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Letteratura latina

21/09
La letteratura latina presenta una varietà ed una grande quantità di fonti che, per
essere ordinata, ha usufruito di una divisione temporale piuttosto grossolana, la
quale si è rifatta ad eventi storici importanti.
In tal senso, la vera e propria suddivisione comincia nel 240 a.C., anche se alcuni
hanno parlato di contributi letterari antecedenti (alcuni risalenti anche alla nascita di
Roma 753 a.C.) ma che non possono essere considerati tali poiché non aventi una
logicità ed organicità tale da poter aprire od essere catalogati in un determinato
genere letterario.
Le fasi sono 5:
• FASE PRELETTERARIA
• FASE ARCAICA
• ETA CLASSICA O DI CESARE E CICERONE
• ETA AUGUSTEA
• ETA IMPERIALE

FASE PRELETTERARIA (753 a.C.-240 a.C.)


I primi cinque secoli della storia romana furono caratterizzati dalla conquista
dell'Italia centrale e meridionale, dalla creazione di istituzioni politiche, religiose e
giudiziarie[8] ma anche da una produzione letteraria anonima e tramandata
oralmente, con scopi pratici e occasionali: per questo fu definita preletteraria.
Questa produzione consiste in forme poetiche abbozzate, senza alcun intento
letterario, scritte in un latino rozzo e primitivo; la loro importanza è dovuta
all'influenza che esercitarono sulla letteratura posteriore, specialmente in
determinati ambiti quali il teatro, l'oratoria e la storiografia.

FASE ARCAICA (240 a.C.-79 a.C.)


La nascita della letteratura, secondo la testimonianza di Cicerone, è da fissare al 240
a.C., anno in cui (“Livius primus fabulam docuit”) uno schiavo tarantino di nome
Livio Andronico incominciò la sua produzione teatrale. Nel Brutus, infatti, (cosa che
ribadisce poi anche nell’Orator) in un dialogo con un suo amico, Cicerone fa una
sorta di ricostruzione della storia dell’Oratoria Greca e latina e, quando afferma di
dover tener conto e valorizzare gli antichi, riconosce la rilevanza di Livio Andronico.
Che, nel 241 a. C., all’indomani della conclusione della Prima Guerra Punica, riceve
l’incarico di comporre un’opera teatrale in onore della vittoria. Questa informazione
è confermata anche da Tito Livio nell’”Ab Urbe Condita” ove afferma che “Livius
ausus est primus argumento fabulam erere”. Seppur dalla scarna produzione,
questo periodo è importantissimo e impiega poco a crescere esponenzialmente,
aiutato dall’influenza greca, tanto che già nel I secolo a.C. si giunge alla letteratura
complessa e completa di Terenzio e Varone.

FASE CLASSICA (FASE DI CESARE -Aetas Cesaris- E CICERONE) (79 a.C.- 31 a.C.)
La morte di Silla è l'evento che sembra chiudere un'epoca storica per aprirne
un'altra, inizialmente caratterizzata dalla brama di potere degli optimates che
scatenò numerose reazioni in tutto il territorio sottomesso da Roma. Qui nascono
tutti i generi letterari, soprattutto la tragedia e la commedia.
Fu un'epoca in cui si presentarono grandi novità, sia in ambito civile sia letterario: i
grandi modelli della letteratura e dell'arte greca, infatti, vennero assimilati e
rielaborati in modo tale da essere adeguati alla sensibilità e alla spiritualità del
tempo: il contrasto tra vecchio e nuovo spesso si notò anche nello spirito e
nell'opera di uno stesso autore. In questo periodo fu data rilevanza fondamentale
alla lingua che venne riorganizzata e resa organica sia a livello grammaticale
(Varone, de lingua latina) che sintattico (lo stile linguistico utilizzato fino ad allora
non era tale) ed, inoltre, sorse la necessità di fissare e dividere le varie tipologie
letterarie che, ormai numerose, spesso venivano confuse tra loro, a rischio di
perdere la propria essenza.
Marco Tullio Cicerone (106 a.C.-43 a.C.), l'autore da cui prende nome questo
periodo, fu una delle più complesse e ricche personalità del mondo romano,
dominatore della cultura, del pensiero e dell'arte di un'epoca gloriosa. Manifestò la
difesa della tradizione politica e culturale dell'età precedente attingendo e
rimodernando spunti e teorie da diversi campi della civiltà ellenica, con nuova
ricchezza dei mezzi espressivi. Considerato dai contemporanei il re del foro e da
Quintiliano l'exemplum (il modello) a cui si doveva ispirare chi studiava eloquenza.
Cicerone, grazie alla sua notevole produzione letteraria. alla sua abilità nell'oratoria,
alla sua espressione retorica e al suo ideale di humanitas (basato su un'idea di
cultura legata ai più autentici valori umani e sulla dignità della persona). segnò
un'orma incancellabile nella storia della lingua latina e si propose come coscienza
critica per l'uomo di ogni tempo.

