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Lezione 9

Erlkönig, parte III: continuazione dell’analisi, la messa in musica

Prof. Nones, Poesia per musica e drammaturgia musicale,


2020-21, Lezione 9
Riepilogo
• Nella lezione precedente, abbiamo visto la struttura interna della
poesia di Goethe
• Abbiamo sul finire considerato quante voci diverse debba incarnare
chi si trovi a interpretare il Lied
• Oggi esaminiamo più da vicino la messa in musica che fa Schubert
della poesia di Goethe, e lo faremo da due angolature

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• Prima osservazione: il Lied è durchkomponiert, ma ciò non va ad
oscurare del tutto la struttura strofica della poesia
• La corrispondenza strofica è in questo: che le frasi compiute del
canto, musicalmente autonome e che tipicamente concludono in una
cadenza seguita da una parte solo pianistica, corrispondono alle
distinte quartine
• È il pianoforte, con il suo perpetuum inesorabile durchkomponiert, a
tenere insieme il Lied

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Prendiamo le mosse da qualcosa di diverso
dall’originale schubertiano
• Trascrizioni
• Abbado e Anne Sophie von Otter – per Berlioz
• Abbado e Thomas Quasthoff – per Reger
• https://www.youtube.com/watch?v=dc4ERZysvEg
• https://www.youtube.com/watch?v=ZA-jQ_KV4L0

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Berlioz
• Impostazione di orchestrazione: gli strumenti dell’orchestra sembrerebbero aiutare la
differenziazione timbrica di padre e figlio, nella quartina II e nella quartina VI, con
sovrapposizione alla voce in unisono (mentre la voce è lasciata sola quando è nel ruolo di
narratore/interlocutore): flauto e oboe, quando la cantante dà voce al bambino; corno
inglese (poi unito al fagotto), quando incarna il padre; nella voce del Re degli Elfi, la
cantante (qui von Otter differenzia chiudendo gli occhi) è sola, con dialogo di vari legni e
soprattutto gli archi che disegnano «Nebelstreif» nel cielo, a rappresentare un mondo
diverso da quello terreno
• Dalla metà della quartina IV, i fiati si tacciono, e il dramma si consuma nel ronzare degli
archi fino all’inizio della quartina VI, dove ritorna la dinamica di arrangiamento iniziale
• A sparigliare definitivamente quello schema è il clarinetto, che doppia la voce del Re degli
Elfi nella quartina VII – l’effetto dà l’idea che la situazione stia sfuggendo di mano, e la
normalità sia ormai la febbre, la condizione del Re degli Elfi
• È tutta una furia di archi ad assordare fino alla quartina finale, in cui ha termine la
cavalcata, d’improvviso. Forte, gli accordi della cadenza finale

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Reger
• Naturalmente Berlioz è considerato un insuperabile orchestratore, ma andiamo a vedere
l’orchestrazione di Reger
• L’impostazione è diversa. Più sottile, meno schematica l’associazione tra strumenti e
personaggi della poesia. Geniali i tocchi dell’uso del corno, del trillo ai flauti sulle danze
del Re degli Elfi, e il timpano a doppiare la scala ascendente dei bassi
• Nello specifico: quartina I: narratore+clarinetto, intelocutore+oboe e poi clarinetto;
quartina II: padre+clarinetto (a creare continuità, siamo noi su quel cavallo e a vedere la
scena), figlio+oboe (il nostro interlocutore è il figlio, che si rivolge a noi), padre+corno in
fa alla risposta che cerca di essere rassicurante, ma il corno continua nella quartina
successiva, III, dove a parlare è il Re degli Elfi, doppiato da flauto e clarinetto; quartina IV:
figlio+oboe (penetrante),padre+clarinetto; quartina V: tutta ricamata dai legni; quartina
VI: torna il figlio+oboe, padre+corno (presago); quartina VI, Re degli Elfi con flauti
acutissimi, figlio+oboe e violini a rinforzare l’invocazione disperata; quartina VIII:
orchestra al completo, recitativo pp, finale f ma solo agli archi

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Bisogna dire che la versione di Reger è valorizzata dalla
straordinaria duttilità della voce di Thomas Quasthoff

