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GRAMMATICA:

L'ARTICOLO INDETERMINATIVO

maschile femminile
davanti a consonante UN cappuccino, tè, toast UNA pasta, pizzetta
davanti a vocale e h UN aperitivo UN'aranciata
davanti a s+consonante e z, gn, UNO spumante, yogurt UNA spremuta
ps, x, y

-esiste solo nella forma singolare (come in inglese a/an)

GRAMMATICA:
L’ARTICOLO DETERMINATIVO

maschile femminile
davanti a consonante IL cappuccino, tè, toast LA pasta, pizzetta
davanti a vocale e h L’aperitivo L'aranciata
davanti a s+consonante e z, gn, LO spumante, yogurt LA spremuta
ps, x, y

GLI AGGETTIVI POSSESSIVI


-preceduti dall'articolo (eccezioni: frasi idiomatiche come a casa mia, è colpa sua, piacere mio)

-accordano con il genere e numero della cosa che si possiede

SINGOLARE SINGOLARE PLURALE PLURALE


MASCHILE FEMMINILE MASCHILE FEMMINILE
il mio libro la mia casa i miei libri le mie case
il tuo libro la tua casa i tuoi libri le tue case
il suo libro la sua casa i suoi libri le sue case
il nostro libro la nostra casa i nostri libri le nostre case
il vostro libro la vostra casa i vostri libri le vostre case
il loro libro la loro casa i loro libri le loro case
I POSSESSIVI CON I NOMI DI PARENTELA

ARTICOLO QUANDO...
-accompagnano un sostantivo al singolare (che si riferisca a familiari o parenti)
NO (tuo fratello, suo cugino)
ECCEZIONE: 3° persona plurale LORO ha sempre l’articolo (il loro zio)
-accompagnano un sostantivo al plurale
SI (le mie cugine, i miei gentori)
-il sostantivo che indica parentela è una forma alterata
SI (la mia mamma, la tua sorellina)
-il sostantivo che indica parentela è accompagnato da un aggettivo
(il mio caro fratello)

GRAMMATICA:DI + PAESE

Prijedlog DI se spaja s određenim članom ispred države na sljedeći način:

DI + IL = DEL del Canada / Giappone (država muškog roda)


DI + L' = DELL' dell'Inghilterra / Irlanda / Olanda (država počinje samoglasnikom)
DI + LA = DELLA della Francia / Croazia (država ženskog roda)
DI + GLI = DEGLI degli Stati Uniti d'America (množina, počinje sa SP/ ST / Y)

Esempio: Di dove sei? Sono dell'Inghilterra.

Kada želimo reći da smo iz nekog grada (a ne države), član DI se ne spaja s članom, ostaje samo on:

Esempio: Di dove sei? Sono di Vinkovci.

DOMANDE DI BASE

TU (TI) LEI (ONA/VI (iz poštovanja))


Come ti chiami? Come si chiama?
Mi chiamo Linda.
Di dove sei? Di dove è?
Sono di Milano.
Di che nazionalità sei? Di che nazionalità è?
Sono italiana.
Che cosa fai? Che cosa fa?
Sono giornalista.
Sei sposato/sposata (nubile/celibe)? È sposata (nubile/celibe)?
No, non sono sposata. Sono nubile.
Qual è il tuo stato civile? (formalno) Qual è il suo stato civile? (formalno)
Sono nubile/sposata.
Qual è il tuo numero di telefono? Qual è il suo numero di telefono?
Il mio numero di telefono è 123456789.
Qual è il tuo indirizzo? Qual è il suo indirizzo?
Il mio indirizzo è Via Mazzini 32.
Quanti anni hai? Quanti anni ha?
Ho 34 anni.

GRAMMATICA:
I NUMERI

1 uno 11 undici 21 ventuno 100 cento


2 due 12 dodici 22 ventidue 200 duecento
3 tre 13 tredici 23 ventitré 1000 mille
4 quattro 14 quattordici 28 ventotto 2000 duemila
5 cinque 15 quindici 30 trenta 1 000 000 un milione
6 sei 16 sedici 40 quaranta 1 000 000 000 un
7 sette 17 diciassette 50 cinquanta miliardo
8 otto 18 diciotto 60 sessanta
9 nove 19 diciannove 70 settanta
10 dieci 20 venti 80 ottanta
90 novanta

-i numeri tra 20 e 100 perdono la vocale finale davanti a uno e otto (ventuno, ventotto)

-a partire da 100, la vocale finale resta (centouno, centootto)

-i numeri che finiscono con tre hanno l’accento acuto sulla vocale finale (ventitré)
LE ORE
-per indicare l'ora si usa essere alla 3a persona plurale seguito dall'articolo femminile plurale, con
l'eccezione di UNO, MEZZOGIORNO e MEZZANOTTE.

Esempio: Che ore sono? Sono le tre.

Ma: Che ora e'? E' l'una. / E' mezzogiorno/mezzanotte.

-tra le ore e i minuti si mette la congiunzione E

Esempio: Sono le tre e un quarto / le tre e mezzo / le tre e trentanove.

-da 40 in poi davanti ai minuti si usa MENO

Esempio: sono le quattro meno venti / meno un quarto / meno dieci.

PREPOSIZIONI

-con le ore la preposizione A precisa il momento di un'azione

Esempio: A che ora viene? A mezzogiorno/mezzanotte

All'una

Alle due/tre/...

