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L'ARTICOLO INDETERMINATIVO
maschile femminile
davanti a consonante UN cappuccino, tè, toast UNA pasta, pizzetta
davanti a vocale e h UN aperitivo UN'aranciata
davanti a s+consonante e z, gn, UNO spumante, yogurt UNA spremuta
ps, x, y
GRAMMATICA:
L’ARTICOLO DETERMINATIVO
maschile femminile
davanti a consonante IL cappuccino, tè, toast LA pasta, pizzetta
davanti a vocale e h L’aperitivo L'aranciata
davanti a s+consonante e z, gn, LO spumante, yogurt LA spremuta
ps, x, y
ARTICOLO QUANDO...
-accompagnano un sostantivo al singolare (che si riferisca a familiari o parenti)
NO (tuo fratello, suo cugino)
ECCEZIONE: 3° persona plurale LORO ha sempre l’articolo (il loro zio)
-accompagnano un sostantivo al plurale
SI (le mie cugine, i miei gentori)
-il sostantivo che indica parentela è una forma alterata
SI (la mia mamma, la tua sorellina)
-il sostantivo che indica parentela è accompagnato da un aggettivo
(il mio caro fratello)
GRAMMATICA:DI + PAESE
Kada želimo reći da smo iz nekog grada (a ne države), član DI se ne spaja s članom, ostaje samo on:
DOMANDE DI BASE
GRAMMATICA:
I NUMERI
-i numeri tra 20 e 100 perdono la vocale finale davanti a uno e otto (ventuno, ventotto)
-i numeri che finiscono con tre hanno l’accento acuto sulla vocale finale (ventitré)
LE ORE
-per indicare l'ora si usa essere alla 3a persona plurale seguito dall'articolo femminile plurale, con
l'eccezione di UNO, MEZZOGIORNO e MEZZANOTTE.
PREPOSIZIONI
All'una
Alle due/tre/...
I nomi che finiscono con una lettera accentata al plurale non cambiano
- città/città
- caffè/caffè
I nomi maschili che finiscono in -ca / -ga al plurale finiscono in -chi / -ghi
- collega/colleghi
- monarca/monarchi
I nomi femminili che finiscono in -ca / -ga al plurale finiscono in -che / -ghe
- amica/amiche
- banca/banche
I nomi femminili che finiscono in -cia / -gia e sono precedute da vocale al plurale
finiscono in -cie / -gie
- ciliegia/ciliegie
- camicia/camicie
I nomi femminili che finiscono in -cia / -gia e sono precedute da consonante al plurale
finiscono in -ce / ge
- provincia/province
- goccia/gocce
I nomi che finiscono in -io (con la i forte) al plurale finiscono con -ii
- rinvio/rinvii
- zio/zii
I nomi che finiscono in -co / -go (se hanno l’accento sulla terzultima) spesso al plurale
finiscono in -ci / -gi
- medico/medici
- monaco/monaci
Queste ultime due regole (in -co / -go) non sono delle vere regole ma dicono l’uso più
comune. Ci sono infatti molte eccezioni:
- amico/amici, greco/greci, nemico/nemici, porco/porci
- carico/carichi, obbligo/obblighi, pizzico/pizzichi, incarico/incarichi
I nomi che finiscono in -logo (se sono cose) al plurale finiscono in -loghi
- dialogo/dialoghi
- monologo/monologhi
I nomi che finiscono in -logo (se sono persone) al plurale finisconi in -logi
- psicologo/psicologi
- teologo/teologi
Anche queste ultime due regole non sono vere regole ma dicono l’uso più comune. E’
possibile trovare nei testi anche forme diverse.
- psicologo/psicologhi, antropologo/antropologhi
- sarcofago/sarcofagi
E’ meglio comunque seguire queste regole quando si scrive e si parla.
In italiano ci sono poi molti plurali irregolari che non seguono nessuna regola:
- uomo/uomini, uovo/uova, dio/dèi, paio/paia, braccio/braccia, migliaio/migliaia
IL PLURALE
Preposizioni di luogo
*Se il luogo e precisato, si usa A+articolo (Sono in pasticceria. MA Sono alla pasticceria qui
all’angolo.)
Mi piace il bianco.
Mettiti la giacca!
Oggi è il 26 Novembre.
- con la maggior parte dei nomi geografici (ma NON con i nomi di
città), tranne quando -in- o -di- precedono nomi geografici femminili
singolari:
- con i nomi di lingue, può NON essere usato dopo i verbi parlare ,
insegnare, studiare e dopo -in- o -di-.
Capisco lo spagnolo, ma non l‘italiano.
→ persone, animali o cose non ancora noti a chi ascolta o legge: una persona bussò
alla porta;
L’ARTICOLO PARTITIVO
Le forme articolate della preposizione di (del, dello, della, dei, degli, delle) sono
usate anche con valore di articolo partitivo, per indicare una parte, una quantità
indeterminata di qualcosa.
→ con i nomi che indicano non un signolo oggetto ma una quantità imprecisata di
qualcosa: vuoi del sale?; c’è del sapone in bagno?;
andare (dritto), girare o svoltare (a sinistra, a destra), tornare (indietro), prendere (la prima
strada a destra), superare (il semaforo), attraversare (la strada, il ponte)
I PAESI E LE NAZIONALITÀ
PAESE NAZIONALITÀ
AUSTRALIA australiano
AUSTRIA austriaco
CANADA canadese
CINA cinese
CROAZIA croato
DANIMARCA danese
EGITTO egiziano
FRANCIA francese
GERMANIA tedesco
GIAPPONE giapponese
GRECIA greco
INDIA indiano
INGHILTERRA inglese
IRLANDA irlandese
ITALIA italiano
NORVEGIA norvegese
OLANDA olandese
POLOGNA polacco
RUSSIA russo
SPAGNA spagnolo
STATI UNITI D'AMERICA americano
SVEZIA svedese
SVIZZERA svizzero
TURCHIA turco
UNGHERIA ungherese
DI CHE
sostantivo aggettivo
Carlo è più alto di Mario. Lui è più simpatico che bello.
pronome avverbio
Carlo è più alto di me. Meglio tardi che mai.
avverbio di tempo verbo all’infinito
Oggi è più caldo di ieri. Sciare è meno noioso che nuotare.
