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Melanie Klein - Invidia e Gratitudine. Psicoanalisi e Civiltà Contemporanea (1957) - Martinelli 1985 PDF
Melanie Klein - Invidia e Gratitudine. Psicoanalisi e Civiltà Contemporanea (1957) - Martinelli 1985 PDF
invidia e gratitudine
PSICOANALISI E CIVILTÀ CONTEMPORANEA
a cura di Eugenio Gaddini
L'edizione italiana di questo volume è
dedicata alla memoria di
Isidoro Tolentino.
MELANIE KLEIN
Invidia e gratitudine
Traduzione di Laura Zeller Tolentino
Presentazione di Anteo Saraval
G. MARTINELLI EDITORE - FIRENZE
Titolo dell'opera originale:
ENVY AND GRATITUDE
(A STUDY OF UNCONSCIOUS SOURCES)
Tavistock Publications Ltd., London
(c) G Martinelli, Firenze, 1969
\\Presentazione al lettore italiano
Invidia e Gratitudine pubblicato nel 1957, è la conclusione
di quarantanni di fecondo lavoro psicoanalitico di Melanie Klein
(1882-1960) la quale è senza dubbio il personaggio di maggior
rilievo apparso nel campo della psicoanalisi dopo Sigmund Freud.
Allieva di Ferenczi e poi di Abraham ella si dedicò fin dall'inizio
della sua attività allo studio del bambino mettendo a punto, tra
il 1920 e il 1923, la tecnica del gioco, un metodo di analisi
ispirato alla regola freudiana delle libere associazioni, che permette di
esplorare e quindi di trattare i disturbi psicologici anche
di bambini molto piccoli.
Tramite questo nuovo strumento di ricerca la Klein ebbe
modo di compiere osservazioni del tutto originali sullo psichismo
infantile: infatti, oltre a dimostrare che alcune fasi dello sviluppo
psicologico quali il complesso edipico) e la formazione del Superio)
sono già attive nei primissimi anni di vita, in anticipo cioè rispetto a quanto
postulato da Freud, essa ha individuato nel. bambino l'esistenza di processi di
scissione, di proiezione e di elaborazione della colpa che testimoniano il
difficile lavoro che il
bimbo deve compiere per difendersi dalle angosce che i propri
prorompenti impulsi aggressivi gli suscitano.
L'accento posto dalla Klein sulle problematiche aggressive
precoci costituisce un aspetto fondamentale della sua opera e
l'immagine del bimbo che scaturisce dai suoi lavori, iniziando
con Le tendenze criminali dei bambini normali (1927) per finire
con Invidia e Gratitudine, è insieme mostruosa e commovente.
NOTE
1 Constructions in Analysis " (1937), Collected Papers, voi. V.
FINE NOTE
NOTE
3 " A Contribution to the Analysis of the Negative Therapeutic
Reaction ", 1936; anche Freud, The Ego and the Id.
FINE NOTE
NOTE
5 " A Short History of the Development of the Libido " (1924).
FINE NOTE
NOTE
6 L'osservazione dei bambini ci dimostra taluni di questi atteggiamenti
inconsci latenti. Come è stato detto sopra, alcuni bambini che prima del
pasto strillano pieni di rabbia, si rasserenano non appena prendono il
cibo. Questo significa che essi hanno momentaneamente perduto e poi subito
riguadagnato il loro oggetto buono. In altri, l'osservatore più attento può
notare che il risentimento e l'angoscia persistono, anche se momentaneamente
mitigati dal cibo.
7 È chiaro che la privazione, l'alimentazione insoddisfacente e circostanze
sfavorevoli intensificano l'invidia perché disturbano una piena gratificazione,
e si viene così a creare un circolo vizioso.
FINE NOTE
buono e la conseguente insicurezza dei propri sentimenti
buoni favoriscono l'identificazione avida ed indiscriminata.
Le persone di questo tipo possono essere facilmente influenzate perché non si
fidano del proprio giudizio.
In contrapposizione al bambino che, per colpa della sua
invidia, non è stato capace di costituire in modo valido l'oggetto interno
buono, il bambino che possiede una grande
capacità di amore e di gratitudine stabilisce un rapporto ben
radicato con l'oggetto buono ed è in grado di superare senza
grave danno quegli stati di invidia, di odio e di dolore temporanei, da cui non
sono esenti neppure i bambini amati e
ben curati dalla madre. Quando questi stati negativi sono
transitori l'oggetto buono viene riguadagnato ogni volta.
Questo è un fattore essenziale per la stabilità del rapporto
con l'oggetto e per la creazione di solide basi per l'Io. Con il
passare degli anni il rapporto con il seno materno diventa il
punto di riferimento per lo sviluppo dei sentimento di devozione verso le
persone, e verso i valori ideali, su cui si sposta
parte dell'amore che era stato in origine sperimentato per
l'oggetto primario.
III
11agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
Il sentimento di gratitudine è una delle espressioni più
evidenti della capacità di amare. La gratitudine è un fattore
essenziale per stabilire il rapporto con l'oggetto buono e per
poter apprezzare la bontà degli altri e la propria. La gratitudine ha le sue
radici nelle emozioni e negli atteggiamenti
dei primissimi stadi dell'infanzia quando la madre è il primo
ed unico oggetto per il neonato. Ho già detto che questo
legame precoce è basilare per lo sviluppo di ogni successivo
rapporto d'amore8. Anche se il rapporto esclusivo con la
madre varia per intensità e durata da individuo a individuo,
sono convinta che esso esiste in una certa misura nella
maggior parte delle persone. Le circostanze esterne influiscono
in parte sulla durata indisturbata di questo rapporto, ma i
fattori interni che ne stanno alla base - soprattutto la capacità di amare -
sembra siano innati. Gli impulsi distruttivi,
e specialmente l'invidia molto intensa, possono, agli inizi, disturbare questo
legame particolare con la madre. Se l'invidia
del seno che nutre è forte la gratificazione completa viene
intralciata perché, come ho già detto, è tipico dell'invidia il
desiderio di privare l'oggetto di ciò che possiede e quindi
di danneggiarlo.
Il bambino può provare un godimento completo solo se
la sua capacità di amare è sufficientemente sviluppata; ed è
questo godimento che costituisce la base della gratitudine.
Freud ha descritto lo stato di beatitudine del bambino mentre
viene allattato come il prototipo della gratificazione sessuale9.
Secondo me queste esperienze non solo formano la base della
gratificazione sessuale, ma di tutte le gioie future della vita
e rendono realizzabile il sentimento di unità con un'altra
persona. Tale unità presuppone una comprensione completa,
essenziale per stabilire un rapporto ben riuscito di amicizia
o di amore. Nel migliore dei casi tale comprensione non ha
bisogno di esprimersi a parole, e questa è la prova della sua
origine dal rapporto intimo con la madre nel periodo preNOTE
8 Developments in PsycboAnalysis, cap. VI.
9 Three Essays on the Theory of Sexuality.
FINE NOTE
\\CAPITOLO IV
\I
Una delle conseguenze dell'invidia eccessiva sembra essere
il precoce instaurarsi del senso di colpa. Quando l'Io non è
ancora in grado di sopportare la colpa, essa viene sentita
come una persecuzione e l'oggetto che la provoca diventa un
persecutore. Il bambino allora si trova nell'impossibilità di
elaborare sia l'angoscia depressiva sia quella persecutoria perché l'una si
confonde con l'altra. Qualche mese dopo, allorché
insorge la posizione depressiva, l'Io, più integrato e più
forte, può più facilmente sopportare la sofferenza provocata
dal senso di colpa e sviluppare le difese corrispondenti, soprattutto le
tendenze riparative.