FASE AUGUSTEA (31 a.C.-14 a.C.)


L'età di Augusto (il principato, chiamato così a livello militare, non politico poiché
Roma era ancora una repubblica) è considerata uno fra i più importanti e fiorenti
periodi della storia della letteratura mondiale per numero di ingegni letterari, dove i
principi programmatici e politici di Augusto erano appoggiati dalle stesse aspirazioni
degli uomini di cultura del tempo. Del resto la politica a favore del primato dell'Italia
sulle province, la rivalutazione delle antiche tradizioni, accanto a temi come la
santità della famiglia, dei costumi, il ritorno alla terra e la missione pacificatrice e
aggregante di Roma nei confronti degli altri popoli conquistati, furono temi cari
anche ai letterati di quell'epoca.

FASE IMPERIALE (14 a.C.- 476 d.C.)


L’età imperiale indica tutto ciò che segue il regno augusteo ed è divisa, a sua volta,
in:
• FASE GIULIO CLAUDIA (14 A.c.-68 d.C.)
• FASE DEI FLAVI (69 d.C.-96 d.C.)
• FASE DEGLI ANTONINI (96 d.C.-137 d.C.)
• LETTERATURA DEL TARDO IMPERO (137 d.C.- 476 d.C.)
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Una volta nata, resta da chiedersi quali siano gli aspetti fondamentali della
letteratura latina, della lingua con cui essa venne scritta e quali i suoi contenuti. Se,
infatti, la sua nascita è da rinvenirsi in Livio Andronico, questa si sviluppa in modo
piuttosto rapido, prendendo come fonti principali non soltanto quelli dei testi greci
bensì anche italici ed etruschi ( anche perché la civiltà greca, manteneva il
predominio culturale su gran parte della penisola italica e influenzò in vari aspetti gli
etruschi stessi, una popolazione italica che dominava politicamente il centro della
penisola). Ciò determinò che, soprattutto nella fase preletteraria, i primi testi
presentavano contenuti quasi religiosi, spesso correlati alle divinità (Non a caso si
pensa che la “fabula” scritta da Andronico fosse stata fatta proprio per festeggiare e
ringraziare gli Dei per la vittoria delle guerre puniche), tipiche della cultura greca, e
che sulla falsariga della mitologia sorgesse l’epica, ovvero la storia di eroi che,
attraverso varie peripezie, giungono a secolari traguardi personali e storici. Di
questo periodo, inoltre, ciò che rimane sono forme poetiche abbozzate, senza alcun
intento letterario, scritte in un latino rozzo e primitivo, la cui funzione era quasi e
prettamente politica. La letteratura, seppur in modalità poco eleganti o
stilisticamente corrette, mirava a portare avanti il sistema valoriale romano -i cd.
“mos maiorum”del cives romanum-, che fungeva da collante per la società romana
del tempo che spesso si trovava in guerra -o in contatto- con altre popolazioni. La
caratteristica fondamentale di questi valori etici era quella di anteporre l’interesse
comunitario all’interesse individuale, enfatizzando e mitizzando il coraggio e la
volontà di difendere la propria terra e la propria gente, perseguendo le antiche virtù
dell’ideale dell’uomo romano e questo permise il mantenimento dell’integrità
dell’Impero Romano.

Pietas, fides, ma soprattutto humanitas (quella che veniva considerata come mera
filantropia che Cicerone era apertura verso il prossimo), divennero i punti centrali
della letteratura nascente.

RAPPORTO CRONOLOGICO TRA LA LETTERATURA GRECA E QUELLA LATINA

La letteratura greca nasce attorno al VII secolo a.C., in epoca di molto antecedente
rispetto a quella latina, le cui prime e scarne testimonianze risalgono almeno al V
secolo a.C. Questa, seppur dai contenuti profondamente diversi (in quanto quella
greca si fonderà sulla mitologia, sul mito e sull’importanza degli dei, mentre quella
latina acquisirà un aspetto più pragmatico) ha influenzato la letteratura romanistica
in modo profondo. Infatti è proprio grazie alla letteratura greca che quella latina
nasce già “adulta” e matura fino a giungere ad una convergenza che è quella dell’età
imperiale in cui cultura e greca e latina “si fonderanno”.
Volendo però dividere la letteratura greca in fasi ne potremmo rinvenire solamente
tre effettive (quella imperiale coincide con quella latina) , a riprova della solidità
della materia letteraria: età arcaica, età alessandrina (o ellenistica) ed età imperiale.

• FASE ARCAICA (VIII-VI sec. a.C.)


Questa fase ha inizio nel VIII-VI a.C. ed è prima orale per poi divenire
progressivamente scritta. In questa fase sorge l’epica ( con le prime opere
omeriche), la poesia (con Esiodo, che è il primo poeta greco di cui abbiamo notizie
storiche) e la lirica che però non ebbe molta fortuna poiché era un genere
particolare, in cui ciò che doveva emergere era l’emozione e la propria interiorità,
inadatta alle guerre di colonizzazione che la Grecia stava affrontando.

