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Informazioni generali sul mantenimento di una colonia

Venerd 11 Marzo 2011 00:29 | Scritto da Luca Bosetti |

Un formicaio artificiale , al pari di un acquario, la riproduzione di un habitat, e ogni habitat presenta certi
parametri e ha precise caratteristiche.
Quando decidiamo come fare il nostro formicaio, dobbiamo tenere in considerazione due aspetti principali:
1) Deve essere un ambiente ospitale per la nostra colonia
indispensabili a mantenerla in salute e consentirle di ingrandirsi;

presentare tutti

gli

elementi

2) Deve consentire a noi di poter osservare la nostra colonia senza causare disturbo alla stessa,
cos da gustarci questo peculiare tipo di allevamento (come avviene in un acquario).
Un formicaio composto anzitutto da due parti:

1) Formicaio vero e proprio;

2) Arena.
Il formicaio rappresenta lo spazio interno dove si svolge la maggior parte della vita della nostra colonia. E costituito
essenzialmente da tunnel e stanze.
Larena invece la zona di foraggiamento e rappresenta lo spazio esterno del formicaio. E il luogo dove le nostre
formiche escono per cercare cibo ed acqua e rappresenta lareale che loro difendono.

Elementi indispensabili per la colonia


Gli elementi indispensabili per la colonia, in funzione della specie in possesso, sono:
(clicca sul titolo per visitare la sezione corrispondente)
1) Giusto materiale del formicaio;
2) Giusta dimensione e ambientazione dellarena;
3) Giusta alimentazione;
4) Giusto grado di umidit;
5) Giusta temperatura;
6) Giusta luminosit.

Materiale del formicaio:


Per scegliere quale materiale usare conviene guardare ci che avviene in natura. Essenzialmente le specie si
dividono in due tipi principali. Le specie arboricole preferiranno formicai fatti nel legno, mentre specie terricole
preferiranno nidi in terra, sabbia, argilla, gesso, y-tong, gasbeton.

Questo aspetto non da sottovalutare, poich specie particolarmente sensibili possono manifestare una sorta di
stress causato dalla detenzione in un materiale non di loro gradimento e, in tali condizioni, possono deporre meno,
mostrare difficolt varie e, nei casi pi gravi, smettere di deporre lasciando la colonia morire.
I formicai dovrebbero crescere insieme alla colonia. Quindi del tutto controproducente porre colonie piccole in
formicai enormi. Le operaie rischieranno, infatti, di perdersi e morire. Inoltre lo spazio vuoto non verrebbe tenuto
pulito dalle poche operaie, causando la proliferazione di funghi e batteri (anche patogeni). Tutti i parametri sono pi
difficili da tenere sotto controllo e si rischia di causare un blocco alla crescita della colonia o, ancora peggio, la morte
della stessa.
Meglio far passare la colonia da diversi formicai di "accrescimento" e solo quando avr raggiunto diverse
centinaia di operaie porla in un formicaio molto grande.

Giusta dimensione a ambientazione dellarena:


Larena un misto di praticit, gusto estetico ed utilit (sia per noi che per le formiche stesse). Le dimensioni devono
essere adatte alla colonia, tenendo in considerazione il fatto che in natura le operaie si allontanano dal formicaio solo
nel momento in cui non trovano sufficiente cibo nei paraggi e, comunque, il numero di operaie che usciranno sar
sempre una esigua minoranza del numero complessivo di operaie della colonia.
Inutili sono, quindi, arene giganti per coloniette di poche decine di esemplari. Spazi troppo grandi possono, al
contrario, causare disturbo, poich le operaie possono sentirsi meno al sicuro avendo pi spazio da
dovercontrollare e difendere.

