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Tabella 9 – 8 (continuazione)
Reperti frequenti nelle affezioni della colonna lombare – Riassunto
Spondilolistesi Discite
Rigidità degli ischiocrurali. Di solito tra 1 e 18 anni di età.
Inversione della curva lombare. Esordio improvviso di dolore lombare acuto.
Alla palpazione si rileva spesso un gradino. Febbre, malessere e irritabilità.
Slittamento sulle radiografie laterali. VES e livelli di proteina C-reattiva elevati.
Difetto bilaterale dell’istmo (di solito L5 su S1).
Disfunzione dell’articolazione sacroiliaca (SI)
Affezioni infiammatorie della colonna Sensibilità della SI alla palpazione, spesso positivo il test di FABER (si
Insorgenza graduale prima dei 40 anni di età. veda la Fig. 9-3).
Rigidità mattutina marcata. Dolore lombosacrale con irradiazione a natiche, inguine o coscia.
Coinvolgimento delle articolazioni periferiche. Spesso sclerosi o irregolarità dell’articolazione SI ai raggi X.
Potrebbe coesistere irite (occhio), prurito o perdita dall’uretra (di Reiter). Conferma con iniezione di mezzo di contrasto nella SI.
• Si può poi dare inizio a un allenamento cardiovascolare metodo di diagnosi e trattamento basato su schemi motori
con esercizi che vanno dalla posizione neutra all’esten- della colonna (Fig. 9-30). Per qualsiasi condizione patolo-
sione nei pazienti per evitare che il dolore si aggravi du- gica della colonna, alcuni movimenti aggravano il dolore e
rante l’esercizio aerobico (ad es., l’uso di una stabilizza- altri lo alleviano. Poiché il metodo di McKenzie funziona
zione in acqua o di macchina per lo sci di fondo). meglio per il dolore acuto che risponde all’estensione, alla
mobilizzazione e agli esercizi lombari, la tecnica è stata er-
Approccio “flessorio” roneamente definita come un programma di esercizi in
L’approccio “flessorio” viene adottato molto frequente- estensione. McKenzie, di fatto, propone schemi di movi-
mente nei pazienti che lamentano dolore all’elemento ver- mento e posizioni sia in flessione sia in estensione, che più
tebrale posteriore (ad es., alle faccette). In questi pazienti, sono efficaci nel ridurre i sintomi del paziente.
i sintomi si riducono dopo flessioni ripetute nell’esame de- Il metodo di McKenzie è complesso e molto è stato
gli schemi motori e il dolore si centralizza con la flessione. scritto per spiegarne le basi teoriche. Nel testo The Lumbar
Spine: Mechanical Diagnosis and Therapy (1981), McKenzie
• Gli esercizi in flessione (si veda oltre) possono agire ri- classifica il DL in base a schemi di movimento, posizioni
ducendo la compressione delle faccette articolari e vertebrali e risposte al dolore e descrive una sindrome po-
procurare uno stiramento della muscolatura, dei lega- sturale, un derangement e una disfunzione. Ogni quadro
menti e delle strutture miofasciali lombari. ha un trattamento specifico che comprende l’educazione e
• La flessione aumenta di fatto la pressione intradiscale alcune forme di correzione posturale. Una spiegazione di
ed esacerba i sintomi discogenetici. fondo del metodo è la seguente.
• Nei pazienti con dolore agli elementi vertebrali poste- Alcuni stadi della cascata degenerativa lombare creano
riori gli esercizi di condizionamento cardiovascolare sintomi a causa di anomalie anatomopatologiche, che pos-
possono iniziare con la cyclette in leggera flessione lom- sono essere modificate positivamente dal posizionamento
bare o con esercizi di stabilizzazione in acqua in leggera delle vertebre. Questa ipotesi ha generato numerose forme
flessione lombare. Queste attività sistemano la colonna di manipolazione vertebrale, incluse la chiropratica e l’o-
in una posizione che va da neutra alla flessione. steopatia.