Adesso è meno freddo di prima. preposizione
In città è più caro che in campagna.
AGGETTIVI IRREGOLARI
buono ▶ migliore (più buono) ▶ ottimo (buonissimo)
cattivo ▶ peggiore (più cattivo) ▶ pessimo (cattivissimo)
grande ▶ maggiore (più grande) ▶ massimo (grandissimo)
piccolo ▶ minore (più piccolo) ▶ minimo (piccolissimo)
DEŽELJIN
ACCENTO
ACCENTO TONICO
è un’intonazione più forte e prolungata che cade su una determinata sillaba di una parola
(sulla vocale della sillaba)
la forza o elevazione del tono della voce su una sillaba della parola perché dà il tono alla
parola
le sillabe su cui non cade l’accento si chiamano sillabe atone (senza tono, senza accento)
nel dubbio consultare sempre il dizionario per verificare la corretta pronuncia delle parole
ACCENTO GRAFICO
è quello che troviamo scritto; è il segno che mostra visivamente che la sillaba è accentata:
circonflesso ( ˆ ) – indica una contrazione, ormai in disuso, il cui uso è limitato ai plurali dei
nomi in –io (municipio- municipî)
È obbligatorio:
• sulle parole tronche di due o più sillabe: città, caffè, virtù, mezzodì
• è vietato:
sui monosillabi con una sola vocale: tre, re, blu, su, me, so, sta, tra…
su qui, qua
• è facoltativo:
• sulle forme dò, dài, dànno per distinguerle da: do (nota musicale), dai (prep. articolata),
danno (nome)
• è utile
sulle parole omografe (parole scritto allo stesso modo ma hanno accento e significato
diverso):
prìncipi / princìpi
DITTONGHI
siede – sedevano;
buono – bontà;
cuocere – cotto
TRITTONGHI
NB: nel caso del trittongo IUO il suono tende a diventare IO come nelle
parole "figliuolo, tovagliuolo..." che si pronunciano "figliolo,
tovagliolo...".
IMPORTANTE:
• nel dittongo/trittongo le vocali non devono essere mai divise tra due
sillabe: a-ria, uo-vo, au-to, fiu-me, fiu-to; aiuo-la, spiai, miei, suoi
IATO
• si ha uno iato quando le vocali vicine si pronunciano mediante distinte
emissioni d’aria ovvero quando due vocali o più vocali consecutive, nel
corpo di una parola, rimangono separate nella pronuncia, formando così
due diverse sillabe
nelle parole derivate da altre contenenti uno iato: vi-a-le (da via), zi-et-ta
(zia), pa-u-ro-si (paura)
ARTICOLO
• è una piccola parte del discorso che nel corpo di una frase dà un senso
determinato o indeterminato al nome (da solo non ha senso)
• ESEMPI (sostantivazione)
Determinativo:
maschile femminile
plur. i, gli le
MASCHILE
l’, gli - davanti alla parola che inizia per vocale: (l’amico, l’albero, l’odioso
nemico)
FEMMINILE
la, le - davanti a tutti i nomi femminili che iniziano per consonante (la
spada, la borsa, la zebra) e per vocale (forma elisa l’)
MASCHILE
• uno zio, uno studente, uno gnomo, uno psicologo, uno xilofono, uno
yogurt
FEMMINILE
PARTITIVO
NON VA USATO:
OMISSIONE DELL’ARTICOLO
DA + nome
aver sonno, aver fame, aver sete, aver freddo, caldo, dare importanza,
fare amicizia, trovare lavoro, prender moglie, aver mal di testa, far pietà,
prender sonno, portare pazienza, prendere congedo, dare importanza, dare
credito, sentire compassione...
ATTENZIONE!
Fa freddo / Fa un freddo!
nei proverbi:
nelle enumerazioni:
quando sono usati in senso traslato per indicare il titolo di un’opera lirica
Questa sera danno l’Aida. Ieri sera finalmente abbiamo visto la Carmen.
Ho incontrato Bianchi.
si usa per lo piu’ per i personaggi della letteratura, storia, arte, scienza,
spettacolo e, invece, si omette davanti al nome dei personaggi famosi in
altre discipline - il Tasso, l’Ariosto, il Petrarca, il Machiavelli, il Galilei, il
Botticelli
L’articolo si omette:
CON L’ARTICOLO:
nomi di monti e vulcani: le Alpi, gli Appennini, l’Etna
nomi di isole:
SENZA ARTICOLO:
il maggio francese, il gennaio del 2011; l’agosto più caldo dell’ultimo secolo
ES: mia madre - la mia mamma -le nostre madri - mio zio - i miei zii - il mio
prozio, il mio bisnonno
NOMI
• parte del discorso che indica esseri animati, cose, idee, concetti, stati
d’animo, azioni o fatti
i perché (congiunzioni)
c) individuali
nomi che indicano una singola entità, hanno il nome proprio o comune
della categoria a cui appartengono - Gianni, ragazzi, cavallo
collettivi
Nomi collettivi
eccezioni:
DESINENZA
Nomi maschili
lingue e dialetti
Nomi femminili
Attenzione! maschili:
il papà, il sofà
il collo la colla