Il materiale da usare va scelto con cura. Teniamo presente che fondi di terra o sabbia troppo profondi potrebbero
indurre colonie terricole a scavare e a portare la colonia sotto terra nellarena (anzich usare il formicaio che gli
abbiamo costruito). Cos come laggiunta di pietre grosse pu indurre la colonia a cercare riparo al di sotto di questa.
Un modo di evitare tutto ci porre prima le pietre (incollandole magari al pavimento dellarena, per poi disporre un
sottile strato di terra, sabbia o altro materiale. Ricordiamoci infine che quasi sempre le operaie portano nel formicaio
granuli di sabbia e pezzi di terra per coprire spifferi o il vetro di osservazione e aiutare le larve a creare i bozzoli.

Giusta alimentazione:
Non c al riguardo una linea precisa. Bisogna solo basarsi sulle esigenze della singole specie. Ci di cui tutte hanno
bisogno sono anzitutto:
1) Proteine (soprattutto regina e stadi larvali);
2) Carboidrati (soprattutto operaie);
Le fonti proteiche possono essere le pi disparate. Le pi comuni sono il latte, uova e gli insetti (questi ultimi
sicuramente i pi graditi e naturali oltre che completi).

Riguardo ai carboidrati si usa soprattutto il miele che pu


essere lasciato in goccioline piccolissime poste su una piccola
base lavabile o si pu usare un batuffolo di cotone imbevuto di
una soluzione di acqua e miele ( ideale per le specie pi
piccole che rischiano lannegamento).

Infine ci sono gelatine per insetti e preparati casalinghi (Es. dieta


Bhatkar), che offrono tutte le sostanze di cui necessita la colonia.

Lassunzione di insetti comunque sempre consigliata per la ricchezza di proteine, carboidrati e micronutrienti.

Giusto grado di umidit:


Per alcune specie lumidit non un fattore importantissimo ma per altre essenziale. La Myrmica rubra, per
esempio, richiede abbondante umidit del formicaio, mentre le Messor o le Camponotus vagus vivono bene anche in
formicai pi asciutti. Bisogna documentarsi bene su questo parametro cos da decidere, in fase di costruzione del
nido, quale metodo usare per creare il giusto tasso di umidit.

Si possono creare camere da riempire di acqua internamente al


materiale o esternamente, si pu usare una provetta attaccata ad una
delle aperture del formicaio, si possono creare piedi da immergere in
bacinelle o si pu semplicemente versare dellacqua nell
arena. Esistono molte soluzioni ma, la pi diffusa, sicuramente la
creazione di stanze isolate dal formicaio da riempire ogni tanto.

Giusta temperatura:
La temperatura un fattore importante poich stabilisce il grado di attivit della colonia. Sicuramente far vivere la
stagionalit (le 4 stagioni) il modo pi naturale per evitare brusche variazioni di temperatura (a volte letali), ma in
cattivit principalmente lanno diviso in due stagioni:
periodo di attivit (primavera-estat-autunno con temperature tra i 20 e i 28 C)
periodo di ibernazione (fine autunno-inverno con temperature dai 2 agli 8 C)
Questi valori sono solo indicativi. Spesso colonie sono sopravvissute a giorni in cui le temperature sono scese sotto lo 0.
Ma ricordiamo che anche quando la temperatura scende molto sotto lo 0, appena pochi centimetri sotto terra la
temperatura di diversi gradi sopra lo 0.
Cosa diversa sono le specie tropicali che, il pi delle volte, richiedono costanti valori di temperatura durante tutto lanno,
ottenibili mediante luso di lampade riscaldanti, tappeti elettrici riscaldanti, cavetti riscaldanti, ecc.

Giusta luminosit:
La luminosit uno dei fattori sui quali meno si sa. Che gioco ruoli e la sua importanza ancora da capire appieno.
Alcune specie amano il crepuscolo ed escono fuori in tarda serata o notte altre preferisono ambienti molto luminosi.
E comunque sempre consigliabile dare alla colonia un fotoperiodo cos da riprodurre al meglio il ritmo
giorno/notte.

