Sei sulla pagina 1di 44

Fondamenti di filologia digitale

29/03/2021

È un tema che va a coniugare due termini apparentemente diversi: filologia e digitale.

Cosa intendiamo per filologia? Quali sono i campi di una ricerca filologica?

Il campo prevalente di applicazione di analisi è quello dei testi medievali. La filologia digitale
può ampliare gli orizzonti arrivando anche alla filologia contemporanea.

La filologia si basa su testi di autori morti da poco.

I testi medievali toccano vari ambiti linguistico-culturali.

L’ambito romanzo è indietro rispetto a quello germanico.

La letteratura medievale ha testi molto ricchi, mostra gli avanzamenti dal punto di vista delle
potenzialità della filologia digitale.

Il rapporto con i testi della tradizione classica ha sviluppato un certo approccio di analisi
filologica.

Rapporto tra chi si occupa di un testo e la modalità di approccio di restauro e trasmissione di


un testo.

Nella parte che si occupa del digitale parleremo degli strumenti che abbiamo a disposizione:
i media non cartacei, sistemi incentrati sulla macchina e sulla digitalizzazione.

La filologia digitale inizia negli anni ’50.

La filologia digitale permette di passare da una dimensione bidimensionale (libro a stampa)


a una più dimensionale che ha accesso a molti più materiali.

L’ampia possibilità di accedere a materiali di grandi biblioteche di conservazione rende il


lavoro di analisi su un testo più fruibile. È un lavoro di polidimensionalità, riesce a
incrementare l’accessibilità a più dati.

Il lavoro di analisi e studio di un testo è di tipo scientifico. È legato all’accostamento di un


approccio individuale di un testo, ma la finalità è quella di costruire attraverso una
reclutabilità del processo un’ipotesi di lavoro che vinee realizzata attraverso costruttivo per il
quale si deve offrire a chi utilizza questo strumento tutto ciò che è necessario per
ripercorrere il cammino. L’approccio filologico si avvicina molto a quello delle scienze. Nella
prassi della filologia tradizionale questo veniva fatta attraverso una serie di convenzioni e di
prassi, la filologia digitale permette un’ulteriore incremento di disponibilità di materiali a
disposizione di chi voglia controllare le attività del percorso svolto.

Nel momenti in cui i server si aggiornano, però, non tutti i dispositivi sono più supportati,
come infatti non tutti hanno il lettore dvd. Il cartaceo sopravvive, mentre il digitale si
aggiornandosi diventa obsoleto. Bisogna considerare la durabilità quando si progetta un
lavoro.

1
8/04

Cosa vuol dire filologia digitale?


Principi fondamentali per definire la filologia:

1) Risale a uno dei grandi filologi romanzi, Erich Auerbach che con la sua “Introduzione
alla filologia romanza” 1963, andava a definire la filologia come “un insieme delle attività
che si occupano metodicamente del linguaggio dell’uomo e delle opere d’arte composte in
questo linguaggio”. → una definizione generale ma che va a definire in maniera chiara dei
principi:
- la presenza di un approccio metodico
- approccio che prevede un’insieme di attività e ha come oggetto il linguaggio
dell’uomo
è una tecnica che ha come oggetto il logos, filologo (colui che presta delle attenzioni precise
al logos)
Un grande poeta latino Ennio aveva tradotto questo termine filologia con “dictis studiosus”
cioè colui che applica uno studio a ciò che viene detto.

2) Un’altra definizione risale a Pietro Beltrami nella sua “La filologia romanza”.
Egli nelle pagine introduttive indica la filologia come “studio dei testi, non solo
letterari, e non necessariamente solo scritti, condotto con particolare riguardo agli
aspetti linguistici, all'interpretazione puntuale (interpretazione, in particolare, del
‘significato letterale’), al contesto culturale all’interpretazione storica, alla storia della
tradizione e ai problemi di edizione critica. il compito fondamentale è di mantenere
i testi integri e comprensibili, cioè vivi: integri a fronte dei deterioramenti che
subiscono attraverso il tempo e i mezzi di trasmissione, comprensibili nonostante i
cambiamenti della lingua e le diversità culturali nel tempo e nello spazio”.

→ un ambito di interpretazione del testo attraverso una sua interpretazione storica (asse della
diacronia e asse della sincronia, ovvero ambito dell’armeneutica) e dall’altra parte un attenzione alle
fasi di conservazioni in relazione a quella che diventerà la nostra ipotesi di riproposizione di quel testo
attraverso l’edizione critica, un lavoro che terminologicamente viene definito ecdotico. La prassi della
filologia è armeneutica, quindi spiegazione e contestualizzazione del testo. Il compito fondamentale è
mantenere testi integri e complessi, quindi c’è una necessità di conservazione, preservazione del testo,
ma anche mantenerli comprensibili ovvero farli vivere.
Beltrami nello specificare il concetto di integrità e di comprensibilità, pare che il filologo abbia
più una propensione a una custodia necrofila del testo, mentre il compito del filologo è
mediarlo. Beltrami comprende le dinamiche nel tempo e sottolinea una forte attenzione a
quelli che sono gli aspetti della diacronia. La necessità è quella di riuscire ad avere strumenti
utili a questo viaggio del testo nel tempo. Il testo nel tempo e nello spazio cambia per motivi
di trasformazione linguistica e quindi la difficoltà nei lettori moderni e nel tempo di accedere
ad un testo in una sua determinata veste non risulta comprensibile. ( Un lettore moderno in
area galloromanza ha delle difficoltà ridotte nel testo Chanson de Roland, mentre un lettore
italiano attualmente non ha grosse difficoltà a comprendere la Commedia di Dante)
Dante letto è difficile da comprendere rispetto a Dante letto ad alta voce

La definizione di Beltrami mostra delle attenzioni nell’ambito della filologia, una tecnica
specifica.

gli ambiti della filologia sono eterogenei.

2
Temi che riguardano la filologia:

- Testi dell’antichità greco/latina


- testi medievali
- testi moderni e contemporanei

Il rapporto con i testi dell’antichità greco latina e quelli medievali, e contemporanei per noi
sono quasi la stessa cosa. Però il testo che noi fluiamo attraverso una edizione stampa o
mezzo informatico ha una storia alle spalle, attraverso la sua origine, genesi, fino ad arrivare
al libro, al tablet…
Qual’è la differenza tra le prime due categorie rispetto ai testi moderni? I testi moderni e
contemporanei sono testi che hanno un loro alto tasso di riproduzione seriale, partono
dall’invenzione della stampa, quindi dalla seconda metà del XV sec, quando inizia a
diventare un sistema di riproduzione e diffusione con un suo grado di sistematizzazione e
acquisizione di imprenditorialità. Il testo inizia ad essere prodotto in maniera serialmente
identica in più esemplari. Più si va avanti negli anni e più aumenta la diffusione della stampa
e anche vanno a variare i mezzi tecnici. Un momento di svolta avviene con la
meccanizzazione con il processo della stampa, nel XIX sec, fino ad arrivare alla
trasformazione in epoca contemporanea con l’informatica.

I testi dell’antichità greco/latina e medievali si trasmettevano attraverso i manoscritti.


Il mondo antico e medievale è un mondo di manoscritti.
Ogni manoscritto è un prodotto individuale, accompagnata da una attenzione nel riprodurre il
testo, volontà di intervenire sul testo stesso in maniera conscia o inconscia. Quindi ogni
manoscritto anche quando si arriva in momenti di alta formalizzazione della produzione
manoscritta (come i libri delle università) in cui si ha una produzione seriale ma non sono
mai identici perchè ogni manoscritto è fatto da diversi individui. Con la produzione dei libri
universitari si arriva ad avere un’alta produzione di copie con uno sforzo minimo e una
varianza del testo molto bassa. Nel momento in cui si arriva ad una stampa con testi in
forma potevano essere riprodotti n. volte.
Un tempo si riteneva che il libro a stampa fosse statico per cui si pensava che ogni
esemplare fosse identico all’altro, ma poi l’indagine dei cosiddetti filologia a stampa è
arrivata alla conclusione che c’erano delle riproducibilità alte ma si è anche constatato che
delle stamperie intervenivano su blocchi di tirature, per correggere un testo o per cambiare
una lettera perchè consumata. In alcuni casi, l’autore stesso poteva essere in contatto con lo
stampatore e quindi interveniva a modificare il proprio testo. Quindi una stessa edizione
aveva diverse tirature, e tra una tiratura e l’altra potevano esserci delle diversità.

Quindi il mondo dei testi medievali e dell’antichità greco/latina, erano legati ad una
conservazione che vede nell’individuo copista (presente in tutto il processo di riproposizione
della copiatura e della conservazione del testo). Abbiamo già una distinzione tra i due grandi
testi.

I testi dell’antichità greco/latina sono conservati in copie e sono cronologicamente molto


distanti rispetto al momento di elaborazione del testo, quindi i manoscritti che ci preservano,
come L’Eneide, venne lasciata incompleta al momento della morte di Virgilio Marone, I sec
a.C, i più antichi manoscritti dell’Eneide sono del V sec d.C.
Noi non possediamo nessun manoscritto che risalga al I sec, neppure al II e neppure al III,
solo del V sec, quindi c’è un divario cronologico molto forte rispetto ai testi medievali perchè
abbiamo la fortuna di avere manoscritti che sono coevi alla elaborazione al testo stesso.

3
Un altro ambito sulla filologia digitale:
In ambito greco/latino non possediamo nessun autografo degli autori sui manoscritti, mentre per i testi
medievali abbiamo la possibilità di accedere ad una serie di testi di cui possediamo gli autografi, casi
in cui possiamo interagire tra funzione del testo attraverso copisti più o meno anonimi e testi di cui
possediamo anche l’autografo. → o solo manoscritto o sia manoscritto che autografo
Un caso famoso è quello di Petrarca, possediamo manoscritto e autografo.

Quindi le differenzi tra questi testi sono:


- Lontananza testo nel tempo
- Possibilità di presenza di interventi degli autori sul testo, per noi verificabile o
attraverso la presenza di autografi, o attraverso la presenza di tracce di un intervento
rielaborativo che ci permette di andare ad ipotizzare che il testo che abbiamo di
fronte è un testo in continuo movimento (diacronia storica)

Il lavoro filologico non è arrivare a determinare un testo in maniera assoluta e offrirlo senza
che possa andare a ricostruire il processo che si è compiuto a determinare l'aspetto del
testo. Bisogna offrire anche tutti gli strumenti che hanno permesso te di arrivare a quella
conclusione.

Chanson de Roland

Questo è l’esito di un’intera stagione di studi della filologia tradizionale, il cosiddetto stemma
della tradizione del testo.

