29/03/2021
Cosa intendiamo per filologia? Quali sono i campi di una ricerca filologica?
Il campo prevalente di applicazione di analisi è quello dei testi medievali. La filologia digitale
può ampliare gli orizzonti arrivando anche alla filologia contemporanea.
La letteratura medievale ha testi molto ricchi, mostra gli avanzamenti dal punto di vista delle
potenzialità della filologia digitale.
Il rapporto con i testi della tradizione classica ha sviluppato un certo approccio di analisi
filologica.
Nella parte che si occupa del digitale parleremo degli strumenti che abbiamo a disposizione:
i media non cartacei, sistemi incentrati sulla macchina e sulla digitalizzazione.
Nel momenti in cui i server si aggiornano, però, non tutti i dispositivi sono più supportati,
come infatti non tutti hanno il lettore dvd. Il cartaceo sopravvive, mentre il digitale si
aggiornandosi diventa obsoleto. Bisogna considerare la durabilità quando si progetta un
lavoro.
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1) Risale a uno dei grandi filologi romanzi, Erich Auerbach che con la sua “Introduzione
alla filologia romanza” 1963, andava a definire la filologia come “un insieme delle attività
che si occupano metodicamente del linguaggio dell’uomo e delle opere d’arte composte in
questo linguaggio”. → una definizione generale ma che va a definire in maniera chiara dei
principi:
- la presenza di un approccio metodico
- approccio che prevede un’insieme di attività e ha come oggetto il linguaggio
dell’uomo
è una tecnica che ha come oggetto il logos, filologo (colui che presta delle attenzioni precise
al logos)
Un grande poeta latino Ennio aveva tradotto questo termine filologia con “dictis studiosus”
cioè colui che applica uno studio a ciò che viene detto.
2) Un’altra definizione risale a Pietro Beltrami nella sua “La filologia romanza”.
Egli nelle pagine introduttive indica la filologia come “studio dei testi, non solo
letterari, e non necessariamente solo scritti, condotto con particolare riguardo agli
aspetti linguistici, all'interpretazione puntuale (interpretazione, in particolare, del
‘significato letterale’), al contesto culturale all’interpretazione storica, alla storia della
tradizione e ai problemi di edizione critica. il compito fondamentale è di mantenere
i testi integri e comprensibili, cioè vivi: integri a fronte dei deterioramenti che
subiscono attraverso il tempo e i mezzi di trasmissione, comprensibili nonostante i
cambiamenti della lingua e le diversità culturali nel tempo e nello spazio”.
→ un ambito di interpretazione del testo attraverso una sua interpretazione storica (asse della
diacronia e asse della sincronia, ovvero ambito dell’armeneutica) e dall’altra parte un attenzione alle
fasi di conservazioni in relazione a quella che diventerà la nostra ipotesi di riproposizione di quel testo
attraverso l’edizione critica, un lavoro che terminologicamente viene definito ecdotico. La prassi della
filologia è armeneutica, quindi spiegazione e contestualizzazione del testo. Il compito fondamentale è
mantenere testi integri e complessi, quindi c’è una necessità di conservazione, preservazione del testo,
ma anche mantenerli comprensibili ovvero farli vivere.
Beltrami nello specificare il concetto di integrità e di comprensibilità, pare che il filologo abbia
più una propensione a una custodia necrofila del testo, mentre il compito del filologo è
mediarlo. Beltrami comprende le dinamiche nel tempo e sottolinea una forte attenzione a
quelli che sono gli aspetti della diacronia. La necessità è quella di riuscire ad avere strumenti
utili a questo viaggio del testo nel tempo. Il testo nel tempo e nello spazio cambia per motivi
di trasformazione linguistica e quindi la difficoltà nei lettori moderni e nel tempo di accedere
ad un testo in una sua determinata veste non risulta comprensibile. ( Un lettore moderno in
area galloromanza ha delle difficoltà ridotte nel testo Chanson de Roland, mentre un lettore
italiano attualmente non ha grosse difficoltà a comprendere la Commedia di Dante)
Dante letto è difficile da comprendere rispetto a Dante letto ad alta voce
La definizione di Beltrami mostra delle attenzioni nell’ambito della filologia, una tecnica
specifica.
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Temi che riguardano la filologia:
Il rapporto con i testi dell’antichità greco latina e quelli medievali, e contemporanei per noi
sono quasi la stessa cosa. Però il testo che noi fluiamo attraverso una edizione stampa o
mezzo informatico ha una storia alle spalle, attraverso la sua origine, genesi, fino ad arrivare
al libro, al tablet…
Qual’è la differenza tra le prime due categorie rispetto ai testi moderni? I testi moderni e
contemporanei sono testi che hanno un loro alto tasso di riproduzione seriale, partono
dall’invenzione della stampa, quindi dalla seconda metà del XV sec, quando inizia a
diventare un sistema di riproduzione e diffusione con un suo grado di sistematizzazione e
acquisizione di imprenditorialità. Il testo inizia ad essere prodotto in maniera serialmente
identica in più esemplari. Più si va avanti negli anni e più aumenta la diffusione della stampa
e anche vanno a variare i mezzi tecnici. Un momento di svolta avviene con la
meccanizzazione con il processo della stampa, nel XIX sec, fino ad arrivare alla
trasformazione in epoca contemporanea con l’informatica.
Quindi il mondo dei testi medievali e dell’antichità greco/latina, erano legati ad una
conservazione che vede nell’individuo copista (presente in tutto il processo di riproposizione
della copiatura e della conservazione del testo). Abbiamo già una distinzione tra i due grandi
testi.
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Un altro ambito sulla filologia digitale:
In ambito greco/latino non possediamo nessun autografo degli autori sui manoscritti, mentre per i testi
medievali abbiamo la possibilità di accedere ad una serie di testi di cui possediamo gli autografi, casi
in cui possiamo interagire tra funzione del testo attraverso copisti più o meno anonimi e testi di cui
possediamo anche l’autografo. → o solo manoscritto o sia manoscritto che autografo
Un caso famoso è quello di Petrarca, possediamo manoscritto e autografo.
Il lavoro filologico non è arrivare a determinare un testo in maniera assoluta e offrirlo senza
che possa andare a ricostruire il processo che si è compiuto a determinare l'aspetto del
testo. Bisogna offrire anche tutti gli strumenti che hanno permesso te di arrivare a quella
conclusione.
Chanson de Roland
Questo è l’esito di un’intera stagione di studi della filologia tradizionale, il cosiddetto stemma
della tradizione del testo.