I vetri del formicaio, soprattutto per le specie pi sensibili alla luce, possono
essere coperti con carta trasparente color rosso o essere coperti totalmente.
Ma la maggior parte delle specie si abitua anche a non aver alcuna copertura.

In fase di fondazione, al contrario, sempre meglio lasciare la regina al


buio. Questo per causarle il meno stress possibile. Essendo sola infatti pi
facilmente stressabile, poich per istinto percepisce pericoli ovunque. Quindi
conviene tenere la provetta contenente la regina in una scatola chiusa o in un
cassetto.

Questa breve guida vuole gettare solo delle basi molto generiche al fine di capire meglio le schede di
allevamento delle singole specie che troverete sul sito.

Fasi di accrescimento di una colonia


Gioved 18 Agosto 2011 10:23 | Scritto da Luca Bosetti |

Spesso ci chiediamo quali siano i passi giusti da fare per portare la nostra piccola e solitaria regina a formare una
colonia ben sviluppata.
Gli ostacoli contro cui ci dobbiamo scontrare, soprattutto allinizio, sono numerosi.
La fine dellacqua nel serbatoio, le fughe dalle operaie dalla provetta mentre somministriamo cibo e la formazione di
muffe e colonie batteriche nella provetta costituiscono solo alcuni dei problemi riscontrati nelle prime fasi di sviluppo
della colonia.
Le domande che pi generalmente ci si pone, sono:
- Come faccio a riempire il serbatoio dellacqua senza causare stress alla mini colonia?
- Come faccio a cambiare il cotone della provetta che ammuffito?
- Come faccio a dare cibo alle poche operaie senza che mi escano dalla provetta?
- Quando devo iniziare a dare da mangiare?
- Quando posso spostare la colonia in un vero formicaio?
- Quanto deve essere grande?

In questo articolo descriver le fasi e le procedure che seguo nellaccrescimento di una colonia sulla base dell
esperienza maturata dallallevamento di diverse decine di specie differenti. Non il solo modo di far sviluppare una
colonia di formichema, a mio avviso, quello pi semplice e sicuro da seguire.
Tutto ha inizio con il ritrovamento della nostra regina. Come prima cosa la poniamo in una provetta, preparandola
seguendo i passi descritti nellarticolo fondazione di una colonia.
In questa fase, per le regine che fondano in claustrale, non bisogna assolutamente dare cibo mentre alle regina che
fondano in semiclaustrale potremo dare un insettino una volta ogni 2-3 giorni .
Dopo diverso tempo potremo gi riscontrare i primi problemi, come la fine dellacqua nel serbatoio o lammuffimento
del cotone dello stesso (soprattutto se avremo dato qualcosa da mangiare alla regina e questa non lo avr
consumato).
In caso queste cose avvengano quando abbiamo solo la regina, la cosa migliore e unire alla vecchia provetta una
nuova ripreparata correttamente. Posta la nuova provetta davanti la precedente (tenendole unite con poco nastro
isolante) si pu indurre il trasloco oscurando la nuova provetta e ponendo la vecchia sotto una lampada:

Se invece abbiamo una mini colonia di una decina di operaie (a cui avremo fino ad ora dato qualche gocciolina di
miele di tanto in tanto allinterno della provetta), la cosa migliore porre la provetta aperta in una piccola arena al
cui interno avremo posto un serbatoio di acqua costituito da una boccettina con limboccatura tappata con del
cotone o una eppendorf chiusa nello stesso modo.
Provetta appena aperta in arena:

Il vantaggio di questa soluzione sta nellassenza di stress per la colonia (si evitano continui traslochi), nella
possibilit di riempire il serbatoio dellacqua senza andare attorno alla colonia e nella possibilit di alimentare le
operaie senza rischiare fughe e/o stress ( gi arrivata, infatti, lora di dare i primi insettini alla colonia). Inoltre le
operaie avranno la possibilit di portarsi nella provetta il cibo per poi buttare fuori gli avanzi, evitando
contaminazioni interne, sporco ecc
Se si pone un lieve strato di terra nellarena, questa verr accumulata allimboccatura della provetta come un tappo.
Le operaie apriranno e chiuderanno lingresso a piacimento in funzione delle esigenze della colonia.

