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Claviceps purpurea

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Claviceps purpurea (Fr.) Tul., 1853 è un ascomicete[1] del
Ergot
genere Claviceps parassita delle graminacee, il cui nome
comune è ergot, in francese "sperone"[2]. Detta specie, infatti,
genera nelle piante infette degli sclerozi simili a speroni o
spesso — come nel caso della segale — delle escrescenze a
forma di corna, da cui anche il nome comune di «segale
cornuta» per indicare il cereale affetto da ergotismo.

La claviceps purpurea è la specie più studiata e conosciuta per


i suoi importanti effetti nella contaminazione di alimenti
confezionati con cereali da essa attaccati. Gli speroni della
segale cornuta sono corpi fruttiferi del fungo stesso contenenti
diversi alcaloidi velenosi o psicoattivi del gruppo delle ergotine
(tra cui l'acido lisergico) che presentano vari tipi di effetti sui
soggetti che li assumono. Tali alcaloidi, essendo vasocostrittori,
compromettono la circolazione; inoltre interagiscono con il
Claviceps purpurea
sistema nervoso centrale, agendo in particolare sui recettori
della serotonina. Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Indice Divisione Ascomycota
Ciclo vitale Sottodivisione Pezizomycotina
Ergotismo Classe Sordariomycetes
Difesa Sottoclasse Hypocreomycetidae
Uso in medicina Ordine Hypocreales
Ergot e misticismo Famiglia Clavicipitaceae
Note Genere Claviceps
Bibliografia Nomenclatura binomiale
Voci correlate Claviceps purpurea
Altri progetti (Fr.) Tul. 1853

Collegamenti esterni Sinonimi


Ergot

Ciclo vitale
Caratteristiche morfologiche ?
Claviceps purpurea
La riproduzione del fungo ha luogo in primavera, quando
dallo sclerozio spuntano dei corpi fruttiferi formati da un
peduncolo e da una capocchia rossa (Claviceps Cappello Imenio Lamelle Sporata
Purpurea). Nella capocchia si trovano gli aschi che no liscio ND nera
aprendosi liberano le ascospore. Quando le spore
raggiungono i fiori della segale (o di altri cereali)
Velo Carne Parassita Velenoso
producono un micelio di ife che, penetrando in
nudo immutabile
profondità, causa la degenerazione dell'ovario (Sphacelia
segetum). Le ife producono dei conidi e una secrezione
dolciastra che prende il nome di melata. Quest'ultima attrae gli insetti che fungono da vettori delle spore
su altre spighe, spargendo la contaminazione. Il fungo dopo aver infettato l'ovario, produce una grande
quantità di ife, che si compattano a formare lo sclerozio (Sclerotium clavus). In autunno lo sclerozio cade
sul terreno. Trascorso l'inverno il fungo ricomincia il suo ciclo vitale la primavera seguente[3][4].

Ergotismo
L'intossicazione da ergot, detta «ergotismo», era conosciuta nel medioevo con il nome di «fuoco di
Sant'Antonio», «fuoco sacro» o «male degli ardenti»[5].

Sotto tale termine ricadeva anche il meno pernicioso herpes zoster, che in
alcuni sintomi coincideva con gli effetti dell'intossicazione. L'ergotismo
era spesso fatale e aveva sempre effetti devastanti sulle comunità che ne
erano colpite. Esso poteva presentarsi in due forme: ergotismus
convulsivus, caratterizzato da sintomi neuroconvulsivi di natura
epilettica, oppure ergotismus gangraenosus, che provocava gangrena alle
estremità fino alla loro mummificazione.