Il senso di colpa precoce del primissimo stadio (cioè
durante la posizione schizoparanoide), aumentando la persecuzione e la
disintegrazione, impedisce l'elaborazione della
posizione depressiva 1 Questa mancata elaborazione si nota
NOTE
1 Pur non avendo cambiato il mio punto di vista sulla posizione depressiva che
si instaura all'incirca nel secondo trimestre del primo anno
di vita e raggiunge il suo apice a circa sei mesi, ho potuto osservare che
alcuni bambini sembrano sperimentare dei sentimenti di colpa fugaci già
nei primissimi mesi di vita (vedi Developments in PsychoAnalysis,
!!cap. VIII). Ciò non vuol dire che la posizione depressiva si sia già
instauFINE NOTE
sia in pazienti bambini che in adulti: non appena viene avvertito il senso di
colpa, l'analista diventa un persecutore ed è
posto sotto accusa per vari motivi. In tali casi scopriamo che
da bambini i pazienti non potevano provare senso di colpa
senza che questo contemporaneamente li portasse ad uno stato
di angoscia persecutoria con le relative difese. Difese che si
presentano poi sotto forma di proiezione sull'analista e di
negazione onnipotente.
Secondo la mia ipotesi il senso di colpa ha sempre le sue
radici più profonde nell'invidia nei confronti del seno che nutre e nella
sensazione di averne deteriorato la bontà con attacchi invidiosi. Se nella prima
infanzia l'oggetto primario si è
17agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
costituito con relativa sicurezza, il senso di colpa suscitato da
tali sentimenti può essere affrontato con maggior successo
perché in questo caso l'invidia è più fugace e meno soggetta
a compromettere il rapporto con l'oggetto buono.
L'invidia eccessiva non permette un'adeguata gratificazione orale ed agisce
quindi da stimolo, nel senso di una
intensificazione dei desideri e delle tendenze genitali. Questo
significa che troppo presto il bambino si rivolge ad una
gratificazione genitale e quindi il rapporto orale si genitalizza,
NOTE
!!rata. Ho descritto altrove i processi e le difese che caratterizzano la
posizione depressiva, quali il rapporto con l'oggetto intero, un maggiore
riconoscimento della realtà interna ed esterna, le difese contro la depressione,
in particolare la spinta alla riparazione e l'estendersi dei rapporti
oggettuali che porta agli stadi precoci del complesso di Edipo. Parlando di
colpa vissuta transitoriamente durante il primo periodo di vita, mi sono
avvicinata maggiormente al punto di vista del periodo in cui scrissi La
psicoanalisi dei bambini, dove appunto descrissi le esperienze di colpa e
di persecuzione in bambini molto piccoli. Quando in seguito ho definito
la posizione depressiva, ho fatto una divisione più chiara, forse troppo
schematica tra colpa, depressione e difese corrispondenti da una parte, e
stadio paranoide (che più tardi ho chiamato posizione schizoparanoide)
dall'altra.
FINE NOTE
\II
Tra l'invidia nei confronti del seno materno e lo svilupparsi della gelosia
esiste un legame diretto. La gelosia nasce
dalla diffidenza e rivalità verso il padre, che è accusato di aver
portato via il seno materno, e la madre stessa. Questa rivalità
caratterizza gli stadi precoci del complesso di Edipo, diretto
ed invertito, che normalmente sorge in concomitanza con la
posizione depressiva nel secondo trimestre del primo anno
di vita4.
NOTE
4 Ho puntualizzato altrove (ad es. in Developments in PsychoAnalysis,
cap. VI) la stretta connessione esistente tra la fase di sviluppo della
posizione depressiva e i primi stadi del complesso di Edipo.
FINE NOTE
Lo sviluppo del complesso di Edipo è fortemente influenzato dalle vicissitudini
del primo rapporto esclusivo con la
madre; se questo rapporto risulta disturbato troppo presto,
entra in gioco prematuramente la rivalità con il padre. Fantasie del pene dentro
la madre o dentro il suo seno, trasformano il padre in un intruso ostile. Tale
fantasia diventa particolarmente intensa quando il bambino non ha potuto godere
pienamente e felicemente il primo rapporto con la madre,
e non ha introiettato il primo oggetto buono con sufficiente
sicurezza; questo insuccesso dipende in parte dall'intensità
dell'invidia.
Quando in alcuni miei lavori descrissi la posizione depressiva, dimostrai che in
19agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
quella fase il bambino integra progressivamente i suoi sentimenti di amore e di
odio, sintetizza
gli aspetti buoni e cattivi della madre ed attraversa periodi
di lutto e di sensi di colpa. Una maggiore comprensione del
mondo esterno lo porta a rendersi conto che non può tenere
la madre soltanto per sé come suo possesso esclusivo. Dipende
in gran parte dai sentimenti che il bambino ha provato nei
riguardi del suo unico oggetto perduto se egli riuscirà o
meno a trovare un sollievo al suo dolore nel rapporto con il
secondo oggetto, il padre, o con altre persone che gli stanno
intorno. Se era un rapporto ben radicato, la paura di perdere
la madre sarà meno forte e la capacità di dividerla maggiore.
In questo caso il bambino può anche sentire meno odio per
i suoi rivali. Tutto ciò significa che egli è riuscito a elaborare
bene la posizione depressiva, evenienza che si verifica solo se
l'invidia verso l'oggetto primario non è stata eccessiva.
La gelosia, come sappiamo, è insita nella situazione edipica ed è accompagnata
da odio e desideri di morte. Ma di
solito l'acquisizione di nuovi oggetti di amore - il padre e
i fratelli - ed altri compensi che l'Io in corso di sviluppo
trova nel mondo esterno, mitigano in parte la gelosia e il
risentimento, mentre, se i meccanismi schizoidi e paranoidi
sono forti, la gelosia - e in ultima istanza l'invidia - non si
attenuano. Il complesso di Edipo è influenzato da tutti questi fattori.
Le fantasie inerenti al seno materno e alla madre che
contiene il pene del padre, o al padre che ha dentro di sé la
madre, sono caratteristiche dello stadio più precoce del complesso di Edipo. È
questa l'origine dell'immagine combinata
dei genitori: dell'importanza di questa fantasia ho parlato
ampiamente in miei precedenti lavori5. L'influenza dell'immagine combinata dei
genitori, sulla capacità del bambino di
differenziare i due genitori e di stabilire un buon rapporto con
ciascuno dei due, dipende dalla forza dell'invidia e dall'intensità della sua
gelosia edipica. Il sospetto infatti che i genitori traggano una continua,
reciproca soddisfazione rafforza
la fantasia - le cui origini sono varie - che essi siano sempre uniti. Se queste
angosce sono molto attive e perdurano
quindi a lungo possono causare un disturbo permanente nel
rapporto con ambedue i genitori. In individui molto malati
questa incapacità di scindere il rapporto con il padre da quello
con la madre, che nella psiche del paziente sono inestricabilmente legati, ha un
ruolo molto importante nei gravi stati
di confusione.
NOTE
5 La psicoanalisi dei bambini (in particolare cap. Vili) e Developments in
PsychoAnalysis (cap. VI). Ho messo in rilievo che queste
fantasie fanno normalmente parte dei primi stadi del complesso di Edipo,
e vorrei ora aggiungere che tutto lo sviluppo del complesso di Edipo è
grandemente influenzato dall'intensità dell'invidia che determina la forza
della figura combinata dei genitori.