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Un filologo tedesco, nel 1841 arrivò a formalizzare per la prima volta un’idea di indagine di
rapporto genealogico che avrebbe portato alla formalizzazione di un processo che doveva
condurre, analizzando gli aspetti di alcuni manoscritti, la fonte prima di generazione.
12/04/2021
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Formazione dello stemma della Chanson de Roland:
È una ricostruzione ad albero che sintetizza uno schema di relazione tra il termine tecnico
dell’ambito della filologia e i testimoni di una determinata opera = i testimoni sono quei
mezzi attraverso i quali un testo ci è giunto (sono i coniatori).
Le lettere dell’alfabeto greco indicano fasi di trasmissione che non ci sono giunte, mentre
con le lettere dell’alfabeto latino si indicano i testimoni. Con queste si cerca di giungere
all’ipotesi di testo all’origine della trasmissione.
L’archetipo è indicato come Ω (omega), è la fase di origine prima di un testo, può coincidere
con l’originale o con uno stadio differente dall’originale, è un concetto estremamente labile.
Questa ipotesi di omega è quello che riusciamo a ricostruire analizzando quello che ci viene
conservato dai testimoni. I testimoni sono raggruppati attraverso una prassi territoriale
quando si passa dal cartaceo al virtuale: prima di qualsiasi attività di costruzione che
raggruppa i testimoni, bisogna prima censirli, trovare tutti i testimoni.
C’è una netta separazione tra l’apparente povertà del ramo α (alpha) a cui viene fatto risalire
un solo testimone, cioè quello del XII secolo (il più antico) e del ramo più ricco che è β
(beta).
Il testimone di alpha è l’Oxford, Bodleian Library, Digby 23 (s. XII; a. n.) = è un manoscritto
di produzione anglonormanna, con già una caratteristica specifica dal punto di vista
linguistico. È dell’area nordoccidentale dell’attuale Francia da cui si va ad espandere la
dominazione sulle isole inglesi, un’area che dal punto di vista linguistico è molto specifica. È
quindi un’area che probabilmente non rispetta l’area d’origine che dovrebbe essere la
Francia centrale.
Francese Zanetti 4 di produzione italiana del XIV secolo, un aspetto linguistico che non
trasmette quello originale. È un aspetto linguistico franco-italiano che si è sviluppato
nell’area centrorientale tra l’Emilia-Romagna, il Veneto e la Lombardia. Dal punto di vista
linguistico quindi non ci consegna nulla dell’originale. È in una posizione isolata nel suo
ramo.
Tutti i manoscritti del ramo γ (gamma) a un certo punto abbandoneranno il testo Oxford
allontanandosi sempre di più. Quindi questo ramo subisce dei forti mutamenti.
Accanto a questo gruppo italiano abbiamo un gruppo ulteriore di manoscritti con delle
caratteristiche proprie:
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P. è dell’area orientale dell’attuale Francia. È un testo di tipo rimato
L. Francia centro-meridionale
Questi frammenti veicolano parti molto limitate del testo in quanto si tratta di testi di
manoscritti smembrati per andare a rinforzare copertine di altro materiale di tipo
documentario. Sono sopravvissuti in una parte minima come reimpiego di altro materiale.
La ricerca di questo materiale costituisce la fase della recensio = un editore nel momento in
cui si impegna per lavorare per l’edizione di un testo, come atto primo cerca un tempo
specifico nelle riviste e biblioteche. Questa fase oggi è meno complessa rispetto al passato.
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La presenza del manoscritto di Oxford ha portato molto presto a far oscurare le altre
testimonianze. Questo è dovuto alla forte centralità data a questo dal filologo Joseph Bédier
negli anni ’20 del secolo scorso. Il resto viene quasi marginato.
Questo stemma di Segre ha fatto sì che si facessero delle ricerche sui testimoni del ramo di
beta.
Sotto il testo c’è una prima fascia di testimoni che vengono utilizzati per costruire il testo
della prima lassa: V₄ C V₇ n K w
Le indicazioni vengono date lassa per lassa, dopodiché inizia l’apparato vero e proprio in cui
vengono analizzate la nozioni.
LASSA 1
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Segre dice che nel manoscritto di Oxford non c’era scritto emperere ma empere. Poi
giustifica Magnes che non è presente in V₄. Poi dice che è diverso da C e V₇.
Nel verso 4 è modificato sia in C che in V₇. Anche ne caso di K Segre porta la traduzione
francese in un testo medio-alto tedesco. Mentre V₄ non ha questo verso. Quindi C, V₇, n, K,
w hanno accanto a castello anche borgo. Ci troviamo di fronte a delle differenze tra i due
rami.
LASSA 266
I testimoni sono:V₄ C V₇ P n K
Segre aggiunge una nota: “dopo 3682 inizia una completa rielaborazione in γ, sicché solo
sporadicamente V₄ e i rimati possono essere addotti a conferma o rettifica di O”. Quindi di
fatti la trasmissione del testo è affidata solo a O e a K.
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Spostandosi da un’edizione cartacea a virtuale le potenzialità che la rete offre di aggregare
all’interno di un unico ambito una serie di informazioni che permettono al singolo scrittore di
andare a recuperare informazioni, per esempio, darebbe agio alla possibilità di avere
accanto al materiale O i materiali di beta.
13/04/2021
Le fasi vanno a determinare delle pratiche e delle conoscenze di un certo tipo, per questo
hanno bisogno di una strumentazione apposita. Necessita la consultazione del materiale e la
loro interpretazione. Questo avviene in un processo estremamente calibrato.
Questo lavoro prima del web era abbastanza complesso, anche il lavoro stesso di
consultazione del singolo testimone.
Dopo la breve descrizione scrive gli strumenti per poter accedere e conoscere il manoscritto.
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Distingue:
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In molti punti del manoscritto la scrittura è stata cancellata attraverso una raschiatura e
l’abrasione superficiale. Questi punti erano stati esaminati con la lampada al quarzo, uno
strumento non invasivo che va a stimolare le molecole degli inchiostri così da permettere
dove l’inchiostro è stato stimolato di poter ricostruire le parole senza dover intervenire con
altri strumenti. Questo lavoro entra quindi nell’edizione in stampa. Le nuove tecnologie
invece ci permettono di accedere a fotografie con filtri ultravioletti. Segre va direttamente a
Oxford a vedere il manoscritto.
Con perfezionati strumenti di lettura si riferisce alle analisi fisiche dell’inchiostro. I manoscritti
venivano confezionati conciando pelle animale che veniva resa lineare e scrivibile, per
questo venivano utilizzati inchiostri specifici con sostanze che permettessero di aggrapparsi
alla pergamena. Questa possibilità di aggrapparsi veniva ricavata dall’utilizzo all’interno degli
inchiostri di sostanze corrosive di tipo metallico. Per fare poi le analisi questi vengono
sollecitati dagli strumenti elettronici attuali restituendo l’immagine anche quando la scrittura è
perduta.