IL PLURALE DEI NOMI


I nomi maschili che finiscono in -a al plurale finiscono in -i
- problema/problemi
- tema/temi

I nomi femminili che finiscono in -a al plurale finiscono in -e


- palla/palle
- casa/case
I nomi che finiscono in -o al plurale finiscono in -i
- mano/mani
- libro/libri

I nomi che finiscono in -e al plurare finiscono in -i


- mare/mari
- cane/cani

I nomi che finiscono in -i anche al plurale finiscono in -i


- crisi/crisi
- analisi/analisi

I nomi che finiscono con una lettera accentata al plurale non cambiano
- città/città
- caffè/caffè

I nomi che hanno una sola sillaba al plurale non cambiano


- re/re
- gru/gru

I nomi maschili che finiscono in -ca / -ga al plurale finiscono in -chi / -ghi
- collega/colleghi
- monarca/monarchi

I nomi femminili che finiscono in -ca / -ga al plurale finiscono in -che / -ghe
- amica/amiche
- banca/banche

I nomi femminili in ia (con la i forte) al plurale finiscono in ie (con la i forte)


- farmacia/farmacie
- pulizia/pulizie

I nomi femminili che finiscono in -cia / -gia e sono precedute da vocale al plurale
finiscono in -cie / -gie
- ciliegia/ciliegie
- camicia/camicie

I nomi femminili che finiscono in -cia / -gia e sono precedute da consonante al plurale
finiscono in -ce / ge
- provincia/province
- goccia/gocce

I nomi che finiscono in -io (con la i forte) al plurale finiscono con -ii
- rinvio/rinvii
- zio/zii

I nomi che finiscono in -io (con la i debole) al plurale finiscono con -i


- omicidio/omicidi
- bacio/baci
I nomi che finiscono in -co / -go (se hanno l’accento sulla penultima) spesso al plurale
finiscono in -chi / -ghi
- ago/aghi
- fuoco/fuochi

I nomi che finiscono in -co / -go (se hanno l’accento sulla terzultima) spesso al plurale
finiscono in -ci / -gi
- medico/medici
- monaco/monaci

Queste ultime due regole (in -co / -go) non sono delle vere regole ma dicono l’uso più
comune. Ci sono infatti molte eccezioni:
- amico/amici, greco/greci, nemico/nemici, porco/porci
- carico/carichi, obbligo/obblighi, pizzico/pizzichi, incarico/incarichi

I nomi che finiscono in -logo (se sono cose) al plurale finiscono in -loghi
- dialogo/dialoghi
- monologo/monologhi

I nomi che finiscono in -logo (se sono persone) al plurale finisconi in -logi
- psicologo/psicologi
- teologo/teologi

Anche queste ultime due regole non sono vere regole ma dicono l’uso più comune. E’
possibile trovare nei testi anche forme diverse.
- psicologo/psicologhi, antropologo/antropologhi
- sarcofago/sarcofagi
E’ meglio comunque seguire queste regole quando si scrive e si parla.

In italiano ci sono poi molti plurali irregolari che non seguono nessuna regola:
- uomo/uomini, uovo/uova, dio/dèi, paio/paia, braccio/braccia, migliaio/migliaia

IL PLURALE

-i sostantivi in –a --> il plurale in –e la sedia --> le sedie


-i sostantivi in –e e –o --> il plurale in –i il tavolo --> i tavoli
la chiave --> le chiavi
il giornale --> i giornali
-i sostantivi in –io: l’orologio --> gli orologi
--> -i (ako i nije naglašeno, samo se zadnje slovo il portafoglio --> i portafogli
ukloni (ne dodaje se još jedno i))
--> -ii (ako je i naglašeno) lo zio --> gli zii
-i sostantivi in –co
--> -ci (ako naglasak nije na predzadnjem slogu) il medico --> i medici
--> -chi (ako je naglasak na predzadnjem slogu) il tedesco --> i tedeschi
*iznimka: l’amico--> gli amici!
-i sostantivi in –ca --> il plurale in –che l’amica --> le amiche
-i sostantivi in –sta --> il plurale in –sti (se è il farmacista (m.) --> i farmacisti
maschile) o –ste (se è femminile) il farmacista (f.) --> le farmaciste

ista pravila vrijede i za pridjeve

Preposizioni di luogo

IN -davanti ai nomi di continenti in Asia / Europa


-paesi in Italia / Messico
-grandi isole in Sicilia / Sardegna
- regioni in Toscana / Piemonte
-nomi delle vie in Via Nazionale
-nomi di negozi o luoghi che in pizzeria / macelleria / profumeria / periferia
finiscono in –ia
-nomi di negozi o luoghi che in biblioteca / discoteca
finiscono in –teca
-alcuni altri luoghi (eccezioni): in banca / piscina / palestra / ufficio / chiesa /
campagna / montagna / edicola / centro / vacanza / città
-nelle frasi fisse in te
in corpo / mente

A -davanti ai nomi di città a Milano / Londra


-alcuni luoghi a casa / scuola / teatro / letto
-nomi di cibi a pranzo / cena / colazione

*Se il luogo e precisato, si usa A+articolo (Sono in pasticceria. MA Sono alla pasticceria qui
all’angolo.)

PRONOMI DIRETTI PRONOMI INDIRETTI


mi mi
ti ti
lo / la gli / le
ci ci
vi vi
li / le gli

VERBI: (qualcuno o qualcosa) VERBI: (a qualcuno)


aiutare, amare, aprire, ascoltare, aspettare, bastare, credere, interessare, mancare, piacere,
avere, baciare, bere, cambiare, capire, cercare, restare, rimanere, rispondere, sembrare, servire,
chiamare, chiudere, cominciare, conoscere, succedere, telefonare...
decidere, desiderare, dimenticare, fermare,
finire, frequentare, fumare, guardare, guidare,
imparare, invitare, lavare, perdere, prenotare,
pulire, ricevere, salutare, scegliere, scusare,
seguire, sentire, spegnere, spendere, sposare,
suonare, trovare, uccidere, vedere, visitare...

- Rispondono alla domanda „a chi?“


- Prima del verbo, dopo la negazione non
- Quando il verbo è all'infinito, formano una
sola parola con l'infinito e vengono alla fin
del verbo (Credo di piacerLE.)
- Con i verbi potere-dovere-volere si attaccano
al verbo all'infinito, oppure si collocano
davanti a volere-potere-dovere (Non voglio
parlarTI. o Non TI voglio parlare.)