La tecnica di McKenzie è una forma “più passiva” di
Programmi di esercizi per il dolore lombare manipolazione vertebrale nella quale è il paziente a pro-
Sono numerosi i programmi di esercizi proposti per il do- durre il movimento, la posizione e le forze che migliorano
lore lombare acuto, tra cui quelli descritti da McKenzie la condizione. Esempi di alterazioni anatomopatologiche
(principalmente esercizi di estensione) (1981), Williams sono la rottura dell’annulus e l’infiammazione acuta delle
(1937), Aston (1999), Heller (1991) e Feldenkrais (Lake faccette. Estensioni lombari ripetute possono ridurre l’e-
1985) e altri programmi di stabilizzazione lombare, di stret- dema e la migrazione nucleare nella rottura dell’annulus o
ching e di condizionamento aerobico. possono riallineare l’articolazione delle faccette in modo
tale da ridurre l’infiammazione e lo stimolo doloroso. Tra-
Metodo di McKenzie mite prove ed errori si possono trovare il programma di po-
Il metodo di McKenzie è uno dei più popolari fra i molti sizione e gli esercizi che danno maggior sollievo ai sintomi
programmi di trattamento conservativo della colonna. È un del paziente (si veda la Fig. 9-30).
Capitolo 9: Dolore lombare 591
B
Figura 9-28. A, Variazioni in percentuale della pressione (o carico) sul terzo disco lombare in varie posizioni
in soggetti viventi. B, Variazioni in percentuale della pressione (o carico) sul terzo disco lombare durante vari
esercizi di rinforzo muscolare in soggetti viventi. (A e B, Da Nachemson AL: The lumbar spine, an orthopae-
dic challenge. Spine 1:59-71, 1976.)
592 La Riabilitazione in Ortopedia
Figura 9-29. Le forze applicate in un carico di compressione asimmetrica del disco provocano la
migrazione del nucleo polposo in direzione opposta al carico. Creano inoltre una tensione verticale
sull’annulus, opposta al carico. A, Durante la compressione anteriore associata al nostro stile di vita
in flessione, questi stress sono focalizzati sulla parte posteriore dell’annulus, scatenando frequente-
mente dolore. B, Nei pazienti con una “preferenza direzionale” per l’estensione, la compressione
posteriore del carico in estensione potrebbe invertire la direzione degli stress, riducendo quelli sul
complesso nucleo-annulus posteriore correlati allo stile di vita. Il dolore poi si centralizza e scom-
pare. C, Se le forze di carico asimmetrico anteriore creano nel disco un gradiente di pressione suf-
ficiente per dislocare significativamente il contenuto nucleare contro l’annulus opposto, si può svi-
luppare un’ernia, come mostrato in questo esempio di ernia posteriore. (A-C, Da Donelson RG: Me-
chanical assessment of low back pain. J Musculoskel Med 15[5]:28-39, 1998. Artista: C. Boyter.)
Gli esercizi ciclici per il ROM (di solito in estensione McKenzie, si riferisce a un rapido cambiamento nella loca-
passiva) sono la pietra angolare del programma di McKen- lizzazione percepita del dolore da distale o periferica a pros-
zie. Questi esercizi ripetitivi “centralizzano” il dolore e al- simale o centrale. Donelson e colleghi (1990) hanno riferito
cune posture prevengono lo stress di fine corsa. Gli esercizi una centralizzazione di un dolore asimmetrico o irradiato
in flessione lombare possono essere aggiunti in seguito, nell’87% dei pazienti durante le prime 48 ore di trattamento.
quando il paziente ha un completo ROM del rachide. Perché possa centralizzare il dolore, il movimento deve
essere eseguito più volte, poiché spesso il movimento ini-
Il trattamento si basa sulla valutazione della localiz- ziale aggrava o intensifica il dolore. La centralizzazione
zazione del dolore e delle manovre che cambiano la loca- compare anche più rapidamente se i movimenti iniziali
lizzazione del dolore da riferito a centralizzato (Fig. 9-31). vengono eseguiti passivamente fino a fine corsa. La centra-
Una volta identificati, la direzione di esercizio e il movi- lizzazione avviene molto frequentemente con movimenti di
mento (ad es., l’estensione) vengono utilizzati per il tratta- estensione, a volte con movimenti laterali e solo raramente
mento. Il termine centralizzazione, così come lo intende con la flessione.