I manoscritti si possono trovare anche sul sito “Medieval Manuscripts” che ci mostra la storia
e la descrizione del manoscritto. Nella sezione delle informazioni aggiuntive c’è un’aggiunta
di risorse online che permettono di aggiungere informazioni.
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Chanson De Roland
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Nella prima riga (in caratteri che sono quelli dello stampato romano moderno)
Per cui si riesce a leggere in maniera semplice e lineare, A è la stessa, la N è uguale.
Trascrizione diplomatica:
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Alcuni strumenti che riguardano la filologia digitale è Jonas, repertorio che raccoglie tutti i
testi e manoscritti in lingue provenzale e francese, è un progetto che rientra all’interno di
sistemi, di centri di ricerca che costituirono già in epoca pre informatica, dei luoghi di
aggregazioni di dati e informazioni molto consistenti. IRHT = Institut de Recherche et d’Histoire
des Textes
In Francia è un'istituzione che ha già quasi un secolo di vita, ed è passata all’ambito del cartaceo
all’ambito elettronico.
(http://jonas.irht.cnrs.fr/)
Attività di ricerca che hanno poi trovato un ulteriore congruenza a livello nazionale con
Biblissima. Questo dimostra che alcuni paesi hanno lavorato in maniera da creare dei portali
che raccolgono informazioni.
La situazione è debole a livello italiano.
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Bisogna anche dire che è un sito non molto aggiornato, molte schede risalgono al 2013, ed
essendo una piattaforma informatica dovrebbe essere aggiornata quotidianamente.
Ritornando sul sito Jonas, se clicchiamo invece sui manoscritti PARIS, non c’è indicazione di
riproduzione anche andando nella bibliografia non c’è.
Nel caso di due manoscritti parigini, che sembrerebbero non avere delle riproduzioni, stando
a Jonas, le riproduzioni esistono:
1) P
https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/blv1b90591084/f4.item
2) F
https://archivesetmanuscrits.bnf.fr/ark:/12148/cc10830j
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Il materiale accessibile liberamente attraverso la rete rende il percorso molto più verificabile.
Su un solo schermo possiamo avere più materiali.
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La rete ha ormai molto materiale grazie al quale si possono verificare i lavori. Il cammino
costitutivo per quello che riguarda la determinazione di un testo rimane tradizionale tramite
una prassi editoriale di tipo critico-filologico, ma la grande rivoluzione è la facilità di accesso
e l’ampiezza.
Recognitio: ricerca dei testimoni e della loro disponibilità. Attività di confronto tra i testimoni
attraverso il web.
Il reperimento dei testimoni può essere di manoscritti ma anche di testi nati anche dopo la
stampa che hanno avuto ugualmente una tradizione manoscritta con delle tradizioni che non
rendono la tradizione manoscritta totalmente dipendente da quella a stampa e mostrano
delle proprie autonomie.
Incanabula short title catalogue = è un catalogo a stampa storico molto sintetico della
British Library, oggi diventata una pagina web molto ricca utile per la ricerca di edizioni a
stampa del XV secolo. È gestita e curata dalla British Library, un’istituzione interessata
all’ampliamento di strumenti di questo genere. Nasce come catalogo delle edizioni del XV
secolo presenti nella British Library, oggi include anche edizioni del XVI secolo, prima
erroneamente indicati come XV. Fa quindi un lavoro di recupero di informazioni di tipo
tradizionale-descrittivo, ma ha anche necessità di offrire accanto alla descrizione la
possibilità di accesso all’edizione stessa, quindi legare l’intera operatività con altre istituzioni
o iniziative analoghe che lavorano alla catalogazione.
Gli aspetti che concernono l’accessibilità alla produzione e riproduzione rendono questo tipo
di informazione interessante nell’essere raccolto e sistematizzato, così da renderlo
disponibile.
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Le biblioteche sono indicate in ordine alfabetico. Quando si apre il manoscritto
troviamo la descrizione, le lingue in cui è scritto e c’è la possibilità di avere accesso
alla catalogazione della biblioteca e scaricare la scheda in pdf o in XML. La
riproduzione del manoscritto ha una resa molto alta con facilità di consultazione.
L’immagine è liberamente scaricabile in pdf recuperando anche una serie di
metadati. La resa alta è data dal fatto che i manoscritti sono mostrati con una
modalità di riproduzione 3F, una delle ultime a livello di accuratezza dell’immagine. È
possibile guardare le aree della rilegatura del foglio. È un’analisi sostitutiva del
manoscritto stesso.
Il manoscritto vaticano 3195 è uno dei più famosi. Fu scritto da Francesco Petrarca e
altri autori. Ha un’ottima riproduzione però non arriva ai livelli dell’università svizzera,
infatti zoomando la qualità sgrana.
Tuttavia, questa biblioteca non ha descrizioni, le informazioni sono molto scarse. Non
ci sono relazioni con altri siti.
- Per sapere cosa c’è sulla rete è utile sito DMMapp: Digitalized Medieval
Manuscript app, del gruppo “sexy codicology”. È un sito che mette a disposizione le
informazioni sulle biblioteche del mondo che mostrano materiale digitalizzato. Basta
cercare una città e vengono mostrati dove si trovano i manoscritti e le informazioni a
riguardo. È presente una mappa per trovare la biblioteca. Si trova anche la
connessione diretta con il grande sito “Gallica” che rende disponibile il materiale
online e “Manuscrits médievaux” in cui sono disponibili le riproduzioni di alcuni
manoscritti anche se con resa bassa.
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La Filologia Digitale
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Uno degli strumenti di informazione più interessante attualmente disponibile sulla rete è:
Le vicende che segnano l’avvicinarsi della pratica editoriale anche di ambito scientifico-
filologico critico-letterario al contesto del web è data dalla fine della seconda metà degli anni
90, con una progressione più netta a partire dall’inizio del XXI sec. con una miriade di
iniziative più o meno riuscite, che hanno avuto maggiore o minore possibilità di evolvere
ulteriormente ma spesso regolate da una coesione di tempi, anche perché il luogo del
mezzo informatico dava e dà la possibilità di approcci individuali.
Una delle aspirazioni dell’editoria elettronica è quella di rendere ogni curatore di edizione, un
editore in sè, quindi deve andare a renderlo libero dai vincoli con quel mezzo, diaframma di
attività che è colpita da una casa editrice, quindi da un rapporto con una entità esterna alla
gestione individuale del proprio prodotto.
