Comportamento

● Perché la gola ha un ruolo così

La voglia di ma ngiare importante nella nostra vita?

● Perché un alimento ci piace e
un altro no? ● Perché sesso e cibo
Pastasciutta
vanno così
subliminale d’accordo?
La prova
d’assaggio di
diversi tipi di
pastasciutta,
organizzata da
un Comitato
consumatori
americano. La
scelta di alcuni
Q ual è il primo atto di pro-
testa o di ribellione, il
primo ricatto affettivo
nei confronti dei genito-
ri da parte di un bambino che non
sa ancora parlare? Il rifiuto del ci-
cibi e il rifiuto di
altri ha sempre bo. Qual è il primo atto di un e-
spiegazioni a migrato giunto in un luogo stra-
livello inconscio. niero? Cercare un ristorante che
offra i piatti della propria terra o,
più semplicemente,
coltivare un’erba a-
romatica sul proprio
balcone (come il ba-
silico degli italiani o
la molucheia degli
egiziani). Qual è il
primo atto, nel gio-
co della seduzione
di una coppia? L’in-
vito a cena.
Il rapporto con Psicologia
ciò che mangiamo si
Beatrice Bauer.
crea nel momento “Sono gli anziani
esatto della nascita. a dedicare al
«L’uomo sperimen- cibo la maggior
ta il suo primo stato parte del tempo”.
d’ansia dopo poche
ore di vita. Il primo
pianto del bambino,
quello che i pediatri
chiamano proprio
“fame”, è il nostro
primo attacco d’an-
sia. E la prima pop-
pata è il nostro pri-
mo valium, il primo
calmante», sostiene
Ferruccio Antonel- Bambini
li, psichiatra ed e-
sperto di medicina Giorgio Rezzonico.
psicosomatica. “Disturbi dell’
alimentazione
Grassi e magri, sono chiari già in
ascetici e golosi, uo- bambini di 10 anni”.
mini e donne, gio-
vani e vecchi, tutti abbiamo un
rapporto intenso, a volte oscuro,
sempre determinante con il cibo.
Da tempo immemorabile tutti sia-
mo (anche psicologicamente) ciò
che mangiamo. Qualche anno fa,
in Iran, è stato ritrovato lo schele-
tro di un uomo dell’età di Nean-
dertal (da 100 a 70 mila anni fa).

▼
Focus 7
Il nostro corpo
sa riconoscere Mangiare bene,
il buono amare meglio
Schermaglie amorose,
dal cattivo con il cibo protagonista.
Già Sigmund Freud
aveva correlato il
piacere offerto dal
gusto a quello sessuale
Intorno a lui c’erano i resti di al- (nella “fase orale” della
▼

cuni vegetali utilizzati durante il crescita di ogni

rito funebre: otto piante medici- individuo). Secondo le
nali diverse, ma usate ancora oggi statistiche i maschi,
in erboristeria. La conclusione de- Mangio, quando sono innamorati,
gli studiosi è stata unanime: la ca- dunque sono mangiano di più, mentre
Un pasto in le donne soffrono di
pacità di riconoscere istintivamen- inappetenza.
te gli alimenti commestibili, e ad- aereo. Poter
dirittura quelli “curativi”, risale al- mangiare cibi
la preistoria e si è trasmessa fino a un tempo
destinati alle
oggi non soltanto per tradizione élite gratifica,
orale o scritta. Sarebbe addirittura perché dà
stata impressa nella “memoria ge- l’illusione di
netica” dell’uomo, che capisce, an- potersi elevare
che senza preventiva informazio- socialmente.
ne, che cosa gli fa bene e che cosa
gli fa male: in diverse regioni del-
l’Africa, i bambini mangiano fango
e terra quando hanno carenza di
sostanze minerali.

● Il primo cibo
non si scorda mai
I gusti di ciascuno di noi si deli-
neano nella prima fase della vita.
Attraverso il cibo si instaura infat-
ti il primo legame affettivo, cioè
quello con la madre. E proprio al
cibo, anche quando si è adulti e
autonomi nelle scelte, si continua
ad attribuire una funzione conso-
latoria. Quali sono gli alimenti che
rassicurano di più, e sono dunque
più graditi? «Soprattutto quelli che
facevano parte della propria dieta
nel primo anno di vita, e ai quali si
associano per sempre le attenzioni
materne», spiega Giorgio Rezzo-
nico, docente di psicologia presso
la Scuola di specializzazione in
scienze alimentari dell’università
di Milano. «Al contrario, chi da
bambino ha provato una sensazio-
ne spiacevole (per esempio ha as-
sistito a una violenta lite fra i geni-
tori) mentre stava assaggiando un
nuovo cibo, resta condizionato ne-
gativamente. Fino al punto di ri-
fiutare per anni quell’alimento. Ec-
co come nascono le fobie alimen-
tari, cioè l’avversione per la carne,
o il formaggio e così via». (Un
comportamento analogo si regi-
stra, per esempio, tra i malati di
tumore e sottoposti a chemiotera-
pia: il cibo assunto prima del trat-
tamento viene in seguito rifiutato.
Perché? Inconsciamente, si ritie-
ne che abbia provocato il males-
sere causato, invece, dalla terapia
▼
Calorie,
che bontà
Sopra, un pasto
in treno, sul Tgv
francese. A
lato, pranzo
al fast food.
Uomini e
animali tendono
istintivamente
a preferire Le stagioni della nostra alimentazione
i cibi ad alto
contenuto
calorico.
Imodelli
n Italia, dal dopoguerra a
oggi, si sono susseguiti tre
di alimentazione.
è stato sostituito con carni
considerate meno pregiate (il
pollo). L’ingresso delle donne
1. L’opulenza. Fra il 1955 e nel mondo del lavoro ha crea-
il 1970 il rapido sviluppo indu- to la necessità di cibi di facile
striale ha dato a tutti la possi- preparazione: in questi anni
bilità di mangiare meglio e l’industria della surgelazione
di più. Se nel 1951 la spesa è cresciuta del 13%.
riguardava soprattutto pane 3. Il riflusso. Dal 1978 a oggi
e farinacei (21%) una ventina si sono diffuse maggiori infor-
d’anni dopo era la carne mazioni sul corretto consumo
in testa alla classifica (29%). dei cibi. A livello di opinione
2. L’austerità. Negli anni si sono rivalutati i cibi “poveri”
Settanta la crisi petrolifera e e “naturali”. L’industria si
una inflazione fino al 20 per è adeguata, e i prodotti sono
Una famiglia pranza cento hanno spinto a rispar- cambiati, se non altro come
in autogrill: una miare sulla spesa: è sceso immagine (Mulino Bianco, Val-
moda del dopoguerra. il consumo di carne, e il vitello le degli Orti, look ecologico).

Focus 8
Il cibo ci consola, ma ci fa
ingrassare: così ritorna l’ansia
da consolare (con altro cibo)
farmacologica). Si tratta di una
▼
sorta di imprinting alimentare che
è stato anche verificato sperimen-
talmente sui topi: non solo, da pic-
coli, mangiano più volentieri gli
alimenti di cui si cibano gli adulti
che provvedono alla loro nutrizio-
ne, ma in seguito prefreriscono nu-
trirsi dei cibi dei quali si nutrivano
quando erano cuccioli.
● Grasso è bello
(e pericoloso)
A livello generale, l’uomo d’og-
gi tende naturalmente al cibo “dol-
ce e grasso”. Le papille gustative
della nostra lingua distinguono
quattro sapori principali: dolce, sa-
lato, acido e amaro, ma già alla na-
scita il bambino apprezza soprat-
tutto i sapori dolci. Un esperimen-
to compiuto in Germania su un
gruppo di neonati che non aveva-
no assunto alcun alimento a ecce-
zione del latte materno ha dato ri-
sultati chiari: chi riceveva una so-
luzione di acqua e zucchero resta-
va calmo e appagato, chi riceveva
acqua e sale rifiutava immediata-
mente il biberon. Se la predilezio-
ne per il dolce è innata, quella per
il “grasso” sembra acquisita nei se-
coli. La dieta dell’uomo preistorico
era costituita solo per l’11 per cen-
to di lipidi. All’inizio del Nove-
cento eravamo al 14 per cento. Og-
gi il rapporto oscilla fra il 35 e il
40 per cento. Il grasso aumenta la
“palatabilità” dei cibi, li rende più
saporiti: dunque siamo spinti al-
l’assunzione di alimenti ipercalori-
ci anche quando non ce n’è biso-
gno. La contraddizione della mo-
derna alimentazione è in fondo
tutta qui: la componente lipidica
rende i cibi più piacevoli, ma fa in-
grassare, e dunque costringe alla
dieta. Ma la dieta è rinuncia al ci-
bo, cioè al principale elemento
consolatorio dell’uomo: ciò crea
nuova ansia, che porta ad assume-
re altro cibo, e il cerchio sembra
chiudersi in un vortice di nevrosi.
● Che dieta: niente
cibo, niente sesso
Le diete, dunque. «Oggi c’è un’
attenzione per il corpo superiore
rispetto al passato. E questo, natu-
ralmente, si riflette anche sull’ali-
mentazione», dice Beatrice Bauer,
psicologa. «Tanto più che non si
mangia più per semplice bisogno
Focus 10
Tutti insieme,
intorno al tavolo
P erché l’uomo preferisce
mangiare, di solito, in grup-
po? Per secoli, in effetti, pro-
curarsi il cibo è stato difficile,
e mettere il cibo in comune e
condividere il pasto con parenti
e compagni era l’unico modo
per garantire la sopravvivenza
del gruppo. Solo nel Rinasci-
mento, però, si è stabilito che
anche a tavola occorreva
mantenere un comportamento
“corretto”: sono così comparsi
(da prima nelle corti) piatti,
forchette, coltelli individuali, e
si è imposta l’abitudine di man-
giare con moderazione, senza
sputare i cibi non graditi (come
avveniva regolarmente durante
il Medioevo). Con il tempo le
“regole di buona educazione”
si sono diffuse in tutte le classi
sociali, e consentono di man-
giare insieme in spazi ristretti
(da qui i divieti di tenere
i gomiti alzati, e di mangiare e
parlare contemporaneamente).
Tutto il rito del pasto in comu-
ne, comunque, è condizionato
dall’evoluzione dei costumi:
nella famiglia patriarcale il pri-
mo a essere servito era l’anzia-
no, il capofamiglia (da cui di-
pendeva tutta la struttura). Og-
gi sono i bambini che, essendo
diventati pochi, ricevono più
attenzioni: rappresentano,
in fondo, il futuro del gruppo.
di nutrimento, ma per il piacere di
farlo. Ma se è vero che seguire una
dieta può essere anche psicologi-
camente rassicurante (è sempre
rassicurante osservare una rego-
la), è anche vero che non bisogna
farlo in giovane età». Forzare i
bambini, indirizzarli verso un ali-
mento piuttosto che un altro è ad-
dirittura pericoloso. «Se la madre
non rispetta i gusti alimentari del
bambino gli insegna, automatica-
mente, che bisogna sempre asse-
condare le aspettative degli altri.
Così da piccoli si finisce per man-
giare ciò che non piace, e da gran-
di si finirà per nascondere la pro-
pria vera natura, per corrisponde-
re ai canoni sociali». C’è di più: se
i genitori non tengono conto dei
gusti del bambino gli impedisco-
no, in un certo modo, di scoprire la
Chi mangia troppo e chi troppo poco
C hi si nutre troppo,
poco o male riflet-
te sul cibo il proprio
disagio interiore. E
quando mangiare di-
venta l’interesse cen-
trale della propria vi-
ta, e l’unico mezzo per
esprimere le proprie
angosce, si verificano
vere e proprie patolo-
gie alimentari. Di soli-
to queste iniziano a
manifestarsi già nel-
l’infanzia o nell’adole-
scenza, richiedono
sempre una terapia
psicologica e si divido- sono frequenti il sog- Se la mancanza di ap-
no in due categorie. getto tende appunto petito diventa totale,
● Iperfagia: all’obesità, ma se so- fino a provocare una
troppo cibo no rari si può anche magrezza esagerata (e
L’assunzione esagera- essere sottopeso. Un a volte la morte) si
ta di cibo può essere terzo disturbo di que- parla di anoressia: è
costante o saltuaria. sto tipo è la dipsoma- un disturbo che in ge-
Nel primo caso di par- nia, cioè la tendenza a nere colpisce le ragaz-
la di obesità iperfagi- bere (acqua, bibite o ze durante l’adole-
ca: ne soffre il 90 per alcolici), in modo e- scenza e, in generale,
cento degli obesi (co- sagerato. Nella foto è provocata dalla
loro che superano di sopra, un reparto del- mancanza di “autosti-
almeno il 20-25 per l’ospedale per la cura ma” e da una errata
cento il peso ideale), dell’obesità a Pianca- immagine che si ha di
ed è tipica di chi man- vallo (Novara): è in cor- sé. L’anoressia è an-
gia più del necessario, so un esame ergome- che favorita da comu-
velocemente e spes- trico su un paziente. ni (ed errati) modi di
so fuori pasto. Nel se- ● Ipofagia: pensare: secondo una
condo caso si parla di poco cibo ricerca condotta in tut-
bulimia: al bisogno Le cause del rifiuto ta Europa il valore pri-
smodato di cibo si al- ostinatio del cibo van- mario per gli studenti
ternano periodi di nor- no cercate nell’infan- fra 12 e 14 anni è
malità o addirittura di zia, e talvolta nelle a- quello estetico, e la
assenza di appetito. bitudini alimentari del- belleza è identificata
Se gli attacchi di fame la famiglia d’origine. nella magrezza.
Tecniche di
no per esempio cibi “maschili”, dal
assaggio sapore forte e simbolicamente le-
Sopra, test gati al concetto di aggressività (co-
sul sapore di me la carne rossa, il salame, i pe-
prodotti al caffè, peroncini), e altri tipicamente
alla Nestlé. Qui a “femminili” (insalata, pesce, frut-
sinistra, altri test ta). In parte, queste differenze so-
di assaggio di no dovute alla tradizione: nella
fagioli e salsicce cultura contadina che ci ha ac-
nella sede
dell’Adriant, un compagnati dall’alba dell’umanità
istituto francese fino agli inizi del Novecento, gli
di ricerca sulle uomini hanno sempre avuto biso-
tecnologie gno di cibi proteici come la carne,
alimentari. Ogni mentre le donne si accontantava-
cibo è testato da no di alimenti poveri. Esistono,
250 degustatori però, anche motivazioni più sotti-
di ogni età e li. Da numerose ricerche risulta
classe sociale. per esempio che, per il sesso ma-
schile, sbucciare la frutta è imba-
razzante (ci si sente “goffi come
propria natura, di esercitare il sen- che la prima manifestazione d’a- fare entrambe le cose. E di fatto fra la predisposizione al cibo e logi (dati del 1994) agli italiani pia- bambini”) e, visto che gli uomini
so del piacere che nasce con la sco- more», dice il sessuologo Willy Pa- l’organizzazione sociale è avvenu- quella verso il sesso. «Chi è goloso ce molto fare l’amore in cucina (è mangiano bocconi più grandi ri-
perta delle infinite varietà del cibo. sini. E’ un legame antico e primiti- ta grazie alla regolamentazione e apprezza tutto ciò che dà piacere, al secondo posto della classifica, spetto alle donne, si sentono a di-
E questo sarà un trauma che si vo, che affonda le sue radici in una al controllo del cibo e del sesso». e dunque anche il sesso. Chi divo- preceduta dalla camera da letto). sagio di fronte al pesce, un ali-
porterà dietro per sempre. questione molto semplice: la so- Ancora oggi le espressioni d’af- ra velocemente ciò che ha nel piat- mento che richiede piccoli morsi, e
Fra cibo e sesso, poi, il rapporto pravvivenza dell’umanità. «Se non fetto fra amanti hanno chiari rife- to in genere si comporta nello stes- ● Mangiare per lui, con la parte anteriore della boc-
è chiarissimo. Cibo e amore entra- si mangia si muore, e se non si fa rimenti al cibo (“ti mangerei”, “sei so modo nell’intimità, mentre chi mangiare per lei ca, per evitare di ingoiare inavver-
no insieme nella nostra vita. «At- sesso non ci si riproduce. Con la dolce come il miele”, e così via...), non ha mai appetito è probabil- Comunque siano determinati, i titamente qualche spina. ■
traverso il seno la madre dà al civiltà si è passati dal dovere di nu- e tutti i sessuologi sono d’accordo mente anche inibito sessualmen- gusti alimentari seguono sempre Lorenzo D. Mariani e
bambino non solo il latte, ma an- trirsi e di accoppiarsi, al piacere di nel mettere in evidenza il legame te». Tanto che secondo i sessuo- regole ormai ben definite. Esisto- Olga Noel Winderling
▼
Focus 11
La centrale operativa sta Uomini e donne,
nell’ipotalamo: analizza Mente e lingue diverse
stomaco
gli stimoli e dà gli ordini Oliviero Sculati,
nutrizionista. S ulla nostra lingua ci sono
recettori in grado di perce-
pire il dolce, il salato, l’amaro
“L’organismo e l’acido. Ma come variano
viene abituato i nostri gusti alimentari? In
nel tempo ad

L’
uomo ha bisogno di man- lattia, la sindrome di Klei- termini generali, essi sono
▼

avere necessità diversi in base al sesso. Fra la

giare. Come ogni altro es-
sere vivente. E la sua “vita
alimentare” può essere in-
terpretata proprio come un susse-
guirsi di episodi: a una fase di fame
fa seguito sempre un periodo, più
o meno lungo, di sazietà, che si
mantiene fin quando non ritorna il
desiderio di mangiare.
Il meccanismo che regola que-
sto equilibrio nasce dalla presenza
contemporanea di diversi fattori:
segnali interni (come il senso di
riempimento dello stomaco, o l’in-
nalzamento della glicemia, cioè i li-
velli di glucosio nel sangue, nel do-
po pasto), ma anche variabili am-
bientali, come per esempio l’ ap-
petibilità del cibo, che è un fattore
anche culturale, cioè acquisito: in
genere, un piatto di pastasciutta
fumante o una fetta di torta sti-
molano più di due mele.
● Tanti messaggi
da decodificare
In tutti i casi, esiste una centrale
operativa che regolamenta e coor-
dina tutti questi segnali. E’ l’ipo-
talamo, un organo che si trova al-
l’interno del cranio, più o meno
dietro agli occhi: ha il compito di
decodificare i messaggi che giun-
gono al cervello e inviare i mes-
saggi di risposta. Ebbene, sembra
che proprio nell’ipotalamo ci siano
i sistemi regolatori dell’alimenta-
zione: innanzitutto i “centri della
fame”, che se stimolati spingono
l’animale ad assumere altri ali-
menti, e che si trovano nei nuclei
ventrolaterali. L’azione di queste
strutture nervose è compensata da
quella dei “centri della sazietà”,
che si trovano al centro dell’orga-
no, e che arrestano l’introduzione
del cibo. Se negli animali da espe-
rimento viene distrutta la parte
dell’ipotalamo dove si trova il cen-
tro della sazietà, si ha come risul-
tato l’introduzione di grandi quan-
tità di cibo, e l’obesità.
Nell’uomo esiste una rara ma-
ne-Levin, che si manife-
sta proprio con aumento
dell’appetito e tendenza a
dormire più del normale,
ed è dovuta proprio a una lesione
di questa parte dell’ipotalamo.
● Fame da glucosio
L’ipotalamo dunque ha la fun-
zione di recepire i segnali che arri-
vano dal corpo, e di convertirli in
stimoli. L’organismo infatti invia
una serie di indicazioni metaboli-
che, ormonali o più semplicemen-
te nervose, che guidano l’introdu-
zione del cibo. Per esempio, alla
fine di un pasto si ha naturalmen-
te un innalzamento della glicemia,
che non viene completamente
compensato dalla produzione di
insulina. Secondo la “teoria gluco-
statica” il cervello sarebbe in gra-
do di registrare questa aumentata
presenza di glucosio nel sangue e
quindi di bloccare l’ulteriore ap-
porto alimentare. Come? Facendo
“passare la fame”. La glicemia,
dunque, rappresenta un efficace e
semplice segnale per l’organismo:
in caso di digiuno il glucosio scen-
de, e si sente allora il bisogno di
reintegrare le riserve con un pa-
sto, che a sua volta termina non ap-
pena i valori glicemici crescono.
● Calore ed emozioni
Qualcosa di simile avverrebbe
anche con la temperatura corpo-
rea. Un’altra ipotesi elaborata di
recente infatti individua nell’au-
mento termico dell’organismo, che
avviene in seguito al metabolismo
(cioè la trasformazione) delle so-
stanze nutritive, un indice di sa-
zietà. E c’è chi pensa che siano
proprio i grassi accumulati nel tes-
suto lipidico a inviare questi segna-
li inibitori al cervello.
Anche gli stimoli biochimici, pur
se in un modo ancora da definire
meglio, controllano il senso della
fame. Esiste cioè una serie di so-
stanze, in particolare ormoni, ca-
particolari. Molto
pochi sono
i bisogni innati”.
paci di avere effetti sui centri del-
l’ipotalamo. Un composto protei-
co, il neuropeptide Y, è infatti in
grado di “attivare” proprio il cen-
tro della fame, e la sua attività è re-
golata dal sistema limbico, quella
parte del cervello che “organizza”
le emozioni.
Questo spiega, almeno in par-
te, il complesso rapporto che esiste
tra situazioni emotive e assunzione
di cibi. Di norma, infatti, quando ci
si sente depressi si tende a man-
giare più del normale, con parti-
colare predilezione per i cibi ricchi
di carboidrati. L’azione del neuro-
peptide Y sembra anche crescere
in corrispondenza del buio, e ciò
spiegherebbe la necessità di intro-
durre carboidrati
con il primo pasto
della mattina.
Anche il gusto e
l’olfatto possono
giocare un ruolo
importante nella
“gestione” del
senso di fame. Se
in laboratorio si
introduce saccari-
na (dolce ma non
nutriente) diretta-
mente nello sto-
maco di un ratto
l’animale ha sem-
pre fame. Lo stes-
so però non avvie-
ne se lo stesso ci-
bo passa natural-
mente attraverso
la bocca. E’ un fenomeno che sem-
bra superare i meccanismi di con-
trollo dell’organismo di cui abbia-
mo parlato fino a ora: non conta
tanto quello che si mangia, ma co-
me lo si mangia.
Alla fine del pasto, infine, ci si
“sente pieni”. Nello stomaco esi-
stono infatti strutture nervose che
La parte
animale
Nell’immagine
grande, il sistema
limbico del
cervello, cioè il
complesso “centro
di elaborazione”
degli istinti e dell’
umore. Il talamo
è la parte in rosa,
l’ipotalamo il
nucleo arancione.
rilevano lo stato di pienezza del vi-
scere e subito segnalano al cervel-
lo la distensione della cavità ga-
strica, contrastando così l’assun-
zione di altro cibo.
● Controlli cerebrali
«In realtà è soprattutto la nostra
psiche a condizionare la quantità
donne è più diffusa la ricerca
del dolce, mentre tra i maschi
è maggiore la ricerca del
salato. Questa scelta probabil-
mente è dettata anche da
necessità emotive. Alcuni cibi,
in particolare i dolci, possono
infatti indurre un’iperglicemia,
e un aumento della serotonina
nel sangue. Oggi si sa che
questa variazioni metaboliche
possono influire sulla sfera
psicologica, perché un’iperse-
rotoninemia tende a ridurre
lo stress e l’ansia. Forse è per
questo che mangiando una
fetta di torta al cioccolato ci
si sente più tranquilli, almeno
inzialmente. La serotonina,
inoltre contribuisce a control-
lare il senso di fame. Mentre
piccole dosi di zucchero sono
efficaci per mantenere il peso
perché controllano il senso
di fame, lo stesso a volte non
avviene se si usa il dolcifican-
te. Secondo alcuni studiosi
infatti i comuni dolcificanti,
a differenza dello zucchero,
non liberano serotonina.
Glucosio
e sazietà
Test per l’analisi
del livello di
glucosio nelle
urine. Il colore
celeste, nella
scala, indica la
normalità. Un
elevato livello di
glicemia verrebbe
rilevato dal
cervello come
“segnale
di sazietà”.
di alimenti e la scelta dei cibi», di- germente diversa. Il meccanismo
ce Oliviero Sculati, direttore del- di sazietà, per esempio, viene effi-
l’unità di nutrizione dell’ospedale cacemente controllato: basta pen-
di Palazzolo sull’Oglio. «I bisogni sare a chi segue una dieta e affer-
nascono spesso negli adulti da mo- ma che tre mele lo rendono sazio
delli nutrizionali seguiti fin dall’in- come un piatto di pasta (fatto tec-
fanzia, e non da necessità reali del- nicamente impossibile perché gli
l’organismo. Soltanto nel giovane zuccheri della frutta sono semplici,
e nello sportivo la situazione è leg- e quindi vengono assorbiti rapida-
mente, e altrettanto velocemente

Dove nasce la fame

terminano la loro azione). Oppure
a chi riesce a rimanere con un caffè
fino alla cinque del pomeriggio, af-
fermando di non avere fame. In
questo caso, il controllo mentale Dall’alto in basso, successivi
sul senso di sazietà è evidente- ingrandimenti della superficie
mente elevatissimo». ■ della lingua e delle papille.
Federico Mereta
Focus 12 Focus 13
 Natura
Esclusivo: sotto i laghi dei colli Albani ribolle ancora il magma, e il livello del suolo si alza
A cinque chilometri

Sopra il vu lcano
di profondità la
pressione aumenta:
i crateri di Nemi,
Ariccia e Albano
potrebbero tornare
a eruttare lava? Sempre sotto controllo
Sopra, una delle stazioni sismiche
dei colli. A sinistra, l’interno della
stazione: il digitalizzatore raccoglie

I
Castelli romani si stanno sol-
levando. Sotto i piedi degli i dati rilevati da un sismografo.
abitanti di Albano, Ariccia e
Genzano, in una zona lunga
quattordici chilometri, il terreno
lentamente si alza. Cosa sta acca-
dendo? Sotto, a qualche migliaio
di metri di profondità, c’è un vul-
cano ancora attivo.
Non tutti lo sanno, ma i colli Al-
bani (la zona dei cosiddetti Ca-
stelli) sono un edificio vulcanico,
conosciuto dai geologi come “vul-
cano laziale”. «In poco più di qua-
rant’anni, il territorio intorno ai la-
ghi di Nemi e di Albano si è solle-
vato di trenta centimetri. Non sap-
piamo se la zona si stia ancora
alzando oppure se si sia già solle-
vata parecchio e ora stia discen-
dendo. Ma una cosa è certa: que-
sto fenomeno indica un aumento
di pressione in profondità, che si
può spiegare facilmente ammet-
tendo la presenza di una camera
▼

Fuoco e lapilli preistorici

Claudio Chiarabba, geologo: “I
colli sono attivi da 600 mila anni”.
Trenta centimetri in quarant’anni cm
Lago di Albano Lago di Nemi
● ● 30
● ●
●
20

Roma Capannelle

Cisterna di Latina
● ● 10
●

●
●● ● ●●
● 0
Quando la terra trema Alle porte della città 0 10 20 30 Km
Alessandro Amato, sismologo: “I Nella foto grande, Roma Il profilo del sollevamento del terreno, misurato lungo la via Appia. I dati sono stati
terremoti qui sono poco profondi”. (la macchia più scura in confrontati con quelli rilevati dall’Istituto geografico militare nel 1951. Come si
alto) e il vulcano, a destra, vede nello schema, la zona che si è alzata di più è quella dove si trovano i due laghi.
ripresi dal satellite ERS 1.
Le case dei Castelli
sono state costruite
proprio sui crateri
magmatica attiva», spiega Claudio
▼
Chiarabba, dell’Istituto nazionale
di geofisica, che insieme ad Ales-
sandro Amato sta studiando il sol-
levamento dei colli.
La zona che si è alzata di più è
quella che si trova sul margine
orientale dei due laghi: è qui che
sono avvenute le ultime eruzioni,
intorno a 20 mila anni fa. Il vulca-
no laziale, insomma, non è affatto
spento. «In realtà non esiste una
chiara definizione di vulcano atti-
vo. I colli Albani in passato hanno
già avuto lunghe stasi tra un’eru-
zione e l’altra: ora potremmo tro-
varci in una di esse, anche se nel
corso della storia di questo vulca-
no, la quantità di magma è sem-
pre diminuita», chiarisce Amato.
Primi segnali?
Sismi e acqua calda
dalle sorgenti
Questo significa che i Castelli
romani stanno per saltare in aria?
Non esattamente: «Il sollevamen-
to, di per sé, non indica che ci sarà
presto un’eruzione, ma soltanto
che esiste attività profonda: se-
condo i nostri dati la camera mag-
matica dovrebbe trovarsi a oltre 5
mila metri di profondità. Non è
molto grande: potrebbe essere lar-
ga alcuni chilometri. Bisogna te-
nere presente, però, che non si
tratta di un’enorme bolla piena di
magma incandescente, ma di una
rete di canali, ramificati tra le roc-
ce come le radici di un albero»,
aggiunge Chiarabba. Difficile sa-
pere, poi, se e quando il vulcano
laziale erutterà di nuovo: «Con-
frontando la situazione dei colli
Albani con quella di altri vulcani
simili, si trovano esempi contrad-
dittori: i Campi Flegrei nel 1982 si
sono sollevati, ma non è successo
nulla. Il vulcano di Rabaul, in Nuo-
va Guinea, invece, è esploso».
Ma cosa succederebbe se il lago
di Albano e quello di Nemi (che
insieme al cratere di Ariccia sono
le bocche vulcaniche più recenti)
cominciassero improvvisamente a
ribollire e poi a eruttare? «Proba-
bilmente sarebbe un’eruzione di
tipo “freatomagmatico”, come
quelle avvenute alcune migliaia di
anni fa nella stessa zona, provoca-
ta dal contatto tra acque profonde
e il magma», dicono i ricercatori.
Focus 16
Forze sotterranee in azione
Gigante
L’Italia che
che dorme
Il lago di Albano
si trova sopra
uno dei crateri.
Ha eruttato
circa ventimila
si allarga
C
anni fa, ma he cosa succede in pro- adriatica e la Puglia. Più a nord in-
alcuni studiosi fondità, sotto l’Italia, do- vece, nella zona delle colline ro-
sostengono che ve nascono i terremoti e magnole, le montagne si stanno
ci sono state si possono trovare i gia- ancora accavallando sopra la pia-
anche eruzioni cimenti petroliferi? Negli ultimi nura Padana. Inoltre, finalmente si
più recenti. anni sono state fatte molte sco- ha la prova che la crosta sotto il
perte in questo campo: gli Appen- mar Adriatico, davanti alle coste
nini centro meridionali si stanno del sud Italia, è stabile.
estendendo da sud-ovest a nord- Come si è arrivati a conoscere
est, ripiegandosi sopra la costa questi fenomeni? I ricercatori del-
▼
Vulcano
su vulcano
Terremoti
sorvegliati
La penisola a strati
Un particolare La registrazione Pieghe alpine rivolte verso l’Europa Zona ricoperta dalla lava di antiche eruzioni
del plastico che delle onde (Falde austroalpine)
Massiccio metamorfico e cristallino
riproduce la sismiche nella Depositi di origine marina deformati della Calabria
struttura dei colli sala di controllo
Albani. Si vedono dell’Istituto Catena sudalpina e appenninica Zona della placca adriatica
bene i tre crateri nazionale di
di Nemi, Albano geofisica: qui
e Ariccia, che arrivano i dati
si sono aperti dalle stazioni
proprio lungo sismiche italiane.
il margine della La centrale è
caldera, sul bordo sempre in
▲
del grande cratere contatto con la
già sprofondato Protezione civile.
400 mila anni fa.
▲
E’ una delle eruzioni più esplosive presenti nella roccia. Il risultato è rebbe larga al massimo qualche ce ne accorgeremmo presto: au- sia una camera magmatica anco-
in assoluto: l’acqua si trasforma la fuoriuscita di gas incandescenti chilometro, ma questa considera- menterebbero i terremoti e la tem- ra attiva», sottolinea Chiarabba.
improvvisamente in vapore che si che trasportano frammenti di roc- zione non è molto rassicurante: le peratura dell’acqua delle sorgenti. Intanto, per evitare sorprese, l’I-
incanala nel condotto a grande ve- cia e ricadono ad anello, come i case di Albano, Ariccia, Genzano Ci sarebbe tutto il tempo per ridur- stituto nazionale di geofisica si è
locità, facendo saltare eventuali prodotti di un’esplosione nucleare, e Nemi sono costruite pratica- re le conseguenze di un’eventuale attrezzato per tenere sotto con-
“tappi”, o aprendosi nuove vie di intorno al vulcano. La zona coin- mente sui crateri. «Comunque, se eruzione», afferma Amato. trollo i terremoti dei colli Albani, i placca adriatica
uscita, magari lungo fratture già volta da un’eventuale eruzione sa- ci fosse un risveglio del vulcano, cosiddetti “sciami” (piccole scosse
Anche a Larderello che si ripetono a distanza ravvici-
c’è una camera nata per mesi): sul vulcano laziale
Il magma N
magmatica attiva sono state sistemate otto stazioni
spinge sismiche, che mandano dati al
Nel disegno, la Roma O E Quella dei colli, comunque, non computer dell’Istituto. «Se l’attivi- placca euro-asiatica
Rocca di Papa è la sola camera magmatica “cal- tà vulcanica riprendesse, registre-
struttura che
potrebbe avere S da” dell’Italia centrale: ce n’è una remmo terremoti caratteristici,
la camera lago di Albano anche sotto la centrale geotermica provocati dal movimento del mag-
magmatica dei di Larderello, in Toscana, ma (al- ma in profondità. Finora, invece, i
colli Albani. Si meno per ora) non si è sfogata in sismi sono stati causati da scorri-
trova tra 5 e un vulcano.«Per quello che sap- menti tra strati adiacenti di roccia.
10 chilometri di 0 piamo, potrebbero anche esserce- Naturalmente non si può esclude-
profondità. La ▲
freccia indica ne altre: non esistono studi, per re che anche questi movimenti sia-
0 50 100 150 200 250
la zona dove
rocce calcaree zona dove nascono esempio, sui vulcani dell’alto La- no provocati indirettamente dalla
i terremoti 5
si è verificato zio. Sotto i monti Vulsini, Cimini e presenza della camera magmati- km placca ionica
il maggiore Sabatini, che per centinaia di mi- ca», concludono i due ricercatori.
sollevamento gliaia di anni hanno eruttato enor- Come dire: probabilmente non e- La carta geologica dell’Italia, molto schematizzata. Lungo piani
detti “di faglia” si trovano le linee che separano le placche
del territorio. km 10 mi masse di lava, si sa che c’è calo- rutterà, ma non si sa mai. ■ crostali. Un’altra faglia divide a metà la catena appenninica.
camera magmatica antichi canali per il magma
re. Ma non si sa se a provocarlo Raffaella Procenzano
Focus 17
In Emilia Romagna le montagne stanno ancora
nascendo e in Campania la crosta si schiaccia

Come un rabdomante
Paola Montone, geologo: “Se
si conoscono le direzioni in Nelle viscere della terra
cui agiscono le forze crostali, A sinistra, una trivella dell’Agip sta
si possono ricavare dati utili perforando un pozzo. In alto, il
per la ricerca del petrolio”. dipmeter, lo strumento che misura
il grado di deformazione dei pozzi.

l’Istituto nazionale di geofisica, in verso la periferia: in questo caso, la

▼

collaborazione con l’Agip e con zona vicino alla pianura», spiega

l’Enel, stanno studiando centinaia Paola Montone, dell’Istituto na-
di pozzi perforati lungo la peniso- zionale di geofisica.
la per cercare petrolio, metano e
calore geotermico. E la forma dei ● Lazio, Campania, Basilica-
pozzi permette di “vedere” quello ta. L’Appennino, in queste regio-
che accade in profondità. A tre, ni si sta distendendo: «Gli strati di
quattro o cinque chilometri sotto- roccia stanno subendo un’esten-
terra agiscono infatti sforzi e ten- sione in direzione nord-est. I ter-
sioni (i cosiddetti stress): sotto la remoti che si verificano qui sono
spinta degli strati di roccia, la se- proprio dovuti a questo “stiramen-
zione dei pozzi cambia forma, per- to”. La catena appenninica meri-
de quella perfettamente circolare e dionale, comunque, è ancora in
diventa ovale. Certo, sono defor- sollevamento e i sismi contribui-
mazioni di pochi centimetri, ma scono a modellare il territorio».
sono le stesse che, accumulandosi ● Emilia Romagna. L’Appen- conseguenze della nascita degli
per milioni di anni, fanno nascere nino romagnolo è in piena com- Appennini. Quando si formano le ● Puglia. Qui mancano quasi
le montagne e fanno accavallare pressione: «I nostri dati, ricavati montagne, infatti, la fase di massi- del tutto i terremoti. Questa regio-
l’una sull’altra intere porzioni del- dallo studio di un pozzo profon- ma compressione procede come ne è stabile: «I pozzi che abbiamo
la crosta terrestre. do oltre cinque chilometri presso un’onda, che lascia il centro della analizzato sono rimasti circolari.
Ecco i risultati ottenuti dagli stu- Forlì, hanno dimostrato che que- catena montuosa (dove il solleva- E’ stata una scoperta, perché fino-
di più recenti: sta zona sta ancora subendo le mento avviene prima) e si sposta ra non c’erano dati sugli stress che
agiscono all’interno della crosta
sotto l’Adriatico», continua Paola
Un Paese fatto di antiche paludi Montone. Questo significa che la
cosiddetta “placca adriatica” (una
Iimmensa
l fondo di un oceano,
un arcipelago e poi un’
palude: ecco
una parte della Toscana
e della Sardegna. Erano
soprattutto lagune, abi-
dale, ricco di alghe, vive-
vano crostacei e diverse
specie di pesci.
la vita marina.
■ Infine, intorno a 65 mi-
lioni di anni fa, il livello
porzione di crosta che comprende
parte dell’Italia e della Jugoslavia)
come si è trasformata l’I- tate da molluschi e pe- ■ Poi, nel Giurassico (a del mare si è abbassato. in questa zona non sta penetrando
talia nel corso delle ere sci primitivi. partire da 190 milioni di Una dietro l’altra sono sotto la dorsale appenninica. In
geologiche. ■ Successivamente, è anni fa) la situazione è emerse la Puglia, la Ca- passato, invece, una lunga fascia di
■ Intorno a 240 milioni emersa l’Italia centrale. cambiata: il mare ha ri- labria, la Campania, e poi crosta si era inserita sotto la Cam-
di anni fa, l’Europa era In quel periodo i vulcani coperto di nuovo tutte le ancora il Lazio, il Molise, pania e la Calabria.
una piccola parte della della zona veneta e tren- terre emerse, la Pangea il Veneto. Tra 10 e 6 mi-
Pangea (il maxicontinen- tina erano in piena atti- si è spaccata, formando i lioni di anni fa, mentre ● Calabria. Qui lo scorrimento
te che riuniva tutte le ter- vità. Il clima era di tipo vari continenti, e gli o- l’Africa si saldava all’A- della placca ionica sotto l’estremità
re emerse) e l’Italia era tropicale: l’Italia era for- ceani hanno raggiunto la sia, sono nate le Alpi, se- meridionale dell’Appennino è at-
quasi totalmente som- mata da isole circonda- loro massima espansio- guite dagli Appennini. tualmente attivo. La placca è già
mersa. Affioravano sol- te da scogliere coralline ne. Per quasi 100 milioni L’ultima a uscire dal ma-
tanto alcune zone: quella molto estese, come quel- di anni le ammoniti, un re è stata la pianura Pa- arrivata sotto il fondale tirrenico, a
dove oggi si trovano le Al- le che hanno formato le gruppo di molluschi ce- dana: si è formata solo profondità di quasi 500 chilome-
pi occidentali e centrali, Dolomiti. Sul basso fon- falopodi, hanno dominato 5 milioni di anni fa. tri, e provoca terremoti anche piut-
tosto forti. ■
Focus 18
Sport - Sono i velivoli più leggeri: uno scheletro di tubi, un motore, e una copertura di tela

Le farfalle mecc aniche Eppure volano

Sopra, lo Storch
competition, un
ultraleggero
monoposto.
Accanto, il Rutan
vary eze: dispone
di un autentico
motore
aeronautico, ma
viene venduto in un
kit di montaggio.

