Sei sulla pagina 1di 205

RIVISTA DEL CAMPO FREUDIANO

Studi Internazionali del Campo Freudiano


Rivista Italiana della Scuola Europea di Psicoanalisi

DIRETTORE n. 56/57 - luglio-dicembre 2014/gennaio-giugno 2015


Jacques-Alain Miller

REDAZIONE SOMMARIO
Virginio Baio, Antonio Di Ciaccia, Alfredo Zenoni

Rubrica su Lacan e la Cina


ANTONIO DI CIACCIA Nota editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
a cura di Matteo Bonazzi e Silvia Pozzi
JACQUES LACAN Intervento a Lille . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
COLLABORATORI PER QUESTO NUMERO JACQUES-ALAIN MILLER Che cosa vuol dire essere lacaniani? . . . . . . . . . . 15
Beatrice Bosi, Francesca Carmignani, Sabrina Di Cioccio,
Maria Concetta Gaglio, Chiara Nicastri, Grazia Solimine, Monica Vacca Lacan e la Cina
MATTEO BONAZZI Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
SEGRETERIA DI REDAZIONE SILVIA POZZI
Michelle Daubresse e Ezio De Francesco ANTONIO DI CIACCIA Il santo (shengren) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
GUY FLECHER Qui risuona nel vuoto il nome del padiglione . 44
DIRETTORE RESPONSABILE
CHU XIAOQUAN Lacan lettore di Mencio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
Antonio Di Ciaccia
FERDINAND SCHERRER Lacan, la calligrafia cinese e la nascita del nodo
INDIRIZZO DELLA REDAZIONE
borromeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
Via Biferno, 4 - 00199 Roma SILVIA POZZI Tra-dire Lacan in Cina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82
Fax: 06-6786684 DOMENICO COSENZA Il dialettico, il morto e il maestro zen: figure del-
lanalista in Lacan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
Per ricevere la rivista vedi lultima pagina MASSIMO RAVERI Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan
con il buddhismo Zen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99
COPYRIGHT JEAN-LOUIS GAULT Il sintomo e la lingua cinese . . . . . . . . . . . . . . . . . 121
I testi di J. Lacan sono pubblicati con lautorizzazione di J.-A. Miller PAOLA FRANCESCONI Loggetto immateriale, tra vuoto e mancanza . . . 132
diritti riservati. Gli altri testi Fondation du Champ freudien. ADONE BRANDALISE Il Tao di Lacan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138
CARLO SINI Il tratto di Shitao . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 148
Pubblicazione semestrale Aut. Tribunale di Roma n. 42/87 del 4 Febbraio 1987.
MARCELLO GHILARDI Il gesto, lo sfondo, limmagine: tra Shitao e Lacan 156
In copertina: Montagna sola, Shitao. In quarta di copertina il carattere cinese wen MATTEO BONAZZI Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del sog-
(scrittura/civilt) nella versione realizzata dal calligrafo dellIstituto Confucio di Mila- getto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168
no realizzato in occasione del Convegno Lacan e la Cina. GIULIANA KANTZ Dal tratto unario al cielo stellato . . . . . . . . . . . . . 184
6 7

ALESSANDRA C. LAVAGNINO Nel cuore del segno: riflessioni a proposito di Le Meraviglie, Italia 2014. Regia di Alice Rohrwacher. Tra i principali inter-
due caratteri/sinogrammi importanti . . . . . . . . . 189 preti: Maria Alexandra Lungu, Sam Louwyck, Alba Rohrwacher, Sabine
MAURIZIO PAOLILLO Il linguaggio, la metafora e il pericolo degli orifi- Timoteo, Agnese Graziani, Monica Bellucci (Francesca Carmignani) . . . . 398
zi. Note sinologiche a margine di alcune pagine Maps to the stars, Canada, USA 2014. Regia di David Cronenberg. Tra i prin-
lacaniane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 201 cipali interpreti: Julianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack, Robert
EMANUELE BANFI Forma e percezione delle parole: lingue alfabeti- Pattinson, Olivia Williams (Francesca Carmignani) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 401
che e lingue logografiche a confronto . . . . . . . . . 216
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 404
DANIELE TONAZZO Scrittura e infinito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 231
Gli autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 406
Interventi di Diplomati dellIstituto freudiano Informazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 408
ANNA CASTALLO Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguisti-
ca e di logica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248
MICHELE CAVALLO Lalingua perduta e ritrovata . . . . . . . . . . . . . . . . 273

Lacan e il suo insegnamento


JACQUES-ALAIN MILLER LEssere e lUno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 289
JEAN-LOUIS GAULT Cronache cinesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 350
BEATRICE BOSI Il silenzio: il reale de La Storia . . . . . . . . . . . . . . . 359
LAURA PACATI Una scrittura di frontiera. Sui Claros del bosque
di Mara Zambrano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 369

Biblioteca
L. Albano, Il divano di Freud, Il Saggiatore, Milano 2014 (Cline Menghi) . . . 381
A. Alvarez, Un cuore che pensa (Tre livelli di terapia psicoanalitica con i bambi-
ni), Casa Editrice Astrolabio, Roma 2014 (Annalisa Piergallini) . . . . . . . . . 385
L. Ciccolini, D. Cosenza (a cura di), Il trattamento dei disturbi alimentari in
contesti istituzionali, Franco Angeli, Milano 2015 (Michela Monaco) . . . . 386
T. Grandin, Il cervello autistico, Adelphi, Milano 2014 (Chiara Mangiarotti) . 389

Cineteca
Il giovane favoloso, Italia 2014. Regia di Mario Martone. Sceneggiatura di Ma-
rio Martone e Ippolita di Majo. Tra i principali interpreti: Elio Germani,
Massimo Popolizio, Raffaella Giordano, Paolo Graziosi, Isabella Aragone-
se, Valerio Binasco, Gloria Ghergo, Antonio Ranieri, Anna Mouglalis, Fe-
Errata corrige
derica De Cola (Chiara Mangiarotti) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 394
Il passato, Francia/Italia 2013. Regia di Asghar Farhadi. Tra i principali inter- Segnaliamo che nellarticolo di Luisella Mambrini, Cristina Campo con Lacan sullo sti-
preti: Brnice Bejo, Tahar Rahim, Ali Mosaffa, Pauline Burlet, Elyes le e lo stilo pubblicato in La Psicoanalisi, n. 55, il Seminario di Jacques-Alain Miller a
Aguis, Jeanne Jestin (Florencia Medici) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 397 cui si fa riferimento LEssere e lUno.
Antonio Di Ciaccia

Nota editoriale

Mi sono accorto di una cosa: forse sono lacaniano solo per aver
studiato un po di cinese in altri tempi,1 disse un giorno Lacan al suo
seminario. Lacan aveva studiato il cinese con Paul Demiville negli an-
ni della guerra e lo riprender nel 1969 con Franois Cheng, il quale gli
present, come primo testo da studiare, il capitolo primo del libro di
Laozi. Eccone linizio nella versione tradotta dal poeta cinese, accade-
mico di Francia:
La Via che pu essere detta Via
Non leterna Via
Il nome che pu essere nominato
Non leterno Nome
Senza nome: Cielo-e-Terra ne provengono
Il Nome: Madre-di-ogni-cosa
Sempre senza desiderio consideriamo il Germe
Sempre con desiderio consideriamo il Termine
Doppio-nome derivato dallUno
Questo due-uno mistero
Mistero dei misteri
Porta di ogni meraviglia
Lacan era sorpreso, dice Franois Cheng, che il termine Tao signi-
fichi contemporeaneamente la Via e il parlare (o lenunciazione).2 Non

1 J. Lacan, Il seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante (1971), Ei-

naudi, Torino 2010, p. 30.


2 Cfr. F. Cheng, Il dottor Lacan nel quotidiano, in La Psicoanalisi, n. 10, 1991, pp. 47-59.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 9-10


10 Antonio Di Ciaccia

lunico apporto della cultura cinese ad aver interessato Lacan. Baste-


rebbe pensare al riferimento al wu wei, a quellagire senza agire in cui
ritrova il principio cardine della pratica analitica, o ancora allinteresse
per il dialogo che Mengzi intesse nel collegamento tra xing e ming, tra-
dotti con natura e destino. Questo numero della rivista offre una pano-
ramica dellinteresse di Lacan nei confronti della cultura cinese, e che Jacques Lacan
il frutto di un convegno che ha riunito sinologi, filosofi e psicoanalisti
su questo tema. Intervento a Lille
Non tuttavia lunico apporto di questo numero. Linedito in ita-
liano di Lacan consiste nel suo intervento finale alle Giornate di studio Lacan concluse con questo intervento le Journes dtudes
dellcole freudienne de Paris che si tennero a Lille nel settembre 1977, de lcole freudienne de Paris tenute a Lille dal 23 al 25 settembre 1977
e, oltre ad altri articoli, segnaliamo il testo di Jacques-Alain Miller Che e pubblicate nelle Lettres de lcole freudienne,
cosa vuol dire essere lacaniani?, che una ripresa di parte del suo Cor- n. 22, 1978, pp. 499-501.
so tenuto al Dipartimento di Psicoanalisi dellUniversit di Parigi VIII
nel 1997, mentre pubblichiamo in questo numero le sue ultime lezioni
del Corso del 2010-2011, dal titolo LEssere e lUno. Questa mattina ho preso degli appunti. Spero di discostarmene un
po. Naturalmente mi sbaglio perch, secondo quello che ho sentito da
Alain Didier-Weil, io avrei capito tutto.
Che cosa vuol dire capire? soprattutto quando si fa un mestiere
che, un giorno, in casa di qualcuno che qui presente e che si chiama
Dominique Thibault, ho qualificato come impostura.1
Ho capito tutto dunque e, a quanto pare, ne d testimonianza La
Lettera rubata di Poe (che, cos per caso, ho piazzato in testa ai miei
Scritti) dato che largomento di cui Alain Didier-Weil si occupato
insomma, se ne occupato, piuttosto ne ha preso spunto.
Ecco che cosa cerco di denunciare: il tutto, il capito tutto.
Non solo l al suo posto il non tutto, ma chiaro che lequivoco
che ho cercato di evitare nel mio seminario (ammesso che lo abbia evi-
tato ma non ne sono sicuro) : tutto (e qui passo da una lingua allal-
tra) . dato che sul che ho ammesso di essermi basa-
to, riguardo alla femmina duomo, quel che concerne la ne-
gazione delluniversale cosa che chiamo (lasciatemelo scrivere) stock-
occasione.
Vedete comunque la resistenza che presenta lortog che qualifico
come rafia.

1 Cfr. J. Lacan, Discorso sullisteria, in La Psicoanalisi, n. 53-54, Astrolabio, Roma 2013, pp.
9-16.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 11-14


12 Jacques Lacan Intervento a Lille 13

Bisogna interrogare lequivoco su cui, dico, si sostengono tutte le alla logica, ma linconscio come fa a saperlo? E linconscio come vi si
formazioni, le formazioni dellinconscio. orienta in funzione del reale, reale di cui fa parte la distanza? Non c
Lo ha immaginato un tipo freudorrendo.2 E a partire da che cosa lo altra definizione del reale e qui ho azzardato se non limpossibile.
ha immaginato, questinconscio, a cui ha ricondotto un certo numero dellordine della definizione, e la definizione non ha niente a che vede-
di formazioni? Non facile da immaginare. Ma ad ogni modo lortog re con la verit. La verit: mi sono permesso di dire che non la si pu
deve avervi giocato un certo ruolo. dire. davvero buffo che ci siano delle persone chiamate analisti che si
Quello che ha detto Freud, il freudorrendo, proprio che non c sforzano a far dire a coloro che vengono chiamati i loro analizzanti (al-
del saput-io.3 Non c niente che supporti il saput-io. Detto in altre pa- meno cos che li ho chiamati io), che si sforzano a far dire loro la ve-
role, al gioco dellio si sostituisce quello che cerco di dire oggi il rit. La verit rigorosamente impossibile da dire. Diciamo che non la
balbett-io.4 si pu dire che a met. Ho parlato, e Alain Didier-Weil vi ha fatto allu-
Una bafouille, come si dice, una lettera. E bisogna vedere che, co- sione, di semi-dire, e il semi-dire , come si vede, un puro e semplice
me lo ha rievocato (non so perch dato che non meritava tanto onore) fallimento della verit.
il genere in francese, ex-siste a tutto, come lo scrivo io. Il pi o meno di Come si pu pensare che delle persone cos contorte si affannino a
ex-sistenza: ecco che cosa regola la faccenda delle lingue, detto altri- ricostruire quello che ho chiamato lex-sistenza della lingua rispetto alla
menti la linguistica. logica? Delle due cose, una: o linconscio sa in anticipo tutto quello che
Non meraviglia, non mi meraviglia pi di aver fatto riferimento al- si costruir nella storia (quello che viene chiamato, che io ho chiamato,
la linguistica, dato che la linguistica non vorrei esagerare anches- listoria: listeria), o sa gi la distanza in cui si trova rispetto alla logica,
sa unimpostura. oppure non ha alcun senso lelucubrazione con cui ho cercato di fornire
Comunque vorrei dirvi che la distanza tra la logica e la lingua, ec- un sostegno a Freud, il freudorrendo. Che cos una nevrosi? Ecco che
co che cosa vorrei vorrei, ma in realt non ne ho proprio voglia, ho cosa mi ha portato a elucubrare questa storia del nodo che ho chiamato
enunciato un certo numero di farfuglii e forse, se si vorr, far il mio borromeo. Questo nodo un simbolo per manifestare la manifestazio-
seminario ancora un anno. Ma ci che spero di non farlo. Anzi non ne una metafora, e lincatenamento di cui si tratta pu essere indicato
farlo mi appagherebbe. Insomma, sono stanco, ma alla fine sar io a con quella metafora che consiste nelluso del termine metonimia.
decidere. Bisognerebbe esplorare che cosa rappresenta per ciascuno la signi-
Comunque c qualcosa dinteressante che si palesato quando ficazione, in altri termini luso delle parole. Ed ecco che siamo riporta-
Newton ha parlato della gravitazione. Egli ha detto che i corpi i cor- ti alla linguistica. To glance a nose, si dice cos in inglese: dare unoc-
pi, ossia la materia gravitano tra di loro in relazione alla massa di altri chiata al naso; e per questo qualcuno che aveva parlato inglese nella
corpi. La cosa non filata liscia al tempo di Newton, poich la gente sua infanzia aveva una fifa particolare di vedere chiss quale sfavillio
del suo tempo si scervellata sul fatto che nella formula di Newton c auf der Nase cos che si dice in tedesco.5
un problema di distanza, e gi al tempo di Newton ci si domandava in Tutto quello che segna la distanza dalla lingua alla logica (c un
che modo un corpo potesse saperla, questa distanza. abisso) merita di essere esplorato. Vale a dire che lirrazionale, lo sap-
lo stesso problema che si propone a noi a proposito di sapere la piamo, mette in collera, ira. Il a ira6 infatti il canto della collera.
distanza in cui si trova la lingua rispetto alla logica. La lingua ex-siste Ecco su che cosa, se proseguo il mio farfugliare, ho intenzione di
cianciare, di cianciare come meglio posso, perch il balbett-io, quello
2 Traduciamo cos affreud.
3 Traduciamo cos su-je, omofono di sujet, soggetto. 5 Cfr. S. Freud, Feticismo, Opere, vol. 10, Boringhieri, Torino 1978, pp. 487-497.
4 Traduciamo cos bafouille--je, letteralmente lettera-a-io, omofono di bafouillage, farfuglio, 6 a ira: canto in voga al tempo della rivoluzione francese e il cui significato vuol dire che la
balbettio. cosa riuscir, mentre ira il termine latino per collera.
14 Jacques Lacan

su cui si sostenta lio, sembra essere a portata di mano; ognuno va in gi-


ro con un io; perlomeno, questo io, lo enuncia a vanvera.
Per oggi, ho detto abbastanza. Sempre che riesca a perseverare, vi
do appuntamento per quello che chiamer il seguito.

Traduzione di Michelle Daubresse e Antonio Di Ciaccia Jacques-Alain Miller

Che cosa vuol dire essere lacaniani?

Jacques-Alain Miller legge un annuncio che trova sulla sua scrivania,


firmato dal suo amico Balibar, che chiede un raduno per la regolarizzazio-
ne dei clandestini.1

I documenti dello psicoanalista


una buona cosa volere che i clandestini abbiano dei documenti.
Vi ricordo che stasera terr un seminario di politica lacaniana. Non
avevo previsto di parlare dei clandestini, non ho delle obiezioni di
principio a farlo, ma mi occorre del tempo per pensarci. Ho pensato di
fare un seminario mensile di politica lacaniana, in modo da liberare
questo corso, e di mettere la questione politica a lato. Questa politica
lacaniana che annuncio una politica che concerne essenzialmente la
politica nella psicoanalisi. Ci non ovviamente senza eco, senza unin-
fluenza sulla politica in generale. Non vi dunque alcuna obiezione di
principio ad affrontare ora o in un altro momento la questione dei
clandestini, ma mi occupo prima di tutto dei nostri documenti.
Vorrei che ci domandassimo un p seriamente che cosa vuol dire
essere lacaniani in psicoanalisi. Non ho mai posto la domanda in questi
termini e bisogna che mi domandi il perch. Da dove viene questa do-
manda? In che cosa siamo lacaniani?In fin dei conti che cosa vuol dire
essere lacaniani?

1 Pubblicato su Quarto, n. 74, 2001, e relativo al Corso tenuto presso il Dipartimento di Psi-

coanalisi dellUniversit di Parigi VIII nellanno accademico 1997-1998, lezione del 26 novembre
1997.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 15-33


16 Jacques-Alain Miller Che cosa vuol dire essere lacaniani? 17

I. Una separazione tra Lacan e la psicoanalisi de Altro onnipotente, non dovendo questi tener conto di alcuna legge
superiore a lui. Si visto anche, nel suo non c un Altro dellAltro,
Proviamo a dire, in primo luogo, che cosa essere lacaniano non . il permesso, in qualche modo strutturale, dato allanalista, di fare come
Essere lacaniano non soltanto riconoscere limportanza di Lacan nel- meglio gli sembra nella conduzione della cura, di abbandonarsi, come
la psicoanalisi, n leggere Lacan, per la ragione molto semplice che non si dice, al suo controtransfert. Questa obiezione sicuramente la pi
solo un nostro privilegio. Cos stato e rendeva le domande oziose. resistente alla nuova pratica ma allo stesso tempo non si pu conside-
C stato forse un tempo in cui si poteva sentir dire che Lacan non era rare che essa sia decisiva nel momento attuale in cui la questione si ro-
della psicoanalisi. Questo un tempo essenzialmente passato. Che co- vescia in un contraccolpo sulla pratica standardizzata, standard che
sa motivava questa disgiunzione tra Lacan e la psicoanalisi? esso stesso leggermente evolutivo.
La pratica di Freud consisteva in sei sedute settimanali di unora.
Un altro vocabolario Essa stata modificata dagli Anglosassoni in cinque sedute da cin-
quantacinque minuti. Essa diventata per i francesi tre o quattro sedu-
Nella teoria, per cominciare, Lacan ha sostituito un altro vocabola- te di quarantacinque minuti, perfino mezzora. Tutti questi analisti
rio ai termini usati da Freud, anche solo luso che facciamo dei termini pensano perlomeno di rispondere a uno standard, hanno pensato di ri-
come il soggetto e lAltro con una A grande, e del resto anche con spondere a tale standard fino a che si osservata recentemente una
una a piccola termini che non appartengono al linguaggio di Freud. certa mancanza di convinzione nei confronti di queste norme, che ha
In egual modo ha dato maggior importanza, allinizio del suo insegna- avuto come effetto la diminuizione delle obiezioni fatte a Lacan in me-
mento, alla funzione della parola e al campo del linguaggio, riferimenti rito alla sua pratica. a questo punto che uno spirito distinto nel cam-
che apparivano in Freud il minimo che si possa dire meno nume- po della psicoanalisi si compiace di qualificare problematica la pratica
rosi, meno insistenti che in Lacan. dunque potuto sembrare ad un di Lacan. Questo aggettivo, datato 1995, certamente il pi dolce di
certo punto che Lacan sostituisse unaltra logica allopera di Freud. Ma quelli utilizzati per qualificare la pratica di Lacan.
si potuto constatare da allora, nella psicoanalisi, dal momento che La tendenza qui chiara. Lo standard, che stato promosso come
esiste nel mondo, che i prestiti da Lacan si sono moltiplicati. C anche tale per molti decenni e che ha legittimato lestromissione di Lacan dal
quella che possiamo chiamare una Scuola postlacaniana. Questa Scuola campo della psicoanalisi, esso stesso incrinato. Ha cessato di essere
raggruppa un certo numero di analisti che pensano di essere passati amato. Fatto sta che non mi sembrava affatto eccessivo considerare che
per Lacan per poi superarlo. Accettando il fatto che sono passati per, e sia nella pratica che nella teoria si ammettesse oggi internazionalmente
che ammettano linfluenza, lincidenza dellinsegnamento di Lacan, al non era cos quando ho cominciato questo corso che Lacan appar-
tempo stesso sulle loro concezioni e sulla loro pratica della psicoanali- tenesse alla psicoanalisi. Pertanto, la domanda che cosa vuol dire es-
si. Potremmo scherzarci su, resta per il fatto che ci mette in questio- sere lacaniano? per noi presente e insistente. Ecco perch, in primo
ne cosa voglia dire essere lacaniano. luogo, si pone la questione.
Si pone ugualmente per una seconda ragione: quella interna allin-
Una pratica anti-standard segnamento di Lacan come si esprimono i suoi allievi. Essere lacaniani
diviene per noi stessi problematico, oggetto di una questione, dal mo-
In secondo luogo, c la pratica distinta dalla teoria. stato detto mento in cui ci si accorge che Lacan non dogmatico. Questo corso ha
che Lacan aveva sostuito unaltra pratica della psicoanalisi a quella che provato a mostrarlo e vi riuscito, mi sembra. Non si pu fare una lista
Freud aveva prescritto, in particolare per le sue sedute a tempo varia- di tesi che sarebbero lacaniane, di teoremi o di assiomi, perch si ob-
bile, e perfino per le sue sedute di durata corta o ultracorta, e che era bligati a completare queste tesi, questi teoremi, questi assiomi eventua-
ritornato a una pratica della suggestione, facendo dellanalista un gran- li, con precisazioni relative al loro contesto. Non si pu parlare pro-
18 Jacques-Alain Miller Che cosa vuol dire essere lacaniani? 19

priamente di manifesto lacaniano della psicoanalisi. Sembra bene piut- va di Freud che declassa la ripartizione freudiana di inconscio, precon-
tosto che Lacan stesso sia alle prese con un problema e che lo sviluppi scio e conscio a beneficio della seconda topica: Es, Super-io ed Io. I
e che provi a dare delle soluzioni. manuali dellannafreudismo espongono chiaramente una evoluzione
Questo porta i suoi allievi meglio orientati a periodicizzare i suoi del pensiero di Freud prima di tutto periodicizzata secondo queste ri-
insegnamenti, e ad ammettere come una lettura un po pi attenta ci partizioni e scelgono di privilegiare la seconda, considerando che la
mostra, chegli ha potuto dire se non tutto e il contrario di tutto, alme- prima non stata che una preparazione, un abbozzo della seconda.
no che ha potuto ribaltare le sue tesi allapparenza pi solide. Da que-
sti studi precisi dellinsegnamento di Lacan nasce la domanda che co- LIo come funzione di sintesi
sa vuol dire essere lacaniano?. Questa questione di carta di identit,
diviene: qual il problema lacaniano nella psicoanalisi? In secondo luogo, lannafreudismo ha per concetto fondamentale,
preso da questo seconda topica, lIo considerato come una funzione di
Una questione nuova sintesi, di padronanza, di integrazione della personalit. per questo
che lannafreudismo si presta, aspira a una congiunzione tra la psicoa-
In terzo luogo, essere lacaniano diviene una questione nuova, nalisi e la psicologia generale. Presenta lesperienza analitica come il
quando non ci si accontenta della risposta essere lacaniani vuol dire modo di ottenere che lIo risponda al suo concetto sintetico.
essere freudiani. Eppure una risposta alla quale porta Lacan. Du-
rante un certo periodo si potuto pensare che essere lacaniani non era Lapparecchio psichico in isolamento
nientaltro che essere autenticamente freudiani. Ma questo non valso,
non si potuto dire, se non in rapporto a questa variet di freudismo In terzo luogo, lannafreudismo portato a considerare lapparec-
quale era lannafreudismo. chio psichico in isolamento. Esclude o minimizza tutto quello che del-
Lannafreudismo una versione del freudismo che si imposto ne- lordine della relazione doggetto, e allo stesso modo non fa alcuno spa-
gli ultimi anni di vita di Freud, e ha dominato la psicoanalisi per molti zio alle relazioni intersoggettive.
decenni. Quello che possiamo percepirne oggi che stata una inter- La pietra angolare di questo annafreudismo, che permette di dire
pretazione del freudismo, una interpretazione canonica, dogmatica, di che essere lacaniani non altro che essere freudiani, il riconoscimen-
alcuni elementi della dottrina di Freud. in rapporto a questo anna- to del carattere primario nello sviluppo dellessere umano di una fase
freudismo che si potuto rispondere che essere lacaniani non era nien- narcisistica e autoerotica presente parecchi mesi dopo la nascita.
te di pi che essere freudiani. Questo tema stato oggetto di un aspro conflitto tra gli analisti.
C o non c stata una fase primaria di narcisismo e autoerotismo? La
definizione stessa di psichismo in gioco in questa faida, perch se lo
II. Uno sguardo retrospettivo sullannafreudismo psichismo di tipo originario, chiuso su se stesso, tutto quello che
dellordine della relazione diviene da allora in poi secondario, accesso-
Vale la pena di gettare uno sguardo retrospettivo, dettagliato sullan- rio, adiacente. questo che Anna Freud poteva formulare nel 1943,
nafreudismo. Mi accontenter oggi di indicare i suoi tratti principali. nei dibattiti che ebbero luogo nella Societ Britannica di Psicoanalisi.
Mi ha rassicurato che ci fossero a Londra, nel 1943, queste discussioni
Preferenza alla seconda topica animate, teoriche e cliniche, che tutte le energie della nazione non fos-
sero tese verso gli obiettivi della guerra mondiale, che si avesse tempo
In primo luogo, la preferenza data alla seconda topica di Freud di ragionare sullautoerotismo. Nelle discussioni che ebbero allora luo-
sulla prima. Lannafreudismo si presenta come una lettura retrospetti- go nella Societ Britannica a proposito dei contributi della scuola klei-
20 Jacques-Alain Miller Che cosa vuol dire essere lacaniani? 21

niana, Anna Freud pot formulare questo con una certa condiscenden- te nellannafreudismo quello di padronanza, di sintesi e di integrazio-
za nei confronti della scuola kleiniana, dandole allo stesso tempo un ne come un vero rovescio della psicoanalisi, titolo di un seminario di
contentino: Io considero che c una fase narcisistica e autoerotica Lacan (Sem. XVII). Anche se molto posteriore a questo dibattito ini-
della durata di parecchi mesi, che precede la relazione doggetto in ziale, questo seminario inquadra ci di cui si tratta in rapporto allan-
senso stretto. Anche se linizio della relazione doggetto si costruisce nafreudismo: un rovescio della psicoanalisi.
lentamente durante questo periodo iniziale. Conosciamo questa frase Abbiamo dunque appreso, in seguito a Lacan, ad accantonare que-
precisamente a partire dalla menzione che ne fa Joan Rivire nellintro- sto vocabolario della padronanza, per utilizzarne un altro, un vocabo-
duzione scritta di suo pugno allopera collettiva kleiniana Sviluppi in lario della sottomissione, dellassoggettamento, della determinazione.
psicoanalisi. questo che era venuto a sottolineare, a prescrivere, questo termine ine-
dito in Freud, ossia quello di soggetto. Attraverso il soggetto sostituito
allIo la concezione stessa di quello che si struttura nella psicoanalisi
III. Il senso di un ritorno a Freud ruota di 180 gradi. L dovera questione di Io, di padronanza da rin-
forzare, ecco che si trattava di un soggetto fondamentalmente assog-
Rispetto a questo annafreudismo, essere lacaniani un tempo ha po- gettato a una struttura che si trattava di realizzare.
tuto avere il senso di un ritorno a Freud. Lungi dallessere una funzione di sintesi, questo soggetto, che era il
tratto distintivo di quelli che pensavano di rispondere allessere laca-
Ritorno alla prima topica niani, era vuoto, e ancora, pi precisamente, non aveva un valore se
non quello di variabile, il cui valore ogni volta determinato dalla cate-
In primo luogo, essere lacaniano stato ritornare alla prima topica. na significante che lo comanda. Essere lacaniano era, per lindividuo
stato rendere i suoi diritti alla tripartizione incoscio, preconscio e che si presenta come paziente, puntare al soggetto presente in lui, cio
conscio. Allo stesso modo stato fare uso del nuovo concetto di incon- a una variabile determinata da un significante. Questa cosa fa andare a
scio, che era in effetti passato di moda nella psicoanalisi. Essere laca- rotoli, esclude, tutte le idee di un rinforzo dellIo.
niano voleva dire prendere in considerazione la scoperta dellincoscio, La questione diventa: quale valore deve assumere il soggetto nel
e dunque compitare i primi testi di Freud, considerati come sorpassati corso del processo analitico? Quale valore finisce per prendere nel
dallannafreudismo: Linterpretazione dei Sogni, La psicopatologia della processo analitico? decisamente il contrario della nozione che ci sa-
vita quotidiana, Il motto di spirito e la sua relazione con lincoscio. Era rebbe una funzione da rinforzare nellindividuo. una questione di va-
anche riconsiderare i termini della seconda topica a partire dalla prima, lore da assumere piuttosto che una potenza da rinforzare.
e in particolare reinterpretare il superio, lEs, la pulsione di morte, a Essere lacaniano dunque stato semplice. Voleva dire non essere
partire dallinconscio e dunque restituire a Freud lintegralit del suo annafreudiano, o alla stesso tempo essere anti-annafreudiano.
insegnamento e il movimento stesso della sua ricerca. In quarto luogo, che cosa vuol dire essere lacaniano?
Diviene una questione a condizione di ammettere, di prendere in
Linconscio come concetto fondamentale conto seriamente e non come un capitolo della storia della psicoanalisi,
che ci sono altri modi oltre quelli di Lacan di interpretare Freud e an-
In secondo luogo, essere lacaniano consisteva nel prendere come che di interpretare la psicoanalisi.
concetto fondamentale non lio ma linconscio, e si trattava di una dif- Essere lacaniano prende il suo senso, per esempio, in relazione al-
ferenza palese in relazione alle elaborazioni dellannafreudismo. Que- lessere kleiniano. Lessere kleiniano esiste. Non esiste molto in Fran-
sto implicava di ripensare allEs, al superio e allIo a partire dallincon- cia. Perci, abbiamo qui la tendenza a trattarlo in modo storico. Ma ci
scio. Questo implicava dunque di trattare tutto il vocabolario prevalen- sono numerosi psicanalisti sulla faccia della terra che si dicono kleinia-
22 Jacques-Alain Miller Che cosa vuol dire essere lacaniani? 23

ni, cio prendono linvenzione freudiana a partire da Melanie Klein. dubbi che Melanie Klein che ne ha fatto una relazione fondamentale
Del resto perch si rifanno allessere kleiniani che sono molto aperti a e primordiale appoggiandosi per esempio, almeno i suoi allievi, sul-
quegli altri che si rifanno allessere lacaniano. lapporto dei comportamentisti. Joan Rivire, come Susanne Isaacs
rende ugualmente omaggio alla ricerca comportamentista del nutri-
mento, in particolare allopera dal titolo The nursing couple, la coppia
IV. Che cosa vuol dire essere kleiniani? madre-bambino. Potremmo dire che essere kleiniani mettere in fun-
zione questa coppia originaria.
Che cosa vuol dire essere kleiniani? Prendiamo questo espediente Se volessi reinterpretarlo e aprire una pista investigativa, nella qua-
per fare la differenza con il nostro essere lacaniani, che ci diviene forse le, per mio conto, non mi vorrei avventurare, direi che il seno della ma-
un po pi problematico del solito, perch noi siamo lacaniani dalla na- dre, nella interpretazione kleiniana della psicoanalisi, in qualche mo-
scita, siamo lacaniani cos come respiriamo. Abbiamo cominciato a leg- do il partner-sintomo del bambino. Mi sembra che sia cos rileggendo
gere Freud, e per un certo numero di noi tra cui io stesso a pren- Melanie Klein dal nostro punto di vista.
derlo sul serio, perch c stato Lacan. forse il tempo di staccarsi un Il seno di cui si tratta un seno-sintomo, poich prima di tutto
po da questa evidenza per percepire che ci sono degli altri che pensa- un oggetto che soddisfa, per dirla in termini freudiani, un oggetto la
no ugualmente di rispondere allessere freudiani essendo kleiniani, si- cui funzione prima di tutto pensata in termini economici. un ogget-
curamente in un modo differente da quello per cui si freudiani essen- to di soddisfazione. Ecco la sua definizione, sicuramente pensata in un
do lacaniani. modo globale, alla quale Lacan ha apportato in seguito delle sfumatu-
Che cosa vuol dire essere kleiniani? Bisogna che io lo inventi un re, dei tratti e una dialettica. Ma un oggetto che soddisfa in primo
po a partire dai testi di Mlanie Klein e dei suoi allievi, bisognerebbe luogo il bisogno di essere nutrito, dunque che risponde alla fame, alla
invitare qui un kleiniano. Questo finir sicuramente per succedere pri- pulsione alimentare e, in secondo luogo, come dice Melanie Klein, in
ma o poi. Ne abbiamo bisogno per ritrovare noi stessi. un modo globale e allo stesso tempo oscuro, che soddisfa tutti i deside-
ri del bambino. Questo seno partecipa a un funzionamento che ha per
La relazione primitiva del bambino con il seno prodotto il godimento. Dico godimento perch , per Melanie Klein, il
godimento fondamentale. Vediamo, allo stesso modo, che pu anche
Che cosa vuol dire essere kleiniano? Ho provato a orientarmi, evi- non soddisfare e pu venire a mancare.
dentemente a partire dallessere lacaniano, per quanto problematico
possa essere: consiste nellaggiungere qualcosa a Freud. Non ci sono Matrice dellamore e dellodio
dubbi. Consiste nel ricentrare lesperienza analitica sulla relazione pri-
mitiva del bambino con il seno della madre. Che cosa succede quando un oggetto di soddisfacimento viene a
Ci sono delle differenze nellorbita kleiniana, ma quello che li acco- mancare?
muna di prendere come matrice fondamentale dellinterpretazione In primo luogo esso suscita lallucinazione. Il bambino immagina la
del paziente, che sia adulto o bambino, questa relazione primitiva. So- soddisfazione che gli manca. Secondariamente esso suscita lodio. Sve-
lo per questo motivo opposto al solipsismo annafreudiano. Essere glia la tendenza a distruggere, a fare a pezzi sia questo seno che la ma-
kleiniano porre che una relazione doggetto primordiale. per que- dre che lo supporta.
sto che il dibattito Anna Freud-Melanie Klein si centrato sulla vali- Questi sono gli elementi che formano la matrice infantile primor-
dit o meno di questa fase primaria di autoerotismo e di narcisismo. diale di ogni vita affettiva, come la descrivono Melanie Klein e i suoi al-
Questa relazione primitiva la si ritrova sulle tracce di Freud, ci sono lievi. la matrice dellamore concepito a partire da questo appaga-
delle allusioni. Si trova qui e l un paragrafo di Freud, ma non ci sono mento della soddisfazione, e di conseguenza dellamore concepito pri-
24 Jacques-Alain Miller Che cosa vuol dire essere lacaniani? 25

ma di tutto come sicurezza. Sicurezza un termine costante del kleini- che una versione derivata del capezzolo del seno. Non sono io che esa-
smo. Il soggetto vuole la sua sicurezza. La soddisfazione la sicurezza. gero. Joan Rivire sempre lei che scrive precisamente che il ragaz-
Matrice dellamore concepita come sicurezza. Veniamo ora alla ma- zo trova su di s lorgano che rassomiglia al capezzolo, che produce dei
trice dellodio. Il fatto di considerare lodio non solo come unaggres- liquidi e che incarna una certa potenza. Negli allievi di Mlanie Klein il
sione rivolta allesterno, ma allinizio come una minaccia per il lattante fallo stesso un derivato delloggetto fondamentale che il seno della
stesso una prerogativa del kleinismo. Il termine odio in Melanie Klein madre, dunque una parte di questo oggetto fondamentale.
assume il valore preciso di non avere di mira solo lesterno. Lodio una
minaccia interna. Lodio frammenta il soggetto stesso che lo supporta. Luso dellapporto kleiniano per Lacan
In un certo senso matrice dellamore e dellodio la faccia emozio-
nale, la versione emozionale della differenza tra pulsioni di vita e pulsioni Questo ci permette di dire, anche se per noi non particolarmente
di morte. Nel kleinismo la paura primordiale, langoscia originaria, la urgente e allarmante, che essere lacaniani non essere kleiniani. Oggi
paura della morte. Ne avete un eco in Lacan nei primi anni del suo inse- potrebbe sembrarci una cosa lontana, ma linizio dellinsegnamento di
gnamento, egli fa della morte la verit ultima dellio, e dellassunzione Lacan segnato da questo non-essere-kleiniano pur facendo uso di
della morte la chiave della fine dellanalisi. Questa presenza della morte Melanie Klein.
nei primi anni dellinsegnamento di Lacan si riveste senza dubbio dei ri- Per quanto concerne il lacanismo c una dissimmetria tra lanna-
ferimenti a Hegel, ma il suo fondamento clinico Melanie Klein. In un freudismo e il kleinismo. Il rapporto di Lacan con lannafreudismo
secondo tempo Lacan ritrover sotto listanza della morte quella della stato un rapporto polemico, unopposizione. Esso ha portato a oppor-
castrazione. Come scrive Joan Rivire, che oggi cito pi volentieri di Me- re allio annafreudiano il soggetto come funzione vuota, un soggetto
lanie Klein a causa della limpidezza delle sue formulazioni, Freud ha marcato dallesistenzialismo nella misura in cui si trattava di opporre a
sempre avuto lidea che non c paura della morte nellinconscio, che questo io-padrone un soggetto che doveva farsi essere, dunque di con-
linconscio non pu considerare che ci sia destino peggiore della castra- cepire nel paziente il soggetto come ci che deve farsi essere, riordina-
zione. Di fatto, ella oppone a questo il suo essere kleiniano, che inve- re le contingenze della sua esistenza, esplorare il margine che gli lascia
ce di fare della paura della morte il nec plus ultra dellangoscia originaria. la determinazione tramite i significanti.
Daltro canto ci che permette di mettere al giusto posto il con- Se la posizione essere lacaniano ha preso la forma, la piega di una
cetto di aphanisis che Ernest Jones aveva promosso e che ha stuzzicato polemica rispetto allannafreudismo, non la stessa cosa nei confronti
molto Lacan, poich lo ha ripreso in diversi modi nel suo insegnamen- del kleinismo in cui essere lacaniano ha piuttosto preso la forma della
to fino a trovargli una funzione nel suo schema dellalienazione e della rimozione, e in primo luogo accettare che Melanie Klein apportasse dei
separazione. Laphanisis di Jones un concetto pipistrello, che permet- fatti e accettare questi fatti. Daltro canto, quando Lacan promuove
te di rendere compatibili Freud e Melanie Klein. Jones chiamava apha- limago del corpo in frammenti trovate il riferimento negli Scritti
nisis lestinzione di ogni desiderio e della capacit sessuale. Poteva col- non fa altro che dare una riformulazione delle intuizioni di Melanie
locare cos questo concetto a mezza strada tra la paura freudiana della Klein. Il corpo in frammenti situato al suo posto da Melanie Klein.
castrazione e la paura kleiniana della morte. In un certo senso era una leffetto dellodio suscitato dal difetto del seno come oggetto del soddi-
soluzione politica tra Freud e Melanie Klein. sfacimento. Ella dice: Il bambino fa a pezzi nel suo fantasma in-
La castrazione assolutamente minoritaria nel kleinismo, mentre es- conscio il corpo della madre e il suo.
sa promossa come un concetto chiave nellinsegnamento di Lacan. La Lacan ha importato dal kleinismo anche la nozione di un Edipo ul-
castrazione non altro in Mlanie Klein che una versione molto addolci- tra precoce, in contraddizione con la cronologia dello sviluppo che
ta e molto vicina alla paura della morte. E inoltre lungi dallessere questa Freud aveva proposto. Detto altrimenti, egli ha accettato la revisione
istanza originaria come accade in Lacan, il fallo nel kleinismo non altro cronologica di Melanie Klein come una via daccesso alluscita dalla
26 Jacques-Alain Miller Che cosa vuol dire essere lacaniani? 27

cronologia. LEdipo kleiniano talmente precoce che per renderne In un certo senso il lacanismo tende a fare dellanalista il partner-sinto-
conto Lacan propone in definitiva di uscire dalla cronologia per assu- mo dellanalizzante lanalista-sintomo. Si tratta dei due poli dello
mere un punto di vista strutturale, e dunque far dipendere lEdipo, la spettro madre-lattante, analista-analizzante.
presenza del padre, il pene del padre, ecc., da un ordine simbolico che I kleiniani si concentrano sui primissimi momenti dellesperienza
gi in qualche modo eterno, ovvero non cronologico. per cogliere la relazione primordiale, che daltra parte una relazione
Lacan ha assunto da Melanie Klein anche il carattere posteriore in cui c loccasione di interpretare. Come sottolineano Joan Rivire e
dellemergenza dellio rispetto alla relazione con loggetto. Ha inoltre Susan Isaacs: il neonato si esprime. La questione rifarsi al suo lin-
ammesso la reazione depressiva della Klein allorigine dellio, che gi guaggio. il polo dei primi anni dellesistenza.
un antecedente della sua dottrina delloggetto piccolo a. Il lacanismo sviluppa le sue elucubrazioni a partire dallaltro capo
A partire dalla Klein ha anche riformulato la nozione che lappara- della catena. Il paziente viene e diventa analizzante. Dunque, cerchia-
to psichico non chiuso su stesso, ma necessariamente in relazione. mo di pensare linconscio e ci di cui si tratta nellapparecchio psichi-
laccento messo dai kleiniani: lapparato psichico per loro necessa- co a partire dalla coppia analista-analizzante.
riamente in relazione con un oggetto di soddisfazione. E Lacan parti- Se volessimo inventare una terza via non il mio caso potrem-
to dal fatto che lapparato psichico necessariamente in relazione con mo dire che essere kleiniani e lacaniani prende due poli dello svilup-
lAltro maiuscolo, con il luogo del linguaggio. po. Il lacaniano prende il soggetto nel momento in cui arriva in anali-
Tra le due concezioni c in comune che per i kleiniani lesperienza si e si inserisce nel dispositivo analitico, mentre il kleiniano prende il
analitica fondamentalmente intersoggettiva. laccento principale soggetto al primo passo della sua esistenza come vivente. Di conse-
che Paula Heimann ha messo sulla situazione analitica. Si tratta di una guenza, linconscio lacaniano definito a partire dalla pratica analitica.
relazione, mentre questo elemento relazionale stato eliminato e per- Se mi lancio e continuo questo parallelismo tra il lacanismo e il
tanto assente nellannafreudismo. kleinismo, tenendo conto del fatto che Melanie Klein non un riferi-
La tendenza dellinsegnamento di Lacan che arriva a mettere in mento importante per voi perch ho un amico psicoanalista che
dubbio, in sospeso, tra parentesi lesperienza dellAltro maiuscolo a be- kleiniano, R. Horacio Etchegoyen, un past-president dellIPA, di cui
neficio della relazione con loggetto del godimento, ha una curvatura un riferimento essenziale.
quasi kleiniana che conduce a ritrovare come primordiale la relazione
con loggetto del godimento. La dicotomia parola vuota-parola piena
Se si entra in questo parallelismo si pu essere tentati di dare mol-
V. Lantinomia lacaniana to senso al fatto che il lacanismo procede a partire dalla distinzione pa-
rola vuota-parola piena. Lacan inizia cos il suo Rapporto di Roma
Quinto, una volta attraversati lannafreudismo e il kleinismo che a (Scritti). Vuol dire che non tutto il chiacchierare del paziente interes-
modo loro continuano a servire lannafreudismo in modo indiretto, il sante, che solo in modo fugace, di tanto in tanto, emerge il ritorno del
kleinismo al contrario in modo acquisito che cos essere lacaniani in rimosso e che la maggior parte delle volte la parola circola nel ben-in-
rapporto con questi approcci dellesperienza analitica? teso. Bisogna aspettare lemergere del lapsus, il motto di spirito, il pas-
so falso, il sogno, affinch la parola diventi piena. Tutto ci per noi
Lanalista-sintomo come una seconda natura. Nella pratica, nella differenza tra parola
vuota e parola piena, gi tutto pronto Lacan lo svilupper in segui-
Il kleinismo trova la sua matrice di riferimento nella coppia madre- to ossia che tutta questa parola in ultima istanza converge verso il
bambino, il lacanismo invece la trova nella coppia analista-analizzante. non-senso.
28 Jacques-Alain Miller Che cosa vuol dire essere lacaniani? 29

comunque sorprendente che per i kleiniani non c parola vuota. Detto altrimenti, si tratta piuttosto di uno schema di questordine.
Tutto va interpretato. Questo costituisce una grande differenza a livel- Preferisco fare un cerchio pi che una linea, poich il tutto. Tutto ci
lo della pratica. che si dice, che in superficie, in qualche modo ha il suo corrispon-
Sicuramente lo avevo percepito sin dai primi contatti con il mio dente inconscio nel profondo.
collega kleiniano, in modo sarcastico, ovvero loro parlano tanto quan- Dunque, pi lanalizzante enuncia e pi lanalista decifra di conti-
to i pazienti. I pazienti hanno quasi timore a dire qualcosa, perch su- nuo il valore inconscio di ci che ha fatto. Abbiamo ci che gli Ameri-
bito viene interpretato dallaltro lato. cani chiamano un holism, un olismo dellinconscio, una concezione to-
Mi sono lasciato andare allo scherzo, molti anni fa, non dico che talitaria dellinconscio e, in fondo, un olismo kleiniano.
avessi necessariamente torto. Ma torniamo al fondamento di ci di cui
si tratta. Ridiamo un po di noi. Valga quel che valga noi continuiamo a La croce dei lacaniani
funzionare sulla dicotomia parola vuota-parola piena. Noi pensiamo
che lemergenza dellinconscio sia rara e talvolta diranno i cattivi Questo ci aiuta a cogliere i tratti propri del nostro lacanismo. In un
nel momento in cui comincia ad apparire noi interrompiamo la seduta. certo senso si potrebbe opporre allolismo kleiniano lantinomia laca-
Per i kleiniani si tratta di tuttaltro. Per loro tutto da interpretare. niana. Ci rid valore a questa croce, a questa insegna lacaniana, che
Come diceva Joan Rivire lo psichismo tutto. Ecco il principio che si oppone limmaginario al simbolico.
oppone alla dicotomia. Linconscio non un elemento residuale di-
ce non dellordine dello scarto, di ci che viene respinto, dellordi- A
ne del lapsus che viene annullato appena viene fatto lorgano atti- immaginario
vo nel quale i processi psichici entrano in funzione. Questo vuol dire
che non c nessuna attivit psichica e in particoloare nessuna espres-
sione verbale che possa manifestarsi senza un legame con linconscio.
Ogni attivit psichica e dunque ogni enunciato nella cura in qualche
modo raddoppiato da un fantasma inconscio. Questo obbliga lanalista simbolico
a un riferimento costante a ci che viene enunciato in superficie rispet-
to alla profondit del fantasma inconscio. Il lavoro dellanalista, dice Sin dallinizio il lacanismo entra nellesperienza analitica con unan-
Joan Rivire, scoprire e interpretare il contenuto inconscio espresso tinomia. Non un ascolto globale. un ascolto che ripartisce ci che
in ogni istante dal paziente, nel qui e ora della seduta. dellordine dellimmaginario, della fantasmatizzazione, che Melanie
Klein e i suoi allievi hanno ampiamente commentato nei termini di in-
Superficie troiezione e proiezione concepite come simmetriche, di identificazione
con laltro, incrociata, moltiplicata, che chiude tutto questo registro
nellasse immaginario e invita a trarne qualcosa di molto pi raro, fuga-
ce, interrotto, che la parola vera, Dunque la dinamica simbolica su-
scettibile di rimaneggiare ci che immaginario e contingente.
Essere kleiniano vuol dire concepire lo psichismo come un tutto.
Profondit Questo schema che vi do della seduta analitica kleiniana anche lo
schema del rapporto con lAltro, poich tra la madre e il neonato si os-
servano questi scambi simmetrici continui. Questo ha fatto s che Me-
lanie Klein abbia accettato la pulsione di morte freudiana mentre gli
30 Jacques-Alain Miller Che cosa vuol dire essere lacaniani? 31

annafreudiani la respingevano. Ella ha accettato la pulsione di morte, tenti. Questo porta a ci che ha chiamato, almeno allepoca del Motto
ma a condizione di accoppiarla con la pulsione di vita e di farne il dop- di spirito, lipotesi dellinconscio, vale a dire di qualcosa che non sap-
pio dellamore e dellodio che si rispondono. Mentre il lacanismo con- piamo, ma che siamo costretti a ipotizzare tramite deduzioni irrefutabi-
siste nel collocare tutti questi incollamenti simmetrici su uno stesso as- li. Mentre per Freud ci che non era una deduzione era lassioma tut-
se, lasse della relazione doggetto, lasse della libido freudiana, lasse to questo funziona per il Lust, per il piacere e il godimento.
dellintroiezione-proiezione kleiniana, e lo distingue dal rapporto del Lacan ha preso, come principio che riguarda la struttura dellin-
soggetto con lAltro. conscio, che esso strutturato come un linguaggio. Ma questo non di-
Questo prescrive lo stile del lacanismo: avere sempre a che fare ceva niente del funzionamento, del perch, della finalit del funziona-
la croce dei lacaniani, questa stata la croce di Lacan con questa an- mento strutturato come un linguaggio. Ora, ci che chiaro che egli
tinomia sotto diverse forme e sempre pi complesse. ha passato il suo tempo a inventare delle finalit che non fossero il Lu-
Essere lacaniano vuol dire avere sempre a che fare con un problema st. Cos ha potuto dire, per esempio, che la finalit di tutto questo era il
di articolazione per dirlo in parole semplici tra la libido e il simboli- riconoscimento, che in effetti andato a prendere in prestito da Hegel
co. I lacaniani sono coloro che si trovano in imbarazzo con tutto questo. e non da Freud.
Freud non aveva questo problema. Abbiamo letto nel dettaglio Il Il fatto di privilegiare la tecnica e il meccanismo in rapporto con la
motto di spirito nei suoi rapporti con linconscio e abbiamo giustamente finalit gli faceva necessariamente assegnare a questa struttura di lin-
lasciato da parte le tecniche del motto di spirito. Perch le conosciamo guaggio il senso stesso, la produzione del senso come finalit. Da qui
a fondo. Ma, per Freud esporre nel dettaglio nella prima parte le tecni- deriva tutto il versante del primo insegnamento di Lacan che dellor-
che del motto di spirito voleva dire che esse sono piuttosto le fonti da dine Non di solo pane vive luomo. Luomo non vive solo del seno di
cui il motto di spirito trae il piacere che procura. Per Freud contava Melanie Klein. Luomo non vive solo di Lust, ma vive anche di senso.
che le tecniche del motto di spirito fossero delle Lustquelle, delle fonti per questo che ha avuto quindici o venti gesuiti nella sua Scuola. per
di piacere. Per Freud lapparecchio psichico funziona per il soddisfaci- questo che noi non ne abbiamo nessuno, mentre abbiamo i militari.
mento pulsionale, vale a dire per il godimento. Ci che ha animato linsegnamento di Lacan allinizio la riduzione
Forse conoscete la decorazione prussiana che si intitola in francese del Lust al senso.
Pour lhonneur. linfluenza della lingua francese nel XVIII secolo, se-
colo in cui il francese si diffuso nel mondo. Questo ha fatto s che nel La pulsione strutturata come la catena significante
XIX secolo, per lonore, essi sono venuti a istallarsi a Versailles.
Questa piccola croce di partenza lavete vista ricomparire molte
La riduzione del Lust al senso volte. Se si riduce il grande grafo di Lacan alla sua espressione pi sem-
plice mi sono sforzato di dimostrarlo negli anni precedenti, ma mi ha
Lapparecchio psichico freudiano Per il godimento. Ecco la sua colpito particolarmente questa mattina semplicemente che queste
medaglia, la sua parola dordine. Mentre il punto di partenza dellinse- due linee a X sono messe in parallelo.
gnamento di Lacan consistito nel prelevare da Freud le tecniche del
motto di spirito, le tecniche del lavoro onirico e poi il meccanismo del- pulsione
latto mancato. Senza dubbio Freud aveva esposto nel dettaglio queste catena significante
tecniche, questo lavoro, questo meccanismo e aveva sottolineato in ef-
fetti che a partire dal contenuto manifesto del sogno siamo condotti a L dove sono messe in croce quando gli sembra veramente che
elaborare dei pensieri latenti del sogno e a considerare che il contenu- tutto ci che libido e fantasmatizzazione giochi solo un ruolo inop-
to manifesto era solo la trascrizione modificata, mutilata dei pensieri la- portuno rispetto alla comunicazione simbolica fondamentale. In segui-
32 Jacques-Alain Miller Che cosa vuol dire essere lacaniani? 33

to costruisce un grande grafo, molto complesso, per mostrare fonda- di-godere. Non pi una struttura, un funzionamento. A partire da
mentalmente che la pulsione esattamente strutturata come la catena questo punto Lacan finisce per mettere laccento sul lavoro dellincon-
significante. scio e pu dire: nel lavoro dellinconscio c il godimento. Ci che
un po pi complicato. C la pulsione. C il desiderio che corre Freud formula, le tecniche del motto di spirito sono delle fonti di Lust.
come il significato della catena significante della pulsione. Ma il grafo Ecco la questione sulla quale Lacan si soffermato. E questo defini-
una trasformazione di questo schema iniziale, che mira a mostrare che sce i lacaniani. Come si passa dal significante al godimento? Come si pas-
la struttura simbolica si ritrova nella pulsione e che il desiderio non sa dalla volont-di-dire, che quella che rende conto del grande grafo di
altro che il significato della catena significante pulsionale. Nel 1964 Lacan questo grande grafo allinizio supportato da un vettore che La-
con Posizione dellinconscio (Scritti) si tratta ancora di unaltra versione can chiama lintenzione di significazione, che una volont-di-dire, de-
di questi due assi. stinata a soddisfarsi solo tramite il senso alla volont-di-godere?
La parola va verso lAltro. Essa dice, spiega, racconta, si fa ricono-
S/ A scere, va verso il senso. Essa pu andare verso il non-senso, ma tut-
taltra cosa dire: c un godimento del blablabla. Essa va verso lAltro
per spiegargli e consegnargli il senso, solo perch la finalit quella di
vivente produrre piccolo a, pi-di-godere.

Il reale del sintomo serve al godimento


Lorizzonte dellinsegnamento di Lacan un al di l dellinconscio
come produttore degli effetti di verit. Il sintomo che Lacan elabora
Egli chiama questa zona (a sinistra) il soggetto e questa zona (a de- nel suo ultimo insegnamento potrebbe essere un nome di questo al di
stra) lAltro. Quando leggiamo il testo, ci accorgiamo che questo S bar- l dellinconscio.
rato divenuto progressivamente il lato del vivente, vale a dire che vi Che cos un sintomo analitico? Potrebbe essere precisamente
stata inclusa anche la pulsione. qualcosa che risponde a questo schema del discorso del padrone. Ci
che reale nel sintomo che serve al godimento. Il fatto che parli, che
Unarticolazione tra linconscio e la pulsione sia un messaggio, che si possa decifrare, non dello stesso livello di ci
a cui serve.
Qual lo sforzo di Lacan in questo schema di Posizione dellincon- Ebbene, dico che questo tormento, situato in questo luogo, a de-
scio? molto chiaro che i fenomeni dellinconscio, le formazioni del- finire oggi che cos essere lacaniano.
linconscio sono dellordine dellalienazione. Egli cerca soltanto di ag-
giungerci in un modo logico loggetto a come oggetto della pulsione. Traduzione di Carla Antonucci e Beatrice Bosi
Cerca di costruire unarticolazione tra linconscio e la pulsione.
Tenta, in definitiva, con il suo discorso del padrone, di recuperare la
pulsione freudiana iniziale. per questo che lo chiama discorso dellin-
conscio. Il significante nella sua coppia fondamentale e suscita evidente-
mente degli effetti di verit, ma sempre per produrre un pi-di-godere.
Lacan recupera lintuizione freudiana solo tramite questa costru-
zione, ovvero che il sapere dellinconscio lavora per produrre un pi-
Introduzione 35

Lacan e la Cina per gli splendidi dipinti di Shitao e lamicizia con Marcello Ghilardi,
che da tempo lavorava su questo pittore che tanto impegn Lacan nel
suo dialogo con Franois Cheng.
A partire dalla primavera del 2012, il progetto ha dato vita a un
Cartel di discussione sul tema, al quale hanno partecipato Matteo Bo-
Matteo Bonazzi e Silvia Pozzi nazzi, Fulvio Carmagnola, Marcello Ghilardi e Silvia Pozzi, a un ciclo
di lezioni ospitate dalla Sezione Clinica dellIstituto freudiano di Mila-
Introduzione no, grazie alla generosa collaborazione del suo Direttore, Marco Foc-
chi, con interventi di Matteo Bonazzi, Alessandra Lavagnino, Marcel-
lo Ghilardi e Silvia Pozzi, e a un Convegno internazionale, svoltosi
nellottobre del 2013, presso lUniversit di Milano-Bicocca e degli
Studi di Milano, che ora proponiamo al lettore anche sotto forma di
I materiali qui raccolti rappresentano un primo risultato del pro- saggi scritti.
getto Lacan e la Cina, promosso dallUniversit degli Studi di Mila- I testi, rielaborati in vista della pubblicazione, sono stati ordinati in
no-Bicocca (Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione Ric- quattro sezioni che vanno a offrire al lettore, almeno nellintenzione dei
cardo Massa, OT-Orbis Tertius. Ricerche sullimmaginario contempo- curatori, una sorta di percorso allinterno dellaffascinante universo di-
raneo) insieme allUniversit degli Studi di Milano (Dipartimento di schiuso dallincontro tra Lacan e la Cina. Iniziando da La Cina di La-
Scienze della mediazione Linguistica e Studi Interculturali, Istituto can (testi di A. Di Ciaccia, G. Flecher, Chu Xiaoquan, F. Scherrer, S.
Confucio dellUniversit degli Studi di Milano), allIstituto freudiano, Pozzi), dove si ripercorrono storicamente i tempi e i modi che hanno se-
alla Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, allIstituto francese di Milano e gnato lincontro di Lacan con la cultura e la scrittura cinese, evidenzian-
alla Casa Editrice Astrolabio. done le scansioni logiche e la loro necessit teorica allinterno dellinte-
Il progetto nasce grazie a incontri, riflessioni e ricerche che hanno ro percorso di insegnamento seminariale lacaniano, si passa attraverso i
portato nel tempo a sedimentare lidea di aprire questo campo di ricer- problemi di traduzione del testo di Lacan in cinese, per arrivare a inter-
ca anche in Italia. Nellautunno del 2011, durante un Convegno svolto- rogare il modo in cui Lacan ha pensato la figura centrale del santo,
si in Bicocca e dedicato allimmaginario leghista, lincontro tra il coor- tra Occidente e Oriente, in relazione alla posizione dellanalista.
dinatore di OT, Fulvio Carmagnola, e il linguista Emanuele Banfi ha Si apre cos la seconda sezione, La via dellanalista (testi di D.
fatto nascere lidea di proporre agli amici sinologi, Alessandra Lavagni- Cosenza, M. Raveri, J.-L. Gault, P. Francesconi, A. Brandalise), che
no e Silvia Pozzi, e agli psicoanalisti lacaniani, Antonio Di Ciaccia, Do- viene a interrogare i diversi modi in cui Lacan, servendosi del pensiero
menico Cosenza, Paola Francesconi e Giuliana Kantz, un lavoro che taoista, dello zen, ma anche del confucianesimo di Mencio, ha di volta
iniziasse a interrogare il particolare incontro tra Lacan e la Cina, fino a in volta segnalato qualche aspetto o dimensione caratteristica del desi-
quel momento quasi del tutto inindagato in Italia. derio dellanalista, mostrando come lincontro tra la psicoanalisi laca-
Laltra occasione riguarda invece la presenza di questo tema di ri- niana e la Cina sia particolarmente fecondo anche per noi oggi,
cerca nei lavori precedentemente condotti da Matteo Bonazzi nel 2009 nellorientare la clinica contemporanea ma anche nel pensare lattuale
sul portato filosofico dellinsegnamento di Lacan,1 linteresse manife- presenza della psicoanalisi in Cina.
stato da Carlo Sini che seguiva quei lavori come tutor di dottorato La parte centrale dedicata allarte pittorica e al pensiero di Shitao
(testi di C. Sini, M. Ghilardi, M. Bonazzi, G. Kantz), incontrato a par-
1 M. Bonazzi, Scrivere la contingenza. Esperienza, linguaggio, scrittura in Jacques Lacan, ETS, tire dalla domanda radicale che pone alle nostre pratiche occidentali di
Pisa 2009. pensiero e di scrittura, interrogato nelle sue illuminanti indicazioni eti-

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 34-36


36 Matteo Bonazzi e Silvia Pozzi

che, e infine accolto nellapporto singolare che ha saputo trasmettere a


Lacan nel suo sforzo clinico e teorico di fare un passo al di l di Freud.
A partire dallinteresse di Lacan per la scrittura e la calligrafia si
apre lultima sezione, Il segno e la lettera (testi di A. Lavagnino, M.
Paolillo, E. Banfi, D. Tonazzo), che offre al lettore strumenti e riflessio-
ni fondamentali per iniziare a cogliere loriginalit e la portata teorico- Antonio Di Ciaccia
clinica che la scrittura cinese offre, nella sua specifica differenza con
quella alfabetica, alla comprensione del tragitto di pensiero trasmesso Il santo (shengren)
dallinsegnamento di Lacan.
Desideriamo proporre al lettore i testi qui raccolti come primo ri-
sultato di un lavoro di ricerca che speriamo possa proseguire nel tem-
po, offrendo spunti di riflessione e favorendo altre e nuove incursioni
in un campo in buona parte ancora da indagare, in particolare in Italia. Partir da unaffermazione di Lacan fatta durante la lezione del 20
Ma soprattutto ci auguriamo che questo lavoro possa aiutare a tener vi- gennaio 1971 del suo seminario dal titolo Dun discours qui ne serait
va listanza etica che riteniamo abbia mosso Lacan nellesporre la stes- pas du semblant. Lacan dice: Mi sono accorto di una cosa: forse sono
sa pratica psicoanalitica a quella sorta di alterit radicale che la Cina lacaniano solo per aver studiato un po di cinese in altri tempi (Sem.
rappresenta da sempre per noi europei e che oggi, sempre pi, ci sem- XVIII, p. 30). In effetti, aveva studiato cinese negli anni della guerra
bra tradursi in una alterit interna. Soltanto da tale esposizione pu con il prof. Paul Demiville. Ma dal 1969 al 1973, in modo regolare e
nascere una nuova capacit di interazione con ci che oggi ci colloca ai poi fino al 1978 in modo molto discontinuo, che Lacan aveva scelto co-
confini dellOccidente. Nellincontro tra Lacan e la Cina ne va di noi, me suo mentore Franois Cheng. Con lui aveva studiato Il Libro della
di ci che siamo diventati o stiamo diventando, di quale etica, logica e Via e della Virt di Laozi (VI secolo a.C.), il quarto libro del confucia-
figura di parlessere sapremo o meno incarnare nel nuovo millennio. nesimo, Il Libro di Mencio (IV secolo a.C.) e Il discorso sulla pittura di
Shitao, il pittore teorico del XVII secolo. Franois Cheng concesse
unintervista a Judith Miller sul lavoro che egli aveva svolto con Lacan,
intervista pubblicata su LAne (n. 48) e, in traduzione italiana, sulla ri-
vista edita da Astrolabio, La Psicoanalisi, n. 10.
Se laver studiato tempo addietro il cinese gli permette di dirsi laca-
niano, Lacan mette a fuoco la funzione dello psicoanalista, psicoanali-
sta secondo linconscio freudiano, in questo arco di tempo. in questo
contesto che bisogna leggere il passo che riguarda il santo in Cina e
in Occidente. Cito il passo, che si trova in quella medesima lezione del
Seminario XVIII.
Qualcuno di cui ci si dovrebbe occupare [...] Baltasar Gracin,
un eminente gesuita che ha scritto delle cose che pi intelligenti non si
pu. [...] Per Gracin si trattava di stabilire in tutto e per tutto quella
che si pu chiamare la santit delluomo. Il suo libro LHomme de Cour
si riassume in due parole: essere un santo. lunico punto della civilt
occidentale in cui la parola santo abbia lo stesso senso che in cinese

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 37-43


38 Antonio Di Ciaccia Il santo (shengren) 39

shngren (Ibidem). Poi passa, quasi subito dopo, a citare un passo del Houssaye, lHomme de cour, luomo di corte, titolo che aveva fatto co-
libro di Mencio attraverso un esempio che gli permetter di affermare noscere questo testo in tutto lOccidente, influenzando poi filosofi co-
che allepoca di Mencio il discorso era gi perfettamente articolato e me Schopenhauer e Nietzsche.
costituito. E termina la sua lezione con una nota sul capitalismo e il Lacan ritrova dunque in Mencio e in Baltasar Gracin gli elementi
suo prodotto, che il sottosviluppo, da lui definito la condizione del per puntare al discorso. Ma quale discorso?
progresso del capitalismo. Il primo elemento Lacan ce lo d come un rebus. Rebus la cui solu-
Riprendiamo la frase: partendo dal discorso di Baltasar Gracin es- zione necessaria, anche se questa si rivela fallace. Si tratta del sogget-
sere un santo lunico punto della civilt occidentale in cui la parola to supposto sapere e del suo rapporto con la verit. Quando Lacan
santo ha lo stesso senso che in cinese. menziona Mencio lo fa trattandolo da soggetto supposto sapere Men-
Laffermazione sembra campata per aria: in cinese ci sono pi Ri- cio sapeva quel che diceva, Mencio sapeva le cose che noi non sappia-
cette di santit, per dirla con Marcel Granet,1 ricette a volte contrad- mo quando diciamo le stesse cose, e via dicendo.2 Quando menziona
dittorie. In Occidente, poi, Lacan sa bene che il termine santo ha pi si- Gracin rinvia allultimo paragrafo dellUomo di corte, che ha come ti-
gnificati. Comunemente, si attribuisce il termine santo a una persona tolo s, il santo, ma ha come fulcro del ragionamento tre esse, che so-
degna di venerazione. Senso del resto molto distante dal biblico qodesh no non gi le tre esse lacaniane, ossia soggetto supposto sapere, ma
che vuol dire tagliare, separare, si veda il Dictionnaire biblique di altre tre esse: Tre sono le esse che rendono beati scrive Baltasar
Xavier Lon-Dufour (di cui un collaboratore era Dom Marc Franois Gracin: santo, sano e saggio.3 E chi ha queste tre esse, riprende
Lacan). Inoltre, il termine greco aghios vuol dire contemporaneamente Gracin nellAcutezza e arte dellingegno (discorso XLI), pu chiamarsi
venerato e maledetto, e il verbo da cui deriva, azo, azomai, vuol di- felice, altro elemento che vi risuoner alle orecchie, poich la defi-
re temere. Verbo che Lacan utilizzer nel Seminario III. Le psicosi per nizione che Lacan d del soggetto dellinconscio, poco importano i sin-
illustrare, tramite lAtalia di Racine, il funzionamento del Nome-del-Pa- tomi e le tribolazioni che questo inconscio infligge alla persona.
dre come punto di capitone. Osserviamo quindi uno scivolamento dalle tre esse (soggetto sup-
Ritorniamo alla frase di Lacan: che vuol dire che la parola santo posto sapere) che svelerebbero la verit del desiderio inconscio del sog-
ha lo stesso senso in Cina e in Occidente? getto, alle tre esse di Gracin. Ma qui Lacan opera una sostituzione, di
Lacan cita Baltazar Gracin e Mencio. Sebbene vi faccia riferimen- cui diremo tra poco e, per quanto riguarda la verit, Lacan concorda
to ogni volta quasi di sfuggita, questi due autori sono da prendere a pi con il gesuita per dire che la verit una gran brutta cosa e che, in fon-
livelli. Livelli che si intersecano. do, impotente. Si veda il seminario Il rovescio della psicoanalisi e affer-
Certo, i due sono agli antipodi: uno crede alla natura, laltro , tut- mazioni perentorie di Gracin nel Criteriore (Sem. XVII, p. 231).
to sommato, allorigine del termine lacaniano di semblant, uno otti- Chiaro dunque il contesto: quello del discorso. Chiaro il tramite:
mista, laltro pessimista, uno paladino dellortodossia, laltro in- quello del soggetto supposto sapere, ossia il perno del transfert che
trinsecamente eretico. Che cosa li accomuna, dunque? permette loperazione analitica. Chiaro lo scopo: il desiderio. Chiaro
Li accomuna il fatto che gli scritti dei due autori sono da leggersi dunque che il discorso in questione non un qualunque discorso, ma il
nel contesto del discorso, ossia di ci che fa legame sociale. Discorso discorso dellanalista. Eppure manca qualcosa: se il soggetto supposto
che il tema di cui Lacan si stava gi occupando dal seminario prece- sapere semblant, se la verit impotente, in che modo si arriva a cau-
dente, Il rovescio della psicoanalisi. Questo riferimento al discorso lo si sare il desiderio?
intuisce quando egli si riferisce al Mencio, ma diventa palese quando
cita lopera di Baltasar Gracin con il titolo datogli da Amelot de la 2 J. Lacan, Sem. XVIII, p. 46 (cfr. anche p. 49 e segg., p. 127; e Sem. VII, pp. 362, 374, 377).
3 B. Gracin, Oracolo manuale e arte di prudenza, a cura di A. Gasparetti, TEA, Milano
1 M. Granet, Il pensiero cinese, Adelphi, Milano 1971, p. 375 e segg. 2002.
40 Antonio Di Ciaccia Il santo (shengren) 41

Per la filosofia il desiderio si causa tramite identificazione. Per la In pi santi si , pi si ride, il mio principio, addirittura luscita
psicoanalisi tramite loggetto. Servendosi delloggetto kleiniano, il se- dal discorso capitalistico il che non costituir un progresso se riguar-
no, Lacan, equivocando sullomofonia, si dice daccordo ma per lui le der solo alcuni (Altri scritti, p. 514 e segg.).
sein si scrive s.a.i.n.t., il santo. Brano cristallino! Non richiede commenti o ne richiede troppi. Mi
Cito un brano, un po lungo, di Tlvision: Veniamo dunque allo limiter ad alcune notazioni.
psicoanalista, e senza fare tanti giri, che comunque ci condurrebbero In Tlvision, Lacan presenta dunque lanalista, chiamandolo san-
tutti l dove ora dir. to, con la funzione di essere causa del desiderio dellanalizzante e, per
Obiettivamente non si potrebbe situarlo meglio che con ci che in far questo, deve incarnare lo scarto del godimento.
passato veniva chiamato essere un santo. Se lanalista si barrica sul versante del soggetto supposto sapere, e
Un santo durante la sua vita non impone quel rispetto che talora gli sul versante della verit, non arriver mai a essere causa del desiderio
vale unaureola. del suo analizzante. Egli deve spostarsi: dalle tre esse del soggetto
Nessuno lo nota quando segue la via di Baltasar Gracin, quella di supposto sapere alle tre esse di Baltasar Gracin, ma rivisitate da La-
non fare scalpore tanto che Amelot de la Houssaye ha creduto che can: non gi santo, sano e saggio, ma santo, folle o strano, e prudente.
egli scrivesse delluomo di corte. Il santo il termine di Gracin, ma anche il prudente che incluso
Un santo, per farmi comprendere, non fa la carit. Piuttosto si met- nel vero titolo dellHomme de cour: Oracolo manuale e arte della pru-
te a fare lo scarto: fa la scartit. Questo per realizzare ci che la struttu- denza. Prudenza che da intendere come la phronesis aristotelica, de-
ra impone, e cio permettere al soggetto, al soggetto dellinconscio, di finita altrove da Lacan come la virt dello psicoanalista. Il termine
prenderlo come causa del suo desiderio. strano presente (stranezze dei santi) e il termine folle presente ma
infatti per labiezione di questa causa che il soggetto in questione travestito: In pi santi si , pi si ride la versione di Lacan di un
ha lopportunit di orientarsi almeno nella struttura. Per il santo non proverbio francese, plus on est des fous, plus on rit, pi folli si ,
divertente, ma immagino che per qualche ascoltatore di questa televi- pi si ride.
sione, la cosa sia conforme a parecchie stranezze proprie dei santi. Il desiderio. il fulcro della faccenda. Lacan aveva terminato la
Che ci abbia un effetto di godimento chi non ne ha il senso con sua ultima lezione del Seminario VII sulletica con un rapido riferimen-
il goduto? Solo il santo resta a secco: nisba per lui. questo ci che to a Mencio, dicendo che non bisogna credere che i discorsi di Mencio
pi stupisce nella faccenda. Stupisce coloro che nellaccostarla non sulla bont delluomo siano ottimisti, poich ci di cui si pi ignoran-
singannano: il santo lo scarto del godimento. ti sono le leggi che vengono dal cielo, ossia le stesse leggi di Antigone.
A volte per si concede una pausa, di cui al pari di tutti non si ac- Occorre, per ognuno, saper non cedere sul proprio desiderio, per
contenta. Gode. In quel frangente non opera pi. I furbetti allora lo quanto sia terribile, doloroso e insostenibile. E le leggi del cielo di
aspettano al varco per trarne delle conseguenze con cui ringalluzzirsi. Mencio conclude sono le leggi del desiderio (Sem. VII, p. 377).
Ma il santo se ne infischia, come pure se ne infischia di coloro che ve- Ora, in Tlvision, in ballo non tanto il desiderio del soggetto, e
dono in ci la sua ricompensa. Roba da sbellicarsi. tanto meno il desiderio del santo ovvero dellanalista, quanto piuttosto
Daltronde spesso ha cominciato proprio infischiandosene della ci che causa il desiderio. Qui Lacan sostituisce il desiderio hegeliano (il
giustizia distributiva. desiderio delluomo il desiderio dellAltro), con il desiderio in quanto
In verit il santo non si crede degno di lode, il che non vuol dire causato, freudianamente, non gi da un soggetto, ma da un oggetto.
che non abbia una morale. Il solo inconveniente per gli altri che non Per essere causa, lanalista dovr, come il santo, incarnare loggetto che
si vede dove tutto ci lo porti. scarto del godimento. Solo allora causa del desiderio. Non incarnare
Io cogito perdutamente affinch di nuovo ce ne siano altri cos. dunque loggetto del desiderio (che sarebbe venerato e canonizzato),
senzaltro perch io stesso non ci arrivo. ma loggetto causa del desiderio, che il puro scarto.
42 Antonio Di Ciaccia Il santo (shengren) 43

Ma il santo/analista incarna la funzione di oggetto a non solo nella punto tale che ci si domanda se egli non sia il Santo, il santomo fino a
cura. Ha, per Lacan, una funzione nel sociale, ossia in quello che chia- trare le cuoia. [Riferimento a san Tommaso dAquino, al suo sicut palea
ma il politico. In breve, Lacan oppone il discorso dellanalista al di- e alla sua morte]. Grazie a Dio, [...] Joyce non un Santo. Joyce troppo
scorso del capitalista. Laddove il discorso del capitalista fa pullulare dellS.Ca.bello per esserlo, [lo sgabello serve a salirci sopra per farsi bel-
degli oggetti causa di desiderio, tutti fasulli, spingendo il soggetto al lo. Lacan scrive sgabello, S.K.beau, S del soggetto, Ca. della castrazione,
consumo, il discorso dellanalista dovrebbe riportare al centro il vero e bello, in cui condensa lUnum, verum et bonum convertuntur, a cui ag-
proprio oggetto causa del desiderio e spingere non gi al fare consumi- giunge con Etienne Gilson il pulchrum] [Joyce] della sua arte ha art-go-
stico, ma allatto, in conformit con le leggi del desiderio. glio smisurato. A dire il vero non c un Santo-in-s, [diversamente dal
Il godimento. Per Lacan quando il santo gode, gode come tutti, ma santo cinese, secondo Marcel Granet, poi Lacan scherza]6 c solo il de-
non opera, ossia non funziona come incarnazione delloggetto a. Non siderio di cesellare quella che si chiama la via, la via canonica. [... Ma]
opera neppure se si mette a godere del fatto di essere uno scarto. Sul non c una via canonica per la santit, malgrado la volont dei Santi;
godimento, specie sessuale, il santo lacaniano differisce dal santo cine- non c una via che li specifichi, che faccia dei Santi una specie. [Il san-
se, il quale, per dirla con Tchouang tse non deve cambiare colore nem- to, cio, uno per uno. E qui egli d la chiave per diventare oggetto a].
meno se disteso su una vergine.4 Cosa che si concede invece il santo C solo la scabellostrazione, ma la castrazione dello sgabello si compie
cattolico, al dire di Lacan. Si veda Orian della trilogia di Paul Claudel, esclusivamente con la escappata. [Riferimento a quello che Lacan chia-
il quale santo, s, ma nonostante questo finisce per scoparsi la piccola ma, altrove, passare per il buon buco]. C Santo solo a non volerlo es-
Pense Coutfontaine (Sem. VIII, p. 298). sere, solo se si rinuncia alla santit (Altri scritti, p. 559).
Breve nota a margine: il santo non il mistico, come pensa Henri Se nel modo di funzionare come analista Lacan prende spunto dal
Maspero per il santo cinese. Il santo fa desiderare, il mistico gode. I santo cinese, per lui la figura del santo, come incarnazione delloggetto
due ambiti non si sovrappongono, eventualmente si allacciano nel mo- a, Tommaso dAquino. Il santo che non solo povero fuori e ricco
do dei due cerchi di Eulero. dentro, ma povero anche dentro, povero di ideali e del suo stesso po-
Per il santo, che cosa prende Lacan dal santo cinese? Prende, a mio tere agalmatico, poich sicut palea. Trovatemi un analista di questo
parere, la modalit dintervenire. Qui, il suo referente maggiore mi sem- calibro scrive Lacan nella Nota italiana che innesti larnese su qual-
bra che sia Laozi, sebbene non lo citi mai. Basta sfogliare Il libro della via cosa di diverso che su un organon abbozzato (Altri scritti, p. 397). Os-
e della virt per rendersene conto. Attrarre senza chiamare, agire senza sia, uno allaltezza di passare dallorganon aristotelico, alla logica del
fare, la parola suprema non dire nulla, comunicare con linsegnamento pas-tout, del non tutto.
muto:5 ecco alcuni aforismi che richiamano la pratica di Lacan.
Tuttavia non troviamo in questi testi in che modo il santo arriva a
incarnare loggetto a.
Lacan, qui, prende appoggio su James Joyce. Si veda il Seminario
XXIII. Il Sinthomo, e soprattutto il suo testo Joyce il Sintomo, ora pub-
blicato negli Altri scritti, usciti di recente da Einaudi. Lacan d la chia-
ve, freudiana, delloperazione. Usando e divertendosi, per, con un
fraseggio al modo joyciano.
Lo cito: Joyce il Sintomo spinge le cose con il suo artificio a un

4 M. Granet, Il pensiero cinese, op. cit., p. 385.


5 Ivi, p. 403. 6 Ivi, p. 390.
Qui risuona nel vuoto il nome del padiglione 45

Ci possiamo allora domandare cosa abbia condotto Lacan a qua-


rantanni a mischiarsi con giovani studenti, e in particolar modo a stu-
diare cinese. Sar una conseguenza del suo incontro con Jung nel 1933
a Prangins? Lascio ad altri, riuniti intorno a Patrick Sigwalt, la cura di
studiare la questione dei rapporti tra Lacan e Jung. Oppure tutto ci
Guy Flecher legato alla sua relazione con George Bataille, che aveva ampiamente
evocato il buddhismo cinese negli scritti di quel periodo?
Qui risuona nel vuoto il nome del padiglione Oppure dipese dal prestigio di colui che assicurava allora linsegna-
mento: Paul Demiville? Uno svizzero che, dopo un lungo soggiorno
in Estremo Oriente, dal 1931 era diventato professore di cinese alla Fa-
colt di Lingue orientali. Lacan testimonier sempre un grande attac-
camento a questuomo, che designer con le parole: il mio buon mae-
Proceder con una panoramica sul percorso cinese di Lacan, par- stro. in ogni caso certo che Lacan stato un fedele lettore dei nu-
tendo dagli inizi ed evocando i suoi ultimi momenti. Lascio ad altri merosi testi sul buddhismo chan pubblicati da Demiville, tra cui, in
loccasione di approfondire quei punti precisi che hanno generato il particolare, un articolo intitolato Lo specchio spirituale.1
percorso di Lacan nel mondo cinese. Per questo motivo partiremo dal- Demiville era molto noto e nel 1929 gli venne affidata la direzione
la storia di Lacan e dal periodo della guerra e delloccupazione. chia- di unopera monumentale, un dizionario enciclopedico del buddhismo
ro che Lacan in questo periodo essenzialmente preoccupato della sua al quale consacrer tutta la sua vita.2 sconcertante constatare che la
situazione familiare e della sua relazione con la donna. Nel 1941, la sua prima voce di questa enciclopedia, dedicata alla lettera a, menziona,
nuova compagna Sylvia, si rifugiata nella zona franca sulla Costa Az- tra le altre cose: In generale, la lettera a simboleggia tutte le negazio-
zurra, dove d alla luce Judith. Grazie allintermediazione di George ni che limitano il finito in rapporto allassoluto. (I suoi sensi sono) Esi-
Bataille, allinizio di quello stesso anno, il 1941, Lacan acquista lappar- stenza, Vuoto, Senza-Produzione [...] il Senza-produzione di tutte le
tamento di rue de Lille n. 5. Non lascer pi questo appartamento fino Essenze. Sicuramente Lacan ha letto, in un momento o in un altro,
alla sua morte. questo articolo...
Durante il periodo di occupazione, Lacan non pubblica alcun testo, Lacan frequenta dunque regolarmente il corso, due volte alla setti-
fa molte consultazioni nel suo studio e raggiunge Sylvia a Cagnes un fine mana, studia allo stesso modo la lingua scritta e la lingua parlata e stu-
settimana su due. Sappiamo che provava piacere nel visitare gli antiqua- dia sia i testi antichi sia quelli moderni. Dopo tre anni, nel giugno del
ri e nellacquistare quadri dei suoi amici Picasso, Balthus, e naturalmen- 1945, dodici allievi si presentano al diploma e otto, tra cui Lacan, sono
te Masson. Frequentava, grazie allintermediazione costante di Bataille, ammessi. Riceve una votazione con media 14 e un giudizio tra il 14 e il
Leiris, Sartre, Simone de Beauvoir, Camus... Lacan allora divideva il suo 16. In un curriculum vitae redatto nel 1957, Lacan menzioner questo
tempo tra queste occupazioni, il suo studio, le sue consultazioni a Sain- apprendimento parlando di una formazione linguistica di cui si vedr
te-Anne e i suoi viaggi per raggiungere Sylvia e la loro figlia Judith. come servirsene.
Quasi di fronte al suo appartamento, c lingresso della Scuola Na-
zionale di Lingue Orientali. Gli era sufficiente attraversare rue de Lille
per entrare in quella porta. Ed l che si iscrisse nel 1942 a un corso di 1 P. Demiville, Le miroir spirituel, Sinologica, I, 2, Basel, 1947, pp. 112-137 Choix dtu-

cinese. Cerano una quarantina di studenti nel corso, organizzato in des bouddhiques, pp. 131-156 in Choix dtudes bouddhiques 1929-1970, 1973, pp. 131-137. De-
vo a Michel Guibal laver scoperto questo testo.
due mezze giornate, di cui la prima parte si svolga con un lettore cine- 2 P. Demiville, Les versions chinoises du Milindapanha, BEFEO, XXIV, Hano, 1924,
se e la seconda con il professor Demiville. pp. 1-258. Devo a Michel Guibal laver scoperto questo testo.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 44-54


46 Guy Flecher Qui risuona nel vuoto il nome del padiglione 47

Dal 1946, Lacan non mancher di far intendere che il cinese fa par- profondo disaccordo. Forse, qualche anno pi tardi, nei suoi dissensi
te della sua cultura. a Michel Guibal che dobbiamo questo primo ri- con lIPA, Lacan sperava che una posizione simile sarebbe potuta esse-
ferimento, commentato sul sito lacanchine.3 re al contempo insostenibile e possibile?
Siamo dunque al mercoled 16 ottobre 1946, giorno in cui termina- In ogni caso, con lo stesso fervore e fermezza che Lacan ha conti-
no gli incontri di Bonneval organizzati dallamico di Lacan, Henry Ey, nuato a intrattenere il dibattito con Henry Ey. Venti anni pi tardi, La-
giornata consacrata ai Problemi della psicogenesi delle nevrosi e delle can non esiter a telefonare la sera tardi al suo amico Henry Ey per
psicosi. Lacan incaricato di tenere il discorso di chiusura. Ricorre al- chiedere il suo parere sulla clinica delle allucinazioni. Ma sappiamo an-
lora in modo sorprendente e inatteso alla lingua cinese di cui dice: La che come in seguito non cesser di metterci in guardia rispetto al
lingua cinese, meglio di qualunque altra, sa come combinare la fermez- comprendere che rientra nellimmaginario, raccomandaci piuttosto
za con il fervore, e introduce cos la parola cinese dongde . Si di affidarci al significante.
tratta di una parola composta da due caratteri che traduciamo abitual- In seguito, sar suo costume moltiplicare questo genere di colpi di
mente con comprendere. Ma Lacan stesso precisa che combina fer- scena citando delle parole in cinese nel corso dei suoi seminari. Scon-
mezza con fervore. La parola composta da un verbo, dong, e comple- certando sempre di pi il suo pubblico, visto che i suoi auditori non
tata da un complemento di risultato, de. Questo verbo, dong , come sembrano conoscere la lingua cinese! Poi sar consuetudine considera-
ho gi detto, significa comprendere, ma anche sapere, scegliere re questi scherzi esotici come civetterie di Lacan. Prendiamo atto che,
e prendere-con. Implica un fervore (con la chiave del cuore), quello ad eccezione di un articolo di Mayette Viltard,5 due articoli dellago-
a cui punta Lacan per sottolineare latmosfera che aveva regnato du- puntore Francis Rouam6 e naturalmente tutto il lavoro di Michel Gui-
rante le tre giornate di lavoro: un fervore condiviso. Il complemento ri- bal,7 non si trova alcun riferimento serio che riguarda Lacan e il mon-
sultativo de va a confermare con fermezza la comunione che si ma- do cinese pubblicato prima del 2000. Rinvio al mio sito per verificarlo.
nifestata tra noi, come sottolinea Lacan. E questo sentimento di estraneit e di incongruit appariva nelle
Riprendiamo dunque questo passaggio del discorso di Lacan: Ho molteplici versioni scritte dei seminari che sono intervallate da espres-
lonore di concludere questo bel dibattito, mi ispira ricorrere alla lin- sioni straniere o disegni che bisogna decifrare per riconoscerli per
gua cinese, che meglio di qualunque altra sa combinare la fermezza quello che sono, vale a dire parole, caratteri cinesi.
con il fervore e, attraverso i due caratteri dongde , con una di que- Anche ledizione ufficiale dei Seminari marcata da un profondo
ste formule parallele che sono la figura pi familiare della sua stilistica, imbarazzo di fronte a queste cineserie. Certo, i caratteri sono riprodot-
esprimere, rigorosamente, quella sorta di comunione che si manife- ti correttamente, nella loro versione tradizionale. Limbarazzo tocca
stata tra noi e che la nostra lingua non pu tradurre se non forzandone dunque anche Jacques-Alain Miller, che utilizza diversi modi di traslit-
un po il senso formale.4 terazione del cinese in lingua romanza. Cos nel Seminario XVIII utiliz-
In questo momento solenne, Lacan si autorizza dunque a ci che za abitualmente la trascrizione anglosassone Wade, ma mai lantica tra-
potremmo considerare come una civetteria e che, va detto, non aggiun- scrizione della scuola francese che ha il merito di essere conforme alla
ge granch al suo discorso per orecchie non iniziate alle sottigliezze fonetica francese. Ora, la convenzione internazionale quella, ormai
della lingua cinese! Ma questo giro di parole gli permette, com abi- da molto tempo, di utilizzare in tutte le circostanze il pinyin. Tuttavia
tuale nel mondo cinese, di considerare che la contraddizione non op-
posizione. In quella circostanza, le persone si sono comprese nel loro
5 Viltard Mayette, Bien crire, Comunicazione fatta in occasione del Colloquio Instance

de la lettre a Parigi, 19-20 giugno 1982, apparso nella rivista Littoral, n. 7/8, fvrier 1983.
3 http://www.lacanchine.com/Ch_Retour_Guibal14.html. 6 http://www.lacanchine.com/ChCl_Rouam1.html; http://www.lacanchine.com/ChCl_
4 Le problme de la psychogense des nvroses et des psychoses / III Colloquio di Bonneval; Rouam2.html.
sotto la direzione di Henry Ey, 1946. 7 http://www.lacanchine.com/Ch_Retour_Guibal00.html.
48 Guy Flecher Qui risuona nel vuoto il nome del padiglione 49

nel 2011, nelledizione di ...ou pire si fatto aiutare da un cinese e di inaugurano venticinque anni di Seminario: Il maestro interrompe il si-
conseguenza rispetta la convenzione e scrive tutta una frase in pinyin.8 lenzio in un modo qualsiasi, con un sarcasmo, un pestar di piedi.
Peccato che, qualche pagina pi avanti, si trova un carattere scritto se- Cos procede nella ricerca del senso un maestro buddista, secondo
condo la scuola francese di Estremo Oriente nonostante labitudine di la tecnica zen. Tocca agli allievi stessi cercare la risposta alle proprie
utilizzare il sistema tradizionale anglosassone.9 domande. Il maestro non insegna ex cathedra una scienza gi fatta; ap-
A pi riprese, Lacan scrive in cinese alla lavagna e gli spettatori porta la risposta quando gli allievi sono sul punto di trovarla.
fanno fatica a copiare. Cos, il 7 febbraio 1972, nellintroduzione alla Questo insegnamento rifiuto di ogni sistema. Dischiude un pen-
lezione, scrive di suo pugno un pastiche di una massima che traduce in siero in movimento, disponibile tuttavia al sistema perch presenta ne-
questo modo: Ti domando di rifiutare ci che ti offro [...] perch non cessariamente un aspetto dogmatico. Il pensiero di Freud pi di altri
questo.10 Ora, nel prosieguo del discorso, Lacan non far caso a perennemente aperto alla revisione. un errore ridurlo a parole usate.
questa scritta alla lavagna, desideroso com di evocare la sua scoperta Ogni nozione vi possiede una vita propria. ci che precisamente si
del giorno prima: i nodi che calzano come un anello al dito. Improvvi- chiama dialettica (Sem. I, p. 3).
samente questa scritta, questo pastiche, talmente incongrua che Jac- Come non vedere questo momento come lannuncio di ci che sar
ques-Alain Miller non lo trascrive nella versione pubblicata nel 2011. il seguito, come lapertura di unopera classica dove la prima sessione
Allora abbiamo il diritto di domandarci perch Lacan utilizzi il ci- come la descrive Octave Mannoni: Un cominciamento che non finisce
nese e la conoscenza che ha della cultura cinese tradizionale per con- mai!11
fondere il suo uditorio, e dove voglia arrivare! Tanto pi che sa che la Riconosciamo la preoccupazione di Lacan di fare del suo insegna-
quasi totalit dei suoi uditori non ne capisce un bel niente. Non ci sem- mento un campo di domande e non di risposte. Ecco come lascia in-
bra che questo sia per lui semplicemente un modo di ricordare che tendere la concezione della sua pratica in quel momento, non dimenti-
lapproccio alla psicoanalisi non pi evidente dellapproccio al cinese. chiamolo, se non vogliamo che questa pratica finisca nel buco dellisti-
Per di pi fa anche dei riferimenti molto espliciti a questa cultura, tuzione psicoanalitica.
riferimenti che sono dei pilastri per il progresso del suo insegnamento. Questa Ouverture si riferisce direttamente a ci che ritroviamo negli
E in questo caso, molto chiaro e anche insistente, perch la sua espe- scritti di Lin Ji, il fondatore, in Giappone, della scuola zen pi impor-
rienza del mondo cinese ha a che vedere con la pratica della psicoana- tante. La traduzione di queste scritti e il loro commento sono lopera
lisi stessa. del buon maestro di Lacan, Demiville. In particolare ritroviamo in
Cos vi un momento essenziale in cui situa lessenza di quello che questa breve sentenza (koan) una replica delluomo vero, vale a dire
sar il suo insegnamento. Il 18 novembre 1953 la data di inizio del pri- libero e liberato dal suo io, liberato dalle sue immagini alle quali iden-
mo Seminario trascritto di Lacan. Le prime parole in assoluto di questa tificato: un monaco domanda quale fosse la grande idea del buddhi-
prima sessione descrivono linsegnamento di un maestro del buddhismo smo. Il maestro fa un khat (un rutto); il monaco si inchina. Il maestro
cinese, del chan. E la cosa migliore rileggervi queste prime parole che dice: Ecco uno che si mostra capace di sostenere la discussione.12
Il maestro avrebbe anche potuto bastonare o schiaffeggiare il di-
scepolo. Che cosa rende noto questo maestro ai suoi discepoli, se non
8 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XIX. ...ou pire, Seuil, Paris 2011, p. 109 e p. 254. che: siate il vostro proprio maestro ovunque siate, e sul campo sarete
9 Ivi, p. 174. J.-A. Miller trascrive il carattere con tseu, mentre nel Seminario XVIII tra-
scrive questo stesso carattere con tzu (Meng-tzu), allorch in pinyin si scrive zi! A questo proposi- veri?13
to, bisogna notare che limmagine data del carattere che dice donna, n, assolutamente esatta e
non certo quella che Lacan ha scritto alla lavagna: . 11 O. Mannoni, Un commencement qui nen finit pas, Seuil, Parigi 1980.
10 Ivi, lezione del 9 febbraio 1972, p. 81. Ringrazio Guy Sizaret per il suo importante contri- 12 Lin-Tsi, Entretiens de Lin-Tsi, tradotti dal cinese e commentati da Paul Demiville,
buto al lavoro di decifrazione che ho potuto fare a partire dalle differenti versioni precedenti Fayard, Paris 1972, p. 26.
ledizione di Seuil. 13 Ibidem, p. 71.
50 Guy Flecher Qui risuona nel vuoto il nome del padiglione 51

Allora, come non pensare alla pratica di Lacan punteggiata da in- sulla lavagna e non con un pennello, come le calligrafie scritte di suo
terruzioni sconcertanti e da interpretazioni enigmatiche? Perch la pugno che faceva circolare nel suo seminario. Questa pratica della
preoccupazione di Lacan non che lanalisi sia una procedura di as- scrittura cinese, scrittura che ha generato larte della calligrafia, evi-
senso in cui il soggetto chiamato a dire ci che sa, ma deve invece dentemente unesperienza che sottende linterrogativo di Lacan sulla
condurlo a dire ci che non sa di sapere. E il senso non pu essere ope- scrittura. Tutti coloro che hanno condiviso questa pratica della scrittu-
rante se in primo luogo non ci sorprende. ra cinese e della calligrafia sanno bene come il corpo vi sia ingaggiato.
Da qui queste citazioni zen di Lacan che non mancher mai di ri- Nello stesso modo, nel pieno del tumulto degli anni post 68, fa ap-
cordare come a Strasburgo nel 1968: A Sainte-Anne, dove ho fatto pello a un neoconfuciano, Mencio. Riferendosi a lui, risponde a quella
grande uso dello zen, naturalmente, chi si ricorda sa che che io mi so- parte del suo entourage che derivava da un maoismo distruttore della
no riferito allo Zen per esprimere qualcosa di ci che accade in psicoa- tradizione confuciana. E, come scrive Elisabeth Roudinesco: Cos de-
nalisi.14 cide di mostrare loro che la rivoluzione freudiana, quella che viene ef-
E nel 1973 lo riafferma: Quel che c di meglio nel buddismo lo fettuata su se stessi e in una sfida solitaria con Dio, preferibile alle
zen, e lo zen consiste in questo: nel risponderti con un abbaio, amico crociate insurrezionali che non fanno altro, ai suoi occhi, che ricostrui-
mio (Sem. XX, p. 110). re degli idoli.16
Allora, per i numerosi riferimenti al buddismo cinese e ai lavori di A questo proposito, possiamo evocare il profondo malinteso di
Demiville, rimando allinventario che ho redatto in un articolo pub- qualcuno dei suoi allievi riguardo al suo interesse per il mondo cinese.
blicato sul mio sito.15 Il suo mondo cinese quello che ha scoperto con Demiville e che ha
Ma ritorniamo alle circostanze di questo progetto annunciato in scelto di approfondire con Franois Cheng, il cui confucianesimo in-
questa Ouverture al seminario. Ricordo che Lacan in quel momento dubbio. Ma, nel 1974, in piena Rivoluzione culturale, i suoi ammiratori
in una situazione istituzionale estremamente difficile. E possiamo nota- della rivista Tel Quel si prodigano per far s che possa andare in Cina
re che ritroviamo questo modo di riferirsi al mondo cinese in altri mo- con loro. Il gruppo condotto da Philippe Sollers e comprende anche
menti difficili. Julia Kristeva, Marcellin Pleynet, Roland Barthes e Franois Wahl. Sol-
Cos, negli anni sessanta, avvia un grande dibattito, e spesso in modo lers si occuper anche di mandare a Lacan una macchina ufficiale del-
acceso, con i linguisti. con un tiro mancino, riferendosi alla sua cono- lAmbasciata di Cina, al numero 5 di rue de Lille, per presentargli i do-
scenza del cinese, che regola con loro i conti: Comunque, la cosa mi ha cumenti da compilare. Ma Lacan fa precipitare le cose denunciando il
aiutato molto a generalizzare la funzione del significante, anche se mette puritanesimo del regime cinese e insistendo nellesigere di portare con
a disagio qualche linguista che non sa il cinese (Sem. XVIII, p. 41). s una delle sue allieve. Lacan era immerso in unaltra Cina. E discute
Abbiamo visto come questo riferimento al buddismo cinese, chan, a lungo con Franois Cheng di poesia, di taoismo e di Mencio.
sia essenziale nella posizione di Lacan e lui stesso insiste sul fatto di F. Scherrer ci illustra come Lacan abbia smesso di riferirsi alla Cina
aver fatto pratica soprattutto con i testi di taoismo. Ma c unaltra pra- nel suo seminario e come sia passato dai caratteri cinesi ai nodi, che
tica di cui fa esperienza: quella della lingua cinese e soprattutto della sono arrivati come anelli al dito, come ripete nel seminario RSI.17 Ma
scrittura. Franois Cheng ci ha mostrato una copia di un testo scritto sappiamo anche, dalle testimonianze di Cheng, che Lacan ha continua-
da Lacan in cinese. Lacan stesso che scrive le massime di Mencio alla
lavagna. Si dispiace a questo proposito di dover scrivere con il gesso
16 E. Roudinesco, Quand Lacan dfendait la rvolution freudienne contre les idoles de lin-

surrection, Le Monde, 23 febbraio 2006. Larticolo integralmente consultabile on-line:


14 J. Lacan, En guise de conclusion, Discorso di chiusura al Congresso di Strasburgo, 13 http://psychanalyse.blogspot.fr/2006/03/quand-lacan-dfendait-la-rvolution.html.
ottobre 1968, pubblicato in Lettres de Lcole Freudienne, 1970, n. 7, pp. 157-166. 17 J. Lacan, R.S.I., Le Sminaire. Livre XXII (1974-1975), inedito. Lezione del 19 novembre
15 http://www.lacanchine.com/FG18.html. 1974, del 18 marzo 1975 e dell8 aprile 1975.
52 Guy Flecher Qui risuona nel vuoto il nome del padiglione 53

to a interessarsi al mondo cinese, e in particolare alla poesia. Cheng Il padiglione della Gru gialla
stesso, attraverso il suo lavoro e il suo libro sulla poesia cinese, ha mo- Gli antenati sono partiti cavalcando la Gru gialla
strato come la questione del vuoto fosse al centro dei loro scambi e ab- Qui risuona nel vuoto il nome del padiglione
La gialla gru scomparsa mai pi ritorner!
bia accompagnato i lavori in corso di Cheng e di ci che nominato Mille anni. Bianche nubi si allargano allinfinito...
vuoto mediano. Questo termine si trova nel titolo dellopera di Fran- Fiume pieno di sole, verdi alberi di Han-yang,
ois Cheng, Il libro del Vuoto-Mediano,18 che traduce in cinese con Erba fresca, rigogliosa: Isola dei Pappagalli.
chngx , espressione che non si ritrova nei testi classici cinesi e Dov il mio paese, di l a ponente?
dunque esclusivamente sua. Onde sommerse dalla bruma, uomo prostrato dalla tristezza...
Lultimo incontro tra Lacan e Cheng avviene a Guitrancourt, dopo
la lettura da parte di Lacan del libro di Cheng La scrittura poetica cine-
se, pubblicato nel 1977.19 Tutta la mattina, quella domenica di giugno,
lavorano su una questione di Franois Cheng riguardo la metafora e la E Cheng aggiunge: In fondo, si sa che si vive in un mondo separa-
metonimia, e Lacan sceglie, dalla raccolta di Cheng, una poesia di to e che la vita scorre, forse, come lacqua di un fiume, in pura perdita.
Wang Wei: Il lago Yi. Cheng abbagliato dalla pertinenza della scel- Desiderio di raggiungere lOrigine, di risalire la corrente per ritrovare
ta di Lacan. Dal loro scambio Franois Cheng ricava un insegnamento tutto. Da qui unincontenibile nostalgia.
che si prende cura, ventanni pi tardi, di inserire nelledizione tascabi- Costatiamo che in questa poesia il vuoto, kong ,23 menzionato
le della sua opera. Ma la lettura e il commento di questa poesia non fu- in due riprese. Due volte lo stesso carattere, in una poesia cinese cos
rono altro se non quel che Cheng chiama un fuori-opera.20 attenta a fare economia di mezzi, significa insistenza. Ho scelto la pri-
Perch Lacan aveva scelto di consacrare la giornata intera allo stu- ma ricorrenza del termine e il secondo verso come titolo del mio inter-
dio di una poesia che lui stesso ha scelto e proposto a Cheng? Si tratta vento: Qui risuona nel vuoto il nome del padiglione. nella ricerca
di una poesia di un celebre poeta Tang dellVIII secolo, Cui Hao , della traduzione in italiano che si rivela lambiguit della traduzione di
Il padiglione della Gru gialla.21 Franois Cheng: il nome risuona nel vuoto e/o invano.
Questo poema evoca una vecchia leggenda. Si dice che dalla cima In italiano bisogna scegliere tra queste due letture: qui risuona nel
di un padiglione, situato a Wu-han che domina il maestoso fiume vuoto il nome del padiglione, oppure qui risuona invano il nome del
Yangzi, degli immortali hanno preso il volo. Presero il volo sul dorso di padiglione.24
un uccello favoloso, la Gru gialla, verso il Luogo dellorigine. Gli Anti- La lettura di questa poesia offre loccasione a Lacan di interrogare,
chi e la Gru gialla erano partiti, non rest niente se non ci che descri- di nuovo, il funzionamento del vuoto-mediano in rapporto allordine
ve questo poema: un paesaggio vuoto dove risuona il nome del padi- temporale e come sul piano immaginario i cinesi concepiscono il tem-
glione e i pappagalli che ripetono le parole apprese. po. Ancora una volta, instancabilmente, ritorna su questa questione del
Vi propongo la traduzione fatta da Franois Cheng, che fu quella vuoto nel pensiero cinese. Questo vuoto che preserva il maestro chan
presa in considerazione quel giorno insieme a Lacan:22 nel suo rutto, in risposta al discepolo. Poich il Vuoto Soffio e il Sof-
fio Metamorfosi, come Lacan disse a Franois Cheng: Vedete, il no-
18 F. Cheng, Le livre du vide-mdian, Albin Michel, Parigi 2004.
19 F. Cheng, Lcriture potique chinoise, Seuil, Parigi 1977 e Seuil, coll. Points, Parigi 1996. 23 Kong riservato al contesto buddista e il suo senso estende le forme usuali di negazione,
20 F. Cheng, Lacan et la pense chinoise, in Aubert, Cheng, Milner, Regnault, Wajcman, no, non, senza, al Vuoto e al nulla passando per laria e lo zero. Cos, i buchi nelle
Lacan, lcrit, limage, Flammarion, Parigi 2000, pp. 131-153. pietre erette nei giardini letterali confuciani, giardini dispirazione taoista, i buchi di queste pietre
21 F. Cheng, Le Docteur Lacan au quotidien, Le magazine freudien. Lne, n. 48, Paris sono chiamati in cinese kong.
1991 (LP, n. 10). 24 Ringrazio Jrme Pauchard che mi ha proposto la traduzione di questi due primi versi e
22 F. Cheng, Lcriture potique chinoise, op. cit., p. 196. che ha sottolineato la ricca ambiguit della traduzione di Franois Cheng.
54 Guy Flecher

stro mestiere dimostrare limpossibilit di vivere, al fine di rendere la


vita appena possibile. Lei ha vissuto lestrema beanza, perch non al-
largarla ancora al punto da identificarsi con lei?
Lei che ha la saggezza di comprendere che il Vuoto Soffio e che il
Soffio Metamorfosi, non avr pace fino a che non avr dato libero
corso al soffio che le resta, una scrittura, perch no, bucata!.25 Chu Xiaoquan
Pu darsi che Lacan stesse indirizzando questo discorso a se stesso.
Ecco cosa mi spinge a riportarvi la storia che mi ha raccontato un Lacan lettore di Mencio
amico che andato di recente sulla tomba di Lacan a Guitrancourt.
Storia ottenuta dal vicino della villa di Lacan, che egli ha incontrato
per caso, e che a sua volta aveva ottenuto dal giardiniere di Lacan.
Questo giardiniere gli ha raccontato di quando vedeva Lacan seduto
sul bordo della piscina, i piedi nellacqua, perso nei suoi pensieri e tal- Nella riflessione sul posto della cultura cinese nella vita intellettua-
mente immobile che non osava avvicinarlo, temendo fosse morto. An- le francese, bisogna notare che Jacques Lacan e il suo sistema di pen-
che per noi: Qui risuona nel vuoto/invano il nome del padiglione. siero rappresentano un caso pressoch unico. Certo, non si pu negare
che da tempo artisti e intellettuali si mostrano recettivi ai contributi
Traduzione di Monica Vacca della lontana cultura cinese. Tuttavia, sarebbe pi corretto affermare
che, nel corso dei secoli, la cultura cinese non ha mai giocato un ruolo
di catalizzatore nel pensiero francese. Tra il dilettantismo di un Voltai-
re e lesotismo di un Malraux, la Cina e la sua cultura sono servite so-
prattutto da termine di paragone, da scenario o da pretesto per mette-
re in evidenza i rispettivi fantasmi. Analogamente, possiamo costatare
che, in genere, sono gli scrittori e gli artisti in cerca di ispirazione a es-
sersi rivolti pi volentieri verso lEstremo Oriente. Lacan costituisce
uneccezione. Come ha dichiarato egli stesso, la lingua cinese e il pen-
siero cinese hanno costituito due contributi cruciali nella genesi del
suo pensiero. Mi sono accorto di una cosa, dice, forse sono lacania-
no solo per aver studiato un po di cinese in altri tempi (Sem. XVIII,
p. 30). Ma nellabbondante letteratura consacrata a Lacan, tranne alcu-
ne testimonianze aneddotiche sparse, laspetto cinese del pensiero laca-
niano resta, a oggi, ampiamente inesplorato. Laccenno che qui propo-
niamo non mira a stabilire in modo puntuale e definitivo in quali mo-
menti e con quale ordine sono nati e si sono evoluti i rapporti tra il
pensiero lacaniano e la cultura cinese, infatti, per realizzare una tale
operazione ci mancano ancora molti elementi. Il nostro intento non
quello di uno storico, ma essenzialmente analizzare alcuni riferimenti
di Lacan alla lingua e al pensiero cinese, sia in vita sia nelle sue pubbli-
25 F. Cheng, intervista con Judith Miller, in Lne, n. 25, febbraio 1986. cazioni postume.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 55-68


56 Chu Xiaoquan Lacan lettore di Mencio 57

Un breve esame delluniverso intellettuale di Lacan basta a farci in- la psicoanalisi cos comera concepita e praticata allepoca. Se la psi-
travedere un fatto paradossale. Il suo percorso intellettuale avrebbe coanalisi pu diventare una scienza dato che non lo ancora , e se
dovuto allontanarlo dalla Cina: una formazione occidentale classica so- non deve degenerare nella sua tecnica e forse gi cosa fatta , dob-
stenuta dalla lettura assidua di Spinoza, Leibniz, Hegel e Heidegger, biamo ritrovare il senso della sua esperienza (Scritti, p. 260), cos si
unita a un campo dindagine centrato sulla psicoanalisi, puro prodotto esprimeva Lacan nel 1953, nel celebre discorso di Roma.
di fine secolo viennese. Eppure, non solo Lacan si sforzato di impara- E Lacan precisa la direzione da seguire per una riscoperta (o una
re la lingua e il pensiero cinese, ma ha integrato nella sua teoria, come reinvenzione, diranno alcuni) del senso originale della psicoanalisi:
un elemento non trascurabile, ci che aveva appreso. Come spiegare Si riprenda dunque lopera di Freud alla Traumdeutung, per ricordar-
che la teoria psicoanalitica di Lacan, cos perfettamente francese e oc- si che il sogno ha la struttura di una frase, o meglio stando alla sua let-
cidentale, abbia trovato la sua fonte, o meglio una delle sue fonti dispi- tera, di un rebus, vale a dire di una scrittura, di cui il sogno del bambi-
razione, nella lingua e nel pensiero cinese? no rappresenterebbe lideografia primordiale, e che nelladulto ripro-
Di certo, le ragioni per cui avvenuto questo fruttuoso scambio duce limpiego fonetico e simbolico ad un tempo degli elementi signifi-
culturale sono molteplici. Un interesse personale ha chiaramente orien- canti, che si ritrova sia nei geroglifici dellantico Egitto che nei caratteri
tato il pensiero di Lacan verso la lingua di Confucio, o piuttosto verso di cui la Cina mantiene luso (Ibidem).
quella di Mencio, poich a questultimo che egli ha fatto riferimento Quale lezione hanno dato a Lacan i caratteri cinesi? Le opere di-
pi di frequente, ma questo interesse, probabilmente, stato frutto del vulgative ci insegnano che Lacan era strutturalista. Lui, Lacan, diffida-
caso. Come sarebbe stata la teoria lacaniana se Lacan non avesse impa- va invece di questa etichetta, e la definiva uninvenzione dei giornali-
rato il cinese, allinizio al fianco di Paul Demiville, e in seguito con sti. Aveva ragione a rifiutarla, tanto pi che la sua percezione della lin-
Franois Cheng? A ogni modo, la sua vecchia piccola esperienza di ci- gua cinese non concordava, necessariamente, con quella che i linguisti
nese, come soleva dire, ha costituito per lui un supporto estremamen- strutturalisti volevano imporre. Secondo Lacan, lo schema classico di
te prezioso quando ha cominciato a elaborare la sua teoria analitica ba- analisi in fonemi e morfemi non si confaceva affatto alla realt linguisti-
sata su una determinata concezione della lingua. Come vedremo, ci ca del cinese. La scrittura cinese non pu, infatti, essere ridotta a un
che ha scoperto nella lingua cinese gli ha permesso di formulare delle semplice mezzo di trascrizione della lingua parlata. Libero da dogmi
idee, importanti per sviluppare una visione originale dellessere umano, professionali e universitari in materia di linguistica, Lacan portava dun-
della sua posizione nel mondo e dei suoi rapporti con il senso. que sul cinese uno sguardo fresco, in particolar modo sulla scrittura,
Chiaramente, lispirazione cinese non intervenuta, per quel che ci scoprendo un sistema di significanza che rivelava, ai suoi occhi, il mec-
sembra, in una tappa precoce dello sviluppo del suo pensiero, sebbene canismo sottile dellinconscio. Diversamente dalle scritture alfabetiche
la sua acquisizione della lingua risalga allepoca delloccupazione, du- che, grazie a regole semplici e dirette, trascrivono la lingua parlata in
rante la quale Lacan ha imparato il cinese lcole des Langues Orien- modo pressoch trasparente, i caratteri cinesi, dal canto loro, formano
tales, cosa piuttosto rara a quei tempi per uno psicoanalista. Questa co- un vasto campo di representamen, se possiamo usare questo termine di
noscenza appresa senza uno scopo programmato ha dovuto aspettare Pierce, in cui il funzionamento autonomo assicurato, da un lato, dai
un decennio prima di ricomparire, nel momento in cui si apriva una rapporti estremamente complessi e aleatori con la voce vivente questi
nuova prospettiva di ricerca, attraverso linteresse per la questione del- segni sono certamente sempre pronunciabili, ma spesso sono pronun-
la lingua nella quale risiede, secondo Lacan, il vero senso della scoperta ciati in modi molto differenti e, dallaltro lato, dalla rottura ormai in-
freudiana. sanabile con le immagini della realt da cui si dice che siano estratte le
Lacan aveva gi teorizzato lordine immaginario, attraverso il noto prime forme, poich, contrariamente a ci che si pu leggere nelle ope-
concetto dello stadio dello specchio, e cominciava a dare pi impor- re destinate al grande pubblico, i caratteri cinesi non sono immagini.
tanza allordine simbolico, quando ha cominciato a mettere in dubbio Quanto affermato da Lacan a proposito dei geroglifici egizi vale anche
58 Chu Xiaoquan Lacan lettore di Mencio 59

per i segni grafici cinesi: Questo valore di significante dellimmagine Attraverso alcuni riferimenti nellinsegnamento di Lacan e grazie
non ha niente a che fare con la sua significazione (Scritti, p. 504). Agli ad alcune rarissime testimonianze, si pu scorgere il ruolo che un con-
occhi di un lettore, soprattutto di qualcuno che non si esercita nella tatto intimo con i caratteri cinesi ha potuto giocare nella gestazione del
lingua parlata, questi segni quadrati, composti da tratti dalle forme ar- pensiero lacaniano. Ci che pi semplice da stabilire il rinnovarsi
bitrarie, sono come enigmi intrisi di senso che bisogna decifrare attra- del suo interesse per il cinese, allinizio degli anni settanta, quando i
verso uno sforzo di ingegnosa interpretazione. E non appunto ci grandi assunti della sua teoria erano gi solidamente istituiti. In quel
che ha fatto Freud nella Traumdeutung? momento, quando la sua fama comincia a oltrepassare i confini del-
Da qui non c che un passo per convincersi che il sogno e, di fatto, lhexagone,4 Lacan dedica parecchi anni alla lettura intensiva di alcuni
linconscio, assomiglino a una lingua,1 una lingua strutturata in rebus classici cinesi insieme a Franois Cheng. Le sue riflessioni sugli apporti
come il cinese. Se linconscio strutturato come una lingua,2 allora a della lingua e del pensiero cinese alla teoria psicoanalitica trovano spa-
chi appartiene questa lingua? zio nel suo Seminario del 1971, dal titolo Di un discorso che non sareb-
La famosa tesi di Lacan che definisce linconscio umano conduce be del sembiante (Sem. XVIII). Di tutti i testi lacaniani attualmente di-
direttamente alla questione del soggetto, una questione fondamentale sponibili, questo Seminario lunico che ci permette di soppesare lim-
per la teoria psicoanalitica. Alcuni elementi originali del cinese, e a portanza che il pensiero cinese aveva per Lacan e ci propone anche
maggior ragione della sua scrittura, potrebbero ispirare una visione del unesegesi originale di un classico cinese.
soggetto disallineata rispetto alla concezione del soggetto propria della Senza passare attraverso una scrittura stringente che ha reso i suoi
tradizione filosofica occidentale. La voce della lingua proviene inevita- testi ermetici, i Seminari di Lacan, curati e pubblicati dopo la sua
bilmente dalla persona che enuncia, e il termine io,3 soggetto della scomparsa, rivelano in modo pi accessibile rispetto agli Scritti la pro-
frase, marca notevolmente la presenza di un soggetto, autore sovrano e gressione del suo pensiero. Cos, il Seminario XVIII ci fa percepire do-
indivisibile di ogni pensiero e di ogni discorso. Invece, in cinese, abbia- ve e come gli elementi del pensiero cinese si sono posizionati nella con-
mo a che fare con un sistema in cui il soggetto notevolmente decen- figurazione della teoria lacaniana.
trato e persino sfuggente. Comprendendo decine di migliaia di segni In principio era la parola. Questa parola era un carattere cinese, un
visivamente distinti gli uni dagli altri, la scrittura cinese non costituisce segno, direbbe Lacan. Questo segno, in questo caso, nasconde be-
un sistema fonemico e il nesso con la voce si rivela lontano e incerto. ne dei segreti che non si arrendono che sotto lo sguardo tenace di La-
Ma se Lacan nega al cinese un livello fonemico non per provocare can. Avendo innanzitutto fatto variare le differenti trascrizioni foneti-
una polemica propriamente linguistica. La sua intenzione potrebbe es- che di questo segno, sing, hsing oppure xing, egli ha effettivamente se-
sere quella di segnalare lassenza della pura voce in questi caratteri e, di parato il carattere dallaspetto sonoro che lo accompagna, o ha mostra-
conseguenza, la cancellazione del soggetto a livello del significante. Si to il legame sottile fra il carattere e le sue basi fonetiche o fisiche. Cos
aggiunga a questo il fatto che la grammatica cinese non richiede la pre- presentato, questo segno ridotto al suo stato puro, vale a dire, una
senza obbligatoria di un soggetto grammaticale per convalidare la co- semplice forma, alcuni tratti su una lavagna che tuttavia rivelano una
struzione di una frase. Siamo cos di fronte a una situazione in cui la ricchezza significante prodigiosa, poich questo segno significa al con-
conoscenza del soggetto da ritrovare e ristabilire in un ordine simbo- tempo natura e sessualit, il che ne fa per Lacan un segno onirico.
lico frammentato. Verrebbe da dire che, secondo Lacan, questa una Senza scontri e senza passare attraverso un riferimento al mondo reale,
situazione propriamente psicoanalitica. questo segno cinese scivola da un senso allaltro, costruendo una fittis-
sima rete di relazioni che Lacan chiama intersignificanza. Tale con-
1 Lautore utilizza il termine langue [N.d.T.].
2 Lautore utilizza il termine langue [N.d.T.].
3 Nel testo francese: Je [N.d.T.]. 4 Francia [N.d.T.].
60 Chu Xiaoquan Lacan lettore di Mencio 61

cetto di intersignificanza che si situa nellordine simbolico, cos come collegati a suoni fisici, cos che questi segni grafici cinesi incarnano
quello di intersoggettivit, proposto da Lacan in precedenza, non ci che Lacan chiama il rappresentante della rappresentazione. Lon-
pu essere funzione di una qualsiasi parata dei significati. Il reale, se tani dal reale, dalla referenza e da ci che suscettibile di un giudizio
ha un ruolo da giocare, non pu fare intravedere il suo effetto che fra le vero-falso da parte dei logico-positivisti, i caratteri cinesi sono agli oc-
posizioni della significanza, in ci che Lacan chiama i buchi, ineffabi- chi di Lacan dei significanti per eccellenza. attraverso una trasposi-
li e inafferrabili. Tali precisazioni ci conducono alla definizione lacania- zione di questi segni in un ambiente che non il loro che Lacan ci ha
na del significante, un concetto chiave nellinsegnamento di Lacan nella mostrato ci che era nascosto dalla eccessiva familiarit. In uno dei
sua ricerca verso uninterpretazione linguistica dellinconscio. Non c suoi Seminari, al fine di illustrare graficamente la sua grande tesi sibil-
bisogno di essere un linguista di professione per costatare che questo lina, secondo la quale un significante rappresenta il soggetto per un
concetto di significante e le ramificazioni teoriche che Lacan gli ha altro significante, e in cui il soggetto assente, Lacan ha scelto di di-
attribuito non corrispondono esattamente allutilizzo corrente di questo segnare uno accanto allaltro sulla lavagna questi due caratteri: xing ,
termine nella linguistica strutturale, malgrado tutti i riferimenti allemi- gi evocato prima, e ming , il decreto del cielo, il destino.
nente linguista ginevrino. Tuttavia, qualunque cosa si dica, laccusa di La rilevanza che Lacan ha voluto dare a questi due segni nel suo in-
una distorsione concettuale non appropriata in questo caso, poich segnamento non casuale. Infatti, questi due caratteri, xing e ming, de-
lintento di Lacan non era quello di trovare un modello di descrizione signano due concetti chiave del pensiero cinese che hanno ispirato dei
per le lingue umane, ma era piuttosto quello di forgiare uno strumento dibattiti contraddittori, e a partire dai quali sono state elaborate, nel
in grado di rendere conto di ci che avviene nellinconscio. A partire da corso di duemila anni di riflessioni filosofiche cinesi, teorie differenti.
Freud, sappiamo che ci che abbonda nellinconscio sono dei giochi di Quando Lacan nel suo Seminario lavorava su questi due caratteri, dia-
condensazione e spostamento del senso a livello dei piccoli segni, i qua- logava con una tradizione filosofica molto antica e ricca.
li non sono totalmente estranei al funzionamento dei caratteri cinesi, Fin dalle origini il pensiero filosofico cinese si interessato alla
come mostrato da Lacan con i segni xing , wei , ecc. Lincon- questione inerente al giusto modo di comportarsi nella societ. Per sve-
scio strutturato come un linguaggio, questa parola dordine del laca- lare ci che determina i comportamenti umani, le discussioni sono con-
nismo, gi l quando Lacan, come testimonia Franois Cheng, scruta fluite verso due concetti, la natura e lordine, cio ci che imposto
con ostinazione e acutezza gli ideogrammi cinesi? agli esseri umani nel loro cammino in questo mondo, concetti cristal-
La questione che si pu porre a questo punto concerne la scelta lizzati rispettivamente proprio su questi due segni: xing e ming. Il pri-
della lingua cinese. Possiede questa una specificit che si accorderebbe mo parla di ci che imposto dallinterno; il secondo di quanto impo-
particolarmente bene alla visione lacaniana dellinconscio? grande, sto dallesterno. Il primo si manifesta in un individuo; il secondo agisce
infatti, la tentazione di cadere nel particolarismo linguistico e culturale su una collettivit. In che modo queste due forze agiscono su ogni indi-
quando ci si avventura in una lingua apparentemente cos differente. viduo e, compito ancora pi importante per i pensatori cinesi, in che
Ma, guardando pi da vicino, non si pu dire che Lacan abbia attribui- modo definire queste due nozioni fondamentali al fine di sviluppare
to uno statuto eccezionale, qualunque esso sia, alla lingua cinese. Come una concezione delluniverso? Ogni matre penser delle Cento scuole5
egli ha avuto cura di precisare, lo scritto, questo repertorio di segni au- moista, taoista, legista, ecc. ha dovuto formulare la propria dottrina
tonomi, non la lingua. Bisogna riconoscere che la sua percezione dei rispetto a questi due concetti. Per quanto riguarda xing, sono state
caratteri cinesi eccezionale. Non essendo influenzato da una familia- avanzate tre tesi. Xunzi,6 rappresentante di una corrente di pensiero
rit con il loro utilizzo corrente, immerso nella comunicazione quoti-
diana, Lacan ha sottoposto i caratteri cinesi a una rigorosa contempla- 5 Nome dato alle differenti correnti di pensiero fiorite tra il VIII e il II secolo a.C., dal perio-
zione che li fa apparire in una astrazione radicale. Presi al di fuori dei do delle Primavere e degli Autunni al periodo dei Regni combattenti.
loro rapporti sintattici, liberi dalle connotazioni usuali e a malapena 6 Xunzi o Maestro Xun, prima met del IV secolo a.C.
62 Chu Xiaoquan Lacan lettore di Mencio 63

discendente da Confucio, vede nella natura degli uomini la natura di guere tre linee di pensiero che rendono conto degli effetti apparente-
tutti i mali, poich, secondo Xunzi, la natura (xing) malvagia. Di qui mente aleatori del ming. La prima si sforza di stabilire un legame li-
la necessit di un vasto programma di educazione per trasformare gli neare di causa-effetto fra le vicende umane e il destino divino: il desti-
uomini e portarli sulla buona strada, quella del Dao . Da fonti indi- no buono favorisce luomo virtuoso, la cattiva sorte insegue luomo
rette conosciamo lesistenza, nella stessa epoca, della tesi di Gaozi,7 se- malvagio. Di fronte ai tanti casi in contraddizione con questa prima te-
condo il quale la natura umana, xing, originariamente non sarebbe n si, altri pensatori sono stati portati a fare una riflessione pi sfumata la
buona n cattiva. Proprio come lacqua che pu portarci verso est op- quale, pur mantenendo la fede nella giustizia del destino, non ricono-
pure verso ovest, la natura umana non conoscerebbe alcuna via prede- sce n ricompense n punizioni in relazione diretta con le azioni uma-
terminata verso la bont o verso il male. La natura (xing) dunque ne, essendo la volont divina troppo enigmatica. La terza linea di pen-
neutra. Allopposto di queste due definizioni della natura umana, Men- siero vede nel ming un cerchio di mutamenti ordinato in base a pi se-
cio, grande fondatore del confucianesimo classico, ha elaborato una coli, comprensibili unicamente nel quadro di un disegno divino molto
nuova tesi sulla natura (xing), tesi divenuta in seguito una delle pi in- a lungo termine.
fluenti, a giudicare dalla sua risonanza. Da buon umanista, Mencio at- Nella Cina antica le speculazioni e le teorizzazioni sui questi due
tribuisce alla natura umana una bont innata. Basta lasciare che essa si concetti, xing e ming, non si limitano a una particolare scuola di pen-
manifesti, e questa bont permetter a ogni uomo di raggiungere la siero, ma costituiscono una problematica fondamentale a cui ogni cor-
santit. Di conseguenza, luomo non potrebbe commettere atti danno- rente ha dovuto portare i propri elementi di risposta. I confuciani, se-
si, a meno che la sua natura originale non sia deformata o deviata. condo il proprio rigore etico, si sono distinti per labbondanza dei loro
In questa prospettiva, la perdita della bont non sarebbe il risulta- discorsi e delle prese di posizione molto differenti generate dalle diver-
to di forze esterne? Non alla fine un ordine elevato, il destino inson- se correnti esistenti al loro interno. Mencio, il degno successore del
dabile, a fare delluno un orribile tiranno, dellaltro un santo ammira- grande maestro Confucio, ha tracciato un abbozzo della natura umana
to? Il collegamento fra la natura (xing) e il decreto, il destino (ming), si fondato sulla sua analisi personale e la sua definizione dello xing e del
produce in questo punto. Il concetto di ming, formulato pi precoce- ming. Gli sviluppi teorici di queste nozioni apportati nelle epoche suc-
mente di quello di xing, ha attirato molto presto lattenzione dei mae- cessive, in particolare in seno ai neoconfuciani a partire dalla dinastia
stri di pensiero e costituito loggetto di unintensa speculazione filoso- Song,9 sono arrivati a fondare una vera ontologia. Nella prospettiva di
fica, dopo gli sconvolgimenti socio-politici alla fine degli Zhou,8 per un essere etico, i confuciani ci tengono a distinguere, con queste due
tentare di rispondere a una domanda urgente: perch i re avevano per- nozioni, la parte che propria alla condizione di essere umano e la par-
duto la loro corona quando non erano mai venuti meno ai propri do- te che determinata dai rapporti fra il Cielo e luomo, i quali, come ha
veri rispetto agli dei? Non era forse leffetto misterioso del ming a det- detto Anne Cheng, ubbidiscono cos a una dialettica del xing e del
tare le sorti degli uomini sulla terra? Scrutando cos questo ming im- ming, del descrittivo e del prescrittivo. Quale ha potuto essere lin-
placabile, i pensatori cinesi, in questo punto di svolta, hanno elabora- fluenza di questa coppia concettuale nella teoria lacaniana concernente
to una serie di teorie sui rapporti fra luomo e il suo destino. Partendo il problema dellessere? La seduzione operata dalla forza simbolica di
da una visione tradizionalista, i conservatori hanno difeso la perma- questi due significanti o il profondo divario fra i due? Un divario le cui
nenza di un ming immutabile, in contrapposizione ai radicali, che ri- sponde tuttavia sincontrano. Postulando la dualit di xing e ming, i
getteranno in modo puro e semplice lidea che il ming giochi un ruolo confuciani mirano a riconciliare luomo con la natura e le sue esigenze,
nelle azioni delluomo. Fra queste posizioni estreme, possiamo distin- mentre Lacan, situandosi su un altro piano, probabilmente li ha visti

7 Filosofo dellepoca dei Regni combattenti, contemporaneo di Mencio.


8 Dinastia Zhou, dallXI al III secolo a.C. 9 Dinastia Song (960-1279).
64 Chu Xiaoquan Lacan lettore di Mencio 65

piuttosto come una condizione di rottura intrinseca per luomo, che sappiamo quando diciamo le stesse cose (Ibidem, p. 46). Ci che col-
egli vede come incastrato in una disgiunzione. pisce Lacan nel dibattito portato avanti da Mencio, autore delle nozio-
Nellottica di Lacan, il ming il decreto, il destino rappresenta le ni di xing e ming, il suo modo di associare questi due termini: Ac-
concatenazioni strutturali del linguaggio che implicano obbligatoria- canto alla nozione del xing, della natura, sorge di punto in bianco quel-
mente un determinato percorso logico per la nostra mente. In fin dei la del ming, del decreto del cielo (Ibidem, p. 45). Lacan si stupiva di
conti, che cos la logica se non quel paradosso assolutamente favoloso, trovare in Mencio questo collegamento inatteso. Infatti, nonostante
che solo lo scritto permette, di prendere la verit come referente?(Sem. tutto ci che oppone xing e ming nel loro senso primario, Mencio li
XVIII, p. 67), diceva Lacan. Tuttavia questa logica basata su unopposi- tratta come se facessero parte di uno stesso concetto generale. Non
zione assoluta del vero e del falso si vede rifiutata dallinconscio. Che soddisfatto di sovrapporli nel suo discorso, egli ha anche proposto
linconscio dica la verit e che menta , da parte sua, perfettamente so- unidentit fra queste due nozioni. Lo testimonia questo celebre pas-
stenibile (Ibidem, p. 66). E Lacan spiega: E perch, se non per preser- saggio estratto dalla sua Opera: Le reazioni della bocca ai sapori,
vare quella che si chiama libert? (Ibidem, p. 67). La libert, quel qual- dellocchio ai colori, dellorecchio ai suoni, del naso agli odori, di tutto
cosa di cui ci si deve interessare, si trova allora dal lato di xing. Usando il corpo agli agi appartengono alla natura umana (xing). Ma esse sono
dei termini che facevano eco allambiente politico-ideologico dellepoca del pari inevitabili (ming), e cos luomo di valore non le considera co-
post-sessantottina, Lacan descrive xing come in una condizione di sot- me pertinenti soltanto a xing. Gli atteggiamenti dettati dallumanit
to-sviluppo. Allora, da un discorso sufficientemente sviluppato risulta (ren ) nella relazione fra padre e figlio, dalla moralit (yi ) nella re-
che tutti quanti voi, [...] voi siete sottosviluppati rispetto a questo di- lazione fra sovrano e suddito, dalle norme rituali (li ) nella relazione
scorso (Ibidem, p. 45). Di fronte a un ming sufficientemente sviluppa- fra ospite e ospitante, cos come il rapporto fra la saggezza e gli uomini
to, xing dunque meno sviluppato, si crea cos un desiderio. Un deside- di valore, e fra il saggio e il Dao del Cielo, appartengono al ming. Ma
rio di libert, poich il minor sviluppo di xing permette di sfuggire alla essi appartengono pure alla nostra natura umana (xing), e cos luomo
legge sessuale che ha radicalmente distorto il rapporto uomo-donna. di valore non li considera come pertinenti soltanto allineluttabile de-
Ci che ha potuto motivare questa tesi di Lacan, a proposito di xing e stino (ming).10
di ming, senza dubbio dovuto al fatto che laccezione sessuale associa- Lacan non stato il solo a essere intrigato dallavvicinamento di
ta al carattere xing, che frequente al giorno doggi, si aggiunta solo questi due concetti in Mencio. Sono numerosi gli esegeti che nel corso
molto pi tardi alliniziale senso di natura, e dunque non esisteva nella dei secoli si sono sforzati di spiegare il senso preciso dei due termini
Cina antica, quando Mencio e i suoi contemporanei disquisivano sulla chiave di questo paragrafo. Lo storico Fu Sinian (1896-1950) in uno
natura umana utilizzando tale termine. Questo darebbe giustificazione, studio pubblicato negli anni trenta, e divenuto poi un classico, per far
in una certa misura, dellaffermazione di Lacan secondo la quale la li- luce sulla tesi di Mencio si basa sulletimologia dei due caratteri. Se-
bert, garantita dal sotto-sviluppo di xing, sarebbe identica alla non-esi- condo Fu Sinian, il segno grafico xing non esisteva negli scritti prece-
stenza del rapporto sessuale. Allo stesso modo, si sarebbe tentati di pen- denti a Mencio; esso in realt un derivato tardivo del carattere sheng
sare che la celebre formula di Lacan: La donna non esiste potrebbe nascere, essere nato. per questo che nel testo di Mencio xing
aver trovato la sua fonte dispirazione in un corso di lingua cinese, per- deve essere inteso con il senso di ci che nato con. Per quanto ri-
ch in cinese, il termine di base per nominare lindividuo, nel senso di guarda il carattere ming, esso deriva dal segno grafico ling , ordine.
homo sapiens, proprio ren , senza distinzione di genere, essendo n- La prima forma scritta di ling, che si trova incisa su delle ossa di bovi-
ren , donna, un termine derivato. ni, rappresenta un uomo sotto un tetto, inginocchiato in una postura
nel momento in cui evoca questi due caratteri, xing e ming, che
Lacan rende omaggio a Mencio. Ve lo presento come qualcuno che, 10 A. Cheng, Storia del pensiero cinese. Dalle origini allo studio del Mistero, Einaudi, Tori-
in ci che diceva, sapeva probabilmente una parte di cose che noi non no 2000, p. 170.
66 Chu Xiaoquan Lacan lettore di Mencio 67

di obbedienza. Il carattere ming, pi recente, fu poi costituito con lag- Sappiamo che Lacan ha assegnato unimportanza particolare a una
giunta di un piccolo segno che rappresenta la lingua. Basandosi frase di Freud che ha lungamente commentato parola per parola: Wo
sulletimologia, Fu Sinian pensa di aver trovato ci cui Mencio faceva Es war, soll Ich werden. C unaltra frase su cui Lacan ha dato prova,
riferimento in questo enigmatico testo: un avvicinamento fra ci che nello stesso modo, del proprio genio interpretativo, una frase di Men-
attiene allordine del divino e ci che attiene allordine dellumano. In cio: Mengzi yue tianxia zhi yanxing ye ze gu er yiyi gu zhe yi li wei ben
ultima analisi, il decreto del cielo sinscrive effettivamente nella vita .
stessa, essi sono congiunti attraverso i segni linguistici sta scritto, il Dopo aver annotato minuziosamente ogni carattere di questa frase,
ming (Sem. XVIII, p. 68), dice Lacan. In una prospettiva differente, Lacan ne estrae la significazione seguente: Per quanto riguarda gli ef-
Lacan ha assunto la visione di Mencio e ha costituito intorno alla so- fetti del discorso, per quanto si trova sotto il cielo, ci che ne risulta
vrapposizione di questi due caratteri cinesi una sorta di topica confu- non nientaltro che la funzione della causa, in quanto il plusgodere
ciana della psicoanalisi. Alla fine di una lunga esposizione sui due ca- (Ibidem, p. 54). Ci che Lacan qui propone non evidentemente una
ratteri pi volte mostrati alla lavagna, Lacan definisce cos luomo at- traduzione letterale di questa celebre frase di Mencio e daltronde non
traverso queste due nozioni del pensiero cinese: Un tantino al di so- avrebbe potuto volere questo. Per misurare limpatto del pensiero di
pra del comune, e che si traduce, davvero molto male, con luomo. Lacan in merito allinterpretazione di questa frase, si pu mettere a
[...] Il ribaltone si compie fra lo xing, la natura cos com inscritta, per confronto lesegesi lacaniana con una traduzione standard data nel-
effetto del linguaggio, nella disgiunzione fra luomo e la donna, e, dal- lopera di Anne Cheng: Ovunque sotto il Cielo quando si parla di na-
laltra parte, lo sta scritto, il ming, [...] davanti al quale la libert indie- tura, in effetti si tratta di quanto originariamente dato (gu ). Or-
treggia (Ibidem). dunque, tale dato originario si fonda su quanto proficuo.11 Ma guar-
Linteresse che Lacan rivolge a Mencio non deriva da una scelta ba- dando pi da vicino, le libert che Lacan si preso su qualche caratte-
nale, dal momento che questi non n fra i pi letti n fra i pi com- re cinese sono solo apparenti, poich questa citazione di Mencio in
mentati pensatori cinesi in Occidente. Laozi e Zhuangzi, con i loro si- realt una frase ambigua che, da pi di mille anni, pone un grande pro-
stemi cosmologici, le speculazioni metafisiche e il loro stile discorsivo blema di interpretazione agli studiosi cinesi, creando una tradizione er-
affascinante, simpongono spesso come una scelta quasi naturale a tutti meneutica molto ricca intorno ad alcuni caratteri chiave della frase. Al
coloro ai quali capita di interessarsi al pensiero cinese. Come fondato- cuore della controversia si trova il segno gu di cui Anne Cheng ha avu-
re di una filosofia, se non ufficiale almeno dominante in Cina, anche to cura di riprodurre la forma originale nella sua traduzione. Il grande
Confucio stato da sempre oggetto di una grande attenzione da parte pensatore neo-confuciano Zhu Xi (1130-1200) ha dato a questo carat-
dei sinologi e dei cultori occidentali. Invece Mencio raramente una tere il senso di traccia di ci che fu, cos come il suo contemporaneo
lettura obbligatoria quando ci si avvicina al pensiero cinese, bench in Lu Jiuyuan (1139-1193) che lo traduceva con traccia del passato.
Cina sia sempre stato considerato come uno dei pi grandi. La scelta di Mao Qiling (1623-1716) pensava che questo piccolo segno grafico vo-
Lacan ha del sorprendente. Se si considera il posto di Mencio nel lesse dire intelletto, mentre invece Yang Bojun (1909-1992), linguista
pantheon confuciano, si pu osservare un interessante parallelismo. e specialista moderno del canone confuciano vi leggeva ci che ne-
Mencio, il pensatore pi talentuoso e innovativo, dopo la scomparsa di cessario. Recentemente un ricercatore cinese, basandosi sulle scoper-
Confucio, si posto come il successore fedele del fondatore rinnovan- te archeologiche degli ultimi anni, ha proposto una nuova interpreta-
do radicalmente le dottrine del grande maestro, questa somiglia molto zione di questo carattere che, secondo lui, vuol dire consuetudine.
alla posizione storica che Lacan si guadagnato nel movimento psicoa- Lacan che pensa che gu non voglia dire nientaltro che causa, della
nalitico. Detto questo, in ogni caso unaffinit di pensiero, di primo
acchito non evidente, che ha fatto voltare Lacan verso questo brillante
teorico della natura umana, dellantica Cina. 11 A. Cheng, Storia del pensiero cinese, op. cit., p. 161.
68 Chu Xiaoquan

stessa idea del grande letterato Su Dongpo,12 che affermava Gu signi-


fica partecipare di una causa. forse questa la polivalenza della paro-
la causa che ha sedotto Lacan: causa, causare, ragione, parlare, ecc.?
Non dimentichiamo che la scuola fondata per iniziativa di Lacan sta-
ta chiamata la Cause freudienne.
Nellinterpretazione che Lacan ha voluto dare a questa frase di Ferdinand Scherrer
Mencio, egli si soffermato in particolar modo sul ruolo del linguaggio
nellaffermarsi della natura umana, ed questo ci che costituisce lori- Lacan, la calligrafia cinese
ginalit della sua interpretazione. Linizio di questa frase, Tianxia zhi e la nascita del nodo borromeo1
yanxing ye , stato tradotto da Lacan con: In quanto
nel mondo, in quanto sotto il cielo, ecco, il linguaggio a fare xing,
Ci di cui si parla e che non dicibile,
natura (Sem. XVIII, p. 52), dando anche il punto di partenza della sua ci che si nomina e che non nominabile,
interpretazione rispetto ai concetti di lingua e di linguaggio. Ora, nes- ci che si vede e che non ha forma,
sun commentatore di Mencio prima di lui aveva pensato a una tale let- ci che si sente e che non ha suono, il Dao nella sua interezza.
tura, questo sintagma stato generalmente tradotto con parlare della He Yan 2 (ca. 195-349)
natura, ma mai con la natura, il linguaggio, prima che glielo attri-
Un nodo che non si pu mettere a piatto la struttura del simbolo.
buisse Lacan. Tuttavia, escludendo le considerazioni di ordine argo- J. Lacan3
mentativo, la sintassi del cinese classico non gli d torto. La lettura di
Lacan linguisticamente possibile. Sfruttando un potenziale insospet- Trenta raggi si congiungono in un unico mozzo;
tato nel testo di Mencio, Lacan ha mostrato, dalla natura umana al de- questo vuoto nel carro ne consente luso
creto del cielo passando attraverso la lingua, una risonanza fra i suoi Da una zolla di argilla si sagoma un vaso;
orientamenti teorici e i grandi temi filosofici di Mencio. questo vuoto nel vaso ne consente luso
Si dispongono porte e finestre per uno spazio;
Nel campo degli scambi culturali fra la Cina e la Francia, ci che questo vuoto nello spazio ne consente luso
Lacan ha realizzato esemplare, poich lunico grande pensatore oc- Lavere fa lutilit, ma il Non-avere fa luso.
cidentale ad aver preso sul serio la cultura cinese e ad aver intrapreso Laozi
uno studio attento del cinese. La via attraverso cui egli ha saputo inte-
grare degli elementi della cultura cinese allinterno del suo sistema di
pensiero comincia con la sua fede nellimportanza dei segni linguistici. Lacan, ne Letica della psicoanalisi, evoca il vuoto a proposito di das
attraverso questi segni linguistici veri e autentici che possiamo spera- Ding, la Cosa innominabile, facendo riferimento soprattutto alla confe-
re di nutrirci, in modo significativo, del contributo di altre culture. renza di Heidegger Das Ding.4 Successivamente, egli preferir il termine
questa la lezione che ci ha dato il dottor Lacan.
1 Questo testo la ripresa, modificata e sintetizzata, di un articolo che sar pubblicato nel n.

Traduzione di Chiara Nicastri 31 della rivista ESSAIM diretta da Erik Porge col titolo De la calligraphie chinoise lcriture du
noeud borromen. Ringrazio il mio amico Guy Flecher al quale devo un aiuto prezioso per quan-
to riguarda il cinese e lo ringrazio anche per i numerosi scambi fecondi e appassionati che abbia-
mo avuto in questi ultimi anni.
2 Citato da A. Cheng, in Histoire de la penses chinoise, Seuil, Paris 1997, p. 33.
3 J. Lacan, Un sillabario di poi, in Scritti, Einaudi, Torino 1974, p. 720.
4 M. Heidegger, La cosa, in Saggi e discorsi, a cure di G. Vattimo, Mursia, Torino 1991,
12 1037-1101. pp. 109-124.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 69-81


70 Ferdinand Scherrer Lacan, la calligrafia cinese e la nascita del nodo borromeo 71

di buco a quello di vuoto, nella prospettiva di una optique,5 di una lo- Tutte queste costruzioni ulteriori possono essere considerate come lo
gica del buco, di cui il nodo borromeo fornir la scrittura, la calligrafia. sviluppo, il dispiegamento, dellalgoritmo originale e della sua energia
Sono questo buco che si traccia, se posso dire, e incontro il nodo bor- nascosta rappresentata qui dalla barra tra S e s. Cos fino allintrodu-
romeo che mi arriva come un anello al dito... Eccoci ancora nel buco!.6 zione nel 1972 del nodo borromeo.
Lipotesi che tenter di sostenere che la frequentazione del cinese e
la pratica della sua calligrafia hanno condotto Lacan al nodo borromeo. Il tratto unario e lo yi
I passaggi consacrati da Lacan al cinese sono ardui per il lettore,
non solo a causa della disconoscenza della scrittura cinese, ma prima di Nel corso di questo cammino, ci soffermeremo solo su qualche
tutto perch il cinese interviene il pi delle volte l dove Lacan alle punto fondamentale. Fermiamoci in primo luogo sul seminario Liden-
prese con il nodo oscuro dellesperienza psicoanalitica, l dove naviga tification7 che si rivela essere una svolta nella teoria del significante. a
pi da vicino ai limiti del pensiero. questo punto che Lacan introduce il tratto unario come supporto ed
I riferimenti al cinese ricoprono tutto larco dellinsegnamento di essenza stessa del significante che, come tale, serve a connotare la dif-
Lacan dopo la scrittura, nel 1957, dellalgoritmo S/s, fino a quella del ferenza allo stato puro. Il significante non n una cosa, n una sostan-
nodo borromeo. Lalgoritmo composto da tre elementi e presenta za. Ci che fa la sua unit giustamente di non essere altro che diffe-
dunque sin da subito una struttura ternaria: renza, differenza assoluta, vale a dire senza rapporto.
Il riferimento al cinese esplicito sin dalle prime lezioni del Semi-
- S il significante nario: forse a Laozi, a Shitao, probabilmente. Shitao lautore di un
- s il significato trattato di cui il primo capitolo tradotto in francese come: LUnique
- la barra che separa i due Trait de pinceau, yi hua .8
Nella lezione del 6 dicembre 1961 Lacan dice: Il tratto unario,
Questa barra non tracciabile, trascurata sia dai linguisti che dagli dunque, che sia cos verticale noi lo chiamiamo fare le aste o che sia
strutturalisti, ha attirato lattenzione di Lacan. Questa barra, questo come lo fanno i Cinesi, orizzontale, pu sembrare che la sua funzione
tratto, come lo yi , elemento di base della scrittura cinese, unisce e esemplare sia legata alla riduzione estrema, a suo avviso, di tutte le oc-
separa nello stesso tempo. Essa la prima scrittura del nodo oscuro, casioni di differenza qualitativa.
dellombelico del segno, del sintomo e delle formazioni dellinconscio. Lacan evoca qui il carattere cinese yi di cui Franois Cheng ci dice
Ma cambier nome e funzione nel corso dellelaborazione lacaniana. che : Senza dubbio il pi importante tra i tratti di base e che pu es-
Cos, questa barra allinizio resistente alla significazione, diverr poi ta- sere considerato come il tratto iniziale della scrittura cinese. Il suo
glio, divisione, fessura, tratto unario, lettera litorale, nodo, buco, ecc... tracciato, secondo linterpretazione tradizionale, un atto che separa (e
unisce nello stesso tempo) il cielo e la terra. Anche il carattere yi
vuol dire sia uno che unit originale. Combinando i tratti di base e
5 Prendo in prestito il termine sigtique (die Sigetik) da M. Heidegger in Beitrge zur Philo- appoggiandosi, in molti casi, sulle idee che li sottendono si ottengono
sophie, Gesamtausgabe, Band 65, Vittorio Klostermann, 2003, p. 78. Questo neologismo la con- altri ideogrammi.9
densazione della parola greca Sig, il silenzio, e di Logik, la logica. La Sigetik lessenza della lo-
gica e soltanto in essa inclusa lessenza del linguaggio. Das Gelut der Stille, la risonanza e
lappello del silenzio, lessenza del linguaggio coperto dalla voce articolata dal logos. Propongo
7 J. Lacan, Le Sminaire. Livre IX. Lidentification,1961-62, inedito.
questaltro neologismo, loptique, composto dalla contrazione del greco op, lapertura, il buco, e
8 P. Rycksman, Traduzione e commento del trattato di Shitao, Les propos sur la peinture du
di logica per designare lultimo insegnamento di Lacan come una logica del reale e del buco che
mira contemporaneamente allal di l e al punto-nodo di emergenza della logica del significante e moine Citrouille-amre, prima edizione nel 1970, Discorsi sulla pittura del monaco Zucca Amara,
della mancanza. edizione integrale a cura di M. Ghilardi (prefazione di G. Pasqualotto), Jouvence, Milano 2014.
9 F. Cheng, Lcriture potique chinoise, Seuil, Paris 1996, p. 13.
6 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XXII. R.S.I. 1974-75, lezione dell8 aprile 1975, inedito.
72 Ferdinand Scherrer Lacan, la calligrafia cinese e la nascita del nodo borromeo 73

Il carattere yi non ha alcun equivalente nella nostra scrittura alfabe- Esprimo lipotesi che in seguito Lacan tenter di trovare una scrit-
tica. necessario aggiungere che non deve essere considerato in modo tura di questo tratto unario, dinventare in qualche modo lequivalente
statico ma sempre con il movimento della sua generazione, il movi- del carattere cinese yi, una scrittura, o un carattere, che porterebbe an-
mento del pennello come fuoco che illumina la cenere del tratto,10 co- che il marchio della sua origine, il taglio e il buco, come l1 della barra
me ha detto il calligrafo dellXI secolo, Mi Fu. Daltronde, il lettore ci- al di sopra del maestro. Allinizio sar il toro, il buco del toro. que-
nese legge riscrivendo il carattere nellaria o sulla sua mano, o su sta lorigine del tratto unario: un buco.14
tuttaltro supporto, cercando di riprodurre la gestualit del calligrafo.
ci che suggerisce anche Lacan evocando gli 1 che traccia il mae- Lintroduzione del nodo borromeo in ...ou pire
stro: Si tratta molto precisamente di uno in quanto tratto unico; po-
tremo cavillare sul fatto che il maestro scrive luno come questo, 1, con La lezione del 9 febbraio 1972 del seminario ...ou pire15 si apre con
una barra al di sopra che indica in qualche modo da dove emerge. una frase scritta in cinese alla lavagna da Lacan prima di darne la tra-
Daltra parte non sar una pura raffinatezza perch dopo tutto giu- duzione al suo uditorio: Ti chiedo di rifiutarmi ci che ti offro perch
stamente ci che anche noi faremo, cercare di vedere da dove esce.11 non questo.
importante precisare che il carattere yi non riducibile a un ba- Questa stessa lezione termina con lirruzione improvvisa e inattesa
nale e semplice tratto orizzontale. Di fatto, esso non tracciabile da un della prima occorrenza del nodo borromeo! Qual , dunque, il legame
occidentale, come sottolinea Lacan in numerose occasioni. Esso pre- tra queste due scritture ai due estremi della stessa lezione? La mia cu-
senta una struttura molto specifica che non sfuggita alla sua sagacia. riosit su questo punto stata ancor pi stuzzicata dal fatto che i riferi-
Dunque, non mai un banale tratto uniforme e pieno tracciato alla menti al cinese, cos frequenti fino a quel punto, spariscano totalmente
svelta. il frutto di un maneggiamento estremamente complesso del nei seminari successivi. La mia ipotesi che Lacan abbia trovato con il
pennello che fa variare sottilmente linchiostrazione e che funziona co- nodo borromeo una calligrafia alla sua portata.
me un vero sismografo dei movimenti e delle emozioni del corpo e Innanzitutto, perch questo inizio cinese della lezione? Sono possi-
del pensiero dello scrittore. bili pi livelli di risposta:
Il tracciato di yi porta dunque il marchio de lUnico tratto di pen- - Si tratta probabilmente di una replica allassenza di Roman Jakob-
nello, dello S1, del tratto unario, della singolarit del calligrafo, il mar- son la cui presenza era prevista quel giorno al seminario. Immagino La-
chio della sua intenzione o del suo desiderio, dellemergenza della sua can che arriva silenzioso, scrive la frase cinese alla lavagna, e poi si gira
risonanza interiore. Infine, come mostra Jean Franois Billeter nella verso luditorio per annunciare lassenza di R. Jakobson, impegnato a
sua magnifica opera,12 il tratto presenta spesso una struttura che lascia pranzare con i linguisti. I linguisti che da qualche tempo non hanno
trasparire al suo interno, quasi in 3D, la presenza di un osso Losso pi tenuto conto di lui come ne d testimonianza il Seminario XVIII.
della struttura.13 Dice la sua assenza. Forse anche stato ferito. La frase in cinese alla la-
vagna la sua risposta allassenza, risposta elegante, sotto forma di Witz.
10 La grande pittura calligrafica di Mi Fu (o ) citata da Lon Vandermeersch nel - anche un modo di sbalordire o di risvegliare luditorio. Dal-
suo articolo Lcriture folle, facette chinoise de lextase lettre, in Savoir et clinique, n. 8, tronde Lacan riconoscer esplicitamente di utilizzare delle parabole
2007/1, pp. 195-199. per deviare. per cos dire lequivalente del colpo di piede, del sarca-
11 J. Lacan, Le Sminaire, Livre IX. Lidentification, inedito, 29 novembre 1961.
12 J. F. Billeter, Lart chinoise de lcriture, SKIRA, Paris 2005, p. 68. smo del maestro Zen evocato a pi riprese nel passato.
13 Dalle sue origini fino ai suoi ultimi proteismi tecnici la scrittura sempre qualcosa che si

articola come osso, di cui il linguaggio la carne dice Lacan nel Seminario XVIII, Di un discorso
che non sarebbe del sembiante, p. 139. Egli riprende una formulazione dei calligrafi per i quali il 14 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XIII. Lobjet de la psychanalyse, 1965-66, lezione dell8 di-

tratto di pennello comprende losso che d vita o morte, fermezza e rettitudine e la carne cembre 1965, inedito.
quando i pieni e i filetti esprimono la realt delle cose (indicazione fornita da Guy Flecher). 15 J. Lacan, ...ou pire, Seuil, Paris 2011.
74 Ferdinand Scherrer Lacan, la calligrafia cinese e la nascita del nodo borromeo 75

- Un momento obbligato per Lacan nella sua ricerca di una scrittu- Non posso fare a meno di evocare in questo contesto la lezione del
ra del vuoto, del buco, sottolineato nel titolo del Seminario, ...ou pire, 15 dicembre 1965 del Seminario Loggetto della psicoanalisi. Lacan ini-
dai punti di sospensione. zia la lezione scrivendo alla lavagna una calligrafia cinese prima di ri-
Prima di introdurre il nodo far altri giri. Matematica con linter- prendere le figure topologiche introdotte a partire dal 1961. La lezione
vallo tra lo 0 e l1. Lacan cercher nel corso di ...ou pire una risposta al- presenta dunque lo stesso movimento di quella del febbraio 1972 che
la domanda dal lato della logica matematica. Tuttavia, il seguito mostra inizia, anchessa con la scrittura di una frase cinese, ma della quale in
che piuttosto trover la sua soluzione con il nodo borromeo. questo caso egli lautore, per presentare nel finale il disegno del nodo
E c linvenzione di diversi schemi successivi in cui Lacan tenta di borromeo. un modo di significare che la scrittura cinese scrive il vuo-
dare una nuova traduzione o rappresentazione della frase cinese e di de- to tanto nella sua forma quanto nella gestualit della calligrafia. La to-
limitare il non questo, loggetto a, senza riuscirci. solo alla fine pologia in atto fa lo stesso. Lacan inizia dunque con il riprodurre alla
della lezione che sorger leureka della luce nascente della costruzione lavagna la calligrafia cinese accompagnata da un cerchio dinchiostro
la calligrafia del nodo borromeo: Cosa strana, ieri sera mentre mi in- nero del monaco giapponese Jiun Sonja:
terrogavo sul modo in cui vi avrei presentato questo oggi con la mia
geometria della tetrade, mi successo, cenando con una persona affa-
scinante che ascolta il corso di M. Guilbaud che, come un anello al dito,
mi sia stato dato qualcosa che ora voglio mostrarvi, qualcosa che nien-
temeno, sembra, lho appreso ieri sera, che le armi dei Borromei.16
Si limita a presentarlo ma lo lascer in serbo fino allanno seguente.
Forse il nodo borromeo pu essere interpretato come lagire me-
taforico, come la poiesis di Lacan. Possiamo appoggiarci sulla splendi-
da e luminosa frase di Lacan del 1976: Non sono un poeta, sono un
poema. E che si scrive malgrado abbia laria di essere soggetto.17
Frase splendida e luminosa che qualificher forse al meglio la pras-
si poetica del nodo borromeo che , come la calligrafia cinese, unarte
del movimento che implica la presenza del corpo. Lacan disegna e e in riferimento al tracciato del cerchio aggiunge: Questo tracciato d
traccia alla lavagna le sue figure, i suoi cerchi, le sue trecce e maneggia i un colpo di pennello... di cui senza dubbio non sicuro che possiamo
suoi pezzi di corda come il calligrafo maneggia il suo pennello. apprezzare il vigore particolare che tuttavia, per un occhio esercitato,
Ci che interessante qui, non sono le figure come prodotti finiti abbastanza sorprendente... questo colpo di pennello ci che mi sta
pietrificati ma la loro generazione dallatto e nellatto della scrittura. La interessando, su di lui che voglio fissare la vostra attenzione per sup-
poubellication paralizza le figure allo stesso modo in cui sono fissati i portare lavanzamento che far oggi nel cammino che abbiamo aperto.
geroglifici trovati su una pietra nel deserto, come lo sono quelli del sin- Non c dubbio che sia l nella posizione propria che quella che defi-
tomo inscritto sul corpo dellisterica, come lo sono gli uno //// dellos- nisco essere del significante. Che rappresenti il soggetto, e per un altro
so magdaleniano di cui non sappiamo pi chi li ha iscritti e di che cosa significante, essendo questo assicurato dal contenuto della scrittura
sono i segni.18 che, qui, si allinea e si legge come scrittura cinese.
Un cerchio che Lacan chiamer un po pi in l il buco di Jiun
16 J. Lacan, Le Sminaire. Livre IX. ...ou pire, cit., p. 91.
17
Sonja. Per Lacan qui il cerchio un significante del soggetto e un rap-
J. Lacan, Prefazione alledizione inglese del Seminario XI, in Altri scritti, Einaudi, Tori-
no 2013, p. 564. presentante del vuoto. Il vuoto che ha la sua importanza nel pensiero
18 J. Lacan, Lidentification, cit., lezione del 6 dicembre 1961. cinese. Laozi, che ho citato allinizio, evoca il vuoto del mozzo centrale
76 Ferdinand Scherrer Lacan, la calligrafia cinese e la nascita del nodo borromeo 77

della ruota, il vuoto della brocca, della finestra della porta... Il vuoto
anche un elemento della calligrafia, come lo spazio vuoto tra i caratteri
e il bianco del foglio. Spesso il vuoto pi importante del pieno, il
non-tracciato pi del tracciato. ancora pi patente nella pittura che
ha una stretta relazione con la scrittura. C anche una sottile dialettica
tra la pittura, il disegno e la calligrafia. In questa lezione, ad esempio, il nella forma del doppio buco dellotto interno, che pu essere conside-
disegno del cerchio del monaco pu essere considerato come una scrit- rato come la struttura topologica del tratto unario, delluno della diffe-
tura e la sua calligrafia come un disegno e viceversa. Daltronde Lacan renza e come labbozzo del nodo borromeo in latenza. Questo doppio
gioca con queste sottigliezze. Le figure topologiche possono essere buco, di cui Lacan sottolinea lomomorfia con il cerchio cinese, assicu-
considerate come disegni, rappresentazioni, anche opere darte, come ra qui la transizione alla topologia. Labbondanza delle figure topologi-
hanno fatto degli artisti, o come una scrittura. Facciamo ancora riferi- che che si mettono in catena, banda di Mbius, cross-cap, bottiglia di
mento allimportanza del vuoto lasciato dalla beanza dellincavo della Klein, toro, le loro trasformazioni luna nellaltra e le loro combinazio-
mano che tiene il pennello, il pugno vuoto dice Shitao. La posizione ni si presentano in qualche modo come lo sviluppo, il dispiegamento
della mano del calligrafo forma, in effetti, una cavit ovoidale che il dellotto interno che esso stesso una traduzione, una riscrittura del
medium, linforme direbbe forse Lacan, dellenergia, del soffio, del- cerchio. Assistiamo a un vero gioco di traduzione, di translitterazione
lintenzione, yi , del calligrafo. Tutti questi elementi rappresentano che va dal cerchio cinese alle figure topologiche. Lacan tracciandole al-
un buco che non puro vuoto o puro niente astratto. un buco inten- la lavagna si fa a sua volta calligrafo che, come il suo omologo cinese,
sivo da cui scaturiscono le pulsioni, il desiderio e il pensiero, il reale pensa con il corpo.
dellinconscio: La vecchia nozione dinconscio, dellUnerkannte, si Disegno o scrittura? Lacan sembra esitante e non arriva a una con-
basava proprio sulla nostra ignoranza di quel che avviene nel corpo. clusione e alla fine della lezione evoca piuttosto la figura del tappezzie-
Linconscio di Freud consiste nel rapporto tra un corpo che ci estra- re che sceglie i suoi fili per la trama. Anche in questo caso la dimensio-
neo e qualcosa che fa cerchio, o retta infinita, e che linconscio. Le ne scritturale non lontana. Essa l in filigrana, anche intorno a una
due cose sono a ogni modo equivalenti tra loro (Sem. XXIII, p. 145). frase: Che scrivo, anche quando parlo, non c dubbio.
Nella lezione del 1965, Lacan considera il tracciato del cerchio co- Con il nodo borromeo Lacan trover la sua scrittura, la calligrafia
me un carattere, come un significante. Per ritrovarne il senso o la strut- alla sua portata e in linea con quello che dice. Con il nodo borromeo
tura occorre ricrearlo tracciandolo a sua volta con la propria mano sin- Lacan ritrova questo ideale di semplicit che rivendica nel suo insegna-
golare. ci che fa Lacan ripetendo il tracciato nella sua calligrafia mento e che aveva riconosciuto al tratto unario. Dunque, non bisogna
dellotto interno per produrne la topologia. Dunque, ci che Lacan considerare il nodo borromeo in modo statico, come una scrittura fer-
prende dalla calligrafia cinese, questa singolarit della mano [che] ma, paralizzata, ma sulla scia della calligrafia cinese, sempre come una
schiaccia luniversale (Sem. XVIII, p. 110), la gestualit che implica la attivit, come un atto. Lagire metaforico come la parola, come la cal-
presenza del corpo di cui il pennello allestremit della mano il si- ligrafia, un atto nel senso pieno del termine. Quando parlo, scrivo.
smografo. Egli certamente limitato dalluso del gesso e gli capita di
lamentarsi di non poter utilizzare le risorse del pennello del calligrafo. La corda della metafora
Compensa la mancanza di leggerezza del bastone di gesso con limpie-
go dei colori, tramite concatenamenti e combinazioni, tramite larte I due, il Nome-del-Padre e il sintomo, hanno in comune il fatto di
della tessitura e delle trecce, con il maneggiamento di pezzi di corda... essere metafore. Almeno cos che Lacan li designava allinizio. im-
Dunque, riscrive il cerchio del monaco nella sua calligrafia e portante, dunque, per quanto mi riguarda, sottolineare uno sposta-
scrive: mento daccento. Il Nome-del-Padre non pi semplicemente riduci-
78 Ferdinand Scherrer Lacan, la calligrafia cinese e la nascita del nodo borromeo 79

bile a ci che si chiamava la metafora paterna, non pi di quanto il sin- per cos dire la corda della metafora, o meglio del processo e del-
tomo sia riducibile a una pura metafora. A mio avviso, questo sposta- la scrittura nel suo farsi. Questa corda in tensione ritorna su se stessa,
mento si traduce nellequivalenza fatta in RSI del Nome-del-Padre e come ognuno pu farne esperienza gettando con forza in avanti una
del sintomo, e ne Il Sinthomo nellequivalenza del complesso di Edipo corda trattenuta a una delle sue estremit, come se cercasse di chiuder-
e del sintomo. si su di s senza riuscirci. Essa ritorna su se stessa ma senza che le due
A che cosa porta lo spostamento daccento? Porta a passare dalla estremit si congiungano, come i due pezzi dellanello di retroazione
metafora in quanto tale a ci che ne costituisce la molla nascosta, la del grafo. La corda nel suo movimento e nel suo ritorno su se stessa al-
bocca e il focolaio ardente della barra del taglio. laccia i tre cerchi senza fare cerchio. Il nodo dei tre fallito. Dunque,
Dunque, riprendiamo limmagine dellemergenza della corda dal essa ripiomba sul fondo senza fondo del buco centrale per ripetere
buco centrale in cui viene a collocarsi losbjet, oss-oggetto (Sem. loperazione, indefinitamente. La corda diventa retta infinita. Questo
XXIII, p. 141) il punto di emergenza che segnato nella figura con il movimento ripetuto della corda genera in una sola volta lincatenamen-
punto nero che anche la traccia della punta del pennello, o del ges- to dei nodi borromei gli uni agli altri e il reale (il buco) del nodo.
so, al momento dellattacco della scrittura.
Faccio riferimento qui a il nodo con il punto in Il Sinthomo, p. 78: Lacan calligrafo del nodo borromeo
Vi propongo un piccolo artificio, un piccolo scenario. Immaginia-
mo Lacan che traccia i nodi alla lavagna. Ma proiettiamoci non nella
sala tra gli altri uditori, che vedono Lacan alla lavagna di spalle, ma da-
vanti a lui e dietro alla lavagna che non sar pi una banale lavagna ne-
ra e opaca ma una lavagna trasparente di modo da vedere Lacan di
fronte mentre disegna i cerchi del nodo borromeo, come quello a pagi-
na 77 del seminario Il Sinthomo per esempio. Chi traccia, chi scrive il
nodo? Lacan? Il soggetto rappresentato dal nome proprio Lacan? No-
me proprio, del quale ci dice che viene a suturare, mascherare, il
buco del soggetto.19 E il nodo da dove tracciato, se non dai buchi o
dal buco del corpo dal quale il braccio del disegnatore-scrittore si
Accompagnato dal seguente commento: Opero con i nodi in man- proietta verso la lavagna? Parlo con il mio corpo, e questo senza sa-
canza di altre risorse. perlo, ci dice Lacan (Sem. XX).
Non ci sono arrivato subito, ma i nodi mi danno delle cose, e delle Il punto nero lasciato sulla superficie dallattacco del pennello, o
cose che mi accalappiano, proprio il caso di dirlo. qui dal gesso, il Vorstellungsreprsentanz sia del buco del soggetto,
Come chiamare tutto questo? C una dinamica dei nodi. Non ser- del buco intensivo del corpo, e della sorgente centrale di emergenza
ve a niente, ma serra. Insomma pu serrare, se non servire. Ma che co- del nodo borromeo. Questo punto, del quale sappiamo che anchesso
sa pu serrare? Qualcosa che si suppone incastrato da questi nodi. impossibile da tracciare senza tradirlo, rappresenta dunque sia Lacan
Se si pensa che questi nodi siano quanto c di pi reale come pu che disegna sia il luogo-sorgente da cui si genera il disegno del nodo.
rimanere posto per qualcosa da serrare? Lo si suppone per il fatto che da questo punto che il Lacan-poema si scrive e scrive il poema del no-
io metto qui un punto. In questo punto, dopotutto, non impensabile
scorgere la notazione ridotta di una corda che passerebbe di qui e usci- 19 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XII. Problmes cruciaux pour la psychanalyse, 1964-1965, ine-
rebbe dallaltra parte (Sem. XXIII, pp. 77-78). dito, lezione del 7 aprile 1965.
80 Ferdinand Scherrer Lacan, la calligrafia cinese e la nascita del nodo borromeo 81

do borromeo, malgrado abbia laria di essere soggetto. In questo Negli ultimi seminari Lacan evoca la poesia. Gli succede, come a
senso il nodo borromeo la proiezione nello spazio, sulla superficie Freud, di lamentarsi di non essere poeta. Nella lezione del 19 aprile
della lavagna, del dire di Lacan. la scrittura, la calligrafia della rica- 1977 del Seminario XXIV, in seguito a un elogio sui lavori di Franois
duta del turbine del linguaggio del ruscellamento della sua parola. Cheng sulla poesia cinese e di quelli di Roman Jakobson sulle questio-
Lacan diceva che il nodo borromeo era dato come un anello al di- ni di poetica, si rivolge cos agli psicoanalisti: La metafora e la metoni-
to.20 Certamente, ma al dito della sua mano singolare. il suo stile, la mia hanno valore per linterpretazione in quanto esse sono capaci di fa-
sua scrittura, il suo Sinthomo che rimanda a quello di James Joyce. Con re funzione di altra cosa, e questa altra cosa di cui fanno funzione ci
il nodo borromeo Lacan scrive come il calligrafo cinese che ha con- tramite cui si uniscono strettamente il suono e il senso. La verit si giu-
quistato la sua libert la sua esperienza, il suo rapporto con Freud, stifica per il fatto di essere poetica, perch uninterpretazione giusta
con la Cosa e la prassi della psicoanalisi. E lo fa svelando le risorse e la estingue un sintomo. Non dal lato della logica articolata, bench a
struttura, facendosene il tramite. Ma nulla garantisce che questo anello volte ci scivoli, che si tratta di sentire la portata del nostro dire.
abbia il dito di chiunque. Non si pu pi, mi sembra, concepire i nodi Lesperienza analitica unesperienza poetica. Termino, allora, con
come una teoria finita o una dottrina applicabile meccanicamente alla questo dire di Lacan: Solo la poesia permette linterpretazione ed
clinica, per esempio, o ancora al sociale come alcuni tentano di fare, per questo che non riesco pi a far s che la mia tecnica tenga. Non so-
ma come una poetica. Lacan in RSI insiste nel dire che si tratta di una no abbastanza pote, non sono pote abbastanza.22
costruzione.
Se Lacan si presta cos facilmente al farfugliare e al mimetismo, for- Traduzione di Beatrice Bosi
se, paradossalmente in ragione della sua libert creatrice che pu ge-
nerare angoscia. Allora si trasmette un testo, lo si recita, ci si aggrappa
alle formule, ai suoi matemi, alle figure e ai nodi come un bambino im-
paurito si aggrappa alla gonna della madre, o come lapprendista calli-
grafo cinese ai testi dei suoi maestri. Si indietreggia di fronte al rischio
di perdere i propri riferimenti e di essere confrontati con lo smarri-
mento. Ci si sottrae allinvito alla libert vertiginosa della creazione. Un
invito continuo nel gesto di Lacan che lancia i pezzi di corda al suo
uditorio. Sta a ognuno farsi a sua volta il calligrafo e il tramite della sua
esperienza singolare. A rischio di essere confrontato con la traccia
della metafora e i suoi fallimenti, come lo fu instancabilmente Lacan:
La metafora del nodo borromeo allo stato pi semplice impropria.
un abuso di metafora, perch in realt non c niente che supporti
lImmaginario, il Simbolico e il Reale.21
una metafora mancata, come lo sono tutte di struttura.

20 Questa espressione si ritrova nella lezione dell8 aprile 1975 di RSI: Sono questo buco

che si traccia, se posso dire, e che incontro. Non sono io che lho inventato, incontro il nodo bor-
romeo che, come si dice, mi viene come lanello al dito... eccoci ancora nel buco!. Lacan dice qui
esplicitamente che lincontro con il nodo borromeo avviene sulla traccia di una logica del buco.
21 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XXVI. La topologie et le temps, 1978-79, lezione del 9 gen- 22 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XXIV. Linsu que sait de lune-bvue saile mourre, 1976-77,

naio 1979, inedito. lezione del 17 maggio 1977, inedito.


Tra-dire Lacan in Cina 83

ecc. Inoltre, Huo Datong e i suoi colleghi si occupano di clinica e della


formazione, e, dal 2000, curano la rivista semestrale Cahier de la Psy-
chanalyse. Si pu trovare un resoconto agile dellesperienza di Huo Da-
tong nella raccolta di interviste curate da Dorian Malovic La Chine sur
le divan.5 Il testo condensa sia il percorso analitico dello stesso Huo
Silvia Pozzi Datong, sia notazioni sul suo approccio al lacanismo: tipicit e proble-
matiche del tessuto sociale cinese, il quadro di riferimento sincretistico
Tra-dire Lacan in Cina dellautore (Freud, Lacan, Jung, Adler, Klein, Winnicott, ecc.), le sue
riflessioni sullinconscio cinese, principalmente in relazione al desiderio
dei genitori inscritto nel nome, al vincolo rappresentato dal clan, al ruo-
lo della madre e dei nonni, al trauma collettivo della Rivoluzione cultu-
rale e della politica del figlio unico e ai miti fondanti della cultura cine-
Esiste molto poco su e, soprattutto, di Lacan nella Repubblica po- se. Emerge nella maggior parte delle tematiche affrontate da Huo Da-
polare cinese. In particolare, di edito, circolava agli inizi del nuovo mil- tong la centralit della scrittura ideografica cinese.6
lennio la traduzione degli Scritti, oggi praticamente introvabile nelle li- Segnaliamo, altres, che, a partire dalla seconda met degli anni due-
brerie. Se riferimenti al pensiero di Lacan, principalmente tramite fon- mila, si registra la nascita di un interesse maggiore nei confronti dellope-
ti secondarie, permeano gi la critica cinematografica degli anni ottan- ra di Lacan, testimoniata dalla pubblicazione crescente di studi e analisi
ta1 e si insinuano nella scrittura femminile degli anni novanta,2 solo nel dedicati allo psicoanalista francese. Ricordiamo, tra gli altri, il lavoro di
2001 viene pubblicata la traduzione in cinese degli Scritti realizzata dal Wu Jing7 e le traduzioni degli scritti di Gerda Pagel e Slavoj Zizek.
francesista Chu Xiaoquan (1954-), di cui il lettore trova lindi- In questo breve contributo attuiamo uno studio preliminare delle
ce in appendice.3 parole della psicoanalisi in Cina, concentrandoci su alcune delle scelte
Quanto allesperienza clinica autoctona si segnala solitaria lattivit di Chu Xiaoquan nella sua traduzione di Lacan e mettendole a confron-
del Centro di psicoanalisi di Chengdu (Chengdu jingshenfenxi zhongxin to con altre possibili. Per operare questo confronto molto siamo debito-
)4 diretto dallo psicoanalista di formazione francese ri al lavoro di Rainier Lanselle,8 che ha operato una ricerca articolata
Huo Datong (1954) e ospitato allinterno del dipartimento di sulla costruzione delle parole della psicoanalisi lacaniana in Cina. Lan-
studi filosofici dellUniversit del Sichuan. Il centro attivo dal 1994 selle ha anche compilato un glossario francese-cinese sui termini chiave
nellorganizzazione di convegni e seminari, con numerosi ospiti stranie- della psicoanalisi, partendo dalle traduzioni esistenti delle parole, non
ri, prevalentemente francesi, come Michel Guibal, Pascale Hassoun, solo in Chu Xiaoquan, ma anche nel ricchissimo materiale della rete.9
Nathalie Charraud, Pierre Babin, Micheline Glicenstein, Ubaldo Leli, La questione nodale quella della traduzione di idee nuove e
della conseguente necessit di neologismi. Osserveremo fino che pun-
1 Cfr., ad esempio, R. Garcia, The Doxology of Yuen Woo-ping, in Lau Shing-hon (a cu-

ra di), A Study of the Hong Kong Martial Arts Film, HKIFF/Urban Council, Hong Kong 1980. 5 Huo Datong, La Chine sur le divan. Entretiens avec Dorian Malovic, Plon, Paris 2008.
2 Cfr. S. Pozzi, Gerenhua xiezuo: una scrittura individualistica? Chen Ran, Hai Nan, Hong 6 Sulla rilevanza della scrittura nellimmaginario culturale cinese, cfr. A. Lavagnino, S. Pozzi,
Ying, Lin Bai, Xu Kun e Xu Xiaobin e la letteratura femminile cinese degli anni 90, tesi di dotto- Cultura cinese. Segno, scrittura, civilt, Carocci, Roma 2013.
rato, Universit di Ca Foscari, Venezia 2004. 7 Wu Jing , Yake Lakang: yuedu ni de zhengzhuang : (Jacques
3 Lacan (Lakang ), Lakang xuanji (Raccolta di scritti di Lacan), trad. di Chu Lacan: leggi i tuoi sintomi), Renmin daxue chubanshe, Beijing 2011.
Xiaoquan Shanghai Sanlian shudian, Shanghai 2001, pp. 1-2. 8 R. Lanselle, Le mots chinois de la psychanalyse, Essaim, 2004/2, n. 13, pp. 64-105.
4 Lindirizzo della pagina web del centro <http://www.cpsac.org.cn/index.html>. Ultima 9 Il glossario si trova alla pagina <http://www.lacanchine.com/Lexique.html>. Ultima con-

consultazione 11 novembre 2014. sultazione 11 novembre 2014.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 82-90


84 Silvia Pozzi Tra-dire Lacan in Cina 85

to una lingua darrivo possa essere forzata per accogliere un concetto - Calco traduzione: si tratta di parole composte che si formano nel-
straniero ed estraneo, quanto il processo di traduzione si trovi forzata- la lingua darrivo con modalit simili alla lingua di partenza, ad esem-
mente a essere stratificato e come lauspicio della soluzione migliore, pio fanyiqing (controtransfert) composto da fan, prefisso che
della traduzione fedele, sia un miraggio cui ci si pu avvicinare alle vol- corrisponde a anti-, contro- e da yiqing, che di per s corrisponde
te per via di intuizioni geniali dei traduttori, altre volte solo dopo un a mutare sentimenti, cambiare idea, ma i due caratteri significano
lento lavorio della parola nuova nella realt di accoglienza. separatamente spostare, muovere, trasferire (yi) e sentimento (qing).
La questione quella delle maglie larghe della rete della lingua - Ibridi: si tratta di parole formate da un carattere che traduce in ci-
darrivo. Nel caso del cinese, necessario presentare in rapida carrel- nese alcune informazioni relative allarea semantica del termine di par-
lata le modalit tipiche di formazione dei neologismi per meglio os- tenza e di un carattere (o pi caratteri) che svolgono il ruolo di richia-
servare alcune soluzioni di resa comparse nella traduzione di Chu mare almeno parzialmente la pronuncia originaria del termine stesso.
Xiaoquan, nel lavoro della scuola di Chengdu e pi genericamente in il caso di altre due varianti per isteria ovvero yizheng e yibing
internet. . Sia zheng sia bing convogliano il significato di malattia, invece
Di seguito proponiamo le differenti possibilit di introduzione di yi un carattere piuttosto raro che secondo il dizionario Ricci corri-
nuovi termini, esemplificandole con parole del lessico psicoanalitico: sponde a malattia immaginaria.
- Prestito fonetico: si utilizzano caratteri che per lo pi non hanno - Unulteriore possibilit, di rado impiegata nel cinese moderno,
un vincolo semantico con la parola da tradurre, ma che la ricordano dal linvenzione di nuovi caratteri. Non abbiamo incontrato al presente
punto di vista fonetico, della pronuncia. Nella maggior parte dei casi la stadio della ricerca parole formate in questo modo nella sfera semanti-
lingua di partenza linglese. il caso, ad esempio, di xiuke ca della psicoanalisi.
(choc), dove xiu annovera tra i primi significati quello di fermarsi e - Infine, possibile anche che avvenga un riutilizzo di parole gi
riposarsi10 e ke corrisponde sia a potere sia a conquistare e so- esistenti nella lingua di arrivo in una nuova accezione, come in parte
praffare, ma anche ununit di misura. Un altro esempio una delle nel caso di controtransfert gi analizzato precedentemente (fanyiqing)
possibili rese per isteria, un prestito forse costruito partendo dalla vo- e come nel caso di una delle variabili per transfert: zhuanyi .
ce francese hystrie ovvero: xiesidili , in cui xie ha tra i suoi Gi da questa breve panoramica si evidenzia come esista spesso
significati principali quello di riposarsi, si un vocabolo colto per una certa variet di rese in cinese per un medesimo termine. Il fenome-
questo, qui o perci, di corrisponde a fondo, base, ecc., e, no senzaltro significativo, basti pensare che lo stesso nome di Jac-
infine, li vuol dire dentro, ma anche vicinato e luogo dorigine. ques Lacan presente almeno con due prestiti fonetici diversi ovvero
Rileviamo che i caratteri prescelti per rendere parole straniere sono Yake Lakang e Jiake Lagang , la prima variante
spesso ricorrenti, registriamo infatti unalta incidenza delluso di si e pi diffusa nella Repubblica popolare di Cina e la seconda a Taiwan,
di , a fronte dellesistenza di numerosi caratteri loro omofoni e quin- ecco perch questultima compare in caratteri non semplificati.
di potenzialmente altrettanto selezionabili. Ci contribuisce a segnalare Viceversa, per la resa della parola psicoanalisi, si diffuso il ter-
in maniera diretta al parlante nativo la natura aliena del termine. mine jingshen fenxi xue : jingshen significa mente, spiri-
- Calco semantico: si ha quando una parola esistente nella lingua to, coscienza, fenxi traduce analisi e xue (lett. studio) concorre
darrivo assume il significato di una parola simile della lingua di par- spesso come suffisso a rendere il nostro -logia. interessante questa
tenza. Ad esempio, il termine fenxijia (analista) viene impiega- parola per via del fatto che in cinese esiste il prestito fonetico per psy-
to anche nellaccezione precisa della sfera semantica della psicoanalisi. che, ovvero pusaike , presente nella rete con ben 2.690.000 ri-
sultati,11 ma per lo pi in riferimento ad Amore e Psiche. La scelta assu-
10 Si noti come il carattere sia un ideogramma che abbina la rappresentazione schematica di

una figura umana a quella di un albero per convogliare lidea del riposo. 11 Dato verificato per lultima volta nel dicembre 2013.
86 Silvia Pozzi Tra-dire Lacan in Cina 87

me ancora maggior rilevanza a fronte del fatto che il prefisso psico- in termine ricorre gi in epoca preimperiale con il significato di membro
altri termini stato resto prevalentemente con xinli , psicologia, virile sia in testi di medicina sia in brani di letteratura erotica.
mentalit, un termine che nasce dalla fusione del carattere mente- Torniamo rapidamente ora alle due possibili rese per transfert.
cuore (xin ) con il termine li , ovvero ragione, logica, ma an- Notiamo che per quanto concerne il calco traduzione yiqing , il ca-
che struttura, consistenza in relazione alla seta, al legno, ecc. Anti- rattere yi ha tra i suoi primi significati spostamento, ma anche
camente li faceva riferimento alle striature della giada. Quindi, letteral- cambiamento, quindi yiqing letteralmente pu essere letto come spo-
mente xinli significherebbe struttura di mente-cuore. Alcuni esempi stamento delle emozioni (qing ). Ma tra i significati di yiqing, lo
sono xinlixue (psicologia), xinli zhiliao (psicoterapia, Hanyu da cidian rileva allinterno della tradizione narrativa in vernacola-
lett. psicologia + cura/terapia) e xinlibinglixue (psico- re anche il significato di distrarsi dalle preoccupazioni, nel Ricci si re-
patologia, lett. psicologia + patologia). Per il termine psicoterapia, gistra oltre al significato di transfert, quello di avere dellamore/pro-
per, esiste anche la variante jingshen zhiliao (psicoterapia). vare dellaffetto per qualcuno. Quanto al riutilizzo del termine zhuanyi
Passiamo a un altro termine chiave della psicoanalisi che presenta , notiamo che le principali corrispondenze registrate dal Ricci sono:
pi variabili in cinese, fallo. Esistono numerose varianti: la pi pro-
duttiva il prestito fonetico feileisi ; ma presente anche il pre- 1) trasferire, spostare, rimpiazzare
stito falshi ; meno diffusi, ma comunque ricorrenti, sono i ter- 2) transfert (psichiatria)
mini nangen , shizu e yangju . I due prestiti fonetici non 3) transizione (fonetica)
compaiono n nel Ricci n nel Grande dizionario della lingua cinese 4) allacciamento (allacciamento)
(Hanyu da cidian ) in dodici volumi o in altri dizionari pi 5) migrazione (fisica)
recenti, ad esempio lo Hanyu da cidian del 2005, pubblica-
to dalla Commercial Press. Tuttavia nella rete ci sono ben 4.140.000 ri- Questi pochi esempi gettano luce su una sorta di confusione, o me-
sultati per feileisi, ma solo 6 per falshi, e in uno dei sei casi si specifica: glio mancanza di standardizzazione, del lessico della psicoanalisi. Ci
Fallo (yangju ) in francese, significante padrone in Lacan.12 dovuto sia alla relativa scarsa diffusione delle teorie psicoanalitiche in
Quanto a nangen (lett. uomo/maschio + radice) lo Hanyu da cidian Cina, sia alla loro recente e non massiccia traduzione, ma anche e con-
ci rivela che il termine ricorre con il significato di pene in epoca Tang testualmente alla difficolt di tradurre senza tradire concetti avulsi dal-
e in epoca Song, e ancora in alcuni testi letterari degli inizi del secolo la tradizione culturale e dalla storia del pensiero cinese.
scorso, ad esempio in Lu Xun. E proprio questo il termine prescelto Riteniamo a questo punto utile proporre in maniera speculare alcuni
da Chu Xiaoquan nella sua traduzione di Lacan, scatenando una que- esempi di termini relativi alla storia del pensiero cinese tradotti in italiano
relle traduttologica animata da un giovane studioso, Ma Yuanlong, che in maniera diversa a seconda dei traduttori. opportuno sottolineare co-
avrebbe optato per il prestito fonetico a scapito di nangen, partendo dal me sovente luniformit della traduzione complicata, se non resa im-
presupposto che sia necessario segnare una linea di demarcazione preci- possibile, dalle sfumature diverse di significato che i concetti assumono
sa tra il concetto di fallo e il termine pene.13 Infine, la parola shizu in contesti storici e in autori diversi. Ad esempio, il termine xing (na-
sembra particolarmente rara, nello Hanyu da cidian individua il nome tura), ricorrente con riferimento a Mencio in altri contributi del presente
tecnico di una pietra, mentre a proposito di yangju il Ricci ci dice che il volume, tradotto da Scarpari natura originaria o natura umana,14
mentre Sabattini lo rende come natura spontanea o natura innata.15
12 Cfr. <http://bbs.tianya.cn/post-284-157412-1.shtml>. Ultima consultazione ottobre 2014.
13 Ma Yuanlong , Lakang xuanji de pinglun (A proposito degli 14 M. Scarpari, La concezione della natura umana in Confucio e Mencio, Cafoscarina, Venezia

Scritti di Lacan), novembre 2012, <http://www.douban.com/group/topic/34305763/>. Ultima 1991, p. 35 e p. 143.


consultazione novembre 2014. 15 Lu Jia, Nuovi argomenti, a cura di E. Sabattini, Cafoscarina, Venezia 2012, p. 77.
88 Silvia Pozzi Tra-dire Lacan in Cina 89

Riportiamo di seguito le scelte di traduzione di alcuni eminenti stu- particolare con Lacan, pu essere stimolante attraversare questi ponti
diosi di un altro concetto chiave, in particolare in Confucio, ma non che i cinesi stanno costruendo, soprattutto per le suggestioni e le visio-
solo, quello di ren (segnaliamo come questo ideogramma sia com- ni proposte dalla loro lingua grafica. Non che, nonostante tutto ci
posto dal radicale di uomo, ren , e dal numero due, er , a significa- che andato perso o smembrato nelle varie rese, rimane qualcosa da
re comunque un sentimento che coinvolge, lega due persone): guadagnare, da scoprire, da riscoprire? Ecco il senso di questo breve
percorso tra caratteri e parole che ci piace chiudere citando Walter
- benevolenza16 Benjamin: La traduzione non si trova, come lopera poetica, per cos
- sens de lhumain, humanit17 dire allinterno della foresta del linguaggio, ma al di fuori di essa, di-
- ren18 rimpetto ad essa, e, senza porvi piede, vi fa entrare loriginale, e ci in
- amore per il prossimo19 quel solo punto dove leco nella propria lingua pu rispondere allope-
- amore per gli altri20 ra della lingua straniera.25

Concludiamo questo viaggio terminologico, con alcune delle tradu- Appendice


zioni in italiano del termine junzi , il principe, il signore destinato
secondo Confucio alla guida del popolo non per diritto di discendenza - Guanyu bei qie de xinde yantaohui
o per supremazia della forza, ma per virt: (Le sminaire sur la Lettre vole; Il seminario su La lettera rubata)
- Guanyu wo de jingli (De nos antcdents; Dei no-
- luomo nobile di animo21 stri antecedenti)
- il signore22 - Chaoyue xianshi yuanze (Au-del du Principe
- persona esemplare per virt e nobilt danimo23 de ralit; Al di l del principio di realt)
- la persona raffinata, la persona esemplare24 - Zucheng wo de gongneng xingcheng de jingzi jieduan
(Le stade du miroir comme formateur de la
Forse nella ricerca della parola pi giusta, pi vicina alloriginale, fonction du Je; Lo stadio dello specchio come formatore della funzione
possiamo leggere il tentativo dellaltro di vederci, la visione dellaltro di dellio)
noi, cos come, viceversa, si palesa il nostro tentativo di vedere, di leg- - Jingshenfenxi zhong de qinlingxing (Lagres-
gere laltro. Forse nelle parole cinesi della psicoanalisi c qualcosa che sivit en psychanalyse; Laggressivit in psicoanalisi)
viene rimpatriato, scrostato affinch noi possiamo rivederlo o vederlo. - Jingshenfenxixue zai fanzuixue zhong de gongneng de lilun daolun
Si riconferma il ruolo del traduttore come pontefice (come nella tradi- (Introduction thorique
zione della scuola brasiliana di teorici della traduzione) e per noi, in aux fonctions de la psychanalyse en criminologie; Introduzione teorica
alle funzioni della psicoanalisi in criminologia)
16 Laozi, Genesi del Daodejing, a cura di A. Andreini, Einaudi, Torino 2004, p. 3, e Confu- - Tan xinli yinguo (Propos sur la causalit psychique;
cio, Dialoghi, a cura di T. Lippiello, Einaudi, Torino 2003, p. 3. Discorso sulla causalit psichica)
17 A. Cheng, Histoire de la pense chinoise, Seuil, Paris 1997, vol. I.
18 Confucio, I dialoghi, a cura di E. Masi, Rizzoli, Milano 1975, p. 59.
- Luoji shijian ji yuqi quedingxing de kending
19 Lu Jia, Nuovi argomenti, op. cit., p. 89. (Le temps logique et lassertion de certitude anticipe; Il tem-
20 M. Scarpari, Mencio e larte di governo, Marsilio, Venezia 2013, p. 69. po logico e lasserzione di certezza anticipata)
21 Confucio, I dialoghi, op. cit., p. 5.
22 Ivi, p. 48.
23 Lu Jia, Nuovi argomenti, op. cit., p. 89.
24 M. Scarpari, La concezione della natura umana in Confucio e Mencio, op. cit., p. 44, p. 51. 25 W. Benjamin, Angelus Novus, Einaudi, Torino 1962, p. 47.
90 Silvia Pozzi

- Jiu zhuanyi zuo de fayan (Intervention sur le


transfert; Intervento sul transfert)
- Zhongyu tandao le zhuti (Du sujet enfin en que-
stion; Del soggetto finalmente in questione)
- Jingshenfenxixue zhong de yanyu he yuyan de zuoyong he lingyu
(Fonction et champ de la pa- Domenico Cosenza
role et du langage en psychanalyse; Funzione e campo della parola e del
linguaggio in psicoanalisi) Il dialettico, il morto e il maestro zen:
- Dianxing liaofa de bianti (Variantes de la cure-ty- figure dellanalista in Lacan
pe; Varianti della cura-tipo)
- Fuluoyide shiwu huo zai jingshenfenxixue zhong huigui Fuluoyide
de yiyi (La
chose freudienne; La cosa freudiana. Senso del ritorno a Freud in psi- 1. La Cina nellinsegnamento di Lacan
coanalisi)
- Wuyishi zhong wenzi de dongyin huo zi Fuluoyide yilai de lixing Colgo loccasione di questo incontro, che ci convoca qui allUni-
(Linstance de la lettre versit di Milano attorno al tema di Lacan e la Cina, per riprendere
dans linconscient ou la raison depuis Frud; Listanza della lettera uninterrogazione sullo statuto dellesperienza analitica e sulla funzione
dellinconscio o la ragione dopo Freud) dellanalista nellinsegnamento di Lacan. Lacan stesso che ci spinge
- Lun jingshen cuoluan de yiqie keneng liaofa de yige xianjue wenti in questa direzione, nella misura in cui introduce in pi momenti della
(Dune question prli- sua ricerca sui fondamenti dellesperienza analitica il riferimento al
minaire tout traitement possible de la psychose; Una questione preli- pensiero e allopera di autori dellantica Cina, cos come alla scrittura
minare ad ogni possibile trattamento della psicosi) cinese, al cuore del suo Seminario XVIII. Proprio qui, in quello che
- Zhiliao de fangxiang he ta de liliang yuanze stato a ragione definito il suo seminario cinese, troviamo lafferma-
(La direction de la cure et les principes de son pouvoir; La dire- zione di Lacan che in fondo giustifica il lavoro che da alcuni anni viene
zione della cura e i principi del suo potere) portato avanti da diversi studiosi sul rapporto tra Lacan e la Cina: Mi
- Nangen de yiyi (La signification du phallus; La signi- sono accorto di una cosa: forse sono lacaniano per aver studiato un po
ficazione del fallo: Die Bedeutung des Phallus) di cinese in altri tempi (Sem. XVIII, p. 30).
- Zhuti de qingfu he zai Fuluoyide wuyishi zhong de yuwang de Lacan qui prudente nella sua formulazione: usa il forse, ma ci
bianzhengfa restituisce questa sua ipotesi sono diventato lacaniano per avere stu-
(Subversion du sujet et dialectique du dsir dans linconscient freudien; diato in passato il cinese nella forma di un aprs-coup (mi sono ac-
Sovversione del soggetto e dialettica del desiderio nellinconscio freu- corto), che la temporalit propria dellinconscio e dellelaborazione
diano) analitica. Di fatto, ci apre con questa affermazione questa pista, che
pone il suo rapporto con la Cina come qualcosa che non affatto ridu-
cibile a un mero interesse culturale e intellettuale. Cosa che del resto
permea il modo con cui Lacan introduce nel suo insegnamento il ricor-
so ad altri saperi e pratiche esterni alla psicoanalisi. I prelievi che La-
can opera su saperi e pratiche esterni alla psicoanalisi gli sono essenzia-
li per illuminare pi adeguatamente aspetti cardinali dellesperienza