1. Non _____ (a noi) piace studiare.


2. _____ (a voi) telefono dopo.
3. _____ (a Maria) ho scritto una lettera.
4. Lui _____ (a me) parla del amore.
5. _____ (a te) ho preparato un buon
pranzo.
6. _____ (a Gianni) piace Michela.
7. _____ ( a loro) sembra che domani
pioverà.

L' USO DELL' ARTICOLO


DETERMINATIVO E INDETERMINATIVO

L’articolo determinativo si usa:

- per indicare oggetti o persone specifici:

Questa è la macchina che ho comprato.

- con gli aggettivi e i pronomi possessivi:

Il mio lavoro mi piace.

- con i nomi astratti o di significato generale, compresi i colori:


 L‘amore non ha età.

Mi piace il bianco.

- con le parti del corpo e i vestiti:

Mi lavo i capelli quasi tutti i giorni.

Mettiti la giacca!

- con le date, se non sono precedute dal giorno della settimana:

Oggi è il 26 Novembre.

Oggi è giovedì 26 Novembre.

- con valore temporale:

Sono le quattro e un quarto.

La mattina vado a scuola.

- con i giorni della settimana per indicare azioni ripetute e abituali:

Il martedì e il giovedì vado in palestra.

- nelle descrizioni fisiche, con il verbo avere:

Marco ha i capelli neri.

- con i titoli di rango o professoni seguiti da un nome:

La regina Maria Antonietta morì nel 1793.

Il Dottor Rossi è un ottimo chirurgo.

- con la maggior parte dei nomi geografici (ma NON con i nomi di
città), tranne quando -in- o -di- precedono nomi geografici femminili
singolari:

L‘Italia è una penisola.

Vado a vivere in Italia.

- con i nomi di lingue, può NON essere usato dopo i verbi parlare ,
insegnare, studiare e dopo -in- o -di-.
Capisco lo spagnolo, ma non l‘italiano.

Alex parla italiano abbastanza bene.

Non so scrivere in inglese.

- a volte con i nomi di persone famose:

Il Botticelli dipinse la Nascita di Venere.

- può essere usato davanti ai nomi propri femminili, soprattutto nel


lessico familiare-affettivo:

La Laura viene con noi stasera.

L’articolo determinativo NON si usa:

- con gli aggettivi possessivi davanti a nomi di parentela singolari, non


modificati (sorellina, fratellino, cuginetto etc.):

Mia sorella ha 20 anni.

La mia sorellina ha 20 anni.

- nelle descrizioni e nelle numerazioni:

In città ci sono negozi, bar, ristoranti, teatri e cinema.

- con i nomi di città, salvo alcune eccezioni come La Spezia, L’ Aquila,


L’Avana, Il Cairo, L’Aia, La Mecca:

Roma è una città molto antica.

USO DELL’ARTICOLO INDETERMINATIVO

L’articolo indeterminativo si usa per:

→ persone, animali o cose non ancora noti a chi ascolta o legge: una persona bussò
alla porta; 

→ persone, animali o cose appartenenti a un insieme indeterminato: vorrei un


gelato; prendi un foglio di carta e scrivi;

→ nomi usati per designare qualcuno o qualcosa in particolare: ho conosciuto un


ragazzo molto simpatico;
→ parti del corpo (solo nei casi di parti del corpo presenti in numero maggiore di
uno): ho un ginocchio rotto (ma il ginocchio sinistro gonfio), Mario ha un dito
fratturato (ma il dito medio fratturato); Luca ha un occhio più chiaro dell’altro (ma
gli occhi verdi).

L’ARTICOLO PARTITIVO

Le forme articolate della preposizione di (del, dello, della, dei, degli, delle) sono
usate anche con valore di articolo partitivo, per indicare una parte, una quantità
indeterminata di qualcosa.

• Al singolare l’articolo partitivo significa -un po’-, -alquanto- e si usa:

→ con i nomi che indicano non un signolo oggetto ma una quantità imprecisata di
qualcosa: vuoi del sale?; c’è del sapone in bagno?;

→ con i sostantivi astratti o dal significato figurato, in alcune espressioni


particolari: avere del fegato (=avere coraggio); avere dello spirito (=avere senso
dell’umorismo).

• Al plurale si usa al posto dell’inesistente forma plurale dell’articolo


indeterminativo e significa -alcuni-: ho letto un libro→ho letto dei libri; ho
mangiato una mela→ ho mangiato delle mele ecc.

• Quando fa parte del soggetto o del complemento oggetto, il partitivo va usato


obbligatoriamente (ci sono dei fiori in giardino; ho visto dei gatti nel parco);
quando fa parte di un complemento indiretto può essere omesso e sostituito da
un’espressione equivalente: "ho cenato con degli amici" diventa "ho cenato con
amici" oppure "ho cenato con alcuni amici".

DARE INDICAZIONI DI LUOGO


Verbi spesso usati per dare indicazioni di luogo:

 andare (dritto), girare o svoltare (a sinistra, a destra), tornare (indietro), prendere (la prima
strada a destra), superare (il semaforo), attraversare (la strada, il ponte)

I PAESI E LE NAZIONALITÀ

PAESE NAZIONALITÀ
AUSTRALIA australiano
AUSTRIA austriaco
CANADA canadese
CINA cinese
CROAZIA croato
DANIMARCA danese
EGITTO egiziano
FRANCIA francese
GERMANIA tedesco
GIAPPONE giapponese
GRECIA greco
INDIA indiano
INGHILTERRA inglese
IRLANDA irlandese
ITALIA italiano
NORVEGIA norvegese
OLANDA olandese
POLOGNA polacco
RUSSIA russo
SPAGNA spagnolo
STATI UNITI D'AMERICA americano
SVEZIA svedese
SVIZZERA svizzero
TURCHIA turco
UNGHERIA ungherese

COMPARAZIONE DEGLI AGGETTIVI


FORMA
positivo comparativo comparativo comparativo superlativo superlativo
di di minoranza di relativo assoluto
maggioranza uguaglianza
AGG. PIU + AGG. MENO + (TANTO/ ARTICOLO + AGG. (radice)
AGG. COSI) AGG. + PIU / MENO + -ISSIMO
QUANTO / + AGG.
COME
Carla è alta. Carla è più Carla è meno Carla è alta Carla è la più Carla è
alta di alta di quanto/come alta nella altissima.
Gianni. Gianni. Gianni. classe.
Carla è la
ragazza più
alta della
classe.
Nel comparativo di maggioranza e di minoranza il secondo termine di paragone è introdotto
dalla preposizione di o dalla congiunzione che.

