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colonna lombare
Titolo originale: Lesercizio di sollevamento della gamba tesa: ruolo del muscolo
ileopsoas ed effetti sulla colonna lombare.
Marco Infelisi
Dottore in Scienze Motorie
Dottore in Fisioterapia
marcoinfelisi@yahoo.it
3396954259
Abstract
Nella prassi riabilitativa degli arti inferiori, lesercizio straight leg raise (SLR)
da molti anni considerato di comune impiego per il recupero del
tono-trofismo che il quadricipite femorale ha perso durante il mancato utilizzo
o limmobilizzazione. Esso consiste in numerosi sollevamenti da terra della
gamba infortunata mantenendo il ginocchio esteso. Dalla letteratura in nostro
possesso risulta chiaro come, nellesecuzione di questa flessione dellanca, vi sia
unimportante attivazione del muscolo ileopsoas, maggiore di quella del
muscolo quadricipite, che in realt partecipa soltanto con il retto femorale,
unico capo biarticolare. Allo stesso tempo, per, emerge anche come vi sia, in
letteratura, grande discordia sullazione che lileopsoas, e in particolare lo psoas
maggiore, svolge a livello della sua origine, la colonna lombare. Numerosi
modelli biomeccanici hanno tentato di simulare la dinamica della colonna
lombare in risposta ad una contrazione dello psoas e molti sono concordi
nellaffermare che essa subisce un aumento della sua lordosi fisiologica con
importanti forze di taglio anteriori, applicate soprattutto a livello L5-S1, e
carichi in compressione sui dischi intervertebrali. Nel caso dello SLR tutto ci
avviene soltanto da un lato ed agli eventi sopra descritti si deve aggiungere
anche un aumento della mobilit dellarticolazione sacro-iliaca. Daltra parte
ampiamente riconosciuto come lo SLR test sia un utile strumento diagnostico
la cui positivit segno di patologie del rachide lombare, quali sciatalgie o ernie
del disco. Altri studi sembrano invece incoraggiare il potenziamento
dellileopsoas, rilevando come esso sia responsabile della stabilit della colonna
lombare. Non si pu dunque affermare con certezza se lallenamento di questo
muscolo possa arrecare al rachide lombare danni o benefici; ci che possiamo
affermare invece che lo SLR non un esercizio specifico per il quadricipite
femorale.
Parole chiave: straight leg raising, ileopsoas, retto femorale, colonna lombare,
biomeccanica, riabilitazione.
INDICE
1 INTRODUZIONE
1.1 DESCRIZIONE DELLESERCIZIO E SUE FINALIT
1.2 PROTOCOLLI RIABILITATIVI
1.2.1 Il recupero precoce della forza muscolare
1.3 LA LOMBALGIA
1.3.1 Anatomia funzionale del rachide lombare
1.3.2 Un test ormai classico: la manovra di Lasgue
1.4 SCOPO DI QUESTO STUDIO
2 ANATOMIA E FUNZIONE DEI MUSCOLI COINVOLTI NELLO STRAIGHT
LEG RAISE
2.1 RETTO FEMORALE
2.1.1 Anatomia
2.1.2 Funzione
2.2 SARTORIO
2.2.1 Anatomia
2.2.2 Funzione
2.3 TENSORE DELLA FASCIA LATA
2.3.1 Anatomia
2.3.2 Funzione
2.4 ILEOPSOAS
2.4.1 Anatomia
2.4.2 Funzione
2.4.3 Considerazioni sulla funzione del muscolo ileopsoas
3 ANALISI BIOMECCANICA DELLO STRAIGHT LEG RAISE
3.1 CINEMATICA ARTICOLARE DEL BACINO E DEL TRATTO
LOMBO-SACRALE DURANTE LO STRAIGHT LEG RAISE
3.2 ATTIVAZIONE MUSCOLARE
3.3 DISCUSSIONE
4 CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
1 Introduzione
Lo scopo di questo studio analizzare un esercizio, lo straight leg raise (SLR),
molto in uso nei protocolli riabilitativi relativi ai traumi e alle patologie degli
arti inferiori (Andrews et al., 2000; Andersson et al., 1997a; Ferretti, 1996;
Shaw et al., 2002), al fine di verificare come il muscolo ileopsoas, protagonista
di questo gesto (Andersson et al., 1997a, 1997b; Kapandji, 2002; Kendall et
al., 2002), intervenga sulla colonna lombo-sacrale e, infine, capire se possano
esserci ripercussioni su di essa.
