice e sicuro da seguire.
Tutto ha inizio con il ritrovamento della nostra regina. Come prima cosa la poniamo in una provetta, preparandola
seguendo i passi descritti nellarticolo fondazione di una colonia.
In questa fase, per le regine che fondano in claustrale, non bisogna assolutamente dare cibo mentre alle regina che
fondano in semiclaustrale potremo dare un insettino una volta ogni 2-3 giorni .
Dopo diverso tempo potremo gi riscontrare i primi problemi, come la fine dellacqua nel serbatoio o lammuffimento
del cotone dello stesso (soprattutto se avremo dato qualcosa da mangiare alla regina e questa non lo avr
consumato).
In caso queste cose avvengano quando abbiamo solo la regina, la cosa migliore e unire alla vecchia provetta una
nuova ripreparata correttamente. Posta la nuova provetta davanti la precedente (tenendole unite con poco nastro
isolante) si pu indurre il trasloco oscurando la nuova provetta e ponendo la vecchia sotto una lampada:
Se invece abbiamo una mini colonia di una decina di operaie (a cui avremo fino ad ora dato qualche gocciolina di
miele di tanto in tanto allinterno della provetta), la cosa migliore porre la provetta aperta in una piccola arena al
cui interno avremo posto un serbatoio di acqua costituito da una boccettina con limboccatura tappata con del
cotone o una eppendorf chiusa nello stesso modo.
Provetta appena aperta in arena:
Il vantaggio di questa soluzione sta nellassenza di stress per la colonia (si evitano continui traslochi), nella
possibilit di riempire il serbatoio dellacqua senza andare attorno alla colonia e nella possibilit di alimentare le
operaie senza rischiare fughe e/o stress ( gi arrivata, infatti, lora di dare i primi insettini alla colonia). Inoltre le
operaie avranno la possibilit di portarsi nella provetta il cibo per poi buttare fuori gli avanzi, evitando
contaminazioni interne, sporco ecc
Se si pone un lieve strato di terra nellarena, questa verr accumulata allimboccatura della provetta come un tappo.
Le operaie apriranno e chiuderanno lingresso a piacimento in funzione delle esigenze della colonia.
Quando la colonia avr raggiunto le 50-100 operaie (e nella provetta non ci sar pi spazio), sar possibile
trasferirla in un primo formicaio di accrescimento.
Colonie quasi pronte al trasferimento in formicaio artificiale:
Quello pi pratico e che preferisco la variante 2 (http://formicarium.it/index.php/costruire-un-formicaio/58costruire-un-formicaio-in-gesso-variante-2 ) con al massimo 2 stanze per lato.
In caso di specie arboricole, al posto della "variante 2" in gesso, si pu costruire un piccolo nido in legno con un
paio di stanze...proprio come questo:
Per traslocare la colonia sar sufficiente rovesciare la provetta nellarena del formicaioo semplicemente porre la
provetta aperta nellarena, lasciando poi alla colonia la decisione di quando spostarsi.
Regina e parte delle operaie appena inserite nel nuovo formicaio:
E molto importante ricordarsi che porre una colonia piccola in un formicaio grande pu essere controproducente e
costarci la colonia stessa. Spesso, infatti, poste in un ambiente esageratamente grande, la regina smette di deporre
e la colonia lentamente regredisce. Le formiche, in natura, occupano ambiente angusti e vivono ammassate le une
alle altre. Quindi meglio il sovraffollamento che non il troppo spazio libero.
Questo un esempio di quanto fitte possono stare le formiche in una stanza:
Prima di spostare nuovamente la colonia dovrete avere tutte le stanze cos piene.
Quando la colonia avr raggiunto diverse centinaia di operaie (in base alla specie) e lo spazio vitale sar ormai
completamente occupato, si potr spostare la colonia in un formicaio pi grande (sempre una variante 2 o un altro
tipo di formicaio). Solitamente, in funzione della specie, ci vuole quale anno per arrivare a questo stadio. Il trasloco
pu essere fatto semplicemente unendo due formicaio con un tubo e aspettando che la colonia vi si trasferisca (o
forzandola lasciando asciutto o eccessivamente umido il vecchio formicaio e/o riscaldandolo).
La dieta Bhatkar
Venerd 18 Marzo 2011 13:45 | Scritto da Diana Bonetta |
Agar-Agar; (*)
acqua;
intero;
miele;
Mettere l'agar a mollo in 250 cc di acqua e riscaldare fino alla bollitura. Spegnere la
fiamma e permettere al liquido di tornare a temperatura ambiente.
Triturare finemente la pastiglia vitaminica, con un pestello o il fondo di un bicchiere.
Unire al composto di acqua e agar a temperatura ambiente la pastiglia vitaminica
polverizzata, il miele, altri 250 cc di acqua e l'uovo intero, e frullare alla massima
velocit
per
3
minuti.
Versare il composto in capsule Petri (o altri recipienti, es. bicchierini per il caff di
plastica),
porre
i
contenitori
nel
frigorifero
e
lasciare
solidificare.
Conservare il composto in frigo o congelarlo nel freezer e offrirne alle formiche piccoli
cubetti
volta
per
volta.
(vedi discussioni: 1- come somministrare l'alimento alle formiche, 2- esempio di Bhatkar)
(*) : l'Agar-Agar un gelificante. Si pu comprare in erboristeria, nelle sezioni "prodotti
naturali" di alcuni ipermercati molto forniti, o anche in diversi negozi online.
