Speciale

Inventato 300 milioni di anni

L'uovo
fa, è una macchina biologica
perfetta, e consente all'
embrione di svilupparsi
in un ambiente umido
e protetto. Così gli
animali acquatici

nascita hanno conquistato

la terraferma

della vita
L’
uovo? Materia vivente La covata
compattata e impacchet-
tata. La forma più diffusa del ramarro
di riproduzione. Il modo Un ramarro con
più intelligente per affidare all’ le sue uova.
esterno tutto l’occorrente per una Hanno un guscio
morbido e
nuova vita, tanto più che l’uovo, flessibile, e
una volta deposto, fa tutto da sé. vengono deposte
E’ con l’uovo, insomma, che gli in luoghi
animali (e con essi il genere uma- piuttosto umidi.
no) sono partiti alla conquista del-
la terra. In ogni senso, visto che
circa 300 milioni di anni fa, pro-
prio i rettili si trasferirono dall’ac-
qua alla terraferma grazie a una Uccello
straordinaria “invenzione”, il gu- d'avanguardia
scio. Già sessanta milioni di anni Il nido di un
prima, gli anfibi, i primi esseri vi- cavaliere d'Italia,
venti dotati di arti ad apparire sul- costruito
la Terra, deponevano le uova, ma prevalentemente
queste erano gelatinose, e facili a sull'acqua o nel
fango. L'uovo
seccare se lasciate al di fuori dell’ Mamma lepidottero degli uccelli ha
acqua. L’uovo dei rettili, invece, Un bombice della quercia, la struttura
ha un guscio che lo protegge, e può una grossa farfalla notturna, più evoluta,
essere deposto sul terreno. Il nuo- con le proprie uova. in assoluto.
vo ritrovato aveva anche qualche Un mondo
“imperfezione”: conteneva poca ideale
acqua, insufficiente ai bisogni
dell’embrione che si trovava all’in- Un embrione di gallina
a tre giorni dalla
terno (e che ne consuma 12 gram- fecondazione. Attraverso
mi al giorno): perciò anche l’uovo i pori del guscio passano
dei rettili doveva stare all’umido. ossigeno, anidride
carbonica e vapore acqueo.
● Dagli uccelli ai mammiferi
L’uovo vero e proprio, nella sua
forma più perfezionata, è nato co-
▼

Focus 6 Focus 7
In allevamento una gallina
produce circa 300 uova
all'anno. Se fosse lasciata
vivere libera sarebbero
solo una quindicina
sì con gli uccelli, “solo” 140 milio-
▼
ni di anni fa. E’ perfetto. Circa 10
mila microscopici pori permettono
al suo guscio di respirare e, a ogni
secondo, 20 mila miliardi di mo-
lecole d’ossigeno, 14 mila di ani-
dride carbonica e 12 mila di vapo-
re acqueo attraversano ognuna di
queste minuscole aperture. Una
macchina biologica ideale, che
però, non avendo un “calorifero”
interno, ha bisogno di un continuo
apporto termico dall’esterno, per
far sì che l’embrione si sviluppi.
Gli uccelli hanno risolto il pro-
blema con la cova. I mammiferi,
addirittura, mantenendo l’uovo al-
l’interno dell’organismo. Il pas-
saggio in realtà non è stato imme-
diato: i primi mammiferi, assai si-
mili a rettili, deponevano uova e le
covavano, ma allattavano i loro pic-
coli, come l’ornitorinco (vedi box
nella pagina accanto), un vero e
proprio fossile vivente. Finalmen-
te, 100 milioni di anni fa, l’ultimo
grande evento: la comparsa della
placenta, che assicura il nutrimen-
to all’embrione. E’, infatti, la sede
permanente degli scambi tra la
madre e l’embrione prima, e poi,
dopo il terzo mese di gestazione,
tra la madre e il feto. La placenta,
oltre ad assicurare il nutrimento e
la respirazione, garantisce all’em-
brione la difesa immunitaria.
● Oggi come allora
L’uovo più primitivo è ancora
oggi quello di pesci e anfibi: una
semplice vescicola gelatinosa, rico-
perta da una membrana estrema-
mente sensibile alla disidratazio-
ne. Una volta fecondato, l’uovo si
gonfia e accoglie l’embrione in una
sfera trasparente, che è più sottile
nelle specie marine e più spessa in
quelle d’acqua dolce. L’acqua sa-
lata, infatti, è l’ambiente dove so-
no nati i primi viventi e l’embrione
non ha bisogno di troppe barriere
di protezione. Al contrario, la
composizione dell’acqua dolce
non corrisponde affatto alla sali-
nità dell’uovo: da qui l’esigenza di
una gelatina più spessa, che impe-
disca alle grosse molecole di sale di
uscire e modificare così il pH, cioè
Focus 8
Covate
a colori
Uova di uccelli
di diverso tipo. I
colori del guscio
dipendono in
prevalenza da
pigmenti come
le oocianine o le
ooporfirine, che
si originano nel
sangue o nella bile.
L’ uovo è un importante
indicatore biologico,
poiché nelle componenti
lipidiche (i grassi) del
tuorlo vengono trasferite
le sostanze che l’animale
acquisisce con l’alimen-
▼
Anche l'uovo è inquinato
tazione. Così anche
gli agenti inquinanti
presenti nei cibi, fini-
scono per interferire
con i processi biolo-
gici, causando spesso
danni irreversibili. Il di-
partimento di Biologia
ambientale dell’uni-
versità di Siena stu-
dia da oltre 20 anni
gli effetti di Ddt e di altri
insetticidi sulle uova e sui
tessuti degli uccelli. «Noi
controlliamo soprattutto
le popolazioni di gabbiano
comune, fraticello, avo-
cetta e cavaliere d’Italia,
che nidificano sul delta
del Po, analizzando gli ac-
cumuli di Ddt e dei poli-
clorobifenili (il Pcbs), usa-
ti come additivi agli anti-
crittogamici. Nelle uova,
i livelli di questi veleni so-
no proporzionali alla po-
sizione dell’animale nella
catena alimentare (più in
alto sta, più l’uovo è “in-
quinato”), e al degrado
dell’ambiente in cui vive. I
danni sono a carico sia
dell’apparato riprodutto-
re, con sterilità, sia del-
l’uovo, con alterazioni nel
processo di formazione
del guscio, che si rompe
prima della schiusa»,
spiega la dottoressa Leti-
zia Marsili (nella foto).
I più colpiti sono le avo-
cette e i predatori, come
il capovaccaio e il falco
pellegrino, mentre il gab-
biano si adatta meglio e
riesce a modificare, in
parte, il proprio metaboli-
smo, per “detossificare”
i composti inquinanti at-
traverso gli enzimi del fe-
gato.
Ci sono anche quelli fuori serie
C irca 300 milioni di an-
ni fa, i primi mammife-
ri covavano le loro uova
coli nel marsupio. I neo-
nati succhiano poi il latte
secreto dalle ghiandole
asilo ai piccoli per almeno
due settimane. Il maschio
del cavalluccio marino, in-
come gli uccelli, ma allat-
tavano i piccoli. Una testi-
mammarie, di cui sono im-
bevuti i peli della tasca do-
vece, sviluppa una vera e
propria tasca dove trattie-
monianza vivente di que- ve vengono alla luce. ne le uova fecondate.
sto modo di riprodursi è
l’ornitorinco, che vive in
● Questa “incubatrice na-
turale” non è però preroga-
● Nei ciclidi africani d’ac-
qua dolce (pesci delle ac-
Australia e Tasmania. La
femmina depone due o
tre uova nel nido pre-
tiva dei mammiferi: il ma-
schio della pipa del Suri-
name, un grosso anfibio
que tropicali) è la femmina
a servirsi della bocca e
della faringe come incuba-
parato sul terreno, e del sud America, aiuta a trici, mentre altri pesci co-
poi vi si arrotola collocare le uova, deposte me gli anabantidi tropicali,
sopra per covarle. e già fecondate, sul dorso (il combattente del Siam,
Le uova, che sono della femmina, la cui pelle per esempio) hanno trova-
grandi come quelle si gonfia fino a inglobarle, to un altro sistema per co-
di un passero, si ognuna in un’apposita cel- vare le uova. Il maschio
incollano alla pellic- letta che servirà poi alla costruisce un nido fatto di
cia dell’animale, madre per trattenere i pic- bolle d’aria, rivestite da
per immagazzina- coli dopo la nascita. una secrezione oleosa,
re ulteriore calore. ● Per preservare le uova prodotta dalla bocca: una
● L’echidna, inve- dai predatori, diverse spe- volta costruito il nido, atti-
ce, altro mammi- cie di pesci marini e d’ac- ra la femmina, che depone
fero australiano, qua dolce praticano l’“in- le uova, subito fecondate.
depone le uova cubazione boccale”. Il pe- Il maschio le raccoglie dal
in una tasca ven- sce gatto marino, per e- fondale e le “sputa” nel ni-
trale, come fan- sempio, accoglie in bocca do, in mezzo alle bolle
no i canguri che più di 50 uova e, dopo la d’aria, che le sosterranno
ospitano i pic- schiusa, continua a dare fino alla schiusa.
Dall'embrione al pulcino
Ecco, giorno dopo
giorno, l'evoluzione 1 2
di un embrione
contenuto in un
uovo di gallina. 1,
a tre giorni. 2, a sei
giorni (si nota già
la testa). 3, a dieci
giorni (si forma il
corpo). 4, a quindici
giorni (evidente il
piumaggio). 5, dopo
venti di giorni, il
pulcino è pronto a
uscire dall'uovo. 6, 3
poco dopo l'uscita.
Catena di montaggio
4
1 L'ovaio
secerne un
ovulo, con il
5 Sono passate 20 ore:
l'uovo ha raddoppiato
di volume e si è formato
il guscio. E' pronto per
tuorlo, prodotto
dal fegato. l'espulsione.
2 Fecondazione
con lo sperma
del gallo,
nell'ovidotto. 6
5
3 Le pareti
dell'ovidotto
secernono l'albume.
L'operazione dura
circa 4 ore.
4 Si formano
le membrane
protettive interne.
 Un mamba verde
Chi le tiene sottoterra e Uova di
cavalletta
fa capolino dal
suo guscio. Altri
rettili (come
chi se le mette in bocca depositate
su uno stelo
di carota.
le vipere)
schiudono
il proprio uovo
all'interno del
▼

il grado di acidità dell’ambiente. di rifiuto, e abbondanti corpo della

Un uovo di questo tipo, però, co-
stringe comunque gli animali a ri-
manere in acqua o in prossimità
dell’acqua per la deposizione.
● Ecco l’uovo-acquario
L’uovo di rettili e uccelli è inve-
ce una sorta di “acquario”, che
contiene tutto il necessario per ga-
rantire lo sviluppo embrionale: un
guscio calcareo resistente agli urti,
una membrana che regola lo scam-
bio d’ossigeno con l’esterno, un li-
quido che impedisce la disidrata-
zione e protegge dagli urti, un “re-
ne” che immagazzina le sostanze
Di tutte le misure
Marco Lambertini, biologo. Ha
nella mano destra un uovo
di gufo reale e nella sinistra
quello di un falco pellegrino.
riserve nutritive, che co-
stituiscono il tuorlo, ric-
co di lipidi, proteine e
zuccheri.
Un uovo di uccello è
una struttura complessa,
formata non solo dal ga-
mete femminile (cioè la
vera e propria cellula uo-
vo), ma anche da un cer-
to numero di involucri di
protezione e dal guscio.
La “costruzione” dell’uo-
vo (vedere il disegno nel-
la pagina precedente) par-
te da lontano: è l’adenoipofisi, una
ghiandola posta alla base del cer-
vello, che sotto stimoli diversi se-
cerne ormoni, in grado di far ma-
turare gli ovuli presenti nei follicoli
dell’ovario sinistro della femmina,
l’unico funzionante. Il tuorlo, la ri-
serva energetica dell’embrione,
viene formato a questo livello.
Una volta maturo, il follicolo si
rompe, e lascia cadere l’uovo nel-
la bocca dell’ovidotto, dove viene
fecondato. La cellula uovo viene
quindi avvolta dagli strati dell’al-
bume, uno dei quali forma le “ca-
laze”, fibre più dense fissate alla
superficie del tuorlo. Gli strati
esterni delle calaze si intrecciano
poi con le fibre del resto dell'al-
bume per mantenere il tuorlo in
posizione.
Nel corso della sua discesa nell’
ovidotto, l’uovo acquista le mem-
brane interna ed esterna del gu-
scio: nell’utero, la parte terminale
del dotto, si aggiunge altro liquido,
che aumenta la quantità di albume.
Qui l’uovo subisce una rotazione,
che attorciglia le calaze, fissate ai
poli opposti del tuorlo. Il contenu-
to è pronto per essere avvolto dal-
la protezione del guscio, formato
da cristalli di carbonato di calcio,
magnesio, sodio e potassio e colo-
rato dai pigmenti di carotene as-
sunti con il nutrimento. A deposi-
zione avvenuta, all’interno dell’uo-
vo si forma una camera d’aria, do-
vuta al raffreddamento delle mem-
brane interne del guscio, che si se-
parano, creando uno spazio desti-
nato ad aumentare durante la cova.
● Tenere un uovo in bocca
madre, e i
piccoli vengono
espulsi vivi.
Pillole per fabbricare seta
Un Bombix mori depone le uova: da esse nasceranno
i bachi, che fileranno i bozzoli da cui si ottiene la seta.
«Nel corso dell’evoluzione, l’uo-
vo ha dovuto adattarsi alle più di- Trecento
verse condizioni ambientali: negli per volta
insetti, per esempio, possiede una
grande versatilità. Ci sono specie, A destra, uova
come le vespe, che depongono uo- di zanzara
formano una
va sottoterra, altre in acqua, come "barchetta"
le libellule o, ancora, incollate alle sull'acqua. Si
foglie, come nel caso delle farfalle. schiuderanno
L’uovo, in questo caso, deve avere nel giro di tre
resistenza all’umidità, al freddo o giorni, liberando
al caldo, e la natura ha provveduto le larve. Ogni
rivestendolo di un involucro chiti- femmina ne
noso, che ha le stesse caratteristi- depone da
che della “pelle” dell’insetto. An- duecento a
trecento, e in
che molti squali, come per esem- casi eccezionali
pio i gattucci, depongono le uova si arriva a mille.
in apposite borse chitinose, dotate
di uncini, che vengono appese alle
gorgonie fino alla schiusa», dice il
biologo Marco Lambertini.
Tra uccelli e mammiferi, che

▼
La metamorfosi: dall'ovulo al girino
2. Un'ora 4. Un gomitolo ordinato
di vita Lo zigote si è trasformato in
Uova di rana blastula, un'insieme di cellule molto
temporaria dopo organizzato: quelle che daranno
la fecondazione: origine all'organismo sono in alto.
è lo stadio di
zigote. Prima
di cominciare
a dividersi in
cellule e di
trasformarsi 6. Giovane,
in embrione,
3. Le prime 5. Sviluppo il girino
lo zigote si cellule embrionale Sopra, un
"organizza": Lo zigote dopo Un embrione di embrione che si
le sostanze qualche ora: si rana temporaria. trasforma in
nutritizie sono formati Il rigonfiamento girino: la coda
contenute i due solchi che ha sul ventre si è già formata
nell'uovo meridiani che è il sacco e il sacco
si raggruppano daranno origine vitellino: contiene vitellino è stato
1. L'accoppiamento in una parte alle prime le sostanze quasi del tutto
Una femmina di rana temporaria depone le uova, mentre il maschio del citoplasma. quattro cellule nutritive per riassorbito
le feconda. Alcuni anfibi arrivano a produrne anche 10 mila. della nuova rana. lo sviluppo. dall'organismo.

Focus 10 Focus 11
Delicato, ma anche capace Qualche primato
di cambiare forma e colore N el mondo anima-
le, rispetto alle
uova e alla loro de-
rose: 15-19 uo-
va alla volta. Il
kiwi bruno e l’al-
per sfuggire ai predatori posizione, ci sono
grandi differenze. E
batro urlatore
battono invece
autentici primati. tutti come tem-
Dimensioni. L’uovo po di incubazio-
rappresentano i due estremi (cioè branchiale. E’ quella che si chiama più grande è quello di ne, con 84 e 82
▼

la riproduzione ovipara e vivipa- riproduzione ovovivipara, carat- struzzo, lungo fino a giorni di media.
ra), ci sono poi animali, molti ret- teristica per esempio della vipera, 17,8 cm e largo 14. Il picchio rosso
tili e pesci, in cui le uova, dotate di che assicura alla specie una pro- Può pesare fino a maggiore se la Uova di struzzo nel
1.780 grammi. Il più cava con 10 giorni. deserto in Namibia.
riserve alimentari sufficienti per la tezione supplementare della prole piccolo è del colibrì Numero. Tra gli in-
crescita, sono trattenute nel corpo nei confronti dei predatori. di Elena, che non setti, le termiti arri- all’anno; tra gli anfibi
della madre, qualche volta addi- In effetti soprattutto gli uccelli e raggiunge i 7 mm, e vano a deporre 20 alla rana rossa, con
rittura in bocca o nella camera gli insetti hanno evoluto diverse pesa 0,25 grammi. mila uova al giorno; il 4 mila e tra i rettili al-
strategie per nascondere le uova Covata. Alla starna record tra i pesci la tartaruga verde,
alla vista dei predatori o anche sol- spetta il primato del- spetta al pesce sole, capace di deporre
1 le covate più nume- con 3 milioni di uova 200 uova all’anno.
tanto per aumentare le probabi-
lità di schiusa. Le uova della rana
rossa, deposte alla fine dell’inver- caravella, formata da bolle di chi- rami), si può parlare di “uovo nell’
no, sono nere sopra per immagaz- tina galleggianti, che si sposta por- uovo”: l’insetto infatti depone l’
zinare calore e bianche inferior- tata dalla corrente. Nel caso degli uovo all’interno della fessura ve-
mente, mentre l’idrofilo, un inset- insetti Cinipedi poi, (responsabili getale e la pianta, irritata, vi co-
to acquatico, depone le uova all’in- delle “galle” delle piante, cioè par- struisce intorno un rivestimento
terno di una struttura a forma di ticolari rigonfiamenti in foglie o da cui poi la larva stessa prenderà
il nutrimento. Anche tra gli inset-
ti, comunque, ci sono casi di vivi-
parità: è il caso, per esempio, della
Bambini 2 mosca tse-tse, la cui larva si svi-
in provetta luppa all’interno del corpo mater-
Tre fasi della no, nutrendosi della secrezione di
divisione di un una ghiandola che si apre vicino
uovo umano alla bocca.
fecondato in
vitro: 1, sono ● Di tutti i colori
passate 24 ore, Forme e colori non sono casuali:
l'uovo sta per gli uccelli che nidificano in cavità de-
dividersi. pongono uova bianche e rotonde,
2, dopo 36 ore, mentre quelli che covano sul terreno
ecco le prime
due cellule. 3, o nella macchia necessitano di gusci
dopo 44 ore, si colorati, il più possibile mimetici. Chi
divide in quattro. nidifica in alberi cavi, depone uova di
un colore blu pallido, che le rende vi-
3
sibili nell’oscurità e permette ai ge-
nitori di non calpestarle, quando ri-
tornano al nido. L’uovo dell’uria, uc-
cello marino che depone sulla nuda
roccia delle scogliere, è piriforme e in
caso di urto ruota su se stesso senza
rotolare, e quindi senza precipitare in
mare. Responsabili dei colori del gu-
scio sono, invece, alcuni pigmenti:
quelli derivati dalla degradazione dei
Sopra, un ovulo umano circondato dagli spermatozoi. Ogni globuli rossi, le ooporfirine, per le
femmina umana, durante la vita, "produce" circa 400 uova. tonalità rosse, marroni e nere; e quel-
li della bile, le oocianine, per gli az-
zurri e i verdi.
Per l'uomo? Nutriente e digeribile In molti uccelli il peso dell’uovo
rappresenta il 10 per cento di quello
D i gallina o di sto-
rione (nella foto, la
preparazione del ca-
sa della mancanza dei
glucidi. La sua compo-
sizione, fra l’altro, è
alla quale è stato con-
servato. Se è tenuto
fra lo zero e i 4 gradi,
dell’adulto, sebbene gli uccelli più
grandi producano uova in propor-
viale, in uno stabili- pressoché identica in un uovo è infatti con- zione più piccole. I casi limite sono
mento in riva al mar tutti i casi (con l'esclu- sumabile fino a un me- quelli del colibrì, il cui uovo, di 0,5
Caspio, in Russia), di sione del caviale). se dalla deposizione. grammi, equivale al 25 per cento del
quaglia, d’anatra o di La freschezza dell’uovo La digeribilità dipende suo peso, e dello struzzo: il suo uovo,
struzzo, l’uovo animale è determinata in parti- dal tipo di cottura: l’al- di oltre un chilogrammo e mezzo,
è sempre stato un ali- colare, più che dal bume è più assimila- non rappresenta che l’1,7 per cento
mento importante, per tempo trascorso fra bile cotto, il tuorlo se del peso corporeo della femmina
l’uomo, pur non es- produzione e consu- mangiato ancora se- adulta. ■
sendo completo a cau- mo, dalla temperatura miliquido.
Mario Chiodetti
Focus 12
Tecnologia

Giocatori
da primato

M
ario batte Topolino.
Jorg Kappmann, Incredibile, no? Eppu-
23 anni, tedesco: re, secondo un’indagi-
ha stabilito ne condotta negli Stati
un primato di Uniti dalla Gallup, fra gli adole-
resistenza scenti l’idraulico Mario (perso-
giocando a "La naggio simbolo del produttore di
città dei leoni" videogiochi giapponese Nintendo)
per 166 ore
consecutive. «Ma è circa tre volte più conosciuto e
non mi considero oltre cinque volte più gradito del
un maniaco personaggio disneyano. E gli adul-
dei computer». ti? Sembra che i videogiochi li in-
teressino di meno, anche se il pre-
sidente Bill Clinton ha dichiarato
di essere «entusiasta di poter fi-
nalmente comparire in un video-
game», quando la sua immagine è
stata inserita fra i cestisti parteci-

▼
panti al videogioco di basket NBA

Milioni di calcoli

Video, dunque gioco

al secondo, schermi e
computer delle ultime
generazioni... per fare
che cosa? Solo per giocare
 Fanno bene? Fanno Si fa presto a dire
male? Dal prossimo videogioco!
autunno per ognuno ci Ispaziali.
n passato i videogiochi erano
tutti uguali, a base di invasori
In oltre vent’anni si sono
saranno limiti d'età invece sviluppati veri e propri filoni
di gioco. Vediamo i principali.
◆ Beat ‘em up
Il genere di maggior successo
nell’ultimo anno. I comandi
Jam. Ciò nonostante, il mercato unità di base che servono a co- Analizzare
▼

permettono di far eseguire

attuale dei videogiochi vanta ri-
sultati invidiabili. Dice Laura Mae-
stri, della Softmail di Como, uno
dei principali distributori di soft-
ware in Italia: «Negli Usa i video-
giochi fatturano ormai il triplo del-
l’industria cinematografica: il 20
per cento degli incassi del 1993
della mastodontica catena di ne-
gozi di giocattoli Toys ‘R’ Us de-
riva da un solo videogioco (il fa-
moso e piuttosto violento Mortal
kombat). Per l’Italia si prevede
quest’anno un fatturato di quasi
700 miliardi nel solo mercato dei
sistemi domestici».
I più sofisticati
in assoluto sono
quelli a gettone
In realtà il boom riguarda so-
prattutto i videogiochi a gettone,
che negli ultimi anni si sono co-
stantemente evoluti, sfruttando al
massimo le tecnologie disponibili,
con follie come il simulatore di jet
R360 dotato di una cabina capace
di compiere rotazioni complete su
tutti gli assi o l’incredibile Ridge
racer full scale, una simulazione
di guida in cui il giocatore alloggia
in una vera Toyota decapottabile
“parcheggiata” in un box che ospi-
ta, a sua volta, uno schermo di 4x2
metri. In questa corsa tecnologica
struire le immagini), mentre un ti-
pico home computer rallenta sen-
sibilmente le sue operazioni con
soli 2 mila poligoni su schermo.
Per ovviare al problema, già negli an-
ni Settanta nacquero le prime con-
sole, cioè macchine prive di tastie-
ra e lettore di dischetti (i giochi so-
no memorizzati su chip inseriti in
una cartuccia) ma dotate di com-
ponenti capaci di muovere la gra-
fica e generare suoni indipenden-
temente dal processore centrale,
che può così dedicarsi interamente
all’elaborazione. Sistemi di questo
genere possono controllare giochi
più veloci, spettacolari e con ani-
mazioni più fluide del normale, ma
recentemente i produttori di com-
puter game sono tornati alla carica
forti delle possibilità offerte dai Cd-
rom, i dischi ottici su cui è possibi-
le registrare grafica e sonoro già
elaborati, da recuperare senza so-
vraccaricare di lavoro il computer.
Ma come si stanno evolvendo i
giochi stessi? A essere coinvolto
è, ovviamente, anche il settore del
software. Se negli anni Settanta un
gioco occupava in media 4K di me-
moria, un tipico videogioco con-
temporaneo può richiedere sino a
diecimila volte tanto. Gran parte di
questa memoria è dedicata a dati
grafici e sonori, ma in continuo au-
mento è anche lo spazio necessario
▼
lo stress al proprio personaggio diverse
All'università mosse di arti marziali più o meno
di Colonia viene realistiche, con cui si devono
misurato lo sconfiggere uno o più avversari
stress cui è contemporaneamente. Il più
sottoposto famoso è "Street Fighter II".
un giocatore ◆ Giochi di ruolo
accanito: E’ la versione elettronica dei gio-
questo ha 31 chi da tavolo in cui si interpretano
i protagonisti di una storia che
anni e gioca
intensamente si crea di partita in partita. Qui il
da cinque. computer sostituisce il “master”,
e può controllare le azioni di mi-
gliaia di personaggi che si sposta-
no in mondi ricostruiti nei minimi
dettagli. La serie di maggior
successo è quella di "Ultima".
◆ Shoot ‘em up
Sono i videogame più tradizionali,
in cui bisogna abbattere il
maggior numero di nemici, senza
essere colpiti dai loro proiettili.
◆ Platform game
Giochi di percorso in cui il perso-
naggio controllato dal giocatore
deve evitare avversari e ostacoli
vari saltando su superfici instabili.
◆ Simulazioni
Si tratta di modelli spesso
dettagliatissimi di veicoli (aerei,
carri armati, sottomarini, ecc.),
situazioni (amministrazione di una
città, interventi di neurochirurgia...)
o apparecchi particolari (per
esempio motori a scoppio o
centrali nucleari). Lo scopo è
imparare a gestire ogni aspetto
della simulazione, ma anche spe-
rimentare situazioni che sarebbe
difficile vivere realmente.

gli home computer, cioè quelli usa- a ospitare le sempre maggiori va-
ti per giocare in casa, sono rimasti riabili dei com-
un po’ indietro. Non possono re- plessi sistemi ma-
plicare prestazioni straordinarie tematici che stan- Road runner Super double dragon
con i loro processori pensati solo no alla base di Dipende Troppa
per gestire applicazioni come l’ela- molti giochi. «Un
borazione testi o la gestione di un buon esempio dall'età violenza?
archivio. «Il principio di funziona- possono essere i Alcune Quattro
mento di un videogioco è, in ef- titoli dell’ ameri- "schermate" dal immagini da
fetti, lo stesso su cui si basa qual- cana Micro- gioco "Road "Super double
runner". L'Elspa dragon", gioco
siasi programma per computer», Prose», dice il (l'associazione da console
spiega infatti Daniela Pepe della grafico e designer dei produttori tipo Supernes.
Linea Gig, importatore ufficiale di videogame Fa- di software) ha
dei prodotti Nintendo in Italia. bio Corica. «Si proposto di
«Tuttavia la gestione della grafica tratta di una so- dividere i giochi Nigel Mansell's
sempre più realistica e dettagliata cietà specializza- per fasce di Una pista
dei giochi richiede decine di mi- ta nella produzio- età: da 0 a 10
lioni di calcoli al secondo, che ne di simulatori anni, da 11 a virtuale
mandano in crisi l’elaboratore». di veicoli militari: 14, da 15 a 17 Un tipico gioco
e oltre i 18. di simulazione:
La differenza fra le macchine d’ giochi come il suo Indicando in questo caso
altra parte è notevolissima: una Stealth fighter so- le fasce sulle gli autentici
macchina a gettone può visualiz- no tanto realistici confezioni. circuiti della
zare sino a 300 mila poligoni (le e accurati da aver Formula 1.

Focus 16 Focus 17
 Un tempo si facevano Nascita di un
personaggio
tornei a distanza: Alcune immagini alla Sega (Tokyo).

poi hanno imparato 1, bozzetti. 2, i computer per la

realizzazione degli effetti sonori.
3, Sonic, il personaggio simbolo,
a "truccare" i giochi con un manager dell'azienda.
1

spesso suscitato i sospetti del Pen-

▼

tagono, che ha accusato alcuni autori

di diffusione di segreti militari».
Paradossalmente, però, i video-
giochi di maggior successo negli
ultimi anni si distinguono per la
loro semplicità. E’ il caso del no-
tissimo Tetris, un rompicapo dalla
grafica spartana, o di Street fighter
II, campione dei best seller pur es-
sendo una tradizionale e bidimen-
sionale serie di scontri corpo a cor-
po fra esotici lottatori.
Il segreto del
successo? Essere
protagonisti
Al di là di luci e suoni spettaco-
lari, che cosa rende i videogiochi
tanto attraenti? Gli esperti con-
cordano nell’identificare il loro fa-
scino soprattutto nella possibilità
che ha il giocatore di diventare
protagonista attivo dell’immagine
su video, piuttosto che suo sempli-
ce fruitore. Il sempre maggior rea-
lismo delle simulazioni elettroni-
che, inoltre, permette di usare il
gioco addirittura come un “trami-
te a basso costo” per sperimentare
situazioni: come pilotare un aereo,
disputare una gara di Formula 1, o
organizzare la produzione di un’
azienda automobilistica.
Realismo? A volte perfino trop-
po. E' così che la Elspa (European
leisure software publisher associa-
tion, l'associazione dei produttori
dei giochi) ha deciso di darsi un'
autoregolamentazione. Poiché
molti videogame hanno un alto
contenuto di violenza (tipo il Mor-
tal kombat) e talvolta di porno-
grafia, verranno divisi in catego-
rie, e il loro contenuto sarà espres-
samente indicato sulle confezioni:
così che un gioco per adulti non fi-
nisca sul video di bambini di dieci
anni. Il sistema verrà diffuso da
prima in Inghilterra, nei prossimi
giorni, quindi passerà anche in Ita-
lia, Francia, Germania e Spagna.
Spesso gli appassionati parteci-
pano a veri e propri tornei ufficia-
li (la “nazionale” italiana s’è piaz-
zata seconda ai Campionati inter-
nazionali di videogame, a Londra
nel 1991), ma gare e tornei hanno
Grandi e piccini, tutti in fiera
A fianco, e sopra, tre scintillanti immagini dello
stand della Nintendo al Consumer electronic show
'94, di Las Vegas: sono esposte tutte le novità
dell'elettronica e del mondo dei videogame.
La mega console
Sopra, il Turbo touch 360. E' il
sistema di controllo di videogame
più grande del mondo: non più
disturbi al pollice e alle dita.
Tutto cominciò
nel lontano 1958
L’ impero del divertimento elet-
tronico si fonda su una ragaz-
zata di due tecnici statunitensi (Hi-
ginbotham e Potter), che nel 1958
unirono un computer e una coppia
di potenziometri a un oscillosco-
pio, per far divertire le scolaresche
che venivano portate in visita al lo-
ro laboratorio. Sullo schermo veni-
va visualizzato un puntino che po-
teva esser fatto rimbalzare su due
lineette mosse dai potenziometri, in
una astrazione di partita a tennis.
Fra i molti visitatori del laborato-
rio, i due più interessati furono però
Ralph Baer della Magnavox (autore
del primo videogioco domestico) e
il fondatore della Atari, Nolan Bu-
shnell. Quest’ultimo ricreò il gioco
per il mercato delle macchine a
gettone nel 1971, ribattezzandolo
"Pong" e ottenendo subito un enor-
me successo.
▼
L'hit parade dei videogiochi
Q uali sono i videogiochi più
famosi di tutti i tempi? Ec-
cone qui di seguito alcuni.
1 - Pac-Man
Un labirinto pieno di “puntini”
da divorare, una simpatica
palla gialla e, come nemici,
quattro fantasmini. Un gioco
così famoso da essersi meri-
tato la copertina di "Time".
2 - Tetris
Un gioco semplice e intelligen-
te, progettato in Urss da un
docente di semantica. Biso-
gna muovere e ruotare i mat-
toncini che cadono dall’alto
per alloggiarli in fondo a un
pozzo. E' uno dei giochi più
venduti degli anni 90.
3 - Space invaders
Il primo videogioco ad aver
ottenuto un successo mon-
diale. Un esercito di marzia-
nini scende verso la Terra, e
possiamo difenderci solo con
un cannoncino.
4 - Street fighter II
Con 50 mila macchine a get-
tone prodotte e milioni di car-
2
3
tucce per console, è il gioco
più venduto degli ultimi an-
ni, dal quale verrà presto trat-
to un film. Lottatori fortissimi
si scontrano in combattimenti
fantasmagorici.
5 - Super Mario
Sotto questa voce ricadono
i numerosi giochi in cui com-
pare il baffuto idraulico dive-
nuto simbolo della Nintendo.
Il protagonista deve saltare
baratri ed evitare trappole per
raggiungere la fortezza del
cattivo di turno.
6 - Dragon’s lair
E’ stato nel 1984 il caposti-
pite dei giochi su laser disc,
in cui le immagini utilizzate
hanno la qualità di un dise-
gno animato. Un cavaliere do-
veva esplorare un castello al-
la ricerca di una principessa.
7 - Breakout
Noto ai profani come “il mu-
ro”, questo videogioco mette
a disposizione una palla e
una racchetta con cui abbat-
tere uno spesso muro matto-
ne per mattone. E’ stato re-
centemente riproposto con
successo in una versione fu-
turibile intitolata "Arkanoid".
8 - Kick off
Il più famoso videogioco cal-
cistico per computer e con-
sole, opera di un autore di
origini italiane, Dino Dini. Re-
plica la complessa dinamica
di una vera partita di calcio.
9 - Flight simulator
Prodotto originariamente nel
1980, questo programma si
è evoluto negli anni sino a
raggiungere punte di reali-
smo eccezionali, e viene ora
utilizzato in molte scuole di
volo per fare impratichire gli
studenti con ogni aspetto del-
la navigazione aerea.
10 - Ultima
La più famosa saga di giochi
di ruolo su computer, giunta
oggi al nono episodio. Mostri
da sconfiggere e labirinti da
esplorare sono solo una parte
della trama, che pone in ri-
salto anche i valori umani.