Capitolo 9: Dolore lombare 593
Figura 9-30. Nell’esame secondo McKenzie, il paziente viene valutato in sequenza con movimenti ripetuti fino a fine corsa,
eseguiti autonomamente. I test vengono praticati con il paziente in stazione eretta (se i sintomi lo permettono) e in decu-
bito, prima in flessione, poi in estensione (A-D). Quando l’esame della ricerca del limite in flessione e in estensione non ri-
vela una direzione in grado di centralizzare, il test continua con la traslazione laterale bilaterale (E ed F, anch’essa eseguita
con il paziente in stazione eretta e in decubito) e con la flessione-rotazione da supino (G). Nel test del limite di traslazione
laterale, l’esaminatore può tenere ferme le spalle del paziente mentre quest’ultimo muove il bacino lateralmente (E); nella
traslazione laterale (F) e nella flessione-rotazione (G), l’esaminatore può anche applicare un’ulteriore pressione a fine corsa.
Una volta identificata la direzione di fine corsa che riduce il dolore, il medico può applicare un’assistenza passiva per te-
stare il movimento, fino a esercitare una mobilizzazione a fine corsa. Il miglioramento e la guarigione clinica richiedono solo
raramente una manipolazione a fine corsa in quella direzione specifica: è necessaria solo per iniziare o facilitare il processo
di centralizzazione/abolizione.
Per garantire un esame sicuro e massimizzare l’informazione ottenuta, il numero di ripetizioni realizzate durante la va-
lutazione è dettato dalla risposta dei sintomi. La valutazione continua nella visita di controllo del giorno seguente, che for-
nisce un’ulteriore opportunità di valutare l’accuratezza, l’attendibilità e la consistenza dei risultati della valutazione iniziale.
Se viene identificata una preferenza direzionale, i movimenti con i quali si è valutato l’arco di movimento diventano il
programma di esercizi terapeutici da fare a casa. Allo stesso tempo, il paziente evita temporaneamente le posizioni, le at-
tività e gli esercizi eseguiti in una direzione che esacerba i sintomi. (A-G, Da Donelson RG: Mechanical assessment of low
back pain. J Musculoskel Med 15[5]:28-39, 1998. Artista: C. Boyter.)
594 La Riabilitazione in Ortopedia
CENTRALIZZAZIONE
PERIFERIZZAZIONE
Figura 9-31. La centralizzazione è una modificazione rapida del dolore ottenuta con manovre che fanno sì che un dolore pe-
riferico o distale diventi più centralizzato (auspicabile). Il contrario (periferizzazione del dolore) non va né ricercato né auspi-
cato. (Da Donelson RG: Mechanical assessment of low back pain. J Musculoskel Med 15[5]:28-39, 1998. Artista: C. Boyter.)
McKenzie ha riferito che il 98% dei pazienti che la- Ad esempio, per un paziente con dolore acuto, il pro-
mentavano sintomi da meno di 4 settimane e hanno risen- gramma di esercizi autogestiti può comprendere un’esten-
tito una centralizzazione durante la valutazione iniziale ha sione da posizione prona per pochi secondi alla volta, con
avuto risultati buoni o eccellenti; il 77% dei pazienti con una serie di 10 ripetizioni eseguite ogni ora o due. Al pa-
sintomi subacuti (da 4 a 12 settimane) ha avuto risultati ziente viene insegnato anche a modificare le posizioni di ri-
buoni o eccellenti se il dolore si è centralizzato nella valu- poso (per sedersi, stare in piedi e sdraiarsi) e le posture di
tazione iniziale. Un clinico critico dovrebbe sempre tenere lavoro in modo da mantenere la centralizzazione ed evitare
a mente il comportamento autolimitativo tipico del dolore la periferizzazione.