4
Un filologo tedesco, nel 1841 arrivò a formalizzare per la prima volta un’idea di indagine di
rapporto genealogico che avrebbe portato alla formalizzazione di un processo che doveva
condurre, analizzando gli aspetti di alcuni manoscritti, la fonte prima di generazione.

Questo sistema portò ad una ricostruzione di un albero di discendenza, le singole


testimonianze di un’opera vengono aggregate tra loro mostrando attraverso delle linee di
comunanza quelle che sono dei veri e propri gradi di parentela.
Questa astrazione di tipo genealogico avviene confrontando testimonianze superstiti, quindi
manoscritti, che vengono rappresentati con lettere dell’alfabeto latino.
I loro rapporti vengono sintetizzati in gradi di discendenza con delle lettere poi dell’alfabeto
greco e sono i cosiddetti subarcheti.
La differenza tra delta e delta primo sta nel fatto che aggregano diversi manoscritti esistenti
e a sua volta deriva da un altro manoscritto, gamma, beta, alfa da cui deriva un solo
manoscritto e omega (ipotesi di un testo originario da cui tutto discende).
Le testimonianze superstite fisiche del testo sono chiamate testimoni
O w K n h C V7 P F L l T H → sono manoscritti o testi aggregabili a manoscritti
Gli altri sono stadi che sono stati perduti (alfabeto greco)

Lo stemma Chanson de Roland


Se da un parte vediamo un unico manoscritto O, nell’altro ramo troviamo aggregati tutte le
altre testimonianze della Chanson de Roland. Da una parte una aggregazione di
testimonianze siglate con lettere dell’alfabeto latino con una loro sostanziale
interdipendenza, dall’altra parte ci sono altre testimonianze che sono traduzioni e
rielaborazioni della Chanson de Roland ( w K n h)
La Chanson de Roland ha 9 manoscritti e quello che accomuna è che non si tratta più di un
testo simile a O.
Il testo in realtà ha subito delle forti trasformazioni pur avendo delle relazioni, possiamo
verificare che K è molto imparentato con O però risale ad una fase in cui questo testo
genera qualcosa che è stato elaborato in contesti linguistici culturali diversi e dall’altra parte
genera una serie di discendenze che si differenziano ulteriormente.

O= Siamo nel XII sec


ramo di destra= siamo nel XIII e XIV sec quasi in area italiana, la Chanson de Roland
circolava nelle corti padane nel XIV sec

12/04/2021

Aspetti della filologia ricostruttiva - La Chanson de Roland


La Chanson de Roland ci permette di definire i processi della prassi filologica-ecdotica.

5
Formazione dello stemma della Chanson de Roland:

È una ricostruzione ad albero che sintetizza uno schema di relazione tra il termine tecnico
dell’ambito della filologia e i testimoni di una determinata opera = i testimoni sono quei
mezzi attraverso i quali un testo ci è giunto (sono i coniatori).

Le lettere dell’alfabeto greco indicano fasi di trasmissione che non ci sono giunte, mentre
con le lettere dell’alfabeto latino si indicano i testimoni. Con queste si cerca di giungere
all’ipotesi di testo all’origine della trasmissione.

L’archetipo è indicato come Ω (omega), è la fase di origine prima di un testo, può coincidere
con l’originale o con uno stadio differente dall’originale, è un concetto estremamente labile.
Questa ipotesi di omega è quello che riusciamo a ricostruire analizzando quello che ci viene
conservato dai testimoni. I testimoni sono raggruppati attraverso una prassi territoriale
quando si passa dal cartaceo al virtuale: prima di qualsiasi attività di costruzione che
raggruppa i testimoni, bisogna prima censirli, trovare tutti i testimoni.

C’è una netta separazione tra l’apparente povertà del ramo α (alpha) a cui viene fatto risalire
un solo testimone, cioè quello del XII secolo (il più antico) e del ramo più ricco che è β
(beta).

Il testimone di alpha è l’Oxford, Bodleian Library, Digby 23 (s. XII; a. n.) = è un manoscritto
di produzione anglonormanna, con già una caratteristica specifica dal punto di vista
linguistico. È dell’area nordoccidentale dell’attuale Francia da cui si va ad espandere la
dominazione sulle isole inglesi, un’area che dal punto di vista linguistico è molto specifica. È
quindi un’area che probabilmente non rispetta l’area d’origine che dovrebbe essere la
Francia centrale.

In beta invece ci sono una serie di testimoni:

Francese Zanetti 4 di produzione italiana del XIV secolo, un aspetto linguistico che non
trasmette quello originale. È un aspetto linguistico franco-italiano che si è sviluppato
nell’area centrorientale tra l’Emilia-Romagna, il Veneto e la Lombardia. Dal punto di vista
linguistico quindi non ci consegna nulla dell’originale. È in una posizione isolata nel suo
ramo.

Entrambi franco-italiani. Il testo della Chanson de Roland è un testo non rimato ma


assonanzato, cosa che traviamo nel testo di Oxford e V₄, mentre negli altri è stravolto e non
solo si allontana dal punto di vista linguistico ma anche formale.

Tutti i manoscritti del ramo γ (gamma) a un certo punto abbandoneranno il testo Oxford
allontanandosi sempre di più. Quindi questo ramo subisce dei forti mutamenti.

Accanto a questo gruppo italiano abbiamo un gruppo ulteriore di manoscritti con delle
caratteristiche proprie:

6
P. è dell’area orientale dell’attuale Francia. È un testo di tipo rimato

T. è il più recente del gruppo

L. Francia centro-meridionale

Sono testi di area transalpina.

Altra tipologia di testimoni sono i frammenti:

[l. messo a disposizione da un divulgatore privato, poi comprato da un’istituzione francese.]

Questi frammenti veicolano parti molto limitate del testo in quanto si tratta di testi di
manoscritti smembrati per andare a rinforzare copertine di altro materiale di tipo
documentario. Sono sopravvissuti in una parte minima come reimpiego di altro materiale.

La ricerca di questo materiale costituisce la fase della recensio = un editore nel momento in
cui si impegna per lavorare per l’edizione di un testo, come atto primo cerca un tempo
specifico nelle riviste e biblioteche. Questa fase oggi è meno complessa rispetto al passato.

Accanto ai testimoni integri o frammentari, la Chanson de Roland presenta un ulteriore


gruppo: quello delle traduzioni. Nel secondo ramo di beta (quello di sinistra) si dirama
senza definizione il gruppo delle traduzioni ed elaborazioni. Alcune discendenze vengono
indicate con delle righe continue (quando la discendenza è definibile o affermata) e altri con
linee tratteggiate (quando sono rielaborazioni).

K. La discendenza più diretta. È una traduzione in medio-alto tedesco. Ha una sua


identificabilità.

n. È vicino a K. Tratta la battaglia di Roncisvalle. È un testo in norreno (norvegese).

w. Testo in prosa con dinamiche della letteratura romanzesca.

h. Elabora un testo narrativo più ampio.

Quelli che offrono maggiore materiale utile sono i primi due.

7
La presenza del manoscritto di Oxford ha portato molto presto a far oscurare le altre
testimonianze. Questo è dovuto alla forte centralità data a questo dal filologo Joseph Bédier
negli anni ’20 del secolo scorso. Il resto viene quasi marginato.

Questo stemma di Segre ha fatto sì che si facessero delle ricerche sui testimoni del ramo di
beta.

Dal cartaceo al virtuale


(testo della Chanson de Roland a cura di Segre)

Un’edizione critica comporta la presenza di un testo ricostruito, un miscuglio tra alpha e


beta, esce quindi omega. È una presentazione dei dati significativi per giustificare le scelte
del testo.

Sotto il testo c’è una prima fascia di testimoni che vengono utilizzati per costruire il testo
della prima lassa: V₄ C V₇ n K w

sono presenti 3 delle versioni non medievali.

Le indicazioni vengono date lassa per lassa, dopodiché inizia l’apparato vero e proprio in cui
vengono analizzate la nozioni.

LASSA 1

8
Segre dice che nel manoscritto di Oxford non c’era scritto emperere ma empere. Poi
giustifica Magnes che non è presente in V₄. Poi dice che è diverso da C e V₇.

Nel verso 4 è modificato sia in C che in V₇. Anche ne caso di K Segre porta la traduzione
francese in un testo medio-alto tedesco. Mentre V₄ non ha questo verso. Quindi C, V₇, n, K,
w hanno accanto a castello anche borgo. Ci troviamo di fronte a delle differenze tra i due
rami.

LASSA 266

I testimoni sono:V₄ C V₇ P n K

Segre aggiunge una nota: “dopo 3682 inizia una completa rielaborazione in γ, sicché solo
sporadicamente V₄ e i rimati possono essere addotti a conferma o rettifica di O”. Quindi di
fatti la trasmissione del testo è affidata solo a O e a K.

9
Spostandosi da un’edizione cartacea a virtuale le potenzialità che la rete offre di aggregare
all’interno di un unico ambito una serie di informazioni che permettono al singolo scrittore di
andare a recuperare informazioni, per esempio, darebbe agio alla possibilità di avere
accanto al materiale O i materiali di beta.

13/04/2021

Fasi preparazione e di elaborazione di un testo critico/un’edizione


critica
Ideata nel XVIII secolo e poi raffinata nel XIX secolo.

1. Recensio = censimento di tutti i testimoni, di varia natura, che trasmettono un testo.


Andare a repertoriare tutto ciò che veicola un testo nelle varie nature (frammenti,
documenti, traduzioni, ecc.…);

2. Collatio = repertoriazione di tutte le lezioni/varianti offerte dai vari testimoni. È un


confronto tra i vari testimoni. Offre una serie di comportamenti diversi tra i vari testimoni;

3. Constitutio textus = fissazione di un testo, sulla base della selezione delle


lezioni/varianti offerte dalla tradizione. Raccolte le varianti si fissano i vari punti, è un
lavoro critico delle variazioni. Dimostra la parentela tra i vari testimoni e ipotizzare il testo
originale.

Le fasi vanno a determinare delle pratiche e delle conoscenze di un certo tipo, per questo
hanno bisogno di una strumentazione apposita. Necessita la consultazione del materiale e la
loro interpretazione. Questo avviene in un processo estremamente calibrato.

Al tempo della stampa la resa è bidimensionale: l’editore arrivava a costruire un’edizione in


cui proponeva un’introduzione nella quale giustificava le proprie scelte elencando anche i
testimoni che sono alla base del proprio lavoro, selezionando una serie di varianti che vanno
a giustificare uno stemma e quindi la posizione dei singoli testimoni. È un sistema di
formalizzazione nell’apparato critico di tutto il processo che ha condotto a una determinata
scelta, formalizzazione necessaria a rendere il lavoro fatto ricontrollabile e verificabile da
parte di chi fruisce di queste edizioni.

Questo lavoro prima del web era abbastanza complesso, anche il lavoro stesso di
consultazione del singolo testimone.