FINE NOTE
Se l'invidia non è eccessiva, la gelosia della situazione
edipica diventa un mezzo per elaborarla. Quando nasce la
gelosia, i sentimenti ostili sono diretti non tanto verso l'oggetto primario
quanto piuttosto verso i rivali - padre o
fratelli - il che permette di diluirli. Allo stesso tempo,
con lo svilupparsi di questi rapporti, sorgono sentimenti di
amore che sono una nuova fonte di gratificazione. D'altra
parte, il passaggio da desideri orali a desideri genitali riduce
l'importanza della madre quale fonte di godimento orale (e
noi sappiamo che l'oggetto di invidia è in prevalenza orale).
Per quanto riguarda il bambino, una gran parte di odio viene
riversata sul padre che è oggetto di invidia in quanto possiede la madre: si
tratta della tipica gelosia edipica. In quanto
alla bambina, i desideri di tipo genitale nei riguardi del padre
20agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
le permettono di trovare un altro oggetto d'amore. La gelosia
prende così, in certo qual modo, il posto dell'invidia e la madre diventa la
rivale più importante. La bambina desidera sostituirsi alla madre e possedere e
curare i bambini che il padre
amato dà alla madre. L'identificazione con la madre in questo
ruolo rende possibile una più ampia gamma di sublimazioni.
È essenziale inoltre tener presente che l'elaborazione dell'invidia per mezzo
della gelosia costituisce allo stesso tempo
un'importante difesa contro l'invidia. La gelosia diventa
molto più accettabile e fa nascere minor senso di colpa dell'invidia primaria
che distrugge il primo oggetto buono.
Nel corso di un trattamento analitico si ha spesso modo
di notare la stretta connessione esistente tra gelosia e invidia.
Ricordo ad esempio un paziente che era molto geloso di un
uomo con cui pensava avessi una relazione personale. In
seguito ebbe la sensazione che comunque nella vita privata io
dovessi essere poco interessante e noiosa, ed improvvisamente
\III
Il seno " buono " che nutre e dà inizio al rapporto
amoroso con la madre rappresenta l'istinto di vita 8 e viene
sentito anche come la prima manifestazione della creatività.
Da questo rapporto fondamentale il bambino non solo riceve
la gratificazione che desidera ma ha anche la sensazione che
esso lo mantenga in vita. La fame infatti che provoca la
paura di morire di inedia - e forse anche ogni dolore fisico
e psichico - viene sentita come una minaccia di morte. Se
si è instaurata in modo stabile l'identificazione con un oggetto internalizzato
buono che dà vita, vi sarà un forte impulso alla creatività. Per quanto
superficialmente si possa
manifestare come un desiderio di prestigio, di ricchezza e
di potenza che altri hanno raggiunto9, il suo vero scopo è
la creatività.
La capacità di dare la vita e di proteggerla è sentita come
il dono più grande ed è perciò che la creatività diventa il più
forte motivo di invidia. Milton, nel suo Paradiso perduto 10,
23agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
dove Satana, invidioso di Dio, decide di diventare l'usurpatore del Cielo,
illustra bene questa distruzione della creatività
implicita nell'invidia. Satana dichiara guerra a Dio nel tentativo di
distruggere la vita celeste e cade dal Cielo. Poi,
lui e gli altri angeli caduti costruiscono l'Inferno in opposizione al Cielo, e
diventano la forza distruttiva che tenta di
distruggere quanto Dio crea ". Sembra che questo pensiero
NOTE
9 " Developments in PsychoAnalysis ", capitoli VI e VII.
" On Identifications " (New Direction* in PsychoAnalysis).
10 Libri I e II.
11 Ma con l'invidia del diavolo la morte entrò nel mondo, e quelli
che sono dalla sua parte vengono così messi alla prova (Giudizio di Salomone,
cap. 3, v. 24).
FINE NOTE
teologico derivi da Sant'Agostino, il quale descrive la Vita
come una forza creativa in opposizione all'Invidia, che è una
forza distruttiva. A questo proposito, nella Prima Lettera ai
Corinti si legge: " L'amore non invidia ". La mia esperienza
psicoanalitica mi ha dimostrato che l'invidia della creatività
è un elemento fondamentale nei disturbi del processo creativo.
Il fatto di guastare e distruggere la fonte prima di bontà porta
presto a distruggere e ad attaccare i bambini che la madre ha
dentro di sé, con la conseguenza che l'oggetto buono viene
trasformato in un oggetto ostile, critico e invidioso. La figura
del Superio su cui è stata proiettata una forte invidia diventa
particolarmente persecutoria e interferisce con i processi
psichici e con ogni attività produttiva, quindi in definitiva,
con la creatività.
Alla base della critica distruttiva che spesso viene definita
come " pungente " e " velenosa " sta l'atteggiamento invidioso e distruttivo nei
confronti del seno. In particolare la
creatività è l'oggetto di questi attachi. Così Spenser in " The
Faerie Queene " descrive l'invidia come un lupo rapace:
Egli odiava tutte le opere buone e le imprese meritorie
...........
E anche i versi di poeti famosi
Egli calunnia, e vomita veleno12
Su ogni cosa che è stata scritta dalla bocca lebbrosa.
NOTE
12 Anche in Chaucer noi troviamo ampi riferimenti a questa critica
calunniosa e distruttiva che caratterizza la persona invidiosa. Egli descrive
il peccato di calunnia come proveniente da una mescolanza tra l'infelicità
della persona invidiosa della bontà e della prosperità degli altri e la sua
gioia per il loro male. Il comportamento malevolo è caratterizzato da
" l'uomo che loda il suo vicino ma a scopo maligno, perché egli mette
sempre un ' ma ' alla fine, e lo fa seguire da un'espressione di maggior
FINE NOTE
!!
La critica costruttiva ha origini diverse: mira ad aiutare
l'altra persona e ad incoraggiare la sua opera. Talvolta deriva
da una forte identificazione con la persona la cui opera è in
discussione. Può anche entrare in gioco un atteggiamento
materno o paterno, e spesso una certa fiducia nella propria
facoltà creatrice controbilancia l'invidia.
Causa particolare di invidia è la relativa mancanza di
essa negli altri. La persona invidiata possiede tutto ciò che
maggiormente si apprezza e si desidera, cioè un oggetto buono,
il che implica anche un buon carattere e un equilibrio mentale.
Inoltre la persona che può senza rancori godere dell'opera
creatrice e della felicità altrui si risparmia i tormenti dell'invidia, del
risentimento e della persecuzione. Mentre l'invidia è fonte di grave infelicità,
si sente che essa quasi non
24agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
esiste nel sottofondo degli stati psichici caratterizzati da soddisfazione e
tranquillità - di ciò che in definitiva costituisce
l'equilibrio psichico. La libertà dall'invidia infatti costituisce la
base delle risorse interiori e dell'adattabilità che si notano in
quelle persone che, anche dopo gravi difficoltà e sofferenze
psichiche, riacquistano la pace dello spirito. Un atteggiamento
di questo genere, in cui vi è gratitudine per i piaceri del passato e gioia per
quanto il presente può dare, si manifesta nella
serenità. Ai vecchi permette di adattarsi al fatto che non si
può riconquistare la gioventù, concede loro di partecipare
con interesse alla vita dei giovani. Il fatto ben noto che i
NOTE
biasimo di quanto la persona ne meriterebbe. Oppure, se un uomo è buono e fa o
dice cose con buona intenzione, il calunniatore capovolgerà
tutta questa bontà secondo il suo intento astuto. Oppure se altri parlano
bene di qualcuno, allora il calunniatore ammetterà che si tratta di persona
molto buona, ma indicherà nel contempo un altro migliore, disprezzando così
colui che gli altri lodano ".