DI CHE
sostantivo aggettivo
Carlo è più alto di Mario. Lui è più simpatico che bello.
pronome avverbio
Carlo è più alto di me. Meglio tardi che mai.
avverbio di tempo verbo all’infinito
Oggi è più caldo di ieri. Sciare è meno noioso che nuotare.
Adesso è meno freddo di prima. preposizione
In città è più caro che in campagna.

AGGETTIVI IRREGOLARI
buono ▶ migliore (più buono) ▶ ottimo (buonissimo)
cattivo ▶ peggiore (più cattivo) ▶ pessimo (cattivissimo)
grande ▶ maggiore (più grande) ▶ massimo (grandissimo)
piccolo ▶ minore (più piccolo) ▶ minimo (piccolissimo)

(alto) ▶ superiore (più alto) ▶ supremo o sommo (altissimo)


(basso) ▶ inferiore (più basso) ▶ infimo (bassissimo)
(interno) ▶ interiore (più interno) ▶ intimo (internissimo)
(esterno) ▶ esteriore (più esterno) ▶ estremo (esternissimo)

DEŽELJIN

ACCENTO

ACCENTO TONICO

 è un’intonazione più forte e prolungata che cade su una determinata sillaba di una parola
(sulla vocale della sillaba)

pen (in penna), por (in portamelo)

 la forza o elevazione del tono della voce su una sillaba della parola perché dà il tono alla
parola

 la sillaba che porta l’accento viene detta tonica

 le sillabe su cui non cade l’accento si chiamano sillabe atone (senza tono, senza accento)

tesoro: so – sillaba tonica


te - ro - sillabe atone

Secondo l’accento tonico le parole si distinguono in:

 tronche (accento sull’ultima sillaba): bontà, città

 piane (penultima sillaba): sapóne, pàne, civìle

 sdrucciole (terzultima sillaba): tàvolo, góndole, classìfica, psicòlogo

 bisdrucciole (quartultima sillaba): scrìvimelo, arràmpicano

 trisdrucciole (quintultima sillaba): rècitamelo, òrdinaglielo

 in italiano la maggior parte delle parole è piana

 nell’uso corrente questo accento non viene segnato graficamente

 nel dubbio consultare sempre il dizionario per verificare la corretta pronuncia delle parole

 enclitiche (si appoggiano alla parola che le precede, si scrivono unite)

parlagli, buttalo, riflettici

 particelle pronominali quando sono poste dopo il verbo da cui dipendono

ACCENTO GRAFICO

 è quello che troviamo scritto; è il segno che mostra visivamente che la sillaba è accentata:

 grave ( ` ) – indica un suono aperto

 acuto ( ́ ) – indica un suono chiuso

 circonflesso ( ˆ ) – indica una contrazione, ormai in disuso, il cui uso è limitato ai plurali dei
nomi in –io (municipio- municipî)

È obbligatorio:

• sulle parole tronche di due o più sillabe: città, caffè, virtù, mezzodì

• sui monosillabi: ciò, già, giù, più

ad eccezione di - qui e qua

• sui composti di tre, re, su e blu

(ventitré, viceré, lassù, rossoblù)

 il monosillabo, da solo, rifiuta l’accento

Ho tre amici. Ho comprato le scarpe blu.


• composti della congiunzione che

perché, benché, affinché...

• è vietato:

 sui monosillabi con una sola vocale: tre, re, blu, su, me, so, sta, tra…

 su qui, qua

• è facoltativo:

 sul pronome sé quando è seguito da stesso (o da medesimo)

pensa solo a sé/a se stesso

• sulle forme dò, dài, dànno per distinguerle da: do (nota musicale), dai (prep. articolata),
danno (nome)

• è utile

sulle parole omografe (parole scritto allo stesso modo ma hanno accento e significato
diverso):

 prìncipi / princìpi

 càpitano /capitàno (ufficiale)

DITTONGHI

 - un gruppo di due vocali che si pronuncia con una sola

emissione di voce e, quindi, formanti una sillaba

 - il dittongo è formato dall’incontro delle due vocali I e U con

qualsiasi altra vocale (a, e, o) per lo più accentata; oppure

dall’incontro di I e U tra loro

 - i dittonghi possibili sono;

ià, iè, iò, iù: fiamma, piede, piove, fiume

uà, uè, uì, uò: quando, guerra, guida, cuore

ài, èi, òi, ùi: dirai, nei, poi, lui

àu, èu: pausa, neutro


 - ie e uo – sono detti dittonghi mobili perché, in determinate situazioni,
tendono a perdere le semiconsonanti i e u ed a ridursi alle vocali e ed o:

piede – pedestre, pedone:

siede – sedevano;

buono – bontà;

muovere – movimento, mosso;

cuocere – cotto

TRITTONGHI

 - un gruppo di tre vocali che si pronuncia con una sola

emissione di voce e, quindi, formanti una sillaba

 - come per i dittonghi, i trittonghi si ottengono quando abbiamo

un gruppo di tre vocali vicine, e nel gruppo sono presenti I e U non

accentate (o atone) unite con una terza vocale forte (tonica)

 - i trittonghi più comuni sono:

iài, ièi, iuò: spiai, miei, aiuola

uài, uòi: guai, buoi

 NB: nel caso del trittongo IUO il suono tende a diventare IO come nelle
parole "figliuolo, tovagliuolo..." che si pronunciano "figliolo,
tovagliolo...".