Tra gli effetti dell'ergotismo figurano anche le allucinazioni che, in


passato, portavano la gente a mettere in relazione la malattia con
immaginarie forze demoniache o soprannaturali, non essendone
conosciuta la causa. Pare, ad esempio, riconducibile a ergotismo l'ondata
di fenomeni registrati a fine Seicento a Salem, nel Massachusetts, che
C. purpurea su spiga di
diedero origine alla più grande caccia alle streghe sul suolo americano[6].
segale
Gli alcaloidi della segale cornuta, infatti, sono resistenti anche alle alte
temperature dei forni di cottura del pane. Parimenti attribuibili a effetti
allucinatori da ergotismo sono le cosiddette apparizioni (si citino a esempio Lourdes o Fátima),
caratterizzate dall'avvenire sempre in un contesto socio-economico di estrema povertà e di scarsa
alfabetizzazione, in cui il nutrimento più diffuso era il pane di segale verosimilmente infetto da
ergotismo[7] e in cui i fenomeni allucinatori erano pesantemente influenzati dalle esperienze pregresse.

Una possibile ipotesi circa il nome "Fuoco di Sant'Antonio" è che nel Nord Europa, dove il pane veniva
fatto con la segale, spesso si contraeva questa malattia, dovuta al fungo che infettava la segale. I malati,
recandosi in pellegrinaggio verso i santuari di sant'Antonio in Italia, man mano che scendevano verso
Sud cambiavano alimentazione mangiando pane di grano, e ciò attenuava o eliminava i sintomi
dell'intossicazione. Tale effetto veniva attribuito a un miracolo per opera di sant'Antonio.[8]
Recenti ricerche hanno messo in discussione questa prima ipotesi: nelle regioni meridionali italiane i
cereali più diffusi per il consumo domestico furono la segale (Secale cereale e prima del II millennio
Secale strictum), l'orzo e altri cereali secondari, soprattutto in Basilicata, Calabria e nelle zone interne
della Sicilia e della Puglia. È da notare che se da un lato la segale era più di oggi coltivata anche in Italia,
essa era, per il clima maggiormente asciutto ed anche arido, molto meno affetta dalla Claviceps e quindi
in paesi caldi ed asciutti tale eventi si verificavano più raramente. Evitando le coltivazioni in luoghi
inadatti attualmente si limitano infezioni massicce. Anche in passato, con una gestione non basata
eccessivamente su fame e disperazione, le spighe di segale vistosamente infestate (l'infestazione è palese)
erano estratte e bruciate; comunque una selezione manuale forse approssimativa, poteva facilmente
indurre inquinamento minore dei cibi, e quindi a fenomeni di allucinazione diffusa, anche se evitavano
gli effetti degenerativi più devastanti.

Il grano era destinato all'esportazione e alla tavola dei proprietari terrieri. Documenti sanitari, veterinari e
agricoli attestano la presenza dell'ergotismo tra le comunità rurali povere ed emarginate, numerose sono
le tracce della malattia nel folklore e nella religiosità popolare. L'ordine antoniano, deputato alla cura
delle "epidemie", è presente con una notevole diffusione capillare in tutto il meridione italiano fin dal
XIII secolo[9].

Nel 1853 Louis René Tulasne chiarisce il complesso ciclo riproduttivo del fungo e nel 1943 il chimico
svizzero Albert Hofmann scopre gli importanti effetti psichedelici di alcuni alcaloidi contenuti nell'ergot,
in particolare dell'acido lisergico e del composto di sintesi suo derivato, la dietilamide dell'acido lisergico
(LSD).
Casi di ergotismo sono documentati a Milano nel 1795 e a Torino nel 1798.

In tempi più recenti, nel 1951, un verosimile fenomeno di ergotismo si verificò in un paese della Francia
meridionale, Pont-Saint-Esprit, che colpì circa 250 persone che ebbero sintomi vari da allucinazioni,
visioni, aggressioni a vicini e sanitari e tentativi di suicidio[10].

Difesa
La prevenzione dell'ergotismo consiste nell'uso di sementi di grano indenni da sclerozi o frammenti di
sclerozi del fungo. Inoltre vi sono severi controlli prima della macinazione del grano, con l'eliminazione
dei chicchi contaminati; queste misure ostacolano il verificarsi di casi di ergotismo a danno degli esseri
umani. Non infrequenti invece le intossicazioni di animali, essendo i foraggi meno controllati.