Prima del web

Segre mette al primo posto l’Oxford 23, manoscritto anglonormanno in un contesto


linguistico sicuramente diverso dall’originale. Cita il nome del paleografo che aveva
teorizzato la datazione. Le ipotesi di datazione vengono raggruppate e proposte.

Dopo la breve descrizione scrive gli strumenti per poter accedere e conoscere il manoscritto.

10
Distingue:

- Edizione diplomatica: edizione del manoscritto che riproduce fedelmente


tutte le caratteristiche grafiche. Non è un’edizione interpretativa ma
trascrive il manoscritto secondo l’edizione di Oxford.

- Riproduzioni fototipiche: strumentazioni che rendono accessibili la


documentazione per coloro che non possono recarsi ad Oxford.

- Edizione interpretativa: all’interno del testo del manoscritto non si limita


alla trascrizione del testo ma integra i temi di separazione delle parole,
punteggiature, ecc. non è un’edizione critica ma moderna del testo, per
Segre considerata scadente.

11
In molti punti del manoscritto la scrittura è stata cancellata attraverso una raschiatura e
l’abrasione superficiale. Questi punti erano stati esaminati con la lampada al quarzo, uno
strumento non invasivo che va a stimolare le molecole degli inchiostri così da permettere
dove l’inchiostro è stato stimolato di poter ricostruire le parole senza dover intervenire con
altri strumenti. Questo lavoro entra quindi nell’edizione in stampa. Le nuove tecnologie
invece ci permettono di accedere a fotografie con filtri ultravioletti. Segre va direttamente a
Oxford a vedere il manoscritto.

Con perfezionati strumenti di lettura si riferisce alle analisi fisiche dell’inchiostro. I manoscritti
venivano confezionati conciando pelle animale che veniva resa lineare e scrivibile, per
questo venivano utilizzati inchiostri specifici con sostanze che permettessero di aggrapparsi
alla pergamena. Questa possibilità di aggrapparsi veniva ricavata dall’utilizzo all’interno degli
inchiostri di sostanze corrosive di tipo metallico. Per fare poi le analisi questi vengono
sollecitati dagli strumenti elettronici attuali restituendo l’immagine anche quando la scrittura è
perduta.

Qui si avverte la necessità di un testimone e la possibilità di accedervi permettendo di


analizzarlo più in fondo. Per Segre la possibilità di controllare il manoscritto era legata o a
utilizzare le riproduzioni fotografiche del manoscritto o ad andare a riutilizzare l’edizione
diplomatica oppure controllare il manoscritto stesso con un’indagine più approfondita.

Risorse del web


Oggi abbiamo la possibilità di accedere facilmente attraverso la rete a grandi archivi come
“Internet Archive”, una metabiblioteca che contiene milioni di libri scaricabili liberamente.
Anche Google è un grande punto di riferimento. Mettono a disposizione una quantità di libri
molto ampia.

I manoscritti si possono trovare anche sul sito “Medieval Manuscripts” che ci mostra la storia
e la descrizione del manoscritto. Nella sezione delle informazioni aggiuntive c’è un’aggiunta
di risorse online che permettono di aggiungere informazioni.

Tutti questo rende più semplice il lavoro e accessibile a chiunque.

15/04

Chanson De Roland

Edizione diplomatica, manoscritto di Oxford:

12
Nella prima riga (in caratteri che sono quelli dello stampato romano moderno)
Per cui si riesce a leggere in maniera semplice e lineare, A è la stessa, la N è uguale.

A rendere invece è una a minuscola anglonormanna di tipo carolino.


Nella seconda riga vi è una “d” tonda mentre nella trascrizione vi è
una “d” alta di tipo romano. C’è un adeguamento ma non è una
trascrizione identica degli stessi caratteri.

Oggi come oggi si potrebbe tranquillamente con i computer copiare


per esempio la “d” tonda così come è, invece di trasformarla e
adeguarla in d normale.
Vengono però comunque riprodotte più o meno le stesse cose, come la C maiuscola,
mentre non viene riprodotto il disegno all’interno della C. Viene riprodotta anche la “f” (s) di
Carles.
Anche la “p” viene riprodotta con un tratto orizzontale.
Nel caso la lettura non sia immediatamente evidente viene messa tra parentesi quadre e
asterischi, che si tratta di posizioni del manoscritto con alcune difficoltà di lettura. L’intento è
proprio quello di trascrivere e riprodurre tutte le sue caratteristiche.

Trascrizione diplomatica:

13
Alcuni strumenti che riguardano la filologia digitale è Jonas, repertorio che raccoglie tutti i
testi e manoscritti in lingue provenzale e francese, è un progetto che rientra all’interno di
sistemi, di centri di ricerca che costituirono già in epoca pre informatica, dei luoghi di
aggregazioni di dati e informazioni molto consistenti. IRHT = Institut de Recherche et d’Histoire
des Textes
In Francia è un'istituzione che ha già quasi un secolo di vita, ed è passata all’ambito del cartaceo
all’ambito elettronico.

(http://jonas.irht.cnrs.fr/)

Attività di ricerca che hanno poi trovato un ulteriore congruenza a livello nazionale con
Biblissima. Questo dimostra che alcuni paesi hanno lavorato in maniera da creare dei portali
che raccolgono informazioni.
La situazione è debole a livello italiano.

14
Bisogna anche dire che è un sito non molto aggiornato, molte schede risalgono al 2013, ed
essendo una piattaforma informatica dovrebbe essere aggiornata quotidianamente.

In alcuni siti è presente la filigrana=copyright, ma non interferisce alla lettura

Se andiamo a prendere un nostro manoscritto “VENEZIA” della biblioteca marciana vediamo


che nella bibliografia vengono indicati gli studi fondamentali con un aggiornamento
all’altezza del 2014.
La cosa curiosa è che se noi andiamo nell’altro manoscritto veneziano, notiamo che c’è un
link che porta all’interno di un utile strumento, RIALFrl
Se andiamo a cercare sul sito RIALFtl “francese z 4” ci da dei risultati, se andiamo sulla
sezione “sfoglia” ci porta ad un link il quale apre una pagina con il manoscritto che stiamo
cercando.

Ritornando sul sito Jonas, se clicchiamo invece sui manoscritti PARIS, non c’è indicazione di
riproduzione anche andando nella bibliografia non c’è.
Nel caso di due manoscritti parigini, che sembrerebbero non avere delle riproduzioni, stando
a Jonas, le riproduzioni esistono:

1) P
https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/blv1b90591084/f4.item
2) F
https://archivesetmanuscrits.bnf.fr/ark:/12148/cc10830j

Due siti diversi che hanno riproduzioni di manoscritti.


Se andiamo a vedere altre testimonianze della Chanson de Roland, nelle altre lingue
dell’europa medievale, in Jonas per esempio, riusciamo ad avere un panorama non del tutto
completo.
Per quello che riguarda i testi della Chanson de Roland in altre lingue dell’ambito
europeo ,abbiamo visto come si vadano a posizionare in fascia alta: una norrena, una
anonima, una legata ad un autore dell’area tedesca sud orientale.
Molto interessante sono due versioni difficilmente utilizzabili: in gallese e in irlandese. → versioni
meno utili e meno facili da sondare
Più chiare invece le informazioni dalla traduzione norrena e da quella medio alto tedesco.
Questo ambito delle traduzioni, come Segre spesso dice,una cultura che rimane ancora in
essere e un ambito nelle quali probabilmente alcune informazioni possono essere
perfezionate e avere la necessità di un'attenzione maggiore, ma per averla c’è la necessità
che chi lavora su questi testi abbia una confidenza con le lingue germaniche o gallesi
dell’area europea.
Mentre prima l’accesso a questi testi era più complesso,Segre stesso mediava le sue
informazioni attraverso le traduzioni francesi,oggi abbiamo la possibilità di accedere come
nel caso dei manoscritti in maniera più diretta.
Nel caso del testo tedesco vi è il sito tedesco handschriftencensus.de, con dati e
informazioni che arrivano fino al 2020, quindi molto aggiornato.
Si tratta di un censimento di manoscritti e opere,di testi di ambito tedesco del medioevo,
quindi con un’estensione ampia perchè va dal 750 al 1520 (dall’VIII al XVI sec).

19/04

Il processo di costruzione di lavoro di un testo ha una base scientifica storica.

Il materiale accessibile liberamente attraverso la rete rende il percorso molto più verificabile.
Su un solo schermo possiamo avere più materiali.

15
La rete ha ormai molto materiale grazie al quale si possono verificare i lavori. Il cammino
costitutivo per quello che riguarda la determinazione di un testo rimane tradizionale tramite
una prassi editoriale di tipo critico-filologico, ma la grande rivoluzione è la facilità di accesso
e l’ampiezza.

Attualmente la Chanson de Roland non ha un’edizione elettronica.

Handschriftencensus: utile per reperire informazioni di autori e materiali tedeschi.

Recognitio e Collatio: il Web e i testimoni

Recognitio: ricerca dei testimoni e della loro disponibilità. Attività di confronto tra i testimoni
attraverso il web.

Il reperimento dei testimoni può essere di manoscritti ma anche di testi nati anche dopo la
stampa che hanno avuto ugualmente una tradizione manoscritta con delle tradizioni che non
rendono la tradizione manoscritta totalmente dipendente da quella a stampa e mostrano
delle proprie autonomie.

Per quanto riguarda i testimoni a stampa, la possibilità di una recensio e di un recupero di


informazioni è un qualcosa di relativamente semplice attraverso strumenti di base come
generici motori di ricerca. È possibile trovare pdf o possibilità di stampa grazie al fatto che il
libro a stampa ha avuto una progressione di riproducibilità omogenea, cioè avendo avuto
una produzione di più esemplari ha una reperibilità maggiore in più motori di ricerca o
biblioteche.

Incanabula short title catalogue = è un catalogo a stampa storico molto sintetico della
British Library, oggi diventata una pagina web molto ricca utile per la ricerca di edizioni a
stampa del XV secolo. È gestita e curata dalla British Library, un’istituzione interessata
all’ampliamento di strumenti di questo genere. Nasce come catalogo delle edizioni del XV
secolo presenti nella British Library, oggi include anche edizioni del XVI secolo, prima
erroneamente indicati come XV. Fa quindi un lavoro di recupero di informazioni di tipo
tradizionale-descrittivo, ma ha anche necessità di offrire accanto alla descrizione la
possibilità di accesso all’edizione stessa, quindi legare l’intera operatività con altre istituzioni
o iniziative analoghe che lavorano alla catalogazione.

Ha anche una connessione al “Material Evidence Incanabula”, un progetto europeo in cui


vengono registrati gli aspetti simili di un libro con altri esemplati che si trovano in altre
biblioteche. In questo modo è possibile confrontare i manoscritti.