• Ma per quanto Berlioz e Reger siano due grandissimi compositori, e i


due cantanti due grandissimi artisti, a me pare che il pianoforte
solitario di Schubert rimanga più potente. Come è possibile?
• Proviamo a spiegarlo andando a vedere cosa scriva Schubert stesso
nella sua musica, nel suo originale per voce (a cui ci dedicheremo
espressamente nella prossima lezione) e pianoforte (su cui ci
concentriamo ora): la mia tesi è che le orchestrazioni, per quanto
belle, tolgano forza a quanto ottiene Schubert con la struttura
musicale, dove il durchkomponiert diventa, innanzitutto, modulazioni
(e non modulazioni che si ripetano con ricorrenza strofica)
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Guardando i manoscritti e la prima edizione,
prime osservazioni sulla composizione
• Prime 15 battute, tutte pianistiche: la mano destra ha terzine ribattute in ottave
di crome, un pedale proposto inizialmente da solo. A livello armonico, questa
figurazione subirà varie metamorfosi nel corso del Lied, sempre rimanendo
ritmicamente accesa tranne che per lo stop finale
• Attenzione all’indicazione agogica: il tempo è 4/4, non 2/2, pur essendo indicato
«Schnell»
• A b. 2, entra l’elemento motivico alla sinistra: è una figurazione composta da due
elementi: una scala ascendente e un ripiegarsi a voltare in cadenza su tre
semiminime che per salti di terza inesorabilmente devono ricadere sulla
fondamentale. Costituisce lo sfondo sia ritmico sia scenico del Lied. Viene ripetuto
per ben 13 volte alla lettera o trasposto, o frammentato nelle sue due
componenti che acquistano forza autonoma
• Un ulteriore elemento farà da motrice per l’evoluzione drammatica, il salire
cromaticamente alla sinistra nelle battute 6 e 7, verso la cadenza V-I

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Oggi ci concentriamo primariamente sulle
modulazioni
• Si ha una prima svolta, dal tetro sol minore iniziale, al si bemolle maggiore, già nella
quartina introduttiva,
• È un’altra modulazione prima a riportarci in sol minore, e poi a trasportarci nel clima
tragico, con il padre che nota la cera così scura del figlio: do minore, dove il figlio mostra
lo spettro che gli aleggia davanti
• Il padre cerca di rassicurare… e riporta a un malfermo si bemolle maggiore
• Ma è proprio su quello stesso senso di rassicurazione che insiste anche la voce del Re
degli Elfi, sempre in si bemolle maggiore, e con un terribile particolare musicale: le
ottave alla sinistra battono per la prima volta i quarti con ottave di crome, che suonano
come di battito cardiaco accelerato
• A portare alla quartina seguente ovvero la III, è il salire cromatico per semitoni che già
abbiamo individuato nel tema della morte: il bambino infatti esce dalla visione onirica del
Re degli Elfi e ci riporta in do minore, salendo col pf di semitono. Il padre risponde in si
minore, e cerca di rassicurare arrivando a un improbabile sol maggiore

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• Ma lo stato febbricitante è ormai pervasivo, e il Re degli Elfi, da lì, prende a
scorrazzare in do maggiore nella mente del fanciullo. Si noti, rispetto ai quarti del
basso, lo scompenso cardiaco, l’aritmia delle crome della sinistra in
corrispondenza di «Und wiegen und tanzen und singen dich ein»
• Sempre innalzandosi per semitono il bambino invoca «Mein Vater…»: mi fa, con il
pianoforte che sale da do diesis a re, e siamo giunti in re minore. Attenzione,
potrebbe essere il grado su cui ripiombare sulla tonica iniziale di sol
• Ma padre e figlio vanno per un attimo ancora insieme verso l’assai lontano, ormai
troppo inverosimile, do diesis, mentre le cose ritornano in re minore
• Ad alzarsi ancora di semitono è il tremendo Re degli Elfi, che seduce questa volta
in Mi bemolle maggiore («Ich liebe dich» del pentametro). Quassù dovrà
dibattersi il figlio nel terzo «Mein Vater…»: fa sol bemolle, che cozza terribilmente
contro il mi bemolle della sinistra e il fa della destra: si noti, tre sole note, altro
che orchestrazione… do/re/mi nella prima invocazione, re/mi/fa nella seconda
invocazione, e ora mib/fa/solb nella terza. È qui la potenza del brano
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• A questo punto si ritorna al sol minore iniziale. Sulla cadenza, mentre
il bambino dice al padre: Erlkönig hat mir ein Leids getan
• È rimasta solo la cavalcata, folle, con, per la prima volta, un
innalzamento per semitoni che va oltre i soli tre gradi „della morte“.
Dalla battuta seguente, è già tutto finito
• E infatti, si noti, la cadenza finale di Schubert, il V-I da re7 a sol
minore, è in pp. Non succede più nulla, lì. Das Kind war tot

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https://www.youtube.com/watch?v=2pK5j01
VZd8
• Ora riascoltiamo il Lied in una versione differente, tenorile, dove si
sente molto bene il divenire delle trasformazioni, del
durchkomponiert, delle modulazioni

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