• FASE CLASSICA (V-IV sec. a.C.)


La fase classica corrisponde, nella letteratura latina, alla fase arcaica in quanto è
proprio in questo periodo che nascono le prime tragedie, l’oratoria e la storiografia.
Questo anche perché in quel periodo Atene aveva ricevuto un’importante sconfitta
e il sistema politico era altalenante. Parlare di storia divenne una necessità, anche e
soprattutto per tener diario di ciò che stava accadendo e l’oratoria, al contempo, per
permettere alla popolazione ateniese di poter scegliere il sistema politico futuro.

• FASE ALESSANDRINA (323-31 a.C.)

In questa fase la Grecia attraversa una fase politicamente salda e, di conseguenza,


questo ha permesso l’ampliamento dei generi a cui ci si approccia. In particolare,
sorge qui il culto della cultura e lo studio della lingua; nascono nuove forme
poetiche e vengono riscoperti gli antichi generi in cui, però, l’attenzione è posta allo
studio linguistico e all’erudizione. In questo periodo un profondo influsso è quella
della filologia, rivalutando e reinterpretando le antiche opere, tra cui quelle
omeriche.

• FASE IMPERIALE
Per letteratura greca imperiale (o letteratura greca di età romana) si intende il
periodo successivo a quello ellenistico, compreso tra il 27 a.C. (anno in cui Ottaviano
divenne il primo imperatore romano) ed il 529 (anno in cui l'imperatore Giustiniano
ordinò la chiusura della scuola neoplatonica di Atene). Qui, l’influenza romanica fu
talmente importante che alcuni parlano di letteratura greco-romana.

LA LETTERATURA LATINA: LA FASE PRELETTERARIA

È il periodo antecedente al 240 a.C., ovviamente partendo dalla nascita dell’impero


romano, e viene definito tale non soltanto perché i generi che si diffusero non
appartenevano ad una categoria letteraria vera e propria ma, soprattutto, perché
anche le forme di trasmissioni erano prevalentemente orali, o dalle forme
linguistiche rozze e primitive.
Tra le forme orali che si diffusero ritroviamo:
• CARMINA: (da cano: canto), che usavano il verso saturnio. In ambito letterario
il termine viene utilizzato per designare componimenti poetici di notevole
estensione, mentre in questa fase antica, carmen non indica solo quello che è
cantato, e cioè i componimenti in poesia, ma più genericamente tutto ciò che è di
particolare solennità, che sta fuori dal parlato quotidiano, e quindi anche la prosa. Si
trova così applicato alle più disparate forme di comunicazione, dalle preghiere alle
filastrocche infantili e alle formule magiche, dalle leggi alle profezie e agli
incantesimi, dalle nenie funebri ai giuramenti. I carmina hanno un contenuto
piuttosto ingenuo e mostrano una certa rozzezza stilistica, nonostante il tentativo di
elevare il tono espressivo. Mezzi tecnici poveri (rima, allitterazione, assonanza,
figura etimologica e simmetria) e la cadenza di cantilena monotona aiutavano
l'apprendimento a memoria. I carmina potevano esser di diverso genere, partendo
da quelli Sacrali a quelli conviviali, fino a giungere a quelli funebri o trionfali
(Triumphalia- spesso composti dai soldati vittoriosi) a seconda dei suoi contenuti

• LAUDATIONES FUNEBRES: sono i discorsi in ricordo di un membro di una gens,


tracciando le memorie biografiche del defunto ed inserendo anche vere e proprie
preghiere.
• FORME TEATRALI
Per quel che riguarda le forme scritte, invece, fanno parte di questo periodo:

• ANNALES MAXIMI: Sono forme scritte, poco diverse dalle Laudationes e


rappresentano la prima forma di oratoria e storiografia civile. Questi erano creati dal
pontefice che, negli antichi archivi pubblici di Roma, registrava i fatti più rilevanti
accaduti durante l’anno e li metteva per iscritto su una tavola bianca ( tabula
dealibata) che veniva poi tenuta presso la sua abitazione, a visione di tutti.

• ELOGIA: Nell’ambito della cultura gentilizia, consisteva nell’incidere frasi


commemorative in versi sulla tomba del defunto; questi elogia oltre a riportarne il
nome e le cariche pubbliche ricoperte ne celebrava le virtù e le imprese compiute in
vita.

Infine, prendono qui piega le prime forme miste, orali e scritte, ed in questa
categoria si inserisce Appio Claudio Cieco, un politico romano che si distinse anche
per una importante produzione letteraria. A suo nome ci è giunta anche una raccolta
di Sententiae, ovvero delle massime che avevano un carattere moraleggiante e
filosofeggiante, che secondo il parere di Cicerone risentiva molto dell’influenza della
dottrina pitagorica. Ovviamente le sue opere non sono paragonabili a quelle di Livio
Andronico che rappresentano la prima forma di opera completa della letteratura
romanistica. (cfr. Odissea di Livio Andronico, che si rifà a quella di Omero).

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