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- Musei inglesi
CAMERA OTTICA: scatola chiusa, arriva la luce e l’immagine vista al contrario viene ricalcata
la veduta indipendente dalla presenza dell'uomo frutto dell'ideologia un illuminista (attraverso i lumi
capire il mondo che ci circonda) - la veduta è un documento richiesto dalla specifiche committenze -
Venezia – riproduzione e tecnica - camera ottica
Alla fine del Seicento si diffonde in Italia, a partire da Roma e Venezia, un nuovo genere pittorico destinato
incontrare per molto tempo il favore di un largo pubblico in tutta Europa: si tratta della VEDUTA, ossia della
rappresentazione sostanzialmente realistica dei paesaggi urbani effettivamente esistenti; anche quando
nella veduta assumono peso degli elementi naturali, come Uno scorcio di campagna uno specchio d'acqua, il
luogo specifico rappresentato è reso chiaramente identificabile tramite edifici e emergenze paesaggistiche
che, in genere rendono possibile ricostruire il punto di vista dal quale lo scenario è stato colto.
Per questo intento di documentazione la veduta si distingue dal genere paesaggio affermatosi nel Seicento,
sia nella sua versione più classica preferita dagli italiani, sia in quella naturalistica preferita soprattutto dai
olandesi (in basso), sebbene per molti aspetti ne costituisca la naturale evoluzione.
Paesaggio con la fuga in Egitto, realizzato tra il Claude Lorran (Gellee) – Landscape with
1602 e il 1604 da Annibale Carracci Merchants c. 1630
Già dagli ultimi decenni del Seicento a Roma si era andata formando una comunità di pittori olandesi che
registravano con notevole fedeltà attraverso disegni, dipinti e incisioni i luoghi più interessanti della città
per poi venderle un pubblico appassionato dell'arte dall'antico composto in primo luogo da viaggiatori
benestanti.
Tra i primi apprezzati vedutisti via Infatti proprio un pittore olandese trapiantato a Roma, GASPAR VAN
WITTEL (1652/1653-1736), originario di Amersfoort, cittadina prossima Utrecht, che nel 1674 si stabilisce in
Italia, dove il suo cognome viene presto tradotto in Vanvitelli. Van Wittel, forte dall'esperienza maturata al
servizio di un ingegnere idraulico suo Nazionale che gli aveva commissionato 50 vedute per degli Studi sulla
navigabilità del Tevere, fissa alcuni scorci ben precisi, individuando dei punti di osservazione su Roma che
grazie ai suoi dipinti sarebbero divenuti canonici.
L’AMBIENTE VENEZIANO
nel corso del Settecento Venezia era stata una delle mete più frequentate durante il Grand Tour, divertendo
la seconda patria del vedutismo. Sono soprattutto gli inglesi a fare tappa fissa a Venezia, spinti anche da
una letteratura (come il saggio On Travel del filosofo Francis Bacon del 1615) che da tempo aveva messo in
discussione l'idea dell'assolutezza di qualsiasi cultura.
Venezia, 1740
il colore chiaro e temperato
C’è in lui una vena nostalgica quasi preromantica, un rimpianto per la grandezza del passato. La coscienza
della fine sotto l'apparenza di un fasto esteriore.
Guardi non si presentò mai al pubblico come
“un sostituto” di Canaletto. Egli, infatti,
propose una propria e diversa
interpretazione della veduta. I dipinti di
Guardi presentano un'immagine di Venezia
decadente e fantastica, segnata da un
carattere emotivo e malinconico.
Guardi non amò particolarmente il trionfo di Piazza San Marco ed i suoi gloriosi monumenti; privilegiò,
piuttosto, la rappresentazione di una Venezia appartata e solitaria, dei suoi canali più anonimi e suggestivi,
con i loro muri cadenti, pieni di muffa e di rampicanti.
I particolari non avevano importanza: tutti gli elementi del dipinto dovevano fondersi nella prospettiva aerea,
che rende sensibile la profondità dello spazio anche se non concretamente misurabile.