FINE NOTE
!!
genitori rivivano nei figli e nei nipoti la loro vita - purché
ciò non sia un'espressione di eccessiva possessività ed ambizione deviata -
illustra questa mia tesi.
Coloro i quali sentono di aver preso parte alle esperienze
ed ai piaceri della vita, sono più capaci di credere nella continuità della vita
stessa 13. Questa possibilità di rassegnarsi
senza eccessiva amarezza e senza perdere la capacità di godimento, ha le sue
origini nell'infanzia e dipende da quanto il
bambino ha potuto godere del seno senza invidiare eccessivamente la madre. Credo
che la felicità goduta nell'infanzia e
l'amore per l'oggetto buono che arricchisce la personalità
siano alla base della capacità di godere e di sublimare sino all'età della
vecchiaia. La frase di Goethe: " Il più felice degli
uomini è colui il quale può far concordare la fine della sua
vita con l'inizio di essa " la interpreterei così: l"" inizio "
rappresenta il primo felice rapporto con la madre che durante tutta la vita
mitiga l'odio e l'angoscia ed anche in vecchiaia continua a dare appoggio e
appagamento. Il bambino
che ha costituito saldamente l'oggetto buono può compensare
le perdite e le privazioni della vita adulta. Tutto ciò è sentito
invece dalla persona invidiosa come qualcosa di irraggiungibile perché essa non
può mai essere soddisfatta e quindi la
sua invidia va sempre più consolidandosi.
NOTE
13 La fede nella continuità della vita è stata espressa in modo significativo in
un'osservazione di un bambino di cinque anni, la cui madre era
incinta. Egli, esprimendo la speranza che il figlio che si aspettava fosse
una bambina, aggiunse: " poi lei stessa avrà bambini, e i suoi bambini a
loro volta bambini, e così avanti per sempre ".
FINE NOTE
\\CAPITOLO V
\I
Vorrei ora illustrare alcune delle mie conclusioni con del
materiale clinico inizierò con l'esporre il caso di una paziente. Essa era stata
allattata al seno, ma le circostanze,
per altri aspetti sfavorevoli, avevano convinto la paziente
che la sua prima infanzia e l'allattamento erano stati assolutamente
insoddisfacenti. Alle lagnanze circa il suo passato si univa la disperazione nei
confronti del presente e del
futuro. L'invidia nei confronti del seno materno e le conseguenti difficoltà
inerenti ai rapporti oggettuali erano già
state ampiamente analizzate prima del materiale che sto per
riportare.
La paziente mi telefonò dicendo che non poteva venire
25agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
alla seduta perché aveva un dolore alla spalla. Il giorno seguente mi chiamò per
dirmi che non si sentiva ancora bene,
ma che sperava di venire da me il giorno dopo. Quando, il
terzo giorno, essa effettivamente venne, non fece che laNOTE
1 Mi rendo conto nel riferire questo caso che alcuni ragguagli sulla storia
della paziente, la sua personalità, l'età e le circostanze esterne sarebbero
utili. Ma ragioni di discrezione mi impediscono di entrare in particolari
e posso quindi soltanto tentare di illustrare gli elementi principali fornendo
un estratto del materiale in mio possesso.
FINE NOTE
gnarsi: era stata curata dalla domestica, ma nessun altro si
era interessato di lei. Essa mi raccontò che ad un certo momento il dolore era
bruscamente aumentato, provocandole
una sensazione di gran freddo. Aveva sentito un violento bisogno di qualcuno che
venisse subito a coprirle la spalla
per riscaldarla, e che dopo se ne andasse. Tutto a un tratto
si rese conto che così doveva essersi sentita quando era
piccola e desiderava che qualcuno si prendesse cura di lei, ma
nessuno veniva. Questa situazione ripeteva in modo tipico
un atteggiamento che la paziente aveva spesso con le persone,
e valeva a mettere in luce il suo primo rapporto con il seno,
cioè il desiderio che qualcuno si prendesse cura di lei e
nello stesso tempo il bisogno di respingere proprio l'oggetto che doveva
gratificarla. Il sospetto che essa nutriva nei
confronti del dono ricevuto, unito al bisogno imperioso di
essere curata - che significava, in ultima analisi, un desiderio di essere
nutrita - esprimeva il suo atteggiamento
ambivalente nei riguardi del seno. Ho già accennato a quei
bambini che rispondono ad una frustrazione rinunciando
alla gratificazione che potrebbero ricavare da un cibo che,
sia pure in ritardo, potrebbero ottenere. Suppongo che, pur
non rinunciando al loro desiderio di un seno gratificante,
essi vengano a trovarsi nell'impossibilità di goderne e perciò lo
rifiutano. Il caso che stiamo esaminando illustra alcune
delle ragioni di questo atteggiamento: il sospetto nei confronti del dono che la
mia paziente desiderava ricevere perché
l'oggetto era già guastato dall'invidia e dall'odio, e, nello
stesso tempo, un profondo risentimento di fronte ad ogni
frustrazione. Dobbiamo anche ricordare - e questo vale per
altre persone adulte nelle quali l'invidia è forte - che molte
esperienze deludenti, dovute senza dubbio anche in parte al
\IV
Riferirò ora il caso di un paziente, riportando un sogno
che fu determinante nel fargli riconoscere non solo i suoi
impulsi distruttivi verso l'analista e verso la madre, ma anche l'invidia come
fattore specifico nei suoi rapporti con loro.
Fino allóra, e con forte senso di colpa, egli aveva già in parte
riconosciuto i suoi impulsi distruttivi, ma non si rendeva
ancora conto dei suoi sentimenti di invidia e di ostilità contro la creatività
dell'analista ed in passato della madre. Egli
era conscio, tuttavia, del fatto che provava invidia nei confronti di altra
gente e che, per quanto avesse un buon rapporto con il padre, sentiva anche nei
suoi confronti rivalità e gelosia. Il sogno che sto per riferire lo portò ad una
presa di coscienza più profonda della sua invidia verso l'analista "ef servì a
chiarire i suoi desideri precoci di possedere
tutti gli attributi femminili della* madre.
Nel sogno il paziente era andato a pescare; era incerto
se uccidere il pesce che aveva preso per poi mangiarlo, ma
poi decise di riporlo in un canestro e di lasciarlo morire. Il
canestro in cui aveva riposto il pesce era una cesta da lavandaia. Il pesce si
trasformò improvvisamente in un benissimo
bambino che aveva qualcosa di verde nei suoi vestiti. Poi
egli notò - e a questo punto si sentì molto preoccupato -
che gli intestini del bambino erano usciti fuori essendo stato
ferito dall'amo che aveva inghiottito quando era nelle vesti
del pesce. Al colore verde il paziente associò la copertina
dei libri della International PsychoAnalytical Library ed
egli osservò che il pesce nel canestro rappresentava uno dei
miei libri che ovviamente egli aveva rubato. Ulteriori associazioni dimostrarono
tuttavia che il pesce non rappresentava
solo il mio lavoro ed il mio bambino ma anche me stessa.
L'avere io abboccato all'amo, che voleva dire l'essermi lasciata
adescare, esprimeva la sua sensazione che io avessi di lui una
opinione migliore di quella che si meritava e che non mi
fossi accorta dell'esistenza in lui di parti distruttive che
agivano contro di me. Per quanto il paziente non potesse
ancora riconoscere pienamente che il suo modo di trattare il
pesce, il bambino e me stessa significava distruggere me e
il mio lavoro per invidia, a livello inconscio egli lo percepiva. Io interpretai
inoltre che la cesta da lavandaia esprimeva, in questo caso, il suo desiderio di
essere una donna,
31agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
di avere bambini e di toglierli alla madre. Questo passo
verso l'integrazione lo portò ad un forte attacco di depressione dovuta alla
necessità di affrontare le componenti aggressive della sua personalità. Malgrado
queste si fossero
già fatte notare nella parte precedente della sua analisi, a
questo punto egli le sentì come uno shock e con un senso
di orrore di se stesso.