M
eno di venti milioni
per comprare l’“ae-
reo”, tre milioni per
imparare a pilotarlo:
con il prezzo di un’auto di media
cilindrata, quasi 10 mila italiani
hanno realizzato il sogno di volare.
In realtà, l’aereo non è proprio ta-
le, perché non è costruito da un’a-
zienda e con materiali entrambi
Giovani piloti certificati (cioè approvati dal Re-
Gabriele Bonucci, gistro aeronautico italiano, l’ente
presidente del club che sorveglia la sicurezza degli ae-
Air folies. “A 16 rei) e il pilota non deve avere il tra-
anni si può ottenere dizionale brevetto. Ma la legge 106
l’attestato di volo”. del 1988 dice che gli Ulm, gli ul-
traleggeri a motore (autogiro, mul-
tiasse, paramotore o pendolare)
possono volare. E così, ogni fine
settimana, i cieli italiani intorno
agli oltre 400 “campi di volo” abi-
litati a ospitarli, pullulano di mac-
chinette volanti delle forme più di-
sparate e dai nomi misteriosi.
Unico problema, Come sono fatti gli Ulm? Ne
l’ossigeno esistono numerose famiglie, ma a
Nel 1986 un pilota Corsi di decollo unificarle ci sono le caratteristiche
ha raggiunto con Salvatore Caiazzo, date dalla legge: meno di 300 chi-
un ultraleggero istruttore. “Un corso logrammi di peso a pieno carico
la vetta più alta per paramotore se monoposto, e 450 chilogrammi
d’Europa, costa un milione se biposto, e velocità di stallo
il monte Bianco. e mezzo”. (quella al di sotto della quale di-

▼
Focus 21
 Deltaplani
a motore
Accanto e in
IL PARAMOTORE basso, due foto di
un pendolare a
due posti in volo.
Per pilotarlo si
sfrutta il peso
del corpo, proprio
come se fosse
un pendolo.

Appesi
al cielo
Nella foto
grande, un
paramotore in
volo. Accanto, il
recupero della
vela dopo
l’atterraggio.
L’elica consente
di volare fino
a 80 km all’ora.

E nell’emergenza? C’è il
IL PENDOLARE
paracadute balistico,
studiato per le basse quote
minuisce bruscamente la forza so- vate agli aerei normali. Non si pos- autogiro a marcia indietro. Co- zonio, istruttore presso il club ● Il paramotore: con l’elica paracadute alle proprie spalle e si quella di Salvatore Caiazzo a Mi-
▼

stentante e si rischia di precipitare)
inferiore ai 65 chilometri orari.
«Qualunque mezzo con questi re-
quisiti, e assicurato contro i danni
a terzi, può essere portato per aria
da un pilota dotato di un attestato
di idoneità al volo da diporto e
sportivo, il cosiddetto Vds, otteni-
bile anche a sedici anni», spiega
Gabriele Bonucci, presidente del
club Air folies di Concorezzo (Mi-
lano). Con qualche limitazione: si
può volare solo a quote inferiori a
150 metri durante la settimana e a
300 nei fine settimana. Non si può
volare vicino ai confini né, senza
una speciale autorizzazione, nelle
aree intorno agli aeroporti riser-
sono sorvolare zone militari, centri
abitati e assembramenti di perso-
ne. E infine non si possono usare
radio ricetrasmittenti.
Ma, oggetti volanti così in-
consueti sono affidabili?
«Oggi la qualità di alcuni
modelli è tale che potreb-
bero essere certificati come ve-
ri aerei», sostiene Alberto di Giu-
lio, responsabile della commissio-
ne sicurezza dell’Aero club d’Ita-
lia. Secondo le statistiche del 1993,
su 250 mila ore di volo si sono avu-
ti soltanto 16 incidenti mortali, me-
dia vicina a quella degli aerei tra-
dizionali. «Ma dodici di questi in-
cidenti furono dovuti probabil-
mente a errori umani, il che in
genere significa soprattutto man-
canza di buon senso», fa notare
Eric Kustatscher, presidente del-
l’Aivu, l’associazione degli ultra-
leggeristi. In un caso, per esempio,
un pilota aveva slacciato le cinture
di sicurezza per mettersi in piedi
sul pendolare, e in un altro il pilo-
ta aveva tentato di far volare un
munque, per i casi di emergenza
esiste il paracadute balistico, una
specie di cannone, del costo di cir-
ca tre milioni, che garantisce l’a-
pertura del paracadute anche alle
basse quote tipiche del volo ultra-
leggero (da 30 a 100 metri, a se-
condo dei tempi di reazione e del-
la velocità della macchina).
Ma la migliore cura per gli inci-
denti è un buon addestramento.
«Mediamente l’attestato Vds si ot-
tiene frequentando una decina di
lezioni teoriche su meteorologia e
motori, medicina e aerodinamica,
legislazione aeronautica e naviga-
zione, con le quali si prepara un e-
same a quiz», spiega Franco Gar-
Astra di Mezzana Bigli (Pavia)
«Le lezioni di volo sono invece al-
meno 15 di circa 20 minuti, al ter-
mine delle quali si affronta un esa-
me pratico di fronte alla commis-
sione dell’Aero club d’Italia. Per
pilotare un biposto occorre un al-
tro esame che si può affrontare sol-
tanto dopo un minimo di 30 ore di
volo». Questi requisiti potrebbe-
ro però cambiare se entrerà in vi-
gore una legge di abilitazione Vds
europea: prevederebbe un mini-
mo di 20 ore e almeno tre voli con
atterraggio a più di 100 chilometri
di distanza. La differenza con il
normale brevetto di pilotaggio si
riduce sempre più.
sulle spalle
Per salire appesi a un paraca-
dute alla velocità di un paio di me-
tri al secondo basta prendere una
normale “vela” per parapendio,
di quelle utilizzate per lanciarsi
dalle montagne, e infilare sulle
spalle uno zaino dotato di un pic-
colo motore. E’ forse il modo più
sicuro di volare, e anche il più eco-
nomico: «La vela costa tra i tre e i
sette milioni, ai quali vanno ag-
giunti da tre a sei milioni per lo
zaino», dice Andrea Boschi, tito-
lare della Paradelta di Parma, il
maggiore costruttore italiano. Per
il resto ci si comporta come per il
lancio da un declivio: si distende il
fanno quattro o cinque passi di
corsa tenendo alzati i fasci di funi
del paracadute finché questo non
si gonfia. Poi, si dà gas al motore:
pochi altri passi (a seconda della
potenza del motore) e ci si stacca
da terra raggiungendo presto ve-
locità dell’ordine di 80 chilometri
all’ora. La regolamentazione dei
paramotore non è ancora definiti-
va: per essere perfettamente in re-
gola occorrerebbe infatti l’attesta-
to Vds, ma si sta preparando un at-
testato appositamente studiato per
questo settore, più economico.
Esistono già 45 istruttori, ma
non sono ancora ben definiti i cor-
si. Tra le scuole si possono citare
lano (tel. 02/89.53.43.50) e poi a
Genova (tel. 0337/26.21.59), a Ca-
stelluccio di Norcia (tel. 0746/
68.81.91) e a Roma (tel. 0330/
64.97.16). In Italia le vele sono pro-
dotte da Paradelta e Freestyle, di
Arco (Trento).
Inoltre si importano le vele sviz-
zere Ailes de K, Paratech, Advan-
ce e Swing, le francesi Luba, le in-
glesi Airwave, la tedesca Flight de-
sign, la ceca Mac para technology,
le austriache Angel e infine la co-
reana Edel, leader sul mercato
mondiale. Per i motori, sono di-
sponibili i modelli di Lightfly, Te-
chnic’air, Fly Castelluccio, Atom,
Prodelta, Jet pocket.

▼
Focus 22 Focus 23
Gli elicotteri? Quelli in scatola costano 25 mila dollari
● L’elicottero: il fuoristrada

Una libellula nel rotore
Sopra, l’italiano Dragon Fly: è l’unico
elicottero ultraleggero biposto
che esista al mondo. Accanto,
l’interno della cabina di pilotaggio.
L’ELICOTTERO
▼
dei cieli
Sono più difficili da pilotare e
più cari, ma la tecnologia oggi con-
sente di realizzare in versione ul-
traleggera anche gli elicotteri. Esi-
stono anche modelli da costruire
in casa, come il Mini 500 (venduto,
negli Stati Uniti, a circa 25 mila
dollari) o il CH-7 Angel (si può
acquistare alla Elisport di Torino),
disponibili solo in scatola di mon-
taggio. Un progetto originale è il
piccolo Apis II, a turbina, realiz-
zato da Orlando Baggioli, un pen-
sionato di Trezzo sull’Adda (Mi-
lano). Questi modelli sono tutti
monoposto e questo è un limite:
infatti, non si può imparare a pilo-
tare con essi, perché non hanno-
posto per l’istruttore. Perciò, può
usarli solo chi ha già il brevetto.
Le cose cambiano con il Dra-
gon fly, realizzato dai fratelli An-
gelo e Alfredo Castiglioni, co-
struttori delle motociclette Cagi-
va. E’ l’unico l’elicottero biposto
che appartenga alla categoria degli
ultraleggeri, e dopo migliaia di ore
di prova è ormai prossimo a esse-
re “certificato”: diventerà così un
elicottero vero, autorizzato a svol-
gere lavoro aereo. Per esso sarà
addirittura inaugurata una nuova
categoria di velivoli: i “very light
rotorcraft” (velivoli a rotore molto
leggeri). Il Dragon fly ha la strut-
tura in titanio e costa 157 milioni,
poco più della metà di un normale
biposto. Un’ora di volo costa circa
centomila lire. La Dragon fly ha
aperto una sua scuola a Cucciago,
vicino alla fabbrica (ce ne sono al-
tre a Ozzano, Piacenza, Iesi e Ca-
serta): con 12 milioni e mezzo si
effettuano 30 lezioni di teoria e 30
in volo e in tre o quattro mesi si ot-
tiene l’attestato di idoneità speci-
fico per gli elicotteri Ulm.

● Il pendolare: il corpo del

pilota diventa un timone
All’origine degli Ulm c’è un
progetto dell’ingegnere aeronau-
tico americano Francis Rogallo:
un’ala che più tardi si ipotizzò di
usare per il rientro delle navicelle
spaziali. Deltaplani e Ulm pendo-
lari, per quanto ormai diversissi-
Frullini volanti mi dai prototipi di Rogallo, ne con-
Sopra e a destra, servano l’idea principale: un’ala
due “autogiro”: per flessibile triangolare, in tessuto e
decollare devono tubi metallici, controllata spostan-
prendere 50 metri
di rincorsa, ma do il peso del pilota sotto di essa
una volta in aria si (da cui l’aggettivo pendolare).
comportano quasi «Per girare a destra si afferra la
come veri elicotteri. barra del trapezio (posta orizzon-
Costo: da 25 milioni. talmente davanti al pilota) e si spo-
▼

Focus 24
Gli ultraleggeri discendono da progetti spaziali mai realizzati
sta il corpo a destra, il che equi-
▼
vale a spingere la barra a sinistra»,
spiega Franco Garzonio, istruttore
presso il Club Astra. «Per salire si
spinge la barra in avanti, alzando il
muso della vela: l’esatto contrario
di quanto si fa per eseguire le stes-
se manovre con un aereo». A dif-
ferenza del deltaplano, il pendo-
lare ha un carrello (o trike, trici-
clo, per gli iniziati). Nella parte po-
steriore, alle spalle del passeggero
e del pilota, si trovano l’elica spin-
gente e il motore, in genere a due
tempi e di potenza intorno a 50
cavalli. Possono essere protetti o
meno da una carenatura, ma la
presenza del trapezio impone sem-
pre una cabina aperta, esposta al
vento. Il tutto è sostenuto da tre
ruotine oppure dai galleggianti per
i pendolari idrovolanti. Un caso a
parte è rappresentato dal “gom-
mone volante” della Polaris di
Gubbio: la parte inferiore del car-
rello è sostituita da un gommone.
Con la stessa macchina si può cor-
rere sull’acqua come con un po-
tente motoscafo o decollare in un
centinaio di metri e raggiungere
una velocità di 80 chilometri all’o-
ra. Tra i modelli più diffusi gli Air
creation (tel. 0525/ 99.539), i Pola-
ris (tel. 075/92.00.34), i Rossi Soavi
(tel. 0535/87.342), i Mainair sports
(tel. 02/42.54.68) e i Motodelta (tel.
0381/34.54.65).
● Il tre assi semplice: tubi e
“pelle” di tela
Tubi e tela: questo nome indica
una delle famiglie di ultraleggeri
IL “TRE ASSI”
Sopra, un classico ultraleggero in tubi e tela: la
struttura, però, è la stessa di un aereo vero. Accanto,
una dimostrazione di manovrabilità: il giro della morte.
più popolari, caratterizzata da una
delle tecnologie più semplici, leg-
gere e affidabili. Una struttura di
tubi saldati costituisce il supporto
dei sedili e del motore, e si pro-
lunga all’indietro per sostenere i
piani di coda. Quest’ultima carat-
teristica consente di manovrare la
macchina appunto intorno ai tre
assi ortogonali: a destra o a sini-
stra, in alto o in basso, e intorno a
se stesso (l’avvitamento nell’aria).
Le ali e i piani di coda sono rivestiti
di solida tela sintetica, e il velivolo
può raggiungere anche la velocità
di 140 chilometri l’ora, purché il
posto di pilotaggio sia coperto da
una carenatura aerodinamica. Il
costo minimo di una macchina di
questo tipo è di circa venti milioni.
Si possono citare i vari modelli di
Quicksilver, importati in Italia da
Groppo (tel. 0384/88.097), il Fire
fox (Euro fly, tel. 049/59.65.464) e
il Tucano, della Ferrari Ulm (tel.
0425/57.316).
● Il tre assi elaborato: un
economico di lusso
Per i puristi non sono più ultra-
leggeri: costano svariate decine di
milioni, si pilotano da una cabina
chiusa... insomma sono quasi ugua-
li agli aerei da turismo. Secondo i
loro sostenitori, però, i “tre assi
elaborati” mantengono molti dei
vantaggi degli ultraleggeri, con in
più una velocità e un comfort che
permettono di affrontare viaggi
più impegnativi. Certo sono più
economici di un aereo vero e pro-
prio, sia al momento dell’acquisto
sia nell’impiego. Queste macchi-
ne volanti, infatti, possono essere
registrate sia come aeroplani leg-
geri (Very light aeroplane) sia co-
me Ulm. In quest’ultimo caso un
Aeroclub può dimezzare i costi di
addestramento, e chi ha già un bre-
vetto può permettersi di mante-
nerlo (se non si volano almeno ot-
to ore all’anno il brevetto decade)
a costi più contenuti.
Oggi è possibile acquistare aerei
ultraleggeri di lusso capaci di sfrec-
ciare a oltre 200 chilometri all’ora
per meno di 80 milioni, come il P
92, il Gtr 300 della Infa air (tel.
02/95.32.04.23), il Flash della Euro
fly (tel. 049/59.65.464), lo Storch
della Fly synthesis (0432/ 99.24.82).
A prezzi inferiori si trovano mac-
chine come il Pluto della Aeropla-
st (tel. 0131/58.54.58). Esistono
inoltre anche idrovolanti di que-
sta categoria, come il Buccaneer
della Sky sport Europe (tel. 0565/
70.52.06). ■
Maurizio Maggiore
I nipotini
di Icaro
A sinistra, un
ultraleggero per
piloti esigenti:
dispone
addirittura di una
cabina chiusa. Tra
i modelli “tubi e
tela” di maggior
successo, ce n’è
anche uno di
fabbricazione
italiana: si chiama
Groppino, e costa
una ventina
di milioni.
Scienza
Tavole trigonometriche, spettroscopi, fotometri: così si calcolano le distanze cosmiche
MISURARE L’UN IVERSO
Q uanto distano i confini
dell’universo? E’ molto
difficile dirlo, ma non
perché non si riescano a
misurare le distanze degli oggetti
cosmici. Al contrario, i sistemi di
misura sono molti, e si sono anda-
ti raffinando sempre più, a mano a
mano che l’umanità si rendeva
conto di quanto immensi fossero
gli spazi siderali. Osservando la
storia dell’astronomia si nota in-
fatti come i limiti del cosmo si sia-
no spostati progressivamente ver-
Focus 28
so l’esterno, di pari passo con i mi-
glioramenti dei telescopi e l’afflui-
re di nuove osservazioni. In questo
senso, la massima accelerazione si
è avuta nell’ultimo secolo. Dal 150
avanti Cristo, data in cui fu per la
prima volta correttamente stimata
la distanza della Luna (che è di cir-
ca 300 mila chilometri), si deve ar-
rivare al 1838 per arrivare alla pri-
ma valutazione di una distanza
stellare: soltanto in quell’anno, in-
fatti, l’astronomo britannico Tho-
mas Henderson scoprì che Alfa
Centauri si trova a 4,3 anni luce
dal Sole, ovvero a circa 40 mila mi-
liardi di chilometri di distanza.
● Nel 1913, fu misurata per la
prima volta la distanza di oggetti
esterni alla galassia, le Nubi di Ma-
gellano, e si scoprì che l’universo si
estendeva almeno fino a 150 mila
anni luce da noi.
● Un progresso decisivo avven-
ne nel 1929, quando l’astronomo
statunitense Edwin Hubble scoprì
che l’universo si espandeva, cioè
che le galassie si allontanavano l’u-
na dall’altra a una velocità cre-
scente. La scoperta si basava sul-
l’osservazione del “red shift”: la
luce delle galassie, cioè, risultava di
frequenza più bassa del normale
(ovvero spostata verso il rosso), e
questo significava che esse si sta-
vano allontanando. Perché? Per-
ché anche la luce subisce l’effetto
doppler, ovvero quel fenomeno
che fa sembrare più basso il suono
di un’ambulanza che si allontana, e
più acuto il suono di un’ambulan-
za che si avvicina.
● L’ultimo passo avanti risale
al 1963, quando fu scoperta la pri-
ma quasar: una galassia lontanissi-
ma, individuabile soltanto con il
radiotelescopio, il cui “red shift”
era tale da far pensare a distanze
superiori ai dieci miliardi di anni
luce. In seguito si scoprirono altre
galassie simili (le cosiddette qua-
sar), ancora più lontane.
Di fronte a distanze così im-
mense, perfino le tecniche di mi-
sura più avanzate cominciano a
fornire risposte contraddittorie, e
gli astronomi si confrontano in ac-
cese dispute scientifiche su quali
siano le vere dimensioni dell’uni-
verso. Insomma, sappiamo che l’u-
niverso è molto più grande di
quanto credevamo un secolo fa,
ma quanto più grande sia è ancora
tutto da accertare. Vediamo però
quali sono le principali tecniche
impiegate per misurare le immen- Scrutando il cielo
se distanze cosmiche, e le difficoltà Le cupole dell’osservatorio
pratiche che ciascuna di esse pone di Kitt Peak, in Arizona.
ad astronomi e cosmologi. ■ Come dimensioni è il quinto
Mauro Gaffo
▼
telescopio riflettore del mondo.
Focus 29
 1 - La triangolazione: come i marinai Orbita apparente
della stella Nel super market dell’universo ogni galassia ha il suo codice a barre
E’ il sistema usato
nell’antichità per
misurare le distanze
due punti che la Terra
raggiunge a distanza
di sei mesi): questa
mezza questo angolo,
se ne calcola la tan-
gente (una grandezza
della Luna e dei linea si chiama “asse ricavabile con metodi
pianeti. Si basa sulla maggiore dell’orbita”, geometrici) e si divide Stella
trigonometria, una e la sua lunghezza il semiasse maggiore
branca della matema- è ben nota. A questo dell’orbita terrestre Angolo al
tica che permette punto gli astronomi per la tangente dell’ vertice
di calcolare tutti gli calcolano l’angolo al angolo. L’unico pro-
elementi di un trian- vertice del triangolo. blema è che gli angoli
golo rettangolo cono- Come? Ricostruendo da misurare sono
scendone solo un lato l’orbita apparente di piccolissimi, inferiori
e un angolo. In prati- Alfa Centauri: la al secondo d’arco, e
ca, se gli astronomi stella, infatti, sembra diventano sempre più 1
vogliono conoscere la muoversi lungo un’el- piccoli con l’aumenta- Massimo Massimo
distanza di Alfa Cen- lisse (mentre in realtà re della distanza. La di luminosità di luminosità
tauri, costruiscono un è la Terra che si muo- conseguenza è che
immaginario triangolo, ve), e questa ellisse le misure diventano
la cui punta è proprio viene “vista” dalla sempre più incerte: si
Alfa Centauri. La Terra sotto un certo ritiene che la triango- Asse orbitale
base, invece, è la angolo, misurabile lazione dia risultati
linea che congiunge con una versione accettabili solo per
due punti opposti dell’ molto raffinata del distanze non superiori Terra
orbita terrestre (cioè sestante. Infine, si di- ai 100 anni luce.

2 - La spettroscopia: un metro ad arcobaleno

S i tratta di un metodo
indiretto, e questo
forse è il suo limite
maggiore, ma funziona.
Il principio su cui si
basa è semplicissimo:
la luminosità apparente
di qualunque oggetto
(sia una stella, sia una
lampadina) diminuisce
con il crescere della
distanza, ma se si cono-
Prisma
sce la luminosità reale
dell’oggetto (per esem-
pio, se sappiamo che
i gas presenti nella
stella assorbono alcune
particolari frequenze
la lampadina è da 100 luminose. E’ proprio
Watt) allora si può questa serie di righe
calcolarne la distanza che permette di classifi-
proprio misuran-
do la diminuzio-
care con esattezza una
stella, e determinare
3 - La fotometria: si usano
ne di luminosità.
Ma come si fa
così quale dovrebbe
essere la sua luminosità
le lucciole cosmiche
a conoscere la reale (o, in termine tec-

Stella
luminosità reale
di una stella?
nico, magnitudine asso-
luta): le righe corrispon-
S istemi di misura-
zione come la
triangolazione e
si è scoperta anche
un’altra caratteristica:
più lungo è il periodo
Grazie al suo dono infatti alla sua la spettroscopia non e maggiore è la lumi-
Separazione dei colori

“spettro”, cioè il composizione, e quest’ permettono di spin- nosità (disegno 2).

Stella
Stella
N elle galassie più lonta-
ne nessuna singola stel-
la è più distinguibile, quindi
l’unico dato che abbiamo a
disposizione per determina-
re la distanza è quello della
luminosità complessiva. Ma
che informazioni possiamo
trarre da una macchia di lu-
ce appena distinguibile nel
buio? Ben poche, se non u-
sassimo nuovamente il me-
tipo di luce che ultima permette di gersi al di là della Supponendo dunque
emette. Lo spet- risalire alla luminosità. nostra galassia, la Via che anche le cefeidi
tro si ricava fa- Il limite di questo Lattea. Per stimare la di altre galassie ab-
cendo passare sistema è la necessità distanza di oggetti più biano la stessa carat-
la luce attraver- di avere una quantità lontani, gli astronomi teristica, misurandone
so un prisma, e minima di luce per devono quindi ricorre- il periodo si può
scomponendola ricavare lo spettro, e re a tecniche ancora risalire alla luminosità
nei colori fonda- oltre i 10 mila anni luce più indirette e mac- reale. Dopodiché, il
mentali: nella anche la luce delle chinose, come il co- confronto tra lumino-
successione dei stelle più brillanti diven- siddetto “metodo del- sità reale e apparente
colori compaiono ta troppo tenue per le cefeidi”. Le cefeidi consente di calcolare
alcune righe consentire l’uso del sono stelle molto la distanza con un’
nere, perché sistema spettroscopico. speciali, e presenti in approssimazione,
ogni galassia. Anziché secondo gli scienziati,
avere una luminosità di circa il 20 per cen-
più o meno costante to. E’ stato proprio
infatti esse pulsano, questo sistema che
Red shift: fino ai margini dell’infinito proprio come lucciole. ha permesso di sco-
Il periodo di ciascuna prire, nel 1924, che la
todo spettroscopico: la luce
di qualunque galassia, in-
fatti, una volta scomposta
dice a barre più o meno spo-
stato verso la parte rossa
dello spettro: si tratta del
stanza, il che significa che
basta moltiplicarlo per un
numero sempre uguale, la
calcolate con altri metodi
(per esempio quello delle
cefeidi). Putroppo queste
cefeide (cioè il tempo
che passa tra due
“nebulosa” chiamata
Andromeda era in
istanti di massima realtà un’altra galas-
nell’arcobaleno di tutti i co- fenomeno chiamato “red costante di proporzionalità, misurazioni sono delicatis- luminosità, disegno 1) sia distante ben 700
lori presenta alcune tipiche shift”. Oggi sappiamo che lo e si arriva automaticamente sime, e bastano errori mini- è costante, ma varia mila anni luce da noi.
righe nere, collocate sem- spostamento è proporziona- alla distanza. Resta la diffi- mi per renderle inattendibili. da stella a stella. Finora grazie a questa
pre nelle stesse posizioni... le alla velocità di allontana- coltà di determinare questa E’ per questo che le attuali Osservando le stelle tecnica gli astronomi
un po’ come uno speciale mento, e che quanto più ve- costante: il sistema più di- stime delle dimensioni del- cefeidi della nostra si sono spinti, nelle
codice a barre cosmico. locemente una galassia retto è quello di calcolare i l’universo variano, a secon- Vortice di stelle galassia, delle quali loro misurazioni
Nel 1929, però, Edwin Hub- “fugge” da noi, tanto più è red shift di alcune galassie a da del metodo utilizzato, ad- Un’immagine della Via Lattea: conosciamo con dell’universo, fino a
ble scoprì che quasi tutte le lontana. Insomma, il red portata di telescopio, e con- dirittura tra gli 8 e i 20 mi- ha un diametro di 100 precisione la distanza 50 milioni di anni luce
galassie avevano questo co- shift è proporzionale alla di- frontarli con le loro distanze liardi di anni luce. mila anni luce e contiene e la luminosità reale, dal sistema solare.
circa 15 miliardi di stelle.

Focus 30 Focus 31
 Cuore
a cuore
Una coppia
addormentata.
Alcuni studi
Speciale - Sterilità demografici
prevedono che
in aumento, pochi il diciassette
per cento delle
donne nate tra il
asili e uomini 1960 e il 1962
non avrà figli.
Attualmente in
indifferenti: ecco Italia i bambini
sotto i cinque
perché in Italia anni sono meno
di tre milioni.

non si fanno
più bambini

G
Culle
li italiani stanno scompa-
rendo? Con un numero
medio di 1,21 figli per
ogni donna il nostro Pae-
se ha il tasso di natalità più basso
del mondo: poco più di 9 neonati
ogni mille abitanti. Contro, per e-
sempio, i 13 del Regno Unito, i 14
della Svezia e i 15 degli Stati Uniti.

vuote
Le punte si registrano nelle regio-
ni settentrionali (e in particolare
in Emilia-Romagna), ma anche al
Sud, per tradizione prodigo di figli,
nascono meno bambini che in
Scandinavia. Il calo ha iniziato a
essere preoccupante dal 1974, e
nel 1993 le morti sono addirittura
arrivate a superare le nascite: un
evento simile era capitato soltanto
negli anni di guerra 1917-1918.
Eppure, secondo una indagine
Istat, la maggioranza delle donne
italiane ritiene che il numero idea-
le di figli sia due. Se questi sono i
desideri, perché allora le culle re-
stano vuote? Spesso si dà la colpa
alla sterilità, ma gli esperti nega-
▼

Famiglie
nel tempo
Da sinistra, una
fotografia dell’
inizio del secolo,
una degli anni
Sessanta e
un’immagine
scattata in
un centro per
la cura della
sterilità. Secondo
le statistiche,
una coppia su
cinque in Italia
ha problemi
di infertilità.
L’altro ieri Ieri Oggi

Focus 32

Dopo i trent’anni per una donna concepire è più difficile: le
probabilità di restare incinta superano appena il 15 per cento
tempo per avere un bambino.
Ma è sufficiente tutto ciò per
DIFFERENZA TRA NATI E MORTI giustificare il nostro primato mon-
diale? No, e del resto le coppie
senza figli in Italia sono ancora un
numero molto basso. Le ragioni
principali del «baby-sboom» van-
no cercate anche altrove.
● Un problema per l’Europa
La tendenza negativa viene in
realtà da lontano, ed è comune a
gran parte dell’Europa. Secondo
gli economisti fino agli anni del
dopoguerra i figli si facevano so-
prattutto per avere braccia da la-
voro o sostegno nella vecchiaia. E
bisognava farne molti, perché tan-
ti morivano prima di diventare
grandi. Poi c’è stata l’industrializ-
zazione massiccia, si è sviluppato
lo Stato assistenziale.
Grazie ai progressi della medi-
cina la mortalità infantile è scesa a
livelli bassissimi (oggi in
Tutti i numeri del baby-sboom Italia è dell’8 per mil-
A sinistra, la curva demografica degli ultimi anni: dal le). Le motivazioni che
1993 il numero dei morti supera quello dei nuovi spingevano alla crea-
nati. A destra, il numero medio di bambini per donna. zione di famiglie nume-
rose hanno quindi per-
no che l’aumento di questo feno- to il nostro Paese. so di senso, e i bambini
▼
meno sia così rilevante. «Anche per le si sono trasformati da
«Certo, l’infertilità maschile ne- donne italiane, pe- “beni a lungo investi-
gli ultimi vent’anni è cresciuta. Pri- rò, è più difficile mento” a “beni di con-
ma, quando una coppia aveva dif- avere figli. Le ri- sumo durevole”, spes-
ficoltà a procreare, il problema era chieste di aiuto so- so in competizione con
dell’uomo nel 20-25 per cento dei no in aumento», af- altri meno impegnativi
casi. Oggi si arriva al 40 e anche ferma Carlo Flami- Un fenomeno come la macchina, la ca-
più», dice Aldo Isidori, docente di gni, ordinario di gi- complesso sa, le vacanze e così via.
andrologia a Roma, e presidente necologia e ostetricia Carlo Flamigni, Al termine degli anni
della Società italiana di fisiopato- a Bologna. «Attual- ginecologo: “La Sessanta, inoltre, la pil-
logia della riproduzione. mente il 10-15 per sterilità, sia lola anticoncezionale
cento delle coppie maschile che ha fortemente ridotto
● Contare gli spermatozoi consulta uno specia- femminile, non la possibilità di figli in-
è l’unica causa
«A spiegare un tale incremen- lista per problemi di della denatalità”. desiderati, e le prime
to, però, è anche un profondo cam- infertilità almeno u- grandi battaglie per l’e-
biamento culturale: fino a qualche na volta. Indubbia- mancipazione femmini-
tempo fa gli uomini non si faceva- mente oggi sono più numerose le le hanno portato a un radicale
no visitare, la loro patologia era donne che soffrono di malattie ses- cambio di valori. La maternità è
poco conosciuta e i medici stessi sualmente trasmesse, dannose per diventata una scelta individuale, e
esaminavano molto di più le don- la fecondità. Ed è altrettanto in- non più un dovere socialmente im-
ne. Quindi venivano scoperti meno dubbio che avere il primo figlio posto o un destino biologico.
casi. Ora la situazione è mutata, si dopo i 30 anni, come avviene or- Tutto ciò, nel corso del tempo,
fanno più diagnosi e così il feno- mai spessissimo, rende il concepi- ha significato un numero progres-
meno sembra molto più imponen- mento più difficile: infatti, passan- sivamente ridotto di figli: attual-
te». Un reale aumento di sterilità do gli anni gli ovuli subiscono al- mente la media europea è di 1,55
maschile, comunque, si è in effetti terazioni genetiche che in un alto bambini per donna, mentre nel
verificato. Lo si è rilevato “con- numero di casi non permettono la 1970 era di 2,40.
tando” gli spermatozoi nel liquido formazione dell’embrione o ne
seminale. Vent’anni fa erano in bloccano lo sviluppo. E quindi se a ● Donne al lavoro
media 80-100 milioni per millilitro, diciott’anni una donna ha 32 pro- Nel nostro Paese, però, a questi
oggi siamo a 20-40 milioni: la colpa babilità su cento di restare incinta fenomeni se ne sono affiancati al-
è soprattutto delle malattie ses- per ogni ciclo, a trentacinque ne tri. «In Italia l’entrata massiccia
sualmente trasmesse e dell’inqui- ha soltanto 15, e oltrepassati i tren- delle donne nel mondo lavorativo
namento. Ma questi dati riguarda- totto circa 8». Tutto ciò significa è iniziata in ritardo, alla metà degli
no tutto l’Occidente, e non soltan- che dopo i 32-35 anni ci vuole più anni Settanta, ma è stata velocissi-
Focus 34
ma: tra il 1975 e il 1992 si sono
creati circa 300 mila nuovi posti
per gli uomini e 3 milioni per le
donne», spiega Antonio Golini,
ordinario di demografia a Roma e
direttore dell’Istituto di ricerche
sulla popolazione. «I servizi socia-
li, il sistema produttivo e il mer-
cato, però, non si sono riorganiz-
zati di conseguenza. Ancora oggi
gli asili-nido sono pochi -special-
mente al Sud-, spesso sono costo-
si e hanno orari scomodi per chi la-
vora. Il reinserimento nel mondo
del lavoro delle madri è inoltre dif-
ficilissimo, a causa della disoccu-
pazione e della scarsa flessibilità
dei contratti: così, per un’ italiana
che desidera una realizzazione
professionale, avere un bambino è
ben poco conveniente, soprattutto
sotto i trent’anni. E in seguito il
tempo per programmarne altri
non c’è più».
L’indagine Istat sulle famiglie
italiane conferma queste ipotesi:
le donne con un titolo di studio
più alto hanno in media meno figli
di quelle con la licenza media o
elementare, in tutte le fasce di età.
● Il bimbo a peso d’oro
Allevare un bambino in Italia
ha, inoltre, costi maggiori che nel-
la maggior parte d’Europa. Da noi
gli assegni familiari sono tra i più
bassi, e vengono erogati su una ri-
stretta base di livelli di reddito. Le
detrazioni fiscali per ogni figlio
ammontano a circa 90 mila lire
l’anno, e dalla dichiarazione dei
redditi non si possono detrarre le
spese per la baby-sitter e i
nidi. Inoltre non c’è
nessun alleggeri-
mento d’imposta
che aiuti i genitori
(soltanto a Bolo-
gna le coppie con
due figli han-
no uno scon-
to sull’impo-
sta comuna-
le sugli im-
mobili), e
niente mu-
tui a tassi
agevolati
per l’ac-
quisto del-
la casa. Insom-
ma dal punto di
vista economico
i ragazzi italiani
pesano soltanto
sulle spalle dei ge-
Questione
di soldi
Antonio Golini,
demografo:
“In Italia ci
sono poche
detrazioni
fiscali, quindi
un figlio
costa troppo”.
nitori: il primo figlio comporta in
media un aumento di spese fami-
liari del 25 per cento, con il secon-
do l’incremento diventa del 53 per
cento, e con il terzo si arriva a un
92 per cento.
● Mentalità latina?
«Tutte queste ragioni sono cor-
rette, ma non spiegano per intero il
nostro calo demografico», sostiene
Marzio Barbagli, ordinario di so-
ciologia a Bologna. «Per esempio
non spiegano perché il primato ne-
gativo delle nascite l’abbia proprio
la città di Bologna, dove pure ci
sono nidi numerosi e
invidiati da tutto il
mondo, ser-
vizi socia-
li efficienti e un’amministrazione
comunale che si sta muovendo per
alleggerire il peso economico dei
figli. Forse l’ultima risposta si tro-
va in un disequilibrio tipico delle
nostre coppie, e il fatto che il Pae-
se con il penultimo tasso di natalità
al mondo sia la Spagna sembra in-
fatti confermarlo».
Gli uomini latini condividono
cioè ben poco della gestione di
bambini e casa con le loro partner,
soprattutto quando i figli sono pic-
coli: lo attestano molte ricerche.
«E allora», conclude Barbagli, «ap-
pare probabile che le donne latine
reagiscano a questa grave spropor-
zione ponendosi un carico più leg-
gero sulle spalle: un figlio solo, che
soddisfa il bisogno di maternità e
pesa meno sulla loro vita».
Irene Merli
Ultima
spiaggia
Un medico tiene
in mano la
provetta da cui
preleverà
liquido seminale,
prima di un
intervento di
inseminazione
artificiale: a
volte è questo
l’unico rimedio
alla sterilità.
Alla ricerca del
figlio mancato
■
Infiammazioni, infezioni batteriche e perfino
l’inquinamento impediscono di diventare genitori.
S
i prova e si riprova ma un L’UOMO
figlio non arriva. Di chi Malattie sessualmente tra-
è la colpa della sterilità? smesse. Si tratta di infezioni del-
Secondo le statistiche cir- le vie genitali e urinarie (per esem-
ca il 40 per cento dei casi di in- pio gonorrea, micoplasma, tricho-
fertilità dipendono dalla don- monas e soprattutto chlamydia),
na, un altro 40 per cento è a provocate da batteri o da altri mi-
carico dell’uomo, un 10 nasce crorganismi. Possono danneggiare
da problemi di lui e di lei che si i tessuti del testicolo e dei canali
incrociano. E il restante 10 per del seme, e le conseguenze sono
cento resta senza ragioni ap- l’impoverimento numerico e la
parenti. Ma vediamo le cause cattiva qualità degli spermatozoi,
più frequenti di infertilità. oppure l’occlusione delle vie escre-
trici.
Orecchioni. Dall’adolescenza
in avanti la parotite, cioè un’in-
fiammazione delle ghiandole si-
tuate sotto le orecchie, può cau-
sare un’infiammazione del testi-
colo, che peggiora anche grave-
mente quantità e qualità
degli spermatozoi.
Varicocele. Si tratta del-
la dilatazione di una vena
dello scroto. Determina un
riflusso di sangue e quindi
un aumento della tempe-
ratura all’interno del te-
sticolo, che a lungo anda-
re compromette la produ-
Quattro zione degli spermatozoi.
è raro Criptorchidismo e te-
La termografia sticolo mobile. Nel pri-
di una famiglia. mo caso uno o entrambi i
Sono sempre testicoli non sono discesi
di meno, però, dall’addome, come avviene di
le coppie che
scelgono di norma nel primo anno di vita,
avere due mentre nel secondo il testicolo si
bambini: ora il trova nella sua sede naturale ma
numero medio a volte risale nella cavità addo-
di figli per ogni minale. Anche qui il problema
donna è 1,21. è un aumento di calore, che può
causare gravi danni agli sperma-
tozoi.
▼
Focus 35
 Negli ultimi vent’anni, gli spermatozoi nel
liquido seminale sono diminuiti della metà
QUANTO ATTENDERE
E’ importante non scoprire
in ritardo che si soffre
di infertilità. Ecco quanto si può
aspettare prima di intervenire,
e ricorrere a esami e quindi
a un eventuale intervento
di fecondazione assistita:
● Coppie con donna sotto
i 30 anni: due anni di rapporti
non protetti.
● Coppie con donna da 30
a 35 anni: 10-12 mesi di rapporti
Delicatissime strutture non protetti.
Sopra, un ingrandimento della ● Coppie con donna oltre 35 anni:
mucosa uterina. A fianco, in 6 mesi di rapporti non protetti.
sezione, i tubuli del testicolo.