1.1 Descrizione dellesercizio e sue finalit
Lo SLR si esegue in posizione supina, con larto inferiore da allenare esteso e il
controlaterale flesso in appoggio; gli arti superiori distesi lungo i fianchi.
Nellesecuzione dellesercizio (Fig. 1.1), il paziente effettuer una contrazione
isometrica del quadricipite interessato e successivamente elever lentamente
larto per circa 15 cm, terr per sei secondi e seguir una fase di ritorno lento
a terra, decontrazione e riposo di quattro secondi (Andrews et al., 2000).
Fig. ?2.1 Lasse frontale passante per il centro dellarticolazione dellanca (da
Kapandji et al., 2002)
Essi sono il retto femorale, il sartorio, il tensore della fascia lata e lileopsoas
(Andersson et al., 1997b; Kapandji, 2002; Kendall et al., 2002). Altri muscoli
con funzione flessoria accessoria sono il pettineo, il medio adduttore, il retto
interno ed i fasci pi anteriori del piccolo e del medio gluteo.
2.1 Retto femorale
2.1.1 Anatomia
Esso origina dalla spina iliaca anteriore superiore con il suo tendine diretto e
dalla porzione superiore dellacetabolo sulla capsula articolare con il tendine
riflesso; le sue fibre decorrono verticalmente per inserirsi con i fasci profondi
sulla base della patella; con i suoi fasci superficiali forma il tendine rotuleo (Fig.
2.2).
Fig. ?2.9 Le linee di forza dei fasci dello psoas maggiore viste in proiezione
sagittale. La linea che unisce i centroidi rappresenta la risultante di tutte le
linee di forza dei fasci del muscolo e suggerisce un gran carico in compressione
sui dischi intervertebrali e grandi forze di taglio anteriore, specie a livello
L4-L5 e L5-S1 in estensione della colonna (a sinistra) (da Santaguida et al.,
1995)
Essi giungono dunque alla conclusione che lo psoas non sia concepito per avere
unazione principale sulla colonna lombare sul piano sagittale, poich in tutte le
posture di essa, i momenti di forza che produce sono sempre molti piccoli; quel
che lo psoas provoca, secondo gli autori, una notevole compressione delle
vertebre e importanti forze di taglio anteriori: questo il prezzo che la colonna
paga per disporre di un potente e funzionale flessore danca.
Dello stesso avviso Busquet (1996), il quale, sulla base del principio secondo
cui la forma del muscolo a definirne la funzione, sostiene che () la funzione
principale di questo muscolo (lo psoas, ndr) sia quella di focalizzare la sua
azione dinamica sul suo tendine terminale, ossia sullanca. Si pu ugualmente
pensare che la parte superiore del muscolo psoas-iliaco, essendo larga, a
ventaglio, sia preferibilmente la zona di relativa fissit sulla colonna. A questo
livello, lestensione del muscolo demoltiplica le forze generate dalla contrazione
sulle zone di inserzione, in particolare sulla colonna lombare, per non
danneggiarla.
Santaguida et al. (1995) confermano le importanti forze di compressione che
lo psoas imprime alle vertebre lombari ed a queste imputano un aumento della
rigidit della colonna, con effetti stabilizzatori sul piano frontale quando i due
muscoli agiscono simultaneamente; unilateralmente lo psoas agisce come
flessore laterale della colonna (Andersson et al., 1996; 1997a; 1997b; 1998;
Juker et al., 1998; Kapandji, 2002; Kendall et al., 2002; Santaguida et al,
1995; Wirhed, 1992). Gli stessi studiosi, per, si soffermano sulle notevoli
forze di taglio anteriori che la contrazione del muscolo produce a livello di
L5-S1.
Nonostante confermi lazione lordotizzante dello psoas, Penning (2000)
sostiene che leffetto finale sul rachide lombare sia quello di fornire stabilit; egli
afferma che i fasci dello psoas sono in continuo adattamento rispetto alle
variazioni della postura della colonna, per assisterla in ogni momento. Ci
sarebbe confermato da studi elettromiografici che dimostrano come il muscolo,
in posizione eretta e rilassata, riveli una minima e continua attivit.