lombare (ad es., 90% di risoluzioni a 6 settimane). La maggior parte dei pazienti ha una centralizzazione
Il vantaggio di questo programma è che dà ai pazienti del dolore entro i primi 2 giorni o anche prima. Di nuovo,
la comprensione della loro condizione e la responsabilità di i risultati del trattamento nei “centralizzatori” sono decisa-
mantenere un allineamento e una funzione adeguati. Gli mente buoni.
svantaggi sono che il programma richiede una partecipa- McKenzie ha classificato i movimenti lombari che
zione attiva e volenterosa del paziente, che deve riuscire a hanno il potenziale di centralizzare i sintomi in estensione,
centralizzare il dolore; i risultati migliori si ottengono nei flessione, flessione laterale, rotazione e scivolamento late-
pazienti con dolore acuto rispetto a quelli con dolore cro- rale (combinazione di flessione laterale e rotazione). Pos-
nico; per ottenere i risultati migliori il programma molto sono essere usati individualmente o in modo combinato per
complesso richiede un terapista addestrato nelle tecniche ridurre il dolore periferico. La riduzione dei sintomi in as-
di McKenzie. senza di gravità (posizione prona) in alternativa a quella
Ogni movimento viene portato a fine corsa in modo ri- che si ha in posizione soggetta alla gravità (stazione eretta)
petitivo finché il dolore distale continua a ridursi. McKen- aumenta ulteriormente il numero di combinazioni di mo-
zie sottolinea l’importanza di portare il movimento al li- vimenti lombari che il terapista deve comprendere e possi-
mite consentito al paziente onde osservare accuratamente bilmente usare nel tentativo di centralizzare i sintomi. Il ri-
i cambiamenti nello schema del dolore. Se i sintomi distali sultato è che sono disponibili oltre 40 differenti programmi
peggiorano, quel movimento specifico viene interrotto. La di esercizi e l’applicazione del programma appropriato può
localizzazione del dolore in queste manovre viene attenta- richiedere una complessa personalizzazione.
mente osservata e registrata.
Basandosi sulla risposta clinica alla centralizzazione, si Esercizi in flessione di Williams (Fig. 9-37)
insegna al paziente a eseguire a casa esercizi della colonna Gli obiettivi di questi esercizi isometrici in flessione,
in quella direzione di movimento (solitamente estensione). sviluppati negli anni Trenta, sono (1) allargare il forame
Capitolo 9: Dolore lombare 595
Protocollo riabilitativo
Dolore lombare acuto
McKenzie
Protocollo riabilitativo
Dolore lombare acuto (continuazione)
McKenzie
Protocollo riabilitativo
Dolore lombare acuto (continuazione)
McKenzie
B C
oppure
oppure
intervertebrale e le articolazioni delle faccette articolari per e informazioni sulle meccaniche preventive del corpo per
ridurre la compressione del nervo, (2) stirare i flessori del- le attività della vita quotidiana, ma non forniscono tecni-
l’anca e gli estensori della colonna, (3) rafforzare i muscoli che per chi esegue lavori pesanti o per gli atleti con elevate
addominali e glutei e (4) ridurre la “fissazione posteriore” prestazioni, che richiedono meccaniche dinamiche, balisti-
della giunzione lombosacrale. Un problema di questo me- che del corpo per attività di alto livello. I professionisti con
todo è che le manovre in flessione aumentano sicura- un passato di arti marziali o di allenamento sportivo e al-
mente la pressione intradiscale, aggravando forse i dischi cuni terapisti con influenze europee nell’allenamento hanno
erniati o protrusi. Secondo Nachemson (1981), il primo sviluppato l’allenamento “di stabilizzazione” soprattutto per
esercizio di Williams aumenta la pressione intradiscale questi pazienti.