Gli aspetti che concernono l’accessibilità alla produzione e riproduzione rendono questo tipo
di informazione interessante nell’essere raccolto e sistematizzato, così da renderlo
disponibile.

Per andare a reperire i vari manoscritti:

- E-codices = sito di progettazione e mantenimento dell’università di Triburgo. È un


sito in cui vengono censiti e messi a disposizione tutti i manoscritti presenti nelle
biblioteche svizzere. Attualmente contiene 2539 manoscritti. Il sito non è funzionale a
un ambito tematico areale ma riguarda solamente l’intera Svizzera. Il sito essendo
svizzero ha 4 lingue, manca tuttavia il romancio.

È presente la newsletter che dà informazioni su quali manoscritti vengono


digitalizzati, indica lo stato di avanzamento del sito (sarebbe importante anche avere
un forum che in questo caso non ha).

16
Le biblioteche sono indicate in ordine alfabetico. Quando si apre il manoscritto
troviamo la descrizione, le lingue in cui è scritto e c’è la possibilità di avere accesso
alla catalogazione della biblioteca e scaricare la scheda in pdf o in XML. La
riproduzione del manoscritto ha una resa molto alta con facilità di consultazione.
L’immagine è liberamente scaricabile in pdf recuperando anche una serie di
metadati. La resa alta è data dal fatto che i manoscritti sono mostrati con una
modalità di riproduzione 3F, una delle ultime a livello di accuratezza dell’immagine. È
possibile guardare le aree della rilegatura del foglio. È un’analisi sostitutiva del
manoscritto stesso.

È possibile anche vedere quando la riproduzione è stata fatta ed è possibile


consultare banche data parallele.

- Biblioteca apostolica vaticana = è una delle biblioteche più ricche di manoscritti al


mondo. Ha una pagina di accesso molto povera di informazioni e poco attraente.
Rende a disposizione una parte della biblioteca vaticana, i manoscritti vengono
digitalizzati progressivamente.

Il manoscritto vaticano 3195 è uno dei più famosi. Fu scritto da Francesco Petrarca e
altri autori. Ha un’ottima riproduzione però non arriva ai livelli dell’università svizzera,
infatti zoomando la qualità sgrana.

Il manoscritto vaticano latino 5757 è famoso perché contiene un’opera di Cicerone


considerata perduta, venne scoperto da Angelo Maj e celebrato da Leopardi negli
Idilli. Sulla pergamena che conteneva il testo di Cicerone venne scritto sopra un testo
di Agostino. Il lavoro di Angelo Maj fu usare degli agenti chimici per far reagire
l’agente metallica dell’inchiostro che era stato lavato via. Viene mostrata anche una
riproduzione con raggi ultravioletti per far reagire le molecole di metallo, in questo
modo la scrittura inferiore è facilmente leggibile.

In questa biblioteca l’iniziativa fu proporre entrambe le riproduzioni: colore naturale e


con raggi ultravioletti.

Tuttavia, questa biblioteca non ha descrizioni, le informazioni sono molto scarse. Non
ci sono relazioni con altri siti.

- Per sapere cosa c’è sulla rete è utile sito DMMapp: Digitalized Medieval
Manuscript app, del gruppo “sexy codicology”. È un sito che mette a disposizione le
informazioni sulle biblioteche del mondo che mostrano materiale digitalizzato. Basta
cercare una città e vengono mostrati dove si trovano i manoscritti e le informazioni a
riguardo. È presente una mappa per trovare la biblioteca. Si trova anche la
connessione diretta con il grande sito “Gallica” che rende disponibile il materiale
online e “Manuscrits médievaux” in cui sono disponibili le riproduzioni di alcuni
manoscritti anche se con resa bassa.

20/04

La Filologia Digitale

L’edizione elettronica nasce come rivisitazione, ricodificazione. I principi guida fondamentali


dal punto di vista dell’organizzazione della concezione dell’edizione , non mutano dal
cartaceo all’elettronico. L’elettronico facilita una serie di processi di riproposizione di
informazione ma di fatto un processo costitutivo è un processo identico.

17
Uno degli strumenti di informazione più interessante attualmente disponibile sulla rete è:

Le vicende che segnano l’avvicinarsi della pratica editoriale anche di ambito scientifico-
filologico critico-letterario al contesto del web è data dalla fine della seconda metà degli anni
90, con una progressione più netta a partire dall’inizio del XXI sec. con una miriade di
iniziative più o meno riuscite, che hanno avuto maggiore o minore possibilità di evolvere
ulteriormente ma spesso regolate da una coesione di tempi, anche perché il luogo del
mezzo informatico dava e dà la possibilità di approcci individuali.
Una delle aspirazioni dell’editoria elettronica è quella di rendere ogni curatore di edizione, un
editore in sè, quindi deve andare a renderlo libero dai vincoli con quel mezzo, diaframma di
attività che è colpita da una casa editrice, quindi da un rapporto con una entità esterna alla
gestione individuale del proprio prodotto.
Sono nati alcuni luoghi di aggregazione informatico, gruppi di condivisione, per cercare di
andare a delinearsi quelle che sono temi di attenzione, contesti di dibattito in cui poter
condividere esperienze di base.
Un altro aspetto che è emerso molto presto dal mondo dell’editoria elettronica è la difficoltà
di andare a sintetizzare in un’unica figura,gli aspetti tecnici editoriale del filologo che vede
occuparsi uno o più testi specifici quanto anche le competenze informatiche.
L’altro aspetto fondamentale è di rendere la componente umanistica della collaborazione
(molte di queste edizioni sono esito di un lavoro di team, quindi con una o più persone che
lavorano alla realizzazione di un prodotto). La costruzione di una coscienza, in quello che
riguarda le digital humanities, è anche la progressiva costituzione e formalizzazione di un
lessico comune, quindi la possibilità della componente più umanistica di interloquire con la
parte più tecnico scientifica, sapendo che cosa chiedere al tecnico e dall’altra parte il tecnico
capire cosa chiede l’umanista.
Queste due componenti sono ben rappresentate in uno strumento molto utile e molto ben
fatto: digitalmedievalist.wordpress.com
Questo sito è anche una comunità del medioevo. La comunità che si avvale international
web-based community medievalists, lavorano con dei medium digitali.

Si occupano di letteratura ma sono presenti anche interessi di ambito archeologico e storico,


aggregati dall’interesse del medioevo, si vanno a impegnare nella ricerca della mediazione
di questo tema sull’ambito dei media digitali e attraverso una comunità che dialoga
attraverso il web. Il gruppo del digital medievalists nasce in Inghilterra mentre ora ha sede
nell’Università di Lethbridge in Canada, quindi l’ambito anglosassone è sempre stato uno
degli ambiti più attivi per quanto riguarda l’ambito della digital humanities.
Il prodotto consultabile del gruppo della digital medievalist rappresenta un ottimo esempio di
quelle che sono le modalità di azione e dialogo di una comunità abbastanza vincolata e
membri all’altezza del 2017 ma sono aumentati erano più di un migliaio. Il sito con il quale ci
si interfaccia per andare a discutere sui temi fondamentali è accompagnato da uno
strumento di comunicazione che è un journal “Digital Medievalist 12 (2019). La cosa
interessante è che da la possibilità di avere informazioni sulle attività più recenti, per cui
l’elenco delle conferenze dei conti del 2021 con la possibilità di accedere direttamente
tramite webinar presenti.
Interessante è la presenza di un luogo dove ci sono una serie di webinar su una serie di
argomenti che vanno dall’ambito nell'enciclopedia e dalle reti intellettuali nel mondo
carolingio ad aspetti più tecnici.

18
Il sito è davvero ben costruito, c’è anche un ambiente in cui sono riposti dei podcast con vari
episodi su contesti che vanno a toccare testi di tipo tematico, quindi la presentazione di
Giulio Menna, Marjolen de Vos, o argomenti più specifici come Elisa Cugliana sul progetto di
creare un’edizione digitale sul meridione di Marco Polo.
L’utilizzo del podcast è un’applicazione della comunicazione multimediale.
Dal contenuto presente in questa interessante finestra sul mondo del Digital humanities
all'ambito medievale sicuramente uno dei degli aspetti che emergono è quello della
grandissima potenzialità offerta dalla strumentazione, messa a disposizione, e quindi dalla
grande libertà e possibilità di andare a progettare o pensare grande strumenti nella maggior
quantità di materiale possibile.
Per quanto l'ambito delle scienze umanistiche cerchino un dialogo o di ottenere il massimo
della possibilità di impiego (quindi sfruttamento delle potenzialità degli strumenti messi a
disposizione del web, e tutti quelli che vengono elaborati per interagire con un pubblico
attraverso il web) l’aspetto di primaria difficoltà è costituito dal fatto che molti di questi
materiali non vengono pensati per gli ambiti umanistici ma arrivano da altri contesti con altre
finalità e il lato umanistico deve andare ad adattarsi.
Quello che ha rappresentato il prototipo di molte edizioni elettroniche negli anni più vicini è
ebeowulf.uky.edu
Nasce come iniziativa dell’editore primo che è Kevin Kleman che si avvale dell’aiuto di un
software engineer Emil Jacob. Quindi vi è una separazione di compiti tra l’editor (colui che si
occupa del testo e delle sue componenti che siano costitutive in quanto tale) e del software
engineer (colui che si occupa della costruzione dell’interfaccia per un pubblico che accede
attraverso la rete).
Originariamente nasce e continua ad essere posizionata come luogo di elaborazione
dell'università del Kentucky, ma nel suo progresso anche di resa, di modalità di accesso.
Prima era una edizione su cd, quindi a pagamento, poi è diventata libera.
Si presenta come una versione libera e 4.0 che va a superare tutte le edizioni precedenti.
E’ una edizione online che è finalizzata di incontrare esigenze di:
- general readers (lettore generico) che ritiene una traduzione linea del testo
- students (vogliono capire la grammatica e il metro e hanno tempo a disposizione in
un semestre di studiare e apprezzare altri importanti aspetti del poema)
- scholars (studiosi e filologi che vogliono un accesso immediato all’apparato critico
identificando i quasi 2000 interventi di restauro del testo che si sono avuti nel XVIII
sec.)

Dal sito:

The fourth edition of Electronic Beowulf is a free, online version of


Electronic Beowulf that supersedes all previous editions. The online edition
is designed to meet the needs of general readers, who require a full, line by
line, translation; of students, who want to understand the grammar and the
meter and still have time in a semester to study and appreciate other important
aspects of the poem; and of scholars, who want immediate access to a critical
apparatus identifying the nearly 2000 eighteenth-century restorations, editorial
emendations, and manuscript-based conjectural restorations. For best results,
use your browser's full screen. Enjoy!