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 91-98


92 Domenico Cosenza Il dialettico, il morto e il maestro zen: figure dellanalista in Lacan 93

analitica stessa. Ragione per cui diviene essenziale per noi domandarci Questa Ouverture sorprendente se ci si ferma a pensare al ritorno
che cosa Lacan abbia trovato nella scrittura e nei testi sapienziali del- a Freud di Lacan ancorandolo sostanzialmente alla linguistica saussu-
lantica Cina di cos decisivo per la chiarificazione dello statuto della riana. Quando si tratta di pensare alla pratica dello psicoanalista, il ri-
psicoanalisi. E altrettanto essenziale porci la domanda relativa al va- ferimento esterno che Lacan introduce quello del maestro zen, o me-
lore che assumono tali riferimenti lungo larco dellinsegnamento di glio chan, come nella tradizione del buddhismo cinese poi divenuto
Lacan: insegnamento che al suo interno ha incontrato momenti di tor- zen in Giappone. In questa Ouverture, infatti, il ritorno a Freud di La-
sione e di discontinuit concomitanti a una ridefinizione dello statuto can operato attraverso il riferimento alla pratica del maestro buddhi-
stesso dellinconscio. quindi legittimo chiederci se Lacan si riferisce sta. Questa pratica definita una ricerca del senso che non prende la
per esempio al buddhismo chan nello stesso senso, allinizio o nella fa- forma di un sapere trasmesso ex cathedra dal maestro, ma, al contrario,
se avanzata del suo insegnamento. prende la forma di una produzione dellallievo che il maestro sigilla
quando gi gravida nellallievo stesso. evidente a un lettore di La-
2. Il contributo cinese alla definizione dello statuto dellanalista can quanto qui egli pensi allanalisi come a unesperienza dialettica
una definizione contenuta in Intervento sul transfert del 1951 , e
Siamo abituati a pensare giustamente Lacan stesso che ci invi- quanto lanalista assuma la funzione del maestro dialettico (Scritti,
ta esplicitamente a farlo allesordio dellinsegnamento di Lacan nel pp. 208-209). con questa formula che Lacan ne definisce la posizio-
campo della psicoanalisi come a una operazione di ritorno a Freud ne, ponendo Socrate a incarnarla in modo paradigmatico. Assistiamo
che viene compiuta a partire dal riferimento alla linguistica di de Saus- dunque in questo momento desordio dellinsegnamento di Lacan a
sure. Lacan legge Freud attraverso le lenti della linguistica saussuria- una convergenza, attorno alla definizione dello statuto dellanalista, del
na. Su questa base si fonda la tesi classica dellinconscio strutturato maestro dialettico rappresentato da Socrate e del maestro zen. Socrati-
come un linguaggio, punto cardinale dellinsegnamento classico di smo e buddhismo chan si sovrappongono in questa fase dellinsegna-
Lacan in psicoanalisi. Tuttavia, non si posta forse sufficiente atten- mento di Lacan, come riferimenti incarnati di una pratica della psicoa-
zione al fatto che, pi discretamente, tanto il Seminario I di Lacan, Gli nalisi che riscopre i propri fondamenti nella centralit della funzione
scritti tecnici di Freud, quanto il coevo scritto Funzione e campo della della parola e nel campo del linguaggio.
parola e del linguaggio in psicoanalisi, pongono il riferimento alla pra- Anticipiamo che tuttavia non sar sempre cos: il matrimonio tra la
tica del maestro zen in posizione chiave nel determinare lo statuto del- dialettica socratica e la pratica freudiana giunger, a un certo punto
lanalista e del suo atto, cos come Lacan la intende. Il riferimento al dellinsegnamento di Lacan, se non proprio a un divorzio, quantomeno
Seminario I addirittura nellOuverture: Il maestro interrompe il si- a una separazione. E ci in particolare lanno prima del Seminario ci-
lenzio in un modo qualsiasi, con un sarcasmo, un pestar di piedi. Cos nese di Lacan, nel Seminario XVII. Lenvers de la psychanalyse. Qui La-
procede nella ricerca del senso un maestro buddhista, secondo la tec- can operer una vera e propria decostruzione della figura di Socrate,
nica zen. Tocca agli allievi stessi cercare la risposta alle proprie do- distinguendo chiaramente la struttura discorsiva in cui la dialettica so-
mande. Il maestro non insegna ex cathedra una scienza gi fatta; ap- cratica opera, propria del discorso del Mitre, dalla struttura discorsiva
porta la risposta quando gli allievi sono sul punto di trovarla. Questo del discorso dellanalista. Dovremo allora quantomeno distinguere due
insegnamento rifiuto di ogni sistema. Dischiude un pensiero in mo- tempi del riferimento di Lacan alla Cina, alla sapienza cinese e alla pra-
vimento, disponibile tuttavia al sistema perch presenta necessaria- tica del buddhismo: un primo tempo, in cui questo riferimento si muo-
mente un aspetto dogmatico. Il pensiero di Freud pi di altri peren- ve nellalveo di una dialettica del senso imparentata con il socratismo e
nemente aperto alla revisione. un errore ridurlo a parole usate. Ogni partecipa della definizione della psicoanalisi come esperienza dialetti-
nozione vi possiede una vita propria. ci che precisamente si chiama ca, e un secondo tempo, coevo e posteriore alla decostruzione del so-
dialettica (Sem. I, p. 3). cratismo, al di l dellidentificazione dellanalista come maestro dialet-
94 Domenico Cosenza Il dialettico, il morto e il maestro zen: figure dellanalista in Lacan 95

tico, in cui la dimensione della produzione di senso, sia esso anche il spazio vuoto infinito che sfugge al movimento continuo. Se fondamen-
senso inconscio, non al primo posto nelleconomia dellesperienza talmente per lEgo-Psychology la psicoanalisi opera come unortopedia
analitica. Questo secondo tempo potremmo forse esprimerlo nel pas- adattiva dellio allambiente circostante, postulando con Hartmann
saggio dal primato del senso e della parola alla centralit della scrittura lesistenza di un Io come sfera autonoma dai conflitti, per il buddhi-
come fuori senso, come lettera. In questo passaggio, il riferimento alla smo fin dalle sue origini la pi grande illusione delluomo lintuizione
Cina cambia radicalmente statuto, e lascia posto alla centralit dellin- centrale del buddhismo secondo Anne Cheng1 proprio la convin-
teresse di Lacan per la scrittura cinese come irriducibile a una scrittura zione di costituire un io permanente, vero e proprio sembiante di
della parola (come quella alfabetica). unit che ci tiene lontani, decentrati dal nostro essere. Si tratta dunque
piuttosto di liberarsi di tale illusione per poter accedere al nucleo del
3. Dal maestro dialettico al maestro zen nostro essere. Le definizioni dellIo che Lacan formula nei suoi primi
seminari hanno una evidente eco buddhista: tessuto di identificazioni,
Restiamo per ancora un momento sul Lacan classico, e sul suo ri- linea di finzione, malattia mentale delluomo.
ferimento alla pratica del buddhismo zen, andando a leggere come si Per Lacan, lemergenza dellinconscio nellanalisi favorita nella
presenta in Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanali- seduta a tempo non standard, in cui possibile allanalista intervenire
si. essenziale questo richiamo, perch qui Lacan convoca il maestro operando il taglio della seduta in un punto di densit del discorso del-
zen a sostegno di quella che stata la sua vera e propria eresia nel cam- lanalizzante in cui qualcosa dellinconscio del soggetto si manifesta nel
po della psicoanalisi ortodossa e che lui stesso definisce il suo punto suo dire in analogia a come il maestro zen interviene nel suo rapporto
forte: lintroduzione della seduta a tempo variabile e breve. Ecco il con gli allievi: il suo atto spinge alla loro elaborazione, non si sostitui-
passo di Lacan, che si riferisce proprio alla pratica delle sedute brevi: sce a essa ma la rilancia.
Del resto non siamo qui per difendere questo procedimento, ma per
mostrare che esso ha un senso dialettico preciso nella sua applicazione 4. Verso il vuoto: il fare il morto dellanalista e il wu wei taoista
tecnica. E non siamo i soli ad aver notato che esso raggiunge al limite la
tecnica che si designa col nome di zen, applicata come mezzo di rivela- Lesperienza analitica definita da Lacan una lunga ascesi sogget-
zione del soggetto nellascesi tradizionale di certe scuole dellEstremo tiva (Scritti, p. 315), che conduce il soggetto analizzante verso ci che
Oriente. Senza spingerci fino agli estremi cui giunge questa tecnica, lo causa. Per rendere possibile questo processo, per Lacan, occorre se-
poich sarebbero contrari ad alcune delle limitazioni che la nostra guire lindicazione di Freud rispetto alla posizione dellanalista: essa
simpone, unapplicazione discreta del suo principio nellanalisi ci sem- non va esercitata dalla posizione di soggetto, ma di oggetto. In questo
bra molto pi ammissibile di certi modi detti di analisi delle resistenze, senso Lacan ci dice che occorre che lanalista possa occupare per lana-
poich essa non comporta di per s alcun pericolo di alienazione del lizzante il posto di sembiante delloggetto che causa il suo desiderio.
soggetto. Giacch non rompe il discorso se non per partorire la paro- Questa posizione distingue nettamente lorientamento di Freud e La-
la (Scritti, pp. 309-310). can in psicoanalisi dagli approcci postfreudiani contemporanei che en-
Questo passo di Funzione e campo ci permette di cogliere meglio la fatizzano la posizione dellanalista come soggetto nellanalisi che porta
funzione che qui esercita il buddismo zen come tecnica in rapporto al- il suo vissuto controtransferale nella seduta, seguendo la direzione in-
la pratica analitica che Lacan introduce con le sedute a tempo non nestata da Paula Heimann nel 1950. Per Lacan, dire che lanalista oc-
standard. Anzitutto, esplicito il fatto che Lacan individui nella tecni- corre che sia in posizione di oggetto significa anzitutto che chiamato a
ca zen un alleato nella decostruzione del post-freudismo e in particola-
re dellEgo-Psychology, essendo tale tecnica volta a mostrare lo statuto 1 A. Cheng, Storia del pensiero cinese (1997), ed. it. a cura di A. Crisma, Einaudi, Torino
illusorio dellIo e ad aprire alla dimensione costitutiva del soggetto: allo 2000, vol. II, p. 360.
96 Domenico Cosenza Il dialettico, il morto e il maestro zen: figure dellanalista in Lacan 97

una ascesi rispetto alla propria soggettivit quando in seduta, a quello rio-speculare del dualismo che anima il rapporto degli uomini con gli
che Miller ha chiamato un processo di de-soggettivazione dellanalista.2 oggetti delle loro passioni (Sem. X, 8 e 15 maggio 1963).
Lanalista chiamato a svuotarsi di ci che lo contraddistingue come
persona per potere incarnare loggetto che causa il desiderio dellana- 5. Lanalista e il reale. Labbaiare del maestro zen
lizzante. Questo movimento, che Lacan esprime anche nella formula e latto analitico fuori senso
secondo cui lanalista chiamato a fare il morto nellanalisi, perch
linconscio del soggetto possa prendere la parola, apparentato in La- In questo secondo tempo dellinsegnamento di Lacan, centrato
can allorientamento del maestro chan. Lacan lo sottolinea ne La Cosa non sul senso, ma sul reale, anche il riferimento al maestro zen sembra
freudiana, affermando che in questo fare il morto lanalista partecipa mutare di segno. Cos come latto analitico e linterpretazione stessa
della cadaverizzazione della propria posizione come dicono i cinesi non puntano pi al senso ma alla causa del desiderio del soggetto e al-
(Scritti, pp. 421-422). Si vede anche qui molto bene come il riferimento la sua divisione, allo stesso modo Lacan riformula lapporto che la pra-
di Lacan alla Cina tocchi il cuore stesso della pratica analitica, e come il tica del buddhismo chan gli offre nel pensare latto dellanalista. Come
riferimento al buddhismo chan sia centrale nella sua lettura di Freud e ha recentemente sottolineato Natalie Charraud, laccento si sposta per
nella sua critica agli approcci intersoggettivisti e controtransferali in Lacan dal buddhismo chan come ricerca del senso (interna al suo inse-
psicoanalisi. Il riferimento al wu wei taoista, al non-agire come princi- gnamento classico) al suo aspetto di rinuncia al pensiero stesso, e
pio cardine della pratica analitica e condizione della sua efficacia, im- dunque di rinuncia al senso.3 Ci che Lacan qui pi valorizza nella pra-
prescindibile nella sua lettura della funzione dellanalista e del suo atto. tica del maestro zen lintervento fuori senso, che destabilizza le cer-
Questo movimento in Lacan assume unaccentuazione ancora pi tezze dellallievo, che introduce il paradosso insolubile, che mette in
marcata nel momento in cui, nel corso del suo insegnamento, introdu- gioco la dimensione reale della voce. quanto per esempio emerge nel
ce la centralit del reale e la funzione delloggetto a come causa di desi- Seminario XX, lezione dell8 maggio 1973, nel suo riferimento al bud-
derio. A partire da questo momento, infatti, lesperienza analitica non dhismo, e in particolare allo zen. In questi riferimenti sono contenute
ruoter pi attorno alla verit del soggetto, fosse pure incarnata dalla sia una critica, sia una riformulazione di ci che Lacan pi valorizza in
castrazione, ma piuttosto attorno alloggetto parziale come causa di de- questa fase del suo insegnamento del buddhismo zen. La critica al taoi-
siderio, a un godimento strutturalmente in perdita che fa ritorno nella smo e al buddhismo di essere stratagemmi che dimostrano limpossi-
vita del soggetto, producendo langoscia. Nel Seminario X Lacan spo- bilit di far convergere pienamente il godimento e il pensiero dellesse-
sta decisamente lasse della sua ricerca sullo statuto del desiderio in- re, mostrando che soddisfano questo fine, che realizzano questa con-
conscio, orientandolo attorno al tema della causa del desiderio come vergenza, solo al prezzo di una castrazione. Il taoismo lo dimostra per
irriducibile al campo della rappresentazione. Questo lo conduce oltre Lacan nella pratica sessuale in cui la condizione per sentirsi bene
la fenomenologia e limmaginario egoico che la caratterizza, oltre la sfe- trattenere lo sperma. Il buddhismo attraverso la sua rinuncia al pensie-
ra ideopassionale, per interrogare non ci che il desiderio ha davanti a ro stesso. Riferendosi allo zen aggiunge questa nota per noi importan-
s, ma piuttosto ci che alle sue spalle, la sua causa invisibile che lo te: Quel che c di meglio nel buddismo lo zen, e lo zen consiste in
muove intimamente. Qui reintroduce un riferimento allo statuto illuso- questo: nel risponderti con un abbaio, amico mio (Sem. XX, p. 110).
rio del desiderio secondo linsegnamento zen, e al carattere immagina- La messa in rilievo di questa dimensione asemantica dellintervento
zen al cuore del modo in cui Lacan pensa e pratica lintervento del-
lanalista in seduta, tanto pi quanto pi si sviluppa il suo insegnamen-
2 J.-A. Miller, Il disincanto della psicoanalisi, Corso tenuto presso il Dipartimento di Psicoa-

nalisi dellUniversit di Parigi VIII, nellanno accademico 1999-2000, lezione del 30 gennaio 2002
(LP, n. 38). Al riguardo rinvio anche a D. Cosenza, Jacques Lacan e il problema della tecnica in psi-
coanalisi, Astrolabio, Roma 2003, pp. 107-108. 3 N. Charraud, Lacan et le buddhisme chan, in <www.lacanchine.com>, 2013, p. 2.
98 Domenico Cosenza

to. Pur non giungendo allestremismo di maestri del buddhismo chan


come Linji, alla cui pratica Demiville insegnante di cinese di Lacan e
grande sinologo attribuiva una qualit psicoterapica se non psicoana-
litica, Lacan trae sicuramente ispirazione da tali pratiche volte a desta-
bilizzare le false certezze che si annidano nel soggetto. La seduta anali-
tica per come Lacan la praticher e penser nel suo insegnamento avan- Massimo Raveri
zato prender sempre pi la forma di un evento di corpo, in cui al cen-
tro la dimensione della tyche pi che quella dellautomaton, lincontro Il desiderio illuminazione:
(sempre mancato) con il reale pi che la narrazione significante. Il khat lincontro di Lacan con il buddhismo Zen
o eruttare, il colpo di bastone, vanno in questa direzione nella pratica
chan. Lacan tuttavia fa propria questa dimensione senza andare verso
una demolizione della tradizione, ripristinando il testo di Freud nel suo
vomere tagliente contro le sue deviazioni. Lacan desacralizza lortodos- Chiedersi se Jacques Lacan abbia o meno interpretato in modo cri-
sia psicoanalitica per riscoprire lo spirito della scoperta di Freud, de-ri- tico e approfondito il buddhismo Zen un falso problema. Segu con
tualizza la pratica standard della seduta analitica, pur preservandone passione le lezioni sul buddhismo di studiosi di indiscussa autorevolez-
lautomaton come condizione dellincontro con la tyche. Lacan non di- za come Paul Demiville e Franois Cheng. Ma non era un sinologo.
strugge il sembiante della seduta analitica, che necessario, ma cerca il Era un pensatore rigoroso e inquieto, libero, sistematicamente fuori
pi possibile di avvicinarlo alla condizione di un incontro con il reale. dagli schemi e talvolta contraddittorio, che fu affascinato da un mondo
Saperci fare con il sembiante, con lineludibilit della funzione struttu- culturale radicalmente altro come la Cina. Franois Cheng ha spesso
rante del rito, forse qualcosa che giustifica laltro versante dellinteres- ricordato i momenti appassionati in cui discutevano insieme delle ope-
se di Lacan per il pensiero cinese: quello che lo mette in dialogo con il re di poeti e di artisti cinesi e come Lacan leggeva i testi, come li inter-
confucianesimo e con Mencio. Non a caso il riferimento a Mencio rogava, quali temi lo interessavano di pi e, soprattutto, come cercasse
particolarmente rilevante proprio nel Seminario XVIII, che il semina- dei punti di congiunzione con la sua teoria. Intuiva nella spiritualit
rio in cui Lacan costruisce la nozione di sembiante. Il rapporto di La- buddhista e in particolare nella tradizione Zen la possibilit di un
can con la Cina bifronte: per un versante guarda verso larte del sem- percorso di scandaglio nella mente che poteva aprirgli vie nuove di
biante (qui il riferimento verso il confucianesimo e Mencio), per lal- sperimentazione psicoanalitica. Si nutr dello spirito dello Zen, filtran-
tro guarda verso una pratica che punta al reale (qui il riferimento al dolo attraverso la filigrana ermeneutica dellesistenzialismo, del surrea-
buddhismo chan). Tuttavia, lultimo Lacan sembra guardare pi verso lismo e della filosofia del linguaggio. Non a caso apre il primo dei suoi
lo zen in quanto pratica pi prossima al reale. in questa direzione cre- Seminari citando loriginalit della pratica meditativa dei maestri Zen.
do che sia possibile leggere la permanenza dellinteresse di Lacan verso Non era facile allora parlare di Zen, perch su questa tradizione si
la pratica zen. erano addensati diversi discorsi ideologici, legati paradossalmente sia
alla modernit, sia al suo preteso superamento. Infatti, a partire dalla
fine dellOttocento, lo Zen era stato dapprima idealizzato come una
spiritualit laica, antidogmatica e scientifica che poteva essere lo stru-
mento teoretico autoctono, non ripreso dallOccidente capace di
condurre le culture dellAsia Orientale sulla Via dei Lumi, come era
stato lesprit de rationalit nellEuropa dellIlluminismo. Decenni dopo,
in Giappone, nel periodo nazionalista, era stato invece interpretato co-

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 99-120


100 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 101

me unesperienza spirituale al di l dei limiti della razionalit pragmati- lo rielabor. In un certo senso lo trad, ma questo era giusto, nella mi-
ca e utilitaristica (occidentale): questo approccio mitopoietico insi- sura in cui cercava di inculturarne il messaggio.
steva sulloriginalit, sullunicit dello Zen, una Via mistica che espri- Lacan era sensibile a un certo indirizzo della pratica psicoanalitica
meva in modo originale il vero spirito orientale. Un maestro come del periodo. In quegli anni infatti, soprattutto dopo Jung, alcuni mae-
Suzuki Daisetz Teitar il cui insegnamento fu decisivo nel portare lo stri della psicoanalisi europea e americana avevano mostrato sempre
Zen in Occidente in un famoso dibattito nel 1953 sulla rivista Philo- pi interesse verso il buddhismo.2 Alcuni di loro come Mark Epstein,
sophy East and West, sosteneva che si perdeva di vista il punto cruciale Nina Coltart, Akihisa Kondo si convertiranno e opereranno in cam-
quando si cercava di ricostruire le vicende storiche dello Zen. Per lui, po psicanalitico adottando dichiaratamente le forme della meditazione
lo Zen rappresentava una verit eterna, che trascendeva la dimensione Theravda. Richard De Martino ebbe un ruolo fondamentale: i suoi
temporale della storia; era una verit assoluta, non esperibile attraverso sforzi contribuirono a far incontrare maestri Zen e teologi, filosofi e
unanalisi razionale ma solo attraverso unesperienza immediata, intui- psicoanalisti. Basti ricordare limportanza che ebbe la conferenza di
tiva e irrazionale, come lilluminazione. Cuernavaca del 1957 sul buddhismo Zen e la psicoanalisi.3 Come giu-
In Occidente, nellAmerica degli anni sessanta del Novecento stamente sottolinea Anthony Molino, i suoi scritti riflettevano una
lAmerica della Beat generation, di Kerouac e dei vagabondi del Dhar- comprensione peculiare, talvolta idiosincratica, dello Zen, ma furono
ma, dei guru come Alan Watts lo Zen incarnava il sogno accattivan- decisivi nel rendere chiare e rigorose le tendenze che animavano il cli-
te di una spiritualit esotica intimista e irrazionale, una via di dolce ma intellettuale postbellico, in cui la psicoanalisi e lesistenzialismo si
follia trasgressiva di liberazione. Erano narrazioni. Ma furono significa- proponevano come i veicoli privilegiati per entrare in contatto con la
tive, perch toccavano a fondo la sensibilit dellepoca. Essere coscienti filosofia buddhista, fino ad allora intesa come esotica e sostanzial-
del loro fascino (e anche della loro retorica) e districarsene in modo cri- mente estranea alla cultura europea e americana.4
tico, non era certo facile. Mi chiedo cosa abbia contribuito ad avvicinare questi psicoanali-
Il problema di capire che cosa dello Zen attrasse Lacan. Che cosa sti al buddhismo. Penso che sia stato innanzitutto il discorso sul do-
lo ispir. Cosa sogn dello Zen per costruire il proprio discorso teo- lore esistenziale. Il buddhismo vede infatti nel dolore (duhkha) un
retico. E anche che cosa non seppe o non volle vedere dello Zen. problema cruciale, ma non intende semplicemente le pene del corpo
Nel campo della psicoanalisi, alcuni autori contemporanei hanno o il dispiacere dei sentimenti. Linsegnamento di Siddhrtha Gauta-
ricordato, quasi en passant, una certa somiglianza, perlomeno di sti- ma si apre nella presa di coscienza, senza nessuna indulgenza, di
le tra Lacan e il carattere enigmatico e provocatorio dellinsegnamen- unangoscia esistenziale profonda e universale. I componenti della
to Zen, proponendo qualche divertente e facile analogia tra la seduta realt sono privi di essenza. Impermanenza (anitya) non significa
breve di Lacan e il colpo del maestro Zen sulla testa dellignaro di- semplicemente il fatto oggettivo del perpetuo mutamento della realt
scepolo.1 esterna: anche luomo vive in una dimensione esistenziale sempre
Eppure nella sua rielaborazione, Lacan non fu superficiale. Vide
con chiarezza nello Zen un discorso teoretico e una pratica meditativa
che potevano intrecciarsi con i suoi percorsi di analisi psicoanalitica e 2 Cfr. G. Orofino (a cura di), Psicoanalisi e Buddhismo, Universit di Napoli LOrientale,

Napoli 2011; R. Segall (a cura di), Encountering Buddhism: Western Psychology and Buddhist Tea-
chings, State University of New York Press, Albany 2003; A. Molino e R. Carnevali (a cura di),
Tra sogni del Buddha e risvegli di Freud. Esplorazioni in psicoanalisi e buddismo, Arpanet, 2010.
1 Vedi in particolare S. Schneiderman, Jacques Lacan: The Death of an Intellectual Hero, 3 Da questo incontro deriv il volume Zen Buddhism and Psychoanalysis, curato da Erich

Harvard University Press, Cambridge (Mass.) 1983, p. 81. Vedi anche M. Borch-Jacobsen, Lacan. Fromm, Suzuki Daisetz T. e dallo stesso De Martino. Ed. italiana Psicoanalisi e buddhismo Zen,
The Absolute Master, Stanford University Press, Stanford 1991 e il saggio di S. Kurtz, La pratica Astrolabio Ubaldini, Roma 1968.
della non-conoscenza, in A. Molino (a cura di), Psicoanalisi e Buddismo, Cortina Editore, Mila- 4 A. Molino, Lo Zen, Lacan e lio alieno, in G. Orofino (a cura di), Psicoanalisi e Buddhi-

no 2001. smo, op. cit., pp. 63-80, p. 65.


102 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 103

transitoria. Questa condizione di intrinseca caducit rende necessa- che loro inerente.6 Per questo la meditazione deve avvenire vivendo
riamente ogni cosa soggetta a dissolversi, ed questa la fonte del do- nel mondo, perch senza linsorgere del desiderio e dellimpurit, non
lore. uneterna sete di vivere che affonda le sue radici nel desiderio, ci sarebbe lopportunit di praticare una vera, autentica contemplazio-
nelle illusioni dellesistenza. Perch gli uomini sono portati a sognare ne.7 Gli stati negativi della mente, che sono alla base del male, sono
un assoluto, ad aggrapparsi allidea di un qualcosa che perduri nel- comprensibili solo in relazione ad altrettante e speculari forme del be-
lossessivo ciclo delle rinascite. Ma tutto transitorio, insostanziale, ne, fondate su stati positivi della mente. E se limpurit comprensibi-
relativo: quindi tutto dolore. Anche le gioie che la vita pu offrire le solo in rapporto alla purezza, anche lilluminazione comprensibile
contengono gi, impressa nella loro origine, una potenzialit negativa solo intuendo la sua profonda relazione con lillusione. Sono processi
perch contribuiscono solo ad alimentare una pi forte illusione che della coscienza, esperienze unite da una interdipendenza fondamenta-
finir per volgere la gioia in una sofferenza ancora pi intensa. Non le, e che hanno entrambe le loro radici pi profonde nel desiderio.
casualmente, il concetto di alienazione come unespressione trans- Nel Vimalakrtinirdea stra scritto: Tutte le illusioni sono semi della
storica della natura umana stessa ripreso sia da Lacan nei suoi scrit- perfezione (T.14.549b) e generazioni di maestri delle diverse correnti
ti, sia da De Martino. Mahyna hanno insegnato ai loro discepoli a lasciare che, alla fine, la
Tuttavia la condizione alienata delluomo non assoluta: sar suffi- loro mente abbandonasse ogni ragionamento discorsivo di carattere
ciente sopprimerne le cause perch si estinguano, con esse, anche gli teoretico sul bene e sul male per concentrarsi silenziosa sulla dinamica
effetti, e si raggiunga la salvezza. La via della liberazione inizia proprio del desiderio: cogliere allinizio il desiderio quando ancora allo stadio
con una lucida presa di coscienza della non sostanzialit del mio stesso latente; intuire quindi in profondit la pulsione del suo nascere; con-
esistere. templare poi il suo affiorare e il suo rivelarsi, la forza del suo persistere
La dottrina del buddhismo antico aveva operato una netta distin- e infine il suo spegnersi: vuoto che ritorna al vuoto.
zione ontologica fra il regno delle illusioni e della sofferenza esistenzia- Ma la speculazione dei maestri si spinge pi avanti, in una brucian-
le e il regno della liberazione e dellestinzione. Di conseguenza le prati- te visione di speranza: come la presenza del male si trova nel bene, nel-
che meditative erano volte a rimuovere la fonte del dolore esistenziale la stessa logica, la presenza del bene si trova nel male. In tutti gli esseri
i desideri dei sensi e lattaccamento allesistenza per raggiungere la senzienti gi insita lilluminazione. Tutte le forme caduche delluni-
calma indifferenza del completo distacco dal mondo. verso in realt sono illuminate di assoluto fin dalla loro origine. Persino
La tradizione Mahyna port una visione nuova sulla natura del gli esseri senzienti sprofondati negli inferni hanno la natura di Buddha.
male e sulla logica della salvezza.5 Nellinterpretazione cinese e giappo- Anche nelle loro menti accecate dalle illusioni, consumate da un desi-
nese della dottrina del Grande Veicolo, le impurit che offuscano la derio inappagato, nella loro sofferenza esistenziale cos profonda da
mente non sono fattori effimeri e superficiali. Il male insito nella na- sembrare senza speranza, ecco, c gi la luce dellilluminazione che li
tura delluomo, lattaccamento e il desiderio, in tutte le sue forme, so- potr salvare.
no parte costitutiva del suo stesso esistere: in definitiva le due dimen- Il tormento della finitudine consiste, secondo questa prospettiva,
sioni, della mente pura e della mente impura, sono ontologicamente nellidea erronea che il dolore di vivere e lilluminazione si escludano
identiche. La meditazione quindi non deve ignorare le illusioni prodot- reciprocamente, nella falsa concezione che per raggiungere lillumina-
te dalla mente, ma deve accettarle, cercando di vedere dentro il ma- zione sia necessario sradicare il dolore, piuttosto che sperimentare lil-
le esistenziale e limpurit, per discernere la perfezione della purezza
6 Vedi Taitestu Unno, Philosophical Schools: San-lun, Tien-tai, and Hua-yen, in Takeu-
5Cfr. N. Donner, Chi-is Meditation on Evil, in D. Chappell (a cura di), Buddhist and chi Yoshinori (a cura di), Buddhist Spirituality: Indian, Southeast Asian, Tibetan, Early Chinese,
Taoist Practice in Medieval Chinese Society, Buddhist and Taoist Studies II, University of Hawaii Crossroad, New York 1995, pp. 343-372, pp. 353-354.
Press, Honolulu 1987, pp. 49-64. 7 Makashikan, T.46.17c.
104 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 105

luminazione allinterno della dimensione stessa del dolore. La com- bilmente nel proprio essere, quale autentico io-soggetto. Secondo que-
prensione dellidentit mediata dal concetto che ognuna delle due sto punto di vista, quindi, se luomo comune potesse veramente cono-
opposte dimensioni (dellillusione e della liberazione) rappresenta, da scere o essere se stesso, la radice di tutti i suoi problemi e ansie ver-
sola, il tutto: lillusione dolore e liberazione, la liberazione liberazio- rebbe immediatamente estirpata. Nella sua interpretazione infatti, il
ne e dolore.8 Per questo un grande maestro come Zhiyi osservava: soggetto non il dato originario della vita psichica dellindividuo, ma il
Realizzare che le attitudini mentali cattive non sono cattive, che ogni risultato di una costruzione. La prima tappa il sorgere dellistanza im-
cosa, anche le illusioni, la realt ultima, significa conquistare la Via maginaria attraverso ci che definisce fase dello specchio, ovvero la
del Buddha praticando la Non-Via [la Via negativa della mente acceca- prima scoperta di s e del proprio corpo attraverso unimmagine specu-
ta].9 Era una proposizione che esprimeva, in una dimensione sogget- lare. Tra i sei e i diciotto mesi di vita, quando ancora in uno stato di
tiva, quello stesso concetto che era espresso, in una dimensione ogget- assoluta dipendenza e di relativa immaturit della coordinazione moto-
tiva, nel Prajpramithrdaya stra, il Stra del Cuore: Le forme sono ria, il bambino si guarda nello specchio e d segno di riconoscersi nella
vuote, la vacuit stessa forma; la vacuit non diversa dalle forme, le propria immagine. Elabora cos un primo abbozzo dellIo, ma allinter-
forme non sono altro che la vacuit. Affermare lassoluta trascenden- no dellimmaginario, ovvero allinterno di un rapporto dualistico in cui
za significa riconoscerla nella caducit dellimpermanenza. I due con- il s e laltro si confondono. Si viene cos a formare una prima articola-
cetti, nel buddhismo antico, erano radicalmente opposti; e invece nel zione dellIo (le moi) nel momento in cui il bambino scopre la sua
pensiero Mahyna sono pensati come indissolubilmente legati. unit, fisicamente non ancora vissuta, al di fuori, in una immagine spe-
Per il vero incontro di Lacan con il buddhismo avviene sul pro- culare esterna (limago). Ma, dopo i primi tentennamenti, si rifiuta di
blema nodale dellIo. Come scrive De Martino nel suo saggio La con- vedere nella sua immagine speculare qualcosa di separato da lui. Rico-
dizione umana e il buddhismo Zen: Il punto finale ed essenziale non noscere se stesso nellimmagine esterna e assumere limmagine che gli
che lIo ha un problema, ma che lIo il problema.10 sta di fronte come io e quasi come Io ideale, d al bambino un senso di
Lacan forse uno dei pensatori pi radicali e pi azzardati nel- allegria e di felicit, animata da una forte componente narcisistica. Pi
lopera di decostruzione del soggetto come entit fondamentale. Men- tardi, nella fase edipica, questa si intreccer e si scontrer in modo trau-
tre la maggior parte degli analisti ritengono che rafforzare lIo sia cru- matico, con il processo di assimilazione dellordine simbolico.
ciale nel processo psicoanalitico, Lacan lo relativizza, lo disperde in Lo stadio dello specchio prepara il passaggio definitivo dalla natu-
una dinamica di relazioni simboliche. Labbandono della centralit del ra alla cultura: esso costituisce il presupposto generale del divenire
soggetto diventa la chiave di interpretazione del modo dessere delluo- soggetto. Tale identificazione primaria, matrice di una successiva se-
mo e della sua storia e costituisce la base di tutta la sua strategia tera- rie di identificazioni illusorie (mconnaissances) con gli altri; e cos un
peutica. Lacan parla di un Io allocentrico, frutto di un intreccio di rela- insieme alienante di immagini esterne viene interiorizzato per formare
zioni effimere e narcisistiche di cui gioisce e che finiscono per impri- un senso del s falso e distorto. Perch dal momento in cui il soggetto
gionarlo. Parla di un gioco (un jeu) di relazioni soggetto/oggetto ge- scopre un suo io attraverso laltro, avr sempre bisogno dellaltro per
nerate dal desiderio dellAltro. poter intendere e dire io. Lo stadio dello specchio colloca lio (moi)
La posizione di Lacan che la causa fondamentale di tutti i proble- una volta per tutte al di fuori dellindividuo e lio (je) in una linea di
mi o di tutte le paure delluomo sta nel fatto che egli non radicato sta- finzione. Il sorgere della coscienza riflessiva d forma sia al s sia allal-
tro. Come se entrambi, persino nella loro interdipendenza, si materia-
lizzassero simultaneamente come uniti e distinti. Essendo quindi sem-
8 Cfr. B. Ziporyn, Evil and/or/as the Good: Ominicentrism, Intersubjectivity, and the Value
pre intento ad afferrare e fondersi con lAltro riflesso e le sue moltepli-
Paradox in Tiantai Buddhist Thought, Harvard University Press, Cambridge (Mass.) 2001, p. 113.
9 Makashikan, T.46.17b. ci rappresentazioni, luomo si perde in uninterminabile ricerca di
10 Citato in A. Molino, Lo Zen, Lacan e lio alieno, op. cit., p. 75. unit e unicit, come in un gioco, mosso da un desiderio insaziabile.
106 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 107

Gli studiosi hanno spesso sottolineato linfluenza esercitata su La- identificandosi negli infiniti riflessi degli altri, diventa il centro di tutto,
can dal pensiero di Heidegger e di Nietzsche, il suo dialogo con gli il centro del vuoto.
esponenti dellesistenzialismo e la sua sintonia con la prospettiva deco- Nel prendere coscienza che tutte le cose hanno una natura correla-
struzionista di Derrida. Ma a completare il quadro delle fonti che furo- ta e dipendente (prattya samutpda), si prende coscienza dellinconsi-
no di ispirazione a Lacan nel suo percorso di scavo nella realt del stenza ontologica del s individuale e di tutta la realt fenomenica. Per
soggetto, aggiungerei il pensiero buddhista. il Buddha ltman, cos come il brahman, non esiste, una pura illusio-
Il discorso sul non-s (antman) infatti un postulato fondamen- ne della mente. Il suo insegnamento intransigente: il soggetto un fa-
tale della speculazione buddhista. Lo fu fin dagli inizi, fin dal primo scio cangiante di dharma, non costituisce una sostanza, ma un acci-
discorso di Benares sulle Quattro Nobili Verit. La teoria dellimper- dente; non assoluto ed eterno, ma relativo e perituro; non incondi-
manenza includeva la nozione della non esistenza di un s individuale zionato, ma condizionato. Lio individuale semplicemente unespres-
che non poteva essere definito in termini assoluti, ma solo in relazione sione convenzionale: non altro che un nome.
ad altri, in base a un legame di interdipendenza che collegava tutti i Questa prima, radicale asserzione dellillusoriet dellio costitu
fenomeni. linizio di un lungo cammino spirituale, durato secoli, e fu anche la fine
I maestri del Mahyna insegnano che i dharma, cio tutti gli ele- e il fine di un lungo e complesso percorso meditativo sperimentato
menti che costituiscono le forme fenomeniche, pur nella loro singola- da generazioni di maestri. Questo Lacan lo sapeva bene, proprio per-
rit e impermanenza, esistono senza mutua ostruzione, si collegano, si ch aveva seguito gli insegnamenti di Demiville e di Cheng sul bud-
integrano gli uni con gli altri, compartecipi della stessa natura esisten- dhismo cinese e fu affascinato dalla sofisticata ermeneutica e dalla
ziale. Lassoluto vuoto uno, le forme del mondo sono innumerevoli, complessit delle tecniche meditative della tradizione Cittamtra e del-
ma ogni forma la manifestazione delluno. Non si pu comprendere lo Zen.
il mondo fenomenico se non si riconosce la natura di assoluta vacuit In India, intorno al IV secolo, fior infatti una nuova corrente di
che lo caratterizza, e daltra parte non si pu comprendere lassoluta pensiero buddhista, il Cittamtra, Della mente soltanto, chiamata
vacuit se non si riconosce larmoniosa unit dei fenomeni. anche Vijnavda, Scuola della coscienza.11 Fenomeno culturale
La metafora preferita per esprimere questo concetto la rete di complesso, le sue radici affondavano nella tradizione speculativa sulla
Indra. Luniverso comparato a una vastissima rete in cui, in ognuna sapienza, ma il radicale idealismo che la contraddistingueva aveva ori-
delle infinite intersezioni delle corde, posta una gemma, un dharma. gine dallapprofondimento dello Yoga e dalla riflessione sul rapporto
Ogni gemma unentit singolare, con tante sfaccettature, e ogni sfac- fra coscienza ed esistenza. Le pratiche Yoga che esploravano gli stati
cettatura riflette non solo la luce della rete nella sua totalit, ma anche profondi della mente portarono alla convinzione che tutte le forme
la luce di ogni singola altra gemma, ed a sua volta riflessa in tutte le delluniverso, dei Tre regni della buddhit (dharmakya, sambhoga-
altre gemme, in un intreccio infinito e dinamico di radiosit che raffi- kya, nirmnakya), non fossero altro che rappresentazioni create dal-
gura linterpenetrazione dei fenomeni fra loro. E cos come nella di- linconscio delluomo.12 La realt oggettiva non unitaria n reale.
mensione dello spazio ogni dharma ha in s tutti gli altri infiniti dhar- la mente, con le sue categorie, che costruisce le forme del mondo
ma, cos nella dimensione del tempo ogni istante perfetto in se stesso
ma indissociabile da tutti gli altri istanti, del passato, del presente e 11 Si fondava su testi come il Lakvatra stra, il Samdhinirmocana stra e lAvatamsaka
del futuro. Anche un solo momento sufficiente a manifestare lassolu- stra, e sulla speculazione di due grandi maestri, Asaga e Vasubandhu, pensatori estremamente
to nella sua totalit perch, soggiacente a questo gioco di corrispon- originali e di grande spessore dottrinale. Cfr. A. Chatterjee, The Yogacra Idealism, Motilal Ba-
denze temporali, vi la dimensione atemporale e pura della vacuit. narsidass, Delhi 1999. Vedi anche T. Wood, Mind Only: A Philosophical and Doctrinal Analysis of
the Vijnavda, University of Hawaii Press, Honolulu 1991.
Ogni essere senziente come una gemma della rete, correlata con tutte 12 Vedi W. Waldron, The Buddhist Unconscious. The layavijna in the Context of Indian
le altre esistenze; per cui ogni uomo, proprio quando perde se stesso Buddhist Thought, Routledge Curzon, London 2006.
108 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 109

esterno, isolandole nel fluire continuo delle percezioni sensoriali, e intrinseca alle cose. E queste esistenze, che hanno la consistenza della
creando in noi lillusione che sia il mondo sia lio siano reali. Gli ogget- realt ma che sono i nostri sogni ci attraggono e ci illudono perch
ti esterni non hanno esistenza propria separata dalla mente che li ha sono in realt il nostro riflesso.
creati, sono apparenze vuote, ma esse ci attirano, ci ingannano, e fini- A un ulteriore livello di profondit il settimo la coscienza unifi-
scono per ingenerare in noi una profonda sofferenza esistenziale. Varie ca e impernia su di s tutte le infinite forme che ha creato, fondando
sono le metafore che i testi utilizzano per chiarire la natura ingannevole nelluomo lidea fallace di un io stabile. In effetti, secondo la tradi-
degli oggetti esterni: i fenomeni sono paragonati a illusioni ottiche, a zione Cittamtra, la coscienza non ha unesistenza continua, essa resta
miraggi, a fantasmi, percepiti come reali. Il pensiero non che un in- momentanea e seriale, perch un flusso che si rinnova in ogni istante
sieme di stati di coscienza dispersi, in perpetua oscillazione, perch so- sotto leffetto dei semi karmici.14 Ma lo scorrere degli istanti cos ve-
no alimentati dalla sete di esistenza e dallillusione. Questi moti della loce che la successione d limpressione di una continuit, di uniden-
mente, invece di concentrarsi, tendono a indirizzarsi verso lAltro e for- tit trascendentale stabile ed eterna, mentre invece contingente e
mano cos un flusso di pensiero che opera distinzioni e forma le nozio- frammentaria. Questo io a sua volta attiva processi di volizione in-
ni illusorie di soggetto e di oggetto. la mente che crea lalterit tenzionale che producono azioni, e queste azioni, a loro volta, lasciano
delloggetto e attraverso questa proiezione illusoria si definisce: per tracce karmiche che tornano alla mente in un circolo vizioso infinito
questo il pensiero si rivolge verso di essa con desiderio. Solo la sapien- dove la mente continuamente si alimenta delle proprie proiezioni.
za la distaccata consapevolezza dellassoluta vacuit del reale pu Scavando ancora pi a fondo nellinteriorit della psiche, i maestri
annullare lincalzare affannoso degli stati di coscienza, permettere lo di meditazione colsero un ottavo livello di coscienza, un substrato pi
scioglimento di ogni legame, e aprire la mente alla propria estinzione profondo, che configurarono come un deposito (layavijna), un
interiore, cio alla propria, pi autentica, liberazione. ricettacolo dei semi karmici. La coscienza deposito costituisce quin-
La tradizione meditativa metteva in luce la presenza di diversi livel- di tutta la nostra esperienza ma, essendo impura e contaminata dai re-
li di coscienza, sempre pi profondi. Allinizio la modalit della co- sidui karmici delle vite passate, produce manifestazioni impure nel pre-
scienza che attiene alla cognizione riceve i dati caotici e mutevoli, ap- sente e le produrr nel futuro, facendo s che la falsa dicotomia fra io e
presi tramite le sensazioni. Li organizza e configura noeticamente se- il mondo, fra soggetto e oggetto, continui a illuderci. Per questo sono
condo categorie mentali e linguaggi che sono nientaltro che illusioni necessarie le tecniche di meditazione dello Yoga. Grazie ad esse luomo
karmiche ereditate dalle tante vite precedenti. Noi non sappiamo che non orienta pi la sua mente al mondo esterno, ma la dirige verso la
cosa c al di fuori di noi: abbiamo solo esperienze di colori, suoni, propria interiorit. La pratica della meditazione porta la coscienza a ri-
sensazioni tattili, odori. Nellinsieme non c altro che un flusso di per- muovere ogni impurit, a liberarsi di ogni pensiero illusorio e fa s che
cezioni in costante cambiamento, ma a causa della nostra ignoranza questa natura intrinsecamente pura possa finalmente rivelarsi. Con lil-
che ci fa accettare come reali le classificazioni simboliche depositate luminazione la coscienza smette di produrre illusioni e diventa come
nel profondo della nostra coscienza, noi organizziamo queste percezio- uno specchio della sapienza (dara jna) perfettamente terso, per-
ni in oggetti duraturi. La mente, come un abile pittore, dipinge ogni ch da quel momento, con totale distacco, essa vede scorrere se stessa
sorta di cinque aggregati: in tutti i sistemi cosmici non esiste dharma e la realt senza interferirvi: non presuppone pi, falsamente, n la di-
che [la mente] non crei.13 Questo laspetto concettualizzato del mensione oggettiva dellesistenza, n quella soggettiva, ma semplice-
mondo, cos come viene concepito a livello quotidiano. il regno del- mente riflette la realt del proprio io e del mondo cos com, nella sua
le parole e delle immagini che, nel descrivere, attribuiscono esistenza assoluta vacuit.

13 Daabhmika 16, in S. Zacchetti (a cura di), Fazang. Trattato sul leone doro, Esedra Editri- 14 Cfr. L. Schmithausen, layaijna: On the Origin and the Early Development of a Central

ce, Padova 2000, p. 64. Concept of Yogacra Philosophy, The International Institute for Buddhist Studies, Tokyo 1987.
110 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 111

Certamente Lacan ricordava come alla domanda su quale fosse la Ma, secondo Lacan, questo s primigenio sottoposto al regno ti-
verit scoperta nellilluminazione, il patriarca Huineng avesse rispo- rannico dellImmaginario, fatto di immagini congelate del s; immagini
sto: il tuo volto originario, prima che tu fossi nato. Il tuo volto costituite e strutturate dal desiderio di un Altro. Ci che il soggetto de-
originario un modo di dire Zen per esprimere lidea di vacuit, per- ve essere e ci che egli non sa di essere, viene fornito dallordine sim-
ch nel realizzarla luomo si risveglia alla sua vera natura. Ma la rispo- bolico. Questo ci che assegna al soggetto le immagini con le quali
sta di Huineng metteva in luce un altro importante concetto: dire si costruisce e si riconosce. Questo processo non va inteso come
prima che tu fossi nato non esprimeva un prima in senso tempo- qualcosa di statico e immutabile in quanto linguaggio. Linconscio
rale, ma piuttosto in senso ontologico; indicava cio la condizione di desiderio che diviene linguaggio. Con laccesso allordine simbolico si
limpidezza, di innocenza, al di l dei discorsi costruiti sulla base accede, al tempo stesso, alla societ e alla cultura, necessarie al sorgere
della percezione dualistica della ragione, al di l del bene e del male. della soggettivit. La lingua in quanto immagine della realt che si so-
Questa modalit aurorale di un prima poteva essere realizzata qui stituisce alla realt nella percezione che abbiamo di essa, continua ad
e ora, e diventava la nuova prospettiva con cui ri-orientare il proprio obbedire alle proprie regole di funzionamento. Ci significa che noi
essere nel mondo. percepiamo la realt attraverso un sistema chiuso, che reale ma non
Ma a questo punto che penso ci sia un divario sostanziale nel per- la realt che esso enuncia. Lapparato psichico rinchiuso in questo
corso di Lacan allinterno della visione buddhista, come un disagio, un sistema. La possibilit di un rapporto immediato con il proprio io o
allontanarsi. Quando cio il maestro buddhista sia esso della corren- con la realt in generale (esteriore e interiore) viene esclusa definitiva-
te Cittamtra o dello Zen invita il discepolo a fare lultimo passo, mente: da qui sorge ci che i lacaniani usavano chiamare lopacit del
quello veramente pi arduo, e cio a meditare e realizzare il fatto che la reale. Per Lacan, questo funzionamento si riassume in una triade: il
sua coscienza unillusione che lui stesso ha creato. Come quando reale, limmaginario, il simbolico. Intorno a questi celebri nodi
nanda chiede al Buddha: Se tutto sogno, allora io chi sono? e il concettuali si incentrer tutta la sua elaborazione teorica.
Buddha gli risponde: Il sogno di un sogno. Tutto vacuit. Lacan Ma come fare a ritrovare questa verit liberata del s primigenio
non arriva a questo punto. Sappiamo che Lacan ha fatto del vuoto un e puro? Per Lacan questo pu avvenire spezzando quellintreccio di
prodotto del significante. Lacan sembra piuttosto soffermarsi sul mo- simboli, di segni e fantasmagorie in relazione che interagiscono e che
mento mentale che allorigine del simbolico. affascinato dallessere- si trasformano in una lingua, la quale piuttosto che svelare, imprigiona
per-la-morte di Heidegger, letto come la possibilit estrema di azzerare il mio io. Ed qui, in questo passaggio, che Lacan prende ispirazione
la realt limitata, in una sorta di visione estatica nella quale vita e morte dallo Zen. La tradizione Zen infatti insegna come lintuizione si ponga
coincidono, e nella quale la morte va intesa non come il decesso, ma in una dimensione esperienziale al di l di ogni discorso dellIo, sco-
anzi come la morte della morte. In unintervista Franois Cheng ricor- prendo una sintesi tra affermazione e negazione, afferrando come les-
da che aveva a lungo meditato con Lacan sulla nozione buddhista di sere sia divenire e il divenire sia lessere stesso. Lintuizione svela una
vacuit.15 Ma alla fine sente che questa prospettiva non gli appartiene inconsapevolezza originaria che antecede la consequenzialit della
veramente. Nel discorso di Roma afferma che il pi profondo deside- ragione discorsiva.
rio del soggetto di essere di nuovo Uno. Lacan rimane nel samsra. Ci che nello Zen era radicalmente nuovo rispetto alla tradizione
Per lui la realt ultima del mondo e del mio Io, pur cos frammentato, meditativa delle Scuole del buddhismo antico era laver individuato co-
ontologicamente consistente, di natura sostanziale e non illusoria. me meta ultima uno stato in cui tutte le configurazioni che formavano
La realt ultima purezza dellessere. la base dei processi di concettualizzazione dovevano essere abbando-
nate attraverso un processo di svuotamento, fino a che il meditante, la-
sciata cadere ogni forma di pensiero, raggiungeva uno stato di calma
15 Pubblicata sullne, 25 febbraio 1986. concentrazione e realizzava in s il vuoto. La meditazione silenziosa
112 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 113

non deve avere nessuno scopo, nessuna meta o aspirazione: significa ta che vi soggiace. Lacan invita a operare la rottura del significante, che
un abbandono deciso, profondo, del proprio ego. Apprendere la Via deve essere urtato, scosso, graffiato, sbrecciato, senza cercare compen-
del Buddha apprendere se stessi, apprendere se stessi dimenticare si o aggiustature, in una lotta, in cui lo psicoanalista sfida il paziente
se stessi. scriveva il maestro Dgen Dimenticare se stessi essere ri- per guidarlo a essere conscio e a liberarsi delle simbolizzazioni che lo
svegliati alla verit. Risvegliarsi alla verit, lasciar cadere il proprio hanno costruito e che imprigionano il suo godimento di esistenza.
io. Questa frase del Genj kan davvero penetrante nella sua essen- Fu in questa fase della sua ricerca che Lacan, grazie agli insegna-
zialit: significa che lio, con le sue pulsioni, i suoi pensieri e i suoi sen- menti di Demiville, scopr lo spessore epistemologico dalla pratica
timenti, non deve essere negato con astio, represso e odiato. Anche in meditativa elaborata dalla tradizione Zen Rinzai, basata sulle provoca-
forma cos negativa questo sarebbe pur sempre un attaccamento, una zioni di linguaggio e di gesti dei kan. Demiville infatti nel 1972 aveva
manifestazione potente di egotismo. Shinjin datsuraku, lasciar cadere pubblicato una splendida traduzione commentata del testo del maestro
il proprio mente-corpo: un lasciare affiorare e lasciar andare, in si- Linji.16 Le sue sedute brevi, che suscitarono tante polemiche, o alcu-
lenzio, ogni desiderio, ogni attaccamento, ogni paura, ogni rimpianto. ne sue massime famose come Non c rapporto sessuale o La
Questo significa risvegliarsi alla verit. E alla propria liberazione. donna non esiste decisamente provocatorie, trancianti quanto diffi-
In effetti, questa pratica meditativa metteva in luce come ogni cilmente comprensibili, sono anche il frutto di questo incontro.
tentativo filosofico di caratterizzare la realt assoluta e non condizio- Una prima definizione di kan ne coglie la struttura pi semplice:
nata fosse reso inconsistente dalla interdipendenza logica delle parole un dialogo in cui un discepolo pone al maestro una domanda sulla dot-
e dei concetti. Il pensiero Zen rifiutava di limitare lassoluto (il vuoto) trina, e il maestro Zen gli risponde in modo enigmatico, talvolta con
e di trasformarlo, attraverso le convenzioni del linguaggio e della ra- battute bizzarre, altre volte con gesti paradossali, intesi come forte-
gione, in un relativo. I maestri buddhisti distinguevano diversi stadi mente simbolici, ma senza nessuna spiegazione. Oppure una doman-
di sapienza (praj): quella che derivava dallinsegnamento era consi- da breve e provocatoria, o un gesto inusitato che il maestro rivolge ina-
derata di qualit elementare, perch riposava sulla fede nelle parole spettatamente al discepolo.
del maestro e non sulla propria riflessione. Vi era poi la sapienza che La pratica dei kan prese a diffondersi come strumento di medita-
derivava da un percorso di approfondimento interiore per appro- zione nello Zen cinese allepoca della dinastia Tang.17 Ma le sue radici
priarsi pienamente dellinsegnamento del Buddha. Ma questa cono- si possono rintracciare nel mondo religioso hindista, dei Veda e anche
scenza di carattere intellettuale e teoretico non era ancora perfetta. La delle Upaniad, e in particolare nella tradizione rituale dei brahmodya,
pi profonda e autentica sapienza era conquistata quando la mente in gli enunciati del Brahman.18 Si trattava di lotte rituali di enigmi. Il
meditazione sperimentava intuitivamente la realt cos come brahmano di corte, considerato maestro di sapienza, poteva venir sfi-
(tathat), cio il vuoto. Questa consapevolezza era quiete del pensie- dato da un altro brahmano a una lotta di sapienza. Si riuniva la corte e,
ro, pacificazione di tutte le rappresentazioni, di tutte le discriminazio- di fronte a tutti, lo sfidante poneva lenigma. Laltro contendente dove-
ni, ed era solo pi silenzio. va scioglierlo con la sua risposta, per poi contrattaccare ponendo a sua
Ma lo psicanalista, secondo Lacan, parte sempre da un corpo, vi-
vo perch parlante, parte cio da un parlessere che, articolando un
16 Lin-Tsi. Entretiens de Lin-Tsi, tradotto dal cinese e commentato da Paul Demiville,
discorso, permette un effetto di metafora o di metonimia e attraverso le
Fayard, Paris 1972.
parole esprime la vita del corpo, i suoi sintomi, le sue cadute, la sua 17 Cfr. S. Heine e D. Wright (a cura di), The Kan: Texts and Contexts in Zen Buddhism,

sofferenza, il suo godimento. La pulsione, il desiderio, il corpo, intru- Oxford University Press, Oxford 2000. Vedi anche S. Heine, Opening the Mountain. Kans of the
dono nel linguaggio; a Lacan interessa seguire queste crepe per avvici- Zen Masters, Oxford University Press, Oxford 2002; T. Cleary, No Barrier: Unlocking the Zen
Kan, Bantam Books, New York 1993; It Kokan, Zen to kan, Shunjsha, Tokyo 1980.
narsi al vero motore delle azioni umane; a lui interessa decostruire e di- 18 Cfr. G. Thomson, The Brahmodya and the Vedic Discourse, Journal of the American
struggere le coperture e le difese consolatorie rispetto alleccesso di vi- Oriental Society, 117, 1, 1997, pp. 13-37.
114 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 115

volta un enigma. Chi non rispondeva, o rispondeva in modo errato, era cesso dinamico della mente che doveva essere sfidata dal dubbio, per
dichiarato sconfitto. aprirsi a una verit che aveva forme mutevoli, sempre in divenire, ep-
Le domande riguardavano tre aree di conoscenza. Potevano essere pure assoluta.
enigmi di carattere linguistico, che implicavano sapienti giochi di paro- Nei monasteri buddhisti fu elaborato il rituale dei mond, incontri
le, oppure enigmi di carattere logico, che mettevano alla prova la mae- in cui i giovani discepoli potevano porre brevi, essenziali domande al
stria nel padroneggiare le regole del ragionamento e i suoi paradossi. maestro, per avere da lui spiegazioni e approfondimenti della dottrina.
Ma erano gli enigmi di sapienza, legati alle dottrine metafisiche, quelli a questo stadio, che i mond suggeriscono ai maestri Zen una strada
considerati pi difficili. Gi nella gveda samhit, la Raccolta degli In- diversa, con un approccio radicalmente nuovo, per affrontare il pro-
ni dei Veda, che risale probabilmente al secondo millennio a.C., blema del rapporto fra linguaggio e verit. La posizione teoretica pi
scritto: La formulazione inaccessibile allintelligenza comune non al- diffusa era che il linguaggio apparteneva al relativo, era una forma illu-
tro che linsieme di enigmi. soria che non poteva esprimere la realt ultima della vacuit. Anche i
Era un gioco un game, non un piacevole play che presupponeva maestri Zen ne erano profondamente convinti. Ma intuirono le poten-
una forte tensione antagonistica, disciplinata da regole precise. Limita- zialit di un linguaggio usato altrimenti, di un discorso che, piegato
to nel tempo e nello spazio come un rito, il gioco era fondato su una nella logica di un game, e portato agli estremi, poteva fare sperimenta-
struttura binaria di tipo oppositorio (vero/falso, vittoria/sconfitta). Per re la verit pi profonda. Il linguaggio non poteva dire il vuoto, ma
ogni domanda infatti ci doveva essere una risposta univoca, la soluzio- poteva portare la mente a realizzarlo. Cos ripresero lo schema dei
ne doveva essere certa e raggiungibile oggettivamente attraverso le pro- mond e lo ribaltarono. Ed proprio da questo ribaltamento che si
cedure discorsive dei vari campi di conoscenza: la grammatica e la sin- venne a creare la pratica dei kan.
tassi del linguaggio, le regole della logica, i postulati e le inferenze del- Nello schema tradizionale di insegnamento attraverso i mond, lal-
le dottrine filosofiche. lievo (conoscenza comune) domanda al maestro (conoscenza superiore)
In questa lotta di enigmi vi erano due paradossi: in primo luogo la e il maestro spiega: sta a lui cio fare lo sforzo di articolare un discorso
domanda era complessa, intricata e ardua, mentre la risposta era molto chiaro per spiegare il problema, attraverso una dissertazione sapienzia-
semplice. In secondo luogo lo schema di gioco in s era quasi banale, le, e sciogliere il dubbio che gli stato posto: pur sapendo di usare dei
eppure si caricava di una fortissima tensione e di una segreta angoscia. mezzi relativi e fallaci come il linguaggio e la ragione, ma in qualche
La posta in gioco infatti era implicita, e aveva un carattere esistenziale: modo utili al progresso interiore del discepolo. Secondo la nuova stra-
lo sconfitto era cacciato via, perdeva la sua autorit e talvolta addirittu- tegia ermeneutica invece, alla domanda dellallievo il maestro Zen non
ra la vita. Il vincitore prendeva il suo posto. risponde con un discorso che chiarisce, ma con una domanda provoca-
Questa tradizione ermeneutica della cultura indiana venne trasmes- toria che lo sfida, oppure con una affermazione enigmatica che impone
sa dal buddhismo alla Cina e si venne ad intrecciare con la prassi se- allallievo lo sforzo di decodificarne il senso, senza concedergli nulla. Il
miotica degli enigmi daoisti.19 Un esempio si trova nel capitolo Pro- caso che apre lo Hekiganroku, la pi antica raccolta di kan, cos recita:
blemi del Cielo del Testo di Chou e le domande enigmatiche sono po- Limperatore Wu di Liang chiese al grande maestro Bodhidharma:
ste da uno sciamano, Hien Chao. Un altro esempio nel capitolo XIV Qual il significato essenziale delle Nobili Verit?. Bodhidharma ri-
del Zhuangzi. La conoscenza intuitiva del Dao era il culmine di un pro- spose: Sono vuote, e non sono nobili. Limperatore disse: Ma chi sei
tu che mi rispondi cos?. Bodhidharma rispose: Non lo so.
La risposta non pacifica la mente, ma ne acuisce la tensione con un
19 Proprio Paul Demiville la studi. Vedi P. Demiville, Enigmes taostes, Choix detudes
ulteriore, e pi profondo, dubbio. Il discepolo deve intraprendere un
sinologiques (1921-1970), E. J. Brill, Leiden 1973, pp. 141-147. Vedi anche Wang Youru, Lingui-
stic Strategies in Daoist Zhuangzi and Chan Buddhism. The Other Way of Speaking, Routledge percorso originale per svelare ci che nascosto nella lettera del testo.
Curzon, London 2003. necessario che egli distrugga ogni certezza, basata solo sul discorso
116 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 117

razionale, confrontandosi con una situazione che gli impone di libera- tica di contemplare la parola essenziale ristabiliva lequilibrio fra la
re il suo pensiero indirizzandolo verso altre prospettive euristiche. Il calma del distacco e linquietudine della ricerca interiore, usando lin-
kan crea una situazione sospesa, che ferma il pensiero: Lallievo chie- segnamento dei patriarchi come oggetto di meditazione silenziosa, e la
se al maestro: Come inizio il mio cammino?. Il maestro gli rispose: Il loro parola come un sostegno sicuro su cui ancorare la mente, incam-
senza porta la porta della sapienza. Come entri dal senza porta?. minata nel suo percorso attraverso il dubbio, per raggiungere la com-
Non una creazione di fantasia, un indovinello senza senso in cui prensione ultima.
si esprime la follia mistica dei maestri Zen. Lacan lo aveva sicura- Questo implicava il fatto che, da una parte, non si potesse realizza-
mente compreso bene. Non mai stato pensato come un gioco fanciul- re un kan attraverso il ragionamento, ma che, dallaltra, non si potes-
lesco e irrazionale, perch la fantasia trasgressiva incoraggerebbe sol- se nemmeno escludere un percorso intellettuale, fatto per lo pi di
tanto lo sviluppo dellio, liberando emozioni e il desideri, e quindi sa- simboli carichi di significati condivisi. Le parole cruciali segnarono
rebbe veicolo di maggiore illusione. Il kan un game, anche rischioso: dunque una fase fondamentale del processo di meditazione: significava
perch il maestro, con questi congegni linguistici non convenzionali, che la comprensione intellettuale del kan e lesperienza al di l di ogni
cerca di forzare dei varchi negli schemi e nelle regole con cui si artico- logica dualistica non erano dimensioni opposte che si escludevano.
la il pensiero comune, costringe il discepolo a rimettere in gioco tutti i Cos, i discepoli presero a leggere e imparare a memoria gli enigmi
suoi schemi cognitivi, a perdersi in una frantumazione dei concetti, al- con le soluzioni e i commenti dei maestri. Quando il maestro pensava
la ricerca di livelli semantici pi profondi, per poi riconoscersi libero, che il discepolo avesse meditato in modo adeguato il kan, lo metteva
come rigenerato, in un improvviso risveglio. alla prova ponendogli delle domande e chiedendogli di sottoporgli
Con il tempo, lentamente, la prassi dei kan cambi.20 A ciascun quello che considerava lelemento chiave dellenigma: il discepolo allo-
kan vennero aggiunti unintroduzione e commenti, in prosa o in versi, ra sceglieva una parola o una frase in uno dei diversi repertori compila-
dei maestri, che interpretavano il contenuto nascosto, fortemente sim- ti proprio per questo scopo. Cos le parole cruciali diventarono una
bolico, del dialogo enigmatico. Non era solo il modo di svelare la ri- parte integrante della pratica meditativa sui kan. I commenti erano
sposta racchiusa nellenigma, ma anche di dimostrare la profondit concentrati in frasi brevi, terse, lancinanti. Scritti in prima persona per
della sapienza del maestro e legittimare la sua autorit spirituale.21 Nel sottolineare un forte coinvolgimento personale, erano spesso irriveren-
XII secolo, allinterno della Scuola Linji, si svilupp la pratica di estra- ti, volgari e fintamente rozzi e illetterati, tanto che furono spesso consi-
polare da ogni dialogo una frase o una parola chiave, con lintento di derati come kan dei kan.
raggiungere lessenza del kan e di fermare la mente, concentrandola Rimase tuttavia una profonda contraddizione nella pratica dei
sul punto pi pregnante e nevralgico, senza permettere divagazioni kan, unambiguit che per la tradizione Zen consider sempre illu-
della ragione o della fantasia. La pratica del kan infatti rischiava o di minante. Perch da una parte lautorit dei maestri si dimostrava nel-
perdersi in mille eteree ed eccentriche disquisizioni fini a se stesse, op- labilit dei loro commenti agli antichi enigmi, ma dallaltra, la dialetti-
pure di sviluppare un accanimento ansioso, per arrivare alla compren- ca della negazione ricordava a tutti e due al discepolo, ma tanto pi
sione della verit che in modo cos criptico il kan racchiudeva. La pra- al maestro che anche lultima parola cruciale era, per definizione,
sempre imperfetta, sempre illusoria. Infatti, dato il principio della va-
20 Durante la dinastia Song in Cina vi fu unintensa attivit di raccolta e compilazione dei
cuit di tutti i dharma, ogni affermazione positiva sulla natura delle co-
kan. I casi antichi riportati nelle collezioni erano per lo pi aneddoti o dialoghi tra maestro e se come ogni affermazione negativa implicava lerrore di assumere
discepolo tratti dalle biografie dei patriarchi, scritte nellepoca Tang. Le espressioni pi alte di lesistenza di una qualche essenza ontologica su cui qualcosa di signifi-
questo genere letterario sono il Biyanlu, scritto nel 1125 da Yuanwu Keqin; il Wumenguan, com- cativo potesse essere predicato. Ogni cosa predicata era in ultima ana-
posto nel 1228 dal monaco Wumen Huikai, e il Congronglu, opera di Hongzhi Zhengjiao.
21 Cfr. V. Hori, Zen Sand: The Book of Capping Phrases for Kan Practice, University of lisi falsa e suscettibile di confutazione. Anche quelle affermazioni dei
Hawaii Press, Honolulu 2003. maestri che mettevano in evidenza dei limiti o degli errori di afferma-
118 Massimo Raveri Il desiderio illuminazione: lincontro di Lacan con il buddhismo Zen 119

zioni precedenti, erano in definitiva erronee, perch non fondate. Cos Perch era stata davvero una sfida: una lunga, serrata lotta, in cui
si costru una peculiare dialettica di negazioni successive, codificate in paradossalmente era stato proprio il maestro a guidare il suo discepolo
sequenza, in cui ogni confutazione dellaffermazione precedente era, al a vincerlo e a ucciderlo. La lotta allinizio vede il confronto fra un il-
tempo stesso, vera e falsa, perch si basava sullimpossibilit di predi- luminato (il maestro) in posizione di vantaggio e un non-illuminato (il
care qualsiasi affermazione. discepolo). Il maestro commenta il caso enigmatico, e quando il disce-
In Giappone, Hakuin Ekaku (1685-1768), un grande maestro Zen, polo tenta a sua volta di dargli un senso, il maestro interviene ad am-
organizz i kan in una struttura coerente e gerarchica, studiata con monirlo che questa operazione frutto della sua mente illusa. Mano a
estrema sensibilit per guidare i passi della progressione spirituale del mano che il discepolo progredisce spiritualmente, si vede che cerca di
discepolo. Al livello iniziale della sequenza, gli Hosshin kan sono pro- ribaltare i ruoli e prendere la posizione del maestro nella sfida sul kan.
posti alla meditazione per aprire la mente allassoluto. in questa fase Attende che il maestro gli proponga un kan per metterlo alla prova, e
che lallievo prova la sua prima illuminazione, comprendendo la natura non solo commenta lenigma, ma critica il commento del suo maestro.
di vuoto della realt incondizionata e indifferenziata. Nello stadio suc- La confidenza di andare allattacco del maestro, gli deriva dal fatto di
cessivo, i kikan kan sfidano la sua mente a scendere dalla realt astrat- aver finalmente capito i simbolismi e le metafore racchiuse nel linguag-
ta dellilluminazione alla realt delle illusioni la nostra vita quotidiana gio dei kan.
vista per con lo sguardo libero del risvegliato. Non un passo sem- Lo Zen si definisce come una tradizione diversa: il mito del Bud-
plice. Come scrive il maestro: Rendere chiara e libera la mente facile, dha che porge un fiore e di Mahkyapa che gli sorride, vuole insegna-
ma rientrare nel pensiero convenzionale della discriminazione pro- re che, ai pi alti livelli spirituali, la relazione pi autentica del sogget-
prio difficile. I Gonsen kan pongono quindi il problema ineludibile to con gli altri uomini indipendente dalle parole. Per questo, chi per-
del rapporto fra linguaggio e verit, e mettono il discepolo di fronte alla corre la Via deve a mano a mano entrare nel silenzio. Ma non bisogna
contraddizione che lassoluto non fondato sulle parole o sugli scrit- pensare che i maestri Zen rifiutino il linguaggio perch pensano sia in-
ti, eppure espresso attraverso parole e scritti, a patto di riuscire a significante. Pensano che sia una limitazione, un apparato semantico
sfondarne la superficie, a superare le forme del ragionare dualistico. che imbriglia la mente, e guidano il discepolo utilizzando pi linguaggi
Superato questo stadio, Hakuin selezion otto kan particolarmen- e operando su pi modalit di pensiero.
te complessi e ardui, gli Hachi nant kan. I maestri erano infatti sem- La Scuola Rinzai stata spesso criticata per aver permesso che la
pre stati concordi nel pensare che quando il discepolo aveva raggiunto pratica dei kan si calcificasse in un rigido, meccanico formalismo di
un primo grado di illuminazione, si sentiva soddisfatto, pieno di godi- domande e di risposte che, con il passare del tempo, si sedimentato
mento. E questo rendeva pi difficile per lui proseguire nel suo cammi- in una ortodossia, priva di ispirazione. C del vero in questa accu-
no di ricerca interiore. Cos questi kan gli dovevano arrivare come una sa scrive Victor Hori, come testimonianza di un vissuto personale
sferzata. Dovevano insegnargli ad approfondire la sua illuminazione, Ma nel mio caso non ho mai sentito se non ammirazione per i maestri
dimenticandola. Dovevano fargli capire il senso dellammonizione dei del passato che hanno ideato un sistema di pratiche che, giorno dopo
maestri: Arrivato sulla cima della montagna, devi salire ancora. Se la giorno, mi ha imposto di spingermi a fondo nella meditazione, per cer-
prima vetta era la propria liberazione interiore, la parete che ancora care una risposta in un luogo della mia coscienza che non sapevo esi-
lo aspettava era ben pi difficile da scalare: finch il discepolo non stesse. Le risposte fisse ai kan somigliano ai kata, agli schemi fissi dei
avesse perso lorgoglio della propria illuminazione, non avrebbe nem- movimenti nelle arti marziali. Uno li pratica in continuazione fino a che
meno potuto dire di essere illuminato. Il matsugo no rkan era lultima non diventano movimenti di potenza, eseguiti con estrema precisione e
barriera. Era quellunico kan che, in segreto, il maestro assegnava al in modo fluente, senza la chiara e deliberata volont di farli. Per quan-
discepolo che lasciava il monastero, perch lo accompagnasse nel suo to poi riguarda la corretta risposta al kan, i maestri Zen insistono che
nuovo cammino in solitudine, come un dono, e unultima sfida. prima di coinvolgersi nella pratica, il kan sembra debba avere un si-
120 Massimo Raveri

gnificato ben definito; ma poi, diventando esperti nella pratica, si arri-


va a capire che un kan, classificato o meno, non ne ha nessuno.
Questa comprensione subitanea quello che segna la vittoria defi-
nitiva del discepolo sul maestro, quando finalmente realizza lidea che
ha animato ogni insegnamento del suo maestro, racchiusa in quella pa-
rola che spesso gli ha urlato per scuotere e aprire la sua mente: mu!, Jean-Louis Gault
vuoto!. allora che veramente si risveglia alla verit: si libera di
qualsiasi parola, si libera degli stessi kan. Non solo: si libera anche del Il sintomo e la lingua cinese
maestro, perch comprende che qualsiasi cosa possa essere detta, an-
che la pi misteriosa e sapiente, alla fine non ha nessuna importanza, e
svanisce nella luminosa intuizione del vuoto. In questo senso meditare
i kan rappresenta un itinerario di autoconoscenza e di salvezza. Ed
questo senso che deve aver toccato in profondit la sensibilit di La- Vi propongo alcune riflessioni nate da unesperienza clinica che ha
can. Anche lui infatti lottava con i suoi pazienti; lottava con il rigore avuto luogo durante un seminario di psicoanalisi di orientamento laca-
e la dedizione di un grande maestro, nella convinzione che solo la pro- niano, organizzato dalla sezione clinica di Nantes, che si svolto nel-
pria sconfitta segnava il vero fine di tutto il suo operato. larco di una settimana, ogni anno alla fine del mese di ottobre, dal
2008, presso lospedale psichiatrico della citt di Qingdao, nella pro-
vincia dello Shandong. Dal luned al venerd, ogni mattina, ha avuto
luogo una conversazione con un paziente. La consultazione si svolta
in cinese con la mediazione di uninterprete che assicurava la traduzio-
ne simultanea. Ogni mattina si svolto, inoltre, un seminario di studi
freudiani e lacaniani. Viceversa, ogni anno, quattro o cinque psichiatri
cinesi sono stati invitati per una settimana a Nantes, dove hanno parte-
cipato a un insegnamento pratico, clinico e teorico e aderito a una del-
le sessioni della Sezione clinica.

La metafora del sintomo


Al momento di recarmi la prima volta in Cina per inaugurare que-
sto seminario, mi domandavo quale fosse il miglior modo di introdurre
i nostri colleghi cinesi alla scoperta freudiana dellinconscio. Non ave-
vo mai varcato le frontiere di questo immenso paese, ne ignoravo la lin-
gua, conoscevo poco della sua cultura e della sua storia. Mi sembrava
azzardato iniziare prendendo la via dei concetti, che fossero quelli di
Freud o di Lacan. Tentare la loro trasposizione in cinese non poteva
che generare difficolt, che sarebbero state da ostacolo allo stabilirsi di
un dialogo fecondo con i nostri interlocutori. Mi sembr, allora, che la
via allo stesso tempo pi immediata e naturale fosse quella che si era

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 121-131


122 Jean-Louis Gault Il sintomo e la lingua cinese 123

presentata a Freud, attraverso la sua avventura di deciframento del sin- stante? No, non era il rapporto al linguaggio come fenomeno sociale
tomo isterico. quel che egli voleva indicare, ma il legame molto singolare che si stabi-
Egli scopr che questo sintomo si struttura seguendo le leggi della lisce con la lingua cos come essa sincarna per un soggetto nelle paro-
sintassi, della grammatica e del lessico della lingua parlata dalla pazien- le che sono state dette su di lui e che non hanno ancora cessato di ri-
te, senza escludere il ricorso a unaltra lingua, qualora faccia parte del suonare nella sua carne. Si tratta, tra le altre cose, di quei piccoli nomi
suo bagaglio linguistico. Freud rivelava che la formazione di un sinto- affettuosi con i quali ci si rivolge al bambino, come ad esempio mio
mo isterico sollecita le vie della retorica, giocando sullo scarto tra paro- tesoro, mio coniglietto, micino... Pu dunque accadere che una
la e scrittura, per prendere il travestimento di una metafora con la qua- di queste espressioni, che si prende labitudine di utilizzare per desi-
le il soggetto costruisce, utilizzando gli elementi del proprio corpo, le gnare un bambino, finisca per incollarglisi sulla pelle. Colei che veniva
frasi di unoperazione significante. Il sintomo isterico fatto come una chiamata piccolina durante lintera linfanzia, sarebbe stata destinata
metafora che prende i suoi materiali dal corpo del paziente, seguendo a rimanere tale per tutta la vita.
le vie previste dalla propria lingua circa luso metaforico dei nomi del- Queste piccole evocazioni bastarono a risvegliare un inconscio do-
le parti del corpo. Tali espressioni sono presenti in tutte le lingue.1 Per- cile. La signora L. ci fece allora dono del seguente racconto. Quando
tanto, la scommessa poteva essere quella dintrodurre i nostri colleghi suo figlio era piccolo, lo chiamava Niuniu. Queste erano le parole tene-
alla dimensione dellinconscio, partendo dallidea che in Cina, come re che aveva scelto e che utilizzava quando lo chiamava. Il figlio era na-
dappertutto, il soggetto necessariamente diviso dalla propria lingua. to lanno del bue, che in cinese si dice niu . Da qui era venuto il no-
Una sera dautunno a Pechino, dove avevamo fatto tappa lungo il mignolo Niuniu, che lei usava quando gli parlava. Una volta suo fi-
tragitto verso Qingdao, la signora L. ci diede loccasione di condivide- glio le aveva domandato cosa significasse il nome che gli aveva dato.
re la sua scoperta dellinconscio. Stavamo iniziando a fare conoscenza Lei aveva risposto che significava forza e solidit, perch il bue un
con la nostra interlocutrice, professoressa di lingua e letteratura france- animale che ha le quattro zampe ben piantate a terra. Tempo dopo,
se allUniversit della capitale, che ci aveva invitato per un incontro in aveva notato che suo figlio tendeva a isolarsi e tenendosi in disparte dai
un piccolo ristorante proprio vicino a casa sua. La signora L. aveva compagni, volendosi proteggere dai giochi violenti e pericolosi ai quali
passato molti anni a Parigi per preparare la sua tesi dedicata a un gran- si dedicavano volentieri i suoi coetanei. Lei gli aveva domandato spie-
de scrittore francese. Aveva quindi acquisito una grande facilit nel ma- gazioni e lui aveva risposto che non amava questi giochi dove era spin-
neggiare la nostra lingua. tonato e che gli facevano perdere i piedi per terra.
Dopo le presentazioni di rito e i brindisi di benvenuto, la conversa- A questo punto la signora L. iniziava a ricordare altre cose ancora.
zione prese il proprio corso. La signora L. era impaziente di interroga- Ricordava ci che aveva guidato la scelta del nome di suo figlio e dei
re questo curioso viaggiatore che si riteneva portatore del messaggio caratteri usati per scrivere quel nome. Durante la gravidanza non aveva
freudiano. Cosa intende quando, sullesempio del suo maestro, parla mai smesso di piovere e anche il giorno della sua nascita una fitta piog-
dinconscio? Saprebbe dirmelo semplicemente, in poche parole?. Sfi- gerella aveva ricoperto la citt. Il nome scelto per il figlio fu mu, che
dato, mi venne allora da proporle questa formula che Lacan aveva im- indica una pioggia fine e tenace. Il carattere complesso scelto per scri-
piegato: Linconscio sono gli effetti del linguaggio sul corpo. S, ma vere questo nome congiunge i tre caratteri che hanno presieduto alla
in che senso utilizza la parola linguaggio?. Lacan intendeva parlare di venuta al mondo del bambino, dora in poi chiamato Mu.2 In alto il
categorie definite dalla lingua che si parla e attraverso le quali, quando carattere della pioggia (yu ), in basso a sinistra il radicale dellacqua
si appartiene a una data cultura, si portati a riferirsi al mondo circo- (), in basso a destra un terzo carattere, la scrittura del legno (mu ),

1 Si veda, per esempio, douard Dhorme, Lemploi mtaphorique des noms de parties du cor-

ps en hbreu et en akkadien, Libreria Paul Geuthner, Paris 1963. 2 Mu , pioggia fine, acquerugiola, pioggerella.
124 Jean-Louis Gault Il sintomo e la lingua cinese 125

il cui valore soltanto fonetico e d la pronuncia al carattere, mu ap- Dopo il seminario avevamo labitudine di riunirci per fare il punto
punto. Facciamo notare che Lacan aveva labitudine di chiamare let- sul lavoro della giornata e preparare il programma del giorno seguente.
tera cinese ci che noi chiamiamo carattere, hanzi in cinese. A un certo punto, linterprete si rivolse a me per dirmi cosa le era acca-
La lettera, complessa in questo caso, ci che si rivela determinante duto dopo il seminario. A un tratto, aveva realizzato che sua nonna pa-
per il ragazzo. terna soffriva da un anno di dolori e di una paresi alla mano destra e al-
Alla fine di queste sorprendenti confessioni, la signora L. ci confid la sinistra che nessun medico fino ad allora consultato era riuscito a cu-
che le era spesso capitato di pentirsi di tale scelta quando vedeva che rare. Ora capiva. Osservava che questa parente aveva perduto il marito
suo figlio, che era stato un bambino timoroso, era rimasto in et adulta poco pi di un anno prima. Quando questi era in vita, lei era stata la
pauroso e insicuro. Pensandoci, si diceva: C troppa acqua nel suo no- sua mano destra e la sua mano sinistra, cos si diceva di lei, ed era su
me, lacqua che intorno al bosco lo rende molle (in francese mou). di lei che lui si appoggiava per gli affari di famiglia, che lei dirigeva co-
In fondo, lei trovava suo figlio un po molle. La signora L. sollecita me unesigente sovrana. Con la scomparsa dello sposo, tutto ci non
qui un equivoco translinguistico. Il nome Mu si pronuncia in francese aveva pi ragione dessere e lei si era ritrovata con due mani che non
come laggettivo mou (molle). In altri termini, secondo unespressione sapeva pi a cosa potessero servire.
metaforica propriamente francese, lei lo vedeva come un pulcino nella
stoppa (une poule mouille). Le due vie della parola
A partire da questo spunto abbiamo avviato il nostro seminario a
Qingdao, scegliendo come titolo Gli effetti della parola e del linguag- Un paziente maschio, incontrato durante un colloquio in ospedale, ci
gio sul corpo, seminario nel corso del quale abbiamo proposto lo stu- diede occasione di esplorare una sintomatologia post-traumatica che ri-
dio del sintomo isterico. Quando lo si riporta al suo fondamento, il sin- maneva opaca. Si trattava di un uomo di cinquantanni, che si rivolgeva
tomo isterico riecheggia il taglio che opera la cesoia della lingua sul al servizio da nove anni, per quella che era definita una depressione.
corpo vivente dellessere parlante, secondo leggi che non hanno nulla a Era stato ospedalizzato per la sesta volta. Durante il colloquio, in rispo-
che fare con lanatomia, ma con quelle della parola e del linguaggio. sta alle prime domande sul motivo della sua ospedalizzazione, il paziente
Per rendere conto di tale esperienza, abbiamo scelto di presentare spieg di soffrire della malattia della depressione e di attendere dai
un caso della nostra pratica. Una giovane donna in analisi soffriva da farmaci la guarigione. Decidemmo allora rapidamente di abbandonare
molti anni di dolori e di una paresi al braccio destro, che si erano rive- questa via di interrogazione della malattia, per interessarci alla sua vita.
lati invalidanti. Tolta la rimozione, si rivel la posizione inconscia della lultimo di tre figli. Nato qualche anno prima dellinizio della Ri-
paziente. Figlia unica, che sua madre allev da sola, era stata molto pre- voluzione culturale, dice di aver patito molto quel periodo. Suo padre
cocemente sensibile al dramma di questultima. La madre, evitata da era un anziano e importante ufficiale dellarmata rossa. Agli inizi degli
tutta la famiglia, affrontava senza alcun sostegno le difficolt della pro- anni Sessanta, questi decise di abbandonare la carriera militare, per ri-
pria esistenza. La bambina venne a installarsi in questo posto lasciato spondere al desiderio della propria madre che aveva pianto molto, al
vacante, caricandosi del fardello delle difficolt che pesavano sulle spal- punto da esserne rimasta cieca, per quel figlio che aveva conosciuto le
le della madre e divenendo il suo braccio destro. Al momento di tra- prove della lunga guerra di liberazione. Lei non voleva pi che lui ri-
durre questa espressione metaforica, intervenne la traduttrice, segna- schiasse la vita in un altro conflitto. Luomo lasci larma e si dedic
lando che in cinese non si dice essere il braccio destro di qualcuno, si con successo al mondo dellindustria, ma fu in seguito attaccato per le
usa unespressione leggermente differente. Si dice letteralmente essere sue origini borghesi al momento delloffensiva scatenata da Mao nel
la mano sinistra e la mano destra di qualcuno, ossia mou ren de zuoyou 1966. Appartenendo alla classe dei contadini ricchi, fu esposto alla
shou . Mancava un punto darresto clinico per punteg- vendetta delle guardie rosse, deportato in campagna, spogliato dei suoi
giare questa osservazione linguistica, emerger pi tardi. beni, sottoposto allumiliazione dellautocritica e picchiato.
126 Jean-Louis Gault Il sintomo e la lingua cinese 127

Il nostro paziente, allora giovane allievo della scuola elementare, A un certo punto, il paziente ci mostr i postumi mantenuti da que-
prese su di s il peso della colpa paterna. Provava vergogna ogni volta sto incidente, spiegando di essersi operato al viso e passando la sua ma-
che doveva riempire un modulo a scuola e indicare lorigine sociale del no sul volto per mostrare di cosa si trattava. In realt, non si vedeva al-
padre. Quando scriveva la parola funong , contadino ricco, sen- cuna cicatrice, la cicatrizzazione sembrava perfetta. Ma lui prosegu e ar-
tiva gravare su di s uno sguardo di disgusto. Iniziava a isolarsi dai ticol precisamente ci che voleva dire: Mi sento umiliato di aver avu-
compagni di cui temeva le piccole prese in giro, che attribuiva imman- to questo incidente, ho perso la faccia, in cinese diu mianzi . Ci
cabilmente al peccato paterno di non essere nato contadino povero. rallegrammo con lui di aver trovato questa formula che dice esattamen-
Durante questo periodo, intorno ai suoi cinque, sei anni, accadde te ci di cui soffre a partire dallincidente: ha perduto la faccia. Ag-
un incidente. Destate si trovava sulla spiaggia, in mezzo a un gruppo giungemmo che ritenevamo non avesse la malattia della depressione.
di bambini, intento a raccogliere frutti di mare. A un tratto, scoppia un Lui accolse di buon umore questa novit ma aggiunse che si domandava
temporale, i tuoni rombano, i bambini spaventati si disperdono, lui se non dovesse lo stesso continuare a prendere le medicine. Non lo con-
scorge due bambini stesi sulla sabbia prima di fuggire dalla spiaggia traddicemmo. Concludemmo, incoraggiandolo a parlare con il suo me-
per rifugiarsi a casa dalla propria madre. Verr poi a sapere che i due dico di questa sensazione di aver perso la faccia.
bambini erano morti fulminati. Il ricordo di questo dramma lo perse- Nel corso della conversazione ci venne chiesto di spiegare il motivo
guiter per numerosi anni e riuscir a dimenticarsene un po soltanto per cui ritenevamo che il paziente non avesse la malattia della depres-
alla fine delle scuole medie. Della sua infanzia conserva la paura dei ca- sione. Noi abbiamo risposto che di certo il paziente presentava tutti i
ni, che mantiene tuttora. Aveva paura di essere morso in particolare dai segni di uno stato che si pu definire depressivo, ma che la questione
cani che si incontrano in campagna, e attribuisce tale paura al timore era di sapere a cosa fosse dovuto questo stato. Il paziente presentava
che aveva provato quando aveva saputo che suo padre veniva umiliato una malattia naturale, come la tubercolosi ad esempio, suscettibile di
e picchiato. essere guarita attraverso un trattamento con i farmaci o piuttosto si
Linizio dellepisodio che lo aveva portato allospedalizzazione ri- rapportava a unaltra causa? Ci siamo allora riferiti a un insegnamento
manda a un incidente stradale sopravvenuto nove anni prima. Allepo- di Lacan: Ci si deprime perch si cede sul proprio desiderio. Si esce
ca, era lapprezzato responsabile di una delle filiali del gruppo per il dalla depressione quando si ritrova la via del proprio desiderio. Ab-
quale lavorava. Considerato serio e con una carriera di successo. Un biamo cercato di sostenere questa ardua formula, riferendola allespe-
giorno stava animando una riunione con i suoi operai allo scopo di in- rienza di ciascuno, dove il desiderio ci che si ritiene di dover fare in
coraggiarli a migliorare la produttivit nel lavoro. Come dabitudine, funzione dei propri impegni, nella vita pubblica o privata. Questa di-
per unire il personale e portarlo a risultati migliori ricorreva a dei brin- mensione della responsabilit soggettiva non sfuggita ai partecipanti
disi per la gloria dellimpresa. Bevve un buon numero di bicchieri di del seminario.
birra. Quando lasci la riunione per rientrare a casa, al momento di Per rendere conto della dimensione data alla conversazione abbia-
montare sulla motocicletta, era ubriaco. Non and molto lontano. Per- mo sfruttato un riferimento cinese e messo in risalto lesistenza di due
se il controllo del suo veicolo e si trov gettato su un cumulo di pietre. vie della parola. Abbiamo tracciato alla lavagna il carattere cinese della
Perse conoscenza, si ruppe il mento e si fer al volto. Quando si risve- via, Dao , che d il suo nome a una tradizione di pensiero che aveva
gli allospedale e si rese conto dellaccaduto, si riemp di rimproveri e particolarmente catturato lattenzione di Lacan. Abbiamo detto che ci
temette di essere punito. Avvenne tutto il contrario. Il suo capo chiam sono dunque due vie per abbordare il paziente. La prima quella della
per informarsi del suo stato e avere sue notizie, ma non gli fece alcun malattia naturale. Questa attende risposte dal paziente, le raccoglie da
rimprovero. Le ferite guarirono, ma lui non si rimise da questa sregola- un insieme di fatti che tendono allobiettivit e a partire dai quali ci si
tezza. Perse il sonno e non pot ritornare al lavoro. Infine, venne trasfe- potr fare unidea della malattia secondo cause fisiche. La seconda via
rito in psichiatria, dove inizi il percorso che port al nostro incontro. quella della malattia che abbiamo proposto di chiamare morale, dove
128 Jean-Louis Gault Il sintomo e la lingua cinese 129

il soggetto implicato con la propria responsabilit. Ne risulta una no- sa la maggior parte del suo tempo a letto o davanti al computer, a guar-
zione della malattia dove si soffre di ci che si o non si fatto. Abbia- dare film o ascoltare musica. Svogliatamente abbandonata nella sua
mo sottolineato che il paziente ha testimoniato di questo registro mo- poltrona, la paziente risponde con una voce appena udibile e con lun-
rale rispetto a ci che gli accade. I postumi che porta sul viso sono cer- ghi commenti alle domande che le vengono poste. Di tanto in tanto, un
tamente la conseguenza dellincidente, ma non si inscrivono nellordi- gran bel sorriso, enigmatico quanto quello della Gioconda, illumina un
ne fisico. Appartengono a una dimensione morale, che gli fa dire che viso armonioso e degli occhi sorridenti. Ha studiato architettura del
ha perduto la faccia a causa di questo incidente di cui si sente re- giardino e progettazione degli spazi aperti. Perch ha scelto questa spe-
sponsabile, ed per questo che si rivolto cos tanti rimproveri. cializzazione? Perch le piace stare fuori dove pu respirare aria fresca,
La scelta delluna o dellaltra via della parola condiziona ci che dice. Ci corrisponde al suo modo di essere. Le piace vedere le cose
pu essere raccolto durante il colloquio col paziente. Se si prende la via dallalto e guardare la terra. unoccupazione con la quale si possono
della malattia naturale, ci si costringer a un tipo di discorso, alla ricer- realizzare i progetti al computer e consegnare poi il lavoro al professo-
ca di dati oggettivi, dove le risposte del paziente riusciranno necessa- re. Spiega: Non c necessit di parlare con gli altri. Gi a scuola non
riamente a inscriversi, ma dove lui stesso non sar implicato in quanto cercava di trovare amici. Non mai stata innamorata e non ha un ra-
tale. La via della malattia detta morale conduce a implicare il paziente. gazzo. Daltronde essere innamorata o meno per lei fa lo stesso.
Egli allora portato a prendere la parola a proprio nome, non pi per Nel corso degli studi, aveva alcune difficolt in matematica, perch
fornire informazioni utili allinchiesta diagnostica, ma per giudicare ci non arrivava a comprendere i numeri primi. In letteratura, faceva fatica
che ha fatto o non fatto. con la lingua classica, che la obbligavano a imparare ma che non com-
prendeva. Non si spiega i propri sorrisi immotivati, prova a controllarli
Questo un bastone ma non ci riesce. Pensa di avere un problema e che la testa si separer
dal corpo. A livello fisico, la circolazione dellaria nei polmoni che
Un ultimo esempio clinico mostra ci che si produce quando luso non va. Non riesce a espellere laria viziata che le si accumula dentro e
metaforico della lingua rigettato. Si tratta di una giovane donna di lopprime. per questo che si sente nervosa e stressata. Ci sono due
ventidue anni, seguita dal servizio da tre anni. sua madre ad averla cose che vorrebbe sottolineare. Sua madre le dice che bisognerebbe che
condotta in ospedale. Era preoccupata dello stato della figlia da quan- lei in famiglia si aprisse di pi. E qui c una difficolt che intende pre-
do aveva lasciato le scuole medie per accedere allistruzione superiore. cisare. Sua madre parla molto, utilizzando troppe parole e termini com-
Sua figlia aveva perso il sonno, aveva interrotto ogni contatto con estra- plicati. Lei vorrebbe che le si parlasse con parole pi brevi e semplici o
nei e sospettava che i suoi compagni la beffeggiassero. Le succedeva di che le si dessero direttive chiare. Non si interessa alla logica e non ama
parlare e ridere da sola. Si concluse con una diagnosi di schizofrenia e le cose profonde o gli enigmi. per questo che con lei occorre trovare
si prescrisse un antipsicotico, ma il trattamento non aveva apportato al- parole neutre per semplificare il senso. C, ad esempio, un enigma che
cun miglioramento e nel giro di qualche mese la paziente aveva smesso non comprende: quello della Sfinge. Alla domanda su quale sia la cosa
di prendere i medicinali. Qualche tempo dopo, torna nuovamente al che la mattina ha quattro piedi, a mezzogiorno ne ha due e la sera tre,
consultorio, accompagnata da sua madre. Non dorme, ansiosa e sem- rispondere che si tratta di un essere umano, perch la mattina un
pre persa nei propri pensieri. Trova che il suo corpo non funzioni bene, bambino che cammina a carponi, a mezzogiorno un adulto che si tiene
mentre la sua mente subisce leccessiva pressione degli studi e ha diffi- sui due piedi e la sera un vecchio che cammina con un bastone, non la
colt di comprensione. Le viene proposto un altro trattamento, che non soddisfa. Non contenta di questa risposta perch un bastone non un
si dimostra per pi efficace del primo. Nel frattempo, la paziente rie- piede. Leffetto ambiguo, in effetti: non si pu rispondere n s, n no.
sce comunque a terminare gli studi. Con il diploma in tasca, cerca lavo- il genere di cose che a lei non piacciono. Per lei una sciarpa una
ro senza trovarlo. Figlia unica, vive sola in casa con la madre, dove pas- sciarpa, una maglia una maglia e un bastone un bastone.
130 Jean-Louis Gault Il sintomo e la lingua cinese 131

La seconda cosa che non apprezza luso dellironia. A questo mente una prova di verit (in questo caso lenigma della Sfinge), indi-
proposito, linterprete fa notare la parola che usa la paziente. Sottoli- ca nel suo seminario Il rovescio della psicoanalisi (Sem. XVII, p. 143).
nea che una parola inusuale. Precisa che in cinese ci sono due parole Prosegue ricordando che se Edipo finisce male, perch ha voluto as-
per indicare questa nozione. La prima fengci , scherno, sati- solutamente sapere la verit e ci a dispetto della legge del linguaggio
ra, beffa, caricatura, sarcasmo. la parola che si utilizza cor- che prevede che nessun maestro possa sapere tutta la verit. La nostra
rentemente. Ce n poi unaltra, fanfeng , lironia propriamente paziente nota luso della metafora incluso in questa interlocuzione pri-
detta. Questa parola ha un senso pi forte della prima e appartiene al- mordiale, in cui denuda la matrice metaforica di ogni discorso. pre-
la lingua letteraria. Consiste nel dire esattamente il contrario di ci che cisamente ci di cui non vuole sapere. Per lei un bastone un basto-
si pensa. Noi diremmo che designa lironia radicale, cui Lacan ha dato ne. Testimonia attraverso questo che, senza dubbio, per lei tutto il
grande valore nella clinica della schizofrenia. Questa seconda parola simbolico reale.
stata quella utilizzata dalla paziente, mentre se ne lamentava. La metafora il fondamento di qualunque pratica della lingua. Le
Nel corso della discussione, i partecipanti hanno subito identifica- prime parole del bambino sono subito prese in questa deriva metafori-
to il piano linguistico nel quale si situavano le difficolt della paziente. ca che non cesser pi, al punto da essere la condizione di qualsivoglia
In risposta a queste osservazioni si cercato di far vedere che i suoi uso della parola. Le difficolt della paziente ad apprendere, a com-
problemi di comunicazione, i suoi disturbi linguistici, la sua difficolt a prendere, a parlare con gli altri, sono la conseguenza del suo rifiuto di
inscriversi nel sistema domanda-risposta nella relazione con linterlocu- ogni uso metaforico delle parole della lingua. La sua impossibilit di
tore, i suoi problemi di logica, luso del registro della lingua scritta in amare essa stessa direttamente tributaria di questa proibizione della
luogo e al posto della lingua parlata, dovevano essere rapportati alla metafora. Basta pensare, in effetti, che lamore implica la parola, che la
sua pratica della lingua. Vale a dire al suo rapporto con la parola, dove parola damore prende volentieri la via della metafora e che la poesia,
i piani della lingua parlata e della lingua scritta sono necessariamente che fa uso largamente della metafora, non mai assente dalla relazione
distinti e si dispiega il registro dellinterlocuzione. Abbiamo sottolinea- amorosa. Lamore stesso metafora.
to quanto fosse degno di nota che la paziente avesse saputo isolare con Lorientamento scelto, cio di valorizzare la pratica della lingua del-
grande chiarezza il fondamento delle proprie difficolt, segnalando la paziente e il suo uso della scrittura, si rivelato fecondo per gli udi-
lostacolo che incontra quando confrontata alla pratica della lingua tori del seminario, che si sono trovati a dover rispondere, in quanto
dal suo interlocutore. Il discorso dellaltro le appare opaco o enigmati- analizzanti, vale a dire in quanto essi stessi in preda agli effetti del lin-
co, non comprende il senso dei vocaboli che utilizza, non coglie il sen- guaggio e della parola, alle sollecitazioni incontrate nellabbordare i
so delle sue parole. Presto non emerge altro che una vana chiacchiera, sintomi della paziente. Il risultato fu questo: alla fine della prima gior-
da cui ella aspira ad allontanarsi attraverso lappello a indicazioni uni- nata del seminario dovetti rispondere a quattro domande danalisi. Tre
voche e alluso di parole neutre che dissipano le oscurit del senso. di queste, cera da aspettarselo, venivano da donne, mentre una sola
Laltro punto che abbiamo rilevato nella pratica della lingua la pro- proveniva da un collega uomo. Ci conformemente a una legge di
scrizione della metafora pronunciata dalla paziente. Abbiamo notato struttura che fa s che il soggetto femminile abbia un rapporto pi sem-
che per farsi intendere si era riferita a un racconto mitico, quello del- plice con il desiderio. Ritroviamo qui la via aperta a Freud dalle pa-
lenigma della Sfinge, dove il locutore confrontato a un sistema del ti- zienti isteriche alle quali si era saputo mostrare docile.
po domanda-risposta. Aveva dunque colto in questo racconto fondato-
re la radice di ogni interlocuzione, lopposizione domanda-risposta, in Traduzione di Paola DAmelio
cinese wenti /huida . Lacan aveva imboccato questa via della
struttura per rendere conto del dramma di Edipo. Lessenziale che
Edipo sia stato ammesso presso Giocasta perch ha superato trionfal-
Loggetto immateriale, tra vuoto e mancanza 133

del vuoto con la religione, e la religione , in effetti, questo, mettere


un essere trascendente al posto del vuoto. Lui, non ha mai scelto,
sempre stato, per cos dire, tra due religioni. Questo non tarder a ma-
nifestarsi anche nel transfert, allorch, pur riconoscendo una sua effi-
cacia allesperienza analitica, si dice attratto dalle novit neuroscientifi-
Paola Francesconi che e biologiche, che a tratti gli sembrano alternative alle formazioni
dellinconscio. tra due religioni, notai.
Loggetto immateriale, tra vuoto e mancanza La delusione sentimentale gli fece attraversare anche un periodo di
anoressia, gi manifestatosi nellinfanzia, seppure in forma lieve: lin-
terpretazione che gli consent di superarlo fu che, non sapendo se man-
giare il cibo delluna religione o quello dellaltra, non mangiava nulla.
Riprese a mangiare, ma con qualche esitazione allorch il piatto lascia-
Un uomo chiede di intraprendere unesperienza psicoanalitica a se- to sul tavolo veniva percorso nel suo bordo da una mosca, contornato.
guito del vuoto lasciato in lui dallabbandono della partner. Vuoto, tie- Il giro che voleva fare attorno al vuoto era, diciamo, a modo suo.
ne a ribadire, e non tanto mancanza, a indicare laffrontamento a qual- Tra due, segnalava dunque la posizione nel godimento di questo
cosa che la presenza di lei copriva, ma senza riuscire a descrivere, rap- paziente, che per, per tutto ci che atteneva alle sue identificazioni
presentare, nominare quello che essa era stata per lui. Al di l della significanti, si reperiva su altre coordinate, che declinavano il vuoto al-
mancanza di..., del suo sorriso, delle sue parole, che essa aveva lasciato trimenti.
in lui, si profilava per lui la questione di un vuoto insondabile che la Il padre, con il lavoro socialmente superiore al suo e implicante il
sua assenza aveva scoperchiato. Legame cos esclusivo da avere messo sapere, fallimentare per nel desiderio, non gli aveva consentito di tro-
in discussione, una volta spezzatosi, il suo modo di essere nel mondo? vare su di lui un tratto di identificazione significante cui agganciarsi
Non cos esclusivo: i rapporti importanti con una donna, ce nera per acquisire titoli e professionalit. Il lavoro del paziente, scelto a par-
stato un altro prima di questo, erano sempre improntati alla triade pi tire da suoni e luci che lo avevano affascinato da bambino, accompa-
che alla coppia. Non solo per il tradimento, ma per il legame particola- gnava a questo poco di significante la possibilit, in nome dellur-
re che egli costruiva tra la partner e la propria madre, unosmosi conti- genza e dellemergenza che lo chiamavano ad intervenire, di oltrepas-
nua tra le due, coppia altrettanto affiatata quanto quella sua con la samento di tutti gli interdetti. In barba ad ogni interdetto paterno e ad
partner. Insomma sempre, per cos dire, stato tra due donne, ben ogni regola paterna della acquisizione per gradi di un sapere, della gra-
alloggiato l. Tuttavia la cosa si carica di un elemento singolare rispetto dualit di un apprendimento nella diacronia, e non invece, come avve-
alla posizione classica dellossessivo: il tra due la posizione che lui niva per lui, nella sincronia dellemergenza.
stesso occupa, non tanto come soggetto quanto come oggetto. La sen- Per questo soggetto il vuoto, che la religione non poteva riempire,
sazione di un vuoto quella che si produce in lui quando viene a man- che loggetto orale non poteva riempire, che una donna poteva riempi-
cargli lappoggio, il reperimento su questo tra due in cui fa consistere il re a condizione della sua inconsistenza o non unicit, costituisce, a mio
suo modo di godere, di soddisfarsi. E che non concerne tanto la sua parere, un punto di riflessione con una sua attinenza al tema del pen-
identificazione fallica, qualcosaltro. siero cinese.
Figlio di due genitori ciascuno praticante di una propria religione, Si tratta, infatti, di un vuoto piuttosto indipendente dalla dialettica
incompatibile con laltra, si chiede: forse lunica maniera di ovviare a tra essere e mancanza-ad-essere. Egli, infatti, non svilupp, a seguito
questa sensazione dolorosa di vuoto sarebbe convertirmi a una qualche della delusione, una tematica depressiva fondata sulla mancanza-ad-es-
religione?. I genitori, ciascuno a suo modo, hanno trattato il problema sere, ma sulla radicalit del vuoto, pur con una sua propria inerzia di

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 132-137


134 Paola Francesconi Loggetto immateriale, tra vuoto e mancanza 135

fondo. Tale vuoto costituiva una sorta di stampo in cui veniva a model- appunto, che compone in s i tours, i giri e i dits, i detti. Quanto questa
larsi un oggetto immateriale, fatto di relazioni logiche tra due. immaterialit sia non realt, ma reale, lo possiamo pensare consideran-
cos che Jacques-Alain Miller definisce lisolamento delloggetto do che, nellavvicinare in modo pi metodico la definizione di reale,
a nel suo commento al Seminario XVI, a partire dalluno in pi tra due, Lacan dice, appunto, in Ltourdit, che nello scarto tra domanda, cio
precursore dellinsieme vuoto. Non linsieme vuoto ma gi, dice, il dire, e il desiderio che si disegna loggetto. Sono i giri detti, i tours
la forma presente di ci che sar riempito dalloggetto a. Lacan, co- dits che disegnano un vuoto centrale: i giri concentrici delle domande
me egli nota, dice, cos, per metafora, che loggetto a lo stampo im- progressivamente circoscrivono un vuoto interno al loro percorso, la
maginario della struttura significante. Questo stampo va preso nella famosa ciambella torica. Lo nota Jacques-Alain Miller nel suo corso
serie ricoprimento, sovrapposizione, inserzione, indicare il posto sullEssere e lUno (LP, n. 51, p. 227): loggetto del desiderio sorge dai
nellAltro di un vuoto che attira a s la palpitazione di vita.1 giri detti, non c prima, non davanti n dietro al soggetto, e ci ne fa
E, anche se ne parla a proposito dellisteria, aggiunge che, una vol- un altro nome del reale.
ta divenuto il corpo un deserto (di godimento), ci permette che Linteresse di tale nominazione delloggetto come reale, forma,
qualche cosa possa modellarsi in questa cavit. Questo vuoto il riempimento del vuoto scavato nellAltro dal linguaggio quella di un
punto di inserzione in cui verr a modellarsi loggetto a.2 trattamento del vuoto in psicoanalisi che mi pare potersi avvicinare al
Che loggetto sia immateriale non vuol dire che sia senza forma. E concetto cos fondamentale nel pensiero cinese di vuoto intermedio,
infatti Lacan, sempre nel Seminario XVI, conier per a il termine di principio non di assenza radicale, vuoto di essere, ma di trasformazio-
en-forme, in-forma, di A grande.3 Ovvero loggetto sorge dalla ripeti- ne, di presa di forma, per cos dire, di un reale potenziale. Cos, in
zione, dunque dallAltro simbolico come in-forma, si cala in una forma. psicoanalisi, loggetto risulta un po come tenente luogo del vuoto me-
Nel vuoto preesistente, a si cala modellandolo. Si sa che, a differenza di diano. Citando ancora Miller: Ci che (Lacan) chiama qui enforme,
Freud che aveva stabilito la lista degli oggetti pulsionali prelevandoli ha come un ruolo di mediazione, che pu andare dallimmaginario al
dalla realt del corpo, Lacan li isola invece nella loro immaterialit, pri- simbolico per il tramite strano che costituisce qui linsieme vuoto.5
mi tra tutti lo sguardo e la voce, cui aggrega il seno e le feci. Per Lacan, La categoria, invece, di mancanza doggetto in una dialettica con
e lo si capisce sempre di pi nellavanzamento del suo insegnamento, lAltro, gioca piuttosto sulla faccia significante delloggetto, sempre
loggetto perde la sua materialit per acquisire una sostanza immateria- strettamente ambocettore in Lacan, un po nominabile, un po no.
le, per cos dire, fatta di consistenza logica e, cosa che qui ci interessa Tra vuoto, non nominabile, in-forma, in-forme, e mancanza, nominabi-
forse maggiormente, di linguaggio. Ma un linguaggio non significabile, le con un significante che ne strappa un po di reale guadagnandolo al
non nel suo significare, ma nel puro dire: moterialit,4 la chiama Lacan, simbolico, loggetto si fa strada come modalit non dellessere tout
delloggetto. una parola assai prossima, credo, al segno della scrittu- court, ma dellessere al mondo, modo con cui avviene, si attualizza, una
ra cinese, sia per la sua equivocit, che per la sua ricusazione di ogni potenzialit. A differenza di ci che concerne la mancanza-ad-essere, mi
sforzo per fissarla, per arrestarne il flusso in perpetuo divenire. Lim- pare che nel pensiero cinese prenda rilievo pi il contornamento diret-
materialit delloggetto possiamo coglierla anche a partire da un altro to del bordo, che la sua simbolizzazione, pur parziale. Non c lidea
riferimento basilare in Lacan, in Ltourdit (Altri scritti, pp. 445-493), della mancanza-ad-essere che il dramma del significante inaugura con la
sua cancellazione della parte vivente, animale, dellindividuo. C lidea
di un vuoto mobilizzatore e del valore di litorale del segno linguistico
1 J.-A. Miller, Une lecture du Sminaire Dun Autre lautre, in La Cause freudienne, n. che lo delimita. Come Lacan precisa, litorale (Altri scritti, p. 12) e non
64, Navarin, Paris 2006, pp. 157-158.
2 Ivi, p. 15.
3 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XVI. Dun Autre lautre (1968-69), Seuil, Paris 2006, p. 311.
4 J. Lacan, Il sintomo, in La Psicoanalisi, n. 2, Astrolabio, Roma 1987, p. 20. 5 J.-A. Miller, Une lecture du Sminaire Dun Autre lautre, op. cit., p. 160.
136 Paola Francesconi Loggetto immateriale, tra vuoto e mancanza 137

frontiera la quale, invece, delimita due zone omologhe. Il littorale, nel- tri mai. Il suo tacere, il suo non vedere, in virt della posizione del set-
la t raddoppiata che consuona con la funzione della lettera, cos ispira- ting, ma non solo, il suo saper non ascoltare il canto delle sirene delle
ta al tratto della scrittura cinese, delimita invece il senso e il non senso, trappole in cui linconscio del paziente pu trascinarlo con le seduzio-
il senso e il reale, due campi radicalmente eterogenei, come nota Eric ni del lamento, o con le seduzioni di talune sue pantomime immagina-
Laurent nel suo magnifico testo La lettera rubata e il furto della lette- rie, non lo collocano forse l dove egli, proprio nel momento in cui
ra,6 radicalmente eterogenei come il senso e il godimento, alias il rea- loggetto tende a materializzarsi, tramite il suo atto lo moterializza, lo
le del godimento nel soggetto. immaterializza? Lanalista tace, non vede, non sente, fa campeggiare il
Per tornare al nostro soggetto tra due religioni, ma non senza lam- vuoto con queste tre modalit, sempre per tenendo il filo della do-
bire la religione cinese del vuoto, la sua trascendenza immanente, egli manda del paziente, facendo percorrere alle sue domande il giro di ta-
era afflitto da una piccola fobia: sotto i ferri del dentista, veniva colto le vuoto che egli fa avvenire cos.
da unapprensione inspiegabile di fronte allago dellanestesia, inquieto Da un lato, dunque, maneggia e incarna il vuoto delloggetto del
allidea di non sapere fin dove si spingesse lago, contro cosa potesse desiderio, dallaltro, per, ne fa luso di vuoto intermedio, mobilizzato-
urtare, cosa per lui insondabile, ma anche per il dentista, pensava. re, d posto alla domanda del soggetto che farebbe leconomia del vuo-
Luomo, con il suo strumento fallico, va tentoni verso lenigma del rea- to ribaltandolo in mancanza, in domanda di..., che resta insoddisfatta.
le: fino a che punto sa, pu nominare il reale che incontra nella donna, Tra vuoto del desiderio e mancanza della domanda si colloca questa
e nel dente, cio il suo organo? Fino a che punto lago della signifi- inedita figura dellanalista in quanto custode e promotore del tratto di
cazione fallica in grado di agganciare linsondabile? Questo interro- pennello dellanalizzante come creatore ex nihilo di un modo di essere,
gativo ha avuto il suo peso nel consentirgli, finalmente, di scegliere una pi che di un essere sostantificato.
donna, riempiendo alla meglio, in un certo senso, quel vuoto iniziale,
una donna di cui non si sa mai fino in fondo cosa pensa, o meglio, con
la quale non ci si chiarisce mai fino in fondo, di cui resta sempre incon-
sistente la posizione desiderante: le chiedo di chiedermi, dice, ma lei
non mi chiede nulla. Gli chiede nulla, la mancanza torna come doman-
da mancante. Loggetto che essa presentifica per lui tra mancanza
della domanda e vuoto del desiderio. La stabilit, sembra, di questo le-
game, tiene nella misura in cui essa presentifica quella parte di s che
egli aveva sintomatizzato con il vuoto tra due, con il vuoto in lui iner-
ziale, che invece adesso diventata lei, il suo sintomo, lacanianamente
la sua partner sintomo, alla lettera. Ora, infatti, linerzia del paziente,
che stava ore a intrattenersi con la sua sensazione di vuoto, facendo
niente, passata dal lato di questa donna che, a fronte dellattivismo
inedito del paziente, con la sua rimessa in movimento di molte faccen-
de della sua vita, piuttosto inerte e inconcludente.
Infine, veniamo alla posizione dellanalista, che veramente, potrem-
mo dire con un ossimoro, incarna limmaterialit delloggetto quantal-

6 . Laurent, La lettre vole et le vol de la lettre, in La Cause freudienne, n. 43, Navarin,

Paris 1999, pp. 22-33.