Alterazioni ormonali. Un cat- in ambienti surriscaldati come gli estendersi alle tube di Falloppio lo che registra segnali nervosi e al-
▼

tivo funzionamento di ipotalamo, altiforni, i forni, le cucine corre -due condotti stretti ed elastici lun- lo stesso tempo regola gli ormoni
ipofisi e delle funzioni ormonali maggiori rischi di infertilità. ghi da 10 a 14 centimetri- e dan- deputati alla produzione degli
del testicolo possono rendere gra- Anticorpi spermatici. Soprat- neggiarle al punto da rendere dif- ovuli, blocca le mestruazioni e il
vemente insufficiente la produzio- tutto dopo un’infezione, nel 5-10 ficile o impossibile l’incontro tra processo ovulatorio quando “per-
ne degli spermatozoi. per cento dei casi l’organismo ma- spermatozoi e ovuli. cepisce” un pericolo per l’organi-
Inquinamento. Vernici, sol- schile non riconosce più i propri Danni da spirale. Questo mi- smo. Così la penuria di cibo o il
venti, pesticidi, detergenti, i me- spermatozoi, e produce delle pro- nuscolo dispositivo di plastica e forte affaticamento psicofisico so-
talli pesanti come piombo o mer- teine che li attaccano. metallo, che, inserito nell’utero im- no avvertite come situazioni peri-
curio, gli alimenti adulterati con pedisce l’annidamento dell’ovulo e colose, inadatte all’inizio di una
gli ormoni in alte dosi hanno un’a- LA DONNA ha per questo un effetto anticon- gravidanza.
zione tossica sul testicolo. In prati- Malattie sessualmente tra- cezionale, può compromettere la Problemi ormonali. La man-
ca provocano una sofferenza delle smesse. Sono le stesse infezioni fecondità in un numero non anco- canza o la carenza di ovulazione,
cellule degli spermatozoi. delle vie genitali e urinarie in gra- ra chiaro di casi. Il motivo? Ogni possono essere determinate da
Malattie professionali. Lo di- do di nuocere alla fertilità maschi- spirale è dotata di un sottilissimo una produzione eccessiva di or-
mostrano le statistiche: chi per me- le: gonorrea, micoplasma, clami- filo di plastica, che ne facilita l’e- moni maschili, da una malattia che
stiere si trova a contatto con le so- dia. Spesso non manifestano sin- strazione ma può favorire la risali- provoca numerose microcisti al-
stanze tossiche pericolose o lavora tomi e così l’infiammazione può ta dei germi dalla vagina alla cavità l’ovaio, da disfunzioni dell’ipofisi
uterina. E se ciò accade, le tube si -una ghiandola che si trova nel cer-
infiammano e possono perdere vello e secerne ormoni importanti
Strategie per una famiglia numerosa funzionalità.
Endometriosi. Nel 10 per cen-
per il ciclo dell’ovaio-, dall’ eccesso
di un altro ormone detto prolatti-
to delle donne gruppi di cellule na, dalla mancanza dei follicoli che
Lglioederano
coppie che desi-
avere un fi-
possono mettere
proprie possibilità di
concepire in quel me-
se. Con 3-4 rapporti
L’astinenza riduce la
mobilità degli sperma-
tozoi, mentre l’ecces-
dell’endometrio -la mucosa che ri-
veste l’interno dell’utero- si im-
racchiudono gli ovuli o ancora da
un’insufficienza del corpo luteo,
in atto dei comporta- settimanali, invece, siva attività erotica in- piantano e crescono al di fuori del- un corpicciolo che si forma nell’o-
menti tali da favorire sono statisticamente cide sulla loro quan- la cavità uterina. In alcuni casi vaio e prepara l’utero ad accoglie-
la gravidanza? Ecco i maggiori le possibilità tità. Ciò che paga, in- questa patologia può provocare re l’ovulo fecondato. E non solo.
suggerimenti di Gian- che gli spermatozoi somma, è la costanza cisti all’ovaio, che alterano l’ovu- La produzione di ovuli può essere
luigi Capitanio, pro- raggiungano l’ovulo dei rapporti.
fessore ordinario di fi- nelle poche ore in cui ● Giuste posizioni lazione, oppure determina forma- disturbata anche da eccessivo con-
siopatologia della ri- è fecondabile. Durante il rapporto zioni fibrose che si stendono tra sumo di alcol e tabacco.
produzione umana al- ● Giorni favorevoli sessuale è più adatta un organo e l’altro -le cosiddette Muco cervicale ostile. In al-
l’università Genova. E’ nel periodo dell’o- una posizione «oriz- “aderenze”- in grado di compri- cune donne il muco che si forma
● Igiene sì, però... vulazione che esisto- zontale», perché im- mere le tube . nella zona della cervice -il collo
Insaponare d’abitudi- no le maggiori possi- pedisce il rifluire degli Interruzione volontaria di dell’utero- è tanto denso o acido
ne la vagina in profon- bilità di riuscita. Quin- spermatozoi. gravidanza. Nel 4-5 per cento dei da impedire il cammino degli sper-
dità o fare un fre- di una donna con un ● Stili di vita casi l’aborto chirurgico causa in- matozoi.
quente uso di lavande ciclo regolare di 28 Diete rigide e squili- fezioni o perforazioni che dan-
disinfettanti può irrita- giorni è più fertile tra il brate, eccessivo con-
re la mucosa vaginale, nono e il quindicesi- sumo di sigarette o di neggiano tube e utero. L’UOMO & LA DONNA
e renderla quindi un mo giorno dall’inizio alcol, situazioni di pe- Interventi chirurgici al basso L’infertilità di coppia può essere
ambiente meno favo- delle mestruazioni. sante stress psicofisi- ventre. Operazioni come l’aspor- originata dalla combinazione di
revole per gli sperma- ● Niente eccessi co, assunzione di far- tazione dell’appendice o delle cisti difficoltà della donna e dell’uo-
tozoi. Praticare una lunga maci anche quando ovariche possono favorire il for- mo (per esempio una tuba danneg-
● Molti rapporti astinenza prima del- non è necessario: marsi delle aderenze. La conse- giata in lei, e un’insufficiente pro-
Chi fa l’amore soltanto l’ovulazione, e poi fare questi sono tutti fat- guenza è ancora una volta un’al- duzione di spermatozoi in lui). In
una volta la settima- l’amore molte volte al tori negativi per la fer- terazione delle tube. alcuni casi la donna sviluppa addi-
na riduce della metà giorno nella settima- tilità, sia maschile che Stress, diete troppo rigide. rittura veri e propri anticorpi agli
e anche di un terzo le na «calda» è un errore. femminile.
L’ipotalamo, una zona del cervel- spermatozoi del partner. ■
Focus 36
Scienza

La fabbrica
dei topi
E’ il laboratorio
Jackson, in Usa:
inventa e alleva
roditori su misura,
per i centri di
ricerca medica
di tutto il mondo

Incontri
informativi
Una ricercatrice
del laboratorio
Jackson esamina
un topo. Ogni
martedi, un
esperto illustra
ai colleghi le
caratteristiche
dei topi “anomali”
nati nel corso
della settimana
precedente.
Uomini e topi:
il 90 per cento
del corredo
cromosomico
è identico
I
camion arrivano tre volte alla
settimana. Caricano i cestini e
li trasportano fino all’aero-
porto di Boston: da qui i ce-
stini partono per una trentina di
Paesi, in tutto il mondo. In un an-
no ne vengono spediti un milione
e mezzo. Che cosa c’è dentro? Un
topo per ciascuno, ma un topo spe-
ciale, fabbricato in laboratorio, fat-
to crescere con mille precauzioni e
destinato a esperimenti scientifi-
ci. Un topo garantito, comunque,
perché il mittente è il Jackson Lab
di Bar Harbor, il principale forni-
tore mondiale di topolini. Topi
normali e topi mutanti. Topi con
difetti genetici prefabbricati, topi
che tremano, topi ciechi, topi sen-
za denti, topi per studiare la fibro-
si cistica e il diabete, la distrofia
muscolare e l’arteriosclerosi, l’al-
binismo e i reumatismi. In catalo-
go ce ne sono oltre 1700 modelli!
«Un topo particolarmente spe-
cializzato può costare anche 80
dollari, ma il prezzo medio è di 6
dollari», spiega Kenneth Paigen,
direttore del laboratorio. «Non è
molto. La nostra è una organizza-
zione senza scopo di lucro, ed è
aiutata da fondazioni, donazioni
di privati, sussidi statali. Così pos-
siamo tenere bassi i prezzi».
Il Jackson Lab è un’immensa
fabbrica dalle linee old style, im-
mersa in un bosco a due passi dal
mare: da una parte c’è l’Acadia
national park, dall’altra le scoglie-
re. All’interno, operano oltre 600
tecnici, operai e impiegati. Nei 36
edifici minori che compongono il
complesso il lavoro procede inin-
terrottamente: nuovi topi vengono
selezionati, con incroci o grazie al-
l’ingegneria genetica, collaudati,
nutriti (per i 650 mila roditori pre-
senti, in media, nello stabilimento
ci vogliono 2 tonnellate di cibo al
giorno, e 1350 chili di paglia), fat-
ti riprodurre. E i loro embrioni
messi in freezer.
● Nascita del topo Jax
Tutto cominciò nel 1922, quan-
do Clarence Cook Little, un gene-
tista di Harvard, venne a Bar Har-
bor in vacanza. Durante l’estate
Focus 40
ebbe l’occasione di tenere corsi per
studenti, e soprattutto di conosce-
re alcuni ricchi villeggianti, come i
magnati dell’automobile Edsel
Ford e Roscoe Jackson. Il suo en-
tusiasmo e l’importanza dei suoi
primi studi (si occupava dell’eredi-
tarietà dei tumori) portarono alla
creazione, grazie proprio alle do-
nazioni dei due, di un piccolo la-
boratorio di ricerca. E quando Ro-
scoe Jackson morì, nel 1929, il cen-
tro ebbe il suo nome.
Little cominciò con l’incrociare
fra di loro topi fratelli, che aveva-
no la stessa anomalia naturale, in
modo di arrivare a produrre ge-
nerazioni di animali con caratte-
ristiche costanti: non si somiglia-
vano soltanto nel pelo, ma anche
nei geni. In questo modo un risul-
tato ottenuto in laboratorio da un
ricercatore poteva essere verifica-
to in un altro laboratorio, giacché
era come se il topo fosse stato lo
stesso. In questo modo, pensava
Little, gli scienziati avrebbero po-
tuto affrontare uno stesso proble-
ma nello stesso modo, in tutto il
mondo. Erano nati i “topi Jax” (da
Jackson). E presto diventarono in-
dispensabili alla scienza: così,
Deformazione preziosa: le malattie rare si studiano meglio sulle cavie Ossa fragili: le donne ringrazieranno un giorno questo topo? quando nel 1947 un incendio rag-
Sopra, gli scheletri di due topi a confronto: si tratta di un esemplare normale e di uno affetto da spina Sopra, un topo viene sottoposto a tomografia assiale computerizzata (Tac) per stabilire la densità delle giunse il laboratorio e uccise 60
bifida (in alto). Questa deformazione, provocata da una alterazione genetica, colpisce anche gli uomini. ossa delle sue zampe anteriori e posteriori. Potrà essere impiegato per le ricerche sull’osteoporosi. mila topi, i ricercatori di tutto il
mondo restituirono gli esemplari
appena ricevuti, in modo da poter
garantire la continuità dei vari
“modelli” allevati. «Nel maggio
del 1989, quando un altro incendio
distrusse parte del centro, otte-
nemmo dieci milioni di dollari dal
ministero della Sanità sulla base
di un semplice dato», ricorda Pai-
gen. «L’85 per cento del contribu-
to totale fornito dai topi agli studi
sulla genetica era rappresentato
dai nostri topi Jax».
● Questione di igiene
Perché gli animali del Jackson
Lab hanno tanto successo sul mer-
cato? Non è soltanto una questio-
ne di prezzo, o di purezza delle se-
lezioni. Dice Bob Stanwood, il re-
sponsabile delle spedizioni: «Il no-
stro segreto è l’igiene assoluta. In
genere nelle “fabbriche” come la
nostra una buona metà degli e-
semplari è portarice di qualche vi-
rus. Qui no». I topi provenienti
dall’esterno, per esempio, vengo-
no sempre tenuti in quarantena.
Alle femmine gravide viene aspor-
tato, poco prima del parto, il pic-
colo insieme con l’utero: la madre
viene poi soppressa, e il figlio è
nutrito con latte assolutamente
privo di virus. Nei magazzini dove
Mai più di venti: la mancanza di spazio potrebbe scatenare l’aggressività Mamme in affitto: le ricerche per la fecondazione artificiale sono iniziate così gli animali sono conservati (anche
Alcuni esemplari di una nidiata troppo numerosa vengono trasferiti in un altro contenitore. Gli animali del Embrioni fecondati in provetta e manipolati geneticamente per ottenere caratteristiche standardizzate, 100 mila per volta) prima di essere
Jackson Lab vengono allevati in modo che soffrano il meno possibile nel periodo che precede il loro impiego. vengono trasferiti in una femmina “portatrice”: al termine della gravidanza partorirà topi perfettamente identici. spediti, si entra sempre con indu-
▼
Focus 41
IL CATALOGO JAX

Modello Rino, conseguenza di una mutazione

occasionale: produce un’enorme quantità di pelle.

Un topo predisposto all’obesità: viene usato per

studiare gli effetti degli eccessi di grasso.

Cieco e sterile. Topi come questo non possono

riprodursi: vengono rinnovati a partire da embrioni.

Sopra, un Shiverer: viene scosso da violenti

tremiti. Sotto, un topo per ricerche sulla psoriasi.
Viaggio
senza ritorno
Sopra, il reparto
Mangiano solo cibo senza grassi e vivono in un ambiente completamente privo di virus
spedizioni: da
questo magazzino menti sterilizzati, mascherine, rebbero. Nelle notti calme il loro ● Naturali e artificiali l’embrione viene scongelato e im- Alcuni sono frutto di anomalie che», spiega Hope Sweet, direttri-
▼

ogni anno partono guanti di gomma, retine per i ca- scalpiccìo sembra pioggia sul tet- Non tutte le specie prodotte so- piantato nell’utero di una femmi- spontanee. «Sono ciè mutanti na- ce dello Small mutant stock. Sono
un milione e mezzo
di topi, diretti ai pelli. «Nelle gabbie viene immessa to». Quando un animale deve es- no in realtà a immediata disposi- na, che porterà a termine la gravi- turali, che nascono da coppie nor- naturali, per esempio il modello
laboratori di soltanto aria filtrata una cinquan- sere spedito, poi, si costruisce una zione dei ricercatori. Di quelle me- danza. Da quando è nato il “servi- mali, e che vengono allevati e fatti Stargazer (“che guarda le stelle”: è
ricerca. Di solito tina di volte ogni ora, e ai topi è scatola apposta per lui: è di carto- no richieste vengono in realtà con- zio congelamento” sono già stati riprodurre in modo da mantene- un animale che per un difetto neu-
viaggiano in fornito solo cibo sterilizzato e low ne, con le pareti in tessuto a base di servati soltanto embrioni a otto messi sotto azoto liquido quasi un re l’anomalia. Riconosciuta que- rologico tiene sempre lo sguardo
aereo, imballati fat, senza grassi». C’è perfino una metallo (altrimenti in una ventina cellule, in contenitori dove la tem- milione di embrioni. sta, verificato che ha qualche atti- diretto verso l’alto) o il modello
in scatole di musica di sottofondo. «Altrimenti di minuti il topo le rosicchiereb- peratura è di 196 gradi sottozero. Ma da dove vengono i vari “mo- nenza con analoghe anomalie u- Shaker (sempre scosso da tremiti
cartone rinforzato. i loro stessi rumori li innervosi- be), e sterilizzata a vapore. Quando arriva un’ordinazione delli” di topo Jax? mane, si usano i topi per le ricer- violenti). Analizzando il patrimo-

▼
Focus 43

Il centro di ricerca del Jackson Lab: si affaccia sulle coste dell’oceano Atlantico, nel Maine.
Un milione
di embrioni
congelati:
sono copie
“di riserva”
nio genetico dei mutanti naturali, e
▼
tenendo presente che fra uomini e
topi c’è un corredo genetico al 90
per cento simile, si può indagare su
molte malattie ereditarie.
Molte specie sono state invece
prodotte appositamente, utiliz-
zando tecniche di manipolazione
genetica. Sono i topi transgenici. Il
più famoso è l’onco-topo, creato
alla fine degli anni Ottanta dal ri-
cercatore Philip Leder, che lavo-
rava ad Harvard. Un animale nel
quale erano stati introdotti “geni
tumorali” umani: ogni suo simile
era cioè predisposto a sviluppare
un carcinoma. Leder cedette i di-
ritti della propria creazione alla
società farmaceutica Du Pont, che
a sua volta decise di vendere ai
vari laboratori una “licenza d’u-
so”. Lasciava cioè il topo soltanto
a condizione di poter partecipare
agli eventuali utili derivanti da
prodotti sviluppati grazie all’on-
co-topo stesso.
Al Jackson Lab però non sono
d’accordo: «Questo comporta-
Focus 44
Nati gemelli, ma non per caso
Questi due topi, apparentemente molto diversi tra loro, hanno
in realtà un corredo genetico identico, tranne che per un gene.
mento per noi è assurdo. Sarebbe
come se la società dei computer,
della quale utilizziamo i calcola-
tori, reclamasse i diritti sulle sco-
perte messe a punto grazie ai com-
puter stessi», dice Paigen, che in-
vece ha aperto, due anni fa, un
nuovo reparto, l’Induced mutant
stock, dove, appunto, si produco-
no le mutazioni artificiali.
La tendenza principale, in que-
sto momento, è quella dei “topi
knock out”, cioè animali nei quali
sono stati disattivati certi geni. In
questo modo si conosce esatta-
mente il segmento di Dna non
funzionante, e lo si può correlare
ai difetti che si sviluppano. Molto
interessanti sono così considerati il
topo p53 (in cui è stato disattivato
il gene p53, il cui mancato funzio-
namento causa dal 50 all’80 per
cento dei tumori nell’uomo) e il
topo Apoe (nelle cui arterie si for-
mano inevitabilmente, a partire
dal terzo mese di vita, dei depositi:
la bestiola è destinata allo studio
dell’arteriosclerosi).
● Giuseppe, Maria e Gesù
topolino
Al Jackson, comunque, non si
fabbricano solo animali da labo-
ratorio, ma si fa anche ricerca. Nel
1980, per esempio, George Snell,
che ha lavorato qui dal 1935 al
1973, ha ottenuto il premio Nobel
per il suo contributo allo sviluppo
dell’immunoterapia nei trapianti
d’organo (cioè le terapie anti ri-
getto). E grazie allo studio qui
svolto da Peter Hoppe si è potuti
arrivare, nel 1977, alla prima fe-
condazione in vitro umana.
Sarà forse anche per questo che
gli animalisti non hanno mai at-
Il nipote del
Mus musculus
Imusculus”,
topolini bianchi usati in labo-
ratorio derivano dal “Mus
il comune topolino
delle case. In realtà ci sono
due sottospecie: il topolino
occidentale (“Mus musculus
domesticus”), scuro e grigio,
con coda sottile e nuda, e
il topolino orientale (“Mus mus
musculus”), marrone chiaro,
con coda più corta. Testa e
corpo possono essere lunghi
fino a 10 centimetri. Vivono
prevalentemente al chiuso, in
ogni tipo di edificio, case,
fabbriche, fattorie. Sono molto
versatili, e costruiscono ampie
tane sotterranee (utilizzando
anche carta e tessuti), mentre
per spostarsi sul terreno usano
veri e propri sistemi di piste.
Si cibano prevalentemente di
semi, ma non disdegnano altri
alimenti (in teoria quasi tutti
i cibi utilizzati dall’uomo). Si
possono riprodurre tutto l’anno:
cinque o sei piccoli alla volta,
a intervalli anche di quattro
settimane. Sono animali “terri-
toriali”, e quando la densità
della loro popolazione si fa
elevata solo i maschi dominanti
si accoppiano, mentre i giovani
rinunciano. Il “Mus musculus”
è dannoso per l’agricoltura,
e può portare diverse malattie.
taccato con particolare violenza
l’istituto. «Qui gli animali soffrono
il minimo possibile, anche se siamo
coscienti di creare spesso esseri
apparentemente mostruosi, desti-
nati a morire al termine di ogni e-
sperimento», dicono i medici. «D’
altra parte gli ispettori federali ve-
rificano periodicamente le condi-
zioni in cui sono tenuti i topi, e le
condizioni igieniche».
Nei corridoi si trovano, ovun-
que, topi di peluche, di argilla, di
plastica o di metallo. Negli uffici i
fermacarte sono a forma di topo, e
le fatture e le pratiche vengono in-
filzate su code ritte. Ogni anno, a
Natale, la ricercatrice Jane Barker
costruisce anche un presepio dove,
nella capanna, si trovano tre to-
polini di legno, Maria, Giuseppe
e Gesù topolino.
Ma a spiegare l’atteggiamento
mentale di chi lavora al Jackson
Lab è soprattutto un grande po-
ster, che si trova ovunque. Una
bellissima ragazza bionda, appena
uscita da una grave malattia, che
abbraccia un orsacchiotto. La scrit-
ta dice: “Anche altri animali, che
non appaiono su questo manife-
sto, l’hanno aiutata a guarire”. ■
Elizabeth Albani
Tecnologia
Internet Serve un pool
Reti pulite?
Una foto scattata
nel 1989, ad
Amsterdam, durante
la prima conferenza

Q
dei “pirati”
uattro milioni di computer informatici. Con
l’aumentare del
collegati tra loro in tutto numero di computer
il mondo. Un ritmo collegati, la
sicurezza in rete sta
di crescita del 300 per cento diventando il
all’anno. Una quantità illimitata principale problema
di Internet.
di informazioni su ogni argomento.
Eppure Internet è soprattutto
un nuovo e rivoluzionario modo
di comunicare: ecco come
(e perché) potrebbe trasformare
la società del terzo millennio.

D
unque il fenomeno In-
ternet è esploso anche in
Italia, e tutti gli esperti
prevedono una crescita
frenetica nei prossimi mesi. Di che
cosa si tratti, è noto: essenzial-
mente della possibilità di collegare
il proprio computer a una rete di
cavi (alcuni dei quali sono norma-
li cavi telefonici) diffusa in tutto il
mondo, e quindi di scambiare
messaggi, programmi e informa-
zioni con milioni di altri compu-
ter. Il costo? A parte le spese ini-
ziali, che sono di circa mezzo mi-
lione (ovvero l’acquisto del mo-
dem più l’abbonamento), tutte le
comunicazioni via rete costano
quanto una telefonata al “provi-
der”, cioè il proprio fornitore (l’a-
zienda che funge da “ponte” verso
la rete, e alla quale si paga l’abbo-
cinque riviste mensili dedicate
esclusivamente a Internet.
Una moda? In parte sì, ma non
solo. Esiste soprattutto un motivo
per pensare che Internet non sia
un fenomeno passeggero: la re-
cente entrata in campo delle gran-
di società. La Ibm, la Microsoft,
la Silicon Graphics e, in pratica,
tutte le grandi potenze dell’indu-
stria dei computer, hanno deciso
che il loro futuro si gioca in Inter-
net. «La Ibm, per esempio, ha co-
struito la rete mondiale Global
Network per facilitare ai posses-
sori di sistemi OS/2 la connessione
a Internet», dice John Patrick, vi-
ce presidente della divisione In-
ternet applications della Ibm. «Ma
soprattutto ha creato un nuovo si-
stema operativo, che si chiama
OS/2 Warp e contiene “di serie”
▼

namento). In pratica, abbo-

nandosi a un nodo nella pro-
pria città, si può comunicare L’americano John Patrick,
con la biblioteca nazionale di Bill Gates. La dirigente della
Washington o con la Nasa al sua società, la Ibm: “In passato
costo di una telefonata urba- Microsoft, sta collegarsi a
na. A fare breccia, in Italia, è progettando Internet non
stata proprio questa oppor- un sistema era facile. Noi
tunità. Così, nel giro di pochi operativo già intendiamo
mesi, si sono moltiplicati tan- predisposto farlo diventare
per Internet. semplicissimo”.
to gli abbonati quanto i pro-
vider: i primi sono ormai 30
mila e crescono al ritmo di 4 o
5 mila al mese (lo comunica

INTERNET,
l’osservatorio Internet, un’as-
sociazione che tiene sotto

il vero & il falso

controllo lo sviluppo della re-
te in tutto il mondo).
E i fornitori sono passati
da meno di dieci a più di 30
nel giro di sei mesi. In più so-
no uscite decine di libri e ben
Focus 46
 Gran Bretagna
Danimarca Norvegia
Olanda
Tecnologia Il protagonista più atteso è però
il multimiliardario Bill Gates: già Africa
Liechtenstein Svezia
Lussemburgo
Irlanda Finlandia
Internet da parecchi mesi la sua azienda,
la Microsoft, ha annunciato il nuo-
off line
Ecco l’attuale
Alaska
Germania
Francia
Austria Estonia-Latvia-Lituania-Polonia
Russia
(USA)
Belgio Rep. Ceca-Slovacchia-Ungheria
vo sistema operativo compatibile diffusione di Canada Islanda Romania-Bulgaria-Slovenia
con Internet. Si chiama Windows Internet nel Croazia-Moldavia-Ucraina
tutti i programmi necessari per na- 95, ed è studiato per assistere gli mondo. In rosso
▼

vigare in rete». La Ibm fornirà as- inesperti in ogni fase, dalle opera- NEWSGROUP (servizio) le zone dove
almeno una Svizzera Kazakistan
sistenza tecnica, software e punti zioni preliminari fino al collega-
di ingresso a Internet. E prima o
poi potrebbe decidere di “impor-
mento vero e proprio con Inter-
net. E tutto senza dover comprare
E sistono migliaia di discussioni in rete, su
ogni argomento. Come partecipare? Si
deve rintracciare l’“indirizzo” di un computer che for-
persona su 200
è in rete. In
U.S.A. Spagna
Portogallo Italia
Grecia Cina Giappone
arancione: Isole Bermuda Iran Corea
tare” in Europa la sua rete Pro- alcun dischetto supplementare. In nisca l’argomento desiderato, e inviare il proprio mes- almeno una ogni Algeria
Macau
Taiwan
Egitto
digy (forte di oltre un milione e marzo già 400 mila persone stava- saggio. Così tutti potranno leggerlo e commentarlo. 5 mila. In Messico
Puerto Rico
India Hong Kong
azzurro: meno Nicaragua Senegal Filippine
mezzo di abbonati in America), no sperimentando Windows 95, Giamaica Venezuela Malesia
contribuendo così alla diffusione
capillare della telematica anche
per individuare e correggere in an-
ticipo ogni eventuale difetto tec-
IRC di una ogni 5
mila. In grigio:
Costa Rica
Panama
Guinea Cipro
Turchia Indonesia
Internet relay chat: come nessuna Colombia Ecuador Israele
nel vecchio continente. nico. Tuttavia i problemi non sono sopra, ma in diretta connessione Kuwait
Brasile Arabia Saudita
Un altro grande protagonista, soltanto tecnici: la Microsoft ha in- Internet. Perù
la Silicon Graphics, ha realizzato fatti una posizione di predominio A L TA Singapore Fiji
un’intera gamma di prodotti stu- nel mercato del software, e un suo Australia
M E D IA Zimbabwe
diati per rendere sempre più in- nuovo sistema operativo, capace Nuova Zelanda
Cile
tuitivo l’uso della rete, come per di eseguire automaticamente qual- B A S SA
Uruguay Sud Africa
esempio il programma WebSpa- siasi collegamento via cavo, po- Argentina
ce: grazie a esso, si comincerà a e- trebbe spazzare via dal mercato
splorare in rete ambienti tridi- telematico tutti i concorrenti, vio- ASSENTE Antartide Fonte: Internet Society
mensionali, simili a quelli della lando le rigide leggi americane an-
realtà virtuale, anche se non subi- timonopolio. Windows 95 è pre-
to. Prima, ovviamente, qualcuno
dovrà predisporre questi ambien-
ti in qualche memoria di compu-
ter, e i “navigatori” dovranno pro-
visto per ottobre: sarà quella la da-
ta della prima guerra per la con-
quista economica di Internet? ■
Mauro Gaffo
E’
TELNET (servizio)
un sistema di comunicazione: permette di
usare a distanza un computer altrui, ma
solo nelle “aree” permesse. Viene utilizzato soprat-
Così funziona la rete
curarsi i programmi per entrarvi. (ha collaborato Fabio Palladini) tutto per consultare biblioteche. Per servirsene bisogna Ecco i principali servizi di Internet. Per sfruttarli
avere un programma come, per esempio, Ncsa Telnet.
FORNITORE bisogna procurarsi programmi specifici o
usare come un ponte il computer del fornitore.
Colonizzazione - Che fine
faranno le culture locali?
GOPHER
E’ davvero uno strumento di fronti della colonizzazione cultu-
unità e cooperazione, la re- rale, si trova ovviamente all’estre-
te? O non potrebbe piuttosto ali- mo opposto. Anche da noi, però,
VOI SIETE QUI
E’ un programma che
cerca documenti,
mentare la frammentazione?», si è stanno nascendo “isole” (cioè pun- ovvero informazioni, in
chiesta Marsha Woodbury dell’u- ti d’incontro in rete) nelle quali si E-MAIL (servizio) rete. Esegue la sua ri-
cerca in varie banche-
di necessario avere il
software adatto (per e-
niversità dell’Illinois. Questo pro- parla soltanto italiano. Ed entro
blema è attualmente il soggetto di pochi mesi, se le previsioni ver- E quivale al servizio postale: permette di
spedire un messaggio a chiunque abbia un
“indirizzo” in rete (serve però un programma specifico:
dati, basandosi sui dati
forniti dall’interessato.
sempio Netscape) e co-
noscere l’indirizzo di un
un dibattito in corso proprio su In- ranno rispettate, chi non conosce Vari nodi (cioè compu- nodo con un gopher. E-
ternet, avviato da un’organizza- l’inglese potrà sperimentare un il più diffuso è Eudora). Il destinatario riceve il mes- ter sempre collegati con siste anche una banca
saggio quando accende il computer. la rete) contengono pro- dati di gopher, continua-
zione denominata Computer pro- collegamento telematico senza bi-
fessionals for social responsibility. sogno del vocabolario: tanto Italia grammi gopher. Per av- mente aggiornata, che
La frammentazione, sostengo- on line quanto Video on line (due viare una ricerca è quin- si chiama Veronica.
no alcuni, potrebbe nascere dal ri- importanti fornitori di rete italiani) TALK
Lo stesso, in tempo reale FTP (servizio)
fiuto dei Paesi non anglosassoni progettano infatti di offrire ai loro
di uniformarsi alla cultura statu- abbonati interfacce in italiano.
nitense: in rete, infatti, si
usa soltanto la lingua in- Gli accessori indispensabili E’ un sistema di co-
municazione, e ser-
ve per scambiare program-
glese e, soprattutto, do-
minano le mentalità e i
mi a distanza: in tal modo ci WORLD WIDE WEB (WWW)
Computer Software Modem Telefono Per collegarsi TV Si deve si può procurare gratuita-
punti di vista degli ame-
ricani. E’ proprio per
questo che la Francia,
a Internet
bastano un
modem (circa
pagare un
abbonamento,
che comprende
mente il software per navi-
gare in Internet. Sono molti i
computer che contengono
E’ un sistema di comuni-
cazione molto partico-
lare perché, al contrario del
na. Si chiama Web (ragnate-
la) perché permette di colle-
gare i documenti attraverso
che ha una fortissima 300 mila lire) anche il “siti ftp”: per localizzarli si resto di Internet, permette parole chiave: “cliccando” su
identità nazionale, è il da installare tra software di può usare Archie, una ban- di visualizzare i documenti in una parola evidenziata si sal-
il computer Fax base. In futuro, ca-dati di indirizzi ftp. modo raffinato e di utilizzare ta a un altro documento sen-
Paese europeo nel quale immagini: è un po’ come la za bisogno di conoscerne l’ più accattivante. Per usarlo
Internet sta penetrando (di qualunque anche fax e
marca) e tivù potranno pagina di una rivista rispetto indirizzo. E’ il più semplice bisogna avere programmi co-
con maggiore lentezza. il telefono. sfruttare a un testo battuto a macchi- modo di navigare in rete, e il me Mosaic o Netscape.
L’Italia, che non ha mai la rete.
avuto resistenze nei con-
Focus 48 Focus 49
Tecnologia
Internet Privacy - I messaggi cifrati: un diritto alla
riservatezza o una manna per i terroristi?
E’ una vera ironia: oggi voi mi
date un premio, e tra poco,
per lo stesso motivo, potrei tro-
Ancora un
momento del
primo convegno
varmi sotto processo», ha detto degli “hacker”.
Phil Zimmermann nel ritirare un
riconoscimento per il suo pro-
gramma Pretty good privacy
(Pgp), durante l’ultima convention
di Internet, tenutasi qualche mese
fa in California. In effetti, già da
due anni Zimmermann è sotto in-
dagini per “violazione delle leggi
sull’esportazione”, ed è proprio
colpa di Internet. Pgp, infatti, è un
programma di crittografia (conce-
pito cioè per garantire la segretez-
za di un documento), e negli Stati
Uniti questi programmi sono clas-
sificati alla stregua di bombe o mis-
sili: non si possono esportare senza
controlli e autorizzazioni. Zim-
mermann in realtà non ha espor-
tato nulla, ha soltanto messo il suo
programma su Internet, lasciando
a chiunque lo desiderasse (in tutto motivi di sicurezza e lotta alla cri- mente criptato. Secondo il gover- Intanto Zimmermann continua
il mondo) la possibilità di prele- minalità, dall’altra le aziende vo- no, però, Internet potrebbe diven- tranquillamente a lavorare su una
varlo per via elettronica, e di usar- gliono trovare un modo per ren- tare il sistema di comunicazione nuova versione del programma
lo. Ma il problema dei programmi dere i messaggi non intercettabili. ideale per il terrorismo mondiale. Pgp. E a sua giustificazione dice:
di crittografia non si esaurisce nel Soltanto così, infatti, potranno tra- Così la Casa Bianca ha proposto «Non sono affatto felice di sapere
destino giudiziario di Zimmer- sformare Internet in un immenso un compromesso: inserire nei si- che i criminali usano questa tec-
mann. In sintesi, la situazione ame- mercato, permettendo, per esem- stemi informatici un microproces- nologia. Ma mi sentirei ugualmen-
ricana è questa: da una parte il go- pio, i pagamenti telematici me- sore crittografico molto efficiente, te a disagio se avessi inventato
verno desidera poter intercettare diante la sola segnalazione del nu- ma del quale l’amministrazione l’automobile e scoprissi che viene
qualunque comunicazione, per mero di carta di credito. Ovvia- pubblica possieda le “chiavi”. usata per rapinare una banca».

Problemi pratici: è davvero così facile “navigare” in Internet?