conosciuto un ostacolo inaspettato

Focus 18 Focus 19
 Nel mondo i creatori Ma per giocare bene
dei video sono famosi serve un sistema così
come le rockstar
C om’è fatto un si-
stema per video-
giochi ideale? Ecco-
e che formano la
colonna sonora di un
gioco. Si tratta degli
imprecisioni ed è
quindi inutile, mentre
risulta indispensabile
ne una descrizione, stessi chip contenuti un tasto di pausa,
pezzo per pezzo. nei lettori di Cd o nei che permetta di
migliori sintetizzatori, interrompere e
Unità di capaci di gestire sino riprendere l’azione.
elaborazione a 255 voci contem-
Il cuore di ogni poraneamente. Visualizzazione
console o computer I migliori risultati
usato per giocare è Supporto dati si ottengono attual-
un chip che coordina Il programma di un mente con monitor
i circuiti preposti alla videogioco può esse- overscan professio-
gestione dei singoli re registrato su di- nali capaci di visua-
aspetti del gioco. schetto, Cd, nastro o lizzare 16 milioni di
Una Cpu (unità di altro, ma il supporto colori con una risolu-
elaborazione centra- migliore è un norma- zione di 1280X1024
le) come il Motorola le circuito inserito in punti su schermo. Ma
68000 o l’Intel 486 una cartuccia removi- questa è una risolu-
contenuti nei più dif- bile, che garantisce zione usata da po-
fusi home computer accesso immediato chissimi giochi, per
è sufficiente. ai dati necessari. Poi- la mole di calcoli
ché all’aumentare dei richiesti per gestirla.
In Germania, una gara pubblica con il "Jimmy Connor's pro tennis tour". Gestione grafica dati e della qualità di
I migliori sistemi un gioco aumentano Sonoro
montano circuiti pro- anche dimensioni Diversi produttori di
proprio nella natura dei giochi: un di ottenere l’invulnerabilità, o altri
▼

gettati appositamen- e costi dei chip, una hi-fi hanno in catalo-

tempo, infatti, bastava spedire la benefici, se immessi in computer; te per spostare gros- buona soluzione è go cuffie olofoniche
fotografia dello schermo con il quasi tutti i giocatori si sono tra- se porzioni dell’im- costituita dai Cd, più capaci di “posiziona-
punteggio finale ottenuto, per en- sformati in hacker, e le classifiche magine su schermo, lenti ma economici re” il suono in punti
trare nelle varie classifiche. Poi in- a distanza sono diventate impossi- ruotandole, riducen- e dotati di grandi precisi sopra, sotto
vece sono arrivati i cheat mode, bili, tale è ormai la facilità con cui dole, espandendole e capacità di memoria. e attorno a chi le in-
cioè codici speciali che permettono si falsificano! Così le uniche sfide modificandone i colo- dossa, che potrebbe-
plausibili sono quelle con le mac- ri in maniera autono- Sistema ro essere utilizzate
chine in luogo pubblico, a gettone, ma dalla Cpu. A essi di comando nel gioco a partire
si possono associare Il modo migliore per dal 1996. Nel frat-
installate nelle sale giochi: e nel chip per la gestione controllare un video- tempo sono suffi-
prossimo autunno la società giap- dei poligoni, cioè le gioco è un piccolo cienti due o quattro
ponese Capcom organizzerà un centinaia di migliaia comando a filo, da casse stereo di buo-
torneo mondiale per presentare la di triangoli che for- impugnare con due na qualità, applicate
nuova versione di Street fighter II, mano gli oggetti tridi- mani, dotato di una alle uscite di ogni
un gioco per altro già celebre. mensionali sul video. leva (joystick) o disco macchina da gioco.
A essere famosi, specialmente direzionale (joypad),
all’estero, sono anche i creatori, Gestione audio e un massimo di sei Concludendo...
dei videogame: nei Paesi altamen- E’ un altro circuito pulsanti preposti alle Fra i sistemi attual-
extra, che si occupa varie azioni di gioco. mente disponibili,
te informatizzati (come l’Inghil- di inviare rapidamen- Il collegamento a quelli che si avvicina-
terra, la Francia o il Giappone) la te, e su canali sepa- infrarossi -come nei no di più alla “mac-
loro fama è pari a quella delle rati, i dati che com- telecomandi tradizio- china ideale” sono
Realismo magico rockstar, e gli articoli loro dedica- pongono l’audio (mu- nali- genera invece le console Super NES
Fabio Corica, disegnatore ti dalle riviste specializzate ricor- siche, voci ed effetti), fastidiosi ritardi e della Nintendo e Me-
di videogiochi: «Realismo quasi dano l’agiografia sui Beatles degli gadrive + Me-
a livello cinematografico». gaCd della Se-
anni 60. Qualche nome? Richard
Garriott, autore della serie di gio- ga, per la qua-
chi di ruolo medievali Ultima, che le sarà presto
disponibile
si è tanto immedesimato nei suoi una scheda
personaggi da essersi fatto co- di espansione
struire un castello nel Texas, dove chiamata
ospita tornei in costume e studia Megadrive 32.
astronomia con strumenti d’epoca. Chi preferisce
Oppure l’hippy Jeff Minter, che la più versatile
ha la passione per i cammelli, i la- (ma più costo-
ma e gli yak, e li inserisce in tutti i sa) soluzione
suoi titoli, caratterizzati soprattut- computer può
invece indiriz-
to da un ritmo portato quasi all’in- zarsi verso un
giocabilità. O ancora Shigeru Mi- Pc486/66MHz
Piena espansione yamoto, ideatore della saga di Ma- con hard disk
Laura Maestri, distributrice rio Bros.: è il programmatore più da 220M o
di software: «Un mercato dalle pagato del mondo. ■ Il "dataglove", il guanto che sostituisce la tastiera. più.
dimensioni ormai invidiabili». Fabio Rossi
Focus 20
Medicina
Un figlio su misura?
Maschio o
F
iocco rosa o fiocco azzur-
ro? Poco importa. L’im-
portante è che sia sano. La
femmina: da maggior parte delle coppie
che aspetta un figlio la pensa così.
sempre il Ma qualche volta la salute del
bambino che sta per nascere è le-
sogno di molti gata a questo aspetto apparente-
mente trascurabile: che sia un ma-
schio o una femmina.
genitori è Così talvolta la ricerca per la
predeterminazione del sesso non
stato quello mira a gratificare i capricci di mam-
ma e papà: l’obiettivo è invece sal-
vaguardare la salute delle future
di scegliere generazioni evitando la trasmis-
sione delle malattie ereditarie le-
il sesso del gate al sesso. Sono molte (vedere
Focus numero 23) e si ripro- du-
nascituro. Ora cono in figli, nipoti e pronipoti,
proprio come avviene per il colore
dei capelli o degli occhi. Una di
forse si può queste è la distrofia muscolare di
Duchenne, trasmes-
sa dalle madri
ai figli ma-
schi. Col-
pisce i mu-
scoli vo-
lontari e
involontari con un andamento pro-
gressivo, continuo. Nell’arco di
qualche anno può portare all’im-
mobilità. Spesso è fatale. Poi c’è
l’e-mofilia, causa di frequenti
emorragie, anche spontanee. Le
vittime sono ancora i maschi: le
femmine emofiliche, di solito so-
no portatrici sane, cioè non pre-
sentano i sintomi della malattia ma
possono trasmetterla. I loro figli
hanno il 50 per cento di probabilità
di nascere ammalati. E questi non
sono che due esempi fra i tanti.
Lo spermatozoo
"femmina" è lento,
ma va lontano
Si può evitare la nascita di un fi-
glio maschio ammalato, “deciden-
do” di far nascere una femmina? Il
problema è già noto alla scienza,
giacché tutto dipende dagli sper-
matozoi. O meglio da una partico-
lare coppia di cromosomi, la nu-
mero 23, che in ogni cellula deter-
mina la definizione sessuale: per la
loro forma particolare questi
cromosomi sono stati battez-
zati X e Y. E si sa che il cromoso-
ma Y produce, in coppia con un
X, un maschio, mentre la coppia
di una femmina è formata da una
doppia X. Ora, la cellula uovo è
sempre caratterizzata dal cromo-
soma X: il sesso del bimbo che na-
scerà quindi, dipende dal cromo-
soma fornito dal padre, che ha un
patrimonio XY e produce in quan-
tità uguali spermatozoi che con-
tengono l’uno o l’altro dei due cro-
mosomi. Se l’ovulo viene feconda-
to da uno spermatozoo X nascerà
una bambina (patrimonio genetico
XX), se invece a fecondarlo è uno
spermatozoo Y, si avrà un maschio
(patrimonio genetico XY).
La scoperta che ha aperto la
strada alle tecniche per la selezione
del sesso risale all’inizio degli anni
Settanta. Due ricercatori a-
mericani scoprirono che uti-
lizzando un colorante chi-
Un tappeto
di cellule
Un gruppo di
spermatozoi nel
canale cervicale,
che unisce la
vagina all'utero.
Il viaggio degli
spermatozoi fino
all'uovo può durare
anche 24 ore.
mico, la cianacrina, era possibile
evidenziare su un vetrino gli sper-
matozoi X, separandoli dagli Y.
Questi ultimi infatti si coloravano
con una macchia gialla traslucida.
Poco dopo si scoprì che le diffe-
renze tra maschio e femmina ini-
ziano ancora prima del concepi-
mento. Gli spermatozoi X sono
più larghi, si muovono lentamente,
In passato? Una strizzatina
viaggiano a lungo percorrendo
grandi distanze, e resistono bene D ecidere prima che na-
sca se sarà maschio o
femmina. Per conquistarci
che la futura mamma
facesse l’amore sdraiata
sul fianco destro. La teoria
quando il ph (cioè il grado di aci-
dità) vaginale è basso, cioè acido.
questo spicchio di onnipo-
tenza le abbiamo tentate
basata sull’esclusione del
testicolo tornò in voga,
Gli spermatozoi Y invece sono più
piccoli, si muovono velocemente
ma per brevi distanze e sono molto
tutte, in passato: nell’anti-
ca Grecia, gli uomini che
volevano un erede maschio
rivista e corretta, nel Sette-
cento tra i nobili di Francia:
per avere un maschietto, il
vulnerabili quando il ph vaginale
si abbassa.
si legavano il testicolo
sinistro, stringendolo forte
alla base con uno spago.
papà doveva stingere forte
la base del testicolo sini-
stro e tenerlo così per tutta
Partendo da questi presupposti
fu messo a punto un rapporto in
base al quale avrebbe do-
Sarà maschio
L'immagine del pene maschile in formazione,
Ma Aristotele riteneva la
tecnica troppo cruenta,
la durata del rapporto. Per
avere una bambina bastava
vuto essere possibile
stabilire il sesso del
all'interno del corpo materno: la definizione
del sesso nel feto avviene molto tardi.
così consigliò ai suoi con-
temporanei una fantasiosa
alternativa: se proprio vole-
fare altrettanto col
testicolo destro. I
risultati? De-
bambino variando i vano un maschio bastava ludenti.
tempi del rapporto
e le tecniche ses-
suali. La teoria si
fonda su due
▼
principi. Il primo
Sembra che quacuno ci sia
riuscito: ma la scienza
attende ancora conferme
è che l’acidità del muco vaginale
▼
non è costante: prima dell’ovula-
zione l’ambiente è acido, durante
l’ovulazione è alcalino. Il secondo
è che l’orgasmo femminile produ-
ce un meccanismo di aspirazione
che può aiutare gli spermatozoi Y
a raggiungere l’ovulo femminile.
Il metodo, definito Shettles dal
nome del suo inventore, dunque
Una macchinetta
ci aiuterà?
L’ ultima novità in fat-
to di selezione del
sesso si chiama Cyclo-
test-E, ed è in vendita
in farmacia. Costa 246
mila lire ed è un pic-
colo computer messo
a punto da un inge-
gnere e da un gineco-
logo dell’università di
Monaco di Baviera.
«Sperimentato su 5 mi-
la donne, il metodo si
basa su due regole
scientifiche: che la temperatura
interna del corpo femminile sale
di circa un grado nell’arco di un
paio di giorni dopo l’ovulazione, e
rimane più alta fino alla mestrua-
zione successiva; e che gli sper-
matozoi Y sono più veloci degli X»,
spiega il professor Maurizio Bossi,
andrologo e docente all’università
di Pavia (nella foto). «Inserendo nel
computer i dati relativi alla tempe-
ratura interna misurata durante il
flusso, dopo sei mesi si può indivi-
duare non solo il giorno di fecon-
dità, ma anche l’orario in cui sa-
rebbe più probabile concepire un
maschio o una femmina».
Focus 24
Pillole al
femminile?
Carlo Gastaldi,
del Centro
diagnosi e
terapia dell'
infertilità della
coppia, a
Brescia. «Alcuni
farmaci contro
la sterilità hanno
provocato un
leggero aumento
delle nascite
femminili».
avrebbe una base scientifica. Ma
la casistica è insufficiente per pro-
varne l’efficacia: anche se 16 cop-
pie su 19 hanno avuto un figlio del
sesso desiderato. Ecco come si pro-
cede. Per avere un maschio il rap-
porto deve avvenire durante l’ovu-
lazione e, prima, la donna deve fa-
re una lavanda vaginale con acqua
e bicarbonato, in modo da rendere
l’ambiente ancora più alcalino.
L’eiaculazione del seme dovrebbe
essere il più vicina possibile al col-
lo dell’utero, ed è indispensabile
che la donna raggiunga l’orgasmo.
Tutto il contrario per avere una
bambina. Il rapporto dovrebbe av-
venire 48 ore prima dell’ ovulazio-
ne, dopo una lavanda con acqua e
aceto. La penetrazione deve essere
superficiale e la mamma non deve
raggiungere l’orgasmo.
Menù azzurro
o menù rosa? Ecco
cosa mangiare
Ma esistono altre ipotesi, sulla
definizione del sesso dei figli. Nel
1980, per esempio, Joseph Stol-
kowski, docente onorario dell’uni-
versità Pierre et Marie Curie di Pa-
rigi enunciò una nuova teoria: il
sesso del nascituro dipende dalla
dieta seguita dalla mamma duran-
te il ciclo mestruale che precede la
fecondazione. Più precisamente il
sesso del bambino dipende dal rap-
porto tra due coppie di elementi
chimici: sodio-potassio e calcio-ma-
gnesio. Se il risultato di questo rap-
porto è maggiore di 4 nascerà un
maschio, se è inferiore, una bam-
bina. Il calcolo è tutt’altro che fa-
cile ma, per semplificare, Stolkow-
ski ha pensato di compilare un me-
nu azzurro e uno rosa.
Menù azzurro. Per fare un ma-
schietto bisognerebbe mangiare
banane, pesche, meloni, uva, lam-
poni, arance, fagioli, germogli, se-
dano, pomodori e frumento. Menù
rosa. Per avere una bambina: man-
darini, cetrioli, pompelmi, ravanel-
li, mele, lattuga, ananas, pere, caro-
te e rape. Ed ecco i risultati. Su 280
gravidanze è stato previsto il sesso
di 212 bambini. Ma altri ricercato-
ri hanno parecchi dubbi: il meto-
do non è controllato e la casistica
quantitativamente insignificante.
Del tutto casuali invece, ma
scientificamente provati, i risultati
ottenuti con l’uso di alcuni farmaci
abitualmente impiegati nei pro-
grammi di fecondazione assistita.
«Si è visto, per esempio, che il ci-
trato di clomifene o le gonadotro-
pine, somministrati alle donne per
indurre l’ovulazione, determinano
un piccolo incremento delle nasci-
te femminili», spiega Carlo Gastal-
di, responsabile del Centro diagno-
si e terapia dell’infertilità di cop-
pia dell’università di Brescia. «Nel
1982 venne alla luce un’altra cu-
riosità. Facendo passare una cor-
LA POSIZIONE?
rente galvanica in una vaschetta
che contiene il seme maschile è
Movimenti possibile separare gli spermatozoi:
d'amore
Una coppia
i maschi migrano verso il polo po-
sitivo, le femmine verso quello ne-
mentre fa
l'amore. Da
gativo. Attualmente, comunque, i
metodi per la selezione del sesso
sempre è stato in laboratorio si basano soprattut-
sostenuto che to sull’uso di gradienti chimici, fil-
alcune posizioni, tri per intenderci. La tecnica è sem-
o alcune plice. Si mette il campione di sper-
tecniche matozoi alla sommità di un reci-
sessuali, piente cilindrico che contiene il
favorirebbero gradiente, quindi si centrifuga il
la nascita di
figli maschi o tutto. In questo modo gli sperma-
tozoi vengono spinti attraverso il
femmine. Ciò
dipenderebbe filtro. La maggior parte rimane in-
anche dalla trappolata nel gradiente, quelli che
motilità degli riescono a passare sono maschi o
spermatozoi femmine a seconda del filtro uti-
che portano lizzato. Col sephadex, un gel di re-
il cromosoma Y sine sintetiche, si ottiene il 95 per
(cioè maschile): cento di spermatozoi X, con l’al-
e sarebbero
proprio il modo bumina l’80 per cento degli sper-
e, i tempi, matozoi Y».
dell'atto
sessuale, a La soluzione finale?
determinare tale Operare sull'embrione:
motilità.
ma è lecito?
A questo punto basta fecondare
l’ovulo, con gli spermatozoi ottenu-
ti. I risultati sono buoni (circa il 70
per cento), ma non garantiti, anche
perché i metodi di filtrazione ridu-
cono la motilità degli spermatozoi,
che quindi perdono gran parte della
capacità fecondativa.
«In realtà, un sistema assoluta-
mente sicuro ci sarebbe. Ma è tecni-
camente complesso, estremamente
1 3 costoso e comporta implicazioni mo-
rali tutt’altro che trascurabili», dice
Gastaldi.
Come si fa? «Si induce l’ovulazio-
ne nella donna, poi si prelevano tan-
te cellule uovo e si fecondano in pro-
vetta con altrettanti spermatozoi già
selezionati. Gli embrioni, appena
formati, vengono tutti congelati tran-
ne uno. Da questo si preleva una cel-
lula e con una sonda si analizza il
suo Dna: ciò dirà con assoluta preci-
sione quale sarà il sesso del bambino.
Se tutto è andato bene basterà im-
piantare l’embrione nell’utero ma-
terno, altrimenti si ricorre a un altro
L'ALIMENTAZIONE?
degli embrioni congelati, fino a
Chimica quando si ottiene il bambino del ses-
del cibo so desiderato». E che fine fanno gli
Nelle foto: 1, altri embrioni? «Il vero problema è
2 4 cristalli di sodio proprio questo. Negli Stati Uniti, do-
bicarbonato. ve questa tecnica è legale, vengono
2, potassio eliminati oppure utilizzati per la ri-
pirosolfato. cerca. Una scelta eticamente discu-
3, carbonato tibile. C’è però da chiedersi se sia
di calcio. 4, giusto arrivare fino ai limiti estremi.
magnesio. Sodio,
potassio, calcio IN LABORATORIO? In fondo, già le tecniche di feconda-
e magnesio, Il laboratorio di ricerca sulla riproduzione, all'università zione assistita, pur utilissime, rap-
determinerebbero di Brescia. Filtrando gli spermatozoi con speciali presentano una forzatura».
il sesso procedimenti sarebbe possibile portare al meccanismo ■
del figlio. di riproduzione solo quelli "maschili" o quelli "femminili"? Rossana Pessione
Focus 25
Tecnologia
Candelotti, mine,
Pericolosi? Certo. Ma gli esplosivi Montagne
in briciole micce e detonatori:
hanno anche usi pacifici: servono La parete
rocciosa di una
cava, in Svezia,
ecco come nascono
1. L’analisi
perfino nella lotta contro nebbia si gonfia sotto
la spinta
di sostanze
esplosive
dei gas dell’ eseguita con il
esplosione. gascromatografo:
la miscela viene
vaporizzata e le
sue componenti
separate
mediante
assorbimento.

2. Con questo
strumento si
trova il punto di
fusione di ogni
componente
della miscela.
La chimica degli
esplosivi ha
origini recenti:
è nata con
la scoperta della
nitroglicerina,
nel 1847.

3. La miscelazione
dei composti
chimici alla
Società esplosivi
industriali
di Ghedi,
in provincia
di Brescia.
In certi composti
viene usata
anche farina
vegetale.

BUM !
4. Un addetto
alla macchina
confezionatrice
controlla
i “salsicciotti”.
All’interno
del tubolare
di politene
l’esplosivo può
presentarsi in
forma granulosa
o gelatinosa.

5. I “salsicciotti” al
termine del ciclo
di produzione.
Gli esplosivi
civili sono poco
inquinanti, come
testimonia
il fumo bianco

così ho imparato ad am are la bomba

dello scoppio,
che contiene
vapore, anidride
carbonica
e azoto.

Focus 27
 I mille usi della bomba:
dalla lotta agli incendi
alla sicurezza stradale
S
arà la diminuzione delle
attività militari o la preoc-
cupazione di difendere il
paesaggio, oppure la pau-
ra di atti terroristici? Comunque
sia, la circolazione e il consumo de-
gli esplosivi nei Paesi più progre-
diti sono in calo. «Anche per que-
sto si stanno cercando impieghi di-
versi da quelli tradizionali», spiega
Alvise Farina, direttore della So-
cietà esplosivi industriali di Ghedi,
specializzata in prodotti per uso ci-
vile. «I nostri clienti sono soprattut-
to cave, miniere e lavori pubblici,
ma iniziano ad affacciarsi applica-
zioni nuove, per esempio nella lot-
ta agli incendi boschivi».
Il più celebre pioniere delle
bombe utili è stato il texano di ori-
gine irlandese Red Adair, diven-
tato miliardario grazie alla sua abi-
lità nello sfruttare il “soffio” della
detonazione per spegnere i pozzi
petroliferi in fiamme. Con il pas-
sare degli anni, bombe e candelot-
ti hanno trovato anche applicazio-
ni meno appariscenti, come per
esempio l’air bag delle automobili,
nel quale qualche milligrammo di
azoturo di sodio viene impiegato
per far saltare un dischetto di ghisa,
consentendo l’uscita dell’aria com-
pressa, che gonfia il pallone.
Vediamo allora quali sono gli
impieghi “alternativi” dell’esplosi-
vo, da quelli ormai consolidati a
quelli più singolari e promettenti.
● Al fuoco! I primi tentativi di
combattere con le bombe gli in-
cendi boschivi risalgono al 1991,
grazie a un’iniziativa dello specia-
lista geominerario Danilo Coppe
(attualmente coordinatore pro-
vinciale della protezione civile a
Parma). «L’esplosivo serve a crea-
re i cosiddetti “confini di rispet-
to”», spiega Coppe, «cioè strisce
di terreno libere dalla vegetazio-
ne: si ottengono facendo detonare
involucri tubolari stagni, nei quali
è contenuto un esplosivo chiamato
pentrite e una polvere ignifuga che
viene sparsa intorno dallo scoppio.
L’intera operazione non richiede
che pochi minuti».
● Collaudo di pneumatici. In
Australia, per ottenere l’omologa-
zione di alcune automobili di gros-
sa cilindrata è necessario dimostra-
Focus 28
Sistemi di sicurezza Polveri
Il simulatore di un e gelatine
seggiolino eiettabile:
dopo i primi tentativi
con l’aria compressa G li esplosivi per uso civile sono
fondamentalmente di cinque
si è fatto ricorso
alla spinta delle
detonazioni.
tipi. Eccoli elencati, dal più poten-
te al meno potente.
● Dinamiti: sono composte fonda-
Ricerche mentalmente di nitroglicerina, resa
gelatinosa (e stabile) con uno spe-
geofisiche ciale cotone. Sono inerti sia agli
Un artificiere urti sia alla fiamma: per esplodere
introduce un hanno bisogno di un detonatore.
tubolare ● Slurry: leggermente meno po-
esplosivo nel tenti della dinamite, sono “salsic-
pozzetto: ciotti” di esplosivo sensibilizzato
le vibrazioni con nitrato di monometilammina,
(captate dai in soluzione satura d’acqua (adatti
geofoni) sono per i lavori subacquei).
in grado ● Pulverulenti: miscele di tritolo
di rivelare e nitrati (con velocità di detona-
sacche zione inferiore del 30 per cento a
di gas. quella della dinamite).
● Anfo: quasi tre volte meno po-
Danilo Coppe, tecnico tenti della dinamite, sono miscele
geominerario, di nafta e nitrato d’ammonio (un
specializzato nell’uso normale fertilizzante).
degli esplosivi per ● Polvere nera: è l’unica sostanza
combattere
esplosiva sensibile alla fiamma
gli incendi. (viene quindi usata nelle micce e
nei detonatori) e ha una potenza
molto inferiore agli altri.
«Anche in questo caso il veicolo di
propagazione potrebbe essere
l’esplosivo», suggerisce Coppe, che
l’anno prossimo inizierà a speri-
mentare quest’idea.
Anti incendi ● Valanghe a richiesta. Già
Il texano di origine irlandese ampiamente sperimentato, invece,
Red Adair: fu il primo a è l’uso di mine per staccare coltri
spegnere i pozzi petroliferi nevose che potrebbero dare origi-
in fiamme ricorrendo
all’onda d’urto ne a valanghe. «In Italia lo si fa da
di potenti esplosioni. una decina d’anni, trasportando gli
esplosivi con speciali teleferiche, o
collocando le mine a mano», spie-
Foratura ga Anselmo Cagnati del Centro
detonante sperimentale antivalanghe di
Arabba. «In Austria, invece, si fan-
Un detonatore elettrico (con Taglio di no cadere le cariche dagli elicotte-
carica di pentrite) viene collegato precisione
al pneumatico per un test ri: da noi è impossibile, perché la
di affidabilità: alla velocità di La sagoma legge vieta di trasportare insie-
cento chilometri all’ora del contenitore me detonatori ed esplosivi».
il collaudatore lo farà scoppiare. concentra
l’energia su una Carota al tritolo ● Diamanti artificiali.
linea, riuscendo
re che la tenuta di strada è garanti- a tranciare Una sonda per “carotaggio Con le bombe si fabbricano
ta anche se esplode una gomma a la putrella sismico”: in ogni foro viene anche i diamanti: basta col-
cento chilometri all’ora. Ma come si introdotta una carica, e la sonda locare carbone a contatto
fa a fare esplodere una gomma pro- viene inserita al livello dello con una potente carica
prio a cento all’ora? Semplice: si strato geologico da esaminare. esplosiva all’interno di bu-
vulcanizza un detonatore elettrico chi nel cemento, rivestiti
nella mescola e l’autista-sperimen- di acciaio, e si ottiene la
tatore lo fa esplodere appena arriva Possono scoppiare in questi tre modi cola superficiale, infatti, i gas inter-
ni hanno libero sfogo e inizia una pressione necessaria a cam-
alla velocità richiesta. biare la struttura fisica “di-
● Botti antinebbia. Lo ioduro
Ldifferenze
e esplosioni non sono altro che
particolari tipi di combustione. Le
rispetto a un pezzo di le-
rente, cioè l’ossigeno, nell’esplosivo
stesso. In altre parole, mentre un
pezzo di legno smette di bruciare se
rapidissima reazione a catena), e
infine per simpatia, cioè sfruttando
l’energia di un’altra esplosione vici-
sordinata” del carbone in un
ordinatissimo (e quindi duris-
d’alluminio riesce a condensare le gno che brucia sono due: l’enorme si toglie l’aria, una bomba esplode lo na, che fornisce contemporanea- simo) reticolo cristallino. La
particelle di nebbia, facendole pre- velocità (la reazione avviene in una stesso. La combustione viene inne- mente calore e urto (vale per tutti gli rapidità della procedura non
cipitare sotto forma di pioggia. frazione di secondo ed espelle i gas scata in tre modi: con il calore (la altri). I detonatori, quindi, sono cari- consente una cristallizzazione re-
Spargendo nell’aria questa sostan- a velocità variabili da qualche centi- polvere da sparo, o polvere nera), che esplosive secondarie che forni- golare come quella dei diamanti
naio a qualche migliaio di metri al per urto (la nitroglicerina pura: in se- scono l’energia per dare inizio alla
za si potrebbe, per esempio, elimi- secondo) e la presenza del combu- guito alla rottura della robusta pelli- detonazione vera e propria. naturali, ma produce pietre utili
nare la nebbia dagli aeroporti. per gli utensili industriali.
▼
Focus 29
 Il segreto per sbriciolare un palazzo? I
“ritardi”: ogni carica al momento giusto
● Polvere da taglio. Speciali

▼
Addio all’albergo cariche sagomate possono essere
utilizzate direttamente
per tranciare grosse co-
Costruito all’ razzature: poiché l’esplo-
inizio del secolo,
questo palazzo sivo è collocato sul “tet-
genovese è stato to” di un contenitore a
abbattuto in forma di casetta, concen-
occasione delle tra la sua energia su una
manifestazioni linea, riuscendo a tran-
colombiane ciare corazze spesse fino
per fare posto a a 9 centimetri. Si utilizza
un parcheggio. questa tecnica, per esem-
Ecco le fasi
dell’operazione, pio, nella demolizione
e il risultato delle navi: dopo avere
finale. tratteggiato la maggior
parte dello scafo con la
fiamma ossidrica, una se-
rie di esplosioni stacca del tutto la
fetta di scafo, evitando che il peso
a un certo punto strappi il metallo.
● Bombe sotto il sedile. E-
splosivi anche sugli aerei? Proprio
così. Sulla parte anteriore dei mo-
tori, infatti, sono presenti serbatoi
che diffondono schiumogeno ad
alta pressione quando un comando
elettrico fa esplodere un detonato-
re che sbriciola il “tappo”. Negli ae-
rei militari, inoltre, i seggiolini eiet-
tabili sono azionati da complessi ar-
tifizi pirotecnici, nei quali vengo-
no usati nitrocellulosa (il cosiddet-
to “fulmicotone”) e nitroglicerina:
la spinta è fornita dai gas espulsi
ad alta velocità nello scoppio.
● Il palazzo “imploso”. Da
tempo gli esplosivi vengono usati
anche per la demolizione di edifi-
ci. Centotrenta chili di “gelatina”
ad alto potenziale, 3 mila metri di
filo elettrico, un migliaio di metri
di miccia e 550 detonatori: questi
gli ingredienti per far afflosciare
su se stesso un palazzo di centomi-
la metri cubi, a Genova, alto una
La scintilla iniziale
Alcuni detonatori. In genere
contengono due cariche: la
prima esplode a contatto con
il calore, azionando la seconda.
cinquantina di metri e inutilizzato
da quarant’anni (a parte il primo
piano, adibito a caserma dei pom-
pieri). La maggiore difficoltà dell’
impresa era l’estrema vicinanza di
altre strutture (una palazzina a 16
metri e un raccordo stradale che
circondava l’edificio a una ventina
di metri di distanza). Inoltre, questo
palazzone liberty era stato costrui-
to ai primi del 900, quando ancora
ci si fidava poco del cemento ar-
mato. I pilastri erano stati sovradi-
mensionati, e in più avvolti in due
strati di mattoni pieni e forati.
Il segreto per realizzare l’“im-
plosione” (cioè un’esplosione ri-
volta verso l’interno) è legato a un
perfetto calcolo degli intervalli tra
i vari botti: i primi a saltare devono
essere i pilastri centrali, poi tutti
gli altri a intervalli di qualche fra-
zione di secondo, spostandosi ver-
so l’esterno. Gli intervalli, comun-
que, devono essere presenti in
qualsiasi “volata” (ovvero serie di
esplosioni), perché una leggera
sfasatura smorza le vibrazioni, evi-
tando il rischio di lesioni negli edi-
fici circostanti. ■
Mauro Gaffo

“Fochini” d’assalto
Isimanesiste
provincia di Parma
una specialis-
task force: è
l’unica in Italia a poter
intervenire su un
incendio boschivo con
artifizi esplosivi, che
permettono a un
numero limitato di
persone di circoscri-
vere rapidamente il
fuoco in situazioni di
emergenza. A questa
squadra di pronto
intervento apparten-
gono gli oltre 60 allie-
vi del primo Corso di
formazione per “fochi-
giare gli esplosivi, e
si ottiene superando
uno speciale esame
ni” nell’antincendio in Prefettura e dimo-
boschivo: vigili del strando un’adeguata
fuoco, guardie fore- idoneità psicofisica.
stali e volontari della Il corso è stato tenuto
protezione civile. Il a Parma dallo specia-
brevetto di “fochino”, lista geominerario
conseguito in genere Danilo Coppe, che
da artificieri e tecnici ha fornito agli allievi
minerari (ma quasi anche le nozioni di
mai dai vigili del fuo- base sulle innumere-
co), è l’autorizzazione voli applicazioni civili
ministeriale a maneg- degli esplosivi.
Sport
Cento metri

Stregati dall'el astico a capofitto

nel vuoto:
è il "bungee
jumping"

S
ull’orlo del precipizio il
cuore pulsa al ritmo di 95
battiti al minuto. Un atti-
mo prima di saltare nel
vuoto la frequenza cardiaca arri-
va a 130 battiti. Pochi secondi do-
po, durante il volo, si superano i
155 battiti al minuto. Un’emozione
fortissima, una scarica di adrenali-
na cui gli appassionati del bungee
jumping, il salto a testa in giù nel
vuoto assicurati da un elastico, non
sanno rinunciare.
E in effetti il bungee jumping è
una disciplina proprio a metà tra lo
sport e la prova iniziatica: i salta-
tori indossano un’imbragatura si-
mile a quella degli alpinisti, e spe-
ciali gambali, cui agganciano un
cavo elastico largo alcuni centime-
tri. Fissano l’altra estremità a un
ponte molto alto e, dopo un rapido
controllo all’attrezzatura, si lascia-
no cadere nel vuoto, verso il fiume,
finché l’elastico, dopo essersi al-
lungato al massimo, non inizia a
contrarsi, e li riporta verso l’alto.

▼
Precipitare
e rimbalzare
Un saltatore
fotografato
durante un
rimbalzo. I più
abili "jumper",
alla fine del
salto, afferrano
la cordicella
di sicurezza
per riportarsi
in posizione
verticale e non Il piacere di sentirsi Superman
restare appesi A destra, un appassionato di "bungee jumping" che
a testa in giù, salta con un costume da supereroe. Sopra, il ponte
in attesa di di Loreto, vicino a Triora , in Liguria, uno dei centri
essere slegati. italiani di salto con l'elastico: è alto ben 119 metri.

Focus 33
 L’effetto yo-yo termina al quarto modo da realizzare un cordone del una scarica di adrenalina che pro-

▼
Appesi
Una moderna sul baratro rimbalzo. «La squadra che con-
sente di saltare è formata da cin-
prova di Un saltatore
esperto. Fino
a oggi, su
que persone, ognuna con un com-
pito ben preciso: c’è l’equipaggia-
coraggio che migliaia di salti,
ci sono stati
solo un paio di
tore che fa indossare l’imbragatu-
ra, il capobase e il suo assistente
che agganciano l’elastico, una per-
fa sentire incidenti: due
"jumper" francesi
sona che si occupa di recuperare il
jumper dopo il salto e di sganciar-
invulnerabile sono morti
perché non era
stata calcolata
lo dalle corde, e infine un opera-
tore che filma tutte le fasi del sal-
to», spiega Maria Luisa Chioda,
chi salta la lunghezza
dell'elastico. una dei fondatori di Exploring
bungee, l’agenzia di viaggi che nel
giugno scorso ha aperto il primo
centro italiano permanente di bun-
gee jumping, sul ponte di Loreto
(alto 119 metri) presso la cittadina
trecentesca di Triora, nell’entro-
terra ligure di ponente.
La sicurezza del salto dipende
soprattutto dall’attrezzatura: per
l’imbragatura viene utilizzato sol-
tanto materiale per alpinisti, omo-
logato dall’Unione internaziona-
le associazioni alpinistiche, men-
tre l’ elastico è prodotto artigia-
nalmente dagli stessi responsabili
dei vari centri europei dove si può
praticare il bungee jumping.
Per costruirlo occorrono centi-
naia di sottili striscioline di caucciù,
fittamente intrecciate tra loro, in
diametro di 5-7 centimetri (i dia-
metri più grandi servono per i sal-
tatori più pesanti). Il cavo, lungo
24 metri, è costruito in modo da
essere meno elastico alle due
estremità, dove il caucciù è anno-
dato all’acciaio degli anelli che ser-
vono per l’aggancio.
Secondo le prove di laboratorio
i cavi possono sopportare un ca-
rico di oltre due tonnellate, mentre
quello effettivo, durante il salto, è
di dieci volte più basso.
Uno sforzo intenso
che può fare
solo un cuore sano
In caduta, i saltatori raggiungo-
no la velocità di 90 chilometri l’ora
e, quando si fermano, passano in
pochi secondi da un’accelerazione
di 1,7 g (circa 17 metri al secondo)
a zero: una frenata paragonabile a
quella di un’automobile che si fer-
mi non troppo bruscamente. Per
questo il bungee jumping è più
spettacolare che pericoloso. Se-
condo Giampaolo Cupellini, me-
dico del Centro diagnostico di Mi-
lano, «la reazione dei saltatori è
quella detta di “lotta e fuga”: in es-
sa, come risposta alla paura, si ha
voca l’aumento delle contrazioni
cardiache. E’ uno sforzo rapido e
intenso, che avviene senza apporto
di nuovo ossigeno, e che potrebbe
essere dannoso a persone predi-
sposte alla malattie cardiache».
Il bungee jumping è nato nelle
Nuove Ebridi, un arcipelago a est
dell’Australia: qui gli indigeni si
tuffano da un’impalcatura alta una
trentina di metri, trattenuti per i
piedi da liane, per dimostrare all’
intera tribù il proprio coraggio. A
portare in Europa questa sfida è
stato invece l’inglese David Kirke,
che inventò l’elastico e nel 1979 si
gettò dal ponte di Clifton. Ma fu il
neozelandese Alan John Hackett
a brevettare il nome bungee jum-
ping (nell’inglese parlato, infatti,
il bungee è l’elastico con cui si le-
gano i bagagli).
Attualmente, ogni anno, nei
centri specializzati di tutta Europa,
migliaia di persone sfidano il vuo-
to appese a un elastico. In partico-
lare, in Germania è stata brevet-
tato dallo stuntman Jochen Sch-
weizer un sistema di imbragatura
approvato dal Tüv (l’ente tedesco
per i controlli tecnici): ora la so-
cietà Schweizer ha 15 sedi in tutta
Europa. Una di queste sedi ha or-
ganizzato da circa un anno in Italia
tre squadre di ragazzi che si esibi-
scono in salti spettacolari da gru
alte 50-60 metri. La stessa orga-
nizzazione ha anche un centro per-
manente sull’Adda. Un successo: e
ogni week end sono un’ottantina
le persone che fanno un tuffo di
80 metri nel vuoto. ■
Raffaella Procenzano
(ha collaborato Massimo Cappon)

Centinaia di elastici
Dove e come tuffarsi A destra, l'elastico per il "bungee
jumping" visto da vicino: è
Idove,
n Italia ci sono due
centri permanenti
ogni fine setti-
Tadino 44, Milano
(tel. 02/29.40.31.36).
■ Il secondo centro
formato da molti fili di caucciù
legati saldamente tra di loro.
mana, è possibile si trova tra Calusco e Gambali
provare il brivido del Paderno d’Adda, a
"bungee jumping". 30 chilometri da Mi- resistenti
■ Al No limits bun- lano. Saltare dal pon- Un particolare
gee center di Triora, te S. Michele, alto 80 dell'imbragatura:
in provincia di Impe- metri, costa 150 mi- ai gambali viene
ria, un salto di cento la lire (i salti succes- legato l'elastico,
metri dal ponte di Lo- sivi 120 mila). Non è che è sottoposto
reto costa 120 mila necessaria la preno- a vari controlli.
lire (100 mila i salti tazione (per informa-
successivi, 200 mila zioni contattare il Bun-
un salto in coppia). gee jumping Italia, L'argano
Si può anche acqui- via Guncina 48, Bol- per risalire
stare a 45 mila lire zano. Telefono 0471/
la videocassetta del 27.95.61). L’attrez- Il capobase sul
proprio lancio nel zatura è fornita sul ponte di Loreto
vuoto. Per iscriversi posto. Per i “tuffi” dei recupera corde
è necessario preno- minorenni occorre ed elastico: è il
tare presso l’agenzia l’autorizzazione scrit- solo autorizzato
Exploring bungee, via ta dei genitori. a maneggiare
l'attrezzatura.