Il Tao di Lacan 139

traverso le fibre che compongono il tessuto costitutivo della sua prati-


ca nel pensiero e nel linguaggio, quando in esso si disegnano le condi-
zioni per quella geografia di risorgive tematiche che danno luogo al co-
s consistente e suggestivo florilegio di passi che siamo andati antolo-
gizzando in questi giorni? C, in altri termini un tao di Lacan che si
Adone Brandalise delinea ulteriormente evidenziato qualora lo si inquadri nella pro-
spettiva di una Wirkungsgeschichte, di una storia degli effetti allinter-
Il Tao di Lacan no di Lacan e allesterno di Lacan, nel campo delle sue interazioni con
il reale, quanto pi unistanza, che attraverso il riferimento a esso trova
nomi e movenze discorsive per proporsi, si presenta nello svolgersi del
percorso lacaniano come una manifestazione irrinunciabile delle sue
ragioni ultime?
La marcia davvicinamento alle considerazioni che forse giustifica- Quale che sia la fondatezza dal punto di vista filologico di ci che
no questo contributo avrebbe ragionevolmente previsto lindugio ana- Lacan dice su tutto ci che si aggrega nella sequenza buddhismo-zen-
litico su una sostanziosa serie di luoghi testuali lacaniani (Seminario X, tao, esiste indubbiamente una cosa lacaniana che possiamo chiamare
Lituraterre, Seminario XVIII e cos via). Gli esiti gi maturati dal con- il suo tao. Ed il movimento di questa ci su cui ci si vorrebbe soffer-
vegno Lacan e la Cina sembrano per ridurre al minimo le ragioni di mare ovvero sulla sua portata, per cos dire, sistemica, nellassetto del-
una loro ulteriore narratio, essendo questi stati arati e seminati negli in- la prestazione etica ed epistemologica del pensiero di Lacan e nel suo
terventi precedenti con raccolti particolarmente preziosi, al punto, cre- prolungarsi nella forma della sua fortuna.
do, ormai in questa sede, di poter essere dati per acquisiti, fatta salva la Come stato detto anche durante questo incontro per le opere
possibilit anche per me, a maggior ragione, per altri, di attingervi con darte, ma credo possa valere per gli eventi del pensiero, la storia degli
intenti interpretativi diversi da quelli che si sono sino a questo punto effetti, la storia delle tradizioni indotte, la storia dei fraintendimenti, la
manifestati. storia comunque di ci che si lega a un evento, fa parte di quellevento
Il titolo, Il Tao di Lacan, in realt, risulta dal mantenimento di quel- e va interrogato come parte di una interrogazione sul suo destino, visto
lo che era originariamente un titolo provvisorio: chi parla non un si- come un movimento il cui dispiegarsi immediatamente visibile in una
nologo, n avrebbe la pretesa di fissare, per cos dire, una sorta di dot- sorta di tratto unario che si coglie ovunque nello stile di un pensatore,
trina lacaniana su cosa sia il tao, n, a maggior ragione, una formula in ma che nello stesso tempo non ci mostra mai completamente il suo
grado di catturare questa entit, pressoch imprendibile, che viene svolgimento, se non come suo gesto sintetico, quando si sappia coglier-
chiamata con una temerariet giustificata forse in parte dallesigenza di lo nella sua totalit, paradossalmente aperta e arrischiata, nel presente
offrire alla riflessione una sorta di oggetto transizionale, il pensiero in cui esso radicalmente mette in gioco le proprie ragioni.
orientale. Oggi, infatti, stiamo parlando di Lacan non come di qualcosa di
Lintento qui diverso e si tenter di perseguirlo proponendo nelle onorevolmente defunto, collocato nella nostra storia e affidato, come
sue linee pi essenziali anche scontando il rischio di cedere a tratti a possiamo dire, alle rivisitazioni celebrative legate agli anniversari, ma
un tono troppo apodittico un ragionamento che si proporrebbe di come qualcosa che in vario modo si sta muovendo allinterno di una
dar consistenza ed efficacia alla domanda: cosa accade in Lacan e nel- rete vasta di esperienze di pensiero e di pratiche a esso intrecciate.
leffetto della sua opera quando un discorso che associ il suo nome al Si sottolineato nel corso del convegno, con formule brillanti e in-
tao sembri rispondere a unesigenza non estranea ai motivi di fondo del cisive, un aspetto per cos dire aristocraticamente predatorio dellatteg-
suo insegnamento? E quindi, che cosa tende a emergere in Lacan, at- giamento lacaniano, consistente nellappropriarsi, come diceva Rave-

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 138-147


140 Adone Brandalise Il Tao di Lacan 141

ri,con libert, ma genialmente, di lacerti di una tradizione, conosciu- timore, Marcello Ghilardi, possono autorizzarsi a ritenere che questo
ta quanto basta per insediarvi con felice prevaricazione un segmento sia ci che li spinge a occuparsi del reale esattamente come ci che
del proprio percorso. non cessa di iscriversi, come sappiamo, nei registri del simbolico e del-
Per ci che riguarda modi e significato della presenza di tradizioni limmaginario e che conseguentemente ci porta fuori dalla soggezione
culturali (soprattutto quando avvertite come riconducibili a un gesto a quella cosa che chiamiamo la realt di cui, a questo punto, conoscia-
sintetico che ne mantenga in primo piano un effetto definito), filosofi e mo la natura di formazione immaginaria. E quindi, in un certo senso,
testi letterari in Lacan, anche forse possibile affidarsi a unimmagine qualcosa che ci porta in una direzione nella quale ci che in qualche
diversa, quella della riemergenza e del ritorno di un movimento di risa- modo ci attende lesercizio di un saperci fare con ci che necessaria-
lita che porta in primo piano un implicito divenuto ormai un nodo da mente non potremo sapere.
sciogliere o da intrecciare diversamente. Al fondo, in questo spazio si muove, anche nei suoi effetti per il
Una traccia esemplare quella proposta dalle modalit del rappor- pensiero, la psicoanalisi lacaniana, proponendo in questo senso con-
to tra la voce dei seminari e il dettato degli scritti con un testo-autore- sentaneamente ad alcuni gesti negletti della filosofia, qualcosa che va al
tradizione concentrato nel nome di Freud. Pi che di un ritorno a di l di un sapere, qualcosa, pi precisamente, che va al di l di un sa-
Freud, in Lacan si inscena un ritorno di Freud nel modo che fa s che pere di qualcosa e che propone un saperci fare al di l del sapere per-
Freud sia innanzitutto la cosa freudiana, ovvero, non un presupposto ch, eticamente, ci che noi siamo chiamati a fare risponde a una ne-
culturale ma come movimento in atto della scoperta psicoanalitica. cessit di fare che non ha relazione con ci che ci rappresentiamo star
Freud, come avverr poi per Heidegger, per Cartesio e come avverr fermo di fronte a noi, fissato nella presunta esattezza di un quadro di
per molti testi letterari, qualcosa che in Lacan emerge quando una cose perfettamente conosciuto. esattamente il nostro dover saperci
necessit lo chiama a emergere, quando questi nomi e i loro testi com- fare con i casi della nostra esistenza, che sono esattamente le cose che
paiono l dove risulta evidente, nella pratica lacaniana, che essi opera- non sono mai collocate nellordine delle cose pienamente sapute, se
no nel determinare quelle condizioni di linguaggio che segnano il lin- non altro perch mai davvero finite. In qualsiasi relazione interperso-
guaggio in cui Lacan sta insediando lazione psicoanalitica. Quanto nale, quando interviene la riduzione del cosiddetto altro a qualcosa che
pi risulta evidente che il luogo in cui la psicoanalisi lavora il lin- si ritiene perfettamente conosciuto abbiamo una sorta di omicidio sim-
guaggio, il linguaggio porta in s il segno delle grandi operazioni che bolico e quasi sempre la replica, in qualche modo aggressiva, del pro-
storicamente lhanno determinato e lhanno in qualche modo immesso gettato defunto, definitiva. E sappiamo che questo vale anche quan-
nella determinazione della forma della nostra vita, utilit e danno del- do la pretesa di comprensione prende laspetto di una sorta di innalza-
le forme del linguaggio per la vita, per ricorrere al Nietzsche delle mento delloggetto.
Inattuali. Quindi, in un certo senso, quanto emerge in Lacan, anche Quindi, sembra plausibile vedere nella progressione di Lacan in di-
quando ci avviene imprevedibilmente attraverso il coglimento alme- rezione di ci che chiamiamo, in qualche modo, il tao, il tentativo di
no occasionale di proposte apparentemente non strategiche, in procedere attraverso un complesso di problemi che, appena si esca dal
realt tende a rispondere a una necessit che chiede di mostrarsi come suo gergo, potremmo nominare come questioni di ordine sia epistemo-
tale, imponendo allordine del discorso che laccoglie di mettere in logico che di tipo etico, presenti in maniera sofferta allinterno della
gioco il proprio assetto per mantenersi allaltezza del suo effetto di ve- congiuntura complessiva sia estetica che filosofica del tempo in cui egli
rit. E, daltra parte, al fondo, non si riuscirebbe a immaginare la rile- ha sviluppato la sua esperienza e che per tanti versi segnano, in un cer-
vanza di Lacan se in realt in lui la psicoanalisi non prendesse la forma to senso, costituiscono lo scenario in cui noi oggi cerchiamo le risorse
di una coraggiosa e determinata progressione in direzione di ci che per un nostro possibile pensare.
necessario. E, in questo senso forse, quanti si avvertano lambiti da un Nella sua efficacissima relazione Domenico Cosenza, che in un cer-
soffio di spinozismo simile a quello che denuncia, giustamente senza to senso faceva una volta di pi riferimento alla nozione del wu wei,
142 Adone Brandalise Il Tao di Lacan 143

ovviamente vista nei mille modi che sono stati ricordati, indicava nelle Quando Lacan si lascia progressivamente attrarre dallimmagine o
varie raffigurazioni possibili dellanalista una sorta, per dirla in modo del taglio o del tratto, cos come gli vengono in qualche modo fornite
spiccio, di destituzione soggettiva. Lanalista che va verso lauto-spo- dalla sua antologia di esperienze nel contesto cos detto orientale, pro-
gliazione del panneggio del soggetto supposto sapere, lanalista che ac- babilmente assapora lagio intellettuale procuratogli dalla sensazione di
cetta di farsi oggetto della visione del suo analizzato, lanalista soprat- muoversi in un ambiente mentale in cui ci sia attivamente evidente: il
tutto che si rifiuta al protagonismo narcisistico della interpretazione, tratto come il taglio non qualcosa che questo taglio ha tagliato o che
accettando di tacere. questo tratto rappresenta.
Questa condizione di operoso silenzio rivela una significativa con- Sotto questo profilo, lultima delle immagini di Shitao che stata
sanguineit con una rete di punti alti dellesperienza spirituale nove- proposta oggi, la montagna senza luomo, potrebbe venire ripensata,
centesca, tra loro intimamente solidali nella pratica che agisce nelle lo- per cos dire, in direzione lacaniana e con laggiunta, al fondo non im-
ro opere, al di l delle diverse declinazioni delle loro transazioni ideo- propria, di una velatura nietzschiana, alludendo a una prospettiva nel-
logiche con lepoca. Li associa la comune intuizione di un superiore la quale il linguaggio operi senza soggezione a ci che Nietzsche chia-
confronto con il reale che si apre l dove si accetti di muoversi oltre lo mava lAllzumenschliches, il troppo umano, ovverosia la riduzione del-
spazio perimetrato dai riti fondativi del moderno. la potenza che si manifesta nellumano nei limiti di una convenzionale
Lo spunto prima ricordato a proposito dellintervento di Cosenza e umanistica rappresentazione dellidea di uomo.
trova una sua espansione in un complesso di situazioni poetiche che Insomma, non c unaltra via per la singolarit umana diversa dalla
nellopera poetica di Pessoa, si raccolgono attorno alla nozione di abdi- sua iscrizione allinterno del tegumento identitario?
cao, a cominciare dalla lirica che porta questo stesso titolo, in cui i Ritornando a Pessoa, essere re di s non significa disporre di se
simboli della regalit vengono lasciati cadere come in un rito di svesti- stessi come padroni, quanto piuttosto in ci si mostra essenziale lat-
zione in cui la liturgia si perfeziona in una sapiente autodissoluzione, to dellabdicazione , consistere indipendentemente da una padronan-
cos come in versi dovuti alleteronimo Ricardo Reis, si invita a lasciar za identitaria, che poi a ben vedere listanza che alimenta nelle sue
cadere dalle mani i fiori prima che siano appassiti, immagine di una ve- manifestazioni pi compiute il tema, cruciale in questepoca, dellari-
rit temporale, di una verit che non il contenuto presunto vero di stocratico.3 E, daltra parte, aderendo al gesto dellabdicazione dipinto
una affermazione, ma una verit-evento, a cui quintessenziale il dalla citazione di Pessoa, si finisce per evocare il rivolgimento forse de-
tempo, la gestualit che la caratterizza. Abdica/E sii re di te stesso cisivo dellorizzonte poetico, forse il pi alto nel contesto novecente-
il noto aforisma che stringe in estrema sintesi questo motivo.1 sco, quello in cui a una poesia del dire, quello della antica Dichtung,
Cosa significhi in Pessoa essere re di se stesso, cosa che forse sve- nel senso in essa ravvisato da Heidegger, il dire che proclama ad alta
la il suo volto meno scontato quando si pensi a un luogo, quasi altret- voce la parola attorno alla quale prende forma la nostra patria monda-
tanto divulgato dei suoi scritti esoterici, l dove si afferma che quando na e cerca un senso lintento dellespressione soggettiva, si sostituisce
si candidati a entrare nellordine templare non si ancora al suo in- quella segnata dallintuizione della centralit dellascolto. Nel Nove-
terno mentre quando vi si stati ammessi gi si fuori di esso.2 Que- cento una poesia che ascolta, ovverosia una poesia che trova il suo pro-
stimmagine germina da quella di una soglia: in realt non c lo spazio prio in unintonazione della parola che ascolto e non dizione, che ro-
prima della soglia, non c lo spazio dopo la soglia. C la soglia! Lo vescia, per cos dire, il dire delle parole che si diffondono nel mondo,
spazio e il tempo che si rappresentano prima e dopo di essa sono mo- in una parola che ascolta il loro vissuto, diviene anche apertura al-
menti di ci che in essa si opera. lascolto di suoni e gesti altri, che prorogano il percorso dei desideri

1 F. Pessoa, Una sola moltitudine, vol. 1 e 2, Adelphi, Milano 1979-1984. 3 In proposito si rinvia a A. Brandalise e M. Mancini, Corpo e rappresentazione nellarche-
2 F. Pessoa, Pagine esoteriche, Adelphi, Milano 1997. tipo della corte, in Il Centauro, n. 15, 1985, pp. 71-96.
144 Adone Brandalise Il Tao di Lacan 145

che la animano verso condizioni inedite per la sua langue. Come in coanalisi senza la psicoanalisi e la psicoanalisi c quando c, n pu
Mallarm e pi tardi in una cuspide della ricerca poetica novecentesca, evidentemente essere ridotta a delle parole senza pratica, senza pratica
di cui forse compiutamente riconosciuta leccellenza artistica ma non del pensiero innanzitutto, oltre che senza effettiva pratica clinica.
forse in tutto avvertita la richiesta rivolta al pensiero, come Paul Celan, Pensando alla filigrana sensoriale che si comunica al tatto intellet-
dove la limpida evidenza del gesto poetico si espone inerme alla sua in- tuale del lettore in pagine come quelle di Lituraterra,4 si colpiti da co-
decifrabilit per i mots de la tribu, cos alcuni passaggi a oriente rile- me si metta allopera il principio dellimpermanenza in una direzione
vanti nel nostro paesaggio culturale rispondono a un richiamo che po- che rimette in gioco il disegno teorico sotteso al rapporto tra piacere,
co ha a che fare con la seduzione dellesotico e che proviene piuttosto godimento e limite. E, ad avviso di chi scrive, si profila la plausibilit di
da una ineludibile torsione metamorfica allauto-oltrepassamento ope- un rinvio a un contesto tematico connesso peraltro strettamente allam-
rante in ci che massimamente proprio della nostra tradizione. biente storico-culturale in cui si origina la psicoanalisi, quello che si ag-
In Lacan tale clinamen si situa nel solco del tentativo di operare nel grega attorno alla tensione tra vita e forme, che probabilmente trova
linguaggio non soggiacendo a condizioni che in esso si rivelano intrin- nellimmagine della Verwandlung rilkiana la sua sintesi poetica pi in-
secamente conflittuali rispetto alle evidenze e agli effetti indotti dalla tensa e che contiene come propria fondamentale esperienza quella in
scoperta che si reitera in ogni evento in cui agisca la psicoanalisi. Que- cui la forma mostra come luogo della sua perfezione non quello della
sta intenzione si traduce essenzialmente in quello stile lacaniano la sua chiusura ma quello del suo originarsi e risolversi in altro, in un flus-
cui caratteristica, spesso vissuta come sconcertante, sta essenzialmente so nel quale il poeta appena ricordato scorgeva la melodia delle cose.
nello svuotare il posto dove ci si attenderebbe il pieno di una dottrina Nellimmaginario cresciuto in tale clima risalta una figura, quella della
esplicita, dove in luogo della parola che dovrebbe riempire laspettati- ballerina che tocca per un istante col piede la terra e ne rimbalza come
va di un significato si disegnano i percorsi nel fare del linguaggio che si impaziente del contatto, quasi un warburghiano pathosformel. La sua
congiungono nel produrre al suo posto il vuoto in cui qualcosa accade, apparizione pi nota quella che la vede protagonista de Lanima e la
un movimento che deve non cessare di destrutturare le proposte di danza di Paul Valry,5 ma non andrebbe trascurata quella, meno squil-
senso che ne ostruirebbero la possibilit. lante ma non meno evocativa, che si segnala nella seconda premessa al
Non a caso, nel clima che si forma nella sua ricerca quando si pro- terzo saggio su Luomo Mos e la religione monoteistica (FO, 11), dove
fila il suo tao, Lacan inclina a lasciar intendere lopportunit di non re- Freud ricorre alla similitudine tra il proprio pensiero in quellopera e la
stare abbacinati dagli schemi e dalle formulazioni matematizzanti via danza di una ballerina che resta miracolosamente in equilibrio sulla
via proposti nel corso del suo insegnamento. Essi non sono la scoperta punta di un piede.
filosofica, una volta di pi troppo e troppo poco filosofica, di una sor- Quando il piede tocca terra deve sostarvi il meno possibile perch
ta di rappresentazione vera di come stanno le cose, quanto un effetto la danza sia danza, cos il pensiero e il linguaggio, per non pietrificarsi
da consumare allinterno della pratica, parte di un operare nel cui mo- nella supposizione dellesistenza di un metalinguaggio che dica morti-
vimento la loro ragion dessere si compie. Non possono essere metafi- feramente tutto il vero su di essi, devono indugiare il meno possibile su
sicizzati, anzi, il loro compito sta nellesercitare un taglio netto nei con- quella loro componente rigida, che fonda il mondo presunto vero dei
fronti di questa possibilit. fatti oggettivi e del senso comune, in cui le cose stanno piuttosto che
Per dirla en passant, Lacan perfettamente consapevole che una accadere.
porzione vastissima di ci che chiamiamo psicoanalisi pu essere rite-
nuta un suo contro-movimento. Come si pu costatare tutte le volte
che si incontrano discorsi farciti di termini analitici e di fraseologie 4 Per un pi esteso sviluppo di questa prospettiva A. Brandalise e E. Macola, Passaggi ad

Oriente (il tratto e il taglio), in Scenari dellangoscia, a cura di E. Macola e A. Turolla, Borla, Ro-
analitiche, a volte anche lacaniane, in cui la psicoanalisi non c, perch ma 2008.
le parole della psicoanalisi, le frasi della psicoanalisi, non sono la psi- 5 P. Valry, Lanima e la danza, in Tre dialoghi, Einaudi, Torino 1990.
146 Adone Brandalise Il Tao di Lacan 147

Forse qui possono appoggiarsi alcune considerazioni, nel nostro Lacan, in tal senso, si propone forse come uno dei pi formidabili
caso conclusive ma in s aperte a ulteriori sviluppi, volte a registrare tentativi di portare la lingua dellesperienza intellettuale occidentale ol-
leffetto del tao di Lacan sulla forma del nostro concepire e praticare il tre i propri limiti costitutivi e il suo tao ne rappresenta un tratto non
rapporto con la grande silhouette dellOriente. marginale.
Da Lacan, quando ci si disponga lattrazione reciproca tra culture,
per ricorrere a una metafora musicale unutile indicazione di tonalit,
che ci consenta, forse, di stare lontano da troppe stonature.
Non mi sembra se ne sia ancora richiamato in questo convegno, tra
i molti topoi del lacanismo, laffermazione non c rapporto sessuale.
Quando Lacan dice non c rapporto sessuale, dice, in altro mo-
do, ci che gi viene esposto nellalgoritmo S/s, dove si spiega che il si-
gnificato semplicemente il posto nel quale transita un significante
passando non senza effetti sotto la barra.
In questo caso ricordare che non c rapporto sessuale vuol dire
che tutta la nostra conoscenza di ci che chiamiamo lOriente un av-
venimento interno al percorso del nostro pensiero e della nostra tradi-
zione. Questo non vuol dire che tutto ci che allora noi pensiamo di
questo Oriente altro non sia che una vana sollecitazione dellimmagi-
nario, ma che ci che sta avvenendo corrisponde a una necessit della
nostra vicissitudine che proprio attraverso ci che porta allestremo il
suo percorso, si trova in relazione con quanto procede da unaltra ma-
trice e quindi non d luogo a una qualche fusione, ma a un evento in
qualche modo nuovo allinterno del nostro pensiero che non n
unappropriazione salvifica di una tradizione altra, n tanto meno una
nostra devoluzione ad altro. sostituzione. qualcosa che per ci con-
sente di svuotare provvidenzialmente le eventuali pretese di riempi-
mento fondativo della nostra tradizione.
Sotto questo aspetto Lacan fa parte di una grande sequenza di av-
venture dellesperienza spirituale novecentesca europea in cui al culmi-
ne della ricerca linguistico-concettuale il nostro pensiero si rotto in
direzione dellascolto di tradizioni altre che ci consentono di sforzare
sul loro palinsesto le risorse del nostro linguaggio nel tentativo di ride-
terminarne le condizioni. Per non limitarci alla Cina, baster pensare a
quanto con Henry Corbin e Louis Massignon avvenuto nel contesto
francese a proposito della grande tradizione mistica islamica, persiana
e araba, luoghi dove trovare non laltra lingua che ci salva o ci integra,
ma chiedere alla nostra lingua un nuovo sforzo, oltre se stessa, al cuore
di se stessa.
Il tratto di Shitao 149

di mezzo,2 che un altro libro molto importante; poi mi riferir ovvia-


mente a Figure di pensiero3 di Giangiorgio Pasqualotto. Il tema sul
quale vorrei far convergere la vostra attenzione, nel tempo che mi as-
segnato, quello che prende il nome di unico tratto di pennello: una
questione per noi davvero complessa. Lunico tratto del pennello, si af-
Carlo Sini ferma perentoriamente, contiene tutte le cose. Le diecimila cose, co-
me anche si ama dire. Che cosa vuol dire che un tratto di pennello con-
Il tratto di Shitao tiene tutte le cose? Mi introdurr nella questione citando un grande te-
sto, il libro di Franois Cheng,4 che contiene una silloge di figure e che
affronta, in un passaggio importante, il tema dellunico tratto di pen-
nello. Scrive Cheng: Dalla scrittura alla pittura, il cinese non ha vera-
mente limpressione di cambiare genere (gi questo naturalmente
Da come pronuncio Shitao si manifester subito la mia ignoran- importante) e luna e laltra appartengono ad uno stesso ambito, este-
za e, in effetti, imbarazzante parlare di un argomento cos complesso tico quanto spirituale: larte del tratto.5
vicino a Marcello Ghilardi e, idealmente, al suo maestro, cio lamico Nei suoi discorsi, Shitao torna continuamente alla nozione che, in
Giangiorgio Pasqualotto. Mi sento come quelli che sproloquiano di certo modo, il perno della sua teoria: lunico tratto del pennello. Per
musica, ma non sanno neanche leggere le note del pentagramma. Tut- lui, il tratto eseguito dal pennello non una semplice linea tra le altre,
tavia bisogna dire che, se necessario creare, come cominci a fare il una linea anonima, sprovvista di senso. Tracciare, per lui, significa gi
grande Fenollosa, sempre pi ponti tra la cultura e lestetica orientale e dire. La nostra prima impressione che qui si cominci a procedere per
il mondo della cultura occidentale, dobbiamo darci da fare con umilt, metafore: cosa significa che tracciare gi dire? Con il suo attacco, il
cercando di comprendere quello che alla nostra portata. suo sviluppo, con il gioco sottile dei pieni, dei vuoti e dei filetti, il trat-
noto che, essendo di famiglia legata con la famiglia imperiale, il to insieme forma e movimento, volume e valore tonale, espressione e
nostro pittore sub lo sterminio dei suoi parenti, nel passaggio da una volont. Questi sono tutti aggettivi che andrebbero spiegati e analizzati
dinastia allaltra; lui venne salvato da un servo, che lo rifugi in un con- uno per uno. Il tratto espressione e volont, quindi non soltanto il
vento. Di qui cominci la sua avventura di pittore (gi la parola pitto- risultato, ma anche latto che produce il risultato; un risultato che
re in senso occidentale naturalmente poco adeguata), fino ad avvici- messo in questione in questa visione globale. Esso forma di per s
narsi al Tao e a compenetrare la sua pittura di tutta la pi alta cultura ununit vivente capace di infinite variazioni. In questo senso anche
della tradizione cinese. noto a tutti che, in Cina, la pittura non sol- una sorta di equivalente, di traduzione visiva, del soffio. Il soffio ri-
tanto unarte: la pittura anche scrittura, la scrittura anche pensiero, manda allenergia, al polo supremo, ma anche al vuoto: analogie, dicia-
e il pensiero anche visione cosmologica della vita. mo cos, di un principio fondamentale che difficile cogliere nel pen-
Il punto sul quale cercher di riflettere una tesi famosa di Shitao. siero cinese, ma ci torneremo. Principio, cominciamo a dire, che pu
Ne trovate unanalisi approfondita in questo Trattato sulla pittura1 che
ho con me, testo che Marcello Ghilardi ha tradotto e commentato, aiu- 2 AA.VV., Sentieri di mezzo. Tra Occidente e Oriente, a cura di M. Ghilardi e E. Magno, Mi-
tandoci a entrare in questioni molto tecniche. Consiglio anche Sentieri mesis, Milano 2006.
3 G. Pasqualotto, Figure di pensiero. Opere e simboli nelle culture dOriente, Marsilio, Vene-

zia 2007.
4 F. Cheng, Shitao 1642-1707. Il sapore del mondo, tr. it. di G. Cillario, Pagine Darte, Mila-
1 Shitao, Discorsi sulla pittura del monaco Zucca Amara, edizione integrale a cura di M. Ghi- no 1999.
lardi (prefazione di G. Pasqualotto), Jouvence, Milano 2014. 5 Ivi, p. 31.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 148-155


150 Carlo Sini Il tratto di Shitao 151

considerarsi lunit di base delluniverso vivente. Quindi, il tratto ma- Cheng cita direttamente il Trattato sulla pittura di Shitao: Per quanto
nifesta lunit di base di tutto ci che : il soffio, lenergia, il supremo lontano andiate, per quanto in alto vi spingiate, dovete cominciare con
polo, il vacuum assoluto entro il quale si generano, come nella chora un semplice passo; di conseguenza lunico tratto del pennello abbrac-
platonica, tutti gli esseri i diecimila esseri di cui il tratto, che cos? cer tutto fino alle lontananze pi inaccessibili e su diecimila milioni di
forse la rappresentazione, lequivalente, oppure uno dei diecimi- tratti di pennello non ve n uno il cui inizio e la cui conclusione non
la esseri? Non lo sappiamo ancora, e forse non lo sapremo neanche alla siano racchiusi in quellunico tratto del pennello del quale solo luomo
fine del mio discorso, ma certamente cercheremo di avvicinarci a capi- ha il controllo.7
re che cosa c dietro queste espressioni. evidente che la lingua, la Ogni scrittura, ogni pittura, ogni ideogramma una miniatura, non
lingua che noi frequentiamo (ma anche la loro, evidentemente, la lin- una metafora; noi procediamo per metafore, come quando parliamo
gua cinese, se poi devono dipingere oltre a dire), non adeguata a (del tutto indebitamente, direbbe Kant) del Dio buono e provvidenzia-
esprimere questa cosa. Pu soltanto portarci vicino, farcene appunto le; per loro si tratta invece di miniare il mondo, cio di mostrare, di esi-
scorgere obliquamente qualcosa. Ma non si tratta mai di un verbum bire, di porre il microcosmo come miniatura del macrocosmo e di leg-
per noi immediatamente traducibile. Vi ricordo, come orientamento gere nel microcosmo il macrocosmo. Con queste espressioni ci pare di
(non posso far altro che procedere per colpi di pennello, diciamo cos, avvicinarci a loro, per esempio grazie alla scuola platonica dei fiorenti-
molto impressionistici), che la nostra cultura nasce dal verbum. In prin- ni, di Marsilio Ficino e di Pico della Mirandola; ci devessere un Plato-
cipio era il logos. La loro cultura nasce dal tratto, perch il loro libro ne che ci unisce da qualche parte o nel profondo, pensiamo. Continua
fondamentale e primordiale non propriamente un libro; , come si sa, Shitao: Luomo pu rendere in miniatura unentit immensa senza
una combinatoria di linee intere e spezzate. Poi commentate, certo, nei perderne nulla se fin dallinizio lo spirito se ne forma una visione chia-
secoli, ma tutto si messo in moto attraverso tratti e non verba. ra; allora il pennello giunger sino alla radice delle cose.8
evidente che non ci pu essere qui un dio creatore, il quale secon- Fin dallinizio lo spirito deve farsene unimmagine chiara: per capi-
do un certo logos, ecc. Quello cinese un altro mondo, meraviglioso re una cultura bisogna capire le cose pi materiali, pi semplici, pi
certo, ma un altro. E allora si capisce la difficolt per cui con le parole concrete, e qui si tratta di un pennello, dellinchiostro, dellacqua, si
queste cose alle quali alludiamo non si possono dire, sicch non a caso tratta della carta, e quindi, come accade con lacquarello, che non si pu
essi dipingevano e non a caso scrivevano altrimenti, e non a caso scrittu- correggere, bisogna avere prima, dentro di s, lo spazio in cui la figura
ra e pittura non erano poi cose diverse; calligrafia e dipinto non erano prende forma; poi bisogna avere labilit di lasciarsene completamente
appartenenti, come dice Cheng, a un genere diverso: erano un fare la investire, riempire e travolgere; e poi, finalmente, passare allesecuzione.
stessa cosa. Infatti, i quadri del nostro Shitao, ma non soltanto i suoi, so- Tutto questo esige quindi una visione, grazie alla quale il pennello giun-
no accompagnati da poesie, cio da altre figure nella scrittura tipica ger fino alla radice delle cose (questo non labbiamo ancora capito).
dellideogramma. Scrive ancora Cheng: Dominando il tratto, come pu- Shitao dice: Quando la suprema semplicit [il polo supremo] si dis-
re le molteplici righe o punti che ne derivano e che i pittori fin dai tem- sociata, subentrata la regola dellunico tratto del pennello.9
pi antichi si sono impegnati a denominare in maniera fantasiosa (lelen- Lestrema o suprema semplicit il mondo grezzo naturale e pri-
co sembra scritto da Borges, ve ne leggo un esempio: pietra di allume, mordiale, lalbero come albero. Ovviamente non c mai lalbero co-
oppure anche senzossa questi sono modi di indicare come fatto il me albero, perch c gi il tratto del pennello, perch lalbero labbia-
tratto); nominando in questa maniera fantasiosa, lartista in grado di mo gi sempre tradotto e rappresentato; lha detto prima: Solo nel-
raffigurare in modo superbo sia le strutture interne che le infinite meta-
morfosi del mondo sensibile, ma lasciamo la parola allartista.6 E qui 7 Ibidem.
8 Ivi, p. 32.
6 Ibidem. 9 Ibidem.
152 Carlo Sini Il tratto di Shitao 153

luomo c il potere del tratto. Ma quando siamo entrati nel tratto, ne sul fatto che, quando noi diciamo la lettera, pensiamo una cosa di-
siamo anche usciti dallestrema semplicit, cio, par di capire, dal versa da quella che pensano i cinesi; quindi, dobbiamo prendere la cosa
mondo senza luomo, da una natura ancora incontaminata e in questo alla lettera nel modo loro, per quanto ci possibile avvicinarci a loro.
senso pura; quando noi abbiamo tradotto questa natura incontamina- Ricorder semplicemente una cosa, che tutti sanno (anzitutto, co-
ta mediante lazione dellunico tratto del pennello, ecco che ci siamo loro che studiano queste cose): che latto del dipingere, ben lungi dal-
dissociati dalla semplicit originaria ed subentrata la regola dellarte, lessere una semplice arte (nel senso occidentale e aristotelico del ter-
la regola del tratto. Una volta stabilita questa regola, scrive Shitao, mine, o crociano, se preferite), latto del dipingere unazione cosmo-
si manifestata linfinit delle creature, perci stato detto: la mia logica. Sostanzialmente unazione rituale, cio unazione ritmica ri-
Via quella dellunit che abbraccia luniversale (il tutto).10 Com- to e ritmo dicono, infatti, la stessa cosa. Si tratta di tornare continua-
menta Cheng: Non si potrebbe esprimere meglio la funzione nostal- mente allimmemorabile, di evocare ci che si perduto per sempre e,
gica dellarte.11 Larte, infatti, sempre memoria del primordiale, poi- in questo senso, quindi, disegnare i confini delluniverso in quanto uni-
ch lessere umano sempre e anzitutto memoria dellarcaico, di ci verso, di cui luomo il tratto rimemorante esplicativo ed espressivo.
che era in principio, diremmo noi: ogni parola, ogni tratto, ogni gesto, Questo bello da dire in generale e in astratto; bisogna invece capirlo
in quanto ha perduto lestrema semplicit, loriginaria nudit del mon- secondo la concretezza del pensiero cinese, che ha molto da insegnarci
do, in quanto ha rivestito quella nudit di parole, di norme, di regole, su questo piano. E la concretezza questa: che ogni componente della
di procedure e di comportamenti, in quanto questo sempre gi acca- pittura e dellatto di pittura, e vi prego di non distinguerli, anche se noi
duto, ogni norma, ogni comportamento in s la memoria dellimme- siamo portati a farlo, a dire un conto il pittore (sono affari suoi), noi
morabile, la memoria di quello che ricordato solo in quanto perdu- invece consideriamo che cosa fa o meglio che cosa ha fatto, cio la sua
to, rimemorato perch dimenticato, e proprio per ci nostalgicamente opera; no, l non cos: concretamente il che cosa ha fatto, che cosa
rianimato e rivissuto. Questa poi lintera cultura umana, nel senso ci- fa, che cosa sta facendo e il risultato sono ununica cosa. Questa opera-
nese di queste espressioni; tutta la loro (e la nostra) cultura questo ri- zione va sondata, guardata, considerata in tutti i particolari che ne
cordo perduto dello stato di natura, se vogliamo usare delle espressio- compongono il tratto, appunto, e ognuno di questi particolari cosmi-
ni a noi familiari. Non si potrebbe esprimere meglio la funzione no- co, nellottica cinese, una concentrazione di quellenergia, di quel sof-
stalgica dellarte, che sempre e ovunque cerca disperatamente di ricol- fio di cui parlava Cheng.
legarsi al di l dei canoni dellirrinunciabile regola con lunit primor- Innanzitutto, si tratta di possedere i colori, cio materie del mondo
diale, con la suprema semplicit, la quale per la sua essenza si situa al naturale che siano idonee (perlopi si tratta del colore nero, ma non
di l di ogni regola.12 solo dellinchiostro nero); qui c una ricerca concreta; questo i nostri
Veniamo, dopo queste precisazioni, alla questione dellunico tratto pittori del Rinascimento non lo sapevano ancora: andare alla ricerca
di pennello che contiene in s le diecimila cose, cio tutte. Pasqualotto vi delle cose naturali da cui trarre il colore. Ma ognuna di queste cose
dedica alcune meditazioni nel suo libro. Si chiede se questa sia unesem- una concentrazione dellenergia tra i due poli, che per i cinesi sono
plificazione o se si deve prendere alla lettera ci che essa dice. La mia ri- fondamentali, come tutti sanno, che sono Yin e Yang. Yin, Yang e il
sposta, per dir meglio la mia proposta, che dobbiamo prendere alla vuoto, il vuoto che, attenzione, quel luogo della soglia che deve esser-
lettera quello che detto. la via pi difficile, ma non bisogna appunto ci, se c questa oscillazione tra Yin e Yang. La soglia, quel nulla deve
farsela facile. Dobbiamo prendere le parole alla lettera intendendoci be- esserci, ma non dite niente, perch questo un dire occidentale, che
non allaltezza di quel pensiero: il nulla quel luogo che non anco-
10
ra Yin e non ancora Yang, ma il luogo della loro trasformazione, del
Ibidem.
11 Ibidem. loro movimento, della loro implicazione e co-implicazione. Questo
12 Ibidem. vuoto, che il principio universale, non trascendente, perch sem-
154 Carlo Sini Il tratto di Shitao 155

pre immanente, nel pensiero cinese. l, nella trasformazione, non e s: Mah, speriamo di vendere qualche quadro. No, non questa
che stando al di l, poi, dopo Yin e Yang, c il polo supremo. Il polo lottica. Lazione coinvolge in maniera diretta, esclusiva e fortissima co-
supremo in ogni momento di trasformazione, trasfigurazione, meta- lui che dipinge. Colui che dipinge celebra un rito: deve preparare il
morfosi. Tutto il pensiero cinese , infatti, un pensiero della meta- corpo, deve preparare la mente, deve preparare il cuore, deve prepara-
morfosi, non un pensiero del principio in principio era il logos ; re gli strumenti, e soltanto lunit organica e dinamica di questa pratica
un pensiero della genealogia, diremmo noi, con i nostri termini: da do- ci che i cinesi intendono quando dicono tratto.
ve una cosa viene, da dove uno dei diecimila esseri viene e, quindi, do- E allora molto evidente, o forse si comincia a intuire, che se un
ve va e come si trasformer. La pittura eminentemente cosmologica tratto di pennello comporta questa completa invasione, diciamo cos,
perch ha a che fare con cose, cose che incarnano lo Yin e lo Yang, per della vita vivente delle cose e di colui che ne fa uso e le mette in prati-
esempio ha a che fare con una barretta che contiene, concentrato, il co- ca, se tutto compenetrato in un singolo gesto, allora il tratto di pen-
lore; e poi con una vaschetta sempre Yin e Yang, in ognuna di queste nello , io vorrei dire, lemblema o il modello, che forse non sono le pa-
cose. La vaschetta in discesa, si pu grattarci sopra la barretta e allo- role giuste, ma certamente il capostipite di ogni azione. Il tratto di
ra la polvere del colore scende nellacqua, evidentemente altra cosa. pennello non ha differenza di genere rispetto allo sgozzare lagnello,
Abbiamo poi il pennello, fatto in modo che possa lasciare linee di vario seminare il campo, partorire un essere umano, preparare il t, dove le
genere: il filetto, la linea grossa, la linea con il vuoto dentro. Questo cose sono Yin e Yang, dove il mio corpo Yin e Yang, dove tutto acca-
un capolavoro: lasciar trasparire il vuoto nel pieno. Ma il vuoto di tutti de nel vuoto del principio supremo e quindi tutto accade nella relazio-
i vuoti , ovviamente, la carta. La carta non la metafora, ma la minia- ne cosmica tra il tutto e le parti, con la differenza che la pittura questa
turizzazione del vuoto. Che l, nel bianco della carta; ma la carta, a relazione anche la scrive. La pittura la traccia, e quindi insegue tutte le
sua volta, un procedimento molto complicato, che i cinesi elaboraro- cose seguendo il corso di uninfinita nostalgia. In questo senso, la pit-
no mille anni prima che arrivasse in Europa e che ne derivasse il libro. tura cinese non soltanto una realizzazione emblematica della vita
Soltanto quando arrivata la carta abbiamo potuto costruire quel fon- umana, ma anche la sua pi alta e pi completa rappresentazione.
damento della nostra cultura fino a oggi (oggi cominciano un po a Finalmente si capisce perch giusto dire e si deve dire, come i ci-
cambiare le cose) che il libro. nesi dicono, che la pittura, nella loro ottica, il culmine della cultura.
Bene, non abbiamo finito. Non ci fermiamo certo al pennello! A Qualcosa del genere o di non troppo lontano succedeva anche nella
questo punto bisogna parlare della mano, delle dita, del polso, del pittura italiana del Rinascimento. Leonardo pensava che la pittura
braccio... fino al cuore. Cuore per un cinese vuol dire, un po come per scienza, che non solo arte, perch conoscenza profonda dei corpi, e
i filosofi presocratici per cui anche il pensiero nel cuore, sede delle quindi via di comprensione e di penetrazione della natura. E cos c
emozioni: l dove deve formarsi lidea prima di essere gettata sulla car- stato un periodo nel quale se si doveva dipingere un cavaliere, non si
ta. Ecco, importantissima questa notazione. Noi abbiamo separato partiva dallarmatura, da ci che in ultimo si vede. Si partiva dallo
soggetto e oggetto. I cinesi non hanno neanche una grammatica per scheletro del cavaliere, poi lo si riempiva di carne, poi lo si vestiva e so-
potere separare il soggetto e loggetto, perch per loro non quella la lo allora si arrivava allarmatura. Questo grazie alla pittura a olio, che lo
strada: non si pu tradurre la lingua cinese in una grammatica, non consente. Un pittore cinese non pu fare questo. Deve andare imme-
avrebbe alcun senso; la grammatica da loro non esiste! Quello che diatamente alla struttura del pieno e del vuoto, del nero e del bianco,
importante comprendere che nellottica cinese le cose, gli esseri che dello Yin e dello Yang. Allora forse si intuisce che cosa si agita dietro a
vengono allesistenza, per esempio il tratto di pennello, non sono mai questo tema dellunico tratto di pennello. Certo parlarne utile, im-
disgiunti dalla pratica che li mette in azione, cio dalle operazioni; sic- portante, perch ci dispiega universi sconosciuti, almeno per me. Ma
ch, dipingere non qualcosa che si fa per il museo o per la mostra, un cinese credo che direbbe: Perch ti agiti tanto? Fallo e non chiac-
cos che i visitatori accorrano e il pittore, seduto in disparte, dica tra s chierare oltre il necessario!. Quindi mi fermo qui.
Il gesto, lo sfondo, limmagine: tra Shitao e Lacan 157

co, ma costituisce un altrove, uneterotopia per dirla la Foucault


che consente unoccasione di chiarificazione e riflessione sulla pratica
psicoanalitica, sul movimento cui essa d corpo. La dimensione della
scrittura e del suo peculiare gesto pu dar luogo a un percorso utile
per dipanare alcuni fili che intessono il rapporto intrattenuto da Lacan
Marcello Ghilardi con il mondo dellAsia orientale anche il riferimento al Giappone
compare nelle pagine del Seminario XVIII, in seguito a diversi riferi-
Il gesto, lo sfondo, limmagine: tra Shitao e Lacan menti e citazioni tratte dalla tradizione cinese.
La dimensione del gesto che emerge dalle pagine del trattato sulla
pittura di Shitao intitolato Gugua hesheng huayulu
(composto nei primi anni del XVIII secolo) una porta daccesso utile
per costruire un percorso tra il pensiero dello stesso Shitao e quello di
In che senso e a quali condizioni un incontro fra il pensiero di Jac- Lacan, per disporsi a un ascolto che voglia intenderne possibili corri-
ques Lacan e lesperienza di un pittore e di un teorico dellarte come spondenze. Il gesto, in Shitao e pi in generale per i letterati cinesi,
Shitao (1642-1708 ca.) pu essere fecondo e non semplicemente prete- il terreno privilegiato dellincontro tra ci che in termini prettamente
stuoso o superficiale? Mi pare sia importante mantenere come una sor- occidentali potremmo chiamare luniversale e il singolare. Da un lato vi
ta di viatico o ipotesi di lavoro lidea che culture ed esperienze dissimi- sono la forma figurata, la tecnica, la tradizione, il segno tracciato se-
li, lontane nel tempo e nello spazio, possano fecondarsi a vicenda an- condo i modelli ereditati e appresi con cura; dallaltro vi la singolarit
che grazie e non nonostante il rischio di fraintendimenti, appro- unica di quel tratto, di quella mano, di quella sensibilit che permette
priazioni, incomprensioni o interpretazioni viziate da proiezioni sog- alla tradizione di attuarsi e di rinnovarsi. Nel gesto si esprime la rela-
gettive. Il s non esiste se non come continua dispersione, diffrazione zione tra luniversalit della tecnica e del modo corretto di tracciare un
di segni e di sensi, in una costante apertura allaltro che lo inquieta, lo segno che uno, uguale per tutti, codificato in modo rigoroso al fine
attraversa e ne irriga i territori meno accessibili: si pu dire allora che della trasmissione e dellapprendimento e la singolarit del farsi di
vi apertura di senso e costruzione di intrecci inediti e positivi anche ogni tratto poich ciascuno lo traccia a suo modo imprimendovi la
se vengono accostate forme di pensiero che presentano a un primo propria qualit energetica, pur nel rispetto delle regole formali. Ogni
sguardo pochi punti di tangenza. Non si tratta qui, del resto, di co- volta un segno tracciato quel segno e non un altro; e non mai un se-
struire esegesi incrociate n comparazioni corroborate dal massimo ri- gno astratto, scorporato dalla peculiarit e dalla contingenza nella qua-
gore filologico ma di vedere come, a partire da alcuni particolari punti le si inscrive.
di osservazione, un certo regime di pensiero e di parola possa reagire Inoltre loriginariet del gesto non mai un inizio assoluto, poich
con un altro. Non si pretende dunque di illuminare e chiarire ogni inscritta in una serie di gesti precedenti, a loro volta condizionati da
aspetto, tanto meno di comporre un mosaico in cui ogni singolo pezzo altri gesti e da altre pratiche. Il breve trattato di Shitao si apre con un
collimi con gli altri a formare un insieme prudentemente coerente. In capitolo, il pi famoso, intitolato Lunico tratto, yi hua .1 Su
questa sede vorrei piuttosto dare occasione di manifestarsi a una sorta questo tema Lacan avr modo di insistere con la nozione di trait unai-
di corpo a corpo tra esperienze diverse ma non incompatibili di parola re, riprendendo lo einziger Zug di Freud. In Shitao lunico tratto assu-
e di trasformazione del s. me il valore intensivo a partire da cui ogni altro gesto o tratto si dispie-
Il rapporto di Lacan con Shitao ma pi in generale con la cultura
e la scrittura cinese non certo improntato a uno studio analitico. La 1 Cfr. Shitao, Discorsi sulla pittura del monaco Zucca Amara, edizione integrale a cura di M.
Cina non per Lacan un argomento di studio filologico o antropologi- Ghilardi (prefazione di G. Pasqualotto), Jouvence, Milano 2014, pp. 61-62.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 156-167


158 Marcello Ghilardi Il gesto, lo sfondo, limmagine: tra Shitao e Lacan 159

ga. metafora di ogni gesto che racchiude in s, in potenza, la totalit vece luno nellaltro, risuonano e si bilanciano. Il pensiero cinese non
dei gesti, o meglio, la qualit espressiva del darsi di ogni gesto. il cor- dissocia allorigine immagine e fenomeno, non separa mai interamente
relato oggettivo, il modo singolare che significa le-venire di ogni gesto, laccadimento (il fenomeno) dalla riproduzione (limmagine), non se-
il fatto che vi sia gesto, tratto, segno pittorico. In questo senso pu in- para il piano dellimitazione duplicativa dellessere o delloggetto [...]:
tendersi anche come il gesto per eccellenza che si deposita sul foglio di questo basta a tagliar corto con una concezione mimetica dellimmagi-
carta, il tratto di inchiostro che fa emergere con il suo tracciarsi lo stes- ne.2 Lunico tratto non ha che fare con una tecnica, n un mezzo
so sfondo bianco a partire da cui il segno pu tracciarsi. Non che pri- con cui impratichirsi per raggiungere un fine prefissato. Non un uti-
ma ci sia uno sfondo e poi un gesto che si deposita su di esso; sfondo e lizzabile da asservire a scopi altri rispetto alla sua stessa pratica. Met-
gesto si co-appartengono, si co-istituiscono; il gesto che traccia il segno terlo in atto, senza altri scopi da raggiungere, condizione sufficiente a
nella sua singolarit d allo sfondo la possibilit di accadere, di darsi rilanciare lenergia vitale, a manifestarlo come evento trasformativo del
come sfondo che accoglie la potenzialit di tutti i gesti e di tutti i segni s che lo attua e che, dipingendo, entra in relazione con il farsi del
tracciati. E in questo senso anche un modo particolare che esprime la mondo. Per questo Shitao si spinge ad affermare che lunico tratto
relazione di ogni gesto con lo sfondo di tutti gli sfondi che il mondo radice di tutti i fenomeni (wanxiang zhi gen ). Ci sono tran-
nel suo continuo trasformarsi. sizione e corrispondenza continue tra lambito fisico-naturale e quello
La pittura tradizionale a inchiostro di cui Shitao maestro assume estetico: i due aspetti sono coerenti e cooperanti, non appartengono a
il paesaggio come soggetto privilegiato di figurazione e non la figura due dimensioni distinte ma si rimandano luno con laltro, cosicch
umana, come accade nellarte classica occidentale. A differenza delle loperare artistico produce effetti sulla realt circostante, ne espres-
membra del corpo, montagne, rocce, corsi dacqua presentano forme sione e insieme la espande riattivandone il flusso vitale.
infinitamente varie e consentono al pittore di rilanciare in maniera Uno dei termini cinesi che nominano il gesto shoushi , un
sempre rinnovata lenergia, il soffio vitale (qi ) che anima ogni ele- binomio composto da un sinogramma che significa mano, braccio
mento della natura e della vita. Paesaggio traduce il cinese shanshui (shou) e un altro che significa linea di forza, linea di tensione, propen-
, alla lettera montagna-acqua: non esprime una veduta panora- sione (shi). degno di attenzione il fatto che questo termine si possa
mica o una porzione di territorio, ma lintensit e lintimit di una rela- tradurre anche come segno. Il gesto qui implicato dunque un gesto
zione tra lalto e il basso, tra il solido e il liquido, tra ci che in appa- che si produce attraverso una sedimentazione e una intenzionalit, che
renza resta immutabile e ci che muta di continuo ovvero tra laspetto esprime una struttura segnica, di rinvio, ma senza scindere ci che
yang e quello yin del processo naturale. Il paesaggio un sistema posto in relazione. Nellarte cinese ogni gesto rimanda a una alterit
di variazione e di transizione che anche sulla carta, grazie al sapiente che non mai scissa dallidentit ma ne il rovescio complementare, la
gioco delle sfumature dinchiostro, tra il bianco dello sfondo e il nero sua polarit nulla cade fuori dal Dao, dalla Via, dal processo globale
dei tratti, di continuo appare e scompare, emerge e si immerge nelle che si esprime nei fenomeni. Il termine shoushi non ricorre mai nel te-
nuvole e nelle nebbie, nel vuoto indifferenziato che reca implicita lani- sto di Shitao, ma pu esprimere bene lidea di gesto artistico che in
mazione della vita. questione in quelle pagine: un gesto lontano da ogni formalizzazione
Ogni singolo tratto opera in funzione di questo slancio vitale del qi; stereotipata o ripetizione meccanica, e che non appartiene allordine
ogni tratto un modo particolare attraverso cui il dipinto si produce e dellio, della soggettivit egoica, pur trasmettendosi attraverso una sin-
corrisponde al paesaggio senza che vi sia una distinzione ontologica golarit. Il tratto vivo esibisce la sua vitalit, la gestualit di cui
tra immagine e fenomeno, entrambi definiti dal medesimo sinogramma espressione anche una volta si depositato sul foglio e lintenditore rie-
xiang . La pittura ha dunque un valore morfogenetico non solo a li-
vello di figurazione, ma anche in rapporto alla realt del mondo natu- 2 F. Jullien, La grande immagine non ha forma, tr. it. di M. Ghilardi, Angelo Colla Editore,
rale: i due ambiti non sono distinti n contrapposti, si prolungano in- Vicenza 2004, p. 283.
160 Marcello Ghilardi Il gesto, lo sfondo, limmagine: tra Shitao e Lacan 161

sce, osservandolo, a rievocare e a ripetere mentalmente lesecuzione po del pittore soggetto alla sua pratica di pittura e di scrittura e non
che lo ha tracciato. Ogni linea, macchia o sfumatura, con la corretta solo soggetto presuntivo di quella pratica, suo autore il pittore che
energia e con la giusta consapevolezza resta animata da una tensione appartiene a essa, e non viceversa. Quel corpo si d quindi nella mimi-
dinamica: non una cosa, ma una forma in divenire che si mantiene ca e nella ritmica di ogni gesto e di incontro con il paesaggio, con il
aperta; resta disponibile allincontro con le altre forme sulla carta e con mondo. Non c prima un corpo, sostanza autonoma, e poi il suo tra-
lo sguardo di chi la contempla. dursi o attivarsi in gesti determinati. Il corpo coincide con il suo acca-
Come ogni singolo tratto, che unico nella sua irripetibilit, an- dere, con il suo essere impegnato in gesti, cio come continua gestua-
che lopera nel suo complesso non frutto di un atto di volont dellar- lit espressiva. Il corpo non si identifica mai con nessun gesto partico-
tista. Lopera non un possesso di chi la esegue, ma accade quando lare fosse anche lesecuzione dellunico tratto che contiene ed espri-
lintimit dellartista con il mondo si traduce in un evento e in una for- me linfinita potenzialit di ogni tracciarsi e in questo senso al di
ma. Il pittore si fa luogo per laccadere dellopera, diviene loccasione l di ogni gesto, per cos dire il gesto di tutti i gesti; il corpo non si
perch il gesto si attui in quanto autodeterminazione dello sfondo non esaurisce in nessuno dei suoi gesti, ma nemmeno sussiste indipenden-
ancora attualizzato dei fenomeni; il gesto diviene figura concreta, for- temente da essi. Lefficacia massima si realizza di volta in volta con il
ma contingente, senza che questa si irrigidisca su se stessa diventando gesto puro, spontaneo, de-soggettivato, sintesi felice del movimento
sterile. La comunicazione tra sfondo e forme ci che contraddistin- che deriva dalla tradizione e si rinnova nella singolarit che sempre di
gue un dipinto riuscito, come la comunicazione e lintegrazione mobi- nuovo riattiva quella tradizione.
litano il negativo e i blocchi nella dimensione etica ed esistenziale, fa- Va ribadito il fatto che una tale singolarit non corrisponde a un
vorendo il flusso invece di coagularsi in blocchi psichici. ego autonomo, ontologicamente solido. Essa risulta tanto pi agente e
Tra la processualit del segno e la corporeit vi un rapporto indis- integrata con la vita quanto pi si scopre come un campo di forze plu-
solubile e una transizione continua. Il corpo il tramite perch vi sia rali. Questo tipo di consapevolezza si pu collegare a quella di cui par-
circolazione tra i due aspetti evocati dal carattere xiang, fenomeno e la Lacan, quando nel Seminario I dice che il progresso dellanalisi non
immagine al contempo. Al pari di ogni segno tracciato sul foglio, il cor- risulta dallingrandimnento del campo dellego, [] unesperienza al li-
po non cosa n sostanza ma attivit, dinamismo, movimento; gesto mite della depersonalizzazione.3 Certo bene non sovrapporre o
vivo che si articola nellorizzonte del mondo, ed supporto dei segni e confondere gli accenti e le peculiarit di approcci differenti, nellincon-
dei gesti che si delineano con esso e su di esso dalla mimica facciale tro tra sapere psicoanalitico e tradizione di saggezza o estetica cinese,
allespressivit degli arti, alle sequenze pi raffinate di una danza. I ge- tuttavia permangono dei punti di tensione che sono anche punti di
sti che si traducono in esperienza estetica non scaturiscono dalla presa contatto e di riverbero. Con de-soggettivazione o de-personalizza-
o dal controllo assoluti della volont di un soggetto ben distinto dal zione non si deve intendere una negazione della persona umana, un
suo oggetto, bens lesito sempre nuovo di un corpo che nel suo opera- annichilimento o una mortificazione del soggetto. Negare la soggetti-
re si scopre gesto, si fa nel gesto; si muove al di l, o al di qua, della co- vit tout court costituirebbe una paradossale forma di attaccamento di
scienza che ha di s e del pensiero che lo pensa. Il movimento globale segno negativo alla solidificazione indebita di una individualit mo-
che ne scaturisce dunque cosmogonico pi che soltanto estetico. La nadica e tetragona si sostituirebbe unopposta idea di abbattimento, di-
riflessione di Shitao lascia intravvedere come in filigrana il lato non pu- struzione o avvilimento della stessa. Se si volesse azzardare un paralle-
ramente tecnico della sua arte, ma anche quello che apre allambito pi lo tra ci che Lacan definisce come progresso nellanalisi e ci che in
ampio e generale del vivere in accordo con la generazione naturale, con Shitao, per esempio, testimonianza efficace di uneccellenza artistica
levolvere della singolarit tra visibile e invisibile. Tracciando segni non
si mette capo soltanto a un esercizio estetico, n a una mera forma di 3 J. Lacan, Il seminario. Libro I: Gli scritti teorici di Freud (1953-1954), tr. it. di A. Di Ciaccia,
diletto: si coopera al farsi del mondo, alla circolazione della vita. Il cor- Einaudi, Torino 2014, p. 272.
162 Marcello Ghilardi Il gesto, lo sfondo, limmagine: tra Shitao e Lacan 163

si potrebbe piuttosto insistere sullo spontaneo e naturale scioglimento traverso i vuoti e non grazie a un impiego ampio dellinchiostro o
dei nodi che impediscono al s di ritrovarsi come relazione, con gli al- allabilit nella figurazione dei dettagli. Non c qui alcun interesse per
tri e con il mondo. Non c un soggetto a parte, svincolato e libero la repraesentatio, per una ri-presentazione del fenomeno naturale, del
da ogni rapporto o condizionamento; il soggetto proprio un partico- paesaggio. Ben pi della prae(s)entia, intensificata dalla sua figurazio-
lare modo del darsi delle continue relazioni e dei condizionamenti che ne, conta la dinamica tra immagine e sfondo, tra lemergere e limmer-
si danno nel mondo e che al tempo stesso lo strutturano. La pittura e la gersi delle forme nellindistinto che le ospita. Come dice il verso famo-
calligrafia tradizionali generano unesperienza di abbandono del s so del Daodejing ( 41): la grande immagine non ha forma (da xiang
condizione necessaria affinch il s venga riacquistato a un altro livello wu xing ). La grande immagine, quella che la tradizione occi-
in quanto identit dinamica, non logica o elementare ma funzionale e dentale classificherebbe come bella o come un capolavoro, lim-
relazionale. la pratica continua e insistita, attraverso lacquisizione di magine riuscita, efficace, magistrale; quella che riesce a trasmettere in
modelli che vengono assimilati ma poi anche evacuati e superati, che modo limpido il soffio che la attraversa e la anima, e lascia passare que-
origina e incentiva questo processo di scioglimento del soggetto e di sto soffio senza trattenerlo in una forma de-finita che la renderebbe
sua nuova strutturazione, non rigida ma aperta. Ogni singolo tratto bloccata, incapace di respirare.
unico, anche nel suo essere ripetuto per potere essere autenticamente Come per la pratica di linguaggio che la psicoanalisi c sempre
introiettato cos che il pittore diventa lui stesso tratto, gesto vivo. Al dellindeterminato, al fondo del detto; cos per la pittura a inchiostro
contempo, in quella sua unicit, si trova in nuce lintero cosmo nella resta sempre un indefinito al di l di ogni definizione al fondo del-
sua variabilit e pluralit. La ripetizione dellidentico permette la com- limmagine. Per potere cogliere questa traccia indeterminata, e per
prensione del diverso; lesecuzione ripetuta innumerevoli volte mira ad questo efficace, essenziale saper coltivare e mantenere viva la propria
altro che affinare la capacit tecnica del praticante, poich si tratta di qualit ricettiva, la capacit di intendere le linee di forza agenti nel-
risvegliare unaltra comprensione del gesto, dellimmagine, dellenergia lambiente circostante. Un paesaggio non si vede soltanto: si ascolta, si
che ne scaturisce. Ci che pi si inscrive nella memoria del gesto del- sente, si percepisce con tutti i sensi. Onorare la ricettivit (zunshou
lartista ci che meno oggetto di rappresentazione: non un discor- ) il titolo di uno dei capitoli del trattato di Shitao, dove shou
so logico che mette in grado di costruire un sapere o di disporsi a un esprime proprio la facolt di ricezione, di accoglimento delle sensazio-
atteggiamento etico rinnovato, ma lincorporazione inconsapevole di ni e degli stimoli, la capacit di farsi incontro a ci che si d. Questo
quel gesto, sperimentato e levigato dalla tradizione e dal rapporto carattere in giapponese si legge uke o ukeru, e nelle discipline di com-
con il maestro che la incarna figura del Padre che fa accedere a un battimento indica la persona che riceve la tecnica eseguita dal compa-
habitus trasformato. La pittura e la scrittura sono per il letterato cinese gno di pratica in un esercizio apposito per lapprendimento. Il riceve-
un campo di addestramento per la messa in esercizio di un s che si li- re non un atto passivo, si colloca al di fuori della dicotomia tra atti-
bera dallattaccamento a se stesso, un s che fluisce libero nel processo vo e passivo, dal momento che ricevendo la tecnica si collabora attiva-
e che non si fissa in alcuna auto-rappresentazione fittizia e inabile ad mente alla riuscita dellesercizio e si permette al compagno di allenarsi
accogliere il mutamento. La messa in forma di immagini o di caratte- e di apprendere il gesto. La ricezione mette in atto una relazione, dun-
ri di scrittura diviene allora una forma di esercizio del soggetto. que non un subire forzato ma un accogliere attivo, interagente. Ana-
Un esempio emblematico di questo movimento offerto e realiz- logamente, nella pratica artistica il pittore accoglie, riceve linflusso del
zato in immagine dal dipinto La montagna solitaria, in cui la parte paesaggio e lo rigenera sul foglio tramite linchiostro, co-generandosi e
inferiore occupata da una fitta scrittura di caratteri cinesi, quasi fosse co-istituendosi con esso. Anche qui alcuni motivi della pratica psicoa-
una pioggia. Nella parte superiore emerge, dal bianco indistinto delle nalitica possono convergere con latteggiamento assunto dal pittore ci-
nebbie, la vetta di una montagna. In questopera appare in modo nese che ha catturato lattenzione di Lacan. In quellatteggiamento
straordinario come Shitao riesca a dar forma a una pittura che si fa at- implicato un modo diverso di abitare il mondo. Il wu wei, tradotto
164 Marcello Ghilardi Il gesto, lo sfondo, limmagine: tra Shitao e Lacan 165

normalmente con non agire, non significa passivit e inerzia, rinun- determinazione di quel processo che si colloca a monte di ogni feno-
cia a ogni interazione con il reale; significa invece partecipare al flusso meno particolare, di ogni atteggiamento della persona, nei cui gesti si
delle cose, dinamizzando il qi che le anima senza proiettare su di esse la esprime il fondo indifferenziato da cui tutto proviene. Non c priorit
volont di un ego immaginario. La forma pi efficace dellagire pro- o dominanza tra il tratto e il suo sfondo, tra il gesto e il luogo in cui ac-
prio quella in cui si dissolve ogni intervento velleitario e impositivo del cade, tra il soggetto di una pratica e la pratica in cui il soggetto si pu
soggetto. Lespressione completa questa: wu wei er wu bu wei concretamente determinare. Il gesto lespressione puntuale, singolare
, ovvero non agire, cosicch/affinch nulla (ci sia) di non rea- dello sfondo, e lo sfondo si rivela a partire da un contraccolpo, da un
lizzato. La vita trasformazione continua, evoluzione nel senso del ritorno su di s del gesto che si attiva insieme al proprio sfondo origi-
saper evolvere di momento in momento, sfruttando le risorse della si- nario. Tra la coscienza che pensa il luogo del suo accadere e il luogo in
tuazione in cui ci si trova. La pittura organizza il visibile secondo que- cui quella coscienza si d, si instaura una dialettica senza sintesi di in-
sta consapevolezza, addestrando lo sguardo a un altro rapporto con il clusione reciproca. anche il movimento del soggetto che incontra se
mondo e la vita, insegnando infine a evitare la stasi che inibisce il flus- stesso, che da uno si scopre due, cio sempre abitato dallaltro; si rico-
so del qi, la mobilizzazione delle energie fisiche e psichiche. Il grande nosce gesto in divenire e figura divenuta; sfondo indefinibile e figura
errore consiste nella pretesa di irrigidire il reale, di reificare il processo che dallo sfondo si stacca e l di nuovo si riassorbe.
e illudersi di trattenere e fissare la vita in una sola posizione. Nellunico tratto o nel paesaggio dispiegato sulla carta non si affer-
Lintuizione che accompagna questa consapevolezza coincide con il ma alcun soggetto parlante; eppure, a parle: attraverso un regime di at-
fatto che limmagine a cui il pittore d forma non appartiene a un ordi- tenzione pura, de-soggettivata, la mente originaria si scopre senza for-
ne mimetico o rappresentativo. Limmagine deve risultare immanente ma proprio come la grande immagine (da xiang), perch libera e di-
al farsi delle cose e dei fenomeni, dei modi di incontro tra mondo e sponibile ad accogliere le dinamiche del reale e a intrecciarsi con esse.
soggetto che si riconoscono parte di un medesimo dinamismo. Leser- Pi che vera e propria creazione artistica bisogna saper pensare la
cizio del gesto che si inscrive nella memoria del corpo deve fluire in trasformazione (hua ), la continuazione nella variazione o la conti-
modo naturale (ziran , ci che si d da s) e avvolge il soggetto nuit nella discontinuit del processo intrinseco alla natura. Dipingere
transitando in esso. Per questo importante apprendere la qualit del- modificare/trasformare (bianhua ) il qi, come il Cielo (tian )
linsapore, dan , che non imponendo alcun gusto determinato pu modifica/trasforma i fenomeni, rigenerando ogni giorno la vita. La pit-
accogliere tutti gli altri e farli espandere, ciascuno al suo momento. Il tura e la scrittura cinese sono dispositivi di modificazione/trasformazio-
carattere dan, composto dal radicale delle tre gocce dacqua e da due ne che collegano lambito estetico con quello etico, connettono la di-
sinogrammi sovrapposti che indicano le fiamme, esibisce nella sua gra- mensione personale dellartista a quella globale del mondo circostante.
fia lincontro di tendenze opposte; lungi dal produrre una nullificazio- A questo punto, si comprende la transizione e il mutamento di ac-
ne, linsapore allude allapertura di uno sfondo ricettivo, un orizzonte cento che Shitao imprime agli ultimi capitoli del suo testo, e si pu ap-
di possibilit che accoglie la molteplicit. Anche la posizione dellanali- profondire il significato dellinteresse di Lacan per ci che si esprime
sta ha a che vedere con questa qualit dellinsapore: lanalista si fa vuo- attraverso la scrittura e larte tradizionale della Cina. Gli ultimi capitoli
to, privo di forma definita o, meglio, si pone dal lato del senza for- dello Huayulu non toccano pi aspetti legati alla dimensione tecnica
ma per consentire allanalizzante di trovare la propria forma e di assa- della pittura, n in senso lato a una estetica. Alla fine del suo tratta-
porare il mondo. Al contrario, limposizione di un sapore o di una for- to, Shitao evidenzia il carattere etico del proprio esercizio, come testi-
ma particolare non potrebbe motivare alcun assaporamento, non cau- moniano i titoli dei capitoli: Allontanarsi dalla polvere (Yuanchen
serebbe alcuna processualit rinnovata che genera nuove forme e nuo- ), Liberarsi dalla volgarit (Tuosu ), Espandere le proprie
ve possibilit di significazione. Un dettato esterno genererebbe un qualit (Ziren ). Lartista stesso diviene immagine del mondo, nei
nuovo attaccamento a un ego psicologico e non incentiverebbe lauto- propri comportamenti riflette la capacit di interrelazione che si svi-
166 Marcello Ghilardi Il gesto, lo sfondo, limmagine: tra Shitao e Lacan 167

luppata attraverso la pratica della scrittura e della pittura (il capitolo cie, a ogni recipiente. Qualunque sia il territorio in cui fluisce, lacqua
XVII, che si colloca tra gli ultimi due appena citati, si intitola scivola a valle vincendo ogni resistenza. cos che luomo perfetto
Tuttuno con la scrittura, jian zi : unit tra pittura e scrittura, tra (zhiren ) incarna la regola perfetta (zhifa ).
pittore e immagine, tra pittore e gesto con cui aderisce allo sfondo ori- A tutto ci si aggiunge unulteriore consapevolezza: Se ci sono re-
ginario di ogni tratto). La pratica estetica si converte in un evento eti- gole, bisogna che ci sia trasformazione (you fa bi you hua ).6
co, in una trasformazione del s che si espande e produce frutto non Affinch le regole non rendano sterile il processo, bisogna coltivare e in-
solo entro i limiti del dipinto, ma negli episodi dellesistenza quotidia- centivare la trasformazione; le due dimensioni, quella della regola e quel-
na. Per giungere a questo punto bisognava passare attraverso la regola la della trasformazione che disfa e rinnova le regole, sono polari e com-
e la tecnica, lasciarsi formare da essa; la norma il limite che permette plementari. La regola senza trasformazione fa morire il processo vivente;
poi al pennello di muoversi spontaneamente e di esprimersi, cos come la trasformazione priva di regole casualit pura, confusione, disarmo-
la Legge permette al desiderio di espandersi senza dilagare incontrolla- nia. Il saggio deve imparare a riconoscere questa reciproca implicazione,
to. Non si spontanei o naturali fin da subito: lo si diventa. Meglio, si che ha a che vedere con una sorta di logica naturale, per potersi inscri-
diventa consapevoli di essere da sempre nella spontaneit. Paradossal- vere in essa. a questo livello che, infine, si dissolve lidentit fantasma-
mente ci si deve esercitare per rendersene conto, per essere infine dav- tica dellartista, del saggio, di chi si messo in ricerca, cos come si dis-
vero spontanei; libert e naturalezza sono qualcosa che si raggiunge, solve lidentit fittizia dellobiettivo della ricerca che si tratti della mae-
non qualcosa che si possiede e che si sa applicare fin dallinizio. Le re- stria, della fama, della felicit o della salute. A questo livello ci si muove
gole codificate vengono fatte valere in modo rigido l dove si perdu- nella vita e nellarte, si evolve in esse con lo spirito del principiante, libe-
to il contatto originario con la spontaneit naturale del processo; la ri da ogni tecnica prefissata, in grado di incarnare la propria verit nella
maestria consiste nel saper tornare a una condizione di spontaneit ori- fragilit e nella contingenza di ogni singolo gesto.
ginaria, accedendo a una capacit di rinnovamento del soffio vitale sen-
za dover applicare a ogni istante imposizioni eteronome. Luomo per-
fetto non ha regole (zhiren wu fa ), scrive Shitao nel terzo
capitolo del suo scritto:4 proprio perch si trova in armonia con il mon-
do, luomo realizzato non ha bisogno di conformarsi a codici rigidi, di
seguire unetichetta, di adeguarsi a uno stile definito; colui che ha
raggiunto lestrema naturalezza, che ha imparato a essere autentica-
mente spontaneo. Ci non significa che sia privo di regole, ma la sua
regola consiste nel non avere regole. Da qui deriva la regola perfetta.5
Anche luomo perfetto ha una regola, sottost a una Legge e non ecce-
de lambito dellumano. La sua regola il fare a meno di regole fisse,
determinate, ed una regola acquisita dopo aver sperimentato, appli-
cato e assimilato quei primi codici significanti necessari per lo sviluppo
di unintuizione del mondo pi profonda. Luomo perfetto come lac-
qua, che non assume alcuna forma stabile; non ha regole rigide, la
sua caratteristica proprio quella di sapersi conformare a ogni superfi-

4 Cfr. Shitao, Discorsi sulla pittura del monaco Zucca Amara, op. cit., p. 75.
5 Ibidem. 6 Ibidem.
Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del soggetto 169

Seminario XVII. Il rovescio della psicoanalisi, al Seminario XIX. ...ou pi-


re. Allinterno di questo singolare rapporto tra Lacan e la Cina, trovia-
mo riferimenti che vanno dalla tradizione confuciana, in particolare
tramite linsegnamento di Mencio, alla logica del taoismo, passando
per la posizione del maestro Zen, fino alla pittura di Shitao. Del rap-
Matteo Bonazzi porto tra Lacan e Shitao, tramite la mediazione di Franois Cheng,2 mi
occuper nei limiti di questo mio breve contributo.
Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del soggetto Partiamo allora senzaltro da una fine, dallultimo quadro di Shitao
che Cheng commenta nel suo bellissimo libro Il sapore del mondo.3
unimmagine splendida, in cui il tratto del disegno che contorna questa
Montagna sola sconfina, senza soluzione di continuit, col tratto calli-
grafico che scrive la poesia a fondo pagina. Riportiamo il commento di
Il rapporto di Lacan con la Cina non pu essere pensato allinterno F. Cheng e la riproduzione del quadro: Luomo si assentato. Resta la
di quella passione per lOriente che ha accompagnato tanta psicoanalisi montagna. E il cielo. Tuttavia, il canto di colui che non pi non ha
post-freudiana, ad esempio quella junghiana,1 secondo lideale di una mai risuonato cos bene come in questo silenzio. [...] La pittura si ri-
psicologia comparata interculturale. Se in quei casi linteresse e la curio- duce a quasi niente, prende congedo anchessa [...] La poesia precisa:
sit vanno al mondo delle rappresentazioni culturali, alla costruzione Yan zai yi wai (La risonanza va oltre la parola).4
del senso, alla ricerca in Oriente di risposte che la nostra cultura sembra Com lontana questa immagine da quella che comunemente ci fac-
non essere pi in grado di offrire, nel caso di Lacan la questione si gio- ciamo della pratica psicoanalitica: la cura della parola sotto transfert, la
ca invece, ci verrebbe da dire, a partire da un altro registro: il reale. Per
questo, anche, Lacan si interessa non tanto, o non solo, al piano della
cultura e delle rappresentazioni immaginarie cinesi, ma soprattutto alla 2 Verso la fine degli anni sessanta, in particolare nel 1969, Lacan sincontr frequentemente

pratica della scrittura, la calligrafia. Orientato come sempre da ci che con Franois Cheng che, in quegli stessi anni, stava mettendo a punto un testo sulla scrittura poe-
la clinica gli pone come questione aperta, Lacan interroga la scrittura ci- tica cinese. Gli incontri, che inizialmente dovevano avere una cadenza settimanale ma che poi
sintensificarono in relazione alle curiosit e agli interessi di Lacan, verterono principalmente su
nese in primo luogo per ricercare un altro modo per il parlante di abi- tre opere della tradizione cinese: Le Livre de la Voie et de sa vertu (che Lacan consult nella tra-
tare il linguaggio (Sem. XI, p. 274). Per questo lincontro di Lacan con duzione di J. J. L. Duyvendak rd. Jean Masionneuve, Paris 1987 e in quella di F. Houang e
la Cina fecondo e genera una nuova figura della soggettivit, una nuo- P. Leiris rd. Le Seuil, Paris 1979), attribuito a Laozi (VI secolo a.C.), padre fondatore del
taoismo; la tradizione del confucianesimo, rappresentata dalle opere di Mencio (371-289 a.C.):
va logica per la clinica e una nuova etica per la psicoanalisi. Entretiens de Confucius e Le Milieu juste (che Lacan studi nella traduzione di Sraphin Cou-
Da questo punto di vista, la Cina rappresenta una doppia porta vreur); infine, il trattato di pittura cinese e di arte calligrafica scritto nel XVII secolo da Shitao,
dingresso nellinsegnamento di Lacan: lingresso a tutto linsegna- Propos sur la peinture du moine Citrouille-amre, trad. P. Ryckmans, rd. Hermann, 1997, tr. it.
Discorsi sulla pittura del monaco Zucca Amara, edizione integrale a cura di M. Ghilardi (prefazio-
mento di Lacan e lingresso a un suo momento particolare, quello ri- ne di G. Pasqualotto), Jouvence, Milano-Udine 2014. Di tale serie dincontri resta traccia scritta
guardante i Seminari che egli tiene in quel periodo particolarmente si- nellintervista a Cheng, Le Docteur Lacan au quotidien, per la rivista Le magazine freudien. Lne,
gnificativo della storia culturale francese che va dal 1968 al 1972: dal n. 48, Paris 1991 (LP, n. 10) e nel saggio di Cheng intitolato Lacan et la pens chinoise in Au-
bert, Cheng, Milner, Regnault, Wajcman, Lacan. Lcrit, limage, Flammarion, Paris 2000, pp.
133-153. Per una rilettura filosoficamente orientata delle riflessioni che Lacan ha sviluppato a
partire dai suoi incontri con F. Cheng, mi permetto di rimandare al mio Scrivere la contingenza.
1 AA.VV., Jung e lOriente, a cura di Augusto Romano, Moretti & Vitali, 2005, C. G. Jung, Esperienza, linguaggio, scrittura in Jacques Lacan, ETS, Pisa 2009, in particolare pp. 221-253.
La saggezza orientale. Edizione integrale di riferimento, Bollati Boringhieri, Milano 2012; o, pi re- 3 F. Cheng, Shitao. 1642-1707. La saveur du monde, ditions Phbus, Paris 1998, tr. it. di G.

cente e in generale sul rapporto tra psicoanalisi e pensiero orientale, C. Bollas, Le mente orienta- Cillario, Shitao. 1642-1707. Il sapore del mondo, Pagine Darte, Milano 1999.
le. Psicoanalisi e Cina, Cortina, Milano 2013. 4 Ivi, p. 156, trad. nostra.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 168-183