Questi stessi risultati sono stati ottenuti anche in un ulteriore studio (vd. cap. 3;
Juker et al., 1998) che ha portato gli autori a definire lo psoas come
responsabile del normale funzionamento del rachide lombare ma, anche, come
fonte di grande stress da carico. Ad esempio, assumendo un ragionevole valore
di 30 Ncm-2 come massima tensione muscolare ed utilizzando le registrazioni
elettromiografiche ottenute nello studio effettuato, gli studiosi hanno stimato
che durante una contrazione bilaterale dello psoas (20% della massima
contrazione volontaria), questo esercizio impone alla giuntura lombosacrale una
compressione di 226N e una forza di taglio anteriore di 179N.
Diverse ricerche sui meccanismi di stabilit della colonna lombare hanno
analizzato lo psoas in un contesto pi ampio, inserendolo in un gruppo di
muscoli tutti accomunati dalla stessa funzione: garantire stabilit dinamica e
controllo alla colonna lombare. In particolare, Peltonen et al. (2004)
enfatizzano il ruolo dello psoas come flessore danca e ne ridimensionano la
capacit di flettere o estendere il tronco; gli stessi aggiungono poi che lo psoas,
insieme ai muscoli spinali, sarebbe coinvolto nel normale funzionamento del
rachide lombare. Dunque, il binomio muscoli paravertebrali e ileopsoas
aumenterebbero la lordosi lombare, mentre il gruppo di muscoli, al quale
appartengono gli addominali ed i glutei, dovrebbero cifotizzare la colonna.
Lequilibrio funzionale tra i due gruppi di muscoli importante per la corretta
funzione della colonna vertebrale e per mantenere una corretta postura
(Postacchini et al., 2000).
Questa sinergia ritenuta fondamentale visto che il complesso
osteolegamentoso della colonna, da solo, non sarebbe in grado di sopportare i
carichi imposti dalle normali attivit quotidiane; questi muscoli
provvederebbero al controllo motorio dei diversi segmenti della colonna,
garantendo equilibrio al rachide e aumentando la rigidit segmentale (Barker
et al., 2004; Jemmett et al., 2004).
Elliott et al. (2004) hanno notato come, in una paziente affetta da mal di
schiena cronico, esercizi di contrazione isometrica dellileopsoas abbiano
portato un notevole sollievo dal dolore. Ma il punto pi interessante che
questa paziente riusciva a contrarre il muscolo nonostante lassenza congenita
dellanca destra e che esso si inserisse sulla superficie ventrale dellosso iliaco; ci
ha portato gli autori a pensare che lileopsoas abbia un importante ruolo come
coadiutore del multifido lombare e del trasverso addominale, nel garantire
stabilit dinamica e controllo alla colonna lombare.
2.4.3 Considerazioni sulla funzione del muscolo ileopsoas
Da unattenta revisione della letteratura in nostro possesso, risulta ancora poco
chiaro il ruolo che lileopsoas ha sulla colonna lombare. Il dibattito tra gli
studiosi sembra aver appurato che il muscolo abbia unazione principale come
flessore danca e soltanto unazione secondaria sul rachide; proprio questa
funzione accessoria, per, rimane in discussione: se da un lato sembra poter
agire in sinergia con gli altri muscoli responsabili della stabilit della colonna,
dallaltro aumenterebbe notevolmente la rigidit dei segmenti vertebrali ed il
carico che essi devono sopportare. I modelli biomeccanici sono concordi con
laffermare che i momenti di forza generati dai fasci dello psoas sono sempre
piuttosto piccoli, dato il minimo braccio di leva, ma la risultante generale della
tensione del muscolo sembra essere un aumento della fisiologica lordosi lombare,
fattore, questo, predisponente linsorgere di lombalgia.
3 Analisi biomeccanica dello straight leg raise
Dopo aver descritto genericamente la morfologia e il ruolo dei muscoli coinvolti
nel nostro esercizio, vediamo come essi si comportano durante la sua
esecuzione.
Dalla letteratura in nostro possesso emerge come numerosi studi abbiano
cercato di identificare qualitativamente e quantitativamente il ruolo
dellileopsoas e del retto femorale nella flessione dellanca (Andersson et al.,
1996, 1997a, 1997b, 1998; Byrne et al., 2005; Elliott et al., 2004; Hall et
al., 1998; McGill, 1995; Soderberg, 1983; Yoshio et al., 2002;) e come,
invece, pochi abbiano posto laccento sulle ripercussioni di tale gesto sulla
colonna lombare (Juker et al., 1998; Mens et al., 1999, 2001, 2002;
OSullivan et al., 2002).