Sono nati alcuni luoghi di aggregazione informatico, gruppi di condivisione, per cercare di
andare a delinearsi quelle che sono temi di attenzione, contesti di dibattito in cui poter
condividere esperienze di base.
Un altro aspetto che è emerso molto presto dal mondo dell’editoria elettronica è la difficoltà
di andare a sintetizzare in un’unica figura,gli aspetti tecnici editoriale del filologo che vede
occuparsi uno o più testi specifici quanto anche le competenze informatiche.
L’altro aspetto fondamentale è di rendere la componente umanistica della collaborazione
(molte di queste edizioni sono esito di un lavoro di team, quindi con una o più persone che
lavorano alla realizzazione di un prodotto). La costruzione di una coscienza, in quello che
riguarda le digital humanities, è anche la progressiva costituzione e formalizzazione di un
lessico comune, quindi la possibilità della componente più umanistica di interloquire con la
parte più tecnico scientifica, sapendo che cosa chiedere al tecnico e dall’altra parte il tecnico
capire cosa chiede l’umanista.
Queste due componenti sono ben rappresentate in uno strumento molto utile e molto ben
fatto: digitalmedievalist.wordpress.com
Questo sito è anche una comunità del medioevo. La comunità che si avvale international
web-based community medievalists, lavorano con dei medium digitali.
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Il sito è davvero ben costruito, c’è anche un ambiente in cui sono riposti dei podcast con vari
episodi su contesti che vanno a toccare testi di tipo tematico, quindi la presentazione di
Giulio Menna, Marjolen de Vos, o argomenti più specifici come Elisa Cugliana sul progetto di
creare un’edizione digitale sul meridione di Marco Polo.
L’utilizzo del podcast è un’applicazione della comunicazione multimediale.
Dal contenuto presente in questa interessante finestra sul mondo del Digital humanities
all'ambito medievale sicuramente uno dei degli aspetti che emergono è quello della
grandissima potenzialità offerta dalla strumentazione, messa a disposizione, e quindi dalla
grande libertà e possibilità di andare a progettare o pensare grande strumenti nella maggior
quantità di materiale possibile.
Per quanto l'ambito delle scienze umanistiche cerchino un dialogo o di ottenere il massimo
della possibilità di impiego (quindi sfruttamento delle potenzialità degli strumenti messi a
disposizione del web, e tutti quelli che vengono elaborati per interagire con un pubblico
attraverso il web) l’aspetto di primaria difficoltà è costituito dal fatto che molti di questi
materiali non vengono pensati per gli ambiti umanistici ma arrivano da altri contesti con altre
finalità e il lato umanistico deve andare ad adattarsi.
Quello che ha rappresentato il prototipo di molte edizioni elettroniche negli anni più vicini è
ebeowulf.uky.edu
Nasce come iniziativa dell’editore primo che è Kevin Kleman che si avvale dell’aiuto di un
software engineer Emil Jacob. Quindi vi è una separazione di compiti tra l’editor (colui che si
occupa del testo e delle sue componenti che siano costitutive in quanto tale) e del software
engineer (colui che si occupa della costruzione dell’interfaccia per un pubblico che accede
attraverso la rete).
Originariamente nasce e continua ad essere posizionata come luogo di elaborazione
dell'università del Kentucky, ma nel suo progresso anche di resa, di modalità di accesso.
Prima era una edizione su cd, quindi a pagamento, poi è diventata libera.
Si presenta come una versione libera e 4.0 che va a superare tutte le edizioni precedenti.
E’ una edizione online che è finalizzata di incontrare esigenze di:
- general readers (lettore generico) che ritiene una traduzione linea del testo
- students (vogliono capire la grammatica e il metro e hanno tempo a disposizione in
un semestre di studiare e apprezzare altri importanti aspetti del poema)
- scholars (studiosi e filologi che vogliono un accesso immediato all’apparato critico
identificando i quasi 2000 interventi di restauro del testo che si sono avuti nel XVIII
sec.)
Dal sito:
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Cliccando su “Electronic Beouwulf”
Possiamo avere la possibilità di vedere a destra il manoscritto originale pagina per pagina,
con la possibilità di ingrandimento e di visione della parti più danneggiate. A sinistra invece
la trascrizione.
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22/04
Diverso è il caso del testo del XIV sec, mondo germanico, attribuito a William Langland. E’
un testo di tipo religioso, al di là del contenuto, il lavoro di Piers Plowman, alle sue prime fasi
di elaborazione negli ultimi anni 90 del secolo scorso ha una sua storia alle spalle
abbastanza articolata ed ha attualmente ricevuto una nuova veste open access.
La proiezione di questo materiale sulla rete ha rappresentato la modernizzazione dell’altro
tipo, cioè come comportarsi di fronte a testi a tradizione multipla.
L'ultimo aggiornamento è abbastanza recente, del 7 Giugno 2018 e vediamo che il copyright
parte dal 1994 (anni della prima formalizzazione su cd)
Qui la componente che viene sottolineata è la componente didattica, vengono indicate delle
risorse che sono delle forme di esercitazione, quanto per High school, quanto per University
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Vengono indicate tutte le informazioni tecniche: protocolli di trascrizione, introduzione
tecniche (sulle componenti di formalizzazione del materiale inserito), protocolli immagini
La cosa interessante è un'introduzione ad una bibliografia di textual (TEXTUAL CRITICISM
BIBLIOGRAPHY).
Il sito presenta ancora dei luoghi sotto costruzione. La bibliografia è utile fino al 2000.
La sintesi del progetto raccolta nelle poche righe iniziali:
The Piers Plowman Electronic Archive, a collaborative open-access project, presents the
rich textual tradition of Piers Plowman, a fourteenth-century allegorical dream vision
attributed to William Langland. Three distinct versions of the poem (A, B, and C) survive in
more than 50 unique manuscripts, none in Langland's own hand. The Archive enables
instructors, students, and researchers to explore late medieval literary and manuscript
culture through the many variations of Piers Plowman. The long-term goal of the project is
the creation of a complete archive of the medieval and early modern textual tradition of
Langland's poem.
Possiamo paragonare alla nostra Commedia di Dante. La scelta di questo testo può avere
avuto qualche problema di critica dei testi della Commedia di Dante, perchè essa ha una
ricchezza tale interdimensione manoscritta che lavorare con predisposizioni, strumenti che
aiutano ad interagire i singoli testimoni a opere di grande peso.