Uso in medicina
Nel 1818 la segale cornuta fu introdotta nella pratica ostetrica. Gli studiosi hanno catalogato i cinquanta
alcaloidi ivi presenti in tre gruppi fondamentali: il primo è quello dell'ergotamina, utilizzabile per la cura
dell'emicrania; il secondo è quello ergotossina; il terzo è invece quello dell'ergometrina, che stimola la
muscolatura uterina ed è indicata per regolare le contrazioni post-partum e nelle endometriti[11].

Ergot e misticismo
Nel medioevo nacque un ordine religioso dedicato alle cure degli affetti da ergotismo, i canonici regolari
di Sant'Antonio di Vienne, nel 1774 uniti all'ordine di Malta.
Alcuni studiosi ritengono che durante la celebrazione mistico-religiosa greca dei misteri eleusini i
partecipanti ingerissero, sia all'interno di una bevanda detta kikeon, sia nel pane cucinato con grano
contaminato dalla claviceps purpurea, l'ergot[12].

Note
1. ^ (EN) Claviceps purpurea, in Index Fungorum, CABI Bioscience.
2. ^ (FR) Ergot, su cnrtl.fr, Centre National de Ressources Textuelles et Lexicales. URL consultato
il 9 marzo 2017.
3. ^ Capasso, pag. 282.
4. ^ Bruni, pag. 291.
5. ^ http://samorini.it/site/documentazione/bibliografia-italiana/allucinogeni-graminacee-ergot/
6. ^ (EN) The Witches Curse : Clues and Evidence, su pbs.org, Public Broadcasting Service.
URL consultato il 9 marzo 2017.
7. ^ (EN) Linnda R. Caporael, Ergotism: The Satan Loosed in Salem?, in Science, vol. 192, 2
aprile 1976. URL consultato il 9 marzo 2017.
8. ^ GELMETTI CARLO, 2010, Il fuoco di Sant’Antonio. Dai Misteri Eleusini all’LSD. Seconda
edizione, Springer-Verlag Italia, Milano, 160 pp.
9. ^ Tarsia, pagg. 17-18.
10. ^ (EN) Gabbai, Lisbonne, Pourquier, Ergot Poisoning at Pont St. Esprit (PDF), in British
Medical Journal, vol. 2, nº 4732, 15 settembre 1951, p. 650-51. URL consultato il 9 marzo 2017.
11. ^ Suozzi, pag. 78.
12. ^ Road to Eleusis, pag. 8.

Bibliografia
(EN) R. Gordon Wasson, Carl A.P. Ruck, Albert Hofmann, The Road to Eleusis: Unveiling
the Secret of the Mysteries, London, New York, Harcourt Brace Jovanovich, 1978.
Roberto Michele Suozzi, Le piante medicinali, Roma, Newton Compton, 1994, ISBN 88-
7983-528-9.
Alessandro Bruni, Farmacognosia generale e applicata, Padova, Piccin Nuova Libraria,
1999, ISBN 88-299-1500-9.
Francesco Capasso, Rita de Pasquale, Giuliano Grandolini, Farmacognosia. Botanica,
chimica e farmacologia delle piante medicinali, Milano, Springer-Verlag Italia, 2011,
DOI:10.1007/978-88-470-1652-1, ISBN 88-470-1652-5.
Alessandro Tarsia, Il pane e il fuoco. L'ergotismo nel meridione d'Italia, Roma, Aracne,
2011, ISBN 88-548-4318-0.

Voci correlate
Herpes zoster

Altri progetti
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ry:Claviceps_purpurea?uselang=it)
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Claviceps purpurea (https://species.wikimedia.org/wiki/Claviceps_purpurea?uselang
=it)

Collegamenti esterni

Claviceps purpurea, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

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