3.1 Cinematica articolare del bacino e del tratto lombo-sacrale durante lo
straight leg raise
Una prima considerazione pu essere fatta a partire dagli studi portati avanti
da Mens et al. (1999), i quali hanno mostrato attraverso indagini radiologiche
come lesecuzione dellesercizio, in soggetti femminili affetti da sindrome da
dolore pelvico posteriore a seguito di gravidanza, provochi uninclinazione
anteriore dellanca omolaterale, con conseguente discesa del relativo osso
pubico (Fig 3.1), trazione sul legamento ileolombare, sulla quarta e quinta
vertebra lombare e rotazione controlaterale delle stesse (Fig. 3.2).
Fig. ?3.3 Tracciato elettromiografico durante SLR (LL1i) dei muscoli iliaco (IL),
retto femorale (RF) e sartorio (SA); TF, flessione del tronco; HF, flessione
dellanca; ss, gambe tese e bloccate (da Andersson et al., 1997a; modificata)
Fig. ?3.4 Valori medi elettromiografici rilevati durante vari compiti motori,
espressi in percentuale del massimo valore registrato per quel particolare
muscolo nel corso degli stessi esercizi: flessione del tronco (TF), flessione
dellanca (HF), passaggio da posizione supina a seduta (SP) e sollevamento delle
gambe (LL); i primi tre esercizi sono stati eseguiti in quattro differenti modi:
con gambe tese e bloccate (ss), con gambe tese libere (s), con gambe flesse
bloccate (bs) e con gambe flesse libere (b); il sollevamento delle gambe stato
eseguito con entrambi gli arti contemporaneamente (2), e con uno solo (SRL)
in cui si sono registrati i valori della gamba ipsilaterale (1i) e controlaterale
(1c); RA, retto addominale; OE, obliquo esterno; OI, obliquo interno; IL, iliaco;
RF, retto femorale; SA, sartorio; (da Andersson et al., 1997a)
Gli stessi studiosi aggiungono che, durante lo SLR, il muscolo quadrato dei
lombi e la porzione laterale pi profonda del muscolo sacrospinale
controlaterale danno un contributo fondamentale al mantenimento della
stabilit della colonna lombare, sul piano frontale. Ci avviene, probabilmente,
per bilanciare la coppia laterale prodotta dallileopsoas omolaterale.
In un precedente lavoro (Andersson et al., 1996), i ricercatori sostengono,
sulla base di altri loro studi, che lesercizio pi appropriato per aumentare la
forza dellileopsoas proprio il sollevamento delle gambe tese da terra,
unilaterale e bilaterale; ci produrrebbe contrazioni del muscolo in questione
nellordine del 60%-70% della forza massima.
Fig. ?3.5 Valori medi di attivazione muscolare durante contrazione isometrica
della gamba tesa sollevata da terra (LL1i) a 10, 30 e 60. IL, iliaco; RF,
retto femorale; SA, sartorio; per la spiegazione degli altri esercizi, vedere figura
precedente (da Andersson et al., 1997a, modificata)
A sostenere questa tesi c un ulteriore studio (Juker et al., 1998) che ha preso
in esame molti esercizi e compiti motori, registrando tramite elettromiografica
il grado di attivazione della porzione lombare dello psoas (raggiunto in due
punti) e del retto femorale. I soggetti partecipanti alla sperimentazione sono
stati otto studenti, di cui tre donne, e la massima ampiezza dellattivit
mioelettrica stata ottenuta tramite la massima contrazione rilevata. Anche
in questo caso, lesecuzione del sollevamento delle due gambe
contemporaneamente ha comportato una maggiore attivazione sia del primo
che del secondo muscolo (34% contro 23%). Nelle loro conclusioni, gli autori
sostengono che il ruolo dello psoas non sia tanto quello di erettore e
stabilizzatore lombare, quanto quello di flessore danca. Questa convinzione
origina dai dati quantitativi che gli autori hanno ottenuto e che mostrano la
minima attivazione dello psoas in esercizi come la semplice postura eretta,
lestensione della colonna da in piedi o il sollevamento di pesi, anche molto
gravosi, da terra (Tab. 3.1)