Focus 34 Focus 35
Salute
Si chiama “bugiardino”, ed è il foglietto illustrativo allegato ai m edicinali. E’ utilissimo ma, spesso, incomprensibile. Perché?
Leggere attentamente le istruzioni
P
rimum non nocere”: an-
zitutto, non deve far male.
Questa dovrebbe essere
la prima caratteristica di
un farmaco, perché anche le me-
dicine più banali possono diven-
tare armi a doppio taglio. Tutti i
preparati, infatti, hanno sempre
effetti sull’organismo, a volte insi-
gnificanti, altre pesanti. Ma oggi
le farmacie sono veri e propri su-
permercati della salute, con mi-
gliaia di specialità, preparati, con-
fezioni, molti dei quali si possono
acquistare senza alcuna formalità.
Vediamo cosa bisogna sapere per
evitare errori che possono avere
gravi conseguenze sulla salute.
Oggi i farmaci sono divisi in
classi, in base alle sostanze di cui
sono fatti. Ecco quali sono.
● Farmaci Otc. La sigla sta per
“Over the counter”, cioè “alla cas-
sa”. Sono quelli che possiamo ac-
quistare senza ricetta. Ce ne sono
quasi un migliaio. Sono detti anche
farmaci per automedicazione, per
curare, senza ricorrere al medico,
disturbi leggeri: un mal di testa,
un bruciore di stomaco, oppure un
banale prurito. «Con questi far-
maci, il rischio di effetti indeside-
rati è quasi insignificante, perché i
principi attivi utilizzati sono stati
Cesare Sirtori, farmacologo.
Focus 36
sperimentati per lunghissimo tem-
po e i dosaggi sono minimi. In Ita-
lia solo il 9 per cento della spesa
farmaceutica globale è dovuto ai
farmaci Otc, mentre negli altri
Paesi industrializzati è più del dop-
pio», dice Cesare Sirtori, direttore
della cattedra di farmacologia cli-
nica dell’università di Milano. Gli
italiani abituati a curarsi da soli sa-
rebbero, secondo le statistiche, il
30 per cento. La tendenza all’au-
tomedicazione è sviluppata so-
prattutto tra le donne e, per quan-
to riguarda le fasce d’età, tra le per-
sone fra i 30 e i 40 anni. Ma l’auto-
medicazione deve seguire regole
precise. «Si può praticare solo per
disturbi passeggeri e i farmaci van-
no presi solo per pochi giorni. In
caso contrario, meglio chiedere a
un medico, che rimane comunque
il referente primo per ogni proble-
ma, la cura più indicata».
● Farmaci prescrivibili. Sono
quelli indicati dal medico in base
alla diagnosi e alle condizioni del
paziente. Gli effetti indesiderati so-
no più frequenti perché i prepara-
ti sono maggiormente attivi. Ma
questa è una conseguenza neces-
saria, visto che anche le patologie
di partenza (ipertensione, cardio-
patie, disfunzioni ormonali, infe-
zioni o tumori) richiedono un im-
pegno e un’attenzione diverse.
● Farmaci “da consiglio”. E’
una terza specie di prodotti che
presto sarà presente accanto alle
altre due. «Si tratta di preparati
che potrebbero essere consegnati
dal farmacista al cliente, anche se
occorrerebbe la prescrizione me-
dica. Questi farmaci dovrebbero
essere ampiamente sperimentati
da diversi anni, oppure consentire
di proseguire la terapia che il ma-
lato segue da anni: per esempio,
gli antiulcera, gli antipertensivi, la
pillola anticoncezionale», spiega
ancora Sirtori. ■ Disturbi che possono
Federico Mereta
Che cosa vuol dire?
● Posologia. E’ la do-
se efficace del farma-
co, in rapporto al peso
e all’età di chi lo pren-
de e al tempo di effet-
to. Il foglietto illustra-
tivo riporta la posolo-
gia per le diverse età.
● Farmacocinetica.
Descrive quanto avvie-
ne ai farmaci nell’orga-
nismo, dall’assunzione
all’eliminazione della
sostanza attiva. Di nor-
ma un farmaco viene
“metabolizzato” dopo il
suo ingresso nel corpo
ed entra nel sangue,
per mezzo del quale ar-
riva ai tessuti. A volte,
come nella cura dell’ul-
cera con gli “anti-H2”
il principio attivo si lega
a particolari recettori su
cui esplica la propria
azione. Alla fine del ci-
clo il farmaco è elimi-
nato attraverso i reni,
o metabolizzato nel fe-
gato per essere elimi-
nato con la bile.
● Effetti collaterali.
Medicina
fai-da-te
Un farmacista
al lavoro. Nei
Paesi più
sviluppati il 20
per cento della
popolazione
è abituato a
curarsi senza
ricorrere
ai consigli
del medico.
accompagnare l’azione
terapeutica e rendono
problematico l’impiego
di un farmaco.
● Controindicazioni.
Condizioni particolari
dell’organismo che vie-
tano l’impiego di un
farmaco. Per esempio
se c’è l’insufficienza
renale, cioè ridotta ca-
pacità del rene di fil-
trare il sangue.
● Biodisponibilità.
Attitudine di un farma-
co a liberare nell’orga-
nismo una parte più o
meno grande della so-
stanza attiva. Se è ele-
vata, bastano dosi re-
lativamente basse per
avere l’effetto voluto.
● Sinergismo d’azio-
ne. E’ l’aumento degli
effetti curativi che si
può avere sommini-
strando più farmaci at-
tivi su uno o più organi.
Talvolta i due farmaci
entrano in competizio-
ne, dando luogo ad un
effetto globale negativo
(antagonismo).
Riconoscere il farmaco
● Sospensione. Sono
preparati in cui il farmaco
attivo viene mescolato ma
non sciolto con un liquido
e altre sostanze, per
esempio dolcificanti o
conservanti. Si basano sul
principio che se il farmaco
può essere sciolto in acqua
e messo in soluzione viene
assorbito più velocemente.
● Capsule. Sono piccoli
contenitori rivestiti di gela-
tina, con qualche goccia
di liquido (capsule molli)
oppure polvere o granuli
(capsule rigide). Le prime
servono soprattutto per
la somministrazione di
vitamine liposolubili (A, E),
mentre in quelle rigide
sono presenti sostanze
cosiddette “eccipienti”
che favoriscono la diffu-
sione dei granuli nel tubo
digerente. Con le capsule
si evitano le dispersioni
di farmaco e si riduce il ri-
schio di effetti collaterali.
● Compresse. Il farmaco
viene ridotto in polvere e
poi “compresso”. Si usano
anche “eccipienti” che
migliorano la stabilità della
compressa stessa. A volte
le compresse vengono
“rivestite”: questo accade
per esempio in molte
forme “retard”, quando
cioè si vuole allungare il
tempo di assorbimento del
farmaco per prolungarne
l’effetto, evitare che
il farmaco potenzialmente
lesivo danneggi lo stoma-
co oppure per proteggere
il principio attivo.
● Fiale. La sostanza
attiva viene preparata in
forma liquida. Quanto più
il contenuto di una fiala
è “isotonico”, cioè la sua
composizione è simile al
sangue, tanto maggiori
sono le vie attraverso le
quali si può somministrare:
in vena, intramuscolare,
sottocutanea, per aerosol.
● Supposte. Vanno
introdotte nel retto e sono
l’alternativa ideale alle
compresse quando, per
diversi motivi (intolleranza
della mucosa gastrica
o difficoltà a prendere
le medicine per bocca),
non è possibile o non è
conveniente somministrare
un farmaco per bocca.
Nella supposta il principio
attivo viene mescolato
con eccipienti per essere
assorbito dai capillari
intestinali.
● Sciroppi. Si tratta di
particolari soluzioni, utili
soprattutto per sommini-
strare farmaci ai bambini,
in cui i principi attivi sono
mescolati con sostanze
dolci o comunque in grado
di migliorare il gusto
del farmaco.
● Creme. Sono prepara-
zioni utilizzate soprattutto
per il trattamento “topico”
delle lesioni, perché si
somministrano sulla cute
e hanno un’efficacia
limitata alla zona di som-
ministrazione. Nelle creme
c’è moltissima acqua che,
evaporando, induce l’as-
sorbimento della sostanza
attiva attraverso la pelle.
● Pomate. A differenza
delle creme, queste prepa-
razioni sono “grasse”. Per
questo vanno spalmate
solo sulla pelle integra.
● Tinture. Rappresentano
la soluzione ideale per
la disinfezione. Si tratta
di soluzioni con sostanze
vegetali unite a etere o
alcol. Questo cocktail con-
sente di estrarre il princi-
pio attivo e farlo espande-
re sulla zona trattata. In
generale vanno usate con
attenzione perché in esse
il farmaco è quasi sempre
presente in concentrazioni
molto elevate.
Focus 37
Che cosa c’è dentro ai farmaci più diffusi? In base a quali
Sette schede per la medicina fai-da-te: ma attenzione agli abusi
Antinfiammatori - Il problema è la digestione Anticinetosici Lassativi - Di contatto o “irritanti”, Antiangina- Fare attenzione
Ainfiammazioni,
cosa servono.
Curano dolori vari,
sono controllati, men-
tre quelli destinati a
i quali sono indicati,
influenzano allo stesso
In generale, i Fans
fanno aumentare
Sicuri, ma sempre soltanto per brevi periodi ai bruschi cali di pressione
febbre. curare i disturbi più tempo negativamente l’acidità all’interno è meglio
Il principio attivo. Il
principale, e più
gravi devono essere
prescritti dal medico
queste funzioni.
L’apparato a maggior
dello stomaco e per-
ciò possono favorire
non guidare Atamento
cosa servono. Fa-
voriscono lo svuo-
dell’intestino
lubrificanti, glicerina,
olio di oliva o di semi
di cotone.
provocano un aumen-
to dei movimenti
intestinali. Quelli
Acardiache,
cosa servono. Curano
diverse malattie
come l’angina
rischio di un abbassamen-
to della pressione per cui,
se si è da soli è bene
conosciuto, è l’acido Come agiscono. Bloc- rischio è quello dige- la comparsa di lesioni,
acetilsalicilico, cano la produzione rente, in particolare gastriti o ulcere. Per e curano la stitichezza. Come si prendono. irritanti, appunto irri- pectoris, l’infarto e prenderli stando sdraiati.
presente in molte da parte dell’organi- lo stomaco. Il 10 per limitare questi danni Il principio attivo. In Per bocca, liquidi, tano la mucosa inte- l’ischemia.
composizioni in
commercio. Altri sono
smo dell’enzima
ciclossigenasi che
cento di coloro che
prendono farmaci
si suggerisce di pren-
dere i Fans dopo aver
A cosa servono. Prevengono
il mal di mare, d’auto,
d’aria.
quelli “di contatto”,
si tratta di sostanze
in grani o compresse,
o per via rettale
stinale che reagisce
aumentando i suoi
Il principio attivo. Tra
i più usati, i nitroderivati,
Un’immagine del cuore,
e delle principali arterie,
l’ibuprofene, il fenilbu- presiede alla produzio- Fans lamentano di mangiato, perché il ci- vegetali come crusca, (glicerina). Sono movimenti. Quelli lu- cioè derivati realizzata al computer.
Il principio attivo. Il più noto metilcellulosa, agar. in libera vendita. brificanti si mescola- della nitroglicerina.
tazone, l’indometaci- ne di prostaglandine. essere stati colpiti da bo tende ad assorbire è il dimenidrato, ma si usa
na. Si chiamano Queste, a loro volta, nausea, vomito e cat- l’acido cloridrico pre- In quelli “irritanti”, Come agiscono. no alle feci facilitan- Come si prendono. In fiale,
anche la scopolamina. olio di ricino, fenolfta- Quelli di contatto done i movimenti. in compresse per bocca
anche Fans, cioè contribuiscono a sca- tiva digestione. Tutto sente nello stomaco. Come si prendono. Il dimeni-
“Farmaci antinfiam- tenare la risposta in- ciò, probabilmente, L’acido acetilsalicilico, leina, frangula, aumentano la massa Controindicazioni. o da mettere sotto la lin-
drato per bocca, in compresse senna. In quelli delle feci e quindi Quelli di contatto, se gua, per mezzo di cerotti.
matori non steroidei”. fiammatoria difensiva. dipende dal fatto che il fenilbutazone e l’ o masticando un chewing
Come si prendono. Di Controindicazioni. Poi- questi farmaci riduco- indometacina, inoltre, non sono accompa- Devono essere sempre
gum, nel quale è contenuto. gnati da abbondanti prescritti dal medico.
solito in compresse, ché le prostaglandine no la produzione di possono anche La scopolamina, invece, per
come pomate o esercitano anche altre muco da parte provocare allergie per quantità d’acqua Come agiscono. Allargano
via transdermica, cioè per possono provocare il calibro delle arterie co-
supposte. Alcuni sono funzioni nell’organismo, della parete gastrica la pelle (orticaria) mezzo di un cerotto applicato
in libera vendita, e in questi farmaci mentre o ne riducono la oppure per l’apparato ostruzioni intestinali. ronariche e quindi favori-
sulla pelle. Sono farmaci Tutti possono scono l’afflusso di sangue
questo caso i dosaggi curano i disturbi per capacità protettiva. respiratorio. in libera vendita. provocare dolori inte- al muscolo cardiaco.
Come agiscono. Questi stinali ed eccessiva Controindicazioni. Oltre
farmaci agiscono aI livello perdita di liquidi: alle arterie coronariche,
del sistema nervoso centrale. perciò vanno presi questi farmaci dilatano
Ansiolitici - Benzodiazepine contro l’insonnia. Il dimenidrato diminuisce
la sensibilità a vertigini,
solo per brevi periodi. anche altre componenti
del sistema sanguigno e
nausea e vomito. La
Ma talvolta se ne va anche la memoria scopolamina, invece, ha
effetti sedativi e narcotici:
Una ghiandola gastrica:
produce acido
quindi provocano una sot-
trazione di sangue in altre
cloridrico ed enzimi. zone del corpo. Da qui il
Ae glicosa servono.
Curano l’insonnia
stati di ansia.
ma “gabaergico” del
sistema nervoso
centrale, attraverso
sconsigliato guidare
l’auto dopo aver preso
questi farmaci,
un effetto cosiddetto
“paradosso”: dopo
averli assunti, il pa-
nelle cellule “prende il posto”
di un neurotrasmettitore,
l’acetilcolina, che ha
Il principio attivo. I più il quale passano i soprattutto quelli ad ziente, invece di esse- il compito di trasmettere
usati sono le cosid- segnali traquillizzanti azione più prolungata. re più calmo, di colpo gli impulsi da cellula
dette benzodiazepine.
Alcune di queste
e antieccitatori per il
cervello. La loro azione
Inoltre, questi medici-
nali possono avere
appare in realtà più
teso e aggressivo
a cellula, impedendone
così l’azione. In questo modo,
Diuretici - Curano la pressione Antiasmatici - Bronchi più liberi,
(triazolam) entrano in
azione in pochi minuti
calmante si deve a
questo meccanismo.
controlla il vomito.
Controindicazioni. Il dimeni-
alta, non usateli per dimagrire! però con qualche palpitazione
e vengono eliminate
dall’organismo nel
giro di 2-4 ore. Altre
Controindicazioni.
Spesso il paziente
non riesce più a farne
drato provoca una certa
sonnolenza. Più marcati
gli effetti della scopolamina:
Ala pressione
cosa servono. A curare
l’ipertensione, cioè
del sangue
Controindicazioni. Il rischio è
quello di una perdita eccessiva
di sali minerali, soprattutto
Aimpiegati
cosa servono.
Sono farmaci
per la
a rilassarsi, agendo
su alcuni loro spe-
cifici recettori, i
tremori, insonnia e
palpitazioni. Questi
effetti possono
(bromazepam, alapra- a meno, magari finen- confusione mentale, perdita troppo alta. sodio, cloro e calcio, che cura dell’asma. beta2. Quando il variare da farmaco
zolam, lorazepam) do per aumentare di memoria, lacrimazione. Il principio attivo. Sostanze seguono la stessa via del Il principio attivo. muscolo si rilassa, a farmaco e da
hanno un’azione di le dosi. Questo abuso Questi effetti sono attenuati diuretiche come sodio, e potassio. Infatti, Derivati della teo- il diametro del paziente a paziente.
media durata e altre comporta un rafforza- grazie alla somministrazione il clortalidone, l’indapamide spesso si usano farmaci fillina, sostanze canale in cui passa Esiste inoltre il
ancora (diazepam, mento dell’azione dei con il cerotto, comunque e la furosemide. cosiddetti risparmiatori di “simpaticomimeti- l’aria aumenta. rischio di accen-
clonazepam) sono farmaci, che rischia sono più gravi negli anziani. Come si prendono. Solita- potassio. Il rischio aumenta che” come salbu- Controindicazioni. tuarne gli effetti se
definite a lunga durata, così di diventare Certamente bisogna evitare mente in compresse nelle se come spesso avviene, tamolo, clebutero- Oltre che sui bron- il paziente, invece
con azione che “eccessiva”. In questo di mettersi alla guida cure prolungate. Devono i farmaci diuretici vengono lo, salmeterolo. chi, i recettori be- di seguire le
si può prolungare per caso possono compa- di un auto quando si è sotto essere prescritti dal medico. usati di propria iniziativa per Come si prendono. ta2 si trovano an- prescrizioni,
parecchie ore. rire cali di attenzione, l’azione di questi farmaci. Come agiscono. Impediscono tentare di dimagrire. I chili Per bocca o per che sul cuore, sui assume il farmaco
Come si prendono. e di memoria, Inoltre, la scopolamina ha un ai reni di riassorbire dal perduti in seguito a questo mezzo di aerosol nervi e sui muscoli, in dose eccessiva
Solitamente per boc- sonnolenza, apatia e effetto particolare: provoca sangue, dopo averlo filtrato, uso scorretto in realtà sono e devono essere perciò questi far- e solo quando ha
ca, in compresse o difficoltà di concen- la dilatazione della pupilla (mi- il sodio e con esso l’acqua, dovuti soltanto alla perdita sempre controllati maci hanno effetti l’attacco di asma.
gocce. Deve sempre trazione. Perciò, è triasi), accompagnata talvolta che viene trasportata appunto di liquidi e non a una effettiva dal medico. anche su questi Il consiglio è di
essere il medico a da lievi disturbi visivi. L’incon- dal sodio. L’acqua viene diminuzione di peso. In questi Come agiscono. organi. Per questo, segnalare subito
stabilire dosi e uso. Una tomografia assiale veniente dura ancora per così eliminata con l’urina, casi si corrono i maggiori Costringono i soprattutto nei al medico curante
Come agiscono. Inter- computerizzata qualche giorno dopo che si diminuendo la pressione rischi di perdita eccessiva muscoli che cir- primi mesi di uso, tutte le manifesta-
feriscono con il siste- del cervello umano. è smesso di assumerla. nel sistema sanguigno. di sali minerali. condano i bronchi si possono avere zioni anormali.
Da che cosa dipende l’efficacia dei medicinali?
Sesso, età e peso corporeo
▼
1. Le medicine posso-
no avere effetti diversi
nell’uomo e nella donna?
Ci sono alcune differen-
ze, ma non rilevanti. Per e-
sempio, nei maschi l’acidità
dello stomaco tende a esse-
re maggiore, perciò devono
fare attenzione con i medi-
cinali che possono provoca-
re lesioni al sistema gastrico.
Nelle donne il tempo di per-
manenza delle sostanze at-
tive nello stomaco dipende
dal ciclo mestruale, con il
massimo verso la metà del
ciclo. I maschi hanno meno
adipe sotto la pelle e una
maggiore irrorazione dei
muscoli, perciò assorbono
meglio i farmaci per queste
vie. Infine, la velocità con
cui i reni eliminano le so-
stanze è inferiore di circa il
15 per cento nelle donne.
2. Cosa influisce sul
dosaggio di un farmaco?
Innanzitutto il peso cor-
poreo. In termini generali
più una persona pesa, tanto
maggiore è la quantità di
farmaco necessaria. Anche
l’età è importante. Nei neo-
nati i reni non funzionano
bene, quindi l’eliminazione
del farmaco è ridotta. Inol-
tre il loro corpo è più ricco
di acqua, quindi il livello dei
farmaci idrosolubili nel san-
gue può diminuire. Nell’an-
ziano avviene l’opposto: l’
acqua diminuisce, per cui i
farmaci idrosolubili riman-
gono nel sangue in quantità
maggiore. Per questo, nelle
età estreme occorre fare
molta attenzione.
3. I farmaci arrivano
allo stesso modo in tutto
il corpo?
No, dipende dalla capa-
cità del farmaco di passare
attraverso le membrane del-
le cellule, e dalla quantità di
Qualità
sconosciute
Macchinari per
miscelare i
composti dell’
aspirina: l’acido
acetilsalicilico
è il principale, e
avrebbe qualità
curative maggiori
di quelle finora
conosciute.
sangue che i diversi tessuti,
ricevono: a organi come il
cervello, il fegato, il cuore,
le ghiandole surrenali, i reni
e la tiroide arriva il 70 per
cento del sangue. Un altro
20 per cento circa va ai mu-
scoli e alla pelle, ma questa
percentuale varia in base al-
la temperatura e allo sfor-
zo fisico. Tessuto adiposo e
scheletro ricevono meno del
10 per cento del sangue.
4. Perché non convie-
ne somministrare farma-
ci in gravidanza?
In generale, se una so-
stanza è in grado di oltre-
passare la barriera placen-
tare, cioè il tramite tra il cir-
colo sanguigno della madre
e il feto, ha effetti anche sul
nascituro e quelli indeside-
rati sono sicuramente più
intensi rispetto a quelli ri-
scontrabili nell’adulto. Il
medico può indicare quali
sostanze si possono prende-
re e quali invece possono
essere “teratogeni”, capaci,
cioè, di danneggiare lo svi-
luppo fetale: ormoni ma-
schili e femminili, alcuni an-
titumorali e il talidomide. I
danni di questi prodotti so-
no maggiori nei primissimi
giorni di gravidanza, e nello
stato embrionale (17-57
giorni). In generale, il cuore
risente di più dell’eventuale
somministrazione di farma-
ci tra il ventesimo e il qua-
rantesimo giorno, il cervello
tra il quindicesimo e il ven-
ticinquesimo, gli arti nei
giorni successivi.
5. Le medicine vanno
prese a stomaco pieno?
In generale, ogni prepara-
to dovrebbe essere preso a
stomaco vuoto perché si evi-
tano eventuali interazioni
con i cibi e quindi una dimi-
nuzione del suo assorbimen-
to. L’assunzione a stomaco
pieno è consigliata quando
Prima di arrivare
in farmacia
A sinistra, controllo di
qualità su pillole di aspirina.
Sotto, le compresse prima
del confezionamento finale.
la sostanza potrebbe
provocare danni allo
stomaco (come acca-
de, per esempio, con
alcuni antinfiammato-
ri), oppure se il parti-
colare meccanismo d’
azione del farmaco o
le sue indicazioni (per
esempio, l’insulina) ne im-
pongono il trattamento a
orari prestabiliti in base al-
l’alimentazione.
6. In quanto tempo un
farmaco viene assorbito
dal corpo e ha effetto?
Il farmaco giunge ai tes-
suti con il sangue. Per que-
sto, la somministrazione en-
dovenosa è quella che più
rapidamente induce l’effet-
to voluto, ma spesso l’effi-
cacia è più limitata nel tem-
po. Più lentamente vengono
assorbiti i farmaci per via
intramuscolare, rettale e
orale. In alcuni casi l’elimi-
nazione del farmaco viene
rallentata con tecniche par-
ticolari: per esempio, in cer-
te capsule sono contenuti
granuli che rilasciano il prin-
cipio attivo molto lenta-
mente e l’effetto si prolunga
nel tempo: in questo caso si
parla di formulazione “re-
tard”. ■
Avventura
Salpò verso le
Indie orientali, e
naufragò al suo
primo viaggio: ora
la ricostruiscono

Recuperati
con il lavoro
Una intagliatrice al
lavoro, su un
pannello di legno
di quercia. Si
BATAVIA
un Titanic di quattro secoli fa
chiama Francesca
ed è un'ex attrice:

L’
nel gruppo impegnato oceano è grande come un
nella ricostruzione campo di calcio. L’acqua
della Batavia non ci è dolce, e scura. Le onde
sono professionisti sono alte 18 centimetri.
del restauro. Molti Eppure il veliero fa fatica a navi-
di loro sono anzi gare, imbarca acqua, e i tre tecnici
giovani "difficili", che che lo controllano dal bordo della
il cantiere ha in cura,
e che sono pagati vasca faticano a tenerlo a galla. Al-
dall'ufficio pubblico la fine la macchina del vento viene
di assistenza sociale. spenta, e la nave è di nuovo or-
meggiata.
Dove siamo? Nel Centro speri-
mentale di costruzioni navali Ma-
rin research, e il veliero oggetto di

▼
Difendersi
dai pirati?
Uno dei 24
cannoni che
saranno montati
sulla nave.

Focus 46 Focus 47
Ecco le prime Uragano
meccanico
tempeste: Il modello in
scala 1 a 20
della Batavia,
quelle finte, investito da
raffiche di vento
forza 12 (cioè
nella grande oltre 30 metri
al secondo),
vasca navale tipiche di un
uragano. Si
saggia così
la resistenza
della struttura
▼

studio è il modello, in scala 1 a 20, della nave.

di una delle più celebri navi della
storia: l’olandese Batavia. Una
specie di Titanic del Seicento, visto
che al suo tempo fu una delle più
grandi navi mercantili del mondo
e che, soprattutto, affondò nel cor-
so del viaggio inaugurale, nel 1629,
naufragando contro la costa au-
straliana.
Fra meno di un anno, però,
un’altra Batavia solcherà le onde:
a Lelystad (una cinquantina di chi-
lometri da Amsterdam, sull’Ijssel-
meer) sta infatti per essere termi-
nata la costruzione di una fedelis-
sima copia del veliero. Carpentiere e sognatore
Il vero problema? Sopra, a destra nella foto, il responsabile
della ricostruzione della Batavia: Willem Vos.
Trovare gli stessi
antichi materiali
Ci ha lavorato per quasi dieci
anni un gruppo di appassionati
guidati da Willem Vos, 54 anni,
carpentiere, sognatore e costrut-
tore di navi in legno. I materiali
utilizzati sono in effetti il più pos-
sibile simili a quelli originali. Sol-
tanto per procurarsi il legno giusto,
Vos ha impiegato diversi mesi:
«Per la chiglia abbiamo trovato al-
beri di rovere, in Danimarca, vec-
chi di trecento anni. Per l’albero
maestro un robusto tronco di pino
tedesco. E poi larice per il bom-
presso e i pennoni, frassino e legno
santo della Guiana olandese per i
bozzelli». Le vele sono di lino pe- Il passato
sante. Gli stralli (cioè i cavi che giornali e colla, nonché della pasta in microfilm
reggono gli alberi, verso prua) so- impiegata dai dentisti per model- Studiare Sopra, ancora
no imbevuti di pece e catrame. lare le protesi. I chiodi poi (il più i dipinti il museo navale
Ogni trave, ogni pezzo di legno, lungo arriva a 2 metri e 85 centi- Lo storico di Amsterdam:
ogni cannone, tutto viene rifinito a metri), sono in lega d’acciaio. Robert si studiano
mano, come quattro secoli fa. Di Su quale modello ci si è basati, Partesius studia antichi disegni
questo, Vos ha però una lunga per la ricostruzione? Le indicazio- su un dipinto archiviati
pratica: di navi a vela, originali o ni principali sono venute da due di battaglia su microfilm.
repliche, ne ha già costruite una musei di Amsterdam, quello Na- la tecnica di
quarantina. vale e il Rijksmuseum. Qui, su di- costruzione Pesante
Qualche concessione al pro- pinti a olio, incisioni su rame e pla- navale del XVII
gresso viene fatta soltanto per al- nisferi, le rappresentazioni dei ve- secolo. Siamo come la vela
lungare la vita della nuova Bata- lieri del Seicento abbondano. E un al museo navale La cucitura
di Amsterdam. delle vele, in
via: così tutta la chiglia, fino alla team condotto dallo storico Ro- Ogni parte lino pesante:
linea di galleggiamento, è rivestita bert Partesius ha quindi potuto ri- della nave verrà si arriva fino a
da uno strato di polietilene argen- costruire (anche grazie a un com- poi lavorata 1150 grammi
tato, e fra le tavole del fasciame puter nel quale sono stati inseriti rigorosamente per metro
esterno, oltre che pece e catrame, migliaia di dati) la sagoma più pro- a mano. quadrato.
c’è anche un’amalgama fatta di babile della Batavia: 750 tonnella-
▼

Focus 48
 14
13
7 6
3 9
8 sono sette) sono angusti, le travi
Alta tecnologia in epoca barocca:
nel XVII secolo questo era il massimo
EAi suoi
cco la ricostruzione
grafica della Batavia.
tempi era un
esempio molto sofisticato
di ingegneria navale.
1. Chiglia e ordinate.
Formano la struttura
portante della nave,
Ma già adesso è un museo galleggiante
Visitatori si affacciano agli oblò: in certi giorni la nuova Batavia
ospita anche tremila visitatori paganti: un contributo alla ricostruzione.
Focus 50
5 e metà fortezza
2 realtà stretto e buio. I ponti (ce ne
che ha quattro ponti.
2. Ponte inferiore.
Sotto c'è la stiva.
3. Ponte di batteria. Qui
sono collocati i cannoni,
ed è alloggiata la ciurma.
4. Grate d'areazione
dei ponti inferiori.
15
4 17
10
3 5
3 negli ultimi anni, da oltre 700 mila
12
1 La Batavia sullo
5. Ponte di coperta.
6. "Poppetta" del
timoniere.
10. Argano per l'ancora.
11. Ancora.
12. Cambusa (in pratica
7. Barra del timone. un cucinotto murato).
8. Pala del timone. 13. Cabina del capitano,
9. Pompa di sentina, uno dei pochi locali
contro le infiltrazioni spaziosi.
d'acqua. 14.Albero di mezzana.
N el XVII secolo ogni olandese
veniva lavato due volte nella
vita: una alla nascita e una prima
della sepoltura», dice Hannie Bes-
selink Jannsen, che fa da guida ai
visitatori nel cantiere della Batavia.
«Provate a immaginare come si vi-
vesse a bordo, e quale odore man-
dasse una nave come questa, con
oltre trecento uomini». Proviamo.
■ Sotto il ponte principale, che
superava a malapena il metro
di altezza, erano alloggiati, al buio,
i soldati. In un viaggio di mesi
potevano salire sul ponte solo
un’ora al giorno, per esercitarsi.
Sullo stesso ponte prendeva posto
l’equipaggio. Quando l’odore degli
escrementi, del vomito e altri
miasmi diventavano insopportabili,
si puliva il ponte con un secchio
3 Indie orientali erano insieme ma-
2 11
15. Albero maestro.
16. Albero di trinchetto.
17. Argano di prua,
per le manovre con le
vele, in porto.
18. Serpa (cioè la parte
anteriore dello scafo).
19. Bompresso.
BELLA VITA DI
di aceto, cui veniva dato fuoco. Se
questa misura non bastava, si
affumicava il ponte stesso con la
polvere da sparo, diffondendo così
un odore acre che, almeno
temporaneamente, copriva il puzzo
precedente. Lo spazio era molto
ristretto. Se qualcuno desiderava
dormire, aveva a disposizione una
superficie di mezzo metro quadra-
to, e poteva quindi sdraiarsi solo
stendendosi sopra qualcun’altro.
Comunque, sempre meglio che
trovarsi nel cosiddetto “inferno”,
un buco completamente al buio
davanti all’albero di trinchetto,
dove venivano gettati i prigionieri.
■ La gerarchia sociale a bordo
stabiliva una netta distinzione tra
le persone che alloggiavano a
poppa (il comandante, il secondo,
16
BORDO: CATTIVI ODORI, SCORBUTO, CRUSCA E FRUSTATE
il trombettiere, gli ufficiali e
i passeggeri) e quelle a prua
(soldati ed equipaggio). A poppa si
pasteggiava in cabina, sulla tavola
apparecchiata, mentre gli uomini
della ciurma raccoglievano il cibo
con un cucchiaio da un mastello,
dove mangiavano in sei. I pasti
erano scarsi e di poca qualità:
cruschello e carne salmistrata. La
carenza di vitamina C provocava
molti casi di scorbuto. L’acqua
potabile si trovava in un barile
di quercia; ciascuno ne riceveva
mezzo litro e la razione doveva
bastare per tutto il giorno. E ben
faceva chi beveva a denti stretti
a causa dei vermi che nuotavano
nella brodaglia. Per colazione
veniva “servita” l’acquavite. La
cambusa, dove si cucinavano e
18 19
si distribuivano i pasti, era grande
poco più di una moderna cabina
da doccia, rivestita di rame e
quindi da uno strato di mattoni per
scongiurare il pericolo di incendio.
L’unica finestra era chiusa da
un’inferriata, in modo che nessuno
potesse introdursi dall’esterno.
■ I furti a bordo venivano puniti
severamente, ma non diminuivano.
L’equipaggio di un veliero diretto
nelle Indie orientali comprendeva
ladri e assassini, perseguitati
e disperati. Molti vedevano il mare
per la prima volta. Un registro
delle pene, molto dettagliato,
stabiliva le punizioni da infliggere
per ogni tipo di trasgressione, a
cominciare da chi rovesciava
l’acqua potabile. Una delle
punizioni più leggere consisteva
Il viaggio cominciò male
e finì peggio: alla fine solo
68 persone si salvarono
▼
te di stazza; 56,60 metri di lun-
ghezza; 53 metri di altezza, dal ba-
gnasciuga alle varee (cioè le parti
estreme delle aste più alte). Prima
di mettersi al lavoro, Cees van
Soestbergen, responsabile di car-
pentieri e scultori, ha studiato i fre-
gi e le decorazioni di oltre trecento
navi dell’epoca.
Metà magazzino
galleggiante,
Un profilo maestoso e luccican-
te, dunque. Ben diverso è però l’in-
terno. Ciò che visto da fuori (il
cantiere di Lelystad è stato visitato,
persone) appare spazioso, è in
ingombranti: i velieri diretti alle
nel venire legati curvi a un palo,
sottocoperta, mentre tra le più
terribili erano previste le frustate,
e l’essere costretti a salire su un
pennone oscillante a occhi
bendati. Chi aveva osato alzare
una mano contro un soldato
doveva appoggiare la mano destra
all’albero maestro e l’ufficiale
di coperta vi conficcava un
coltello. Se la persona punita
riusciva a liberarsi da sola la mano
trafitta (la sinistra era legata dietro
la schiena), la faccenda era
conclusa, e il colpevole poteva
considerare l’ipotesi di farsi
medicare (pagando).
■ Sulle capacità dei medici si
possono solo fare congetture.
Seguivano due anni di formazione
presso un cerusico, che tagliava
gazzini galleggianti e fortezze, e gli
unici spazi importanti erano quel-
li destinati alle armi, la polverie-
ra, e il magazzino per le spezie: un
sacco di pepe valeva, all’epoca, po-
co meno di un sacco d’oro.
E in effetti quando la Batavia
prese il mare, il 29 ottobre 1628, i
Paesi bassi erano forse la prima
potenza commerciale del mondo, e
le navi della Compagnia unita o-
landese delle Indie orientali effet-
tuavano un vero e proprio servi-
zio di linea fra l’Europa e l’insedia-
mento, proprio, di Batavia, sull’iso-
la di Giava, destinato poi a diven-
tare l’attuale Giakarta.
A bordo c’erano 341 persone:
soldati, marinai esperti, commer-
cianti, ma anche pastori prote-
stanti, donne sole sposate per pro-
cura ad altrettanti uomini stabiliti-
si nelle Indie orientali. Il viaggio
si dimostrò subito nato sotto una
▼
Adottare
una nave
scalo. L'opera
è stata
finanziata da
una fondazione,
una serie di
sponsor, e da
un credito di
sette miliardi
concesso dalla
Ned-Lloyd. Ma
si possono
anche "adottare"
(pagando) una
vela, un'ancora
o la polena.
anche i capelli e la barba, e
facevano esperienza nella pratica
dei salassi, delle incisioni di
piaghe e delle amputazioni. Le
nozioni teoriche venivano acquisite
in sei settimane di ulteriore
formazione. Il luogo di lavoro del
“medicus” era sul ponte dell’
artiglieria, vicino alla cambusa,
per avere facile accesso al fuoco
e poter bruciare le ferite.
■ Mancava un vero timone: la
nave veniva manovrata con le vele
e lo stretto remo a poppa si spo-
stava solo di circa 15 gradi. Aveva
quindi solo una funzione ausiliaria.
Il timoniere stava a poppa, vedeva
davanti a sé solo una piccola
porzione del castello di prua e
dell’albero maestro, e teneva la
barra, che muoveva a comando.
Focus 51
 Un leone
a prua Anche in Italia
La polena della
Batavia è
navi in mostra
costituita dal
celebre leone
degli Orange
C ome saperne di più, in Italia,
sulle antiche navi e sull'arte
della navigazione? Ecco alcuni in-
(i regnanti dirizzi utili.
olandesi): è in Genova
morbido legno Museo navale, a villa Doria di Pe-
di tiglio, facile gli (piazza Bonavino 7).
da lavorare La Spezia
ma delicato. Museo tecnico navale, viale Amen-
dola 1.
Napoli
Sculture Museo navale, via Acton 33.
marine Cesenatico
Museo galleggiante della marine-
Sotto, altre ria, all’aperto, sul porto canale.
decorazioni in Venezia
legno. Di ognuna Museo storico navale, riva degli
si prepara prima Schiavoni 2148.
un modello in Trieste
gesso, che verrà Museo del mare, via Campo Mar-
copiato dagli zio 5.
intagliatori. Bologna
Museo delle navi e delle carte geo-
grafiche, a palazzo Poggi Rettora-
to (via Zamboni 35).
Milano
Museo navale didattico, ex chiostro
degli Olivetani (via S.Vittore 21).

17630 ROTT1987, ed è stata au-

La Batavia ha un problema: superare le
chiuse e uscire in mare. E' troppo grossa
cattiva stella: il comandante (che
▼
Catrame sugli alberi
A sinistra, le attrezzature vengono trattate con
catrame vegetale per ritardarne in deterioramento.
Il secondo di bordo, Jeronimus ammutinati vennero tutti impicca-
torizzata a viaggiare in acque ter-
ritoriali. Anche a uscire dall’Ijs-
selmeer, il mare interno olandese,
per andare verso il mare del Nord
dovrebbe essere possibile, seppu-
re a fatica (le chiuse sono più lar-
ghe soltanto di cinque centimetri,
e tanto poco profonde che la nave
dovrà essere alleggerita di tutta la
zavorra). Il problema vero è rap-
presentato dalla struttura interna:
era l’ideale per il Seicento, ma se-
condo le norme attuali è fuorileg-
ge. Oggi una nave che abbia un
regolare equipaggio deve infatti
avere bagni funzionanti, docce e
impianti per l’acqua potabile (in
passato soltanto commercianti, uf-
ficiali e passeggeri avevano i ser-

di fatto era un “commerciante ca-
po” della compagnia) si ammalò
subito, una tempesta separò ben
presto la Batavia dalla nave che
l’accompagnava, e al largo del ca-
po di Buona Speranza una pas-
seggera (la nobildonna Lucretia
Jansz) fu aggredita e violentata.
Il 4 giugno 1629, dopo quindici-
mila miglia di navigazione, la Ba-
tavia andò a incagliarsi, nonostan-
te la buona visibilità e la luna pie-
na, sulla costa australiana, e affon-
dò. I naufraghi riuscirono a rag-
giungere un’isola vicina, e il re-
sponsabile della nave, Francisco
Pelsaert, tentò il viaggio verso Gia-
va, a bordo di una scialuppa, per
chiedere soccorso. Quello che ac-
cadde agli altri potrebbe essere il
copione di un film dell’orrore.
Focus 52
Cornelisz, s’impadronì dell’isola
con un gruppo di complici, la bat-
tezzò “Batavia Kerkhof”, cioè ci-
mitero di Batavia, fece decapitare
i mozzi, sgozzare i marinai e vio-
lentare le donne. Quando, tre me-
si più tardi, arrivarono i soccorsi, ci
volle un’autentica battaglia prima
che il comandante Pelsaert riu-
scisse ad avere finalmente la me-
glio sugli ammutinati.
Niente toilette a
bordo: così ci vuole
una nave di scorta
Ma non osò caricarli su un’altra
nave, e riportarli a Giava. Li pro-
cessò direttamente sull’isola, gli
interrogatori durarono settimane,
e il verdetto fu inequivocabile: gli
ti, dopo aver loro amputate le ma-
ni. Alla fine, delle 341 persone che
erano partite a bordo della nave,
non ne rimasero in vita che 68.
L’epopea della Batavia fu uno
dei principali avvenimenti del
XVII secolo. Oggi gli storici au-
straliani continuano ad approfon-
dire la vicenda , e periodicamente
avviano ricerche sul luogo del nau-
fragio. Nel 1963 un gruppo di sub
ha scoperto i resti del relitto e al-
cuni cannoni lungo il Morning
Reef, davanti all’arcipelago Wal-
labi, a una cinquantina di chilome-
tri dalla costa australiana. E i re-
perti sono ora esposti a Fremantle,
nel locale museo marittimo.
E la Batavia di oggi? Nel regi-
stro navale internazionale è già
stata inserita, il suo numero è
vizi igienici, pur se rozzi, mentre
l’equipaggio si arrangiava fuori-
bordo, e la carta igienica era so-
stituita dalla estremità filacciosa
di una cima, con la quale si puli-
vano duecento uomini).
Non solo. Deve anche avere le
uscite di sicurezza illuminate, un
impianto elettrico, i fanali di na-
vigazione. E invece l’interno della
Batavia è stato illuminato, in can-
tiere, da lampade di minatore, che,
finiti i lavori, verranno tolte. Per
ora la soluzione prevista è una so-
la: la Batavia dovrà sempre essere
accompagnata, in navigazione, da
una nave appoggio. E ciò, visto
l’esito del viaggio inaugurale di
quattro secoli fa, non può che es-
sere un bene. ■
Nanni Ruschena
 ✹ P R I S M A
■ Auto pulita 1
Un pieno di
girasoli
nel tuo diesel
N elle campagne italiane
si coltiva carburante.
Entro l’anno, circa 60 mila
ettari di terreno (il doppio
rispetto al 1993) saranno
coltivati a girasole (nella
foto sotto), il cui raccolto
sarà trasformato in
biodiesel, un carburante
che può sostituire il gaso-
lio per riscaldamento. Per
ottenerlo, l’olio di semi
di girasole (o di colza, o
di soia) viene fatto reagi-
re con metanolo: si forma
un estere metilico, il
biodiesel. Questo carbu-
rante, che può essere
aggiunto al gasolio che si
usa nei motori diesel, non
libera nell’aria ossidi di
zolfo e produce meno
ossido di carbonio del ga-
■ Auto pulita 2
Miracolo! Questa limousine
marcia ad aria compressa
Aa idrogeno:
ltro che batterie,
pannelli solari o motori
l’automobile
non inquinante si chiama
Spirit of Joplin e funziona
ad aria compressa. Il
primo test su strada
risale al marzo scorso, ed
La fabbrica
soggetti una soluzione di-
luita contenente 6-N-pro-
piltiouracile (un medici-
nale per la tiroide), e ha
chiesto a tutti di descri-
verne il gusto. Ebbene, il
25 per cento l’ha giudicata
dei sapori intensamente amara, il 50
per cento leggermente a-
Il senso del mara, il rimanente 25 per
gusto. Le
informazioni di
cento del tutto insapore.
Nell’esaminare al micro-
■ Chirurgia
base percepite
dalle papille scopio la lingua dei sog- Taglia pure
sono quattro: getti, la Bartoshuck ha poi il fegato,
dolce, amaro,
salato, acido.
scoperto che quelli della
prima categoria (da lei de- che poi si può
La lingua è un
muscolo
finiti “superdegustatori”)
avevano le papille gustati-
incollarlo
mobile, ve più piccole, più ravvici-
essenziale
anche per
l’articolazione
nate e molto più numero-
se. E’ all’interno delle pa-
C ome rimarginare una
ferita dopo un inter-
vento chirurgico al fegato
dei suoni e la pille (cioè nei “calici”) che (nella foto, la rappresen-
deglutizione. sono presenti le sottili fi- tazione elettronica di
bre nervose che traspor- fegato e stomaco)? Con
tano le informazioni, at- la colla. Una colla biologi-
ca, che viene prodotta da
traverso le vie della sen-
sibilità gustativa, ai centri una batterio marino, la
“Shewanella colwellii”. La
corticali corrispondenti ,
tre contenitori cilindrici». I
contenitori, avvolti in fibra
di carbonio e lana
nel cervello. Altri test
hanno poi rivelato che i
società Oceanix Bioscen-
ces di Hanover, nel Mary-
land, ha infatti comincia-
di vetro, contengono aria superdegustatori trovano to a produrre questa
compressa a 200 mediamente più amaro
atmosfere. Attraverso
una serie di manicotti,
Il 25 per cento di noi ha un “supergusto” l’alcol, alcune verdure e
perfino la saccarina. Giu-
sostanza estraendola
direttamente dalle colture
del batterio. Secondo
l’aria compressa aziona

Dolce? Amaro? Basta

solio ricavato dal petrolio.
Dallo zucchero di canna o
di barbabietola si ottiene
etanolo (che può essere
è stato un successo:
dodici ore di guida nel
traffico della cittadina
di Joplin, nel Missouri,
dicano lo zucchero, inve- Roger Russel, dell’Istituto
i motori a due cilindri che di studi sul fegato di
fanno girare le ruote ce, particolarmente dolce,
mentre non hanno reazio- Londra, il nuovo collante
anteriori (la stessa aria è particolarmente adatto
attraversa in successione ni particolari nei confron- per favorire la chiusura

miscelato alle normali
benzine) ed Etbe, un
additivo che sostituisce
il piombo o gli idrocarburi
aromatici come antideto-
nante nella benzina. In
Francia oltre 5 mila ettari
di campagna sono già
coltivati a barbabietola: il
raccolto dell’anno prossi-
mo sarà sfruttato nei due
impianti in costruzione
in Normandia. L’industria
italiana, invece, non ha
ancora cominciato a
ricavare etanolo dalla
barbabietola, perché nel
nostro Paese le tasse su
questo tipo di produzione
sono molto elevate.
fermandosi soltanto per
fare rifornimento. Una
carica di aria compressa,
infatti, dura due ore e
mezzo e permette di
guidare alla velocità
massima di 60 chilometri
all’ora. «Abbiamo realizza-
to l’auto in economia,
senza alcun finanziamento
pubblico o privato», dice
Toby Butterfield, vicepre-
sidente della Pneumacon,
la società costruttrice.
«Siamo partiti da una
Chevrolet Sprint, alla
quale abbiamo tolto
il serbatoio, il motore e la
trasmissione: il serbatoio
l’abbiamo sostituito con
i quattro cilindri, che so-
no di diametro crescente,
espandendosi sempre
più: quando viene espul-
sa ha una pressione di
poco superiore a una
atmosfera). La trasmis-
sione è affidata a due
coppie di ruote dentate,
rispettivamente con 140
e 20 denti. Il sistema è
stato progettato da Terry
Miller, presidente della
Pneumacon, che stima in
10 mila dollari il costo di
produzione di un veicolo.
«Se disponessimo di
finanziamenti governativi,
saremmo inoltre in grado
di aumentare l’autonomia
della vettura, di inserire
vere e proprie marce e
di arrivare a una velocità
di punta di 90 chilometri
all’ora», sostiene Miller. E
per i rifornimenti? «Non
è poi così difficile trovare
aria compressa», dice
Butterfield. «I compressori
sono disponibili in ogni
negozio che venda bom-
bole da sub, e in ogni
stazione dei vigili del
fuoco: l’operazione dura
solo quattro minuti».
Una leccata, e via
La superficie della lingua. Le sensazioni del gusto sono
percepite da “calici” (o “gemme) che si trovano nelle papille.
Queste ultime sono divise in vallate, foliate e fungiformi.
■ Virus elettronici
Macché programma! E’
una bestia vera e propria
Iforme
virus dei computer sono da
considerarsi vere e proprie
di vita». Lo ha dichiara-
to il celebre astrofisico bri-
tannico Stephen Hawking, au-
tore del libro “Dal Big Bang
ai buchi neri”. Hawking è in-
tervenuto sull’argomento nel
corso di un dibattito sulla na-
tura della vita, tenuto a Bo-
ston lo scorso agosto durante
il Macworld Expo, e ha defini-
contare le papille
L’ alcol vi sembra un po’
amaro? Lo zucchero
vi sembra troppo dolce?
Probabilmente avete un
numero di papille gustati-
ve più elevato della media
Il fisico
inglese
Stephen
Hawking,
teorico
del Big
Bang: “I
to i virus informatici come «si-
stemi parassiti che vivono a
spese del metabolismo dei
virus dei
computer
sono vivi”.
computer ospiti». Diventereb-
be quindi ancor più calzante il
paragone con i virus biologici,
che pure alcuni scienziati si
rifiutano di definire “forme di
vita”, perché per riprodursi di-
pendono da altre cellule vi-
venti. «Il fatto che l’unica for-
(anzi, fino a 70 volte di
più) e siete classificabili
nella categoria dei “su-
perdegustatori”. Sono i ri-
sultati di un esperimento
realizzato da Linda Bar-
ma di vita da noi progettata
sia puramente distruttiva la
dice lunga sulla natura uma-
na», ha concluso Hawking. «Li
abbiamo creati a nostra im-
magine e somiglianza».
Sono allo studio anche for-
me “virali” elettroniche che
portino beneficio agli elabo-
ratori. «Ma i programmi-virus
distruttivi, come il famoso Mi-
chelangelo, continuano a ri-
cevere molta più attenzione
di quelli benefici», ribatte
Mike Godwin, della Fondazio-
ne frontiera elettronica”. «Que-
sto dimostra ancora una vol-
ta che distruggere è molto
più facile che costruire».
ti del sale.
«Questa scoperta po-
trebbe forse convincere le
industrie alimentari, pri-
ma o poi, a realizzare una
toshuck, docente di chi-
rurgia ed epidemiologia
alla prestigiosa School of
speciale categoria di pro-
dotti, leggermente modi-
ficati, per soddisfare an-
medicine di Yale. La ri- che i superdotati del gu-
cercatrice ha infatti som- sto», suggerisce la ricerca-
ministrato a centinaia di trice.
■ Sorprese
Scozia: anche il museo è fossile
F orse si costruirà un nuo-
vo museo per conser-
abbiamo notato strane
tracce nere, come righe
varci i muri di quello vec- che correvano nell’arena-
chio: nelle pareti del Royal
museum di Edinburgo, in
ria». Gli esperti del mu-
seo, subito avvertiti, li
Scozia, sono stati infatti hanno identificato come
scoperti alberi fossili vis- fossili di lycopsida, una
suti 336 milioni di anni fa. sorta di “albero squama-
«Stavamo demolendo la to” estintosi al termine
parete occidentale», ha det- del periodo Carbonifero.
to Bill Hardy, responsa- Il museo, che risale al
bile di alcuni lavori di ri- 1889, era stato infatti co-
strutturazione, «quando struito con arenaria pro-
dei tagli da bisturi sui
tessuti degli organi inter-
ni, molto morbidi e quindi
difficili da rimarginare.
Negli esperimenti condot-
ti finora, su piccoli rodito-
ri, non si sono verificate
reazioni del sistema im-
munitario. Ma ci vorranno
ancora due anni di
sperimentazioni prima di
cominciare a usare questa
colla anche sull’uomo.
veniente dal Lothian oc-
cidentale, una regione
della Scozia che nel Car-
bonifero si trovava all’al-
tezza dell’Equatore ed
era coperta da paludi tro-
picali. «E’ affascinante»,
ha detto Richard Bate-
man, curatore di paleo-
biologia del museo. «Sem-
bra quasi che l’intero edi-
ficio sia fatto di piante
fossili».