L’ uso di Internet
è ancora molto
difficile, e pone una
uno più lento preclu-
come quelli grafici.
sono nascere i dubbi
derebbe l’uso di servizi più disparati. Per
esempio su quali pro-
oppure Agorà (tel. 06/
69920412). A questi
numeri telefonici non
del mouse sulle parole bisogna conoscere un
sottolineate), gopher
(un sistema di ricer-
Url (cioè un indirizzo)
da scrivere nell’
serie di problemi. grammi sono necessa- risponde una persona ca). Per ciascuno di apposito spazio dello
● Quando si fa l’abbo- ri, dove reperirli, come ma un modem, e questi protocolli deve schermo. Sulle riviste
● Il primo problema namento a un fornitore usarli. L’unico consi- quindi la richiesta di essere usato un pro- specializzate se ne
è la scelta del modem di Internet, spesso glio valido in tutti aiuto deve essere gramma diverso, per- trovano a non finire,
(cioè il dispositivo che si riceve un dischetto i casi è quello di chie- inviata via computer. ciò il modo più sempli- ma un buon punto
consente al computer che contiene software dere aiuto agli appas- ce per cominciare è di partenza può essere
di trasmettere dati via teoricamente già pron- sionati di telematica. ● Il problema succes- quello di ricorrere a http://www.yahoo.com.
telefono). Per chi to per il collegamento. Come fare? Molti for- sivo è come servirsi programmi come Net-
vuole entrare in Inter- Il guaio è che questo nitori danno accesso a della rete mondiale. scape o Mosaic, che ● Un problema per
net, la scelta migliore va approntato secondo un proprio servizio lo- Su Internet le informa- permettono di “naviga- molti è la lingua:
è un modem a 14.400 le specifiche del cale, facendo diventa- zioni viaggiano in re” nel Web, ma anche su Internet si parla
bit per secondo (una proprio modem, che re il proprio computer diversi modi, o proto- di accedere alle varie inglese.
velocità media), possono essere molto un punto di scambio colli: Ftp (per preleva- risorse elencate.
con “compressione e diverse. Un modem messaggi tra gli abbo- re programmi ● Nei periodi di affol-
correzione d’errore fabbricato in America, nati. Questo punto da computer altrui), ● Attenzione: per uti- lamento Internet può
MNP5/V42 bis” (que- per esempio, non rico- d’incontro è chiamato e-mail (la posta elet- lizzare il Web occorre diventare lentissima, e
sto codice dovrebbe nosce il tipico segnale Bbs (Bulletin board tronica), telnet (per un computer di discre- per accedere a una
essere indicato nelle di linea dei telefoni system, o “bacheca utilizzare un computer ta potenza: come mi- pagina si può aspetta-
specifiche tecniche italiani, a meno che elettronica”). Altrimen- a distanza), WWW nimo 4 MB di memoria re anche dieci minuti.
dell’apparecchio). Il non venga istruito con ti ci si può rivolgere a (world wide web: Ram, e microproces- Bisogna scegliere be-
costo è di norma infe- appositi comandi. Bbs amatoriali gratuiti, un sistema che per- sori pari o superiori ne l’orario: il momento
riore alle 300 mila lire. come Belit (tel. 02/ mette di “saltare” da al 386 per i Pc, o al migliore è prima delle
Un modem più veloce ● Una volta instaurato 67070574) o Freedom un documento all’altro 68030 per i Macintosh. 8 di mattina.
sarebbe sprecato, il collegamento, pos- (tel. 02/70638075), premendo il pulsante Per partire, infine, Silvio Sosio

Focus 50
Tecnologia
Internet
Tmazioni
utto si muove così frenetica-
mente su Internet che le infor-
invecchiano in modo ra-
pidissimo: quello che è scritto oggi,
potrebbe essere già superato do-
mani. Un aiuto viene però dalla
rete stessa. Tutte le informazioni
possibili (e aggiornate) sul modo di
accedere a Internet dall’Italia sono
infatti contenute all’indirizzo http:
//www.inet.it/btw/faq/index.html
(si tratta di una delle tante sigle
che è necessario digitare sul pro-
prio computer, quando si naviga
in rete con un programma come
Mosaic o Netscape, e rappresenta
il comando per “trasferirsi” nel
computer che contiene le infor-
mazioni desiderate). La ricerca è
stata effettuata da Carmelo Sara-
ceno, “editore” e autore di By the
Wire, la più nota rivista italiana te-
lematica, disponibile cioè esclusi-
vamente su Internet.
Comunque in Italia esistono og-
gi circa 30 provider, i fornitori In-
ternet, presso i quali si può otte-
nere un periodo prefissato di ac-
cesso alla rete. Nomi e recapiti di
questi fornitori sono stati pubbli-
cati sul primo numero della rivi-
sta .Net, dedicata completamente a
Internet e in edicola da maggio. I
costi dell’abbonamento sono in ge-
nere intorno alle 200 mila lire an-
nuali, più le spese telefoniche. Se-
gnaliamo però tre proposte fuori
del comune (che nei prossimi me-
si probabilmente faranno scuola).
1) Dischetti in libreria. E’
uscita una raccolta di libri Milleli-
Pornografia in rete - Dove andrà
a finire il sesso telematico?
Jè stato
ake Baker, vent’anni, ha tra-
scorso 29 giorni in carcere, ed
rilasciato solo dopo il ver-
samento di una cauzione di 10 mi-
la dollari. Ora rischia fino a cin-
que anni, per avere “lanciato” in
Internet un racconto nel quale si
descriveva lo stupro e la tortura di
una ragazza, usando il nome di una
persona autentica. «Mi spiace di
avere usato un nome vero, è stata
una stupidaggine», dice Baker. Il
suo caso, però, va al di là del pro-
cesso, e coinvolge il problema mol-
Focus 52
Italia - Che cosa succede sulle
autostrade dell’informazione?
Si comincia dalle grandi città
Un “Internet point” a Milano, in Via Strambio. Permette
l’accesso a Internet, a 10 mila lire all’ora per gli studenti.
re (Stampa alternativa), intitolata
semplicemente Internet, che con-
tiene anche un dischetto per col-
legarsi a Internet gratuitamente
per un mese, attraverso Agorà te-
lematica (punti di accesso a Mila-
no, Roma, Catania).
2) Per adesso tutto gratis.
Si chiama Video on line, e fa capo
all’editore sardo Nicola Grauso,
che ha intenzione di diventare il
maggior fornitore di rete italiano.
«Per il momento offriamo il col-
legamento gratis, perché la qua-
lità del servizio non è ancora al-
l’altezza delle nostre ambizioni»,
dice Elena Schiaffino, portavoce
del gruppo. «Comunque posse-
to più generale della libertà di
espressione, soprattutto per quan-
to riguarda il sesso. Un senatore
democratico, Jim Exon, ha addi-
rittura proposto un disegno di leg-
ge chiamato “Computer decency
act”, con l’obiettivo di bandire la
pornografia dalle reti telematiche.
Sembra infatti che il 60 per cento
del traffico elettronico in rete ri-
guardi il sesso, nei modi più sva-
riati: dalle proposte di incontro ai
racconti a luci rosse, alle disquisi-
zioni su fantasie particolari fino al-
diamo già una connettività (cioè
un numero di linee telematiche)
verso gli Stati Uniti che è il triplo
rispetto a quella di tutto il resto
d’Europa. Siamo presenti in 9 città
ed entro l’estate prevediamo di ar-
rivare in tutti i 232 distretti telefo-
nici italiani. Inoltre, abbiamo ap-
pena firmato un contratto per l’u-
so di Tiber, un programma di na-
vigazione in rete che permetterà
l’uso di Video on line in italiano,
oltre che in moltissime altre lin-
gue». Per ricevere gratuitamente
a casa propria il dischetto per il
collegamento con Video on line
sono stati predisposti due numeri
verdi: 1670/18787 (informazioni
Bologna: il boom
del sesso digitale
a Erotika 94.
la trasmissione di fo-
tografie pornografi-
che, spesso riguardanti bambini.
«Il Decency act è un attentato alla
libertà di parola», ribatte Mike
Godwin, rappresentante legale
della Fondazione frontiere elet-
troniche, e la sua posizione è con-
divisa da varie associazioni per i
diritti civili. «La polizia dispone già
Editoria
telematica
Accanto,
Nicola
Grauso,
fondatore di
Video on line.
Sotto, alcune
nuove riviste
dedicate
a Internet.
nuovi abbonati) e 1670/14630 (as-
sistenza tecnica). Anche la spedi-
zione è gratuita.
3) Cinquemila lire al mese.
E’ un’idea davvero originale: un
dischetto allegato alla rivista Ita-
lia on line, in edicola ogni tre mesi
a 15 mila lire. Ogni dischetto con-
tiene un diverso numero di identi-
ficazione, che consente l’accesso a
Internet per mezz’ora al giorno nei
tre mesi successivi alla registrazio-
ne. Il grande successo dell’iniziati-
va ha portato però a gravi diffi-
coltà nei collegamenti, così Italia
on line ha deciso di fare ammenda,
concedendo un tempo di accesso
illimitato.
di tutte le leggi necessarie per com-
battere crimini orrendi come la
pornografia infantile: proporre
provvedimenti specifici dimostra
solo un atteggiamento censorio
inapplicabile alle reti di compu-
ter». Il problema però rimane, e si
intreccia con quello della privacy.
Tecnologia
Internet
I nternet comincia a essere sco-
perta anche dalle gerarchie della
Chiesa. In occasione della Pasqua,
la rete americana Prodigy (che for-
nisce accesso a Internet) ha infatti
proposto un servizio religioso, per
chi non avesse la possibilità di ce-
lebrare la festività in modo più tra-
dizionale. «Il nostro compito è
quello di raggiungere la gente, do-
vunque essa sia, anche se questo
servizio non sostituisce la santa
Messa», dice il reverendo Paul Kee-
nan, dell’Arcidiocesi cattolica di
New York. Il servizio pasquale è
stato la prima completa cerimonia
religiosa telematica, e ha avuto an-
che un’altra singolarità, resa pos-
Diritto e computer - Servono davvero nuove leggi per il
ciberspazio?
A lla fine del 1993 anche il Parla-
mento italiano ha approvato
una legge contro la pirateria infor-
matica e sono state stabilite pene
contro l’intrusione nei sistemi elet-
tronici altrui (la prima retata di
hacker italiani ha poi avuto luogo
nella tarda primavera del 1994).
In effetti una realtà come quella
di Internet pone problemi legali di
tipo nuovo, a fronte dei quali non
esistono disposizioni legislative.
Alcuni di questi problemi legali
sono infatti del tutto insospettabi-
li per chi non ha ancora familia-
rità con la rete. Eppure gli addetti
ai lavori si trovano già ad affron-
tarli, e si chiedono come verranno
risolti. Eccone alcuni.
● Shareware. Con questo no-
me si indicano programmi che
chiunque può prelevare libera-
mente da Internet, impegnandosi
però a inviare all’autore una mo-
desta cifra come compenso. Ma
come può un’azienda giustificare
l’uscita di questa cifra, in mancan-
za di fattura? Oppure dovrebbe
non pagare? E ancora, come si fa a
far pagare le tasse a chi riceve il
denaro telematico?
● Ftp. Il sistema “file transfer
protocol” permette, in pratica, di
scambiare programmi a distanza.
Se qualcuno lo usasse per riversa-
Focus 54
Religione - La Messa sarà celebrata anche
al computer?
sibile proprio dal particolare
mezzo di comunicazione: è
stata una celebrazione “mul-
ticonfessionale”, cioè dava la
possibilità di scegliere la ver-
sione cattolica o presbiteriana
della Messa. Pur con grande
prudenza, insomma, le auto-
rità religiose si mostrano di-
sponibili a esplorare nuovi
modi di comunicare col pro-
prio gregge, com’è testimo-
niato anche dalla partecipa-
zione a discussioni religiose
in rete da parte di personaggi co-
me il cardinale di New York, John
O’Connor. «Sarebbe preoccupan-
te se questo fenomeno allontanas-
L’hacker John Draper, alias Captain
re in una banca dati un costoso
programma professionale (met-
tendolo così a disposizione gratui-
ta di tutti) di cui s’è illegalmente
impossessato, l’inconsapevole ge-
store della banca dati sarebbe co-
munque condannabile perché nel
suo computer si trova del software
che non è stato pagato (si realizze-
rebbe dunque una specie di ricet-
tazione)?
● Responsabilità individuale.
Se qualcuno impiega la rete per
compiere un crimine, colui che gli
se la gente dalla comunità», com-
menta Paul Soukup, prete gesuita
che insegna alla facoltà di Comu-
nicazioni della Santa Clara uni-
Crunch. Specialista di telefonia, chiamava
gratis usando soltanto un fischietto.
ha venduto l’accesso può essere
considerato suo complice? Proprio
per cautelarsi da questa accusa,
molti fornitori (i provider) di In-
ternet chiedono agli abbonati di
dimostrare la propria identità, in-
viando copia fax di un documento:
così, in caso di necessità, il fornito-
re dovrebbe essere in grado di
identificare il colpevole.
● Diffamazione. Uno dei ser-
vizi Internet di maggiore successo
sono le discussioni collettive:
chiunque può esprimere le proprie
Ciberchiesa
per tutti
Un predicatore
televisivo
statunitense.
Negli Usa, molto
più che in Italia,
si sfrutta ogni
canale di
comunicazione
per arrivare ai
fedeli: adesso
è il momento
di Internet.
versity. «Mi auguro invece che sia
un punto di partenza per coinvol-
gere un numero sempre maggio-
re di persone».
opinioni, e sottoporle al giudizio
degli altri. Ma se un testo contiene
insulti, frasi diffamatorie, apologia
di reato, può essere messo sotto
accusa anche il gestore del servi-
zio? Così accade nei giornali: il di-
rettore è responsabile di tutto ciò
che è pubblicato, anche se non l’ha
nemmeno letto. In effetti alcuni
gestori, come la Rete civica mila-
nese, leggono preventivamente i
testi che arrivano, rifiutando quel-
li che escono dalle regole. Ma co-
me potranno farlo, se gli iscritti au-
menteranno a dismisura? ■
 ✹
■ Statistiche
P R I S M A
L’Himalaya
nella foresta
L’umanità è I primi lavori
intorno alla
ammalata: “Montagna d’oro”
del tempio del
2 miliardi Bapuon. Era
di pazienti stato costruito
a imitazione del
mitico monte
Q uanti sono gli amma-
lati nel mondo? La sta-
tistica della sofferenza vie-
Meru, nell’
Himalaya.
ne preparata ogni anno
dall’Organizzazione mon-
diale della sanità, e serve
a pianificare gli interventi
più urgenti per combattere
le malattie più diffuse. At-
tualmente, secondo l’ana-
lisi presentata all’Onu, è
ammalato circa il 40 per
cento della popolazione
mondiale, cioè 2 miliardi
di persone. I disturbi più
diffusi sono quelli cardiaci,
la polmonite e la diarrea
(specialmente infantile). Le
principali cause di morte
L’operazione di restauro si concluderà nel 2002

Un puzzle al computer,
sono, oltre a quelle colle-
gate ai mali citati, anche i
disturbi cerebrovascolari,
la tubercolosi e le affezio-
ni polmonari croniche.

e la Montagna d’oro rinasce

Ad ammalarsi sono, ovvia-
mente, soprattutto gli stra-
ti più miseri della popola-
zione. «Ormai lo stato di
salute è indissolubilmente
legato alla povertà», ha
detto il relatore dell’Oms
a Washington, David Bran-
ding Bennet. Per questo
l’organizzazione propone
una serie di programmi
“antipovertà”, cioè di in-
P er Angkor, la mitica
città nella giungla cam-
bogiana, è il più grande
progetto di restauro mai
tentato. Una grande gru
gialla è infatti appena arri-
laterali, rampe e scalinate,
il santuario sommitale, il gi-
gantesco Buddha sdraiato
A lato, l’architetto
francese Jacques
Dumarcay. Sotto:
lungo 60 metri, aggiunto lavori in cantiere
nel quindicesimo secolo sul al santuario
del Bapuon.
versante ovest. Si tratta di
▼

terventi sanitari nelle aree

di crisi contemporanei (e
spesso combinati) con pro-
getti di sviluppo economi-
co a breve termine.
La visita di una piccola
africana. Le malattie
sono legate alla povertà.
Focus 56
vata sotto la montagna ar-
tificiale del Bapuon, un
santuario a terrazze largo
200 metri e alto oltre 60 or-
nato di torri, portici e bas-
sorilievi, trasformato dal
tempo e dalle vicende sto-
riche in un ammasso infor-
me di pietre. Incluso nel re-
cinto delle meraviglie vo-
luto dal re Suryavarman I e
terminato qualche decen-
nio dopo (intorno al 1050),
dal suo successore Udaya-
dityavarman, il Bapuon è
oggi un grande cantiere do-
ve 200 operai stanno pre-
parando il terreno a una
operazione grandiosa: lo
smontaggio e la successiva
ricostruzione del tempio,
comprese le sue dodici por-
te monumentali, le gallerie
✹ P R I S M A
un’impresa che trova pre-
▼
cedenti storici soltanto nei
salvataggi di Abu Simbel,
in Egitto, e Borobudur, in
Indonesia, compiuti sotto
l’egida dell’Unesco.
«Avremmo dovuto dare
il via ai lavori già nel 1971»,
dice il responsabile del
progetto, l’architetto fran-
cese Jacques Dumarcay.
«Poi la Cambogia è rima-
sta tagliata fuori dal resto
del mondo, a causa della
politica dei Khmer rossi.
Ma siamo intenzionati a
recuperare il tempo per-
duto». Dumarcay, 69 anni,
è stato allievo di Groslier,
l’uomo che ha firmato la
rinascita di Angkor negli
anni 60, ed è tornato in
Cambogia nel 1991.
Il tempio del Bapuon
venne in realtà già parzial-
mente smontato alla fine
degli anni 60 e le 200 mila
pietre sono ancora disse-
minate attorno alla costru-
zione. Purtroppo nei vent’
anni di caos seguiti alla
chiusura del cantiere sono
andati perduti gli schedari
dove quelle pietre erano
catalogate una per una.
«La soluzione è attual-
mente affidata al compu-
ter. Sarà lui il protagonista
dell’operazione».
La sala operativa del
progetto-Bapuon è in ef-
fetti nel vecchio edificio
che ospitava la scuola fran-
cese dell’Estremo oriente
di Siem Reap, la cittadina a
pochi chilometri dal com-
plesso archeologico. Sullo
Focus 58
Sopra e a sinistra, la ricostruzione al computer del tempio, per scoprire l’esatta
collocazione di ogni pietra. Molte furono numerate anni fa, ma si persero gli schedari.
Una raffigurazione del Buddha, ormai in rovina. L’intero
edificio è composto da oltre 500 mila pietre.
schermo dei computer, li-
nee e disegni colorati si a-
nimano, e restituiscono l’
immagine virtuale della
Montagna d’oro, come
non appariva da secoli. Il
programma consente di ri-
conoscere le pietre smon-
tate dall’analisi del loro
profilo e crea immagini tri-
dimensionali della struttu-
■ Banche Usa
Piace poco l’impiegato elettronico
E’ meglio l’impiegato
elettronico o quello
in carne e ossa? Gli ame-
ricani non hanno dubbi:
meglio quello che rispon-
de con una voce umana,
discute e sorride. E sono
disposti a pagare. Tanto
che la First Chicago
(decima banca negli Usa)
ha deciso di imporre una
tassa di 3 dollari su ogni
operazione compiuta “a
mano” invece che da uno
ra da ricostruire. «E’ una
tecnica che funziona»,
commenta l’assistente del
progetto, Pascale Royère.
«Il riconoscimento è pre-
ciso, aiutato dai canoni di
simmetria e ripetitività ti-
pici dello stile Khmer, e ci
consentirà di identificare
le oltre 500 mila pietre
complessive che formano
sportello automatico (e 2
dollari se l’impiegato deve
dare spiegazioni al telefo-
no). «Perché? Perché il fu-
turo bancario è degli spor-
telli automatici, ed è ovvio
che un impiegato elettroni-
co costi meno di uno
umano», ha spiegato il pre-
sidente, Leo Mullin. E in
effetti negli ultimi dieci
anni gli sportelli automatici
sono passati negli Usa da
poche migliaia a oltre 100
l’edificio in soli due anni di
lavoro, contro i sei previ-
sti inizialmente». I proble-
mi del Bapuon incomin-
ciarono poco tempo dopo
la costruzione, quando una
esplosione alla base fece
crollare le tre terrazze su-
periori. Rimaneggiamenti
successivi, come l’aggiun-
ta del grande Buddha dor-
miente, realizzata utiliz-
zando parte della struttu-
ra, minarono ulteriormen-
te l’integrità dell’ opera. In
seguito il grande tempio fu
trasformato in fortezza, e
in tempi ancora più recenti
i Khmer rossi sfruttarono
la postazione più alta del
complesso di Angkor co-
me osservatorio militare.
I lavori di ricostruzione
avverranno per livelli suc-
cessivi. «Ma la pietra an-
golare è già stata posta», fa
osservare Dumarcay. «E’
mila, mentre gli impiegati
sono scesi del 7 per cento
(ora sono 446 mila). La so-
prattassa sull’impiegato ha
fatto però infuriare le orga-
nizzazioni dei consumatori.
«Un uomo sarà sempre
meglio di una macchina»,
ha tuonato Steven Brobeck,
dirigente della Consumer
federation of America. «E
poi nelle nostre banche
c’erano già oltre 200 tasse,
sovrattasse e balzelli vari».
il muro di cemento del lato
Est, fatto costruire da Gro-
slier nel 1970, che sarà ri-
vestito delle pietre origina-
li, e sarà l’ossatura centrale
di tutta la struttura».
Dal punto di vista tecni-
co, la sfida più grande è
rappresentata dalla rico-
struzione della figura diste-
sa del Buddha, affidata ai
tratti scolpiti sui blocchi di
arenaria grigia ricavati dal
crollo dell’ala occidentale.
Anche in questo caso il
computer svolgerà un ruo-
lo fondamentale. Le pietre
saranno infatti inventariate,
smontate e rimesse al loro
posto, seguendo una nuova
struttura interna. La resti-
tuzione del sorriso al Bud-
dha addormentato sarà il
tocco finale che saluterà la
rinascita della Montagna
d’oro. ■
Massimo Cappon
✹P R I S M A
Curiosi, coinvolgenti,
interessanti: i libri
da portare in vacanza
L’intelligenza
del cane
(e del suo padrone)
di Melissa Miller
Longanesi, 22 mila lire
■ Un’indagine dedicata al
rapporto fra due intelligen-
ze. Dunque: il rapporto fra uo-
mo e cane nel mito e nella
storia, gli otto tipi di caratte-
re di un cane, i test per mi-
surare il suo QI (sono giochi,
ma fino a un certo punto),
quelli per scoprire le cate-
gorie di padrone (“esigen-
te”, “compiacente”, “sen-
sato”), e i consigli per sce-
gliere il cane giusto per cia-
scuno. Melissa Miller è in-
glese, e dal 1990 si occupa
in modo scientifico dell’in-
telligenza degli animali.
Cos’è il cane, per Melissa?
«L’animale più versatile e
gratificante che l’ uomo ab-
bia mai conosciuto. A una
memoria eccezionale e a
cinque sensi straordinari
(ma forse sono sei) unisce
un temperamento leale e
un vivo desiderio di com-
piacere il padrone».
L I B R I
Il presidente
ha un biochip
nel cervello
■ Il candidato perfetto alla
presidenza degli Stati Uniti?
Deve avere una faccia sim-
patica, una storia politica
impeccabile e, soprattutto,
un biochip nel cervello.
A mezza strada tra la fanta-
scienza e il thriller politico,
questo romanzo esplora
un’ipotesi resa sempre più
credibile dai progressi della
tecnologia: la possibilità per
l’uomo di interfacciarsi (cioè
collegarsi direttamente, car-
ne contro metallo) con si-
stemi computerizzati.
Il protagonista è un gover-
natore del Midwest, che
grazie all’innesto di un mi-
croprocessore nel cervello
è in grado di conoscere in
tempo reale ogni tendenza
dell’elettorato, su qualun-
que argomento. Attraverso
lui, un gruppo di anonimi fi-
nanzieri intende prendere
sotto controllo l’economia
americana, traballante per
un debito pubblico ormai al-
le stelle. Il romanzo di
Stephen Bury, in effetti, non
si spinge molto in là nel fu-
turo: quasi tutti i ritrovati
tecnologici che esso de-
scrive fanno infatti già par-
te della nostra vita, e lo
stesso vale per il tentativo
di trasformare la politica in
una scienza basata su con-
tinui e capillari sondaggi di
opinione. Il pregio maggiore
di “Interface” è proprio
quello di rendere credibile,
in maniera inquietante, un
mondo nel quale la corsa
alla presidenza può diven-
tare un unico gigantesco ef-
fetto speciale. Eppure an-
che in questo futuro gover-
nato dall’elettronica e dalla
psicologia di massa, l’ele-
mento determinante finisce
per essere, come sempre,
l’imprevedibilità del fattore
umano.
INTERFACE
di Stephen Bury
Nord, 30 mila lire

L’intelligenza sul suo livello di intelligen-

del gatto
(e del suo umano)
di Melissa Miller
Longanesi, 22 mila lire
■ L’approccio al rapporto
uomo-gatto è simile a quel-
lo del libro precedente: il
confronto fra due intelligen-
ze. Con una differenza im-
portante: «che sin dai giorni
lontani del primo addome-
sticamento il gatto ha in-
dotto l’uomo a interrogarsi
za, a causa della sua ca-
pacità di ragionare e di ba-
dare a se stesso, unita a
una natura misteriosa e a
un’aria di superiorià asso-
luta». Nel libro ci sono, ov-
viamente, anche i sette ti-
pi di carattere del gatto, i
test per valutarlo, i tipi di
“umano” (il gatto non ha
padrone) che gli si accom-
pagnano (“pratico”, “ac-
corto”, “compiacente”, “fa- Il vincitore della prima Olimpiade dei robot, organizzata quattro anni fa a Glasgow,
natico”) e le razze consi- in Inghilterra. Nel romanzo “Interface” uomo e macchina uniscono i loro cervelli.
gliate a ogni tipo di umano.

L’impulso fossero soltanto la caren-

creativo
di Josef Reichholf
Garzanti, 35 mila lire
■ Reichholf tiene corsi
sulla biologia dell’evoluzio-
ne e di geografia animale
all’università di Monaco
di Baviera. E in questo
libro corregge e completa
le teorie dell’evoluzione
di Darwin: se a fare da
motore all’evoluzione non
za di risorse (come diceva
appunto Darwin) e la so-
pravvivenza del più adatto,
ma anche l’eccesso, e
le innovazioni del metabo-
lismo resi possibili dall’
abbondanza, dal surplus
delle risorse? Se fosse
determinata unicamente
dal “gene egoista”, l’
evoluzione sarebbe infatti
soltanto un processo
casuale in un mondo
caotico. Molto originale.
✹P R I S M A
Il canarino
del minatore
di Niles Eldredge
Sperling & Kupfer,
34.500 lire
■ Un tempo i minatori scen-
devano nelle miniere di car-
bone con dei canarini in
gabbia, che utilizzavano co-
me segnale d’allarme: se
smettevano di cinguettare
significava che era il mo-
mento di fuggire, perché la
miniera si stava riempien-
Le avventure di
Mr. Tompkins
di George Gamow
Dedalo, 22 mila lire
■ Scritto negli anni 40
e aggiornato nel 1965,
questo libro riesce a spie-
gare in modo divertente
i più oscuri principi della
fisica moderna. La relati-
vità, per esempio, è affron-
tata raccontando come
cambierebbe la nostra vita
quotidiana se la velocità
della luce fosse molto più
bassa. Gamow è l’ideatore
della teoria del Big Bang.
Focus 62
do di gas. Prendendo spun-
to da questa usanza, il pa-
leontologo Eldredge rac-
conta la storia delle estin-
zioni di massa degli anima-
li, per arrivare a una “teoria
generale delle estinzioni”.
Un libro brillante, stimolan-
te e piacevole, che non si
occupa solo dei dinosauri,
ma di molte altre specie,
spesso dimenticate (per
esempio la scomparsa degli
uccelli canori che un tempo
popolavano i cespugli lun-
go le strade): tanto più che
fra i meccanismi delle gran-
di estinzioni del passato, e
Si fa presto a dire infinito!
■ L’idea di infinito si affac-
cia nella storia dell’uomo
nel momento stesso in cui
egli comincia a interrogarsi
sul senso della sua presen-
za sulla Terra, e si pone do-
mande fondamentali che
assillano ancora oggi: l’ini-
zio, il futuro, la fine, le di-
L I B R I
quelli delle estinzioni odier-
ne su piccola scala, ci sono
forti somiglianze, che forni-
scono importanti informa-
zioni sugli ecosistemi e sul-
l’evoluzione. Così Eldredge
offre risposte plausibili a u-
na serie di questioni. Per-
ché le specie si estinguo-
no? Quando una estinzione
fa parte dell’ordine naturale
delle cose, e quando è il ri-
sultato dell’opera dell’uo-
mo? E soprattutto (massi-
ma provocazione), l’“Homo
sapiens” va considerato an-
cora parte della natura o va
distinto da essa?
mensioni del tempo e dello
spazio. Questioni che sem-
brerebbero destinate a non
avere alcuna risposta, vista
la limitatezza dell’uomo e
degli strumenti a sua di-
sposizione. Eppure, specie
nel Novecento, l’accelera-
zione delle nostre cono-
Viaggio fra
gli spiriti
di Massimo Polidoro
Sugarco, 36 mila lire
■ Massimo Polidoro è sta-
to protagonista di uno de-
gli “incontri” di Focus (n.
10, agosto 1993): presti-
giatore e laureando in psi-
cologia, è anche membro
del Cicap, il Comitato ita-
liano di controllo delle af-
fermazione sul paranor-
male, e si occupa in parti-
colare (come il suo amico
e maestro americano Ja-
mes Randi, l’illustre “inve-
stigatore del paranorma-
le” che smascherò Uri Gel-
ler) di svelare trucchi e
truffe, e smontare i mec-
canismi di tanti apparenti
miracoli. Con questo libro,
per la prima volta, si cerca
di sollevare in nome della
scenze è stata formidabile.
Tullio Regge, uno dei mag-
giori scienziati viventi (64
anni, insegna teoria della
relatività all’università di To-
rino), illustra in questo vo-
lume, con linguaggio esem-
plare, l’immensa varietà dei
fenomeni fisici collegati con
razionalità il velo che
per 150 anni ha avvolto
nel “mistero” i fenome-
ni dello spiritismo (il primo
“contatto” moderno con l’al-
dilà sarebbe stato opera
delle americane sorelle Fox,
nel 1848), e l’operato di
maghi più o meno famosi.
Scrive Piero Angela nell’in-
troduzione al volume: «Leg-
gendo queste pagine c’è da
rimanere trasecolati nel
constatare l’ingenuità e l’in-
competenza di tante perso-
ne (inclusi scienziati e premi
Nobel) di fronte a medium,
fantasmi e tavoli volanti».
Così per chi desidera sco-
prire come si fa a materia-
lizzare un fantasma o a levi-
tare a mezz’aria, questo li-
bro è anche una diverten-
tissima scoperta.
il concetto di infinito, in un
viaggio che parte da New-
ton (ma nel libro si parla an-
che del filosofo greco Ari-
stotele), e arriva ai quark,
alla meccanica quantistica,
e ai buchi neri.
INFINITO
di Tullio Regge
Mondadori, 32 mila lire
 Il supermarket
✹ P R I S M A mondiale dei
lanciatori di satelliti
offre una soluzione
per ogni esigenza.
Ma non sempre
chi risparmia
fa un buon affare

Venga a Il lancio di un Ariane 4 dal poligono di Kourou, in Guyana.

Shuttle in attesa
prendere un razzo da noi
Sopra, la base di Cape Canaveral.
Gli Usa investono nello spazio
Iquesta
l cosmo non si conquista.
Si sfrutta. Sembra essere
la parola d’ordine
municazioni, di ben 25 sa-
telliti. Per accaparrarsi una
parte di questo affare sono
oltre 13 miliardi di dollari all’anno.
che guida tutti gli operato- in lizza molti Paesi. Per
ri delle agenzie spaziali, e molti anni, in effetti, la ca-
C’è un razzo per tutti sembra essere tramontato pacità di realizzare veicoli
i gusti (e le tasche) il periodo nel quale i prin- spaziali è stata la misura (o
cipali obiettivi della ricerca una delle misure) del po-
Il disegno erano la Luna, Marte, il tenziale di un sistema indu-
qui accanto Sole. I dati sono eloquenti. striale. Dal 1957 (anno del
illustra il parco Secondo l’istituto di inda- primo Sputnik) in poi sono
mondiale gine economica francese stati effettuati circa 3600
dei lanciatori us G1 2 ur 2A 2 4D n3 n4 ST
S k ya uz os 1) on on ith gy
a Euroconsult si sono ormai lanci: 2 mila i sovietici e rus-
di satelliti e egas out elta enta 2 e Titan an 3 ta ta sto ln yo sm (F sykl rot en er
veicoli spaziali. P Sc D G c tlas
Ti Ti
eV
o Mo S o o T P Z n consolidati tre campi spe- si, un migliaio quelli ameri-
Tit r re re re K E
cifici di business spaziali: cani. L’Europa, con il vet-
Sono indicati lt as A e tto etto e tto tto
i Paesi o le A V V V Ve 1, le imprese classiche, tore Ariane, ha effettuato
agenzie cioè i lanci di sonde e sa- 70 lanci. I giapponesi 45. I
multinazionali telliti di esplorazione e ri- cinesi 34. Molti altri Paesi
che hanno cerca. In questo settore nei hanno avuto una attività
realizzato in prossimi dieci anni verran- propria (come l’Italia), altri
modo autonomo no investiti circa 12 miliar- l’anno avviata. India, Israe-
i veicoli (l’Italia, di di dollari (poco meno di le e Australia hanno già
per esempio, ha ventimila miliardi in lire). compiuto esperienze auto-
solo migliorato 2, i satelliti per comuni- nome. Anche se ci sono
lo Scout
americano). cazioni. Dal 1992 al 2004 stati clamorosi fallimenti,
Dopo gli Usa, sono avvenuti e avverrano in particolare cinesi e giap-
i Paesi che lanci per 178 satelliti, con ponesi (vedere Focus n. 7 e
investono di più S II 2 H1 H1 un budget complessivo di n. 30), la tendenza è univo-
sono l’Europa M3 M3S N H2 16 miliardi di dollari (cir- ca. Come è già avvenuto in
nel suo insieme ca 25 mila miliardi in lire). altri settori produttivi, la
(4,6 miliardi Altezza dei lanciatori 3, le relative infrastrut- parte più sviluppata del
di dollari), e Stadio a 60 m ture a terra (antenne, sta- Terzo mondo sta cercando
il Giappone combustibile zioni trasmittenti e rice- di diventare competitiva: e
(quasi 2 miliardi solido 50 m
di dollari). venti, centri per il tratta- chi non fabbrica razzi cerca
Attualmente mento delle immagini e di fabbricare e gestire in
40 m
la Cina investe Stadio a delle informazioni, com- proprio almeno i satelliti.
il triplo rispetto propellente 30 m puter...), che rappresenta- Con il programma Insat,
alla Russia (500 liquido no il vero cuore dell’affare: l’India ha per esempio po-
milioni di dollari 20 m 70 miliardi di dollari, oltre sto in essere un sistema di
contro 170). Le Stadio 115 mila miliardi in lire. telecomunicazioni intera-
cifre sono criogenico 10 m Il 1995 dovrebbe essere, mente orbitale. Oggi, in-
quelle dei a questo proposito, un an- somma, affidare propri sa-
budget ufficiali
o stimati, 0 no record, visto che sono telliti ai vettori esotici può
relativi al 1995. it E programmati i lanci, solo essere un rischio. Domani
VL
S e4 e5 av V3 LV LV 1 C
CZ CZ2 CZ2
3 A 4
CZ CZ3 CZ per il settore delle teleco- sarà un affare. ■
ria
n
ria
n Sh SL AS PS
A A
✹ P R I S M A
■ Fallimenti
Troppi seni difettosi,
e l’industria va in crisi
Iinventore?
seni artificiali stanno por-
tando alla rovina il loro
E’ quanto sem-
bra accadere negli Stati
uniti, dove la Dow Corner
(numero uno nel mercato
delle protesi mammarie)
ha chiesto di essere messa
in una specie di ammini-
strazione controllata, per
poter far fronte alle richie-
ste dei creditori. E’ quello
che la legge americana
chiama “Chapter 11”. In
questo modo la Dow Cor-
ner (società cui partecipa-
no la Dow Chemical e la
Corning Inc) può conti-
nuare in una normale atti-
vità industriale, e a pagare
gli stipendi, mentre hanno
corso i procedimenti giudi-
ziari. Ma perché la società
è andata in crisi? Perché
centinaia di migliaia di
donne, tutte portatrici di
seni al silicone, hanno fatto
causa sostenendo che il ce-
dimento delle protesi ave-
va provocato loro proble-
mi di salute. Ben 340 mila
di esse hanno accettato un
“accordo amichevole” (e l’
azienda ha sborsato in tut-
to più di 4 miliardi di dol-
Focus 66
Vero, falso
o verosimile?
A lato, una
modella. Sotto,
una protesi
difettosa. Le
richieste di
risarcimento
danni negli Stati
Uniti sono
ormai centinaia
di migliaia.
lari, oltre 6 mila miliardi di
lire). Ma in 11 mila hanno
deciso di ricorrere alla ma-
gistratura: con il rischio di
provocare il tracollo defi-
nitivo delle finanze Dow
Corner. E dire che solo nei
primi tre mesi di quest’an-
no i profitti dei fabbricanti
di seni artificiali erano cre-
sciuti del 33 per cento, ri-
spetto all’anno scorso.
■ Dinosauri
Lo pterodattilo? Un ottimo padre
Isauri.
dinosauri più socievoli?
Senza dubbio gli ptero-
Secondo uno studio
del paleontologo americano
Kevin Padian e del geologo
inglese Michael Bell, circa
100 milioni di anni fa i gran-
di rettili volanti si distingue-
vano soprattutto per il fatto
di vivere in grandi gruppi, ve-
re e proprie colonie, e di al-
levare i figli. A queste con-
Dieci anni
nello spazio
A lato, una
immagine
ravvicinata della
stazione spaziale
sovietica Mir
(cioè Pace), in
orbita dal 1986.
Lunga 15 metri,
ha sei boccaporti
di attracco.
Sotto, gli ultimi
tre “inquilini”
(sulla destra
Striekalov,
il “ferito”).
Fate pulizia sulla Mir,
il tetano è in agguato
S tavo facendo un po’ di
pulizia in cabina, e so-
no scivolato su un pannel-
lo. Ho cercato di restare in
equilibrio, ma mi sono
graffiato una mano». In
teoria all’astronauta russo
Ghennadi Striekalov non
avrebbe dovuto succedere
proprio niente, visto che le
stazioni spaziali dovrebbe-
ro essere uno dei luoghi
più asettici del mondo. In-
vece la sua mano si è subi-
clusioni gli studiosi
sono arrivati
esaminando i
numerosissimi resti scoper-
ti nel 1989 sulle Ande cile-
ne: la più grande collezione
di ossa di pterosauro mai ri-
trovata. Dall’analisi è risul-
tato che i grandi rettili vo-
lanti erano capaci di decol-
lare dopo una lunga rincorsa
(fino a oggi si pensava inve-
Una piccola ferita,
ed è subito infezione
to infiammata, e Strieka-
lov ha dovuto chiedere i-
struzioni a terra.
«In effetti qui sulla Mir
l’aria è più inquinata che
in uno stabilimento metal-
lurgico», ha comunicato.
E’ seguito un consulto con
i medici del centro di con-
trollo, a Mosca, e all’astro-
nauta sono state prescritte
le medicine opportune.
Striekalov, che si trovava
a bordo insieme con l’a-
ce che fossero
soltanto in grado di “tuffarsi”
da alberi o rocce, e di pla-
nare). Dice Padian: «I picco-
li dovevano imparare a vola-
re, e fino a che non lo face-
■ Superprotesi
Il braccio è finto, ma sente caldo e freddo!
■ Nucleare
Un italiano per
curare i reattori
di Cernobyl
Q uando, una quindicina di
anni fa, Chuck Tiemann
Tiemann, 39 anni, ha però
un nuovo braccio artificiale.
una pressione (Sense of feel
system). Il sistema funziona
fu colpito da una scarica e-
lettrica a 7200 volt, e non
«La prima volta che ho toc-
cato la mano di mia moglie,
grazie a sensori sensibili al-
la temperatura, posti sulle C hi risanerà Cernobyl?
Un italiano. L’ingegner
4
morì, si reputò fortunato d’a-
ver perso soltanto l’uso di
un braccio e di una gamba.
e ho sentito che era calda,
ho subito un’emozione pro-
fondissima», dice. E infatti
dita artificiali, che inviano il
loro segnale a microcircuiti
computerizzati, inseriti al-
Carlo Mancini, dirigente
dell’Enea, è stato infatti
nominato presidente del
Quando, cinque anni più tar- Tiemann è uno dei 130 pa- l’interno del braccio artifi-
di, cominciò a potersi servi- zienti scelti dal Sabolich Pro- ciale. Da qui viene emesso Fondo per gli interventi ur-
3 re di una protesi in legno, sthetic Center dell’Oklaho- un segnale di “caldo” o di genti relativi alla sicurezza
pesante e scomoda, pensò ma, per sperimentare una “freddo” che due elettrodi delle centrali nucleari del-
che comunque anche que- nuova rivoluzionaria protesi replicano sulla pelle, nel l’Europa dell’Est. Si tratta
sta era meglio di nien- che sente anche il caldo e il punto in cui la protesi è uni- di circa 310 miliardi di lire
te. Dal mese freddo (non a caso si chia- ta all’arto vero. (20 miliardi è il contributo
scorso ma Hot and cold system). «Se tutto va bene, fra un an- italiano) raccolti presso la
Gli studi in questo senso so- no potremmo immettere sul Bers, la Banca europea per
no cominciati nel mercato il nostro Hot and la ricostruzione e lo svilup-
1991, per miglio- cold system», dicono oggi
rare le protesi alla Sabolich. Il costo do- po, cui partecipano anche
2 già esistenti vrebbe aggirarsi sui 2300- Giappone, Usa e Canada. I
che consen- 2700 dollari. Secondo Jack progetti in corso riguarda-
Brividi di calore tivano co- East dell’American amputee no interventi nella centrale
1 munque di foundation (negli Stati Uniti di Kozloduy (Bulgaria), in
1. Sensori sensibili alla
temperatura. 2. Micro processore.
3. Elettrodi applicati sulla pelle.
“sentire” un
contatto e
ci sono circa 4 milioni di per-
sone che vivono con arti ar-
quella di Ignalina (Litua-
nia), San Pietroburgo, Ko-
4. I recettori della pelle:
inviano i segnali
tificiali) un sistema come
questo «rende più accettabili
la e Novovoronesh (Rus-
sia). C’è anche Cernobyl,
al cervello. le protesi, e dunque offre ai
pazienti motivazioni più che dovrà essere disattivata
profonde per procedere nel- entro il Duemila. Presto bi-
la riabilitazione». sognerà sborsare altri 200
milioni di dollari.
mericano Norman Tha-
gard e l’altro russo Vladi-
mir Dezhurov, è comun-
que guarito in fretta, e ha
potuto così compiere an-
che una passeggiata di sei
ore nello spazio, per spo-
stare una batteria solare.
L’equipaggio della Mir era
partito il 14 marzo scorso
dal cosmodromo di Baiko-
nur: si tratta della prima
missione russo-americana
a bordo della Mir.
Una ricostruzione
di pterosauro: fino
a 15 metri di ali.
vano erano gli adulti a
prendersi cura di loro». Un
fatto straordinario nel mon-
do dei dinosauri, animali
che, a quanto risulta, non
avevano alcuna attitudine
parentale.
 S