Quando la colonia avr raggiunto le 50-100 operaie (e nella provetta non ci sar pi spazio), sar possibile
trasferirla in un primo formicaio di accrescimento.
Colonie quasi pronte al trasferimento in formicaio artificiale:

Quello pi pratico e che preferisco la variante 2 (http://formicarium.it/index.php/costruire-un-formicaio/58costruire-un-formicaio-in-gesso-variante-2 ) con al massimo 2 stanze per lato.
In caso di specie arboricole, al posto della "variante 2" in gesso, si pu costruire un piccolo nido in legno con un
paio di stanze...proprio come questo:

Per traslocare la colonia sar sufficiente rovesciare la provetta nellarena del formicaioo semplicemente porre la
provetta aperta nellarena, lasciando poi alla colonia la decisione di quando spostarsi.
Regina e parte delle operaie appena inserite nel nuovo formicaio:

E molto importante ricordarsi che porre una colonia piccola in un formicaio grande pu essere controproducente e
costarci la colonia stessa. Spesso, infatti, poste in un ambiente esageratamente grande, la regina smette di deporre
e la colonia lentamente regredisce. Le formiche, in natura, occupano ambiente angusti e vivono ammassate le une
alle altre. Quindi meglio il sovraffollamento che non il troppo spazio libero.
Questo un esempio di quanto fitte possono stare le formiche in una stanza:

Prima di spostare nuovamente la colonia dovrete avere tutte le stanze cos piene.
Quando la colonia avr raggiunto diverse centinaia di operaie (in base alla specie) e lo spazio vitale sar ormai
completamente occupato, si potr spostare la colonia in un formicaio pi grande (sempre una variante 2 o un altro
tipo di formicaio). Solitamente, in funzione della specie, ci vuole quale anno per arrivare a questo stadio. Il trasloco
pu essere fatto semplicemente unendo due formicaio con un tubo e aspettando che la colonia vi si trasferisca (o
forzandola lasciando asciutto o eccessivamente umido il vecchio formicaio e/o riscaldandolo).

La dieta Bhatkar
Venerd 18 Marzo 2011 13:45 | Scritto da Diana Bonetta |

La dieta Bhatkar una dieta artificiale per l'allevamento delle formiche.


La sua validit stata scientificamente accertata nel 1970 presso l'universit della
Florida, testando l'efficacia della formulazione su 28 specie di formiche rappresentanti
4 diverse sottofamiglie di Formicidae.
Ecco la ricetta.
Ingredienti:
5
grammi
di
500
cc
di
1
uovo
di
gallina
62
cc
di
- 1 pastiglia di complesso vitaminico/minerale (es. Multicentrum).

Agar-Agar; (*)
acqua;
intero;
miele;

Mettere l'agar a mollo in 250 cc di acqua e riscaldare fino alla bollitura. Spegnere la
fiamma e permettere al liquido di tornare a temperatura ambiente.
Triturare finemente la pastiglia vitaminica, con un pestello o il fondo di un bicchiere.
Unire al composto di acqua e agar a temperatura ambiente la pastiglia vitaminica
polverizzata, il miele, altri 250 cc di acqua e l'uovo intero, e frullare alla massima
velocit
per
3
minuti.
Versare il composto in capsule Petri (o altri recipienti, es. bicchierini per il caff di
plastica),
porre
i
contenitori
nel
frigorifero
e
lasciare
solidificare.
Conservare il composto in frigo o congelarlo nel freezer e offrirne alle formiche piccoli
cubetti
volta
per
volta.
(vedi discussioni: 1- come somministrare l'alimento alle formiche, 2- esempio di Bhatkar)
(*) : l'Agar-Agar un gelificante. Si pu comprare in erboristeria, nelle sezioni "prodotti
naturali" di alcuni ipermercati molto forniti, o anche in diversi negozi online.
Scarica il documento pdf completo (in inglese)

