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Il maestro Dario Fo ricordava sempre l’importanza del sorriso, di questo gesto così
semplice e profondo. Disse in un’intervista:
“Il riso è sacro. Quando un bambino fa la prima risata è una festa. Mio padre,
prima dell'arrivo del nazismo, aveva capito che buttava male; perché, spiegava,
quando un popolo non sa più ridere diventa pericoloso33”.
Ci sono sorrisi che cambiano la vita: talvolta è un’arma di difesa, ma anche di
attacco, che ognuno di noi ha in ogni momento della nostra vita. Lo sapeva bene
Gerard van Honthorst noto anche come Gherardo delle Notti che ritrae un violinista
che ha alzato un po’ troppo il gomito, lo si capisce dalle guance rosse e dal Brindisi
gratuito allo spettatore. Eppure, il nostro violinista è felice e brinda alla vita e a noi
con un’ingenuità e una spontaneità che colpiscono. La tecnica caravaggesca di
Gherardo risalta il gaudio della serata e arricchisce i dettagli dell’opera.
Nel Seicento le osterie, soprattutto in Italia, erano molto frequentate e gli artisti
amavano rappresentare queste scene e anche Manzoni nel suo “I promessi sposi” fa
passare molto tempo al suo Renzo nelle osterie, come le amava d’altronde
Caravaggio.
La risata del protagonista è affascinante, si concentra sull’emozione e diverte lo
spettatore raccontando che l’esistenza è bella nonostante tutto. Brindiamo alla vita e
viviamo intensamente come il nostro violinista, che non pensa al domani perché già
oggi è una festa.
La risata è contagiosa, ricordatevelo.
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