Gli effetti
Stare troppo
al sole può
fare male. Che cosa si
rischia e come si evitano
i danni del clima estivo?
DOSSIER: IL CALDO
piaggia. Sole. Soprattutto
calore. E talvolta una
giornata al mare può tra-
sformarsi in un dramma.
Quali sono i danni del caldo ec-
cessivo al nostro organismo? I pro-
blemi nascono in genere perché si
suda molto, e non si recuperano i
sali minerali perduti. Ma possono
anche verificarsi disturbi molto
gravi, potenzialmente addirittura
mortali. Per questo occorre fare
molta attenzione quando il corpo
è sottoposto a temperature ele-
vate per un tempo prolungato
(e soprattutto se è in corso uno
sforzo fisico intenso). Esistono

Tintarella da guinness
Una coppia sulla spiaggia.
Secondo gli esperimenti
dell’aviazione Usa, il corpo
umano può sopportare fino a
200 gradi per pochi istanti.

l’improvviso, e interessa dappri-
ma le mani e i piedi. I muscoli di-
ventano duri e rigidi. A volte lo
spasmo può colpire anche i mu-
scoli addominali, e far addiritura
pensare a una peritonite, perché
il ventre si presenta teso e dolente.
Quali sono le cause dei crampi?
Soprattutto la perdita di liquidi, e
con essi di cloruro di sodio, attra-
verso la sudorazione. Il fenome-
no dunque può essere prevenuto e
curato con reintegratori salini, e
con cibi e bevande ricchi in cloru-
ro di sodio.
anche fattori che predispongono
casi, la soluzione è molto semplice:
anzitutto occorre assicurare che gli
organi più importanti, soprattutto
il cervello (la cui attività può esse-
re danneggiata irreversibilmente
se l’apporto di ossigeno rimane in-
sufficiente per alcuni minuti) rice-
vano sangue. E’ sufficiente quindi
mettere la persona svenuta in po-
sizione orizzontale, e a testa ingiù.
Poi qualche sorso di acqua mista a
sale (il cloruro di sodio tende a in-
durre un richiamo di liquidi, e
quindi un aumento del volume di
sangue circolante) può aiutare a
ricuperare coscienza. Nell’attesa di
d’allarme è l’inspiegabile assenza
della sudorazione, che viene spes-
so accompagnata da un forte mal
di testa. La pelle diventa calda e
secca, mentre il cuore (come av-
viene naturalmente anche in caso
di febbre) batte sempre più velo-
cemente, per rispondere alle au-
mentate richieste metaboliche. A
volte si possono raggiungere an-
che i 160-180 battiti al minuto. An-
che la respirazione, per favorire
gli scambi tra aria e sangue e ga-
rantire un sufficiente apporto di
ossigeno, tende di conseguenza a
farsi più affannosa. In poco tempo

Quando
a queste patologie: la disidratazio-
ne, la sudorazione eccessiva, l’età
avanzata, il vomito e la diarrea.
Inoltre un alto tasso di umidità e la
scarsa ventilazione accentuano an-
cora i pericoli. Ecco i principali
malanni da calore:
● Attenti ai crampi
I crampi sono contrazioni molto
● Il collasso da calore
Anche in questo caso la causa è
soprattutto la perdita di liquidi le-
gata alla sudorazione eccessiva. La
quantità di sangue circolante in-
fatti tende a diminuire, con un con-
seguente calo della pressione ar-
teriosa e la comparsa di uno stato
di choc di tipo “ipovolemico” (cioè
dovuto alla diminuzione del san-
un ricovero ospedaliero, che va
sempre consigliato se c’è stata per-
dita di coscienza.
● Il colpo di calore
Si tratta di un problema più gra-
ve del semplice collasso. In que-
sto caso la causa non va ricercata
nell’eccessiva perdita di liquidi, ma
nell’aumento della temperatura
la temperatura corporea raggiunge
i 40-41 gradi, e possono comparire
convulsioni legate alla sofferenza
cerebrale (purtroppo è in questa
fase che si possono verificare dan-
ni potenzialmente permanenti)
per insufficienza circolatoria. Il
colpo di calore deve essere trattato
con urgenza. Prima del ricovero in
ospedale bisogna coprire il malato

la pelle scotta
intense e dolorose dei muscoli,
provocate da una cattiva circola-
zione del sangue, e da una conse-
guente carenza di ossigeno al tes-
suto muscolare. Il rischio aumenta
quando la temperatura esterna è
molto elevata (oltre i 30-35 gradi)
e quando si svolge un’attività fisi-
ca. Il dolore spesso compare al-
gue nei vasi). Nelle fasi iniziali ci si
sente deboli e si suda copiosamen-
te. Il battito cardiaco tende poi a
rallentare, la pressione arteriosa
scende e la pelle diventa fredda e
umida. Spesso a questo punto si
perde la coscienza, più o meno co-
me avviene in caso di sincope. Per
fortuna, nella maggior parte dei
corporea, legato alla mancanza di
smaltimento di calore da parte del-
l’organismo. In pratica, quindi, il
corpo diventa troppo caldo per-
ché i meccanismi di controllo mes-
si in atto dalle strutture del cervel-
lo (o meglio, dell’ipotalamo, che
presiede a queste funzioni) diven-
tano insufficienti. Il primo segnale
con panni bagnati in acqua fredda.
Facendo però attenzione, giacché
esiste anche il rischio che un trat-
tamento troppo intenso faccia pre-
cipitare la situazione, inducendo
un’ipotermia (cioè un eccessivo ab-
bassamento della temperatura) che
è altrettanto grave. ■
Federico Mereta
Focus 71

? DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono a disposizione dei lettori. Poiché non è possibile
rispondere a tutti, daremo la preferenza alle domande di interesse più generale.
Le risposte sono preparate dalla redazione; nei casi in cui si è fatto ricorso
a un esperto, il suo nome è indicato. Non si danno risposte private. Scrivere a
FOCUS, Gruner und Jahr/Mondadori, Corso Monforte 54 - 20122 Milano.
Come si misura la profondità marina?
Domanda posta da Chiara Bolognese di Lecce.
Lsfrutta
a tecnica usata è quella
dell’ecometria, che
strumenti come l’e-
coscandaglio o l’ecogo-
niometro, costituiti da un
“proiettore” e da un “tra-
sduttore”. Il primo tra-
Sopra, profondità
marine rilevate con
l’ecometria. A destra,
la nave oceanografica
Bannock, del Cnr.
Come si muove un insetto, in aria,
dentro un’auto in accelerazione?
Domanda posta da Sandro Tosi di S. Martino Siccomario (Pavia).
Q uando l’auto accelera,
l’aria contenuta in essa
tende per inerzia in un pri-
mo momento a rimanere
ferma rispetto al veicolo.
Perciò, si comprime con-
tro il lunotto posteriore.
Poi, se l’aria non ha la pos-
sibilità di uscire, la spinta
esercitata dal lunotto au-
menta fino a eguagliare la
forza d’inerzia dell’aria. A
questo punto la compres-
sione termina e il lunotto
spinge l’aria nella direzio-
ne di marcia, imprimen-
dole la stessa accelerazio-
ne dell’auto. Anche l’in-
Focus 78
sforma impulsi elettrici in
ultrasuoni di frequenza
determinata, il secondo
compie l’operazione in-
versa: trasforma gli ultra-
suoni in impulsi elettrici.
L’apparecchio di misu-
razione, comprendente
proiettore e trasduttore, è
situato sotto la chiglia di
una nave. Il proiettore
lancia un fascio di onde
verso il fondo marino, il
quale le riflette facendole
tornare verso il trasdutto-
re. Questo, a sua volta, le
setto, fermo rispetto alla
massa d’aria, sarà trasci-
nato dai due movimenti
compiuti dall’aria stessa.
Tutto il contrario acca-
de se al posto dell’insetto
(più pesante dell’aria) c’è
un oggetto più leggero
dell’aria, per esempio un
palloncino pieno di gas
elio: questo si muoverebbe
in avanti quando l’auto ac-
celera, e all’indietro in ca-
so di frenata. La spiega-
zione si fonda sul princi-
pio di Archimede, secon-
do il quale un corpo, im-
merso in un fluido, subi-
trasforma in impulsi elet-
trici, che vengono analiz-
zati dall’apparecchio di
misurazione.
Calcolando il tempo che
le onde impiegano ad an-
dare e tornare e sapendo
qual è la loro velocità di
propagazione nell’acqua,
si stabilisce a che distanza
si trova il fondo marino
dalla chiglia della nave. I
dati vengono elaborati da
un computer che mostra
su uno schermo le varie
profondità.
sce una spinta opposta al-
la gravità e di intensità pa-
ri al peso del fluido spo-
stato. Nel nostro caso la
forza d’inerzia che com-
prime l’aria durante le ac-
celerazioni o le frenate si
comporta come una forza
gravitazionale, diretta pe-
rò orizzontalmente. Così
il palloncino d’elio subisce
anche una spinta d’Archi-
mede orizzontale. Ma, sic-
come è più leggero dell’a-
ria, tale spinta è superiore
alla forza d’inerzia dell’a-
ria stessa e lo fa muovere
in senso opposto.
COME FUNZIONA L’Autovelox,
che calcola la velocità delle auto
Un raggio
laser, che
dà la multa
L’ apparecchio sta sul
bordo della strada.
Il suo “cervello” è costi-
tuito da due emettitori
di raggi laser paralleli,
ognuno dei quali ha
anche un ricevitore del
proprio raggio. Questo,
infatti, una volta emes-
so, si riflette contro un
ostacolo, che può essere
anche l’asfalto. Ecco
le situazioni che si
possono determinare.
A) Non passa nessuna
vettura, quindi non
ci sono interferenze e
ciascuno dei due raggi
torna al proprio
ricevitore regolarmente.
B) Una vettura passa
davanti all’apparecchio,
interrompendo per un
istante il primo dei due
raggi nella fase di emis-
sione. Poiché il ricevitore
non “vede tornare”
regolarmente il raggio
di ritorno, fa scattare
il conteggio del tempo.
Dopo una frazione di
secondo, la vettura inter-
rompe anche il secondo
Computer per il controllo di tutte
le funzioni e per le registrazioni
statistiche del traffico, completo
raggio e allora un
computer calcola
il tempo che è passato
di tastiera, display e stampante.
tra la prima interruzione
e la seconda e fa un’
operazione aritmetica:
divide la distanza tra
i due emettitori per
il tempo. Il risultato è
la velocità della vettura
durante il suo passaggio
davanti all’apparecchio.
Se essa è inferiore a
quella prevista dalla
legge, non accade nulla;
se è superiore, il compu-
ter dà ordine alla
macchina fotografica di
scattare una fotografia.
Se è buio, scatta anche
il flash, che è di tipo
antiabbagliante e quindi
non dà fastidio a chi
guida. La fotografia con-
terrà anche le indicazioni
sul giorno e l’ora in cui
è stata scattata la foto.
Raggi laser
Autovelox
Macchina fotografica
Visti e fotografati
A sinistra, la sistemazione
dell’autovelox: la macchina
fotografica è orientata in modo
Raggi da fotografare la vettura quando
laser
ha già oltrepassato l’apparecchio
e perciò si vede la targa.
Quale legge
vieta l’amianto
nell’auto?
Rivelatore
di velocità: è
Domanda posta da Carlo
Canedoli di Ghedi (Bs).
costituito dai
due emettitori
e ricevitori e
dall’elettronica
P er la sua resistenza a-
gli acidi e al calore, l’
amianto è stato spesso u-
di controllo. sato come isolante. Tutta-
via le microfibre che pro-
duce (foto in alto), se ina-
late provocano nell’uomo
gravi malattie, come l’a-
Emettitore del
raggio laser. sbestosi (polmonite cro-
nica) e addirittura il can-
cro ai polmoni. E’ per
questa ragione che la leg-
ge n. 257 del 27 marzo
1992, all’articolo 2, vieta
Ricevitore “l’estrazione, l’importa-
del raggio zione, l’esportazione, la
laser
riflesso. commercializzazione e la
Macchina fotografica con produzione di amianto, di
dispositivo per la sovraimpressione
di data, ora, velocità e località prodotti di amianto o di
dell’infrazione. Batteria ricaricabile prodotti contenenti a-
per l’alimentazione mianto”. La stessa legge,
del sistema. però, stabiliva che il di-
vieto sarebbe entrato in
vigore a partire da un an-
no dopo. Tra i prodotti di
amianto o contenenti a-
mianto (lastre, tubi, cana-
lizzazioni, giunti, filtri,
Cavalletto diaframmi) che la legge
vieta, ci sono anche le
“guarnizioni di attrito per
veicoli a motore” e le
“guarnizioni delle testate
per motori”. La stessa
legge, all’articolo 10, affi-
da alle Regioni e alle u-
nità sanitarie locali il
compito di individuare
“le situazioni di pericolo
derivanti dalla presenza
di amianto”, il “censi-
mento degli edifici che
contengono amianto” e
di preparare appositi pia-
ni di “protezione del-
l’ambiente, decontamina-
zione, smaltimento e bo-
nifica”. I criteri con cui at-
tuare questi piani sono
stati in seguito precisati
in un decreto del presi-
dente della Repubblica
dell’8 agosto 1994.
Focus 79
 Come viene trasmesso
? DOMANDE&RISPOSTE il televideo?
Domanda posta da Marco
Barresi di Barcellona (Me).
Perché i sardi sono più settentrionali. Tuttavia, da

bassi e i friulani più alti?

tempo gli italiani stanno
progressivamente “cre-
scendo”, grazie al miglio-
Domanda posta da Enrico Olla di Selargius (Cagliari).
ramento dell’alimentazio-
ne e delle condizioni igie-
Itando
l televideo è un segnale
digitale trasmesso sfrut-
i tempi morti del se-
gnale televisivo. Infatti, o-
gni immagine viene visua-

Ltreafrapopolazioni
differenza di altezza
sardi, friulani e al-
d’Italia è
probabilmente da attri-
buire alle condizioni di iso-
lamento delle prime due
(isolana l’una, montana
l’altra), che ne hanno pre-
servato i caratteri, mentre
altrove questi si sono u-
niformati. E’ invece da
escludere che derivi da va-
rianti genetiche dovute al-
l’appartenenza a differen-
Rio delle
Amazzoni Le sorgenti dei fiumi
5.597
Altezza delle
sorgenti
in metri
S u Focus n. 32, l’illustrazione di pagina 54 (servizio sul rio
delle Amazzoni), che mostra l’altitudine alla quale si
trova la sorgente dei principali fiumi del mondo, contiene un
ti etnie. Infatti, la statura è
uno dei caratteri più in-
fluenzabili dalle condizio-
ni ambientali: per esem-
pio, i climi caldi e umidi
favoriscono le basse statu-
re per via del miglior rap-
porto fra superficie e pe-
so, che facilita la dissipa-
zione del calore corporeo.
Per questa ragione, in Ita-
lia, le popolazioni meridio-
nali sono, in media, legger-
mente più basse di quelle
niche. Dalle statistiche del-
le visite di leva, si osserva
che negli ultimi 50 anni la
loro statura media è au-
mentata di quasi 8 centi-
metri, mentre nei 50 anni
precedenti la crescita era
stata inferiore a 3 centi-
metri. Inoltre, analizzan-
do i dati regione per regio-
ne, si scopre che, in media,
sono cresciuti di più i sardi
(oltre 8 centimetri) che i
friulani (circa 7).
lizzata proiettando sullo
schermo un fascio di elet-
troni che si muove da un
lato all’altro, scendendo
gradualmente verso il bas-
so. Giunto in fondo, il fa-
scio impiega un certo tem-
po per ripartire dall’alto.
Durante questa frazione di
tempo, che non può essere
utilizzata per le normali
immagini, viene trasmesso
il segnale televideo. Il mec-
canismo consente di tra-
smettere 25 pagine al se-
condo. Tutte le pagine si
susseguono ciclicamente.
Alcune però, utilizzate più
spesso, vengono trasmesse
più volte in uno stesso ci-
clo. Altre invece, dette
Una pagina di televideo.
“rolling”, sono suddivise in
più sottopagine, che si al-
ternano a ogni ciclo.
Quando si richiede una
pagina con il telecomando,
il decodificatore presente
nell’apparecchio attende il
suo passaggio, la riconosce
grazie al codice identifica-
tivo posto in testa alla pa-
gina stessa e la memoriz-
za, visualizzandola poi sul-
lo schermo in formato te-
levideo. Nato in Inghil-
terra, il televideo è stato in-
trodotto in Italia nel 1984
dalla Rai.

Nilo
errore. Dopo il fiume che ha la sorgente più elevata (rio del-
2.133 le Amazzoni, 5.597 metri), la sequenza esatta è: Nilo (2.133
metri), Congo (1.417 metri), e Mississippi (447 metri).
COME SI DIVENTA...
Congo (Zaire)
1.417 METEOROLOGO lano si può far capo all’os-
servatorio astronomico di
Mississippi
447 201.000
Meglio di tutte, Brera. Dopo la laurea si
Sorgente la laurea in fisica può fare un concorso per
ricercatore del Cnr, che dà
1.500
Lung 960
● La laurea più adatta diritto a una borsa di stu-
hezz 3.000
a de 4.500
Media della è quella in fisica, sceglien- dio, ma i bandi sono fermi
l fium 45.300 portata d’acqua alla
e in 6.000 do l’indirizzo in fisica del- da anni. Si può anche en-
Km 18.400 foce in m3/sec.
la terra fluida. Le univer- trare nel servizio meteo-
sità in cui questa disciplina rologico dell’Aeronauti-
ha più spazio sono: Roma ca, ma bisogna arruolarsi
Come avviene la cremazione? La Sapienza, Torino, Bo-
logna, Ferrara, l’Aquila,
stabilmente e sono previ-
ste due funzioni: “assi-
Domanda posta da Marco Parometto di Treviso. Modena e Milano. Di re- stenti tecnici”, per i diplo-

Iste,lsoforno crematorio è divi-

in due parti sovrappo-
separate da una griglia
di materiale refrattario. La
combustione può avvenire
con diversi sistemi: arro-
ventamento delle pareti
del forno per mezzo di re-
sistenze elettriche o bru-
ciatori a gas, oppure per
fiamma diretta. Le tempe-
rature che si raggiungono
sono di 900-1000 gradi. La
bara con la salma viene im-
messa mediante guide me-
talliche nella parte supe-
riore e prende immediata-
mente fuoco. Le ceneri e
le ossa calcificate cadono
progressivamente nella
parte inferiore del forno,
Focus 80
dove si completa
la combustione.
Un sistema di
cente è stato istituito dal
Ministero un apposito in-
dirizzo meteorologico per
mati “fisici”, per i laureati
in fisica, matematica, a-
stronomia, materie nauti-
ventilazione im- la laurea in fisica, ma non che e geologia. Per l’Ae-
mette continua- è stato ancora avviato da ronautica ci sono concorsi
mente aria e nessuna università: meglio quasi ogni anno e le infor-
quindi l’ossigeno informarsi prima di iscri- mazioni si possono avere
necessario per la versi. Per fare una tesi in presso i distretti militari.
combustione. Do- L’avvio della combustione, nel forno. meteorologia conviene Dal 1985 esiste un istituto
po un paio d’ore, mettersi in contatto, tra- civile, l’Avtag, che con-
l’operatore, che può con- tallico rimasto (chiodi del- mite l’università, con gli trolla il traffico aereo e ha
trollare l’interno del forno la bara, eventuali protesi, istituti di ricerca del Cnr, un proprio servizio meteo
mediante uno spioncino, ecc.). Infine le ceneri rima- che sono l’Ifa (Istituto fe- (tel. 06/81661, ufficio con-
spinge dall’esterno i resti ste vengono raccolte e si- nomeni atmosferici) di corsi). L’ultimo concorso,
verso una zona di raffred- gillate in un’urna, conse- Roma e il Fisbat (Fisica e per undici posti richiedeva
damento. Da lì vengono gnata ai parenti. La legisla- chimica della bassa e alta una di queste lauree: fisi-
raccolti e posti su un setac- zione italiana non consente atmosfera) di Bologna. ca, matematica, scienze
cio a vibrazione, che elimi- che le ceneri vengano di- Esistono sedi distaccate dell’informazione, inge-
na le polveri più fini. Quin- sperse, né che l’urna pos- anche a Venezia, Torino, gneria, discipline nautiche,
di con una calamita viene sa essere conservata in luo- Firenze e Modena. A Mi- geologia, astronomia.
separato il materiale me- go diverso da un cimitero.
 ℡ FOCUS ECONOMIA
Sui mercati delle Chiudete le
risorse alimentari
Febbraio 1994:
continuano le guerre
francese cerca
tra gli Stati. Con quali i pescatori della
conseguenze per
l’economia mondiale?
Russia, Canada.
Il baccalà va in trincea
Dogane strette
Sopra, Dario Casati: “La
causa di molte contese?
Un protezionismo
agricolo molto spinto”.
Le armi: nuovi dazi, ritorsioni
e qualche cannonata. Gli
sconfitti: i Paesi più poveri
e, a volte, i consumatori.
C
olpi di cannone
sparati dai cana-
desi al largo del-
l’isola di Terrano-
va, contro navi spagnole. Il
movente? La difesa, anche
se in acque internazionali,
e quindi in teoria aperte al-
le imbarcazioni di ogni na-
zionalità, dei banchi di so-
gliole atlantiche (gli hali-
but) il pesce che si mangia
nei “fish and chips” di tutto
il Nord Europa. Oppure
un agguato mortale sulle
strade della Somalia, che
ha coinvolto una troupe
della Rai in un momento
in cui le fazioni somale
sembravano aver raggiun-
to un accordo. Invece fra
frontiere
chi sparava c’erano anche
gli uomini delle scorte ar-
mate delle compagnie ba-
la polizia
di trattenere
naniere, giunte per divi-
dersi il frutto esotico più
Bretagna, 30
mila persone,
venduto in tutto il mondo.
Guerre del pesce e delle
riunitisi per
protestare
banane, dunque, ma anche
del cacao, della soia o della
pasta: in tutto il mondo si
contro le
importazioni
di pesce da
combattono infatti nume-
rosi conflitti per controlla-
Marocco, re la produzione, la distri-
buzione e il commercio di
una risorsa alimentare.
Meglio ancora, per assicu-
rarsene il monopolio mon-
diale. In effetti questi pro-
dotti appartengono a un’a-
rea strategica per l’econo-
mia di molti Paesi. Perché?
Anzitutto perché spesso
non se ne può fare a me-
no. Poi perché essi possono
Rare e preziose
Giorgio Nebbia: “Se le
risorse sono scarse,
aumenta la tensione
tra i Paesi interessati”.
diventare improvvisamen-
te una risorsa limitata (per
esempio se le condizioni
meteorologiche non sono
buone, oppure se una ma-
lattia colpisce le piante).
Infine, non sono “elastici
alla domanda”, vale a dire
che, quando la richiesta au-
menta, non può essere im-
mediatamente soddisfatta:
per seminare, raccogliere,
allevare, trasformare, op-
pure per prelevare in na-
tura (è il caso del pesce),
ci vogliono tempi lunghi.
Il giro di affari è però e-
norme. La Spagna, il Paese
europeo con la più impor-
tante industria ittica, pesca
nei mari di tutto il mondo
per un valore di quasi 4 mi-
la miliardi di lire ogni anno.
Il mercato delle banane,
soltanto in Europa, ha un
valore di circa 3 mila mi-
liardi di lire. Il ricorso alle
armi è in effetti limitato a
episodi isolati, ma esistono
strumenti più raffinati
(sanzioni economiche, op-
pure severe barriere doga-
nali che impediscono l’im-
portazione) che possono
essere altrettanto crudeli:
mettono in ginocchio l’eco-
nomia di un Paese e lo co-
stringono a un pesante in-
debitamento con l’estero.
«Il caso è particolarmen-
te grave per i Paesi in via
di sviluppo: il loro bilancio
può infatti dipendere perfi-
no per il 90 per cento dalla
vendita delle loro materie
▼
Focus 91
Pochi giorni Troppi pretendenti per le sogliole atlantiche
di maltempo
bastano a L a guerra del pesce
provocare
un conflitto
prime. E’ una situazione di
▼
grande fragilità economica,
perché questi Paesi, pur di
vendere, sono disposti ad
abbassare i prezzi: e poiché
molto spesso l’affare può
essere concluso solo con un
acquirente (per esempio
una compagnia multinazio-
nale che si occupa della di-
stribuzione del prodotto in
tutto il mondo) la cifra di
fatto non può essere con-
trattata. Manca del tutto la
concorrenza», spiega Elisa
Del Vecchio, membro del
Cospe, un’organizzazione
di cooperazione con i Paesi
in via di sviluppo.
«Queste ingiustizie do-
vrebbero però sparire, gra-
dualmente e nel prossimo
futuro. Da quest’anno si è
infatti costituita l’Organiz-
zazione mondiale del com-
mercio (Omc), che dovrà
proprio coordinare i vari
Paesi nella liberalizzazio-
ne degli scambi. Dovreb-
bero sparire dunque anche
le principali cause che sca-
tenano guerre e rappresa-
glie economiche: l’Omc,
che è attualmente presie-
duta da Renato Ruggiero,
abolirà tutte le protezioni,
causa scatenante della
maggior parte dei conflit-
ti. E cesseranno gli incenti-
vi ai prodotti interni. Qual-
che esempio? La Comu-
nità europea finora finan-
ziava gli agricoltori per
consentire la produzione
anche in condizioni non re-
munerative. Questo non
sarà più possibile. E le bar-
riere mobili all’importa-
zione, dazi variabili che ve-
nivano imposti alle merci
in arrivo dall’estero, non ci
saranno più», conclude Da-
rio Casati, docente di Eco-
nomia agroalimentare all’
università di Milano.
Ma quali sono le princi-
pali guerre economiche del
momento? Vediamo.
Mariella Bussolati
Focus 92
scoppia lo scorso apri-
le. Oggetto della contesa
sono gli ippoglossi o
halibut, le grandi sogliole
che vivono nelle acque
del nord Atlantico.
Protagonisti. Canada
e Spagna. Al Canada
appartiene Terranova,
l’isola davanti alla quale
si trovano i migliori terri-
tori di pesca per l’ippo-
glosso. Sono proprio que-
ste acque il teatro della
battaglia: le motovedette
canadesi sparano un paio
di colpi di cannone contro
i pescherecci spagnoli,
anche se questi si trova-
vano in acque internazio-
nali. Il peschereccio Estai
UNA STORIA VECCHIA DI SECOLI
L a conquista dell’America
da parte di Colombo? E-
ra animata soltanto dal de-
siderio di conquistare nuovi
territori per ricavare merci
preziose, e sottrarre ad altri
Paesi monopoli commer-
ciali. «La maggior parte dei
conflitti armati, anche re-
centemente, è stata sem-
pre causata dal desiderio di
conquistare merci, o meglio
i territori che possono for-
nirle», spiega Giorgio Neb-
bia, docente di Merceolo-
gia all’università di Bari.
● Nel passato, più che per
gli alimenti, si combatteva
viene sequestrato per
qualche giorno. La Spa-
gna minaccia di inviare le
proprie navi da guerra a
proteggere i pescherecci.
Cause. I canadesi accu-
sano la Spagna, e più
in generale l’Europa, di
mettere a repentaglio le
riserve di halibut, che
iniziano a scarseggiare.
Gli halibut in questi anni
sono diventati una risorsa
limitata che va utilizzata
con oculatezza. Ma chi
decide le regole? E’
l’Organizzazione della pe-
sca del nord-ovest atlan-
tico (Nafo) cui aderiscono
i Paesi rivieraschi dell’
Atlantico settentrionale.
Questo ente fissa i limiti
alla cattura degli halibut:
per assicurarsi l’approvvi-
gionamento di materie pri-
me. Verso la metà del se-
colo scorso, sull’altopiano
andino vennero scoperti
enormi giacimenti di nitrato
di sodio. Chi se ne fosse
impossessato avrebbe avu-
to garanzie di ricchezza:
con carbone e zolfo, il ni-
trato formava per esempio
la polvere da sparo. Ma con
esso si preparavano anche
i concimi, che iniziavano a
essere utilizzati in grande
scala dagli agricoltori di tut-
to il nord Europa: scoppiò
così la guerra tra Peru, Bo-
livia e Cile.
fino all’anno scorso, indi-
pendentemente dalla na-
zionalità dei pescherecci,
non potevano esserne
pescati più di 60 mila
tonnellate. Nel 1995 la
quota viene drasticamen-
te ridotta: 27 mila tonnel-
late. Per dare uguali
opportunità a ogni Paese,
vengono fissate le quote
nazionali. Proprio qui sta
il punto: al Canada nel
1995 viene destinato il
60 per cento della quota
fissata dalla Nafo, mentre
all’intera Unione europea,
della quale la Spagna fa
parte, spetta solo il 12,6
per cento. Gli europei
ovviamente protestano e
decidono di elevare la
loro quota al 69 per
● Ha richiesto minori spar-
gimenti di sangue, la stra-
tegia utilizzata per rompe-
re il monopolio brasiliano
della gomma, alla fine del
1800: gli alberi che forni-
vano il caucciù vennero in-
fatti piantati in territori con-
trollati dall’impero britanni-
co in Malesia; dai francesi
in Indocina; dagli olandesi
a Sumatra. Qualche decen-
nio dopo, in Germania, uno
scienziato aggirò anche
questo ostacolo, inventando
la gomma sintetica.
● Ancora il Cile è tornato
alla ribalta per i giacimenti
di rame. Questi venivano
cento. Questo avviene in
aprile, quando i pesche-
recci spagnoli salpano
alla volta di Terranova.
Il punto della
situazione. Gli esperti
riuniti per risolvere il caso
hanno proposto un nuovo
accordo, che andrà stipu-
lato tra i Paesi aderenti
alla Nafo. E’ in via di
definizione e prevede che
i Paesi interessati all’hali-
but (tra gli europei Spa-
gna e Portogallo) “acqui-
stino” quote percentuali
di pesca da Paesi che
non pescano questa spe-
cie, per esempio la Rus-
sia. Sono state poi fissa-
te le dimensioni massime
del pesce pescabile
e delle reti da usare.
PESCE
La legge
del mare
Una rete carica
di pesce viene
tirata a bordo di
un pescereccio
groenlandese.
Le imbarcazioni
hanno il diritto
di pescare
ovunque, in
tutto il mondo,
purché restino
al di fuori
dei limiti
delle acque
territoriali
di un Paese.
sfruttati in esclusiva da
compagnie nordamericane,
che avevano effettuato an-
che gli investimenti neces-
sari ad attivare le miniere.
«Il Governo cileno decise
però di intraprendere una
nazionalizzazione, per sfrut-
tare direttamente questa
fonte di guadagno. Dopo un
primo tentativo in parte fal-
lito nel 1970, il progetto co-
minciò a diventare realtà
quando salì al potere Sal-
vador Allende. Due anni do-
po però il presidente venne
ucciso, e il Governo ribalta-
to con un colpo di stato»,
dice Nebbia.
Italiani protetti, Stati Uniti arrabbiati
Funainofapianta
a qualche anno
la soia in Italia era
piuttosto
comune: veniva coltivata
su un estensione di oltre
500 mila ettari. A causa
di una guerra commercia-
le intrapresa all’inizio
degli anni Novanta è quasi
sparita dal nostro Paese.
Protagonisti. Stati Uniti
e Unione europea, in
particolare l’Italia. Con le
loro coltivazioni gli italiani
provocavano infatti
una riduzione del 10 per
cento delle esportazioni
statunitensi di soia verso
l’Europa, e il quantitativo
sembrava destinato ad
aumentare. La principale
differenza tra i produttori
Cambia la cioccolata e il mercato va in crisi
G li esperti dell’Unione
sto una direttiva circa
di soia statunitensi
e italiani, stava però nel
fatto che i nostri
agricoltori trovavano
vantaggioso coltivarla
anche se i loro costi
superavano in teoria
i ricavi: infatti ricevevano
dalla Ue un premio in
danaro per ogni quintale
prodotto. Si trattava
quindi di una concorrenza camion. La soia
sleale nei confronti degli
americani, che hanno importanti fonti
minacciato una ritorsione di olio e proteine.
sottoforma di dazi
del 200 per cento
sul vino europeo.
Il punto della
situazione. Gli Usa sono
riusciti a ottenere dalla
Ue una riduzione delle quantità di mais
sovvenzioni ai coltivatori.
europea hanno propo-
re almeno una parte del
burro di cacao oggi
impiegato, con grassi che
la fabbricazione del cioc- costano dieci volte
colato: se verrà approva-
ta, le industrie dolciarie
di meno (olio di palma,
o meglio ancora olio di
europee potranno sostitui-
re con ingredienti diversi
fino al 5 per cento del burro
colza e di soia, due piante
che possono essere
coltivate anche in Europa,
di cacao oggi impiegato. e quindi a costi molto
All’interno dell’Unione limitati). I Paesi poveri
le regole che controllano temono che la nuova
la produzione degli ali- direttiva riduca di 200
menti sono identiche per mila tonnellate all’anno
tutti, per evitare concor- la loro esportazione di
renze: dunque tutti i Paesi cacao. Risultato: meno
si devono uniformare. valuta pregiata nelle loro -
casse e maggiore disponi-
Protagonisti. Apparente- bilità di cacao sul
mente solo i Paesi mercato, con relativa sua
europei. In realtà i prota- riduzione del prezzo.
gonisti sono le grandi Il punto della situazione.
compagnie del cioccolato In Europa sono contrari
(Mars, Rowntree, Cad- all’applicazione della
bury), alle quali si con- direttiva soltanto l’Olanda,
trappongono i Paesi dove il maggior trasformatore
il cacao viene coltivato. di cacao, e la Francia,
Sono quindici in tutto, allineata con le sue ex-
distribuiti nella fascia colonie. I Paesi produttori
tropicale. Tra i più grandi di cacao si appellano
produttori la Costa d’Avo- alle convenzioni interna-
rio (815 mila tonnellate zionali che prevedono
di cacao esportato ogni ancora la protezione del
anno) e il Ghana (300 commercio dei Paesi in
mila tonnellate annue). via di sviluppo. Bruxelles
Cause. I fabbricanti non ha però ancora
potranno dunque sostitui- deciso in via definitiva.
CACAO
Matura con il sole dei tropici
A sinistra, camion carichi di cacao in attesa di
imbarco al porto di Abidjan, Costa d’Avorio. Sopra,
le bacche di cacao vengono essiccate all’aperto.
SOIA
Ricchezza
americana
A destra, una
mietitrebbia
scarica semi
di soia in un
è una delle più
Viene coltivata
nel “corn belt”
degli Usa, la
regione dove
si coltiva la
maggiore
del mondo.
E la pace? Troppo burro: mucche, cambiate mestiere!
Arriverà con
Lsentito
a guerra del latte troppo per lo stoccaggio
riguarda un problema (cioè la conservazione)
il libero nei Paesi euro-
pei: l’eccesso di produ-
del burro prodotto dagli quindi del burro ricavato. ancora di più.
scambio tra zione di prodotti agricoli.
Protagonisti. L’Unione
tutti i Paesi europea e l’Italia.
Cause. Nel 1984 gli
esperti si accorsero che
la Cee (futura Unione
europea) spendeva
se una riduzione della
produzione di latte, e
agricoltori europei. Una
buona parte, infatti,
finiva nei magazzini
comunitari e non veniva
venduto. Ciò per limitare
l’offerta sul mercato
e poter mantenere alto
il prezzo. L’Unione deci-
se di intervenire e impo-
Obbedendo a quell’
ordine, avrebbe speso
I membri della comunità
obbedirono, tranne
l’Italia, che fu punita con
una multa di 5 mila
miliardi. Perché l’Italia
si era comportata così?
Perché consuma più lat-
te di quanto ne produce,
e quindi deve importarlo.
Frutta esotica in mano alle multinazionali
Imiliardi
l mercato mondiale
Il punto della
delle banane vale 8 mila regime di monopolio.
di lire. Il frutto si
coltiva in genere nei Paesi
situazione. Il nostro
Paese è riuscito a otte-
nere l’innalzamento del-
tropicali, ma su terreni
che appartengono a
compagnie multinazionali.
le proprie quote di pro-
duzione e una dilazione Protagonisti. Stati Uniti
nel pagamento della ed Europa, Europa e
multa: in sei anni paghe- Germania, ma anche
remo solo 3500 miliardi. Caraibi, America Latina e
Africa. In gioco, in realtà,
ci sono gli interessi di
LATTE Chiquita, Del Monte e
Dole, i giganti che control-
Sciopero lano il 70 per cento della
contro la Ue produzione mondiale. I
Accanto, allevatori Paesi tropicali hanno inve-
protestano a Parigi. ce poca voce in capitolo:
A sinistra, una le produzioni vengono
stalla italiana. interamente rilevate dalle
grandi compagnie, che
impongono i loro prezzi in complicate. Si tratta infatti nei rapporti commerciali
Cause. La varietà delle
piazze di vendita delle
di Paesi produttori: le
banane spagnole arrivano
banane, e dei territori dove
vengono prodotte. In
Europa, finora, c’è stata
una relativa libertà per il
loro approvvigionamento:
la Germania acquista dal
miglior offerente, la Fran-
cia privilegia l’area caraibi-
ca, mentre l’Italia viene
rifornita per l’80 per cento
dai produttori americani
(anche perché la guerra
in Somalia ha impedito
fino all’anno scorso i rifor-
nimenti di banane da que-
sto Paese). Con l’ingresso
nell’Unione europea di
Spagna, Portogallo e Gre-
cia però le cose si sono
campi di nuovo disponibili,
hanno ampliato le loro
coltivazioni, per poter
dalle Canarie, quelle porto- inondare i mercati europei
dopo la cessazione del
conflitto armato. L’Italia
però, in attesa delle
ghesi da Madeira, quelle
greche da Creta. Inoltre le
con banane a basso prez-
zo. Si interessano anche
banane somale, ha dovuto
acquistare licenze per
ex colonie europee, riven- ai territori africani. In l’importazione all’estero,
dicano un rapporto privile-
giato con l’Europa, nono-
Somalia la Dole cerca
di sottrarre alla italiana
e i prezzi all’ingrosso, nel
nostro Paese, sono au-
stante le loro banane Somal fruit una parte dei mentati di 600 lire al chilo.
siano più care di quelle
sudamericane. L’Ue ha
introdotto un sistema
di licenze per l’importazio-
ne extra europea.
Il punto della situazione.
La Germania protesta
e si rifiuta di acquistare
banane poco convenienti.
Fanno eco le grandi
compagnie: in previsione
dell’abbattimento di ogni
condizione di privilegio

BANANE
Arrivano
i fucili
A sinistra, una
guardia armata
protegge un
Il Canada contro gli spaghetti italiani bananeto in
Somalia. Sopra,
caschi di
banane pronti
Lal centro
a pasta italiana, si
trova periodicamente
di conflitti fra
Protagonisti. Il Canada e missibili le sovvenzioni
l’Italia. Il 30 per cento del- effettuate dagli europei
la pasta venduta in Cana- per incentivare l’esporta-
prodotti nel proprio Paese.
La questione ha un
risvolto importante: buona
bassi rispetto all’Europa).
Il punto della situazione.
Questo conflitto si
per la raccolta.
Vengono coperti
il vecchio e il nuovo conti- da proviene dall’Italia, e zione di pasta. La licenza parte della pasta italiana, risolverà probabilmente con fogli di
nente. L’ultimo è ancora il nostro Paese guadagna di importare pasta guarda caso, è fatta da sé entro sei anni, polietilene
in corso: all’inizio di quest’ da questo commercio circa in Canada verrà così di grano duro canadese, periodo nel quale, in scuro per
anno, il premier canadese 30 miliardi di lire l’anno. concessa ai commercianti ma la Ue impone una seguito alla creazione evitare i danni
Jean Chretien ha minac- Cause. Il governo di canadesi solo se potranno tassa sull’importazione dell’Omc, verrà soppressa da gelo e gli
ciato di bloccarne le Ottawa, spalleggiato dagli dimostrare di non essere di questa merce (che gradualmente ogni attacchi
importazioni dall’Europa. Stati Uniti, ritiene inam- riusciti a reperire gli stessi all’estero ha prezzi più forma di sovvenzione. dei parassiti.