IMPORTANTE:

• le vocali di un dittongo o di un trittongo formano un’unica sillaba

• nel dittongo/trittongo le vocali non devono essere mai divise tra due
sillabe: a-ria, uo-vo, au-to, fiu-me, fiu-to; aiuo-la, spiai, miei, suoi

IATO
• si ha uno iato quando le vocali vicine si pronunciano mediante distinte
emissioni d’aria ovvero quando due vocali o più vocali consecutive, nel
corpo di una parola, rimangono separate nella pronuncia, formando così
due diverse sillabe

 quando le vocali vicine non sono i e u (po-e-ta, bo-a-to) cioè quando si


incontrano tra loro le vocali: a, e, o: pa-e-se, le-o-ne, a-te-o, po-e-ta, bo-
a-to

 quando sono presenti le vocali i e u, ma su di esse cade l’accento tonico


della parola (vi-a,) cioè quando le vocali ì e ù accentate si incontrano con
le altre vocali: or-to-gra-fì-a, cal-pe-stì-o, pa-ù-ra, du-e, tu-o, i-o

 nelle parole composte in cui il primo elemento termina per i o u: bi-en-


nio, tri-an-go-lo, su-ac-cen-na-to, su-e-spo-sto, ri-a-ve-re, ri-u-ni-re

 nelle parole derivate da altre contenenti uno iato: vi-a-le (da via), zi-et-ta
(zia), pa-u-ro-si (paura)

ARTICOLO

• è una piccola parte del discorso che nel corpo di una frase dà un senso
determinato o indeterminato al nome (da solo non ha senso)

• si mette davanti a un sostantivo o davanti a qualsiasi parte del discorso


che in tal modo assume la funzione del sostantivo

• ESEMPI (sostantivazione)

• Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

• Con i se e i ma non si ottiene nulla.

• Vorrei sapere il perché delle cose.

• Adesso arriva il bello.

• Gli azzurri hanno vinto di nuovo.


• l’articolo determinativo - indica persone, animali o cose ben determinati
e noti a chi parla e a chi ascolta

• l’articolo indeterminativo - introduce nel discorso qualcuno o qualcosa


in modo generico, indefinito, indeterminato

• l’articolo partitivo - indica una parte, una quantità indeterminata

Determinativo:

maschile femminile

sing. il, lo, l’ la, l’

plur. i, gli le

MASCHILE

il, i - davanti alle parole che iniziano con la consonante

(eccetto X, Y, Z, S+consonante e i gruppi consonantici GN, PN, PS)

lo, gli - davanti alle parole che iniziano per :

• x, y, z, s+ consonante, gn, ps, pn, sc ( lo xilofono, lo yogurt, lo yacht, lo


zaino, lo straccio, lo studio, lo gnomo, lo psicologo, lo pneumatico)

• i + un’altra vocale e j (lo iato,lo juventino)

l’, gli - davanti alla parola che inizia per vocale: (l’amico, l’albero, l’odioso
nemico)

FEMMINILE

la, le - davanti a tutti i nomi femminili che iniziano per consonante (la
spada, la borsa, la zebra) e per vocale (forma elisa l’)

• la non si apostrofa davanti ai nomi che iniziano per:

i + vocale (la iena, la Juventus)

per H - parole straniere - la hall, la hostess, la holding,

per W - parole straniere - la west coast


INDETERMINATIVO

MASCHILE

UN - negli stessi casi dell’art. determinativo IL

• davanti alla vocale: un alunno (eccetto i + vocale e j – uno iato/uno


juventino)

• davanti alla consonante: un professore, un somaro

UNO - negli stessi casi dell’ art.det. LO

• i+vocale e j - uno iato, uno juventino

• uno zio, uno studente, uno gnomo, uno psicologo, uno xilofono, uno
yogurt

FEMMINILE

• UNA - gli stessi casi del determinativo LA

• UN’ - quando la parola comincia per vocale (un’ora, un’ipotesi)

PARTITIVO

• indica una parte, una quantità indeterminata di qualcosa, di un tutto

Puoi darmi del pane? / un po' di pane = partitivo;

Puoi darmi il cestino del pane? = prep. articolata)

Al singolare l’art. partitivo significa un po’,

• con i nomi che indicano non un singolo oggetto ma una quantità


imprecisata

Ho portato del vino. Dammi del pane!


• con i sostantivi astratti o dal significato figurato, in alcune espressioni
particolari: avere dello spirito (= senso dell’umorismo); avere del fegato
(= coraggio)

• Al plurale significa “alcuni, alcune, qualche” e si usa al posto


dell’inesistente forma plurale dell’art. indeterminativo:

Ho letto un libro. - Ho letto dei libri;

Ho vinto un premio - Ho vinto dei premi;

NON VA USATO:

• quando davanti al nome si trova un aggettivo che determina una


quantità (Lei legge troppe riviste e pochi libri)

• se la quantità, il numero o la misura sono determinati si usa solo la


preposizione DI (senza articolo)

Ho comprato un chilo di mele e due etti di formaggio.

Voglio due metri di stoffa gialla. Prendo tre bottiglie di vino.

• nelle locuzioni: aver tempo, aver fame e sete, aver voglia

• dopo la negazione: Non bevo vino. Non compro frutta.

• di solito si omette nelle enumerazioni: C’erano uomini, donne e bambini.

OMISSIONE DELL’ARTICOLO

 Nelle locuzioni in cui il nome precisa il significato di un altro:

DA + nome

abito da cerimonia, camera da letto, sala da pranzo/ballo, abito da


sposa, serata di gala, sala d’aspetto
 nelle espressioni con valore modale o strumentale, cioè che indicano “in
che modo”, “per mezzo di quale strumento” avviene una determinata
azione

andare a cavallo, a piedi, in bicicletta, viaggiare in treno, in pullman,


mangiare con appetito, agire con giudizio, con intelligenza, procedere in fretta,
parlare con calma...

 con i complementi di luogo (dove?)