La prima pagina:

Periodo di Ibernazione delle colonie


Luned 29 Agosto 2011 22:39 | Scritto da Giovanni Bertazzoli |

Periodo di riposo invernale o IBERNAZIONE per le specie autoctone


Per tutte le specie autoctone, quale che sia il tipo di nido e il materiale in cui sono allevate, bene prevedere nel
periodo invernale una fase di riposo equivalente a quelle che si verificano in natura.
Ognuno prenda in considerazione regione, quota o latitudine di provenienza delle proprie formiche, oltre alla specie
in questione.
A questo proposito dobbiamo considerare che alcune delle nostre formiche di origine subtropicale o africana
comeMessor, Pheidole o Cataglyphis, non hanno lobbligo assoluto di ibernarsi, ma affrontano ugualmente un lungo
periodo di stasi come le altre nelle regioni o negli anni in cui le condizioni invernali si manifestano in modo tale da
sconsigliare lo svolgersi della normale vita della colonia.

Origine probabile della fase di letargo.


Il periodo invernale riduce la possibilit di una colonia di approvvigionarsi in modo sufficiente a mantenere attiva
tutta la popolazione. Il calo delle temperature riduce anche la mobilit degli insetti in generale e le formiche non
fanno eccezione se non nelle specie meglio adattate.
Per le formiche del sud e di pianura possibile un semplice rallentamento dellattivit, il calo del metabolismo, e la
cessazione delle deposizioni di uova da parte della regina, mentre nelle popolazioni pi a nord o di montagna
questo rallentamento cos marcato che si verifica il vero e proprio letargo invernale, con limmobilizzazione di tutta
la colonia che si ammassa nelle stanze pi protette del nido, di solito attorno alla regina e alla covata, che pu
rimanere inattiva per tutto il periodo.
Anche il tipo di dieta potrebbe essere significativo: la possibilit di alimentare la colonia con qualsiasi cibo reperibile
rende Pheidole, in vicinanza di fonti di calore, attiva anche in pieno inverno. La formica rufa che si alimenta
prevalentemente di insetti e melata, non potrebbe sopravvivere data lassenza abbondante di queste fonti, anche in
assenza di neve nei suoi boschi di montagna abituali.
In specie di montagna con metabolismo particolare come Camponotus herculeanus e C. ligniperda, ma anche
inCamponotus vagus, formiche che spesso trascorrono linverno al riparo di materiali confortevoli e isolanti come il
legno, questa fase viene definita anche "diapausa invernale, ed uno stato di rallentamento totale dellattivit
anche se la colonia fosse forzatamente mantenuta a temperature accettabili, o anche calde.
Quale che sia la temperatura della stanza in cui terremo alcune delle nostre Camponotus, gi a fine settembre
potremmo notare la totale apatia della colonia, tanto che possiamo considerare ragionevolmente fino a 6-8 mesi il
periodo in cui questa non si dedicher alla cura della covata, n sembrer che le operaie o la regina vogliano
alimentarsi.
Consiglio di rimpinzare a dovere prima di questo periodo le nostre colonie e di mantenerle in stanze se non fredde
o gelide, almeno a temperature che non salgano oltre i 10 gradi.
Infatti uno dei rischi di una colonia inattiva, ma tenuta a temperatura troppo calda, oltre a uno stress generale,
che potrebbe rendere il nido vulnerabile allattacco di muffe, funghi o altre malattie che il ridotto metabolismo delle
formiche non potrebbe contrastare come nel periodo estivo. Inoltre, se le formiche si immobilizzano, grazie al loro
metabolismo possono resistere meglio e pi a lungo che se indotte a muoversi o a restare abbastanza sveglie
anche se inattive.

Fase PRIMA: colonie iniziali in provetta e regine fondatrici.