L’aspetto interessante di Beowulf è che si costituisce un esempio di edizione elettronica, che


ha fatto scuola, però ha una pacività di essere una edizione su un unico manoscritto,
possibilità di andare a valorizzare al massimo il manoscritto stesso.
Sulla sinistra si può analizzare diversi aspetti come la grammatica, la traduzione, il glossario
ecc..

19
Cliccando su “Electronic Beouwulf”

Possiamo avere la possibilità di vedere a destra il manoscritto originale pagina per pagina,
con la possibilità di ingrandimento e di visione della parti più danneggiate. A sinistra invece
la trascrizione.

20
22/04

Diverso è il caso del testo del XIV sec, mondo germanico, attribuito a William Langland. E’
un testo di tipo religioso, al di là del contenuto, il lavoro di Piers Plowman, alle sue prime fasi
di elaborazione negli ultimi anni 90 del secolo scorso ha una sua storia alle spalle
abbastanza articolata ed ha attualmente ricevuto una nuova veste open access.
La proiezione di questo materiale sulla rete ha rappresentato la modernizzazione dell’altro
tipo, cioè come comportarsi di fronte a testi a tradizione multipla.
L'ultimo aggiornamento è abbastanza recente, del 7 Giugno 2018 e vediamo che il copyright
parte dal 1994 (anni della prima formalizzazione su cd)
Qui la componente che viene sottolineata è la componente didattica, vengono indicate delle
risorse che sono delle forme di esercitazione, quanto per High school, quanto per University

21
Vengono indicate tutte le informazioni tecniche: protocolli di trascrizione, introduzione
tecniche (sulle componenti di formalizzazione del materiale inserito), protocolli immagini
La cosa interessante è un'introduzione ad una bibliografia di textual (TEXTUAL CRITICISM
BIBLIOGRAPHY).
Il sito presenta ancora dei luoghi sotto costruzione. La bibliografia è utile fino al 2000.
La sintesi del progetto raccolta nelle poche righe iniziali:

The Piers Plowman Electronic Archive, a collaborative open-access project, presents the
rich textual tradition of Piers Plowman, a fourteenth-century allegorical dream vision
attributed to William Langland. Three distinct versions of the poem (A, B, and C) survive in
more than 50 unique manuscripts, none in Langland's own hand. The Archive enables
instructors, students, and researchers to explore late medieval literary and manuscript
culture through the many variations of Piers Plowman. The long-term goal of the project is
the creation of a complete archive of the medieval and early modern textual tradition of
Langland's poem.

Possiamo paragonare alla nostra Commedia di Dante. La scelta di questo testo può avere
avuto qualche problema di critica dei testi della Commedia di Dante, perchè essa ha una
ricchezza tale interdimensione manoscritta che lavorare con predisposizioni, strumenti che
aiutano ad interagire i singoli testimoni a opere di grande peso.

E’ un testo con una tradizione manoscritta consistente, più di 50 manoscritti, ed ognuno ha


una propria individualità e non c’è l’autografo di Langland.
E’ un testo con una sua esemplarità utile anche a fini di sperimentazione di didattica e di ricerca. →
testo di tradizione multipla estremamente complesso
L’obiettivo è la creazione di un archivio completo, ma in realtà attualmente si è fermato alla
redazione B, perchè il testo è critico. Parallelamente vengono presentati anche i singoli
testimoni della redazione B, che sono 8 manoscritti.

22
Cliccando su Bx abbiamo la possibilità di entrare all’interno del sito, dove ci fornisce ISBN:

ISBN (web edition): 9781941331-12-5


Questa è una edizione con una sua entità formale. ISBN è il codice che va a dire che un
libro è un libro, costituisce il marchio di identità di un libro.
L’editoria elettronica non viene normalmente marcata con un ISBN. Infatti ci viene fornito un
ISBN (web edition) che era stata su cd.

Vi sono un numero consistente di partecipanti al progetto, tutti di ambito anglosassone tra


Inghilterra e Stati Uniti.
Abbiamo un editore John Burrow, editore tecnico (parte di marcatura), e il designer
dell’apparato critico del software:

23
L’archetipo va a definire quello che è l’ipotesi della ricostruzione della fonte originaria della versione
B e l’apparato critico ha avuto la necessità di un design specifico con il prodotto che è la
partecipazione di ben 5 persone. → 2 per editori tecnici (aspetto della marcatura) e 2 designer
dell’apparato critico

L’accesso al materiale è abbastanza tradizionale, cliccando abbiamo “la natura


dell’edizione”, la definizione dello “stemma”, l’elenco dei testimoni della versione B e i
caratteri della versione bx (il linguaggio,strutture e capoversi, paragrafi..). Viene scorso in
verticale.

MAIUSC+F3= pannello di ricerca (ricerca rapida delle parole all’interno della pagina web)

La prefazione è molto sintetica, l’edizione del testo b nella sua forma di archetipo, quindi un
testo ricostruito. Vi è una bipartizione della prefazione: principi di critica testuale generale (a
capo degli editors) e le componenti tecniche dell’edizione.

24
In Text possiamo vedere tutti i testi, che sono 20 ma non di grande estensione.

Il testo P è l’ipotesi della ricostruzione dell’archetipo come può essere edito dai singoli
manoscritti, con la possibilità di avere in alcuni luoghi specifici un apparato che compare
immediatamente in punti significativi (T):

25
Ogni singolo verso ha una sua marcatura, per cui cliccando nel primo verso:

Sotto viene presentato l’apparato critico, quindi vediamo le letture dei singoli manoscritti.
Quindi nel momento in cui si clicca il link a sinistra del verso,sotto abbiamo la presenza
dell’intera gamma di lezioni dei singoli testimoni. Vediamo la trascrizione anche con
eventuali correzioni. Cliccando sul singolo manoscritto abbiamo la possibilità di andare
direttamente al testimone.

26
Qui non abbiamo il testo critico ma lr, la cosa interessante che rende il sito estremamente
produttivo è che cliccando su lr (in alto) abbiamo l’accesso diretto al manoscritto, dove si ha
sempre la possibilità di ingrandimento.

C’è anche la possibilità di vedere i tags e scaricare gli xml:

27
26/04

Testo unitario a tradizione multipla


È un tipo di sperimentazione che cronologicamente giunge qualche anno dopo il psflowman
(?), è un’elaborazione ulteriore di un prodotto progettato per ambiente di cd rom elaborato
nel 1994 e poi rielaborato 2014.

Edizione passata da un ambiente chiuso come il cd rom a quello aperto della rete = edizione
del De Monarchia di Alighieri curata da Prue Shaw nel 2006 in versione per cd e poi in
versione aperta nel 2019.

28
Era un prodotto destinato a una commercializzazione del cd, apparve nel 2006. Con Prue
Shaw siamo ancora nel mondo anglosassone all’interno del quale molto si è messo nella
direzione del lavoro di affinamento e arricchimento dell’edizione elettronica. Peter Robinson
era uno dei guru dell’editoria elettronica, costituì le colonne portanti su questa. Si dedicò
anche alla commedia di Dante. Le sue riflessioni costituiscono ancora adesso i punti di
riferimento dai quali elaborare ulteriori riflessioni. Il lavoro di Shaw incrocia quello di
Robinson, infatti tra i due ci fu una collaborazione.

Il rapporto tra edizione cartacea ed elettronica è abbastanza stretto, l’esito dell’edizione


elettronica rispecchia quella cartacea perché la tipologia di ragionamento è la medesima. Lo
stesso Shaw che pubblica il Morchia di Dante su cd, lo fece affiancare da un’edizione
cartacea seguendo le tradizioni.

Un aspetto interessante è il passaggio da un tipo di materiale di dimensione chiusa e


limitata, cioè l’edizione elettronica, che seppur permetta un’interazione articolata con il testo,
rompe la possibilità di intervento a chi ha creato lo strumento e interrogazione attraverso
l’interfaccia che viene offerta da questo ma anche le possibilità di modifica sono nulle.
Questo sistema ad un certo punto viene reso disponibile gratuitamente, non più gestito
dall’editore e curatore.

[anche sul sito dell’unibg si trovano delle risorse elettroniche contenenti materiali gratuiti per
gli studenti. È un accesso regolato da un abbonamento pagato dall’università]

L’edizione Monarchia è stata poi acquisita dalla Società Dantesca Italiana, questa ha reso
gratuita l’edizione.

La modalità di visualizzazione è simile ad altre: fa vedere nello stesso momento la


riproduzione del manoscritto, la trascrizione in parallelo e in terza fascia l’apparato (la
registrazione delle variazioni dei singoli testimoni rispetto al testo). È possibile scegliere la
modalità di visualizzazione (testo + apparato, testo + simbolo, trascrizione + testo, solo
trascrizione, edizione nazionale + traduzione in lingua, ecc.). Le opportunità di sinossi sono
molto varie con il massimo della potenzialità messa a disposizione.

Ogni testimone può essere visto nella sua individualità, l’apparato permette il confronto tra
loro. L’apparato è diviso in positivo e negativo:

- positivo: vengono registrate le varianze rispetto al testo

- negativo: vengono registrate solo le varianze fondamentali

Per ogni testimone c’è la possibilità di vedere il manoscritto e la trascrizione. In questo modo
si può fare un lavoro di paragone tra i vari manoscritti.

L’interfaccia di questa edizione è più immediata: ci troviamo di fronte il testo e la possibilità


di confrontarlo con i vari testimoni attraverso gli apparati.

L’edizione elettronica sul web è del 2019, nel sito viene riproposta l’edizione de 2006 e in più
è presente un rinvio alla metodologia dell’edizione. Questa modalità è più comoda rispetto
alle altre. Permette di zoomare, salvare e stampare il pdf sulla metodologia.

Pdf metodologia = viene mostrato l’archetipo con i vari gruppi e discendenti dei testimoni.

29
Ricci elabora l’ipotesi che i manoscritti di α non discendano direttamente da questa ma
discendono autonomamente dall’archetipo e che quindi lo stemma non sia dipartito ma
tripartito. La differenza tra i due è importante perché uno stemma dipartito nel momento in
cui un gruppo di manoscritto con un subarchetipo presente in un’edizione rende rispetto
all’altra e non è un’edizione erronea, il problema è decidere quale delle due scegliere,
oppure nel caso le altre due edizioni siano erronee bisognerebbe andare a ricostruire
l’archetipo. Nel caso dei testi tripartiti siccome l’edizione giusta è quella della maggioranza
dei manoscritti rispetto a quella erronea, seppur i codici vanno in accordo contro un altro che
presenti un’edizione erronea, non c’è discussione, si può considerare un’edizione come
inferiore rispetto a quella maggioritaria. Quindi la tripartizione rende il lavoro più semplice.
Anche Shaw è d’accordo che K e TA1 derivino indipendentemente dall’archetipo, per tanto lo
stemma è tripartito: un ramo rappresenta i principi, uno TA1 e il terzo ramo è quello del
gruppo dei manoscritti.