La notte seguente il paziente sognò un luccio, a cui associò balene e squali,
pur non avendo l'impressione in sogno
che si trattasse di un animale pericoloso: il luccio era vecchio e sembrava
stanco e sfinito. Sopra il luccio c'era uno
spinarello, ed egli subito aggiunse che gli spinarelli non si
nutrono a spese del luccio o della balena ma si aggrappano
sul loro dorso per proteggersi dagli attacchi di altri pesci.
Il paziente riconobbe che questa spiegazione era una difesa
contro la sensazione di essere lui lo spinarello ed io il luccio
vecchio e sfinito che si trovava in quello stato perché ero
stata trattata così male nel sogno della notte precedente e
perché egli sentiva che ero stata spremuta completamente da
lui; mi aveva quindi trasformato in un oggetto non soltanto
danneggiato ma anche pericoloso. In altre parole, era venuta alla luce
un'angoscia persecutoria e depressiva; il luccio
associato alle balene ed agli squali rappresentava gli elementi
persecutori, mentre il suo aspetto vecchio e sfinito esprimeva
il senso di colpa del paziente per il danno che egli sentiva
di avermi arrecato e di continuare ad arrecarmi.
La profonda depressione che seguì a questa presa di coscienza durò parecchie
settimane, più o meno ininterrottamente, ma non interferì con il lavoro del
paziente né con la
sua vita familiare. Egli descrisse questa depressione come
diversa dalle altre già sperimentate in precedenza e come
molto più profonda. Il bisogno impellente di riparazione,
espresso nel lavoro fisico e intellettuale, venne aumentato
dalla depressione e preparò il terreno ad un suo superamento. Fu questa una fase
dell'analisi che diede dei risultati notevoli. Anche quando la depressione, dopo
esser stata
elaborata, cominciò a migliorare, il paziente era convinto che
non avrebbe mai più potuto giudicarsi quello di prima, e
ciò implicava non una sensazione di sconforto, ma una maggiore conoscenza di se
stesso e una maggiore tolleranza
nei confronti degli altri. L'analisi era riuscita a fargli fare
un importante passo avanti verso l'integrazione, connessa
con l'aumentata capacità da parte del paziente di affrontare la
sua realtà psichica. Tuttavia nel corso dell'analisi non sempre
il paziente riusciva a mantenere questo atteggiamento: cioè,
come sempre, l'elaborazione non poteva essere che un processo graduale.
Malgrado la sua facoltà di osservazione e di critica fosse
già in precedenza entro i limiti della normalità, questa fase
dell'analisi portò ad un deciso miglioramento. Anche i ricordi dell'infanzia e
l'atteggiamento verso i fratelli emersero con
maggiore intensità, riportando il paziente al primo rapporto
con la madre. Durante il periodo di depressione a cui ho accennato, egli
riconosceva di aver perduto quasi completamente il piacere e l'interesse per
l'analisi, che però riconquistò in pieno quando la depressione scomparve.
Raccontò in
seguito un sogno nel quale egli svalutava un po'"l'analista,
mentre l'analisi rivelò che si trattava invece di una forte svalutazione. Nel
sogno egli aveva a che fare con un ragazzo delinquente ma non era soddisfatto
del modo con cui affrontava la situazione. Il padre del ragazzo suggeriva di
portare
il paziente al luogo di destinazione in automobile; ma egli
si accorgeva che lo portavano sempre più distante da dove
intendeva andare. Dopo un po'"ringraziò il padre e scese
dalla macchina, ma non si smarrì perché, come al solito, lo
guidò il suo senso di orientamento. Strada facendo osservò
una costruzione alquanto particolare che gli sembrò interessante e adatta ad una
32agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
mostra ma non piacevole come abitazione. Associò ad essa qualche particolare del
mio aspetto.
Poi parlando della costruzione disse che aveva due ali e
che ricordava l'espressione " prender sotto le proprie ali ". Riconobbe che il
ragazzo delinquente di cui si era interessato lo rappresentava, mentre la
seconda parte del sogno
spiegava perché egli fosse un delinquente: l'episodio del
padre, che rappresentava l'analista, e che lo portava sempre
più distante dalla sua destinazione, rappresentava i dubbi che
egli esprimeva in parte per svalutarmi; si domandava se io
lo stessi portando nella direzione giusta, se fosse necessario
arrivare così in profondità e se io non gli stessi facendo del
male. Accennando al suo senso dell'orientamento e al suo
non sentirsi smarrito, egli aveva voluto significare il contrario delle accuse
fatte al padre del ragazzo (l'analista);
e sapeva che l'analista gli era molto utile e che era l'invidia
che provava verso di me a fare aumentare i suoi dubbi.
Egli si rese anche conto che la costruzione interessante,
in cui però non gli sarebbe piaciuto abitare, rappresentava
l'analista. D'altra parte sentiva che analizzandolo io l'avevo
preso sotto le mie ah, proteggendolo dai suoi conflitti e
dalle sue angosce. Nel sogno i dubbi e le accuse contro di
me erano un modo di svalutarmi e si riferivano non solo
all'invidia ma anche allo sconforto conseguente all'invidia e
al senso di colpa conseguente alla sua ingratitudine.
A questo sogno si poteva dare anche un'altra interpretazione, confermata in
seguito da altri sogni, basata sul fatto
che nella situazione analitica io spesso rappresentavo il padre, che poi
improvvisamente si trasformava nella madre, o
i due genitori contemporaneamente. Questa interpretazione
rivelava come l'accusa diretta al padre che l'aveva portato in
una direzione sbagliata fosse legata all'attrazione omosessuale
precoce per la figura paterna. Questa attrazione, come risultò
nel corso dell'analisi, aveva provocato forti sensi di colpa;
riuscii a dimostrare al paziente che l'invidia e l'odio che
aveva provato per la madre e per il seno e che aveva violentemente scisso,
avevano contribuito a spingerlo verso il padre. Perciò i suoi desideri
omosessuali erano sentiti come
un'alleanza ostile contro la madre. L'accusa fatta al padre
di averlo portato nella direzione sbagliata si collegava alla
sensazione, che troviamo così spesso nei pazienti, di esser stato indotto
all'omosessualità. Si tratta qui della proiezione dei
desideri del paziente sul genitore.
L'analisi del suo senso di colpa ebbe varie conseguenze:
egli provò un sentimento di amore più profondo per i geni-
78 MELANIE KLEIN
tori; inoltre si rese conto - e questi due fatti sono strettamente collegati -
che nel suo bisogno di riparare c'era
stato un elemento coatto. L'identificazione troppo forte con
l'oggetto danneggiato in fantasia - originariamente la madre - aveva diminuito
la sua capacità di godere pienamente
e perciò in un certo senso impoverito la sua vita. Divenne
evidente che anche nel suo rapporto precoce con la madre, malgrado non ci fosse
ragione di dubitare che l'allattamento fosse stato felice, egli non aveva potuto
goderlo
in pieno per la paura di esaurire e defraudare il seno. D'altra parte
l'interferenza con il suo godimento era stato motivo di risentimento aumentando
il suo senso di persecuzione.