Quando fosse possibile, per le colonie alla fase iniziale con poche operaie, o anche per le sole regine che
fonderanno la primavera successiva, la stabulazione in frigorifero utile e consigliata; infatti la temperatura
mantenuta stabile una buona garanzia che regine e operaie non siano infastidite da repentini sbalzi di
temperatura.

Prima di inserire le provette o qualsiasi mini-formicaio in frigorifero consigliabile far sentire alle formiche il calo
graduale della temperatura. A questo scopo sarebbe sufficiente esporre le colonie alla temperatura esterna in modo
che percepiscano almeno per qualche giorno, o anche settimana, il calo di luce e temperatura.
In ogni caso allabbassarsi della temperatura, le formiche, che non hanno recettori come i nostri, semplicemente
rallentano e si fermano, senza traumi particolari avvertibili, ma potrebbero essere impreparate ad affrontare in
quello stato un lunghissimo periodo.
Sappiamo che la luce non influenza particolarmente le nostre formiche. Alcune supposizioni sulle condizioni che
inducono le formiche al letargo comprendono quella del magnetismo terrestre; in ogni caso le formiche sentono
avvicinarsi il periodo invernale e questo le condiziona a rallentare lattivit.
Le provette, a seconda della specie contenuta, possono essere tenute in frigorifero, o allesterno (in questo caso
protette con polistirolo o altri materiali isolanti) per tutto il periodo tipico dellinverno delle regioni di provenienza.

Fase AVANZATA: colonie sviluppate con operaie numerose o grandi nidi artificiali.
Probabilmente nessuno di noi ha a disposizione celle frigorifere in cui mantenere tranquille le proprie colonie per
lunghi periodi.
Gi colonie di un anno possono essere piuttosto ingombranti anche private dellarena esterna, per non parlare di
chi ha teche giganti in cui abbia inserito tutto il nido.
Le soluzioni sono molteplici, e chi ha idee nuove e originali ringraziato in anticipo per la sua esperienza.
Spostare le colonie in garage non riscaldati, in cantine, metterli sul davanzale di una finestra o su un balcone
(sempre, in questo caso, in certe regioni va ricreata una situazione di temperatura stabilmente rigida, quindi
proteggere il nido da eventuali raggi di sole, come da gelate improvvise, mettendoli al coperto di contenitori studiati
ad hoc), in verande, magazzini, sono le soluzioni pi a buon mercato e attuabili dai pi.
Anche se la colonia non proprio al gelo, ma al di sotto dei 10 gradi, spesso sufficiente a ricreare le condizioni
ideali per il suo letargo invernale, mentre nel caso di specie particolarmente ostiche (come Myrmica ruginodis,
Manica rubida, Formica rufa, ad esempio) potrebbe essere necessario mantenere queste temperature intorno allo
zero anche per lunghi periodi per indurre la colonia a immobilizzarsi. Questo rende tutto pi difficile se avete preso
le vostre colonie da regioni non di vostra appartenenza (un siciliano che si sia procurato una colonia di Myrmica
ruginodis originaria del Trentino), quindi sempre bene prevedere in anticipo i pericoli e le difficolt di procurarsi e
mantenere formiche che poi non potremo gestire correttamente.

Colonie in cui libernazione non obbligatoria.