È una tradizione consistente ma anche tanto contaminata, la situazione testuale è quindi


difficile da reperire.

Lo stemma è stato elaborato insieme a Peter Robinson.

Come è creato:

- creazione di un file XML che presenta tutte le varianti dei testimoni del
Monarchia

- sulla base di questo materiale viene fatta la sua proiezione in un


ambiente Nexus usato prevalentemente da chi si occupa di biologia
dell’evoluzione per trattare dati che riguardano gli accordi e disaccordi tra
popolazioni di progetti. Viene creato un sistema di relazioni tra i vari
testimoni attraverso il file Nexus, qui viene spiegato anche come funziona
attraverso un filogramma (numero di variazioni di un testimone rispetto a
un altro).

30
Questa collaborazione con Robinson è spiegata in nove pagine. Il risultato non si allontana
molto dal sistema codicum, il filogramma rende più efficace vedere la vicinanza dei
testimoni.

L’applicazione del filogramma dell’edizione Shaw rende evidenti le frontiere da sperimentare


guardando anche ad altri campi di ricerca scientifica.

27/04

Il Monarchia è uno degli strumenti più recenti.

Per ogni riproduzione su cd bisogna sempre intervenire a delle rimasterizzazioni, modalità


che si avvicinano a delle seconde edizioni a stampa. Mentre se la riproduzione è disponibile
sulla rete, il tecnico può correggere immediatamente un errore senza dover rifare tutto.
L’edizione elettronica su cd viene acquisita come se fosse un normale libro ma senza
possibilità di dialogo con l’editore, questo vincolo viene sorpassato quando l’edizione viene
pubblicata sulla rete dove è presente un forum di dialogo. Il forum è fondamentale perché il
fruitore entra in rapporto immediato con l’editore, dando suggerimenti o evidenziando criticità
dell’edizione. Nel caso del Monarchia di Shaw non c’è un forum, il dialogo è possibile
attraverso l’istituzione che si occupa del sito, in questo caso l’università di Siena. L’edizione
elettronica chiusa di fatto è simile a quella del libro perché non c’è un contatto diretto con
l’editore e in caso di errore c’è bisogno di una seconda ristampa corretta.

In generale in rete non si trovano solamente manoscritti medievali ma si arriva anche a testi
più recenti. L’elaborazione dei testi è la stessa per tutti.

31
Nel caso dell’edizione del Monarchia di Dante, nell’edizione elettronica pur accogliendo le
istanze della tradizione e utilizzando la strumentazione critica della tradizione filologica del
processo di stabilizzazione di un testo, proprio l’ambiente informatico ha stimolato l’utilizzo
ulteriore dei manoscritti in una modalità che è stata tramandata da scienze biologiche. Shaw
ha indagato sulle varianti dei manoscritti del Monarchia di Dante applicando un sistema di
analisi dei dati ereditato dalle scienze biologiche trovando un ulteriore orientamento
all’interno della definizione e del posizionamento dell’edizione critica finale rispetto alla
tradizione. I filogrammi di Robinson sono esperimenti che potrebbero funzionare bene in
testi ad alto tasso di interpolazione (problema all’interno dell’analisi della tradizione dei testi
e dei rapporti tra i manoscritti perché sono contaminati). Nel caso di interpolazione l’analisi
basata su dei programmi che analizzano dei dati in altri ambiti come quello biologico,
possono aiutare a definire delle aggregazioni di testi nella potenzialità dei manoscritti in
relazione. Rispetto a quello che è lo sforzo della raccolta di questo materiale il risultato è
minore rispetto all’intento che serve per analizzarli. La complessità e la scarsa applicazione
è constatabile tra le due edizioni del 2006 e del 2019. La difficoltà rende più interessante
l’orizzonte di ricerca, per cui i fallimenti sono anche benvenuti, così da rendere il lavoro più
facile.

Componente sonora
Corpus: rhythmorum musicum

Corpus di testi medievali, parla di poesia ritmica del medioevo, raccoglie testi dal IV a IX
secolo. È gestito dall’università di Siena e ha una partnership con l’università di Bergamo. È
una collaborazione di istituzioni che si occupano della parte testuale, mentre l’università di
Cambridge si occupa della parte musicale. È un progetto internazionale con delle specificità
di competenze. In tutti i siti è indicato chi è il curatore del software (importante!). Il primo
progetto, che ha come acronimo CORIMU, era molto dipendente dal creatore del software,
una dipendenza che diventa anche un vincolo, per cui qualsiasi innovazione doveva passare
attraverso il tecnico. Questo poteva portare a screzi e disagi perché l’intervento non è mai
gratuito. Un designer di software è quindi fondamentale per il sito.

Informazioni sito e contenuti:

- È presente un forum e la possibilità di interagire con la direzione del corpus.

- È possibile vedere la data degli ultimi aggiornamenti in fondo alla pagina.

- Il sito è gestito da italiani ma ha anche la traduzione in inglese così da renderlo


internazionale.

- La particolarità del sito è che ha molti testi talvolta a tradizione unica e altri a
tradizione multipla.

- L’edizione critica è a stampa e digitale, si presenta quindi nella sua doppia natura.

- È una tradizione che nasce orale poi successivamente viene scritta.

- È un nucleo cronologico dinamico per quelle che erano le prospettive linguistiche


dell’Europa medievale.

32
- Un altro aspetto è quello della possibilità di incrementare l’edizione di una
componente che un’edizione critica cartacea non riesce a rendere: il suono. Il
progetto scientifico iniziale era quello di raccogliere in un’iniziale pubblicazione poi
renderlo disponibile sottoforma digitale quei testi poetici e ritmici alto medievali che
fossero stati conservati con annotazioni musicali antiche, non con
accompagnamento musicale ma resa possibile con l’interpretazione. I testi non
dovevano essere legati necessariamente alla liturgia (leggere la descrizione sul
sito nella home). È una descrizione sintetica ma introduce a quello che è presente
nel corpus.

Sono presenti varie tendine per entrare in sezioni testuali del corpus.

La scansione elettronica viene giustificata per spiegare i criteri della scansione


dell’immagine.

La rappresentazione con indicazione della segnatura (nomi dei testimoni e curatori)


potrebbe essere una sorta di recensio. Per ogni manoscritto c’è una scheda descrittiva con
riferimento a siti nei quali si possono avere delle ulteriori informazioni. Cliccando sul link di
un manoscritto si apre la scheda di “Mirabile” all’interno della quale sono presenti altre
informazioni. Le introduzioni sono la parte preparatoria di un volume.

Nella sezione canti si trovano inni, canti, ritmi, ecc. I rhythmi computistici e gli inni ritmici
sono ancora sperimentali.

La sezione musica indica ogni singolo testo che presenta almeno un testimone con il titolo
della composizione. Cliccando sui link a destra si aprono i manoscritti. Molti testi hanno
un’unica attestazione.

Nella sezione manoscritti c’è la possibilità di andare al link diretto del manoscritto con la
sua scheda.

Nella sezione strumenti c’è la possibilità di lavorare su strumenti di ricerca, es. incipit,
autori…, nelle concordanze, es. cercare le coniugazioni di un verbo e recuperarlo in un
testo. Oltre questo c’è anche la casella statistiche.

La sezione tavole riguarda gli strumenti per capire come è stata costruita l’edizione di un
testo e quali sono state le norme per fare la trascrizione. Le tabelle metriche mostrano le
tipologie di descrizioni legate alla tradizione, con una parola di riferimento per capire
l’accentazione. Essendo un’edizione di testo con Neuma, c’è anche la tavola di quelle che
sono le rese grafiche di un tipo di annotazione di altezza del suono alto medievale.
L’annotazione ai tempi era più un promemoria dato che questi canti erano tramandati
oralmente.

A Solis Ortu Usque Ad Occidua: canto per la morte di Carlo Magno

Sono presenti i testimoni che lo trasmettono e due versioni del ritmo. Nella sezione dei criteri
generali vengono mostrati i riferimenti filologici più interessanti e gli studi più importanti.
L’introduzione al testo riguarda la parte di contestualizzazione e quella filologica, c’è anche
la ricostruzione grafica dei vari testimoni.

La sezione “completa” permette di vedere tutti i testimoni in un unico apparato divisi in


sezioni.

Il testo può essere esportato in pdf così da poterlo stampare.

33
Nella sezione versi vengono mostrati il numero di questi, le alternanze, i tipi di strofe, la
ricostruzione del testo.

Nella sezione lingua c’è l’analisi della componente linguistica: una serie di rapporti che
riguardano la sintassi, la morfologia, il lessico… dati che vengono estrapolati e formalizzati
in schede.

Nel caso dell’edizione elettronica passando il mouse su ogni singola strofa è possibile avere
l’apertura di un pop-up con un apparato sul luogo dei testimoni, in questo modo si fa
un’analisi strofa per strofa.

C’è anche la sinossi della redazione vedendo in parallelo le due redazioni e le differenze.

In “tradizione manoscritta e Musica” è possibile vedere i testimoni e le loro riproduzioni.


Cliccando sull’immagine si viene rimandati alla pagina che riguarda il manoscritto,
dopodiché cliccando il link in basso si apre l’immagine del testo rimandando al sito Gallica.
In musica [Pa] vengono mostrate le melodie e la trascrizione neumonica. Dopodiché c’è la
possibilità di accedere all’esecuzione, di ognuna viene mostrato il pentagramma. Oltre a
vedere il testo si può sentire direttamente l’esecuzione e le differenze.

29/04

IMPIEGHI DI TIPO STILISTICO ED ESEGETICO

Sito: corimu.unisi.it

Cliccando sul canto “A solis ortu osque ad occida”, possiamo vedere che una delle
caratteristiche di questo sito è di rendere immediatamente leggibile attraverso un pop-up, le
informazioni che riguardano le situazioni di questo testo, dal punto di vista sia delle
componenti testuali di trasmissione (dell’apparato critico nel senso proprio che ci fornisce le
varianti dei manoscritti) e lappato esegetico, dei luoghi paralleli.
Con luoghi paralleli entriamo in un contesto più di tipo di analisi stilistica formale più che
interpretativo, cioè se fino adesso abbiamo visto l’edizione alla quale l’apparato era
funzionale per comprendere come è stato costruito dall’editore il testo, nell’altro apparato si
impone una serie di suggerimenti ed ipotesi per poter rendere disponibili al creatore
dell'edizione una serie di passi che possono in qualche maniera o aver fatto parte della
memoria dell’autore (quindi entrare nella macchina compositiva dal punto di vista della
generazione del testo) oppure impone il caso dei luoghi paralleli coesi al testo o più recenti
suggerimenti di passi che possono essere stati influenzati (recupero di una memoria di
lettore di questo testo), quindi ci muoviamo in un contesto di tipo compositivo.
Come si costruisce?
Viene indicato per esempio con Loci vetustiores, sta indicare passi di autori precedenti alla
redazione del planctus, si analizza la catena di parole che costituiscono il primo verso e la
presenza non delle singole parole, ma la concatenazione delle parole, all’interno di una
tradizione precedente.
Quindi analizzandolo, si è visto che negli inni di Sedulio c’è un inno che ha lo stesso incipit
(inizio).