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Cliccando su Bx abbiamo la possibilità di entrare all’interno del sito, dove ci fornisce ISBN:
23
L’archetipo va a definire quello che è l’ipotesi della ricostruzione della fonte originaria della versione
B e l’apparato critico ha avuto la necessità di un design specifico con il prodotto che è la
partecipazione di ben 5 persone. → 2 per editori tecnici (aspetto della marcatura) e 2 designer
dell’apparato critico
MAIUSC+F3= pannello di ricerca (ricerca rapida delle parole all’interno della pagina web)
La prefazione è molto sintetica, l’edizione del testo b nella sua forma di archetipo, quindi un
testo ricostruito. Vi è una bipartizione della prefazione: principi di critica testuale generale (a
capo degli editors) e le componenti tecniche dell’edizione.
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In Text possiamo vedere tutti i testi, che sono 20 ma non di grande estensione.
Il testo P è l’ipotesi della ricostruzione dell’archetipo come può essere edito dai singoli
manoscritti, con la possibilità di avere in alcuni luoghi specifici un apparato che compare
immediatamente in punti significativi (T):
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Ogni singolo verso ha una sua marcatura, per cui cliccando nel primo verso:
Sotto viene presentato l’apparato critico, quindi vediamo le letture dei singoli manoscritti.
Quindi nel momento in cui si clicca il link a sinistra del verso,sotto abbiamo la presenza
dell’intera gamma di lezioni dei singoli testimoni. Vediamo la trascrizione anche con
eventuali correzioni. Cliccando sul singolo manoscritto abbiamo la possibilità di andare
direttamente al testimone.
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Qui non abbiamo il testo critico ma lr, la cosa interessante che rende il sito estremamente
produttivo è che cliccando su lr (in alto) abbiamo l’accesso diretto al manoscritto, dove si ha
sempre la possibilità di ingrandimento.
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Edizione passata da un ambiente chiuso come il cd rom a quello aperto della rete = edizione
del De Monarchia di Alighieri curata da Prue Shaw nel 2006 in versione per cd e poi in
versione aperta nel 2019.
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Era un prodotto destinato a una commercializzazione del cd, apparve nel 2006. Con Prue
Shaw siamo ancora nel mondo anglosassone all’interno del quale molto si è messo nella
direzione del lavoro di affinamento e arricchimento dell’edizione elettronica. Peter Robinson
era uno dei guru dell’editoria elettronica, costituì le colonne portanti su questa. Si dedicò
anche alla commedia di Dante. Le sue riflessioni costituiscono ancora adesso i punti di
riferimento dai quali elaborare ulteriori riflessioni. Il lavoro di Shaw incrocia quello di
Robinson, infatti tra i due ci fu una collaborazione.
[anche sul sito dell’unibg si trovano delle risorse elettroniche contenenti materiali gratuiti per
gli studenti. È un accesso regolato da un abbonamento pagato dall’università]
L’edizione Monarchia è stata poi acquisita dalla Società Dantesca Italiana, questa ha reso
gratuita l’edizione.
Ogni testimone può essere visto nella sua individualità, l’apparato permette il confronto tra
loro. L’apparato è diviso in positivo e negativo:
Per ogni testimone c’è la possibilità di vedere il manoscritto e la trascrizione. In questo modo
si può fare un lavoro di paragone tra i vari manoscritti.
L’edizione elettronica sul web è del 2019, nel sito viene riproposta l’edizione de 2006 e in più
è presente un rinvio alla metodologia dell’edizione. Questa modalità è più comoda rispetto
alle altre. Permette di zoomare, salvare e stampare il pdf sulla metodologia.
Pdf metodologia = viene mostrato l’archetipo con i vari gruppi e discendenti dei testimoni.
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Ricci elabora l’ipotesi che i manoscritti di α non discendano direttamente da questa ma
discendono autonomamente dall’archetipo e che quindi lo stemma non sia dipartito ma
tripartito. La differenza tra i due è importante perché uno stemma dipartito nel momento in
cui un gruppo di manoscritto con un subarchetipo presente in un’edizione rende rispetto
all’altra e non è un’edizione erronea, il problema è decidere quale delle due scegliere,
oppure nel caso le altre due edizioni siano erronee bisognerebbe andare a ricostruire
l’archetipo. Nel caso dei testi tripartiti siccome l’edizione giusta è quella della maggioranza
dei manoscritti rispetto a quella erronea, seppur i codici vanno in accordo contro un altro che
presenti un’edizione erronea, non c’è discussione, si può considerare un’edizione come
inferiore rispetto a quella maggioritaria. Quindi la tripartizione rende il lavoro più semplice.
Anche Shaw è d’accordo che K e TA1 derivino indipendentemente dall’archetipo, per tanto lo
stemma è tripartito: un ramo rappresenta i principi, uno TA1 e il terzo ramo è quello del
gruppo dei manoscritti.
Come è creato:
- creazione di un file XML che presenta tutte le varianti dei testimoni del
Monarchia
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Questa collaborazione con Robinson è spiegata in nove pagine. Il risultato non si allontana
molto dal sistema codicum, il filogramma rende più efficace vedere la vicinanza dei
testimoni.
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In generale in rete non si trovano solamente manoscritti medievali ma si arriva anche a testi
più recenti. L’elaborazione dei testi è la stessa per tutti.
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Nel caso dell’edizione del Monarchia di Dante, nell’edizione elettronica pur accogliendo le
istanze della tradizione e utilizzando la strumentazione critica della tradizione filologica del
processo di stabilizzazione di un testo, proprio l’ambiente informatico ha stimolato l’utilizzo
ulteriore dei manoscritti in una modalità che è stata tramandata da scienze biologiche. Shaw
ha indagato sulle varianti dei manoscritti del Monarchia di Dante applicando un sistema di
analisi dei dati ereditato dalle scienze biologiche trovando un ulteriore orientamento
all’interno della definizione e del posizionamento dell’edizione critica finale rispetto alla
tradizione. I filogrammi di Robinson sono esperimenti che potrebbero funzionare bene in
testi ad alto tasso di interpolazione (problema all’interno dell’analisi della tradizione dei testi
e dei rapporti tra i manoscritti perché sono contaminati). Nel caso di interpolazione l’analisi
basata su dei programmi che analizzano dei dati in altri ambiti come quello biologico,
possono aiutare a definire delle aggregazioni di testi nella potenzialità dei manoscritti in
relazione. Rispetto a quello che è lo sforzo della raccolta di questo materiale il risultato è
minore rispetto all’intento che serve per analizzarli. La complessità e la scarsa applicazione
è constatabile tra le due edizioni del 2006 e del 2019. La difficoltà rende più interessante
l’orizzonte di ricerca, per cui i fallimenti sono anche benvenuti, così da rendere il lavoro più
facile.