170 Matteo Bonazzi Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del soggetto 171

e dunque la ferita del trauma che fessura, interrompe ma anche sostie-


ne la presenza sullo sfondo di unassenza. Da questo punto di vista, la
nozione di tratto risulta decisiva per comprendere lo statuto dellin-
conscio freudiano. Lacan va a recuperarla nel testo di Freud, laddove
in Introduzione al narcisismo e in Psicologia delle masse e analisi dellio
egli parla di tratto unario, ein einziger Zug.
Il tratto dellinconscio non ha e non pu avere una struttura onto-
logica, in quanto sfugge, di principio, tanto allessere quanto al non-
essere. Dire che del non realizzato significa, in altre parole, sotto-
lineare che il suo statuto quello evanescente del battito che si apre
per subito richiudersi. Tale struttura Freud la isola occupandosi, ap-
punto, dellidentificazione, processo che separa la dinamica di sogget-
tivazione dellanimale parlante da quella mimetica dellanimale in ge-
nerale. E dunque, anche, separa la psicoanalisi da ogni scienza psico-
logica dellindividuo. Ci che interessa qui, grazie alla nozione di trat-
to, non lhomo psychologicus, ma il soggetto dellinconscio il quale
si dischiude, come cercher di mostrare, proprio a partire dalla fun-
cura del soggetto. Il soggetto umano non certo questa montagna sola zione del tratto unario. Se, infatti, lhomo psicologicus articola la pro-
e abbandonata da cui, come appunto commenta Cheng, luomo si as- pria esperienza attraverso la relazione soggetto/oggetto, come poten-
sentato per non ritornare pi. Da un certo punto di vista, per, e co- ziamento o sviluppo evolutivo della mimesis animale, il soggetto del-
munque questa la linea che vorrei sviluppare con questo mio contri- linconscio va pensato al di qua o al di l di questa stereotomia che
buto, Lacan ha portato la psicoanalisi fino al limite estremo evocato da pervade lintera riflessione moderna sullesperienza soggettiva. In que-
questo quadro di Shitao e cos ben commentato da Cheng. Ma giun- sto, Lacan enfatizza la discontinuit tra uomo e animale gi presente
to fin qui perch prima di tutto ritornato a Freud, alla scoperta freu- in Freud, non sulla base di un umanismo ontologico, cio su di una
diana dellinconscio, alla sua prima emergenza, cercando di cogliere differenza dessenza, ma sul principio di una differenza strutturale,
e ripristinare lo specifico di tale scoperta, al di qua di quanto i post- dovuta alla distanza che intercorre tra limitazione speculare e liden-
freudiani ne avevano fatto ritornando, con le sue parole, a quello tificazione simbolica. Cos, anche, si spiega la sua critica allevoluzio-
che anzitutto si mostrato a Freud, agli scopritori, a coloro che hanno nismo e la difesa della dimensione propriamente creatrice, disconti-
fatto i primi passi, quello che si mostra a chiunque nellanalisi adatti nua, ex-nihilo del significante al quale luomo, in quanto parlante,
per un momento il proprio sguardo a ci che proprio dellordine del- soggetto (Sem. VII, p. 161).
linconscio, [...] che non n essere n non-essere, ma del non-realiz- Partiamo allora dalleffetto decostruttivo che il tratto produce sulla
zato (Sem. XI, p. 31). nozione doggetto. La relazione doggetto una questione scottante al-
linterno della tradizione post-freudiana che, non a caso, Lacan affron-
1. Ein einziger Zug ta criticamente durante un intero anno del suo Seminario, il 1956-57.
Ora, per stare al discorso di Freud ripreso da Lacan, ci che conta
Ripartiamo allora dallinizio, dallinconscio di Freud. Per Lacan nelloggetto non ci che esso , la sua presenza, ma che testimoni o
linconscio freudiano non ha e non pu avere una struttura ontologica meno della perdita su cui si basa. Loggetto per Freud sempre ogget-
ma piuttosto etica (Sem. XI, p. 34): il battito, linciampo, la fenditura to perduto e lesperienza analitica non quella dellincontro con un
172 Matteo Bonazzi Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del soggetto 173

oggetto che ci sta di fronte, ci che la tradizione filosofica tedesca chia- parola nel campo dellAltro, cio lasciare che in lui si parli (a parle),
ma giustamente Gegenstand, ma piuttosto quella per la quale quando mollando il suo ancoraggio allimmagine narcisistica dellio, per farsi
noi afferriamo un oggetto, qualsiasi esso sia, anche perdiamo la Cosa rappresentare da un significante per un altro significante. Questa la
(das Ding). Loggetto analitico non una semplice presenza, ma sem- struttura del soggetto inconscio freudiano riletto da Lacan, linconscio
pre una traccia, la traccia di una perdita fondamentale. Dunque, ci strutturato come un linguaggio, cio sottoposto alla Legge del rilancio
che nella presa sfugge via, sempre e di nuovo, scivola tra le mani, cade metonimico e differenziale del significante. Ma proprio qui, in tale ri-
altrove. Lacan riprende a questo proposito la famosa Lettera 52 di lancio significante, che allorizzonte del soggetto si prospetta la funzio-
Freud a Fliess,5 proprio per sottolineare come per la psicoanalisi lo ne dellidentificazione simbolica, non allio ideale (immaginario), ma
spazio dischiuso dallinconscio non sia quello della percezione organiz- allideale dellio: vera e propria incognita che viene a orientare, come
zata attraverso limpressione che un oggetto (Gegenstand) pu produr- ideale regolativo, lavventura autentica della sua elaborazione sog-
re in un soggetto, ma quello della scrittura di un mondo che ci viene gettiva (Sem. VIII, p. 387).
incontro, ci tocca e ci colpisce, come traccia di una perdita fondamen- Perch ci sia soggetto dellinconscio dunque necessario che il vi-
tale, ferendoci con la coda della sua scia evanescente.6 vente sia catturato nel linguaggio da un significante. Da un significante,
Ma veniamo ora senzaltro al soggetto di questa perdita, il soggetto cio, che operi la presa, agguanti la vita e, senzaltro mortificandola, an-
inconscio. Ci che conta, dal punto di vista analitico, non la dimen- che per la elevi e la inscriva (secondo quello stesso movimento che He-
sione individuale dellio, la captazione narcisistica della propria imma- gel ha descritto col termine di Aufhebung) allinterno dellavventura
gine speculare, di cui Lacan spiega le funzioni e i limiti ne Lo stadio simbolica della parola e del linguaggio. Per essere rigorosi, bisognereb-
dello specchio. In termini freudiani, linconscio si apre proprio l dove be per subito aggiungere che questo significante che cattura, che ag-
lidentificazione allio ideale rivela la sua struttura fondamentale di alie- gancia, che solleva il vivente nel campo dellAltro facendone appunto
nazione. Allorch il soggetto si accorge che lio pur sempre un ogget- un soggetto, soggetto alla parola e al linguaggio, non pu essere pensa-
to, un oggetto altro dal soggetto di cui qui questione, nel momento in to semplicemente come un significante: sappiamo dalla linguistica strut-
cui, per dirlo con Rimbaud, lio si scopre essere un altro, ecco infine turale, infatti, che i significanti sono sempre almeno due una differen-
aprirsi loccasione e lavventura di quellAltra scena che propriamente za significante e mai unentit singola e separata. La definizione struttu-
Freud ha scoperto. Altrove che il soggetto pu iniziare a leggere ci rale di significante relazionale e differenziale. Per questo, allora, nel
che lo riguarda in ci che ha di pi intimo, al di l delle costruzioni im- Seminario dedicato al Transfert Lacan sottolinea che questo significante
maginarie con cui lio si barcamena nellavventura soggettiva di una vi- unario che cattura il vivente nel campo del linguaggio va pensato co-
ta. Ci che conta, dunque, che il soggetto possa arrivare a prendere la me tratto monosemantico e monoformale. Dunque un tratto che si
pone al di qua dellarticolazione significante che sostiene il senso: ecco
raggiunto il tratto unario di Freud il primo significante che ci aggancia
5 S. Freud, Lettere a Wilhelm Fliess. 1887-1904, Edizione integrale a cura di J. M. Masson,
allAltro non ha senso n significato, la condizione del senso e del si-
tr. it. di M. A. Massimello, Bollati Boringhieri, Torino 2008, pp. 236-244. A questo proposito, mi
permetto di rimandare al mio contributo apparso ne Linconscio dopo Lacan. Il problema del sog- gnificato: quel termine simbolico primordiale che pu essere mo-
getto contemporaneo tra psicoanalisi e filosofia, a cura di D. Cosenza e P. DAlessandro, LED, Mi- noformale, monosemantico, ein einziger Zug (Sem. VIII, p. 389).
lano 2012, pp. 223-236. Arriviamo allora alla prima importante definizione di tratto unario
6 Particolarmente indicativo, a questo proposito, il commento che della Lettera ci ha la-

sciato Lacan nel suo Seminario VII: Nella lettera 52, la Wahrnemung, ossia limpressione del che Lacan costruisce: non potendo essere un significante, il tratto va
mondo esterno come grezza, originaria, primitiva, sta fuori dal campo corrispondente a unespe- allora pensato come un segno. Segno damore, per essere precisi, con
rienza degna di nota ed quindi effettivamente iscritta in qualcosa che stupefacente che sia cui lAltro dona il proprio cenno dassenso al soggetto nel punto in
espressa da Freud, sin dallinizio del suo pensiero, come una Niederschrift e quindi come qualcosa
che si presenta, non semplicemente in termini di Prgung e di impressione, ma proprio nel senso cui egli si lascia catturare dalla presa del tratto. Il tratto dunque ci che
di qualcosa che fa segno e che dellordine della scrittura (Sem. VII, p. 62). afferra (begreifen) e al contempo ci che supporta, garantisce e sostiene
174 Matteo Bonazzi Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del soggetto 175

tale afferramento (Begriff). Col tratto unario lAltro dice s alla domanda Ma proviamo a sospendere un momento la presa e guardiamo que-
damore del soggetto, domanda profonda che non vuole nientaltro che sto quadro genealogico a distanza. Cosa rende possibile la nascita del
essere ascoltata (Sem. VIII, p. 390). soggetto inconscio? Cosa viene catturato dal tratto attraverso la do-
Ma vediamo di ricostruire passo passo la genealogia di questo com- manda damore alla quale lAltro corrisponde col suo cenno dassenso?
plesso processo dinscrizione simbolica del soggetto nel campo dellAl- Lacan lo indica gi nel 1960, nel Seminario sul Transfert: il tratto cattu-
tro. Il tratto unario distoglie dallidentificazione immaginaria allio e ci ra la monade primitiva del godimento con la quale [il lattante] viene
colloca nel campo del linguaggio. Per un verso, quindi, permette identificato (Sem. VIII, p. 381). Alle spalle dellinconscio strutturato
lidentificazione allideale dellio, a quellio autentico (authent-Ich, come un linguaggio, del processo di soggettivazione simbolica attraver-
Sem. VIII, p. 387) che si contrappone allio ideale perch deve sempre so la parola e il linguaggio, ci su cui il tratto unario fa presa la mate-
ancora avvenire; per altro verso, uccide la Cosa e ci lascia loggetto ria vivente del godimento. E le due cose, come sempre in Lacan, vanno
come traccia di questa perdita: non un oggetto particolare, ma propria- pensate allo stesso tempo: se per un verso il tratto inscrive il vivente nel
mente loggetto niente che la domanda damore mette al lavoro, non campo dellAltro, per altro verso anche lo escrive, ancorandolo a
volendo nientaltro, ripetiamolo, se non essere ascoltata. In questo ap- quelleccesso residuale in pi che la monade di godimento sta qui a
pare allora chiaro perch il tratto sarebbe la molla dellamore di tran- segnalare.
sfert:7 attraverso Aufhebung il tratto uccide la Cosa e apre allincognita Per interrogare questa seconda funzione del tratto e mettersi sulle
dellideale dellio che viene a orientare la domanda damore come do- tracce del reale, Lacan punta, alle spalle dellideale (la funzione orien-
manda di niente. Se per la psicoanalisi in principio era [...] lamore tante del tratto unario come localizzazione simbolica dellideale del-
(Sem. VIII, p. 6), come Lacan si esprime sempre in queste dense pagi- lio), verso la traccia monadologica del godimento: non ci che il
ne di Seminario, risulta ora evidente perch il tratto sia cos importan- tratto produce a livello della catena significante, come trama del senso,
te per ripensare la scoperta freudiana dellinconscio e operare quel ri- ma ci che scrive a lato, come tracciato pulsionale. Attorno a queste
torno a Freud che Lacan riteneva necessario. due funzioni del tratto possiamo collocare lintero insegnamento di La-
In questa fase del suo insegnamento, Lacan rilegge Freud tramite can e il suo tragitto complessivo, come sottolinea lo stesso Miller, inte-
Hegel. Il soggetto nasce spostandosi dal piano del bisogno al piano del so in quanto progressivo avanzamento dal negativo al positivo (LP,
desiderio. Attorno alloggetto niente prodotto dalla domanda damore n. 51, p. 273). Un tragitto che va dalla perdita di godimento che sostie-
e dal segno dassenso dellAltro, si articola il desiderio umano che, se- ne lideale dellio e il lavoro del desiderio di riconoscimento a quella
condo la lezione hegeliana mediata da Kojve, Lacan colloca allinter- positivit che invece fa segno verso il desiderio dellanalista.
no della dinamica del riconoscimento: il desiderio non ha un oggetto in allinterno di questo tragitto che possiamo allora collocare lin-
particolare con cui potersi realizzare, nasce dallo scarto che si produce contro e luso di Lacan dellinsegnamento e della scrittura cinesi. In
tra il bisogno e la domanda, a testimonianza che quel che si domanda primo luogo la lingua. Il cinese permette a Lacan di fare un passo in
non mai ci di cui si tratta per questo si apre allAltro e diventa de- pi rispetto al suo Freud hegeliano, arrivando a forzare i limiti della
siderio del desiderio dellAltro. Per un verso desidera ci che laltro linguistica strutturale, larticolazione significante/significato, e addirit-
desidera (versante mimetico-immaginario del riconoscimento), per al- tura puntando al di l di quellEdipo che egli aveva gi sottratto alle
tro verso desidera che lAltro lo desideri come desiderio (versante dia- mitologiche narrazioni freudiane proprio attraverso luso dello struttu-
lettico-simbolico). ralismo linguistico. In secondo luogo, la scrittura. La calligrafia cinese
fa segno per Lacan verso quella materialit della traccia, del tratto, del-
7 di questo ruolo di molla che si parla tanto quando si dice che lideale dellio il perno
lincisione in una parola, leffetto che il taglio significante ha sul cor-
di quella sorta didentificazione la cui incidenza sarebbe fondamentale nella produzione del feno- po pulsionale. con questa dimensione che Lacan si intrattiene nel
meno di transfert, Sem. VIII, p. 379. suo ultimo insegnamento, sottolineando come la calligrafia riveli il mo-
176 Matteo Bonazzi Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del soggetto 177

do in cui, come troviamo scritto in Lituraterre, il singolare della mano piuttosto fa segno verso il mistero del corpo parlante (Sprachleib). Il
schiaccia luniversale (Altri scritti, p. 14). Alla legge universale del ri- tratto cinese, a differenza di quello freudiano, infatti, non soltanto se-
conoscimento hegeliano, che vige nel campo umano/dellumanit, fa gno damore e ideale regolativo dellesperienza soggettiva, ma fatto di
seguito la singolarit del desiderio dellanalista, il tracciato, il tratto sin- carne, sangue, osso e muscoli come ci spiega chiaramente F. Cheng:
golare che fa dellanalista, come Lacan scrive nella Nota italiana, lo Un tratto non una semplice linea. lincarnazione stessa del soffio
scarto dellumanit (Altri scritti, p. 304). [...] il calligrafo esige che sia osso e muscoli, carne e sangue [...] per lui
latto di significare e quello di vivere non fanno che uno [...] Il miglior
2. Yi hua paragone possibile con linterpretazione musicale. Il concatenamento
dei gesti di un violinista e della sua musica ricordano il movimento del
Se la genealogia hegelo-freudiana del soggetto inconscio ci porta fi- pennello e il gioco dellinchiostro. La calligrafia una musica dellani-
no al vertice segnalato dalleinziger Zug, punto operativo dellAufhe- ma.9
bung dialettica, per procedere oltre e andare al di qua del principio dei La calligrafia una musica dellanima evoca la dimensione dina-
principi della psicoanalisi freudiana, Lacan si avvale dellinsegnamento mica e non statica dellUnico tratto di pennello che impegn a lungo
di Shitao, dellarte calligrafica e della funzione che qui assume lUnico Lacan e Cheng nelle loro discussioni. Ci che conta non la figura, il
tratto di pennello: yi hua . Andiamo allora senzaltro al 1967, Se- pieno del disegno, ma il tracciato, il contorno, lorlo che fa essere la fi-
minario XIV, dove scopriamo che Lacan riconosce esplicitamente que- gura e lo sfondo, luna per laltro, luno con laltra. Non, dunque, il
sto debito cinese del tratto: Questo tratto unario [...] lho semplice- profilo della figura n limmagine della figura come tale, ma il taglio
mente pescato in un testo di Freud, leinziger Zug [...] Non crediate che disegna, contorna e cos fa esistere il buco, il vuoto, il precipizio da
per che esista soltanto l; Freud non ha scoperto il tratto unario. E se cui scrive e a cui si espone. A leggere questi pensieri di Cheng sulla cal-
vorrete [...] aprire lultimo numero delleccellente rivista che si chiama ligrafia dellanima sembra di sentire il Lacan del 1964 quando, per in-
Arts Asiatiques, vi troverete la traduzione di un piccolo trattato di pit- dicare a un pubblico di filosofi lo statuto paradossale di quel concetto
tura molto bello di un pittore [...] che si chiama Shitao e che, [...] non limite (Grenbegriff) che Freud ha inventato col nome di Trieb (pulsio-
parla daltro per un piccolo numero di pagine, per altro eccellenti. ne), arriva a sostenere che esso semplicemente il tracciato dellatto:
Questo si chiama in cinese yi, che vuol dire Uno e tratto. il tratto dunque non un istinto, una spinta originaria, un conatus, ma leffetto
unario.8 prodotto da un atto che fa tuttuno con il suo accadere, col suo dise-
Questo affondo genealogico, dal tratto unario allUnico tratto di gnare un orlo e cos far esistere, nel luogo vuoto del buco reale,
pennello, permetter a Lacan di operare il famoso rovescio della psicoa- quellincavo che d consistenza alloggetto pulsionale.
nalisi, ponendo la pratica analitica al di l del sogno freudiano dellEdi- La dimensione materiale, carnale, calligrafica dellUnico tratto di
po (Sm. XVII, p. 141). E sar proprio per orientarsi allinterno del pennello ci permette allora di comprendere meglio in che senso per
campo inedito cos dischiuso che Lacan, lanno seguente, dedicher un Lacan linvenzione freudiana del Trieb non sia da intendersi come no-
intero Seminario allinsegnamento del cinese, alla sua lingua e alla sua zione psicologica ma come nozione ontologica assolutamente fonda-
scrittura (Seminario XVIII). LUnico tratto di pennello, alle spalle e mentale (Sem. VII, p. 162). Unontologia senza ontologia, se tenia-
dunque al di l del tratto unario di Freud, gli permetter di interrogare mo conto della dimensione pre-ontologica (n essere n non-essere)
la dimensione non fonetica della scrittura, che non trascrive la phon che per Lacan caratterizza linconscio. Unontologia del tratto, della
smantik aristotelica, che non traduce pi il significato e il senso, ma traccia, o, come Miller elabora nei suoi ultimi Seminari, una henologia

8 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XIV. La logique du fantasme. 1966-1967, inedito, lezione del

26 aprile 1967. 9 F. Cheng, Et le souffle devient signe, op. cit., pp. 19-22.
178 Matteo Bonazzi Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del soggetto 179

(LP, nn. 51-54). Dobbiamo allora provare a pensare la differenza, la Foucault chiudeva, negli stessi anni, Le parole e le cose: Luomo
molteplicit delle differenze relative, come ci che viene sempre dopo. uninvenzione di cui larcheologia del nostro pensiero mostra agevol-
Prima lUnico tratto di pennello, non come Uno che si contrappone mente la data recente. E forse la fine prossima. Se tali disposizioni do-
e precede i Molti, ma come Uno che accade nei Molti, Uno che in- vessero sparire come sono apparse [...] possiamo senzaltro scommet-
tensivamente nei Molti. C dellUno, come diceva Lacan, comporta tere che luomo sarebbe cancellato, come sullorlo del mare un volto di
questo gesto unico e singolare che annienta luniversale. LUno la dif- sabbia.12 Ed proprio a partire da questa fine delluomo, tornando in
ferenza assoluta, la singolarit della mano che incide, intaglia e traccia Europa dopo il suo viaggio in Giappone, che Lacan immagina unaltra
lunico tratto che , in questo senso, origine di ogni cosa, come scri- terra, un altro orizzonte, un altro modo del parlante nel linguaggio
ve Shitao sulla falsa riga del Tao. Dunque, e per dire meglio, non lUno (Sem. XI, p. 274): cos che mi apparve invincibilmente, in una cir-
che prima del Due, ma come direbbe Carlo Sini lUno come costanza che non irrilevante, ossia tra le nuvole, il ruscellamento delle
laccadere del Due, come levento del Due.10 acque, unica traccia ad apparire, giacch a quella latitudine pi che in-
Ed proprio in questa direzione che Lacan lavora con F. Cheng, dicare il rilievo esso lo opera nella pianura siberiana, una pianura deso-
durante questi anni decisivi per il suo insegnamento e per la messa a lata, priva di ogni vegetazione, ma non di riflessi, che mettono in om-
punto del suo contributo originale al discorso analitico, interrogando il bra ci che non luccica. Il ruscellamento un bouquet del tratto primo
segno, la significazione, il tratto, la calligrafia dellanima. Ma lasciamo e di ci che lo cancella. Lho gi detto: dalla loro congiunzione che si
la parola al ricordo che di questi incontri ci ha lasciato lo stesso Cheng: fa soggetto, ma in quanto scandita in due tempi. Cancellatura di ogni
Non dimentico quelle lunghe ricerche di senso a due, durante le ore traccia anteriore, ecco quel che fa terra del litorale. La pura litura il
notturne, nellantico dominio cinese, fatte di tentativi e riflessioni, di ri- letterale. Produrla vuol dire riprodurre quella met senza pari per cui
lanci e confutazioni, di felici scoperte o di accettazioni dei nostri limiti. sussiste il soggetto. questa la prodezza della calligrafia. Provate a
Neppure posso dimenticare quei momenti nei quali il necessario anta- tracciare quella barra orizzontale che si traccia da sinistra a destra per
gonismo lasciava spazio allirresistibile complicit. Sentivamo sorgere raffigurare con un tratto luno unario come carattere. Ci metterete un
allimprovviso la voce del Vero, proveniente dal lato invisibile, mormo- sacco di tempo a trovare dove si attacca e per quale sospensione si fer-
rarci allorecchio i suoi segreti indicibili. Ci rendevamo conto di trovar- mi. In verit un caso senza speranza per un occidentato (Altri scrit-
ci su un crinale, l dove il soffio del Vuoto-mediano attingeva al suo ti, pp. 14-15).
pi alto grado dintensit. Ci guardavamo, come due bambini, fra due Ma che cos che rende limpresa calligrafica cos difficile da pen-
giochi febbrili, sono dun tratto vinti dal riposo. Il sorriso dellangelo sare per noi occidentali? Cosa si nasconde qui di cos impensabile, per
passava allora tra di noi. Non mi vedevo, ma percepivo sulle labbra di noi soggetti metafisici? Ancora una volta a Cheng che dobbiamo ri-
Lacan, e agli angoli dei suoi occhi, quel sorriso che era solo di lui, un tornare, per cogliere la struttura per noi paradossale del tratto: Al-
sorriso muto, commosso, ricco di saggezza, e di charme.11 linterno di un sistema binario Yin/Yang, il Vuoto costituisce il terzo
Cos Lacan porta la psicoanalisi freudiana a raggiungere limmagi- termine che significa contemporaneamente separazione, trasformazio-
ne della Montagna sola da cui eravamo partiti. Luomo si assentato. ne e unit.13 Pensare il terzo termine non come ideale regolativo, co-
Resta la montagna. E il cielo... a quando il ritorno delluomo?. Sem- me principio, come punto sintetico, ma come atto che al contempo se-
bra, a ben pensarci, di leggere la bella e straniante immagine con cui para, unisce e trasforma... niente di pi difficile per un occidentato
come noi.
10 Cfr. C. Sini, Lanalogia della parola. Filosofia e metafisica. Figure dellenciclopedia filosofi-

ca. Libro primo, Ottava figura. Loccasione, Jaca Book, Milano 2004, pp. 63-73. 12 M. Foucault, Le parole e le cose, tr. it. di E. Panaitescu, BUR, Milano 1978, p. 414.
11 F. Cheng, Le sourire de Jacques Lacan, La Cause freudienne, n. 79, Navarin, Paris 2011, 13 F. Cheng, Le vide et le plein. Le langage pictural chinois, Paris, Seuil 1977, tr. it., Il vuoto e
p. 41. il pieno. Il linguaggio pittorico cinese, Guida, Napoli 1998, p. 34.
180 Matteo Bonazzi Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del soggetto 181

Ma stiamo al suggerimento che Cheng ci indicava: si tratta di pen- ascoltano di leggere La scrittura poetica cinese di F. Cheng per orientar-
sare la calligrafia come musica dellanima. Lincontro con la diffe- si nellinterpretazione analitica: La scrittura poetica cinese, apparso
renza assoluta che annienta luniversale, la singolarit che onora la ri- presso Seuil e mi piacerebbe molto che voi ne imparaste qualcosa [...]
cettivit, laccadere dellUno come evento del Due, tutto ci im- se siete psicoanalisti [...] Se siete psicoanalisti, vedrete queste forzature
pensabile a condizione di non compiere un rivolgimento etico che im- attraverso le quali uno psicoanalista pu far risuonare qualche cosa
pone a noi occidentali di riorientare il nostro modo di sentire e di daltro rispetto al senso, poich il senso ci che risuona grazie allaiu-
ascoltare: si tratta di imparare a sentire quel che si scrive dove il to del significante, ma ci che risuona non va molto lontano, piutto-
si va inteso come figura impersonale di un continuo scriversi in sor- sto fiacco. Il senso tampona, ma con laiuto di ci che si chiama scrittu-
dina. Essere in ascolto commenta ancora Cheng Lespressione ra poetica, voi potete avere la dimensione di ci che potrebbe essere
pu sorprendere, trattandosi della calligrafia che arte visiva per ec- linterpretazione analitica.16
cellenza. Tuttavia, ricordiamo del filosofo Zhuangzi che raccomanda
di ascoltare non soltanto con lorecchio della carne, ma anche con Per concludere
quello del soffio-spirito.14
Il tratto che unisce, separa e trasforma, cio che genera, non dun- Lacan e la Cina allora, per concludere, un chiave daccesso al-
que da pensare ma da incarnare, da abitare, da ripetere, verrebbe da lultimo insegnamento di Lacan, a un Altro Lacan, un Lacan contro
dire. Si tratterebbe di iniziare allora ad ascoltare ci che si scrive men- Lacan,17 come dice Miller. Un Lacan, cio, che non ruota pi princi-
tre si parla, ascoltare la scrittura silente che accompagna ogni nostro palmente, o non soltanto, attorno al legame tra il soggetto e il linguag-
dire: ascoltare ci che non cessa di non scriversi per incontrare, in gio e che punta, invece, allannodamento tra il vivente, la sostanza go-
quello, ci che cessa di non scriversi. Verso questo rivolgimento, ver- dente e lalingua che laffetta. Lalangue, come calligrafia dellanima, la-
so questaltra etica dellaisthesis, ci conduce lultimo insegnamento di scia risuonare, oltre la parola, quellintreccio di gesti, parole e tracce
Lacan, come sottolinea Miller: Lo sforzo di riuscire a fare un discor- scritte che intaglia la sostanza godente e cos la fa accadere. Fa ac-ca-
so pubblico in cui quel che si vuole veramente dire arriva a coloro che dere lUno in figura di Due.
sanno intendere, e dove gli altri capiscono tuttaltro. [...] Come non Ma che ne , allora e infine, del ritorno a Freud in questo Lacan
svelare la soluzione affinch la ricerca continui. In questo seminario cinese? Ci verrebbe da dire che questultimo Lacan comunque an-
[XXIII] Lacan parla molto chiaramente, come Baltasar Gracin consi- cora freudiano. Almeno se intendiamo il ritorno a Freud non pi o
gliava ai saggi di fare: tacere parlando, che molto pi difficile di tace- non soltanto come ritorno alla scoperta dellinconscio, ma a ci che
re tacendo, di chiudere semplicemente il becco. In queste materie pe- in realt stata la vera scoperta di Freud, il desiderio dellanalista, il
ricoloso parlare parlando. Bisogna parlare e allinterno della parola riu- discorso e la posizione inaudite che questo ha prodotto. La scoperta
scire a preservare il silenzio.15 di Freud non quella dellinconscio. Linvenzione del genio freudia-
Tale rivolgimento etico del nostro sentire fondamentale per inten- no il dispositivo analitico [...] La vera invenzione di Freud stata
dere il modo in cui Lacan intendeva la pratica analitica dellinterpreta- quella dello psicoanalista. Il concetto freudiano di analista una
zione: non decifrazione, non rivelazione, non disvelamento, ma atto, produzione unica, direi inedita nella storia delle idee. [...] In un cer-
tratto che segnala una discontinuit, una ferita, un taglio. Non a caso, to senso, la novit dellanalista risiede nella sua capacit di stare
nel 1977, troviamo ancora un Lacan che consiglia agli analisti che lo nellesperienza analitica come uno qualunque. Si tratta di un vero e

F. Cheng, Et le souffle devient signe, cit., p. 93, trad. nostra.


14 16 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XXIV. Linsu que sait de lune-bvue saile a mourre, 1976-

J.-A. Miller, Pezzi staccati. Introduzione al Seminario XXIII Il Sinthomo, a cura di A. Di


15 1977, inedito, lezione del 19 aprile 1977, trad. nostra.
Ciaccia, Astrolabio, Roma 2006, p. 97. 17 Cfr. J.-A. Miller, Extimit, Seminario 1985-86, inedito, lezione del 15 gennaio 1986.
182 Matteo Bonazzi Il tratto cinese di Lacan e la genealogia del soggetto 183

proprio attentato al narcisismo, cui la letteratura analitica cerca di sta non possiede una forma, ma si situa piuttosto dal lato del senza for-
porre rimedio.18 ma a disposizione del fantasma del paziente. il fantasma del paziente
Lacan va verso la Cina per fare un passo al di l di Freud, dellin- che d forma allanalista, talvolta amabile, e che gli assegna un sapore,
conscio strutturato come un linguaggio, e arrivare genealogicamente al mentre la disciplina dellanalista forse quella di imparare a essere sen-
fondo del desiderio dellanalista che lo stesso Freud, per primo, ha in- za un sapore proprio, in modo tale che il paziente possa sperimentare i
carnato. Per questo scopre, nel cuore della rivoluzione freudiana, sapori della vita gustando lanalista. Linsipido potrebbe essere dunque
lOriente della calligrafia cinese: non per dire che la psicoanalisi laca- lideale dellanalista.20
niana sarebbe una forma di orientalismo,19 ma per sottolineare la sov- Non tutto del discorso analitico pu essere inteso se si rimane al
versione che essa comporta di tutta la grammatologia in cui, in quan- tratto freudiano, allo stile Barocco, eroico, straordinario dellideale
to occidentali, siamo immersi. Il discorso dellanalista, che Lacan for- dellio; si tratta, anche, di rovesciare il guanto dellinconscio, per impa-
malizza proprio negli anni in cui frequenta Cheng, testimonia di una rare ad abitarlo dallinterno/esterno, laddove la causa silente che ne so-
divisione interna al dispositivo analitico: da un lato troviamo loggetto stiene il segreto tace e cos si fa atto. Ecco la via dellanalista, scrive-
a, causa del desiderio, e dallaltra troviamo colui che soggetto al desi- va gi Lacan in Varianti della cura-tipo (Scritti). Attribuendo, commen-
derio. Come intendere allora questa divisione, che scrive e ripartisce, ta ancora Miller, lo stesso senso che la parola via assume nel taoismo
nel discorso analitico, il funzionamento, la pulsazione, il ritmo della [e presentando] il non agire dellanalista come una modalit di situarsi
matrice desiderante? Si tratta, come fa Lacan, di leggere Freud da una nella posizione raccomandata dal taoismo.21
posizione di extimit: dentro e fuori linconscio parlante, linconscio Non dunque una psicoanalisi orientale, ma la psicoanalisi ai confi-
strutturato come un linguaggio, dentro e fuori il soggetto al desiderio, ni dellOccidente.
la sua mancanza-a-essere, il suo afflato tragicomico, la sua bance.
Dentro e fuori significherebbe, in altri termini, pensare la psicoanalisi
su questo crinale, tra lOccidente socratico del desiderio come man-
canza e lOriente di un desiderio che non manca pi di nulla perch ha
fatto del nulla la causa e il sostegno della propria positivit.
Ecco perch la psicoanalisi, con le parole di Miller: Costituisce
qualcosa di orientale nelloccidentale o, se non altro, che loriginalit
dellanalista, personaggio inedito nella storia, stia nel porsi come ele-
mento orientale penetrato nel mondo occidentale. Forse la novit del-
linvenzione dello psicoanalista ha a che fare proprio con questo. Inol-
tre, quando si cerca di definire dolorosamente in che cosa consista la
formazione dellanalista, la questione sembra mal posta, perch lanali-

18 J.-A. Miller, Introduzione alla clinica lacaniana, a cura di A. Di Ciaccia e D. Luciani, Astro-

labio, Roma 2012, pp. 27-28.


19 A questo proposito sono indicative le affermazione di C. Bollas, nel suo La mente orienta-

le, op. cit.: Io penso che nel pensiero di Lacan si possa vedere un allontanamento da Freud che
va verso Oriente e si distanzia dallOccidente. Con la sua enfasi posta sulleffetto acustico di un si-
gnificante [...] la prassi di Lacan (ironia della sorte) trova dei collegamenti preverbali allinterno
dellordine simbolico. Prestare attenzione soltanto al suono della voce un atto addentro allordi- 20 J.-A. Miller, Introduzione alla clinica lacaniana, op. cit., p. 210.
ne materno, anche se la logica pu essere sotto legida del nome del padre, p. 177. 21 Ibidem.
Dal tratto unario al cielo stellato 185

cosa dellindicibile che stava avvenendo. La psicoanalisi, che in quel-


lambito nasceva e in quelle lingue si diffondeva, doveva, di necessit,
per etica, misurarsi con i tempi. Doveva cercare una lingua altra che
oltrepassasse limpossibilit del dire, per cercare il modo altro. Furo-
no in molti in Europa ad avvertire questa urgenza, fra gli altri Bertolt
Giuliana Kantz Brecht che nelle sue poesie del 1938 fa riferimento al Tao.
Dopo il nazismo londata cinese divenne travolgente. E fu il ci-
Dal tratto unario al cielo stellato nese a cui, con limpegno di sempre, Lacan si appassion. Frequent i
corsi per tre anni e nel 1945 ricevette il diploma e come attestato una
menzione. Per Lacan interrogare il cinese significava compiere lo stes-
so percorso che gi aveva attraversato nella filosofia, nellarte, nella let-
teratura: si trattava dunque di interrogare e di accogliere dai diversi
1. Il mio caro vecchio amico Demiville (Sem. XVIII, p. 40) campi la domanda sottesa rivolta alla psicoanalisi, coerente, fin da allo-
ra con quanto pi tardi affermer: Il discorso che io chiamo analitico
Il primo incontro con il cinese, con il mio caro maestro Demivil- il legame sociale determinato dalla pratica di unanalisi. Esso merita
le, risale, per Lacan, agli anni quaranta; periodo che non fu, forse, ca- di essere innalzato al livello dei legami pi fondamentali fra quelli che
suale. Parigi occupata dai nazisti, lombra oscura e densa della perse- rimangono ancora attivi per noi (Altri scritti, p. 514).
cuzione razziale greve e pesante; gli ebrei che qui si erano rifugiati, Lacan traccia cos il compito etico che spetta alla psicoanalisi, riba-
fra cui Hannah Arendt, Walter Benjamin sono costretti a fuggire. dendo ancora che non con la parola che uno psicoanalista si trova a
Benjamin sar fermato, in quanto ebreo, alla frontiera spagnola e si sui- trattare, ma con una parola che si traccia la strada verso lo scritto
cider. Hannah Arendt e il marito riescono fortunosamente a fuggire (Sem. XVIII, p. 55).
dal campo di raccolta e a imbarcarsi per lAmerica. Lascia Parigi anche
Simone Weil che, fino allultimo, aveva rinviato la fuga. La persecuzio- 2. Ein einziger Zug
ne, come brillantemente Hannah Arendt spiegher nei suoi testi, ha
qualcosa di nuovo, di inusitato. Gli ebrei vengono catturati non a mo- Io parlai del tratto unario, e oggi ci si arrovella e sembra che sia le-
tivo della fede altra che professano, ma sul dato dellappartenenza gittimo per sapere dove bisogna metterlo, questo tratto unario: dal lato
alla razza. Non era, infatti, il giudaismo, appunto la fede altra profes- del simbolico oppurre dellimmaginario? E perch non dal lato del rea-
sata, ma lappartenenza, appunto, alla razza, a un marchio genetico che le? Comunque sia, in Freud, certo, che sono andato a pescarlo: un ba-
rendeva gli ebrei superflui e dunque colpevoli in quanto esistevano. Al stone, ein einziger Zug, poich cos che si presenta (Sem. XVIII, p. 90).
tempo, lo scatenamento dellorrore non si era ancora dispiegato nella La domanda Perch non del reale? immette nel cuore stesso del-
sua innominabile violenza, tuttavia qualcosa di innominabile circolava: la questione. su questa traccia, che si articola tra scritto e parola, che
la razza ebraica doveva essere annientata. Certo, a Lacan era arrivata Lacan dirime e purifica la domanda fondamentale, quella che egli
londata che stava travolgendo lEuropa, quellondata che ha segnato il esplicita intorno alla funzione del Padre: Il Padre l per farsi ricono-
tempo, che ha tracciato una separazione, tanto che, anni pi tardi, La- scere, nella sua funzione radicale [...] per esempio ogni volta che si
can stesso affermer: Niente sar pi come prima. tratta di monoteismo (Sem. XVIII, p. 107). Funzione essenziale che
Ricorrere al cinese, una lingua altra per eccellenza dalle nostre sta allorigine dello scritto. Tuttavia, il punto inevaso, la faglia bean-
lingue, fu il tentativo di trovare il modo altro; forse la sua lingua, le te, inizio stesso del discorso, si ferma sul versante in cui: Il linguag-
nostre lingue europee gli sembrarono inadeguate a dire, a scrivere qual- gio, nella sua funzione di esistente, non connota in ultima analisi che

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 184-188


186 Giuliana Kantz Dal tratto unario al cielo stellato 187

limpossibilit di simbolizzare il rapporto sessuale in coloro che lo abi- me un mistico. [...] Non dicibile. E ci che non dicibile precisa-
tano... (Sem. XVIII, p. 158). Sui due versanti, quello maschile in cui mente ci che mistico (Sem. XVIII, p. 21).
luomo funzione fallica in quanto ogni uomo [...] vale a dire a tito-
lo di un significante, niente di pi, mentre sul versante femminile la 4. La rottura del sembiante
donna pu esserci solo a titolo di una donna. Come ho accennato con
forza, ogni donna non esiste (Sem. XVIII, p. 132). Il godimento evocato quando si rompe un sembiante, ecco che
Limpossibilit, il dialogo interdetto, barra il rapporto sessuale. Su cosa si presenta nel reale questo il punto importante: nel reale co-
questa faglia beante si innesta linnovazione del reale. me erosione dilavante (Sem. XVIII, p. 112). La scrittura quellero-
sione dilavante in cui si deposita il reale del godimento. Traccia che
3. Dove la psicoanalisi fa buco Lacan percorre nella pittura, ma anche nellarchitettura, solidali in un
resto del reale: Avevo gi visto a Osaka come delle autostrade sem-
Un abbordamento del reale che Lacan cerca in una lingua altra, brassero scese dal cielo. E ancora: Larchitettura giapponese consiste
ricerca intensa, pungolo che lo guida. del 1953 un interessante ri- essenzialmente in un battito dala di uccelli (Sem. XVIII, p. 113). Il
chiamo: il maestro interrompe il silenzio in un modo qualsiasi, con un battito dala duccelli lieve, imprevedibile e fortuito: nellordine
sarcasmo, un pestar di piedi. Cos procede nella ricerca un maestro della tyche, incontro che capita. Il luogo dellarchitettura, in Occiden-
buddhista, secondo la tecnica zen. Tocca agli allievi stessi cercare la ri- te, la delimitazione del sacro: si pensi allo splendore solenne dei tem-
sposta alle proprie domande. Il maestro non insegna ex cathedra una pli greci, sublime deimitazione del vuoto che soffia allinterno, che cir-
scienza gi fatta; apporta la risposta quando gli allievi sono sul punto di coscrive la sacralit per renderla abbordabile.
trovarla (Sem. I, p. 3). Testimonianza di un lavoro che Lacan da sem- E per quanto attiene alla pittura, contigua allarte della calligrafia,
pre ha condotto partendo dallatto analitico. Essendo la questione di come afferma Franois Cheng, con cui Lacan collabor per molti anni:
fondo, Dove la psicoanalisi fa buco, quella che interroga losso del Occorre riportarsi a quellopera iniziale che il Libro dei mutamenti.
godimento. in quel luogo che oltrepassa la parola, rappresentato dal- [...] Il libro dei mutamenti, come si vede, serve allunit di base di due
labbaiare zen o dal silenzio, che lanalisi trova il suo buco, la sua dottrine (confucianesimo e taoismo) apparentemente opposte.1 Ma il
erosione dilavante (Sem. XVIII, p. 112). termine mutazione attenuato, diluito dai tre aggettivi che lo defini-
Dice Lacan di essere lacaniano perch ha imparato il cinese, ma scono, changeante, non changeante, simple. Mutazione che si diluisce
forse la frase vale anche nel suo rovescio, ha imparato il cinese in quan- dalliniziale diversit per scivolare a formare il corso talora complesso
to lacaniano per abbordare il sapere in scacco, la figura in abisso e unito del Tao.2
che nelle nostre lingue sfiorata nel linguaggio mistico dove si deposita Nella pittura, come afferma Shitao, lUnico Tratto di Pennello fa
qualcosa del reale. Sullo sfondo, dopo i richiami a Joyce, Lacan nomi- lunione fra lo spirito delluomo e luniverso....3
na san Tommaso e il sicut palea, riferendosi allepisodio famoso del Ancora un linguaggio altro per sfiorare il reale.
rapimento mistico del santo. Dal posto del sicut palea avvenne che
Tommaso, silente, oper la cancellatura, la raschiatura della Summa. 5. La cancelatura del tratto unario
Accenno e traccia del non si pu dire. E ancora una lettura
straordinaria in cui messo in causa Aristotele: Se Aristotele non fos- Cancellatura di ogni traccia anteriore, ecco quel che fa terra del li-
se quel gran logico che , colui che ha fatto il passo unico, decisivo,
grazie al quale abbiamo un caposaldo a proposito di quella che una 1 F. Cheng, Vide et plein. Le langage pictural chinois, Seuil, Paris 1991, p. 68, trad. nostra.
successione articolata di significanti, si potrebbe dire che nel modo in 2 Ivi, p. 68.
cui egli indica che cos lousia, in altri termini il reale, si comporta co- 3 Ivi, p. 77.
188 Giuliana Kantz

torale [...] Produrre la sola, definitiva cancellatura: questa la prodez-


za della calligrafia (Sem. XVIII, p. 111). E Franois Cheng: Il Tao in
origine cocepito come il Vuto supremo da cui emana lUno che non
niente altro se non il Soffio primordiale.4
E ancora, Zhuangzi riportato da F. Cheng: Il Tao non pu essere
inteso; quello che si intende non lui. Il Tao non pu essere visto; Alessandra C. Lavagnino
quello che si vede non lui. Il Tao non pu essere enunciato; quello
che si enuncia non lui.5 Nel cuore del segno: riflessioni a proposito
Tao, via-voie/voce-voix, percorso ininterrotto per Lacan sul bor- di due caratteri/sinogrammi importanti
do del reale che lo porta agli estremi del nodo godimento-verit-amore.
Percorso, segnato con Aristotele su quellousia inaccessibile che non
pu passare nel discorso. Percorso scandito su quellimpossibile del
rapporto sessuale, nome e destino della mancanza-ad-essere costitutiva Il presente contributo vuole proporre alcune riflessioni intorno a
dellessere parlante che in Occidente passa per lindicibile della mistica. due caratteri/sinogrammi cinesi ovvero wen , segno/scrittura/ci-
E Lacan cita santa Teresa: come per santa Teresa non vi resta altro vilt, e xin , cuore/essenza/nocciolo che in Cina sono sempre
che andare a guardare la statua del Bernini che si trova a Roma per ca- stati fondamentali nello sconfinato territorio del pensiero creativo, let-
pire che ella gode, non c dubbio alcuno. E di che cosa gode? chiaro terario e non solo. Apparentemente semplici alla vista, costituiti en-
che la testimonianza essenziale dei mistici consiste appunto nel dire che trambi da un numero di tratti esiguo, e quindi forse apparentemente
provano il godimento, ma che non ne sanno nulla (Sem. XX, p. 72). pi facili a memorizzare, sono peraltro caratteri/sinogrammi densi di
Ed ecco Teresa la rude scopatrice (Sem. X, p. 218) che scrive: significati che si accumulano e si aggrovigliano in maniera quasi indi-
Qui si sente una cosa sola: il godimento e senza sapere di che cosa si stricabile, in continui richiami, evocazioni ed echi che costruiscono un
goda.6 Ed ecco il comando del Signore a Teresa: Scrivi Teresa.... tessuto polisemico la cui ridondanza mitigata solo dalla profondit
Passaggio per Lacan nella scrittura, nel linguaggio mistico, bordo delle idee che evocano. E per chi come chi scrive si a lungo occu-
del reale sfiorato nellatto analitico. pato di uno dei testi fondanti della tradizione letteraria cinese, che fin
dal titolo (Wen xin diao long ) ne propone spavaldamente la
complessit proprio mettendone in risalto la fascinosa combinatoria,
questi due caratteri/sinogrammi sono diventati nel corso degli anni una
sorta di ossessione. Cos, il ragionare sulle molteplici sfumature che ta-
le combinatoria evoca e continua incessantemente a stimolare, diven-
tata quasi unabitudine.
Mi piace allora ritornare qui agli inizi di quello che divent poi uno
dei punti salienti del mio percorso di ricerca: avevo cominciato a occu-
parmi in maniera approfondita del testo in questione allinizio del 1979
quando, mentre lavoravo in Cina, leditore Einaudi, nella persona di
quel fine letterato che era Giancarlo Roscioni, mi scrisse per coinvol-
4
germi in un nuovo progetto di traduzioni di opere rilevanti selezionate
F. Cheng, Vide et plein. Le language pictural chinois, op. cit., p. 59.
5 Ivi, p. 55. dalle tradizioni araba, indiana e cinese, e riguardanti il pensiero lettera-
6 Teresa dAvila, La Vita, Rizzoli, Milano 1990, p. 126. rio: un progetto che poi, purtroppo, vide pubblicata solo la traduzione

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 189-200


190 Alessandra C. Lavagnino Nel cuore del segno: riflessioni a proposito di due caratteri 191

dello Dvanialoka di Anandavardana (820-890), a opera di Vincenza molte lingue e di molti saperi.3 Il risultato dei miei studi e ricerche fu
Mazzarino (Einaudi, Torino 1983); del testo arabo si persero le tracce, che, quando finalmente dopo quindici anni di lavoro la mia traduzione
e il testo cinese, il mio, usc poi, in seguito a diverse vicissitudini edi- usc, il titolo che avevo elaborato e che oggi pi che mai ritengo in-
toriali, molti anni dopo e presso un altro editore.1 soddisfacente fu Il tesoro delle Lettere: un intaglio di draghi.4
Giancarlo Roscioni, il responsabile di quel bellissimo progetto, E muovere ancora una volta da questo parziale smacco, ovvero ri-
era in quegli anni non solo un francesista insigne e un raffinato esper- tornare su quella che per anni era diventata una sorta di ossessione, il
to di Gadda, ma anche un sensibile redattore nella sede romana della cercare di rendere nella maniera pi congrua il titolo di questopera,
casa editrice che allora annoverava tra gli altri Natalia Ginzburg, appare oggi ancora opportuno, e speriamo in qualche modo utile, pro-
Cesare Garboli, Italo Calvino quali ospiti della sede romana, nei lu- prio perch intorno allaccostamento tra i due caratteri wen e xin
minosi studi di via Francesco Crispi, a un passo dalla scalinata di e alla loro possibile combinatoria ruotano alcune riflessioni molto im-
piazza di Spagna. portanti che riguardano non solo la scrittura poetica mente lettera-
E il progetto nel quale Roscioni mi coinvolse e mi segu per molti ria era stata una delle numerose traduzioni, a volte suggestive ma fino
anni era quello di tradurre per la prima volta in italiano il testo intitola- a ora mai completamente convincenti, che era stata in questi anni pro-
to Wen xin diao long , opera grandiosa e immensa scritta nei posta ma lo stesso procedimento del fare wen, ovvero il meccani-
primi anni del VI secolo d.C. da Liu Xie in una mirabile prosa smo stesso della costruzione della scrittura, e poi della calligrafia, e poi
parallela, articolata in cinquanta juan , capitoli; un testo che co- ancora della poesia e della pittura...
stituisce la base sulla quale si nei secoli successivi sviluppata tutta la Ci soffermeremo allora brevemente su wen e su xin non certo con
riflessione sulla scrittura poetica e sui generi letterari nella Cina classi- lo scopo di trovare una soluzione al rompicapo del titolo dellopera di
ca. Un testo che ancora, e nuovamente nella Cina di oggi, si pone come Liu Xie, ma piuttosto per cercare di mettere in luce alcune possibili re-
insuperato inventario critico del pensiero letterario e fondamento indi- lazioni tra questi due caratteri e lo stesso percorso creativo della scrit-
spensabile per lo studio dellestetica cinese. Lautore, Liu Xie, era un tura ovvero nello stesso fare wen: produrre, elaborare quellinsieme
erudito confuciano ma anche esperto di scritture buddhiste, e anche codificato di tratti che formano ciascun sinogramma/carattere scritto,
profondamente impregnato, come tutti i ru , i funzionari-letterati ci- tratti che, come la tradizione ci tramanda, per ciascuno di questi sino-
nesi, dei saperi taoisti che coraggiosamente mise insieme nel tracciare grammi sono definiti nel numero e nelle forme in maniera rigida e ine-
quel grandioso affresco che d il titolo allopera. Un intaglio di dra- quivocabile, sulla base di protocolli cristallizzati nei secoli, e che co-
ghi: il binomio diao long intagliare draghi, infatti metafora consa- struiscono un insieme fermo, solido, emblematico, che provvisto di
crata dello scrivere ornato, in contrapposizione come recita unanime un significato (oltre che di un aspetto fonologico, una sillaba tonalizza-
la tradizione cinese di quello scrivere vermi (diao chong ), che ta). E ciascuno di questi insiemi forma poi le parole, le frasi, i discorsi,
autori a esso coevi avevano spregiatamente impiegato per indicare lo i testi, la letteratura, il sapere, ovvero quella mirabile trasformazione
scrivere di minuzie.2 E molto stato scritto, e anche di recente, su que- (hua ) delluomo che avviene attraverso la padronanza del segno
sto testo, e molte sono le traduzioni e le interpretazioni spesso lontane scritto (wen ): wenhua , cultura.
le une dalle altre, che esperti sinologi di molti paesi hanno proposto, a E fare wen (zuowen ), ovvero scrivere, fissare prima, nella
partire dal titolo, un rompicapo che ha affascinato e irretito studiosi di pi remota antichit, sui carapaci di tartaruga che servivano per la divi-
nazione, poi incidere sulle potenti suppellettili votive in bronzo, o sul-
1 Liu Xie, Il tesoro delle Lettere: un intaglio di draghi, Luni, Milano 1995.
2 A. Lavagnino, Alcune riflessioni intorno al termine wen nel Wen xin diao long, in M. An- 3 V. Lavoix, Un dragon pour emblme: Variation sur le titre du Wenxin diaolong, in Etu-

gelillo (a cura di), Asiatica Ambrosiana, vol. III, Biblioteca Ambrosiana-Bulzoni Editore, Milano- des chinoises, vol. XIX, n. 1-2, 2000, pp. 197-247.
Roma 2011, pp. 339-350. 4 Liu Xie, Il tesoro delle Lettere: un intaglio di draghi, op. cit.
192 Alessandra C. Lavagnino Nel cuore del segno: riflessioni a proposito di due caratteri 193

le pietre delle montagne, e poi sulle stele commemorative, e poi su stri- xin shang ren (letter. colui/colei che sta nel cuore),
scioline di bamb, poi su pezze di seta, e su carta, e poi stampare, e far lamato/a
arrivare fino a noi uno sterminato patrimonio di testi leggibili e com- xiaoxin (letter. piccolo cuore), attenzione!
prensibili qualche cosa che ha richiesto, che ha preteso al di l
delle estrose capacit inventive di geniali artisti che hanno reso anche Torniamo, per, al passato. Nel pensiero cinese tradizionale xin
esteticamente bellissimi i caratteri una codificazione rigorosa che non un concetto assai articolato e complesso, che gioca un ruolo cruciale:
lascia scampo allerrore: per un tratto di pennello in pi o in meno (che fin dai testi pi antichi il termine xin compare come sede di emozione
trasforma radicalmente un carattere in un altro, arrivando anche a ri- e sentimento, e viene a pi riprese chiamato in campo per esprimere
baltarne completamente il senso, si poteva letteralmente perdere la te- sentimenti come dolore, tristezza, contrariet, ma anche tranquillit. Il
sta, ovvero essere giustiziati, come lo stesso Liu Xie ci racconta a pro- sentimento dellamore attribuito al cuore, ma anche quello dellesor-
posito delle possibile alternativa tra i due caratteri graficamente simili tazione morale. Il re Cheng mise in atto il suo cuore per assicurare la
ma semanticamente assai distanti, fan (contrasto) you (amicizia).5 pace nel paese, ci ricorda il Libro dei Documenti, la pi antica raccol-
Quindi, per fare wen ci vuole attenzione, testa, ma anche cuore: ta di testi storiografici.8 E anche in altri passi tratti dai primi testi della
xin. tradizione il termine appare anche quale sede dintelletto e ragione,
Partiamo allora proprio dal cuore: xin . Limmagine pi antica diventando il centro di tutte le espressioni della vita cosciente che
rappresenta il profilo anatomico del cuore umano, e infatti nella anato- vengono attribuite tanto al cuore che alla mente. E la medesima com-
mia tradizionale uno dei cinque visceri (wu zang ), ovvero cuore, binazione compare anche negli Analecta confuciani.9 Successivamen-
fegato, milza, polmoni e reni, ed presieduto/governato da uno dei te, nellepoca degli Stati combattenti, il concetto di xin diviene il cen-
cinque elementi/cinque fasi (wuxing ), il fuoco (huo ).6 tro di alcuni dei problemi di fondo dibattuti in quel periodo: costitui-
Questa componente anatomica, concreta, permane ancora oggi sce infatti uno dei punti cruciali che dividono i confuciani dai taoisti,
identificabilissima anche nelle formazioni lessicali contemporanee, come e gioca un ruolo straordinariamente centrale allinterno del dibattito
registra anche la sesta, la pi recente, edizione del pi autorevole Dizio- confuciano intorno alla natura delluomo (xing ). Un dibattito che
nario del cinese contemporaneo che dedica al lemma diverse pagine.7 continuer ancora, vivacissimo, mille anni dopo quando i neo-confu-
Vale la pena qui segnalare almeno alcuni suggestivi composti: ciani riproporranno in termini espliciti la questione cruciale del rap-
porto tra xing (natura umana) e xin (mente/cuore). E comunque
xinhuo (letter. fuoco nel cuore), collera repressa il fatto stesso che xin costituisca il centro sia del desiderio/emozione e
xindan (letter. cuore e cistifellea), determinazione e co- sia dellintelletto (razionale e intuitivo), pone tale concetto al centro
raggio di molte contese nella discussione concernente le relazioni tra tutte
xingan (letter. cuore e fegato), una grande passione queste facolt.10
xin kou ru yi (letter. cuore e bocca come una cosa so- Come si vede, nel pensiero cinese tradizionale, xin viene identifica-
la), dire quel che si pensa to anche come il centro del pensiero, dellintelligenza, e indica la ine-
stricabile commistione tra le facolt del pensare e del sentire, non tan-
to gli organi preposti a tali funzioni. Quindi per traslato arriviamo al
5Ivi, p. 127.
6A. Cheng, Storia del pensiero cinese, Einaudi, Torino 2000.
7 Zhongguo shehui kexueyuan yuyan yanjiusuo cidian bianjishi 8 B. Schwartz, The World of Thought in Ancient China, Harvard U.P., Cambridge 1985, p.
(Comitato di redazione dizionari del dipartimento di lingue dellAccademia cinese di 185.
scienze sociali), Xiandai hanyu cidian , The Commercial Press, Beijing 2012, pp. 9 Ibidem.
1444-1448. 10 Ibidem.
194 Alessandra C. Lavagnino Nel cuore del segno: riflessioni a proposito di due caratteri 195

concetto di centro/nocciolo/essenza, ovvero allodierno zhongxin una serie di commenti e note al nostro testo, nel 1995 ha pubblicato un
, centro/punto focale, hexin , nocciolo/nucleo. Dizionario del WXDL,14 ed quindi anche grazie a questo importante
Vediamo ora brevemente il termine wen . Limmagine pi antica strumento che abbiamo condotto questa breve analisi.
sembra rappresentasse quelle impronte di uccello che costituirebbe- In merito al carattere wen, il primo significato che Zhou15 identifica
ro una delle possibili mitiche origini della scrittura: Quando le im- quello di wenzi , segno scritto/elemento della scrittura/grafo, che,
pronte di uccello sostituirono i nodi nacque la scrittura, afferma infat- ad esempio, nella citazione dal cap. XXX (Ding shi , Definizione
ti Liu Xie.11 E il pittogramma che per primo ne identifica limmagine della maniera), assume anche uninteressante funzione verbale. Quan-
indica un intreccio di segni, linee, tratti diversi.12 Il significato primo do si scrive (wen ), se si rovescia zheng (correttezza) si ottiene fa
quindi quello di segno/modello/ornamento, con un ventaglio di pos- (manchevolezza).16 Un altro significato wencai ornamento pre-
sibili formazioni lessicali interessanti e suggestive che permangono, an- cipuo/modello intrinseco di bellezza come troviamo specificato nel cap.
cora oggi, nelluso del cinese contemporaneo. Il citato Dizionario del ci- XXXI (Qing cai , Emozioni e bellezza). Tre sono i criteri per fissa-
nese contemporaneo dedica alla voce diverse pagine.13 re la Via della bellezza (wen): il primo wen nelle forme, costituito dai
Si segnalano, tra i numerosi composti: cinque colori, il secondo wen nel suono costituito dalle cinque note, il
terzo wen delle emozioni, costituito dai cinque sentimenti.17
wenzi , scrittura Si tratta, comunque, sempre di una bellezza corretta, che in ot-
wenfa , grammatica temperanza, e mira al conseguimento di una Via, che quella, come
wenhua , cultura lautore sottolinea a pi riprese, del rispetto delle regole canoniche, ov-
wenming , civilt vero dellossequio ai modelli Classici (Zong jing , La deferenza ai
wenren , studioso classici il titolo del capitolo III, uno dei Cardini, ovvero la base
wenxue , letteratura teorica introduttiva dellopera) e dellosservanza stretta nei confronti
wenyan , scrittura ornata delle fondamentali direttrici culturali della tradizione confuciana. Wen
wenyi , letteratura e arte inteso come come wenzhang , opera letteraria, costituisce una
wenzhang , opera letteraria/saggio/articolo categoria rispetto alla quale Liu Xie propone importanti definizioni.
wenci , eleganza nelleloquio/oratoria Lopera letteraria esercizio della mente-cuore nello scrivere, ma es-
Nel nostro testo il carattere wen compare in 583 occorrenze, a sa deve essere solidamente appoggiata su di una robusta piattaforma di
volte come termine isolato, a volte in composizione con altri, e lautore conoscenze e di sapere che si forma grazie al riconoscimento, median-
gioca abilmente su questa complessa ricchezza di significati. Vediamo- te lo studio, e alla doverosa venerazione, di quanto i Saggi del passato
ne allora alcuni esempi significativi ovvero tentiamo una breve ricogni- ci hanno tramandato: I Classici, sottili e profondi, e i tanti e diversi
zione di alcuni valori semantici che abbiamo ritenuto pi interessanti documenti storici sono il luogo misterioso di tutte le parole, la sede im-
dal punto di vista culturale. Determinante, per approfondire queste materiale del talento e del pensiero. [...] Essi per tutti sono stati il fon-
nostre riflessioni, stato anche il lavoro di uno dei pi insigni studiosi damento della scrittura. Chiunque vi pu arare e sarchiare, oppure fe-
cinesi del nostro testo, il prof. Zhou Zhenfu, che dopo aver compilato licemente pescare e cacciare.18

11Liu Xie, Il tesoro delle Lettere: un intaglio di draghi, op. cit., p. 29. 14 Z. Zhou, WXDL cidian , Zhonghua shuju, Beijing 1995.
12F. Botero, Revisiting the wen and the zi: The Great Chinese Character Hoax, in 15 Ivi, p. 190 e segg.
Bulletin of the Museum of Far Eastern Antiquities, n. 74, 2002, pp. 14-33. 16 Liu Xie, Il tesoro delle Lettere: un intaglio di draghi, op. cit., p. 214.
13 Zhongguo shehui kexueyuan yuyan yanjiusuo cidian bianjishi, Xiandai hanyu cidian, op. cit., 17 Ivi, p. 219.

pp. 1362-1365. 18 Ivi, p. 253.


196 Alessandra C. Lavagnino Nel cuore del segno: riflessioni a proposito di due caratteri 197

E non si tratta qui solo di attribuire, da parte dellautore, un dove- morie di uno storico di Sima Qian: E in merito a quanto le dinastie
roso ossequio ai Classici, ossequio che peraltro attraversa ininterrotta- Yin e Xia tolsero o aggiunsero, Confucio disse: Anche se sono trascor-
mente tutta lopera e costituir in seguito uno degli imprescindibili re- se cento generazioni oggi siamo ancora in grado di sapere che gli uni
quisiti di tutta la tradizione estetica confuciana. Troviamo qui anche la possedevano le forme gli altri i contenuti. I Zhou guardarono alle due
prima interessante teorizzazione di una delle pratiche peculiari della dinastie precedenti, perci la loro cultura fu ricca e forte. Io mi rifaccio
tradizione culturale cinese ovvero la continua commistione intertestua- ai Zhou. Perci il Libro dei documenti e il Libro dei riti vennero redat-
le, il graduale accumulo di una citazione sullaltra, che diviene non so- ti da Confucio.22
lo connessione ed intreccio di testi continuamente reinventati, ma piut- In tal modo lautore si inserisce nel dibattito culturale del tempo
tosto il continuo rivivificare, proprio attraverso la costruzione interte- proponendo una visione della letteratura ampia e articolata: nella sua
stuale, il senso della tradizione stessa. Una tradizione che proprio attra- opera tratta di tutti i generi e forme letterarie riconosciuti, dai generi in
verso la citazione compresa e riconosciuta come tale solo dal ristretto rima come le Odi, alle forme in prosa, come le Storie, i testi dei Mae-
gruppo delle lite confuciane si riproduce, si rinnova e si tramanda stri, ma anche editti, proclama di guerra, lamenti funebri, ecc., e quin-
nellambito esclusivo della ristretta cerchia degli eruditi confuciani: I di pur esprimendo la doverosa deferenza ai Classici della tradizione
Classici raggiunsero le vette pi alte, crearono i modelli per il tempo a confuciana, riconosce anche ad altre forme di scrittura dignit e so-
venire e scoprirono territori sterminati; perci anche se cento sono le prattutto importanza quale veicolo privilegiato per la trasmissione del
scuole che gareggiano, sempre nel loro ambito che operano.19 sapere, in una visione pi ampiamente culturale del valore del testo
In altre occasioni wen viene posto in relazione con bi pennel- scritto. E questa visione a tutto campo del patrimonio scritto traman-
lo, come nel capitolo XLIV dellopera (Zong shu , La tecnica dato dal passato, come portatore dimportanti valori culturali si pog-
della scrittura: conclusioni): Oggi si usa spesso distinguere wen gia su di un riconoscimento fondamentale che viene dichiarato esplici-
da bi , ovvero scrittura che rispetta le cadenze tonali da scrittura sen- tamente proprio nellincipit dellopera: Grandissimo il potere del
za cadenze tonali.20 wen. nato con il cielo e con la terra, in che modo? [Dapprima] nero
E pi avanti Liu Xie dir anche scrittura provvista o meno di or- e giallo mescolarono i propri colori, quadrato e rotondo distinsero le
namenti letterari21 entrando in pieno in un dibattito assai importante loro le forme; il sole e la luna, due dischi di giada preziosa comparvero
allepoca sua, un dibattito che era cominciato circa un secolo prima, e sospesi alla volta celeste, i monti e i fiumi, splendenti come broccato, si
non riguardava tanto lo stabilire una differenza tecnica tra generi lette- distribuirono ordinati sulla superficie delle terra. Tutto ci costituisce
rari in versi e in prosa quanto piuttosto se riconoscere o meno a scritti il wen del Dao.23
in prosa, quindi senza i tradizionali ornamenti letterari (wen) o so- E tutto questo capitolo che significativamente si intitola Lorigine
prattutto a forme poetiche nuove lo statuto e la dignit di wenyan nel Dao (Yuan dao wen ), il primo dellopera, si gioca proprio
(scrittura ornata, ma anche corretta) che veniva allepoca sua sulla dilatazione semantica del termine wen, che segno, forma,
attribuita solo ai testi della tradizione confuciana. Riconoscere cio alle ornamento, e infine letteratura, nel suo rapporto con il citato xin
opere letterarie provviste di ornamenti/forma (wen), il valore che se- mente-cuore, come fattore interno da un lato, e con il Dao, ovvero il
condo la tradizione confuciana veniva attribuito alle forme che aveva- principio naturale esterno, dallaltro. Ed proprio lo sfruttamento si-
no anche i contenuti corretti. LAutore fa qui un esplicito riferimento stematico delle risorse polisemiche di questi tre termini a consentire
al seguente passo della Biografia di Confucio che compare nelle Me- una progressione nella descrizione del processo creativo naturale e

19 Ivi, p. 43. 22 Cfr. la mia traduzione, in S. Pozzi (a cura di), Confucio re senza corona, ObarraO, Milano
20 Ivi, p. 284. 2011, pp. 29-50.
21 Ibidem. 23 Liu Xie, Il tesoro delle Lettere: un intaglio di draghi, op. cit., p. 28.
198 Alessandra C. Lavagnino Nel cuore del segno: riflessioni a proposito di due caratteri 199

soggettivo, che arriva a rendere pienamente ragione della teoria confu- Il xin della perizia:26 xin parola bellissima, perci ne ho fatto
ciana della letteratura come massima espressione della saggezza uma- uso.27
na. Liu Xie, infatti, ci dice che dalla nascita delluniverso, fino alla na- Come abbiamo visto, il binomio wen xin pu dare origine a inter-
scita delluomo tutto espressione del wen della natura: ogni cosa, pretazioni differenti, che condizionano in maniera ben precisa la tra-
ogni essere dotato di un proprio wen precipuo, tratto distintivo che duzione in una lingua occidentale.28 La scelta che si impone al tradut-
lo caratterizza e lo identifica allinterno dellordine naturale. Ma tra tore, non potendo egli in alcun modo mantenere la straordinaria ambi-
tutti gli esseri, le diecimila cose che formano il mondo, luomo luni- guit poetica che insita nel binomio cinese, sar allora quella di dover
co a possedere un wen che lo rende il tramite tra le forze del cielo e privilegiare o la componente soggettiva, che mette in evidenza leser-
quelle della terra, perch il wen che lo contraddistingue la capacit cizio della mente nello scrivere di letteratura, la mente letteraria, op-
di scrivere, ovvero di registrare per iscritto quello che fa e quello che pure quella pi oggettiva, il centro ovvero lessenza/arte, il meglio
pensa: Luomo la cosa pi nobile tra i Cinque elementi, la vera es- della letteratura. Ed era stata, per chi scrive, una scelta assai difficile,
senza xin del cielo e della terra. Quando nacque il pensiero si costitui- allora, quella di privilegiare, dopo molte incertezze, la componente
rono le parole, e insieme con le parole comparve la scrittura wen: la oggettiva: Il tesoro delle Lettere: un intaglio di draghi divenne pertan-
legge della natura.24 to il titolo del volume, anche se, oggi, a quasi ventanni di distanza,
quindi proprio attraverso il segno scritto che si manifesta la su- quella che allora era apparsa come una decorosa soluzione di compro-
periorit dellindividuo. Il segno scritto, come registrazione della paro- messo, che forse meglio rispettava le indicazioni fornite dallo stesso
la, possiede il potere di trasformare, di educare e di civilizzare, e il do- Autore, appare del tutto insoddisfacente.
minio del letterato sul contadino, dello scriba sullagricoltore passa E anche la gran quantit di lavori comparsi in Italia e allestero su
proprio attraverso la padronanza della scrittura perch il patrimonio questo testo non sembra abbiano sciolto dubbi e insoddisfazioni: si cer-
scritto, memoria della saggezza del passato e mirabile concentrato dei cano di fornire illustrazioni e spiegazioni che rendano conto e sciolgano
segni che legano luomo al cielo e alla terra, possiede una inequivocabi- in qualche maniera la potente ambiguit che sottende a questo incastro
le ed unica funzione civilizzatrice. Funzione civilizzatrice che lungo di segni e di significati, senza peraltro intaccarne minimamente la so-
tutto il corso della storia dellimpero cinese stata esercitata attraverso stanza. Non rimarr allora, al lettore, che esercitare umilmente il proprio
una proclamata superiorit culturale, che nasce dalla superiorit di- sguardo: ovvero guardare e riguardare con occhio sempre pi attento e
chiarata fin nei pi antichi testi della tradizione confuciana del wen profondo i tratti che compongono questi due caratteri, e poi provare a
sul wu , ovvero delle virt civili sulla forza delle armi: Confucio rite- scriverli e riscriverli allinfinito, per acquisirne, finalmente, il processo di
neva infatti che il ricorso alla forza delle armi fosse la pi grande scon- creazione materiale, attraverso lo scivolare dellinchiostro sulla carta, e il
fitta della civilt, di quelle virt pacifiche in grado di conquistare a s i concretizzarsi del contrasto tra il nero e il chiaro, tra il pieno e il vuoto.
barbari tramite la superiorit della propria cultura. In questo modo il cuore del segno diviene un rifugio.
Ma qual allora il magico incastro tra i due caratteri? Come lo stesso Liu Xie ci indica, a conclusione della sua opera:
Torniamo al rebus del titolo dellopera. lautore stesso che, pro-
La vita scorre dentro strette sponde,
prio nellincipit del capitolo il Disegno dellopera,25 che mette a
senza sponde solo il sapere
conclusione del suo lavoro, dichiara: Con le parole wen e xin indico
lesercizio del xin (mente/cuore) che a fondamento del wen (scrit-
tura/letteratura). In passato Juanzi scrisse Il xin del liuto e Wangsun 26 Due opere andate perdute. Notizie sui due autori, vissuti intorno al IV sec. a.C., si leggo-

no in Liu Xie, op. cit., p. 339 e p. 3.


27 Liu Xie, Il tesoro delle Lettere: un intaglio di draghi, op. cit., p. 324.
24 Ivi, p. 29. 28 Indimenticabili per il traduttore dal cinese sono le riflessioni e i consigli di Chen E.
25 Si tratta del cap. L, Xuzhi , Ordinare le idee, Ivi, p. 328, nota 1. Eoyang, The Transparent Eye, University of Hawaii Press, Honolulu 1993.
200 Alessandra C. Lavagnino

Difficile inseguire tutte le cose,


facile riuscire seguendo la propria natura
Fermo come roccia di sorgente,
rifletto sul senso della scrittura
Se la scrittura scaturisce dal cuore, allora il mio cuore ha trova-
to un rifugio.29 Maurizio Paolillo

Il linguaggio, la metafora e il pericolo degli orifizi.


Note sinologiche a margine di alcune pagine lacaniane

il pensiero stesso a regredire regolarmente


in proporzione a quanto pretende di scoprire
come primitivo (Sem. XVIII, p. 54).

La familiarit di Lacan con la lingua e la cultura cinese, legata in


particolare al rapporto avuto con il grande sinologo Paul Demiville,
vecchio caro maestro (Sem. XVIII, p. 40), un aspetto del tutto evi-
dente, di cui Lacan si serv talora per scardinare strutture interpretati-
ve sclerotizzate. Intendo qui utilizzare una piccola parte dei riferi-
menti cinesi adottati da Lacan, non tanto per intraprendere una criti-
ca alla lettura lacaniana delle fonti classiche cinesi (il che sarebbe as-
surdo, e non terrebbe fra laltro conto delluso strumentale che Lacan
fa di tali fonti al fine di elaborare il suo discorso), quanto per fornire
un contributo al mio ristretto orticello sinologico.1
In particolare, prover qui a impiegare alcuni punti toccati da La-
can nel Seminario XVIII (Di un discorso che non sarebbe del sembiante,
1971), attraverso il riferimento alle fonti cinesi classiche, come il Laozi
, lo Zhuangzi e il Mengzi .

1. Il linguaggio e il buio della metafora


Possiamo iniziare dalla parte in cui Lacan rileva la principale accu-
sa mossagli dai linguisti, luso metaforico che egli farebbe della lingui-
stica: veramente curioso che dei linguisti non vedano che ogni uso

1 Un altro grande sinologo ebbe rapporti con Lacan: Franois Cheng, che ebbi lonore di
29 Liu Xie, Il tesoro delle Lettere: un intaglio di draghi, op. cit., p. 327. avere come docente allINALCO pi di venti anni fa. Queste brevi note sono a lui dedicate.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 201-215


202 Maurizio Paolillo Il linguaggio, la metafora e il pericolo degli orifizi 203

del linguaggio, qualunque esso sia, si muove nella metafora, che non Qui, in un verso di pochi caratteri, troviamo ben tre volte il sino-
c linguaggio che non sia metaforico. E lo dimostra ogni tentativo di gramma dao : sulla molteplicit dei livelli a cui fa riferimento il ter-
meta-linguaggiare, se posso esprimermi cos. Esso infatti non pu fare mine che si gioca una esegesi che anche comprensione di tutto ci
altro che provare a partire da quello che viene sempre definito, cio che segue. Dao nel cinese antico via, ma anche percorrere o trac-
ogni volta che si progredisce in un cosiddetto sforzo logico, come un ciare un percorso, e considerare, esprimere a parole: evidente qui
linguaggio-oggetto. Ora, negli enunciati di ognuno di questi tentativi quella compresenza di aspetti normativi e processuali, con possibili ap-
logici si tocca con mano che questo linguaggio-oggetto inafferrabile. plicazioni a livello etico-gnoseologico,4 che ha reso il termine popo-
nella natura del linguaggio, non dico della parola, dico del linguag- lare anche nel linguaggio di altre correnti sapienziali o filosofiche nel
gio stesso, che, quando si tratta di avvicinarsi a una qualsiasi cosa che periodo dei Regni Combattenti (403-221 a.C.).
vi significhi, il referente non mai quello giusto, ed proprio questo a Inoltre, evidente nel testo il parallelismo tra dao e ming , no-
costituire un linguaggio. Ogni designazione metaforica, non pu av- me o nominare. Si gioca gi qui quella relazione del Daoismo con il
venire se non tramite lintermediazione di unaltra cosa. Anche se dico linguaggio che costituir uno dei tratti pi evidenti della tradizione,
Questo indicandolo, implico gi, per averlo chiamato Questo, che ho presente in testi classici cos come in opere pi specifiche e di ambi-
scelto di farne semplicemente Questo, mentre questo non Questo to operativo.5
[...]. Non possiamo tralasciare che dire Questo un fatto di linguaggio. La prima occorrenza del termine appare per qui chiaramente non
Quello che ho appena indicato come Questo non il mio sigaro. Lo come un Dao, cio come una delle tante vie possibili-percorribili (si-
quando lo fumo, ma quando fumo non ne parlo (Sem. XVIII, p. 39). nogramma ke ) per lapproccio conoscitivo; il Dao che una delle
Non azzardato affermare che qui Lacan mostra di conoscere (e vie da percorrere, non il Dao eterno. Parimenti, il nome che pu es-
apprezzare) in maniera non superficiale lattenzione al ruolo del lin- sere adottato (tra una indefinit di nomi-etichette possibili) non il
guaggio evidente nella tradizione del Daoismo. Cercher di mostrarlo, Nome eterno.
tracciando un breve percorso attraverso due testi del Daoismo classico, Qui il Dao non una tra le tante norme prescrittive, tra i tanti
il Laozi e lo Zhuangzi.2 percorsi di molteplice natura suggeriti dalle varie tradizioni di pen-
Partiamo dalla prima stanza del Laozi, testo fondamentale un cui siero del tempo, questi s nominabili. Proseguiamo: Senza nome
esemplare manoscritto mutilo ritrovato nel 1993 pu essere fatto risali- dei diecimila esseri il cominciamento, Ha nome quel che dei diecimi-
re al 320 a.C. circa: La Via che come tale pu esser presa, Via eterna la esseri la Madre. Sicch, nella costante cessazione di desio, se ne
non . Il nome che come tale pu esser preso, nome eterno non . contempla il prodigio, e nel costante desio se ne contempla il limite
Senza nome dei diecimila esseri il cominciamento, Ha nome quel manifesto.
che dei diecimila esseri la Madre. Sicch, nella costante cessazione di Nel seguito della prima stanza, il Dao presenta nondimeno due
desio, se ne contempla il prodigio, e nel costante desio se ne contempla aspetti, definiti wuming , il Senza nome, e youming , ci
il limite manifesto.3 che ha un nome. In alcuni casi, si considera un segno di interpunzio-
Divider ora la citazione in due parti: La Via che come tale pu ne che separa i membri delle due coppie; si ha allora wu , la Non
esser presa, Via eterna non . Il nome che come tale pu esser preso, Esistenza, ambito dellincondizionato, di ci che non soggetto a de-
nome eterno non .

4 Ivi, p. 90.
2Per una trattazione pi distesa degli stessi temi, cfr. M. Paolillo, Il Daoismo. Storia, dottri- 5 Luso strumentale del linguaggio particolarmente evidente nellambito della via di realizza-
na, pratiche, Carocci, Roma 2014. zione daoista detta neidan, cinabro interno, diffusasi soprattutto a partire dal decimo secolo: cfr.
3 Trad. di A. Andreini (a cura di), Laozi. Genesi del Daodejing, Einaudi, Torino 2004, p. M. Paolillo, Il Daoismo. Storia, dottrina, pratiche, op. cit., pp. 170-177. Il neidan riutilizza peraltro
91. la coppia di termini xing-ming, frequenti nella speculazione dellepoca dei Regni combattenti.
204 Maurizio Paolillo Il linguaggio, la metafora e il pericolo degli orifizi 205

terminazioni discriminanti, e you , lEsistenza, prima determinazione Eternamente senza nome la Via. Pur minuta nella sua ruvidezza
che contiene in s gli sviluppi della molteplicit delle cose o dieci- naturale (pu), nessuno al mondo ha lardir di soggiogarLa [...]. Nel
mila esseri, di cui principio immediato. Si tratta di due interpreta- principiar a dividere e controllare, shanno i nomi.7
zioni peraltro in assoluta non contraddizione: lambito del non manife- La stessa affermazione lacaniana che la causa del nostro inevitabile
stato anche il luogo (stando attenti a non dare al termine connota- non sapere ci che diciamo risiede nel linguaggio trova echi molteplici
zioni spaziali) dellindistinzione primordiale, in cui impossibile qual- nel Laozi. Colui che sa, non ne parla, colui che parla, non ne sa, il
siasi determinazione attraverso un atto, quale lattribuzione di un no- famoso incipit della stanza 56.8 Raro trovare al mondo chi adotta
me, che di per s espressione di dualismo, o se si vuole di conoscenza linsegnamento senza parole (stanze 2 e 43).9 E si consideri la stanza
distintiva. La distinzione tra la origine del Cielo e della Terra (o dei 71: Saper di non sapere, certo cosa eccelsa; ignorar di non sapere, ,
diecimila esseri) propria della Non Esistenza/Senza Nome e la Ma- invece, grave pecca. Se il Saggio, dunque, di pecche non si macchia,
dre della molteplicit delle cose, propria dellEsistenza/Ci che ha un perch riconosce la pecca esser pecca. Pecche, perci, non ha.10
nome, sembra introdurre qui due aspetti complementari del Dao (non Nella stanza 5, colui che fa ritorno alla condizione indifferenziata
a esso intrinsechi, ma per cos dire contemplabili dallessere che si del Dao perde ogni umanit (ren), termine inteso nella sua accezione
trovi ancora allo stato condizionato): il primo sottile, invisibile e pri- confuciana di reciprocit, un attributo ormai inutile in chi ha superato
vo di limitazioni, il secondo caratterizzato dalla sua illimitata fecondit la transitoriet delle caratteristiche individuali. Leccesso di linguaggio
materna, i cui frutti (gli esseri manifestati) sono caratterizzati da un (duoyan ) porta invece allesaurimento.11 Lo svuotamento degli
aspetto esteso, cio da limitazioni inerenti alla loro natura manifesta. aspetti individuali non privazione, ma integrazione a quel livello
Qui si innesta il dualismo assenza di desiderio/desiderio, la cui in cui il confine tra lio e il tu si dissolto. Parificazione (o ugua-
permanenza o costanza porta rispettivamente a cogliere il lato non ma- glianza) degli esseri (qiwu ) il significativo titolo della seconda
nifestato o manifestato del Dao: questultimo caratterizzato dalla pre- sezione dello Zhuangzi, composta intorno al 300 a.C.; qui troviamo for-
senza di enti differenziati, nominabili e quindi desiderabili come se il pi eloquente (e pi spesso male interpretato) cenno al linguaggio
oggetto di conoscenza e/o di controllo. come ostacolo da rimuovere, e probabilmente uno dei principali passi
interessante notare come lEsistenza venga qui definita Madre daoisti che hanno ispirato la riflessione di Lacan da me citata in prece-
della molteplicit delle cose: in questo suo aspetto gi meno univer- denza: Come ha potuto il Dao celarsi in modo che vi siano il vero e il
sale, inerente allEssere, il Dao si configura infatti come Matrice, che falso? Come ha potuto il linguaggio oscurarsi in modo che vi siano ci
possiede in s tutte le possibilit di manifestazione, ed ecco spiegato che e ci che non ? Dove potrebbe andarsene il Dao senza esser
luso di una terminologia simbolica con valenze femminili. presente? Potrebbe il linguaggio esser presente, ma non praticabile? Il
Il concetto del ritorno (fan ) assolutamente basilare nel Lao- Dao oscurato da compimenti parziali; il linguaggio oscurato da or-
zi. Colui che si spinto fino ai suoi estremi, o meglio lo stato con cui namenti verbali. Ecco perch c il ci che e il ci che non dei Ru
egli si ormai identificato, indicato anche con il termine pu , lette- e dei Moisti; gli uni affermano ci che gli altri negano, e viceversa. Se si
ralmente legno grezzo, non intagliato. Tale condizione espressa elo- desidera affermare ci che altri negano, e negare ci che altri afferma-
quentemente con lassenza del desiderio e dei nomi (stanze 19 e 32): no, allora nulla vale quanto una chiarificazione (ming ). Non c es-
Esibisci la semplicit disadorna della seta grezza, abbraccia la genui-
nit del ceppo che la scure non conosce (pu), la parzialit riduci, e il
desio contieni.6 7 Ivi, p. 153.
8 Ivi, p. 39.
9 Ivi, p. 93 e p. 13.
10 Ivi, p. 73.
6 A. Andreini, Laozi. Genesi del Daodejing, op. cit., p. 127. 11 Ivi, p. 99.
206 Maurizio Paolillo Il linguaggio, la metafora e il pericolo degli orifizi 207

sere che non sia quello, non c essere che non sia questo. Non si ve- ogni opposizione parziale trova la sua risoluzione. Per chi si trovi in ta-
de dal punto di vista di quello, ma si conoscer dal punto di vista co- le stato, gli esseri, per quanto differenti gli uni dagli altri, appariranno
noscitivo personale. Perci si dice: Quello scaturisce da questo, Uno; la non conoscenza (razionale-individuale) del perch ci sia co-
questo si conforma a quello. Tale la nozione della comune nascita s detta Dao.15
di quello e questo. Tuttavia, da un lato c la vita, da un lato la mor-
te; da un lato la morte, dallaltro la vita; da un lato la possibilit, dal- 2. Lagire fuor di o dentro metafora?
laltro la non possibilit; da un lato la non possibilit, dallaltro la pos-
sibilit. Si segue laffermazione, e si segue la negazione; si segue la ne- Tornando a Lacan, nel suo Seminario del 1971 egli introduce il ter-
gazione, e si segue laffermazione. Per tal motivo il Saggio non si adat- mine wei subito dopo il passo citato in precedenza: [Dopo aver
ta a ci, ma lo illumina alla luce del Cielo. Egli segue questo; ma que- tracciato il carattere wei alla lavagna] Questo si legge wei e funziona
sto anche quello, e quello anche questo. Quello implica anche anche nella formula wu wei, che vuol dire non-agire, per cui wei vuol
una affermazione e una negazione; questo implica anche una afferma- dire agire, ma per un nonnulla lo vedrete impiegato nel senso di come.
zione e una negazione. Ma c davvero un quello e un questo, o in Vuol dire come, ossia serve da congiunzione per fare metafora, ma vuol
realt non c un quello e un questo? Dove quello e questo non pure dire in quanto si riferisce alla tal cosa, che ancora pi nella me-
trovano opposizione, ci detto Cardine del Dao (daoshu ). Si ini- tafora. In effetti, dire che una cosa si riferisce a unaltra vuol dire ap-
zi a ricavare il Cardine al centro del circolo [del mondo manifestato], punto che non lo , visto che si obbligati a riferirvisi [...]. Mica male
per rispondere alle indefinite trasformazioni. Indefinite sono le trasfor- una lingua di questo genere! (Sem. XVIII, p. 40).
mazioni di ci che , cos come indefinite sono quelle di ci che non Lacan non impiega certo il riferimento a wei solo per prendere in
. Perci detto: nulla vale quanto una chiarificazione.12 giro certi linguisti. Egli pienamente consapevole del rapporto tra wei
Si spesso detto che lo Zhuangzi in essenza un trattato critico ri- e desiderio, cos come indicato dai testi daoisti.
volto al linguaggio,13 un esempio di liminologia del linguaggio alla Nella stanza 48 del Laozi si mostra tutta la rilevanza del binomio
Derrida, o di decostruzione del linguaggio;14 alcuni sono giunti a met- wei-wu wei : Chi allo studio si vota, di giorno in giorno accu-
tere in discussione la presenza stessa di un significato dietro il gioco mula, chi della Via ha sentor, di giorno in giorno sottrae. Sottrae e anco-
delle opposizioni verbali presenti ad esempio nel brano appena citato. ra sottrae, fino a cessar dadopriarsi (yi zhi yu wu wei ). In
A me pare che loggetto della critica sia il linguaggio parziale (ri- tal modo non vi sar cosa che non sar fatta (wu wei er wu bu wei
flesso di compimenti parziali, xiaocheng , cio di visioni limitate ). Se conquistar il mondo intendi, sempre evita dadoprarti
della Realt) tipico delle dottrine dei ru (spesso identificati ai confucia- (qu tianxia ye heng wushi ). Finch affaccendato reste-
ni) e dei seguaci di Mozi. La parzialit produce le contraddizioni; ma, rai (ji qi youshi ye ), il mondo non potrai certo far tuo.16
in realt, la stessa radice dellatto conoscitivo individuale, cio la di- Wu wei, er wu bu wei; frase paradossale, che pu essere risolta solo
stinzione tra questo e quello (o se si vuole tra lio e laltro), si partendo dal semplice dato che wu wei indica qui non un processo, ma
rivela illusoria per lessere che si posto al centro del circolo, laddo- uno stato, la condizione di colui il quale si ormai liberato dal condi-
ve il Cardine del Dao, loscura e assiale sorgente dellesistente dove zionamento degli esseri manifestati e che, dalla posizione centrale
che ormai occupa, si identifica de facto con il Dao che radice nascosta
e inesauribile del mondo.
12Zhuangzi, Shanghai guji chubanshe, Shanghai 1989, pp. 11b-12b.
13C. Hansen, A Daoist Theory of Chinese Thought, Oxford University Press, New York
1992, pp. 273-277.
14 Wang Youru, Linguistic Strategies in Daoist Zhuangzi and Chan Buddhism. The Other Way 15 Zhuangzi, Shanghai guji chubanshe, op. cit., p. 13a.
of Speaking, Routledge Curzon, London-New York 2003. 16 A. Andreini, Laozi. Genesi del Daodejing, op. cit., p. 23.
208 Maurizio Paolillo Il linguaggio, la metafora e il pericolo degli orifizi 209

Tale condizione definita nella stanza 38 con il termine Suprema spesso e forse in modo eccessivo anti-confuciana) si ritrova nelle
Potenza (shangde ). Il termine de , Potenza (a volte tradotto stanze 18 e 19.21
con Virt), pu essere inteso come lespressione del Dao nel mon- Nella stanza 34 del Laozi, lassenza del wei propria del Dao: il ri-
do.17 Nella stanza 38 del Laozi, la Suprema Potenza (o Virt) defini- torno a esso dei diecimila esseri non implica che il Dao si consideri lo-
ta come ci che tal non sembra; se si considera per lomofonia di ro padrone. Il Dao, infatti, caratterizzato dalleterna assenza di de-
de , Potenza, con de , acquisizione/acquisire, ottenimento/ot- siderio, e per tal motivo lo si definisce Grande.22 Al contrario, la
tenere, seguendo un brano dello Zhuangzi si pu dire che la Suprema stanza 75 rileva che nei governanti la presenza del wei (you yi wei
Potenza non ammette acquisizioni.18 Lacquisizione appartiene in- ), cio di conoscenza, desiderio e azione distintivi, porta il disordine
fatti a uno stato in cui sussistono ancora le differenziazioni, in cui con- sociale.23
cetti come perdita e guadagno hanno ancora una sia pur limitata ra- Dunque wu wei non rappresenta affatto un processo, ma uno stato
gion dessere: una condizione a cui lessere tornato alla radice che, pi che contenere a un tempo aspetti cognitivi e comportamenta-
sfuggito. Si pu cos comprendere come nella stessa stanza si sottolinei li,24 in realt la negazione assoluta o il superamento di modelli cogni-
inoltre che la Suprema Potenza, proprio perch non agente (wu wei), tivo-comportamentali specifici, lassenza di desiderio-controllo dellal-
non abbia mire (wu yi wei ), cio obiettivi o motivi esteriori tro da s.
per agire. Un altro, fondamentale termine dottrinale strettamente legato a
Il sinogramma wei ha una funzione essenziale nelle considerazioni wu wei, e anchesso talvolta erroneamente definito come un processo,
che precedono. Esso presenta il senso di agire, intervenire, inter- ziran , letteralmente lesser cos di per s, o spontaneit na-
ferire; si riferisce alla attivit di effettuare vere e proprie definizioni turale. Nella parte finale della stanza 25 del Laozi troviamo la sua
normative,19 ed quindi anche traducibile con il nostro verbo consi- prima occorrenza. Qui la grandezza del Dao si riverbera sui poli
derare. In una parola: il considerare, cio lapplicare una conoscenza essenziale e sostanziale del mondo manifestato, il Cielo e la Terra, e
meramente distintiva che distingue gli enti manifestati (ponendo, come sul Sovrano ideale che ha raggiunto lo stato di realizzazione del Dao;
afferma Lacan, riferimenti tra due cose) tuttuno con lagire. Entram- e, a ritroso, da questi parte quel prendere a modello (fa ) che ter-
bi sono fonte e riflesso di degenerazione, se intesi come principio: sono mina proprio con ziran, che pu essere definita la modalit del Dao:
lorigine della decadenza, dipinta nella stanza 38 nelle varie fasi che Grande la Via, grande il Cielo, grande la Terra, e il Sovrano, pu-
hanno visto lemergere progressivo e discendente di ren , yi e li re, grande . Quattro, nellUniverso mondo, son le cose grandi, e il
: umanit/reciprocit (o benevolenza), giustizia (o rettitudine) e riti, Sovrano tra esse risiede. Luomo fa della Terra il suo modello, la Terra
i tre pilastri della dottrina confuciana.20 Una simile visione (definita lo fa del Cielo, il Cielo della Via, e la Via ha per modello la naturale
spontaneit.25
Ziran si configura quindi a un tempo come espressione della realt
17 V. Lombardi, Analisi della relazione di de con xing e con qing nel Zhuangzi, in L. De
incondizionata del Dao, della sua assoluta libert metafisica, e anche
Giorgi, G. Samarani (a cura di), Percorsi della civilt cinese fra passato e presente, Cafoscarina, Ve-
nezia, pp. 277-289. De ricorre peraltro in fonti non daoiste: nel Lunyu , testo che secondo la dello stato di colui che ha realizzato lidentit con il Dao. Per indicare
tradizione raccoglie linsegnamento di Confucio, il governante dotato di de diventa una figura tale stato, la tradizione daoista ha frequentemente adottato immagini
simbolicamente affine alla stella polare, che resta immobile al centro del Cielo mentre le altre stel-
le vi ruotano intorno: una concezione che avvicina tale stato al wu wei del Laozi. Cfr. M. Csik-
szentmihaly, De, in F. Pregadio (a cura di), The Encyclopedia of Taoism, 2 voll., Routledge,
London-New York 2008, pp. 353-354. 21 Ivi, p. 125 e p. 127.
18 A. Andreini, Laozi. Genesi del Daodejing, op. cit., pp. 2-3. 22 Ivi, p. 157.
19 E. Slingerland, Effortless Action. Wu-wei as Conceptual Metaphor and Spiritual Ideal in 23 Ivi, p. 81.

Early China, Oxford University Press, New York 2003, p. 79. 24 Come rilevato in E. Slingerland, op. cit., p. 89.
20 A. Andreini, Laozi. Genesi del Daodejing, op. cit., p. 3. 25 A. Andreini, Laozi. Genesi del Daodejing, op. cit., p. 139.
210 Maurizio Paolillo Il linguaggio, la metafora e il pericolo degli orifizi 211

simboliche attinenti al mondo vegetale, come il gi citato termine pu, Cosa detto Dao? C il Dao del Cielo, e i Dao [vie] delluomo.
semplicit, letteralmente legno grezzo, non intagliato. Nella stanza Il Dao del Cielo consiste nel non agire/non considerare e nel rispet-
28, in cui appare la famosa immagine della valle, lassociazione tra tare [senza interferire]; i Dao delluomo, nella presenza dellagi-
tale semplicit del legno grezzo e lo stato del Dao (e di chi lo ha rea- re/considerare (youwei ) e nel creare ostacoli [alla spontaneit].
lizzato) appare con evidenza. Qui, si sottolinea che, una volta disper- Il Dao del Cielo ci che fa da Signore, i Dao delluomo ci che fa
so (san ), cio intagliato, il legno grezzo pu costituisce (ancora il da ministro. Tra essi c grande distanza: non se ne pu non tenere
verbo wei, qui nella sua forma transitiva) gli utensili (qi ): cio, colui debita stima.30
che rimane coinvolto nel mondo diventa del mondo strumento, non Perci la Potenza (de) degli imperatori e dei sovrani [arcaici] con-
pi consapevole della sua originaria e incondizionata natura interiore.26 siderava Cielo e Terra come antenati, il Dao e la sua Potenza come si-
Dunque, nel rapporto pu-qi si configura la relazione tra ci che gnori, il non agire/non considerare come norma costante. Col non agi-
preformale e attinente allOrigine e ci che posside una utilit del re, si fa uso del mondo e ce n davanzo; con lagire/considerare
tutto relativa e fine a se stessa. (youwei), si usati dal mondo e non si bastevoli. Per tal motivo gli
Il rapporto tra wu wei, la spontaneit ziran, pu e lassenza di desi- antichi davano valore al non agire [...]. Il Cielo non produce, eppure i
derio espresso nella stanza 57 del Laozi: Distacco per conquistare il Diecimila esseri si trasformano; la Terra non fa crescere, eppure i Die-
mondo (yi wushi qu tianxia ). [...] Sicch, cos riportano cimila esseri si nutrono; imperatori e sovrani non agivano, eppure al
le parole del Saggio: Io non madopro (wo wu wei ), e il popo- mondo vi era efficacia.31
lo da s si trasforma; la tranquillit e la quiete prediligo, e il popolo da Nello Zhuangzi, la critica di quella conoscenza distintiva (definita
s si corregge; incurante degli incarichi (wo wushi ) sono, e il piccola conoscenza, xiao zhi ), che distingue ci che da ci che
popolo da s sarricchisce. Aspiro io a non desiderare, e il popolo da s non (shi fei ), ci che giusto da ci che non lo , volta a indi-
ritrova la semplicit ruvida del ceppo (wo yu bu yu er min zi pu care il pericolo di una sopravvalutazione del s individuale. Questo ti-
).27 po di conoscenza caratterizzato dalla sua dispersivit, dal suo non
I concetti di wu wei e ziran trovano nello Zhuangzi piena espressio- aver bordi (un tratto qui decisamente negativo): una sorta di miraggio
ne: Perci lUomo Nobile (junzi ) non agisce, e di conseguenza indefinito, pericoloso per lindividuo, la cui vita ha invece un limite. Il
pone al sicuro gli aspetti inerenti alla sua disposizione innata (xing ) perseguimento o messa in atto (ancora una volta il termine wei) di una
e al suo destino (ming ). Per questo, a colui che d valore al proprio simile forma di conoscenza quindi un grande pericolo;32 al contrario
S rispetto al disporre del mondo si pu affidare il mondo; a colui che di chi, in piena accettazione del Destino (ming), mostra la perfezione
ama il proprio S rispetto al disporre del mondo si pu consegnare il (quan ) della Potenza (de), ed quindi partecipe della grande cono-
mondo. Perci lUomo Nobile, se non disperde i Cinque Visceri e affa- scenza (da zhi ), colui che si fa portatore della piccola conoscen-
tica i suoi sensi, se ne sta come un cadavere ma appare alla vista come za invece un fautore dei nomi (ming ), cio, un distruttore del-
un drago; silenzioso come labisso ma ha il rombo del tuono, si dislo- la Potenza.33 La Potenza di chi non segue quei criteri discriminanti,
ca come un nume ma come il Cielo si conforma. Si abbandona al non propri del wei, definita la coltivazione dellArmonia completa
agire, e i Diecimila esseri si accumulano come una nube di polvere.28 (cheng he zhi xiu ), uno stato di centralit vitale che co-
Permani nel non agire, e gli esseri si trasformeranno da s.29

30 Ivi, p. 64a.
26 Ivi, p. 145. 31 Ivi, p. 73a-b.
27 Ivi, p. 41. 32 Ivi, p. 20a-b.
28 Zhuangzi, Laozi. Genesi del Daodejing, op. cit., p. 59a-b. 33 V. Lombardi, Analisi della relazione di de con xing e con qing nel Zhuangzi, op. cit., pp.
29 Ivi, p. 62b. 280-282.
212 Maurizio Paolillo Il linguaggio, la metafora e il pericolo degli orifizi 213

me la primavera per gli esseri, un centro di gravit da cui gli esseri Mencio disse: Nel mondo, le discussioni sullinclinazione naturale
non possono pi separarsi.34 non riguardano altro che la causa efficiente. La causa efficiente ha alla
base il giovamento. In chi sapiente, ci che ripugna il suo [eventua-
3. Il giovamento dis-impegnato di Mencio le] attuarne interpretazioni forzose. Se il sapiente come il convogliare
le acque di Yu, allora non c nulla da disdegnare nella sapienza. Nel
Non c qui spazio per dilungarsi sul rapporto tra linclinazione na- convogliare le acque da parte di Yu, vi era messa in atto di ci che in
turale (xing) e il Destino, o ci che fu sancito (ming), che pure sono lui era distaccato. Se anche i sapienti mettessero in atto ci che in essi
oggetto dellattenzione di Lacan, in unepoca che non aveva ancora vi- vi di distaccato, allora anche la sapienza sarebbe grande. Il Cielo
sto il recupero di antichi manoscritti, che ci hanno mostrato la grande sommo, gli astri lontani, eppure se se ne ricerca la causa efficiente, sar
messe di interpretazioni su questi due termini chiave nel fondamentale possibile calcolare il solstizio a mille anni [nel futuro] anche standose-
periodo storico dei Regni Combattenti. Baster sottolineare che, come ne seduti.37
espresso nella stanza 16 del Laozi, il ritorno dellessere manifestato Onestamente, non so se Lacan avesse coscienza dellimportanza di
alla radice nascosta che il Dao coincide con il ritorno al ming, a ci questo brano nella sua interezza; ma qui ritroviamo una serie di ele-
che fu sancito, ma anche al ming , che indica uno stato supremo di menti fondamentali, che ricollegano il motivo dellinclinazione naturale
perspicacia o di illuminazione, e in ultima analisi di (paradossale a temi e termini ben presenti nei testi daoisti. Vale la pena evidenziarli.
solo in apparenza) libert incondizionata.35 Traduco con un po di sfrontatezza gu (che presenta anche il sen-
E, per concludere, proprio a partire dal concetto di xing come so di antico, ma anche impiegato in cinese classico come particella
natura umana e dal suo rapporto con il linguaggio (yan ) che La- conseguenziale, come i nostri quindi, per tal motivo) come causa
can introduce un brano di Mencio (Mengzi, 390?-305? a.C.), in cui il efficiente. Tutto ci che si dice sullinclinazione naturale xing , dun-
grande pensatore confuciano sottolinea come, a partire dalla parola que, non riguarda altro che gu; e gu ha alla base, come fondamento, li
che la natura o, se volete, dalla parola che riguarda la natura, si trat- , il giovamento o vantaggio. Ma di che giovamento si parla?
ter di arrivare alla causa in quanto questa causa li (vantaggio) (Sem. Mencio sposta a questo punto lattenzione sul sapiente (zhi zhe
XVIII, p. 53).36 Fornisco qui una traduzione dellintero passo mencia- ) e sul suo comportamento (o, se si vuol dirla alla Lacan, sulla sua
no, poich troveremo in esso una inaspettata chiave che ci riporter ai performance). E ci mostra che possibile, che pu accadere che qual-
temi precedenti: cosa ci ripugni nel sapiente, che qualcosa sia cattivo, dannoso (e
): le sue interpretazioni forzose (sinogramma zao ). Se invece il
sapiente prende a modello la gestione delle acque diluviali da parte di
Yu (personaggio mitico, primo geografo/misuratore del territorio cine-
se, iniziatore della successione dinastica della prima dinastia Xia non-
ch figura fondamentale del mito e del rito daoista), nella sua perfor-
mance non vi sar nulla di ripugnante, e la sua sapienza sar gran-
de (stesso attributo di comodo del Dao). Ma, secondo il racconto
34
mitico, con quali modalit Yu regol le acque diluviali ? Senza forzar-
Zhuangzi, Laozi. Genesi del Daodejing, op. cit., p. 34b.
35 Si vedano le considerazioni in M. Paolillo, Il Daoismo. Storia, dottrina, pratiche, op. cit., le: canalizzandole (sinogramma zhi , che indica anche latto del go-
pp. 101-104 e pp. 113-114, anche per i punti di contatto con alcune fonti occidentali e della tra- vernare). Nel convogliare le acque (xing shui ), Yu mise in atto
dizione Sufi.
36 Lacan ben conscio della possibile duplicit traduttiva della prima parte del brano di

Mencio (Al mondo, il parlare della natura... o Il linguaggio/i linguaggi del mondo sono natu- 37 Mengzi, in Ruan Yuan et al. (a cura di), Shisanjing zhushu, Zhonghua shuju, Beijing 1980,

ra): cfr. Seminario XVIII, pp. 51-52. vol. II, p. 2730a.