34
Nel secondo verso c’è una sequenza di parole che ha una sua analogia. Molto spesso la
presenza di analogie non indica delle dipendenze o delle memorie, ma delle tendenze ad
avere certe posizioni.
Analoghe situazioni ci vengono presentate da altri componimenti, in questo caso, è
necessario vagliare la possibilità di accesso o meno a questo tipo di letteratura, quindi da
parte anche dell’autore del planctus. I luoghi paralleli hanno una attenzione sia sui
suggerimenti di possibile fonte quanto di indicazione di una potenzialità di posizionamento di
alcune formule all’interno di una determinata posizione nel verso.
Per esempio, quello che viene indicato come parallelo nel verso tre della prima strofa,
sembra avere un parallelo quasi speculare.
Parla di una cornacchia che va a picchiare il petto con il becco.

Luogo parallelo: entriamo in un contesto di analisi stilistica formale, di esegesi; se fino ad


adesso abbiamo visto edizioni in cui l’apparato serviva per poter ricostruire i passi fatti
dall’editore per arrivare a quel particolare testo, nel caso del luogo parallelo si fa riferimento
ad un apparato in cui si danno ipotesi per poter rendere disponibile al fruitore dell’edizione
una serie di suggerimenti, di passi che possono o aver fatto parte della memoria dell’autore
del componimento oppure, come nel caso dei luoghi paralleli recenti, suggerimenti di passi
che possono essere stati influenzati dal suddetto componimento. Quindi ci muoviamo in un
contesto di tipo compositivo.

35
Per indagare i riferimenti dei testi abbiamo quelle che sono le biblioteche digitali. Un
esempio è l’INTRATEXT: una biblioteca digitale che offre libri e corpora. Non è specializzata
in un ambito preciso ma comprende tutta una serie di biblioteche non legate ad un solo
ambito. È una biblioteca ricchissima.

BREPOLIS: banca dati a pagamento, con accesso regolato da un accredito, che però
raccogliendo una consistente massa di testi vi possiamo accedere attraverso il sito
dell’università. Dà la possibilità di cercare attraverso dei filtri, si possono marcare dei
campi.È uno strumento di una certa potenza. Per la ricerca di luoghi paralleli bisogna
cercare non la singola parola, ma su una formula, uno stilema che sia significativo (un intero
primo verso o una parte di esso). È uno strumento che fornisce un lungo elenco di opere e
testi utili alla creazione di luoghi paralleli.

03/05

Scienze digitali
L’ambito dell’analisi digitale e del testo letterario è più avanzato e consolidato rispetto a un
contesto di avanzamento nell’ambito della pratica ecdotica che ha difficoltà ad organizzare
un corpus consistente di edizione elettronica, questo legato anche alla difficoltà stessa di
avere un’edizione elettronica che necessita di un tecnico costantemente.

L’apparato del Corpus: rhythmorum musicum offre un’analisi linguistica-letteraria. L’analisi


filologica è più di contestualizzazione, secondo Beltrani quest’analisi prevede una critica
testuale nel lavoro di stabilizzazione del testo ma anche di interpretazione e
contestualizzazione. Nessun lavoro di edizione di un testo prescinde dagli aspetti che
riguardano un’analisi letteraria e quindi contestualizzazione cronologico-culturale. Per
comprendere un testo e la sua specificità bisogna valutare le scelte di natura critico-testuale,
è impossibile svincolare un aspetto dall’altro su un’analisi delle varianti di una tradizione
manoscritta che può prescindere da una seria e ponderata contestualizzazione del testo
nella sua globalità. È una contestualizzazione storica all’altezza cronologica della
composizione del testo ma che riguarda anche i rapporti diretti e indiretti di influenza, ma
anche un rapporto con la tradizione successiva, cioè quanto da lui io possa aver ereditato e
preso anche tradizione testuale. Basti pensare nell’ambito della letteratura italiana la
complessità della commedia di Dante. La contestualizzazione guarda anche la parte
ecdotica ma è un approccio a sé nell’analisi testuale. Negli anni ’60 i lavori di linguistica
computazionale, cioè le strutture della lingua, erano qualcosa che si radica più in un
contesto di studi linguistici che testuali. Divenne un orizzonte di ricerca di analisi anche per
chi non si occupa di aspetti solo linguistici.

Sito Intratext

Repertorio di materiale di varia natura già trattato dal punto di vista informatico. È una digital
library esistente da almeno 20 anni, è una sicurezza di ricchezza di dati e di costanti
aggiornamenti di materiali, mentre l’interfaccia non viene aggiornata dal 2011. Contiene
parecchie possibilità di testi letterari appartenenti a varie letterature dell’area europea.

36
Clicca sul catalogo per la lingua italiana. La cosa utile di questa biblioteca è la costruzione di
corpus come di opera omnia. [non dire l’opera omnia perché è plurale]

Cliccando su Manzoni si trovano una serie di informazioni su quando sono stati inseriti i testi
e anche il numero di parole per far vedere che si è lavorato parola per parola. Sotto “indice”
cliccando su “struttura e grafici” c’è la possibilità di analizzare le componenti dei dati generali
di analisi (occorrenza, parole, parole vuote, lunghezza parole…). Qui c’è anche un’analisi
della distribuzione di parole per fasce di frequenza, quindi la possibilità di analizzare il
numero della frequenza delle parole in ordine alfabetico o con su un numero di frequenza
(es. 1 volta, 100-150 volte). Intratext si presenta come uno strumento gratuito che permette
un’analisi digitale sulla struttura del testo scomponendolo in parole.

Questo tipo di lavoro è possibile farlo da sé attraverso il sito LEXICON. Il responsabile


anche qui è Francesco Stella dell’università di Siena. Si ha la possibilità di far organizzare
questi lavori di analisi testuali attraverso un corpus predeterminato. È un sistema di analisi
molto semplice che permette di fare un certo tipo di analisi scegliendolo nella tendina analisi,
oppure nella tendina testi è possibile inserire dei testi e lemmatizzarli, fare dei corpora o di
grammatizarli.

Cliccando su testi, si carica un testo (scaricato da una library tipo latin library. Per scaricarlo
non si fa in pdf ma selezioni tutto il testo copiandolo e incollandolo su un file word. Questo
metodo è migliore perché si può sistemare il font. Salvare il testo in formato .XT cioè testo
normale e non in formato word o pdf, in questo modo sarà più veloce). Dopodiché cliccando
analisi o testi sarà possibile fare le proprie analisi autonomamente in quanto il testo viene
immediatamente analizzato, quindi si potranno vedere le concordanze verificandole a uno a
uno in ordine alfabetico, le frequenze e tutto il resto.

(differenza tra apparizione e ricorrenza → apparizione: numero di apparizioni singole della parola;
ricorrenza: numero di volte che il termine ricorre all’interno del corpus)

04/05

Un testo deve essere portato a livello di codifica di base, e quindi a livello più semplice.
Abbiamo visto quali sono i percorsi più empirici, scaricando un testo in pdf o anche
trasportarlo in file di word.

In alcuni casi abbiamo la fortuna, grazie alla proliferazione di strumenti che abbiamo a
disposizione nella rete, la possibilità di avere una struttura txt già fornitaci dalla rete.
Per esempio, se cerchiamo la Senilità di Svevo in txt, possiamo notare che sul sito
Wikisource abbiamo la possibilità di avere il testo diviso in capitoli e anche scaricarlo in
diversi formati, tra cui txt.

37
La cosa interessante che ci offre Wikisource è anche le informazioni sulla fonte del testo. Ci
indica da quale edizione è stato ricavato il testo ecc..

Cliccando invece su Italo Svevo, abbiamo una quantità smisurata di informazioni su Svevo,
ma anche l’accesso rapido ad altro materiale come romanzi e novelle.

Cliccando su “La coscienza di Zeno”, in particolare su “informazioni sulla fonte del testo”;
abbiamo la possibilità di accedere direttamente all’edizione:

38
Cliccando su 5 abbiamo la riproduzione del testo:

Wikipedia non è solo un'enciclopedia o uno strumento di consultazione rapida, ma sta


diventando molto ricco e attento ad una serie di informazioni.

Altri siti che dobbiamo tenere a mente sono:


- Tapor.ca che è la più ricca biblioteca di strumenti per studiare testi
- Laurenceanthony.net è un opensource dove vengono messi a disposizione una serie
di software per diversi impieghi. C’è anche la possibilità di convertire un pdf in word.
- Lexicon.unisi.it
INTERROGAZIONE SU:
Coscienza di Zeno
Senilità
Una vita

Su Lexicon è possibile anche fare confronti con più testi


Come? ANALISI → CONFRONTI
C’è la possibilità di analizzare le parole in A assenti in B o viceversa, o vedere le parole più
ricorrenti sia nell’uno che nell’altro con la loro percentuale.
Una cosa interessante è la possibilità di valutare tutto sulla base di un grafico.
Per quanto riguarda le concordanze bisogna andare su ANALISI→ CONCORDANZE e inserire un
testo.

Quindi Lexicon è utile per fare tutto un lavoro di analisi statistica delle parole.

- Cirrus (https://voyant-tools.org/docs/#!/guide/cirrus): è uno strumento per creare


nuvole di parole.
es:

39
La possiamo creare autonomamente cliccando su “your own corpus”:

Questo è uno strumento non scaricabile ma perfettamente funzionale sulla rete.


Nasce come analisi di testi non letterari ma ha un ottima funzionalità anche dal punto di vista
dell’analisi del testo in quanto tale.
La lemmatizzazione si fa sui testi latini e non italiani perché serve per disambiguare le
forme. Ma si può comunque fare anche in altre lingue.