Questo è un esempio del processo che ho descritto in precedenza, per cui nei
primi stadi di sviluppo il senso di
colpa - in particolare la colpa per l'invidia distruttiva nei
riguardi della madre e dell'analista - può trasformarsi in
persecuzione. Attraverso l'analisi dell'invidia primaria e la
corrispondente diminuzione dell'angoscia depressiva e persecutoria, fu possibile
aumentare, nel paziente, la capacità di
godere e di provare gratitudine ad un livello profondo.
33agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
\V
Accennerò ora al caso di un altro paziente che era affetto
da una tendenza alla depressione accompagnata da un bisogno
coatto di riparare: la sua ambizione, rivalità ed invidia, che
si affiancavano ad altri aspetti positivi del suo carattere, venINVIDIA E
GRATITUDINE
nero gradatamente analizzati. Ci vollero tuttavia degli anni4
perché il paziente potesse rivivere pienamente l'invidia verso
il seno e verso la sua capacità creativa e il desiderio di danneggiarlo, che
erano stati completamente scissi. All'inizio della sua analisi egli fece un
sogno che descrisse come " ridicolo ": stava fumando la pipa, che era riempita
con fogli
strappati da uno dei miei libri. Egli era molto sorpreso perché " uno non fuma
carta stampata ". Io interpretai che questo era un aspetto del sogno di
secondaria importanza; il significato principale era dato dal fatto che egli
aveva stracciato
il mio lavoro e lo stava distruggendo. Gli feci anche notare
che la distruzione dei miei scritti era di natura sadicoanale,
implicita nel fatto che egli li fumava. Egli negava questi
attacchi aggressivi poiché, unitamente a forti processi di
scissione, egli aveva una grande capacità di negazione. Un
altro aspetto del sogno erano i sentimenti persecutori nei
riguardi dell'analisi. Le precedenti interpretazioni lo avevano
irritato ed erano state sentite dal paziente come qualcosa che
doveva " mettere nella pipa e fumare ". L'analisi di questo
sogno lo aiutò a riconoscere i suoi impulsi distruttivi contro
l'analista ed anche a rendersi conto che essi erano stimolati
da una situazione di gelosia sorta il giorno precedente perché
aveva avuto la sensazione che qualcun altro fosse considerato
da me più di lui. Ma la presa di coscienza raggiunta non lo
portò ad un riconoscimento della sua invidia nei riguardi del-
4 L'esperienza mi ha dimostrato che se l'analista è pienamente convinto
dell'importanza di un nuovo aspetto della vita emotiva, è anche in
grado di darne un'interpretazione più tempestiva. Dandogli così sufficiente
rilievo ogni qualvolta il materiale lo consenta, l'analista mette il paziente
in grado di realizzare molto prima questi processi, rafforzando l'efficacia
dell'analisi stessa.
NOTE
1 Vedi Rosenfeld, "Note on the Psychopathology of Confusional States
in Chronic Schizophrenias " (1950).
FINE NOTE
a pensare con chiarezza. La confusione viene peraltro usata
anche come difesa, come si può vedere in ogni stadio dello
sviluppo. Il non saper discernere tra la bontà o meno di
un sostituto della figura originaria, controbilancia in parte
la persecuzione ed il senso di colpa per aver danneggiato
ed attaccato con invidia l'oggetto primario. La battaglia contro l'invidia
assume un altro carattere allorché, con la posizione depressiva, si instaurano
sensi di colpa diversi. Anche in quelle persone in cui l'invidia non è
eccessiva,, la
preoccupazione per l'oggetto, l'identificazione con esso, la
paura di perderlo e di danneggiare la sua creatività, costituiscono un fattore
importante che ostacola l'elaborazione
della posizione depressiva. La fuga dalla madre verso altre
persone, che sono ammirate e idealizzate proprio per annullare i sentimenti
ostili nei riguardi di quell'importantissimo oggetto invidiato (e perciò odiato)
che è il seno,
diventa anche un mezzo per conservare il seno - il che
significa anche conservare la madre2. Ho spesso sottolineato
l'importanza del modo con cui avviene questo spostamento
dal primo al secondo oggetto, il padre. Se l'invidia e l'odio
predominano, questi sentimenti vengono trasferiti in una
certa misura sul padre e sui fratelli, e più tardi su altre
figure, e perciò il meccanismo di fuga fallisce.
Con l'allontanamento dall'oggetto primario si disperdono
anche i sentimenti provati nei suoi riguardi, il che, in un
successivo stadio di sviluppo, può portare alla promiscuità.
L'espandersi dei rapporti oggettuali nell'infanzia fa parte
dello sviluppo normale. Fintanto che il rapporto stabilito
con i nuovi oggetti costituisce in parte un sostituto dell'amoNOTE
NOTE
3 Vedi Freud, " Some CharacterTypes Met with in PsychoAnalytic
Work" (1915).
FINE NOTE
Ed è proprio la grande avidità con cui si attua l'internalizzazione che contiene
il germe dell'insuccesso. Come ho detto
precedentemente, un buon oggetto bene insediato e quindi
assimilato, non solo ama il soggetto ma è da lui amato. È
questa, penso, la caratteristica del rapporto con un oggetto
buono, mentre non vale, o solo in misura ridotta, per un
oggetto idealizzato. Una possessività esclusiva e violenta,
trasforma l'oggetto buono in un persecutore distrutto e non
vengono sufficientemente evitate le conseguenze dell'invidia.
Mentre invece una certa tolleranza nei riguardi della persona amata viene poi
proiettata sugli altri, che diventano
così delle figure amiche.
Una modalità di difesa frequente è quella di stimolare
l'invidia negli altri con il proprio successo, con la ricchezza
e la fortuna, rovesciando così la situazione di chi sperimenta l'invidia.
L'inefficacia di questa modalità è dimostrata
dall'angoscia persecutoria a cui essa dà origine. Le persone
invidiose, ed in particolare l'oggetto interno invidioso, sono
sentite come i peggiori persecutori. Un'altra ragione di precarietà di questa
difesa deriva in definitiva dalla posizione
depressiva. Il desiderio di far diventare invidiosi gli altri,
ed in particolare le persone amate, e di trionfare su di esse,
37agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
fa nascere la colpa e la paura di danneggiarle. L'angoscia
che così si determina diminuisce il godimento del possesso
e riaccende nuovamente l'invidia.
Esiste un'altra e non infrequente difesa, la repressione
dei sentimenti di amore ed il corrispondente intensificarsi
dell'odio, proprio perché questo è meno doloroso che il sopportare la colpa che
nasce dalla combinazione di amore,
odio ed invidia. Tutto ciò può non esprimersi come odio
ma assumere l'apparenza di indifferenza. A questa difesa
se ne associa un'altra: l'evitare il contatto con la gente. Il
bisogno di indipendenza, come sappiamo, è un fenomeno
normale dello sviluppo, che può esser rafforzato proprio per
evitare la gratitudine e la colpa conseguenti all'ingratitudine
e all'invidia. In analisi, noi ci accorgiamo che, a livello inconscio, questa
indipendenza è in effetti del tutto falsa: il
paziente continua a dipendere dal suo oggetto interno.
Herbert Rosenfeld4 ha descritto un metodo particolare
di affrontare la situazione, quando le parti scisse della personalità, incluse
le parti più invidiose e distruttive, si riuniscono e ci si avvia verso
l'integrazione. Egli dimostrò che
l"" agire " viene usato per evitare l'annullamento del processo di scissione;
secondo me, in quanto l'agire viene usato
per evitare l'integrazione, esso diventa una difesa contro
le angosce che nascono dall'accettazione della parte invidiosa del Sé.