Componente sonora
Corpus: rhythmorum musicum
Corpus di testi medievali, parla di poesia ritmica del medioevo, raccoglie testi dal IV a IX
secolo. È gestito dall’università di Siena e ha una partnership con l’università di Bergamo. È
una collaborazione di istituzioni che si occupano della parte testuale, mentre l’università di
Cambridge si occupa della parte musicale. È un progetto internazionale con delle specificità
di competenze. In tutti i siti è indicato chi è il curatore del software (importante!). Il primo
progetto, che ha come acronimo CORIMU, era molto dipendente dal creatore del software,
una dipendenza che diventa anche un vincolo, per cui qualsiasi innovazione doveva passare
attraverso il tecnico. Questo poteva portare a screzi e disagi perché l’intervento non è mai
gratuito. Un designer di software è quindi fondamentale per il sito.
- La particolarità del sito è che ha molti testi talvolta a tradizione unica e altri a
tradizione multipla.
- L’edizione critica è a stampa e digitale, si presenta quindi nella sua doppia natura.
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- Un altro aspetto è quello della possibilità di incrementare l’edizione di una
componente che un’edizione critica cartacea non riesce a rendere: il suono. Il
progetto scientifico iniziale era quello di raccogliere in un’iniziale pubblicazione poi
renderlo disponibile sottoforma digitale quei testi poetici e ritmici alto medievali che
fossero stati conservati con annotazioni musicali antiche, non con
accompagnamento musicale ma resa possibile con l’interpretazione. I testi non
dovevano essere legati necessariamente alla liturgia (leggere la descrizione sul
sito nella home). È una descrizione sintetica ma introduce a quello che è presente
nel corpus.
Sono presenti varie tendine per entrare in sezioni testuali del corpus.
Nella sezione canti si trovano inni, canti, ritmi, ecc. I rhythmi computistici e gli inni ritmici
sono ancora sperimentali.
La sezione musica indica ogni singolo testo che presenta almeno un testimone con il titolo
della composizione. Cliccando sui link a destra si aprono i manoscritti. Molti testi hanno
un’unica attestazione.
Nella sezione manoscritti c’è la possibilità di andare al link diretto del manoscritto con la
sua scheda.
Nella sezione strumenti c’è la possibilità di lavorare su strumenti di ricerca, es. incipit,
autori…, nelle concordanze, es. cercare le coniugazioni di un verbo e recuperarlo in un
testo. Oltre questo c’è anche la casella statistiche.
La sezione tavole riguarda gli strumenti per capire come è stata costruita l’edizione di un
testo e quali sono state le norme per fare la trascrizione. Le tabelle metriche mostrano le
tipologie di descrizioni legate alla tradizione, con una parola di riferimento per capire
l’accentazione. Essendo un’edizione di testo con Neuma, c’è anche la tavola di quelle che
sono le rese grafiche di un tipo di annotazione di altezza del suono alto medievale.
L’annotazione ai tempi era più un promemoria dato che questi canti erano tramandati
oralmente.
Sono presenti i testimoni che lo trasmettono e due versioni del ritmo. Nella sezione dei criteri
generali vengono mostrati i riferimenti filologici più interessanti e gli studi più importanti.
L’introduzione al testo riguarda la parte di contestualizzazione e quella filologica, c’è anche
la ricostruzione grafica dei vari testimoni.
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Nella sezione versi vengono mostrati il numero di questi, le alternanze, i tipi di strofe, la
ricostruzione del testo.
Nella sezione lingua c’è l’analisi della componente linguistica: una serie di rapporti che
riguardano la sintassi, la morfologia, il lessico… dati che vengono estrapolati e formalizzati
in schede.
Nel caso dell’edizione elettronica passando il mouse su ogni singola strofa è possibile avere
l’apertura di un pop-up con un apparato sul luogo dei testimoni, in questo modo si fa
un’analisi strofa per strofa.
C’è anche la sinossi della redazione vedendo in parallelo le due redazioni e le differenze.
29/04
Sito: corimu.unisi.it
Cliccando sul canto “A solis ortu osque ad occida”, possiamo vedere che una delle
caratteristiche di questo sito è di rendere immediatamente leggibile attraverso un pop-up, le
informazioni che riguardano le situazioni di questo testo, dal punto di vista sia delle
componenti testuali di trasmissione (dell’apparato critico nel senso proprio che ci fornisce le
varianti dei manoscritti) e lappato esegetico, dei luoghi paralleli.
Con luoghi paralleli entriamo in un contesto più di tipo di analisi stilistica formale più che
interpretativo, cioè se fino adesso abbiamo visto l’edizione alla quale l’apparato era
funzionale per comprendere come è stato costruito dall’editore il testo, nell’altro apparato si
impone una serie di suggerimenti ed ipotesi per poter rendere disponibili al creatore
dell'edizione una serie di passi che possono in qualche maniera o aver fatto parte della
memoria dell’autore (quindi entrare nella macchina compositiva dal punto di vista della
generazione del testo) oppure impone il caso dei luoghi paralleli coesi al testo o più recenti
suggerimenti di passi che possono essere stati influenzati (recupero di una memoria di
lettore di questo testo), quindi ci muoviamo in un contesto di tipo compositivo.
Come si costruisce?
Viene indicato per esempio con Loci vetustiores, sta indicare passi di autori precedenti alla
redazione del planctus, si analizza la catena di parole che costituiscono il primo verso e la
presenza non delle singole parole, ma la concatenazione delle parole, all’interno di una
tradizione precedente.
Quindi analizzandolo, si è visto che negli inni di Sedulio c’è un inno che ha lo stesso incipit
(inizio).
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Nel secondo verso c’è una sequenza di parole che ha una sua analogia. Molto spesso la
presenza di analogie non indica delle dipendenze o delle memorie, ma delle tendenze ad
avere certe posizioni.
Analoghe situazioni ci vengono presentate da altri componimenti, in questo caso, è
necessario vagliare la possibilità di accesso o meno a questo tipo di letteratura, quindi da
parte anche dell’autore del planctus. I luoghi paralleli hanno una attenzione sia sui
suggerimenti di possibile fonte quanto di indicazione di una potenzialità di posizionamento di
alcune formule all’interno di una determinata posizione nel verso.
Per esempio, quello che viene indicato come parallelo nel verso tre della prima strofa,
sembra avere un parallelo quasi speculare.
Parla di una cornacchia che va a picchiare il petto con il becco.
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Per indagare i riferimenti dei testi abbiamo quelle che sono le biblioteche digitali. Un
esempio è l’INTRATEXT: una biblioteca digitale che offre libri e corpora. Non è specializzata
in un ambito preciso ma comprende tutta una serie di biblioteche non legate ad un solo
ambito. È una biblioteca ricchissima.
