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Jacopo Robusti, conosciuto come il Tintoretto perché il padre era un tintore di
panni, è uno dei più grandi artisti del Cinquecento veneziano. Personaggio
particolare: amava la sua Venezia che non abbandonerà mai (neanche con la terribile
peste), amante delle donne ma allo stesso tempo molto religioso e amante della
libertà, anche nella pittura, dove tutto diventa teatro e spazio. Viene descritto da
Giorgio Vasari, nella sua opera "Vite": "stravagante, capriccioso, presto e risoluto:
il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura".
Tintoretto era anche un grande ritrattista, basta guardare l’aristocratico ragazzo
che guarda sprezzante e sicuro di sé lo spettatore. I “moti dell’animo” sono evidenti
e fanno trasparire emozioni dal volto del giovane.
È un atteggiamento classico dell’adolescenza la troppa sicurezza e crescendo
scopriamo che la vita ai tuoi occhi non è sempre giusta e la tua fragilità di essere
umano viene a galla. La vita è bella è imprevedibile e la filosofia cinese dello yin e
lo yang può essere interessante a riguardo, una teoria radicata anche nel taoismo. La
nostra armonia personale parte dalla nostra capacità di mantenere l’equilibrio tra tutte
le forze che confluiscono in noi, per trovare la felicità dobbiamo saper gestire la
tristezza e per amare correttamente dobbiamo apprezzare anche i chiaroscuri altrui.
È un gioco di equilibrio e la nostra armonia personale si sviluppa dalla nostra capacità
di mantenere stabilità. Nella vita ci troveremo inevitabilmente una altalena di
successi e sconfitte e la giusta reazione è rispondere alle situazioni nel meglio delle
nostre possibilità, e il nostro ragazzo sembra saperlo bene guardando la vita e il futuro
fiducioso delle proprie possibilità.
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