Con ciò sono ancor lontana dall'aver descritto tutte le
difese contro l'invidia perché la loro varietà è infinita. Esse
sono strettamente concatenate alle difese contro gli impulsi
distruttivi e l'angoscia persecutoria e depressiva. Il loro
successo dipende da molti fattori interni ed esterni. Come
si è già detto, quando l'invidia è intensa, ed è perciò probabile che emerga in
tutte le relazioni oggettuali, ogni difesa
contro di essa sembra precaria; appaiono molto più efficaci
le difese contro gli impulsi distruttivi che non sono dominati dall'invidia, per
quanto possano implicare inibizioni e
limitazioni della personalità.
Quando dominano i tratti schizoidi e paranoidi, le difese
contro l'invidia non possono avere successo, in quanto gli
attacchi rivolti al soggetto portano ad una intensificazione
NOTE
4 " An Investigation of the Need of Neurotic and Psychotic Patients
to Act Out during Analysis " (1955).
FINE NOTE
NOTE
7. Witti \ Invidia.
FINE NOTE
un sogno precedente aveva fatto cenno ad un ragazzo delinquente con cui non
poteva trattare.
Il progresso verso l'integrazione a cui mi riferisco era
evidente nel fatto che il paziente si assumeva la responsabilità del fratello
delinquente ed infatti si trovava con lui
" nella stessa barca ". Io interpretai il crimine di assassinio e di furto nei
confronti delle persone che lo avevano
gentilmente accolto, come attacchi da lui rivolti, in fantasia,
all'analista e gli ricordai l'angoscia, spesso manifestata, in
rapporto all'avido desiderio di prendere da me in misura
tale da danneggiarmi. Collegai tutto ciò con il suo senso di
colpa precoce nei confronti della madre. Il poliziotto benevolo rappresentava
l'analista che non l'avrebbe giudicato
severamente ma anzi l'avrebbe aiutato a liberarsi della parte
cattiva di se stesso. Gli feci notare inoltre che nel processo
di integrazione l'uso della scissione - sia del Sé che dell'oggetto - era
riapparso. Lo dimostrava la figura dell'analista
in un doppio ruolo: del poliziotto benevolo e del persecutore Javert, che alla
45agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
fine si toglieva la vita, e su cui era
anche proiettata la " cattiveria " del paziente. Malgrado
avesse capito la sua responsabilità nei confronti della parte
" delinquente " della sua personalità, il paziente ancora
operava una scissione del proprio Sé. Egli era infatti rappresentato dall'uomo "
innocente ", mentre le fogne attraverso cui era inseguito significavano la sua
più profonda
distruttività anale ed orale.
Il ritorno periodico della scissione era causato non soltanto dall'angoscia
persecutoria ma anche da quella depressiva, perché il paziente sentiva di non
poter mettere a confronto l'analista (allorché si presentava in un ruolo
benevolo) con la parte cattiva di se stesso senza danneggiarla.
Era questa una delle ragioni per cui egli era ricorso all'espediente di far lega
con il poliziotto contro la parte cattiva
di se stesso, che in quel momento egli desiderava annientare.
\II
Già Freud aveva riconosciuto che alcune variazioni individuali nello sviluppo
sono dovute a fattori costituzionali:
per esempio in " Character and Anal Erotism " (1908) egli
esprime l'opinione che un forte erotismo anale sia in molti
individui costituzionale2. Abraham scoprì un elemento innato nella forza degli
impulsi orali, che egli associò all'eziologia della sindrome maniacodepressiva.
Egli disse che
" ... ciò che in realtà è costituzionale ed ereditario è un'accentuazione
dell'erotismo orale così come in talune famiglie
l'erotismo anale sembra essere un fattore dominante fin
dalla nascita "3.
In altre occasioni ho espresso l'opinione che l'avidità,
l'odio e le angosce persecutorie relative all'oggetto primario,
il seno della madre, abbiano un fondamento innato. In questo mio lavoro ho
aggiunto che l'invidia, quale espressione
potente di impulsi sadicoorali e sadicoanali, è anche costituzionale. Le
variazioni di intensità di questi fattori costituzionali sono a mio avviso
legate al prevalere di uno o
dell'altro istinto nella fusione degli istinti di vita e di morte
postulati da Freud. Penso che vi sia una connessione tra il
NOTE
2 Da queste indicazioni deduciamo che il valore erogeno della zona anale
viene intensificato nella costituzione sessuale innata di queste persone.
3 " A Short History of the Development of the Libido " (1924).
FINE NOTE
\\CONCLUSIONI
Per molti anni l'invidia del seno che nutre, quale fattore che intensifica gli
attacchi contro l'oggetto primario, è
stata inclusa come oggetto di indagine nelle mie analisi.
Ma solo di recente ho dato sufficiente rilievo agli aspetti
dannosi e distruttivi dell'invidia in quanto essa impedisce
lo stabilirsi di un rapporto valido con l'oggetto esterno ed
interno, mina il senso di gratitudine e rende incerta la distinzione tra il
buono ed il cattivo.
In tutti i casi descritti, il rapporto con l'analista in
quanto oggetto interno, è di importanza fondamentale, e
ritengo che ciò sia valido in linea generale. Quando l'angoscia che si riferisce
all'invidia ed ai suoi derivati raggiunge
l'apice, il paziente - in grado maggiore o minore - si
sente perseguitato dall'analista come da un oggetto interno
astioso ed invidioso che disturba il suo lavoro, la sua vita
e le sue attività. A questo punto l'oggetto buono e con
esso la sicurezza interiore sono sentiti come perduti. Ho
potuto osservare che quando, a qualsiasi stadio della vita,
il rapporto con l'oggetto buono è seriamente disturbato - ed
in questo disturbo l'invidia ha un ruolo di primo piano -
non soltanto si ha un turbamento della sicurezza e della
tranquillità interiore, ma subentra un deterioramento del
carattere. Il prevalere degli oggetti persecutori interni rafforza gli impulsi
distruttivi, mentre se l'oggetto buono è
ben costituito, l'identificazione con esso rafforza la capacità
di amare, gli impulsi costruttivi e la gratitudine. Ciò concorda con l'ipotesi
postulata all'inizio di questo lavoro: se
l'oggetto buono è fortemente radicato, le difficoltà transitorie possono essere
affrontate facilmente e si costituiscono
solide basi per un buon equilibrio mentale, per una buona
formazione del carattere e per lo sviluppo di un Io valido.
Ho parlato altrove dell'importanza dell'oggetto persecutorio primario
internalizzato, cioè del seno sentito come minaccioso, divorante e velenoso.
Penso che la proiezione dell'invidia, debba dare un particolare carattere
all'angoscia del
bambino relativa alla sua primitiva e successiva persecuzione
interna. Il " SuperIo invidioso " è percepito come capace
47agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
di disturbare o addirittura di distruggere tutti i tentativi di
riparazione e di creatività; esso è pure sentito come quello
che presenta continue ed esorbitanti richieste di gratitudine
al soggetto. Infatti alla persecuzione si aggiungono i sentimenti di colpa: cioè
il paziente sente che gli oggetti persecutori interni sono dovuti proprio ai
suoi impulsi di invidia e di distruzione che hanno originariamente guastato
l'oggetto buono. Il bisogno di punizione, che trova soddisfazione nell'aumentata
svalutazione del Sé, conduce ad un
circolo vizioso.
