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Le pietre parlano se sai ascoltare

Johann Heinrich Füssli, La disperazione dell'artista davanti alle rovine, 1778-


1780 circa, Zurigo, Kunsthaus

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L’arte è l’anima dell’uomo e a volte trovarsi davanti un’opera d’arte può fare
emozionare e risvegliare in noi sentimenti profondi e forse inaspettati. Sicuramente
lo pensava anche Füssli, artista autodidatta svizzero, che vive a cavallo tra
Neoclassicismo e Romanticismo. Come tutti gli intellettuali dell’epoca amanti
dell’arte antica quando arrivò in Italia fu colpito dalla grandezza e sublime bellezza
delle rovine dell’antichità, stimolato e affascinato dagli antichi e dell’antica Roma
fece questo disegno che rappresenta l’artista davanti al passato.
L’uomo, completamente nudo e quindi come se si spogliasse davanti allo
spettatore, piange e si copre il viso con una mano mentre l’altra è appoggiata a due
frammenti di una scultura antica. L’opera è facilmente riconoscibile: si tratta infatti
della mano destra e del piede sinistro del Colosso di Costantino a Roma.
L’intento di Füssli è di dimostrare come la conoscenza delle opere antiche causi
nell’artista un sentimento di inferiorità e di tristezza, e non certamente di quieta
grandezza, come asseriva Winkelmann.
L’artista anticiperà le basi del Romanticismo, in cui l’arte deve essere ispirata dal
sentimento più profondo e dalla spontaneità che aprirà alla visione del Sublime
teorizzato da Kant.31
Il passato è importante, l’abbiamo detto, quello che ci hanno insegnato e lasciato
gli antichi bisogna conoscerlo, amarlo e soprattutto proteggerlo, conoscere l’arte ed
emozionarsi al bello crea una società più bella e positiva, sicura dei propri valori.
Dunque, impariamo l’arte e non mettiamola da parte, perché certe emozioni sono
eterne.

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Eco Umberto, Storia della bellezza, Bompiani Editore, Milano 2004, p. 312.

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