PASTA
La nostra
non ha rivali
BREVE DIZIONARIO DEGLI SCAMBI
Due fasi della
lavorazione Lin campo
e guerre commerciali ve-
dono sempre scendere
gruppi e organiz-
degli spaghetti. zazioni indicate da sigle. Ec-
Qui accanto la co le principali:
spezzatura. Omc. Organizzazione mon-
A destra, una diale del commercio (o Wto,
fase precedente: world trade organization).
l’essicazione Sostituisce il Gatt, l’accordo
della pasta, nato nel 1947 tra 23 Paesi.
appena uscita L’entità degli scambi mon-
dalla trafila. diali era allora intorno ai 25
miliardi di dollari e le bar-
riere doganali raggiungeva-
no il 40 per cento. Adesso il
livello del commercio mon-
diale è di 3500 miliardi di
dollari e le barriere, ancora
intorno al 5 per cento, spa-
rirranno gradualmente.
Acp. Africa, Caraibi, Pacifi-
co: è un raggruppamento di
ex colonie europee, che
hanno dei privilegi per l’e-
sportazione in Europa.
Pvs. Paesi in via di svilup-
po: sono quelli più poveri,
concentrati nel continente
africano, asiatico, sudame-
ricano. Alcuni di questi
stanno percorrendo lenta-
mente la via dell’industria-
lizzazione, come l’India o l’
Egitto. Sono afflitti però da
una povertà generalizzata,
che costringe ai limiti della
sopravvivenza la maggior
parte della popolazione.
Nafta. North american free
trade agreement: riunisce
Canada, Usa, Messico, ai
quali prossimamente si uni-
ranno Cile e alcuni Paesi
caraibici. E’ un’organizzazio-
ne regionale e corrisponde
alla Unione europea.
Unione europea. Ex Cee,
riunisce quindici Paesi eu-
ropei e regolamenta produ-
zioni, esportazioni e impor-
tazioni.

Focus 94 Focus 95
℡ FOCUS ECONOMIA
Verranno presto privatizzati
i reattori nucleari inglesi
A.A.A. Vendo
centrali
atomiche
L
e centrali atomiche
inglesi diventeran-
no private. Il mini-
stro dell’industria
britannico Michael Hesel-
tine lo ha annunciato qual-
che settimana fa, anche se
il progetto di privatizzazio-
ne nucleare risale al 1989.
Che cosa significa tutto
QUANTO COSTA?
Un treno nuovo
I l mercato dei treni è par-
ticolare, perché il com-
pratore è praticamente uno
solo: le Ferrovie dello Stato.
Perciò, i loro prezzi dipen-
dono soprattutto dal nu-
mero di “pezzi” che le Fer-
rovie ordinano alle società
costruttrici: più ne vengo-
no ordinati, più basso sarà
il prezzo di ciascuno. Le più
importanti aziende costrut-
trici di treni in Italia sono:
Ansaldo trasporti, Breda co-
struzioni, Fiat ferroviaria,
In nuovo Etr 460, più
noto come Pendolino.
Focus 96
ciò? Che otto impianti at-
tuali cambieranno padro-
ne: o meglio le società che
li gestiscono resteranno le
stesse (la Scottish Nuclear
e la Nuclear Electric), ma
verranno collocate sul mer-
cato le azioni di una hol-
ding (cioè una società fatta
per controllarne altre) cui i
Abb Tecnomasio e Firema.
Insieme costituiscono an-
che il consorzio Trevi, che
realizzerà l’Etr 500, il tre-
no ad alta velocita.
● Le locomotive. Costa-
no dai 5,4 miliardi dell’E
652, una locomotiva utiliz-
zata per treni merci e pas-
seggeri, ai 5,9 miliardi del-
l’E 402. Di questa esiste
però una versione molto
avanzata che costa quasi
sette miliardi: è una mac-
china “intelligente”, auto-
regolata da un computer in-
terno che la fa funzionare e
rileva anche i guasti.
● I vagoni. Costano me-
no. Un modello normale,
per esempio quello utilizza-
to per treni Intercity, costa
circa 1,2 miliardi di lire. I
treni usati per il trasporto
locale, composti da due
motrici e due vagoni a due
piani costano circa 11 mi-
liardi per l’intera composi-
zione. E un Pendolino? In
esso la locomotiva fa parte
integrante del convoglio.
Ognuna delle nove parti
che solitamente costitui-
scono questo treno costa
oltre 3,1 miliardi.
Laura Di Pillo
Le turbine (qui sopra) e l’esterno (in alto) della centrale di Brawell, nell’Essex.
due gruppi faranno capo:
valore stimato dell’intera
operazione, circa 3 miliardi
di sterline, pari a circa 7800
miliardi di lire. Le centrali
atomiche privatizzate sono
tutte moderne: sette sono
reattori di tipo avanzato,
raffreddati a gas; uno è ad
acqua pressurizzata. Re-
steranno sotto l’ente pub-
blico i vecchi impianti Ma-
■ Mestieri di domani
L’impiegato virtuale
L’ ufficio del futuro sarà
anche virtuale. Non
sarà cioè un posto di
tempo», dice Antonio
Marturano, ricercatore
presso il consorzio
lavoro in senso classico,
un appartamento o un
edificio, ma esisterà solo
nella memoria di un
computer. Vi si potrà
accedere tramite un ter-
minale e senza muoversi
da casa propria, perché
scrivanie, penne, docu-
menti e tutto l’ambiente
fisico saranno simulati.
Oggi tutto questo è
indicato come Slva (sigla
che sta per “spazi di
lavoro virtuali aziendali”),
e in pratica è l’unione del
telelavoro (cioè il lavoro
a distanza) con la realtà
virtuale. «Se ne occupa-
no alcuni ricercatori
americani. Ma per
attivare davvero un Slva
ci vorrà ancora qualche
gnox, destinati a essere
chiusi con il passare del
tempo. La privatizzazione
porterà a un ribasso dell’
8% della bolletta elettrica
degli utenti (alle nuove so-
cietà non verranno infatti
imposti i costi di smantel-
lamento delle vecchie cen-
trali rimaste pubbliche).
Potranno i privati costruire
nuove centrali? Non è e-
Archita (università di Lec-
ce più alcune società di
informatica). Perché? «La
realtà virtuale “debole”,
che cioè richiede sempli-
cemente una scrivania
simulata su uno schermo
di computer (come avvie-
ne in ambiente Apple, o
grazie ai programmi
Windows) si può ottenere
subito. La realtà virtuale
“forte”, quella che
immerge in ambienti
artificiali grazie all’uso di
casco, tuta e così via, è
in molti casi ancora teo-
ria». Marturano e i suoi
colleghi americani hanno
ipotizzato anche gli effet-
ti che gli Slva avranno nel
mondo del lavoro. I
ciberimpiegati potranno
scluso, ma non è nemmeno
probabile, visti gli alti co-
sti e i rischi dell’impresa. L’
opposizione laburista si è
dichiarata contraria al pro-
getto, giudicando troppo
bassi i prezzi richiesti ai pri-
vati, e manifestando dub-
bi sulla possibilità che i pri-
vati stessi possano mante-
nere gli attuali standard di
sicurezza delle centrali. ■
Per ufficio soltanto uno
schermo di computer?
per esempio collaborare
con più aziende; sarà
possibile creare società
intorno a un singolo pro-
getto e scioglierle subito
dopo (avviare e disfare
un ufficio virtuale costerà
infatti molto poco), e
dovrà anche cambiare
la pubblicità, visto che
i clienti potranno provare
virtualmente il prodotto,
e farsene subito una
opinione. Il lato negativo?
Potrebbero sparire tutte
le strutture (benzinai,
fast food...) che oggi
servono i pendolari.
Olga Noel Winderling
Comportamento

Il pe nsiero
L’unione fa la forza
Un’immagine tridimensionale
Creativi si nasce o si elettronica del cervello. Il
pensiero creativo nasce
diventa? In che modo da una sintesi
delle funzioni di
entrambi gli
funziona la nostra emisferi.

mente quando pensiamo

in modo originale? Ecco cosa ne
pensano psicologi e biologi
laterale
L’umore instabile aiuta?
La pittrice statunitense Georgia
O’Keeffe. Nata nel Wisconsin,
visse a lungo in New Mexico.
Alternava momenti di grande
produttività a fasi depressive.
Ma molti geni restano incompresi
James Watson e Francis Crick, gli scienziati che
hanno scoperto la struttura del Dna. Non sempre
però il pensiero scientifico originale è premiato:
Galileo, per esempio, venne bollato come eretico.
D
urante una lezione di fi-
sica l’insegnante chiede
ai suoi allievi: “Come si
fa a misurare l’altezza di
un grattacielo servendosi di un ba-
rometro?”. “Lo si regala al porti-
naio dell’edificio, per farsi dire in
cambio la risposta giusta”, replica
uno studente, poco preparato sul-
le leggi fisiche ma evidentemente
piuttosto brillante. L’aneddoto è
riportato dagli psicologi americani
come esempio classico di pensiero
creativo. «Creatività infatti è la ca-
pacità di esprimere un pensiero
originale, cioè diverso dalla me-
dia», spiega la psichiatra Federica
Mormando, presidente di Eurota-
lent Italia, un’associazione che si
occupa dello studio delle menti su-
perdotate. Creativo dunque non è
soltanto l’artista, lo scrittore, il mu-
sicista, l’inventore: creare è di fat-
to un’attività che riguarda tutti,
perché è l’essenza stessa del vivere,
cioè produrre cose nuove e diver-
se ogni giorno.
● Un lampo di energia
Ma che cos’è la creatività? Se-
condo gli studi di neurofisiologia
dipingere un quadro o trovare una
soluzione innovativa a un proble-
ma aziendale sono frutto dello
stesso tipo di attività mentale, che
il medico inglese Edward de Bono
ha chiamato “lateral thinking”, os-
sia pensiero laterale o divergente.
E’ cioè quel pensiero che non se-
gue le strette regole della logica,
ma è istintivo, capace di stabilire li-
bere associazioni tra le cose (pro-
prio come quella tra il barometro e
il portinaio).
«La creatività non ha necessa-
riamente un rapporto diretto con
la quantità di intelligenza dell’in-
dividuo. Si può semmai immagi-
nare come un guizzo di energia in
più, che in ciascuno di noi può es-
sere più o meno presente. Per mi-
surarlo, la moderna psicologia si
serve di alcuni test. Ma mentre in
un test di intelligenza si richiede
per ogni domanda una solo rispo-
sta (quella esatta), nei test di crea-
tività si stimola invece la produ-
zione di più soluzioni originali. Nel L’arte è
primo caso, per esempio, si chie- nevrotica
derà: come si costruisce una casa?
Con i mattoni, è la risposta giusta. Ernest
Nel secondo caso invece si pro- Hemingway, morì
suicida nel 1961.
porrà: dimmi tutti i modi per co- Uno studio
struire una casa», spiega la Mor- condotto nel
mando. A questo punto, sarà per 1992 presso
esempio giudicato più creativo chi l’università del
ha sostenuto di costruire una casa Kentucky su un
con delle bottiglie piuttosto che chi migliaio di artisti
ha citato solo materiali usuali. e scrittori ha
riscontrato una
frequenza di
● Prevale la destra disturbi maniaco
Stabilire con esattezza in quali depressivi tre
regioni del cervello nasca questa volte superiore
capacità di pensiero è per ora mol- rispetto a uomini
to difficile: le analisi fatte con la di affari e politici.
Pet (tomografia a emissione di po-
sitroni) sono interessanti ma non
decisive. La Pet funziona in modo
analogo a una radiografia: una so-
stanza che si accumula nelle cellu-
le durante la loro attività cellulare
(per esempio il glucosio) viene “le-
gata” a un elemento capace di e-
mettere positroni, per esempio il
fluoro. Questi sono visibili nelle
radiografie e dunque consentono
di controllare, durante un certo ti-
po di attività mentale, in quale par-
te del cervello si è accumulata la
sostanza. Da queste analisi è ap-
parso evidente che le aree coin-
volte nel pensiero creativo sono
numerose, con una certa preva-
lenza di quelle dell’emisfero de-
stro, che è la sede dei processi di
sintesi, della percezione delle im-
magini, delle intuizioni, della ge- Democrazia, l’ambiente più favorevole
stione dello spazio, degli stimoli Il pittore statunitense Roy Lichtenstein, famoso esponente
emotivi e affettivi. del movimento espressivo della pop art, al lavoro nel suo studio.
Ma nel pensiero creativo entra La creatività, per esprimersi, ha bisogno di grande libertà:
in gioco anche l’emisfero sinistro per questo alcune fasi storiche, come gli anni Sessanta,
che, invece, presiede al linguaggio, hanno fortemente contribuito alla sua affermazione.

▼

Siamo più
creativi se
siamo soli,
liberi e
magari un
po’ annoiati
al calcolo, al pensiero logico-ana-
▼
litico, e cioè razionale.
● Allenare il cervello
Quello che tuttavia sembra or-
mai certo è che, tranne rari casi,
creativi si nasce ma si può anche
diventare. Per precise ragioni fi-
siologiche: «Il sistema encefalico
(in particolare la neo-corteccia) è
in rapporto diretto con l’ambiente
esterno. Per rispondere agli stimoli
dell’ambiente, e adattarsi a essi, la
neo-corteccia è in grado di attivare
nuovi circuiti cerebrali. In parole
povere, l’esperienza è in grado di
modificare il cervello», spiega lo
psicologo Gian Carlo Cocco.
Anche il pensiero innovativo si
può dunque alimentare e sarà
maggiormente creativo chi viag-
gia, chi conosce persone nuove, chi
cambia spesso attività. «In effetti lo
scambio tra ambiente e cervello
avviene in misura maggiore a par-
tire dalla nascita fino agli 8 anni,
periodo in cui la plasticità neuro-
nale è massima. I neuroni, cioè, so-
no disposti a ramificarsi e creare
delle associazioni in funzione degli
stimoli che ricevono. Non è un ca-
so che Mozart compose il suo pri-
mo spartito a sei anni, per genio
innato ma anche perché suo padre
gli aveva insegnato nell’età più giu-
sta il linguaggio musicale», spiega
Focus 102
Mormando. Il momento più diffi-
cile della nostra vita è invece quel-
lo tra la fine degli studi e i primi
dieci anni di lavoro. L’ansia di rea-
lizzarsi, e i problemi pratici e fa-
migliari sono tali che la maggior
parte del tempo viene riservato al-
le attività del “cervello sinistro”,
cioè quello razionale.
● Serve anche disciplina
In tutte le fasi della vita, co-
Intelligenze
in erba
Tre immagini di
attività didattiche
nell’asilo Diana,
di Reggio Emilia,
considerato il più
avanzato del
mondo. Nei primi
otto anni di vita il
cervello assorbe
maggiori impulsi
esterni. I bambini
possono imparare
diversi linguaggi
con facilità:
quello vocale,
ma anche quelli
musicale e grafico.
munque, per sviluppare pensiero che. Non è vero infatti che per cre-
originale sono di grande aiuto al- scere creativi bisogna sempre e sol-
cuni fattori: la solitudine è uno di tanto fare ciò di cui si ha più voglia.
questi. Mass media e vita di grup- «Uno degli stimoli maggiori alla
po, per quanto formativi, non sem- creatività è semmai lo stato di ne-
pre consentono di sfruttare in pie- cessità», spiega il naturalista Sergio
no le proprie possibilità e di pro- Angeletti. «Ciò vale per gli uomini
vare quel senso assoluto di libertà come per gli animali. I delfini, per
che favorisce la nascita di idee. Ma esempio, per comunicare tra loro e
è necessaria anche la disciplina, farsi riconoscere compongono un
che permette di applicare la pro- motivo musicale individuale, che
pria creatività in situazioni prati- rinnovano di tanto in tanto man-
tenendo invariata la base. Gli uc-
celli della seta, che vivono in Nuo-
va Zelanda, costruiscono invece
nidi decorati di fiori, pezzetti di
conchiglia, rametti. Sono pratica-
mente delle opere d’arte, che ser-
vono ad attirare le femmine».
Ma c’è chi pensa che la creatività
individuale si possa incrementare
anche con esercizi pratici e quoti-
diani, come quelli che vengono in-
segnati nei corsi dell’istituto Cirm
di Milano, frequentati da mana-
ger. Si tratta in tutto di 250 tecni-
che, metà fisiche e metà psichiche.
«Io parto dal presupposto che la
creatività sia un processo ultimo,
cioè una sintesi di vari elementi
che già possediamo», spiega Nico-
la Piepoli, direttore del Cirm. «Gli
esercizi servono pertanto a tene-
re in allenamento il cervello nel
suo complesso. Il mio esercizio
preferito, per esempio, è sempli-
Identikit di una
personalità
S econdo lo psicologo Erich
Fromm sono cinque
i requisiti per definire creativa
una personalità:
1. Possedere la capacità
di essere perplessi. Ce l’hanno
i bambini davanti a una nuova
esperienza, mentre l’adulto
tende generalmente a non porsi
troppe domande neppure
di fronte a un fatto insolito.
2. Accettare i conflitti interiori:
non reprimere desideri ed emo-
zioni man mano che affiorano.
3. Rinascere ogni giorno:
per il creativo ogni giorno
è il primo di una nuova vita.
4. Essere capaci di concentrazio-
ne: vivere cioè molto
intensamente ogni istante,
concentrandosi esclusivamente
su quello che si sta affrontando
in quel momento.
5. Essere originali: avere
pensieri e stili che nascono
da sé e non mutuati sempre
dalla realtà esterna.
Il momento più propizio per
creare, secondo lo psicanalista
svizzero Carl Gustav Jung, sareb-
be invece caratterizzato dalla
noia. Questa infatti favorirebbe
la creatività perché abbassa le
barriere tra conscio e inconscio.
Secondo alcuni sessuologi
francesi, infine, il grande creativo
conduce una vita sessuale più
intensa rispetto agli altri. Il suo
cervello infatti ha bisogno di
stimolazioni maggiori e le riceve-
Un concerto rebbe da un ormone che si pro-
di neuroni duce proprio durante l’atto ses-
suale, e che svolgerebbe la fun-
Rappresentazione zione di un’anfetamina naturale.
del cervello di un
musicista durante
un’esecuzione.
Grazie a esami
come la Tac o la
risonanza
magnetica, è
possibile capire
quali aree del
cervello vengono
utilizzate durante
un’azione
o un pensiero.
Staccare
i freni
In alto, Erich
Fromm.
cemente passeggiare. Aiuta a irro- A destra, Carl
rare l’area cerebrale di sangue e a Gustav Jung.
utilizzare così al cento per cento Psicologi e
le proprie risorse». E pare che fun- psicanalisti
zioni. ■ hanno
Cristina Mochi individuato
nell’atto
Per saperne di più: creativo una
componente
Gian Carlo Cocco, Creatività, ricerca e emotiva
innovazione, Franco Angeli. molto forte
Nicola Piepoli, Dizionario creativo, e decisiva.
Arnoldo Mondadori Editore.
▼
Focus 103
 In azienda servono idee nuove. Per
trovarle, si usa una tecnica di gruppo Su tutti,
un leader
Un altro celebre

La tempesta gruppo di artisti:

da sinistra,
Kandinsky,
la moglie Nina,
George Muche,
Paul Klee e

dei cervelli Cinque menti

di successo
I “ragazzi di via
Panisperna”: da
destra, Enrico
Fermi, Franco
Walter Gropius.
Nel saggio
“L’emozione
e la regola”,
il sociologo
Domenico De
Masi analizza

E ’ finita l’era dello yes Il procedimento è semplice: si riu-

▼

Rasetti, Edoardo le caratteristiche

man, quello che dice
sempre sì al capo e non
prende mai iniziative
personali. Le aziende tedesche og-
gi cercano dipendenti “ribelli”:
hanno infatti scoperto che il loro
apporto è fondamentale per la cre-
scita dell’economia, perché crea-
no un clima di competizione e di
vivacità molto favorevole alla pro-
duzione. Alcuni dirigenti d’azienda
tedeschi hanno fondato addirittu-
ra un’Accademia per pensare stor-
to (Querkdenker Akademie), do-
ve, in undici mesi di corso, e per
ben 70 milioni di retta, si insegna
appunto a diventare dei veri ba-
stian contrari.
L’importante è
non avere
alcuna inibizione
Teorie di questo tipo non sono
tuttavia nuove. Negli Stati Uniti le
aziende fanno ricorso a consulenti
di creatività da almeno trenta anni,
proprio per stimolare la nascita di
idee nuove. Il primo a formulare
teoricamente l’applicazione del
pensiero creativo in economia fu
appunto un americano, Alex O-
sborn, che nel 1938 escogitò una
delle tecniche ancora oggi più in
voga per produrlo, il “brain stor-
ming” (cioè tempesta di cervelli).
Il manager
non è solo
Mario Dondi,
presidente
di Creatività
nuova. “Nelle
aziende oggi
si comincia
a capire che
le soluzioni individuali e imposte
dall’alto non bastano. E’ più
produttivo raccogliere e valutare
i punti di vista dei dipendenti”.
nisce un gruppo di dodici-quindici
dipendenti, per un’ora circa, coor-
dinato da un animatore. Si pon-
gono alcune regole formali come
quella, fondamentale, di non
stroncare le opinioni altrui ma di
utilizzarle semmai come base per
crearne altre, e quella di non ri-
spondere mai con frasi del tipo
“costa troppo”, “gli altri non lo ac-
cetteranno mai”. A quel punto
parte la “tempesta” e cioè la pro-
Amaldi, Emilo
Segre, Oscar
d’Agostino.
Scoprirono la
fissione nucleare.
duzione di idee a ruota libera.
L’importante è poter dare libero
sfogo al proprio pensiero non ra-
zionale, cioè divergente.
Così hanno fatto per esempio i
partecipanti a un “brain storming”
della 3M, l’azienda che ha tra l’al-
tro inventato i Post it (i bigliettini
gialli adesivi). Il quesito era: tro-
vare nuovi impieghi per il prodot-
to. L’animatore ha sollecitato la ri-
cerca di libere associazioni, e quel-
Cambridge, il paradiso della cultura
Foto di famiglia della poetessa Virgina Woolf (seduta, al centro,
in mezzo ai fratelli Vanessa e Adrian). La Woolf fu, con il marito, un
personaggio di spicco del gruppo culturale inglese di Bloomsbury.
la vincente è stata tra Post it (che si
attacca e si stacca) e il fare l’amore.
Da qui sono stati evidenziati i due
concetti di “massima adesione” e
“durata”. Alla fine della seduta so-
no emersi ben 60 suggerimenti con-
creti, tra i quali l’utilizzo di Post it particolarmente fervidi se ne al-
come segnalibro, vestitino per le ternano però altri più statici. «Nel-
bambole, spunto per un nuovo le fasi di recessione, come quella
packaging alimentare. che viviamo, è ancora più sentito il
La creatività dunque è anche il bisogno di nuove idee, ed è anche
motore dell’economia. A periodi più facile che un manager accetti
di uscire da una visione personali-
stica e di lavorare in équipe», spie-
ga Mario Dondi, presidente della
società Creatività nuova di Mila-
no, che studia interventi di inno-
vazione per le aziende.
Il metodo?
Una vera seduta
psicanalitica
Confrontarsi e lavorare insieme
è fondamentale perché è dal grup-
po che, secondo le tecniche messe
a punto dai maestri del settore
(Alex Osborn, Edward de Bono,
Fritz Zwicky) nascono gli spunti
creativi più efficaci.
Il gruppo infatti funziona come
un macro-cervello, al quale ogni
individuo fornisce il proprio ap-
porto creativo e dal quale trae a
sua volta spunti per arricchire le
sue proposte. «La nostra tecnica
prevede una serie di esercizi preli-
Problemi minari all’interno del gruppo (se-
complessi lezionato secondo le esigenze del-
Riunione di la ricerca) per avere le condizioni
lavoro. ideali per la creatività, e cioè l’ab-
Secondo battimento dei freni sociali di cia-
i sociologi la scun componente. Alla fine si ve-
necessità del dono gli altri partecipanti sotto
lavoro di équipe una luce diversa, meno formale. Il
è sorta con la coinvolgimento emotivo infatti è
nascita di una una premessa necessaria alla fase
società molto creativa vera e propria».
più complessa.
Il cambiamento «E’ un iter codificato dalla psi-
canalisi», aggiunge Paolo Mazzoni,
sarebbe
avvenuto dopo psicanalista e metodologo di Crea-
la seconda tività nuova. Mazzoni, che ha stu-
diato scienze umane alla Sorbona
di questi sodalizi
creativi e ravvisa
ovunque il ruolo
carismatico
del leader.
di Parigi, ha unito la tecnica di
Osborn con quella delle sedute cli-
niche del psicoanalista francese
Jacques Lacan. «Siamo partiti dal
presupposto che gli individui che
soffrono di sindromi maniaco de-
pressive siano molto creativi. Que-
sto avviene perché, nella fase del-
la depressione e cioè della soffe-
renza, sono stimolati a produrre
molto, per sopperire al senso di
vuoto e inadeguatezza che li an-
nienta. In questo modo raggiun-
gono quindi una fase maniacale,
cioè di sentimento di onnipotenza.
Lo stesso può avvenire nel gruppo:
prima viene portato, attraverso va-
ri esercizi, a uno stadio di regres-
sione, di aggressività e di depres-
sione: poi viene indirizzato verso il
problema concreto per il quale il
gruppo è stato fondato. In questa
fase l’energia accumulata si spri-
giona e arrivano le proposte crea-
tive», conclude Mazzoni. Il costo
di un’operazione di questo tipo,
per un’azienda, va dai trenta ai
cento milioni. Ma i risultati non
mancano.
Ascoltando
il pubblico, arriva
l’idea giusta
«Un ottimo esempio è stata la
ricerca Levi’s: l’obiettivo era tro-
vare un miglior dialogo con i con-
sumatori attraverso i suggerimen-
ti forniti dai rivenditori. E’ nata
così l’orlatrice, una macchina da
cucire che, installata in ogni punto
vendita, consente al cliente, in ap-
pena cinque minuti, di acquistare
un jeans pronto per l’uso e perso-
nalizzato, eliminando l’attesa per
l’intervento del sarto», conclude
Dondi. ■

▼
guerra mondiale.

Focus 104 Focus 105

 Una ricerca sul cervello dei pittori

Pennelli malati
C
ome lavora il cervello di
▼

un pittore? La neurofi- Riscontri Il dolore

siologa Anna Mazzucchi scientifici dipinto
e i critici d’arte Dario Anna A destra, un
Trento e Giovanna Pesci hanno Mazzucchi, autoritratto di
neurofisiologa Otto Dix: venne
provato a dare una risposta a que- colpito da ictus
sta domanda, basandosi sull’anali- dell’università
di Parma. all’emisfero
si (durata cinque anni) di centi- destro del
naia di opere sparse per tutta Eu- L’idea di
studiare la cervello.
ropa. «La creatività è in effetti relazione tra In basso, un
un’attività molto complessa, che cervello e pittura è nata dalla sua autoritratto di
richiede la compartecipazione di esperienza diretta con un paziente, Van Gogh:
tante aree cerebrali. Impossibile un pittore colpito da ictus. soffriva di
quindi localizzarne la sede con depressione.
esattezza», spiega Anna Mazzuc-
chi, dell’università di Parma.
Così l’indagine è stata svolta
procedendo al contrario, parten-
do cioè dallo studio delle opere di
pittori che nel corso della loro vita
hanno subito una lesione cerebra-
le, e che tuttavia hanno continuato
a dipingere. Per rendere più effi-
cace l’esame, sono stati scelti pit-
tori che hanno subito lesioni sol-
tanto in uno dei due emisferi ce-
rebrali: tra questi il bulgaro Zla-
tio Boiadjiev, che dipinge la civiltà
contadina e il folklore del suo Pae-
se, il friulano Afro Basaldella (pit-
tura astratta), il genovese Gian-
franco Fasce (pittura astratta), i
tedeschi Lovis Corinth (figurati-
vo) e Otto Dix (espressionista).
Il primo problema
è con la
spazialità
I risultati? «In generale tutti i
pittori tendono, dopo la malattia, a
semplificare le loro tecniche, a usa-
re il colore in modo più semplice e
direi anche a ripetersi dal punto
di vista tematico. Per tutti, inoltre, risultando in quel punto sfocata». in maniera molto densa) e poi lo trato in questa corrente proprio
c’è la perdita della tridimensiona- I pittori con lesione all’emisfero grattava via con la paletta otte- per via della malattia, nonostante
lità. Soltanto uno, Zlatio Boiad- sinistro mostrano invece, dopo la nendo delle velature squillanti e appartenesse a una generazione
jiev, è riuscito a recuperarla. Più in malattia, una forte tendenza a par- con effetto di profondità. Dopo, precedente. Se si fosse ammalato
particolare, i pittori con lesione al- cellizzare le operazioni che porta- ha iniziato a semplificare il lin- trenta anni prima, la sua nuova
l’emisfero destro (Lovis Corinth, no alla stesura del dipinto, cioè guaggio, procedendo mattone su opera non sarebbe stata accetta-
Otto Dix), hanno forti problemi quasi scompongono la tela in tan- mattone, con risultati molto buoni. ta. Ecco perché questa ricerca è
con la spazialità: in fase acuta, an- ti settori, senza più tener conto Boiadjiev invece, partito da una importante anche per la storia del-
zi, lasciano la parte sinistra della della visione d’insieme. La compo- pittura classica, dopo l’ictus si è l’arte. Spiega Trento: «La critica
tela completamente vuota. Oppu- sizione diventa naturalmente mol- dato al naif, cioè a una pittura in non ha mai considerato il decadi-
re la dipingono in maniera molto to più piatta e ripetitiva. cui le figure sono estremamente mento fisico, ha sempre ricondot-
debole», spiega Mazzucchi. «Si ot- Naturalmente gli artisti si ren- esemplificate, quasi infantili. to ogni espressione alla precisa vo-
tiene una specie di “effetto quin- dono conto, a un certo punto, di Un caso molto interessante è lontà dell’artista». ■
ta”», aggiunge Dario Trento. «E’ questi cambiamenti, e cercano di anche quello di Lovis Corinth,
come se si proiettasse una diapo- correggersi. L’informale Gian- perché più di metà della sua pro- Per saperne di più:
sitiva a teatro e questa, oltre alla franco Fasce prima dell’ictus trat- duzione è posteriore all’ictus. Col- Anna Mazzucchi, Dario Trento, Gio-
parte centrale dello schermo, co- tava il colore in modo molto sofi- pito nel 1909, l’anno in cui si dif- vanna Pesci, Cervello e pittura, Fratel-
prisse anche un pezzo di quinta, sticato (lo stendeva “a corpo”, cioè fondeva l’espressionismo, è rien- li Palombi editori (Roma).

Focus 106
Tecnologia
Microspie, fucili infallibili anche al buio, granate
paralizzanti, esplosivi spray: ecco con
quali mezzi vanno all’assalto i reparti speciali

T
utto accade in pochi secon-
di: una corsa velocissima,
l’irruzione con le armi in
pugno, l’immediata neutra-
lizzazione dell’avversario. E’ la
mo di grado, trasformandole in to-
nalità di colore. In questo modo
un corpo caldo può essere indivi-
duato anche nel buio più assoluto.
Tutto perfetto, allora? Non pro-
de dietro una parete: sottilissime fi-
bre flessibili che conducono la luce
raccolta da un micro-obiettivo po-
sto all’estremità del filo, proprio
come un occhio, e lo trasmettono a

tecnica dei corpi speciali. Ma più
che il coraggio o la precisione di ti-
ro, l’azione richiede soprattutto
una preparazione meticolosa.
«Prendiamo per esempio un ae-
reo dirottato da un gruppo di ter-
roristi, e fermo sulla pista. Per li-
berare i passeggeri bisogna saper
scegliere il momento più opportu-
no, “saturando” il velivolo, cioè
assumendone il controllo, nel mi-
nor tempo possibile. E per farlo è
necessario conoscere la maggior
quantità possibile di dettagli, su
ciò che avviene all’interno», dice il
comandante del Gis, il Gruppo di
intervento speciale dei Carabinie-
ri (non possiamo farne il nome,
ché è rigorosamente tenuto nel-
l’anonimato, per motivi di sicu-
rezza). E’ di vitale importanza, per
esempio, conoscere il numero dei
terroristi, il loro armamento, il lo-
ro stato psicologico, l’eventuale
presenza di esplosivi, la loro posi-
zione a bordo e così via. «Il Gis è
uno dei pochi reparti speciali che
gestiscono in proprio la raccolta
di queste informazioni», aggiunge
il comandante. E a questo scopo si
impiegano strumenti molto avan-
zati. Ecco alcune dotazioni di que-
sti reparti scelti, come l’italiano
Gis, il francese Gign (Groupe d’in-
tervention gendarmerie nationa-
le) o il tedesco Gsg 9.
● Occhi di gatto, per
muoversi nella notte
Hanno l’aspetto di un grosso
cannocchiale, ma anziché captare
la luce “sentono” il calore. I visori
termici più avanzati possono rile-
vare a notevole distanza differen-
ze di temperatura fino a un deci-
▼
prio, perché questi strumenti ri- un’apparecchiatura che lo tra-
chiedono un continuo raffredda- sforma in un normale segnale vi-
mento, e l’apparato completo ri- deo. Gli strumenti più usati de-
sulta quindi pesante e poco pratico rivano dalle sonde endoscopi-
da trasportare. Solo di recente, che nate per esplorare il corpo
grazie ai sensori piatti al titanato di umano, anche se gli apparati
bario e stronzio, che non richie- medici sono generalmente
dono raffreddamento, si è riusciti a più grandi perché de-
ridurre peso e dimensioni dei vi- vono provvedere
sori, rendendoli utilizzabili anche anche all’illumi-
dagli agenti sul campo. nazione. Ma co-
me si fa a infi-
● Come vedere oltre un lare nella pa-
muro? Con un microfono
Per individuare la posizione di
una persona in una stanza si sfrut-
tano gli stessi strumenti, chiamati
“correlatori”, impiegati per rile-
vare le perdite di acqua negli im-
pianti idrici cittadini: sono specia-
li microfoni che permettono di in-
dividuare il gocciolio del tubo rot-
to con un’approssimazione di circa
un metro. Applicati a una parete,
questi microfoni sono in grado di
captare le vibrazioni provocate
dalla voce, o dai passi delle perso-
ne nella stanza: poi l’esatta posi-
zione viene determinata interpo-
lando i segnali di diversi sensori. In
pratica si calcolano elettronica-
mente le differenze nei tempi di
arrivo del suono e, tenendo conto
dell’angolazione, si ricava il punto
di origine. Oltre ai sistemi a pare-
te, esistono poi i microfoni ad alta
direzionalità, che permettono di
ascoltare conversazioni personali
anche ad alcune decine di metri di
distanza.
● Tecniche nate
per la microchirurgia
Sono un altro mezzo per otte-
nere informazioni su ciò che acca-

ARMI D’ELITE
Focus 108
Gli ingredienti per riuscire: velocità d’azione e fortuna
Aeroporto di Marsiglia, 26 dicembre 1994. Gli uomini del Groupe d’intervention
della Gendarmerie nationale francese irrompono su un Airbus dirottato, lo “saturano”
e liberano gli ostaggi. Secondo gli esperti, però, la procedura di intervento
usata in questa occasione è stata particolarmente rischiosa: il successo è stato
ottenuto grazie anche all’inesperienza dei terroristi, e a una buona dose
di fortuna. Nella foto grande: un carabiniere del Gis con l’armamento completo.

