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Etica

Disciplina, sapere
→ classificazione aristotelica dei saperi / scienze.

Etimologia

ethos = comportamento, condotta

Il bene

«Ciò cui una cosa [un ente] tende»

«tendere» = mutamento, è un certo tipo di mutamento → mutamento/movimento in vista di un fine


Quindi: bene = fine.

Fine: cioè ciò che è inscritto nella propria forma

Tendere = il mutamento col quale un ente realizza la propria natura,

→ etica teleologica
Finalismo: metafisica, fisica, etica.

→attività

→ bene è un concetto ontologico, il bene è reale, coincide con la realtà, consiste nel vivere secondo
la propria natura (≠ etica deontologica, Kant, dovere).

Il rapporto tra fine e attività può essere i due tipi:


l’attività produce la realizzazione del fine, l’attività cessa e il fine realizzato rimane: poiesis: fare
come produrre qualcosa;
l’attività realizza il fine mentre è in atto, mentre si sta svolgendo: “praxis”: fare come l’agire etico-
politico.

L’etica rientra nella prassi, quindi il fine viene realizzato mentre l’attività si svolge.

Sommo bene

Spostiamoci sulla realtà dell’uomo.


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Buono è colui che realizza il proprio fine: il buon arciere.

distinzione tra fini = mezzi e il fine in sé

Fine in sé = sommo bene = felicità.

Felicità

Felicità = sommo bene = attività.


L’attività propria dell’uomo è l’attività della ragione, quindi

felicità = vita secondo ragione


(eudaimonia).

Virtù

Qualità del soggetto.


«stato abituale»: carattere

I beni esteriori

a) Una vita volta alla ricerca dei bene esteriori = di godimento non è una vita buona, quindi
non sono sufficienti
b) ma la loro assenza rende maggiormente difficile condurre la vita in modo razionale e dunque
essere felici.

Quindi: i beni esteriori (ricchezze e onori) non hanno in sé valore morale, non sono fini, ma sono
mezzi; in quanto mezzi devono in qualche modo essere presenti.

L’anima

«Anima razionale»

Parte irrazionale – totalmente estranea alla ragione → quella che svolge la funzione vegetativa,
opera in modo potremmo dire ‘inconscio’;
parte razionale = ragione stessa;
parte intermedia: desiderante, che di per sé è irrazionale, in quanto non è ragione, ma è legata alla
sensibilità, ma può sottomettersi alla ragione e in questo senso diventare razionale.
Nell’uomo in cui questo accade, nel quale cioè l’anima desiderante si sottomette alla ragione
possiamo dire che ci sono due parti razionali: la facoltà della ragione stessa e il desiderio che si
sottomette alla ragione.
(questa seconda parte = desiderio corrisponde in Platone alla differenza tra anima concupiscibile =
cavallo nero e anima irascibile = cavallo bianco).

Ragione e passione: la scelta


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Gli uomini posso agire per impulso/desiderio, quando non si dominano: in questo caso il desiderio
non si lascia governare e diventa una parte irrazionale; in questo caso non si agisce per scelta.
1111b.
Il desiderio è determinato dalle passioni.

Cos’è il desiderio? Forza che ci muove all’agire.


Ma da cosa è determinata questa forza?
O dalle passioni o dalla ragione.
Se agiamo secondo ragione desideriamo ciò che la ragione ci indica.

Quando agiscono per scelta, desiderano ciò che scelgono: «giudicando a partire dalla deliberazione,
proviamo desiderio secondo deliberazione» 1113.

Scelta (= scelta deliberativa): il processo col quale il desiderio è dominato.


«desiderio deliberato» 1139a

In sé «il pensiero non muove nulla»: non muove il corpo, non causa azione, ma solo il pensiero che
governa il desiderio, pensiero desiderante.

La scelta «è pensiero desiderante o desiderio pensante» 1139b.

Vivere secondo ragione

Virtù etiche e virtù dianoetiche

Bene = attività della parte razionale dell’anima.

Attività: due tipi:


(a) intellettuale = conoscenza;
(b) morale = agire in senso stretto.

Virtù intellettuali = dianoetiche; dianoia= intelletto;


virtù morali = etiche.

La virtù è un tipo di scelta

Il piacere come conseguenza dell’azione → l’uomo virtuoso prova piacere agendo in modo
virtuoso.

Etica e politica

Il fine della politica: cogliere e preservare il bene della città;

il bene è lo stesso per il singolo e per la città;

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la nostra indagine pertanto è in un certo senso politica → la politica in senso ampio comprende
l’etica.

Il fine della politica: rendere i cittadini buoni → la costituzione migliore: quella che fa in modo che
tutti siano buoni/virtuosi.

Quindi il fine della politica è l’etica.

Il ruolo dei magistrati: per essere buoni magistrati è necessario essere uomini buoni → l’uomo
buono che diventa magistrato è un buon magistrato.

Conoscenza/ragione o volontà?

[A]

Cristianesimo: libero arbitrio.


Libertà dell’individuo di scegliere, come se fosse di fronte a un bivio;
Dio ha reso l’uomo libero, quindi responsabilità → peccato.
Il bene è qualcosa che va voluto: se voglio il bene lo compio, lo metto in atto.

[B]

Modello socratico-platonico: intellettualismo morale → la morale è un fatto di conoscenza


Il bene è qualcosa che va conosciuto:
- se conosco il bene lo compio (‘in automatico’);
- se non lo conosco non potrò metterlo in atto.
L’agire segue il conoscere.

[C]

Aristotele:
- la conoscenza è un elemento della scelta, è operato della ragione, però è una conoscenza
particolare → conoscenza pratica ≠ conoscenza teoretica;
è una conoscenza di sé e delle circostanze, che deve saper declinare la virtù nei casi
specifici;
- ma poi questa ragione deve potersi imporre sul desiderio.

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