Focus 51
✹ P R I S M A
Esemplari di “Ara giacinto”:
il pappagallo best seller.
U n commercio che vale
almeno ottomila mi-
liardi di lire all’anno: è
quello degli animali selva-
tici, pur protetti da leggi e
convenzioni internazionali.
Sul mercato clandestino
delle specie in pericolo di
estinzione circolano infatti
cifre da capogiro. Alcuni
pappagalli, per esempio,
possono costare centinaia
di milioni: per un esempla-
re di Ara di Spix, un pap-
pagallo amazzonico addo-
mesticabile (si pensa che al
mondo ne esistano appe-
na 2 o 3 coppie), un colle-
■ Internet
Il software per parlare con il mondo
Un Powerbook della
Apple: i nuovi modelli
potranno “allacciarsi”
direttamente a Internet?
Focus 52
Canada: check up per le piccole foche. Il loro commercio non è vietato.
Un affare da ottomila miliardi all’anno
Il traffico proibito
delle specie protette
zionista spenderebbe an-
che 300 milioni. Un po’ più
economico un altro uccello
sudamericano, l’Ara gia-
cinto, il pappagallo più alto
del mondo (fino a un me-
tro e mezzo): per acqui-
starlo sul mercato illegale
occorrono 40 milioni.
● La polvere di foca sa-
rebbe come quella del cor-
no del rinoceronte: cioè un
potente afrodisiaco! I ci-
E’ la moda del momen-
to: collegarsi con tut-
to il mondo via computer.
Chi vorrebbe provare,
però, si trova spesso di
fronte a spiegazioni gene-
riche che invitano sempli-
cemente a procurarsi un
modem (cioè l’apparec-
chio di collegamento fra
un computer e il telefono)
e “i programmi adatti”. Ma
quali? Ora la Apple ha
risolto il problema realiz-
zando eWorld, un pro-
gramma che, oltre al ser-
vizio di posta elettronica,
fornirà informazioni, noti-
zie, e tutto quanto neces-
sario per accedere a Inter-
net. Entro l’anno prossimo
eWorld sarà disponibile
in tutto il mondo nella ver-
nesi ne sono convinti e ac-
quistano migliaia di maschi
di foca in tutto il mondo
per ricavare dai testicoli di
questi mammiferi una po-
zione “rivitalizzante”. Que-
sto tipo di commercio ha
però sollevato molte pro-
teste in Canada, dove l’or-
ganizzazione animalista In-
ternational fund for animal
welfare ha denunciato la
società di pesca Terra No-
va fishery per aver venduto
sione per Macintosh, e
successivamente verrà
preparata anche una ver-
sione per Ms-Dos e Win-
dows. Ma la cosa più
interessante è che questo
programma sarà già con-
tenuto, di serie, in molti
nuovi modelli Apple, tra
cui PowerMacintosh e
PowerBook. La Apple offre
anche un servizio di posta
elettronica (Apple Link),
collegato con Internet: in
America l’abbonamento
costa 8,95 dollari al
mese, con due ore di col-
legamento gratuito duran-
te le ore serali: per l’ac-
cesso dall’Europa ogni ora
successiva costa 7,95
dollari, oltre al normale
costo della telefonata.
50 mila esemplari (già ucci-
si) alla cinese Shanghai fi-
sheries. Il commercio in-
ternazionale di foche, co-
munque, non è illegale, an-
che se è proibito uccidere i
piccoli.
● Anche le rane e i rospi
possono essere un affare,
per i contrabbandieri. Al-
cune aziende farmaceuti-
che stanno infatti studian-
do un nuovo tipo di anti-
dolorifico ricavato proprio
dalla pelle di questi anfibi.
Il farmaco sarebbe addirit-
tura mille volte più poten-
te della morfina. Per pro-
curarsi i rospi, provenienti
dal Brasile, le aziende non
■ Medicina
Pelle umana nello spazio: che cosa le succede?
Icontinuano
n assenza di gravità, le
cellule della pelle umana
a riprodursi? E
in quale modo? Per rispon-
dere a queste domande,
il Centro di biotecnologie
avanzate, presso l’Ist di
Genova (l’istituto per la
ricerca sui tumori), invierà
nello spazio cellule di pelle
umana. Da tempo, il labo-
ratorio di differenziamento
cellulare del Centro è
specializzato nel riprodurre
in vitro interi pezzi di pelle
esiterebbero a comprarli
da contrabbandieri inter-
nazionali. Secondo il bota-
nico Federico Arruda, di-
rettore del Centro di Scien-
ze ambientali dell’Amaz-
zonia, alcuni esemplari
sarebbero già arrivati clan-
destinamente anche in Ita-
lia. Gli indios sudamericani
conoscono da secoli le pro-
prietà della pelle di questi
anfibi: immersi nell’acqua
bollente, i rospi liberano
una sostanza che, bevuta,
ha un forte effetto antido-
lorifico.
● Divieti internaziona-
li? Macché. In Russia è
sorta addirittura un’agen-
zia specializzata nella cat-
tura e nella vendita di ani-
mali che vivono nell’Arti-
co, nel mar Caspio e nel
mar Nero. Si chiama Zoo-
lex e, in barba alla conven-
zione di Washington (che
vieta il trasporto e la de-
tenzione di specie animali
protette), ha compilato ad-
dirittura un catalogo sul
quale i potenziali clienti
possono scegliere gli ani-
mali che desiderano. Una
lontra costa circa 42 milio-
ni di lire, un tricheco oltre
28 milioni. Nel loro elenco
i commercianti russi han-
no inserito anche varie spe-
cie di foca (caspica, sibirica,
hispida, fasciata e barbuta)
e persino il beluga, il delfi-
no bianco dell’Artico, pro-
tetto perché a rischio di
estinzione. Questi animali
sono richiesti soprattutto
da zoo e da istituti di ricer-
ca, ma possono essere ac-
quistati anche da collezio-
nisti privati. ■ meno un paio di aspirine alla set-
umana partendo da poche
cellule prelevate alla per-
sona la cui pelle si vuole
ricreare. La tecnica viene
impiegata per ricostruire
zone di epidermide distrut-
ta, per esempio, da ustio-
ni. Questa volta, l’obiettivo
dei ricercatori genovesi è
realizzare colture di epider-
mide per studiare il diffe-
renziamento delle cellule in
condizioni di microgravità.
L’esperimento, approvato
dall’Esa, l’agenzia spaziale
D A L E G G E R E
I cowboy nuncia ai testi lun-
ghi e complessi, e
di David Murdoc
De Agostini, affida la propria
efficacia quasi e-
26 mila lire sclusivamente al-
La scrittura le immagini: innu-
merevoli fotogra-
di Karen Brookfield
fie, disegni e sche-
De Agostini, mi sono esposti in
26 mila lire
pagine che, ogni
● La collana dei libri volta, concludono
“In primo piano”, del- l’argomento trat-
la De Agostini, è una tato. Una chiave di
delle più originali, fra comunicazione
quelle attualmente modernissima,
dedicate alla divulga- che somiglia mol- (quello con il telone,
zione. In particolare la to a quella di “Focus”, delle lunghe carova-
chiave espositiva ri- in sintesi. Ora vengo- ne), come erano le ar-
no pubblicati due nuo- mi, come si usavano,
vi volumi. Sembrano
dedicati ai più giovani,
e così via...
La scrittura. Dalle
ma in realtà si rivol- antiche tavolette ce-
gono a un pubblico
molto più ampio.
I cowboy. Vita quoti-
diana, storia e leg-
rate alle prime penne,
dai torchi da stampa
ai libri d'oggi, tutta
l’evoluzione della pa-
genda degli uomini
entrati, a torto o a ra-
gione, nel mito: come
vestivano, come svol-
gevano il loro lavoro,
rola scritta. E poi: il
meccanismo della
macchina per scrive-
re, le tecniche di mi-
niatura, la calligrafia
come funzionava il ce- e i sistemi per analiz-
lebre carro del west zarla.
■ Aspirina
Per un intestino migliore
A ncora novità sull’aspirina.
Secondo la rivista america-
na Annals of internal medicine, il
timana hanno il 32 per cento di
probabilità in meno di amma-
larsi al colon o al retto, e il 52
farmaco a base di acido acetil- per cento di probabilità in meno
salicilico sarebbe utile anche nel- di sviluppare un vero e proprio
la prevenzione del cancro al co- cancro. Non si sa ancora, però,
lon. E’ questo, infatti, il risultato in base a quali meccanismi ciò
di una ricerca statistica compiu- avvenga, e quali siano le dosi
ta negli Usa su un campione di ideali di acido acetilsalicilico, da
quasi 48 mila pazienti, fra i 40 e i usare come una specie di profi-
75 anni: in particolare è emerso
che le persone che assumono al-
lassi. I medici americani già pre-
scrivono l’aspirina per prevenire
attacchi cardiaci e infarto.
europea, durerà quindici
giorni ed è previsto per
il novembre 1996 a bordo
del satellite russo Photon
(attrezzato per ricerche
sulla microgravità). Gli
scienziati sono comunque
già al lavoro: nei prossimi
mesi metteranno a punto
gli strumenti automatici
più adatti a realizzare que-
sto esperimento. A bordo
del laboratorio spaziale
Photon, infatti, non ci L’immagine al microscopio
saranno astronauti. elettronico della pelle del pollice.
✹ P R I S M A
■ Animali
L’ape, un ingegnere
con la bussola
C ome fanno le api a co-
struire al buio le celle
degli alveari, perfettamen-
te geometriche, in cui vi-
vono? Due ricercatori ci-
nesi sostengono di avere
trovato la risposta: le api
si orienterebbero secondo
il campo magnetico terre-
stre. «Le api possiedono
infatti una specie di busso-
la interna che le guida an-
che nell’oscurità, per e-
sempio dentro i tronchi de-
gli alberi dove costruisco-
no, e senza mai fare errori,
i loro alveari», afferma
Chin-Yuan Hsu, della Na-
tional Tsing Hua university
di Taiwan. I ricercatori
hanno infatti individuato,
in alcune cellule che si tro-
vano nell’addome delle
api, piccolissimi cristalli di
magnetite (il minerale ca-
pace, se viene sottoposto a
un campo magnetico, di
modificare la propria strut-
tura cristallina). Studiando
al microscopio elettronico
Un edificio
perfetto
A fianco, lo schema
di un alveare. Sotto,
un campione di
magnetite. Si trova
in genere nelle
rocce magmatiche.
queste cellule, gli scienzia-
ti hanno scoperto che so-
no in stretta comunicazio-
ne con il sistema nervoso
degli animali. L’orienta-
mento dei cristalli a secon-
da del campo magnetico
provocherebbe la contra-
zione o l’espansione di mi-
nuscoli granuli di ferro (an-
ch’essi contenuti nelle cel-
lule dell’addome), infor-
mando così esattamente
l’ape della posizione in cui
si trova nello spazio.
■ Dinosauri
Metabolismo
da pollo
per il T-rex
IdellilTirannosaurus rex,
più feroce predatore
Mesozoico, aveva
un metabolismo simile a
quello di mammiferi o
uccelli. Lo afferma una
ricerca condotta su
uno scheletro di T-rex
perfettamente conserva- Pulire i denti
to. Per misurare la tem-
peratura a questo grande
Il paleontologo Peter
Larson al lavoro su una
dinosauro, Reece Barrick
e William Showers, della
North Carolina State
mascella di tirannosauro.
di oggi, che sono animali
university, hanno a sangue freddo. Nelle
analizzato il rapporto tra
gli isotopi dell’ossigeno
lucertole, per esempio,
le estremità delle zampe
contenuti nelle 54 ossa sono molto più fredde del
del suo scheletro (tanto centro del corpo», spiega
più ossigeno 18 è Showers. Le misurazioni
contenuto nel tessuto dei due scienziati america-
osseo, tanto più è caldo ni hanno dimostrato che,
l’organismo). In base alle anche se le zampe
misurazioni, i ricercatori posteriori erano un po’ più
hanno concluso che la fredde rispetto all’addome,
temperatura corporea le oscillazioni della
dei tirannosauri era temperatura corporea non
costante in ogni zona superavano mai i 3-4
del corpo: «Un fenomeno gradi, proprio come accade
che non si nota nei rettili nei mammiferi.

Ecco il preservativo di plastica

I l preservativo resta, se-
Addio lattice, efficace
condo gli scienziati, il più
sistema di prote-
materiale considerato un
po’... obsoleto. Il lattice.
Adesso la Schmid di Sara-
zione nei confronti delle sota (Florida), dopo anni di
adesso arriva il malattie sessualmente tra-
smissibili. Ma da molto
ricerche, ha brevettato un
nuovo tipo di preservativo
poliuretano da tempo lo si realizzava in un in poliuretano, cioè una
specie di plastica, che do-
sesso. E funziona bene vrebbe essere immesso sul
mercato entro l’autunno.
Quali le differenze ri-
spetto allo stesso pro-
dotto in lattice?
Come nei pacchi? 1, il poliuretano
è più robusto,
Sopra, l’ingrandimento dunque la
della struttura di un
particolare tipo di
poliuretano (quello
usato per gli imballaggi).
membrana del preservati-
vo può essere più sottile. 2,
il poliuretano conduce me-
glio il calore, dunque il rap-
porto sessuale può essere
più intimo. 3, il poliuretano
può essere usato con qual-
siasi tipo di lubrificante (a
differenza del lattice, che
viene danneggiato dagli
oli). Insieme con altri pro-
duttori, la Schmid ha inve-
stito, nella ricerca sui pre-
servativi di plastica, circa
due miliardi di lire, su fi-
nanziamento federale. I
nuovi preservativi sono an-
che più facili da impac-
chettare e trasportare.
Ma proteggono bene,
come i modelli realizzati se-
condo la tradizione? I pri-
mi test compiuti alla Sch-
mid danno esiti positivi, e la
stessa severa Food and
drug administration (che
controlla ogni prodotto sa-
nitario americano) non ha
posto obiezioni alla loro li-
bera vendita. ■
✹P R I S M A
■ Medicina
L’ amianto sveglia il virus
P otrebbe essere un
virus la causa del
mesotelioma, il tumore
che colpisce il tessuto che
ricopre i polmoni, molto
frequente negli operai
che hanno lavorato con
materiali ricchi di amianto.
I ricercatori del National
cancer institute di
Washington hanno infatti
trovato nei tessuti di que-
sti malati un virus ancora
sconosciuto, ma simile
all’SV40, virus che colpi-
sce soltanto le scimmie. Il
mesotelioma uccide ogni
anno 3 mila persone solo
in Inghilterra: si tratta
soprattutto di ex muratori
che negli anni Settanta
hanno maneggiato
l’amianto per costruzioni,
ma anche di alcune delle
loro mogli. Un fatto finora
inspiegabile quest’ultimo,
ma che potrebbe essere
causato dall’involontaria
■ Scoperte
C’è piombo e arsenico tra gli astri
T ra gli elementi presenti
nello spazio interstellare
ci sono anche i metalli pe-
santi. Lo ha scoperto Jason
Cardelli, dell’università del
Wisconsin, studiando la
composizione dei gas co-
smici con il telescopio
Hubble, in orbita intorno
alla Terra. Lo scienziato ha
individuato negli spazi tra
le stelle piccole quantità di
tallio e piombo, oltre a ele-
menti rari sul nostro pia-
Fibre pericolose
Fibre di amosite, un tipo
di amianto: provocano
enfisema e cancro.
Fibre di crisolite, altro tipo di amianto, al microscopio:
il loro impiego come isolante oggi è vietato.
trasmissione del virus tra
marito e moglie. L’amian-
to, però, non è del tutto
assolto: secondo gli
scienziati, infatti, l’azione
neta, come gallio, germa-
nio, arsenico e stagno. Car-
delli ha studiato il gas in-
terstellare, ma ritiene che i
metalli pesanti si trovino
anche nelle polveri, an-
ch’esse presenti tra le stel-
le. La composizione chimi-
ca dello spazio al di fuori
del sistema solare era fino-
ra praticamente sconosciu-
ta. Le misure dello scien-
ziato statunitense potran-
no essere usate per con-
Il telescopio spaziale
Hubble, in orbita
intorno alla Terra.
del virus, generalmente
inattivo, verrebbe scate-
nata proprio dal fatto che
i portatori respirino parti-
celle di amianto.
frontare la composizione
dello spazio interstellare
con quella degli spazi tra i
pianeti del nostro sistema
solare e ottenere quindi
informazioni sulla nascita
di quest’ultimo.
■ Astronomia
Ecco i posti buoni per veder le stelle
Lnelleampioni, fari, insegne
luminose, luci al neon:
grandi città i deboli
bagliori delle stelle sono
ormai impossibili da
osservare, e anche nelle
campagne gli astrofili
cominciano a incontrare
serie difficoltà a esplorare
il cielo con i loro telescopi.
Per discutere del proble-
ma, il prossimo 1 ottobre
si terrà la seconda edizio-
ne della Giornata naziona-
le sull’inquinamento lumi-
noso, alla quale aderisco-
no, tra gli altri, la Società
astronomica italiana,
■ Informatica
Scene di un matrimonio
nello spazio virtuale
I trecento ospiti che han-
no assistito alle nozze
hanno visto gli sposi attra-
versare in carrozza le por-
te di Atlantide e scendere
di fronte a un palazzo, do-
ve all’altare li attendeva un
sacerdote. Quando Mo-
nika Liston e Hugh Jo si
sono baciati, l’aria si è
riempita di cuoricini, fiori e
colombe svolazzanti.
Già centinaia di perso-
ne si erano sposate nel ci-
berspazio, affidando il pro-
prio “sì” ai tasti di un com-
puter collegato alla rete In-
ternet. Questo però è stato
il primo matrimonio vir-
tuale. La cerimonia si è
svolta a San Francisco
presso il centro Cyber-
Mind, l’azienda di realtà
virtuale dove lavora Hu-
gh: i suoi superiori sono
stati subito entusiasti del-
l’idea, tanto da coinvolgere
nella realizzazione dello
scenario parecchie altre
l’Associazione amici dei
planetari e l’Unione astro-
fili italiani. Lo scopo? Far
conoscere alla gente, e
alle amministrazioni locali,
i possibili interventi per
limitare il problema: luci
schermate verso l’alto,
uso di lampade al sodio,
creazione di “aree protette
dalla luce” nei pressi degli
osservatori astronomici.
Tra le altre iniziative verrà
presentato il “censimento
dei siti astronomici”,
iniziato un paio di anni fa
e tuttora in corso: si tratta
di un elenco delle località
aziende del settore. Così, i
due sposi e il sacerdote si
sono potuti immergere nel
favoloso continente per-
duto, indossando i caratte-
ristici caschi dotati di pic-
coli monitor all’altezza de-
gli occhi. Gli ospiti hanno
invece osservato la scena
su uno schermo gigante.
«Ma, a parte l’ambiente si-
mulato, è stata una ceri-
monia tradizionale», ha
detto Monika. Significati-
vo il commento di Howard
Reinghold, autore del libro
Comunità virtuali: «Non
c’è dubbio che sulla tecno-
logia virtuale siano state
fatte molte esagerazioni
pubblicitarie ma, nono-
stante tutto, molte perso-
ne sono realmente ansiose
di vivere in un mondo elet-
tronico».
Un casco per immergersi
nel mondo simulato
della realtà virtuale.
particolarmente adatte
per l’osservazione del cielo
notturno, e raggiungibili
in auto dagli appassionati.
Sono in programma
dibattiti, convegni e spe-
ciali serate di osservazione
in molte città, come per
esempio a Feltre, dove il 2
ottobre in Piazza Maggiore
verranno tenute spente le
luci fino a mezzanotte, per
poter osservare nel modo
migliore il cielo notturno.
(Per informazioni: Unione
astrofili bresciani, presso
Civici musei di scienze, Via
Ozanam 4, Brescia).
✹ P R I S M A
Sotto, Christophe Corizzi, 32
anni, il mago degli aerei
spia. A destra, la fabbrica,
a pochi chilometri da Parigi.

Prodigi di elettronica, se ne vendono oltre 250 all'anno

Aerei spia in catena di montaggio

R apidi e silenziosi, per-
lustrano il cielo e il
suolo sottostante come se-
gugi elettronici. Sono leg-
geri ed economici: l’anno
scorso hanno avuto un ve-
ro e proprio boom di ven-
dite. Sono gli aerei spia
senza pilota. Vengono ma-
novrati da terra e possono
inviare in diretta le imma-
gini, riprese da due teleca-
mere, a una stazione di-
stante 50 chilometri. Tra
questi, i modelli ideati dal-
l’ingegnere francese Chri-
stophe Corizzi sono i più
richiesti. Volano a 300 chi-
lometri orari e costano so-
lo tra i 50 e i 150 milioni di
lire, a seconda delle ver-
sioni. «I nostri aerei ficca-
naso viaggiano anche se il
■ Psicoterapie
Il dott. Virtuale
per l'acrofobia
Lventata
a realtà virtuale è nata
per gioco, ma è già di-
una terapia. Un
gruppo di psicologi califor-
niani del Kaiser permanente
medical group, diretti da
Ralph Lamson, ne ha infat-
Focus 58
Sopra, il lancio di un velivolo telecomandato. A destra,
le immagini proiettate a terra dalle sue telecamere.
tempo è cattivo e possono
abbassarsi fino a 5 metri
dal suolo, restando fuori
dalla portata di qualsiasi
radar», dichiara Yves U-
bassy, uno dei “piloti da
terra” di questi aerei. In tre
ti sperimentato con suc-
cesso l’impiego nella cura
di pazienti affetti da acrofo-
bia (cioè la paura dei luoghi
elevati). E il 90 per cento di
essi (36 persone, scelte at-
traverso un’inserzione su un
giornale) ha raggiunto, in
una settimana, l’obiettivo
prefissato.
Il dottor Lamson ha fatto at-
trezzare una stanza virtuale,
che simula l’ambiente di un
anni, l’azienda di Corizzi
(Costruction aéronautique
et communication) ha ven-
duto 450 spioni del cielo,
250 dei quali solo l’anno
scorso. E le richieste sono
in aumento. Anche l’Onu
caffè su una terrazza pano-
ramica. I pazienti hanno,
per 5O minuti, passeggiato
sulla terrazza, esplorandone
ogni angolo. Gli acrofobici,
quando ciò avviene nella
realtà, vengono presi da at-
tacchi di panico, con tachi-
cardia e aumento vertigino-
so della pressione sangui-
gna. La terapia virtuale, in-
vece, ha consentito loro di
affrontare l’altezza con co-
ne ha ordinati una decina,
per tenere sotto controllo
le postazioni serbe in Bo-
snia. Ma i possibili impie-
ghi sono moltissimi, anche
al di fuori degli scopi mili-
tari. Le due telecamere di
raggio: infatti sanno che la
terrazza è finta, e dunque
sicura.
Al termine della terapia, 33
pazienti su 36 si sono deci-
si ad attraversare il Golden
Gate, il ponte di san Franci-
sco alto 90 metri. Tre mesi
dopo, 16 di essi hanno af-
frontato la “scalata” di un
grattacielo a bordo di un
ascensore esterno e tra-
sparente.
cui sono dotati (una sul
muso, l’altra sotto la fuso-
liera) possono essere uti-
lizzate per tenere sotto
controllo incendi boschivi
o autostrade invase dal
traffico. «Una perlustra-
zione con i nostri aerei co-
sta un decimo di quella fat-
ta con gli elicotteri», dice
Corizzi. L’azienda france-
se, che ha sede a Ozoir la
Ferrière, non lontano da
Parigi, è in grado di fornire
ai potenziali acquirenti tut-
ta l’attrezzatura necessaria:
l’aereo, completo di ram-
pa di lancio e stazione per
ricevere i dati e le immagi-
ni inviate costa circa un mi-
liardo e mezzo di lire. ■
✹ P R I S M A Il Terzo mondo
esplode, quello
industrializzato
si contrae. Che
cosa accadrà?
LA CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
(Proiezioni per grandi regioni e sub-regioni secondo l’ipotesi media delle Nazioni Unite - Dati in milioni)
REGIONI, SUB-REGIONI 1992 2000 2025 2050 2100 2150
C ome si presenterà, nei
prossimi cent’anni (e più),
il problema della sovrappopolazio-
AFRICA 681 857 1.582 2.265 2.931 3.090 ne mondiale? I conti più recenti
Africa settentrionale 148 179 280 sono quelli fatti dall’Onu, che esponiamo nella
Africa tropicale 488 623 1.217 tabella a lato. A essi possiamo aggiungere qual-
Africa australe 45 55 85 che dato specifico: i Paesi che crescono più rapi-
ASIA 3.223 3.692 4.900 5.599 5.978 6.145 damente sono oggi l’Iran (in 19 anni la popolazio-
Asia orientale 1.388 1.520 1.762 1.750 1.647 1.636 ne raddoppia), la Nigeria (23 anni per raddoppia-
Cina 1.188 1.310 1.540 1.521 1.405 1.389 re) e il Pakistan (25 anni). Hanno invece già
Giappone 124 128 127 iniziato un processo di riduzione della popolazione
Altri Paesi 76 82 95 (o stanno per farlo) Italia, Germania, Russia.
Asia meridionale 1.845 2.171 3.139 3.849 4.331 4.509
Sud-est asiatico 462 531 716
India 880 1.019 1.394 1.699 1.870 1.949 ■ Superchip
Asia centro-meridionale (esclusa India) 364
Asia sud-occidentale
AMERICA LATINA
139
458
450
171
522
742
289
701 922 1.075 1.117
Il microcomputer
America centrale
America meridionale tropicale
154
250
178
284
249
374
antiparassitario
America meridionale temperata 54 60 78
AMERICA SETTENTRIONALE
EUROPA
283
512
306
524
361
542
326
494
314
447
308
433
C ome liberarsi
dei parassiti
che divorano il
Europa occidentale 380 399 406 grano conservato
(di cui Cee) 347 353 359 nei magazzini?
Europa orientale 132 135 146 Con una “cimice”.
EX-UNIONE SOVIETICA 285 297 344 371 397 406 Cioè una micro-
OCEANIA 28 31 41 41 41 41 spia. Robert Hick-
Totale mondiale 5.480 6.229 8.471 10.018 11.183 11.540 ling, ingegnere
Totale Paesi in via di sviluppo * 4.248 4.943 7.056 8.786 9.984 10.352
dell’università del
Mississippi, ha in-
Totale Paesi sviluppati 1.232 1.286 1.415 1.232 1.199 1.188 ventato infatti un
* I Paesi petroliferi sono stati considerati insieme a quelli in via di sviluppo. sensore ultrasen-
Fonte: United Nations, World Population Prospects, 1992, New York, Popular division, 1993. sibile, da applicare
sui sacchi di gra-
no, orzo o miglio.
Funziona come uno steto-
■ Risate
■ Turismo scopio dotato di un minu-
scolo amplificatore: è cioè in
Il buonumore
fa buon sangue Venga a fare un giro sul mio Mig! grado di amplificare il rumo-
re che i piccoli insetti fanno
muovendosi. «Sembrano ca-
E’ proprio vero: ridere fa
buon sangue. Lo assi-
curano i ricercatori dell’
N ella disperata ricerca
di valuta pregiata, i
vità: lo si realizza con i
mastodontici velivoli da
ti. Alla fine del volo ci si
può portare via (pagando,
valli che sgranocchiano l’ave-
na», afferma Hickling. At-
tualmente il microfono può
russi si stanno dimostran- trasporto e, grazie a una s’intende) il casco e la tu-
università di Standford, in do pieni di fantasia. E an- manovra piuttosto com- ta (nella foto sotto, un tu- “ascoltare” fino a una
California. La prova? E' sta- profondità di 20 centimetri,
to prelevato il sangue a un che l’ex Armata Rossa fa plessa, si può sperimen- rista su un Mig). Un viag- ma i ricercatori stanno lavo-
gruppo di volontari, intenti la sua parte. Un breve ad- tare per qualche decina gio di questo tipo dura rando a una versione che
a guardare un film comico: destramento, il minimo di secondi la caduta libe- cinque giorni. Il prezzo possa arrivare fino a un me-
i globuli bianchi di chi si per non combinare guai ra: un’esperienza possibi- del volo? Dipende dall’ tro di profondità. Ogni anno il
sbellicava dalle risate sono a bordo, e si vola su jet le solo in centri d’adde- aereo. Si parte, comun- 10 per cento delle riserve di
risultati “più tonici e più un tempo misteriosissimi. stramento per astronau- que, da 300 dollari. cereali degli Usa è divorato
numerosi” di quelli degli Gli aerei interessati dai parassiti, mentre in alcu-
spettatori che si limitavano sono il Sukhoi 27 (nel- ni Paesi tropicali si arriva an-
a qualche sorriso. Secondo la foto a destra), il che alla distruzione di metà
William Fry, il medico che del raccolto. Questo metodo
ha diretto la ricerca, «ride- Mig 21, perfino il po- è stato già sperimentato con
re di gusto stimola il siste- deroso Mig 29. Vie- successo in alcuni aeroporti
ma immunitario ed è un ot- ne offerto anche il vo- della Florida, dove arrivano
timo esercizio per i muscoli lo in assenza di gra- carichi di frutta dal Guate-
del viso e dell’addome». mala e dal Perù.

Focus 60
DOS SIER
A PAG. 64
Psicologia
degli acquisti
A PAG. 66
Identikit dei
consumatori
A PAG. 68
Tecniche di
persuasione
A PAG. 70
Legittima
difesa

CONSUMATORI
A cura di
Raffaella
Procenzano O CONSUMATI?
 DOSSIER
I RICCHI:
ora anche loro hanno
GLI ANZIANI:
sempre Di più',
I BAMBINI:
sono loro gli acquirenti
Tre storie di successo
paura di spendere saranno i clienti del futuro più indifesi
Tmercato,
re tipi di “prodotti”
hanno vinto sul
negli ultimi
succo o vera spremu-
ta di agrumi. La
spiegazione di questo
di una campagna
pubblicitaria riuscitis-
sima, che ha puntato
tempi. Ecco perché. successo, nonostante sull’abbinamento tra
● Pasta fresca il prezzo relativamente l’avventura di un
confezionata alto, sta proprio nella viaggio e la comodità
E’ da due anni il “naturalità” del di un albergo. Il mes-
prodotto di punta del prodotto, che non saggio ha messo in
settore alimentare contiene conservanti evidenza che la
fresco: ravioli e tortel- o aromatizzanti. crociera non è un lus-
lini, in vaschette ● Crociere so per pochi (e noiosi)
trasparenti che si nel Mediterraneo ricchi, ma che può
trovano in tutti i Da quasi un anno è diventare una vacanza
supermercati. Questo la vacanza preferita divertente per tutti,
tipo di pasta ha avuto da migliaia di italiani. anche per i giovanissi-
un vero e proprio Le prenotazioni sono mi, su navi costruite
boom perché ha riem- raddoppiate. Merito apposta per loro.
pito una nicchia di
mercato che prima
non esisteva (c’era
solo la pasta appena
fatta o quella secca
confezionata). In più
si trattava di un pro-
dotto (la pasta ripie-
na) già presente nella
tradizione alimentare
italiana, era quindi un
sapore già conosciu-
to, che non ha fatto
fatica per imporsi.
● Succo di frutta
in tetrapak
E’ stato il successo
dell’estate. Preferito
ai normali succhi
e nettari di frutta. Le
scritte sulla confezione
promettono alte
percentuali di vero

Ma è solo
per colpa
della crisi.
Vediamo che
cosa spinge a
Il consumat ore? E' virtuoso
tutti i tipi, anche i più modesti, per-
ché le buone occasioni vanno cer-
cate dappertutto».
«La crisi economica ha fatto sal-
fare acquisti tare molti meccanismi su cui si ba-
savano i comportamenti tradizio-
nali dei consumatori. Si può parla-
re di una piccola “etica dei consu-
marca e verificano con attenzione
la qualità di ogni acquisto. Quasi
una rivoluzione. «La soddisfazio-
ne del consumo oggi sta proprio in
questa cura nella scelta. L’ oggetto
comprato per mostrarlo agli ami-
ci, come uno status symbol, non esi-
ste più. Ora gli acquisti sono sem-
biamento di mentalità: le nuove po-
litiche delle aziende, infatti, punta-
no sulla qualità e sulla soddisfazio-
Pessimismo
economico
ne dei clienti, e di conseguenza
molte campagne pubblicitarie so-
no tornate a far leva sul risparmio e
sulla funzionalità dei prodotti pre-
sentati. Sembrerebbe cominciata
A sinistra,
chezza e potere, indotte dalla pub-
blicità è molto comodo. E’ dal do-
poguerra che i prodotti non si com-
prano più per il loro valore intrin-
Gabriele Calvi,
di Eurisko: «La
seco e funzionale, ma per i miti a
diminuzione degli essi collegati. A nessuno fa piacere
acquisti dipende acquistare una saponetta solo per-
dalla sfiducia del ché lava bene, gratifica molto di più
no pronti a sostituirli, seguendo le
mode. «I consumatori più facili da
manipolare sono, però, i bambini
perché non sanno interpretare il
linguaggio pubblicitario. Non col-
gono il tono esagerato e retorico: il
contenuto del messaggio, per loro,
è oro colato. Inoltre, amano mol-
“prodotto” per la terza età) si stan-
no moltiplicando. «Differenziare il
pubblico in fasce precise è stata la
strategia pubblicitaria degli ultimi
anni. Difficile prevedere cosa suc-
cederà adesso. Secondo le previ-
sioni del nostro istituto, se la politi-
ca economica italiana si aprirà dav-

V
a alla ricerca delle offerte
speciali, ma se il prodotto
non gli serve, non si lascia
sedurre dagli sconti. Ri-
manda gli acquisti non indispensa-
bili, aspettando tempi migliori. E’ il
“consumatore virtuoso”, così lo de-
finiscono i sociologi. Quello attua-
le. Secondo un’inchiesta del Censis,
l’istituto statale di studi sociali, tre
italiani su quattro lo sono, e sono
disposti a «frequentare negozi di
Focus 64
mi”: ci si è accorti cioè che acqui-
stare meno prodotti non compro-
mette la qualità della vita, né i suoi
valori. E’ stata una rivoluzione so-
prattutto psicologica: anche chi non
ne aveva alcun bisogno ha comin-
ciato a stare attento alle spese»,
chiarisce il sociologo Gabriele Cal-
vi, presidente della società di ricer-
che di mercato Eurisko. I consu-
matori del 1994 frequentano molti
negozi, non si fidano più solo della
pre più personalizzati: non è im-
portante l’oggetto in sé, ma il fatto
che venga cercato, meditato. Il con-
sumatore non è più gratificato dal
semplice possesso di un prodotto,
ma dall’aver scelto valutando i pro-
dotti alternativi e i relativi prezzi»,
fa notare lo psicologo Fernando
Dogana, docente all’università Cat-
tolica di Milano.
E i produttori? Si sono imme-
diatamente accorti di questo cam-
una nuova austerity. Ma durerà?
«No. Finirà con la ripresa econo-
mica. Non appena la situazione dei
mercati internazionali migliorerà si
tornerà a consumare come prima,
forse di più. L’attuale consapevo-
lezza del valore dei prodotti sarà
abbandonata: la dimensione del so-
gno prevarrà di nuovo su quella
della concretezza», prevede Doga-
na, sicuro. E aggiunge: «Lasciarsi
cullare dalle illusioni di lusso, ric-
consumatore nel farlo perché quella forma e quel tissimo gli spot televisivi, perché vero al liberismo (dando maggiore
nostro Paese». colore ricordano vacanze ai tropici, propongono modelli semplici e ras- libertà alle imprese, azzerando gli
per esempio». sicuranti, come le favole. Questo li interventi statali) ci saranno presto
Il narcisismo In particolare, gli ado- rende quindi molto attenti, tanto due mercati distinti: la fascia dei
di chi compra lescenti sono un pubblico che spesso sono più informati dei benestanti si distaccherà sempre di
Fernando Dogana, molto sensibile al bom- genitori e li guidano nell’ acquisto più da quella dei meno abbienti.
psicologo: «Fare bardamento pubblicita- di questo o quel prodotto», afferma Le aziende, e di conseguenza le
molte spese è un rio: usano i prodotti per Dogana. campagne pubblicitarie, dovranno
modo per sentirsi affermare la propria per- Anche gli anziani, però, sono sta- decidere a quale pubblico indiriz-
potenti, quindi sonalità, non ancora com- ti scoperti dalla pubblicità: lo di- zarsi, se a quello ricco o a quello
per affermare se pletamente definita e so- mostra il fatto che le campagne per povero», sottolinea Calvi.
stessi sugli altri».
i viaggi in bassa stagione (tipico ■
Focus 65

