Sei sulla pagina 1di 3

Il mistero della vita e della morte

Andrea Mantegna, Cristo morto, 1475-1478 Pinacoteca di Brera

64
Per la chiesa cattolica l’arte era veicolo preferenziale per delectare, attrarre
all’esperienza di fede, e docere, insegnare le verità della fede. Il mistero della vita e
della morte, questo è il tema del bellissimo Cristo morto del Mantegna, un celebre
capolavoro. Gesù afferma rispondendo a Marta che piange la morte del fratello
Lazzaro:
«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque
vive e crede in me, non morirà in eterno» (11,25-26).
Il maestro probabilmente dipinse questo capolavoro per la sua cappella funeraria
come una sorta di testamento pittorico e fino alla morte la tenne con sé, probabilmente
consapevole dell’immenso valore del Cristo in scurto, visto in scorcio, l’unica opera
portata a termine nel suo studio davanti alla chiesa di San Sebastiano a Mantova.
In un clima surreale il corpo di Cristo è freddo, immobile accompagnato a lato da
donne disperate. Gesù è ripreso da una prospettiva pungente e particolare, la
prospettiva scorciata, che fa notare come primo impatto allo spettatore i piedi freddi
e torturati di chi è morto per noi. Il volto di Cristo è bellissimo, senza vita ma sereno,
e il disegno implacabile e secco del maestro lo descrive con tutta la sua forza.
Nell’Ottocento Canova, per portare l’opera a Milano da Bossi (il creatore
dell’Accademia di Brera), la nascose in una cassa insieme ad una sua statua. Era un
espediente geniale, in quanto lo Stato Pontificio aveva creato una legge che impediva
di far disperdere opere all’estero.
Arrivato a destinazione Canova trovò nella cassa la sua opera distrutta e il fragile
Cristo Morto totalmente integro,39un bellissimo miracolo.
“Non avere paura” diceva san Giovanni Paolo II, “non abbiate paura della dignità
di ogni persona umana, dal concepimento fino alla morte.40”
Vita e morte fanno infatti parte della vita, non c’è vita senza morte e morte senza
vita: fa parte dell’eterno fluire delle cose, dove tutto il creato si unisce per raggiungere
la perfezione. Il grande sacrificio di Cristo, morto per l’umanità, è la rappresentazione
di un amore puro che supera il concetto di morte e dà un senso di rinascita e salvezza
alle nostre vite. Percepire la vita dentro la morte e la morte dentro la vita, questo è il
segreto.

39Lauretta Colonnelli, Cinquanta quadri,i dipinti che tutti conoscono. Davvero? Edizioni Clichy, Firenze,
2016, p. 39.
40 Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza, Mondadori, 1994, p. 12

65
66

Potrebbero piacerti anche