Scarica il documento pdf completo (in inglese)
La prima pagina:
Prima di inserire le provette o qualsiasi mini-formicaio in frigorifero consigliabile far sentire alle formiche il calo
graduale della temperatura. A questo scopo sarebbe sufficiente esporre le colonie alla temperatura esterna in modo
che percepiscano almeno per qualche giorno, o anche settimana, il calo di luce e temperatura.
In ogni caso allabbassarsi della temperatura, le formiche, che non hanno recettori come i nostri, semplicemente
rallentano e si fermano, senza traumi particolari avvertibili, ma potrebbero essere impreparate ad affrontare in
quello stato un lunghissimo periodo.
Sappiamo che la luce non influenza particolarmente le nostre formiche. Alcune supposizioni sulle condizioni che
inducono le formiche al letargo comprendono quella del magnetismo terrestre; in ogni caso le formiche sentono
avvicinarsi il periodo invernale e questo le condiziona a rallentare lattivit.
Le provette, a seconda della specie contenuta, possono essere tenute in frigorifero, o allesterno (in questo caso
protette con polistirolo o altri materiali isolanti) per tutto il periodo tipico dellinverno delle regioni di provenienza.
Fase AVANZATA: colonie sviluppate con operaie numerose o grandi nidi artificiali.
Probabilmente nessuno di noi ha a disposizione celle frigorifere in cui mantenere tranquille le proprie colonie per
lunghi periodi.
Gi colonie di un anno possono essere piuttosto ingombranti anche private dellarena esterna, per non parlare di
chi ha teche giganti in cui abbia inserito tutto il nido.
Le soluzioni sono molteplici, e chi ha idee nuove e originali ringraziato in anticipo per la sua esperienza.
Spostare le colonie in garage non riscaldati, in cantine, metterli sul davanzale di una finestra o su un balcone
(sempre, in questo caso, in certe regioni va ricreata una situazione di temperatura stabilmente rigida, quindi
proteggere il nido da eventuali raggi di sole, come da gelate improvvise, mettendoli al coperto di contenitori studiati
ad hoc), in verande, magazzini, sono le soluzioni pi a buon mercato e attuabili dai pi.
Anche se la colonia non proprio al gelo, ma al di sotto dei 10 gradi, spesso sufficiente a ricreare le condizioni
ideali per il suo letargo invernale, mentre nel caso di specie particolarmente ostiche (come Myrmica ruginodis,
Manica rubida, Formica rufa, ad esempio) potrebbe essere necessario mantenere queste temperature intorno allo
zero anche per lunghi periodi per indurre la colonia a immobilizzarsi. Questo rende tutto pi difficile se avete preso
le vostre colonie da regioni non di vostra appartenenza (un siciliano che si sia procurato una colonia di Myrmica
ruginodis originaria del Trentino), quindi sempre bene prevedere in anticipo i pericoli e le difficolt di procurarsi e
mantenere formiche che poi non potremo gestire correttamente.
Esperienze personali:
Le colonie di formiche autoctone possono sopportare temperature molto pi basse, per brevi periodi, di quello che
possiamo immaginare. La mia colonia di Messor capitatus ha superato alcuni inverni in garage non riscaldato
anche per diversi giorni al di sotto dei -5 fino a -7, semplicemente ammassandosi e immobilizzandosi. La colonia
non sembra averne mai avuto conseguenze negative, che si sono verificate invece in annate in cui la mantenevo a
8-15 gradi. Temperature che bastavano a rallentare il metabolismo, ma esponevano la colonia a rischi dinfezioni
esterne, che con temperature prossime allo zero non si verificano.
Alle stesse condizioni la colonia di Formica cunicolaria, pur rimanendo inattiva in senso stretto, non si nemmeno
mai bloccata.
Myrmica rubra ha trascorso linverno in provetta (4 regine, circa 50 operaie) semplicemente dentro una scatola di
Ferrero Rocher, senza protezioni, sul davanzale della finestra. Le formiche non si sono mai immobilizzate del tutto.
Ho mantenuto invece le Camponotus maggiori in frigorifero o, nel caso delle C. vagus, il nido allesterno o
allinterno di una finestra abbastanza riparata, ma con temperature che non salivano mai sopra i 10-15 gradi, e la
colonia si riattivata spontaneamente a fine febbraio, dopo una stasi che era iniziata gi a fine settembre.
Una nota particolare va aggiunta sulle fasi vitali di alcune specie di formiche per coloro che sono interessati a
vedere lo sviluppo dei sessuati nelle proprie colonie mature:
Nel caso delle formiche del gruppo Myrmica, si sa che la nascita di regine primaverili avviene solo con uova
schiuse in autunno che abbiano passato la fase invernale in ibernazione allo stato di larva. Questa una
condizione generalmente necessaria; serve l'assenza dei feromoni inibitori della regina a far s che alcune di queste
larve si sviluppino in altrettante regine, e questa cosa avviene durante il letargo invernale. Non abbiamo dati che
possano far pensare che ci possa influenzare anche altre specie. Myrmica una delle pi studiate in tal senso,
ma possibile che alcune specie autoctone seguano lo stesso iter.
Consiglio:
In caso di regine fondatrici che abbiano compiuto il volo nuziale autunnale, sarebbe bene rispettare la pausa
invernale senza sfalsare i loro tempi di deposizione mantenendole a temperature elevate, cosa che possibile
favorire negli anni successivi in cui la popolazione la possa assistere. La regina da sola rischia maggiori stress ed
sempre al limite del suo equilibrio, mentre in presenza delle operaie pu essere mantenuta sveglia e produttiva
(sempre con riferimento a specie che non hanno la fase letargica obbligata).