E’ IL COMPUTER CHE ORDINA
AI FUCILI: “FATE FUOCO”
M onaco, settembre 1972:
tre terroristi palestinesi
rimangono in vita per il tempo
sufficiente a compiere una
strage che macchia di san-
gue le Olimpiadi. Che cosa
non ha funzionato nell’inter-
vento della polizia tedesca?
La risposta è una sola: i tira-
tori scelti non hanno sparato
con sufficiente sincronia. Per
evitare che un dramma del
genere si ripeta, oggi i corpi
speciali hanno in dotazione
un sistema basato sulla cen-
tralina statunitense Syncrofi-
re. Questa macchina permet-
te di collegare quattro fucili
(dotati di percussori elettro-
magnetici) a ognuno degli ot-
to canali disponibili.
Quando il bersaglio è inqua-
drato, il tiratore preme un pul-
sante (detto “di consenso”)
situato sul calcio del fucile:
la centralina riceve i segnali, e
provvede essa stessa a far
Simulatori,
armi laser e
ginnastica:
l’allenamento
è essenziale
rete il microcavo? Nel modo più
▼
Irruzione Una curiosità: il laser di per sé
dall’alto non produce nessun danno, nean-
che se colpisce direttamente gli
Una fase di
addestramento occhi. Tutto dipende dalla fre-
del Gruppo quenza della luce: i puntatori, in-
scattare i percussori quando
sui bersagli è puntato il nu-
mero di armi prestabilito (nel-
di intervento
speciale dei
fatti, usano proiettori a elio-neon
che generano innocui raggi di lun-
la foto a sinistra in alto, si no- Carabinieri: le ghezza d’onda intorno agli 840 mi-
ta il fucile Mauser SP 86, col- irruzioni ai piani liardesimi di metro. Basterebbe
legato via cavo al sistema alti. A questo però una lunghezza d’onda supe-
Syncrofire). Il comandante del scopo vengono riore del 25 per cento, come quel-
gruppo, tuttavia, può anche impiegati la della luce prodotta dai laser a
scavalcare la macchina e da- fuoristrada
appositamente neodimio-Yag, per danneggiare
re comunque il via all’azione, una retina umana casualmente
utilizzando uno speciale pul- attrezzati
sante di “override”. con scale. colpita dal raggio.
Uno speciale sistema di ritra-
smissione delle immagini, ● Munizioni malleabili
progettato dalla società israe- e proiettili “fragili”
liana Elbit, trasmette infatti Per neutralizzare con sicurezza
al posto di comando le im- un avversario molti reparti specia-
magini viste da ogni tiratore li usano munizioni ad alto potere
(nella foto a sinistra in basso, di arresto, cioè capaci non soltan-
si vede il posto di comando: to di “bucare” il bersaglio ma an-
in primo piano c’è il sistema
Elbit, e accanto a esso la cen- che di fermarne subito il movi-
tralina del Syncrofire), con- mento. Proprio come se lo colpis-
sentendo di seguire l’evolu- sero con un violento pugno. Que-
zione della situazione e ren- ste pallottole sono studiate per
dendo possibili eventuali in- deformarsi al momento dell’im-
terventi di emergenza. patto, in modo da trasferire al ber-
saglio la maggior parte della loro
energia cinetica. Si tratta di proiet-
tili realizzati in materiali relativa-
mente malleabili, cavi nella parte
anteriore dell’ogiva o con forma
tronco-conica. Nel caso di inter-
venti in ambienti affollati sono in-
vece impiegate munizioni frangi-
bili: se non colpiscono il bersaglio,
infatti, questi proiettili si disgrega-
no contro la prima superficie soli-
da che incontrano, senza il rischio
di rimbalzi. Esistono infine le mu-
nizioni corazzate a elevata velo-
cità, in grado addirittura di spac-
care il motore di un’auto.

ovvio: con un trapano silenzioso ● Schiuma esplosiva,

(qui i dettagli tecnici sono top se- contro le serrature
cret) che pratica piccoli fori attra- Che si tratti di sfondare una por-
verso i quali si fa passare la sonda. ta o un muro, nell’equipaggia-
mento dei reparti speciali c’è sem-
● Un raggio invisibile pre una soluzione adeguata. L’e-
guida il proiettile splosivo al plastico, per esempio,
«Abbiamo in dotazione diversi oggi è disponibile in varie forme.
modelli di puntatori laser: sono si- Ci sono le cariche da taglio, come
stemi che generano un puntino il “blade”, che si presentano sotto

rosso nel punto dove il proiettile
andrà a colpire. Ne esistono sia
per interventi diurni che nottur-
ni», dice il comandante del Gis.
La differenza? I primi generano
un puntino rosso visibile a occhio
nudo, i secondi producono una
traccia luminosa visibile soltanto
quando si indossa l’apposito viso-
re. I puntatori sono montati sul-
l’arma, in genere una pistola mi-
tragliatrice, e devono essere rego-
lati per una distanza predetermi-
nata, in modo che il puntino rosso
del laser coincida con il successivo
impatto del proiettile.
Focus 110
Un visore a intensificazione di luce, alternativa portatile al visore termico.
DALLO SCHERMO SBUCA IL TERRORISTA VIRTUALE
Aperddestrarsi al tiro di precisio-
ne può essere sufficiente
un militare, non certo per
chi deve intervenire in azioni
che spesso coinvolgono la pre-
senza di ostaggi o di passanti.
I carabinieri hanno quindi
adottato uno speciale sistema
di simulazione, chiamato Fats
(firearms training system, siste-
ma di addestramento con armi
da fuoco) basato su computer,
videodisco (nella prima foto) e
videoproiettore. Adottato anche
dalla polizia di Los Angeles,
questo apparato funziona
proiettando su uno schermo
(nella seconda foto) la scena di
un’azione criminale, completa
di sonoro. L’agente deve
eliminare i malviventi usando
armi autentiche, ma modificate
per l’addestramento: la ricarica
si basa infatti su un sistema
▼
ad aria compressa, mentre
il colpo è simulato da un raggio
laser. L’efficacia dell’intervento
è valutata dall’istruttore attra-
verso un monitor (nella terza
foto). Il Fats è in dotazione
alle scuole dell’Arma, al Centro
di perfezionamento al tiro e al
Gruppo di intervento speciale.
E per il futuro si comincia già
a prendere in considerazione
l’uso della realtà virtuale.
 Solo il giubbotto di ceramica ferma le pallottole speciali
A guardia
dei Vip
Un agente
armato di fucile
a pompa Spas
15, a difesa del
recente G7
di Napoli.
Quando si
svolgono eventi
che possono
essere bersaglio
di terroristi,
i corpi speciali
svolgono anche
attività di
sicurezza, cioè
di prevenzione.
forma di lunghi nastri con un lato
▼
adesivo. «Ma ci sono anche esplo-
sivi “estrudibili” che si applicano
allo stesso modo del silicone, o ad-
dirittura sotto forma di schiuma:
si spruzzano da una bombola, pro-
prio come la panna montata, e si
usano per esempio per fare saltare
le serrature», spiega un artificiere
del Gis. Per aprire una porta, co-
munque, si può anche usare la
semplice aria compressa. Per e-
sempio con il “blower”, un conge-
gno composto da un puntone me-
tallico fissato tra gli stipiti e da una
sorta di cuscino che si gonfia istan-
taneamente, sviluppando una
pressione di 24 tonnellate al centi-
metro quadrato. E una volta en-
trati? Per rendere inoffensivi gli
occupanti della stanza sono dispo-
nibili le granate “flash-bang”: pro-
vocano esplosioni in tempi diversi,
generando lampi accecanti
Bombe anti-sommossa
Tre granate caricate con il classico gas
lacrimogeno. L’agente irritante viene diffuso
nell’aria grazie a una piccola esplosione, pochi
secondi dopo lo sganciamento dell’anellino.
Focus 112
e forti botti. In questo modo si im-
pedisce ai malviventi di reagire per
il tempo sufficiente a neutralizzar-
li, mentre gli eventuali ostaggi ri-
mangono illesi.
● Granate al pepe,
spray di peperoncino
Tra gli strumenti del mestiere
continuano a esserci anche i gas
lacrimogeni, come il cloroacetofe-
none o la cloropicrina. «Tuttavia il
loro effetto non è garantito», dice
il comandante del Gis. «Una volta
abbiamo saturato di gas una stan-
za in cui era rinchiuso un malvi-
vente, ma le condizioni psicofisi-
che dell’uomo, e il fatto che aves-
se ingerito stupefacenti, hanno li-
mitato molto i risultati».
Di recente è stata introdotta
un’altra sostanza, l’OC, cioè Oleo-
resin Capsicum, che ha di fatto
soppiantato ogni altro irritante: si
L’elmetto è ancora insicuro
Un casco antiproiettile con visiera. La durezza del
materiale non è tuttavia una protezione sufficiente,
perché l’urto della pallottola può spostare la testa
con violenza, danneggiando la colonna vertebrale.
tratta di un derivato del pepe che
irrita gli occhi e le mucose, provo-
cando tosse, vomito e momenta-
neo offuscamento della vista. Vie-
ne diffuso sotto forma di spray op-
pure per mezzo di granate apposi-
tamente caricate.
● Giubbe ed elmetti
superduri
Se da un lato giubbetti anti-
proiettile e caschi in speciali fibre
sintetiche dette aramidiche (la più
nota è il kevlar) forniscono una
buona protezione, dall’altro il loro
ingombro e il loro peso sono stati
per anni un fattore negativo. «Og-
gi però siamo in grado di fornire i
cosiddetti “giubbetti di classe
IIIA”, prodotti con un materiale
flessibile, che assicura la massima
comodità, e che non superano i
due chili e mezzo di peso», dice
Luciano Schenato, titolare della
DSS di Solbiate Arno, una società
specializzata nella distribuzione di
materiali per forze di polizia e
agenzie di vigilanza. Con un peso
limitato, dunque, è possibile pro-
teggersi da pallottole calibro 9 pa-
rabellum sparate da pistole mitra-
gliatrici. «Contro le armi militari,
invece, bisogna passare alle pia-
stre in ceramica: in questo caso il
peso aumenta notevolmente», ag-
giunge Schenato. Purtroppo, una
delle armi più diffuse tra i terrori-
sti è l’Ak-47, cioè il fucile da as-
salto Kalashnikov, in grado di
perforare giubbetti più leggeri.
«Per proteggere la testa, la mag-
gior parte delle unità speciali usa
elmetti in fibre aramidiche di tipo
militare», dice Schenato. Duran-
te l’occupazione dell’isola di Gre-
nada da parte degli Stati Uniti nel
1983, per esempio, l’elmetto Pa-
sgt in dotazione ai marine ha di-
mostrato, in qualche caso, di poter
assorbire senza danni l’impatto di
pallottole calibro 7,62. «Invece i
caschi con visiera integrale anti-
proiettile sono sempre meno usa-
ti: hanno lo svantaggio di essere
troppo pesanti, e anche se un col-
po non perfora la visiera, l’urto è
tale che la colonna vertebrale non
è in grado di reggerlo».
● E domani?
Per il momento è soltanto una
voce priva di conferma ufficiale,
ma sembra che in Russia si stia svi-
luppando un apparecchio che con-
sentirebbe di seguire i movimenti
di esseri umani dietro una parete.
Si dovrebbe chiamare “bioradar”,
e si dice che alla sua realizzazione
stiano lavorando anche alcune so-
cietà statunitensi. ■
Paolo Valpolini
Un vecchio
trucco
Ecco l’ultimo
grido in fatto
di agenti
“inabilitanti”:
questa granata
contiene
Oleoresin
Capsicum,
un derivato
del pepe,
che provoca
irritazione alle
mucose, vomito,
e cecità
momentanea.
Ecologia La testa di una
formica operaia.
Nel mondo
ci sono più di
6 mila specie
di formiche.

La mosca La zanzara. Vive

domestica. nascosta nelle
Segue l’uomo ore più calde
ovunque vada, e ed esce di notte.
può trasmettere Ai tropici può
numerose diffondere
malattie. gravi malattie.

E’ quella contro
gli insetti, che
combattiamo
La grande
ogni estate. Chi vince? Per
il momento loro, ma sono in
arrivo armi nuove e più potenti guerra ● Sconfitta annunciata Nuove tecnologie: in campagna

I
n pochi mesi, quelli estivi, gli
italiani spruzzano, spargono e
nebulizzano, in casa, ben 7 mi-
la tonnellate di insetticidi. In
media 132 grammi a testa, neonati
compresi. Tutta questa massa di
sostanze chimiche per distruggere,
man mano che avanza il caldo, pri-
ma le mosche, poi le formiche, le
zanzare e gli scarafaggi: insetti che
amano l’uomo, perché frequen-
tandolo hanno aumentato le loro
possibilità di sopravvivenza. Ven-
gono ripagati con armi sempre più
micidiali: in cinquant’anni si è pas-
sati dal “flit”, che funzionava solo
se veniva spruzzato esattamente
“sull’insetto”, all’insetticida diffuso
con il vaporizzatore, che agisce
senza sosta per quindici giorni, an-
che a finestre spalancate. Ma è una
lotta impari, perché gli insetti no-
civi tornano puntualmente il gior-
no dopo, e l’anno dopo.
E’ proprio impossibile eliminar-
li definitivamente? Sembra pro-
prio di sì. Per quanti composti chi-
mici si possano inventare, prima o
poi tutti gli insetti diventano resi-
stenti: tra di essi c’è sempre qualcu-
no che ha un corredo genetico che
gli permette di produrre un enzima
che detossifica, cioè neutralizza, la
molecola velenosa. Gli individui
che sopravvivono sono sempre in
grado di riprodursi, e quindi di
creare una nuova popolazione, che
occupa lo spazio lasciato libero da
quella eliminata dall’insetticida.
Circa 600 specie di insetti oggi sono
resistenti ad almeno un tipo di
insetticida. Fino a qualche anno fa
nessuno avrebbe immaginato che
molti insetticidi sarebbero diven-
tati obsoleti nel giro di così poco
tempo. Nel 1953 il Ddt sembrava
aver risolto per sempre la guerra
▼
si interviene con l’aereo
Sopra, un aereo vola a bassa quota per Rimedi di una
irrorare un insetticida su un campo. Ogni volta: il flit
anno gli agricoltori italiani distribuiscono 200 Subito dopo la guerra:
mila tonnellate di prodotti, necessari per un vecchio (sopra) e un
la cura delle piante coltivate. La maggior bambino (qui accanto),
parte di essi sono insetticidi e fungicidi.
vengono spruzzati con
un insetticida antipulci.
Si cercava di evitare
la diffusione del tifo,
trasmesso dall’insetto.

Focus 114 Focus 115

Persino il veleno più
potente prima o poi
diventa inutile: un gene lo
riconosce e neutralizza
tra uomini e insetti, e soprat-
tutto contro la zanzara anofele,
che diffonde la malaria. «In mol-
ti Paesi in via di sviluppo, però,
dopo i primi successi le zanzare
immuni al Ddt sono riuscite a so-
pravvivere, e la malattia è tornata
nell’ambito dei vecchi confini geo-
grafici. Eppure nella maggior par-
te delle specie viventi l’evoluzio-
ne, e quindi la modificazione del
corredo cromosomico dal quale di-
pende la trasmissione di una carat-
teristica positiva, avviene molto
lentamente. Ci sono voluti,
per esempio, centinaia di
anni per ottenere muc-
che che producono
quantità record di
latte o spighe di ri-
so che non per-
dono i grani pri-
ma del raccol-
to. Ma gli in-
setti sembra-
no non segui-
re queste re-
gole», sostie-
ne Richard Ffrench-Constant, en-
tomologo americano.
● Malleabilità genetica
Perché dunque gli insetti si evol-
vono così rapidamente? Molti ri-
cercatori pensano che ciò sia do-
vuto al fatto che questi hanno una
certa “malleabilità” genetica: sono
numerosi, prolifici e, data la loro
breve vita, le generazioni si succe-
dono velocemente. In realtà il
gruppo di studiosi dell’università
del Wisconsin che fa capo a Ffren-
ch-Constant, ha scoperto che le
mutazioni genetiche negli insetti
sono piuttosto rare. «Rimaneva
poi il dubbio se la resistenza di-
pendesse da un gruppo di geni, op-
pure da un gene solo. Un gruppo
di geni viene trasferito da una ge-
nerazione all’altra con maggiore
difficoltà: si può sempre perdere
una parte del messaggio. Un ge-
ne solo invece viene ereditato co-
sì com’è. Una volta che si è mani-
festato poi, si diffonde veloce-
mente: gli insetti viaggiano in tut-
to il mondo grazie ai mezzi di
trasporto che ormai collegano ogni
Paese. Quando arrivano in una
nuova regione, si accoppiano con
gli insetti che già vi si trovano e
diffondono il gene resistente»,
concludono i ricercatori.
E’ meglio
prevenire
ste nel variare in conti-
nuazione i metodi di
lotta, ma rimane anco-
Qui accanto,
Massimo
ra un problema da ri-
solvere: i principi atti-
Cristofaro: “Si
può evitare l’uso
massiccio degli
vi di cui sono composti
gli insetticidi possono
essere tossici anche per
insetticidi
risparmiando le
dosi, e trattando
altri animali, compreso
l’uomo. Nuove mole-
solo quando cole vengono create in
è necessario”. continuazione, e vinco-
no anche le resistenze
Il pericolo più agguerrite, ma così
dentro casa aumenta ulteriormen-
te la quantità di pro-
A destra, Marco dotti chimici utilizzati,
Vighi: “Anche
i prodotti che e questi, inevitabilmen-
si usano te contaminano l’am-
negli ambienti biente: alcuni residui si
domestici trovano per esempio
possono essere nelle falde acquifere, e
tossici: vanno da qui finiscono sugli
quindi utilizzati ortaggi e sulla frutta ir-
con cautela”. rigati con quest’acqua»,
dice Massimo Cristofa-
● Dagli insetti all’uomo ro, biologo dell’Enea.
Paradossalmente quindi, più in- A differenza di quanto accade
setticidi vengono utilizzati, più ve- per gli insetti però, nell’uomo non
locemente le popolazioni resisten- ci sono persone resistenti, e quin-
ti hanno il sopravvento: sono le di immuni, ai veleni contenuti in
uniche a sopravvivere e dunque alcuni insetticidi. In teoria ogni
hanno ancora più spazio e risorse a essere vivente, quindi anche l’uo-
disposizione. «La strategia miglio- mo, ha la possibilità di neutraliz-
re per combattere gli insetti consi- zare una molecola tossica. Que-
sta qualità però si sviluppa soltan-
to dopo una decina di generazioni:
in termini di tempo, negli insetti
ciò significa due o tre anni, per
l’uomo invece si tratta di centi-
naia di anni.
● Tre gradi di pericolo
In che cosa consiste la pericolo-
sità di queste sostanze? «Ci sono
tre diversi livelli di rischio. Diretto,
per chi le maneggia, per esempio
per gli agricoltori che trattano i lo-
ro campi contro i parassiti che in-
vadono i raccolti, ma anche per
ciascuno di noi quando usiamo
l’insetticida contro scarafaggi e for-
miche. Indiretto, per chi ingerisce
il cibo trattato, e infine ambienta-
le, perché la sostanza entra a far
parte del ciclo biologico degli ele-
menti. Il più pericoloso, per l’in-
dividuo, è il primo. Ma si tratta di
scegliere. Il Ddt, vietato nella mag-
gior parte dei Paesi all’inizio de-
gli anni Settanta, è meno tossico
di alcune molecole utilizzate ora
al suo posto, però in compenso en-
tra nelle cellule degli organismi vi-
venti, superando la membrana che
le racchiude, ed è molto persisten-
te. Risultato: dopo decenni si tro-
vano ancora le tracce di questa so-
stanza, soprattutto nel grasso di al-
cuni animali. Adesso si preferisce
utilizzare carbammati e organofo-
sfati: sono necessarie maggiori pre-
cauzioni quando si usano, ma non
si accumulano e si degradano più
in fretta», dice Marco Vighi, eco-
tossicologo dell’università di Mi-
lano.
● Nuove strategie
Per vincere la battaglia contro
scarafaggi, formiche e zanzare, è
necessario dunque evitare che gli
insetti diventino resistenti e, allo
stesso tempo, non avvelenare l’uo-
mo. Fortunatamente la ricerca sta
mettendo a punto nuove strategie.
1. Insetti hi-tec. Le tecniche di
isolamento dei geni, clonazione e
segmentazione di alcuni fram-
menti del Dna, hanno permesso di
individuare e localizzare con pre-
cisione i geni della resistenza, di
capire come si formano e in base a
quale meccanismo neutralizzano
l’insetticida. Si può così prevedere
come e quando inizierà la resi-
stenza stessa. Una volta individuati
i principi attivi che mettono in
azione il gene resistente, basta
scartarli, per scegliere invece sol-
tanto quelli effettivamente efficaci.
Ancora: si inserisce il gene della
resistenza nel corredo cromoso-
mico di un insetto di un’altra spe-
cie e si crea così una popolazione

Sono spietati con gli insetti. Molti però agiscono nello stesso modo sull’uomo e sugli altri animali
Per sempre,
insieme a noi
Sopra, la testa di una blatta.
Sotto, la molecola del Ddt, ovvero
C14H9Cl5: in verde gli atomi di cloro,
Hit parade degli insetticidi
in bianco gli atomi di idrogeno,
in nero gli atomi di carbonio. Più Edi incco gli ingredienti
principali degli insettici-
commercio. Le
alto è il numero degli atomi di cloro, sostanze utilizzate per
più una molecola è persistente. combattere le formiche o
le tarme sono spesso
le stesse, e uguali sono
anche le concentrazioni
impiegate. Variano invece
i sistemi usati per distri-
buirle: polveri, schiume,
vaporizzatori. Queste
sostanze sono divise in
quattro classi di pericolo-
sità, che vengono sempre
segnalate sulle confezioni:
classe I, molto pericolosa,
può provocare intossicazio-
ni mortali per l’uomo;
classe II, pericolosa, può
provocare intossicazioni
gravi; classe III, moderata-
mente pericolosa, può
provocare intossicazioni
lievi; classe IV, comporta
rischi trascurabili.
Carbammati
Il più utilizzato è il propo-
xur, o baygon, consigliato
contro scarafaggi e formi-
che (classe II). Gli insetti
muoiono perché l’insettici-
da blocca la produzione
di enzimi necessari al
normale funzionamento
del loro sistema nervoso,
che quindi si paralizza.
L’effetto è lo stesso negli
animali superiori, ma
in questo caso è reversibile
e dura poco, a meno che
non venga ingerita una
dose elevata. A dosi
elevate provoca lacrimazio-
ne, salivazione eccessiva,
difficoltà di respirazione
e diarrea. Questi prodotti
vengono assorbiti rapida-
mente attraverso la pelle,
e quindi non vanno toccati.
Piretrine sintetiche
Sono molecole, che
imitano quella del piretro
naturale, estratto dai fiori
di crisantemo. Per esem-
pio, ciflutrin (II classe),
alletrina (III classe),
tetrametrina (IV classe).
Penetrano attraverso
il tegumento degli insetti e
immediatamente li paraliz-
zano. Sono invece molto
poco tossici per i vertebra-
ti. L’uomo può avere tre-
mori, convulsioni e paralisi.
Anche in caso di contami-
nazione, si può guarire
nel giro di uno-due giorni.
Dietiltoluamide
E’ l’Autan. Non è un
insetticida ma un repellen-
te, e quindi dovrebbe
allontanare gli insetti. Si
usa soprattutto come lozio-
ne o stick, direttamente
sulla pelle e attraverso
di essa viene assorbita fino
al 77 per cento della dose
applicata. I neonati e
i bambini sono particolar-
mente sensibili a questa
sostanza, che può provoca-
re delle degenerazioni
a livello cerebrale. Non
andrebbe per esempio
utilizzata ogni giorno,
per periodi prolungati.
Cloroderivati organici
Contengono atomi di cloro.
Il più famoso è il Ddt
▼
Il fumo che
uccide
Qui a destra,
uno zampirone.
La spirale è
costituita da
un materiale
a lenta
combustione,
impregnato di
piretro naturale,
o di piretrine
sintetiche.
(II classe), ormai fuori regolamentato. Fanno
commercio nella maggior morire gli insetti per asfis-
parte dei Paesi industrializ- sia. Negli animali superiori
zati. Ma è prodotto e vengono assorbiti dalla
utilizzato ancora, per pelle e dalla mucosa
esempio, in India. Altri gastrointestinale, e poi
appartenenti a questa vengono distribuiti negli
famiglia sono il lindano accumuli di grasso. L’effet-
(II classe) usato soltanto to peggiore quindi è quello
per disinfestazioni, e il cronico, dovuto all’accu-
clordano (II classe) usato mulo di dosi successive di
in agricoltura. Negli ultimi prodotto. Provocano vomito,
trent’anni il loro impiego movimenti inconsulti,
è stato severamente convulsioni epilettiche.

Focus 116 Focus 117

 I nostri più acerrimi nemici
Q uesti sono gli in-
setti contro i qua-
li la lotta è più acca-
l’autunno. Un adulto
può vivere dai tre ai
dieci giorni. Per com-
si vedono: bisogna
invece raggiungere il
centro di riproduzio-
nita. In estate sono batterle efficacemen- ne, per esempio met-
più numerosi perché te bisogna però di- tendo a disposizione
si moltiplicano rapi- struggere le larve col- delle operaie una so-
damente grazie al- pendole quando so- stanza zuccherina,
l’aumento della tem- no ancora nell’acqua. contenente un vele-
peratura. Inoltre, Formiche. Sono in- no a lento effetto,
hanno maggiori esi- setti sociali, che for- con il quale nutriran-
genze alimentari per- mano grandi nidi. no le larve.
ché sono nel periodo Soltanto le operaie si Mosche. Sono atti-
dell’accoppiamento e spostano per procac- rate dalle sostanze in
di allevamento della ciare cibo e sostan- putrefazione. Quan-
prole. ze zuccherine, con do sono molte, quin-
Zanzare. Il loro ciclo cui nutrono le larve. di, è meglio eliminare Una coltivazione di crisantemi
vitale dipende dalla Le regine si muovo- la causa: rifiuti rima- ornamentali. Il piretro viene
presenza dell’acqua, no solo quando scia- sti nei cassonetti, re- estratto dai capolini dei fiori
anche se è salma- mano per creare sti organici. Un adul- di una varietà asiatica, il
stra. Le uova vengono nuove colonie, e al- to può vivere fino a “Chrysanthemum cinerariaefolium”.
deposte in pozze, ru- lora mettono le ali. Si tre settimane.
scelli, fiumi, ma an- diffondono se trova- Scarafaggi. Sono
che tombini, e botti- no cibo, piccole originari dei tropici,
glie abbandonate. Di quantità di avanzi, amano il caldo e l’u-
solito rimangono na- comprese quelle che mido, evitano la luce
scoste nelle ore di lu-
ce, ed escono di sera
possono rimanere
negli interstizi del pa-
ed escono solo di
notte. Si nutrono di
Lotta biologica:
per nutrirsi. Soltanto vimento. Le operaie resti organici e for- nasce la larva
le femmine, però, si
nutrono di sangue, e
vivono fino a dieci
anni e una volta im-
mano colonie enor-
mi. Sono anche tra assassina
quindi pungono uomo parata una via di ac- gli insetti più resi- Qui a sinistra, una
e altri animali a san- cesso al cibo, la in- stenti, e si moltipli- ricercatrice del Biolab
gue caldo. I maschi segnano alle compa- cano a grande velo- di Cesena controlla gli
bevono invece netta- gne, lasciando dei cità. In questo caso insetti catturati in una
re dai fiori. La loro messaggi chimici sul- è meglio prevenire serra. In base alla specie
stagione, alla nostra la strada. Per debel- che curare, control- e al numero degli
latitudine, va dalla larle non basta ucci- lando scarichi fogna- esemplari, deciderà quale
tarda primavera al- dere le formiche che ri, cappe e muri. nemico “naturale”
utilizzare. Sotto, in serra
vengono liberate larve di
E in futuro? Potremo usare crisopa, un predatore
che eliminerà gli afidi,
parassiti di molti vegetali.
insetti predatori, e molecole
non dannose per l’ambiente
di predatori, che si nutre degli in- 3. Batteri fatali. Per debellare 4. Insetticida vegetale. Il nome è teriologica, cioè usando tossine
▼

setti molesti ma che non soccombe
agli insetticidi. Con i raggi gamma
invece, si possono irradiare i ma-
schi delle mosche, rendendoli ste-
rili. Per le femmine questi maschi
sono identici agli altri (e non han-
no perciò motivo di scartarli), ma
dopo l’accoppiamento esse non
vengono fecondate e quindi non
generano altre mosche.
2. Lotta integrata. Consente di
diffondere dosi ridotte di insettici-
da e si utilizza soprattutto in agri-
coltura. In base all’andamento sta-
gionale (umidità, temperatura), si
segue lo sviluppo degli stadi vitali
del parassita e si agisce solo se ne-
cessario. Parallelamente, nei mo-
menti in cui non si utilizzano i pro-
dotti chimici, si lanciano nell’am-
biente insetti predatori, cioè ne-
mici naturali dell’insetto dannoso.
Focus 118
le zanzare, negli ultimi anni, si è
fatto largo uso di un batterio, il
Bacillus thuringiensis. “Spruzza-
to” in ambienti umidi esso produ-
ce una tossina che si sviluppa nel-
lo stomaco dell’insetto e ne dige-
risce i visceri. Agisce soltanto se
si trova in ambiente basico, e per
questo è totalmente innocuo per
l’uomo e per gli animali superiori,
che hanno uno stomaco acido. «Il
suo impiego migliore è su vaste
estensioni: di solito lo impiegano i
Comuni per disinfestare un’area,
per esempio un bacino d’acqua.
Ma proprio perché è totalmente
innocuo, il Bacillus thurigensis può
essere acquistato da chiunque, adi-
rittura per esempio per eliminare
le larve che si sono insediate nel-
l’acqua di un tombino», dice Ro-
meo Bellini, del Centro agricoltu-
ra e ambiente di Crevalcore.
Azadirachta indica ed è un albero
che cresce in India, e non conosce
parassiti: contiene sostanze repel-
lenti, che tengono lontani gli in-
setti, li rendono inappetenti e in
alcuni casi li uccidono. In India, i
contadini, lo conoscono da tem-
po, ma soltanto recentemente è
stato scoperto anche dagli scien-
ziati occidentali. Adesso alcune
aziende statunitensi e inglesi ne
estraggono i principi attivi, che so-
no anche importati in Italia. Al-
l’Enea, dove li stanno sperimen-
tando, prevedono di utilizzarli in
agricoltura, e non escludono che
si possano usare anche in casa.
● I nuovi prodotti
Come saranno dunque gli inset-
ticidi di domani? «Sarà necessario
cercare prodotti sempre più speci-
fici. Oggi si punta sulla guerra bat-
batteriche o virus. Un altro siste-
ma consiste nel cercare molecole
che agiscono solo su un certo tipo
di insetti, ma che non si accumula-
no nell’ambiente e si degradano
facilmente. Non dimentichiamo
tuttavia che nei Paesi caldi, dove
gli insetti trasmettono all’uomo
malattie mortali, gli insetticidi che
poi si sono rivelati tossici hanno
comunque permesso di salvare nu-
merose vite umane: la malaria per
esempio da noi non esiste più», di-
ce Luciano Caglioti, ordinario di
chimica organica all’università La
sapienza di Roma. «In ogni caso
non si può pretendere di eliminare
completamente gli insetti. In cam-
pagna per esempio, è del tutto
normale che siano abbondanti»,
conclude Bellini. E dunque me-
glio imparare a convivere. ■
Mariella Bussolati
Storia
Le tombe di molti uomini illustri sono vuote. Di altre si è perso il ricordo. Però archeologi e scienziati non demordono

Ma dove sono finiti? L

o studioso inglese Thomas
Bentley le ha definite “os-
sa senza pace”. Sono quel-
le di tanti personaggi fa-
mosi (condottieri, santi, artisti e
principi) che, venerati oppure o-
diati in vita, scatenarono accesi
sentimenti anche da morti.
Per questo le loro spoglie sono
state nascoste, smembrate, falsifi-
cate, trasferite da un luogo all’altro
e qualche volta addirittura smarri-
te. Qualcuno, alla fine, è riuscito a
trovare la pace eterna. Altri, inve-
ce, stanno vagando ancora oggi.
Ecco, in queste pagine, alcune vi-
cende esemplari.
Cristina Mochi

LEONARDO ALESSANDRO MAGNO

Si è smarrito
in Francia
I1519
l sepolcro di Leonardo da
Vinci è vuoto: morto nel
in Francia, a Cloux,
venne infatti inumato nella
Cappella reale della chiesa
di Amboise. Nel 1560, du-
rante le guerre di religio-
ne, la chiesa fu devastata
dagli ugonotti (i protestan-
ti francesi). Nel 1808, or-
mai in rovina, fu definitiva-
mente abbattuta. Dove sia-
no finite le ossa del genio,
è difficile dire:
forse nel muc-
chio raccolto da-
gli operai ad Am-
boise e portato,
pietosamente,
nella cappella di
S. Uberto. Alme-
no così recita il
cartello sopra il
loculo di marmo.
Ma non ci sono
prove reali.
La casa di Leonardo,
a Cloux, in Francia.
Anche le ossa parlano
C he cosa si può stabilire
dall’analisi dei resti
ritrovati in un sarcofago?
E come si procede?
Sesso
Tra i caratteri morfologici
che esprimono il dimorfi-
smo sessuale c’è il volume
endocranico, che in media
in una donna è di 100-150
millilitri in meno rispetto
all’uomo. In mancanza del
cranio, il sesso di un
defunto si può stabilire
anche semplicemente dalle
zone di inserzione
muscolare, che sono in
genere più marcate
nell’uomo che nella donna.
Età
Si può stabilire in base
al grado di sinostosi (cioè di
saldatura delle ossa parie-
tali del cranio): il processo
di sinostosi inizia a partire
dai 25 anni ed esistono
tabelle di riferimento che
riportano i parametri per le
età successive. Queste
consentono di stabilire l’età
del defunto con un margine
di errore di 5 anni. Un meto-
do analogo è quello che si
basa sulla valutazione della
sinfisi pubica, cioè la super-
ficie di contatto delle ossa
pubiche. Anche in questo
caso esistono tabelle
di riferimento riconosciute.
Un altro metodo sicuro
è l’analisi istologica: si
osserva cioè al microscopio
una sezione ossea per
verificarne la composizione.
Gli elementi costitutivi delle
ossa, gli osteoni, variano
con il passare degli anni,
diventando progressivamen-
te più omogenei e piccoli
(anche per questi esistono
tabelle di riferimento).
Un mistero irrisolto
Lcondo
a sua sepoltura non è
mai stata ritrovata. Se-
clamato fi-
glio», spiega
la tradizione morì a
Babilonia, nel 323 avanti
Cristo, ma il cadavere ven-
Abdel Halim
Nureddin, se-
gretario del
ne trasportato, con un cor- Consiglio su-
teo composto da sedici file periore delle
di quattro muli ciascuna, fi- antichità egi-
no a Menfi, ziane. Il mistero comunque Qui sopra,
in Egitto. non è ancora risolto: in ef- il sarcofago
In seguito fetti la tomba di Siwa corri- di Alessandro
venne tra- sponde per epoca e stile al Magno ritrovato
sferito ad modello di sepoltura mace- a Sidone nel
Alessandria, done, e potrebbe anche es- 1887. A sinistra,
dove la tom- sere stata costruita per il suo ritratto,
ba del gran- Alessandro. Ma questi vi è in un mosaico
de condot- davvero arrivato? di Pompei.
tiero diven-
ne il centro
religioso del-
la città. Tuttavia, nei seco-
li successivi, si è persa ogni
traccia del monumento. Ed
ecco la scoperta, all’inizio
di quest’anno, di una gran-
de tomba macedone nel-
l’oasi di Siwa, in Egitto.
E’ lunga 51 metri, con una
Un mausoleo facciata molto ampia che
riporta la stella a otto pun-
regale
L’interno del
te, simbolo della famiglia
reale, e un corridoio d’in-
gresso lungo 35 metri. Al-
Pantheon di
Roma: costruito l’interno, però, nessun sar-
nel 25 avanti cofago. L’équipe di archeo-
Cristo da logi, guidata da Liana Sou-
Menenio valtzis dell’Istituto per gli
Agrippa, venne studi ellenici di Atene, non
ampliato ha però dubbi: si tratta del-
da Adriano. la sepoltura di Alessandro
Trasformato Magno. «Fu lui stesso a
nel 609 in chiedere al suo comandan-
chiesa cristiana, te Tolomeo di essere se-
racchiude polto a Siwa, sede del tem-
le salme di pio del dio Amon, del quale In alto, gli scavi della tomba di Alessandro,
Raffaello e dei Alessandro si era autopro- in Egitto. Qui sopra, l’archeologa Souvaltzis.
re d’Italia.
 La sorte più inquieta? E’ quella degli imperatori
FEDERICO II
Con la telecamera nel sarcofago
Acofago
ll’interno della tomba
del re di Sicilia, un sar-
in porfido nella cat-
tedrale di Palermo, sono ar-
rivate addirittura le teleca-
mere. E’ successo que-
st’anno, nell’ambito delle
manifestazioni dedicate al
sovrano per l’ottavo cente-
nario della nascita (avve-
nuta a Iesi nel 1194, men-
tre la morte ebbe luogo nel
1250). «Non si è trattato di
una curiosità macabra», di-
ce l’ingegnere Rosario La
Duca, che ha coordinato
l’indagine. «Ma della vo-
NAPOLEONE BONAPARTE
Il ritorno
con un corteo
trionfale
Amoltinche Napoleone non è
scampato al destino di
grandi uomini: sep-
pellito in un primo tempo
nell’isola di Sant’Elena, do-
ve era stato esiliato e morì
nel 1821, venne traspor-
tato in patria nel 1840, al
cimitero de Les Invalides
(Parigi), dove ancora si tro-
va. La salma venne portata
in trionfo lungo la Senna
fino al cuore della città e
moltissima gente, come e-
stremo omaggio al grande
generale, si accampò lun-
go le sponde simulando i
bivacchi notturni delle sue
campagne militari.
Tra l’altro, la leggenda vuo-
le che, quando il corpo ven-
Focus 122
lontà di ricostruire i dettagli
storici della deposizione,
senza provocare danni». Nel
1781 infatti la tomba di Fe-
derico venne spostata dal
sito originario (sempre nel-
la cattedrale) e messa dove
si trova oggi. In quella cir-
costanza si aprì il sarcofago
e si scoprì che erano state
sovrapposte a quella del re
le salme di Pietro II e Gu-
gliemo duca d’Atene. Era il
segno di un’epoca così
drammatica che non si po-
teva provvedere neppure a
sepolture singole. «L’esplo-
La tomba di Napoleone, nel cuore di Parigi.
ne esumato per il trasferi-
mento, fosse ancora prati-
camente intatto. Cosa che,
sempre secondo la leggen-
da, accade solo a chi la-
scia un’orma indelebile nel-
la storia: lo stesso infatti è
successo a Carlo Magno
che, morto nell’ 814, venne
riesumato nel Mille, e tro-
vato intatto, tra lo stupore
attonito di tutti i presenti.
Rosario La Duca, studioso
di Federico II. Sotto,
il duomo di Palermo.
razione con la microsonda
(in tutto simile a quelle che
si usano per le gastrosco-
pie) ha rivelato che le sal-
me, pur restando nell’iden-
tica posizione, sono passa-
te dallo stato di mummie a
quello di scheletri», conti-
nua Laduca. «Ora si stanno
facendo prelievi per stabilire
le condizioni microclimati-
che del sarcofago, e per al-
lestire di conseguenza una
camera ove procedere all’o-
perazione di apertura del
sarcofago stesso. Tutto ciò
potrebbe avvenire entro la
fine dell’anno. Poi effettue-
remo altre analisi: anche
una Tac su Federico II, per
capire di quali malattie sof-
frisse e con quale tecnica
venne imbalsamato».
SAN PIETRO
Ritrovato:
era proprio
a casa sua
C i sono voluti circa 1900
anni perché le spoglie
di San Pietro, fondatore
della Chiesa cattolica, tro-
vassero pace. Pietro morì
infatti sotto il regno di Ne-
rone (64 dopo Cristo), cro-
cefisso nel Circo di Nero-
ne, sul colle Vaticano. Ven-
ne seppellito poco lontano
dal luogo del martirio e,
per volere di Costantino,
sulla sua tomba venne edi-
ficata la prima basilica va-
ticana. Tuttavia nel corso
dei secoli l’esatta ubica-
zione della sepoltura era
andata perduta, e da mol-
te parti si cominciò anzi ad
avanzare il sospetto che
non fosse mai esistita.
La chiesa valdese, in parti-
colare, arrivò perfino a ne-
gare che Pietro fosse mai
arrivato a Roma, dalla Pa-
lestina. «La questione non
è irrilevante: il magistero
dei papi, che da Pietro in
poi presiedono la Chiesa
cattolica, non sarebbe con-
cepibile se non fondato a
Roma, sulla tomba dell’a-
postolo al quale il Reden-
tore affidò le chiavi del re-
gno dei cieli», spiga Mar-
gherita Guarducci, la stu-
diosa fiorentina (già
docente di epigrafia greca
all’università di Roma),
protagonista del ritrova-
mento delle reliquie di Pie-
tro in Vaticano. «Fu Pio XII
a sollecitare quelle ricer-
che», spiega. «Ordinò de-
gli scavi archeologici sotto
la Basilica, che durarono
dal 1949 al 1950. Al ter-
mine di essi, il monumento
fatto erigere da Costantino
per le spoglie di Pietro ven-
ne ritrovato, ma vuoto».
Accanto alla tomba vi era
un muro pieno di graffiti e
la insigne epigrafista venne
chiamata per interpretarli:
vi trovò, in linguaggio crip-
tografico (cioè basato su
simboli) il nome dell’apo-
stolo e quello di Cristo e
di Maria. L’identificazione
del luogo sembrava certa.
Mancavano però le reli-
quie. Il loro ritrovamento
ha i tempi di un thriller:
Reliquie preziose
San Pietro, in un dipinto
di El Greco, del 1586.
Papa Pio XII ordinò
una campagna di scavi
archeologici per
ritrovarne le spoglie.
sotto il muro graffito gli
scavatori avevano trovato
un loculo pieno di detriti.
Da esso prelevarono sol-
tanto un brandello di stof-
fa preziosa: il resto lo la-
sciarono, trascuratamen-
te, lì. Giorni dopo, quando
tornarono sul posto, i de-
triti erano però scomparsi.
Che cosa era successo?
Monsignor Ludwig Kaas,
segretario della Fabbrica
di San Pietro, avendo no-
tato delle ossa miste ai de-
triti, per umana pietà le
aveva fatte raccogliere da
un sampietrino, che le
portò nel deposito dei ma-
teriali ossei. Senza saper-
lo, aveva messo in salvo le
reliquie di San Pietro. «Fui
proprio io a ritrovarle», rac-
conta la Guarducci. «Men-
tre lavoravo alla decifra-
zione del muro graffito
chiesi a quello stesso sam-
pietrino se per caso lì fos-
se stato ritrovato qualco-
s’altro e lui mi indicò tran-
quillamente le ossa nel de-
posito».
Queste vennero analizza-
te: un individuo di sesso
maschile, robusto e di età
senile, cui mancavano i
piedi (probabile effetto del-
la crocefissione). Recava-
no tracce di un tessuto
rosso, lo stesso nel quale
erano state avvolte al tem-
po di Costantino.
Studiare le tombe non
è macabro: serve
a ricostruire la storia

DANTE ALIGHIERI
Il genio italiano più conteso
Eto asiliato dalla sua Firenze,
morì nel 1321 e fu sepol-
Ravenna. All’inizio del
sentirono alla restituzione,
ma quando il sepolcro ven-
ne aperto le spoglie erano
Quattrocento la già sparite. Furo- In alto, la tomba di Ravenna.
sua città natale no ritrovate nel A destra, il monumento
chiese di riaver- 1865: erano sta- eretto a Firenze, in Santa
ne le spoglie, te nascoste da un Croce, e rimasto vuoto.
come tardivo o- priore francesca-
maggio al genio no, che le aveva ta 1677. Da allora le spoglie
del poeta, ma deposte in una di Dante sono rimaste a Ra-
queste vennero cassetta, interra- venna e a Firenze, in Santa
negate. Soltanto ta nel muro ac- Croce, si può ammirare solo
un secolo dopo, canto al sepolcro un grande sepolcro vuoto.
per intercessio- e accompagnata Resta un mistero: dove si tro-
ne del papa, i ra- da una lettera di vavano le ossa tra l’inizio del
vennati accon- spiegazione data- Cinquecento e il 1677?