Matematica, e computer Sulla grande scacchiera
per scoprire i nostri ognuno ha il suo posto
gusti: e riuscire
a venderci qualcosa!
T
i piace leggere libri, ballare,
andare al cinema, ai con-
certi, alle mostre? Sai an-
dare a cavallo, sciare, nuo-
tare? Allora probabilmente sei
uno studente universitario, vivi an-
cora con i genitori e credi nell’ami-
cizia: sei un Delfino. Ascolti il gior-
nale radio alla mattina presto,
compri sempre almeno un quoti-
diano, hai una bella auto, vestiti
eleganti? Sei un dirigente o un
professionista, vivi in una grande
città e non tolleri l’inefficienza: sei
un Arrivato.
Insomma: “dimmi come consu-
mi e ti dirò chi sei”. Le ricerche
Eurisko, l’istituto di studi sociali
che ha diviso gli italiani in 16 cate-
gorie (gli stili di vita), partono pro-
prio da questo presupposto. «Die-
ci anni fa abbiamo iniziato l’inda-
gine per definire quali fossero le ca-
ratteristiche che meglio distingue-
vano un gruppo di persone con a-
bitudini simili, da un altro gruppo.
Abbiamo verificato che il criterio
più funzionale era distinguerli per
comportamenti di consumo, e non
per esempio in base ai valori in cui
credevano», spiega Andrea Mez-
zasalma, ricercatore presso l’Euri-
sko. Ai valori, infatti, non possono
essere collegati precisi stili di vita:
un giovanissimo o un pensionato
possono credere entrambi, per e-
sempio, nell’amicizia, ma questo
non influenza affatto i loro com-
portamenti di consumo.
A ogni stile di vita, comunque,
non corrispondono persone ben
precise. Gli stili rappresentano
gruppi statistici, che consentono
le indagini periodiche sulle abitu-
dini dei consumatori: ogni volta
che un’azienda desidera sapere se
c’è spazio per un certo prodotto
che sta per lanciare, oppure vuole
decidere su quali leve impostare
una nuova campagna pubblicita-
Chi siamo, come consumiamo
Focus 66
E cco gli italiani visti dagli studiosi
ria, gli esperti dell’Eurisko condu-
cono una ricerca “su misura”, se-
lezionando un campione adatto al-
le esigenze del produttore. Se si
vuole sapere qual è il potenziale
pubblico, per esempio, di un ba-
gno schiuma, viene selezionato un
gruppo di persone che rappresen-
ti tutti i consumatori e si scopre
quali acquirenti sarebbero più in-
teressati a quel nuovo prodotto.
Se, invece, si vuole verificare la
“presa” sul pubblico femminile di
una campagna pubblicitaria per
un’auto, allora vengono scelti gli
stili di vita (cioè le categorie di
consumatrici) cui si vorrebbe ven-
dere l’auto. «Le ricerche
si fanno sempre
tramite
questionari,
con decine e
decine di do-
mande. In base al-
le risposte ricaviamo
le informazioni che ci
servono per gli studi stati-
stici. Trattiamo queste infor-
mazioni come variabili matema-
tiche: come gli intervistati passino
le serate, dove vadano in vacanza,
quanto siano disposti a spendere
per un nuovo prodotto, sono dati
che poi vengono elaborati dal
computer. In questo modo sco-
priamo le trasformazioni cui tende
questo o quel pubblico», aggiun-
ge Mezzasalma.
di Eurisko: sui gradini più alti gli
stili di vita che hanno successo oggi
(i Delfini, le Colleghe e gli Arrivati). Le
frecce indicano come si muovono
gli stili di vita con il passare dell’età:
i liceali tendono a diventare Delfini,
Commesse o Esecutori. I Delfini si
trasformano in Colleghe o in Arrivati.
All’ultimo gradino ci sono le Appartate
e gli Accorti, cioè i pensionati.
COLLEGHE
RAFFINATE
COMMESSE
LICEALI
MASSAIE
APPARTATE
I DELFINI
Ricchi e giovani, vivono in città,
vogliono godersi i piaceri della
vita, ma anche affermarsi nel
lavoro con i propri meriti. Ac-
quistano oggetti ricercati e co-
stosi. Sono il 4 per cento.
GLI ARRIVATI
Quarantenni, laureati. Sono li-
beri professionisti e manager.
Hanno poco tempo libero, viag-
giano. Leggono molto. Vanno
spesso al ristorante. Sono il 6
per cento degli italiani.
GLI IMPEGNATI
Amano la cultura, frequenta-
no mostre e concerti di musica
classica. Sono il 3,6 per cento.
Hanno meno di cinquant’anni,
DELFINI
ARRIVATI
IMPEGNATI
ORGANIZZATORI
ESECUTORI
AVVENTATI
Per le indagini più sofisticate,
gli stili di vita sono però già stati
ACCORTI superati: l’istituto ha elaborato da
pochi mesi una grande scacchie-
ra, una mappa sulla quale indivi-
duare ogni tipo di consumatore.
E’ come un plastico a tre dimen-
DOSSIER
sono sposati o, se sono sepa-
rati, vivono con i figli.
vincia, alcuni sono operai. De-
legano la spesa alla moglie.
GLI ORGANIZZATORI
Sono il 4,8 per cento. Uomini
GLI AVVENTATI
Abitano in piccoli centri, hanno
sotto i quarant’anni che vivono poco denaro a disposizione e
in città. Mettono nel lavoro tut-
te le loro aspirazioni. Hanno
lo spendono facilmente. Sono
il 2,2 per cento: operai, conta-
un reddito piuttosto alto. Ama-
no le auto di grossa cilindrata.
GLI ESECUTORI
dini o piccoli commercianti.
GLI ACCORTI
Sono i pensionati (il 15,4 per
Operai e commercianti intor- cento). Hanno abitudini rego-
no ai quarant’anni. Sono spo- lari e amano risparmiare. Pas-
sati, hanno uno o due figli. I sano il tempo in famiglia o da-
loro miti sono una vita tran- vanti alla televisione.
quilla e un lavoro sicuro. Sono LE APPARTATE
il 5,6 per cento. Donne anziane piuttosto pove-
GLI SPETTATORI re, quasi tutte pensionate. L’
Uomini sotto i trent’anni. Sono Eurisko le divide in tre sotto-
il 6,4 per cento. Hanno gusti gruppi a seconda del reddito:
semplici: stare con amici e le Modeste, le Povere, le Sole.
parlare di sport. Abitano in pro- Rappresentano oltre il 20 per
cento della popolazione.
LE MASSAIE
Passano quasi tutto il loro
tempo in casa, sono le tipiche
casalinghe. Hanno almeno un
figlio. Il reddito non è molto al-
to. Sono il 6 per cento.
LE RAFFINATE
Casalinghe ricche e colte.
Viaggiano spesso, leggono,
frequentano musei. Hanno ol-
tre cinquant’anni, vivono in
centro, nelle grandi città. Pre-
feriscono i prodotti di marca.
Sono il 2,8 per cento.
LE COMMESSE
Sono il 5 per cento. Giovani
operaie o negozianti. Di solito
non amano il proprio lavoro.
Per divertirsi vanno a ballare,
al cinema o a fare passeggia-
te. Scelgono con cura il pro-
prio abbigliamento.
I LICEALI
Sono il 9,3 per cento degli ita-
liani: studenti delle superiori o
universitari, vivono con i geni-
SPETTATORI tori. I loro valori sono l’amici-
zia, la solidarietà e l’ecologia.
Spendono soprattutto per l’ab-
bigliamento e le vacanze.
LE COLLEGHE
Donne sopra i trent’anni, inse-
gnanti, impiegate o dirigenti.
Sono totalmente assorbite dal
lavoro e dalla famiglia. Rap-
presentano il 6 per cento.
sioni sul quale sono stati posizio-
nati gli stili: i lati di base sono dati
dai “tratti duri” o maschili (com-
petizione, razionalità, rischio, pia-
cere) e dai “tratti morbidi” o fem-
minili (equilibrio, cultura, elegan-
za, dolcezza), mentre la terza di-
mensione (verso l’alto) è data dal
successo delle diverse categorie
nella vita sociale. «Analizzare ogni
punto della mappa vuol dire arri-
vare a ogni tipo di consumatore,
anche a quelli che si trovano al
confine tra uno stile di vita e l’al-
tro, i più difficili da studiare». ■
Focus 67
 DOSSIER

A me gli occhi, please

I prezzi sono sempre più bassi
e la pubblicità fa leva sugli
sconti: ecco le strategie
dei venditori per convincere
il pubblico a consumare COME DEVE ESSERE FATTA
LA PUBBLICITA’, PER COLPIRE?

E’
la prima volta in qua-
rant’anni: nel 1993 i
consumi sono scesi del
Scaffali ricchi
e super carrelli 1. L’ambientazione
dell’immagine
deve essere mirata
o all’immaginario
collettivo. Così il
pubblico ricorda
per prodotti come
gli elettrodomestici,
dove la funzionalità
2 per cento e per tutto A destra, una a seconda del tipo meglio la campagna, è fondamentale.
bambina su un
il 1994 gli economisti non preve-
dono un incremento nel numero carrello stracolmo
in un supermarket.
di prodotto: gli spot
si svolgono in casa o
all’aperto per i
che diventa una
parte del bagaglio
culturale di tutti.
5. Non si deve
richiamare mai
la morte, le malattie
degli acquisti. Non succedeva dal In Italia i grandi
dopoguerra, nemmeno la crisi pe-
trolifera degli anni Settanta ave-
negozi alimentari
sono circa 4 mila.
prodotti di largo
consumo (come
i detersivi), in luoghi
4. Si deve
comunicare la
qualità del prodotto
o gli incidenti (che
vengono citati solo
nelle Pubblicità
va fermato lo sviluppo esotici o esclusivi con allusioni e non progresso promosse
dei consumi italiani. Ne- per quelli di lusso tramite spiegazioni. dalla Presidenza
gli ultimi mesi le marche (come l’automobile). Spiegare è utile solo del Consiglio).
leader del settore ali-
mentare hanno perso il 5 COME DEVE ESSERE COSTRUITO 2. Il protagonista
della campagna
deve sempre essere
per cento della loro quo-
ta di mercato, mentre le IL SUPERMERCATO, PER VENDERE? il prodotto, anche
quando personaggi
perdite delle marche in- molto noti fanno
termedie hanno sfiorato
il 15 per cento. Come
1. La disposizio-
ne degli
scaffali è pensata
immediata impres-
sione di freschezza,
frutta e verdura
sta. La musica
diffusa rende più
piacevole la perma-
da testimonial
alla marca.
convincere la gente a tor-
nare nei negozi?
● Il prezzo è giusto
per far compiere al
cliente un percorso
devono essere
esposte all’ingresso.
nenza nel negozio.
5. Presso le 3. In pubblicità
vengono sempre
richiamate situazioni
«La concorrenza tra i
preciso: gli alimenti
necessari come
pane, pasta, carne
3. I corridoi si
restringono
vicino alle casse,
casse, gomme
da masticare e
caramelle attirano i
(riconoscibili da una
larga fascia di
grandi negozi quest’anno spettatori) che
si è giocata su una fortis- e acqua minerale, per obbligare chi bambini, e vengono
sono lontani gli fa la fila a fare acquistate dalle appartengono alla
sima attenzione al prez- uni dagli altri, per più attenzione agli mamme per realtà di tutti i giorni
zo. Quasi dappertutto so- Prodotti per costringere scaffali vicini. tranquillizzare i figli.
no stati messi in risalto i cosiddet- ogni tasca
ti “primi prezzi”, che sono le mar-
che più economiche di ciascun
Sonia Augenti,
dell'ufficio studi
i consumatori a
passare vicino ad
altri prodotti, che si
4. Il soffitto non
deve essere
basso per non dare
Inoltre ci sono
spesso altri oggetti
(come pile o rasoi),
(il supermercato Gs,
per esempio, è l’edito-
prodotto (per esempio i pelati che Federdistribuzione: decide di acquista- un senso di soffo- che attraggono per re di Buon gusto, distribuito pres- verificato negli anni Settanta).
costano meno o la pasta meno ca- «Le grandi catene re solo all’ultimo camento, e le luci il loro basso costo, so tutti i punti vendita). Un’altra fluttuazione imprevedi-
ra). I primi prezzi hanno avuto una distributive hanno momento. sono studiate e possono essere ● Mancate previsioni bile avviene, ma in positivo, quan-
vera impennata di vendite (più 15
per cento). Lo stesso è successo
aumentato gli
assortimenti. Ora
nei supermercati
2. Per dare al
cliente un’
per esaltare i colori
della merce espo-
aggiunti al carrello
senza problemi.
Organizzare le vendite oggi è an-
cora più complicato dal fatto che le
do sul mercato entrano prodotti
innovativi, che modificano le abi-
con le “marche commerciali”, cioè dinamiche che spingono i consu- tudini dei consumatori. Che queste
si trovano prodotti
quelle firmate dalla catena distri- di tutti i prezzi». matori ad affollare un negozio pos- novità ottengano o meno successo
butiva stessa (per esempio i bi- sono essere imprevedibili. E’ suc- dipende sempre da pochi indivi-
scotti Esselunga o le marmellate cesso in occasione della guerra del dui “promotori”, che si innamora-
Coop), che sono prodotti di qua- Golfo, tre anni fa: generi di prima no delle possibilità offerte dal nuo-
lità a prezzo medio», spiega Sonia necessità come zucchero, farina e vo prodotto. E’ il fenomeno degli
Augenti, del settore studi di Fe- COME DEVE PRESENTARSI UN PRODOTTO, PER SEDURRE? pasta sono andati a ruba anche se il “apripista”, che si è verificato, per
derdistribuzione, che riunisce tut- Medio Oriente non è un grosso esempio, per i telefonini.
te le più grandi catene di negozi
(supermercati, grandi magazzini,
1. L’involucro deve
far capire al volo 2. I colori e la lucen-
tezza dei materiali
da bagno). Lo stesso
vale per il bianco.
cilindrica perché
trattiene meglio il gas. produttore di grano o canna da
zucchero. I sociologi non riescono
● Supermarket a domicilio
La distribuzione e la vendita
centri commerciali).
Il prezzo non è salito nemmeno
che cosa contiene,
mettere in risalto
la marca e avere
per il packaging (cioè
la confezione) devono
essere curati nei detta-
3. La confezione deve
sempre essere
di facile apertura,
L’acqua minerale liscia,
invece, è chiusa
spesso in contenitori
a spiegare questo “panico”, che
chiamano “comportamento re-
stanno cercando soluzioni sempre
nuove: a Milano, per esempio, è
nel caso di aumenti dei costi di ba- ingredienti o istruzioni gli perché a ogni colore soprattutto nei prodotti a sezione quadrata. gressivo da crisi internazionale”: i nato il primo supermercato a do-
se, perché le industrie hanno ri-
dotto il loro margine di guadagno.
scritte in modo chiaro.
Le scritte però non
devono essere a
corrisponde una precisa
sensazione: nero e oro
richiamano il lusso
per bambini.
4. La forma deve
avere un legame,
5. Nel caso di prodot-
ti un po' "anonimi",
come la vodka (che
consumi vengono ristretti ai soli
generi di prima necessità e i con-
micilio italiano. I clienti non de-
vono fare altro che scorrere il ca-
Per autopromuoversi alcune gran- sumatori tenderebbero, se potes- talogo dei prodotti (tutti di mar-
di catene distributive hanno an- caratteri troppo grandi, (sono usati per il caffè), a volte anche funzionale, sembra acqua) la sero, perfino a cuocere il pane in che note) e telefonare per ricevere
altrimenti confondono azzurro e verde la con il contenuto: nelle confezione deve servire
che cominciato a stampare perio- la vista e non attirano freschezza (per bevande gassate, per a catturare lo sguardo casa o a cucirsi i vestiti, come se a casa la merce ordinata. Il servi-
dici strutturati come un giornale l’attenzione. deodoranti o schiume esempio la forma è del consumatore. tornassero indietro di un secolo zio, che si chiama Easy shop, ha
femminile, con ricette e consigli (un fenomeno del genere s’era già già 1500 clienti. ■
Focus 68 Focus 69
DOSSIER
Prodotti scadenti o servizi scarsi? Sono tanti i paladini
Così si tutela il consumatore del cittadino truffato
COMITATO DIFESA MOVIMENTO DI DIFESA

Legittima
CONSUMATORI
Viale della Liberazione 18,
Milano. Tel. 02/66.72.01
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legale ai consumatori,
“Pronto soccorso vacan-
ze” telefonico attivo du-
rante l’estate, informazio-
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rapporti tra cittadini e ser-
vizi pubblici, servizio “Pa-
gine gialle del cittadino”

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ni sui diritti del cittadino
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iscrizione: 50 mila lire
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CONSUMATORI
Via Adige 11, Milano. Tel.
02/54.56.551

A
ndare in vacanza e trova-
re la villa prenotata già
occupata da un’altra fa-
miglia, acquistare un’au-
tomobile che viene consegnata con
molti mesi di ritardo e un aumento
di prezzo, vincere un concorso e
poi perderlo perché la ditta che
l’aveva organizzato si era sbagliata
nel proclamare il vincitore. Sono
eventi già capitati. Ma il rimedio
c’è: basta rivolgersi a un’associa-
zione che tutela i diritti del consu-
matore. «Nei casi suddetti, dopo
il nostro intervento, i soldi già spe-
si sono stati restituiti e alla signora
che aveva visto sfumare la sua vin-
cita è stato offerto un viaggio come
premio di consolazione», racconta
l’avvocato Paolo Martinello, respon-
sabile del servizio legale del Comi-
tato difesa consumatori, l’associa-
zione che raccoglie il maggior nu-
mero di adesioni in Italia (oltre
300 mila soci). «Il consumatore di
oggi guadagna meno e nello stesso
tempo vede l’offerta delle indu-
strie aumentare sempre di più, ha
un piccolo budget e vuole investir-
lo bene», dichiara Anna Bartoli-
ni, presidente del Comitato. Negli
ultimi anni le lamentele e le ri-
chieste di informazioni dei consu-
matori sono au-
mentate: sono de-
cine di migliaia o-
gni anno. Le per-
sone che si rivol-
gono al Comitato
sono di ogni tipo.
Il maggior nume-
ro di proteste,
però, riguarda l’
opera di artigiani, le clausole dei
contratti scritte molto in piccolo e,
durante il periodo estivo, le agen-
zie di viaggio. Nei casi in cui ci sia
stato un danno effettivo l’ufficio
legale del Comitato avvia una cau-
sa civile davanti al giudice conci-
liatore. «Spesso le nostre richieste
vengono accolte. L’intero iter dura
al massimo 5 mesi ed è completa-
mente gratuito. Purtroppo è pos-
sibile seguirlo solo nel caso di vio-
lazioni avvenute a Milano, grazie a
un finanziamento comunitario. In
altre città i giudici conciliatori non
hanno tempo per queste piccole
cause». Il Comitato difesa consu-
matori, inoltre, lotta per avere la
possibilità di costituirsi parte civile
nei processi (l’Italia è il solo Paese
europeo che non lo consente, a
meno che il giudice del procedi-
mento non sia d’accordo). ■
Servizi offerti: consulenza
telefonica gratuita spe-
cializzata sui rapporti tra il
cittadino e la pubblica am-
ministrazione, le banche,
le assicurazioni. Seminari
sui problemi del consumo.
Quota d’iscrizione: 30 mi-
la lire l’anno.
Attenzione ASSOCIAZIONE
all'etichetta CONSUMATORI UTENTI
Via Bazzini 4, Milano. Tel.
Anna Bartolini, 02/70.63.06.68
presidente del Servizi offerti: assistenza
Comitato difesa legale in caso di contro-
consumatori: versie, servizio “Sos men-
«Le lamentele se” (controlli igienico-sani-
riguardano in tari su segnalazione degli
particolare le
utenti), osservatorio sulla
tintorie, solo a pubblicità. Quota d’iscri-
Milano ci sono zione: 30 mila lire l’anno.
1200 casi l'anno
di indumenti ADICONSUM
rovinati. Spesso Via Boncompagni 19, Ro-
la colpa non ma. Tel. 06/48.24.956
è del tintore, Servizi offerti: informazio-
ma della ditta ni ai consumatori tramite
che non ha Videotel (6 mila pagine
inserito nel
per conoscere i diritti del
capo le istruzioni cittadino e sapere dove ri-
per il lavaggio». volgersi), telefono antiu-
sura, consulenza legale.
Quota d’iscrizione: 35 mi-
la lire l’anno.
Servizi offerti: consulenza
legale, fiscale, assicurati-
va, “Osservatorio farmaci
e salute” (studio sulle
specialità farmaceutiche
in vendita), osservatorio
sui prezzi al dettaglio.
Quota d’iscrizione: 10 mi-
la lire l’ anno.
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Viale Mazzini 73, Roma.
Tel. 06/32.52.450
Servizi offerti: “Sportello
di città”, linea telefonica
per ottenere consulenza
giuridica gratuita nelle
controversie con gli enti
pubblici, controllo per la
trasparenza del mercato
dei farmaci. Quota d’iscri-
zione: 23.500 lire l’anno.
FEDERCONSUMATORI
Via Goito 39, Roma. Tel.
06/49.00.67
Servizi offerti: consulenza
specializzata nell’ambito
dei servizi pubblici (bollet-
te telefoniche, gas, luce,
acqua, trasporti), control-
lo sulla pubblicità, osser-
vatorio sulle assicurazio-
ni. Quota d’iscrizione: 30
mila lire l’anno.

Quando l'hard discount conviene davvero

Gli scaffali di un hard discount.
Qui solo il prezzo fa la differenza.
S ono stati il boom di
quest’anno: il passa-
parola delle casalinghe è
stato più efficace di qual-
siasi campagna pubblici-
taria e gli hard discount
(in italiano “forte sconto”)
si sono imposti sul mer-
cato alimentare. Attual-
mente ognuno di questi
negozi fattura tra gli otto
e i dieci miliardi. In Italia
ce ne sono quasi 500,
molti dei quali apparten-
gono a imprese distributi-
ve italiane (come Sosty
della VéGé o Eurospin
della Crai). Anche la
Coop, sta per aprire un
centinaio di questi punti
(che però non porteranno
l’insegna Coop).
Importati due anni fa
dalla Germania, questi
negozi sono stati subito
affollati dai consumatori,
indifferenti allo squallore
dei locali pieni di scatolo-
ni, ma sedotti dai prezzi
bassissimi (la spesa co-
sta mediamente la metà).
Ma negli hard discount
si risparmia davvero? La
risposta è sì, a patto,
però, di comprare solo
quello che serve e di non
lasciarsi attrarre da
prodotti “esotici” per
il nostro mercato come
le creme di frutta simili a
yogurt o i dolci (l’assorti-
mento è vastissimo) di
produzione francese o te-
desca. Secondo gli esper-
ti di marketing, sono stati
proprio questi nuovi pro-
dotti, oltre alla particolare
ambientazione dei
discount (il piacere di
frugare negli scatoloni al-
la ricerca di chissà quale
tesoro di risparmio), ad
attirare i primi acquirenti.
I pionieri del discount,
infatti, non sono state le
famiglie con un reddito
medio-basso, ma i consu-
matori con un buon grado
di istruzione e la menta-
lità aperta alle novità.

Focus 70

? DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono a disposizione dei lettori. Poiché non è possibile
rispondere a tutti, daremo la preferenza alle domande di interesse più generale.
Le risposte sono preparate dalla redazione; nei casi in cui si è fatto ricorso
a un esperto, il suo nome è indicato. Non si danno risposte private. Scrivere
a FOCUS, Gruner und Jahr/Mondadori, Corso Monforte 54 - 20122 Milano.
Qual è il significato
della croce celtica?
Domanda posta da Rolf Casula di Alghero (Sassari).
S in dalla più remota an-
tichità e presso molte
culture, la croce è stata un
simbolo carico di signifi-
cati complessi: i punti car-
dinali, i quattro elementi
dell’universo (acqua, ter-
ra, aria, fuoco), le stagioni.
E’ probabile che la croce
Una croce celtica nella
campagna irlandese.
Cosa simboleggia
lo scarabeo?
Domanda posta da Mary Juliet di Milano.
N ell’antico Egitto lo sca-
rabeo era simbolo del-
la resurrezione. Gli egizi
credevano infatti che lo
scarabeo della specie “ster-
corario” potesse rigenerar-
si dalla palla di sterco che
l’insetto fa rotolare davan-
ti a sé. Inoltre, la palla ve-
niva collegata con il disco
solare che “rinasce” dopo
la notte: il nome egizio del-
l’insetto, kheperer, è simile
a quello del dio Khepri, il
Sole, che sorge generato dal-
Focus 72
celtica, costituita da due
braccia inscritte in un cer-
chio, rappresentasse l’uni-
verso, il cui centro corri-
sponde all’intersezione
delle braccia. In seguito fu
adottata dal cristianesimo
irlandese. Nel secondo
dopoguerra, la croce cel-
tica divenne simbolo
di alcuni movimenti
di destra che si ri-
chiamano alla civiltà
dei celti, popolo for-
matosi tra il Reno e
il Danubio attorno al
II millennio avanti
Cristo e diffusosi in
tutta Europa tra il
VII e il IV secolo a.
C. Quei movimenti
considerano la cultu-
ra celtica, basata
sull’aristocrazia e
sulla guerra, come
quella originaria e
più autentica dell’
Europa, non “conta-
minata” da succes-
sive immigrazioni e
invasioni.
la Terra. Gli amuleti a for-
ma di scarabeo venivano
posti sulle mummie (“sca-
rabei del cuore”, sulla cui
faccia inferiore venivano
scritte preghiere e formule
augurali) per simboleggiare
la rinascita del defunto, ma
venivano anche indossati
come monili. L’uso dello
scarabeo si diffuse poi tra
fenici, cartaginesi, greci,
etruschi e, tra i primi cri-
stiani, ancora come simbolo
della resurrezione.
Come è fatta
una steadycam?
Domanda posta da
Roberto Limoncelli di Rieti.
I1978,
nventata dall’america-
no Garrett Brown nel
la steadycam (tele-
camera stabile) consente
di avere riprese Tv stabi-
li anche se l’operatore
cammina o fa movimenti
bruschi. L’operatore in-
dossa un giubbetto rin-
forzato con cavi d’acciaio,
che gli conferiscono sta-
bilità e allo stesso tempo
flessibilità. Al giubbetto,
nella parte anteriore, è
Perché la circolazione
ferroviaria è a sinistra?
Domanda posta da Giuseppe D’Ambra di Agrigento.
Risponde Maurizio Fantini, della Firema consortium,
industria costruttrice di treni.
P erché la prima ferro-
via nacque in Gran
Bretagna dove, per ana-
logia, venne adottata an-
che per i treni la circola-
zione sulla sinistra, già in
vigore per il traffico stra-
Lo scarabeo, “Khepri”,
inciso su un sarcofago
egiziano conservato al
Museo egizio di Torino.
applicato un braccio che
regge la telecamera e altri
accessori, come la batte-
ria e i cavi. Robuste mol-
le, situate all’interno del
braccio, e una serie di
contrappesi, ammortizza-
no le scosse e le vibrazio-
ni. L’operatore effettua
la ripresa non attraverso
l’obiettivo, ma osservan-
do la scena su un piccolo
monitor che ha accanto
alla telecamera.
dale. La prima ferrovia
pubblica, in cui le vetture
erano trainate da cavalli,
risale al 1801, mentre la
prima locomotiva, inven-
tata da George Stephen-
son, corse sui binari tra
Stockton e Darlington
nel 1825. Molti Paesi eu-
ropei, come l’Italia (la
prima linea fu la Napoli-
Portici, del 1839) e la
Francia, adottarono an-
che per le loro ferrovie la
circolazione a sinistra, no-
nostante carri e carrozze
sulle strade tenessero la
destra. All’inizio dell’era
della rotaia, infatti, tutta
la tecnologia ferroviaria
veniva importata dal Re-
gno Unito, quindi anche
altre convenzioni inglesi
furono adottate in Euro-
pa, come la distanza tra i
binari (scartamento) di
1435 millimetri. Solo al-
cuni Stati, come Germa-
nia e Austria, decisero di
far correre anche i treni
a destra.
Perché gli aerei
COME FUNZIONA
Immagini magnetiche lasciano una scia?
Domanda posta da
La registrazione Alessandro Causarano
video: nastro, Q uando una cassetta
viene inserita nel
a contatto delle testine
(video, audio e di cancel-
simmetricamente) ruota
velocissimo durante lo
si trova sul bordo supe-
riore del nastro, e viene
di Scicli (Ragusa).
perni, motori
videoregistratore, un
meccanismo la fa scende-
re, permettendo ai perni
lazione), mentre lo scorri-
mento è assicurato da
un rullo che schiaccia il
scorrimento del nastro,
incidendo tracce magne-
tiche su piste trasversali
incisa e letta da una testi-
na apposita. Sul bordo
inferiore è presente un’
Iraffredda
motori degli aerei sca-
ricano aria calda, che si
bruscamente
e rulli guidati di caricamento di “cattu- nastro contro il perno di (in modo da sfruttare altra traccia (di controllo) nell’atmosfera gelida (cir-
dall’elettronica
rare” il nastro. Gli stessi
perni trascinano in avanti
trascinamento (capstan).
Per registrare, il rullo
tutta l’altezza del nastro)
larghe un ventesimo di
che serve, tra l’altro, a
mantenere costante la
ca 50 gradi sotto zero)
delle alte quote. Il raf-
il nastro portandolo con le due testine (situate millimetro. La pista audio velocità di scorrimento. freddamento rapido fa
condensare e ghiacciare
Motore e tamburo delle testina video l’umidità contenuta nei
Testine di Nastro Testina di registrazione audio
cancellazione fumi in brillanti cristalli
Parte rotante
totale Testina di cancellazione audio Traccia audio di ghiaccio: sono questi
cristalli che formano la
scia e che più o meno ra-
pidamente si dissolvono
al sole.
Parte registrata
Tracce video Traccia per Testina per il controllo
il controllo
Parte cancellata
Testina di lettura o
registrazione video
Nastro in posizione
P= Perni di caricamento Testine Testine audio e
in posizione Play video Motore e tamburo di riproduzione o
S= Perni di caricamento
delle testine video registrazione controllo movimento
del nastro Le scie di condensazione
lasciate dai motori
in posizione Stop
P
di un jet di linea in volo.
Perno del motore
Rullino
di trascinamento Come si formano
del nastro (capstan)
guidanastro le nuove targhe?
Domanda posta da
Claudio Biancuzzi di Udine.
P
Lno eauto
nuove targhe delle
non comprendo-
più la sigla della pro-
Testine di
cancellazione vincia. Dato che per ra-
totale Rullino pressore gioni di leggibilità non
S era possibile utilizzare
mobile
S S più di 7 simboli, un nu-
mero progressivo avreb-
Sistema per
be permesso al massimo
9.999.999 targhe. Perciò
l’abbassamento Sistema per è stata adottata una se-
della cassetta l’abbassamento quenza di 2 lettere, 3 cifre
della cassetta e altre 2 lettere. La pri-
ma targa è AA 000 AA,
la seconda AA 000 AB, e
così via fino a AA 000 ZZ.
Poi si passa ad AA 001
AA fino ad AA 001 ZZ.
Nastro in Cassetta Dopo la sigla AA 999 ZZ
posizione seguono AB 000 AA, AB
di riposo 000 AB, eccetera. Si usa-
no 22 lettere (sono escluse
la I, la O, la Q e la U per-
ché si possono confonde-
re con altre lettere o cifre)
Bobina di Bobina di e le combinazioni possibi-
svolgimento riavvolgimento li sono 234.256.000, suffi-
cienti per 80-90 anni.
Focus 73
 Com’è nata la leggenda
? DOMANDE&RISPOSTE di Babbo Natale?
Domanda posta da Andrea Conte di Monfalcone.

Qual è la più grande enciclopedia

I l mito di Babbo Natale
realizzata finora al mondo? per un totale di 105 mila sannasce dalla leggenda di
Nicola, vescovo bizan-
Domanda posta da Mario Barresi di Palermo. pagine. In Italia la più im- tino vissuto nel IV secolo:
portante opera enciclope- secondo la tradizione, san

L’ enciclopedia più gran-

de di tutti i tempi fu
quella di Yung-lo ta, re-
datta in Cina tra il 1403 e il
1408 da duemila studenti:
era composta da 22.937 ca-
pitoli manoscritti di cui so-
lo trecento sono giunti a
noi. Attualmente la più
grande enciclopedia del
mondo è la spagnola Enci-
clopedia universal ilustra-
da europeo-americana, no-
ta anche come Enciclope-
dia Espasa, dal nome dell’
editore. Nacque tra il 1908
e il 1930, come somma di
tutte le enciclopedie cono-
sciute, originariamente era
composta da 72 volumi che
divennero poi 104 con i
successivi aggiornamenti,
dica è l’Enciclopedia italia-
na di scienza, lettere e arti,
comunemente detta Trec-
cani. Fu redatta tra il 1929
e il 1936 in 36 volumi che
oggi, con le appendici di
aggiornamento, sono di-
ventati 51 (di cui due volu-
mi di indice). Le pagine so-
no 50 mila e contengono
circa 300 mila voci.
I 51 volumi che
attualmente
compongono
l’enciclopedia
italiana Treccani:
fu iniziata
nel 1929.
Nicola regalò una dote a
tre fanciulle povere perché
potessero andare spose in-
vece di prostituirsi. Nel
Medioevo si diffuse in Eu-
ropa l’uso di commemora-
re questo episodio con lo
scambio di doni nel giorno
del santo (6 dicembre). Nei Un’immagine popolare di
Babbo Natale dell’800.
Paesi protestanti san Nico-
la perse l’aspetto del ve- Clement C. Moore, che nel
scovo cattolico ma man- 1822 scrisse una poesia in
tenne il ruolo benefico col cui lo descriveva come or-
nome di Samiklaus, Sinter- mai tutti lo conosciamo
claus o Santa Claus. I fe- (ispirandosi a un suo vicino
steggiamenti si spostarono di casa olandese). Questo
alla festa vicina più impor- nuovo Santa Claus ebbe
tante, Natale. L’omone successo, e dagli anni Cin-
con la barba bianca e il sac- quanta conquistò anche
co pieno di regali, nacque l’Europa diventando, in
in America dalla penna di Italia, Babbo Natale.

Il numero dei cromosomi Da dove deriva il nome Vaticano?

N el numero 23 di “Fo-
cus”, a pagina 28, nel
servizio sulle malattie ere-
ditarie, sono purtroppo
apparsi due errori. 1) Si di-
ce che le coppie di cromo-
somi nell’uomo sono qua-
rantasei mentre in realtà
sono ventitré. Si è tratta-
to di una svista, anche per-
ché in altre parti del servi-
zio (e in in molti altri nu-
meri di “Focus”) la cifra è
stata indicata corretta-
mente. 2) Si dice che la
coppia maschile di cromo-
somi sessuali è siglata XX
e quella femminile XY. In-
vece, è il contrario: la cop-
pia maschile è siglata XY e
quella femminile XX. In
questo caso sono state
scambiate le due sigle. Ci
scusiamo con i lettori per
l’inversione. Anche que-
sta informazione in altri
servizi è stata sempre data
Che cosa sono
in modo corretto.
Domanda posta da Andrea Marcellino di Torino.
Vdi Roma,
aticano, nell’antichità,
era il nome di un colle
che si trovava
nero giustiziati i primi mar-
tiri cristiani (tra i quali
l’apostolo Pietro, che ven-
la prima basilica dedicata
a san Pietro.
E’ da poco più di mezzo
sulla riva destra del Teve- ne anche seppellito sul po- secolo che il Vaticano ha
re, di fronte al Campo sto). Il colle diventò quindi la funzione di sede del pa-
Marzio e a destra del Gia- un cimitero, pagano e cri- pa: nel Medioevo questi ri-
nicolo. Era un luogo poco stiano, finché Costantino, siedeva infatti nel palazzo
salubre e umido, dove si tra il 326 e il 333, ne fece del Laterano, e in seguito
stendevano campi incolti, livellare la cima e vi costruì in altri palazzi romani.
adatti al pascolo. In seguito
Agrippina Maggiore creò
dei giardini sulle prime
pendici del colle, dove ven-

La Luna ha sempre mostrato la stessa le correnti galvaniche?

Domanda posta da Rino Sclauzero di Palmanova (Ud).
faccia alla Terra? ono correnti elettriche che, a causa della presenza
Domanda posta da Luciano Costabile di Savona. S (cioè un flusso di elet-
troni) di debole intensità,
di ossidi, hanno potenziale
diverso. La corrente gal-
Risponde Mario Pastore, dell’osservatorio
astronomico di Merate (Como). generate dalla differenza vanica, trasportata dal-
di potenziale elettrico tra l’umidità del terreno, tra-

Ftavaino a circa tre miliardi

di anni fa, la Luna ruo-
su se stessa più rapi-
damente di adesso e mo-
strava gradualmente alla
Terra tutta la sua superfi-
cie. A quel tempo l’inter-
no della Luna non si era
ancora raffreddato e ten-
deva ad addensarsi in dire-
zione della Terra per effet-
to della gravità; così l’attri-
Focus 74
to di trascinamen-
to fra la crosta soli-
da e il nucleo liqui-
due materiali diversi.
La corrosione delle strut-
ture metalliche interrate
scina con sé particelle elet-
trizzate del metallo (ioni),
creando veri e propri bu-
do ridusse man ma- è causata dalla corrente chi. Il fenomeno può esse-
no l’energia rota- Il pianeta Mercurio, il più vicino al che si crea tra il metallo e re evitato facendo uso di
zionale della Luna Sole, visto dalla sonda Mariner 10. i materiali a diverso po- tubature di plastica che,
fino a che il tempo impie- la Luna volge alla Terra tenziale presenti nel terre- non potendosi scindere in
gato a ruotare su se stessa sempre la stessa faccia. Lo no: altri metalli interrati ioni, non subiscono que-
coincise esattamente col stesso fenomeno di rallen- nelle vicinanze, materie di- sta corrosione, o fascian-
tempo impiegato a ruota- tamento, ma ancora in cor- sciolte nella terra, o tra do con materiali isolanti i
re attorno alla Terra (27,32 so, si ha nel caso del Sole e parti della stessa struttura tubi metallici.
giorni terrestri). Da allora del pianeta Mercurio.

? DOMANDE&RISPOSTE
Dove andranno i continenti in futuro?
Domanda posta da Daniele Aurilio di Pontedera (Pi).
● L’Antartide si muove
Lda fratture
a crosta terrestre è divi-
sa in placche, separate
(le dorsali ocea-
di mezzo centimetro all’an-
no verso l’Australia. A sua
niche) attraverso le quali volta l’Australia va verso
esce il magma proveniente l’Asia, a 7,5 centimetri an-
dal mantello. Questo mag- nui: se continuerà così, si
ma, solidificandosi, “spin- salderà con l’Indonesia e
ge” e fa muovere le plac- le Filippine.
che. Gli studiosi di geofisi- ● La placca del Pacifico
ca hanno identificato le di- centro-occidentale si muo-
rezioni e le velocità alla ve di 11 centimetri all’anno
quale si muovono attual- verso nord-ovest (Eurasia),
mente i continenti, che mentre la parte orientale
però potrebbero cambiare del Pacifico si allontana in
in futuro. direzione opposta, verso
est, alla velocità di
6 centimetri.
● La parte cen-
trale e orientale
dell’Asia punta a
est, verso l’Ameri-
ca, a 2-3 millimetri
annui. L’India
continua a preme-
re sul continente a
nord (5 centimetri
all’anno), causan-
do un continuo in-
nalzamento dell’
Himalaya.
● L’America
del Nord va a sud-
ovest a 2 centime-
tri e mezzo all’an-
no. L’America la-
La dorsale atlantica, tra l'Europa e tina continua, a 3
l'Africa e il continente americano. centimetri annui,
il movimento verso ovest
che la separò dall’Africa
circa 65 milioni di anni fa.
● L’Africa si muove ver-
so nord, schiacciando il
Mediterraneo: Africa ed
Europa si avvicinano di 2
centimetri ogni anno. Il
vecchio continente si muo-
ve verso nord est di pochi
millimetri all’anno.
● Infine, l’Italia sta ruo-
tando verso la Jugoslavia e
l’Adriatico tende a chiu-
dersi.
Perché la nostra voce registrata
ci sembra diversa da quella naturale?
Domanda posta da Andrea Vassallo di Genola (Cn).
Risponde Enrico Fagnani, dell’Istituto di audiologia dell’università di Milano.
N ormalmente sentiamo
la nostra voce in mo-
do diverso da come la sen-
tono gli altri. Questo è do-
vuto al fatto che la voce
udita dalle altre persone (o
la nostra, ma ascoltata da
un registratore) ha attra-
versato solo l’aria prima di
giungere agli orecchi. I
suoni emessi da noi stessi,
invece, oltre che attraverso
Come si realizza
la gravità zero?
Domanda posta da
Giuseppe Fortunato di Bari.
Idilpergravità
sistema più economico
riprodurre l’assenza
prevede l’impie-
go di aerei di grandi di-
mensioni. Il velivolo viene
portato a notevole altezza
e poi lo si lascia precipitare
per circa tre mila metri:
quindi se ne riprende il
controllo. Durante i 20-30 Una vasca d'addestramento
secondi di caduta libera, per astronauti americani.
nella stiva-laboratorio tut- però uso anche di piscine
to risulta privo di peso, per- piene d’acqua. Quando
ché tutto sta precipitando l’astronauta vi è immerso,
con la stessa accelerazione, la spinta di galleggiamen-
quella di gravità. Per adde- to equilibra la forza di gra-
strare gli astronauti a lavo- vità, dandogli la sensazione
rare in assenza di peso si fa di non avere peso.
l’aria, si trasmettono anche
attraverso le ossa e i tessu-
ti, dalla laringe alla coclea,
rante le registrazione, in-
fatti, il suono viene “tra-
dotto” da onde sonore
l’organo sensitivo dell’ meccano-elastiche (cioè vi-
orecchio. Le onde sonore brazioni) a onde elettro-
assumono frequenze di- magnetiche (cioè segnali
verse attraversando l’aria elettrici), mentre per l’a-
o un mezzo solido e quindi scolto avviene il processo
la voce ha un timbro di- inverso: così la voce che
verso. Inoltre, un registra- esce da questi passaggi non
tore altera la voce, anche è mai perfettamente iden-
se in maniera minima. Du- tica all’originale.