Come tutti noi sappiamo, scopo finale della cura psicoanalitica è l'integrazione
della personalità del paziente. La
conclusione di Freud, che dove era l'Es ci dovrà essere l'Io
è un'indicazione in tal senso. I processi di scissione hanno
origine negli stadi più precoci dello sviluppo e, se sono
eccessivi, formano parte integrale di gravi tendenze paranoidi e schizoidi che
possono essere la base della schizofrenia. Nello sviluppo normale, queste
strutture schizoidi
NOTE
1 Capitolo VI
FINE NOTE
analitico, e la mia esperienza nel trattare i problemi di scissione riportandoli
alla loro origine mi hanno persuasa ancor
più della validità di quest'affermazione.
Quanto più profondi e complessi sono i problemi che
noi analizziamo, tanto maggiore è la resistenza di fronte a
cui ci veniamo a trovare, e ciò conferma la necessità di dare
un'importanza adeguata alla " elaborazione ". Questa necessità si evidenzia in
modo particolare nei riguardi dell'invidia dell'oggetto primario. Per quanto
succeda che i pazienti riconoscano la loro invidia, la loro gelosia e gli
atteggiamenti competitivi nei riguardi di altre persone e persino
il desiderio di danneggiarle nelle loro capacità, è soltanto
la perseveranza dell'analista nelPanalizzare questi sentimenti
ostili nel transfert, mettendo il paziente in condizioni di
risperimentare questi sentimenti nel suo rapporto più precoce, che può portare
ad una diminuzione della scissione
nell'ambito del Sé.
La mia esperienza mi ha insegnato che il fallimento
!!dell'analisi di questi impulsi fondamentali, di queste fantasie, e di questi
sentimenti è dovuto in parte alla sofferenza e all'angoscia depressiva che si
sono rese manifeste
48agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
e che in certi individui superano il desiderio di conoscere
la verità ed in ultima analisi il desiderio di essere aiutati.
Ritengo che la collaborazione del paziente debba essere
basata su di una determinazione ben precisa di scoprire la
verità su se stesso che lo renda disposto ad accettare ed
assimilare le interpretazioni dell'analista che si riferiscono
a questi primissimi strati della psiche. Queste interpretazioni
infatti, se sufficientemente profonde, mobilitano una parte
del Sé che è sentita come nemico dell'Io e dell'oggetto
amato ed è stata perciò scissa, allontanata ed annullata. Io
ho trovato che le angosce provocate dalle interpretazioni di
odio e di invidia verso l'oggetto primario e il sentimento di
persecuzione da parte dell'analista, il cui lavoro fa emergere
quei sentimenti, sono più dolorose di qualsiasi altro materiale che noi
interpretiamo.
Queste difficoltà si riferiscono particolarmente ai pazienti
con angosce paranoidi e meccanismi schizoidi molto intensi,
poiché essi sono meno capaci di provare, assieme alle angosce persecutorie
provocate dalle interpretazioni, un sentimento di transfert positivo e di
fidùcia nell'analista: in altre
parole, essi sono meno capaci di mantenere i sentimenti di
amore. Alla luce, delle nostre attuali conoscenze, io sono
incline a credere che con questi pazienti il successo è limitato se non
addirittura irraggiungibile, anche se non sono
chiaramente psicotici.
Allorché l'analisi può esser portata a queste profondità,
l'invidia e la paura dell'invidia diminuiscono, portando ad
una maggior fiducia nelle forze riparatrici e costruttive e,
quindi, ad una maggiore capacità di amare. Ne risulta anche
una maggiore tolleranza verso le proprie limitazioni, un miglioramento nei
rapporti oggettuali ed una percezione più
chiara della realtà interna ed esterna.
La presa di coscienza raggiunta nel processo di integrazione permette al
paziente, nel corso dell'analisi, di riconoscere l'esistenza di parti
potenzialmente pericolose del Sé.
Ma quando l'amore può coesistere con l'odio che è stato
scisso e con l'invidia, questi sentimenti diventano sopportabili e diminuiscono,
in quanto mitigati dall'amore. Diminuiscono pure i vari contenuti ansiosi
menzionati più sopra,
come il pericolo di essere sopraffatti da una parte del Sé
scissa e distruttiva. Questo pericolo sembra tanto più grande
poiché, in conseguenza di una eccessiva onnipotenza precoce, il male fatto in
fantasia appare irrevocabile. L'angoscia
legata alla paura che i sentimenti ostili distruggano l'oggetto
amato diminuisce quando questi sentimenti vengono conosciuti meglio e sono
integrati nella personalità. Il dolore
che il paziente esperimenta durante l'analisi diminuisce pure
gradatamente, in conseguenza dei miglioramenti relativi al
processo di integrazione, come per esempio la capacità di
riguadagnare alcune iniziative, di essere capace di prendere
delle decisioni una volta irraggiungibili e, in genere, di
usare le proprie doti più liberamente. Tutto ciò è legato ad
una diminuzione della inibizione della capacità riparativa.
Le possibilità del paziente di provare piacere aumentano e
riappare la fiducia, per quanto essa possa ancora alternarsi
alla depressione. Ho notato che la creatività cresce in proporzione alla
capacità di instaurare un oggetto buono in
modo stabile, il che, nei casi trattati con successo, rappresenta il risultato
dell'analisi dell'invidia e della distruttività.
Come nell'infanzia, le ripetute esperienze felici di essere
nutrito e amato sono determinanti per il costituirsi di un
oggetto buono stabile, così durante un'analisi le esperienze
ripetute dell'efficacia e della verità delle interpretazioni date,
porta a considerare l'analista una figura buona e costruttiva
- e così, retrospettivamente, l'oggetto primario.
Tutti questi cambiamenti portano ad un arricchimento
49agina p
MELANIE KLEIN. invidia e gratitudine
della personalità. Insieme all'odio, all'invidia e alla distruttività altre
parti importanti del Sé, che erano andate perdute, vengono ricuperate nel corso
dell'analisi. E c'è un considerevole sollievo nel sentirsi una persona più
completa,
nel riguadagnare il controllo del proprio Sé e nell'ottenere
un senso più profondo di sicurezza nei confronti del mondo
in generale. Nel mio lavoro " Some Schizoid Mechanisms "
ho espresso l'ipotesi che le sofferenze dello schizofrenico,
dovute al suo sentirsi scisso e in frammenti, siano estremamente intense.
Sofferenze, che vengono sottovalutate perché
le sue angosce appaiono sotto forma diversa da quelle del
nevrotico. Anche quando non trattiamo con psicotici, ma
analizziamo individui la cui integrazione è stata disturbata
e che si sentono insicuri sia nei riguardi di se stessi che
degli altri, troviamo che essi provano angosce di questo tipo,
di cui si liberano quando viene raggiunta una completa integrazione. Ma io
ritengo che un'integrazione completa e permanente non si possa mai raggiungere.
Anche gli individui
ben integrati, sotto la spinta di cause esterne od interne,
possono esser indotti ad intensi processi di scissione, seppure
in fase transitoria.
In un mio lavoro, " On Identification "2, ho sottolineato quanto sia importante
per lo sviluppo dell'equilibrio
psichico e della personalità, che nei processi precoci di scissione non domini
la frammentazione. Io scrissi infatti: " La
sensazione di contenere un capezzolo e un seno intatti - anche se
contemporaneamente esistono fantasie di un seno divorato e perciò fatto a pezzi
- fa sì che la scissione e la
proiezione non siano riferite prevalentemente a parti frammentate della
personalità bensì a parti più integre del Sé.
L'Io non sarà così esposto ad un fatale indebolimento dovuto alla dispersione e
sarà perciò maggiormente in grado di
annullare la scissione e di raggiungere un'integrazione e una
sintesi nel suo rapporto con gli oggetti3.
NOTE
2 New Directions in PsychoAnalysis.
3 P. 313.
FINE NOTE
52agina p