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Attività accademica
1887-1901: Halle;
1901-1916: Gottingen;
1916-1929: Friburgo
Opere
1938: morte
1952: pubblicazione di Idee II, scritte nel 1912 e riscritte nel 1915
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Il contesto storico-problematico: il rapporto tra filosofia e le scienze
alla nascita dei saperi dell’uomo: i saperi che hanno per oggetto l’uomo
tendono a separarsi compiutamente dalla filosofia e assumono uno statuto
autonomo = si affermano in quanto scienze.
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Nascita e sviluppo delle scienze umane
I saperi che hanno per oggetto l’uomo tendono a separarsi compiutamente dalla
filosofia e assumono uno statuto autonomo = si affermano in quanto scienze.
Psicologia:
Sociologia:
Antropologia culturale:
Economia politica:
il marginalismo (Menger)
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Temperie culturale positivistica
Ulteriore tendenza, a modellare le nascenti scienze umane sulle scienze della natura:
l’esempio della psicologia sperimentale.
b) sicché alla filosofia non rimane che farsi metodologia, cioè riflettere sui metodi
che le scienze applicano però già con successo, oppure operare una sintesi dei
risultati ottenuti dalle singole scienze.
A partire dagli anni Ottanta, in particolare nel mondo tedesco, tende ad affermarsi
uno sguardo maggiormente critico nei confronti delle scienze:
b) dall’altro lato, ci si interroga sull’origine dei principi primi delle scienze esatte.
Il dibattito sulla natura delle verità matematiche: logicisti vs. psicologisti: Frege vs.
Brentano. Frege: obiettivismo logico: le nozioni della matematica hanno una propria validità
propria, di natura logica, indipendente dai processi empirico-psicologici con i quali esse
vengono enunciate; Brentano: psicologismo e nozione di “intenzionalità”.
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La riflessione husserliana trae origine dal confronto con le scienze, come
interrogazione sullo statuto di verità delle scienze stesse.
Con Ricerche logiche Husserl conferisce una direzione ben precisa alla propria
riflessione, e inizia a delinearne i contorni in termini di “fenomenologia”.
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Riassumendo – 2 passaggi:
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Idee I, 1913
“Fenomeno”:
a) percezione immanente: la percezione, da parte della coscienza dei propri contenuti (in
quanto contenuti della coscienza) – l’autopercezione della coscienza (es.: sono cosciente di
percepire questo tavolo);
b) percezione trascendente: trascendente è la rappresentazione delle cose in quanto esistenti al
di fuori della coscienza [es. sono cosciente che questo tavolo esiste (a prescindere dal fatto
che io lo percepisco)] [par. 46].
“Immanente” è ciò che è percepito in piena evidenza (= in modo diretto); “trascendente” ciò che
può essere revocato in dubbio (perché percepito in modo indiretto).
Ma: nell’esperienza quotidiana ci rivolgiamo alle cose come a ciò che esiste
indipendentemente dalla nostra coscienza / non abbiamo a che fare con dei
fenomeni.
Per cogliere le cose in quanto fenomeni (cioè nella loro relazione intenzionale con la
coscienza) è necessaria l’assunzione di un particolare “atteggiamento”, che Husserl
chiama, appunto, “fenomenologico”, e che implica una modificazione essenziale
della nostra esperienza quotidiana.
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Dall’“atteggiamento naturale” all’“atteggiamento naturalistico”
La tesi dell’esistenza delle cose è il presupposto da cui muove la scienza naturalistica,
nella costruzione di rapporti quantitativi: la conoscenza sistematica del “mondo” in
quanto “mondo naturale”, oltre la “ingenua sapienza empirica”, è il compito delle
“scienze dell’atteggiamento naturale” (scienze “positive”, non solo scienze della
natura) [par. 30].
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Lezione n. 2
“Coscienza pura”
a) della rappresentazione,
b) del sentimento,
c) della volontà.
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“Coscienza trascendentale”
Quindi,
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Teoria delle costituzioni = teoria degli atteggiamenti
a) atteggiamento teoretico-naturalistico;
NB: è la distinzione che si incontrerà in La crisi delle scienze, tra l’oggetto della
scienza naturale e il “mondo della vita”.
In prima battuta:
Atti con i quali ci rappresentiamo le cose come “oggetti”, quindi come cose
indipendenti, esistenti a prescindere dal soggetto, obiettive.
Atti dossici sono atti della percezione, del pensiero – i vari modi della
rappresentazione.
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Tali atti assumono una valenza differente nell’atteggiamento pratico-valutativo e
nell’atteggiamento teoretico:
b) Distinzione tra la “natura” della scienza della natura e il “mondo della vita” →
La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale.
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Atteggiamento teoretico-naturalistico e atteggiamento personalistico
“Da una considerazione più precisa risulterà anzi come non si tratti, qui, di due
atteggiamenti ugualmente legittimi e sistemabili su uno stesso ordine […], bensì che
l’atteggiamento naturalistico è subordinato a quello personalistico e che attraverso
l’astrazione o, meglio, attraverso una specie di oblio di sé da parte dell’io personale,
ottiene una certa autonomia, assolutizzando, così, in modo illegittimo, il suo mondo,
la natura” (Idee II, par. 49).
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(c) chiarisce il carattere parziale dell’atteggiamento naturalistico, nel senso che
esso è solo uno della pluralità di atteggiamenti possibili;
a) Finché diamo per scontato il nostro rapporto con gli altri non possiamo
ricostruire il processo della costituzione degli altri, quindi:
b) messa tra parentesi degli altri – riduzione alla sfera del “corpo proprio”
(“appartentività);
c) dal corpo proprio al corpo dell’altro – all’altro come corpo;
d) l’analogia;
e) retroazione della coscienza dell’altro sulla coscienza di sé.
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La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale
H. dimostra che:
Quindi:
Scienza:
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