Andare in banca/vacanza,a teatro...

Mettersi a tavola. Vivere in città/in montagna.

 con i complementi di materia (gradivni pridjevi)

una statua di marmo, un orologio d’oro, d’argento, tavolo di legno

 davanti ai nomi che si uniscono strettamente al verbo, formando con


esso un’unica espressione:

aver sonno, aver fame, aver sete, aver freddo, caldo, dare importanza,
fare amicizia, trovare lavoro, prender moglie, aver mal di testa, far pietà,
prender sonno, portare pazienza, prendere congedo, dare importanza, dare
credito, sentire compassione...

ATTENZIONE!

Sento freddo (in questo momento) / Sento il freddo (sempre)

Fa freddo / Fa un freddo!

 nei proverbi:

Paese che vai, usanza che trovi!

 nelle espressioni esclamative e vocative:

Ragazzi, è pronto! Vittoria, amici!

 nelle coppie più o meno antitetiche

marito e moglie, giorno e notte, latte e miele


Studio giorno e notte.

 Nelle locuzioni con SENZA (come?) e FUORI :

Essere senza pace. Rimanere senza fiato.

Dormire fuori casa.

 con NESSUNO, ALCUNI:

in nessun caso; in alcuni casi sì, in alcuni casi no

 nelle locuzioni avverbiali:

in fondo, di proposito, in realtà, per gradi, in tempo, per fortuna, ad alta


velocità, di fretta…

 nelle enumerazioni:

L’aeroplano sorvolò città, laghi, monti, mari e isole.

 con le espressioni codificate:

parlare italiano, inglese (comunicare usando questa lingua)

 con don, donna, frate o fra, suora, san o santo

 con i nomi usati in funzione predicativa predicato nominale formato da


copula (verbo essere) + elemento nominale o semantico

Gianni è stato direttore di banca.

Il cane e il gatto sono animali domestici.

 con i nomi usati in funzione appositiva:

Suo padre, dottore in filosofia, non ne voleva sentire.

Elisabetta, regina d’Inghilterra....

 generalmente nei titoli di libri, di capitoli di libri o di film:

Storia della letteratura italiana


Capitolo terzo...

 nei titoli dei giornali:

Grave incidente ...

 nelle iscrizioni e nelle insegne:

Bar - Tavola Calda, Arrivi/Partenze

 con i nomi di professioni

Chi è lui? Lui è il direttore. (tko je on?)

Che cosa è lui? Lui è direttore. Lui è un direttore. (što je on?)

Che lavoro fa? Fa il direttore.

L’articolo con i nomi propri e i cognomi

normalmente con i nomi e i cognomi di persona non si usa l’articolo

Carlo e Luigi ti aspettano.

 MA: nelle parlate regionali o familiari (It. settentrionale) si può trovare


l’articolo davanti al nome femminile o maschile (più raro)

Ho parlato con la Pina. Telefona all’Antonio.

L’articolo con i nomi propri di persona

I nomi propri di persona richiedono l’articolo:

 quando sono preceduti da un nome comune, o da un aggettivo oppure


sono accompagnati da un’altra forma di determinazione:

Il principe Carlo / Non sei più la Maria di un tempo!

 quando sono usati in senso traslato per indicare il titolo di un’opera lirica

Questa sera danno l’Aida. Ieri sera finalmente abbiamo visto la Carmen.

L’articolo con i nomi/cognomi di persona


 i cognomi e i nomi propri richiedono l’articolo determinativo/indet.
quando sono usati con valore di nomi comuni

Si crede un (p)Picasso. (=un grande pittore)

Non fare il Catone! (=il moralista)

 sono usati per indicare l’intera produzione di un determinato artista o


scrittore (famoso)

Hai visto i Rembrandt? (=i dipinti di Rembrandt)

Ho comprato un Baricco. (=un romanzo di Baricco)

L’articolo con i cognomi

 non si usa con cognomi di uomini

Ho incontrato Bianchi.

Ho incontrato Carlo Bianchi.

Ho incontrato l’ottimo Carlo Bianchi.

(con determinazione del nome)

 si usa con cognomi di donne

Come insegnante abbiamo la Moretti!

Come insegnante abbiamo Claudia Moretti.

L’articolo con i cognomi di personaggi famosi

 si usa per lo piu’ per i personaggi della letteratura, storia, arte, scienza,
spettacolo e, invece, si omette davanti al nome dei personaggi famosi in
altre discipline - il Tasso, l’Ariosto, il Petrarca, il Machiavelli, il Galilei, il
Botticelli

MA in alcuni casi è preferita la forma senza articolo:

Garibaldi, Pirandello, Colombo, Moravia, Marconi, Verdi, Picasso


 tendenza attuale: omettere sempre l’articolo per i personaggi
novecenteschi e contemporanei, e sempre più spesso, anche per i
personaggi dei secoli passati, specialmente se stranieri:

Manzoni, Leopardi, Verga, Balzac, Hugo, Dickens, Pasteur

 NIENTE articolo: se la persona è conosciuta per il suo nome di battesimo


- Dante, Michelangelo

 NIENTE articolo: con i nomi di personaggi dell’antichità classica -


Cesare, Virgilio, Aristotele

 con i soprannomi, l’articolo può essere usato o omesso

Caravaggio o il Caravaggio; Tintoretto o il Tintoretto

L’articolo con i titoli onorifici e professionali

 quando prima del nome abbiamo il titolo (ingegnere, dottore, signore/a,


regina, principe, avvocato, professore...)

il dottor Rossi, la dottoressa Anna

MA - senza articolo il vocativo

Signor Rossi, mi dia il libro!