BUDDHA CRISTOFORO COLOMBO

La sacra spartizione delle ceneri
Aprincipi
lla sua morte, avvenuta
nel 486 avanti Cristo,
e re indiani si conte-
sero le spoglie del grande
maestro che, abbandonata
ogni ricchezza, aveva cercato
con la meditazione la via per
giungere al risveglio interiore
o illuminazione. Fu un brami-
no a suggerire di spartirne le
ceneri, e di elevare dieci “stu-
pa” (tombe a tumulo) per
conservarle e onorarle. Ma
oggi non tutti gli “stupa” sono
ancora rintracciabili.
Reliquie originali si venerano
a Calcutta e a Gandharvas,
molti dubbi si nutrono invece
su quelle conservate a Sar-
nath, Sanci, Agra.
Ceneri sparse
A sinistra, il
tempio di Agra,
in India, nel
quale si dice che
sia custodita
una parte delle
ceneri di Buddha.
In basso, una
statua nell’isola
di Sri Lanka.
Santo Domingo o Spagna?
Ire,nstancabile da vivo, Co-
lombo continuò a viaggia-
suo malgrado, anche da
veva contenere proprio i resti
di Colombo. «Secondo l’ipote-
si più accreditata, nella fret-
morto. E, alla fine, si è perso. ta della fuga per l’Avana, gli
«Oggi non sappiamo se le os- spagnoli mischiarono le os-
sa seppellite nella cattedrale sa del figlio Diego con quelle
di Santo Domingo siano ef- del padre, e dunque presero
fettivamente sue oppure se una parte di entrambe», con-
i resti si trovino a Siviglia», tinua Ferro. Le analisi con- Ritratto del
spiega Gaetano Ferro, geo- dotte nel 1960 da Charles navigatore.
grafo dell’università di Geno- Goff sulle ossa di Santo Do- In basso, la
va, e autore di numerosi stu- mingo dimostrarono che si tomba nella
di sul grande navigatore. «Co- trattava di due individui di- cattedrale di
lombo morì nel 1506 e venne versi, maschi e adulti. Così
Santo Domingo
seppellito effettivamente nel- Cristoforo Colombo ora gia- con le presunte
la cattedrale di Santo Do- ce aldiqua e aldilà del grande
spoglie.
mingo ma, quando l’isola fu oceano che aveva varcato.
conquistata dai
francesi nel 1795,
gli spagnoli mise-
ro al sicuro le sue
spoglie trasferen-
dole a Cuba e poi
a Siviglia, dove
venne allestito un
grande sarcofa-
go, nella catte-
drale», continua
Ferro. Nel 1877
tuttavia venne ri-
trovata nella cat-
tedrale di Santo
Domingo una
cassa di piombo
che, secondo va-
rie iscrizioni, do-

Focus 124
L’incontro - Francesco Bruno

SERIAL KILLER
“Quell’irresistibile impulso”
La sporca
ventina
Il criminologo
Francesco
Bruno. I risultati
della prima
ricerca sugli
“assassini
seriali” d’Italia
verranno resi
noti in autunno.
E’ comunque
certo che quelli
attualmente
liberi sono
una ventina:
sicuramente ce
ne sono a Roma
(8 omosessuali
uccisi in cinque
anni), Modena
(8 prostitute
tossico
dipendenti
uccise), Verona
e Torino. “Ma A volte
potrebbero dimenticano
annidarsi in Una libera
qualsiasi città”. interpretazione
di un serial
killer. Si tratta
di persone in
genere del tutto
insospettabili,
che conducono
Affetti da turbe
I
serial killer sono tra noi. E le nità. Insegna le basi della psicolo- anno sembrano un’eccezione. Ma
forze dell’ordine continuano gia criminale agli allievi dell’Isti- è davvero così? Per Bruno si trat- una vita regolare.
Solo durante
mentali, ma non a brancolare nel buio». Non è
il titolo di un thriller, ma la
tuto superiore di polizia ed è do-
cente di psicopatologia forense al-
ta anche di un fenomeno italiano.
E ha deciso di dimostrarlo avvian-
il delitto la loro
natura sembra
incapaci di teoria inquietante di Francesco
Bruno, 47 anni, neuropsichiatra e
l’università La Sapienza di Roma.
In questi anni passati a investi-
do una ricerca specifica. cambiare: e, in
seguito, spesso
intendere e volere. criminologo. Vero esperto di de- gare nell’inconscio degli assassini Da quando se ne occupa? non ricordano.
litti e varia criminalità, Bruno stu- in prigione, e a seguire le tracce di Da circa quindici anni, quando Se ricordano,
I “mostri” sono dia da oltre vent’anni la psicolo- quelli ancora in libertà, si è imbat- nel Veneto “Ludwig” iniziò a uc- soffrono di sensi
di colpa, e
fra noi? Parlano gia dei “mostri”: dai terroristi ai
trafficanti di droga, dai parenticidi
tuto più volte nei serial killer. Sul-
l’argomento però da noi si sa po-
cidere nomadi, gay e prostitute.
Intanto, il “mostro di Firenze” vorrebbero essere
arrestati. Ma non
i responsabili del agli assassini passionali. Già col-
laboratore del Sisde (il servizio se-
chissimo. Perché? A confronto
con le cifre degli Stati Uniti (dai
continuava a sezionare le sue vitti-
me. Due casi interessanti. Cercai di
riescono
a rinunciare
primo censimento greto civile), oggi è consulente del
ministero degli Interni, e dell’Or-
40 ai 200 serial killer in attività, se-
condo gli ultimi dati dell’Fbi), i due
documentarmi, controllando in li-
breria e in biblioteca, tra le biblio-
al piacere che
offre loro
dei killer italiani. ganizzazione mondiale della sa- o tre casi italiani di cui si parla ogni grafie dei volumi sui quali avevo l’assassinio.
▼

Focus 126 Focus 127

 Lo “strumento di
lavoro” preferito è il
coltello. E si comincia
prima dei 25 anni
studiato criminologia... Niente.
▼
Non esistevano testi scientifici sul-
la psicologia di questo tipo di sog-
getti. Da allora ho seguito i vari
casi a distanza, finché è iniziato il
processo a Pietro Pacciani e sono
diventato consulente della difesa.
In pratica, dovevo parlare con il
presunto mostro, capire se era ca-
pace di intendere e di volere, defi-
nirne la personalità. Mi sono ac-
corto allora che i parametri scien-
tifici attraverso i quali si classifica-
no i serial killer sono insufficienti.
Chi è il serial killer, dunque?
Finora c’è una sola definizione
comunemente accettata, ed è quel-
la dell’Fbi: “è l’uccisore di più di
quattro persone, in luoghi e tempi
diversi, con motivazioni sadico-
sessuali”. Ma è una teoria, secon-
do me, tutta da rive-
dere. Anzitutto, per
quanto riguarda il
numero delle vitti-
me: e se il “mostro”
viene catturato pri-
ma di avere compiu-
to il quarto omici-
dio? È il caso di Lui-
gi Chiatti che, tra il
1992 e il 1993 uccise
due bambini presso
Foligno: è stato arre-
stato dopo il secondo delitto, ma è
serial killer in piena regola. L’ha
scritto lui stesso, nel biglietto la-
sciato in una cabina telefonica, do-
po aver assassinato il primo bam-
bino: “Aiutatemi. Se non mi pren-
derete ucciderò ancora”.
Quando Luigi Chiatti fu ar-
restato, lei criticò le forze del-
l’ordine...
Già. Dissi che il ragazzo era già
stato interrogato per il primo omi-
cidio, e che rientrava fra i sospet-
tati. E che la morte del secondo
bambino poteva essere evitata. E
che forse, nascondendo una tele-
camera sulla tomba del piccolo Si-
mone Allegretti, si poteva scoprire
chi, fra i sospettati, si trascinava fin
lì: spesso, infatti, i serial killer van-
no a trovare le loro vittime. Negli
Stati Uniti lo sanno bene. In Italia,
invece, si continua a non affronta-
re il problema. Come mai? In par-
te, per la convizione che sia un fe-
Focus 128
Ossessione fatale
Sopra, e a lato, Francesco Bruno nel
suo studio, a Roma. “Il serial killer
è ossessionato e spaventato dal
sesso. Uccide per questo motivo”.
nomeno del mondo anglosassone.
C’è poi un altro problema, legato
all’organizzazione della giustizia:
negli Usa i dati su ogni delitto ven-
gono inseriti nei computer federa-
li, catalogati, confrontati con omi-
cidi analoghi. Perfino in Francia
queste notizie vengono diffuse da
un distretto all’altro. Da noi no.
Chi arriva per primo sul luogo del
Disegni e (qui sopra) un
autoritratto di Ottis Toole, in
manicomio criminale. Molti
killer praticano il cannibalismo.
delitto “si prende” il caso, e non è
detto che polizia e carabinieri si
scambino le informazioni. Così, se
un serial killer uccide a giugno e
poi a novembre, perché i due omi-
cidi vengano messi in relazione bi-
sogna sperare che se ne occupino
le stesse persone. Il risultato è che,
in Italia, non esistono dati o stati-
stiche sul fenomeno.
Assassini
da Guinness
lLucas
l primato fra i serial killer è
di due americani: Henry Lee
(1936) e Ottis Toole
(1947). Lucas, figlio d’alcoliz-
zati, uccise sua madre all’età
di 24 anni: dopo dieci anni
di prigione, tornato in libertà,
commise oltre un centinaio
di delitti, arrivando a stuprare
i cadaveri. Toole, violentato dal
padre all’età di sei anni e pro-
stituito, commise il suo primo
omicidio a 14 anni. In seguito
vagabondò per gli Usa, ucci-
dendo e divorando dozzine di
persone. Omosessuali, Lucas
e Toole si conobbero nel 1979
e diventarono amanti: insieme
uccisero altre 108 persone.
Per questo ha iniziato la ri-
cerca sui serial killer italiani...
Ci sto lavorando dallo scorso
settembre, insieme con sette ri-
cercatori: psicologi, psichiatri, so-
ciologi. Abbiamo già inserito nel
computer una quantità notevole
di dati sui delitti, risolti o meno,
degli ultimi vent’anni, e indivi-
duato una cinquantina di assassini
in serie. Secondo noi oggi ce ne
sono ancora attivi una ventina. Ma
trovare informazioni non è facile:
bisogna consultare libri, giornali,
statistiche, aggiungere di volta in
volta le nuove informazioni di po-
lizia e carabinieri. In più, abbiamo
inviato un questionario a numero-
si psichiatri forensi, che cioè col-
laborano con la giustizia, perché
ci raccontino le loro esperienze di-
rette. Non basta, infatti, organiz-
zare un archivio e analizzare fred-
damente i comportamenti dei se-
rial killer. Bisogna anche studiare a
fondo la loro psicologia. Per arre-
starli il più presto possibile, ovvia-
mente, ma anche per sapere che
cosa fare di loro in seguito: duran-
te i processi vengono quasi sem-
Uomo, giovane,
intelligente
ISecondo
l serial killer sceglie le proprie
vittime, di norma, a caso.
le statistiche interna-
zionali è in genere un maschio
(89% dei casi), con quoziente
intellettuale medio, a volte
elevato (30%). In genere ha
avuto carenze affettive durante
l’infanzia, ed è quasi sempre
stato violentato. Una sommaria
classificazione prevede:
■ Gli psicotici. Uccidono spinti
da una interpretazione delirante
della realtà (soffrono di mania
di persecuzione, odono “voci”
misteriose...), per impulso
incontrollabile e sono disorga-
nizzati: lasciano cioè tracce
del delitto. Spesso in terapia
psichiatrica, sono catturati,
a causa degli indizi lasciati.
■ Gli psicopatici. Sono più
temibili perché organizzano con
cura i delitti. Si dividono, a loro
volta, in diverse categorie: sex
killer (colpiscono donne, che
spesso torturano e amano
veder soffrire), thrill killer (colpi-
scono anche uomini e bambini,
raggiungono il piacere sessuale
durante l’omicidio), power
killer (hanno poca stima di loro
stessi, e uccidono per sentirsi
importanti), gain killer
(uccidono per piacere, ma
anche per derubare le vittime).
Senza più
controllo
Francesco Bruno
con l’équipe che
collabora con lui.
“In principio
i serial killer
agiscono per un
impulso, simile
a quello che
spinge al furto
i cleptomani. A
delitto compiuto
si accorgono
di aver provato
piacere. Da
quel momento
l’impulso diventa
incontrollabile”.
pre giudicati “capaci di intendere e
di volere”, cioè sani di mente. E
quindi condannati all’ergastolo. In
Italia, però, grazie agli sconti di pe-
na, un ergastolo può ridursi a una
dozzina di anni di carcere. La leg-
ge è uguale per tutti. Ma questi so-
no criminali particolari, ammazza-
no perché provano piacere: e una
volta liberi, uccideranno ancora.
Come si può definire “capa-
ce di intendere e di volere” chi
uccide per puro piacere, e non
riesce a smettere di farlo?
E’ successo anche a me, a pro-
posito di Marco Bergamo, il “mo-
stro di Bolzano” che dal 1985 al
1992 ha accoltellato cinque prosti-
tute. Per effettuare la sua perizia
psichiatrica siamo stati nominati
in tre, come è prassi nei reati gravi.
Bene, con lui ho parlato tre volte
in tutto: era freddo, collaborativo,
formale. Ha ammesso con tran-
quillità tre dei cinque delitti che
gli venivano attribuiti, premetten-
do comunque: “io non vi dirò tut-
to”. Durante i colloqui, non ha fat-
to niente che potesse farci pensare
a un disturbo schizoide di perso-
nalità, o a una schizofrenia vera e
propria. Eppure sono proprio que-
ste, in Italia, le due malattie psi-
chiatriche per eccellenza: secondo
i normali parametri, soltanto chi
ne soffre risulta “malato di men-
te”. Le caratteristiche di queste
malattie sono però lontane da
quelle del serial killer. Lo schizoi-
de, semplicemente, vive isolato, ha
comportamenti insoliti, per esem-
pio sorride mentre racconta avve-
nimenti gravi. Può anche arrivare
a uccidere, se immagina che una
persona gli abbia fatto del male.
Lo schizofrenico, invece, è evi-
dentemente e fortemente distur-
bato. Anche lui può uccidere.
Qual è, allora, la psicologia
del serial killer?
Tutte le volte che ho ne ho ana-
lizzato uno non ho avuto dubbi:
doppia personalità. Di recente mi
sono occupato di un autotraspor-
tatore, gran lavoratore, con solidi
principi morali. Assolutamente in-
sospettabile. Quando gli indizi su
di lui non hanno più lasciato dub-
bi, e lui stesso ha “scoperto” di
avere maltrattato otto prostitute,
quasi uccidendone una, non riu-
sciva a crederci. Capita spesso, in-
fatti, che queste persone soffrano
anche di amnesie. Più in generale,
quasi tutti hanno subito un abuso
sessuale durante l’infanzia. Il vero
problema, comunque, è che at-
tualmente questo disturbo è molto
studiato soltanto negli Stati Uniti.
In Italia, invece, la maggior parte
dei criminologi rifiuta ancora di
prenderlo in esame. Per i serial kil-
ler, si preferisce infatti ancora par-
lare di “scelta”: tutti gli uomini,
sostengono molti miei colleghi, so-
no liberi di seguire la strada del
bene oppure quella del male. Ma
secondo me le speculazioni filoso-
fiche con la psichiatria c’entrano
poco. ■
Olga Noel Winderling
▼
Focus 129
 Perché negli Usa ce ne sono
tanti? Perché agiscono
d’estate? E perché piacciono?
Q
uella del serial killer è
▼
una figura che suscita in-
sieme orrore e attenzio-
ne. Che esercita una sua
attrattiva, insomma: lo dimostra
l’attenzione con la quale vengono
seguiti i processi, il successo dei
romanzi sull’argomento, e le do-
mande che vengono poste.
1. Sono proprio gli Stati Uni-
ti la patria dei serial killer?
In effetti su circa 200 “assassini
seriali” attualmente catalogati con
precisione dalle forze dell’ordine,
almeno 150 sono americani. Le
cause di questo numero elevato
possono essere diverse.
L’enorme estensione
del Paese: nove milioni
di chilometri quadrati
dove ci si muove con fa-
cilità. Spesso i killer tra-
sportano altrove la pro-
pria vittima e la abban-
donano a centinaia di
chilometri dal luogo del
delitto. E ciò complica
molto le indagini. In se-
condo luogo, gli assas-
sini sono favoriti dalla
proliferazione degli in-
vestigatori: in tutti gli
Stati Uniti ci sono 16
mila autorità di polizia
(sceriffi compresi), che
non sempre si scambia-
no informazioni. Terzo
motivo: la diffusione delle armi da
fuoco, consentita dal secondo e-
mendamento della Costituzione.
Negli Usa circolano 211 milioni di
pistole. Infine: la disintegrazione
dell’istituzione familiare. Quasi
tutti i killer vengono da famiglie
disgregate. «Un tempo la famiglia
era più stabile, aveva radici, e rap-
presentava un punto di riferimen-
to. Oggi siamo di fronte a una so-
cietà di nomadi: ogni anno 36 mi-
lioni di americani divorziano, o
cambiano casa, o smembrano il
gruppo familiare», spiega Roger
Depue, autore di uno studio del-
l’Fbi sui serial killer. «Una fami-
glia, in media, si scioglie due volte
prima che i bambini abbiano rag-
giunto la maggiore età». E’ anche
vero, però, che l’elevato numero
di serial killer americani dipende
dalla serietà con cui si fanno studi e
Focus 130
statistiche negli Usa. Secondo il
gruppo del criminologo Francesco
Bruno, infatti, ci sarebbero i pre-
supposti (delitti insoluti, ecc) per
censire un serial killer in ogni ca-
poluogo di provincia in Italia: ma
non i dati concreti su cui operare.
2. I serial killer uccidono di
più durante l’estate?
E’ una realtà statistica. Gli studi
dimostrano che il caldo favorisce i
reati violenti. Esiste una spiega-
zione neurofisiologica: a soffrire
per l’eccesso di calore sarebbe la
corteccia cerebrale, cioè l’area del
cervello che consente di inibire gli
istinti e le pulsioni. Ed esiste una
spiegazione sociale: d’estate l’ab-
bigliamento è più leggero, ci si sen-
te più liberi, cadono molti freni
inibitori. Le donne, in genere vit-
time dei serial killer, appaiono più
La sed uzione del delitto
killer, insomma, esercitano un no- vergli, significa che essa non mi è al completo servizio di un “mo-
tevole fascino, soprattutto presso il così estranea. Amarla potrebbe stro”. «Alla base del loro compor-
pubblico femminile. Secondo Al- essere un modo di disinnescare la tamento c’è un altro meccanismo:
do Carotenuto, professore di psi- mia violenza potenziale». Alla ba- quello di proiettare all’esterno la
cologia della personalità a Roma, se della vocazione a redimere ci parte negativa di loro stesse, quel-
esistono due meccanismi inconsci sarebbe, invece, il masochismo (a la che Jung chiamava Ombra, per
che attivano questa capacità di se- livello patologico) presente in renderla più controllabile. Così
duzione. «Il primo è il tentativo di quelle donne disposte a mettersi queste donne fanno di tutto per
neutralizzare la violenza che è in entrare in relazione con una per-
loro, il secondo la convinzione di sona che, prima o poi, sicuramen-
avere capacità di redimere». Se- te le distruggerà». ■
condo lo psicanalista, cioè, chi ma- Lorenzo D. Mariani
▼
nifesta solidarietà al “mostro” pro-
va in realtà a soffocare la violenza
che è in sé medesimo: «Se una per- Libri dedicati
sona che compie azioni disuma- Un fascicolo a fumetti
ne mi colpisce al punto di scri- con le gesta di
Jeffery Dahmer,
in vendita negli
Stati Uniti.
Le figurine
del crimine
Un antenato: Jack lo squartatore
Sopra, il laboratorio
chimico del Centro
S e è vero che i serial killer si
sono moltiplicati nella se-
conda metà di questo secolo,
guito altri delitti vennero adde-
bitati al “mostro”, ma non ci so-
no prove che siano stati com-
investigativo dei soprattutto negli Usa, piuti da lui). Jack (nella foto un
carabinieri, dove si è anche vero che i loro locale londinese dove se ne rie-
compiono ricerche sul antenati stanno tutti vocano le “gesta”) mutilava le
Dna. A lato, figurine sui in Europa, primo fra sue vittime in maniera orrenda,
serial killer: circolano tutti il celebre Jack e disponeva spesso in vario mo-
negli Usa, proprio the ripper (Jack lo do i pezzi dei cadaveri, sul luogo
come da noi circolano
squartatore), che nel- del delitto. L’identità dell’assas-
quelle dei calciatori. l’autunno del 1888 sino restò sempre sconosciuta:
commise almeno doveva comunque essere affet-
Indagini cinque omicidi: tutti to da gravi turbe di tipo ses-
specializzate nei riguardi di pro- suale, non derubava le vittime,
stitute del quartie- né agiva per vendetta. Di ipotesi
Analisi di registrazioni
vocali. Solo la polizia re di Whitechapel, su di lui se ne fecero molte: si
scientifica può a Londra (in se- parlò di sir William Gull, medico
affrontare seriamente della famiglia reale; del duca di
la caccia ai serial killer. Clarence, nipote della regina
Vittoria; del polacco Severin
seduttive, e i soggetti patologici, Klosowski. Oggi gli storici, e la
incapaci di stabilire relazioni so- stessa polizia inglese, sono in-
clini a identificare Jack lo
ciali equilibrate, non sanno fare squartatore in Montague
fronte alla “provocazione”. John Druitt, un avvocato
fallito, in preda a osses-
3. Esiste un fascino del se- sioni sessuali, già so-
rial killer? spettato al tempo dei
Jeffery Dahmer, il “mostro di delitti: Druitt morì
Milwaukee”, prima di essere uc- annegato nel Tami-
ciso in carcere, riceveva lettere gi nel dicembre
di solidarierà e denaro da tut- 1888. Dopo la
sua morte non ci
to il mondo, arrivando ad furono più omi-
accumulare 12 mila dollari. cidi di prosti-
Pietro Pacciani, condan- tute.
nato come presunto “mo-
stro di Firenze”, ha rice-
vuto centinaia di bigliet-
ti d’auguri per Natale. A
Pietro Maso (assassino dei
genitori a Verona) e a Luigi
Chiatti (omicida di due bambini
a Foligno) arrivano proposte di
matrimonio. Quasi tutti i grandi
 Un elemento costante? Era tutta gente “perbene”

Gli assassini
della porta accanto
L’
ultimo a essere scoperto è cidi erano stati compiuti in zone
▼

stato Nikolai Dzumaga-

liev, un russo di 38 anni ar-
restato qualche mese fa
dalla polizia di Mosca. L’accusa?
Aver ucciso un centinaio di donne,
quasi tutte prostitute fra i 25 e i 30
anni. «Ma il numero è certo ap-
prossimato per difetto», hanno di-
chiarato gli investigatori. Dzuma-
galiev non violentava mai le sue
vittime: ricavava invece il suo pia-
cere, dopo avere ucciso le donne,
dal berne il sangue e divorarne (al-
meno in parte) la carne e perfino
le ossa. Ha confessato: «La carne
umana è dolce, ma spesso è duris-
sima, specialmente se è giovane».
E per questo qualche anno fa si
era fatto sostituire i denti con una
protesi di ferro. Nella macabra gal-
leria mondiale dei serial killer c’è,
dunque, gente di ogni tipo. La cri-
minologia identifica però alcune
caratteristiche costanti: dopo il pri-
mo delitto, che viene commesso
solitamente entro i 20-25 anni
d’età, il “mostro’” non si controlla
più. Arriva anche a “specializzar-
si”, a seconda della figura simboli-
ca che vorrebbe eliminare: la ma-
dre (e allora uccide prostitute o
donne in genere), il padre o addi-
rittura se stesso (e allora colpisce i
bambini). Nel momento in cui
commette ogni singolo delitto, poi,
la vittima non è più vista come un
essere umano, ma soltanto come
l’oggetto necessario a soddisfare
la propria deviazione. Ecco alcune
storie esemplari.
Un cannibale
venuto dal freddo
tipica della società occidentale).
Al termine, poi, Andrej Cikatilo
è stato condannato a morte e fuci-
lato. Nei 222 volumi che sunteg-
giavano dodici anni di indagini,
tutta la sua storia: almeno 55 as-
sassinii, soprattutto di bambini e
fanciulle fra i 6 e i 16 anni, e pro-
stitute. Cikatilo li avvicinava, li vio-
lentava, li strangolava: e spesso ne
divorava le carni. Nato nel 1936
nei pressi di Kiev, insegnante di fi-
lologia e di lingua e letteratura rus-
sa, felicemente sposato e nonno
affettuoso, Cikatilo aveva com-
piuto il suo primo delitto nel 1978:
per compiere gli altri si era sposta-
to in tutta la Russia, da Mosca a
Sverdlovsk, dall’Ucraina all’Uz-
bekistan. Per catturarlo era stata
necessaria una gigantesca caccia
all’uomo: 200 mila persone inter-
rogate in tutto il Paese (con la sco-
perta di 50 mila individui deviati
sessualmente), 160 mila ferrovieri
e camionisti controllati, pratica-
mente tutti i cittadini di Rostov
sottoposti all’esame del sangue.
Alla fine era stato arrestato quasi
in flagrante, mentre stava per com-
Cikatilo, dove non si estendeva la compe-
l’insegnante tenza del tribunale). A uccidere a
Andrej Cikatilo, bastonate Dahmer è stato un com-
ucraino, detto pagno di prigione. E molti ameri-
il “mostro
di Rostov”. cani hanno tirato un sospiro di sol-
Insegnante, lievo: Dahmer, 34 anni, era diven-
padre e nonno tato famoso nel 1991 quando la
esemplare, buon polizia, avvertita da un giovane
iscritto al Pcus: che era riuscito a sfuggirgli, fece
ha ucciso 55 irruzione nel suo appartamento.
persone, Dentro, il biondino dalla faccia in-
soprattutto nocente che di giorno lavorava in
donne, bambini una fabbrica di cioccolatini, viveva
e fanciulle. E’
stato fucilato. da molto tempo le sue notti di or-
rore: adescava giovani gay, li dro-
gava e ammanettava, li so-
domizzava, poi li uccideva.
Il frigorifero Violentava anche i cadaveri,
li faceva a pezzi, ne mangia-
pieno di cadaveri va alcune parti. Ripuliva i te-
schi, e a volte li dipingeva;
nel suo frigorifero gli agenti, en-
trati con la maschera a ossigeno
sul viso (da tempo gli stessi vicini
di casa si lamentavano del puzzo)
trovarono teste, torsi, organi ses-
suali. Il massacro era cominciato
quando Dahmer aveva diciotto
anni, e strangolò un autostoppi-
sta. Poco più tardi, a casa della
nonna, compì il primo atto di can-
nibalismo: mangiò il cuore di una
sua vittima (nel frattempo ne ave-
va fatto altre tre), prima di sep-
pellirla. Secondo la tesi difensiva
Dahmer era incapace di dominare
le proprie pulsioni sessuali e la
propria deformazione psicologica,
“specie dopo aver assistito al film
L’esorcista III”, che l’aveva con-
vinto di essere il diavolo. Ma la
Dahmer, il cioccolattaio giuria, ascoltati i periti, dichiarò
Jeffery Dahmer, americano, il
“mostro di Milwaukee”. Tranquillo
l’uomo capace di intendere e vo-
lere, al momento degli omicidi. Lo
operaio di giorno. 17 vittime. stesso imputato ammise di essersi
E’ stato ucciso in carcere. sempre reso conto dei propri atti,

C on il suo processo, iniziato nel-

l’aprile del 1992, e risultato
uno dei più agghiaccianti della sto-
ria dell’Unione sovietica, anche i
russi si sono dovuti confrontare
con il “volto americano” del loro
Paese (in precedenza si pensava
che certi delitti fossero espressione
piere un altro delitto.
Al processo però Cikatilo si era
presentato sorridente e irridente
(aveva letto ostentatamente una
rivista pornografica in udienza).
Gli esami medici lo avevano rico-
nosciuto “sano di mente, socievo-
le, e senza deviazioni apparenti”.
N el novembre scorso Jeffery
Dahmer, il “mostro di Mil-
waukee”, colpevole di 17 omicidi,
è morto nel carcere Columbia
(Wisconsin, Usa): non sul patibo-
lo però, giacché era stato condan-
nato a quindici ergastoli (due omi-
pur essendogli totalmente impos-
sibile por loro un freno. «Se fossi
libero», ammise, «so che comin-
cerei di nuovo a uccidere, e nello
stesso modo». Dahmer era cre-
sciuto, abbandonato a se stesso, e
in preda all’alcol. Ha avuto una
sola amicizia femminile.
▼

Focus 132 Focus 133

 Vite distrutte dall’
alcol, dalla miseria,
e dagli abusi subiti
durante la gioventù
Non scavate
in quel giardino
Ftranquillo
ino al febbraio del 1994 Frede-
▼
rick West era considerato un
padre di famiglia di
Gloucester (Inghilterra). Viveva
in una modesta villetta a schiera
in Cromwell Street, con la seconda
moglie Rosemary e i figli, aveva
52 anni, faceva il muratore, non
frequentava il pub ed era sempre
disponibile a dare una mano a chi
ne avesse bisogno. Poi la polizia
cominciò a interessarsi della scom-
parsa (mai denunciata) di sua fi-
glia Heather, avvenuta nel 1987.
Risultato: la scoperta dei resti del-
la ragazza nel giardino della villet-
ta. Insieme con quanto restava di
altre due donne. Da quel momen-
to il ritratto del muratore ha avuto
connotati ben diversi: quelli di un
“mostro” privo di remore che, os-
sessionato dal sesso, attirava a ca-
sa propria giovani donne, dava
luogo con la partecipazione della
moglie a festini e a spettacoli por-
nografici che si concludevano con
l’uccisione dell’ospite.
I resti smembrati di questa, poi,
venivano nascosti: oltre a quelli
scoperti in giardino, ne sono stati
trovati in cantina (cinque) e mura-
ti nel bagno (uno). Altri cadaveri
sono stati sepolti in precedenti abi-
tazioni. Nella carriera di serial kil-
ler di West oggi si contano 12 vit-
time in 23 anni. Ma in carcere, nel
corso di una visita del figlio, l’uo-
mo confessò: «I giudici conoscono
Focus 134
West, il muratore
Un ritratto di Frederick
West, e un campo dove
sono state cercate le
sue vittime (almeno 12).
a malapena la metà di quello che
ho fatto. E senza le mie indicazioni
non troveranno più nulla». Fra le
vittime anche la prima moglie di
West, e un’altra sua figlia. Fra i
complici la sua seconda moglie Ro-
semary, accusata di complicità in
uno degli omicidi, e di aver violen-
tato due bambini durante una del-
le pornofeste. Comunque, la ve-
rità su supposti altri delitti di West
probabilmente non si saprà mai:
l’uomo si è suicidato, impiccando-
si nel carcere di Birmingham, il
giorno di Capodanno.
Infanzia disperata,
destino segnato
ILuigi
l 4 ottobre 1992, a Maceratola
(nella campagna presso Foligno)
Chiatti, un geometra di 26
anni da tutti considerato “un bravo
ragazzo”, incontra Simone Alle-
gretti, un bambino di quattro anni:
Simone è tutto solo, a piedi nudi,
sotto un albero di noce a cinquan-
ta metri da casa propria. Chiatti lo
invita a fare un giro con la sua au-
to, lo porta a casa propria. Qui lo
uccide. Racconterà in seguito al
processo: «Volevo giocare con lui
per qualche ora, con il suo piccolo
sesso, ma si spaventò e pianse».
Due giorni dopo un messaggio fir-
mato “il mostro” fa ritrovare in
una discarica il corpo del bambino.
L’ha scritto l’omicida.
Il 7 agosto 1993, Lorenzo Pao-
lucci, un ragazzo di 13 anni, si af-
faccia alla finestra della casa di
Chiatti e chiede di entrare. Verrà
ucciso poche ore dopo, perché ri-
fiuta le sue offerte sessuali, e pre-
ferisce giocare a carte. Questa vol-
ta Chiatti non riesce a cancellare le
tracce del delitto, e viene fermato
dopo il ritrovamento della vittima.
Il 28 dicembre scorso il “mostro
di Foligno” è condannato a due
ergastoli. Al momento dei delitti (e
prima, e dopo) è stato considerato
lucido, capace di comprendere ciò
che stava facendo. «Nel momento
in cui uccidevo ero eccitato, avevo
un’erezione», ha dichiarato. E poi:
«Sono perfetto, non fumo, non be-
vo, non dico parolacce. Sono sem-
pre a posto. E gli altri, per questo,
mi emarginano».
Chi è Chiatti? Dopo la sua na-
scita era stato abbandonato dalla
madre naturale, ed era vissuto per
anni nel brefotrofio di Narni, in
rabbiosa solitudine. Era stato adot-
tato ormai grande (a 6 anni) da
una coppia che desiderava soprat-
tutto un modo per riattivare il pro-
prio rapporto e che lo considerava
più un mezzo“da usare” che una
persona con gravi problemi, da ac-
cudire. Lo definiscono gli psicolo-
gi: «Un bambino mai stato bam-
bino, che avrebbe dovuto dare af-
fetto a genitori inariditi».
Se non fosse stato catturato a-
vrebbe ucciso di nuovo. Racconta
Ugo Fornari, psicologo e perito
per l’accusa, al processo: «Chiatti
era freddo, raccontava i delitti co-
me se li avesse compiuti un altro. E
ha detto: “Se i miei problemi non
saranno risolti da qualcuno, quan-
do uscirò, ricomincerò. Io ormai
sono fatto così”».
Chiatti, ragazzo perfetto
Luigi Chiatti. Geometra, “bravo
ragazzo”, molto riservato. Due
vittime: ma pronto a farne altre.
E’ proprio lui
il mostro di Firenze?
Pacciani, una vita violenta
Pietro Pacciani. Contadino, più
volte già condannato e carcerato
per omicidio e stupro delle figlie.
C he sia Pietro Pacciani, il “mo-
stro di Firenze”, lo affermano
per adesso gli inquirenti, e lo ha
stabilito una sentenza della corte di
Assise di Firenze (giudici popolari
tre uomini e tre donne), le cui mo-
tivazioni occupano ben 526 pagine,
e per la quale è stato interposto
appello. Dunque almeno altre due
corti dovranno intervenire sulla
questione: quella d’Appello e
quella di Cassazione. Pacciani è
stato, comunque, condannato al-
l’ergastolo per avere compiuto 14
dei 16 omicidi effettuati dal serial
killer fra il 1968 e il 1985, sempre
con una medesima arma: una Be-
retta calibro 22 bifilare. In parti-
colare sono stati riconosciuti indi-
zi “gravi, univoci e convergenti”
su due duplici delitti: quelli del 9
settembre 1983 (due studenti te-
deschi) e dell’8 settembre 1985
(due turisti francesi). Oggi settan-
tenne, nativo di Vicchio e residen-
te a Mercatale Val di Pesa, ha un’
orrida storia alle spalle: nel 1951
aveva ucciso a coltellate un rivale
in amore, sorpreso nel bosco men-
tre si stringeva alla sua fidanzata (e
per questo era stato in carcere fino
al 1964), e nel 1987 era stato arre-
stato per avere a lungo violentato
le giovani figlie. Le vittime del
“mostro di Firenze” erano tutte
giovani coppie di fidanzati (tranne
due ragazzi tedeschi, assaliti e uc-
cisi in un camper), che venivano
aggredite mentre si appartavano
in auto. Alle donne è quasi sempre
stato mutilato il seno sinistro, e
asportati lembi di pube. L’inchie-
sta prosegue nei confronti di un
gruppo di amici di Pacciani, con i
quali scambiava materiale porno-
grafico e avventure sessuali sulle
colline intorno a Firenze. ■
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