214 Maurizio Paolillo Il linguaggio, la metafora e il pericolo degli orifizi 215

(ancora lo stesso xing , termine che indica una processualit o un perlomeno ordinate e messe per iscritto in ambienti a lui non estranei,
cammino) ci che in lui era distaccato, letteralmente non indaffara- come lAccademia Jixia. Nella gi citata stanza 48 del Laozi, ad esem-
to o dis-impegnato (wu shi ). pio, appare la frase: Se conquistar il mondo intendi, sempre evita
Pu essere interessante ricordare che il sinogramma zao ha come si- dadoprarti (qu tianxia ye heng wushi ), dove wushi
gnificato primario quello di praticare un foro. Lasciando volentieri in piena corrispondenza, direi un volto, del wu wei. Nella stanza 57,
ad altri il compito di intravedere connessioni particolari, sottolineo che il mondo si conquista con il wushi, che anche un aspetto del non-de-
latto di praticare un foro rappresentato come metafora di ci che siderio pu yu che porta alla semplicit naturale pu = ziran = dao.
forzato e causa di sventura in una famosa parabola dello Zhuangzi, in La messa in atto (xing) di ci che distaccato (wushi) indica lade-
cui luccisione involontaria del Caos hundun (rappresentato co- sione intima, interiore alla causa primaria, lassenza di accidenti (nel
me Sovrano del Centro), cio la nascita del mondo, si produce attra- senso filosofico a noi familiare: altra possibile resa di wushi). E il giova-
verso lapertura (da parte di due personaggi il cui nome richiama lEs- mento/vantaggio li in Mencio appare legato non a caso alla figura del-
sere e il Non Essere) di orifizi in questessere privo di determinazio- lacqua, se pensiamo alla stanza 8 del Laozi, in cui lacqua giova (li) a
ni, e avviene... al settimo giorno: Limperatore del Mare del Sud era tutti gli esseri attraverso quella tranquillit (jing ) che nella stanza 16
Aventefigura, limperatore del Mare del Nord era Senzaforma. Limpe- limmagine stessa del ritorno a ci che fu sancito = eternit/costanza
ratore del Centro era il Caos (hundun). I primi due si incontravano re- = stato di illuminazione/perspicacia, proprio dellessere che ha realiz-
golarmente nel territorio di Caos, che li accoglieva in modo eccellente. zato il Dao e la permanenza:39 Bont che eccelle simile allacqua. La
Essi allora si industriarono per ricompensare la virt di Caos, dicendo: bont dellacqua sta nel giovar ai Diecimila esseri e nel farsi quieta e
Gli esseri umani possiedono tutti sette orifizi, per vedere, udire, man- tranquilla (shui shan li wan wu er you jing ). Occupa il
giare e respirare; solo costui che non ne ha! Proviamo dunque a far- luogo che ognun disdegna, e, per questo, prossima alla Via.40
glieli. E gli praticarono un orifizio (zao) al giorno. Al settimo giorno, Molto si potrebbe ancora dire sullidentit di fondo tra la figura
Caos era morto.38 dellacqua, con la sua vacuit produttiva evidente nellimmagine del-
Nella parte finale del brano, Mencio torna a parlarci della causa ef- lArcano Femminino (xuanpin ) della stanza 6 del Laozi,41 lim-
ficiente gu, per concludere che il successo nella sua ricerca permette di magine del legno grezzo pu, e la Eterna Potenza (changde/hengde
scrutare i nessi causali futuri, cos come chi ha svelato il meccanismo /) di colui che pur consapevole della propria mascolinit, la
del movimento degli astri pu di conseguenza senza sforzo (comoda- femminilit custodisce con cura.42 Ma il caso di fermarsi qui.43
mente seduto in poltrona, diremmo oggi) calcolarne le congiunzioni
nel lontano futuro.
Appare chiaro che la parte centrale del passo un exemplum che il
sapiente deve seguire. Per rintracciare la causa efficiente gu, se ne deve
cogliere la radice (senso letterale della base o fondamento ben ):
il giovamento li. E questo giovamento ha bisogno non della conquista,
del godimento di un oggetto, di una acquisizione, ma del distacco,
dellessere dis-impegnati, del non coinvolgimento: wu shi. 39 A. Andreini, Laozi. Genesi del Daodejing, op. cit., p. 121.
Qui Mencio ci appare molto vicino alle conclusioni daoiste, che 40 Ivi, p. 105.
(non dimentichiamolo) venivano, se non elaborate per la prima volta, 41 Ivi, p. 101. Il termine pin di solito indicava le femmine degli animali.
42 Laozi, stanza 28, in Ibid., p. 145. Anche qui, i termini xiong e ci tradotti come ma-

scolinit e femminilit si riferiscono di solito al maschio e alla femmina dei volatili.


43 Per alcune considerazioni aggiuntive, cfr. M. Paolillo, Il Daoismo. Storia, dottrina, pratiche,
38 Zhuangzi, Laozi. Genesi del Daodejing, op. cit., pp. 48b-49a. op. cit., pp. 122-124.
Forma e percezione delle parole 217

ne, della simiglianza a qualcosa/qualcuno, veicolano limmagine di


una similitudine: per cui ferox valeva che ha laspetto di una bestia sel-
vatica, modicus, -a, -um valeva che ha laspetto di qualcosa di misura-
to, uuidus, -a, -um valeva che ha laspetto di qualcosa che vivo. E,
ancora, nella fase pre-storica (e probabilmente ancora nella fase arcaica
Emanuele Banfi del latino), i latinofoni erano in grado di riconoscere in forme del tipo
doclis, faclis, utlis la funzione del suffisso -lis, che, unito a basi (quasi
Forma e percezione delle parole: esclusivamente) verbali (nella fattispecie doc-e, fac-i, ut-r; ma simlis
lingue alfabetiche e lingue logografiche a confronto < *sem- + *-lis), indicava la nozione della possibilit.
Quindi: doc-lis dal valore primario di che pu essere ammaestra-
to transit al significato di docile, fac-lis dal valore che pu essere
fatto pass al valore di facile, utlis dal valore che pu essere utiliz-
0. Ogni lingua, ogni sistema linguistico materialmente formato da zato acquist il significato generico di utile; simlis dal valore origi-
catene fonico-acustiche: materia fonica lineare, inserita entro gabbie nario di che pu essere ricondotto a un (referente) pass al valore di
costituite da ci che sta sopra la materia fonica, ossia i cosiddetti fe- che pu assomigliare a qualcosa/qualcuno > simile.
nomeni sovrasegmantali (accenti, toni, intonazioni, pause, ecc.). Tale percezione sicuramente non era per pi presente alla co-
Ci che i locutori realizzano viene percepito pi o meno bene scienza linguistica di un latinofono medio della latinit repubblicana
(cio pi o meno in profondit) da coloro che partecipano ad un at- e, tanto pi, a quella di un latinofono della latinit imperiale o delle fa-
to di comunicazione. si ad essa successive.
Pi o meno bene, pi o meno in profondit, secondo come ven-
gono colte, nella loro intima struttura, le parole di lingue storico-natu- 1. Dal caso latino, passiamo al caso italiano e cio alla percezione di
rali, tenendo conto che il processo percettivo appare manifestarsi in parole della nostra lingua. Muoviamo, anche a questo proposito, da un
modo diverso in lingue tipologicamente diverse: le lingue possono, a tal esperimento facilmente effettuabile: se si chiede a un nostro connazio-
proposito, essere disposte lungo una scala di trasparenza semantica in nale, anche di buona cultura, quale sia il rapporto tra le due parole
base al diverso modo con cui la forma interna delle loro parole risulta esempio/scmpio pochissimi saranno coloro che sapranno, da un lato, ri-
pi o meno facilmente percepibile/analizzabile e sia, cos e pertanto, conoscerne la comune origine da lat. exemplu(m) e, dallaltro, ricostrui-
presente alla coscienza linguistica dei parlanti. Cos, ad esempio, nel- re le strategie semantiche, le reti mentali sottese a tale forma: ossia,
la fase pre-storica (e probabilmente ancora nella fase arcaica del latino), pochissimi sapranno cogliere il percorso di natura cognitiva che, allin-
i latinofoni erano in grado di riconoscere in forme del tipo ferox, modi- terno della comunit linguistica ove tali forme furono primariamente
cus, -a, -um, uuidus, -a, -um la presenza di basi lessicali o aggettivali (ri- create, realizzarono coloro che tali parole hanno formate servendosi
spettivamente fera, -ae, modus, -i, vivus, -a, -um) che, unite a morfi deri- di regole (micro-)morfosintattiche atte a concatenare specifici, singoli
vazionali di matrice indo-europea (*okw-, *(w)ik- < *(w)eik- / *(w)ik-, morfi, e, insieme, mettendo in atto processi di semantizzazione basati su
*wid- < *weid- *woid- / *wid-),1 tutti connessi con la sfera della visio-

(w)ik-o [con i.e. *med-/mod- > lat. med-it-or, mod-us, ecc.] > forma protolatina *mod-ik-o-s >
1 Pi in particolare: per il suffisso derivazionale *-ok- < *okw- (presente in i.e. *ghwer-okw- modicus, -a, -um): cfr. gr. , immagine, simile, (F)-(F) > ha
[con i.e. *ghwer- > gr. , -, lat. fer-a, ecc.] > forma protolatina *fer-ok-s > lat. ferox): cfr. laspetto di > sembra, ecc.; per il suffisso derivazionale *-/wi)d- < *weid- *woid-/*wid- (pre-
scr. asi (dual.) gli occhi, gr. , occhio, viso/ (dual.) gli occhi, a.sl. oc i (dual.) sente in i.e. *gw-(w)id-o > forma protolatina *uu-id-o-s > uuidus, -a, -um [con i.e. *wid-/*weid-
gli occhi, ecc.; per il suffisso derivazionale *-(w)ik- < *(w)eik-/*(w)ik- (presente in i.e. *mod- /*woid- > scr. vd-a ho visto > ho conosciuto > so, gr. (F) , lat. vid-e, sl. vide -ti.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 216-230


218 Emanuele Banfi Forma e percezione delle parole 219

percorsi cognitivi che senzaltro dovevano risultare trasparenti al mo- nate una prova una tra le tantissime, evidentemente della consi-
mento della creazione di dette parole e che, assai probabilmente, lo fu- stente opacit percettiva delle parole alla nostra coscienza lingui-
rono per un certo lasso temporale (difficile, ovviamente, da stabilire dal stica media. Una prova di come in una lingua flessivo-fusiva qual
punto dellevoluzione diacronica da cui, oggi, le consideriamo). litaliano siano rilevanti due ordini di problemi:
i) in primo luogo, il fatto che il divenire storico della lingua, nella
1.1 Quanti italofoni, ancorch colti, sono in grado di cogliere che, transizione dal latino alla fase romanza, ha progressivamente eroso
appunto, le due parole esempio e scmpio sono sorelle e che derivano non solo i confini tra i morfi ma, anche, la valenza semantica originaria
entrambe da lat. exemplu(m)? E, pi nello specifico, quanti sanno che dei morfi stessi (e va osservato che, in tal senso, si ulteriormente ac-
esempio un semi-cultismo (lo attestano sia la forma fonico-acustica, centuato il processo di erosione morfologica per altro gi in atto nella
prossima alla base latina, sia il significato, di fatto corrispondente a transizione tra la fase indoeuropea e quella latina);
quello del latino classico); mentre, invece, scmpio esito popolare (lo ii) in secondo luogo, il fatto che la codificazione scritta della lingua,
attesta la forma fonico acustica) e, quanto al significato, il suo valore affidata a un sistema alfabetico, non offre alcuna informazione che per-
motivato dallestensione semantica, metaforicamente determinata, che metta di cogliere il valore semantico dei singoli elementi costituenti la
ha permesso il passaggio dal valore generico di exemplum esempio a catena morfologica. La resa grafematica in lingue alfabetiche , insom-
quello di punizione esemplare/pena capitale, pena questultima ma, del tutto opaca semanticamente.
normalmente inflitta con efferata crudelt: onde il senso nuovo di
strazio assunto da exemplum. 2. Dai casi del latino e dellitaliano, passiamo a un altro caso, quel-
Infine, soltanto i pochissimi addentro alle segrete cose della rico- lo del cinese, ossia al caso di una lingua nella quale il processo di per-
struzione di forme indoeuropee sono in grado di procedere rebours e cezione delle parole avviene secondo modalit totalmente diverse ri-
di vedere/cogliere entro lat. exemplum una forma i.e. *eks-em-lo- spetto a quelle delle due lingue menzionate.
m i cui singoli morfi, nel loro valore semantico originario, sono rispet-
tivamente cos interpretabili: 2.1 Il cinese , infatti, lingua che prevede un rapporto strettissimo
i) *eks-: prefisso-preverbio indicante via da; tra il livello di organizzazione della catena morfologica e la sua rappre-
ii) *em-: radice verbale indicante prendere; sentazione grafematica affidata, questultima, a un secolare sistema lo-
iii) *-lo-: morfo derivazionale, antica marca di part. pass.; go-/ideografico.2 Per cogliere appieno le differenze che intercorrono, a
iv) *-m: morfo grammaticale indicante ntr. sing.. livello percettivo, tra le parole del latino o dellitaliano e quelle del ci-
Da *eks-em-lo-m, assunto nel valore originario di qualcosa che nese indispensabile, in via preliminare, tenere presente che in cinese:
stata tratta fuori/estratta da un insieme, si ha la forma prelatina *exem- i) lingua tipologicamente isolante, fondata sul valore distintivo del
plom (con anaptissi di *-p-, atta a sciogliere il nesso consonantico /m+l/; componente sillabico, ogni sillaba dotata di significato;3
esattamente come *tem-lo-m > *templom > templum: ove i.e. *tem- ta-
gliare e *tem-lo-m segmento della volta celeste entro il quale trarre au- 2 V. Alleton, Lcriture chinoise, Presses Universitaires de France, Paris 2002, pp. 25-49; V.

spici e poi, per traslato luogo di osservazione della volta celeste a fini Alleton, Lcriture chinoise, in A. Cheng (a cura di), La pense en Chine aujourdhui, Gallimard,
divinatori e, infine, luogo sacro > tempio); da exemplum > it. Paris 2007, pp. 249-259; V. Alleton, Lcriture chinoise. Le dfi de la modernit, Albin Michel, Pa-
ris 2008, pp. 36-51; E. Banfi e M. D. Popelard, Peindre les ides. Sur la calligraphie chinoise, Pres-
esempio/scmpio (e altre forme romanze: fr. exemple, sp. ejemplo, ecc.. ses Universitaires de France, Paris 2007, pp. 70-81; X. Chu, Identit de la langue, in A. Cheng (a
cura di), La pense en Chine aujourdhui, Gallimard, Paris 2007, pp. 272-273.
1.2 Lo scarso (se non nullo) livello di trasparenza semantica insito 3 Tale caratteristica distingue nettamente il cinese, lingua isolante, rispetto ai sistemi aggluti-

nanti o flessivi o incorporanti, nei quali lunit minima dotata di significato il morfo, spesso plu-
nelle due parole esempio/scmpio cos come nelle forme aggettivali fe- risillabico, rinviante a un morfema. Cfr. P. O. Yip, The Chinese Lexicon. A Comprehensive Survey,
roce, modico, vivido, docile, facile, utile, simile precedentemente esami- Routledge, London-New York 2000, pp. 31-34.
220 Emanuele Banfi Forma e percezione delle parole 221

ii) ogni sillaba pu prevedere, in base alle altezze tonali che ne de- Nel sistema di scrittura cinese, centrale il rapporto tra la forma
finiscono il contorno sovrasegmentale, molti e diversi significati; fonico-acustica delle parole (mono, bisillabiche, perlopi, in cinese
iii) frequentissimi i casi di omofonia tra sillabe omotoniche sono ri- moderno)6 e la rappresentazione di tale forma fonico-acustica median-
solti grazie al contesto e al cotesto.4 te un dispositivo visibile, tendenzialmente iconico.7 La nozione di
Inoltre, ulteriore elemento che distingue nettamente il processo di iconicit, ben nota a chi si occupa di morfologia naturale, va qui in-
percezione della parola cinese rispetto a ci che avviene in altre lin- tesa in modo diverso ossia quale specifica categoria semiologica, artico-
gue (in tutte direi tranne, in parte, per il giapponese a causa lata su tre diversi livelli:8
delluso dei kanji, ossia di caratteri cinesi tradizionali) il sistema logo- i) in senso stretto, la dimensione iconica del sistema di scrittura ci-
ideografico mediante il quale risultano grafematicamente codificate le nese si riferisce al fatto che una parte (e non marginale) dei caratteri ci-
singole unit morfologiche e in base al quale vengono decodificati, a li- nesi rinvia, in modo pi o meno palese, a processi di semantizzazione
vello neurocognitivo, i singoli valori semantici attraverso la loro pro- espliciti: cos, ad esempio, nella serie dei numerali cardinali, la nozione
cessazione durante la lettura.5 delluno rappresentata da una linea (y uno), quella del due
rappresentata da due linee sovrapposte (er due), quella del tre
2.2 Sul piano strettamente semiologico ogni sistema di scrittura rappresentata da tre linee sovrapposte (sn tre); le nozioni di so-
interpretabile come un sistema di segni di segni: ossia come uno pra e sotto (e i successivi valori verbali: salire vs. scendere) so-
strumento pratico che rinvia, in un gioco di specchi, la forma no rappresentate dallimmagine di una linea indicante un piano rispet-
scritta di una qualsiasi parola alla sua forma interna; sul piano etno- to al quale un piede si alza o si abbassa (shng sopra, salire vs.
linguistico ogni sistema di scrittura un oggetto, culturalmente de- xi sotto, scendere);
terminato, entro (e mediante) il quale precipitano informazioni solo ii) in senso pi lato, il termine si riferisce al fatto che in buona par-
in qualche modo evocanti la natura dei segmenti fonico-acustici co- te dei caratteri cinesi possibile comunque riconoscere le strategie se-
stituenti le catene morfo-sintattiche di una lingua. mantiche sottese alla loro forma. Ci evidente, ad esempio, in molti
caratteri che mantengono salda la loro natura originariamente pittogra-
fica: il caso del processo di stilizzazione propria di caratteri quali shn
4 J. L. Packard, The Morphology of Chinese. A Linguistic and Cognitive Approach, Cambrid-

ge University Press, Cambridge 2000, p. 305.


montagna (rappresentazione stilizzata di una montagna), o
5 J. DeFrancis, The Chinese Language: Fact and Fantasy, University of Hawaii Press, Hono- concavo (rappresentazione di un contenitore incavato), t con-
lulu 1984; H. C. Chen, How Do Readers of Chinese Process Word during Reading for Comprehen- vesso (rappresentazione di un contenitore caratterizzato da un ele-
sion?, in J. Wang, A. W. Inhoff e H. C. Chen (a cura di), Reading Chinese Script. A Cognitive mento protruso); ma, anche, del processo di rappresentazione propria
Analysis, Erlbaum Associates, Mahwah NJ-London 1999, pp. 257-260; H. S. Chen e X. Zhou,
Processing East Asian Languages: An Introduction, in H. C. Chen e X. Zhou (a cura di), Processing di caratteri quali huo fuoco (stilizzazione di una fiamma), shu
East Asian Languages, Psychology Press, Hove 1999, pp. 425-428; C. A. Perfetti e L. H. Tai, The
Constituency Model of Chinese Word Identification, in J. Wang, A. W. Inhoff e H. C. Chen (a cu-
ra di), Reading Chinese Script. A Cognitive Analysis, Erlbaum Associates, Mahwah NJ-London 6 W. H. Baxter e L. Sagart, Word Formation in Old Chinese, in J. L. Packard (a cura di),

1999, pp. 115-128; H. Shu e R. C. Anderson, Learning to Read Chinese: The Development of Me- New Approaches to Chinese Word Formation. Morphology, Phonology and the Lexicon in Modern
talinguistic Awarness, in J. Wang, A. W. Inhoff e H. C. Chen (a cura di), Reading Chinese Script. and Ancient Chinese, Mouton de Gruyter, Berlin-New York 1993, pp. 35-76; J. Norman, Chine-
A Cognitive Analysis, Erlbaum Associates, Mahwah Nj-London 1999, pp. 1-9; D. N. Honoroff e se, Cambridge University Press, Cambridge 1988, pp. 92-98; F. Wang, La formazione delle parole
L. Feldman, The Chinese Characters in Psycholinguistic Research: Form, Structure, and the Reader, nella lingua cinese contemporanea, Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori,
in L. Ping, H. Tan, E. Bates e O. J. L. Tzeng (a cura di), The Handbook of East Asian Psycholin- Trieste 1998, pp. 115-116; M. Abbiati, Guida alla lingua cinese, Carocci, Roma 2008, pp. 42-43.
guistics. Vol. I: Chinese, Cambridge University Press, Cambridge 2006, pp. 195-208; L. H. Tan e 7 Y. Tsao e T. Wang, Information Distribution in Chinese Characters, Visible Language,

W. T. Siok, How Brain Reads the Chinese Language: Recent Neuroimaging Findings, in L. Ping, L. 17-4, 1983, pp. 357-359.
H. Tan, E. Bates e O. J. L. Tzeng (a cura di), The Handbook of East Asian Psycholinguistics. Vol. 8 J. DeFrancis, Visible Speech: The Diverse Oneness of Writing Systems, University of Hawaii

I: Chinese, Cambridge, Cambridge University Press, Cambridge 2006, pp. 358-365; S. Dehaene, Press, Honolulu 1989, pp. 96-103; W. C. Hannas, Asias Orthographic Dilemma, University of
Les neurones de la lecture, Odile Jacob, Paris 2007. Hawaii Press, Honolulu 1996, pp. 101-105.
222 Emanuele Banfi Forma e percezione delle parole 223

acqua (stilizzazione del fluire di un corso dacqua), m albero 3. I caratteri cinesi funzionano insomma quali potenti macchine di
(stilizzazione di un albero; pi in particolare di una conifera); mn / significazione.10 Rigorosamente codificati da una norma plurimillena-
porta (stilizzazione dei due battenti di una porta), san / om- ria, il loro tracciato regolato da una precisa grammatica, la cui messa
brello (stilizzazione di un parasole), fe-i / volare (stilizzazione di in pratica per altro non particolarmente complessa, a dispetto delle
ali in movimento);9 apparenze permette di cogliere, nel rigore strutturale della forma, gli
iii) in senso ancora pi lato, ossia nel caso in cui la forma di singoli elementi costitutivi dei singoli caratteri.11 Ossia, nellordine:
caratteri risulti allo stato attuale non immediatamente trasparente, i) il componente (macro-)semantico rappresentato dai radicali o
ogni singolo carattere risulta comunque in qualche modo iconico in chiavi, indicatori di precise macro-categorie semantiche;
quanto scomponibile negli elementi che lo costituiscono. In tal sen- ii) gli eventuali indicatori fonologici che permettono di formulare
so, la dimensione iconica vale quale mezzo atto a favorire il processo ipotesi (perlopi corrette) su quale possa essere la resa fonologica del
di memorizzazione dei caratteri in un gioco di riferimenti/suggestio- carattere e, quindi, la sua lettura;
ni che prevedono, tra laltro, il richiamo di evidenze sia visive sia foni- iii) il numero degli elementi (i tratti) costituenti il carattere;
co-acustiche. Cos, ad esempio, nel carattere mng luminoso, la iv) infine, tutti gli altri componenti presenti nella forma del ca-
nozione della luminosit richiamata dalla giustapposizione dei due rattere: un carattere complesso formato sempre dalla somma di pi
caratteri indicanti i due astri maggiori (r sole e yu luna), caratteri semplici.
nel caso di xing immagine o di m / madre entrano in
gioco, simultaneamente, suggestioni sia visive che fonico-acustiche: 3.1 Tutti i caratteri cinesi, dal pi semplice al pi complicato, esibi-
xing immagine formato infatti dal radicale < > (indicante la scono quindi un notevole livello di trasparenza formale: insisto sullag-
nozione di individuo della specie umana, uomo) e dal carattere gettivo formale e tengo ben distinte le nozioni di trasparenza forma-
xing elefante, esito ultimo di un antico pittogramma rappresen- le e di trasparenza semantica. Trasparenza formale significa che
tante il pachiderma in questione. La nozione generica di immagine ogni carattere pu essere sempre e assai facilmente smontato nei sin-
rinvia allimmagine umana, fissata nella forma solenne di una statua; e, goli elementi che lo costituiscono: tale operazione permette di coglie-
a sua volta, la nozione generica di statua rinvia alla rappresentazione re la struttura sottesa alla forma del carattere e, eventualmente, la sua
scultorea dellanimale totemico per eccellenza, lelefante, posto, insie- filigrana semantica. In altre parole, ogni sinofono che abbia anche una
me agli altri, a guardia delle tombe imperiali lungo la via sacra pur minima competenza del proprio sistema di scrittura in grado di
(shndo ) recante alle sepolture imperiali (a Pechino, a Nanchi- scomporre, di analizzare (direi quasi di processare) i singoli caratteri
no, e anche altrove in Cina). Nel caso di m / madre sono pre- e, eventualmente, di interpretarne e coglierne la motivazione semantica.
senti il radicale < > indicante essere umano di genere femminile, Ogni sinofono, ancorch minimamente alfabetizzato, quindi in nuce
donna (n donna) e il carattere ma / cavallo. Questulti- un morfologo, neanche troppo ingenuo, in quanto in grado di
mo funge da indicatore fonologico: cio, come se il carattere m / vedere, di cogliere innanzitutto ci che codificato nella forma di
rappresentasse la nozione di madre intesa come lessere di genere
femminile la cui resa fonologica richiama quella propria del carattere
10 F. Bottro, Smantisme et classification dans lcriture chinoise. Les systmes de classement
ma / cavallo. des caractres par cls du Shuowen Jiezi au Kangxi Zidian, in Mmoires de lInstitut des Hautes
Etudes Chinoises, 37, 1996, p. 10; M. J. Unger, Ideograms: Chinese Characters and the Myth of
Disembodied Meaning, University of Hawaii Press, Honolulu 2004; P. Morel, Les 214 cls de
9 Nel caso in cui si diano coppie di caratteri divisi da una barra < / >, il primo carattere re- lcriture chinoise, Edition You Feng, Paris; P. Morel, Le champ du signe, Editions You Feng, Pa-
so nella forma tradizionale (adottata a Taiwan e, ancora, a Hong Kong, Macao, Singapore oltre ris 2005.
che nei centri della diaspora cinese nellAmerica settentrionale), il secondo nella forma semplifi- 11 P. C. Yip, The Chinese Lexicon. A Comprehensive Survey, Routledge, London-New York

cata (adottata nella Repubblica popolare cinese). 2000, pp. 43-49.


224 Emanuele Banfi Forma e percezione delle parole 225

singoli caratteri e, conseguentemente e potenzialmente, di interpretare a nozioni latamente metaforiche. Di seguito offro qualche esempio,
il percorso semantico, le sottese strategie semantiche/reti mentali.12 tratto da insiemi di caratteri accomunati dalla condivisione di un me-
Tale tipo di competenza, squisitamente metalinguistica, (me- desimo campo (macro-)semantico, segnalato dalla presenza di uno
diamente e ampiamente) estranea alla coscienza linguistica di parlanti stesso radicale:
lingue fissate mediante un sistema alfabetico. In altri termini, poco fre-
quenti sono i casi13 in cui un parlante una lingua flessivo-fusiva (o ag- 4.1.1.1 Consideriamo, in primo luogo, alcuni caratteri condividenti
glutinante o incorporante), fissata mediante un sistema alfabetico, in il radicale indicante lattivit locutoria, il dire. Tale nozione espressa
grado di farsi morfologo, di andare cio dentro (e dietro la for- mediante i grafemi < yn />: dora in poi se il caso separo con
ma del) le parole, di scomporle nei morfi che le costituiscono. una barra < / > i caratteri tradizionali da quelli semplificati. Quanto al
radicale yn , forma non semplificata di , esso rappresenta un viso
4. Richiamavo pocanzi le nozioni di strategie semantiche/reti con la bocca aperta nellatto di parlare:
mentali, mettendo in evidenza come al loro interno pu utilmente es- shu / parlare; spiegare; dire. Lazione del parlare, dello
sere fatto rientrare linsieme dei mezzi fondanti i processi di significa- spiegare, del dire simbolicamente rappresentata dal radicale yn /
zione: mezzi che, in modo pi o meno aperto, richiamano percorsi di cui segue il carattere du , il cui significato mescolare, cambia-
natura logica o paralogica o, comunque, percorsi nei quali riveste un re: nel carattere shu / viene cos rappresentata visivamente
ruolo non marginale il ricorso a figure retoriche. Nella forma dei carat- linterazione tra locutori attraverso lo scambio di turni di parola;
teri cinesi possibile infatti scorgere, mirabilmente fissata nella geome- d / diffamare. Lazione del dir male di qualcuno, di diffa-
trica razionalit dei caratteri, lazione di processi di significazione marlo simbolicamente rappresentata dal radicale yn /cui segue
realizzati mediante la descrizione allusiva di processi cognitivi che, il carattere d , il cui significato corrisponde a (essere) basso: nel
non raramente, richiamano similitudini, metafore, sineddochi, metoni- carattere d / simbolicamente evocata e rappresentata visiva-
mie, iperboli, ossia lutilizzo quotidiano di visibili figure retoriche. mente unattivit locutoria che ha come scopo ultimo labbassare, a pa-
role, il livello di un individuo. Il carattere d , inoltre, vale quale indi-
4.1 In questa sede, mi limito semplicemente a segnalare alcuni catore fonologico;
esempi di caratteri cinesi, a titolo puramente indicativo e allo scopo di hu / insegnare. Al radicale della parola (yn /) segue il
far cogliere il modo attraverso il quale singoli caratteri vengono per- carattere mei il cui valore originario abbondanza (in cinese mo-
cepiti dai sinofoni quali entit di significazione olistica.14 derno me i significa ogni, estensione di un significato quale ab-
bondante > frequente > ogni). Il carattere in questione altro non
4.1.1 La maggior parte dei caratteri cinesi appare costruita secondo se non la stilizzazione di seni femminili gonfi di latte, metafora del
strategie cognitive che suggeriscono processi di significazione rinvianti concetto di abbondanza: s che la nozione dellinsegnare richiama
metaforicamente la nozione del dire qualcosa con faconda generosit;
j / ricordare, registrare; nota; cronaca. Al radicale della pa-
12 C. Shelley, Embodiment in Languages. Vol. 1: Human, Animal and Plant Expressions, rola (yn /) segue il carattere j , il cui valore s, se stesso. Il
Bookman, Taipei 2009.
13 Leccezione data in primo luogo da parlanti lingue semitiche, nelle quali la forma delle
carattere j assolve due funzioni: quale indicatore fonologico orien-
parole si articola sul gioco tra radici (prevalentemente) trilittere e rigorose alternanze vocaliche; in ta su come il carattere deve essere letto e, insieme, quale indicatore se-
secondo luogo da parlanti lingue agglutinanti nelle quali i singoli morfi appaiono generalmente mantico, evoca il fatto che lazione del ricordare richiede necessaria-
ben distinti nella catena morfologica e, a livello grafematico, appaiono resi medianti unit grafe- mente il coinvolgimento di un io: un io che evoca con la parola
matiche regolari e ben riconoscibili in un rapporto che , di fatto, bi-univoco.
14 Sulla nozione di significazione olistica, cfr. F. Albano Leoni, Dei suoni e dei sensi. Il vol- fatti, situazioni, cose trascorse;
to fonico delle parole, il Mulino, Bologna 2009, p. 185. zho / (proclamare un) editto imperiale. Al radicale della
226 Emanuele Banfi Forma e percezione delle parole 227

parola (yn /) giustapposto il carattere zho , il cui valore traslati presenti nelle forme aggettivali significanti cocente, bruciante,
convocare, chiamare (a sua volta tale carattere, che funge anche da ardente;
indicatore fonologico, risulta formato dalla giustapposizione del radi- za calamit, disastro. Limmagine di un tetto (simboleg-
cale della bocca kou e dal carattere do coltello: lazione del giante una casa) sotto il quale si sviluppa un incendio (simboleggiato
convocare cos resa mediante limmagine di unattivit locutoria la dal fuoco: huo ) evoca lincendio di una casa, metafora evocante le
cui forza pragmatica paragonata a quella della lama di un coltello...); nozioni di calamit, disastro. Interessante osservare che il carat-
e, parimenti, lazione del (proclamare un) editto imperiale resa, in tere za si alterna con un altro carattere omofono za , nel quale
forma di suggestivo paragone, mediante levocazione di una attivit di alla chiave del fuoco huo sovrapposta la sequenza : tre tratti sim-
parola connotata da marcato autoritarismo; bolegginati una generica deflagrazione prodotta dallazione del fuoco;
shn / deridere; mettere in imbarazzo. La nozione del pren- cn abbagliante, splendente; splendido. Una montagna (shn
dere in giro, del porre qualcuno in difficolt, rappresentata dal radi- ) in preda allincendio prodotto dal fuoco (huo ) sta per qualco-
cale della parola (yn /) cui segue il carattere indicante la montagna sa che splende e abbaglia e vale quale evocazione metaforicamente for-
(shn ). Tale carattere ha valore insieme di indicatore fonologico e, te. Da notare che la lettura del carattere shn funge da indicatore
contemporaneamente, suggerisce la concettualizzazione dellatto del fonologico del carattere cn ;
deridere paragonato a una attivit locutoria che, evidenziando le carat- mi spegnere, eliminare. La nozione dello spegnere, delleli-
teristiche negative di chi oggetto di derisione, le paragona, per visto- minare resa richiamando limmagine di una fiamma (huo ) la cui
sit intrinseca, a una montagna; vampa risulta soffocata mediante limposizione di un corpo esterno
fe ng / satireggiare. In modo non dissimile da quanto visto (simboleggiato dal tratto superiore ) atto a bloccare il processo di
nel caso del carattere shn /, la nozione del rendere qualcuno og- combustione;
getto di satira rappresentata dal radicale della parola (yn /) cui fn bruciare. Un bosco (ln ), formato da una sequenza di
segue il carattere indicante il vento (fe-ng /): quasi che la parola sa- due alberi (m ), in preda al fuoco distruttore (huo ), veicola in
tirica, paragonata allazione di un (forte) vento, abbia come effetto il forma di metafora la nozione del bruciare.
distruggere limmagine di colui contro il quale rivolta lattivit locou-
toria con il mettere in luce aspetti del personaggio degni di satirica stig- 4.1.1.3 Esaminiamo quindi alcuni caratteri condividenti il radicale
matizzazione. Il carattere fe-ng / (la cui forma, nel carattere non kou bocca, indicante processi di fonazione in qualche modo
semplificato, evoca limmagine di un vaso capovolto sotto il quale si marcata. Lo si ritrova in una serie di verbi e in caratteri evocanti
agita un insetto: il ronzio dellinsetto prigioniero sta per/evoca il onomatopee:
rumore del vento...) funge da indicatore fonologico e, contemporanea- fe-n dare ordini bruschi. Al radicale kou segue il carattere
mente, anche immagine che sostanzia la strategia semantica. fn tagliare (a sua volta formato dal radicale del coltello do e
dal numerale otto b : tagliare in modo netto, in due parti distinte).
4.1.1.2 Passiamo ad esaminare ora alcuni caratteri condividenti il Ne consegue che il dare ordini in modo brusco rappresentato dalla
radicale del fuoco: huo fuoco (il carattere un pittogramma metafora di un atto di fonazione marcata, caratterizzata dallessere, ap-
rappresentante una fiamma): punto, tranchante;
yn infiammazione; cocente, bruciante, ardente. Il carattere k piangere, pianto. Al radicale kou ripetuto due volte e
formato mediante la duplicazione del carattere semplice fuo- indicante quindi enfasi sotteso il carattere quan cane: lazione del
co: tale strategia di fatto una sorta di intensificazione iperbolica piangere e il risultato di tale azione sono espressi in forza di una simili-
sta per lintensificazione di uno stato fisico che, in forma metonimi- tudine che paragona il piangere e il pianto allululare intenso di un cane;
ca, serve a indicare la nozione di infiammazione e i paralleli valori zhu maledire, maledizione. Anche in questo caso il radica-
228 Emanuele Banfi Forma e percezione delle parole 229

le ko u , ripetuto due volte ed evocante quindi una attivit locutoria quale sono giustapposti due ulteriori caratteri: uno, bai , indicante il
fortemente marcata, sta sopra il carattere j/j , allorigine immagine numerale cento, laltro, indicante una alabarda (manufatto normal-
di un altare. Latto linguistico del maledire e il risultato di tale atto, la mente tratto dal legno del bamb). Limmagine mentale che ne deriva
maledizione, sono evocati per il tramite di unattivit locutoria marcata il paragone tra il verso delle anatre e il fragore causato dal secco coz-
nella quale evocata la sfera sacrale; zare di cento alabarde di bamb.
fi abbaiare. Limmagine del cane (quan cane), precedu-
ta dal radicale ko u , utilizzata per rendere, con forte e preciso ri- 4.2 Segnalo due ulteriori esempi, infine, a mio vedere entrambi
chiamo iconico, lattivit locutoria normale dei cani, ossia labbaiare; piuttosto divertenti e, di nuovo, indicativi del rapporto stretto che lega
mng cinguettare. Anche in questo caso, come nel precedente, la dimensione fonico-acustica dei caratteri e il loro valore semantico.
al radicale ko u segue il carattere niao uccello: il carattere evo-
ca lattivit locutoria di pennuti di taglia gentile. 4.2.1 Il carattere ka significa bloccare, ostruire e tale valore
semantico si spiega se si tiene conto che il carattere in questione for-
4.1.1.3.1 Diversa, invece, la strategia cognitiva messa in atto per mato dallunione dei due caratteri shng e xi indicanti rispetti-
rendere, mediante ideofoni, i versi di altri animali. In tutti i caratteri in vamente sopra e sotto (e, in quanto verbi, salire e scendere).
questione ricorre sempre il radicale ko u (indicatore di atti di fona- La nozione del bloccare, dellostruire evocata mediante unimmagine
zione in qualche modo marcati) cui seguono caratteri che richiamano fortemente ossimorica determinata dal fatto che le categorie so-
in qualche modo suoni onomatopeici evocanti le attivit locutorie pra/sotto e le nozioni salire/scendere sono impossibili a concepirsi
proprie di diversi animali: cos il miagolare (mm ) dei felini do- e a realizzarsi simultaneamente, secondo principi rigorosamente binari.
mestici reso mediante la duplicazione del carattere m composto, La loro presenza simultanea un caso assurdo che, in quanto tale, vale
oltre che dal radicale kou , dal carattere m riso (cereale) aven- quale vero e proprio blocco: onde, per traslato, il valore di impedi-
te funzione di mero indicatore fonologico; il tubare (gg , det- re qualcosa, bloccare, ostruire.
to dei colombi) reso ugualmente mediante la duplicazione del caratte-
re, g (formato dal radicale ko u e dal carattere gu antico, 4.2.2 Il carattere hng / ha valore onomatopeico indica, un
avente qui funzione di semplice indicatore fonologico); il muggire grande fracasso o il rumore del tuono o, per traslato, il tumulto.
dei bovini (mumu ) evocato dalla duplicazione del carattere Interessante osservare come nella forma del carattere tradizionale <
mu (formato dal radicale kou e dal carattere ni bovino); il > ricorre, ripetuto per tre volte, il carattere che- < > carro: un
ronzare/ronzio delle api (we-ngwe-ng ) espresso, oltre che dal rumore intenso e molesto viene evocata mediante la metafora del fra-
radicale ko u , dalla duplicazione del carattere we-ng vecchio (a casso prodotto da tre carri passanti per strada.
sua volta formato dalla giustapposizione di due altri caratteri: gng
pubblico e yu piuma, penna), avente qui funzione puramente 4.2.3 Passiamo, infine, a esaminare un esempio di poesia visiva.
fonologica; e lo squittire dei topi (zz ) parimenti rappresenta- Si tratta di un frammento di una celebre poesia di un poeta depoca
to dal raddoppiamento del carattere z a sua volta formato dallunio- Tang, Wang Wei (699-759):
ne del radicale ko u e del carattere zh sostenere, pagare (a
sua volta formato dalla somma dei due caratteri sh dieci e yo m
di nuovo, ancora e avente funzione di indicatore fonologico). m
Notevole, infine, la strategia semantica mediante la quale reso il f
qua qua delle anitre (gg ): anche in questo caso si ha la dupli- rng
cazione del carattere g , formato dal consueto radicale ko u al hu
230 Emanuele Banfi

Sullestremit dei rami, fiori di ibisco

m albero
m estremit
f loto + rng ibisco > fiore dellibisco
hu fiore ( radicale dellerba + hu trasformare) Daniele Tonazzo

Il gioco poetico si manifesta nella successione dei caratteri: il primo Scrittura e infinito
m albero, vistosamente iconico; a esso segue m estre-
mit, formato da m albero cui aggiunto un tratto nella parte
superiore (indicante lultimo ramo di un albero, appena spuntato e, per
traslato, veicolante lidea della estremit). Seguono poi i caratteri f
loto e rng ibisco (che, uniti in composto, formano la parola 1. Scrittura come riduzione allinfinito
per ibisco) e hu fiore: tutti sono caratterizzati dallavere un ra-
dicale comune erba. E, infine, in hu fiore visivamente In una fase avanzata del suo insegnamento Lacan ha affermato che
rappresentata limmagine della trasformazione (dello sbocciare) di non sarebbe stato lacaniano se non si fosse dedicato allo studio della
un vegetale, nello specifico, un fiore. L dove hu trasformare lingua cinese (Sem. XVIII, p. 30); a distanza di poco tempo da questa
formato dalla giustapposizione di due elementi, tutti connessi con la affermazione viene la precisazione, puntuale, sul motivo: lo studio del
sfera semantica dellindividuo della specie umana: il primo indica luo- cinese ha aiutato lo psicoanalista francese a generalizzare egli dice
mo in piedi, laltro luomo seduto, in una sequenza di segni che sta la funzione del significante (ivi, p. 41), facendo un uso non tanto me-
a indicare la trasformazione in atto. taforico, come gli si imputava da parte dei linguisti, quanto piuttosto
letterale della linguistica. Uso che lo porter a sostenere che piuttosto
la linguistica ad essere una metafora rispetto al reale del linguaggio,
che egli indica qualche anno dopo con il neologismo lalangue. Questa
auto-interpretazione di Lacan allude a mio avviso a un primo modo
con cui Lacan, nel suo insegnamento, ha incontrato e si servito del ri-
ferimento alla lingua cinese. Volendo distinguere due modalit del rife-
rimento alla scrittura cinese e, pi in generale, alle scritture pre-alfabe-
tiche di Lacan, si pu cominciare ad isolare questo primo momento, a
cui corrisponde molto bene la dicitura dello stesso Lacan: ci che si
trattato anzitutto di fare generalizzare, cio allo stesso tempo ridurre
nel suo momento qualitativo o semantico, e per cos dire concentrare,
nel suo momento quantitativo e allo stesso tempo simbolico, la funzio-
ne del significante.
Quello che Lacan chiama generalizzazione della funzione del signi-
ficante rientra in una fase pi generale del suo insegnamento in cui si
trattato anzitutto di sviluppare una critica del segno linguistico, che a
sua volta ha come finalit la focalizzazione della parola come strumento

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 231-247


232 Daniele Tonazzo Scrittura e infinito 233

della psicoanalisi. Lacan contesta al concetto di segno linguistico, fin simbolicit che la linguistica presuppone nel linguaggio, quando si
dai primi anni del suo insegnamento, il fatto di essere implicato in una interessa alla sua capacit di riferirsi agli stati del mondo, la psicoanalisi
serie di presupposti di carattere mentalistico, come il riferimento a una la considera come un aspetto divenuto, di cui si tratta di rendere conto;
coscienza o a un significato mentale, che sono del tutto estranei al suo e quella negativit che la filosofia, soprattutto hegeliana, considera
modo di intendere la parola e il linguaggio. Quando Lacan critica il come una propriet della coscienza,5 che si esprime poi nel linguaggio,
concetto di segno fa riferimento per lo pi alla definizione di de Saus- cos come nel lavoro e nellazione,6 la psicoanalisi sincarica di detta-
sure, che intende il segno linguistico come unentit bifocale in cui ad gliarla nella sua origine, ponendo che da tale origine dipenda anche la
una data immagine acustica corrisponde nella mente del parlante un possibilit che tale negativit si interrompa, receda, inciampi e manife-
dato significato,1 ma occasionalmente fa riferimento anche alla defini- sti tutto un ventaglio di fenomeni che si rendono espliciti nel modo di
zione di Peirce, secondo il quale, in generale, il segno qualcosa che sta incontrare il linguaggio che caratteristico della clinica. Il linguaggio
per qualcuno sotto un certo rispetto.2 anzitutto nellintento di esclu- non abitato per Lacan dalla mente, o dallintenzione di una coscienza,
dere il qualcuno, o la mente che conterrebbe i significati di cui parla e non nemmeno una funzione dellorganismo umano finalizzata in
de Saussure, che Lacan, anzich riprendere in mano la semiotica di qualche maniera alla sopravvivenza, o alladattamento allambiente;7
Peirce, con cui conserver un rapporto sotterraneo fino alla fine del suo semplicemente perch il linguaggio lambiente.
insegnamento, manipola lo schema del segno saussuriano, facendo Il soggetto lacaniano non la mente che immagina il ritorno della
emergere quello che potuto apparire ai suoi critici, anche ai pi ac- madre, posta come primo oggetto di soddisfazione, o la mente che
corti, una sorta di primato del significante,3 se non addirittura di meta- confronta tra loro il ricordo e lo stato del mondo che percepisce, ma
fisica pansemiotica.4 In realt il progetto di Lacan quello di mettere lopposizione stessa tra i due suoni, la loro differenza, lintervallo di as-
laccento sul linguaggio come dimensione che non presuppone gi lesi- senza tra luno e laltro, che reso possibile dallassenza del corpo della
stenza di un soggetto parlante, titolare di una competenza linguistica, madre, che anche il corpo del mondo,8 e che gli permette di separarsi
oppure di un significato mentale, ma che preesiste alla nascita del sog- dalla presenza rinnovata di questo corpo, cos come di riconoscersi in
getto e in cui il soggetto deve inserirsi come titolare di unintenzione o un suo corpo, separato dal primo. dunque al luogo dellinstaurazio-
come portatore di un senso attraverso un processo complesso. Questo ne di questo stacco, di questo evento della distanza o della spaccatura
processo Lacan lo chiama, almeno inizialmente, metafora paterna. In che inaugura la simbolicit9 che Lacan si interessa senza posa quando
questo senso lo psicoanalista mette tra parentesi tutte le teorie, antiche manipola gli schemi relativi al segno linguistico, ed anche in questo
o moderne, sullapprendimento del linguaggio, come pure tutte le teo- luogo che interviene il suo primo riferimento alla scrittura cinese, che
rie filosofiche sullorigine del linguaggio, per sottolineare anzitutto in assume la forma di un riferimento pi generale alla scrittura pittografi-
modo massivo che il linguaggio esiste gi nel mondo prima che esista ca e geroglifica, in una parola alla scrittura pre-alfabetica.
unintenzione di significato, e che il linguaggio rappresenta una dimen-
sione materiale dellesperienza umana, in cui il soggetto incappa per 5 J. P. Sartre, Lessere e il nulla, EST, Milano 1997.
cos dire come in una sorta di esteriorit che non gli appartiene, che lo 6 Linguaggio, lavoro e azione sono notoriamente le manifestazioni della negativit per Koj-
ostacola, che lo ingombra e, in ultima analisi, lo mortifica. Cos quella ve; vedi A. Kojve, Introduzione alla lettura di Hegel, Adelphi, Milano 1996, e A. Kojve, La dia-
lettica e lidea della morte in Hegel, Einaudi, Torino 1991.
7 La concezione evoluzionista del linguaggio si rif principalmente a Chomsky; per una trat-
1F. de Saussure, Corso di linguistica generale, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. 83-88. tazione aggiornata vedi S. Pinker, Listinto del linguaggio, Mondadori, Milano 1997.
2Cfr. J. Lacan, Le Sminaire. Livre IX. Lidentification. 1961-62, inedito, lezione del 6 otto- 8 M. Klein, Scritti 1921-1958, Boringheri, Torino 1978, p. 288: Il grembo materno rappre-

bre 1961. senta originariamente il mondo.


3 Vedi F. Fornari, I fondamenti di una teoria psicoanalitica del linguaggio, Boringhieri, Tori- 9 C. Sini, Il simbolo e luomo, Egea, Milano 1991, p. 145: Il simbolo un evento, non una

no 1979, in particolare la parte III, pp. 283-347. funzione; vedi anche, a partire dalla stessa tesi, M. Bonazzi, Scrivere la contingenza, ETS, Pisa
4 Vedi U. Eco, Segno, Isedi, Milano 1973, in particolare il cap. 4, pp. 92-138. 2009, cap. 2 in particolare.
234 Daniele Tonazzo Scrittura e infinito 235

Che cosa ha a che fare il luogo di questa simbolicit con la scrittu- cit, perch dal nome proprio che dipende linscrizione in un campo
ra, e in particolare con la scrittura cinese? Bisogna rispondere che La- differenziale che ritaglia una certa classe di oggetti come incestuosi, e
can ha incontrato la scrittura cinese per la prima volta proprio nel ten- una classe di oggetti come non incestuosi (Scritti, p. 270).
tativo di precisare meglio il luogo di quello stacco fra loggetto da un Ora, il punto che Lacan ha incontrato per la prima volta la scrittu-
lato e il linguaggio dallaltro, nella forma che gli era suggerita dalle ri- ra cinese proprio cercando di precisare la funzione del nome proprio e,
cerche contemporanee che hanno maggiormente influito sulla prima insieme alla funzione del nome proprio, ha cercato di precisare meglio il
parte del suo insegnamento. Occorre osservare infatti che Lacan ha luogo della spaccatura symballica che separa loggetto, il corpo della
senzaltro appreso dallopera di Lvi-Strauss che nelle societ cosiddet- madre o il corpo del mondo, non ancora distinto dal mio corpo, dalla
te elementari i rapporti fra i gruppi esogamici sono governati fra loro negativit del linguaggio. Ma la scrittura riserva a questo proposito delle
dalle leggi dellalleanza o della reciprocit, che si esprimono in modo sorprese. Vediamo allora come Lacan la incontra, sviluppando unanali-
elettivo nello scambio delle donne (che il rovescio della proibizione si del nome proprio nel contesto di un seminario a proposito di cui c
dellincesto),10 ma ha appreso allo stesso tempo che la designazione dei da rammaricarsi, per la sua enorme importanza, che sia ancora inedito.
soggetti come appartenenti a un gruppo o a un altro, e quindi anche la Lacan comincia con lesaminare la posizione che rispetto ai nomi
loro rispettiva capacit di riconoscere un oggetto come appartenente al propri assume la filosofia del positivismo logico, che si caratterizza per
proprio clan, e quindi incestuoso o meno, dipendono entrambe da un un approccio denotativo o mimetico al linguaggio, ma che fallisce com-
sistema di classificazione elementare che si esprime negli appellativi to- pletamente nellapprofondire il luogo della simbolicit che a Lacan in-
temici.11 In altre parole, perch io mi chiamo, poniamo, Falco, e ri- teressa sviluppare.12 Lacan torner sul positivismo logico diverse volte,
cado nel gruppo che si riconosce nellappellativo Falco, che potr ri- per criticare in particolare la sua distinzione tra linguaggio naturale e
conoscere una donna che si riconosce nello stesso appellativo come un linguaggio artificiale (matematica), ma qui si limita a criticare la posi-
oggetto incestuoso, e viceversa potr riconoscere nellappellativo Cor- zione di Russell sul nome. Se, infatti, per Russell il nome proprio un
nacchia il soggetto di un gruppo con il quale posso stabilire una rela- word for particular, ovvero un termine che serve a denotare un oggetto
zione di alleanza attraverso lofferta della donna che porta lappellativo particolare, al di fuori di ogni connotazione o descrizione definita, La-
Falco. La proibizione che riveste loggetto, quella proibizione che can mette in evidenza fin da subito i paradossi della posizione di Rus-
regge tutto il discorso di Freud sul complesso di Edipo e che Freud sell, facendo notare che, giusta questa definizione, Socrate, per
chiama proibizione dellincesto, riguardata non nel suo cardine sog- esempio, smetterebbe di essere un nome proprio quando acquista
gettivo, ma a un livello che si pu chiamare per cos dire sistemico, o nelluso il significato di maestro di Platone, fondatore della filoso-
strutturale, dipende in sostanza dal sistema delle classificazioni totemi- fia, ecc... Smette di essere quello che dovrebbe essere per Russell, cio
che, che per Lvi-Strauss funzionano, esattamente come i significanti lequivalente di un termine deittico o di un dimostrativo, come il pro-
di de Saussure, come un sistema di opposizioni differenziali. Capiamo nome This. Di fatto quello che Lacan obietta al positivista logico di
allora perch Lacan pu dire, parlando sia delle societ elementari, sia essere interessato solamente al rapporto tra linguaggio e mondo, e di
di quelle complesse, che dal nome proprio che dipende la simboli- non attribuire al significante la capacit di distinguere gli oggetti del
mondo, ma solo quella di etichettare oggetti che stanno gi l a far par-
te di unontologia, con la distinzione di particolari e universali, concre-
10 Vedi C. Lvi-Strauss, Le strutture elementari della parentela, Feltrinelli, Milano 2003; per ti e astratti, denotabili e connotabili, ecc... La nascita della relazione
uninterpretazione della ricerca di Lvi-Strauss, e in particolare delle sue aporie, come base della simbolica resta completamente sullo sfondo. A questo punto Lacan ri-
costruzione del concetto di ordine simbolico, mi permetto di rinviare a D. Tonazzo, Da Freud a
Lacan. La proibizione dellimpossibile, in AA.VV., lites, n. 3/2005, Rubbettino, Catanzaro 2005,
pp. 69-84. 12 Vedi B. Russell, Il denotare, in Saggi logico-filosofici, Longanesi, Milano 1976, pp. 93-106,
11 C. Lvi-Strauss, Il totemismo oggi, Feltrinelli, Milano 1974. e B. Russell, La filosofia dellatomismo logico, Einaudi, Torino 2003, pp. 28-33.
236 Daniele Tonazzo Scrittura e infinito 237

corre alla lezione di un linguista, che anche un egittologo: Gardiner. una serie di richiami al rapporto tra scritture pre-alfabetiche e alfabeti-
Gardiner si interessa alla distintivit del nome proprio, alla sua capa- che che mette in discussione il ruolo della voce, e quindi del soggetto
cit di distinguere un oggetto da un altro, e lo fa da un lato criticando psicologico, nella definizione del nome proprio. in questo contesto
Russell e dallaltro riprendendo il famoso episodio della Storia di Al che si colloca il primo modo di Lacan di riferirsi alla scrittura cinese,
Baba e i quaranta ladroni sul tratto di gesso disegnato dai ladri sulla ca- come esempio, al pari di quella egizia, di scrittura pre-alfabetica.
sa di Al Baba per derubarlo, su cui gi si era soffermato a questo pro- Commentando il testo di una storia della scrittura apparsa in quegli
posito John Stuart Mill: per giustificare la mia critica necessario ri- anni,15 Lacan osserva che nella ricostruzione di come la scrittura alfabe-
chiamare il passaggio in cui egli [scil. Mill] paragona un nome proprio tica si sia sviluppata a partire dalle scritture sillabiche e ideografiche che
al marchio privo di senso scritto col gesso sulla porta di una casa per lhanno preceduta spesso implicito lassunto di una sorta di missione
indicare che la casa devessere rapinata. Morgana, egli ci dice, marchi vocalica delluomo, come se il valore del segno grafico consistesse nella
con il gesso tutte le altre case in modo simile e invalid lo schema: co- sua disponibilit ad accogliere e riprodurre lemissione di una voce e ad
me? Semplicemente cancellando la differenza di aspetto tra quella casa articolare attraverso la voce lidealit del pensiero; il progresso consi-
e le altre. Il segno di gesso era ancora l, ma non serviva pi come mar- sterebbe allora nella capacit della scrittura alfabetica di staccarsi a po-
chio distintivo.13 co a poco dallideografismo delle scritture che la precedono.16
Se lo scopo del nome proprio quello di distinguere non solo la Se la ricostruzione di Fvrier, a cui si potrebbe senzaltro accostare
casa che verr derubata da tutte le altre case, ma quello di distinguere la grammatologia di Gelb, aderisce in sostanza a uno schema teleologi-
ciascuna casa dallaltra, come sembra voglia dire qui Gardiner, si capi- co, secondo cui lorigine la meta,17 viceversa Lacan indaga con occhio
sce allora che la funzione del nome quella di produrre una differenza genealogico, e legge nel passaggio dalla scrittura ideografica alla scrit-
tra ciascuno degli oggetti; insistendo sullo stesso aspetto del segno lin- tura alfabetica la rimozione di un elemento che chiama lettera. Giusta
guistico messo in evidenza da de Saussure, Gardiner afferma che ci questa osservazione, la lettera sarebbe rimossa dalla voce nellatto in
che fa di un nome proprio un nome proprio non , come diceva Rus- cui la voce legge il tratto scritto, come nellesempio della distintivit so-
sell, il suo non senso (denotazione) nella sua differenza dal senso (con- nora dei nomi fatto da Gardiner. Subito dopo, allo scopo di esemplifi-
notazione), ma laccento messo nella pronuncia sulla distintivit di un care lo schema teleologico di Fvrier, Lacan prende un singolo caratte-
suono rispetto a un altro. Esattamente come accade per il fonema. re scritto, disegnato probabilmente da un uomo preistorico e ritrovato
sulla pura differenza sonora che Gardiner insiste, secondo il suo punto dallarcheologo Eduard Piette nel sito archeologico francese di Mas
di vista di linguista. Ma questa insistenza su una voce che interviene DAzil, lo mostra al pubblico di SantAnne e dice: ci di cui si tratta
per pronunciare il nome fa in modo che Lacan abbia gioco facile questo: in quanto questo ideogramma vuole dire qualcosa, per prende-
nellaccusare il linguista di avere introdotto un soggetto psicologico re il piccolo carattere cuneiforme che vi ho mostrato poco fa, questo, al
precisamente nel punto in cui si tratterebbe trattato di mostrare la ge- livello di una tappa davvero primitiva della scrittura, indica il cielo. Ne
nesi di un soggetto strutturale. risulta che articolato an. Il soggetto che guarda questo ideogramma
Questa critica a Gardiner e, pi esattamente, al ruolo attribuito lo chiama an in quanto esso rappresenta il cielo. Ma ci che ne risulta
dallegittologo alla voce innesca nel seminario quella che stata chia- che la posizione si rovescia, che a partire da un certo momento questo
mata la congettura lacaniana sullorigine della scrittura;14 vale a dire

15 J. G. Fvrier, Storia della scrittura, ECIG, Genova 1992.


13 A. Gardiner, Theory of proper names, Oxford University Press, New-York-Toronto 1957, 16 Cfr. J. Lacan, Le Sminaire. Livre IX. Lidentification, 1961-62, op. cit., lezione del 20 di-
pp. 38-39, trad. mia. Il richiamo allepisodio di Le mille e una notte si trova per la prima volta in cembre 1961.
J. S. Mill, Sistema di logica induttiva e deduttiva, Utet, Torino 1988, vol. I, p. 93. 17 Su teleologia e genealogia vedi R. Ronchi, La scrittura della verit, Jaca Book, Milano
14 J. Allouch, Lettre pour lettre, rs, Toulouse 1984, pp. 153-176. 1996.
238 Daniele Tonazzo Scrittura e infinito 239

ideogramma del cielo servir, in una scrittura di tipo sillabico, a sup- evento cosmico e rituale, qualcosa del tratto resta inscritto comunque
portare la sillaba an che in quel momento non avr pi alcun rapporto nella voce; una scrittura, appunto, dentro la voce.
con il cielo. Tutte le scritture ideografiche senza eccezione, o dette Tuttavia la famosa congettura di Lacan sullorigine della scrittura
ideografiche, portano la traccia della simultaneit di questo impiego non si ferma qui; comporta infatti un rovesciamento del rovesciamento
che si chiama ideografico con luso fonetico dello stesso materiale.18 o, se si preferisce, una certa inversione, o rettifica critica, dei rapporti
Ora, ci che notevole in questo passaggio da un lato il fatto che tra la scrittura e la voce impliciti nella missione vocalica delluomo av-
lideogramma, come esempio di scrittura preistorica, indichi il cielo; ci valorata dalla storia delle scritture alfabetiche. Infatti, riprendendo una
lascia intendere che anche per Lacan, come per Creuzer ad esempio, le tesi di un altro brillante archeologo inglese, Flinders Petrie, secondo il
prime scritture non avevano la funzione di rappresentare la parola di quale tutti i caratteri propri della scrittura geroglifica egizia sarebbero
un soggetto psicologico, ma quella di trasmettere un sapere cosmico. stati ritrovati sui cocci del vasellame pre-dinastico dellantico Egitto al-
Dallaltro lato Lacan afferma che, sotto la pressione della pronuncia, o lo stato di marchi di oggetti rituali, Lacan sostiene che tutti i caratteri
della lettura ad opera della phon, il valore simbolico della scrittura ideografici, egizi quanto meno, che poi furono progressivamente fo-
preistorica, che consiste nel rimandare a unesperienza originaria, spa- netizzati, furono prodotti originariamente in un contesto antichissimo
ziale e rituale del mondo, va perduto e lascia il posto a un rovesciamen- come marchi o come nomi propri. Alludendo ancora una volta a un
to: tra il valore contestuale e rituale delliscrizione preistorica, che indi- contesto che si riesce a stento a immaginare come rituale, pragmatico e
ca il cielo, e la pronuncia, che ne preleva un aspetto (come Lacan dir allo stesso tempo cosmico, Lacan precisa: ma quello che non si artico-
pi avanti nel seminario anche di alcuni caratteri della scrittura egizia) la, quello che non si mette in evidenza, ci su cui mi sembra che nessu-
per farne loccasione di unemissione vocalica si stabilisce uninversione no si sia soffermato fino ad ora che tutto accade come se i significanti
per cui, a partire da quel momento, e sempre di pi nel corso dei secoli, della scrittura fossero stati dapprima prodotti come marchi distintivi; e
la lettera diventa loccasione per lemissione di una phon, e la phon di questo noi abbiamo attestazioni storiche perch qualcuno che si
diventa, giusta la teleologia a cui aderiscono le ricostruzioni della storia chiama Sir Flinders Petrie ha mostrato che molto prima della nascita
della scrittura, la finalit interna che anima da sempre, per retro-dizio- dei caratteri geroglifici, sui vasellami che ci rimangono dellartigianato
ne o rimbalzo, il tracciato della lettera. A questo punto occorre fare un detto pre-dinastico noi troviamo come marchi sui vasellami quasi
rilievo: attestandosi sul crinale della trasformazione delle scritture gero- tutte le forme che sono state utilizzate in seguito, vale a dire, dopo una
glifiche in scritture alfabetiche e contestando lo schema teleologico che lunga evoluzione storica nellalfabeto greco, etrusco, latino, fenicio,
caratterizza queste ricostruzioni Lacan afferma che, per quanto la tutto ci che ci interessa al pi alto grado come caratteristico della
phon lavori a rimuovere la lettera, nella stessa phon che legge il tratto scrittura.19
distintivo che identifica un oggetto del mondo resta inscritto, bench in il marchio che interessa allo psicoanalista, in tutta questa conget-
forma sbiadita, un aspetto materiale che solo in modo stentato ed im- tura, e precisamente il marchio in quanto non si lascia ridurre (o ri-
preciso, e mai fino in fondo, viene a poco a poco cancellato. Questo muovere) dalla missione vocalica del parlante; per questa ragione La-
aspetto materiale rimane a contrassegnare il fatto che il tratto sorge in can fa seguire subito alla congettura il rovesciamento dellipotesi di
un contesto rituale e cosmico o, come dice Granet parlando della scrit- Gardiner e sostiene che il nome proprio quellelemento che, allinter-
tura cinese e non pi di quella egizia, emblematico. Per quanto dunque no del linguaggio, partecipa ancora della scrittura. Precisamente in
la voce lavori nei secoli a rimuovere il tratto scritto, potremmo dire il virt della sua partecipazione del carattere della scrittura, il nome si ca-
grafema che la prima emissione vocalica probabilmente era in quanto ratterizza qui come isolamento del tratto significante, e a partire da qui

18 J. Lacan, Le Sminaire. Livre IX. Lidentification, 1961-62, op. cit., lezione del 20 dicembre 19 J. Lacan, Le Sminaire. Livre IX. Lidentification, 1961-62, op. cit., lezione del 20 dicembre
1961. 1961.
240 Daniele Tonazzo Scrittura e infinito 241

pu esercitare originariamente il suo potere distintivo e identificatorio significante a tratto pre-alfabetico e lo pone prima della sua lettura rile-
sul soggetto. vante o rammemorante, concorre a determinare il soggetto come con-
Questo carattere di scrittura del nome proprio si inserirebbe allora trassegnato da una divisione radicale, dovuta alle caratteristiche strut-
tra il segno che rinvia ancora alloggetto, cio a ci che finora abbiamo turali del linguaggio stesso, e permette di definirlo come struttural-
chiamato, con Klein, il corpo della madre e del mondo, e che Lacan mente incapace di raggiungersi, di coincidere con se stesso a livello
chiama qui significativamente il cielo, e il significante interiorizzato, dellenunciato. Giusta la felice espressione di Zizek, il soggetto colui
per cos dire, dalla lettura vocalica, che finisce per riferire il segno gra- che pu solo dire: io mi escludo dentro. Non si tratta per Lacan di una
fico allidealit del concetto. Sarebbe questo il motivo per cui Lacan di- condizione empirica, ma trascendentale.
ce che il segno ritrovato da Piette a Mas dAzil, nonostante il suo avvia- Al riguardo si pu dire che linscrizione del soggetto nel campo
mento alfabetico, continua sotterraneamente a rinviare al cielo. Ci sa- dellAltro immediatamente unoperazione tragica, perch il primo si-
rebbe dunque, giusta la congettura di Lacan sullorigine della scrittu- gnificante si porta immediatamente appresso tutta la struttura del lin-
ra e il suo contraccolpo sulla questione del nome proprio, un aspetto guaggio, che fa capo, nel suo intreccio con il corpo del soggetto, al suo
del tratto che isola il soggetto e lo fissa in rapporto a un elemento con- essere incompleto, come soggetto del significante. Da questo punto di
testuale che quello della prima tracciatura del segno. Allo stesso tem- vista, quindi, la generalizzazione del significante dice sicuramente la
po questo aspetto, per, sarebbe ben presto rimosso dalla pronuncia morte, la morte nel suo volto pi radicale, quella morte che, come dice
vocalica, che stenderebbe sopra il valore contestuale e rituale del segno bene Derrida, non pu essere redenta completamente nella vita, per-
una patina espressiva, per cos dire, facendone la traduzione dellinte- ch la redenzione un bluff, un bluff metafisico, che nasconde leco-
riorit della voce nellesteriorit del mondo, a cui il segno scritto a par- nomia di un corpo isterilito, mortificato, squassato dallurto con linfi-
tire da quel momento apparterrebbe. Linterno e lesterno avrebbero nito. E tuttavia, come si diceva, il punto che c dellaltro: quando
infatti la loro prima origine in questa transizione, del resto lentissima se Lacan costruisce il tratto unario, la scrittura non gli serve solo a rettifi-
pensata sullo sfondo della storia della scrittura, transizione che Lacan care questo bluff fonetico, ma anche a individuare un luogo symballi-
non esita a contrassegnare come una rimozione. Se lo psicoanalista si co in cui lidentificazione parziale, e rimane ancora legata con un
applica a studiare il nome proprio perch lanalisi del nome gli sug- piede, per cos dire, al corpo della madre e del mondo, come dice
gerita come cruciale, abbiamo detto, dal lavoro di Lvi-Strauss sulle Klein, da cui si distacca. Questo carattere parziale dellidentificazione,
classificazioni totemiche; tuttavia, tenuto conto della cornice che nel che abbiamo sottolineato, fa in modo che il tratto unario non dica sola-
seminario circonda la congettura sullorigine della scrittura, ci avviene mente, dal lato negativo, che lidentificazione non ha niente a che fare
anche perch lo sviluppo della linguistica strutturale di de Saussure gli con lunificazione, ma anche, dal lato positivo, che il rovesciamento
sembra avere inaugurato, pi in generale, una nuova fase del pensiero, messo gi in atto da Lacan in questo seminario nei confronti dellUno
che condiziona un nuovo modo di concepire la soggettivit umana. della filosofia lunica via verso lunicit, cio verso un pensiero del
Questo sicuramente il primo significato della generalizzazione del soggetto in cui il suo luogo proprio viene individuato, con metodo,
significante di cui parla lauto-interpretazione lacaniana del 1971: lin- precisamente nel suo scarto rispetto alluniversale, o, se si preferisce, a
versione di scrittura e parola ha come effetto di inscrivere il soggetto in quello che la tradizione filosofica ha sempre chiamato lessenza delluo-
un campo, o ancor meglio su una superficie topologica, di negativit mo: Il rovesciamento della posizione a proposito dellUno fa in modo
infinita, aggiungendo che la caratteristica di fondo del soggetto in que- che, dallEinheit kantiana, consideriamo che noi passiamo allEin-
sto campo quella di non potervisi strutturalmente includere o conta- zigkeit, allunicit espressa come tale.20
re, salvo ricadere in quellinversione che lo rende dimentico di se stes-
so e della sua provenienza. In questo senso si pu ben dire che il primo 20 J. Lacan, Le Sminaire. Livre IX. Lidentification, 1961-62, op. cit., lezione del 21 febbraio
ricorso alle scritture pre-alfabetiche di Lacan nellatto in cui riduce il 1962.
242 Daniele Tonazzo Scrittura e infinito 243

Compiuta allora che si sia linversione, pu emergere dentro la pa- per Lacan non contano tanto nel loro contenuto, ma nel loro tracciato.
rola, e anche dentro la scrittura apparentemente finalizzata ad esprime- Allora non si tratta tanto di stabilire quali e quante siano le immagini
re la parola, un aspetto della scrittura che guarda al versante della spac- ricorrenti nella scrittura cinese, che come noto difficilmente si posso-
catura symballica da cui la scrittura proviene, che il corpo del no contare, ma di rendersi conto anzitutto che, come notava Granet, le
mondo, della madre o della natura e che Lacan, significativamente, immagini scritte sono emblemi.23 Che le immagini siano emblemi vuo-
presentando a Sainte-Anne limmagine del ciotolo preistorico ritrovato le poi dire che il loro aspetto decisivo laspetto rituale, e che esse si
da Piette, chiamava il cielo. Tutto questo ci permette, compiendo un inseriscono in un processo, probabilmente mille volte ripetuto, che ha
salto significativo e ritornando agli anni a cui risale lauto-interpreta- un sostanziale significato pedagogico, sociale e politico. Limmagine
zione da cui siamo partiti, di passare a mettere in luce un altro uso del- non va guardata, per cos dire, di fronte, ma va riguardata di taglio,
la scrittura cinese che tocca profondamente quel soggetto che la psi- pensando al processo della sua tracciatura, immaginando il processo
coanalisi lacaniana lavora a costruire nella sua immagine e con cui si della sua tracciatura come un rituale complesso, codificato nel tempo
trova alle prese nella clinica. fin nel suo pi piccolo dettaglio, che lesecutore si incarica di perfezio-
nare con il suo esercizio.
2. Scrittura come limitazione dellinfinito Il valore rituale della scrittura in Cina quindi per Lacan impor-
tante, ma a differenza di Granet lo psicoanalista non guarda al rito sol-
Ritorniamo cos agli anni dellauto-interpretazione con cui abbia- tanto in una dimensione politica e sociale: la tracciatura di un emblema
mo cominciato. Nel 1971, a distanza di dieci anni dal suo primo incon- non raccoglie e ordina un insieme sociale, classificandone i gruppi in
tro con la scrittura cinese, Lacan sposta laccento da un aspetto allal- maschi e femmine, come accade secondo Granet per gli emblemi dello
tro del medesimo fatto fondamentale, che rimane il tratto orientale: se Yin e dello Yang,24 ma guarda alleconomia pulsionale del tracciatore,
prima il tratto, dissotterrato per cos dire al di sotto della voce, e ri- per cos dire. Alla considerazione del tratto cinese di Lituraterra si
guardato dal lato dellAltro, serviva a dire che per il soggetto struttu- adattano bene allora le osservazioni di Herrigel, il famoso fenomenolo-
ralmente impossibile sapersi, e che il soggetto eccettua sempre rispetto go allievo di Husserl trasferitosi in Giappone per sei anni per insegnar-
allAltro (inteso come luniversale o lessenza), ora il tratto, considerato vi la filosofia occidentale, che ne approfitt per apprendere larte del
sul versante che guarda verso la Cosa, che finora abbiamo nominato, tiro con larco:25 in primo luogo perch Herrigel afferma che non esiste
per comodit, come madre,21 ha come principale funzione e principale un rituale privilegiato in rapporto allo zen, ma larte di disporre i fiori
motivo di interesse quello di agire sul godimento del soggetto. nei giardini, la scrittura, il cerimoniale del t, larte del tiro con larco e
Ci che la scrittura cinese segmenta per immagini non laffetto in larte della spada sono tutti quanti rituali codificati da una lunghissima
generale delluomo, come sostiene uninterpretazione psicoanalitica in- tradizione che permettono al soggetto di entrare in contatto con lo
genua della scrittura ideografica, che intende questultima come me- spirito dello zen; questo dice a noi che la scrittura di cui Lacan parla
tafora di un codice affettivo originario;22 anzitutto perch le immagini non necessariamente il disegno o larte di scrivere ma , pi in gene-
rale, il grafema corporeo, il gesto del corpo in quanto il corpo posto
21 Ci che Klein, come abbiamo visto, chiama madre, Lacan lo chiama Cosa. Poich il termi-

ne Cosa, estratto dal Progetto, pi astratto di madre, si dir che il corpo della madre di Klein 23 M. Granet, Il pensiero cinese, Adelphi, Milano 2004, Libro I, pp. 23-61.
esemplifica la Cosa, ma non il contrario, come spesso succede. Come dice Miller, considerare la 24 M. Granet, Il pensiero cinese, op. cit., p. 108: Lopposizione dello Yin e dello Yang non
madre come lunica figura della Cosa lerrore fondamentale del kleinismo: vedi J. A. Miller, concepita inizialmente (e non lo mai stata) come unopposizione assoluta confrontabile con
Extimit, Corso tenuto allUniversit di Parigi VIII nellanno accademico 1985-1986, inedito, le- quella dellEssere e del non-essere, del bene e del male. unopposizione relativa e di natura rit-
zione del 20 novembre 1985. mica, fra due gruppi rivali e solidali, complementari nello stesso modo di due corporazioni ses-
22 Vedi F. Fornari, Simbolo e codice, Feltrinelli, Milano 1981, capitolo 1, pp. 37-93, e in par- suali, che si alternano come esse nelle fatiche e passano volta a volta in primo piano.
ticolare p. 54. 25 E. Herrigel, Lo zen e il tiro con larco, Adelphi, Milano 1975.
244 Daniele Tonazzo Scrittura e infinito 245

in relazione col vuoto da cui proviene. La scrittura, la scrittura genera- Mencio vuole insegnare al principe intorno al modo di conseguire e
lizzata come grafema, il gesto corporeo, iniziano cos ad apparire come mantenere la Via, il Tao, e che quella spiritualizzazione dellabilit
un gesto che si situa tra due vuoti, tra due figure dellinfinito, che si di- che per Herrigel rappresenta il nocciolo del tiro con larco come arte
stribuiscono, per cos dire, come ai lati di un identico tratto. C poi zen ha la sua condizione di possibilit e lo spazio per svilupparsi pro-
una seconda osservazione di Herrigel che fa al caso nostro: in tutte le prio nel gioco tra la natura e il destino di cui parla Mencio. Per questo
arti che hanno relazione con lo zen lesecuzione non mira mai allap- Herrigel diceva che il maestro zen, alla fine, tira con larco senza mira-
provazione del pubblico; anche quando la performance eseguita da- re: se si prende il gesto dal lato della natura, xing, occorrer dire che
vanti a una giuria, come a un esame, limpressione dominante che il lesercizio non pretende al risultato; se invece lo si prende dal lato del
maestro stia svolgendo qualcosa che mira unicamente a se stesso. Po- decreto del cielo, ming, si dir che il successo non condiziona il suo
tremmo dire allora che larte che mette in rapporto allo zen, sia essa esercizio. Larte che Herrigel mette in rapporto allo zen, e Lacan al go-
scrittura, tiro con larco o grafema corporeo, mira a regolare il godi- dimento, una disposizione non del tutto acquisita, e allo stesso tempo
mento attraverso il gesto ed , nel suo osso, fondamentalmente autisti- non del tutto innata, ed i suoi presupposti stanno negli enunciati di
ca. Tutto questo a condizione di estrarre un concetto generale del ge- Mencio. Per lo stesso motivo, sottolinea Herrigel costantemente, con
sto, e di metterlo in rapporto non tanto con la spontaneit espressiva unespressione che la stessa di Lacan, per tirare con larco spiritual-
del S, come in fondo fa Herrigel, ma con linfinit del godimento, co- mente, come pure per perfezionare qualunque atto come grafema cor-
me fa Lacan. poreo, secondo la generalizzazione della scrittura che abbiamo tratto
Da dove viene, per, linfinit del godimento con cui esordisce il dal suo testo, necessario lispessimento di una durata reale: ci vuole
seminario cinese? Per spiegarlo, inserendo la scrittura in un discorso tempo, la falce del tempo (Altri scritti, p. 426).
pi ampio, che ne spiega lassoluta centralit, Lacan ricorre al detto del La scrittura dunque ci che inscena questo movimento. Ma da
filosofo cinese Mencio.26 Appoggiandosi anche al commentario che al dove viene la necessit della scrittura? Da dove viene la necessit che la
testo ha dedicato uno dei padri del positivismo logico, Richards, Lacan scrittura ha di ripetersi? Lacan risponde che la natura di cui parla
mette a fuoco quello che sicuramente appare alloccidentale come il te- Mencio non solo la natura del parlante nel linguaggio, ma anche
ma centrale del libro, vale a dire la dialettica tra i due principali con- una natura in cui qualcosa non va (Sem. XVIII, p. 46). Il punto qui non
cetti messi in campo da Mencio per definire la virt, delluomo e in che ci che non va causato dalla cultura, come diceva Rousseau, e
particolare delluomo che governa: il concetto di Xing, che indica la nemmeno che ci che non va costitutivo, strutturale, come diceva
natura delle cose che stanno sotto il cielo, e quello di Ming, che indica Freud nel Disagio; facendo un passo oltre, capiamo che si tratta di ri-
i decreti del cielo. Il nodo qui, ben rilevato da Richards, verte sulla dia- conoscere per Mencio, cos come Lacan lo interpreta, che ci che non
lettica che lega questi due concetti, questi due aspetti dellumano, e li va precisamente ci a cui si tratta, pragmaticamente, di attenersi. Co-
mette in relazione con la Via, il Tao, ovvero con quel termine generale s ci a cui si tratta di attenersi e su cui si tratta di non cedere il fatto
che nella tradizione cinese, come ha ben detto Granet, indica assai di che nella natura del parlante da un lato di non poter smettere di par-
pi una regola di condotta che un principio cosmico universale. lare, perch non c un punto di arresto della catena significante, come
Si potrebbe perfino dire che in questo interscambio tra i due con- abbiamo gi visto, e dallaltro lato di non potersi ritirare nel silenzio,
cetti e nella disposizione che ne discende sta il nocciolo di ci che perch, essendo la scrittura atto del dire, il silenzio sta qui per il silen-
zio di un corpo immobile, che assalito dal godimento, e come tale ri-
schia la morte.
26 Il libro di Mencio si legge ne I quattro libri di Confucio, Utet, Torino 2003, pp. 267-453; le
In questo senso la scrittura, come insistenza del dire, incarna per
parti del libro che interessano particolarmente Lacan si trovano, anche in cinese, nel libro di I. A.
Richards, Mencius on the Mind, Routledge, London-New York 2001, in particolare nellAppendi- Lacan il piano che sta fra il reale e il simbolico; nella terminologia un
ce, pp. 125-168. po immaginifica di Lituraterra, che uno scritto, almeno formalmente,
246 Daniele Tonazzo Scrittura e infinito 247

dedicato alla letteratura, litorale. O frontiera. O bordo, in senso topo- ci indica il cielo. Fa segno al cielo. Ci vuol dire in fondo che, con una
logico. La scrittura litorale, scrive infatti Lacan in Lituraterra, e ci serenit che non pu essere acquisita fin da subito, e che per essere ac-
che essa disegna il bordo del buco nel sapere (Altri scritti, p. 12). Se quisita, come sottolineava Herrigel per il tiro con larco, necessita di un
il litorale, o la frontiera, unarea transizionale, tra il sapere e il godi- maestro, il gesto di chi apprende e tiene fermo alla Via resta aperto sul-
mento,27 allora il buco nel sapere, a cui si arriva a forza di interrogare il levento. Levento ci che va incontro alla saggia disposizione in eser-
sapere sulla sua verit, come fa per prima listerica, dice il fatto che il cizio, come insegna Mencio. Levento, e non altro, ci che il saggio at-
godimento sessuale non trattabile direttamente, perch non simbo- tende, attivamente, e ricerca; levento, e non il buon funzionamento o
lizzabile, non inscrivibile nel campo della rappresentazione. la buona simbolizzazione dellaffetto che, fin dallinizio e fino alla fine,
Per Lacan, dunque, il segno smette di essere un gesto espressivo, se si ha il coraggio di essere radicali, non ci sono. Levento, come sotto-
sempre pi o meno ironico, pi o meno disincantato, pi o meno os- lineava Lacan parlando della tyche, pu voler dire anche la sventura
sessionato dalla totalit espressiva, e diventa scrittura, nel senso in cui (Sem. XI, p. 63); e tuttavia la disposizione che si raccomanda attraver-
nel 1971 egli intende la scrittura cinese: come grafema corporeo che si so i detti di Mencio non ne intaccata, perch si attiene, avendo svuo-
affaccia su una duplice figura dellinfinito. Da un lato abbiamo linfi- tato ogni altra possibilit, alla certezza che solo dallevento pu venire
nit del godimento, con cui si apre il seminario cinese; dallaltro abbia- la felicit. Dallevento, non dal benessere.
mo linfinit della catena significante. Non che questo avvenga fin da
subito; perch, come abbiamo notato, occorre tempo. Occorre tempo,
in sostanza, affinch il gesto del corpo, sia esso scrittura o qualsiasi al-
tra arte non importa, come abbiamo desunto da Herrigel, incarni quel-
la disposizione fondamentale che Mencio intende insegnare al principe
e che Lacan considera radicata nello specifico del godimento. Il corpo
scrive il gesto, allora, muovendo con decisione dal nulla da cui provie-
ne: la sua relazione con la prima figura dellinfinito, o con limpossi-
bilit di godersi, la molla di quello che Lacan chiamer anche essere
zimbelli del reale (Sem. XXI, inedito, lezione del 13 novembre 1973); a
partire da qui, il corpo resta sospeso, con decisione, verso il nulla a cui
destinato: la sua relazione con la seconda figura dellinfinito, o con
limpossibilit di dirsi. Tra queste due figure dellinfinito, scrivere, nel
senso precisato, con la giusta disposizione tutto quello che pu esse-
re fatto sotto il cielo (Sem. XVIII, p. 54). In altre parole, si ha solo da
tener fermo allimpossibile, e a nullaltro, con la certezza che questa
lunica certezza che si pu avere, al di l di tutti i contenuti del sapere
e della rappresentazione. Al di l, in una parola, della verit.
E tuttavia la scrittura del corpo, il grafema corporeo, se abbiamo
ben capito che cos, come gi Lacan indicava nella sua prima ricogni-
zione della scrittura mostrando il sasso ritrovato da Piette a Mas dAzil,

27 . Laurent, La lettera e il reale per la psicoanalisi, in La Psicoanalisi, n. 26, pp. 219-262.


Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 249

Interventi di Diplomati dellIstituto freudiano De Saussure

Ferdinand de Saussure (1857-1913) viene considerato il creatore


della Linguistica generale come scienza autonoma e il suo Corso di
linguistica generale,2 tenuto a Ginevra tra il 1906 e il 1911 e pubblicato
Anna Castallo postumo nel 1916 da due suoi allievi,3 comunemente riconosciuto co-
me uno dei capisaldi della linguistica moderna. Tra le grandi innova-
Il soggetto nel linguaggio. zioni apportate da de Saussure alla riflessione tradizionale sul linguag-
Strumenti di linguistica e di logica gio vi stato il collocare la linguistica in un ambito di analisi pi am-
pio, che studiasse la vita dei segni e che lo stesso de Saussure propose
di chiamare semiologia. Nel far ci de Saussure ignorava che Charles
Sanders Peirce (1839-1914), primo esponente della corrente di pensie-
Introduzione ro pragmatista, aveva gi avviato tale studio chiamandolo semiotica (i
due termini sono oggi usati come sinonimi).4
Nel seguito si cercher di approfondire il modo in cui Lacan, per De Saussure definisce della linguistica: la materia, ovvero il lin-
leggere la posizione del soggetto rispetto al sistema dellAltro, ha utiliz- guaggio, linsieme multiforme di tutti i fenomeni linguistici che, come
zato la linguistica strutturale e la logica fregeana.1 tale, non di per s classificabile perch non si saprebbe come enu-
Si inizier col percorrere gli elementi principali dellinsegnamento clearne lunit; loggetto, ovvero la lingua, il sistema linguistico che
di de Saussure e lutilizzo particolare che Lacan fa della linguistica opera in un certo contesto storico e sociale e che si distingue a sua vol-
saussuriana, per poi approfondire altri temi della linguistica del 900 e ta in due aspetti: langue, come istituzione sociale, sistema, grammatica
di logica, che incisero sullinsegnamento di Lacan, con particolare rife- astratta e parole,5 come produzione individuale, atto linguistico con-
rimento da un lato allindicalit e dallaltro al modo in cui il tema della creto, materiale e contingente. Si noti che la langue in quanto sistema
referenza (soggiacente a quello dellindicalit) trattato nella logica pu essere vista come un codice composto da elementi e da regole
fregeana. per il loro impiego, che costituiscono laspetto potenziale del linguag-
gio; la parole, che sempre di un singolo individuo, consiste di struttu-
Il linguaggio e linconscio re che possono essere viste come messaggi formati in base a un dato
codice, la messa in atto effettiva nel discorso delle possibilit offerte in
A met del secolo scorso Lacan inizia unopera che, pur con diver- potenza dalla langue. I termini codice e messaggio saranno utiliz-
se varianti nel corso degli anni, per lungo tempo si proporr di coglie- zati da linguisti successivi e li ritroviamo in Jakobson, da cui prender
re linsegnamento di Freud facendo uso di appigli extra-analitici che spunto Lacan.
fanno riferimento alla linguistica saussuriana e allo strutturalismo di De Saussure ha elaborato il concetto di segno come ununit di si-
cui lo stesso de Saussure precursore. Freud aveva iniziato una pratica gnificato e significante, dove il significato il concetto, lidea che il se-
che faceva del linguaggio il suo campo dazione, Lacan riprendendo gno esprime e il significante unimmagine acustica utilizzata per
linsegnamento di de Saussure si interroga circa la costitutivit del
linguaggio sullessere delluomo.
2 F. de Saussure, Corso di linguistica generale, Edizioni Laterza, Bari 2003.
3 Charles Bally e Albert Sechehaye.
1 Ringrazio la dott.ssa Brusa per il suo prezioso aiuto nella strutturazione di questo scritto e per 4 C. Sini, I filosofi e le opere, Principato, Milano 1979.

avermi indicato alcuni testi senza la lettura dei quali questo articolo non avrebbe potuto nascere. 5 consuetudine dei linguisti mantenere i due termini langue e parole in francese.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 248-272


250 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 251

esprimere il significato. Per la precisione, de Saussure usa il termine La concezione di lingua come sistema, le cui parti vanno considera-
significato per la langue e significazione per la parole, mentre sin- te nella loro solidariet sincronica, uno dei principi che poi saranno
gnificante usato in entrambi i casi. particolarmente rilevanti per lo strutturalismo, che insegna la predomi-
La grande novit del suo pensiero che significato e significante nanza del sistema sugli elementi e cerca di cogliere la struttura proprio
non sono da vedersi come una lista di nomi corrispondenti ad altret- attraverso le relazioni tra questi ultimi.8 Si abbandona lidea che i dati
tante cose: essi sono piuttosto delle classi astratte.6 Per rendere il con- della lingua valgano in quanto si riferiscono a dati oggettivi, ma anche
cetto dellastrazione, de Saussure parla di entit psichiche, da non lidea che essi valgano per se stessi e siano fatti oggettivi, grandezze as-
confondersi con psicologiche.7 Per de Saussure il principio fonda- solute che possono essere considerate isolatamente; essi assumono rile-
mentale della realt linguistica consiste nel fatto che il costituirsi dei si- vanza solo allinterno di un sistema che li organizza uno in rapporto
gnificanti e dei significati non dipende da alcun tipo di realt esterna al allaltro.9 In questo la linguistica di de Saussure precorre lo strutturali-
linguaggio o di sostanza di qualche sorta, ma arbitrario. Ne esem- smo sebbene nella sua opera non sia mai usato il termine struttura
pio, per de Saussure, il fatto che significanti uguali hanno significati di- ma appunto quello di sistema e viene per questo ripresa da diversi
versi in lingue diverse e significati uguali hanno significanti diversi in pensatori del 900. In questa nuova visione per cui ciascun elemento
lingue diverse. Di conseguenza anche il segno stesso, costituito da due non pi tanto rilevante in s, ma in quanto in relazione con un altro
classi arbitrarie, arbitrario. La lingua, quindi, viene vista come feno- elemento sincrono, si riduce fortemente lantica dipendenza della lin-
meno sociale il cui carattere fondamentale la convenzionalit. In altri guistica dalla storia e dalla psicologia, mentre si accentua lorientamen-
termini, in assenza di legami di necessit tra significante e significato, to verso modelli piuttosto logico-matematici, con un metodo che di-
il rapporto che si stabilisce tra di essi puramente convenzionale: si venta sempre pi formale10 e che alimentato dallidea che non esista
tratta di una convenzione sociale. Dallarbitrariet e dalla convenziona- relazione naturale tra luomo e il mondo n tra uomo e uomo.
lit discende anche la propensione alla stabilit o al mutamento della De Saussure distingue rapporti sintagmatici e rapporti associativi
lingua: se la lingua da un lato non legata a una realt sottostante e tra i termini linguistici. Nei primi, un termine acquisisce il suo valore11
quindi pu mutare, dallaltro essa non dipende dal capriccio di singoli, solo perch opposto a quello che precede o a quello che segue: il sin-
ma dalle convenzioni sociali vigenti, quindi gode di una certa stabilit. tagma si compone sempre di pi unit consecutive. Nei secondi, termi-
Tra i diversi tipi di segni, per de Saussure quelli non verbali sono ni diversi si associano nella memoria, sia perch hanno qualcosa in co-
meno arbitrari e immotivati di quelli verbali e se ne osserva una minore mune, sia per altri motivi. I primi hanno per supporto lestensione, i se-
variabilit tra le diverse lingue. Quindi i segni verbali pi di altri sono condi hanno la loro sede nel cervello; i primi sono in praesentia, i se-
solo fondati sul rapporto significato/significante ed hanno maggiore ca- condi no. Questa dicotomia stata successivamente classificata come
rattere segnico, potendo essere per questo il modello di ogni semiologia. sintagmatica-paradigmatica o per contiguit e per somiglianza. Si
Dallarbitrariet discende direttamente laspetto oppositivo dei si- tratta di una delle tante distinzioni di de Saussure che si rivela molto
gnificanti e dei significati: non avendo essi rapporti con una realt sot-
tostante, non si definiscono che in rapporto agli altri elementi ad essi
coesistenti. Similmente, nel gioco degli scacchi un pezzo che andasse 8 . Benveniste, Struttura in linguistica, in Problemi di linguistica generale, Il Saggiatore,

perso potrebbe essere sostituito da qualunque altro oggetto, purch di- Milano 1971.
9 . Benveniste, Uno sguardo allo sviluppo della linguistica, in Problemi di linguistica ge-
verso dagli altri pezzi del gioco che sono ancora sulla scacchiera. Que- nerale, op. cit.
sto fa della lingua un sistema. 10 . Benveniste, Tendenze recenti nella lingua generale, in Problemi di linguistica genera-

le, op. cit.