BREPOLIS: banca dati a pagamento, con accesso regolato da un accredito, che però
raccogliendo una consistente massa di testi vi possiamo accedere attraverso il sito
dell’università. Dà la possibilità di cercare attraverso dei filtri, si possono marcare dei
campi.È uno strumento di una certa potenza. Per la ricerca di luoghi paralleli bisogna
cercare non la singola parola, ma su una formula, uno stilema che sia significativo (un intero
primo verso o una parte di esso). È uno strumento che fornisce un lungo elenco di opere e
testi utili alla creazione di luoghi paralleli.
03/05
Scienze digitali
L’ambito dell’analisi digitale e del testo letterario è più avanzato e consolidato rispetto a un
contesto di avanzamento nell’ambito della pratica ecdotica che ha difficoltà ad organizzare
un corpus consistente di edizione elettronica, questo legato anche alla difficoltà stessa di
avere un’edizione elettronica che necessita di un tecnico costantemente.
Sito Intratext
Repertorio di materiale di varia natura già trattato dal punto di vista informatico. È una digital
library esistente da almeno 20 anni, è una sicurezza di ricchezza di dati e di costanti
aggiornamenti di materiali, mentre l’interfaccia non viene aggiornata dal 2011. Contiene
parecchie possibilità di testi letterari appartenenti a varie letterature dell’area europea.
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Clicca sul catalogo per la lingua italiana. La cosa utile di questa biblioteca è la costruzione di
corpus come di opera omnia. [non dire l’opera omnia perché è plurale]
Cliccando su Manzoni si trovano una serie di informazioni su quando sono stati inseriti i testi
e anche il numero di parole per far vedere che si è lavorato parola per parola. Sotto “indice”
cliccando su “struttura e grafici” c’è la possibilità di analizzare le componenti dei dati generali
di analisi (occorrenza, parole, parole vuote, lunghezza parole…). Qui c’è anche un’analisi
della distribuzione di parole per fasce di frequenza, quindi la possibilità di analizzare il
numero della frequenza delle parole in ordine alfabetico o con su un numero di frequenza
(es. 1 volta, 100-150 volte). Intratext si presenta come uno strumento gratuito che permette
un’analisi digitale sulla struttura del testo scomponendolo in parole.
Cliccando su testi, si carica un testo (scaricato da una library tipo latin library. Per scaricarlo
non si fa in pdf ma selezioni tutto il testo copiandolo e incollandolo su un file word. Questo
metodo è migliore perché si può sistemare il font. Salvare il testo in formato .XT cioè testo
normale e non in formato word o pdf, in questo modo sarà più veloce). Dopodiché cliccando
analisi o testi sarà possibile fare le proprie analisi autonomamente in quanto il testo viene
immediatamente analizzato, quindi si potranno vedere le concordanze verificandole a uno a
uno in ordine alfabetico, le frequenze e tutto il resto.
(differenza tra apparizione e ricorrenza → apparizione: numero di apparizioni singole della parola;
ricorrenza: numero di volte che il termine ricorre all’interno del corpus)
04/05
Un testo deve essere portato a livello di codifica di base, e quindi a livello più semplice.
Abbiamo visto quali sono i percorsi più empirici, scaricando un testo in pdf o anche
trasportarlo in file di word.
In alcuni casi abbiamo la fortuna, grazie alla proliferazione di strumenti che abbiamo a
disposizione nella rete, la possibilità di avere una struttura txt già fornitaci dalla rete.
Per esempio, se cerchiamo la Senilità di Svevo in txt, possiamo notare che sul sito
Wikisource abbiamo la possibilità di avere il testo diviso in capitoli e anche scaricarlo in
diversi formati, tra cui txt.
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La cosa interessante che ci offre Wikisource è anche le informazioni sulla fonte del testo. Ci
indica da quale edizione è stato ricavato il testo ecc..
Cliccando invece su Italo Svevo, abbiamo una quantità smisurata di informazioni su Svevo,
ma anche l’accesso rapido ad altro materiale come romanzi e novelle.
Cliccando su “La coscienza di Zeno”, in particolare su “informazioni sulla fonte del testo”;
abbiamo la possibilità di accedere direttamente all’edizione:
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Cliccando su 5 abbiamo la riproduzione del testo:
Quindi Lexicon è utile per fare tutto un lavoro di analisi statistica delle parole.
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La possiamo creare autonomamente cliccando su “your own corpus”:
6/05
Abbiamo visto Lexicon, uno strumento che permette un lavoro molto interessante, quale il
lavoro dei testi o corpora.
Prima le analisi dei testi venivano fatte a mano ma necessitava di tempi lunghissimi, alcune
volte si fa ancora oggi ma solo per quanto riguarda i testi di breve estensione, con una
gestibilità non complessa. La grande rivoluzione informatica ha permesso l’estensione di
questo tipo di lavoro a masse di tesi e dati veramente notevole con l’estrapolazione di dati in
tempi rapidissimi.
Questi lavori nascevano già in contesti diversi, in alcuni casi si vanno a posizionare nelle fasi
aurorali di lavoro in quella che possiamo definire una linguistica computazionale.
L’ambito di un’analisi lessicale di questo tipo è un ambito che si avvicina di fatto all’indagine
filologico o critico.
sito: corimu.unisi.it
Un corpus è molto attento alle modalità di trasmissione e di diretta correzione delle
informazioni che ci giungono dalla trasmissione del testo stesso.
In alcuni casi le edizioni cartacee tengono a cercare di raggiungere dei risultati di una
edizione critica di tipo tradizionale. Il corpus mette a disposizione intere descrizioni
semidiplomatiche dei singoli testimoni, quindi una presenza di informazioni notevoli che
possono essere estrapolate attraverso lo strumento delle concordanze.
Un aspetto interessante di analisi di questi testi riguarda la maggiore o minore prossimità di
questo materiale della lingua latina alla sua fase evolutiva al latino classico.
Il corpus rhythmorum musicum, abbiamo visto che accanto agli aspetti più prettamente
editoriali, all’interno del corpus si è sviluppata una sensibilità che possiamo definire delle
analisi di tipo cultuale e di contestualizzazione.
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Su questa linea, di una filologia che ha una attenzione ecdotica (attenzione al testo) e sua valutazione
e contestualizzazione, possiamo vedere che all’interno del Corpus Rhythmorum Musicum è stata
inserita una ricerca di statistiche dal punto di visto linguistico, cioè di valutazione, di analisi dei
singoli testi e del loro rapporto in base a quella che è la struttura della frase → rapporto sintagma
verbale, separazione sintagma verbale e nominale..
