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Giulio Paolini è uno dei più grandi artisti della cosiddetta “arte concettuale”.
L’italiano nella sua carriera ha sempre avuto un’attrazione nel rapporto pubblico,
opera e artista, studiando a fondo l’atto creativo. Silenzioso e misterioso, le sue opere
sono auto riflessive e giocondo con lo spazio e la visione mette in scena l’arte
sull’arte. Non mancano visioni e riferimenti sul grande teatro dell’arte del passato
con l’uomo, come soggetto, che fa il suo ingresso in questa analisi dello spazio-
temporale. Arte intellettuale sicuramente, ma se letta correttamente divertente e in
effetti molte volte l’arte del Novecento risulta difficile da raccontare ma
paradossalmente facile da capire.
Una tela fotografica ricavata dalla sovrapposizione di due negativi mostra Paolini
in posizione china davanti alla tela. Sta cercando di creare. Ma, interviene il
paradosso: il segno pittorico a olio blu cade alle spalle del pittore mentre la tela
rimane immacolata.36
A volte non va' come avevamo pensato, e ci disperiamo.
La vita è un meraviglioso viaggio e ogni cosa ha un inizio e una fine, e ciò che
oggi c’è domani può non esserci più. Accettare questa realtà ci rende liberi e ci
permette di vivere nel qui e ora perché, come racconta la saggezza dei Samurai
nell’Hagakure “non può essere sempre primavera e non può essere sempre giorno”.
(II, 18)37.
Vivere nel passato non è vivere, è solo scappare dal presente. A volte da un evento
inaspettato si può aprire un’opportunità, ed è essenziale nella vita trarre il meglio da
ogni situazione.
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Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore, Milano 2008, vol. 2, p. 888, cat. n. 82.
37 Yamamoto Tsunetomo, Hagakure, il libro segreto dei Samurai, Oscar Mondadori, Milano 2001, p. 113.
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