11 Per valore di un segno si pu intendere la funzione che il segno svolge nellarticolazione con
6 T. De Mauro, Introduzione, in F. de Saussure, Corso di linguistica generale, op. cit. gli altri segni. proprio a proposito del concetto di valore di un segno che de Saussure fa lesempio
7 Ibidem. del gioco degli scacchi e dice che il cavallo pu essere sostituito da un pezzo di uguale valore.
252 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 253

di Lacan del 57 Listanza della lettera dellinconscio o la ragione dopo


Significato Freud, mettono in luce che, nellapplicare la linguistica saussuriana alla
psicoanalisi, quella che Lacan opera , a ben vedere, una trasformazio-
Significante ne radicale della linguistica di de Saussure.13 Questa trasformazione
viene operata attraverso quattro principali aspetti distintivi tra lopera
di de Saussure e lutilizzo che Lacan fa dei suoi termini:
1. scompare un certo parallelismo tra il termine che sopra e quel-
lo che sotto la barra, che vanno a costituire sempre pi nellinsegna-
mento di Lacan due ordini distinti e separati, in un modo che indurisce
unopposizione che per certi versi gi esisteva in de Saussure, ma che
Significante
veniva sempre addolcita dallidea di un segno costituito nella sua indis-
sociabilit, dove significato e significante erano visti come lati di un fo-
glio; e questo anche in termini grafici, poich il significante viene ora
efficace nellanalisi linguistica e che poi verr ripresa da altri autori, co- rappresentato con una S maiuscola e il significato con s minuscola
me si vedr. e in corsivo;
Del segno de Saussure d anche una rappresentazione grafica, dove 2. scompare lellisse che racchiude gli elementi al di sopra e al di
la barra centrale sta ad indicare che significato e significante sono mani- sotto della barra e che simbolizza lunit strutturale del segno;
festamente differenti tra loro: da un lato il concetto e dallaltro limma- 3. si sostituisce allidea di due facce del segno quella di due tappe,
gine acustica; le due frecce stanno ad indicare che significato e signifi- come di due passi di un algoritmo;
cante si richiamano lun laltro, pur opponendosi; lellisse rappresenta la 4. laccento portato sulla barra che separa: lelemento primario e
fondamentale unit del segno: a questo proposito de Saussure parler fondatore il taglio introdotto nel segno. E tale taglio pu essere consi-
anche di significante e significato come di due lati di uno stesso foglio. derato lalgoritmo che fonda la linguistica moderna come scienza.14 In
La relazione tra significante e significato nellopera di de Saussure, altri termini ci che iniziale nel segno viene spostato, dal rapporto tra
che parlava di implicazione reciproca degli aspetti del segno, di una i due elementi indicato dalle due frecce, in quanto essi si richiamano
fondamentale unit del segno linguistico ma anche di unassenza di le- lun laltro a una resistenza che impedisce il passaggio della barra, con
gami di necessit tra significante e significato e di arbitrariet, dar adi- un vero ribaltamento della concezione saussuriana del segno, che si at-
to a una serie di questioni che in effetti costituiranno la causa della na- tua nel momento stesso in cui la si costituisce come scienza.
scita di un ampio dibattito. Da questo nasceranno anche contributi di Questa operazione in Lacan produce come effetto unautonomiz-
autori che in parte ispireranno linsegnamento lacaniano e di cui si dir zazione del significante rispetto allimpostazione saussuriana: il signifi-
qualcosa pi oltre. cante non pi caratterizzato principalmente per essere un elemento

Loperazione di Lacan sulla linguistica saussuriana 13 Nel suo Seminario XX, Lacan user in realt parole di critica verso questo articolo, soprat-

tutto nella sua parte finale, le ultime 30 pagine, del quale per riconosce essere un modello di
In un articolo del 73,12
nelle prime 70 pagine, Lacoue Labarthe e buona lettura (Sem. XX, p. 65).
Nancy, due filosofi vicini a Derrida, attraverso una lettura dello scritto 14 Ne Listanza della lettera, Lacan si rivolge alla linguistica come ad una scienza, specifican-

do subito che una scienza si istituisce non tanto per loggetto della propria analisi quanto per un
algoritmo, un modo di calcolo che la fonda. Per Lacan questo algoritmo va attribuito a de Saus-
12 P. Lacoue-Labarthe e J.-L. Nancy, Il titolo della lettera: una lettura di Lacan, Astrolabio, sure, sebbene esso non si riduca a nessuna delle formule che troviamo nel suo Cours. J. Lacan,
Roma 1980. Listanza della lettera nellinconscio o la ragione dopo Freud, in Scritti, Einaudi, Torino 2002.
254 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 255

del segno, ma per essere un concetto paradossale, quello di significan- dei significanti, come rapporto di buchi di senso. Solo se il sistema, co-
te senza significato, ma che pu avere un effetto di significazione. La me il significante stesso, non ha una sua pienezza, ma procede a sua
cosa viene ben mostrata dalla parodia dello schema saussuriano, realiz- volta da una differenza pura, un buco come lo abbiamo chiamato pri-
zata da Lacan nellIstanza della lettera, con le due porte e la scritta uo- ma, si pu instaurare il gioco dei significanti. E questo significante del
mini donne, dove si vede bene che il significante stesso a produrre buco nel sistema dei significanti, per essere un vero buco, non pu che
la significazione. Il significante un centro irraggiante [...] [che] vie- essere qualcosa che definisce il proprio insieme senza potervisi contare;
ne a riflettere la sua luce nella tenebra delle significazioni incompiu- in fondo una pura operativit, qualcosa che non esiste ma funziona.
te.15 La significazione non passa per ci che significato, ma per il so- Questa nuova visione si arricchisce dei contributi di alcuni dei
lo significante. Tutto ci che dellordine del significato resta dal lato principali esponenti dello strutturalismo linguistico come mile Ben-
delle tenebre e dellincompiuto e finisce per essere effetto secondario e veniste (1902-1976), celebre linguista francese dello scorso secolo e Ro-
prodotto delloperazione significante di cui non contemporaneo e al- man Jakobson (1896-1982), uno dei fondatori del Circolo linguistico di
la quale non partecipa. Praga, laltra grande sorgente dello strutturalismo linguistico, che si era
Cos il segno in Lacan riceve un trattamento che arriva a distrugge- proposto di unificare la semiologia ispirata allo strutturalismo di de
re in lui ogni funzione rappresentativa del significato in s. Pi precisa- Saussure con la semiotica fondata da Peirce.16
mente, ci che nellesempio fatto da Lacan fonda il processo nel suo
insieme una separazione materiale tra posti distinti (la differenza dei Il rapporto tra significante e significato per Jakobson e Benveniste
sessi). Il significante non rinvia a uomini e donne in s e per s, ma alla
differenza stessa dei sessi. Il significante la differenza dei posti, isti- Gi nel 39, Benveniste17 aveva fatto una critica allarbitrariet
tuisce questa differenza. Si tratta di una catena di segni differenziali saussuriana, osservando che de Saussure nel definire tale concetto sa-
che marcano solo le posizioni reciproche e le relazioni (attraverso le rebbe stato vittima di un errore logico. Per Benveniste, de Saussure di
quali come effetto secondario si fabbricano dei sensi). La logica simbo- fatto spiega lestrema variabilit delle lingue, ma in qualche modo mo-
lica una logica della differenza. Il significante quindi non pi laltra stra di fare comunque riferimento a una realt oggettiva che nel suo
faccia del segno rispetto al significato, ma un buco strutturale, dove il insegnamento e nel suo ragionamento presa implicitamente come as-
termine buco secondo i due autori viene utilizzato da Lacan per mette- se di riferimento. In particolare, in tutto lesempio che fa de Saussure
re meglio in luce la logica differenziale pura (e per evitare il termine di per giustificare larbitrariet di significante e significato, egli fa riferi-
marque che forse sarebbe stato pi chiaro, ma avrebbe potuto pro- mento solo alla differenza delle lingue, mostrando cos che lelemento
durre un effetto di senso sostanziale, positivo). un buco, un ele- cardine del proprio discorso una supposta realt naturale rispetto al-
mento differenziale puro, che determina lintero ordine significante, la quale le lingue sono diverse, ci che dimostra larbitrariet del se-
spostando ci che iniziale nel segno dal rapporto tra i due elementi gno inteso nel suo insieme e non larbitrariet nel legame tra signifi-
significante e significato a una resistenza (che nella natura stessa del cante e significato. Secondo Benveniste, se si va a guardare alle due
significante come buco, come differenza pura) che impedisce lattra- componenti del segno, tra significante e significato il rapporto del
versamento della barra. tutto necessario: in unentit con una doppia faccia non si pu agire
Si noti, sottolineano i due autori, che se il sistema dei significanti su una di esse lasciando inalterata laltra, tra esse c un intreccio indi-
la condizione di possibilit della parola, lesistenza nel sistema stesso di stricabile; per esempio, nella coscienza di un francese il concetto
un significante della mancanza fondamentale perch si ordini il gioco bue necessariamente uguale allinsieme fonico bf. Daltro can-

16 C. Sini, I filosofi e le opere, op. cit.


15 Ivi, p. 495. 17 . Benveniste, Natura del segno linguistico, in Problemi di linguistica generale, op. cit.
256 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 257

to, Benveniste, grande ammiratore dellopera di de Saussure, ci tiene a Si pu dire forse che sia nella critica di Benveniste sia nei casi
sottolineare che la migliore testimonianza della fecondit di una dot- particolari rilevati da Jakobson si ha una certa rigidit del rapporto
trina sta nel generare la contraddizione che la fa progredire18 ed egli tra significante e significato. In questi casi i significanti assumono
si fa portatore del compimento del destino di de Saussure, di trasfor- piuttosto un valore assoluto e testimoniano cos dellimpossibilit di
mare la linguistica.19 articolarsi di un discorso in cui vengono messi in tensione con altri si-
Nel 4120 anche Jakobson approfondisce e rivede la questione del gnificanti. Questa rigidit, questo intreccio indistricabile tra S e s per
legame tra significante e significato posta da de Saussure, ponendo Benveniste e tra S e s0 o tra S0 e s per Jakobson, se si confronta con
piuttosto laccento sulla isolabilit dei due componenti del segno.21 De lutilizzo e limpostazione che d Lacan alla linguistica di origine
Saussure, come si detto, sosteneva limplicazione reciproca dei due saussuriana, appare come il venir meno di quello che in Lacan sar lo
aspetti del segno. Jakobson si interroga sullaffermazione di de Saussu- scivolamento continuo del significato sotto la catena significante.
re secondo cui non vi possibilit di isolare uno dei due elementi tra Emerge cos una pi ampia gamma di letture che possono essere date
significante e significato, perch essi, appunto, si qualificano reciproca- del segno e di cui quelli descritti dai due autori possono essere visti
mente. Quindi cerca, trovandoli, degli esempi in cui si pu isolare un come un caso particolare. Si tratta comunque di un caso di grande in-
significante oppure un significato. Il primo esempio di significante iso- teresse, in quanto apre a riflessioni su diverse possibili posizioni sog-
lato dal significato si pu avere nel caso in cui una nuova parola sia sta- gettive nel linguaggio.
ta creata, ma non si sia deciso il suo significato, se non che essa diver-
sa dagli altri significanti del codice (per esempio sembra essere il caso Il soggetto del linguaggio
del neologismo); il secondo esempio di significato isolato dal signifi-
cante si pu avere invece in unafasia del codice, in cui un dato signifi- Deissi e strutturalismo linguistico
cante non pu essere ricordato e usato, pur se si sa che esso esiste al- Peirce, come si detto, fondava la semiotica negli stessi anni di de
meno nellinterlocutore (cosa che, come si vedr, manifesta nel pazien- Saussure. Cosa che rende questo autore molto interessante per gli
te una difficolt di accesso alla metafora22). In entrambi i casi, Jakob- strutturalisti, che si ponevano il problema di come realizzare unindagi-
son sottolinea che non si pu parlare di abolizione di uno dei due ter- ne sulle propriet del simbolo nellinsieme delle scienze che operano
mini, ma di una riduzione a zero dello stesso.23 Quindi si avr in un ca- con forme simboliche.24 La lingua diventa con Peirce e con de Saussu-
so S0 e in un altro s0. re un sistema semiotico, elemento in comune con linsieme dei fenome-
ni sociali che costituisce la cultura.25
18
Mentre la rappresentazione del segno secondo de Saussure basa-
Ivi, p. 68.
19 . Benveniste, Saussure cinquantanni dopo, in Problemi di linguistica generale, op. cit. ta sulla distinzione tra significante e significato, Peirce defin invece il
20 R. Jakobson, Linguaggio infantile e afasia, Einaudi, Torino 2006. segno come il risultato dellinterazione fra tre elementi: il veicolo se-
21 Inoltre, nelle sei lezioni tenute nel 42-43 a New York, Jakobson far sua la critica di Ben-
gnico, linterpretante (elemento di mediazione) e loggetto reale o re-
veniste, specificando che il nesso tra significante e significato necessario, ma solo per quanto ri-
guarda il legame tra S ed s che poggia sulla contiguit e non per quanto riguarda quello che pog- ferente.26 Si osservi che in Peirce non c rapporto diretto fra veicolo
gia sulla somiglianza. Si tratta quindi di una distinzione tra dimensione sintagmatica, rispetto alla segnico e referente: in mezzo c sempre una mediazione, una chiave
quale vi un legame di necessit, e dimensione paradigmatica, rispetto alla quale vi un legame daccesso alla realt. Peirce aveva elencato tre classi di segni ricavate
facoltativo. Il concetto, comunque, non viene approfondito molto dallautore, che si limita a rile-
vare la complessit della questione. La linguistica e le scienze delluomo, in R. Jakobson e C. da tre corrispettive categorie logiche: le somiglianze (che poi chiamer
Levi-Strauss, La linguistica e le scienze delluomo. Mito e significato, Il Saggiatore, Milano 2011.
22 R. Jakobson, Due aspetti del linguaggio e due tipi di afasia, in Saggi di linguistica gene-

rale, Il Saggiatore, Milano 2012. 24 . Benveniste, Problemi di linguistica generale, op. cit.
23 Si tratta di unapplicazione della teoria dellinformazione, che specifica la presenza con un 25 . Benveniste, Saussure cinquantanni dopo, in Problemi di linguistica generale, op. cit.
+, lassenza con un - e la non pertinenza con uno 0. 26 M. Bonfantini (a cura di), Charles Sanders Peirce Opere, Bompiani, Milano 2003.
258 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 259

icone), i simboli e gli indici. Approfondiremo questi ultimi che sono Jakobson nel 57 pubblica un lavoro,31 che era gi in elaborazione
di maggiore rilevanza per loggetto di questo scritto. Per Peirce si han- dal 50, in cui per parlare dei deittici usa il termine shifter (usato per
no gli indici, o lindicazione, quando c un nesso reale o fisico che la prima volta da Jespersen nel 2232 e tradotto in italiano con com-
rinvia a qualcosa, per esempio il galletto che indica la direzione del mutatore) per sottolineare la capacit di questi operatori di spostarsi
vento sarebbe un indice.27 Per Peirce, quindi, lindice viene considera- da un termine a un altro.33 Per Jakobson gli shifter si distinguono da
to alla stregua di un indicatore fisico28 e rappresenta il collasso del se- tutti gli altri costituenti del codice linguistico non tanto perch man-
gno nelloggetto, instaurando una relazione diretta tra un oggetto del- chino di un significato costante e generale, come aveva sostenuto Hus-
la realt e la mente dellessere umano, che farebbe eccezione allassen- serl34 (infatti nota Jakobson per esempio il significato generale del
za di rapporto diretto e alla necessit di un elemento di mediazione di pronome io il mittente del messaggio e quello del tu il destina-
cui si detto sopra. Sar Burks29 a ridefinire gli indici separando gli tario del messaggio), ma per la loro obbligatoria referenza al messaggio
indicali fisici da quelli linguistici. Ad esempio un barometro per Peir- dato. Essi costituiscono una categoria complessa, nella quale codice e
ce sarebbe un segno indicale della pressione, mentre Burks sottolinea messaggio si accavallano. Si tratta di elementi del codice il cui significa-
esserne leffetto, ma non il segno. Per Burks i termini indice sono sem- to generale non pu essere definito che in riferimento al messaggio.
pre espressioni verbali e, nellambito di tali espressioni, si caratterizza- Per questo passaggio di una certa complessit dal codice alla sua messa
no per il fatto di fare riferimento a situazioni spazio-temporali o alle in atto effettiva nel discorso, che anche produzione individuale e atto
persone che emettono o ricevono lenunciato. Si tratta, per esempio, linguistico concreto materiale e contingente, essi sono tra le acquisizio-
di pronomi personali, aggettivi dimostrativi, avverbi di tempo e luogo, ni pi tardive del linguaggio infantile. Si distinguono dagli altri simboli
ecc. Si mette cos in luce una relazione semiotica tra segno indicale e per il loro necessario legame con il messaggio.
oggetto indicato, spostando il dibattito sugli indici nellambito della Quindi con gli shifter Jakobson sposta la questione dal rapporto
linguistica. tra significato e significante al rapporto tra codice e messaggio, tra
Quindi Peirce ha aperto la questione dellindicalit ed a partire langue e parole, operazione che permetter di introdurre il concetto di
dalla sua opera che si introduce nel dibattito della linguistica il concet- discorso.
to di termini indice;30 questi termini sono chiamati anche deittici, da Benveniste, nel 56, scrive un articolo sulla natura dei pronomi, che
deissi, derivato dal greco (dexis, indicazione), e interroga- in fondo accentua quanto gi avviato dallopera di Jakobson. Per Ben-
no sulla possibilit di ancorare con degli indici appunto il discorso veniste i pronomi, ma anche altre voci deittiche, si differenziano da tut-
ad una specifica realt e di aggirare o di trattare in qualche modo te le designazioni che la lingua articola, perch essi non rimandano n
quanto sollevato dallarbitrariet saussuriana. Ne consegue che una a un concetto n a un individuo: a che cosa si riferisce allora io? A
volta acquisita larbitrariet saussuriana, sorge il problema di come es- qualcosa di particolarissimo, che esclusivamente linguistico: io si rife-
sa si manifesti nel caso dei deittici. Su questo tema si esprimono anche risce allatto di discorso individuale nel quale pronunciato, e ne desi-
Benveniste e Jakobson.
31 R. Jakobson, Commutatori, categorie verbali e il verbo russo, in Saggi di linguistica ge-
27 In realt le definizioni del concetto di indice negli scritti di Peirce sono diverse ed diffi- nerale, op. cit., p. 149.
cile dire quale fosse quella ufficiale. N. Suxacev, O semiotike C. S. Pirsa. Trojstvennyj znak v uni- 32 O. Jespersen, Language: Its Nature, Development, and Origin, G. Allen & Unwin Ltd.,

versume reprezentacij, Nauka, San Pietroburgo 2003. Londra 1922.


28 A.-W. Burks, Icon, Index and Symbol, Philosophy and Phenomenological Research, 9, 33 Riprendendo larricchimento dellopera di Peirce realizzato da Burks, Jakobson considera

1949. questi operatori dei simboli-indice in quanto, pur essendo degli indici, come i simboli di Peirce
29 Ibidem. sono associati alloggetto secondo una regola convenzionale, sono cio indici di carattere lingui-
30 A. Keidan e L. Alfieri (a cura di), Deissi, riferimento, metafora: questioni classiche di lin- stico.
guistica e filosofia del linguaggio, F.U.P., Firenze 2008. 34 E. Husserl, Ricerche logiche, Il Saggiatore, Milano 1968.
260 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 261

gna il parlante.35 Queste forme pronominali non rimandano n alla Secondo Benveniste, gli indici fondano il discorso individuale in
realt n a posizioni oggettive nello spazio o nel tempo, ma allenun- cui ogni parlante assume su di s lintero linguaggio38 e si appropria
ciazione, ogni volta unica, che le contiene, e [...] [riflettono] cos il lo- dellintera lingua designandosi come io;39 senza di essi vi sarebbero
ro proprio uso.36 Per poter affermare questo Benveniste opera una di- tante lingue quanti individui. Per il linguista, attraverso il pronome il
stinzione tra diversi tipi di termini indice e afferma che solo alcuni tra parlante chiamato niente di meno che ad assumere su di s lintero
quelli che classicamente sono stati fatti rientrare nella categoria degli linguaggio; potremmo dire che in qualche modo il parlante, facendo
indici sono da ritenersi effettivamente tali. Infatti vi sono indicatori che della lingua un discorso individuale, fa propria la struttura della lingua.
sono in relazione con la presente situazione di discorso, quali possono Si rafforza ulteriormente la constatazione che la questione dei deittici e
essere io, tu, qui, ora, ieri, tre giorni fa, ecc., ed altri che si riferiscono quella della soggettivit che essa porta con s legata alla posizione
invece a oggetti, tempi e luoghi diversi, che rimandano a situazioni di- che il soggetto assume rispetto allAltro.
verse o oggettive, come egli, l, allora, il giorno stesso, ecc. Gli indici Gi in altre occasioni40 Benveniste si era posto la questione squisi-
per Benveniste sono solo quelli del primo gruppo, che non si riferisco- tamente strutturalista di dove cominci il linguaggio, di come luomo si
no a un oggetto reale, perch si riferiscono sempre e solo a una realt delimiti attraverso tale inizio e di come lo stesso pensiero umano riceva
di discorso e in questa realt quello che essi designano precisamente forma solo a partire dal linguaggio.41 Secondo lautore non possiamo
il punto di enunciazione del discorso. Si noti che lio che enuncia e il tu mai cogliere luomo separato dal linguaggio.42
al quale lio si rivolge sono ogni volta unici, mentre legli pu riferirsi a Nello stesso anno in cui Benveniste scrive sui pronomi personali
chiunque.37 Si coglie da subito che la questione dei deittici va ad in- Jakobson, nel suo scritto Due aspetti del linguaggio e due tipi di afasia,43
trecciarsi intimamente con la questione della soggettivit. Aggiunge mette in luce come sia il linguaggio nella sua struttura e il modo in cui
Benveniste che si tratta di segni vuoti, che diventano pieni una volta vi entra il soggetto, e non la genetica, a influenzare determinate mani-
che il parlante li assuma identificandosi con la persona unica che pro- festazioni afasiche. Jakobson, prendendo spunto da de Saussure, sotto-
nuncia io e ponendosi cos come soggetto. Segni vuoti, non referenziali linea una duplice attivit nel linguaggio: da un lato la selezione delle
in rapporto a una realt, privi di referenza materiale (netto cambia- unit linguistiche e dallaltro la loro combinazione in unit pi com-
mento rispetto allindicalit di Peirce che costituiva una forma di col- plesse. Lautore, applicando questa visione del linguaggio a delle evi-
lasso tra il segno e un oggetto della realt), essi non solo si riferiscono denze cliniche,44 legge ognuna di esse come il risultato di un modo par-
unicamente a una realt di discorso, ma hanno proprio il compito di ticolare di stare al mondo del paziente, di un modo particolare di in-
convertire il linguaggio in discorso e di organizzare le relazioni spazio- gresso nel linguaggio. Pi precisamente: la selezione la scelta dei si-
temporali intorno al soggetto.
In realt Benveniste nota che vi possono essere degli enunciati di 38 . Benveniste, La natura dei pronomi, in Problemi di linguistica generale, op. cit., p. 305.
discorso che sfuggono ad una condizione personale, rimandando, spes- 39 . Benveniste, La soggettivit nel linguaggio, in Problemi di linguistica generale, op. cit.,
so attraverso la terza persona o altri accorgimenti linguistici, a situazio- p. 314.
40 . Benveniste, Comunicazione animale e linguaggio umano, in Problemi di linguistica
ni non personali; si tratta di una soluzione spesso adottata nellambito generale, op. cit.
del linguaggio scientifico. 41 . Benveniste, Categorie di pensiero e categorie di lingua, in Problemi di linguistica ge-

nerale, op. cit.


42 . Benveniste, La soggettivit nel linguaggio, in Problemi di linguistica generale, op. cit.,

p. 111.
35 . Benveniste, La soggettivit nel linguaggio, in Problemi di linguistica generale, op. cit., 43 R. Jakobson, Due aspetti del linguaggio e due tipi di afasia, in Saggi di linguistica gene-

p. 314. rale, op. cit.


. Benveniste, La natura dei pronomi, in Problemi di linguistica generale, op. cit., p. 304.
36 44 Pubblicate da K. Goldstein, Language and Language Disturbances: Aphasic symptom com-

. Benveniste, Struttura delle relazioni di persona nel verbo, in Problemi di linguistica


37 plexes and their significance for medicine and theory of language, Grune & Stratton, New York
generale, op. cit. 1948.
262 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 263

gnificanti e viene fatta nellambito del codice; la combinazione la as- nica di questo tipo di riflessioni, a seguito delle quali si passa dal dare
sociazione di parole in frasi e di frasi in periodi, che avviene nel mes- rilievo alla fenomenologia al dare rilievo alla posizione dalla quale par-
saggio. Quindi si pu dire che nella combinazione gli elementi sono in la il soggetto e dalla quale si assume, se la assume, la responsabilit del
un rapporto di contiguit, mentre nella selezione sono in un rapporto linguaggio.
di similarit, di sostituzione. Il linguaggio nei suoi diversi aspetti opera Nel suo intervento del 1 febbraio 1967 al Seminario di Lacan,46
con entrambi i tipi di rapporto. Jakobson fa un ulteriore chiarimento sui pronomi personali in cui os-
Nella clinica delle afasie, osserva Jakobson, si possono distinguere serva che nel bambino lacquisizione del pronome una tappa rivolu-
disturbi della similarit e disturbi della contiguit. E sebbene le variet zionaria, poich significa poter andare ad occupare una posizione in-
di afasie siano diverse, Jakobson osserva che tutte oscillano tra questi tercambiabile. Prima egli lunico, poi dal momento in cui scopre che
due tipi antitetici, che in fondo corrispondono al polo metaforico e pu essere io allo stesso modo in cui lo pu essere un altro, di fatto
metonimico. scopre che lio non che lautore del messaggio in questione. E che lui
Jakobson considera che il prevalere di uno di questi due tipi di non lio, ma il soggetto del discorso.47
connessione riveli lo stile personale di un soggetto. A questo proposito Si noti che diversi anni prima di de Saussure, nel 1884,48 per moti-
egli fa lesempio di un romanziere russo che ha avuto uno sdoppiamen- vi sostanzialmente diversi, Gottlob Frege (1848-1925) aveva articolato
to della personalit e considera questa forma clinica come una manife- una logica che verr utilizzata da Lacan per approfondire ci che era
stazione dellincapacit di servirsi di due simboli per la stessa cosa ov- gi stato toccato dagli strutturalisti attraverso la deissi: il rapporto, ap-
vero di un problema nella sostituzione; rivedendo lo stile giovanile del punto, del soggetto con il proprio discorso.
romanziere, Jakobson vi coglie effettivamente una notevole prevalenza
della metonimia. Questa lettura che d Jakobson dellesempio consiste Logica matematica di Frege
di fatto in una lettura della follia come un effetto del rapporto che il
soggetto intrattiene con il linguaggio. La cosa particolarmente interes- La svolta strutturalista, come si accennato, da un lato ha allonta-
sante che nelle descrizioni che Jakobson d dei comportamenti dei nato la linguistica da discipline come la storia e la psicologia, dallaltro
soggetti colpiti dai due tipi di afasia, si riscontrano molti aspetti feno-
menologici della clinica delle psicosi.45 Si coglie quindi la rilevanza cli- Nei disturbi della contiguit, ovvero della combinazione: il malato perde le regole sintattiche
(per esempio prevale infinito e nominativo) e le frasi diventano un mucchio di parole; sopravvivo-
no piuttosto le frasi fatte, al limite la frase tende a una ipersemplificazione, arrivando a una sola
45 Pi precisamente nei disturbi della similarit, ovvero della selezione: il malato afferra le parola; scompaiono per prime le parole con funzioni puramente grammaticali come preposizioni,
parole nel loro significato letterale e non in quello metaforico; i raggruppamenti semantici sono pronomi, ecc.; al limite si pu perdere anche la parola e pu restare solo il fonema, col che la pa-
guidati dalla contiguit spaziale o temporale, ovvero dalla metonimia, piuttosto che dalla simila- rola pu essere identificata, distinta, riprodotta, ma non compresa, assumendo la funzione pura-
rit; il malato perde il metalinguaggio, il codice, motivo per cui spesso c una perdita della capa- mente distintiva che appartiene di norma al fonema (ivi, p. 39); il paziente opera molto con le si-
cit di esprimersi in un linguaggio condiviso con linterlocutore le cui parole possono sembrare in militudini e le metafore; pi presente nel discorso la parola che non dipende dal contesto.
casi estremi suoni, si sente la voce ma non le parole; vi contestualmente una perdita della capa- 46 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XIV. Logique du fantasme, 1966-1967, inedito.

cit poliglotta e spesso la riduzione della lingua a una sola variet dialettale; il malato se la cava 47 Nello stesso intervento afferma che unaltra importante tappa infantile quella della pre-

meglio se la sua espressione dipende dal contesto o dalle altre parole della frase ed pi in diffi- dicazione, in cui si instaura una libert individuale: a un soggetto si pu attaccare un predicato.
colt se la sua frase non risponde n alla replica di un interlocutore n alla effettiva situazione del Certo scelto nellambito del codice, ma scelto liberamente, dove la libert il diritto di fare ci
momento; una parola isolata dal contesto non significa niente per il paziente; al contempo se si che le leggi permettono (traduzione nostra). Questa e altre considerazioni di Jakobson sulle tap-
chiede al malato di nominare un oggetto indicato o disegnato, ne dice la funzione, per es per scri- pe infantili del linguaggio (R. Jakobson, Linguaggio infantile e afasia, op. cit.) sono di grande inte-
vere, invece che matita: questi malati non riescono, come direbbe Peirce, a passare da un indice resse per cogliere delle sfumature del processo di entrata del soggetto nel discorso e del suo posi-
o da unimmagine al simbolo verbale corrispondente (R. Jakobson, Due aspetti del linguaggio zionamento rispetto allAltro.
e due tipi di afasia, in Saggi di linguistica generale, op. cit., p. 32); il paziente tende a sostituire un 48 G. Frege, I fondamenti dellaritmetica. Unindagine logico-matematica sul concetto di

nome specifico con un nome molto generico, es: cosa o pezzo; nello stadio pi estremo solo lossa- numero, in L. Geymonat e C. Mangione (a cura di) Logica e aritmetica, Bollati Boringhieri, Tori-
tura, gli anelli di connessione della comunicazione sono conservati. no 1965.
264 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 265

ha favorito un maggiore riferimento a discipline come la logica e la ma- dei segni indicali minore o comunque diverso.51 Ci non toglie che,
tematica. Di conseguenza lopera di logici come Russell e Wittgenstein come si vedr, linteresse dei fondatori di questa disciplina, in partico-
fu di rilevante interesse per i linguisti strutturalisti, orientati come era- lare di Frege, per il fondamento delle serie matematiche potr avere
no verso una rigorosa scomposizione di ciascun enunciato e di ciascun delle applicazioni linguistiche che permetteranno di fare unanalisi an-
elemento in unit pi semplici per isolare le unit distintive pi rile- cora pi raffinata della posizione del soggetto nel linguaggio, rispetto a
vanti per lanalisi.49 Tale opera, che avrebbe preso il nome di filosofia quella gi trattata e svolta dagli esponenti della linguistica strutturale.
analitica, aveva preso spunto e avvio dai contributi di Frege, che alla Guardiamo, quindi, in particolare allopera di Frege. Egli ne I Fon-
fine dell800 aveva realizzato un importante avanzamento nel campo damenti dellaritmetica del 1884 e ne I Principi dellaritmetica, il cui pri-
della logica. Agli inizi del 900 erano stati appunto pensatori come Rus- mo volume compare nel 1893 e il secondo nel 1903,52 si propone di de-
sell, Wittgenstein e altri a contribuire alla nascita della filosofia anali- rivare le leggi dellaritmetica da un sistema di assiomi, attraverso un
tica, che avrebbe poi avuto una sua vita e tradizione fino ai giorni no- puro calcolo logico e facendo a meno di intuizioni. Si tratta dello sfor-
stri. Fu molto presente in questo processo il Circolo di Vienna, movi- zo di dare una fondazione rigorosamente logica allaritmetica, cui cor-
mento organizzato da Schlink nel 22 e animato da filosofi e scienziati, risponde lesigenza di una lingua ideale il pi possibile formalizzata
che si proponeva di applicare il nuovo metodo logico ai tradizionali ed esente da ambiguit di senso, esigenza che avr anche esito nellope-
problemi filosofici. Alle sedute del Circolo parteciparono tra gli altri ra del 22 ber Sinn und Bedeutung, di cui si dir pi oltre. Lopera di
Carnap, Gdel, Quine. Frege, con questo scopo, separ nel linguaggio il mondo degli oggetti
Va detto che la filosofia analitica del linguaggio, pur lavorando sul- logici (costruiti come termini di un linguaggio rigoroso) dalla dimen-
lo stesso oggetto della linguistica generale fondata da de Saussure, ave- sione psicologica, dalle strutture della mente che li pensi, con effetti di
va con questa una profonda differenza nei suoi scopi ultimi: essa gi antipsicologismo simili a quelli sortiti poi dallo strutturalismo, sebbe-
nellopera di Frege era volta ai fondamenti delle scienze astratte e ne, come si detto, sviluppati in un contesto filosofico diverso e fina-
quindi si occupava solo delle categorie generali; per questo motivo es- lizzato a risultati diversi. Pi precisamente, nei suoi Fondamenti Frege
sa viene anche chiamata filosofia del linguaggio ideale. Tale caratteri- in fondo mette in discussione tutta una tradizione filosofica che aveva
stica ha condotto a una vera e propria incomunicabilit,50 in particola- cercato di definire il concetto di numero in base a come esso sorge nel
re in certi campi di analisi, quali per esempio proprio lo studio della pensiero di un ipotetico soggetto che fa varie operazioni fondamentali
deissi (termine proprio della linguistica che nella filosofia analitica so- come aggiungere, nominare, unire. La rivoluzione fregeana consiste
stituito dalla teoria degli indicali entrambe le espressioni sono sta- nellevitare questa presupposizione e nel fare appello alla sola logica, a
te usate per la prima volta da Peirce ); infatti nel linguaggio ideale del- una logica che non si sostenga che su se stessa, cosa che, come si vedr,
le scienze astratte, almeno nella formulazione dei fondatori, non vi so- lo condurr direttamente a lavorare sul concetto di zero di cui il pre-
no riferimenti ai soggetti parlanti: nel linguaggio ordinario i segni deit- cedente psicologismo aveva permesso di fare a meno e a preparare il
tici diventano indispensabili per la disambiguazione degli enunciati e la campo ai teoremi dellincompletezza di Gdel.
loro interpretabilit immediata, proprio perch il linguaggio ordinario Nel Seminario XII,53 nella lezione del 27 gennaio 1965, in cui inizia
composto di atti linguistici concreti e contingenti; invece nel linguag- ponendo il problema di come nel rapporto del soggetto con lAltro si
gio ideale dove gli enunciati descrivono e verificano concetti, il ruolo

51 Ibidem.
49 . Benveniste, Tendenze recenti nella lingua generale, in Problemi di linguistica genera- 52 G. Frege, I principi dellaritmetica, derivati in forma ideografica in L. Geymonat e C.
le, op. cit. Mangione (a cura di), Logica e aritmetica, op. cit.
50 A. Keidan e L. Alfieri (a cura di), Deissi, riferimento, metafora: questioni classiche di lin- 53 J. Lacan, Le Sminaire. Livre XII. Problmes cruciaux pour la psychanalyse, 1964-1965, ine-

guistica e filosofia del linguaggio, F.U.P., Firenze 2008. dito.


266 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 267

ponga una funzione essenziale di miraggio, Lacan d la parola a Yves mostra la successione dei numeri naturali. Il successore prodotto dal-
Duroux, che sviluppa un intervento sui Fondamenti di Frege e in parti- lemergenza dellinsieme vuoto come zero e dello zero come uno.
colare sulla successione dei numeri naturali interi; questo intervento Lelemento fondamentale per lesistenza della serie dei numeri il
precede quello di Miller sullo stesso argomento, fatto nella lezione del fatto che sia evocato un oggetto non identico a se stesso a cui viene as-
24 febbraio dello stesso Seminario, che sar poi pubblicato in Cahiers segnato il nome zero, ovvero il fatto che si produca un nome dove era
pour lAnalyse e tradotto in italiano nel 2010 con il nome di La sutura. pura assenza. questa operazione, capace di far funzionare ci che
Miller tratta del rapporto dello zero con la successione dei numeri non esiste attraverso il nome dello zero, che rompe ogni legame della
naturali come del rapporto tra il soggetto e il suo discorso e definisce logica con un referente, permettendo di fondare una logica fregeana
sutura proprio il rapporto tra il soggetto e la catena del suo discor- (cio una logica che come voleva Frege non si sostiene che su se stessa
so,54 ovvero il rapporto in genere tra la mancanza e la struttura di cui e fa a meno quindi di ogni referenza) e di fondare con essa la succes-
essa elemento,55 definizioni su cui si cercher di fare maggior luce sione dei numeri naturali.
nel seguito. Si noti intanto che si tratta dello stesso concetto di cui ave- Si noti che nel passaggio dallo zero alluno, questultimo sta per
vano trattato Benveniste e Jakobson attraverso i deittici ma, come si ve- lunit del concetto di insieme vuoto, esso cio designa la denotazione
dr, nella trattazione che ne fa Miller, il rapporto tra il soggetto e il suo vuota, lunica cosa designabile, dal momento in cui lo zero ha tagliato
discorso sar messo in luce non solo facendo riferimento a un segno ogni rapporto con un referente esterno al linguaggio. Se il riferimento
vuoto, ma cogliendo laspetto paradossale che giace sotto tale segno e a ogni possibile essenza del soggetto perduta per sempre, questa
le diverse componenenti che lo animano, fino ad arrivare a distinguere perdita pu per essere designata da un significante, il significante del-
la funzione del nome da un lato e la lettera dallaltro, articolandoli nel- la mancanza, che nella logica fregeana anche tratto unario.
lo stesso rapporto in cui nella logica fregeana sono lo zero e luno. Ac- Fu proprio a proposito di un assioma di cui fa uso Frege nei Fon-
cenniamo come. damenti, e che viene utilizzato nellassegnazione a un concetto di una
Frege definisce lo zero come lestensione56 di ogni concetto con- relativa estensione, che Russell mosse la sua famosa critica: se definia-
traddittorio in quanto non identico a se stesso ovvero definisce lo zero mo il concetto di insieme che non comprende se stesso, allora lesten-
come il numero che qualifica lestensione dellinsieme vuoto: il nome sione di questo concetto contraddittoria: a volte apparterr a se stes-
dato al niente. sa, a volte no. esattamente quello che accade allo zero di Frege, defi-
Ma una volta istituito lo zero numero, se di tale numero costruiamo nito come linsieme vuoto, che quindi non comprende se stesso, e poi
il concetto, si tratta allora di un concetto che ha come solo e unico og- chiamato in causa come concetto in s (il concetto degli insiemi che
getto il numero zero. Quindi definito lo zero si ha luno. stato pro- non comprendono se stessi, si potrebbe dire) quando si tratta di far na-
dotto lo zero e luno. scere il numero uno. Loggetto zero contraddittorio, perch cade sot-
In altri termini, Frege definisce lo zero come lestensione di ogni to il concetto di zero, ma non uguale a zero, uno. da questo gioco
concetto contraddittorio, rendendo cos lo zero un oggetto logico e as- di contraddizioni allorigine che si genera linizio di quella che sar la
segnando ad esso un numero. Poi definisce luno a partire dallo zero. successione dei numeri. Per, ci che in quel periodo crea un proble-
Da cui esistono due oggetti logici. A questo punto se esistono zero e ma alla fondazione rigorosamente logica dellaritmetica proprio quel-
uno, allora esiste il due e cos via. Cos a partire dallo zero, Frege di- lo che rende lo zero fregeano cos interessante per la psicoanalisi.
Riassumendo, la metafora, nome assegnato allinsieme vuoto, pro-
duce un nome dove era una pura assenza. Questo nome pu essere
54 J.-A. Miller, La sutura, in Un debutto nella vita da Sartre a Lacan, Edizioni Borla, Roma
contato per uno, costituisce ununit e fa quindi da supporto al tratto
2010, p. 91.
55 Ivi, p. 92. unario. Lo zero per, per come definito (insieme di ci che non
56 Linsieme degli oggetti cui il concetto attribuibile. identico a se stesso), resta sempre escluso da ogni unit sebbene la fon-
268 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 269

di. Da ci segue che il tratto unario, sancisce ununit che non pu che collegato, oltre a ci che designato, e che potrei chiamare la denota-
essere esclusa da se stessa. Contestualmente e come effetto di questa zione [Bedeutung] del segno, anche ci che chiamerei il senso [Sinn]
esclusione interna della soggettivit a se stessa, si costituisce linconscio del segno, e che contiene il modo in cui loggetto viene dato.60
come discorso dellAltro. In fondo la Bedeutung va a toccare il tema della designazione aper-
La successione dei numeri, cos come definita da Frege, si pu dire to da Peirce con gli indicali, per cos come posta nellopera di Frege
una metonimia dello zero che prende avvio dalla sua metafora. Vista si presta ad unarticolazione molto pi raffinata. Dopo La sutura ci ac-
cos si coglie che la successione dei numeri fregeana va a toccare punti corgiamo che i temi di ber Sinn und Bedeutung hanno a che fare con
nevralgici dellanalisi linguistica avviata da Jakobson e ripresa da La- quelli gi incontrati nei Fondamenti. Frege in due contributi molto di-
can. Nel rapporto che lo zero ha con la successione dei numeri, cio, si versi tocca lo stesso punto limite. La lettura linguistica che d Miller
ritrova il rapporto che ha il soggetto con la catena significante. Un ele- della successione dei numeri, come successione di significanti, mostra
mento escluso dal discorso, non identico a s, ma che genera larticola- che lavvio del Sinn risiede nella sostituzione del nome alloggetto non
zione, il discorso, e che si posiziona in esso attraverso la metafora e la identico a se stesso. Mentre la Bedeutung, punto della verit ma privo
metonimia. Tutto lascolto analitico mirato a cogliere come per il sog- di ogni senso perch preesistente al senso, la denotazione vuota del-
getto si legato il suo punto di sutura.57 loggetto; essa designa il perno, il centro di tutto ci che si pu ordina-
re....61 Quindi, secondo Lacan sbaglia Carnap62 quando semplifica il
Precisazioni sul nome concetto di Bedeutung considerandolo corrispondente al nome proprio,
in quanto questultimo sarebbe il nome completamente privo di senso.
Nel 1892, tra la pubblicazione delle due opere rispettivamente sui Per Lacan le cose stanno diversamente. Il nome ci che sostituendosi
fondamenti e sui principi della matematica, Frege pubblic ber Sinn al niente avvia il senso (lasciando che loggetto, da quel momento non
und Bedeutung,58 contributo sul linguaggio verbale che rest poi isola- pi rappresentabile, e con esso il soggetto, scivoli nella catena signifi-
to, ma che riprendeva alcuni concetti gi utilizzati nei Fondamenti. Per cante, tra un significante e laltro). Ma un nome proprio non pu desi-
Frege Sinn la definizione del concetto espresso, ci che guida alla gnare alcunch; il soggetto solo rappresentabile, ma non da un signi-
ricerca del referente, corrisponde in un certo modo alla procedura di ficante, bens da un significante per un altro significante, ed proprio
ricerca; Bedeutung loggetto a cui il segno si riferisce:59 A un segno in questo processo che si pu ritrovare la Bedeutung come quel vuoto
(sia esso un nome, una connessione di parole, una semplice lettera) che funziona tra un significante e un altro. Lunica designazione possi-
bile la designazione appunto di tale vuoto, una denotazione vuota, co-
me direbbe Frege. E qui si ritrova il principio che abbiamo trovato con
57 Intervento di Leclaire alla lezione di Lacan del 2 giugno 1965. J. Lacan, Le Sminaire. Li- gli indicali in cui ci che essi indicano appunto un posto vuoto. Qui ci
vre XII. Problmes cruciaux pour la psychanalyse, op. cit. rendiamo conto che questa designazione corrisponde alla funzione del-
58 Larticolo stato tradotto in italiano nel 73. Nel nostro testo manteniamo il titolo tedesco
luno, pi che dello zero, quindi del tratto unario, pi che del nome.
per gli utilizzi del termine Bedeutung che sono stati fatti nellinsegnamento di Lacan.
59 Lo Zeichen di Frege e il signe di de Saussure vengono tradotti entrambi con segno, ma Si noti che dal momento dellintervento del nome, nello stesso di-
lo Zeichen materiale e concreto, mentre il signe immateriale e mentale. Lo Zeichen sembra in- scorso si articolano Sinn e Bedeutung, continuit e paradosso, ma la Be-
vece assai prossimo alla parole di de Saussure, in quanto fregeanamente la faccia materiale di
un segno, cio saussurianamente la realizzazione materiale di un segno. In entrambi gli autori
il segno composto, tra laltro, da qualcosa che spesso in italiano tradotto con significato,
ma si deve sapere che per de Saussure il signifi unentit immateriale, psichica, mentale, men- 60 G. Frege, Senso e denotazione, in A. Bonomi (a cura di), La struttura logica del linguag-

tre in Frege la Bedeutung un oggetto che non dipende dalluso che facciamo del linguaggio. Per gio, Bompiani, Milano 1973, p. 10.
questo per alcuni pi corretto tradurre Bedeutung con significazione, ovvero con il termine 61 J. Lacan, Il Seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante, Einaudi,

utilizzato da de Saussure quando si riferisce alla parole e non alla langue. G. Graffi e S. Scalise, Le Torino 2010, p. 159.
lingue e il linguaggio, Il Mulino, Bologna 2002. 62 Ivi, pp. 161-162.
270 Anna Castallo Il soggetto nel linguaggio. Strumenti di linguistica e di logica 271

deutung che opera sotto la catena dei significanti, come nella successione cosa del mondo o che ci sia un legame di necessit tra un significante e
dei numeri, sar sempre la stessa, quella dellinsieme vuoto, che viene un concetto o significato, cosicch ciascun elemento significante non
chiamato ad operare per la produzione dei singoli elementi della catena. pi tanto rilevante in s, ma in quanto in relazione con un elemento
Il nome proprio ci che chiama a parlare il soggetto, divenuto non de- sincrono; i dati della lingua assumono rilevanza solo allinterno di un
signabile ma rappresentabile da un significante per un altro significante. sistema che li organizza uno in rapporto allaltro. Questo passaggio ri-
Per motivi analoghi Lacan critica63 la posizione di Russell. Questi duce la dipendenza della linguistica dalla storia e dalla psicologia men-
aveva definito il nome proprio a word for particular, con lidea che tre si accentua lorientamento verso modelli logico-matematici, con un
esso potesse designare qualcosa al di fuori di ogni descrizione ed era metodo che diventa sempre pi formale e che alimentato dallidea
arrivato, in una ricerca che voleva essere quanto pi rigorosa possibile, che non esista una relazione naturale tra luomo e il mondo.
a ridurre il nome puro al solo aggettivo dimostrativo this,64 secondo Questi aspetti della linguistica saussuriana rendono questultima
Russell unico elemento davvero libero da senso e a cui potevano essere estremamente interessante per leggere linsegnamento freudiano. Ed
ricondotte tutte le altre parti del discorso. Lacan osserva che Russell, quello che si propone di fare Lacan, che per nel fare ci opera unul-
partendo da logico, ha finito per fare dellontologia, ritenendo che ef- teriore trasformazione della linguistica saussuriana, distruggendo defi-
fettivamente un significante potesse designare qualcosa. Nel Semina- nitivamente nel segno ogni funzione rappresentativa del significato in
rio XVIII65 afferma che il Questo, una volta che lo chiamo Questo, s (che ancora in de Saussure traspariva da alcuni elementi) e conce-
diventa un elemento di linguaggio e non in relazione con nessun pendo invece questultimo come un effetto secondario delloperazione
particolare al di fuori del discorso. Piuttosto esso evoca un referente, significante. Il significante marca solo le posizioni reciproche e le rela-
ma il referente impossibile da designare, perch reale. La designa- zioni, attraverso le quali si produce un effetto di significato.
zione pu essere solo denotazione vuota, di una perdita. Esso per pu Questa rottura del legame tra significante e significato corrisponde
essere il supporto di qualcosa (nel caso degli indici di Benveniste, po- al definitivo superamento di ogni referenza ad una realt esterna al di-
tremmo dire il supporto della funzione di enunciazione del messaggio). scorso. In questa direzione si stavano muovendo in quegli anni anche
Ma a parte ci, pensare che un nome proprio svolga la funzione della autori come Benveniste e Jakobson, esponenti dello strutturalismo lin-
Bedeutung significa non distinguere tra nome e lettera, come per la cri- guistico di cui de Saussure era stato precursore e i cui studi vengono di
tica rivolta a Carnap. frequente presi a spunto nellinsegnamento di Lacan. In particolare i
La questione che i deittici avevano posto per gli strutturalisti, della due autori avevano fatto diverse riflessioni, tra le altre cose, sulla deissi
posizione del soggetto nel discorso, si andata affinando nella questio- (detta anche teoria degli indicali e che si occupa dei cd. termini indice,
ne del rapporto del soggetto con la lettera e con il nome. ovvero di pronomi personali, aggettivi dimostrativi, avverbi di tempo e
luogo, ecc., che calano quanto viene enunciato nel suo contesto spazio-
Conclusioni temporale) e in particolare sui pronomi personali e avevano messo in
luce come gli indici si caratterizzino per il fatto di riferirsi sempre solo
Tra la fine dell800 e linizio del 900 de Saussure ripensa la lingui- a una realt di discorso e siano quindi segni vuoti compatibili con il su-
stica e abbandona lidea che ci sia un legame tra un significante e una peramento della referenza. Per quanto riguarda il pronome personale
io, esso un segno vuoto che designa il punto di enunciazione del di-
scorso. Segni privi di referenza materiale, i deittici hanno il compito di
63 J. Lacan, Le Sminaire. Livre IX. Lidentification, 1961-1962, inedito, lezione del 20 di- convertire il linguaggio in discorso e di dare un posto al soggetto in es-
cembre 1961. so, cosicch secondo Benveniste il parlante, facendo della lingua at-
64 B. Russel, Sulla denotazione, in A. Bonomi (a cura di), La struttura logica del linguaggio,

Bompiani, Milano 1973. traverso luso dei deittici un discorso individuale, fa propria la strut-
65 J. Lacan, Il Seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante, op. cit. tura della lingua e assume su di s lintero linguaggio. Ci si accorge
272 Anna Castallo

da subito che la questione dei deittici va ad intrecciarsi intimamente


con la questione della soggettivit e della posizione che il soggetto as-
sume rispetto allAltro.
Insieme a quella dei linguisti, anche lopera di Frege viene presa a
spunto nellinsegnamento di Lacan. E in effetti linteresse delliniziato-
re della filosofia analitica del linguaggio per il fondamento dellaritme- Michele Cavallo
tica, e in particolare della serie dei numeri naturali, permette di fare
unanalisi ancora pi raffinata della posizione del soggetto nel discorso, Lalingua perduta e ritrovata
rispetto a quella trattata e svolta dagli esponenti della linguistica strut-
turale. Frege dimostra che la successione dei numeri una metonimia
dello zero e prende avvio dalla sua metafora e Miller in un intervento
del 1965 al Seminario di Lacan mette in luce come la relazione del
soggetto con il proprio discorso sia analoga a quella tra lo zero fregea- 1. Oltre la linguistica
no e la successione dei numeri. In particolare il rapporto tra lo zero e
luno permette di trattare del rapporto tra la metafora paterna e il sim- La lingua di cui si occupano psicoanalisti e artisti non quella che
bolo fallico e di comprendere la funzione della prima nella costituzione studia la linguistica. una lingua imbevuta di desiderio e di godimen-
del secondo e, con esso, del discorso. In effetti sia il lavoro dei linguisti to, fatta di impossibili a dire, di equivoci, di depositi che una storia del
sulla deissi sia la logica fregeana trattano di un sistema che si fonda su tutto singolare ha lasciato sul fondo. Una lingua con la quale si cerca di
una denotazione. Anche nella logica fregeana, infatti, se il riferimento a fare altro che comunicare e significare.
ogni possibile essenza del soggetto perduta per sempre, questa per- Se nellIstanza della lettera, Lacan concepisce il significante e la let-
dita pu per essere designata da un significante. La logica fregeana tera in continuit con la concezione linguistica, gi a partire da La let-
permette di precisare meglio lo statuto di questo punto di perdita e di tera rubata concede alla lettera unaltra funzione da quella di supporto
coglierne la natura intimamente paradossale. Infatti il significante della della significazione, diventa cosa di cui si pu farne tuttaltro che leg-
mancanza, a causa del modo in cui nasce dalla metafora, si definisce gerla: rubarla, bruciarla, nasconderla, manometterla, conservarla, resti-
come il tratto dellidentico che rappresenta il non identico, tratto che tuirla; non pi medium del senso, ma oggetto per far circolare godi-
fissa lo zero del non identico. Si tratta di quellesclusione interna mes- menti. Nel Seminario XVIII arriva a indicare un bordo simbolico in cui
sa in luce da Russell nella sua famosa critica ai Fondamenti di Frege, il significante tocca il reale. A partire dagli anni 70 Lacan stravolge la
che rende lo zero e luno fregeani molto interessanti per la psicoanalisi sua stessa teoria del linguaggio (struttura che ha come effetto il senso),
in quanto capaci di matematizzare lestraneit a se stesso del soggetto, proponendo la teoria di lalingua (apparato che ha come effetto il godi-
la natura intimamente paradossale della soggettivit. mento).1 Lintroduzione del neologismo lalangue compare per la prima
volta nel 19712 e verr in piena luce lanno dopo nel Seminario XX.3

1 Cfr. J.-A. Miller, Il monologo de lapparola, in La Psicoanalisi, n. 20, p. 20.


2 Nel Seminario XIX. ...ou pire, e nel Seminario XIX bis. Le savoir du psychanalyste.
3 Ma alla sua formulazione Lacan arriva gradualmente, gi ne vediamo le anticipazioni in

Listanza della lettera con la valorizzazione della lettera come ci che presentifica il distacco del si-
gnificante dal significato; nel Seminario XI con lindicazione di un significante asemantico; nel Se-
minario XVII con il significante strumento di godimento; nel Seminario XVIII con la elaborazio-
ne delle nozioni di lettera e di scrittura.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 273-288


274 Michele Cavallo Lalingua perduta e ritrovata 275

Secondo lindicazione di J.-A. Miller, se a fondamento della parola, campo in grado di includere il godimento allinterno di tali fenomeni
del linguaggio, del significante, della letteratura c il voler dire; a fon- di linguaggio per poterli studiare. La linguisteria sarebbe questo nuovo
damento dellapparola, di lalingua, della lettera, di lituraterra, c il vo- campo e lalingua loggetto di studio, con i suoi peculiari fenomeni di
ler godere. Campo non della linguistica ma della linguisteria. linguaggio: lettera, neologismo, olofrase.
Lapparola, ad esempio, non una parola indirizzata allAltro, pa- Gi per Freud, il sovrainvestimento delle parole (del significante o
rola in stretto rapporto con la pulsione: Lacan introduce il godimento del significato) rispetto alle cose, era caratteristico della schizofrenia.7 La
della parola, lAltra soddisfazione, quella che prende il linguaggio co- psichiatria classica aveva suggerito con feticismo verbale questo so-
me supporto e che distinta da quel che sarebbe il godimento puro del vrainvestimento. Il primato che lultimo Lacan assegna alla lettera, coglie
corpo non parlante. [...] Occorre attribuire un valore radicale a questa questo spostamento in cui la parola utilizzata soprattutto per godere.
espressione e cio che il godimento parla. La parola animata da un Il pensiero psicotico rende evidente laccento dato alla lettera: una
voler godere.4 parola, il suono di una voce, un gesto, un particolare di unimmagine,
Ed questo voler godere ad essere importante, non la parola in unassonanza, assumono un valore speciale, sufficiente a introdurre
quanto tale. Non la parola ma il godimento del corpo parlante. Lacan unangoscia che invade il corpo e fa cambiare corso ai pensieri. Spesso
radicalizzer sempre pi questa posizione, fino a dire che la linguistica, il neologismo (di significante o di significato) una risposta del sogget-
ai fini dellanalisi, non apre alcuna via.5 Da dove ripensa, Lacan, questo to per arrestare questa disseminazione, il tentativo di calare una spe-
nuovo campo al di l della linguistica? A partire dai fenomeni di lin- cie di piombo nella rete del discorso (Sem. III, p. 39).
guaggio propri della psicosi, in cui il godimento attaccato alla lettera. Per tentare di significantizzare il godimento delocalizzato, la rispo-
Fenomeni che sfuggono allanalisi formale della linguistica. Tale impli- sta propriamente delirante consiste nella produzione di neosemantemi,
cazione godimento-lettera non si coglie, infatti, che a partire dallin- intuizioni piene marcate dalla certezza, che possono portare a grandi
conscio.6 costruzioni del pensiero (filosofico, scientifico, religioso). la via per-
Metafora e metonimia possono essere colti a un livello formale, a corsa dalla scrittura di Schreber.
prescindere dal godimento che veicolano. Difatti, Jakobson ha potuto Per arginare la proliferazione di un godimento traumatico, per da-
elaborare la sua teoria linguistica a partire dallo studio delle afasie, un re al linguaggio una certa articolazione, esiste anche unaltra via che
deficit neurologico, senza dovervi implicare il godimento del soggetto non sembra orientata alla costruzione di un sistema; anzi, poco preoc-
(n transfert, n inconscio). Invece, seppur esistano i disturbi del lin- cupata della significazione, spesso si volge alla polverizzazione del si-
guaggio nella schizofrenia, le cosiddette schizofasie, non possibile gnificato e alla elezione fonematica. una via in cui lo psicotico cerca
mostrare formalmente in cosa questi differiscano dal linguaggio nor- di significantizzare il godimento in S2, cio in una lingua costituita di
male. Il disturbo non consiste in una funzione linguistica perturbata o rappresentazioni non rappresentative, in cui parole senza senso, ritor-
assente. Non la produzione, florida o deficitaria, di questi fenomeni a nelli e sonorit vuote offrono lesempio pi evidente; una via che
indicare la struttura psicotica, ma la loro funzione per il soggetto, il lo- consiste nel cercare nella lettera un tenente-luogo dellS1, fatto che in-
ro investimento. Non sar, quindi, lanalisi retorico-linguistica a dirci duce a fare, nelle forme pi rozze, incisioni sul corpo, mentre in forme
qualcosa sulla natura di queste alterazioni. Tocca pensare un nuovo pi sviluppate porta alla creazione di glossolalie, allelaborazione di
scritture ermetiche ancorate in un godimento calligrafico.8
Questa seconda via quella percorsa dalla scrittura di Antonin Ar-
4 J.-A. Miller, Il monologo de lapparola, op. cit., p. 33. taud.
5 J. Lacan, Lo stordito, in Altri scritti, Einaudi, Torino 2013, p. 487.
6 Da una posizione soggettiva deducibile dal rapporto con lAltro, in una situazione partico-

lare (in cui operativo il transfert, a partire dal quale possibile estrarre la causa e il godimento 7 S. Freud, Linconscio, in Opere, vol. VIII, Bollati Boringhieri, Torino 1989, p. 85.
implicati nella lingua di ciascuno). 8 J. C. Maleval, La forclusion du nom-du-pre, Seuil, Paris 2000, pp. 260-261.
276 Michele Cavallo Lalingua perduta e ritrovata 277

In ambedue le vie c un privilegiare le parole a scapito delle cose, mazione. Forse dovremmo parlare, come ha suggerito J.-A. Miller, di
c un sovrainvestimento della lettera. Molti scritti di psicotici segnati corporizzazione.10 Oltre alla sublimazione, ci sarebbe una seconda
da una sovversione del linguaggio (della grammatica, della sintassi, del- struttura che d conto dei rapporti tra corpo e linguaggio, dove non
la semantica), diventano intellegibili solo quando vi reperiamo linsi- il corpo (pulsionale, libidico) che si trasforma in significante, in lin-
stenza della lettera e del godimento che ne risulta. guaggio articolato (verbale, musicale, ecc.), ma il significante ad en-
trare nel corpo, e Artaud ci porta a questo punto. Nella sua ossessione
2. Scrittura letterale per la scrittura nel corpo si intuisce la distanza che lo separa da Joyce.
Artaud soggiogato dal corpo, se ne occupa continuamente, ne cat-
Senza dubbio, nella scrittura di Artaud troviamo un esempio straor- turato, Joyce ne prova disgusto, lo lascia cadere; ne discende un diver-
dinario di creazione della lettera (neologica, olofrastica, glossolalica). so statuto del reale e del suo trattamento.
Nessun folle ha scritto quanto e come lui del proprio abisso, fino in impossibile leggere la scrittura di Artaud senza sentire il suo ten-
fondo, con una tale lucidit e crudelt da lasciare smarriti i suoi lettori.9 tativo di incidere il corpo con lo stilo, con la punta della lettera, conti-
In particolare, la scrittura di Artaud degli ultimi anni, cio 1945-48, nuo lavoro di cesellatura e di scarificazione del godimento. Mai bisturi
sembra annunciare quella che Lacan chiamer lalingua. Certo, molti ha inciso e affondato nella viva carne, in maniera cos precisa e cruenta,
schizofrenici ci hanno offerto versioni di destrutturazione, di sabotag- offrendoci la visione di un interno a cielo aperto, senza velature o ritoc-
gio, di reinvenzione del linguaggio. Schreber, Brisset, Wolfson, Joyce, chi. Gli scritti di Artaud sono una deposizione senza eguali, da cui
ne sono solo alcuni dei pi noti. Ma nessuna tra queste invenzioni par- scrutare il trauma che solo alcuni hanno avuto il coraggio e la sventura
la letteralmente lalingua che Lacan ha pensato e che Artaud ha scritto, di toccare e scrivere. La sua scrittura non tanto un modo per riporta-
alla lettera, appunto; anche se Lacan ha utilizzato la scrittura di Joyce re, raccontare, comporre, suturare, dare senso e coerenza a un sistema
per illustrarla e non quella di Artaud. Ovviamente la scrittura dei due, di pensiero. Non una metafora delirante. Essa il bisturi stesso, bi-
se pur apparentemente simile nellessere disabbonata dal senso, mostra sturi che incide, supplenza e supplizio ad un tempo. Potremmo dire
due facce diverse sia nella sua costruzione che nei suoi effetti. Se in Joy- che la sua scrittura corrode i sembianti fino allosso del reale, mostran-
ce la lingua arriva alla potenza del linguaggio letterario e si fa sinthomo, doci lombelico del segno, parafrasando Freud. Il punto cieco in cui
in Artaud la lingua si origina dal corpo e vi rimane attaccata; la sua reale e simbolico si toccano, condividono un litorale, la lettera appunto.
scrittura non solo irriducibile ad un genere, al senso, alla comprensio- Larte deve essere per lui un atto in grado di toccare la sfuggente
ne, ma non neppure una scrittura in senso letterario, non diventa ope- giuntura che unisce lo spirito al corpo. Dapprima, cercher questa giun-
ra. Se la scrittura di Joyce rimane con i piedi ben saldi nel simbolico, tura nei saperi religiosi, artistici, magici. In ogni caso in un sapere in
quella di Artaud ha un piede nel buco del reale e laltro sul suo bordo. grado di rivelargli una sorta di Fisica prima, dalla quale lo Spirito non
Leffetto che Joyce potr godersela la sua lingua dandola da stu- si mai disgiunto.11
diare allAltro; mentre in Artaud il godimento della sua lalingua avr Ma ogni volta giunger a toccare un nucleo recalcitrante ed ex lege,
sempre un ch di autistico. Quella di Artaud unopera che non ope- una porzione di disessere sedimentata nel cuore delle cose:12 un sog-
ra, almeno non nel senso joyciano. Nella scrittura di Artaud la materia giogamento fisico, una sensazione dangoscia e dirremissibile dispera-
poetica si confronta e si confonde con quella clinica e ci offre loppor- zione, un cataclisma nel corpo espropriato.13
tunit non di separare le due ma di apprendere luna dallaltra. La sua
scrittura il suo corpo, non espressione, arte, n propriamente subli-
10 J.-A. Miller, Biologia lacaniana ed eventi di corpo, in La Psicoanalisi, n. 28, p. 97.
11 A. Artaud, Il teatro e il suo doppio, Einaudi, Torino 2000, p. 176.
9 Qui il riferimento alledizione a cura di . Grossman, Gallimard, 2004, sar uvres, mentre 12 U. Artioli, Il teatro di regia, Carocci, Roma 2004, p. 169.

a quella a cura di P. Thvenin del 1956-1994, sar OC e numero romano che ne indica il volume. 13 A. Artaud, Al paese dei Tarahumara, Adelphi, Milano 2009, pp. 74-75.
278 Michele Cavallo Lalingua perduta e ritrovata 279

Nel 37, poco prima di essere internato, scrive: Ho lottato per cer- Parole, no,
care di esistere, per cercare di acconsentire alle forme (a tutte le forme) aride placche di un respiro....18
la cui delirante illusione desser al mondo ha rivestito la realt. Non vo-
glio pi essere un illuso. Morto al mondo; a quel che per tutti gli altri Cerca, Artaud, un linguaggio che non lasci spazio allimpostura.
il mondo.14 Esiste una lingua che non sia un calco, una falsa copia del reale? Per
Tutti i tentativi che fin ora ha messo in atto per acconsentire alle dirlo con le parole del titolo del seminario di Lacan del 71: esiste un
forme sembrano falliti. Si risolve a lasciare ogni illusione, a sciogliere discorso che non sia del sembiante?
ogni legame e credenza nellAltro. Ma dopo cinque anni in cui era Lapologo che Lacan costruisce in questo seminario,19 pu essere,
morto al mondo, dal manicomio di Rodez, tenter ancora non di ac- nellaprs coup, una illustrazione di come si formi e cosa sia una lingua
consentire ma, nel rifiuto di ogni sapere, di inventare una nuova lingua. di tal genere. Lapologo delle nubi e della pioggia alluvionale del signi-
Si tratter di svelare e rigettare limpostura della societ col suo ficante, pu illustrare la genesi di lalingua, nozione che sembra una ri-
corredo di miti, istituzioni, linguaggi che mascherano la realt ed sposta a quella domanda.
espropriano il corpo del suo godimento.15 Non rimane che spezzare il Immaginiamo un paesaggio visto dallalto di un aereo. I significanti
linguaggio per raggiungere la vita,16 sottrarsi a ogni discorso stabilito, sono nel cielo sotto forma di nubi: esiste immagine pi suggestiva per
a ogni mediazione, creare una propria lingua in presa diretta con il go- rappresentare i sembianti!? Dalla rottura di queste forme, si formano
dimento. L dove sentir che il teatro ha fallito cercher di usare la lin- gocce dacqua e dalle nubi precipita la pioggia, gocce come sciame (es-
gua, le parole, i segni sulla carta, non per fare poesie ma per rifare il saim), serie di S1 isolati che colpiscono e traumatizzano il terreno. LAl-
corpo, al di l di ogni forma artistica, come gi aveva scritto: La cosa tro fa piovere i suoi significanti sulla terra, sul corpo del bambino che
veramente diabolica e autenticamente maledetta della nostra epoca, non ancora partecipe delle forme e dei legami che tengono insieme le
perder tempo con le forme artistiche, anzich sentirsi come condanna- particelle acquee nelle nubi. Per lui tali significanti, che gli piovono ad-
ti al rogo che facciano segni attraverso le fiamme.17 dosso come gocce isolate, risultano enigmatici. LAltro gli parla, lo col-
Il tempo perso a cercare forme a cui acconsentire, si era esaurito, pisce con i suoi S1 dello sciame, con colpi che incidono e lo lasciano
ora era tempo di far segno con le fiamme della propria consunzione-ri- nella perplessit.
generazione. Ma, a ben vedere, non tutte le gocce hanno lo stesso effetto, non
tutte incidono. Le gocce-parole non sono le stesse per tutti e solo alcu-
3. Il vero lavoro nelle nubi? ne scavano. Solo le parole, i gesti, i significanti investiti di un particola-
re godimento da parte dellAltro scaveranno solchi, marchi.
la ricerca di un mondo perduto Come ha sottolineato J.-A. Miller: Il trauma dellinconscio che si
e che nessuna lingua umana raggiunge parlato intorno a voi, che questi significanti sono stati investiti e que-
la cui immagine sulla carta non anchessa pi di un sto vi ha traumatizzato. Quando si cerca, questo che si trova in defi-
calco, una specie di copia ridotta nitiva come nucleo. precisamente il trauma del significante, del signi-
Poich il vero lavoro nelle nubi. ficante enigma, del significante godimento.20
Il trauma dipende dal fatto che i significanti che piovono addosso
14A. Artaud, Al paese dei Tarahumara, op. cit., pp. 101-102. sono investiti dallAltro ma senza che il soggetto ne conosca il senso, le
15Il corpo in questa ultima fase assume una doppia valenza: da una parte il luogo invaso
dallAltro, mortificato, lacerato; dallaltra, il luogo di una utopia: quella di un corpo senza orga-
ni, Uno, indifferenziato, asessuato, corpo di puro godimento. 18 uvres, p. 1514.
16 A. Artaud, Il teatro e il suo doppio, op. cit., p. 132. 19 Lituraterra, cfr. Sem. XVIII, pp. 103-118; e Altri scritti, pp. 9-19.
17 Ivi, p. 133. 20 J.-A. Miller, Linvenzione psicotica, in La Psicoanalisi, n. 36, p. 24.
280 Michele Cavallo Lalingua perduta e ritrovata 281

regole. Questa iscrizione che la pioggia lascia sul corpo, viene da un sa- ve a partire dalle nubi, dallincontro contingente con un corpo che si
pere di cui il soggetto [...] non sa n il senso n il testo n in che lin- producono i ruscellamenti. Quei percorsi che per ciascuno diventeran-
gua scritto, e nemmeno che stato tatuato sulla sua pelle mentre dor- no i circuiti della pulsione. Nel loro farsi, questi percorsi dacqua, se-
miva (Scritti, pp. 85-806).21 un incontro contingente, di puro caso, guono le particolari caratteristiche del terreno. Il soggetto, in quanto
da questo incontro nascono dei marchi sul corpo,22 dei marchi di go- terreno, ha diverse conformazioni, diverse consistenze. Punti in cui si
dimento. Marchi traumatici poich subti, non frutto di una dialettica. lascia penetrare, altri impermeabili dove le gocce S1 scivolano via. Qui
Restano tracce di questo incontro traumatico nel sintomo, nellevento il soggetto non puramente passivo, ha una mansione, nel mo-
di corpo. Il sintomo, infatti, testimonia qualcosa che accaduto al mento in cui dir s o no allAltro. Ed qui che si situa lacconsentire
corpo a causa de lalingua.23 Ne deriva che il modo di godere del sog- alle forme, di cui parla Artaud; listante dellinsondabile scelta delles-
getto legato a questo primo evento traumatico. Questo soggetto di- sere (Scritti, p. 171).
scende dunque, essenzialmente, nella sua sensibilit, dallAltro, da ci A partire da questa Bejahung primordiale si gioca lo stile dentrata
che gli viene dallAltro.24 nellAltro, lelucubrazione del linguaggio e il saper-fare inconscio di
Questi significanti investiti dallAltro incidono sul terreno-corpo ciascuno. A partire da qui nasce il soggetto come risposta al trauma di
marchi che formano vacuoli, solchi in cui la pioggia alluvionale si rac- lalingua, nasce il soggetto come modo di concatenare, di produrre S2 e
coglie e scorrendo erode, lascia sedimenti, genera corsi dacqua, dise- di goderne. precisamente il trauma del significante, del significante
gna percorsi, tracciati che dallalto appaiono come una scrittura. Que- enigma, del significante godimento che obbliga a uninvenzione sog-
sta litura-terra imprevedibile e assolutamente singolare disegna una gettiva. uninvenzione del senso, che sempre pi o meno un delirio.
particolare topografia: la scrittura quellerosione dilavante (Sem. Ci sono i deliri dei discorsi stabiliti e poi ci sono i deliri veramente in-
XVIII, p. 115). ventati. Ma un delirio uninvenzione del senso.26
La lettera il tratto in cui appare dallalto il riflesso dellacqua al- A partire da quei marchi traumatici potr articolarsi una catena si-
loggiata nei marchi, il luccicho che ci fa intravedere una scrittura di gnificante, una invenzione del senso. Ma come si passa da lalingua
segni ignoti. Sono queste lettere, questi percorsi che lacqua-godimen- traumatica al linguaggio? Se il luogo dellAltro si costituisce a partire
to disegna, a costituire litura-terra, cio lo stile di godimento di ciascu- dallo scavo di una traccia e non semplicemente dalla pioggia di essaim,
no.25 Una singolare lingua fatta di litura, di ruscellamenti, detriti, spal- come avviene il passaggio dalla lettera-godimento dei marchi alla lette-
mature, macchie, cancellature, sporcature, incisioni. ra-significante che si incatena a un S2? Lacan lo ha suggerito: attraver-
Il significante ci che fa trauma ma anche ci che fa il corpo so linstaurazione di un S1 padrone. La lettera-marchio per non an-
godente del parlessere. Scrive la lingua del godimento. Ma non la scri- cora il significante padrone. Non tutti gli S1 dello sciame e non tutti i
marchi inscritti sul terreno sono il significante originariamente rimos-
so (Sem. XI, p. 246). Solo alcuni di questi elementi faranno da cardi-
21 da notare che lalingua scritta a partire da questi S asemantici dello sciame, lingua di
1 ne, da significante padrone in grado di ordinare. Ma quali? I signifi-
fondo in quanto sconosciuta al soggetto stesso e non in quanto Grundsprache, linguaggio univer-
sale fondamentale nel senso di Schreber. canti dellessaim che sono stati investiti di pi dallAltro e che, piovuti
22 J.-A. Miller, Pezzi staccati, Astrolabio, Roma 2006, p. 65. addosso, hanno scavato pi profondamente il terreno? La goccia pi
23 Ibidem.
24 J.-A. Miller, LEssere e lUno, in La Psicoanalisi, n. 51, p. 255.
pesante o quella pi monotona che ha prodotto un marchio pi netto e
25 Questa traccia o tratto appare come ruscellamento delle acque che lascia in ombra ci profondo? Se cos fosse il soggetto sarebbe determinato in maniera as-
che non scintilla (Sem. XVIII, p. 111). Qui sta la funzione della lettera in quanto litura: spalmatu- soluta dallAltro.
ra, cancellatura. Lacqua che si spalma e alloggia in quei tracciati, riflette e li fa apparire, cancel-
lando e lasciando in ombra il terreno che non lettera. Come il tratto bianco del gesso sulla lava-
gna, che scrivendosi copre e fa sparire il nero che fa da supporto. anche litter, residuo, scarto.
Deposito dello scavo e detriti che esso lascia. 26 J.-A. Miller, Linvenzione psicotica, op. cit., p. 24.
282 Michele Cavallo Lalingua perduta e ritrovata 283

Invece, gi a partire dai marchi, il soggetto attivo, articola una te padrone, ma con altri effetti di concatenamento e altro stile di godi-
risposta che dal trauma degli Uno, dellessaim, lo porter alla estra- mento (meno melanconico).
zione di un significante speciale. Da un primo momento in cui il trau- In analisi, pur essendo quella traccia inscritta per sempre, bisogna
ma essere presi nellerranza dello sciame, della serie che ci piove ad- estrarla, far nominare al soggetto la sua identificazione, fargli sputare il
dosso e ci assoggetta, ci intima e ci invade, momento che ci fa sorgere suo S1, introducendo un certo vuoto tra le identificazioni, il signifi-
come dei debili impotenti, parassitati dagli Uno; si passa a un secon- cante padrone e la catena inconscia.30 Tagliare lS2 dallS1 quando si
do momento in cui i marchi che la pioggia percuotente ha lasciato sul vuol far emergere il reale del godimento fissato, loperazione fonda-
nostro corpo-terra, diventano vere e proprie lettere in cui il godimen- mentale. Far emergere questo Uno cancellato (dalla rimozione origina-
to si raccoglie in una forma singolare, lettere con cui si scrive la pro- ria) importante poich da questo che ha preso avvio la concatena-
pria lalingua. Questo momento costitutivo di lalingua anche il luogo zione, lUno preliminare allarticolazione S1-S2. il significante a cui
in cui sorge il soggetto come risposta, difesa dallirruzione del reale si detto s, a cui si acconsentito (Bejahung).
alluvionale.27 LAltro si installa a partire dalla singolarit dellUno, quindi. Un
Sono due tempi ben esemplificati nellesempio che ric Laurent28 Uno investito dallAltro al quale il soggetto ha risposto. A questo pun-
fa a proposito del primo ricordo di Michel Leiris. Mentre da bambino to la lettera stessa cambia statuto, non pi semplice marchio, traccia
giocava, un soldatino sta per cadere, lui lo afferra al volo ed esclama: ma litorale, punto di articolazione tra sapere e godimento, tra S1 e og-
Reusement! S1, pura interiezione; la risposta della madre (No, non si getto a. Diviene una lettera a statuto speciale, come il reusement di
dice reusement, si dice heuresement) lS2 che tornando sul soggetto Leiris. A questo proposito Lacan ha designato larticolazione di S1 e
marca reusement come S1, significante padrone nel quale si fissa una di a come coppia ordinata, ha utilizzato il concetto matematico di cop-
identificazione e un godimento.29 Leiris far di questa identificazione pia ordinata che, nella teoria degli insiemi utile per mostrare e per
traumatica il suo sinthomo: la ricerca di una scrittura letteraria pura produrre unarticolazione tra due cose che non hanno niente in comu-
che non permettesse a nessuno di correggerlo. Se la madre avesse ri- ne. Questa nozione di coppia ordinata utile per far funzionare insie-
sposto esultando e ridendo: Ah, bravo che bella parola!!!!, anche in me il significante e la traccia o la condensazione di godimento, la parte
questo caso poteva esserci una fissazione di reusement come significan- pulsionale e la parte significante come sono articolati nel sintomo. Il
soggetto si articola quindi in due tempi: si parte dal significante e poi si
passa alla lettera.31 A partire da questo uso della lettera il soggetto po-
27 La risposta allintimazione traumatica dellAltro, nel bambino la possiamo cogliere nelle
tr implicarsi nellAltro, passare dallUno senza Altro, allS1 nellAltro.
espressioni fuori-senso (esclamazioni, grida, sorrisi, pianti, gesti...). Tale risposta un primo livello Quindi per non rimanere sotto la lalingua traumatica necessario
in cui possiamo reperire una insondabile scelta dellessere: il terreno reagisce, e in un modo partico-
lare, alle gocce traumatiche. Questa reazione pu essere ratificata dallAltro con un S2 investito di soggettivare gli scavi del godimento, assumere quei depositi che si ac-
godimento. Qualcuno di questi S2 speciali, alcuni tra i tanti che tornano dallAltro, verranno scel- cumulano per i malintesi e le invenzioni linguistiche di ciascuno,32 e
ti, estratti, dal soggetto, contribuendo cos a istituire un significante padrone, ordinatore. Qui c fare di quella particolare topografia che i solchi hanno disegnato, la
un secondo livello dellinsondabile scelta, in cui il soggetto accoglie e acconsente ai significanti
dellAltro, investendoli di godimento, a sua volta. il momento dellalienazione in cui il soggetto si propria singolare lalingua. Tale assunzione segner la scansione da la-
inscrive nellAltro e si producono effetti di senso attraverso una prima identificazione, alla quale lingua costituente il soggetto a lalingua del soggetto costituito, per il
potr seguire la separazione dove si inscriver il posto delloggetto perduto (cfr. LP, n. 26, p. 236). quale il vero lavoro, ora, nella terra, non pi nelle nubi da dove pio-
28 . Laurent, La lettera e il reale per la psicoanalisi, in La Psicoanalisi, n. 26, p. 247.
29 Linteriezione, lesclamazione, una sorta di solidificazione in cui il locutore fa tuttuno vono addosso essaim.
con il significante, godimento e parola si ritrovano sullo stesso lato e non c articolazione di S1-
S2. In questo caso la risposta della madre a dividere quel significante Uno, quellolofrase. La
correzione materna, S2, torna sul soggetto, localizzando e fissando un godimento in quel reuse- 30 . Laurent, La lettera e il reale per la psicoanalisi, op. cit., p. 248.
ment che dora in poi avr la funzione di padrone, ordinatore, installando il luogo dellAltro 31 Ivi, p. 246.
(correttore). 32 J.-A. Miller, Il monologo de lapparola, op. cit., p. 27.
284 Michele Cavallo Lalingua perduta e ritrovata 285

4. Riscrivere lalingua mangiano tutti l dentro.35 Orde di miasmi che mi sono piombati ad-
dosso e mi hanno strappato piccoli pezzi di corpo.36 Questi giorni,
Nellapologo delle nubi abbiamo a che fare con lalingua traumatica ho creduto veramente di morire, [...] non so pi dov il mio corpo
costituente che, assunta, dar le formazioni dellinconscio, lo stile di [...], la mia mascella pende come fosse attaccata e quando mi tocco
godimento, il linguaggio del soggetto. Il linguaggio e lalingua non so- non ho la sensazione di toccare me stesso ma di incontrare un ostacolo
no, per, la stessa cosa. Lacan, nel Seminario XX, sottolinea come Il cosciente, sento di essere uno scheletro senza pelle n carne, o piutto-
linguaggio quel che si cerca di sapere circa la funzione di lalingua. sto un morto vivente.37 Io sono circondato dagli abissi, assediato dai
[...] Indubbiamente il linguaggio costituito da lalingua. unelucu- dolori.38 Io sono un uomo perduto. Mi tengo con tutte le mie forze.
brazione di sapere su lalingua. Ma linconscio un sapere, un saper-fa- Ma c qualcosa che sta per esplodere in me.39 Sento la presenza mi-
re con lalingua (Sem. XX, pp. 132-133). nacciosa incessante del mio corpo.40
Oltre allelucubrazione di sapere (linguaggio), necessario un sa- Come ha notato Miller, il corpo paragonabile a un ammasso di
per-fare (inconscio). E quel che si sa fare con lalingua supera di gran pezzi staccati. Non ce ne rendiamo conto tanto che restiamo catturati
lunga ci di cui si pu render conto a titolo di linguaggio.33 Lincon- dalla sua forma.41 Lo schizofrenico se ne rende conto.
scio abita lalingua. Il soggetto si costituisce attraverso un saper-fare in- Ma come sopportare una condizione in cui il corpo totalmente
conscio su lalingua, in cui i significanti padrone, i suoi S1 fondamentali invaso, affettato dal godimento? L dove il soggetto psicotico non pu
catalizzano e mettono in ordine gli elementi della catena significante. acconsentire alle forme date e non pu assumere i depositi e le inci-
Quindi il soggetto la particolare soluzione di difesa da lalingua trau- sioni dellAltro, dovr, artista o no, cercare di inventare una sua parti-
matica. Ogni umano deve far fronte al trauma di lalingua e deve farsi colare topografia di lalingua per dare una certa consistenza al corpo. E
parlessere agganciando del senso al reale. Questo senso annoda e sup- per fare ci necessario, l dove sono falliti gli altri tentativi, un lavoro
plisce il parassitaggio incessante di lalingua traumatica. Possiamo quin- con lalingua non solo fuori-senso, ma fuori-linguaggio e fuori-incon-
di distinguere lalingua traumatica e lalingua annodata (tramite linguag- scio. Disabbonato dallinconscio, non rimane che il lavoro sulla lettera.
gio e inconscio). Nella psicosi questo annodamento ad essere proble- Linconscio cola nella stessa prassi, al punto che non c niente di ri-
matico. mosso da difendere, poich il rimosso stesso trova alloggio in questo ri-
E se non ci si estrae da lalingua traumatica, se sui marchi-lettere ferimento alla lettera (Sem. XVIII, p. 116).
non si annoda la sequenza S1-S2, allora si rimane in balia degli S1 del- Infatti, se a volte basta una elucubrazione di sapere (il delirio di
lessaim e del godimento alluvionale. Lo psicotico come tutti mar- Schreber) e altre volte basta un saper-fare inconscio (il sintomo e le
chiato dal linguaggio, dalla pioggia di significanti asemantici, ma co- formazioni dellinconscio nel nevrotico); in alcuni casi necessario una
me se mancasse il momento di localizzazione e assunzione dellUno, da discesa a picco nel reale traumatico per trattarlo, rimestarlo, riscriverlo
cui parte lelucubrazione e il saper-fare inconscio su lalingua. Prevale la ed emergerne con una lalingua del tutto singolare. Tale discesa ha
funzione di sciame, disseminazione, in cui il corpo comincia a parlare unandatura che ricorda Antigone e il suo desiderio puro! Attraver-
una lingua propria, un linguaggio dorgano.34 so un lavoro diretto sulla lettera, ci che si era impresso come marchio,
Artaud ci testimonia come gli organi si fanno sentire, parlano, cam-
minano, mangiano, allinterno del corpo come esseri del tutto autono- 35 uvres, p. 1481.
mi, pezzi scatenati come S1 dellessaim, fenomeni fuori-corpo, parassi- 36 Ivi, p. 1478.
ti: Dimenticano che si tratta del mio corpo e che essi ne escono e che 37 uvres, p. 55.
38 Ivi, p. 57.
39 Ivi, p. 59.
33 Sem. XX, p. 133. Si affaccia qui lidea di inconscio reale. 40 uvres, p. 1651.
34 S. Freud, Linconscio, op. cit., p. 82. 41 J.-A. Miller, Pezzi staccati, op. cit., p. 13.
286 Michele Cavallo Lalingua perduta e ritrovata 287

ricevuto dallAltro, sofferto e forcluso, ora pu essere estratto, riscritto camente, per calpesto di ossa, membra e sillabe, si rifanno i corpi, e si
e se ne pu godere. Dalla re-invenzione della propria lalingua sar pos- presenta fisicamente e al naturale latto mitico di fare un corpo.44
sibile inventare una forma di legame possibile con lAltro. Cos, anche Ora Artaud pu davvero dire: Sto inventando unaltra lingua.45
il soggetto schizofrenico potr strappare lalingua alla sua dimensione uninvenzione basata sulla glossolalia: una lingua caratterizzata da
autistica e riversarla nel linguaggio. Non sar pi lalingua subita, rice- neologismi, dalla ripetizione di sillabe, dalluso di assonanze fonetiche,
vuta passivamente, ma lalingua trattata, reinventata attivamente. Lin- semantiche e intertestuali. Lallazioni, balbettii cinguettii, ecolalie, olo-
venzione di lalingua diviene strumento, risposta del soggetto a lalingua frasi, ritornelli, cantilene, interiezioni, onomatopee, omofonie, sono gli
traumatica. elementi costitutivi di questa lingua, da intendere non come figure re-
Abbiamo, quindi, tre posizioni soggettive rispetto a lalingua: 1) in toriche e linguistiche ma come elementi sovrainvestiti, lettere a cui at-
quanto corpo traumatizzato su cui si inscritta; 2) in quanto soggetto taccato un particolare godimento.
che risponde attraverso lelucubrazione e il saper-fare inconscio (a que- C nella glossolalia un uso non comunicativo e asemantico del lin-
sto livello lalingua rimane velata dalla rimozione originaria); 3) in guaggio. Per liberare il nucleo di godimento racchiuso nella lettera, il
quanto soggetto di una invenzione, che accede al reale e tratta diretta- linguaggio deve essere sovvertito, lS2 tagliato dallS1. In questa sovver-
mente la lalingua traumatica. Perch non posso essere nel reale?, si sione la lettera non pura trascrizione del significante, ma capace di
chiede Artaud nel 45.42 Linvenzione di una propria lingua gli consen- ricomporre le qualit sensibili, cio afferenti al corpo, della cosa can-
tirebbe di avere un accesso al reale del godimento senza rimanere im- cellata sotto la parola.46 La lettera catalizza e libera, cio, quel godi-
pigliato nella rete dellAltro, dei sembianti, dellimpostura paterna. Si mento che il linguaggio ha velato e recluso. Prende corpo, in Artaud,
tratta di accedere a quel momento costituente di lalingua traumatica. una lingua inseparabile dalla voce e dal gesto, una lingua che serve a
Prima che il soggetto acconsenta e si orienti allAltro. Prima che il lin- fondare lenunciazione, ad ancorare latto enunciativo al corpo: godi-
guaggio venga a organizzare, a dare forma al corpo, a costituirlo in mento e parola si ritrovano, cos, nello stesso atto. Diverse procedure si
una immagine unitaria, a dare una struttura al sentire propriamente rivelano estremamente interessanti in quanto tentativi di far precipita-
umano, agli affetti (RT, p. 9). Prima che il corpo si allinei in una se- re la parola nel corpo: uno dei miei mezzi scandire frasi, cantilenan-
quenza di significanti.43 L dove abbiamo solo essaim, marchi, lettere dole [...] un altro fendere colpi nellaria col soffio e con la mano, co-
non incatenate. me si vibra unascia o un martello per far uscire gli animi sul mio corpo
Inventare vuol dire, qui, rifare a ritroso la strada che ha condotto e nellaria.47
alla creazione del linguaggio, risalire a quelle lettere di godimento in- Nella pratica artaudiana i processi di rifare il corpo e di rifare la
scritte nel corpo come marchi. Non elucubrazione sulla lalingua (per lingua sono una cosa sola. Torturare lalingua il modo per far colare,
creare effetti di linguaggio, letteratura), ma trattamento della lalingua, appunto, il significante nel corpo. Conosco uno stato fuori dallo spiri-
retroversione topologica che fa toccare direttamente i marchi-lettere, l to, dalla coscienza, dallessere,
dove il soggetto ancora non c, l dove lalingua costituente. Un vero e dove non ci sono pi n parole n lettere, ma in cui si entra per
atto di genesi, sul piano del reale. Capace, nellaccezione artaudiana, di grida e per colpi. E non sono pi suoni o sensi a venir fuori, niente pa-
resuscitare un resto, un lembo del godimento ucciso, perduto; atto ca- role, ma CORPI.48
pace di ri-scrivere e rigenerare lalingua singolare e con essa il soggetto
stesso; capace di partorire il proprio corpo da quegli Uno, da quelle
lettere di godimento, crogiuolo di fuoco e di carne vera in cui anatomi- 44 uvres, p. 1544.
45 OC, XI, p. 109.
46 P. Bruno et al., Antonin Artaud. Realt e poesia, Edizioni, Varese 2011, p. 130.
42 OC, XV, p. 179. 47 OC, XI, p. 119.
43 Ivi, p. 10. 48 uvres, p. 1351.
288 Michele Cavallo

Artaud attinge alla materialit della lettera anche sul piano grafico: Lacan e il suo insegnamento
scrittura, ortografia, calligrafia, segnature, ideografia, disegni. Il corpo
detta ci che la lettera fissa sulla pagina, in una sorta di godimento
calligrafico.49 Sui fogli dei suoi quaderni tratteggia figure abbozzate,
incide parole con rabbia, spezza matite, perfora i fogli, li taglia, li im-
bratta, li brucia.50 Jacques-Alain Miller
Possiamo leggere questa scrittura grafica come glossografia, dello
stesso ordine della glossolalia. Non sono dei veri disegni, sono note, LEssere e lUno
parole, insulti, sortilegi, sputi corrosivi, chiodi ficcati nella carne per
far uscire di senno il buon senso. Artaud mostra da subito lo statuto
translinguistico della lettera assimilandola al tratto (fonico, grafico, ge-
stuale). Sono tutti degli abbozzi. In cui cerco di manifestarvi delle ve-
rit lineari che valgano tanto per le parole, le frasi scritte, che per il gra- XIII
fismo e la prospettiva dei tratti.51 Si tratta della riscrittura di un corpo
che acconsente al suo destino di lettera. Alla fine riuscito, Artaud, a Ho fatto risuonare, alla fine della mia ultima conversazione, il ter-
farsi un corpo con un discorso-senza-organi, ma non senza lorgano mine causa, facendo un riferimento allusivo a Descartes.1 in effetti
principale: lalingua. nella Terza meditazione che si trova formulato il principio di causalit,
attribuito a ci che Descartes definisce la luce naturale. Questa
espressione stata interrogata ma diciamo che Descartes la utilizza pi
di quanto non la tematizzi o la definisca.