ILLUSTRATORE
Specializzarsi
dopo l'accademia
● Per diventare illustra-
tore della natura non esi-
ste un curriculum di studi
definito. Il disegnatore na-
turalistico è in genere un
autodidatta: ci si specializ-
za da soli, lavorando a con-
tatto con i naturalisti, con i
quali si studiano i dettagli
di animali e piante. E’ co-
munque fondamentale co-
noscere le tecniche del di-
segno e dell’illustrazione,
con aerografo o china. Per
questo si può frequentare
un’accademia di Belle arti,
COME SI DIVENTA...
scegliendo il corso di dise-
gno, che dura quattro anni.
In Italia le accademie sta-
tali sono 20 (alcune: Mila-
no, tel. 02/86.46.19.29; Ur-
bino, tel. 0722/32.02.87; Fi-
renze, tel. 055/21.54.49). In
esse si può frequentare an-
che la scuola libera del nu-
do, per apprendere le tec-
niche di disegno dal vero,
con corsi di durata annua-
le. Per entrare nelle acca-
demie bisogna avere la ma-
turità artistica, di arte ap-
plicata o il diploma di mae-
stro d’arte, altrimenti oc-
corre superare un esame di
ammissione. Ci sono inol-
tre le scuole di grafica, do-
ve si può imparare la tec-
nica di disegno al compu-
ter, utile per l’animazione
degli animali. Le scuole di
grafica sono pubbliche e
private: tra queste, per e-
sempio, l’Istituto europeo
di design, a Milano (tel. 02/
55.19.48.02), organizza un
corso serale di illustrazione
scientifica della durata di
un anno.
ORNITOLOGO
Da scienze naturali
o biologiche
● Poiché la laurea in or-
nitologia non esiste, con-
viene frequentare le facoltà
di scienze naturali o biolo-
giche. Prima, però, bisogna
controllare che sia possibi-
le indirizzare studi e tesi
verso l’ornitologia. Solo in
alcune facoltà, infatti, que-
sta materia ha molto spa-
zio: Pavia (dipartimento di
biologia animale, tel. 0382/
38.62.89), Pisa (dipartimen-
to di scienze del comporta-
mento umano e animale,
tel. 050/20.255), Firenze
(tel. 055/22.24.48). Qui c’è
anche un dottorato di ri-
cerca in etologia consocia-
to con Pisa e Parma: i posti
disponibili sono solo tre o
quattro all’anno e bisogna
superare un concorso. An-
cora: Urbino (istituto di
scienze morfologiche, tel.
0722/32.78.93) e Cosenza
(dipartimento di zoologia,
tel. 0984/40.15.89). Impor-
tante seguire i convegni
che si svolgono su questo
argomento: le informazioni
si possono chiedere al Cen-
tro italiano di studi ornito-
logici di Pisa (tel. 050/
21.316). Ci sono poi corsi
pratici estivi di specializza-
zione. Li organizzano la
Cooperativa albatros di
Trento (tel. 0461/92.40.54),
il Centro ricerche in orni-
tologia di Torino (tel. 011/
93.64.265), il Gruppo orni-
tologico lombardo (tel. 02/
76.02.38.23) e l’Associazio-
ne studi ornitologici di Na-
poli (tel. 081/5563586).

Focus 78
 ☞ H I G H
DALL' ITALIA E DAL MONDO
▲
ASOLO
▲
ARKOS
▲
TREZETA
▲
GARMONT
Per un trekking
più confortevole
I S
mpermeabilità, traspirabilità e
termicità sono le principali ca-
ratteristiche del Gore-tex, la so-
stanza utilizzata per le scarpe da
trekking della Gore (tel. 0461/
96.06.59), sottoposte a test parti-
colarmente severi: 500 mila fles-
sioni, pari a una percorrenza di
A cura di Mariella Sandrin con M. Maggiore, A. Mazzucchelli, L. Valtorta
350 chilometri, in 4 centimetri
d'acqua. Queste scarpe costano
dalle 170 alle 239 mila lire.
Equazioni
nel taschino
L a calcolatrice EL 5120 (nella
foto), non solo possiede 242
funzioni scientifiche e la
possibilità di programmare
funzioni specifiche, ma è anche
in grado di risolvere le equazioni.
Un ampio display permette una
visualizzazione ottimale delle
operazioni. Della Sharp (tel. 02/
89.59.51), costa 115 mila lire.
Focus 80
T E C H "Personal
stereo"
Salire le scale. tuttofare
Un esercizio D otato di un equalizzatore
grafico a tre bande, di un sin-
tisce anche una migliore resa dei
suoni. Oltre alle tradizionali fun-
che si può fare tonizzatore digitale per stazioni
AM/FM con dieci stazioni me-
zioni, il lettore di cassette pos-
siede anche l'autoreverse e l'ar-
morizzabili e di un orologio che resto automatico al termine del-
a pianterreno ha anche la funzione di radio-
sveglia, lo stereo PS 160 (nella
la riproduzione. Realizzato dal-
l'Amstrad (tel. 02/32.631), lo
foto), chiamato dalla casa pro- stereo PS 160 costa 109 mila lire,
Bruciare duttrice "personal stereo", garan- Iva inclusa.
le calorie
A destra, uno
sportivo su uno
"stepper". Di
fianco, il
pannello di
Fotografie sempre più facili
controllo nella ● Ideale per feste e cene
versione
Tristepper 900.
N uovissima nel design
e negli allegri colori,
la macchina fotografica
a lume di candela, è invece
la Kodak fun flash (qui sotto
della Mattel (tel. 0322/ a destra), che associa alle
23.13.11), qui sotto caratteristiche di un appa-
a sinistra, è la prima recchio monouso il vantag-
progettata per i bambini. gio di fotografare sia in
Facilissima da usare interni che in esterni. Costa
Gradini e con un flash incorporato
costa circa 60 mila lire.
25 mila lire. Per informazioni:
tel. 02/29.51.20.03.
ad altissima tecnologia
alire le scale è un esercizio che
non solo brucia molte calorie
ma aiuta a migliorare sia la con-
tono di simulare la salita delle sca-
le in un modo moderno oltre che
divertente, dato che ci si può eser-
pre più popolari anche nel nostro
Paese. Prodotto da un'azienda fin-
landese e importato in Italia da
dizione aerobica che la resistenza citare anche guardando la televi- Eve (tel. 02/66.91.715), il Tristep-
muscolare alla fatica. Rinforza co- sione o ascoltanto la musica pre- per 700 (nella foto) costa 795 mila
sce, polpacci e natiche, eliminando ferita. Noti come "stepper" (dal- lire più Iva, mentre il modello 900,
allo stesso tempo la cellulite. Cer-
to, non è molto divertente. E così
sono nati apparecchi che permet-
l'inglese "muovere un passo")
questi apparecchi per mantenersi
in forma stanno diventando sem-
con il pannello di controllo ripro-
dotto in alto a sinistra, costa
1.800.000 lire più Iva.
Ciao pallina, ecco il trackpad
T rentaduemila colori sono
tanti, specie se si parla dello
schermo di un computer grande
classica pallina di apparecchi di
questo tipo. Prodotto dalla
Apple (tel. 1678/ 27.069) costa
Autoradio come un block notes; se poi
può anche elaborare
circa 8 milioni di lire più Iva.
a prova immagini, video e suoni stereo
con una qualità da compact
disc e con la potenza di
di furto un processore 68040 si tratta
di una vera macchina
L a KeyCard che
protegge dal furto
le autoradio Blau-
multimediale portatile che
permette di preparare ed
effettuare prestazioni di
punkt è ora ancora elevatissima qualità. Il nuovo
più evidente nel mo- Powerbook 540 (nella foto)
dello München RD KeyCard, ma, nell'at- poter entrare in fun- è inoltre dotato del
104. Questo modello, tesa, evidenzia un se- zione. Prodotta dalla trackpad, un nuovo
infatti, non solo tace gnalatore che lam- Bosch (telelefono 02/ dispositivo di punta-
ostinatamente finché peggia, aspettando 76.00.14.85), costa cir- mento che sostitui-
non viene inserita nel- appunto l'inserimen- ca 980 mila lire, Iva sce con un
l'apposita fessura una to della tessera per compresa. rettangolo sensi-
bile al tocco la
Animali

Veleno
Denti, aculei, spine, peli urticanti: che
cosa sappiamo dell'arma
letale più diffusa?

E’
una delle
tante armi
a disposi-
zione del
regno animale. Forse
la più pericolosa, an-
che se non tutti ce l’
hanno. E’ il veleno.
Molti, come gli uccelli,
i pesci che nuotano ve-
locemente, i rettili pro-
tetti da robuste coraz-
ze, come le testuggini e
i coccodrilli, e quasi
Due gocce tutti i mammiferi, ricorrono ad al-
mortali tre armi per sottrarsi ai pericoli, o
A sinistra, il
per cacciare. Il veleno è, invece, mo-
veleno scende nopolio quasi esclusivo di quelle
dai denti di un specie dotate di scarsa agilità, che
crotalo, uno dei cacciano all’agguato e si muovo-
serpenti più no, in genere, pochissimo. Vele-
velenosi al nosi sono, infatti, diversi pesci che
mondo, diffuso stanno immobili sul fondale, gli
in America. anfibi con la pelle fragile e molto
Sopra, ancora
caso la celebre nobildonna Lucre-
zia Borgia aveva, tra i suoi veleni
preferiti, proprio la cantaridina,
contenuta nell’organismo del co-
leottero “Lytta vescicatoria”, cioè
la cantaride o “mosca di Spagna”: il
suo effetto, oltre che afrodisiaco, è
mortale, se è usata in dosi elevate.
● Digestione anticipata
Un veleno, dunque, è una so-
stanza organica o inorganica che,
una volta introdotta nell’organi-
smo, determina fenomeni patolo-
gici più o meno gravi. Nel caso dei
rettili, può essere interpretato co-
me saliva che, nel corso dell’evo-
luzione, ha raggiunto un’efficacia
notevolissima, soprattutto per la
sua capacità di azione nei con-
fronti delle sostanze proteiche. I
serpenti, infatti, non avendo la
possibilità di fare a pezzi la vittima
per mangiarla più facilmente, co-

▼
sensibile e i rettili, che non poten- me i mammiferi e gli uccelli pre-
un crotalo con do contare sull’aiuto di zampe per
un roditore in
bocca: in alcuni catturare le prede, hanno bisogno
casi il veleno di altre armi, come la potenza mu-
permette scolare per stritolare, oppure il ve-
ai serpenti leno, per uccidere senza sforzo.
di cominciare
la digestione ● Siringhe naturali?
ancora prima Nel corso dell’evoluzione, gli
di inghiottire animali dotati di veleno hanno
la loro preda. perfezionato una serie di mecca-
nismi per trasferirlo il più rapida-
mente possibile nel corpo della
preda, o dell’incauto aggressore.
Ecco allora la comparsa di specia-
li organi, come aculei e denti cavi,
capaci di inoculare la sostanza tos-
sica con estrema precisione. Ma le
strategie sono diverse, e molti ani-
mali che non pungono o mordono, Un rebus per gli esperti
possiedono un sangue estrema- Il naturalista Danilo Baratelli,
mente velenoso oppure produco- nel suo studio: «I veleni sono
no, dopo la morte, come alcuni pe- sostanze complesse, composte
sci tropicali, tossine letali. Non a soprattutto da proteine».
Uno strumento L'imprevedibile ornitorinco Attenti al
pungiglione
per attaccare, Lla suaaveleno,
natura del
e perfino
funzione, sono
mammifero australia-
no dell’ordine dei
monotremi, è dotata
passato, quando gli
ornitorinchi venivano
cacciati per la loro
Un calabrone
("Vespa crabro").
In questa specie
per difendersi tuttora sconosciuti,
tuttavia il maschio
di questo apparato,
sebbene non lo usi
pelliccia, non erano
infrequenti casi
solo la femmina
è provvista del
dell’ornitorinco pos- per inoculare veleno. di cani uccisi dalla pungiglione.
o per lanciare siede uno sperone,
nella parte interna
Gli speroni dell’orni-
torinco sono lunghi
puntura dello
sperone avvelenato.
Le punture dei
calabroni danno
un messaggio delle zampe posterio-
ri, collegato a una
ghiandola velenifera.
circa un centimetro
e mezzo e possono
essere estroflessi e
I monotremi non
sono i soli mammiferi
dotati di veleno: i
un forte dolore
immediato, ma
per l'uomo sono
Anche l’echidna, altro conficcati nel corpo solenodonti dell’ mortali solo nei
di un animale grazie America centrale (tra casi di allergia
datori, hanno bisogno di succhi ga-
▼

all’azione dei muscoli i più grossi insettivori al loro veleno.

strici potentissimi e, addirittura, di della zampa. Il veleno viventi), dopo aver
poter digerire il boccone prima an- provoca gonfiore, addentato la preda,
cora di inghiottirlo. Di qui l’im- dolore acuto e paralisi di solito un anfibio
portanza dell’iniettare il veleno, della zona colpita. In o una lucertola, le
per incominciare il processo dige- iniettano una piccola
stivo nella vittima, al di fuori dell’ quantità di saliva
organismo. Una funzione offensi- tossica, ad azione
paralizzante. Lo
va, dunque, che si riscontra anche stesso fanno il
in altri animali velenosi, come toporagno americano
scorpioni, ragni, vespe e calabroni, Sopra, un'echidna, dalla coda corta e
che si servono di quest’arma per un mammifero il toporagno d’acqua
attaccare e catturare la preda. che ha lo sperone europeo, quando
In un secondo tempo il veleno del veleno sulla catturano rane e
può servire come difesa, ma oc- zampa (a destra). piccoli pesci.
corre ricordare che, per esempio,
una vipera tende il più possibile a
“economizzare” le sue riserve, e
soltanto se si trova in immediato e
grave pericolo si decide a mordere
l’aggressore.

● Solo un assaggio
«Il più delle volte la quantità di
veleno inoculato è minima e non
certo sufficiente a far morire una
persona. E’ una
sorta di “morso d’
Tutti i veleni di casa nostra
assaggio”, con cui
l’animale avverte
della propria peri-
colosità», dice il na-
turalista Danilo Ba-
ratelli.
Ma come agisce
il veleno? In effetti
i disturbi provocati
sono dovuti a di-
versi agenti enzi-
matici, in grado di
scatenare reazioni
allergiche nell’or-
ganismo. I veleni si
dividono sostan-
zialmente in quat-
tro gruppi: proteo-
litici, coagulanti, e-
molitici e neurotos-
sici. La penetrazio-
ne del veleno av-
viene per via linfa-
tica, ed è più lenta
per il tipo coagu-
lante e proteolitico e più rapida La vipera dal corno La pelosa processionaria Il ragno di Volterra Lo scorfano mediterraneo La tracina
per gli altri due. Se però si è mor- Una "Vipera ammodytes", diffusa in Veneto, in Friuli Una comune processionaria. Questo Una malmignatta, parente stretta della Uno scorfano. Questo pesce che vive sul fondo è Una tracina: le spine che si
sicati o punti in corrispondenza di e in Trentino Alto Adige. E' una delle vipere più bruco emette una sostanza irritante vedova nera. Vive tra l'erba dei campi diffuso in tutto il Mediterraneo. Ha una pinna dorsale trovano sui due opercoli e sul
un grande vaso (per fortuna capi- grandi (fino a 90 centimetri) e quindi più pericolose. da una ghiandola posta sul torace. in Toscana, in Sardegna e in Corsica. formata da 12 raggi, collegati a ghiandole velenifere. dorso sono molto velenose.
▼

ta raramente) le tossine entrano

Focus 86
Agisce sul sistema nervoso
e sulle proteine del sangue,
paralizzando l'organismo
velocemente in circolo e si ha mor-
▼
te quasi certa».
1. Coagulanti. I veleni di questo
tipo, come quelli dei viperidi, cro-
talo compreso, coagulano il fibri-
nogeno (l’agente coagulante del
sangue), che si deposita nei capil-
lari dei polmoni. Il sangue è così
reso incoagulabile e dà luogo a e-
morragie interne, anche perché
nel veleno sono contenute sostan-
ze come le proteolisine, che di-
struggono le pareti dei capillari.
2. Proteolitici. Sono i veleni pos-
seduti in genere da ragni, calabro-
ni e serpenti: agiscono sulle protei-
ne, liberando sostanze come la bra-
dichinina e l’istamina, in grado di
provocare forti choc con collasso.
3. Emolitici. L’ape, ragni come il
Laxosceles rufescens e il crotalo
sudamericano, si caratterizzano
anche per il veleno emolitico: que-
sto agisce direttamente sui globu-
li rossi, come nel caso dell’ape (ma
per danni seri, occorrono decine
di punture), oppure li distrugge at-
traverso un enzima, la fosfolipasi,
che trasforma la lecitina in lisole-
citina, capace di attaccare la mem-
brana dei globuli stessi.
4. Neurotossici. Sono molto co-
muni, e caratteristici di diversi ser-
penti, degli scorpioni e di ragni co-
me la malmignatta. Nel primo caso
l’inoculazione provoca intorpidi-
mento della regione colpita e, man
mano che le tossine progrediscono
verso il sistema nervoso centrale,
compaiono i primi segni di para-
lisi. Le neurotossine dei ragni, in-
vece, colpiscono il sistema nervoso
periferico, poiché agiscono sulle
placche motrici. In caso di morso si
ha dolore immediato, senza che
però compaia una reazione locale,
e quindi edema e tachicardia con
abbondante sudorazione. Anche
gli scorpioni della famiglia dei bu-
tidi, i più pericolosi, possiedono
un veleno neurotossico ancora più
potente di quello dei ragni, ma ra-
ramente la loro puntura ha un esi-
to mortale per l’uomo.
● Una sostanza complessa
Il veleno animale è dunque una
sostanza estremamente complessa:
quello dei serpenti, tra i più stu-
diati, contiene proteine (per il 90
per cento del peso secco), con at-
tività enzimatica, sostanze organi-
che non proteiche e sostanze inor-
Focus 88
ganiche. Sono stati identificati, se-
condo il parere dell’erpetologo Sil-
vio Bruno, almeno 26 enzimi di-
versi, 12 dei quali comuni a tutti i
veleni, e la cui attività dipende da
molti fattori, come età, peso, sesso
e nutrizione del serpente. Pare, co-
munque, che il contenuto proteico
del veleno aumenti, in ogni spe-
cie, fino alla maturità sessuale. An-
che per la tossicità del veleno, gio-
cano molti fattori, come la gran-
dezza della ghiandola velenifera,
lo stato di salute dell’esemplare, Il morso
ma anche le caratteristiche dell’ha- del ragno
bitat dove l’animale vive.
L’apparato velenifero di un ser-
Una tarantola,
un ragno diffuso
pente è composto da tre parti: la nell'Africa del
ghiandola che produce il veleno, il
canale che lo convoglia all’esterno,
nord e nell'Italia
meridionale. Il
e il dente. La ghiandola velenifera suo morso
è alloggiata dietro e sotto gli occhi. contrariamente a
ciò che si crede,
I tubuli ghiandolari sono ramifi- non è mortale.
cati e rivestiti da un solo strato di
cellule che producono il veleno:
Uno spruzzo
ogni volta che completano la se-
crezione, sono subito sostituite da per difesa
elementi nuovi. Tutto il sistema A destra, due
trova il suo massimo perfeziona- cantaridi. Questi
mento nei viperidi e nei crotalidi: insetti, quando
in questi serpenti i denti sono tubi sono disturbati,
chiusi, strutturati come aghi da si- emettono una
ringa, e in grado di inoculare il ve- sostanza tossica
leno, sotto la forte pressione dei per intimorire
i loro nemici.
muscoli mandibolari, senza spre-
carne una goccia. Un altro vantag-
Denti che funzionano come siringhe
Sangue
avvelenato Ghiandola
A sinistra, una
velenifera
goccia di
principale
sangue già
coagulato. Qui
sotto, la fibrina
sui globuli rossi.
Il veleno delle
vipere blocca
la coagulazione
del sangue.
Una vipera
in primo piano
gio viene dalla loro mobilità, che è
poi quella dell’intera mascella su-
periore: il serpente, infatti, può ri-
volgerli in avanti con estrema ra-
pidità, pungere, e poi ritrarli im-
mediatamente. Per evitare occlu-
sioni, che comporterebbero l’inef-
ficacia di tutto il sistema, il dotto
Aculeo che porta il veleno all’esterno non
si apre sulla punta, bensì sulla cur-
letale vatura esterna del dente.
Uno scorpione.
Questi aracnidi
iniettano il ● Ognuno a suo modo
veleno nella Negli scorpioni, le ghiandole ve-
preda per lenifere alloggiano nell’ultimo seg-
immobilizzarla. mento della “coda”, che in realtà è
La loro ghiandola il postaddome ed è munito di un
velenifera si aculeo, con il quale l’animale iniet-
trova nella parte ta il veleno. Le ghiandole veleni-
terminale fere dei ragni, invece, sboccano al-
dell'addome la base dei cheliceri, cioè le ap-
(foto in alto).
pendici che servono da organi boc-
cali, e il loro secreto viene iniettato
mediante il morso. L’addome di
Quando il veleno è da record api e vespe è dotato di un efficace
pungiglione, mentre alcune formi-
che, che ne sono prive, spruzzano
Q ueste sono alcune tra
le specie dotate di
veleno, il cui morso (o pun-
La mortalità non è elevata,
ed esiste un antidoto.
Mamba nero. Velocissimo,
le dimensioni e la maggior
quantità di veleno poten-
zialmente iniettabile. La
il veleno all’esterno direttamente
sulla preda. La tracina e lo scorfa-
tura) può causare anche la lungo anche 4 metri e mortalità è comunque no, entrambi pesci che amano sta-
morte di un uomo, se non mezzo, vive nell’Africa bassa e ci sono antidoti. re nascosti nella sabbia del fonda-
sopravvengono cure im- centrale e meridionale. Il
le, hanno i primi raggi della pinna
mediate. Per alcuni dei veleno è micidiale e provo- ■ Molluschi dorsale collegati a ghiandole vele-
veleni non esiste antidoto. ca difficoltà di respirazio- Hapalochlaena maculosa. nifere. «La loro puntura è estrema-
ne, vertigini e caduta Polpo australiano che
■ Serpenti di pressione. La mortalità raggiunge i 20 centimetri mente dolorosa e c’è il rischio di
Cobra reale. Vive nell’Asia è vicina al 100 per cento, e si riconosce per le svenimento e di morte per anne-
del sud e raggiunge quasi i e non esiste antidoto. bande blu brillante che gamento, se il soggetto è stato col-
5 metri di lunghezza. Il suo Vipera xantina. Vive accentuano il colore se pito in acqua. La tossina prodotta
morso provoca un grosso nell’area intorno a Istanbul l’animale è disturbato. Il da questi pesci, però, è termolabi-
edema, vertigini e perdita e in Asia Minore e raggiun- veleno è iniettato le e quindi è sufficiente immergere
di conoscenza, ma la mor- ge i 120 centimetri. Si attraverso una sorta di la parte ferita prima in acqua fred-
talità varia a seconda del- riconosce dal vivace dise- “becco di pappagallo” alla da e poi calda per inattivarla», spie-
la quantità di veleno iniet- gno del capo. Il suo morso commessura degli otto ga la dottoressa Francesca Assisi,
tato. Esiste un antidoto. può essere letale per l’uo- tentacoli. Il veleno di un
Serpente corallo. Rag- mo e gli animali domestici, polpo adulto può causare del Centro antiveleni dell’ospedale
giunge i 120 centimetri ed se non viene prestato la paralisi di 10 uomini. La Niguarda, di Milano.
è presente in soccorso immediato. mortalità è alta. Da noi, i casi di grave avvelena-
America, a sud Gastridium geographus. mento in cui è necessario l’impie-
del Canada. Il ■ Ragni Mollusco carnivoro, pos- go del vaccino, sono rari. Le specie
suo morso è Vedova nera. Con molte siede un veleno estrema- più pericolose sono la Vipera am-
quasi indolore sottospecie (in Italia è mente efficace, in grado modytes tra i serpenti, la malmi-
Ghiandola velenifera e provoca diffi- presente la malmignatta), di uccidere un uomo, che gnatta, parente della più famosa
accessoria coltà di respira- abita le zone temperate e viene iniettato da appositi
“vedova nera”, tra i ragni e, in par-
zione e pro- tropicali di tutto il mondo. stiletti “lanciati” dall’
gressiva parali- Di piccole dimensioni, con animale. Ha azione para- te, lo scorpione. I rischi maggiori li
Canale del veleno corrono bambini e anziani, che
nella zanna si. Non si cono- caratteristiche macchie a lizzante sui principali mu-
sce antidoto. clessidra, causa con il scoli. Non esiste antidoto. possiedono un sistema immunita-
Crotalo. Distri- suo morso dolore acuto, rio più debole. «Si teme tanto la vi-
buito in tutta rigidità muscolare e ■ Celenterati pera, ma se una persona è in buo-
l’America, difficoltà di respirazione. Chironex fleckeri. Cubo- na salute non deve avere paura,
raggiunge i 2 La mortalità è bassa, medusa di piccole anche perché, spesso, la quantità
metri e mezzo. ed esiste un antidoto. dimensioni (25 cm), che di veleno iniettata è minima», dice
Il morso provo- Atrax robustus. Ragno vive nei mari australiani.
Francesca Assisi. «Il pericolo di
ca dolore lanci- australiano il cui maschio I tentacoli urticanti dell’
nante e forte è piuttosto pericoloso e adulto raggiungono i 3 choc anafilattico è più reale nel ca-
gonfiore: spes- può uccidere un bambino metri e sono dotati di so di puntura di vespe e calabroni:
Foro di uscita so è necessaria in meno di due ore. Il vele- milioni di capsule urticanti, se il soggetto ha una particolare
del veleno l’amputazione. no attacca i nervi e causa il cui veleno causa choc sensibilità al veleno, può entrare in
coma profondo e danni cardiaco e paralisi. Una coma e addirittura morire, per l’in-
Dall'alto: un cerebrali irreversibili. Solo medusa può uccidere fino sufficienza respiratoria causata
polpo blu, un dal 1980 c'è un antidoto. a tre uomini adulti. Non dall’edema della glottide». Sono,
serpente corallo esiste antidoto e se il tuttavia, casi rarissimi e per la
e una vedova ■ Scorpioni ferito sopravvive porta maggior parte delle punture non è
nera. Sono tutti
velenosissimi.
I più pericolosi sono quelli perennemente cicatrici
necessaria alcuna terapia. ■
tropicali e subtropicali, per sulle zone colpite.
Mario Chiodetti
Focus 89
Economia

I mercanti
della
corrente Autostrada
per l’energia
In alto, un grande
elettrodotto
tra le montagne
della Val d’Aosta.
A sinistra, la

E’
una merce come un’al-
tra e anche se non si Per terra o sotto il mare, ogni giorno sala di controllo
della centrale
può accumulare in ma-
gazzino, ha però un miliardi di chilowattora passano da un elettrica
dell’Enel di
grande vantaggio: non c’è bisogno
di camion o treni per trasportarla
Paese all’altro dell’Europa. Chi compra, Civitavecchia.
da un Paese all’altro, perché “cam-
mina” da sola. Perciò, anche l’elet-
chi vende (e a quali prezzi) tanta elettricità.
tricità ha un proprio mercato in-
ternazionale: cioè si compra e si Un traffico
vende corrente. In Europa, in un intenso
anno si scambiano circa 150 mi- Nella cartina,
liardi di kWh (il chilowattora è gli scambi di
l’unità di misura dell’energia), tan- elettricità, in
ta quanta ne consuma un Paese miliardi di
come l’Italia in sette mesi. Tanto chilowattora
l’anno, tra i
che fra gli Stati dell’Unione euro- Paesi che fanno
pea, la “comunità elettrica” ha an- parte dell’Ucpte,
ticipato il processo di integrazione (Unione per il
economica: basti pensare che i pri- coordinamento
mi collegamenti elettrici interna- della produzione
zionali tra Francia, Germania, e del trasporto
Svizzera e Italia sono stati creati dell’elettricità).
negli anni 1948-49. Spesso, un
La vera centrale elettrica d’Eu- Paese fa solo
da ponte: l’Italia,
ropa, però, è la Francia, che vende per esempio,
circa 53 miliardi di kWh ai suoi vi- acquista
cini. Può farlo perché, per liberar- elettricità dalla
si dalla schiavitù del petrolio, pos- Francia ma,
siede quasi 60 centrali nucleari. I per mezzo di
suoi migliori clienti sono l’Italia e un elettrodotto
la Gran Bretagna, seguiti dalla sottomarino,
Germania e dalla Svizzera. La rifornisce una
Confederazione elvetica, però, è parte della
stessa Francia,
soprattutto uno “snodo” di pas- cioè la Corsica.
saggio per i flussi di corrente tra gli
altri Paesi, principalmente tra la
Francia e l’Italia: infatti importa
20 miliardi di kWh ma ne esporta
22). «La Francia produce molta
più energia di quanta ne consuma
▼

e quindi può permettersi di ven-

Focus 90 Focus 91
In Europa c’è
bisogno di
altre linee:
quelle di oggi
non bastano
▼