 L’articolo si omette:

 con fra, san, santo, suora, don, donna

(Fra Cristoforo, Santa Maria, Don Abbondio )

 con i titoli “popolari” o consolidati così dall’uso:

Padre Pio, Madre Teresa di Calcutta, Lady Diana…

 con titoli composti da un aggettivo possessivo + nome singolare

Sua Eccellenza, Sua Maestà, Sua Santità....

L’articolo con i nomi geografici

CON L’ARTICOLO:
 nomi di monti e vulcani: le Alpi, gli Appennini, l’Etna

 nomi di fiumi: il Tevere, il Po, l’Arno, il Tamigi

 nomi di laghi, mari e oceani: il Garda, il Mediterraneo, l’Adriatico, lo


Ionio

 nomi di isole:

 grandi isole hanno l’articolo: la Sicilia, la Sardegna, la Corsica

 gruppi di isole (nomi plurali): le Eolie, le Azzorre, le Barbados, le


Bermuda

 un certo numero di piccole isole italiane: l’Elba (ma l’isola d’Elba),


l’Asinara, il Giglio, la Maddalena

 nomi di regioni, stati, continenti: il Lazio, la Toscana, l’Istria, l’Italia, la


Croazia, l’Europa, l’America, il Texas

SENZA ARTICOLO:

 piccole isole: Capri, Ischia, Ponza, Lampedusa

 alcune grandi isole dal fascino esotico: Cuba, Maiorca, Malta,Taiwan,


Cipro, Creta

 alcuni stati, regioni - Israele, Andorra, San Marino

 nomi di città - Firenze, Pisa, Zagabria

ATTENZIONE! - i nomi di città richiedono l’articolo se sono accompagnati da


un aggettivo o da una

specificazione (La Milano medievale, la Vienna degli Asburgo, la bella


Zagabria, la Roma barocca...)

L’articolo con la determinazione di tempo e date

 i nomi dei mesi sempre senza articolo


ATTENZIONE! con l’articolo se sono accompagnati da un aggettivo
qualificativo, da un complemento di specificazione

il maggio francese, il gennaio del 2011; l’agosto più caldo dell’ultimo secolo

 con i giorni della settimana, la presenza o l’assenza dell’articolo


determina un cambiamento di significato:

 se l’articolo MANCA si intendono sottintesi gli aggettivi “prossimo” o


“scorso”, secondo il contesto:

Lunedì (=lunedì scorso) ho incontrato Antonio.

Sabato (=sabato prossimo) andrò in campagna.

 se l’articolo C’E’ l’articolo determinativo diventa sinonimo di “ogni”:

Il sabato (= ogni sabato) vado in campagna.

Il lunedì è la giornata più faticosa.

L’articolo con i possessivi e nomi di parentela

 i possessivi sono sempre preceduti dall’ articolo:

la mia borsa, le vostre amiche, la tua testa, il mio fidanzato

 se il nome di parentela è preceduto dal possessivo LORO:

la loro madre, il loro figlio

 se il nome di parentela è al plurale: i miei figli, i miei zii

ATTENZIONE! l’articolo si omette sempre davanti ai nomi di parentela al


singolare

mio padre, mia madre, suo fratello


 se i nomi di parentela sono di tipo affettivo o diminutivi/vezzeggiativi -
il mio fratellino, la mia mamma

 se il nome di parentela è preceduto da un aggettivo qualificativo - il mio


unico, caro marito; il mio ex marito

 se il nome di parentela è composto da prefisso/suffisso - nomi alterati -


il mio prozio, il mio bisnonno

ES: mia madre - la mia mamma -le nostre madri - mio zio - i miei zii - il mio
prozio, il mio bisnonno

L’articolo con i numeri

 normalmente i numeri non sono preceduti da articolo: trecento euro,


mille persone

ATTENZIONE - hanno l’articolo

 se indicano una linea di autobus, modelli di macchine, aerei, computer,


ecc., o sostituiscono il nome di una persona o di una cosa:

Prendo il 39. (autobus); Ho comprato una Cinquecento, Il 747 è grandissimo,


Il 10 della Roma sta giocando bene., Vuole la 1, la 2 o la 3? (buste per giocare)

 A sostituire due soggetti - Marco e Ivo viaggiano insieme. I due amici....

L’articolo con le sigle

Le sigle possono essere pronunciate:

 come una sola parola (FIAT, ENEL)

 lettera per lettera (PDS - pi di esse )

 se la sigla comincia per vocale si usano gli articoli prevocalici

(l’ENEL, l’USL = unità sanitaria locale/ambulatorio, gli USA)

 se la sigla comincia per consonante:


 se si pronuncia come una parola si usa l’articolo maschile o
femminile adatto al primo nome (la FIAT = Fabbrica Italiana
Automobili Torino)

 se si pronuncia lettera per lettera si usa l’art. richiesto


dall’iniziale della prima lettera (il pi emme /PM/- Pubblico
Ministero, l’FBI, la CIA, la BNL)

NOMI

• parte del discorso che indica esseri animati, cose, idee, concetti, stati
d’animo, azioni o fatti

• tutte le parti del discorso possono avere la funzione di nome ovvero


possono essere sostantivate

il bello, il brutto (aggettivi)

tra il dire e il fare (verbi)

i perché (congiunzioni)

1. Classificazione in base al significato

a) comuni - persone, animali o cose indicati in modo generico (minuscola) -


ragazzo, pesce, strada

propri - persone, animali o cose indicati in modo individuale (maiuscola)


- Simone, Fido, Alpi

b) concreti - esseri, oggetti o fenomeni percettibili con i sensi - bambino, leone,


pioggia

astratti - non percettibili con i sensi ma raffigurabili soltanto a livello mentale


- bellezza, speranza, giustizia

• distinzione tra concreto e astratto non è sempre semplice

Ho comprato un quadro (concreto) di Picasso. Questo è il quadro


(astratto) della situazione.
Mi ha offerto una fetta (concreto) di panettone.