Formiche di origine mediterranea (Messor, Pheidole pallidula, Aphaenogaster spinosa, Tapinoma, Catagliphys) ma
anche specie molto elastiche come Lasius o Tetramorium, non hanno lobbligo stretto di ibernarsi, anche se
sempre consigliabile favorire una fase di riposo soprattutto alla regine in colonie sviluppate che sviluppino
abbondanti covate estive.
Anche nelle regioni del nord possibile vedere formiche del genere Tapinoma bottinare allaperto in pieno inverno
con 5-6 gradi, a patto che il terreno sia colpito da raggi di sole.
Le colonie di Messor possono trascorrere linverno in condizioni di semi-letargo, semplicemente rallentando
lattivit, ma senza mai immobilizzarsi del tutto, anche al di sotto dei 10-12 gradi.
In questi casi si pu decidere di far saltare direttamente libernazione a tutta la colonia, o di limitarla ad un arco
breve di pochi mesi (anche solo 2). Le formiche mantengono in stasi la covata per tutto linverno se le temperature
non si alzano per un periodo che possa far loro intendere che il periodo difficile terminato. Non strettamente
necessario fornire cibo alle colonie in questo periodo, mentre bene controllare che lumidit latente sia sempre
accettabile allinterno del nido, o che le operaie possano accedere a una fonte di idratazione.
Uno dei rischi quello di lasciar seccare laria del nido troppo a lungo e di far morire la colonia nel sonno;
controllate sempre che ci sia una fonte dumidit a portata delle formiche.
Sottoposte a forti e duraturi periodi di riscaldamento anche in pieno inverno, le Messor, ma anche le Pheidole o le
Tetramorium, iniziano a deporre le uova e a sviluppare la covata come in piena estate, non essendo influenzate
come le Camponotus o le Formica da altri fattori genetici. In questo caso lalimentazione della colonia deve essere

mantenuta normale come in piena estate.

Esperienze personali:
Le colonie di formiche autoctone possono sopportare temperature molto pi basse, per brevi periodi, di quello che
possiamo immaginare. La mia colonia di Messor capitatus ha superato alcuni inverni in garage non riscaldato
anche per diversi giorni al di sotto dei -5 fino a -7, semplicemente ammassandosi e immobilizzandosi. La colonia
non sembra averne mai avuto conseguenze negative, che si sono verificate invece in annate in cui la mantenevo a
8-15 gradi. Temperature che bastavano a rallentare il metabolismo, ma esponevano la colonia a rischi dinfezioni
esterne, che con temperature prossime allo zero non si verificano.
Alle stesse condizioni la colonia di Formica cunicolaria, pur rimanendo inattiva in senso stretto, non si nemmeno
mai bloccata.
Myrmica rubra ha trascorso linverno in provetta (4 regine, circa 50 operaie) semplicemente dentro una scatola di
Ferrero Rocher, senza protezioni, sul davanzale della finestra. Le formiche non si sono mai immobilizzate del tutto.
Ho mantenuto invece le Camponotus maggiori in frigorifero o, nel caso delle C. vagus, il nido allesterno o
allinterno di una finestra abbastanza riparata, ma con temperature che non salivano mai sopra i 10-15 gradi, e la
colonia si riattivata spontaneamente a fine febbraio, dopo una stasi che era iniziata gi a fine settembre.

Una nota particolare va aggiunta sulle fasi vitali di alcune specie di formiche per coloro che sono interessati a
vedere lo sviluppo dei sessuati nelle proprie colonie mature:
Nel caso delle formiche del gruppo Myrmica, si sa che la nascita di regine primaverili avviene solo con uova
schiuse in autunno che abbiano passato la fase invernale in ibernazione allo stato di larva. Questa una
condizione generalmente necessaria; serve l'assenza dei feromoni inibitori della regina a far s che alcune di queste
larve si sviluppino in altrettante regine, e questa cosa avviene durante il letargo invernale. Non abbiamo dati che
possano far pensare che ci possa influenzare anche altre specie. Myrmica una delle pi studiate in tal senso,
ma possibile che alcune specie autoctone seguano lo stesso iter.
Consiglio:
In caso di regine fondatrici che abbiano compiuto il volo nuziale autunnale, sarebbe bene rispettare la pausa
invernale senza sfalsare i loro tempi di deposizione mantenendole a temperature elevate, cosa che possibile
favorire negli anni successivi in cui la popolazione la possa assistere. La regina da sola rischia maggiori stress ed
sempre al limite del suo equilibrio, mentre in presenza delle operaie pu essere mantenuta sveglia e produttiva
(sempre con riferimento a specie che non hanno la fase letargica obbligata).

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