derla all’estero a basso prezzo»,

spiega Alberto Clò, docente di Il cuore della centrale
economia industriale all’università
La costruzione della turbina di un
di Bologna. Il 75 per cento del- grande generatore di elettricità.
l’elettricità francese, infatti, pro- Gli utenti che ricevono corrente
viene dalle centrali nucleari, che dall’Enel sono circa 28 milioni.
devono funzionare sempre, e a
pieno regime, per essere conve-
nienti (il combustibile è economi-
co, ma la costruzione richiede mol-
ti anni per essere ammortizzata): centrali più piccole e più vecchie, le quotazioni dell’elettricità a li- de statali che private: ci sono gran-
così nei momenti in cui la doman- che producono a costi più alti, vello europeo. I prezzi vengono di enti statali in Francia, dove la
da di corrente è bassa, per esem- mentre la corrente di importazio- decisi dalle aziende elettriche negli EdF (Electricitè de France) ha il
pio durante la notte, la Francia ne costa meno di quella prodotta accordi per le forniture. Comun- monopolio della corrente, e in Ita-
vende il suo surplus di energia. da queste centrali. «Perciò tutto il que, si compra bene di notte e nei lia, dove l’Enel copre più del 65
Il nostro Paese è invece il prin- sistema elettrico viene adattato in periodi limitati in cui il venditore per cento della produzione, af-
cipale acquirente di elettricità d’ tempo reale per ridurre i costi», cede corrente di cui non sapreb- fiancata da aziende private e mu-
Europa: su 246 miliardi di kWh spiega Clò. «Di notte l’energia vie- be cosa fare. Si paga di più, invece, nicipalizzate, mentre in Gran Bre-
consumati nel 1993 in Italia, 39 mi- ne comprata a prezzi più bassi per- se il fornitore deve garantire all’ac- tagna la produzione è da pochi an-
liardi (circa il 16 per cento) sono ché, come si è visto, chi vende ha quirente un rifornimento continuo ni in mano ai privati. In Germa-
stati prodotti oltre confine. Per una sovrapproduzione, e quindi le per un lungo periodo: in questo nia, invece, c’è un sistema misto.
l’Italia, che è anche uno degli Sta- nostre centrali più costose vengo- caso, infatti, è probabile che debba E domani? Il trattato di Maa-
ti maggiormente dipendenti dal- no fatte funzionare al minimo». impegnare per questo scopo una o stricht (in vigore dal novembre del
l’estero per le materie prime ne- Un kWh importato costa media- più centrali. 1993) ha incluso tra gli obiettivi
cessarie a produrre corrente, com- mente 60-65 lire di giorno (quello dell’Europa unita la costruzione
prare l’elettricità è conveniente. prodotto dall’Enel costa in media Collegamenti di nuove reti elettriche attraverso
Gli impianti nazionali, infatti, po- 63,5 lire), ma di notte questo prez- sempre più stretti il continente, un passo indispen-
trebbero in effetti rifornire tutta zo può anche scendere a 25-30 lire. tra tutti gli Stati sabile in vista del 1996, quando gli
la penisola, ma bisognerebbe far Ma chi stabilisce i prezzi? Non Stati membri dovranno decidere
funzionare al massimo anche le esiste in effetti una Borsa che fissa «Gli scambi tra gli altri Paesi eu- assieme la politica energetica co-
ropei sono sostanzialmente in mune. Quali sono i vantaggi di
equilibrio tra importazioni ed e- un’unione elettrica? «I costi ven-
sportazioni», spiega Clò. Le com- gono suddivisi tra i vari Stati», ri-
E’ l’atomo il primo produttore pravendite di corrente possono sponde Clò. «Ogni sistema, infatti,
però avvenire per sfruttare al me- oggi deve avere delle centrali che
C ome viene pro-
dotta l’elettricità
europea? Le fonti di
lettriche e da quelle pera il 15 per cento.
geotermoelettriche, In effetti, siamo co-
che sfruttano il calore stretti a importare le
glio il sistema internazionale, e
non solo per motivi di convenien-
funzionano al minimo, ma che so-
no necessarie per i casi di emer-
energia più usate so- naturale della Terra. materie prime: altri za economica. Per esempio, le cen- genza. In un grande sistema inter-
no il nucleare (34,4 Le fonti energetiche Paesi, come Germa- trali poste vicino al confine rifor- nazionale, invece, il numero di
per cento) e il carbone italiane sono molto nia e Gran Bretagna, niscono agevolmente due Stati. Ci queste centrali potrà essere ridot-
(27 per cento), bru- diverse dalla media sono ricchi di carbo- sono poi gli scambi “fisiologici”, to perché chi ha elettricità in ec-
ciato nelle centrali europea: noi infatti ne e lo impiegano in che avvengono quando in uno Sta- cesso potrà fornirla senza difficoltà
termoelettriche, cui si dipendiamo per il 50 quantità. Tutti, tranne to c’è una situazione di emergenza a chi ne ha bisogno, secondo la sta-
aggiunge un 9,5 per per cento dal petro- l’Italia, hanno un nu- (come un grave guasto o il blocco gione e la domanda».
cento) di lignite (car- lio, mentre il gas na- mero consistente di di un impianto): in questo caso, la Inoltre l’Ucpte (l’organismo che
bone più “giovane” e turale impiegato su- centrali nucleari. corrente viene temporaneamente riunisce le aziende elettriche dei
meno energetico). Una centrale elettronucleare francese.
Dal petrolio proviene fornita da un altro Stato. «Lo stret- Paesi della Cee, tranne Irlanda e
il 10,6 per cento del- to collegamento tra i sistemi elet- Gran Bretagna, ma con l’aggiunta
la corrente, mentre trici europei evita i grandi black- di Svizzera, Austria e dell’ex Ju-
l’1,9 per cento è pro- out che avvengono negli Usa, do- goslavia) ha già progettato di in-
dotto con gas deriva- ve è accaduto che città come New globare anche Ungheria, Cecoslo-
ti e altri combustibili. York o interi Stati siano rimasti al vacchia e Polonia. Qui, probabil-
Solo il 5,9 per cento buio. Oltreoceano, infatti, esistono mente, verranno costruiti nuovi
viene dal gas naturale. molti produttori indipendenti impianti che riforniranno il conti-
Una buona percen- l’uno dall’altro, e le rispettive reti nente: l’Europa centrale sarà la
tuale di elettricità (9,7
per cento) viene anco- non sono collegate tra di loro in centrale elettrica del Vecchio
ra dalle centrali idroe- maniera efficiente». mondo. ■
In Europa troviamo sia azien- Giovanna Camardo
Focus 92
Tecnologia
Un'occhiata alle gomme
Oggi durano anche 70 mila
chilometri, sopportano urti
e calore e fanno risparmiare
benzina. Come nascono?
C
ome si può diminuire il
consumo di benzina sen-
za toccare né il motore
né la carrozzeria? E’ sem-
plice: basta aggiungere un po’ di
sabbia (o, per la precisione, di sili-
ce) alla mescola dei pneumatici. I
sei maggiori produttori mondiali
(Michelin, Bridgestone, Goodyear,
Continental, Sumitomo e Pirelli)
che detengono quasi il 62 per cen-
to di un mercato da un miliardo
di pezzi l’anno, hanno o stanno
per mettere a punto una nuova ge-
nerazione di pneumatici “verdi”,
con bassa resistenza al rotolamen-
to. Il trucco è appunto nella me-
scola, cioè la miscela di caucciù,
gomme sintetiche, zolfo, nerofu-
mo e additivi che viene applicata a
caldo sullo scheletro della ruota.
La mescola alla silice riduce del
20 per cento la resistenza al roto-
lamento, che a sua volta è respon-
sabile del 20 per cento del consu-
mo di carburante, alla velocità di
cento chilometri all’ora: in totale, il
risparmio è di poco inferiore al
cinque per cento. «La nuova serie
Energy permetterà a un’automo-
bile media di risparmiare oltre 300
mila lire nell’arco dei 50 mila chi-
Focus 94
Uno strato dopo l’altro
Il battistrada Pilot SX MXX3 della Michelin:
le fasce sono perpendicolari alla direzione di
marcia. Questo pneumatico detiene il record
di velocità per vetture di serie: 352 km/h.
Mescole scolpite
Sopra, un battistrada.
A sinistra, un
particolare
molto ingrandito.
lometri di vita di un treno di gom-
me, lasciando invariate le altre
prestazioni», dice Giampaolo Gal-
loni, della Michelin. «Si tratta di
una tecnologia costosa, soprattut-
to, in termini di investimenti ini-
ziali perché richiede la sostituzione
degli impianti esistenti, ma preve-
diamo che tutta l’industria la adot-
terà in breve tempo, come è già
accaduto per altre innovazioni co-
me la struttura radiale e i pneu-
matici senza camera d’aria».
Oltre al risparmio, le nuove me-
scole alla silice presentano anche il
vantaggio della rigidezza variabile.
«Alle normali velocità, la mescola
risulta abbastanza tenera da af-
frontare efficacemente la strada in
un ampio spettro di temperature»,
dice Guy Kind, della Goodyear,
che l’ha utilizzata nella nuova serie
Aquatread. «E con l’aumentare Giganti
della velocità, e quindi della tem- su ruote
peratura, si irrigidisce abbastanza
da evitare che i canali del battistra- Le gomme dei
da si deformino e si chiudano». camion Titan:
sono le più grandi
Tecnicamente, questo risultato del mondo e
si ottiene diminuendo la “isteresi vengono usate
alle basse frequenze”: una specie nelle miniere
di attrito interno alla gomma, che statunitensi a
trasforma in calore una parte dell’ cielo aperto.
▼
 Sempre più
E in gara? Le gomme slick si incollano all’asfalto
schiacciati
C on 800 cavalli da
scaricare a terra,
I l progressivo appiatti-
mento dei pneumatici
nel corso degli anni è
brusche frenate e cur-
ve a 300 all’ora, la vi-
ta di un pneumatico
dovuto principalmente da Formula 1 non è
all’aumento delle presta-
zioni del motore: questo
facile. Tenuto conto
che i regolamenti ne
ha reso indispensabile
una base d’appoggio
più larga per aumentare
fissano la larghezza
(38 centimetri quelli
posteriori) e che il bat-
l’aderenza al fondo stra-
dale. In caso contrario
la vettura diventerebbe
tistrada viene impie-
gato solo sulle gom-
ingovernabile alle alte
velocità, soprattutto in
curva. (H/B indica il rap-
porto fra altezza e base).
1924
Acquazzone
artificiale
1959
Sperimentazione
su strada. Uno
dei maggiori
problemi è
l’acquaplaning,
cioè il rischio
di slittare sul
bagnato: per
1967 evitarlo, i
battistrada
sono incisi
con veri e propri
canali di scolo
orientati in modo
da impedire
la formazione
del pericoloso
1971 velo d’acqua.
Test
elettronici
In un laboratorio
della Michelin si
mettono alla
1975 prova l’aderenza
e la resistenza
del pneumatico.
Da quando è
il computer
a scolpirne
il profilo, i
1985 battistrada
hanno cambiato
aspetto: i canali
di drenaggio
sono stati
sostituiti da
tasselli piatti
1987 e fini incisioni.
Focus 96
La ricetta? energia elastica accumulata du- gran parte alla loro struttura, sulla
▼
rante il rotolamento. In pratica quale la ricerca tecnologica si è
l’attrito “cattivo”, cioè quello in- concentrata fino agli anni Cin-
me da pioggia (perché
gli “slick”, completa-
di un Gran Premio. Le
caratteristiche ideali
centinaia di gomme (in
passato, quando era- Caucciù, terno, viene ridotto senza alterare
l’attrito “buono” tra la ruota e la
quanta, quando si affermò il ra-
diale; in seguito, la ricerca si è oc-
mente lisci, rendereb-
bero la macchina in-
per ogni circuito ven-
gono di volta in volta
no ammesse quelle
“da qualifica”, usate zolfo, gomme strada, indispensabile per il roto-
lamento: se non ci fosse, la ruota
cupata soprattutto dei battistrada.
I primi pneumatici erano costitui-
governabile) non resta determinate dai tecni- soltanto nelle prove,
che giocare sulle me- ci della Goodyear (at- ne occorrevano più di scivolerebbe come se si trovasse ti da numerosi strati di tela gom-
scole, morbidissime,
che riscaldandosi di-
tualmente unica forni-
trice di questi pneu-
tremila), ma ne vale la
pena: tutti i progetti-
sintetiche... sul ghiaccio. Una conferma di que-
sta esigenza è l’evoluzione stessa
mata, orientati in diverse direzioni
rispetto al senso di rotazione. Ne-
ventano vischiose e
aderiscono all’asfalto:
proprio per questo le
matici) in base a pro-
grammi in grado di
simulare ogni circuito.
sti concordano che
l’esperienza delle cor-
se è un prezioso ser-
E adesso dei pneumatici, un tempo alti e
stretti, che hanno via via accre-
gli anni Venti la tela fu sostituita
da un tessuto di cordoncini di co-
gomme non resistono
neanche per la durata
Per ogni Gran Premio
vengono realizzate
batoio di idee per i
prodotti di serie. anche sabbia sciuto il contatto con la superficie
stradale fino a raggiungere una lar-
ghezza del battistrada addirittura
tone e, successivamente, di rayon,
nylon e acciaio. La rivoluzione del
radiale introdusse una nuova di-
tripla rispetto all’altezza del fianco. sposizione delle tele: perpendico-
L’annuncio dei pneumatici lare al senso di marcia anziché
“verdi” ha riportato alla ribalta un obliqua. La tenuta nel senso della
prodotto che ha ormai raggiunto rotazione era garantita da una o
livelli di qualità e sicurezza consi- più cinture disposte sotto il batti-
derati ottimali: ogni particella di strada (da cui il nome “cinturato”,
gomma, infatti, sopporta una forza adottato per i radiali Pirelli).
centrifuga pari a 3500 volte il suo Nessuna rivoluzione, invece,
peso, e in frenata i fianchi vengono nelle tecniche di fabbricazione: gli
sottoposti a spinte superiori a un ingredienti della mescola vengo-
terzo del peso del veicolo: eppure no amalgamati in un miscelatore e
raramente un pneumatico si taglia, utilizzati per formare battistrada
esplode, o perde frammenti. Per- e fianchi che, insieme con il tessu-
sino le forature sono ormai un e- to della tela radiale e con le cintu-
vento che, per un automobilista re, vengono confezionati su un
europeo, si presenta solo una vol- manichino gonfiabile per forma-
ta ogni 70 mila chilometri. Un bel re il cosiddetto “crudo”. Le forme
progresso dalla prima automobile del battistrada vengono incise suc-
a pneumatici guidata dai fratelli cessivamente, introducendo il cru-
Michelin nel 1895 durante la gara do in uno stampo d’acciaio del co-
Parigi-Bordeaux (le altre vetture sto di un centinaio di milioni, ri-
montavano cerchioni di ferro o di scaldato a circa 180 gradi per una
gomma piena): incorse in cin- decina di minuti. Variando i com-
quanta forature lungo i 1122 chi- ponenti delle segretissime formu-
lometri del percorso. le di ogni mescola si possono otte-
La resistenza meccanica dei nere gomme dalle caratteristiche
pneumatici moderni è dovuta in molto diverse. Per gli aerei, per
▼
Centocinquant’anni di evoluzione
1840. Charles Good- 1923. Primo pneuma-
year scopre la vulca- tico a bassa pressione
nizzazione: cottura di (due atmosfere invece
una miscela di caucciù di quattro), molto più
e zolfo per ottenere un confortevole.
composto resistente. 1930. Primo pneuma-
1845. Robert William tico senza camera d’
Thompson inventa il aria (per le biciclette il
pneumatico, che però “tubolare” esiste già
non ha successo. dal 1892).
1888. Il veterinario 1938. Primo impiego
scozzese John B. Dun- dell’acciaio nelle tele,
lop reinventa il pneu- in un pneumatico per
matico, che questa vol- autocarri.
ta si afferma: prima 1946. Viene inventato
sulle biciclette, poi su il pneumatico radiale,
tutti gli altri mezzi. che si afferma in tutti i
1895. Prima applica- settori.
zione di pneumatici a 1969. Inizia la corsa al
un’automobile. ribassamento delle gom-
1905. Introduzione del me: il rapporto altezza/
nerofumo nelle mesco- larghezza comincia ad
le per aumentarne la aumentare. Arriverà
durata. I pneumatici di- all’attuale 0,35.
ventano neri. 1972. La Dunlop intro-
1914. Introduzione del duce i pneumatici di si-
tessuto Cord (cordonci- curezza, parzialmente Gomme chiodate del
ni di cotone) per le tele. autosigillanti. 1905: un fallimento.
Focus 97
Sarà un chip
nella gomma
a segnalare
l’usura del
pneumatico
▼
esempio, è necessario un prodotto
leggero ma tanto robusto da sop-
portare impatti di centinaia di ton-
nellate, anche a costo di durare
soltanto per pochi atterraggi. Per i
camion, invece (che montano fi-
no a 18 pneumatici, ciascuno del
costo di 700 mila lire), l’accento si
sposta su economicità e durata,
mentre per le moto il requisito
principale è l’aderenza all’asfalto.
La rumorosità
dipende dal disegno
del battistrada
Il guaio è che le esigenze spesso
sono contrastanti. Per ridurre la
resistenza al rotolamento, per
esempio, basterebbe ridurre la su-
perficie a contatto col terreno fab-
bricando pneumatici più rigidi. In
questo caso, però, la gomma di-
venterebbe rumorosa e incapace
di fornire buone accelerazioni e
tenuta di strada. In Formula 1, do-
ve questi ultimi requisiti domina-
no, si impiegano pneumatici lar-
ghi e lisci, che però su un’auto nor-
male sono improponibili a causa
dell’acquaplaning (la formazione
tra pneumatico e strada di un velo
d’acqua che annulla l’attrito e ren-
de la vettura incontrollabile). E’
quindi indispensabile scolpire la
superficie del battistrada con
profonde scanalature per espelle-
re l’acqua anche se, a loro volta, i
Un camion gigante
per il trasporto di
materiale estrattivo.
Ultima tappa: la discarica
Un cimitero di pneumatici. Quelli
per autocarro vengono spesso
ricostruiti (in Gran Bretagna ben
900 mila all’anno): finché la
struttura è sana, la ricopertura
garantisce una buona sicurezza.
Uguali o diverse?
Sopra, le Pirelli P5000. In alto,
le P Zero System, diverse per le
ruote anteriori e posteriori.
tasselli del battistrada sono la mag- di pneumatici per ciascun asse: le co di un chip in grado di segnalar-
gior causa di rumore. «Pur con l’aiu- ruote anteriori sono dotate di batti- ne le condizioni. «Dopo le prime
to dei più avanzati metodi di cal- strada con blocchetti a freccia sui sperimentazioni, però, non abbia-
colo e sperimentali, il progetto di fianchi e larghi canali longitudinali mo ancora stabilito quando inizia-
un nuovo pneumatico ha ancora per espellere l’acqua, mentre l’ade- re la produzione», dice Heath. «I
qualcosa della magia nera, nel tro- renza è garantita da una striscia con- costi sono ancora troppo elevati».
vare il giusto compromesso tra le tinua al centro; quelle posteriori, in- Un altro settore di punta sono
varie caratteristiche», confessa Phi- vece, presentano tasselli più larghi e le gomme a prova di foratura: la
lip Heath, della Goodyear. due strisce continue per assicurare Bugatti EB 110 e la Chevrolet Cor-
In Italia lo sforzo di raggiungere il una perfetta tenuta anche in curva. vette del prossimo anno potranno
miglior compromesso è dato pro- Si stanno battendo anche altre essere dotate di pneumatici (pro-
babilmente dal nuovo Pirelli P Ze- vie. Per gli autocarri, per esempio, dotti rispettivamente da Michelin e
ro System, destinato alle vetture spor- la Goodyear sta studiando l’intro- Goodyear) in grado di percorrere,
tive, che propone un tipo diverso duzione nei fianchi del pneumati- dopo la foratura, decine di chilo-
metri alla velocità di 80 chilometri
all’ora in perfetta sicurezza. «Ma
Le più costose? Quelle lunari non c’è da aspettarsi niente di simi-
le per le auto di grande serie», so-
■ Peso: 3973 chili, stenza appartiene al consumano dopo po- stiene Galloni. «La foratura è or-
volume: 5378 litri, campo aeronautico: che competizioni. mai un evento tanto raro che simi-
diametro: 3,60 metri, un Jumbo del peso di ■ Quanto al prezzo, il li tecnologie sono destinate solo a
costo: 45 milioni di li- 285 tonnellate, infat- record appartiene ai
re. Si tratta del Good- ti, tocca terra a qua- pneumatici del Met, il chi ha particolari esigenze di sicu-
year 49.5-57 HRLD/L- si 300 chilometri all’ mezzo che operò sul- rezza, come le auto blindate o i vei-
4B, il più grande pneu- ora poggiando su la Luna nel 1971 du- coli militari». Non è raro invece fo-
matico del mondo, quattro sole ruote. rante la missione A- rare nei rally: così Michelin e Pi-
destinato alle mac- ■ L’applicazione più pollo 14 (il costo pre- relli forniscono speciali pneumati-
chine operatrici nelle spettacolare è sui ciso non è stato però ci riempiti di una schiuma che,
miniere a cielo aperto dragster americani: calcolato). Gonfiati quando la gomma si sgonfia si e-
statunitensi. per sfruttare tutta la con azoto per evitare spande, e consente di guidare ad
■ Il record di resi- potenza dei motori, incendi e costruiti in alte prestazioni per una cinquanti-
nelle gare di accele- gomma purissima,
razione si usano gom- hanno richiesto dieci na di chilometri. «E spesso i piloti
me lisce larghe oltre anni di studi e speri- non si accorgono neanche di avere
un metro e che si mentazioni. bucato», conclude Galloni. ■
Maurizio Maggiore
Patrimonio
Congiuntivo e passato remoto
sono in via d'estinzione. L'inglese
ci ha invasi. Eppure l'italiano
è la lingua più stabile d'Europa
Ma come
parlate?
M
ia madre sostiene che
non ho il know-how
per odiare», disse Sil-
vio Berlusconi duran-
te la campagna elettorale. Know-
how, in inglese, significa più o me-
no “conoscenza tecnica”. Strano,
per una madre, associarla ai senti-
menti.
Curioso anche che un leader po-
litico nazionale come Umberto
Bossi, si ostini a chiamare “gabi-
na” quella che nei dizionari è la
cabina elettorale. Ma i nuovi di-
zionari riportano anche espressio-
Il padre ni gergali come “schizzato” (per
della lingua nervoso) o specialistici come “bun-
gee jumping” (lo sport di chi si lan-
L'elaborazione cia nel vuoto con un elastico at-
elettronica di un
ritratto di Dante taccato al corpo).
eseguito dal E’ questo l’italiano anni Novan-
Botticelli. Per la ta? Una “lingua di plastica”, arti-
sua "Commedia" ficiale, secondo la ricercatrice fio-
usò il dialetto rentina Ornella Castellani Polido-
fiorentino, che ri. Si ottiene quasi per sintesi chi-
diventò più tardi mica di termini stranieri, gergali,
lingua nazionale. dialettali, che si impongono a ritmi
Altri dialetti, vorticosi: solo nell’ultimo anno, lo
a quel tempo,
facevano a gara Zingarelli ha registrato circa 200
per imporsi: nuovi vocaboli (tra i quali “chat
umbro, siciliano, line”, “cyberspace”, “posse”, “te-
veneziano. lemarketing”).
● Parliamo come Petrarca
«Eppure il nostro è lo stesso ita-
liano di Petrarca e Boccaccio, con
poche variazioni», ribatte Luca Se-
rianni, docente di storia della lin-
gua all’università La Sapienza di
Roma. Forestierismi e gergo sono
soltanto poche eccezioni: nella so-
stanza la nostra lingua si è rivelata
molto stabile nel tempo. Tanto che
possiamo ancora leggere la Divina
Commedia o il Decamerone riu-
scendo a capirne il senso, mentre
ai francesi ormai serve una tradu-
zione per comprendere il loro poe-
ma epico nazionale, la Chanson
de Roland.
«Questo dipende dal fatto che
l’italiano è nato come lingua lette-
raria, scritta, e per sette secoli non
è stato parlato», spiega Giovanni
Nencioni, presidente dell’Accade-
mia della Crusca, con sede a Fi-
renze. Fondata nel 1583, l’Acca-
demia ha continuato ininterrotta-
mente a occuparsi di questioni lin-
guistiche e filologiche, e in par-
ticolare di redigere il famoso Vo-
cabolario (l’ultima edizione è del
1964). «Nel Duecento in Italia si
parlavano molti dialetti, che veni-
vano usati anche nella letteratura.
Poi nacquero i tre geni toscani,
Dante, Petrarca e Boccaccio, e tut-
ta Italia si diede a imitarli. La lin-
gua fiorentina divenne in questo
modo la lingua letteraria unitaria»,
continua Nencioni.
Ma nella vita quotidiana si con-
tinuava a parlare soprattutto in
dialetto, regionale o locale. Lo
stesso Manzoni, per la prima edi-
zione dei suoi Promessi Sposi, do-
vette ricorrere al dizionario mila-
nese-toscano del Cherubini . «Fu
proprio Manzoni a imprimere una
svolta decisiva alla formazione
dell’italiano come lingua naziona-
le, ispirandosi al fiorentino parlato
dell’Ottocento anziché ai “padri”
del Trecento. La grande fortuna
scolastica del suo romanzo ha da-
to un ulteriore contributo», conti-
nua Luca Serianni.
● L’unità linguistica è un
merito della televisione
A unità d’Italia avvenuta (1861)
l’italiano restava comunque una
lingua letteraria: soltanto il 2,5 per
cento della popolazione era in gra-
do di parlarlo e di comprenderlo.
Oggi si sfiora il 90 per cento.
«La vera unificazione linguistica
Però bastano
5 mila parole
P enultimi in Europa. Solo
la Spagna ha infatti un
tasso di analfabetismo più
alto del nostro. I dati dell’
Istituto centrale di statistica
parlano chiaro: il 21 per
cento degli italiani non sa né
leggere né scrivere, il 42 per
cento ha soltanto la licenza
elementare. Dunque il 63 per
cento non è andato oltre la
quinta elementare. Solo il 3
per cento degli italiani è lau-
reato. Cifre sconcertanti,
ma per fortuna inferiori alla
media mondiale: secondo
l’Unesco un adulto su tre (in
tutto 950 milioni di persone)
è analfabeta. Il triste primato
spetta all’India, con 280
milioni, seguono Cina,
Pakistan e Bangladesh.
Quella dell’analfabetismo è
una situazione da tenere
presente: il problema della
comunicazione si sposta
infatti dalla volontà di tutelare
la “purezza” di una lingua alla
necessità di usare un
linguaggio comprensibile a
tutti, e dunque con pochi
termini e chiari. Non a caso
l’italiano più “elementare” è
quello che usa periodi brevi e
ha un ridotto vocabolario di
base: 5 mila parole, che sono
un patrimonio minimo di tutti,
mentre un laureato arriva a
60 o 80 mila parole.
l’hanno fatta la scuola, ma soprat-
tutto la televisione, negli ultimi
quaranta anni», conferma Tullio
De Mauro, uno dei maggiori lin-
guisti italiani, docente di filosofia
del linguaggio. De Mauro ha con-
dotto di recente una ricerca sulle
maggiori frequenze nel lessico de-
gli italiani, in collaborazione con
l’Ibm Ismea. Registrando le con-
versazioni al telefono, per strada,
sui mezzi pubblici, di 1653 italiani
distribuiti tra Milano, Bologna, Fi-
renze, Napoli e analizzandole al
computer, è arrivato a conclude-
re che la lingua parlata dal nord al
▼
Focus 103
Tutte le lingue sono
meticce: la nostra è
fatta di greco, latino,
spagnolo, francese
sud della penisola oggi è sostan-
▼
zialmente una sola. Forse un po’
più povera di quello che si sperava:
delle 150 mila voci offerte da un di-
zionario, ne usiamo al massimo 5
mila. Che non sono poi così poche,
visto che Dante per la sua Com-
media ne impiegò settemila.
Le parole più usate? Fare, sen-
tire, dire, problema, lavorare,
mangiare. Ma il dato davvero sor-
prendente è che di tutte le voci
analizzate solo l’1,33
per cento appartiene al-
le espressioni dialettali
e ancor meno, lo 0,3 per
cento, a forestierismi.
● L’inglese è una
brutta malattia
L’allarme da invasio-
ne straniera dovrebbe
quindi rientrare. Anzi,
non è mai scattato. Co-
me spiega De Mauro,
tutte le lingue del mon-
do sono meticce, e le
grandi lingue della cul-
tura non sono le più
chiuse e povere, bensì
quelle che sanno aprirsi
gli influssi esterni: il la-
tino, per esempio, è
composto al 50 per cen-
to di parole greche. Il francese è
fatto di latinismi e italianismi. L’in-
glese di italianismi, latinismi e
francesismi. «L’italiano ha accolto
il francese per un fatto di costu-
me, e non di superiorità culturale»,
aggiunge Aldo Duro, direttore del
Vocabolario Treccani, del quale è
appena uscito il quarto e ultimo
volume. «Il francese infatti ha for-
nito i vocaboli della moda e della
gastronomia. Ma alcuni, d’uso co-
mune qualche decennio fa, sono
già decaduti, come “gateau” per
dolce o “culotte” per mutande. Se-
gno che si trattava di mode pas-
seggere». C’è stata tuttavia anche
un’altra fase di influenza france-
se, quella illuminista. Con lasciti
più tenaci: la parola “epoca”, per
esempio, che il francese a sua vol-
ta ha preso dal greco, è stata assi-
milata nel Settecento.
«E’ come se, periodicamente, si
verificassero delle epidemie», dice
Nencioni. «Nel Cinquecento ci fu
Focus 104
Da Milano
le novità
A destra, la
biblioteca della
Fondazione
Treccani.
In basso, Aldo
Duro, direttore
del Vocabolario:
«Oggi i nuovi
impulsi alla
lingua arrivano
da Milano».
quella spagnola, che lasciò qualche
segno: brio, casco, sussiego. Ma la
più grave la stiamo vivendo ades-
so, con l’inglese. E’ la lingua uni-
versale della civiltà tecnologica, che
percorre velocemente tutto il mon-
do. Resistere è sempre più diffici-
le». Ma non impossibile: basterebbe
usare un po’ di buon senso. «Ho ri-
portato a malincuore il termine au-
dience, per il quale esiste la tradu-
zione “ascolto”, sul vocabolario
Treccani. Capisco invece che per pi-
grizia si usi smog al posto di inqui-
namento atmosferico», dice Duro.
● E adesso decade anche la
grammatica?
Era inevitabile: diventato final-
mente una lingua viva, anche l’ita-
liano ha cominciato a modificarsi.
Una lingua che viene parlata si lo-
gora: certe parole non sembrano
più sufficienti ai bisogni della co-
municazione e così se ne adotta-
no altre, che sembrano più efficaci.
Il problema è che, a questo pun-
to, si sta consumando anche la
grammatica. Il passato remoto, per
esempio, è praticamente scompar-
so. Era un tempo verbale diffici-
le, spiegano gli studiosi, impron-
tato alle flessioni latine. Tutte le
lingue neolatine stanno vivendo lo
stesso fenomeno: lo spostamento
dalla sintassi verbale a quella no-
minale. Vale a dire: sono sempre
più in voga infinito, gerundio, par-
ticipio, che hanno coniugazioni li-
mitate e che si possono facilmente
comporre con gli ausiliari essere e
avere (dire “si arrabbiò” risulta più
complicato di “si è arrabbiato”).
Stessa sorte tocca al congiuntivo,
sostituito dall’indicativo. “Penso
che sia così” diventa “penso che è
così”. «In realtà non si tratta di un
impoverimento concettuale», spie-
ga De Mauro. «Alla semplifica-
zione dei modi del verbo corri-
sponde infatti una maggiore va-
rietà di avverbi, di parole. Siamo,
semmai, più esigenti e allora di-
ciamo “penso che probabilmente è
così, penso che forse è così”».
Nella lingua parlata c’è sempre
stata, comunque, una sintassi più
sciolta. Per esempio, noi diciamo
“ho sonno, ma non vado a letto”,
mentre, in un italiano più corretto
e letterario dovremmo dire “ben-
ché io abbia sonno, non vado a let-
to”. «La vera novità è che questa
tendenza alla paratassi (accosta-
mento di più proposizioni princi-
pali) si sta facendo strada anche
nell’italiano scritto. Soprattutto per
▼
Gli alchimisti
della parola
Alcuni scrittori , con la
loro ricerca espressiva,
hanno contribuito
a modificare l'italiano
Boccaccio
"M anifesta
cosa è
che, sì come
le cose tempo-
rali tutte so-
no transitorie
e mortali, così in sé e fuor
di sé esser piene di noia,
d'angoscia e di fatica, e ad
infiniti pericoli soggiacere;
alle quali senza niun fallo
né potremmo noi, che viviamo
mescolati in esse e che siamo
parte d'esse, durare né
ripararci, se spezial grazia
di Dio forza ed avvedimento
non ci prestasse". ("Decame-
rone", Giornata prima).
● Ultimato nel 1351, il
Decamerone divenne, per
secoli, il modello cui ispirarsi
per la prosa letteraria. Da qui
Pietro Bembo, nel 1525,
prese esempi e regole per
la prima grammatica italiana.
Manzoni Verga
"S i racconta che il principe
di Condé dormì profonda-
mente la notte avanti la gior-
"E ra ancora buio. Lontano,
nell'ampia distesa dell'A-
lia, ammiccava soltanto un lume
nata di Rocroi: ma, in primo di carbonai, e più a sinistra la
luogo, era molto affaticato; stella del mattino, sopra un nu-
secondariamente aveva già date volone basso che tagliava l'alba
tutte le disposizioni necessa-
rie e stabilito ciò che dovesse
nel lungo altipiano del Paradiso.
Per tutta la campagna diffonde-
fare, la mattina". ("Promessi vasi un uggiolare lugubre di
Sposi", capitolo II). cani. E subito, dal quartiere
● Abbandonato il fiorentino basso, giunse il suono grave del
arcaico, Manzoni utilizzò quello campanone di San Giovanni che
parlato ai suoi tempi. Nel 1862 dava l'allarme anch'esso". ("Ma-
Manzoni venne nominato
presidente della commissione
stro Don Gesualdo", capitolo I).
● La lingua di Verga corrisponde
per l'unificazione della lingua. alle sue intenzioni di "verismo".
D'Annunzio
"I n quelle mani incomparabili, morbide e
bianche, d'una transparenza ideale, segnate
d'una trama di vene glauche appena visibile; in
quelle palme un poco incavate e ombreggiate di
rose, ove un chiromante avrebbe trovato oscuri
intrichi, avevano bevuto dieci, quindici, venti
uomini, l'un dopo l'altro, a prezzo. Egli vedeva
le teste di quegli uomini sconosciuti chinarsi e
suggere il vino". ("Il piacere", capitolo II).
● Obiettivo di D'Annunzio fu la ricerca di una lingua
preziosa, costruita artificiosamente.
Firenze, capitale del purismo
A sinistra, l'Accademia della Crusca: così
chiamata, nel 1583, perché voleva separare
la farina dalla crusca, nella lingua italiana.
Sopra, il presidente Giovanni Nencioni.
Gadda
"U n bel ragazzo, er signo-
rino Giuliano, dellà:
piuttosto fortunato co le don-
ne. Piuttosto. Che lo perse-
guitavano a sciami, a volo ra-
dente: e gli precipitavano poi
addosso tutte insieme, e in
picchiata, come tante mosche
sur miele. Lui sapeva puranche
fare: ci aveva un bindolo, uno magari annoiato: troppe, troppo
specchietto a rota, un suo modo facili!".("Quer pasticciaccio
così naturale e così strano, ar brutto de via Merulana").
medesimo tempo... che te incan- ● L'italiano di Carlo Emilio
tava co gnente. Dava di vedere
de trascuralle, o di sentirsene
Gadda è sperimentale: mescola
dialetto, gergo, tecnicismi.
Parise
"S enza rispondere il
signor Max gli ha
lanciato il foglio in faccia
come per schiaffeggiarlo. Il
dottor Bombolo ha avuto un
sussulto e si è coperto il
viso con un braccio. Poi,
siccome il foglio di carta
era caduto per terra,
faticosamente e con un piccolo della crisi di questo tempo
gemito si è curvato sulla sedia verbale, iniziata fin dal lontano
e si è allungato fino a racco- Cinquecento, di cui risentono
glierlo". ("Il padrone"). i dialetti del nord (e Parise
● Nel brano del romanzo di infatti è veneto) e che da
Goffredo Parise, del 1965, una questi si riflette sull'italiano
vicenda viene raccontata tutta parlato. E la lingua letteraria
al passato prossimo anziché contemporanea ormai si
al passato remoto. E' un effetto modella sempre più sul parlato.
Focus 105
C'è chi vorrebbe difendere l'italiano con leggi contro le contamina zioni straniere. Come fece Benito Mussolini La rivoluzione
dei dizionari

Paro le di casa mia

effetto della prosa dei giornali», effetto espressivo. Se invece scrivo Ma non è semplice. In Francia è
▼

commenta lo storico Serianni. “era un uomo buono e mite”, lo

● Scritto e parlato: due e-
spressioni diverse
«Oralità e scrittura dovrebbero
invece essere tenuti ben distinti»,
dice lo scrittore Giuseppe Pontig-
gia, che da qualche anno tiene cor-
si di scrittura creativa al Teatro
annullo, perché uso un linguaggio
eccessivamente carico, drogato»,
spiega Pontiggia.
L’italiano, come un palazzo ri-
masto vuoto per seicento anni, che
all’improvviso viene invaso dai vi-
sitatori, sta comunque perdendo la
sua integrità. I puristi invocano l’in-
stata di recente bocciata una legge
che prevedeva l’obbligo di usare
solo l’idioma nazionale per tutte
le iscrizioni rivolte al pubblico
(pubblicità e televisione compre-
sa), pena severe ammende. Leggi
simili erano in vigore in Italia nel
periodo fascista: dal 1923 Mussoli-
ni impose una tassa sui vocaboli
S i è concluso con uno Zzz.
“Indicazione grafica con cui
si rappresenta il ronzio di un in-
setto”. A nove anni dall’inizio
dei lavori il dizionario Treccani
della lingua italiana è final-
mente completo. Quattro volu-
mi, 180 mila voci (compresi
I dialetti stanno scompar endo? Tutt'altro. La metà degli italiani li usa, in genere in famiglia. neologismi come “autoreggen-
te”, “bancomat”, “strizzacer-
velli”), 500 delle quali straniere.

T
Verdi di Milano. «Ogni linguag- troduzione di regole, che servano a stranieri usati nelle insegne dei ne- ra italiano e dialetto è finita in cente di dialettologia italiana C’è anche “karaoke”. Uno scan-
gio deve cioè avvalersi delle sue difendere da eccessive contamina- gozi. Dall’inizio della Seconda parità. Il 40,6 per cento della all’università di Lecce. «E dalo? No. La nuova concezio-
risorse specifiche: per l’oralità ci zioni almeno la lingua d’uso am- guerra mondiale le parole stranie- popolazione nazionale oggi questo consente una maggiore ne di vocabolario, infatti, pre-
sono il gesto, le pause, il tono del- ministrativo. Così forse si potreb- re vennero del tutto vietate per parla l’uno e l’altro, in famiglia e ricchezza espressiva. Del re- vede che si riporti il significato
la voce. Per la scrittura ci sono le bero evitare errori. Come l’uso, in legge. Solo nel 1966 fu abolita la con gli amici. Prevale invece net- sto anche chi non conosce al- di ogni termine della lingua d’
parole. Che quindi devono essere campo sanitario, della parola legge che proibiva di dare nomi tamente l’italiano (64 per cento) cun dialetto possiede due re- uso, e non che si fotografi sol-
usate con misura. Se scrivo “era “ticket” (che in inglese significa bi- esotici ai bambini. L’ultimo ten- nelle conversazioni con gli estra- gistri linguistici: quello d’uso tanto l’italiano accademico, pe-
un uomo mite” ottengo un buon glietto, del metrò o del cinema). tativo protezionistico l’ha fatto il nei. Ma in regioni come il Veneto famigliare e quello delle oc- raltro in via d’estinzione.
ministro Sabino Cassese che, du- e la Sicilia, al contrario, quasi il 30 casioni ufficiali». Anche il nuovo Zingarelli, appe-
na uscito, si rifà a questa filo-
rante il governo Amato, ha pub- per cento degli abitanti parlano A un’analisi più approfon- sofia. E va oltre: ha infatti inse-
blicato e diffuso negli uffici pub- soltanto nell’idioma regionale. dita dei dati, si scopre tutta- rito il femminile per circa 800
blici un “codice di stile”. Con il no- I dati dell’ultima ricerca Istat via che l’idioma regionale so- professioni (ora compaiono “av-
bile intento di snellire il linguag- smentiscono dunque la credenza pravvive più tenacemente nel- vocate”, “architette”, “astrono-
gio burocratico e favorire così il diffusa che i dialetti si stiano estin- le aree a minor sviluppo eco- me”) e, come regola generale, i
cittadino. Di altre iniziative, per il guendo. «In realtà è un buon ri- nomico e nelle realtà rurali: linguisti consultati
momento, non si parla. Forse, ai sultato, perché significa che vivia- nel sud, nelle isole, nel nord- hanno suggerito di
politici, manca il know how? ■ mo in una situazione di bilingui- est. Le scelte linguistiche in- passare al femmi-
Cristina Mochi smo», dice Alberto Sobrero, do- fatti non sono libere, ma av- nile dei termini uti-
lizzando sempre la
vengono in funzione del tipo desinenza in “a” al
di comunicazione che si deve posto di quelle in
sostenere, delle occasioni che “essa” o in “ice”.
si hanno di parlare. Sono cioè Colloqui C’è comunque an-
strettamente legate alla realtà so- più intimi che chi, ormai da
cio-economica. Già Pier Paolo Pa- In alto, una quattrocento anni,
solini, negli anni Sessanta, sottoli- scritta murale continua a tutelare
neava negativamente l’appiatti- in sardo. la lingua dei padri:
I giovani usano un gergo proprio, fatto di invenzioni. l’Accademia della
mento linguistico che si stava veri- A destra, un Crusca. I suoi dizio-
ficando nel triangolo industriale cartello stradale
Dai paninari ai punk, le lingue ribelli Milano-Torino-Genova: risultato corretto in nari (il primo è del
1612) servivano agli scrittori
della forte emigrazione e della sco- dialetto per essere certi di rispettare
Igiovani
n Germania un lin-
guaggio tipico dei
esisteva già
ri” anni Ottanta (stes-
sa localizzazione ur-
bana, stessa classe
(“ciospa” per brutta
ragazza, in lombardo,
“paraculo” per furbo,
larizzazione, era però una perdita
progressiva di identità culturale.
lombardo. La
difesa degli sempre la norma linguistica,
cioè il toscano arcaico. Oggi il
idiomi locali si dizionario della Crusca è pas-
nel Settecento. Da sociale). in romanesco); termini In più, nell’euforia del boom eco- sposa talvolta a
noi è un fenomeno ● Dagli anni Sessan- settoriali (dell’informa- nomico, si tendeva a rinnegare le volontà politiche sato in gestione al Cnr, che sta
degli ultimi trenta an- ta in poi la caratteriz- tica: “un bit” per un at- origini contadine e si bollavano i separatiste. lavorando a una rassegna sto-
ni, nato in caserma zazione gergale è timo, “fare un floppy” dialetti come “lingue inferiori”. rica, dalle origini ai giorni no-
con l’inizio della co- sempre più diffusa: per un insuccesso; del- stri, di tutte le parole usate da-
scrizione obbligatoria, proviene da ambiti la medicina: “schizoi- «E invece sono lingue a tutti gli varietà. Con i problemi che ne de- no conservato un idioma puro, che gli scrittori. Per il momento è sta-
che portava a socia- politici (i sessantotti- de”, “mongolo”). effetti, semmai solo incomplete, rivano: fino all’Ottocento in Italia dunque lo riportino in patria e lo ta ultimata la schedatura del Me-
lizzare tra loro molti ni, gli indiani metro- ● Il destino del lin- perché non sono adeguate ai nuo- si usavano ancora contemporanea- insegnino ai conterranei. dioevo, che da solo fornisce venti
giovani provenienti da politani, il movimen- guaggio giovanile non vi linguaggi tecnici e scientifici», mente tre lingue, il latino, l’italia- Proposte estreme, che infatti milioni di voci.
tutte le regioni italia- to della pantera), mu- ha infatti vie di mez- sostiene Franco Fanciullo, docen- no, il dialetto locale. «Oggi che hanno trovato scarsi consensi. In-
ne. Le parole “imbra- sicali (punk, metalla- zo: o scompare o vie- te di linguistica all’università di Vi- l’unità linguistica nazionale è stata fati non si può imporre un dialetto
nato” e “pezzo gros- ri), ludici (i paninari, ne promosso nell’ita- terbo. Prima che il fiorentino si im- raggiunta, i dialetti sono diventati ex novo, a maggior ragione oggi
so” vengono proprio appunto). Lo scopo è liano comune. Come ponesse come lingua letteraria na- facili cavalli di battaglia per le teo- che quasi tutti (il 90 per cento) san-
da quell’ambiente. sempre quello di cari- è successo a “erba” zionale non era che un dialetto con rie autonomistiche e separatiste», no l’italiano. Si può invece favori-
● Un altro filone sto- care di forza espres- (marijuna), “fuori di dignità pari agli altri. I dialetti ita- dice il professor Sobrero. «Nell’ re la conservazione di quello esi-
rico dal quale hanno siva il linguaggio: per testa” (matto), “cuc-
origine le varietà gio- questo si ricorre a iro- care” (conquistare u- liani infatti sono tutti derivati dal agosto scorso, in Sardegna, fu ap- stente. «Per esempio introducen-
vanili italiane è quello nia (“sapiens” per ge- na ragazza). Si nota latino parlato, che a sua volta si im- provata una legge che, in seguito, dolo nei primi anni di scuola, ma
del “parlare snob”, ti- nitori), suffissi o vo- anche la tendenza al- pose su parlate locali preesistenti: la Corte costituzionale ha giudica- solo nelle realtà dove effettiva-
pico della borghesia caboli stranieri (“ar- la diffusione nell’ita- quelle delle popolazioni italiche to incostituzionale. Prevedeva l’in- mente è diffuso in famiglia. Sem-
milanese degli anni rapescion” per ecci- liano contemporaneo nel sud, delle galliche nel nord, del- segnamento del sardo a scuola, ob- pre per rispettare quella condizio-
Cinquanta. I primi so- tazione sessuale, “los di suffissi in -oso (pal- le etrusche e osco-umbre nel cen- bligatorio, per scuole medie e su- ne di bilinguismo che, per chi la
no stati i “montena- dineros” per denaro loso, sballoso, mala- tro, delle puniche in Sardegna. periori, esteso a tutte le materie». vive dalla nascita, offre una marcia
pi”, dei quali si ha e tutta la terminolo- vitoso) e in -aro (pa- Divisioni che trovano infatti pie- Niente, al confronto con quanto in più», propone Sobrero. ■
scarsa documenta- gia legata alla droga, lazzinaro, casinaro), na corrispondenza nella distribu- aveva proposto, qualche tempo fa,
zione, ma che oggi da “trip” per viaggio anch’essi prediletti Zingarelli e
sono considerati gli a “pusher” per spac- dal linguaggio dei più La Babele di casa nostra zione geografica odierna dei dia- la Liga veneta: favorire il rientro, Per saperne di più: Accademia della Crusca: due
antenati dei “panina- ciatore), dialettismi giovani. Nella cartina, tutti gli idiomi parlati oggi in Italia. Rispecchiano la letti e che ne hanno determinato, per legge, degli emigrati all’estero Alberto Sobrero, Introduzione all'ita- dizionari di opposte filosofie.
varietà dei popoli che la abitano e che l'hanno colonizzata anticamente. fatto unico in Europa, l’estrema da lungo tempo. Soltanto loro han- liano contemporaneo, Laterza.

Focus 106 Focus 107

Natura
Ecco che cosa accade quando il vento solare, L’arcobaleno
nello spazio
con la complicità di campi magnetici e reazioni Quattro esempi
dell’immensa
varietà di forme
chimiche, accende di luce i cieli dei Poli e colori delle
aurore polari.
L’intensità
del fenomeno
è legata all’
attività solare,
mentre i colori
dipendono dal
tipo di reazioni
chimiche che
avvengono tra
le particelle
del vento solare
e l’atmosfera.