Fatto questo lavoro, nell'ambito linguistico abbiamo una serie di dati che ci mostrano quanto
il ritmo di Paolino d’Aquileia guardi più al latino di traduzione come invece A solis Ortu usque
ad Occidua si sposti più verso l’ambito volgare.
Quindi le analisi statistiche ci permettono di fare tabelle di questo genere e un discorso
linguistico più generale. (sempre su base lessicale e di tipo statistico).
Altro mondo è quello della ricerca che prevede e va ad implicare il processo di marcatura o di codifica
più complessa→ ambito codifica tei o xml
Differenza tra HTML e XML
HTML= la sua funzione primaria è l’interfaccia,la presentazione. E’ abbastanza semplice
(cliccando con il tasto destro → ispeziona→ ci da html)
XML= è una marcatura di tipo dichiarativo, articoli in maniera molto complessa, una serie di
ripartizioni del testo in modo tale da riproporne la struttura logica. La codifica xml è regolata
da quelle che sono TEI
TEI= (Text Encoding Initiative) è una codifica che porta la possibilità attraverso una serie di
marcatori di dialogo, di articolare in maniera complessa un testo. Le TEI sono
disponibili/nascono in contesti più vari, con funzioni descrittive del testo e nell’ultima
versione TEI 5 ha un manuale di quasi 1000 pagine che prevede la modalità di
presentazione di singole categorie. E’ un mondo ampissimo contro delle sotto
categorizzazionI che permettono di interessarsi alla marcatura e alla codifica Tei E XML per
singole sezioni senza dover andare a recuperare l’intera presentazione. Esistono anche
delle presentazioni di base delle TEI, la più semplice è TEI BAE.
La codifica tei è quella che attualmente ha preso maggiormente il campo per quello che
riguarda un approccio ai testi in una dimensione più attenta al documento, quindi che dia la
possibilità di andare a ripartire nella propria struttura logica il documento, con delle sue
ripartizioni che reggono comunque il lavoro di codifica tutt’altro che semplice. Attualmente le
TEI permettono lavori di un certo tipo su testi di una complessità relativa.
La codifica TEI rende leggibile, attraverso una macchina, la realtà di un testo completo
complesso.
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Esistono anche dei programmi (come OXYGEN) che attuano una codifica tei automatica dei
testi, ma la attuano in maniera rozza, quindi i risultati di resa delle informazioni sono al di
sotto delle proprie aspettative. Talvolta la complessità di sottostrutturazioni del testo
necessitano di una articolazione dichiarativa della struttura logica estremamente complessa
e faticosa. Quindi bisogna lavorare a mano, codificando, introducendo delle sotto categorie
per andare a codificare ogni aspetto.
Anche i testi in word o txt prevedono una codifica. Non esistendo una codifica dei testi
automatica, la codifica dei testi deve essere fatta manualmente, quindi un lavoro oneroso.
Il lavoro di codifica è un pò simile a quello che era il lavoro dei copisti medievali.
Quale risvolto più immediato può avere il lavoro di codifica di un testo? E’ un aspetto
meritorio, cioè il mondo dell’informatica è un mondo in continua evoluzione e quindi gli
strumenti vanno rapidamente in obsolescenza o addirittura l’obsolescenza porta alla perdita
di dati. La codifica che avviene su un modello standard vuole ovviare ai problemi di
trasformazione, quindi creare un testo anche nella sua articolazione sintattica creando un
sistema che sia leggibile da qualsiasi macchina, a prescindere dal sistema operativo.
Ha creato un repertorio di: incunaboli (testi a stampa nella loro veste più antica,
quattrocentesca. Quindi digitalizzazione di libri a stampa più antichi precedenti al 31
dicembre 1500.) collana di Scrittori d’Italia (riproduzione in formato digitale) e poi
l’ambito Bibit ( più di 1600 testi/opere consultabili e scaricabili, codificati in XML-TEL)
Se noi andiamo nel catalogo, in Svevo, ci da i suoi romanzi con la possibilità di
vedere la scheda descrittiva di ognuno.
Se schiacciamo su file xml, notiamo che non sono al testo nell’integrità xml ma già codificati.
Quindi non c’è la possibilità di avere un file txt ma abbiamo la possibilità di gestire il file xml
con la possibilità comunque di leggere l’intero testo.
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E’ possibile su questo sito fare due tipi di ricerche: ricerca avanzata o ricerca testuale
Ricerca avanzata: ricerca per autore, editore, luogo di pubblicazione, provenienza..
Ricerca testuale: ricerca per parole o sintagmi con la possibilità di fare la ricerca sull'intero
corpus oppure la possibilità di andare a fare la ricerca su un corpus limitato.
10/05/21
- umanista/informativo
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- operabilità dei sistemi
Il problema dell’operabilità dei sistemi è dato dalla necessità di una acquisizione da parte
dell’umanista di una serie di conoscenze nell’ambito informatico complesse. Una delle
esigenze che si avvertono è la necessità di superare questi vincoli di operabilità dati dalla
complessità di alcuni strumenti che rendono i testi interrogabili. Nel caso delle modifiche
XML l’articolazione della codifica stessa che corrisponde a delle esigenze del singolo
codificatore tende a rendere il testo codificato fruibile prevalentemente nell’ottica di chi ha
creato la codifica inizialmente ma meno fruibile per altri tipi di lavori. La codifica oltre a
creare una serie di complessità rischia di rendere il codificato estremamente rigido.
Rendere chiari i passaggi e relazioni tra quello che è la concezione tradizionale del lavoro
del filologo e di chi si occupa di contestualità rispetto a quelle che sono le potenzialità e le
modalità di riversamento all’interno di uno strumento che non è quello di un’edizione
cartacea tradizionale ma elettronica, si svincola da una parte dal rapporto sempre più difficile
con le case editrici scientifiche, dall’altra l’edizione scientifica elettronica data la sua
potenzialità di apertura diventa non solo un ambito di autorialità ma diventa un luogo di
discussione e avanzamento dell’edizione stessa grazie alla possibilità dei continui
aggiornamenti.
Libri = elementi di critica testuale di Paolo Chiesa (contiene i concetti fondamentali); testi
letterari e analisi digitale di Stella (guida dei temi trattati, contiene tutti i siti trattati e il
glossario); per una critica del testo digitale di Fiormonte (la seconda parte parla dei problemi
della filologia digitale, contiene degli spunti su come fare un’edizione digitale, tratta come
superare la codifica XML)
Fiormonte ha creato un sito chiamato Digital Variants che fornisce idee di lavoro di autori
contemporanei. Fornisce una serie di strumenti che superano le difficoltà di xml.
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