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Il turismo fa bene agli animali?

Spesso ai visitatori di attrazioni che ospitano fauna selvatica non è chiaro che gli animali vengono
maltrattati: la nuova ricerca del team di Oxford che studiava il leone Cecil.
di Rachael Bale

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford (gli stessi che stavano


studiando il leone Cecil prima della sua morte), ha appena pubblicato un
ampio studio sul turismo naturalistico nel mondo. Hanno scoperto che i milioni
di persone che ogni anno visitano attrazioni che ospitano fauna selvatica non
sembrano rendersi conto dell’impatto che tali strutture possono avere sulla
salute e sul benessere degli animali.
Questo tipo di attrazioni attira il 20-40% del turismo mondiale: ogni anno vi si
recano tra i 3,6 e i 6 milioni di visitatori e tra i 2 e i 4 milioni di persone tra
questi turisti visitano strutture che non hanno alcuno scopo di conservazione,
né si prendono cura adeguatamente degli animali che ospitano. L’80% dei turisti che lasciano una recensione
sulle strutture non sembra però rendersi conto che sono inadeguate a gestire la fauna selvatica.

I ricercatori hanno confrontato 24 tipologie di attrazioni con le valutazioni che hanno ricevuto su Tripadvisor. Le
strutture sono state divise in cinque categorie: quelle che offrivano l’interazione con animali in cattività (trekking
sugli elefanti e incontri ravvicinati con grandi felini), i santuari, il cui scopo principale è aiutare e proteggere la
fauna selvatica, le wildlife farms, in cui i turisti possono osservare specie che vengono allevate per altri scopi
(coccodrilli per carne e pelle oppure orsi le cui cistifellee vengono “spremute” in modo da usarne la bile per la
medicina tradizionale cinese), gli spettacoli di strada con animali e, infine, attività come i safari.

I ricercatori hanno dato un voto a ogni tipologia di attrazione in base agli sforzi in materia di conservazione e al
benessere degli animali coinvolti, valutando fattori come la disponibilità di acqua e cibo, il livello di stress, le
violenze nei confronti degli animali e la possibilità, per loro, di comportarsi in maniera normale. Per quanto
riguarda la conservazione i punteggi si sono basati sulla provenienza degli animali, su come la struttura tutela la
specie d’appartenenza e l’habitat, sulle attività anti-bracconaggio e via dicendo.
 
I santuari hanno ricevuto punteggi positivi in entrambi gli ambiti, mentre le performance di strada, come
scimmie che danzano per il divertimento dei turisti o i serpenti usati dagli incantatori, sono state valutate
negativamente sia per la conservazione che per il benessere degli animali. Altre tipologie di attrazioni come le
strutture in cui si può nuotare insieme ai delfini, la passeggiata sull’elefante, le fattorie per allevare tartarughe,
coccodrilli e orsi sono state tutte valutate negativamente nell’impatto sul benessere degli animali.

Solo il 18% delle recensioni sulle attrazioni che ospitano tigri (e che hanno ricevuto dai ricercatori le peggiori
valutazioni in merito al benessere degli animali) hanno esternato una qualche preoccupazione per le condizioni
di vita dei felini. Il restante 82% dei visitatori ha lasciato una recensione “eccellente” o “molto positiva”.

“È davvero triste che i turisti, senza dubbio vittime di un business che sfrutta gli animali e il loro interesse
genuino nei loro confronti, finiscano per sostenere delle attrazioni che non solo tengono i loro animali in
pessime condizioni, ma fanno anche danni notevoli in termini di conservazione”, spiega David Macdonald,
direttore della Wildlife Conservation Research Unit. “Un doppio disastro, che potrebbe essere sistemato con una
regolamentazione più severa, controlli migliori e seguendo una regola generale che abbiamo individuato: i turisti
dovrebbero evitare qualsiasi attrazione che ospiti fauna selvatica e abbia ricevuto meno dell’80% di recensioni
positive su TripAdvisor”. 

La piattaforma Tripadvisor ha implementato un programma che permette agli hotel eco-friendly (quelli che
rispettano determinati standard di sostenibilità) di ottenere il simbolo di una foglia verde sulla loro pagina. I
ricercatori coinvolti nello studio vorrebbero qualcosa di simile anche per le attrazioni che lavorano con la fauna
selvatica. Tripadvisor potrebbe migliorare il suo servizio al pubblico includendo, nei criteri di valutazione, un
punteggio per valutare il benessere degli animali e gli sforzi di conservazione.
(22 ottobre 2015)

HTTP://WWW.NATIONALGEOGRAPHIC.IT/NATURA/ANIMALI/2015/10/22/NEWS/IL_DIFFICILE_RAPPORTO_TRA_TURISMO_E_ANIMALI-2815464/

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