AURORE BOREALI
 Così l’uragano
solare viene
catturato
dall’atmosfera
terrestre
N
ella notte senza luna si
disegna nel cielo un gran-
de arco colorato, un im-
menso sipario lumine-
scente che si espande, si contrae, si
avvolge su se stesso, si frantuma
in una miriade di raggi multicolo-
ri. Rimane in cielo per qualche
ora, cangiante, inafferrabile come
un velo spettrale che ondeggia so-
pra le cime dei pini. Non c’è da
stupirsi se gli antichi erano sog-
giogati dallo spettacolo dell’auro-
ra boreale, cui attribuivano signi-
ficati magici. Ma anche per l’uomo
moderno, che da tempo ne ha
compreso l’origine e
la formazione, il fe-
nomeno conserva la
sua arcana inquietu-
dine. Che cos’è quel-
la silenziosa cascata
fosforescente? Una
pioggia di particelle
misteriose? Una cor-
tina di radiazioni?
Polvere di stelle?
Oggi sappiamo
che le aurore polari
Gianfranco Bertazzi,
sono provocate da
geofisico e un flusso di particel-
bioclimatologo. le provenienti dal
Sole, che penetrano
nella nostra atmosfera e interagi-
scono con essa emettendo luce.
Dopo le osservazioni effettuate
nell’alta atmosfera negli anni 50
con palloni-sonda e razzi, i satelliti
artificiali hanno fotografato le au-
rore in tutta la loro imponenza, in-
torno ai poli. Ma ci sono voluti lun-
ghi studi per capire la complessa
meccanica con cui radiazioni e
campi magnetici interagiscono per
dare vita a questo spettacolo.
Tutto, dunque, nasce dal Sole.
«Il Sole è un oggetto molto caldo:
raggiunge i 5600 gradi sulla super-
ficie (e molti milioni all’interno),
ed essendo così caldo “evapora”
nello spazio», dice Giovanni Gre-
gori, responsabile della sezione
delle relazioni fra il Sole e la Terra
dell’Istituto di fisica dell’atmosfe-
ra del Consiglio nazionale delle ri-
cerche. «Come? Le reazioni nuclea-
ri che avvengono sulla sua super-
ficie emettono particelle a tempe-
Focus 112
Furono scambiate per comete e bagliori d’incendi
P er gli eschimesi le au-
rore polari erano le a-
nime dei morti che danza-
vano e giocavano nel re-
gno della luce, mentre il
profeta Ezechiele credette
di vedervi il carro di Jahvé
(Antico Testamento, Eze-
chiele 1,4). A Roma l’im-
peratore Tiberio, tratto in
inganno dai bagliori, pen-
sò che il porto di Ostia
fosse in fiamme e vi man-
dò l’esercito. Plinio le
classificò fra le comete,
mentre nel Medioevo la
gente pensava che fosse-
ro segnali di eventi dram-
matici come carestie o
guerre. Fu Galileo (ritratto
qui accanto) il primo a
chiamarle aurore boreali,
nel 1618. Nel 1870 l’a-
mericano Elias Loomis
collegò l’apparizione di
questo fenomeno con l’at-
tività solare, e all’inizio de-
gli anni Trenta si parlò di
Il vento solare che investe il nostro pianeta spinge verso l’esterno il campo magnetico terrestre,
come la coda di una cometa, per una distanza di circa 600 mila chilometri (pari a circa mille
raggi terrestri) pur essendo estremamente rarefatto. Le correnti magnetiche, però, riportano
indietro il “vento” facendolo ricadere negli imbuti dei poli, dove forma le straordinarie aurore.
Paesaggio
incantato
Un’aurora
particolarmente
estesa: il colore
blu-violetto è
dato da reazioni
degli elettroni
solari con
molecole di azoto.
particelle emanate dal So-
le. Nel 1961 il fisico in-
glese J. Dungey pose le
basi per le teorie sulle in-
terazioni tra campo ma-
gnetico terrestre e attività
solare. Dagli anni Ses-
santa in poi, i protagonisti
delle indagini sulle aurore
sono stati razzi, satelliti e
sonde, che hanno foto-
grafato e misurato questi
fenomeni chiarendone i
meccanismi.
Tutto nasce negli “imbuti” polari
rature elevatissime, così cariche di
energia da poter sfuggire alla forza
di gravità solare, disperdendosi nel-
lo spazio. E’ come se il Sole conti-
nuasse a soffiare verso l’esterno, in
tutte le direzioni, un vero e proprio
“vento” di protoni ed elettroni».
Viaggiando a velocità che vanno
dai 500 ai mille chilometri al se-
condo, questo uragano impiega
due o tre giorni per raggiungere la
Terra, che si trova a circa 149 mi-
Un vortice
di venti cosmici
Sotto, il satellite Dynamics
Explorer, lanciato nel 1981 per
studiare le aurore polari.
Accanto, l’aurora dallo spazio:
nella fascia più larga si estende
per 2000 km, dai grandi laghi
canadesi alla Baia di Hudson.
lioni di chilometri di distanza. Il
nostro pianeta, però, è avvolto in
una “bolla” di energia che impe-
disce al vento solare di penetrare
nell’atmosfera: il campo magneti-
co. A loro volta, però, le particelle
deformano il campo magnetico
terrestre, che si allunga come la
coda di una cometa. «Questa coda
si prolunga in direzione opposta
al Sole per oltre 600 mila chilome-
tri, cioè il doppio della distanza
Terra-Luna», continua Gregori,
«ed è composta da un complesso
sistema di correnti elettriche che
nel loro insieme costituiscono la
cosiddetta magnetosfera».
A un certo punto, però, avviene
un’inversione di flusso, e le parti-
celle (protoni ed elettroni) ritor-
nano verso la Terra, attirate e con-
vogliate lungo le linee di forza del
campo magnetico. Gli elettroni e i
protoni che compongono il vento
solare vengono condotti in prossi-
mità di quei veri e propri “imbuti”
di energia che sono i poli magneti-
ci, e che distano qualche centinaio
di chilometri da quelli geografici.
L’asse di rotazione della Terra, che
determina il polo geografico, è in-
fatti inclinato di 23 gradi rispetto
all’eclittica (cioè il piano sul quale
orbita la Terra), mentre il polo
Nord magnetico è spostato di circa
11 gradi in direzione del Canada.
«Normalmente le precipitazioni
avvengono tra i 60 e i 70 gradi di
latitudine, cioè sulle regioni set-
tentrionali di Canada, Groenlan-
dia, Islanda, Scandinavia e Rus-
sia», dice il professor Gianfranco
Bertazzi dell’università Cattolica
di Brescia. «Tuttavia, in occasione
di perturbazioni solari particolar-
mente violente le particelle accu-
mulano tanta energia da raggiun-
gere anche le nostre latitudini».
Nel marzo del 1989, per esempio,
l’aurora è stata visibile in tutta l’In-
ghilterra meridionale.
Le più comuni?
Quelle verdi: ossigeno
più elettroni
Quando il vento solare investe
l’atmosfera, si combina con i gas in
essa presenti (prevalentemente os-
sigeno e azoto) in una serie di rea-
zioni che liberano energia lumi-
nosa. «Le emissioni più comuni
sono quelle bianco-verdastre, do-
vute alla combinazione di elettro-
ni con ossigeno molecolare (quel-
lo che respiriamo normalmente,
formato da coppie di atomi), che si
trova tra 90 e 150 chilometri di
quota», dice Sergio Borghi, diret-
tore scientifico dell’Osservatorio
Milano-Duomo. «Le più rare au-
rore rosse sono invece dovute alla
combinazione di elettroni con i
singoli atomi di ossigeno, tra 150 e
300 chilometri di quota». Spetta-
colari sono anche le aurore di co-
lore blu-violetto, prodotte dall’a-
zoto molecolare, mentre risultano
quasi invisibili quelle provocate da
precipitazioni di protoni, che si
combinano con gli elettroni for-
mando atomi di idrogeno.
Le aurore manifestano anche
una molteplicità di forme. «Le più
comuni sono quelle a struttura
raggiata e a cortina», spiega Ber-
tazzi, «ma alcune si presentano an-
che sotto forma di archi, drappeg-
gi e bande: tutto dipende dall’e-
nergia del vento solare e dalla
quota in cui si verifica il fenome-
no». Nel corso di un’aurora la luce
si trasforma più volte, ondeggia,
pulsa, si avvolge, si spezza. «A
creare quei vortici, quelle volute
▼
e quelle bande che conferiscono
Focus 113
Forse dai loro colori
impareremo a capire
come cambia il clima
alle aurore forme così variabili so-
▼
no le deviazioni provocate dalle
continue variazioni del campo ma-
gnetico terrestre», spiega Borghi.
Nelle foto da satellite le aurore
appaiono come anelli centrati sui
poli magnetici, che si espandono e
si contraggono in funzione della
maggiore o minore attività del So-
le. Sempre grazie ai satelliti si è
potuto verificare anche che le au-
rore avvengono quasi simmetrica-
mente sull’Artide e sull’Antarti-
de. Inizialmente il fenomeno era
stato osservato solo nell’emisfero
boreale, cioè il nostro, e perciò era
stato battezzato “aurora boreale”.
Si vedono meglio
in primavera, verso
mezzanotte
In realtà la mancanza di osser-
vazioni nell’emisfero australe di-
pendeva soltanto dalla scarsità di
terre abitate in prossimità del Polo
Sud magnetico. Oltretutto, osser-
vare a occhio nudo questo feno-
meno non è facile come può sem-
brare. «Un’aurora boreale inten-
sa ha una luminosità paragonabile
a quella di una nube rischiarata
dalla luna», dice Gregori. «L’oc-
chio deve essere abituato. Da una
città, per esempio, è difficile che si
riesca a vedere qualcosa».
Eppure l’aurora è sempre pre-
sente: il problema è trovarsi nel
posto giusto per osservarla. «I mo-
menti migliori per godere di que-
sto spettacolo sono poco prima di
Un’antenna Terra-spazio: rivelò
le deviazioni di molti satelliti
dopo l’aurora del marzo 1989.
Focus 114
Vulcani
magnetici
Secondo il fisico
del Cnr Giovanni
Gregori (nella
foto in basso),
le perturbazioni
del campo
magnetico
dovute alle
tempeste solari
potrebbero
alterare l’attività
dei vulcani,
influenzando
il clima.
Accanto,
un’eruzione.
mezzanotte e poco prima dell’al- quenza è minima a giugno-luglio». spetta che molti fenomeni dipen-
ba», suggerisce Bertazzi. «I perio- Per quanto il fenomeno sia or- dano dall’interazione tra il vento
di più favorevoli sono gli equinozi mai chiarito, molto resta ancora solare e il campo magnetico ter-
(quando il giorno e la notte hanno da scoprire: la volubilità delle au- restre. «Il vento solare, per esem-
la stessa durata in ogni punto del- rore riflette infatti quella del Sole pio, potrebbe influenzare diretta-
la Terra, ovvero 20 o 21 marzo e e quella, ancora poco conosciuta, mente le condizioni dell’atmosfera
22 o 23 settembre), mentre la fre- della nostra magnetosfera. Si so- e quindi il clima» dice Gregori.
«Ma ritengo che l’interazione sia
più complessa e profonda: in sin-
tesi, le perturbazioni della magne-
Effetti indesiderati: black out e suicidi tosfera (all’interno della Terra)
potrebbero modificare l’“alimen-
C ortine e fontane di
luce sono soltan-
to l’aspetto più appa-
magnetica mise fuori
uso la rete telegrafica
francese. Più recente-
buisca all’allargamen-
to del buco nell’ozo-
no, e varie prove sono
tazione termica” dei vulcani. E
dall’attività dei vulcani, che im-
mettono gas nell’aria, dipende la
riscente delle aurore mente, nel marzo del state raccolte sugli ef-
polari. Altri effetti, for- 1989, un’altra pertur- fetti diretti delle auro- composizione chimica dell’atmo-
se più inquietanti, ri- bazione simile ha pro- re sull’uomo: durante sfera. Per esempio il contenuto
guardano direttamen- vocato un black out in le perturbazioni ma- totale di acqua che c’è nell’aria
te l’attività umana: per tutto il Canada setten- gnetiche, infatti, au- non è lo stesso tutti gli anni, e
esempio, gli aghi delle trionale, e oltre 5000 menta il numero di cambiando il contenuto di acqua
bussole vengono de- satelliti in orbita sotto suicidi, omicidi e inci- cambia anche l’effetto serra e
viati, le radiocomuni- i mille chilometri sono denti di guida. Una cambia il clima». Se si riuscisse a
cazioni sono disturba- stati deviati dalla loro possibile spiegazione stabilire una correlazione preci-
te, le centrali elettri- rotta a causa del ri- è che il campo ma- sa tra questi fenomeni, la pallida
che subiscono guasti. scaldamento degli gnetico interferisca
Testimonianze dirette strati superiori dell’at- con l’azione di un or- luce delle notti polari diventereb-
in questo senso risal- mosfera. mone, la serotonina, be dunque un prezioso strumento
gono già al 1859, Si suppone inoltre che causando comporta- per diagnosticare lo stato di salu-
quando una tempesta il vento solare contri- menti anormali. te del pianeta. ■
Laura Gonano
L'incontro - Giancarlo Martella

Cacciatore
di hacker
Il professor Sistemi
Giancarlo a rischio punto di vista dei risultati sia da nibilità. Segretezza significa che a
Martella, dell' In alto, la sala quello dei collegamenti interna- certe informazioni devono poter
università di controllo del zionali. Esistono ancora gravi ca- accedere solo le persone autoriz-
di Milano: Fermilab: anche renze, ma non solo in Italia. Viene zate; integrità, che nessuno deve
«Ancora oggi qui tutti i dati trascurata soprattutto la ricerca poter modificare i dati (cambian-
conosciamo sono conservati pura. In Italia se ne occupano un do, per esempio, il nome del de-
solo la punta in memorie paio di università, e in tutto il mon- stinatario di un bonifico bancario);
dell'iceberg magnetiche.
della criminalità do i centri che studiano sistemi di disponibilità, che il sistema non
Accanto, il sicurezza non sono più di una cin- deve subire danni che lo rendano
informatica». Bancomat: uno quantina, mentre quelli che svol- inutilizzabile per il proprietario,
dei primi bersagli
dei tecnofurfanti. gono ricerche tecnologiche sono anche solo temporaneamente.
migliaia. Con i calcolatori siamo
arrivati alla quinta o sesta genera- Alcune persone sono ideo-
zione, e abbiamo a disposizione mo- logicamente contrarie alla se-

Kriminal Komputer
delli sempre più piccoli e potenti, gretezza...
mentre nei sistemi di protezione Oggi qualunque Paese è in gra-
Atti di sabotaggio, siamo alla prima generazione. do di costruirsi una bomba atomi-
spioni via cavo, Cosa intende per sicurezza
ca accedendo alle banche-dati pub-
bliche. Secondo me questo è gra-
rapine compiute informatica?
Gli elementi fondamentali sono
ve. Sono d’accordo che una mag-
gior circolazione delle informa-
senza muoversi dal tre: segretezza, integrità e dispo- zioni rappresenta una società più
evoluta. Ma attenzione a dare a
proprio terminale: le aggressioni informatiche sono sempre chiunque qualunque informazio-
più diffuse. E la tecnologia elettronica comincia a difendersi. Furti telematici e vendette via modem ne: non tutti hanno la stessa matu-
rità, cultura e onestà intellettuale.

Ldi episodi
a storia della criminalità
informatica è ormai ricca
novembre del 1984, tre perso-
ne riprodussero mille copie del
numerosi acquisti a suo nome.
● Nel 1978 un consulente del-
Può fare un esempio?

I
l mondo dei computer è una
pacchia per i criminali? La
domanda potrebbe sorgere
spontanea, considerando che
solo il 7 per cento dei misfatti com-
messi con il computer viene sco-
perto. E soltanto l’uno per cento
viene denunciato (molte società,
infatti, preferiscono non far sape-
re quanto siano fragili le loro dife-
se). Le più recenti statistiche, inol-
tre, prevedono per i prossimi anni
un incremento del 40 per cento dei
danni provocati dalle frodi infor-
sicurativo. La tecnologia non rie-
sce a difendersi dai suoi stessi pro-
gressi? No, è soltanto una que-
stione di organizzazione, secondo
Giancarlo Martella, uno dei pochi
esperti internazionali di crimina-
lità elettronica. Martella insegna
Trattamento dell’informazione
nell’impresa, presso la facoltà di
Scienze dell’informazione all’uni-
versità di Milano, e ha scritto due
libri (I crimini informatici e La si-
curezza delle basi di dati, Monda-
dori informatica). Da dieci anni è
ternazionale sulla sicurezza dei da-
ti. Su questo argomento, ha idee
molto chiare: visto che ai compu-
ter non si può rinunciare, conviene
attrezzarsi al meglio per combat-
tere ficcanaso e malandrini.
Quando si è cominciato a
studiare il problema?
Le ricerche in Italia sono comin-
ciate già nel 1975, nell’ambito di
un gruppo che ho coordinato al
Politecnico di Milano. Il gruppo si
è via via accresciuto, raggiungendo
divertenti o
significativi. Eccone alcuni.
● Tempo fa alcuni studenti
scrissero ai dipendenti di un’uni-
versità nella quale studiavano,
informandoli che il numero
telefonico per collegarsi
all’elaboratore centrale era
cambiato. Il nuovo numero
era quello del loro personal
computer, programmato per
registrare la password di chi
si collegava. Si impadronirono
così di numerose password.
● In un solo fine settimana, nel
Bancomat di uno studente e
riuscirono a incassare 300 mi-
lioni di lire dagli sportelli di va-
rie banche del nord Italia (oggi
non sarebbe più possibile). Due
dei colpevoli furono arrestati.
● Sempre nel 1984, un giorna-
lista firmò sul settimanale
“Newsweek” un articolo molto
critico nei confronti degli
hacker. Ritenendosi insultati,
gli stessi hacker penetrarono
negli elaboratori della società
che gestiva la carta di credito
del giornalista e fecero
la Security pacific international
bank di Los Angeles entrò in
possesso del codice per il tra-
sferimento di fondi tra banche:
lo usò per trasferire dieci
milioni e 200 mila dollari su un
proprio conto in Svizzera. Cam-
biò i soldi in diamanti e tornò
negli Stati Uniti, dove lo
arrestarono non appena tentò
di vendere i diamanti. Restò in
carcere dal 1979 al 1983: oggi
lavora come consulente per
la sicurezza di un importante
istituto bancario americano.
Geniali e pericolosi
Amsterdam, 1989, primo convegno
dei pirati informatici. La loro parola
d'ordine è: abbasso la segretezza.
Gli hacker, questi presunti geni
che si inseriscono nei sistemi di
calcolo, inizialmente non agisco-
no con intenti criminali, ma per
misurare le proprie capacità con-
tro le difese dell’impianto infor-
matico: vedono un ostacolo e lo
vogliono superare, proprio come
farebbe uno scalatore di fronte a
una montagna. Il primo che ha in-
ventato un virus, per esempio, non
aveva sicuramente cattive inten-
zioni: lo conosco, si chiama Coehn,
e l’abbiamo invitato a tenere al-

▼
matiche nel settore bancario e as- membro di un comitato tecnico in- oggi una certa consistenza, sia dal cune conferenze in Italia. In se-
Focus 116 Focus 117
 Le "chiavi d'accesso" (le famose password) non sono
affatto sicure: esistono programmi studiati per provarle
tutte in rapida
successione
guito, però, molti hanno deciso di
▼
imitarlo, in alcuni casi anche per-
ché intravedevano una prospettiva
di guadagno illecito. Un’altra pos-
sibilità è che qualcuno decida di
utilizzare per i propri fini le spe-
ciali capacità degli hacker: in Ger-
mania, per esempio, uno di loro è
stato contattato da un’organizza-
zione criminale. Ha accettato di
infiltrarsi in banche dati segretis-
sime. E alla fine è stato ritrovato in
una macchina in sosta, con la gola
tagliata.
Ci sono crimini informatici
particolari?
Abbiamo avuto clamorosi casi
di sabotaggio: qualcuno, per esem-
pio, ha inserito nel sistema di con-
dizionamento di un centro com-
puterizzato sostanze nocive, che a
poco a poco andavano a intaccare
le memorie magnetiche. Ricordia-
mo poi che in Italia, negli anni Set-
tanta, le Brigate rosse hanno fatto
saltare in aria i centri della Moto-
rizzazione civile. Secondo alcuni,
questi non sono crimini informati-
ci... Secondo me, invece, i crimini
informatici sono tutti quelli che ri-
guardano i calcolatori: mettere
fuori uso un computer usando un
martello, per esempio, è un crimi-
ne informatico. Comunque è vero:
esistono anche molti tipi di reato
che non riguardano la sicurezza fi-
sica delle macchine. Il più ovvio è
quello di farsi passare per una per-
sona autorizzata ad accedere a da-
ti riservati: per evitare simili intru-
sioni sono state inventate le pas-
sword, cioè le parole d’ordine no-
te solo alla persona autorizzata.
Spesso, però, vengono scelte pas-
sword estremamente banali, che
possono essere individuate usando
programmi che provano automa-
ticamente tutte le possibilità ov-
vie: dal nome di battesimo della
persona autorizzata alla sua data
di nascita, dal nome della moglie a
quello dei figli.
E’ come se l’intruso avesse
un mazzo di chiavi false...
Non solo. Può anche farsi una
copia di quelle vere, che sono re-
gistrate in qualche punto della me-
moria del sistema: altrimenti, co-
Focus 118
Intrusioni facili
«I computer si sono evoluti molto
rapidamente», dice Martella,
«dimenticando però la sicurezza».
fatto accertato, inoltre, che la mag-
gioranza degli attacchi provengo-
no dall’interno, cioè dai dipendenti
stessi dell’azienda. Quindi le mi-
sure di sicurezza devono riguar-
dare anche le persone, non solo i
sistemi: nel 1992 una nota compa-
gnia di assicurazione ha risarcito
circa venti miliardi di danni causa-
ti proprio da attacchi di questo ti-
po. E purtroppo è sempre più dif-
ficile identificare con certezza i re-
sponsabili: oggi, l’impiegato di
banca che scappa con la cassa è
un caso raro, tanto è vero che la
polizza assicurativa delle banche
ha cambiato nome. Prima si chia-
me farebbe il computer a ricono- sure di sicurezza sono statiche, chi mava “polizza infedeltà”, adesso
scerle? Ed esistono sistemi molto cerca di superarle impara qualco- ha preso il nome di polizza “com-
raffinati per individuare questi na- sa di più ad ogni nuovo tentativo. puter crime”: serve a tutelare l’isti-
scondigli elettronici. La tecnolo- Bisogna allora modificare perio- tuto contro dipendenti non identi-
gia non è così disarmata come può dicamente le difese, per azzerare ficati (o anche estranei) che ab-
sembrare da questo mio discorso, tutto ciò che è stato imparato dal- biano commesso una frode senza
ma nessun meccanismo di prote- l’aspirante intruso. Bisogna poi farsi scoprire. Per comprendere
zione è sicuro al cento per cento. considerare che si tratta di un cri- poi quanto sia poco diffusa, da noi,
mine spesso sovranazionale: or- la cultura specifica, basta un esem-
Non esistono soluzioni, al- mai esistono collegamenti capaci pio. Nel 1989 abbiamo organizza-
lora? di raggiungere tutto il mondo par- to, in collaborazione con lo Smau
Non esistono soluzioni miraco- tendo da qualunque parte. E pur- (che è un’importante fiera dell’
lose. Ciò che si deve fare, innanzi troppo i sistemi italiani sono effet- informatica), il primo convegno
tutto, è tenere d’occhio il proprio tivamente più vulnerabili di altri. nazionale sui virus. Dopo qualche
sistema di difesa: quando esso vie- giorno, sono stato tempestato da
ne superato bisogna capirne il mo- Questa vulnerabilità è solo telefonate di mamme dei miei stu-
tivo, e assicurarsi che un’intrusione tecnologica? denti, che avevano letto del con-
di quel tipo non possa ripetersi. In Guai a crederlo! Pensi solo al vegno sui giornali. Il tono genera-
altre parole, i sistemi devono es- papà che fa pigiare i tasti del Ban- le era: “Professore, perché non ci
sere invulnerabili a tutti gli eventi comat al bambino dicendogli i nu- aveva detto che nel calcolatore ci
già avvenuti. Un altro elemento meri ad alta voce: questo è un epi- sono i virus? Sa, mio figlio è ca-
importante è la “curva di appren- sodio che dimostra come manchi gionevole”. ■
dimento” dell’attaccante: se le mi- la cultura della sicurezza. E’ un Mauro Gaffo
E in Italia? Nuove leggi e raffiche di arresti
Iprimi
l mandato di compari-
zione gli è arrivato nei
giorni di maggio: un
del Cirfid, Fabio Vitali, ave-
va notato che qualcuno
(entrato nel sistema gra-
zione è stata di incredu-
lità: la giustizia, secondo
lui, era troppo lenta per
nate venissero scambiati,
via cavo, programmi per
computer protetti dal di-
mese prima aveva comin- zie alla password di un averlo già scovato. ritto d’autore: dal dicem-
ciato a introdursi abusiva- utente regolare) era riu- ● Una vera e propria re- bre 1992, infatti, una leg-
mente nei computer del scito ad attribuirsi i diritti tata è stata invece com- ge vieta la copiatura non
centro di ricerca Cirfid. di super-user, che gli con- piuta l’11 maggio 1994: autorizzata del software.
L’inquisito (il cui nome è sentivano di compiere an- oltre 300 ordini di perqui- ● Un altro filone di inda-
coperto dal segreto istrut- che azioni distruttive. An- sizione, e ordini di chiu- gini è infine partito da To-
torio) è uno studente del- ziché estromettere l’intru- sura per un centinaio di rino (ma si è già esteso
la facoltà di Scienze dell’ so si è preferito metterlo Bbs (i ritrovi elettronici a sette regioni) su inizia-
informazione di Milano, ed sotto controllo. Entro un dove gli appassionati di tiva del pubblico ministe-
è il primo hacker incrimi- mese, grazie anche a in- ciberspazio si scambiano ro Cesare Parodi: riguar-
nato grazie alla legge 547 tercettazioni telefoniche, informazioni e messaggi). derebbe un gruppo di pi-
sui crimini informatici, in il giovane hacker è stato Il motivo dell’operazione? rati della telefonia, attivi
vigore dal 14 gennaio individuato e messo sotto Gli inquirenti sospettava- anche nella duplicazione
1994. L’amministratore accusa. La sua prima rea- no che sulle Bbs incrimi- di carte di credito.
Mondo

Ecco la nuova
Mongolia: oro,
petrolio, Il ritorno di Gengis Khan
carbone. E il ricordo orgoglioso
di un grande conquistatore

Un esercito di invincibili
Nella foto grande, un’immagine di “Gengis
Khan”, il film di Baljiniam che rievoca
le imprese del grande eroe. Sotto, l’effigie
di Gengis Khan in una banconota d’oggi.

In nome del guerriero

Il cantante del complesso rock
Hongk, che ha dedicato una
delle sue canzoni a Gengis Khan:
un successo enorme tra i giovani.
 Di nuovo liberi
Cucina
di praticare
nella tenda il buddhismo
A sinistra, una
donna all’interno
di una “yurta”
(“gher” in mongolo),
la tenda degli
allevatori nomadi:
è costruita in
modo da essere
smontata
rapidamente
e trasportata
a dorso di yak.
Sotto, un
accampamento.

I sepolcri dei lama

L’esterno del monastero di Erden
Quasi la metà Gli sport
Zuu, del sedicesimo secolo. Le
costruzioni bianche (“suburga”)
sono monumenti funebri che
dei mongoli nazionali
Sopra, un gruppo
contengono le reliquie dei lama.

è composta di lottatori che

partecipano alle
gare del Nadam,
da nomadi la festa nazionale
che si svolge l’11
luglio. La lotta ha
nella steppa regole particolari:
vince chi riesce a
far toccare terra
con qualsiasi

P
erdonaci, Gengis Khan. parte del corpo
Abbiamo tante statue, all’avversario.
ma solo una raffigura te, A destra, una
deformiamo la storia, donna a una gara
non osiamo parlare di te. Perdona- di tiro con l’arco.
ci». L’ultimo successo degli Hongk,
il gruppo rock più amato dai gio- Scuola per monaci
vani della Mongolia, è un inno in Bambini
onore dell’eroe nazionale. Fino a e agnelli Preghiera nel cortile della scuola
tre anni fa era proibito perfino no- A sinistra, due di Ulan Bator, per aspiranti lama.
bimbi nomadi In Mongolia la libertà di culto è
minarlo, pena l’esilio. Ora invece tornata solo quattro anni fa, dopo
l’effigie del principe mongolo, vis- che tengono lo sfascio dell’impero sovietico.
suto tra il 1167 e il 1227, compare in braccio due
sulle banconote, nelle librerie, nel- agnelli. Fino
all’età di tre anni
l’insegna dell’hotel più importante i bambini non
della capitale, Ulan Bator. vengono mai
A lui è dedicato un intero piano chiamati per
del Museo nazionale, per la sua ri- nome per non
scoperta sono sorte numerose as- attirare gli spiriti
sociazioni culturali. Ogni anno, al- malvagi. Quando
la metà di agosto, decine di mi- raggiungono
gliaia di persone si radunano a Ta- i cinque anni
taal, il villaggio natale, dove si vengono loro
tagliati i capelli
trova l’unico monumento a lui de- per la prima
dicato: una statua di granito chia- volta. Già da
ro, che svetta sulla cima del monte bambino il
Dilun Boltok. Fu eretta nel 1962 mongolo ha dei
da Timour Ochir, allora segretario doveri, come
del partito popolare rivoluzionario quello di badare Preghiera e meditazione
mongolo. Per quella iniziativa ven- ai fratelli
più piccoli. Un monaco in preghiera dentro
ne cacciato dal partito e spedito in le mura del monastero di
un gulag per venticinque anni. Gandan, a Ulan Bator. Negli anni
Colpa dei sovietici, che fin dal Quaranta furono distrutti
1924 hanno steso sulla Mongolia la centinaia di templi buddhisti.
loro terribile ala protettrice e han-
▼

Focus 122 Focus 123

Nelle grandi città la vita
quotidiana oscilla fra
tradizione e modernità
no represso in ogni modo i senti-
▼
menti nazionalisti. Tanto più se
ispirati alle gesta del principe mon-
golo che, durante le sue scorri-
bande alla conquista di un impero
esteso dalla Corea al Mar Caspio,
seminò dieci milioni di morti, mol-
ti dei quali russi. Fino a poco tem-
po fa, quindi, chiunque osasse di-
fendere la memoria di Gengis
Khan era considerato controrivo-
luzionario e nemico dell’Urss.
Con la perestrojka, schinechiel
in mongolo, tutto è cambiato. Le
truppe sovietiche hanno lasciato
Ulan Bator, nel 1990 sono state
indette le prime elezioni demo-
cratiche, la Mongolia ha riconqui-
stato, di fatto, la sua indipendenza
politica. E con essa la necessità di
ricostruire le sue strutture giuridi-
che, economiche e sociali, proprio
come hanno dovuto fare gli stati
dell’est europeo.
«Gengis Khan fu il fondatore
dello stato mongolo e il personag-
gio più importante della nostra
storia», dice Davaasambu, diretto-
re del museo di Ulan Bator. «Per
stimolare lo sviluppo della Mon-
golia, dobbiamo ritrovare la no-
stra dignità nazionale. Per esempio
riscrivendo la storia di Gengis
Khan non più secondo l’ottica oc-
cidentale, che lo dipinge come un
pazzo sanguinario, ma secondo
una visione asiatica, più realisti-
ca», aggiunge Sukherdene, del
Partito del progresso nazionale.
E per farlo non esitano ad accet-
tare gli aiuti stranieri: un impor-
tante quotidiano giapponese, Ya-
Paese di altopiani, gelidi d’inverno e roventi d’estate
Lquadrati
a Mongolia si estende su 1
milione 566 mila chilometri
ed è costituita
da una serie di altopiani con
un’altezza media di 1500 metri
(ma alcune cime, negli Altai,
arrivano a 4300 metri). Soltanto
lo 0,9 per cento del territorio
è coltivato (frumento, patate,
avena, orzo), il 79 % è formato
da pascoli e prati, il 9 % da
foreste. Il clima, continentale,
presenta escursioni termiche
notevoli (nel deserto dei Gobi si
passa da 45 gradi d’estate a -45
gradi d’inverno). Gli abitanti sono
circa 2 milioni e mezzo, 546 mila
Focus 124
Tutte in passerella
A destra, tre modelle a una
sfilata di moda nella capitale.
Sotto, un giovane accanto
alla sua tenda, a Khovd, con
una moto di grossa cilindrata.
miuri, ha finanziato, con un milio- fu l’eroe stesso a scegliere il luogo Antico e
ne di dollari, la missione archeo- della sepoltura, in una foresta di
logica. Con sofisticate attrezzature querce, alle pendici del monte nuovissimo
tecniche e la consulenza dell’Ac- Burkhan Khaldun. E fu lui a vole- Una veduta
cademia delle scienze di Ulan Ba- re che restasse segreto: mille ca- panoramica di
tor, 70 esperti hanno cercato la valli calpestarono la terra, per Ulan Bator. Al
centro della
tomba in cui fu sepolto, insieme a confondere ogni traccia. foto, tra le
uno straordinario tesoro, Gengis Oltre a questo, non si sa neppu- tende della
Khan. La campagna di ricerca è re quale sia il monte Burkhan: in periferia e
tuttora in corso. Ma la tomba non Mongolia ne esistono diversi. Se- i grattacieli,
è stata trovata e ora il governo condo alcuni, è da individuare nel- spicca il
mongolo sta trattando con un fi- la regione sacra intorno al villaggio monastero
nanziere americano, Maury Kra- di Tataal, a 450 chilometri da Ulan buddhista
vitz, il quale metterebbe a disposi- Bator e 80 dal confine russo, ed è di Gadan.
zione 5 milioni di dollari. Il fatto è qui infatti che si sta cercando. Le
che nessuno sa, con precisione, do- ricerche condotte sinora con mo-
ve cercare. Secondo la leggenda, derni sistemi di indagine geologica,
▼
Nuovi eroi al posto dei simboli comunisti
Sotto, ancora un’immagine del leader Bator, che si ispira
a Gengis Khan. Accanto, la statua di Stalin appena rimossa.
dei quali abitano nella capitale,
Ulan Bator. E’ una popolazione
giovane: l’80 per cento ha meno
di 35 anni. Il 75 per cento
appartiene all’etnia mongola
orientale, i khalkha. Poi ci sono
kazachi, calmucchi, buriati e altri.
Notevole il patrimonio zootecnico,
la risorsa principale del Paese:
2 milioni e mezzo i bovini,
14 milioni gli ovini, 4 milioni
e mezzo i caprini, 2 milioni 200
mila i cavalli, 560 mila
i cammelli. Fiorente è anche
il commercio delle pellicce:
linci, daini, volpi, lupi, marmotte
e gatti selvatici.
Il suo nome
era “Principe
dell’oceano”
ed è venerato
come un dio
hanno già fatto scoprire 208 tom-
▼
be, che vanno dall’età del bronzo
al XV secolo, che testimoniano
una ricchezza culturale sino a que-
sto momento insospettata.
Ma la gente di Tataal non vede
di buon occhio l’iniziativa: per lo-
ro il “Principe dell’oceano” (que-
sto significa Gengis Khan) non è
solo un personaggio storico, ma
un nume tutelare. A lui hanno de-
dicato un tempio buddhista, e lo
venerano come fosse un lama rein-
carnato. I più sospettosi poi temo-
no che tale impegno straniero na-
sconda in realtà un preciso inte-
resse. Non certo per la cultura, ma
per le smisurate ricchezze mine-
rarie (petrolio, oro, argento, car-
bone, zinco) del Paese, tutte an-
cora da sfruttare. La Mongolia in-
fatti è un territorio economica-
mente vergine: per molto tempo
è stata legata esclusivamente alla
Russia, con la quale tuttora intrat-
tiene il 90 per cento dei rapporti
commerciali (carne e pelli in cam-
bio di obsoleti macchinari e benzi-
na), e verso la quale è in debito di
16 miliardi di dollari. Ma ora può
scegliersi anche altri partner: per-
fino il nemico di sempre, la Cina,
che le fornisce elettrodomestici.
Con il processo di democratiz-
zazione avviato nel 1990 il Paese
ha aperto le porte anche all’Occi-
dente. ma per sfruttare le eccezio-
nali risorse di questa terra occor-
rono enormi capitali. «I primi sono
già arrivati: gli inglesi cercano pe-
trolio nel deserto dei Gobi, mentre
i tedeschi e gli americani hanno
preferito investire nelle industrie
tradizionali mongole (rispettiva-
mente produzione di pellame e
maglieria)», conferma Aldo Col-
leoni, da quest’anno console ono-
rario della Mongolia in Italia, ma
che già dieci anni fa ha fondato a
Trieste l’associazione Italia-Mon-
golia, per gli scambi culturali. «La
crisi che ha segnato il distacco dal-
l’ex Urss (la produzione era crol-
lata del 40 per cento in due anni, il
reddito medio del 33 per cento)
sta rientrando molto velocemen-
te», continua Colleoni. Merito de-
gli aiuti internazionali, ma anche
Focus 126
Lo sguardo
del soldato
Sopra, l’attore
scelto dal
regista Baljiniam
per interpretare
il grande
guerriero
mongolo. A
destra, l’armata
di Gengis Khan
all’assalto. Il film
è stato girato
nella steppa, a
pochi chilometri
dalla cittadina
di Underchirit.
La “Storia segreta” del grande condottiero
Isegreta”,
n tutte le case mongole
c’è un libro, la “Storia
che equivale
al nostro “Vangelo”.
Narra le imprese di
Gengis Khan, ed è stata
scritta da un anonimo,
suo contemporaneo.
Durante il dominio
sovietico sulla Mongolia
il testo fu proibito. Dal
1948 perfino l’uso
dell’alfabeto mongolo
venne vietato, tanto che
le poche copie in
circolazione della
“Storia segreta” erano
in cirillico. Oggi è stata
finalmente stampata
anche in mongolo.
Il vero nome di Gengis
Khan era Temügin,
ed era figlio di un capo
tribù mongolo, Yesüghei
La steppa ieri e oggi
Sopra, il regista Baljiniam con
una comparsa. Siamo negli stessi
luoghi dove visse Gengis Kahn.
della buona gestione di un rinno-
vato partito popolare rivoluziona-
rio, che alle elezioni di due anni
fa ha ottenuto il 95 per cento dei
seggi. E che ha deciso di continua-
re a investire sulla risorsa primaria
del Paese, l’orgoglio nazionale.
Quasi la metà della popolazione
mongola è nomade e si occupa
dell’allevamento. Abitano nelle
gher, le tende di feltro, munite cia-
scuna di un piccolo gruppo elet-
trogeno, radio e televisione, spo-
standosi nella steppa sconfinata,
alla ricerca di pascoli. Si radunano
solo per vendere la lana e, una vol-
ta l’anno, per la loro festa nazio-
nale, il Nadam. Ma quando si ac-
campano, non tollerano di vedere
nessuno all’orizzonte: la libertà è
per loro un valore assoluto.
I nomadi forniscono i soli pro-
dotti d’esportazione del Paese: car-
ne e lana (la Mongolia è la maggior
Bagatur. Nacque nel fisicamente infaticabile. ucciso un nipote che La superiorità dei produttrice di kashmir e cammel-
1167 nella valle dell’
Onon e da bambino
Le conquiste iniziarono
dai popoli confinanti,
gli era molto caro,
Mütügen. Per vendicarlo
mongoli sugli eserciti
stranieri consisteva nella
lo). E il governo ha deciso di tute-
larli, fornendo servizi a domicilio,
condusse la vita tipica tangud e naiman, e fece uccidere ogni velocità e nel vigore centri di assistenza medica gratuita,
della sua gente, popolo
di pastori nomadi che si
spostavano nella steppa
tartari dell’estrema Asia
orientale. Poi Gengis
Khan si rivolse contro
essere vivente della
città, animali compresi,
perché non vi restasse
fisico. Ma in più Gengis
Khan era un grande
stratega, e introdusse
corsi scolastici via radio per i loro
figli. I nomadi restano, insomma, il
portando con sé enormi il fiorente regno dei kin, più alcuna traccia di vita. nelle tecniche di guerra bene più prezioso per una nazione
tende per accamparsi. nella Cina settentrionale Quando morì, nel 1227, una novità: la polvere che vuole risorgere e che ha risco-
Nelle battaglie tra tribù e nel 1215 arrivò a Gengis Khan era il da sparo (o una simile perto un profondo attaccamento
e nelle sfide a cavallo Pechino, che devastò signore di un impero che sostanza incendiaria, alla propria identità. Genetica, pri-
Temügin dimostrò subito completamente. Nel andava dalla Corea mescolata a terra) del ma ancora che culturale: la popo-
il suo particolare valore: frattempo crebbe la sua al Mar Caspio e che tutto sconosciuta agli lazione mongola si distingue da tut-
a 27 anni era già fama di crudeltà sangui- comprendeva la Persia, avversari. L’arma più te le altre (lo riportano tutti i libri
il leader inconstrastato naria: di fronte alle città l’Azerbaijan, la Georgia, importante restava
di tutto il popolo fortificate, non esitava la Russia. Le sue comunque l’arco, che di medicina), anche per una carat-
mongolo e aveva assunto a superare i fossati conquiste furono ultimate i cavalieri usavano teristica e inspiegabile macchia blu
il titolo di Gengis Khan, colmandoli di cadaveri e dal successore, il figlio con grande precisione sulla schiena. Ce l’hanno anche
“principe dell’oceano”. facendovi quindi passare Öghedei, e dal nipote e velocità, anche qualche turco, qualche ungherese,
I successi che seguirono sopra le sue truppe. Batu, che presero quando erano lanciati e qualche indigeno dell’Amazzo-
furono il frutto di una Con la battaglia di Mosca e Kiev e arrivarono al galoppo. nia, segno lasciato dai colonizza-
speciale combinazione: Bamian, si impossessò all’Ungheria, attraversa- Il Khan non disdegnava tori mongoli della preistoria, che
il valore di un uomo dell’impero musulmano rono la Croazia e neppure armi “alternative”: attraverso lo stretto di Bering giun-
di grande carisma e della Corasmia, che si giunsero sulla sponda durante gli assedi sero fin nelle Americhe. ■
intelligenza e la forza estendeva dal Golfo dell’Adriatico, a Sibenik. gettava con la catapulta
di un popolo abituato persico al Parmir, dal Solo la morte di Öghedei nelle città grandi Cristina Mochi
alla cieca obbedienza Kurdistan all’Indo. Ma in impedì che le orde mon- quantità di topi infettati
Gengis Khan, in una figurina Liebig della serie “I grandi conquistatori”. al suo capo e quell’occasione rimase gole invadessero l’Italia. con la peste. Per saperne di più:
AA.VV., Mongolia, Erizzo (Venezia).
Focus 127
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