6/05

Abbiamo visto Lexicon, uno strumento che permette un lavoro molto interessante, quale il
lavoro dei testi o corpora.
Prima le analisi dei testi venivano fatte a mano ma necessitava di tempi lunghissimi, alcune
volte si fa ancora oggi ma solo per quanto riguarda i testi di breve estensione, con una
gestibilità non complessa. La grande rivoluzione informatica ha permesso l’estensione di
questo tipo di lavoro a masse di tesi e dati veramente notevole con l’estrapolazione di dati in
tempi rapidissimi.
Questi lavori nascevano già in contesti diversi, in alcuni casi si vanno a posizionare nelle fasi
aurorali di lavoro in quella che possiamo definire una linguistica computazionale.
L’ambito di un’analisi lessicale di questo tipo è un ambito che si avvicina di fatto all’indagine
filologico o critico.

sito: corimu.unisi.it
Un corpus è molto attento alle modalità di trasmissione e di diretta correzione delle
informazioni che ci giungono dalla trasmissione del testo stesso.
In alcuni casi le edizioni cartacee tengono a cercare di raggiungere dei risultati di una
edizione critica di tipo tradizionale. Il corpus mette a disposizione intere descrizioni
semidiplomatiche dei singoli testimoni, quindi una presenza di informazioni notevoli che
possono essere estrapolate attraverso lo strumento delle concordanze.
Un aspetto interessante di analisi di questi testi riguarda la maggiore o minore prossimità di
questo materiale della lingua latina alla sua fase evolutiva al latino classico.

Il corpus rhythmorum musicum, abbiamo visto che accanto agli aspetti più prettamente
editoriali, all’interno del corpus si è sviluppata una sensibilità che possiamo definire delle
analisi di tipo cultuale e di contestualizzazione.

40
Su questa linea, di una filologia che ha una attenzione ecdotica (attenzione al testo) e sua valutazione
e contestualizzazione, possiamo vedere che all’interno del Corpus Rhythmorum Musicum è stata
inserita una ricerca di statistiche dal punto di visto linguistico, cioè di valutazione, di analisi dei
singoli testi e del loro rapporto in base a quella che è la struttura della frase → rapporto sintagma
verbale, separazione sintagma verbale e nominale..

Fatto questo lavoro, nell'ambito linguistico abbiamo una serie di dati che ci mostrano quanto
il ritmo di Paolino d’Aquileia guardi più al latino di traduzione come invece A solis Ortu usque
ad Occidua si sposti più verso l’ambito volgare.
Quindi le analisi statistiche ci permettono di fare tabelle di questo genere e un discorso
linguistico più generale. (sempre su base lessicale e di tipo statistico).
Altro mondo è quello della ricerca che prevede e va ad implicare il processo di marcatura o di codifica
più complessa→ ambito codifica tei o xml
Differenza tra HTML e XML
HTML= la sua funzione primaria è l’interfaccia,la presentazione. E’ abbastanza semplice
(cliccando con il tasto destro → ispeziona→ ci da html)
XML= è una marcatura di tipo dichiarativo, articoli in maniera molto complessa, una serie di
ripartizioni del testo in modo tale da riproporne la struttura logica. La codifica xml è regolata
da quelle che sono TEI
TEI= (Text Encoding Initiative) è una codifica che porta la possibilità attraverso una serie di
marcatori di dialogo, di articolare in maniera complessa un testo. Le TEI sono
disponibili/nascono in contesti più vari, con funzioni descrittive del testo e nell’ultima
versione TEI 5 ha un manuale di quasi 1000 pagine che prevede la modalità di
presentazione di singole categorie. E’ un mondo ampissimo contro delle sotto
categorizzazionI che permettono di interessarsi alla marcatura e alla codifica Tei E XML per
singole sezioni senza dover andare a recuperare l’intera presentazione. Esistono anche
delle presentazioni di base delle TEI, la più semplice è TEI BAE.
La codifica tei è quella che attualmente ha preso maggiormente il campo per quello che
riguarda un approccio ai testi in una dimensione più attenta al documento, quindi che dia la
possibilità di andare a ripartire nella propria struttura logica il documento, con delle sue
ripartizioni che reggono comunque il lavoro di codifica tutt’altro che semplice. Attualmente le
TEI permettono lavori di un certo tipo su testi di una complessità relativa.
La codifica TEI rende leggibile, attraverso una macchina, la realtà di un testo completo
complesso.

41
Esistono anche dei programmi (come OXYGEN) che attuano una codifica tei automatica dei
testi, ma la attuano in maniera rozza, quindi i risultati di resa delle informazioni sono al di
sotto delle proprie aspettative. Talvolta la complessità di sottostrutturazioni del testo
necessitano di una articolazione dichiarativa della struttura logica estremamente complessa
e faticosa. Quindi bisogna lavorare a mano, codificando, introducendo delle sotto categorie
per andare a codificare ogni aspetto.
Anche i testi in word o txt prevedono una codifica. Non esistendo una codifica dei testi
automatica, la codifica dei testi deve essere fatta manualmente, quindi un lavoro oneroso.
Il lavoro di codifica è un pò simile a quello che era il lavoro dei copisti medievali.
Quale risvolto più immediato può avere il lavoro di codifica di un testo? E’ un aspetto
meritorio, cioè il mondo dell’informatica è un mondo in continua evoluzione e quindi gli
strumenti vanno rapidamente in obsolescenza o addirittura l’obsolescenza porta alla perdita
di dati. La codifica che avviene su un modello standard vuole ovviare ai problemi di
trasformazione, quindi creare un testo anche nella sua articolazione sintattica creando un
sistema che sia leggibile da qualsiasi macchina, a prescindere dal sistema operativo.

In alcuni casi il lavoro di codifica viene fatto all’interno di strumenti di ricerca:


- testi italiani della Biblioteca Italiana che è nata e continua a vivere all’interno
dell’Università della Sapienza di Roma.

Ha creato un repertorio di: incunaboli (testi a stampa nella loro veste più antica,
quattrocentesca. Quindi digitalizzazione di libri a stampa più antichi precedenti al 31
dicembre 1500.) collana di Scrittori d’Italia (riproduzione in formato digitale) e poi
l’ambito Bibit ( più di 1600 testi/opere consultabili e scaricabili, codificati in XML-TEL)
Se noi andiamo nel catalogo, in Svevo, ci da i suoi romanzi con la possibilità di
vedere la scheda descrittiva di ognuno.

Se schiacciamo su file xml, notiamo che non sono al testo nell’integrità xml ma già codificati.
Quindi non c’è la possibilità di avere un file txt ma abbiamo la possibilità di gestire il file xml
con la possibilità comunque di leggere l’intero testo.

42
E’ possibile su questo sito fare due tipi di ricerche: ricerca avanzata o ricerca testuale
Ricerca avanzata: ricerca per autore, editore, luogo di pubblicazione, provenienza..
Ricerca testuale: ricerca per parole o sintagmi con la possibilità di fare la ricerca sull'intero
corpus oppure la possibilità di andare a fare la ricerca su un corpus limitato.

Particolare evoluzione la sta avendo il sito Monumenta Germaniae Historica, mondo


medievalistico. E’ un’istituzione che nasce nell’800 in Germania con lo scopo di andare a
raccogliere tutti i testi che riguardassero la Germania in senso lato l’idea di quello che era il
Sacro Romano Impero e questo ha comportato la creazione di un imponente corpus di testi
di varia natura (di tipo letterario, documentario, giuridico..).
Accanto di un’iniziativa di messa a disposizione di uno strumento per la consultazione e
lettura diretta dell’intera biblioteca da loro pubblicata, vi è di recente un’iniziativa di
digitalizzazione dei testi in modalità TEI-XML. Con la collaborazione di un gruppo di ricerca
dell’Università di Francoforte, che ha messo a disposizione strumenti informatici per
l'elaborazione di questi testi, con Monumenta Germaniae Historica e l’accademia delle
scienze di Berlino, è stato creato LTA (The Latin Text Archive).
Sono compresi un numero abbastanza consistente di testi (quasi 13000 testi) con 1274
autori e 51 milione di parole. Vi è la creazione di un Lexicon, quindi la possibilità di un'analisi
dei termini che prevedono anche la registrazione di differenti pronunce o forme di uno
stesso lemma rispetto a un lemma normalizzato. Quindi un Lexicon non solo legato ad una
concezione di vocabolario ma un vocabolario attento agli aspetti morfosintattici.
Hanno anche creato una sezione di testi molto interessante: articolata per autori, per tipo di
testo o classe di tipo di testo.
C’è anche la possibilità di una visione lemmatizzata del testo:

differenza tra lemma e superlemma:


superlemma: voce del verbo
lemma: lemma singola parola

10/05/21

Bilancio consuntivo e indicazioni bibliografiche di riferimento

- umanista/informativo

- ampliamento delle disponibilità di “informazioni” offerto dal WEB

43
- operabilità dei sistemi

L’approccio è di tipo umanista e come può incontrarsi con il contesto informatico.

L’ampliamento è in continua espansione e definisce il rapporto tra umanista e informatico


come estremamente dinamico. Gli approcci si sono modificati dagli anni ’90, dagli
esperimenti di Robinson di tipo chiuso e proprietario a un territorio condiviso. Il web va a
determinare, aldilà di quelle che sono le questioni relazione con l’ambito informatico, va ad
ampliare le potenzialità e la complessità del dialogo.

Il problema dell’operabilità dei sistemi è dato dalla necessità di una acquisizione da parte
dell’umanista di una serie di conoscenze nell’ambito informatico complesse. Una delle
esigenze che si avvertono è la necessità di superare questi vincoli di operabilità dati dalla
complessità di alcuni strumenti che rendono i testi interrogabili. Nel caso delle modifiche
XML l’articolazione della codifica stessa che corrisponde a delle esigenze del singolo
codificatore tende a rendere il testo codificato fruibile prevalentemente nell’ottica di chi ha
creato la codifica inizialmente ma meno fruibile per altri tipi di lavori. La codifica oltre a
creare una serie di complessità rischia di rendere il codificato estremamente rigido.

Le prime edizioni scientifiche elettroniche disponibili sono ancora poche.

Rendere chiari i passaggi e relazioni tra quello che è la concezione tradizionale del lavoro
del filologo e di chi si occupa di contestualità rispetto a quelle che sono le potenzialità e le
modalità di riversamento all’interno di uno strumento che non è quello di un’edizione
cartacea tradizionale ma elettronica, si svincola da una parte dal rapporto sempre più difficile
con le case editrici scientifiche, dall’altra l’edizione scientifica elettronica data la sua
potenzialità di apertura diventa non solo un ambito di autorialità ma diventa un luogo di
discussione e avanzamento dell’edizione stessa grazie alla possibilità dei continui
aggiornamenti.

Libri = elementi di critica testuale di Paolo Chiesa (contiene i concetti fondamentali); testi
letterari e analisi digitale di Stella (guida dei temi trattati, contiene tutti i siti trattati e il
glossario); per una critica del testo digitale di Fiormonte (la seconda parte parla dei problemi
della filologia digitale, contiene degli spunti su come fare un’edizione digitale, tratta come
superare la codifica XML)

Su teams metterà i siti e altri materiali

Fiormonte ha creato un sito chiamato Digital Variants che fornisce idee di lavoro di autori
contemporanei. Fornisce una serie di strumenti che superano le difficoltà di xml.

44

Potrebbero piacerti anche