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In questa Commovente Sacra Famiglia Pelizza riprende la composizione della
Madonna Sistina di Raffaello, tema che aveva studiato in precedenza nella sua vita,
con la Vergine nelle sembianze dell’amata moglie Teresa. Il soggetto sacro era per
l’artista una eccezione, gli era stato commissionato appositamente ma non piacque
affatto al committente e pare non fosse di gradimento per la mancanza delle aureole
e la presenza dei tratti in sanguigna che delimitavano le figure, in particolare quelle
del Bambino.
Una Vergine umile va incontro allo spettatore, guardandolo negli occhi. È
consapevole che la sua Famiglia avrà una vita dura, ma va incontro al proprio destino
consapevole della vicinanza con Dio. Le figure sono prive di aureola 45 ma il
dolcissimo sguardo non mente, la Regina dei cieli è madre di Gesù e la madre di tutti
noi.
Anche Giuseppe è bellissimo, sembra come mettersi da parte e lo farà infatti,
mettendosi da parte per Gesù e per il suo glorioso destino. Il Bambino è dolcissimo,
guarda lo spettatore con una tenerezza e una decisione che scalda il cuore. È
un’immagine bellissima che entra nel cuore e nell’anima, spesso infatti la pittura
riesce a raccontare con una sola immagine moltissimi concetti e l’unione della Sacra
Famiglia ricorda il calore familiare. L’umiltà avvicina a Dio e in quest’opera si può
sentire la bellezza dell’amore paterno e materno e la sicurezza che solo la famiglia sa
dare.
Pelizza ci ricorda poeticamente che Dio è sempre con le nostre famiglie. Bisogna
proteggere chi si vuole bene.
45 Massimo Onofri, Il suicidio del socialismo, Inchiesta su Pellizza da Volpedo, Donzelli editore, Roma 2009, p. 50.
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