fino al 210% di quella che si ha in stazione eretta (si La premessa di fondo dell’allenamento di stabilizza-
veda la Fig. 9-35). Tre dei sei esercizi aumentano la zione è che si può insegnare a un individuo con dolore alla
pressione intradiscale e questi tre sono controindicati nei schiena (considerato una condizione instabile) a stabiliz-
pazienti con ernia discale acuta. zare la condizione patologica dolorosa con lo sviluppo mu-
scolare e con schemi di movimento che permettono un ri-
Programmi di stabilizzazione lombare torno indolore a livelli di attività funzionali più che nor-
Non esistono evidenze che un ritorno precoce all’atti- mali. L’allenamento di stabilizzazione incorpora quasi tutti
vità aumenti la probabilità di recidiva del dolore alla gli aspetti del trattamento conservativo: educazione, mec-
schiena. Al contrario, individui fisicamente allenati hanno caniche del corpo, terapia manuale, tecnica di McKenzie,
attacchi di DL in minor numero e di minor durata e tolle- esercizi di Williams, yoga, arti marziali, lavoro pesante e re-
rano meglio il dolore. Con una migliore comprensione della cupero funzionale. Le tecniche dell’allenamento di stabiliz-
biomeccanica vertebrale, delle attività specifiche e delle po- zazione sono state ampiamente descritte in molti testi e vi-
sizioni che aumentano i carichi sulla colonna si può evitare deocassette e vengono utilizzate da molti terapisti che trat-
un nuovo episodio. Numerosi studi hanno dimostrato che i tano atleti di alto livello con dolori alla schiena.
pazienti con DL possono eseguire attività selezionate quasi L’obiettivo principale del programma di stabilizzazione lom-
normalmente senza che il dolore aumenti. Le meccaniche bare è quello di costruire una muscolatura che stabilizzi il dorso,
del corpo che evitano posizioni dolorose sono chiamate con contrazioni dei muscoli addominali che procurino un effetto
meccaniche prudenziali o preventive. Le meccaniche del corsetto sulla colonna lombare. Questa concezione è basata
corpo che cercano di superare la condizione con sforzi mu- sul presupposto che il movimento di un segmento lombare
scolari e la conoscenza delle posizioni del corpo hanno por- leso può creare un anello debole nella catena cinetica, con
tato alla strutturazione di esercizi di stabilizzazione. conseguente predisposizione al reinfortunio. Il programma
Le Back Schools, che si sono guadagnate una posizione viene utilizzato insieme ad altri metodi volti a controllare
di preminenza negli anni Settanta, forniscono educazione il dolore acuto (come i FANS). Si insiste nell’atteggiare la
Capitolo 9: Dolore lombare 599
colonna in un orientamento non doloroso, denominato co- muscoli addominali si progredisce a elevazioni dinamiche,
lonna neutra. In questa configurazione, vengono poi eseguiti come l’esercizio a “dead bug” (cimice morta) che usa movi-
quotidianamente gli esercizi di stretching e di ROM. Si con- menti alternati di gambe e braccia da posizione supina. Si
siglia la supervisione di un allenatore adeguatamente pre- eseguono curl-up diagonali ed esercizi su piano inclinato.
parato. Si possono aggiungere progressioni verso esercizi aero-
La seconda fase del trattamento consiste in tecniche di bici, esercizi con la palla e allenamenti con pesi (si veda la
mobilizzazione attiva delle articolazioni, compresi gli eser- tabella seguente). Il termine del programma è stabilito in
cizi di estensione in posizione prona e in stazione eretta, e base al miglioramento della funzionalità massima, il punto ol-
alternando flessioni ed estensioni di media ampiezza in 4 tre il quale non vi sarà un ulteriore miglioramento funzio-
posizioni. Partendo da semplici flessioni per il rinforzo dei nale con l’aggiunta di altri esercizi.
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