Ha avuto la sua fetta (astratto) di guadagno.

c) individuali

nomi che indicano una singola entità, hanno il nome proprio o comune
della categoria a cui appartengono - Gianni, ragazzi, cavallo

collettivi

pur essendo al singolare, indicano un insieme di persone, animali o cose


della stessa specie o categoria - frutta, folla, gente, sciame

Nomi collettivi

CONCORDANZA CON IL PREDICATO

pur indicando un insieme, una pluralità di elementi, sono di forma singolare e


pertanto concordano al singolare con il verbo:

La gente era stanca di aspettare./Il branco fuggì impaurito.

Tutta la classe ha partecipato alla gita.

• però, se accompagnato da una specificazione che indica da chi o da che


cosa è composto l’insieme possono concordarsi “a senso” (al sg. o al pl.)
con il verbo:

La maggior parte degli alunni ha svolto/hanno svolto i compiti.

Una flotta di navi salpò/salparono.

2. Classificazione in base all’aspetto morfologico

• in italiano i nomi sono di genere maschile e femminile

• per i nomi di persone e animali c’è corrispondenza tra genere naturale e


genere grammaticale

* maschili: i nomi di esseri animati di sesso maschile (il padre, il gatto, il


professore)
* femminili: di sesso femminile

(la madre, la gatta, la professoressa)

eccezioni:

• la guardia, la vedetta, la sentinella, la recluta, la spia, la guida - pur


essendo di genere grammaticale femminile si riferiscono anche a uomini;

• il soprano, il contralto, il mezzosoprano - si riferiscono a donne (nell’uso


anche la soprano, la mezzosoprano)

• gli elementi che si riferiscono al nome concordano con esso tenendo


conto del genere grammaticale: La guardia è stanca;

Katia Ricciarelli è un famoso soprano./ è una famosa soprano.

• nomi di cosa - distinzione tra genere maschile e femminile è del tutto


arbitraria

• come riconoscere il genere dei nomi di cosa?

DESINENZA

ogni nome è formato da radice o morfema lessicale

e desinenza o morfema grammaticale

Gatto = - gatt (radice) – info sul significato

= - o (desinenza) – info gramm. (genere e numero)

Nomi maschili

 i nomi con la desinenza in -o:

il libro, il treno, il prato, il discorso

Attenzione! femminili anche se con desinenza in –o:

 la mano, la dinamo, la radio, l’eco (f.o m.)/gli echi (m.)

 i nomi in -o per effetto di accorciamento: la moto (motocicletta), la foto


(fotografia), l’auto
 nomi che finiscono in consonante il bar, il camping, il computer, lo
sponsor

Attenzione! la star,la gang, la holding

 metalli ed elementi chimici

il rame, il ferro, l’argento, lo zolfo

 lingue e dialetti

il latino, l’inglese, lo spagnolo, il fiorentino, il sardo…

 punti cardinali: il nord, il sud, l’est e l’ovest

 alcuni monti, mari, fiumi e laghi: il Kilimangiaro, il Tirreno, il Po, il Garda,


i Balcani …

Attenzione! femminili: la Sava, le Alpi, le Dolomiti

 nomi degli alberi: il melo, il pero, il fico → femm. il frutto

Attenzione! femminili: la quercia, la vite, la palma, la betulla

 mesi e giorni della settimana (tranne la domenica)

Nomi femminili

 nomi con la desinenza in -a: la casa, la luna

Attenzione! maschili:

-ema e –ma: il poema, il problema, il cinema, il programma

alcuni nomi propri: Luca, Andrea, Elìa, Enea ...

 nomi con la desinenza in -i: la crisi, l’analisi, la tesi, la sintesi, l’oasi

Attenzione! maschili: il brindisi, il bisturi, il safari, l’alibi

 nomi che terminano in -tà e in tù: la bontà, la viltà, la gioventù


Attenzione! maschili: il tutù, il caucciù, il tabù

 nomi dei frutti: la mela, la pera, la banana, la fragola

Attenzione! maschili: il limone, il fico, il mandarino


 nomi indicanti scienze: la matematica, la biologia...

 nomi di città, isole, continenti, stati e regioni:

Attenzione! maschili: il Cairo, il Borneo, il Belgio, il Perù, il Cile, il Molise,


il Madagascar, lo Zagorje …

Nomi di genere maschile e femminile

 nomi con la desinenza in –e

il mare, il dente, la nave, la neve

 nomi che finiscono con vocale accentata

la bontà, la carità, la felicità, il tè, il caffè, il baccalà,

il papà, il sofà

 sono maschili i nomi che finiscono in:

- tore (il fornitore, il predatore),

- ore (il rossore, il pallore)

- one (il mangione, lo scroccone)

 sono femminili quelli che finiscono in:

-zione (la stazione, la produzione),

-trice (la scrittrice, la lettrice),

-ite (la nevrite, l’artrite),

-itudine (la gratitudine, la solitudine)

Falsi cambiamenti di genere

FORMA MASCHILE FORMA FEMMINILE

il banco (tavolo) la banca (istituto di credito)

il busto (parte del corpo) la busta (involucro)

il porto (insenatura) la porta (uscio)


il pianto (lacrime) la pianta (albero o mappa)

il baleno (attimo) la balena (animale)

il colpo (urto) la colpa

il panno (tessuto) la panna (del latte)

il pizzo (lavoro a uncinetto) la pizza

il velo (tessuto) la vela (della nave)

il foglio (di carta) la foglia (dell’albero)

il collo la colla

CAMBIO DI ARTICOLO -significati completamente diversi

il capitale (somma di denaro) la capitale (di uno stato)

il fine (scopo) la fine (termine)

il fronte (dove si combatte) la fronte (parte del viso)

il radio (elemento chimico) la radio (apparecchio)

il boa (serpente) la boa (galleggiante)

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