La luce naturale implica unevidenza, ossia un enunciato, una


proposizione, una frase, che non il risultato di una deduzione ma pre-
cede e condiziona ogni ragionamento. Questa evidenza dellordine
dellassioma, se la intendiamo nel senso che questa proposizione non
arbitraria, n scelta, ma fondamentalmente necessaria rispetto a ci che
si possa disquisire, o pi esattamente a ci che si possa pensare. in
qualche modo la condizione assoluta per poter pensare. Lassoluto ha
sempre a che fare con limpossibile, e dunque, in mancanza di questo
49
assioma, sarebbe impossibile pensare, e anche meditare, nel senso in
J. C. Maleval, La forclusion du nom-du-pre, op. cit., p. 261.
50 Come ha notato P. Bruno: Partendo dalla consunzione della lingua materna, e attraverso cui Descartes usa questo termine.
la glossolalia, si ricongiunge con la lettera, e poi, nel passo successivo, attacca il grafismo stesso
della lettera, scomponendola nei suoi elementi grafici (op. cit., p. 216).
51 uvres, p. 1514. Come ha fatto notare lo psicoanalista Herv Castanet, in Artaud il dise-

gno lettera, non scritta, ma disegnata, tracciata, Le savoir de lartiste et la psychanalyse, C. De- 1 Corso tenuto al Dipartimento di Psicoanalisi dellUniversit di Parigi VIII nellanno acca-

faut, Nantes 2009, p. 36. demico 2010-2011, lezioni del 18, 25 maggio e 15 giugno 2011.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 289-349


290 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 291

Questo assioma preteso naturale sostiene che deve esserci per lo Si ritrova ancora questo riferimento alla causalit nellultimo dei te-
meno: tanta realt nella causa efficiente e totale che nel suo effetto. sti raccolti negli Scritti, La scienza e la verit. Lacan si richiama in questo
un assioma quantitativo che concerne e ordina la quantit di realt ma testo alla ripartizione aristotelica delle quattro cause: le quattro cause di
che a sua volta poggia su quel che sarebbe levidenza della scissione di Aristotele sono assegnate a quattro discorsi. Ma questi non sono i suc-
due entit, la causa e leffetto. Al di qua di questo assioma c dunque cessivi e ben pi noti quattro discorsi che Lacan metter in gioco: il di-
la posizione di una discontinuit, ed questo tratto di discontinuit scorso del padrone, dellisterica, delluniversit e dellanalista. I discorsi
che Lacan sottolinea quando utilizza questo termine di causa per con- de La scienza e la verit rappresentano piuttosto un tentativo prelimina-
trapporlo alla legge che invece prescrive senza scissione. re che non stato successivamente ripreso, sepolto in poche pagine de-
In Descartes questa scissione si inscrive nella prevalenza della cau- gli Scritti, come una prefigurazione dello sforzo di Lacan di inscrivere la
sa detta efficiente, che la causa considerata in rapporto al suo effetto. psicoanalisi in una combinatoria di termini che permutano tra loro.
Questa non che una delle cause distinte da Aristotele che ne classifi- Ne La scienza e la verit si incontra una ripartizione in cui sono
cava quattro. Il progresso di Descartes sta nellaver isolato la causa ef- trattate le quattro cause aristoteliche. La causa efficiente assegnata al-
ficiente, cancellando e riassorbendo le altre tre: la causa finale, la causa la magia. Lacan le dar egualmente un posto nel suo ultimo insegna-
materiale e la causa formale. mento, precisamente quando si chieder se la psicoanalisi va al di l, o
Lacan, eminentemente causalista ha recuperato il senso della se essa si riduce a una magia dove la causa efficiente passa nelleffetto
causa, in un momento in cui questo riferimento era divenuto desueto significante. La causa finale, ossia il fine in vista del quale la causa agi-
e gli rimasto fedele lungo tutto il suo insegnamento non ha affat- sce, Lacan lassegna senza sorpresa alla religione. La causa formale lat-
to misconosciuto le cause aristoteliche. E vi si riferito a pi riprese. tribuisce alla scienza e riserva alla psicoanalisi la causa materiale. Il ma-
Per esempio aristotelica la distinzione tra autmaton e tche di cui teriale della causa lo riconosce come significante. In questa prospettiva
si appropriato introducendola nella psicoanalisi allepoca del suo la causa materiale , per essere precisi, lessere della causa. Detto altri-
seminario I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi e di cui ha menti, lessere della causa il significante.
fatto due modi della ripetizione. Con lautmaton abbiamo la ripeti-
zione che si perpetua, come governata da uno stesso algoritmo: si ve- Causa efficiente Causa finale
de tornare il medesimo, associato da Lacan allomeostasi, al manteni- Magia Religione
mento di un equilibrio. E poi abbiamo la ripetizione come tche, che Causa formale Causa materiale
non ha algoritmo, non ha legge. Questa irrompe e ha il valore di in- Scienza Psicoanalisi (Significante)
contro, lincontro di un elemento eterogeneo che introduce unalte-
rit e che disturba larmonia omeostatica che si sostiene con lalgorit- Se torniamo allassioma di Descartes, vediamo che esso condiziona
mo automatico. una deduzione immediata di cui si pu dire che rende impossibile ogni
dialettica. veramente la deduzione che Hegel dovr disprezzare per
Autmaton Tche introdurre un altro registro nel pensiero. Secondo la deduzione carte-
Omeostasi Incontro siana, il niente, in effetti, non saprebbe produrre nessuna cosa. Non c
nessuna dialettica qui, dal momento che la dialettica poggia al contrario
Si pu dire che in questa opposizione che Lacan sfrutta il sapere sulla possibilit che il niente possa avere degli effetti. E Descartes ag-
composto e predisposto nella Fisica aristotelica. Di questa opposizione giunge qualcosa di simile, ossia che ci che pi perfetto e che contie-
riuscito a farne uno strumento concettuale che permane e di cui si ne pi realt, non pu venire o dipendere dal meno perfetto. Opporre
pu constatare che a esso fanno ricorso gli psicoanalisti quando cerca- questi principi in nome della luce naturale gli consente poi di dedurre
no di elaborare la loro esperienza. da lidea di Dio che ho la necessit che esista, che esista fuori di me.
292 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 293

Il cardine della dimostrazione proprio lintroduzione dellassioma silenzio che si era imposto durante loccupazione del territorio france-
della luce naturale. Diciamo che da questo lato che il soggetto De- se nel corso della seconda guerra mondiale. Con questa conferenza
scartes, avvolto nella bolla della sua elucubrazione pu affermare che rompe il suo riserbo per cominciare un nuovo periodo della sua esi-
c qualcosa fuori di lui, ossia prima di tutto questo Dio di cui ha idea stenza come psicoanalista, come psicoanalista che costruisce una dot-
che sia il pi perfetto e attinente allesistenza del mondo. E poi in se- trina. Questo testo segna dunque un inizio, che sar ripreso quando
guito la verit, al fine di ritrovare tutto ci di cui aveva, nella sua cre- Lacan presenter Funzione e campo della parola e del linguaggio in psi-
denza, sospeso lesistenza per isolare il residuo dellego cogito. Il che coanalisi nel 1953, che rappresenta il vero inizio del suo insegnamento
suppone che si applichi lassioma di causalit alle idee. Ed nel fatto propriamente detto, quello del Seminario. Si pu dire quindi che il Di-
stesso di questa applicazione che si pu vedere latto di nascita della scorso sulla causalit psichica segni o prefiguri, nel 1946, lesordio del
realt psichica. una causalit che vale anche per la mia riflessione, e suo insegnamento del 1953, che sia in qualche modo unorigine che
che la sottrae, se posso dire, alla maledizione dellallucinazione. precede questo esordio.
E se vogliamo continuare a considerare le cose in termini di origi-
ne, dobbiamo ritornare al primo testo che Lacan ha scritto sulla psi-
2 coanalisi, che risale al 1935 e che si intitola Al di l del principio di
realt. In questo primo scritto Lacan presenta una fenomenologia del-
La causalit stata affrontata cos da Lacan: stata ordinata secon- lesperienza analitica che gli permette di isolare immediatamente, come
do una ripartizione di tipo levi-straussiano. In effetti, sul filo dellela- centrale, listanza della parola, gi solo agganciandola alla descrizione
borazione di Lacan, si vedono profilarsi tre attribuzioni o tre istanze di ci che ha luogo nellesperienza.
della causa: la causa immaginaria, la causa simbolica e la causa reale. Avrei potuto evidenziare e presentare questi tre momenti: quello di
Non impossibile considerare che queste tre cause non si sostituiscano Al di l del principio di realt del 1935, quello del Discorso sulla causa-
luna allaltra, ma che esse segnino tempi differenziati nel corso lit psichica del 1946 ed infine quello di Funzione e campo della parola
dellesperienza analitica. Certo si possono presentare come un progres- e del linguaggio in psicoanalisi del 1953. Ho rinunciato a questa presen-
so teorico: Lacan avrebbe abbandonato la causalit immaginaria per la tazione, ma vi invito comunque a verificare che fin dal momento di
causalit simbolica, fino a che non gli si presentata la causalit reale. Al di l del principio di realt che Lacan oppone la funzione del reale e
Ma leggo questa progressione altrimenti, dal momento che vi colgo la funzione del vero: la funzione del reale riguarda la scienza, la dimen-
loccasione di riordinare la dinamica dellesperienza fino al punto in sione del vero specificamente la psicoanalisi. Da subito quindi Lacan
cui essa supera il momento della passe per sfociare su questo spazio interessato a questo intreccio del reale e del vero e continuer a svol-
non delimitato ancora delloltre-passe, come ho pensato di chiamarla. gerlo lungo tutto il suo insegnamento.
Lascio da parte questo approccio per sottolineare che, allorch La-
Causalit immaginaria can rompe il silenzio che si era imposto fino alla fine della seconda
Causalit simbolica guerra mondiale, per apparire di nuovo sulla scena da insegnante, per
Causalit reale stabilire che riguardo alla realt psichica, la causa immaginaria: pone
Passe limmagine come causa. Certo si tratta di unimmagine che affonda nel-
Oltre-passe linconscio, unimmagine il cui il fondamento inconscio, di cui il sog-
getto cosciente non ha la chiave. Lacan richiama su questo punto il ter-
Prendiamo prima di tutto la causalit immaginaria. Faccio di nuo- mine freudiano di Imago che limmagine che ha una funzione di cau-
vo riferimento allo scritto di Lacan che si intitola Discorso sulla causa- salit. Il nome della causalit immaginaria allora lidentificazione:
lit psichica. il testo di una conferenza che Lacan ha tenuto dopo il limmagine come Imago ha la potenza di afferrare, di catturare lo psi-
294 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 295

chismo che coincideva allora con lio di Freud e che Lacan illustra con e dissimiglianze, si isolano quegli eventi di parola che hanno valore di
precisione con Lo stadio dello specchio, ossia con una costruzione che verit, fino ad avere valore di oracolo. Parlo di inventario perch non
abbinata allimmagine. A sostegno di questa attribuzione della causa- abbiamo un sistema ma al contrario, come si esprimeva Lacan, una
lit allimmaginario dei dati etologici, che riguardano il comportamen- straordinaria contingenza degli accidenti. proprio qui che destituita
to animale. Questi dati etologici arrivano in effetti a sostegno de Lo sta- la causa finale, proprio qui ci che pu emergere da unanalisi. In
dio dello specchio che rappresenta quindi la messa in scena della causa- ogni caso, unanalisi rende difficile credere alla Provvidenza. Se la no-
lit immaginaria. stra fede in Dio poggia sulla fiducia nella provvidenza, allora certa-
In modo molto singolare occorrerebbe studiarlo nel particolare, mente malmessa, dal momento che linventario delle parole dette mette
se fosse questo il nostro oggetto c in questo testo di Lacan, nello in risalto al contrario la contingenza di ci che capita. Questo inventa-
stesso tempo sia un riferimento al comportamento animale, sia un rife- rio attribuisce allinconscio quel che Lacan definiva la sua figura, il suo
rimento alla funzione della libert che tratto dallesistenzialismo pi disegno, e anche la sua armatura significante: i termini in cui conden-
avanzato, quello che rappresentava allora Jean-Paul Sartre. Sartre veri- siamo e pensiamo, non dico la nostra vita, ma certo ci che ci capita.
ficava la funzione della libert nella costruzione del proprio destino in Questi accidenti, sono accidenti di significante, in quanto causano
Baudelaire: attinge alla biografia e allopera di questultimo, per mo- degli effetti di senso. Tessono una struttura di finzioni veridiche attorno
strare la contingenza di una scelta originale che riporta alla libert. In a ci che ci succede, una struttura di verit mendaci alle quali tentiamo
modo decisamente singolare Lacan coniuga qui il sublime della libert di accordarci per integrare queste tche successive alla vostra sopravvi-
umana con il comportamento dellinsetto e del piccione. Si fa fatica, venza, alla vostra omeostasi. La causalit simbolica mostra come la suc-
per come noi lo leggiamo oggi, a non scorgervi una certa ironia. cessione o laccumulazione degli eventi di parola come accidenti, ossia
Il tutto trova qui sostegno in una causalit basata sullimmaginario, derivanti dalla contingenza, si cristallizzano e si articolano in una struttu-
che in Lacan, ci fa vedere il processo analitico come una catarsi del ra di finzioni veridiche o di verit mendaci. Trattando della causalit sim-
narcisismo catarsi un termine aristotelico della Poetica. Il processo bolica, Lacan ha sempre messo laccento su questa contingenza: poteva
analitico una catarsi del narcisismo. C in effetti in unanalisi un mo- dire che listanza del significante imprime la contingenza nellinconscio.
mento immaginario. Si pu anche ammettere che il suo momento ini-
ziale, il momento in cui la questione Chi sono? trova risposte in ter- Causalit simbolica Significante
mine di immagine: Mi descrivo. Grido per entrare in analisi e poi mi Contingenza
descrivo. Questa auto-descrizione passa per linventario delle somi- Inconscio
glianze e delle dissomiglianze attraverso cui inquadro la mia posizione
e disegno i contorni del mio essere. Questa contingenza, a dire il vero, doppia. C prima la contin-
genza dellevento che, beninteso, non cessa. Non cessa ma diciamo
che ci occupiamo di questa contingenza in quanto d forma allincon-
3 scio. C un momento in cui linconscio ha acquisito il suo aspetto: la
contingenza dellevento che fa significante. questo il primo livello
Distinguiamo la causalit immaginaria dalla causalit simbolica. La- della contingenza. Al secondo livello abbiamo la contingenza del sen-
can non cesser di riferirsi alla causalit simbolica fino al suo ultimissi- so che si realizza a partire dallevento significante. In effetti, anche se
mo insegnamento: una mia definizione per isolare alcuni termini che Lacan si sforzato di formulare le leggi che legano il significante al-
entrano nellesperienza analitica. Sono termini noti, ma solo nellana- leffetto di senso sotto le specie della metafora e della metonimia,
lisi che posso verificarne loperativit: leco che hanno e la profondit lidentit di senso resta comunque segnata dalla contingenza in rap-
degli effetti che esercitano. Nellinventario dei termini, tra somiglianze porto alla causa significante.
296 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 297

La causalit simbolica consegue un risultato, un effetto pi grande, non fantasma, non Imago catturata, ma sinthomo. Propongo dun-
che Lacan ha definito il fantasma. Diciamo che ha colto nel fantasma que una sequenza:
isolato da Freud leffetto principale della causalit simbolica, nel fanta-
sma considerato come unentit immaginaria, ma comunque articolata Imago
dal significante. a partire dal fantasma che ha pensato si decifrasse la Fantasma
causa, ed ha, a questo proposito, spostato sul fantasma i poteri che at- Sinthomo
tribuiva allImago. DallImago al fantasma, si potrebbe dire... Vediamo
come Lacan si trovato legato allelemento immaginario veicolato nel Se il sinthomo cos difficile da definire, esattamente perch non
discorso. Qui vediamo come la presenza dellimmaginario nella realt abbiamo dei punti di repere nellimmaginario e neanche nel senso, se
psichica avesse rilevanza per lui. non in modo negativo. Non una rappresentazione, non un fanta-
sma, e nemmeno unImago: si pu dire in senso generale, adottando il
Elemento immaginario Discorso termine greco, che non dellordine dellidea ossia del pensiero. Di-
Fantasma co idea per poterla opporla allenergheia.
Imago Non si tratta di idea ma di energheia, e lenergheia greca trova qui
il suo nome lacaniano di godimento. Lidea trasposto in italiano at-
Del resto proprio per questa ragione o in relazione ad essa, che il traverso il latino da quiddit, ci di cui si pu dire ci che . Il quid
suo insegnamento teorico si appoggiato incessantemente su immagi- ci che , possiamo enunciarne lidentit, possiamo tracciarne il dise-
ni, sia scandito senza posa da messe in scena immaginarie, fino ai nodi gno come fosse unimmagine, possiamo darne la sua definizione nel
borromei, essi stessi preceduti da schemi e figure topologiche. Il suo senso. Lo possiamo definire altrettanto bene come essenza. Ma lener-
insegnamento stesso mostra che questo elemento immaginario, lungi gheia senza quiddit. una quoddit: non si pu dire che cos, si
dallo screditarlo alla leggera e pensare che sia superato, non ha mai pu dire solamente che .
smesso di avere rilevanza. il peso stesso della realt psichica, quella
che si ha nella testa, e che non ha necessariamente il suo termine di Idea Energheia
correlazione nella realt di ognuno. Anche quando la sua visione so- Quiddit Quoddit
vrastata dalla causalit simbolica, il riferimento di Lacan allelemento Essenza C (Il y a)
immaginario rimane centrale.
Niente lo dimostra meglio del fatto che egli situava la verifica stes- Se mi riferisco a questa distinzione tradizionale perch mi con-
sa della conclusione dellanalisi a livello del fantasma, in termini di tra- sente di stabilire, in rapporto agli ordini immaginario e simbolico, il li-
versata di un velo o accesso a una finestra. Detto altrimenti, il vedere, vello reale del c, di cui ho sempre detto che era lingresso allultimo
la natura della visione, con il suo correlato antinomico dello sguardo, insegnamento di Lacan. Questo c, se lo si vuole articolare allappa-
aveva per lui unimportanza fondamentale nel modo in cui ha aggan- rato tradizionale della filosofia, si pu dire che si riferisce alla quod-
ciato lesperienza analitica. dit, allenergheia pura, sganciata dallidea.
Lultimo insegnamento di Lacan organizzato precisamente dal
dato puro di un c/non c e prima di tutto con quel c dellUno
4 formula che costituisce una riduzione formidabile del simbolico e in
particolare dallarticolazione, il cui reale e il cui orizzonte literazio-
Arrivo adesso alla causalit reale, una causalit mondata dellimma- ne: literazione come nucleo, come centro, come ci che resta dellarti-
gine e del senso, una causalit il cui leffetto centrale non immagine, colazione. ci che Lacan formula quando dice che il sintomo un
298 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 299

eccetera. Il c dellUno riduce il simbolico alleccetera. C qui una godimento, una formazione del godimento fatta per mascherarlo, un
sensazionale riduzione di tutta la dimensione del blabla di cui Lacan fenomeno mimetico. Quando il godimento spostato dallenergheia al-
aveva comunque saputo mostrare tutti i miraggi che percorrono il suo lidea, la verit designa il godimento ma nello stesso tempo lo ma-
labirinto. schera. qui che dopotutto, Lacan trae tutte le conseguenze della divi-
sione introdotta da Freud tra lEs in cui si collocano le pulsioni e lin-
Simbolico conscio che una faccenda di rimozione, di verit che chiede di dirsi,
Articolazione che si nega e si confessa.
C dellUno
Iterazione Idea Energheia
Inconscio Es
Il non c rapporto sessuale ugualmente correlativo al c del- Verit Godimento
lUno. Il non-rapporto sessuale vuol dire che non c due. Il due non
allo stesso livello di c dellUno, il due gi a livello del delirio.
Non ci sono due, non c che lUno che si ripete nelliterazione. Ed ag- 5
giungerei ancora una terza formula, ossia c il corpo, questo corpo
che gi presente nel titolo del Seminario XX. Ancora, se volete pro- A livello della causalit reale, stiamo elaborando le conseguenze al-
prio scriverlo in un modo che lo sveli. Credo sia possibile intenderlo lesistenza dellEs. Linconscio un luogo di essere, mentre definiamo
cos, e che sia proprio conforme allintenzione di Lacan: Ancora (Enco- lEs con Freud, come luogo di godimento che incarniamo nel corpo.
re) pu intendersi come In corpo (En corps). Quel che Lacan chiama il corpo lincarnazione dellEs freudiano, il
Su questo piano bisogna pensare il rapporto tra i due c, c del- corpo in quanto si gode. Dalla parte dellinconscio poniamo le finzioni
lUno e C il corpo. Non sono i due sessi, ma lUno e il corpo. In ef- veridiche che scoprono solo una verit mendace. Dalla parte dellEs
fetti a questo livello che il corpo appare come lAltro del significante. abbiamo a che fare con unesistenza in cui non possiamo isolare una
Lacan lo lasciava evidentemente gi intendere quando diceva che lAl- mancanza-a-essere.
tro, il corpo. Era gi un dirigersi verso il registro del reale, era gi
dire che lAltro del significante non lAltro della verit. lAltro del- Inconscio Es
la verit soltanto nella finzione. LAltro del significante soltanto vir- Verit mendace Corpo
tuale, dal momento che il significante preso nei suoi effetti di senso. Mancanza-a-essere Esistenza
Ma a livello dellenergheia, lAltro del significante lAltro del corpo e
del suo godimento. Quel che appare, quel che si mette a nudo una vol- Quel che Lacan ha definito come esperienza della passe il mo-
ta che il discorso depurato dal rapporto sessuale, la congiunzione mento in cui unanalisi consegna allanalizzante il suo essere, ossia il
dellUno e del corpo. momento in cui, una volta percorsi gli effetti della causalit simbolica,
il soggetto ottiene una riduzione della finzione, riduzione che parla a
Idea Energheia se-stessa e che si stabilisce sia in termini di mancanza, di mancanza-a-
Altro della verit Altro del significante essere quello che in Freud si chiama la castrazione sia in termini
Senso Uno Corpo di tappo di questa mancanza-a-essere che ci su cui i post-freudiani
Abraham in particolare hanno indagato in termini di oggetto pre-
In questo senso Lacan ha potuto dire che la verit la sorellina del genitale.
godimento. La verit si pu tradurla cos una forma estenuata del
300 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 301

Passe intorno allinterdetto lassunzione pu rinnegarsi lascia un resto la


Tappo cui natura lo si constata nellesperienza con i soggetti delloltre-passe
Mancanza-a-essere non n metaforica n metonimica. Si tratta di un resto che non
Riduzione dellordine delleffetto di senso, ma del registro dellesistenza, del regi-
Causalit simbolica stro del c (il y a) od anche y a. E si tratta di sapere come il soggetto
ci sa fare.
La passe dunque un momento dellanalisi. Direi che il momen-
to in cui si passa dallinconscio allEs e in cui lEs freudiano ha ancora Desiderio Resto
la sua funzione di tappo della mancanza-a-essere. DellEs abbiamo an- Interdetto Fuori-senso
cora il suo approccio dalla parte dellessere, dalla parte in cui si pu di- Assunzione C
re che ci fa tappo. Ma al di l, una volta superato il momento della
passe si denuda lesistenza. Al di l della mancanza-a-essere, dopo Detto altrimenti, c un itinerario dallinconscio al reale, per ri-
che si prodotta la deflazione del desiderio, dopo che si sgonfiata la prendere il titolo che ho ritenuto di poter dare al penultimo capitolo
finzione con cui il desiderio si sostiene nel suo rapporto con lAltro, del Seminario XXIII. Il Sinthomo, c un itinerario che va Dallincon-
lesistenza persiste. Il desiderio si sostiene nella finzione del suo rap- scio al reale. Senza dubbio Freud ha messo il reale al livello di ci che
porto con lAltro della verit, perch non altra cosa che lAltro del era un sogno per lui, lenergetica psichica fatta di reti in cui circolano
desiderio. Verit e desiderio sono fatti della stessa sostanza. Freud sa- un certo numero di numeri ed in cui si mantiene un valore costante,
peva bene che al di l sussistono dei resti, che chiamava i resti sintoma- ma questo mostra che egli aveva comunque lidea che loperazione ana-
tici. Sapeva bene che al di l del desiderio, al di l dellessere del desi- litica avesse bisogno di un fondamento di reale che fosse fuori senso, e
derio e della sua soluzione, c esattamente il godimento, ossia il con- lo aveva trovato nel neurone. E di questo reale, in effetti, non si pu di-
giungimento dellUno con il corpo, levento di corpo. re niente se non per differenza con il senso, cio che esso non lo , che
non ne ha.
Finzione dellAltro
Deflazione del desiderio Senso Reale
Passe
Esistenza Ma Lacan ha proposto unaltra idea del reale. Il termine idea certo
Resti sintomatici lo metteva in difficolt. In effetti, che questo reale sia unidea gi
Eventi di corpo troppo, bisogna perci che sia unidea che rinneghi se stessa. quel
che Lacan ha rappresentato come il nodo borromeo e come variazioni
Quel che ho chiamato loltre-passe ha a che fare con levento di su questo nodo, definendo reale contemporaneamente il nodo minimo
corpo, ossia con il godimento che si mantiene al di l della risoluzione e uno dei tre anelli che lo formano. Il reale appare cos come segnato
del desiderio. Questo godimento si mantiene al di l del padre, del pa- da unanfibologia di partenza. Per un verso si presenta come unartico-
dre edipico e del senso che propone per risolverlo. Questo senso lazione, come una catena, come la triplicit dei tre anelli, e dunque co-
sempre unesca, unillusione, perch appiattisce il godimento sul desi- me un sapere perch per dire che si tratta di sapere, sufficiente per
derio. Lacan ricorda ad un certo punto la fine scialba in cui unanalisi noi, riconoscervi unarticolazione. Ma nello stesso tempo e sotto un al-
pu sfociare. Questa fine scialba una conclusione che ha sempre a tro aspetto, Lacan chiama reale un anello dei tre. Qui, non si tratta di
che fare con un interdetto, un interdetto di godimento di cui si tratta unarticolazione, ma di unentit bucata, di cui egli si accanisce a mo-
di completare lassunzione. E lassunzione dellinterdetto, o la danza strare le propriet.
302 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 303

constatato, ma durante una giornata di studio a cui non siete stati invi-
tati me ne scuso e che, come ogni anno, ha riunito coloro che hanno
Catena, articolazione, sapere un incarico di docenza nelle Sezioni cliniche francesi ed in quella di
Reale Bruxelles. Questa Giornata ha raggruppato un areopago di circa 200 in-
Entit bucata segnanti, a cui si aggiunto anche un piccolo numero di studenti.
La giornata si svolta a Montpellier in questo week-end, e non
posso non parlarne, non soltanto perch per me stata loccasione di
Il buco ha delle propriet e Lacan vuole mostrare che esso la pro- verificare che ero ascoltato, compreso da molte persone che non sono
priet essenziale dellanello di corda, insieme alla consistenza e al- qui il mio corso di questanno risuonato tra i colleghi tirocinanti ed
lesistenza. A differenza del niente cartesiano il buco ha delle pro- insegnanti che si dedicano ad animare venticinque o ventisei istituzioni
priet. Mentre la mancanza attorno a cui ruota il desiderio a livello presenti nel paese , ma anche perch questa Giornata ha rappresenta-
dellessere, il buco a livello del reale. Lacan fa del buco leffetto prin- to per me il momento in cui si annodato il punto di capitone di que-
cipale del significante. Il significante come tale fa buco. Il suo ultimis- sto corso. Devo dire che in quella Giornata non sono stato affatto il so-
simo insegnamento contiene unesaltazione del buco, di cui bisogna os- lo a lavorare, dal momento che si svolta a partire da quindici brevi re-
servare che sostituisce la funzione edipica dellinterdetto e di tutti i si- lazioni, al massimo tre pagine, di psicoanalisti. Mi ero rivolto in prece-
gnificati afferenti. Per Lacan tramite leffetto di buco si tratta di dare denza a loro, proponendo a ciascuno una frase estratta dal Seminario
consistenza al puro non c. XIII. Il Sinthomo. Mi ero sforzato di assegnare ad ognuno il lavoro che
Ebbene qui c quel che ci aiuta a orientarci nello spazio delloltre- mi sembrava, conoscendoli, il pi adatto a stimolarli. La lettura di que-
passe. Nella passe, come stata definita da Lacan, il soggetto rapporta sti testi era gi avvenuta agevole oggi inviare con lelettronica una
ci che ha potuto fare con la mancanza-a-essere alla quale ha avuto ac- grande quantit di significanti e comunque un risultato si raggiun-
cesso. Mentre nelloltre-passe si ha a che fare con il buco. Ci di cui si to, come dire che in loco, a Montpellier, si conversato.
tratta al di l della passe, una volta ridotta la questione dellAltro, la Si conversato attorno a tre tavole rotonde, pi una in cui il sog-
questione dellUno. Essa si riflette in questo che il soggetto siamo qui getto della discussione stato lasciato allimprovvisazione. Perci, lun-
al criterio pi vicino secondo cui si proprio nelloltre-passe sa di gi dallessere del tutto solo, solitario in questa tribuna come lo sono
parlare da solo, sa di aver ridotto il delirio per cui pensava di comuni- qui, austero, come mi viene detto, ebbene in quella cornice, mi sono
care con lAltro della verit. aperto senza riserve. L mi sono espresso in uno stile scherzoso che
Il paradosso che questa oltre-passe si presenta nelle forme della risultato comunicativo, e posso dire che ci siamo divertiti. Il che certo
passe, ossia deve acconsentire alla finzione dellAltro della psicoanalisi, mi fa rammaricare per la forma di espressione a cui sono condannato
mentre loltre-passe lo ha precisamente inquadrato come soggetto nel- qui la parola che mi viene in mente mi piacerebbe proprio cam-
la sua solitudine. Ma tanto pi vitale che egli acconsenta a questa biarla, magari prima della fine dellanno. Nello scambio, nella conver-
funzione, dal momento che proprio quella che lui dovr mettere sazione, c per me uno stimolo allinvenzione improvvisata, che evi-
allopera, come psicoanalista, nella sua pratica. dentemente qui frenata.

XIV 1

Il punto di partenza che ho assunto allinizio di questo corso ha rag- dunque durante questa Giornata che il significante ed il significa-
giunto il suo obiettivo, il suo bersaglio, il suo apice. Non qui che lho to si sono ricongiunti in ci che mi sembrato essere il punto di capito-
304 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 305

ne di questo corso. Sappiamo che il punto di capitone una nozione re-


sa necessaria dallo scarto tra il significante e il significato. Via via che si
s (A) A
dispiega una catena significante che qui in questo caso una catena so- S S
nora, si forma una nebulosa di significazioni. Che resta una nebulosa fi-
no a che il significato arriva a ordinarsi almeno si spera ossia sembra
ricongiungere la successione significante e rivelare ci che vuol dire.

significante significato un vettore che per svolgersi aspetta che venga raggiunta una certa
lunghezza del vettore significante. Questo secondo vettore, invece, non
cronologico ma istantaneo. Il punto di capitone un istante, un istan-
punto di capitone te per vedere e per cogliere il significante che conta e che collassa imme-
diatamente con il tempo per comprendere il che spinge Lacan a met-
Ci sono evidentemente delle gradualit nel ci che vuol dire. Si tere nel punto di intersezione di destra linsieme significante A maiusco-
pu capire una significazione senza avere alcuna nozione del perch lo, ed a collocare, solo dopo e a sinistra il significato di questo insieme
qualcosa stato detto e dove questo possa portare. Ma c poi un mo- sul vettore dellintenzione s (A).
mento di capitonnaggio che si produce. Si produce, in effetti, con ogni Lacan ha utilizzato questa cellula minimale anche per rappresenta-
parola, ogni proposizione, ogni frase, ogni paragrafo, nel giro di unora re la metafora: un significante produce un effetto positivo di significa-
di corso e poi anche dopo. Si spera in seguito che esso continui per to, effetto contrassegnato dal segno pi tra parentesi: (+). sempre a
linsieme di ci che stato detto sotto lo stesso punto di riferimento. partire da questa cellula del punto di capitone che Lacan ha costruito
Questo insieme pu ancora allargarsi, fino a chiedersi che cosa vuol di- la matrice del suo grafo del desiderio con cui, per parecchi anni, ha
re mi pongo anchio la domanda questo sforzo che proseguo qui da orientato sia la teoria che la pratica della psicoanalisi.
numerosi anni.
Detto altrimenti, il punto di capitone, visto lo spostamento tra si- Formula della metafora
gnificante e significato, un concetto necessario per collocare o imma- S (+) s
ginarsi di situare lintenzione di significazione che sembra esser stata
allorigine del discorso e che avrebbe mobilizzato il significante. Per Ebbene Montpellier ha funzionato come punto di capitone, alme-
luditore si produce retroattivamente, una volta che qualcosa viene det- no per linsieme di ci che ho voluto dire finora. Ne avevo lintenzio-
to. solamente dopo che il discorso stato pronunciato che ci si pu ne? Senza dubbio, dal momento che io stesso, gi da un anno, avevo
immaginare di accedere a questa intenzione e che questo possa essere proposto questa Giornata. Forse non sapevo ancora esattamente in
altrettanto vero per il locutore stesso. Ma anche questo locutore sicu- quale contesto si sarebbe inserita, ma Montpellier in ogni caso ha fun-
ro di quello che vuol dire prima di averlo detto? Lintenzione percepi- zionato come un punto di capitone per linsieme di quel che ho detto
ta retroattivamente da lui stesso pu essere abbastanza diversa dalla questanno. Bisogna dunque che vi comunichi qualcosa, almeno i fon-
nebulosa di intenzioni che presiedeva alla sua presa di parola. damenti, perch qui non si scherza. Se faccio un paragone con lultimo
Sapete come Lacan ha rappresentato questa funzione del punto di week-end allora emerge un dato: qui non si scherza. Ma comunque
capitone. Egli lha rappresentata con laiuto di uno schema dinamico, ci che faccio qui, in uno stile pi pesante, che ha consentito ii fuochi
mettendo la successione significante su un vettore che si pu dire cro- dartificio dei miei amici e mio di infiammarsi almeno un momento.
nologico, e facendo intervenire un secondo vettore, quello del signifi- Ora ci arrivo, ma voglio prima rielaborare davanti a voi un certo qua-
cato, che reincrocia il primo in due punti e in senso inverso. dro di orientamento.
306 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 307

2 battezzato con il termine di formazioni dellinconscio e a cui del resto


ha dedicato un seminario che porta questo titolo. proprio in questo
Lultima volta vi ho presentato una tripartizione della causa laca- Seminario V. Le formazioni dellinconscio che egli ha cominciato ad ela-
niana: oggi ve ne propongo unaltra. Se volessi inserire il sinthomo co- borare il suo grafo del desiderio, di cui ricordavo poco fa il primo livel-
me un punto di arrivo della clinica di Lacan lho gi identificato a lo, la cellula matrice.
questo titolo direi che in ragione del c dellUno. Lacan ha potu- Se si prende linsegnamento di Lacan, come lui stesso raccomanda,
to ridurre il simbolico allUno, dopo aver rinnegato decisamente lon- a partire da Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoana-
tologia per la logica e a causa della logica. Questo movimento ha avuto lisi si pu dire che i suoi primi sei Seminari indicano allanalista che la
luogo nel Seminario XIX. ...ou pire, per proseguire nel celebre Semina- sua operazione si rivolge alle formazioni dellinconscio. solo dopo
rio XX. Ancora, ma soltanto con il Seminario XXIII. Il Sinthomo, che che Lacan, progressivamente, arriva a centrare la conclusione dellana-
abbiamo la formulazione del termine di sinthomo attorno a cui ruota la lisi sul fantasma, per sfociare infine, su quella sola consistenza clinica
sua ultima clinica. I due ultimi seminari, il XXIV e il XXV (titolo origi- nuova che vediamo apparire in seguito e che quella del sinthomo. C
nale Linsu que sait de lune bvue saile a mourre e Le moment de con- qui, evidentemente, una mia costruzione. Ci sono altri modi di scandi-
clure), ossia lultimissimo insegnamento (TDE) che ho svolto davanti a re linsegnamento di Lacan, e io stesso ne ho provati un gran numero.
voi, non sembrano dispensare una conseguenza clinica altrettanto ope- Ma se posso io stesso accreditare il termine di consistenza clinica, con-
rativa del Seminario XXIII. Il Sinthomo. stato allora che mi porta a questa tripartizione:
Il termine di sinthomo che in fondo non stato chiosato cos da
Lacan dunque un termine chiave della clinica a cui arrivato e che Formazioni dellinconscio
ha voluto trasmettere. Ha certo trasmesso anche in seguito qualcosa, Fantasma
negli ultimi due Seminari che considero fuori della serie e seguono il Sinthomo
Seminario XXV. Il momento di concludere, quando era alle prese diret-
tamente con la sua architettura dei nodi. Sono ben lungi dal trascurar-
la, al contrario, ma dal punto di vista clinico comunque con la consi- 3
stenza del sinthomo che abbiamo a che fare. Dobbiamo saperci fare,
dobbiamo vedere che cosa riusciamo a sviluppare. Andiamo ora velocemente e affrontiamo dapprima le formazioni
dellinconscio. Le conosciamo: la pi gloriosa, quella a cui Freud si
C dellUno Ou pire prima di tutto consacrato e che gli ha permesso di forzare le porte
Ancora dellinconscio, il sogno a cui si sono aggiunti il lapsus, latto man-
Il Sinthomo cato, il motto di spirito. Questa cronologia freudiana stata ripetuta
come tale da Lacan nel suo insegnamento. Funzione e campo della pa-
Nellinsegnamento di Lacan che cosa cera prima ad occupare lo rola e del linguaggio in fondo una ripresa sulla scia delle prime ope-
stesso posto di consistenza clinica su cui lo psicoanalista orientava la re di Freud. Se Lacan ha detto che si trattava di una ripresa alla rove-
sua operazione? Ebbene, prima del sinthomo abbiamo il fantasma la scia, era per far risaltare che si trattava essenzialmente del campo del
cui traversata supposta essere la conclusione dellanalisi. Io stesso ho linguaggio.
considerato questo esito come programmato e ricercato da Lacan per Queste formazioni sono consistenze da decifrare. supposta una ve-
numerosi anni prima che se ne liberasse. C in effetti un prima. La rit cifrata, o comunque supposta presente ma dissimulata, ossia rimossa
messa in primo piano della consistenza del fantasma non giunta al- e inoltre si cerca di spiegare le ragioni di questa rimozione. Questa verit
limprovviso. Prima, c una classe di consistenze cliniche che Lacan ha si lascia tradurre e dopo che stata rivelata e tradotta, appare essere
308 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 309

quella del desiderio. Sono i termini di Lacan. Le formazioni dellincon- disgiunzione e dalla congiunzione dellinconscio e dellEs. Completato
scio sono da decifrare ed quindi qui che si esercita linterpretazione. con lEs, il fantasma, a differenza delle formazioni dellinconscio, non
soltanto una questione di verit e di desiderio, ma anche di pulsione e
Formazioni dellinconscio di godimento. un fatto che pulsione e godimento, nellapproccio pu-
Desiderio ro delle formazioni dellinconscio, sono termini, se non totalmente as-
Interpretazione senti, almeno estremamente minori nel primo insegnamento di Lacan.
Nella consistenza clinica del fantasma c, in modo davvero singolare,
Vi ricordo questo solo per sottolineare ancora una volta che ci che la coppia della pulsione e del godimento che procede in parallelo con
definiamo con Lacan il fantasma, a cui accordiamo una parte cruciale la coppia della verit e del desiderio. Verit e desiderio vanno insieme,
nella conclusione dellanalisi, non una formazione dellinconscio. sono fatti della stessa materia, dal momento che tutti e due sono tratta-
Non una formazione dellinconscio nella misura in cui implica anche ti come un effetto di significante. E quale effetto del significante? Eb-
ci che Freud ha chiamato lEs. Parlando dellinconscio e parlando bene leffetto del significante che si chiama il significato. Desiderio e
dellEs, ci richiamiamo a due momenti lontani luno dallaltro nel tem- verit sono modalit del significato.
po della costruzione freudiana. Linconscio appartiene alla prima topi-
ca conscienza, preinconscio, inconscio mentre lEs appartiene alla Pulsione Desiderio
seconda topica con lIo e il Super-Io. Ma caratteristico dellinsegna- Godimento Verit
mento di Lacan aver combinato termini che appartengono a momenti Significato
talvolta distinti della costruzione freudiana.
Ma il godimento del tutto indifferente alla verit. Il godimento ri-
Inconscio Es guarda il corpo, agganciato al corpo al punto che Lacan arriver a
definire il corpo attraverso il godimento, o pi precisamente, come ho
insistito questanno, attraverso il proprio godimento, quello che Freud
(S/ a) chiama autoerotismo. Basta cogliere questo per accorgersi che Lacan,
con assoluto rigore, ha esteso il carattere autoerotico alla pulsione stes-
Il fantasma, nel modo in cui Lacan ci ha formato a reperirlo con- sa. Nella definizione lacaniana la pulsione autoerotica.
temporaneamente una formazione dellinconscio ed una produzione Dire che la pulsione autoerotica gi sospendere tante afferma-
dellEs, ma non corrisponde affatto al registro delle formazioni dellin- zioni avventurose a proposito delloggetto della pulsione. Se c ogget-
conscio propriamente dette. proprio per questo che Lacan ha dedi- to della pulsione allora da ricollocare a partire dallautoerotismo del-
cato al fantasma un seminario dal titolo La logica del fantasma: ha in- la pulsione che Lacan ha valorizzato. Lo ha valorizzato non semplice-
ventato un regime peculiare per questa neo-formazione che legata sia mente nella formula da cui ha tratto il suo profitto, quella attinta da
allinconscio rimosso che allEs. Lacan ha definito il regime corrispon- Freud e secondo cui la pulsione orale come una bocca che bacia se
dente a questa consistenza clinica come logica, termine nuovo nel cam- stessa, ma anche nella messa in scena del suo schema presente nel Se-
po clinico e che riprender trattando del sinthomo. Ma proprio qui minario XI, quello in cui la pulsione fa come unandata e ritorno su se
che il termine di logica fa la sua apparizione, nello stesso tempo in cui stessa. I lacaniani hanno concesso un tale credito a Lacan da ripetere il
lEs completer ci che era prima puramente e semplicemente dellor- suo schema senza accorgersi che comportava lautoerotismo della pul-
dine dellinconscio. sione. Ed per questo che Lacan arrivato a dire che loggetto non
Mi capitato di riprendere in dettaglio la logica del fantasma, ma che il modo della via di ritorno della pulsione su se stessa. Si tratta es-
mi limito qui a dire che essa composta, come la presenta Lacan, dalla senzialmente di un posto vuoto che pu essere occupato da oggetti di-
310 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 311

versi, Freud parlava di ersatz. Loggetto qui soltanto il picchetto che Moebius, e perci Lacan si trovato a rappresentare questa consisten-
marca il momento in cui la pulsione fa mezzo giro. C qui la rappre- za ibrida del fantasma mediante questa disciplina. Quando definir la
sentazione di ci che Lacan esporr pi tardi, ossia che il corpo gode passe a livello del fantasma, sar precisamente con lidea che si potreb-
di se stesso, che c una riflessivit del godimento. be ottenere una disgiunzione tra desiderio e pulsione.

a Inconscio, Desiderio
Fantasma, Passe
Questo punto fondamentale evidentemente essenziale per distin- Es, Pulsione
guere il desiderio e la pulsione nella regolazione della pratica analitica.
Il desiderio il desiderio dellAltro: ecco una formulazione che La- Non dico che il godimento fosse al centro dalla prima prospettiva
can ha offerto subito, e che ha illustrato soprattutto con la struttura delle formazioni dellinconscio, dico che era essenzialmente presente
dellisteria. Lo ha illustrato con la struttura, ma listeria appartiene es- sotto le specie della sua negazione significante, ossia in quanto castra-
senzialmente alla questione del desiderio. Implichiamo il desiderio zione. Se si vuole capire come ci si aggiusta in questa prospettiva, si
quando mettiamo in evidenza una relazione essenziale con unistanza forzati a dire che la castrazione era il nome del godimento in quanto
di alterit, con un partner, con un altro soggetto della parola. Il legame negato, in quanto negativizzato, in quanto rigettato nel reale.
tra il desiderio e lAltro cos un legame essenziale, qualunque siano le
configurazioni precise che esso pu assumere nelle differenti strutture. Castrazione Reale
Per contro, la pulsione la pulsione dellUno. A livello della pul- Godimento
sione, listanza dellAltro non ha affatto la presenza che ha nel deside-
rio. Ed proprio cos che la intendiamo. Nella pulsione, che Lacan de- Possiamo parlare in differenti modi di questo rigetto. La presenza
finiva acefala, non soltanto lAltro che non c ma anche lo stesso negativizzata del godimento possiamo articolarla nel registro dellinter-
soggetto della parola. Sul vettore pulsionale non ci si rende per forza dizione. la versione edipica: il Nome-del-Padre metaforizza il Desi-
conto che lAltro non daccordo. Il che pu avere conseguenze tragi- derio della madre che, quando Lacan lavvicina a proposito della psi-
che. Non la stessa cosa essere un uomo di desiderio o un uomo di cosi, uno dei nomi del godimento. Se pu anche fare uninterdizione
pulsione. La pulsione la pulsione dellUno e non accordata necessa- puramente significante: Lacan arrivato a dire che il godimento in-
riamente con il desiderio dellAltro. A questo livello linesistenza del- terdetto a chi parla come tale, che del tutto al contrario di quel che
lAltro veramente rilevante. argomenter pi tardi sul godimento del blabla nel Seminario XX. An-
cora. E si pu infine parlare di questo rigetto in termini di forclusione
Desiderio Pulsione o di ex-sistenza del godimento.
Altro Uno
Interdizioni Edipica
Il fantasma elaborato da Lacan come consistenza clinica principale Significante
il risultato di una congiunzione singolare del desiderio e della pulsio- Forclusiva
ne, dellinconscio e dellEs. A questo riguardo una consistenza ibrida.
Lacan ha fatto ricorso alla topologia per dare unidea di come potesse- In breve, Lacan aveva lidea che il godimento entrasse in gioco so-
ro congiungersi entit eterogenee, saldarsi superfici differenti e di co- lo sotto forma negativa, fino a che gli si imposta comunque la neces-
me sciogliendole, si vedesse apparire la loro differenza di struttura. La sit di arrivare a trovare un godimento positivo, che fosse il godimento
topologia permette per esempio di saldare un piano e una banda di prima dellinterdizione, o quello che resta dopo. Lacan ha designato
312 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 313

questo godimento positivo con una maiuscola, ossia con un signifi- niera pi poetica quando parlava di mancanza-a-essere, o di orizzon-
cante che non sopporta il meno. Lo ha designato anche con piccolo a, te disabitato dellessere. Quando si tratta dunque della conclusione
ossia con una lettera che non un significante ma che , in un certo definita traversata del fantasma, noi manteniamo quel che Lacan ha
modo, una positivit recuperata. proprio una positivit, dal momen- potuto dire del disessere e della deflazione del desiderio. Nella defla-
to che a introdotto da Lacan come tappo della castrazione (-). La- zione del desiderio ci si rende conto che il desiderio non niente altro
can, sullo sfondo di una negativizzazione del godimento, era alla ricer- che una metonimia della mancanza-a-essere e questa una rivelazione
ca della presenza in margine di un significante non negativizzabile. Ab- ontologica. La rivelazione ontologica questa, ossia la rivelazione del
biamo allora il , e poi, un po ovunque, a che segue la castrazione co- disessere, completata da una conclusione esistenziale che indicata da
me la propria ombra ed sempre pronto a reintrodurre un godimento piccolo a, e che invece una positivit di godimento, di un godimento
positivo come tappo di (-). Ma resta che questi tentativi rimangono pressante, esistente, che aggancia la mancanza-a-essere del soggetto al-
dominati dalla negativizzazione significante. lesistenza.

a Passe Disessere
(-) Rivelazione ontologica
Oggetto a
La passe stessa lesplosione del tappo che corrisponde a piccolo Positivit di godimento
a. Nella passe accade che (-) e piccolo a si ritrovino disgiunti. Ecco la Esistenza
disgiunzione molto semplice con cui Lacan d la chiave di ci che defi-
nisce la traversata del fantasma. Abbiamo qui due elementi eterogenei:
(-) dellordine dellinconscio e piccolo a quelloggetto di cui Freud 5
aveva trovato la funzione nei Tre saggi sulla teoria sessuale e che aveva
valorizzato nella seconda topica a livello dellEs. Arrivo ora a ci a cui miravo con questa rapida ricostruzione, e
Evidentemente qui c gi un progresso di Lacan rispetto ai primi cio al sinthomo. Con il sinthomo possiamo dire che ci si sposta com-
tempi del suo insegnamento, in cui la conclusione dellanalisi si gioca- pletamente dalla parte esistenziale. Da dove ora misuriamo la rilevanza
va solo sul (-). Lacan ha dapprima concepito la conclusione dellana- dellinsegnamento di Lacan ci accorgiamo che egli passato dalla man-
lisi come una conclusione ontologica, che sfocia cio sulla mancanza-a- canza-a-essere a ci che ho chiamato una rivelazione esistenziale e poi,
essere, o su ci che definiva, alla fine del suo articolo La direzione della con la consistenza clinica del sinthomo, si sposta decisamente dallaltra
cura, lorizzonte disabitato dellessere, o meglio ancora, sulla Spal- parte. Lacan aveva ammesso da subito che la verit aveva struttura di
tung, la divisione del soggetto, essa stessa accostata, nello stesso artico- finzione in rapporto al reale. Si accontentava che lanalista si tenesse al
lo, al termine di nulla o niente. La retorica lacaniana ha evidentemente livello della struttura di finzione e che operasse in essa. Detto in altro
rivestito questa conclusione ontologica, le ha conferito uno splendore a modo, il male stesso era a livello della finzione. Ebbene, quel che av-
cui posso fare allusione, ma senza citarvene ora dei brani precisi, n viene con il sinthomo la stessa cosa ma vista dallaltra parte, ossia che
tentare di presentarla dettagliatamente qui. il reale ex-siste alla finzione.
Qual il progresso che rappresenta la fine dellanalisi concepita co- Riguardo al reale, la finzione una verit mendace. Tutte queste
me traversata del fantasma? Nella passe Lacan conserva ci che defini- faccende di disessere e di essere ossia di identificazione sono, nei
vo la conclusione ontologica. Egli parla a questo proposito di disessere. confronti del reale, dellordine della verit mendace, perch c un go-
Mi ricordo che questo termine aveva sorpreso gli ascoltatori dellepo- dimento che non si lascia negativizzare, c un godimento fuori del re-
ca, mentre non faceva che ribadire quel che Lacan aveva detto in ma- gistro ontologico che un registro di finzione.
314 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 315

Essere Esistenza ne dellinconscio e dellEs. La cosa enorme che Lacan dica sempre in
Finzione Godimento Televisione che il reale che permette di sciogliere effettivamente ci
di cui il sintomo consiste (Ibidem). Mi domando come si sia potuto
Si pu dunque dire che fino al sinthomo, Lacan abbia sempre con- trascurare questo passaggio perch veramente notevole. notevole
siderato il reale a partire dal significante. Ma se ci indirizza verso il lidea che si possa operare con il reale, che il reale possa essere un mez-
sinthomo nel suo ultimo insegnamento e in ci che ne facciamo da al- zo delloperazione analitica.
lora, perch si possa considerare, allinverso, il significante a partire
dal reale. Godi-senso
Sappiamo da dove partito Lacan: linconscio verit. E qui ci Inconscio Es
che orientava la pratica nel senso dellinterpretazione, fin quando privi-
leger la formula secondo cui linconscio sapere. allora che definir Questo stesso spostamento, che distinto dalla implicazione decisa
linconscio a partire dal soggetto-supposto-sapere. Questa formulazio- dalla pulsione nel sintomo, si constata anche quando Lacan cancella
ne contemporanea alle sue costruzioni sul fantasma. Ma come non ve- progressivamente il termine di soggetto, che apparteneva per eccellen-
dere che cos presenta qualcosa di ibrido? Da una parte definisce lin- za allordine del significante, e lo sostituisce, o vorrebbe sostituirlo con
conscio come sapere e non come verit, mette laccento sul fatto che il termine di parlessere. Il soggetto disgiunto dalla pulsione, mentre il
linconscio fatto di un materiale significante che emerge via via che si parlessere include il corpo. Lacan dice, che questo il nome che dovr
prosegue lanalisi. Dallaltra parte, il termine di supposizione fa vedere sostituire quello di inconscio. A volte dice che linconscio reale, altre
che restiamo nellordine della finzione. Questo sapere materiale non volte, poich linconscio reale veramente diverso dallinconscio freu-
reale, esso ha uno statuto di finzione come quello che Lacan assegnava diano propone senza arrivare, beninteso, fino in fondo di rimpiaz-
alla verit. Dunque, se volessi spiegare di nuovo questa formula del zarlo con il termine di parlessere includendo il corpo. Diciamo che
soggetto-supposto-sapere lho fatto molte volte qui e me ne sono ser- coerente con la nozione di godi-senso, cio che non c senso senza go-
vito direi che mi rendo conto ora del suo carattere ibrido. Lacan ave- dimento e dunque non c significante o desiderio che non sia connes-
va detto che nella passe c un dissolvimento del soggetto-supposto-sa- so alla pulsione ecc. La radice dellAltro lUno. Il parlessere colui
pere, correlativo al disessere. Ebbene, nello stesso modo che c dises- che, per il fatto di parlare, sovrappone un essere al corpo che ha. So-
sere, c lo svelamento dellinessenziale del soggetto-supposto-sapere, vrappone lessere allavere, al suo avere essenziale che il corpo. Il par-
cio lo svelamento della negazione di questa essenza e di questo senso. lessere , se posso dir cos, il na Kun corps (non ha che un corpo).
Lacan non ha enfatizzato la novit che questo spostamento com-
portava, solo una volta, tra parentesi, ha detto chiaramente che lincon-
scio reale. C qui un nuovo concetto dellinconscio che, per dirlo nel 6
modo pi semplice, include lEs freudiano. A partire da quel momento,
Lacan si serve ormai del termine di inconscio per unificare linconscio e Ripercorro qui parecchi anni dellultimo insegnamento di Lacan.
lEs. per questo che in Televisione a proposito del sintomo poteva di- come una nebulosa di cui ritroviamo a poco a poco gli indici che ci
re che esso consiste in: [...] un nodo di significanti. Annodare e scio- permettono di vedere in quale direzione puntasse il suo ultimo inse-
gliere non sono metafore qui, ma vanno presi come quei nodi che si co- gnamento. Ripercorro quegli anni e constato che in essi c una svalu-
stituiscono realmente facendo catena della materia significante. Queste tazione del significante e del valore di verit. C come una moderazio-
catene infatti non sono di senso ma di godi-senso (Altri scritti, p. 512). ne della potenza significante. Consideriamo, per esempio, il modo
Dio sa se ho gi sottolineato questo termine di godi-senso, ma se lo enigmatico con cui Lacan comincia il suo seminario Il Sinthomo, ossia
traduco in termini freudiani, mi accorgo che si tratta della congiunzio- con un apologo in cui evoca la Creazione detta divina, la storia dei no-
316 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 317

mi mediante cui Adamo deve nominare le specie animali e ci a cui d analitica. La differenza tra la parola e la scrittura che la parola impli-
importanza che il batterio non viene nominato (Sem. XXIII, p. 11). ca il senso mentre la scrittura comporta il non-senso. per questo che
Che significa? Ebbene, vuol dire che ci sono delle esistenze che non bisogna distinguere radicalmente tra il significante e la lettera. Il signi-
hanno nome, che non hanno significante, ma ci non vuol dire che sia- ficante determina il significato, mentre la lettera materia. Lacan ci in-
no meno reali. proprio per questo che Lacan aveva esaltato, nel suo dirizza nel senso di una certa forzatura dei limiti della lingua. Nel cam-
insegnamento, la potenza creazionista del significante. Beninteso, il si- po del linguaggio c qualcosa in pi della funzione della parola, c
gnificante ci che fa nascere entit che hanno struttura di finzione e listanza della scrittura.
perci Lacan esaltava la capacit di creazione del significante che si
esercita ex nihilo, a partire dal niente. L dove non c niente, il signifi- Parola Lettera
cante fa essere qualcosa, ed in particolare fa essere la verit. Senso Non-senso
Ma con il Seminario XXIII. Il Sinthomo abbiamo linverso dello Materia
scenario, ossia qualcosa che ha esistenza sotto le umili specie del batte-
rio, ma a cui non ci si degna di dare la denominazione. Del resto si Lacan sa che si tratta di una forzatura, e qui nel Seminario XXIII. Il
creduto, a quel tempo, che Lacan esaltasse la funzione della nomina- Sinthomo non esita a definirsi eretico nella psicoanalisi, proponendosi
zione, mentre, se la evocava, era al contrario per mostrare quale fosse per di esserlo nel modo giusto. Senza dubbio stato discreto su
la distanza di quella in rapporto al reale. in questo contesto che pu questo punto, dal momento che era stato trattato da eretico per venti
dire che La cosidetta Creazione divina si raddoppia dunque con la anni, mentre lui, per tutto questo tempo, si considerava un freudiano.
chiacchiera del parlessere (Sem. XXIII, p. 11) il che implica o piut- Ma proprio nel Seminario XXIII. Il Sinthomo che evoca la sua eresia.
tosto implicherebbe, perch siamo qui a livello di un apologo che c Dice cos: Il modo giusto [di essere eretico] quello che, riconosciu-
innanzitutto il reale, a cui si aggiunge in seguito il significante. Linizio to esattamente la natura del sintomo, non rinuncia a servirsene logica-
del Seminario XXIII. Il Sinthomo illustra il primato del reale. mente, ovvero a usarlo fino a raggiungere il suo reale. A quel punto ne
avr saziet (Ivi, p. 149).
Primato del reale Reale Si tratta di un richiamo alla natura del sinthomo da cui bisogna at-
Significante tendere non la verit, ma il reale. Il sinthomo reale, non un ritorno
del rimosso, non si placa con la verit o con il senso come se ne era ac-
proprio con il significante che cominciano gli imbrogli, gli im- corto Freud ritrovandosi sulle braccia ci che chiamava i resti sintomati-
brogli del vero, gli imbrogli del desiderio, gli imbrogli dellinterdetto, ci dei suoi pazienti. Questo lo aveva portato a dire che occorre ricomin-
gli imbrogli dellEdipo, poich alla radice il significante va a colpire il ciare la propria analisi dopo, diciamo, un certo tempo di latenza. Lacan
reale, il corpo, e questo choc iniziale, questo trauma, introduce nel par- invece passa al limite dicendo che ci saranno sempre dei resti sintomati-
lessere una faglia che sia il fallo che la colpa, o ancora, in inglese, il ci, perch la natura del godimento proprio quella di resistere al senso.
sin, il peccato, come dice Lacan prendendo la prima sillaba della paro- C un godimento che riguarda il corpo, che si produce nel corpo. Evi-
la sinthomo. Questa faglia iniziale tende a ingrandirsi sempre, salvo dentemente si pu dire che questo godimento si produce anche nel pen-
subire il cessa della castrazione (Ivi, p. 12). Ci che chiama qui castra- siero, per esempio con il sintomo ossessivo. Ci torner pi tardi, se avr
zione ci che farebbe s che essa possa inscriversi in un discorso che tempo, dal momento che ne avevamo parlato proprio a Montpellier.
non sarebbe del sembiante ma sarebbe del reale. Questo il nuovo
senso della castrazione: ci che fa cessare gli imbrogli del senso. Senso Sinthomo
Qui Lacan che aveva celebrato la funzione della parola e del lin- Corpo
guaggio introduce listanza della scrittura come essenziale alla pratica Reale
318 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 319

Il sinthomo riguarda il reale ma chiama il senso, suscita il senso, su- ra. La lettera invece dellessere. Lacan a volte ha giocato su questa as-
scita linterpretazione tanto del paziente che dellanalista. Ed su que- sonanza, sulle affinit della lettera e dellessere. Se ne serve nellartico-
sto che Freud ha ceduto nella sua ortodossia. Ma anche ci che ha lo Listanza della lettera nellinconscio. Ma nel periodo di riflessione a
fatto si che abbia scoperto linconscio perch le isteriche, di senso, glie- cui accenno, se passa per il termine di lituraterra, per far valere la
ne hanno dato a piene mani: Ne vuoi? Eccolo!. Freud faceva sedute lettera come litura, come scarto e dunque per strapparla dalle sue affi-
lunghe, ma erano, oso dire, sempre troppo brevi per lui, perch aspet- nit con lessere.
tava il seguito: No, no, caro Dottore, questo glielo dir domani. Ten-
to qui di dare un po di risalto alleresia di Lacan che una presa di di- Essere Lettera
stanza dal senso, di fronte al sinthomo. Litura
Tanto la psicoanalisi, che Lacan lascia supporre come ortodossa,
fornisce senso, quanto la psicoanalisi eretica priva di senso il paziente. Il reale del sinthomo che Lacan ci propone di raggiungere la per-
almeno una pratica che corrisponde al tempo delloltre-passe, in cui cussione del corpo da parte del significante. cos, del resto, che egli
lanalista ha a che fare con i resti sintomatici quando il soggetto non definisce in questa occasione le pulsioni, come leco nel corpo del fat-
sembra esserne soddisfatto. A questo punto lanalisi diventa uno svez- to che c un dire (Sem. XXIII). Questo tema della risonanza gli
zamento dal senso. Lacan era talmente convinto che il senso potesse sempre stato familiare, dal momento che lo ha introdotto fin da Fun-
essere poco indicato o pericoloso, che era arrivato una volta a suggeri- zione e campo della parola e del linguaggio, dove il titolo della terza par-
re la necessit di una contro-analisi dopo lanalisi, fermo restando che te Le risonanze dellinterpretazione. La nozione di risonanza
questa contro-analisi avrebbe mirato alla ripulitura dal senso. quindi gi presente. Ma allinizio presa in una poetica del linguaggio,
Lacan parla di un utilizzo logico del sintomo. Si tratta, in effetti, di mentre nel Seminario XXIII. Il Sinthomo presa in chiave logica.
una pratica orientata dal modo logico. Non bisogna immaginare che il Ritrovare la percussione iniziale implica che si tratti di un utilizzo lo-
fuori-senso sia la notte nera. Quando Lacan inquadra il sinthomo come gico che sarebbe capace di esaurire il senso, potrei dire capace di moz-
reale fuori-senso nella direzione in cui la logica procede fuori-senso. zargli il fiato. Lacan la evoca a proposito di Joyce, di cui dice che toglie
La logica formalizza, pone i suoi assiomi e deduce fuori-senso. La logi- il fiato al sogno della letteratura. Joyce lo fa con Finnegans Wake che
ca opera in un campo del linguaggio depurato della significazione. Te- scritto in una lingua personale, che gioca con tutte le assonanze, e Lacan
ma che troviamo svolto nel testo di Lacan Lo stordito del 1972, in cui precisa che in questa occasione che Joyce ha messo in luce il senso del
stabilisce la connessione della logica con il reale, scrivendo che la logi- sintomo letterario. Detto altrimenti, la letteratura sogna e Joyce, con il
ca la scienza del reale (Altri scritti). suo romanzo di assonanze, mostra di cosa fatta materialmente. Nel fa-
Queste affinit della logica e del reale sono allopposto delle affinit re ci la ripete, ma la ripete affinch essa finisca. La letteratura poteva
della filosofia e dellessere. Il fuori-senso a cui Lacan si riferisce il fuo- sostenersi solo con il suo sogno, ossia di non sapere di cosa fosse fatta.
ri-senso risultato della ripulitura del campo da cui si esclude la signifi-
cazione per utilizzare la lettera. Questo fuori-senso non significa dun- Letteratura
que che lo si sbatta dappertutto, che non lo si veda per niente, che non Sogno
se ne possa dire niente, ma che ci sia la possibilit di unarticolazione. Il Sinthomo
fatto poi che Lacan, nel suo ultimissimo insegnamento si sia messo a
dubitare di questa articolazione unaltra faccenda. Qui mi attengo a Ci che allorizzonte di quel che disegna Lacan arriver fin l
ci che mi suggerisce la deontologizzazione della pratica analitica. lo colloco nello spazio delloltre-passe dove si tratta di mettere in luce
Leresia non abbandonare il campo del linguaggio, ma restarci re- il senso del sintomo psicoanalitico, ossia di mettere in luce di cosa
golandosi sulla sua parte materiale, ossia non sullessere ma sulla lette- fatta una psicoanalisi. questo ci che risalta in primo piano in una ol-
320 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 321

tre-passe. Di cosa fatto il nostro attaccamento alla psicoanalisi? Di La contesta prendendo lesempio di Joyce, che mostra che larte alla
cosa fatto il nostro attaccamento al godimento della psicoanalisi? L sua radice, nel suo reale, essa stessa dellordine del sinthomo. qui
anche, c un sogno, un sogno che richiama un risveglio, un risveglio che Lacan ha potuto dire che Joyce aveva scritto Finnegans Wake per
che non si fa sul modello delleffetto di verit. Ma per questo, bisogna se stesso e che il fatto che lavesse pubblicato non era cos ovvio. Se lo
seguire cosa Lacan ci indica. ha pubblicato sar perch aveva cattive intenzioni, ossia quella, tra le
A Montpellier in quellatmosfera di divertimento che non la no- altre, di mettere a tacere gli altri scrittori e di farla finita con la lettera-
stra qui ho mostrato su cosa converge il Seminario XXIII. Il Sintho- tura. Cosa ne risulta? Ebbene, che Lacan ci invita a trattare la stessa
mo. Ho mostrato che la pratica, che ci permette di inventare e di teo- opera darte, lopera scritta da Joyce per esempio, a partire dalla pul-
rizzare passa per una desublimazione che non risparmia la teoria psi- sione, a partire, se posso dire, dalla pulsione scrittoria, che vuol dire
coanalitica e che decapita la pratica dal suo orientamento verso la ve- che lopera darte va compresa nellautoerotismo del parlessere.
rit, dalla sua adorazione della verit. Una pratica che mira a stringere Nello stesso modo, nel Seminario XXIII. Il Sinthomo che Lacan
il reale del sinthomo. riduce e desublima il padre dicendo che esso un sintomo. per que-
Ne abbiamo avuto subito lesempio in questo week-end a Montpel- sto che parla di pre-version. ironico, dal momento che il padre, nella
lier. Avevo preso in effetti delle frasi cliniche di Lacan, innanzitutto: psicoanalisi ortodossa, supposto essere il supporto del normale, men-
Strappare lossessivo dallinfluenza dello sguardo. Dire che lo sguar- tre Lacan fa capire cosa comporta di patologico. Ma anche dire che
do l essenziale, non automatico. Nella psicoanalisi si direbbe piut- del padre ci sono solo delle versioni, delle padre-versioni. dire che
tosto che si tratta dellideale dellIo, dellistanza che sorveglia e che giu- lessenza che definisce il padre, e precisamente il Nome-del-Padre
dica, cosa che ci ricorda immediatamente lUomo dei topi, che, in un istanza isolata da un certo ortodosso che si chiamava Lacan Jacques
momento speciale del suo godimento, va ad aprire la porta per vedere non esiste. Nella pratica dellanalisi esistono solo padri singolari.
se suo padre non fosse l. Mentre ci che indica Lacan che il padre e La desublimazione, la caduta degli ideali e degli universali, co-
lIdeale dellIo sono in fondo finzioni che permettono di disconoscere minciata con Lacan a partire dalla sessualit femminile, quando arri-
ci che c alla radice, ossia la presenza dello sguardo. vato a dire che La donna non esiste, mentre ci sono le donne. Ebbene,
Il reale del sintomo ossessivo non il padre, non lIdeale dellIo. man mano che Lacan ha esteso questa desublimazione a tutte le cate-
Il reale del sintomo ossessivo che Lacan ci invita a cogliere lo sguar- gorie, ed in particolare a quella del padre. del resto nello stesso spiri-
do. Lideale dellIo ed il padre sono derivati dallo sguardo. in questo to che ha detto che il vero fa piacere una frase che ho proposto a
senso che Lacan pu dire che la verit sorella del godimento, sorella Montpellier e che certo fa decadere il vero dalla sua qualit di effetto
minore come dire che essa arriva dopo e che prima di tutto c il go- di verit, per mostrare in cosa sia una questione di libido. la tensione
dimento. C qui una posizione veramente allinverso in rapporto al- maggiore della nostra pratica: essa si colloca tra logica e libido.
lordine sublimatorio che lortodossia psicoanalitica ivi compresa Nelle frasi che avevo proposto di commentare cera questa, che si
quella lacaniana ci insegna a pensare. In fondo la teoria analitica capisce meglio sullo sfondo della differenza tra la psicoanalisi ortodos-
una sublimazione di senso. per questo che Lacan faceva appello a sa e quella eretica, e cio lanalisi una risposta particolarmente idio-
una pratica senza verit. Si incontra questo appello in tutto il suo ul- ta a un enigma. Beninteso la psicoanalisi come ortodossa che pre-
timo insegnamento e ora vedo meglio ci che vuol dire questa pratica sa di mira. Se questa psicoanalisi , nel suo spirito, particolarmente
senza verit, ossia che una pratica senza la finzione della verit, senza idiota io constato che a Montpellier questa citazione faceva ridere
la finzione degli universali, cio una pratica desublimata. tutti, ma che qui nessuno ride perch essa prova a rispondere al-
Quando si proponeva, alla fine dellanalisi, la sublimazione del- lenigma sessuale mediante un effetto di verit, mediante un Fiat lux,
lideale, magari quello di diventare scrittore o artista, era in nome di mentre si tratta al contrario di raggiungere ci che il godimento com-
unidea dellarte che Lacan contesta nel Seminario XXIII. Il Sinthomo. porta di opacit irriducibile.
322 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 323

Ed qui ci a cui mira leresia lacaniana. Si creduto che lAltro Jean-Paul Sartre.2 Clotilde Leguil ci mostra quel che Lacan deve a Sar-
fosse lAltro della parola, lAltro del desiderio, dal momento che Lacan tre, ma soprattutto ci per cui Lacan andato oltre Sartre in partico-
ha costruito il suo grafo a partire da questo Altro ed ha messo, accanto lare per ci che concerne la descrizione dellangoscia andato al di l
alle formazioni dellinconscio, la traversata del fantasma. Ma si opera di ci che Sartre chiamava la sua ontologia fenomenologica.
evidentemente in tuttaltro quadro quando si ammette che lAltro il Clotilde una filosofa. lautrice di un certo numero di opere di
corpo, che non ordinato dal desiderio ma dal proprio godimento. filosofia, ma esercita anche la psicoanalisi, e, come vi ho detto, una
A questo reale Lacan ha voluto dare la forma borromea: possiamo partecipante attenta di questo corso, non soltanto da questanno ma,
prenderne atto. Ma ci non impedisce che l dove si incastrano gli anel- se ricordo bene, da una decina danni. Dunque assolutamente com-
li borromei c sempre da considerare un prelievo corporeo. Ne ho da- petente per trattare il tema proposto. Non mi sono affrettato, in que-
to un esempio con lo sguardo, di cui ho mostrato a Montpellier come sti dieci anni, a presentarvela e se lo faccio oggi perch il suo lavoro
lo si potesse ritrovare nelle differenti strutture cliniche. Questi lavori costituisce un apporto particolarmente opportuno a ci che ho inse-
dei nostri colleghi di Montpellier saranno pubblicati con le discussioni, gnato questanno e anche perch entrer di ruolo, lanno prossimo per
e dunque non ve ne parler oltre oggi. la prima volta tra gli insegnanti permanenti del Dipartimento di Psi-
Ci ritroviamo lotto giugno. coanalisi dellUniversit di Parigi VIII. Un certo numero di voi potr
dunque seguire regolarmente i suoi corsi. Aggiungo che una testa
ben organizzata, che esprime le sue idee nel modo pi semplice e ac-
XV cessibile e sapete che accordo un gran peso alla chiarezza ed allordine
nei pensieri.
Lultima volta vi ho informato che il corso di questanno si con-
cluso, che ha trovato il suo punto di capitone, non qui, ma durante una
giornata di studio a Montpellier, dedicata al seminario di Lacan, Il Sin- 1
thomo. Avrete comunque modo di leggere il resoconto di quella gior-
nata, che sar pubblicato in un libro. Il corso di oggi, lultimo dellan- Prima di darle la parola e di riprenderla dopo per conversare con
no, una sorta di post-scriptum, il cui titolo mi sembra che alla fine lei su quanto avr apportato o di fare qualche osservazione, vorrei dire
possa essere solo Lessere e lUno. che il tema trattato non sarebbe stato gradito da Lacan. In effetti, La-
Il termine post-scriptum tanto pi appropriato in quanto c in ef- can aveva orrore che si ricordasse il suo debito nei confronti di Jean-
fetti un testo redatto a partire da questo corso, scritto dalla persona se- Paul Sartre. Lo dico con sicurezza, perch una volta io stesso ci avevo
duta vicino a me, la quale ha fatto parte questanno, insieme a voi, del provato nel suo Seminario. Nel corso di una relazione avevo in effetti
mio pubblico. Si ispirata a quanto ho detto qui, per fare un lavoro segnalato molto rapidamente, in poche frasi, che i termini con cui Sar-
che riguarda la prima met del titolo che sto per darvi, cio che cos tre parlava della coscienza pura quella che chiama non tetica o non
lessere nellinsegnamento di Lacan. Si dunque interessata allontolo- posizionale erano gli stessi che Lacan utilizzava per rappresentare lo
gia e a ci che lei stessa definisce: gli usi lacaniani di questa ontologia. statuto del soggetto dellinconscio. Non avevo segnalato unidentit di
Il suo nome Clotilde Leguil. Mi scuso di non aver annunciato la pensiero tra i due, ma unanalogia formale e credo che il fatto che La-
sua presenza in anticipo, ma a causa dei contrattempi che mi hanno can abbia controllato la sua ira e si sia limitato a rifiutare decisamente
obbligato ad annullare i corsi previsti quindici giorni fa e la settimana questarticolazione testimoni della sua benevolenza nei miei confronti.
scorsa. Clotilde Leguil tanto pi qualificata per parlarci degli usi la-
caniani dellontologia in quanto lautrice di una tesi che diventer 2 Cfr. C. Leguil, Sartre avec Lacan. Corrlation antinomique, liaison dangereuse, Navarin, Pa-
un libro sullarticolazione tra linsegnamento di Lacan e la filosofia di ris 2012, di prossima pubblicazione per i tipi di Quodlibet.
324 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 325

Analogia formale Coscienza pura cemente una psicoanalisi senza linconscio. Non aveva affatto il sapore
Soggetto dellinconscio della psicoanalisi, era il contrario di Lacan e del suo sforzo per render
conto dellinconscio freudiano. Lacan, proprio a partire da certi punti
Lacan pur rendendo omaggio al talento talento favoloso diceva enucleati dalla filosofia di Sartre, andato contro le implicazioni di
di cui Sartre dava prova nelle sue descrizioni fenomenologiche, ha questa filosofia per rendere pensabile linconscio, per elaborare le con-
sempre considerato confuso lapproccio sartriano a questi problemi. dizioni della sua pensabilit, per elaborare lo statuto ontologico dellin-
Confuso vuol dire qui che talvolta era apparentemente cos vicino al conscio e le sue modalit dessere.
proprio, da non poterlo sopportare. Non lo poteva sopportare perch Clotilde dunque ci illustrer un percorso nellinsegnamento di La-
a quellepoca il pensiero sartriano dominava il paesaggio intellettuale can, un percorso incentrato sul termine essere. un termine a cui,
francese e quel che Lacan tentava di valorizzare era spesso ridotto al forse anche in modo generale, non si prestava troppa attenzione leg-
pensiero che si manifestava ne LEssere ed il Nulla. gendo Lacan. Mi ricordo ancora del mio maestro Canguilhem, filosofo
Per distinguere Sartre e Lacan, per opporli, bisogna ricordare che ed epistemologo, in un caff oggi scomparso, allangolo di rue Saint
linconscio in quanto tale, vista la definizione sartriana della coscienza Jacques con boulevard Saint-Germain, che quando lo interrogavo su
, per essere precisi, impensabile per Sartre. Il concetto di inconscio come considerasse lessere, lontologia, lo stesso Heidegger, mi rispon-
sostituito dal concetto di malafede: la coscienza sa, ma non vuole sape- deva: lessere un passe-partout. Lavevo giudicato un po riduttivo, an-
re, fa come se non sapesse. Qui, il non-sapere da considerare come che se si pu certo dire che essere una parola passe-partout, un ter-
se, come dire che si recita una commedia. Per Sartre tutti recitano la mine che diventato ormai leggibile nel discorso di Lacan, un termine
loro commedia. Anche lui, ecco il problema. Ha finito per dirlo chiara- ammiccante quando si legge Lacan a partire da ci che ho provato ad
mente, del resto, nella sua breve ma memorabile autobiografia Le paro- approfondire questanno.
le, in cui spiega, in definitiva, che fin da piccolo recita una commedia. Clotilde dunque proceder ora, sulla linea di questa parola, a pre-
questo il suo vissuto esistenziale. sentarci le tappe successive dellontologia di Lacan e gli usi che ne ha
Gli esempi che Sartre offre allepoca erano molto conosciuti. Il si- fatto. Le do la parola.
gnore prende lievemente la mano della signora e lei fa come se non se
ne rendesse conto. Fa finta di non rendersi conto del significato di quel
gesto e dellaccondiscendenza che ha manifestato nei confronti delluo- 2
mo. C anche lesempio del famoso cameriere come non ce ne sono
pi o ne sono rimasti ben pochi , questo barman del caff Flore che si CLOTILDE LEGUIL: Dopo aver illustrato lanno scorso la logica della
agita troppo, che recita da cameriere, perch non ci si pu identificare vita di Lacan, Jacques-Alain Miller questanno ha proposto in questo in-
pienamente. Questi esempi sono tratti dalla vita ordinaria dellintellet- segnamento ci che ha chiamato il passaggio dallontologia allhenologia,
tuale dellepoca a Saint-Germain-des-Prs, tra i quali Sartre aveva al- ossia un cambiamento di prospettiva, allinterno dellelaborazione e della
meno il privilegio di essere uno dei primi. Non sono ovviamente esem- pratica della psicoanalisi, che porta a passare dallessere allUno, cio da
pi tratti dalla clinica. uninterpretazione che ha di mira il desiderio e la mancanza-a-essere a un
Il fatto che secondo Sartre lessere della coscienza non niente, intervento mirante alla lettera ed al reale. Lultimissimo insegnamento di
nulla, vuol dire che per lui lidentificazione impossibile. Non per Lacan ha questo di sconcertante, che si tratta di un addio allontologia,
davvero, solo un ruolo, tutto gioco di ruolo. Lidentificazione ossia che non si tratta pi soltanto di un approccio alla parola in quanto
commedia, la rimozione malafede ed a partire da questi principi questa, nellesperienza analitica, fa accedere il soggetto analizzante al nu-
che Sartre aveva cominciato ne LEssere e il Nulla a forgiare una psi- cleo del proprio essere, ma anche di una parola che iterazione di un
coanalisi a modo suo, una psicoanalisi detta esistenziale che era sempli- movimento di corpo prodotto dalla percussione della parola sul corpo.
326 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 327

Bench lultimo insegnamento di Lacan sia segnato da questa de- Strutturalismo


psicologizzazione della psicoanalisi, vorrei tornare agli usi lacaniani Ontologia
dellontologia, perch se lultimissimo insegnamento ci fa pensare a ci Desiderio dessere
che non cambia nellanalisi, cio a quanto resta sinthomatico e irriduci-
bile, linsegnamento classico permette di pensare a ci che cambia, di Per quanto mi riguarda, stato interessandomi al modo in cui La-
pensare in qual senso unanalisi operi una trasformazione del soggetto, can tra il 1946 e il 1967 aveva ripreso in maniera sovversiva certi concet-
nonostante si debba finire anche l per scontrarsi con un irriducibile ti dellontologia fenomenologica di Jean-Paul Sartre per introdurli nella
che non cambier mai e che dipende dal nostro modo di essere viventi psicoanalisi, che mi sono interrogata su questo rapporto con lontologia
in quanto parlesseri. Vorrei dunque tornare allontologia, perch mi nel cuore stesso della prassi analitica. Lontologia lacaniana non deriva
sembra degno di nota che Lacan, pur essendo strutturalista, abbia svi- soltanto da un riferimento a Hegel, che ha permesso a Lacan di consi-
luppato unontologia in diversi momenti del suo insegnamento. derare la psicoanalisi come un processo dialettico di riconoscimento del
desiderio. Lontologia lacaniana deriva anche da un rapporto con Sartre
Ci che cambia (ontologia) che porta Lacan a concepire il nulla dessere come quel nucleo che si
Ci che non cambia (henologia) pu incontrare alla fine dellanalisi, come la concepisce nel 1967, ossia a
partire dalla traversata del fantasma. Questa direzione verso un rappor-
Questo rapporto con lontologia, ossia il fatto di tenere un discorso to di un certo Lacan con un certo Sartre, cio il rapporto del Lacan
sullessere, distingue Lacan da tutti gli strutturalisti. In effetti non c on- classico e strutturalista con il primo Sartre degli anni quaranta, mi era
tologia in Claude Lvi-Strauss, n in Michel Foucault e nemmeno in nes- stata indicata dal lavoro di Jacques-Alain Miller pi di dieci anni fa, nel
sun altro pensatore strutturalista. Lo strutturalismo un metodo da cui suo corso del 1998-1999 intitolato Lesperienza del reale nella cura anali-
non si pu dedurre alcuna ontologia. Si tratta di un modo di dare conto tica.4 Allora Miller aveva fatto capire come un appoggio su certi ele-
del reale a partire dallordine simbolico, a partire dai rapporti reciproci menti della filosofia sartriana avesse permesso a Lacan di liberare la
di elementi allinterno di un sistema e questo dunque non permette di psicoanalisi dalla prigione dellego ossia di operare una depsicologizza-
formulare nessuna conclusione sullessere. Non c ontologia nellantro- zione di questa a beneficio di un ritorno a Freud e allinconscio.
pologia lvi-straussiana e nemmeno nella linguistica saussuriana. Preciso subito, come ha gi fatto Jacques-Alain Miller, che il rap-
Ma Lacan con la sua ontologia passa dal registro della descrizione porto di Lacan con i concetti esistenziali non deriva affatto da una ri-
della struttura a una logica del fondamento stesso del soggetto in quan- presa della psicoanalisi esistenziale che Sartre aveva tentato di costrui-
to essere. Claude Lvi-Strauss non ha del resto rinunciato a criticare re nel 1943. Lacan non ha smesso di criticare quella psicoanalisi esi-
severamente il modo in cui Lacan era strutturalista, affermando, alla fi- stenziale che rifiuta il postulato dellinconscio e cos lapporto singola-
ne della sua vita, che non avrebbe accordato nessuna indulgenza a re di Freud. Si tratta in Lacan di un utilizzo dei concetti dellontologia
quella forma di impostura che, [...] con lintroduzione di una metafi- fenomenologica de LEssere e il Nulla che gli peculiare, che fatto in
sica del desiderio nella logica del concetto, togliesse a questultima il vista di un ritorno a Freud, e che produce dunque, allo stesso tempo,
suo stesso fondamento.3 Ci che separa Lacan dagli strutturalisti del una ripresa sovversiva di questi concetti, dal momento che risultano
suo tempo che egli, pur introducendo lo strutturalismo nella psicoa- delocalizzati dalla loro filosofia di appartenenza. Mi sembra che, se c
nalisi ha cercato di formulare unontologia fondata sul soggetto e il suo in Lacan unontologia della psicoanalisi, se egli ha detto cos nel corso
desiderio dessere. del Seminario XI. Quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, del-

3 C. Lvi-Strauss, Luomo nudo, EST, Milano 1998, p. 593. 4 Vedi in particolare la lezione del 17 marzo 1999, pubblicata ne La Psicoanalisi, n. 32, 2002.
328 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 329

lanno 1964, ossia che anche lui, come tutti, aveva la sua ontologia, a da uno sforzo per pensare il soggetto stesso e il suo essere. Mi propon-
partire da una presa in prestito dallontologia sartriana, sviata dalla sua go dunque di mostrarvi questi quattro utilizzi dellontologia corrispon-
funzione filosofica iniziale. denti a quattro momenti differenti dellelaborazione lacaniana.
Questo prestito traspare attraverso quei concetti di Lacan che deri-
vano dallontologia sartriana e non dallontologia aristotelica a cui tut- 2.1. Ontologia 1
tavia si riferir, per separarsene alla fine, nel Seminario XX. Ancora, del
1972-1973. Questi concetti sono quindi quelli dellontologia promossa Dico subito che lontologia, il riferimento allessere, appare fin dal
da Sartre nel 1943 in LEssere e il Nulla, quelli che mettono insieme gli Discorso sulla causalit psichica, in cui Lacan si oppone a Henry Ey. Nel
elementi della fenomenologia husserliana e dellontologia heideggeria- 1946 cercando di precisare loggetto della psichiatria, Lacan fa entrare
na. cos che i concetti di desiderio dessere, di mancanza-a-essere e di in scena lontologia contro lorgano-dinamismo. Mentre Henry Ey ri-
disessere, che appartengono a Lacan, testimoniano tuttavia di quanto cerca la causa della follia a partire da una ripresa della teoria neurolo-
abbia recuperato dallontologia sartriana per assegnarle un altro scopo, gica di Jackson e considera il delirio stesso unalterazione delle funzio-
quello di riformulare la psicoanalisi freudiana. In effetti se non c on- ni superiori dello psichismo, Lacan gli risponde annunciando che il
tologia negli strutturalisti, allora non c nemmeno, a dire il vero, in fenomeno della follia non separabile dal problema della significazio-
Freud. In questo senso si pu dire che alla metapsicologia freudiana ne per lessere in generale, ossia dal linguaggio per luomo (Scritti, p.
Lacan ha sostituito una ontologia che ha il suo proprio marchio. 160). La causalit essenziale della follia dunque la causalit psichica,
che dipende essa stessa da una credenza del soggetto sul suo essere.
Ontologia lacaniana Di conseguenza non in termini di deficit che bisogna concepire la fol-
Metapsicologia freudiana lia, n in termini di alterazione delle funzioni superiori, e nemmeno di
disadattamento alla realt, ma in termini ontologici, cio sia come rap-
Ma perch Lacan ha dispiegato unontologia? In che senso que- porto con il significato in generale sia come rapporto con lessere. La
stontologia riguarda la psicoanalisi? Se Lacan nel suo ultimissimo in- follia definita cos da Lacan come la virtualit permanente di una fa-
segnamento si alla fine separato dallontologia, dal riferimento alla glia aperta nella sua essenza (Ivi, p. 170), una faglia che lo porta a di-
categoria dellessere per valorizzare la categoria del reale, se la logica sconoscere, non tanto la realt, ma la dialettica dellessere. Questa
ha cos preso il sopravvento sullontologia resta tuttavia che il rapporto immediatezza dellidentificazione nella follia che si chiama infatuazio-
con quellontologia non stato accidentale e nemmeno occasionale, ma ne dipende da credenze deliranti sullessere che si e non da un erro-
stato in un certo modo uninvariante, un punto fisso nellapproccio re di giudizio, da un cedimento organico o da un difetto delle funzioni
della psicoanalisi proposto da Lacan. superiori dello psichismo.

Psicoanalisi Ontologia 1 Linguaggio


Ontologia Essere
Faglia
Ci che si pu dire che ci sono differenti usi dellontologia a se-
conda degli obiettivi della dimostrazione sullessenza della psicoanalisi Lontologia nasce qui, nel discorso di Lacan, per mostrare la cau-
nei diversi momenti del suo insegnamento. Distinguo qui quattro tem- salit essenziale della follia, ed anche per stabilire, al di l di questa
pi che precedono il suo ultimo insegnamento, quattro tempi che corri- causalit, lassenza di causalit ultima che Lacan in Discorso sulla cau-
spondono a quattro usi dellontologia fenomenologica tratta dalla filo- salit psichica formula come insondabile decisione dellessere (Ibi-
sofia contemporanea dellinizio del ventesimo secolo e che dipendono dem, p. 171).
330 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 331

Con questa formula, rimasta celebre, Lacan riprende ci che Sartre arrivi a riconoscere e a nominare il suo desiderio, ecco qual lazione
aveva colto come un irriducibile, cio una determinazione spontanea efficace dellanalisi. Ma non si tratta di riconoscere qualche cosa che
del nostro essere che non si pu spiegare al di l di se stessa, poich es- sarebbe qui, gi dato, pronto a essere cooptato. Nominandolo il sog-
sa il soggetto stesso che non si fonda su nientaltro che su una decisio- getto crea, fa nascere una nuova presenza nel mondo (Sem. II).
ne dessere. Secondo Sartre ogni soggetto sempre separato dalla sua Questo desiderio che arriva a essere quando nominato, Lacan lo
essenza. In quanto nulla dessere il soggetto cerca una soluzione al pro- spiega come un rapporto dellessere alla mancanza, mancanza che non
blema dellessere. Si pu dunque dire che Lacan, appoggiandosi a He- , dice lui, mancanza di questo o di quello, ma mancanza dessere at-
gel e Heidegger, prende dallontologia fenomenologica sartriana lidea traverso cui lessere esiste. Riprende dunque qui, esplicitamente, la de-
di una faglia nellessenza del soggetto il che permette di spiegare lin- finizione sartriana del desiderio considerato come relativa al nulla des-
fatuazione del folle come una scelta dessere contro la mancanza desse- sere del soggetto. Da parte sua Sartre nel 1943 aveva scritto che il desi-
re. la prima apparizione dellontologia in Lacan, che inaugura anche derio mancanza dessere, che intimamente assillato dallessere di cui
il suo stile cos singolare nel suo modo di reinventare la psicoanalisi. esso il desiderio.

2.2. Ontologia 2 Sartre, Lacan


Mancanza dessere
Se avanziamo un po di pi nellinsegnamento pi importante del Desiderio
Lacan strutturalista, quello di Funzione e campo della parola e del lin-
guaggio del 1953, e quello dei Seminari degli anni 50, possiamo osser- Anche prima di dar cos conto del desiderio ne Lessere e il nulla
vare un nuovo uso dellontologia fenomenologica. Si tratta da quel mo- Sartre, nel suo primissimo saggio del 1936, La trascendenza dellego
mento di unontologia contro la psicologia. Si tratta di un discorso sul aveva criticato lego come oggetto, cio come effetto di una operazione
desiderio dessere e la sua precariet, ma che si esercita contro la psico- riflessiva della psicologia che riduce il soggetto a uno psichismo opaci-
logia della dipendenza, contro lEgopsychology, ossia contro la relazio- ficato, mentre per Sartre era solo intenzionalit. Se Lacan insiste tanto
ne doggetto. Lacan si serve ora dellontologia fenomenologica sartria- sulla portata ontologica del desiderio, ossia sul fatto che il desiderio
na del desiderio dessere per criticare ogni ideale di adattamento dellio non ha niente a che vedere con questo o quelloggetto in particolare e
alla realt, ogni ideale di maturazione degli istinti o di un rapporto ar- che dunque non pu essere colto in una logica della frustrazione e del-
monioso con loggetto, ossia ogni ideale di autonomia dellio. la gratificazione con lo scopo separandosi qui da Sartre di dar
conto dellinconscio freudiano come formulazione di desiderio in-
Ontologia 2 conscio che stato in seguito cancellato dai postfreudiani a favore del
Ontologia lacaniana Psicologia dellIo riferimento allio ed alla relazione doggetto. Dunque, ci che distingue
Desiderio dessere Ideale dautonomia fondamentalmente il soggetto dellinconscio come soggetto che parla
Parola Relazione doggetto dallio immaginario il fatto che il soggetto che parla rinvia allessere
in quanto desiderio, mentre lio non che unimmagine silenziosa che
Lacan concepisce invece lo stesso oggetto della psicoanalisi a parti- permette di dimenticare la mancanza-a-essere prodotta dal linguaggio
re dal desiderio e dalla parola e afferma che la funzione della parola e che cancella in tal modo la castrazione.
stata dimenticata dai post-freudiani, che si sono interessati pi a quel
che il soggetto non dice che a quello che dice, anche per fare del de- Desiderio Oggetto
siderio dessere ci che fonda il soggetto parlante, al di l dellio imma- Soggetto Io
ginario. Nel Seminario II, siamo nel 1955, dice cos: Che il soggetto Castrazione Ideale
332 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 333

La ripresa sartriana del desiderio dessere allinterno di una criti- Lacan precisa qui luso che fa dellontologia per rileggere Freud. Se
ca della psicologia dellio permette a Lacan di dar conto della scoper- questultimo nella Metapsicologia ha detto a proposito della pulsione,
ta di Freud, in quanto quella, come dice in Funzione e campo della che era un concetto limite tra lo psichico e il somatico, Lacan mostra in
parola e del linguaggio: del campo delle incidenze nella natura che senso questa frontiera indica che la pulsione non attiene n alla
delluomo delle sue relazioni con lordine simbolico e della risalita del psicologia n alla biologia ma allontologia. lo stesso Lacan dunque a
loro senso fino alle istanze pi radicali della simbolizzazione nellesse- dire che la pulsione non una nozione psicologica n biologica, ma on-
re. Lontologia consente dunque a Lacan di ridurre il campo della tologica. Da questo punto di vista potrebbe gi dire che lontologia
psicologia a quello dellimmaginario, il campo dellio a quello del- della pulsione rappresenti un superamento dellontologia fenomenolo-
linerzia, per mettere in luce che lessere del soggetto desiderante gica ed quanto annuncia ci che Jacques-Alain Miller ha definito nel
eccentrico a ogni soddisfazione. cos che pu dire nel 1958, nel cor- suo corso di questanno, la rinuncia allontologia a favore del registro
so del Seminario V. Le formazioni dellinconscio, che ci con cui confi- del reale. Spostare cos, come fa Lacan nel 1960, lontologia dellesse-
na il desiderio, non nelle sue forme sviluppate o mascherate, ma nella re parlante verso la pulsione vuol dire superare lontologia semantica,
sua forma pura e semplice, il dolore di esistere. Ed da qui che par- che faceva del linguaggio il luogo stesso dellessere, per indicare un al-
tono tutte le contingenze che hanno ostacolato il corso di unesisten- tro livello di approccio del sintomo, considerato questa volta a partire
za singolare. dalla pulsione.

Desiderio Io Ontologia semantica


Dolore di esistere Inerzia Pulsione
Reale
2.3. Ontologia 3 Sinthomo

In un terzo momento, allinizio degli anni 60, si pu distinguere un Allinterno di questo terzo tempo, allinizio degli anni 60, si opera
nuovo uso dellontologia, questa volta relativo alla rimessa in questione ci che potrebbe definirsi un capovolgimento dellontologia fenome-
della sovranit dellordine simbolico. nel seminario del 1959-1960, nologica e semantica. precisamente nel seminario del 1962-1963
Letica della psicoanalisi, che Lacan introduce lontologia per giustifica- Langoscia, che si pu cogliere questo capovolgimento. Laffetto di an-
re lo statuto della pulsione. Uno dei sottotitoli scelti da Jacques-Alain goscia era in effetti considerato dai filosofi dellesistenza, da Heidegger
Miller nella lezione del 27 gennaio del resto: La pulsione, nozione fino a Sartre, come laffetto privilegiato che consente di accedere alles-
ontologica. Alla fine di questa lezione sulla creazione ex nihilo, Lacan sere stesso del Dasein o al nulla dessere del soggetto. Secondo loro es-
annuncia in effetti che il Trieb non pu affatto limitarsi a una nozione sere angosciati non significa essere angosciati da questa o quella situa-
psicologica, giacch una nozione ontologica assolutamente fonda- zione del mondo, da questo o quelloggetto in particolare, ma trovarsi
mentale, la quale risponde a una crisi della coscienza che non siamo in rapporto con il proprio essere in quanto nulla dessere. La nozione
costretti a a cogliere pienamente, dal momento che la viviamo (Sem. ontologica primaria a cui langoscia portava, era dunque, dal punto di
VII, pp. 150-151). vista della filosofia esistenziale, il nulla.
Ma con il Lacan del 1962, langoscia che prima era un modo di ac-
Ontologia 3 Pulsione cesso al registro ontologico, allinterrogazione sullessere, diventa un
Nozione ontologica modo di accesso al reale. Nella sua introduzione al Seminario X. Lan-
Simbolico goscia, Jacques-Alain Miller ha mostrato che loggetto piccolo a que-
stoggetto che non entra nella sfera degli scambi, questoggetto che non
334 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 335

comunicabile ma davanti al quale sorge langoscia uno dei modi vanti al nulla, ma davanti alloggetto a che appare l dove non dovreb-
di accesso al reale.5 Qui non si tratta pi di accedere allessere, al nu- be esserci niente e che fa emergere una stimolazione pulsionale che esi-
cleo del nostro essere, ma di accedere al reale in quanto il sintomo ha ge soddisfacimento. Il pericolo davanti a cui sorge langoscia non il
una consistenza che non pi soltanto simbolica ma anche pulsionale. nulla. Per Lacan loggetto dellangoscia non il nulla ma la Cosa. Si
Nel seminario Langoscia Lacan conserva dellontologia il postulato potrebbe dunque parlare, a partire dalla pulsione e dallangoscia, di
della mancanza dessere come punto di appoggio per il soggetto, ma unimmersione al di qua dellontologia che testimonia un orientamento
pone langoscia come mancanza della mancanza, ossia precisamente della prassi analitica sulla ripetizione e la pulsione, e non pi soltanto
ci che sorge davanti a un oggetto che priva il soggetto della mancanza sulla parola e la rimozione.
dessere che gli consentirebbe di accedere al desiderio.
2.4. Ontologia 4
Angoscia
Mancanza della mancanza In ci che qui un ricominciare di Lacan, compare un nuovo uti-
Oggetto a lizzo dellontologia destinato a essere superato dalletica. in effetti
Reale nel Seminario XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, che
Lacan risponde alla sua scomunica con uno sforzo di rifondazione
In ci che Jacques-Alain Miller aveva definito unimmersione al di dellinconscio, in quanto questa volta definisce linconscio come una
qua del desiderio e di cui si potrebbe parlare anche come di unim- discontinuit che nasce al cuore del discorso, come una faglia che ob-
mersione al di qua dellontologia, nasce allora una nuova definizione bedisce a una struttura temporale.
dellesistenza che non pi mancanza-a-essere ma separazione, sacrifi-
cio di un pezzo di corpo. Questa parte perduta, quella di cui Lacan Ontologia 4 Inconscio
pu dire nel 1963 che presa nella macchina e che per sempre irre- Beanza temporale
cuperabile. Prima di accedere alla dialettica dellessere, ossia alla dia-
lettica significante della macchina simbolica, il soggetto si separa da un Jacques-Alain Miller ha ricordato che nel 1964 che si era rivolto
pezzo del suo corpo, separazione che la condizione dellincontro con per la prima volta a Lacan in pubblico per interrogarlo sulla sua onto-
il mondo dellAltro. logia, a partire dai riferimenti ontologici che cerano gi nel suo scritto
del 1958 La direzione della cura, scritto in cui Lacan in effetti afferma-
Pezzo di corpo va che proprio nel rapporto allessere che lanalista deve assumere il
Perdita, separazione suo livello operativo. Lacan dunque, nella lezione del 29 gennaio 1964
Mondo dellAltro del Seminario XI, riprende losservazione di Jacques-Alain Miller che
concerneva la funzione strutturante di una mancanza che permette
Lacan riprende allora il vocabolario ontologico dellabbandono, di dedurre unontologia. Poi, nella lezione seguente, fa riferimento al-
della derelizione, per dar conto di questa separazione inaugurale, di lanalisi sartriana dello sguardo certo per celebrarla, ma anche per
questa cessione delloggetto che comunque anche il soggetto stesso, mostrarne linsufficienza e si appoggia allora allontologia fenomeno-
ma lo fa con lo scopo di far emergere il rapporto del soggetto con la logica per ridefinire lo statuto dellinconscio. In effetti, si pone la que-
pulsione. Langoscia, per come la psicoanalisi la coglie, non sorge da- stione di sapere se si pu dispiegare unontologia dellinconscio a par-
tire da questa faglia che Lacan ha sottolineato riprendendo un esempio
5 J.-A. Miller, LAngoscia. Introduzione al Seminario X di Jacques Lacan, Quodlibet, Macera- degli inizi della teoria freudiana, quella della dimenticanza di un nome
ta 2006. che fa nascere una discontinuit allinterno del discorso.
336 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 337

Precisiamo che Sartre non ha mai descritto unontologia dellin- Inconscio


conscio, dal momento che non ne riconosceva lesistenza. Ma tuttavia Ontico
appropriandosi della fenomenologia della coscienza definita da Sartre Etico
come un essere che non perviene a essere, come se fosse dellordine del
non essere, che Lacan definisce linconscio come un non-essere, un
non essere ancora, un dover essere, ossia un non realizzato che Lo statuto etico dellinconscio ci che fa s che linsorgenza della
chiede una realizzazione. Lacan afferma cos che la faglia dellinconscio sua presenza richiami un atto che una risposta. per questo che lo
pre-ontologica, vale a dire che non n dellordine dellessere n del psicoanalista fa parte del concetto di inconscio. per questo che lin-
non essere, ma del non realizzato. conscio, che si manifesta senza essere poter essere riacciuffato in tem-
qui ci che porta Lacan nel 1964 a parlare di quel che ontico po, sparisce subito come causa persa. Lacan pu cos, nel 1964, cerca-
nella funzione dellinconscio, ossia che linconscio non da cogliere re di fondare un inconscio temporale e trarre, dallesplicitazione del
come un essere ma come un apparire, come un fenomeno che sorge suo comparire stesso nel discorso, conseguenze relative alla prassi del-
prima di sparire, e di cui lessere non nullaltro che questo emergere. lanalisi. Lanalista pu avere un effetto sulla ripetizione solo sottoli-
Nel suo corso Les Us du laps del 1999, Jacques-Alain Miller aveva sot- neando ci che assomilgia allincontro mancato con il reale, nella ma-
tolineato questo statuto dellinconscio come fenomeno che si inscrive niera in cui si presenta per caso nella seduta.
come elemento che nasce qui ed ora nella trama del tempo, nellistan- Per finire e per concludere, aggiungo che al di l dei differenti usi
te. Dunque c qui come una ripresa dello statuto stesso del fenome- che ne ha fatto, c una certa unit nellontologia che Lacan ha dispie-
no, come laveva accostato Sartre nel 1943, dal momento che per que- gato. Dal 1946 al 1967, dal Discorso sulla causalit psichica alla Proposta
sto filosofo ed ci che lo separava da Heidegger non esiste un es- del 9 ottobre 1967 sullo psicoanalista della Scuola, si passa dal viraggio
sere con la E maiuscola che sarebbe al di l degli essenti. Ci sono solo i che fa oscillare un essere nella follia, viraggio dellimmediatezza del-
fenomeni e il soggetto, soggetto che non ha altro fondamento che la lidentificazione in una stasi dellessere, a un altro viraggio che in
sua mancanza dessere. Secondo Sarte lessere del soggetto non unanalisi pu condurre alla passe. Questa funzione strutturante di una
nientaltro che la sua mancanza dessere. mancanza nellessere, che Jacques-Alain Miller aveva sottolineato nel
1964, la si ritrova dunque sul versante della follia come troppo pieno
Inconscio dessere, come infatuazione del soggetto che crede di essere ci che e
Fenomeno che si sente nello stesso tempo misconosciuto nel suo essere dallaltro.
Ontico Lo si ritrova poi anche proprio sul versante della fine dellanalisi come
accesso al disessere, l dove il soggetto liberato dalle identificazioni
Il riferimento allontico, che permette a Lacan di spiegare lo statu- che avevano riempito il suo vuoto.
to fenomenico dellinconscio come evento, tuttavia superato allinter-
no stesso di quel Seminario XI, dal momento che Lacan pu in effetti Mancanza nellessere Follia
affermare che lo statuto dellinconscio, cos fragile come fenomeno sul Identificazione
piano ontico, etico. Insomma, l dove Sartre aveva argomentato che Passe
non si poteva dedurre nessunetica dallontologia fenomenologica, La- Disessere
can ritiene, al contrario, che dalla fragilit ontica dellinconscio si pu
dedurre unetica e che anzi necessario. Ma in questo passaggio del soggetto al parlessere permane ancora
un riferimento allessere. In effetti, come Jacques-Alain Miller ha mo-
strato questanno, un essere che, anche lui, trae il proprio essere dal-
338 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 339

la parola, anche se nello stesso tempo trae la sua esistenza dal godi- 3
mento, quello di reiterare le modalit di incontro tra il linguaggio e un
corpo che ne ripercuote gli echi. Lontologia appare allora seconda ri- JACQUES-ALAIN MILLER: Grazie a Clotilde Leguil per questo per-
spetto al primato del reale. corso ritmato che evidentemente evoca, come ogni volta che parliamo
qui di filosofia, termini e riferimenti che non sono di uso comune per
Reale luditorio. Certo sarebbe necessario, quanto a questo, arrivare a com-
Ontologia piere un piccolo progresso. Lei ha fatto riferimento a Lessere e il nul-
la, un tomo di circa 700 pagine e che aveva fama, durante loccupa-
Lontologia, da cui Lacan si separa esplicitamente nel 1972-73, trae zione tedesca, di venire usato come unit di misura nelle bilance per-
i suoi fondamenti dalla filosofia antica, dalla semantologia aristotelica ch pesava proprio un chilo. Ma forse troppo chiedere a questo udi-
che Lacan aveva gi esaminato nel Seminario VII. Letica della psicoana- torio di percorrere le 700 pagine, anche se ci sono molte parti che so-
lisi, ossia quellontologia che orienta lessere a partire da un Bene su- no rilassanti.
premo. Possiamo dire che questontologia ad essere presa di mira in- Ma larticolo di riferimento che Clotilde ha menzionato La tra-
nanzitutto nellanalogia che propone Lacan tra la prospettiva ontologi- scendenza dellego, che era apparso, prima di essere pubblicato in vo-
ca ed il discorso del padrone, dal momento che proprio lontologia lume, in una rivista che Lacan leggeva ed in cui credo che lui stesso
aristotelica che assegna allesistente un essere da realizzare, unessenza avesse scritto. Era la rivista dei filosofi di punta tra le due guerre, nella
da raggiungere. Ora, nellontologia fenomenologica sartriana non c quale scriveva Alexandre Koyr che Lacan aveva conosciuto e che ave-
essenza del soggetto, ma semplicemente una mancanza dessere, una va preso come riferimento di base della sua epistemologia. Anche
faglia irriducibile. Ma questontologia fenomenologica anchessa su- Kojve collaborava a questa rivista, lui che allepoca era stato accolto
perata da Lacan nel senso in cui, al di l o al di qua del nulla dessere, in Francia dallo stesso Koyr. dunque nella rivista Recherches filoso-
resta qualcosa che non n essere n non-essere ma che energheia, fiques che Sartre nel 1936 pubblica il suo primo articolo. Lo ha scritto
attivit pulsionale, godimento dellessere. prima de Limmaginario ed veramente la sua prima sensazionale ap-
La prospettiva ontologica per comprendere la fine dellanalisi non parizione sulla scena filosofica. Poi questo articolo stato rieditato
sembra allora pi bastare, nella misura in cui il disessere non sussume nelle edizioni Vrin, nel 1965, da una giovane filosofa che diverr in se-
lessere sessuato. Lontologia definirebbe il registro di ci che permette guito la figlia adottiva di Simone de Beauvoir. Credo che questo arti-
allanalisi di trasformare lessere per far emergere il desiderio, ma il colo sia ancora disponibile. Certo un testo arduo da leggere per chi
reale lascia intravedere che ci non cambier mai, in quanto, cito La- non conosce la filosofia. Non chiarisce i suoi concetti con degli esem-
can, lessere sessuato interessato nel godimento. Ci che non cam- pi, come accade ne Lessere e il nulla: in compenso un testo molto
bier mai ci che dipende dal nostro corpo e dal modo in cui la mu- pi breve.
sica pi o meno dissonante delle parole ha potuto inscriversi nella no- In ogni caso certo che stato un articolo essenziale per Lacan.
stra esistenza. Credo veramente che abbia segnato per lui un momento importante:
ne restano le tracce in tutto il suo insegnamento. Questo articolo da
Ontologia aristotelica inserire nel novero degli articoli di cui Lacan far uso pi tardi e che
Discorso del padrone conteranno molto per lui, come quello di Lvi-Strauss intitolato Leffi-
Ontologia sartriana cacia simbolica e a cui far riferimento nel Seminario IV, dedicato al
Desiderio dessere piccolo Hans. Questarticolo di Lvi-Strauss era infatti una critica, ma
Henologia anche una satira della psicoanalisi, eppure Lacan lo aveva preso molto
Godimento bene, dal momento che dopo averne terminata la lettura ha avuto lillu-
340 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 341

minazione di queste tre categorie, luna collegata alle altre, ossia il sim- Il verbo viser, prendere di mira qui assolutamente preciso.
bolico, limmaginario e il reale. Larticolo di Sartre da considerare al- Lidea secondo cui la coscienza mira, si riferisce alla nozione di inten-
lo stesso titolo di quello posteriore di Lvi-Strauss. zionalit, termine tecnico che Sartre aveva celebrato in un piccolo ma
Sartre beninteso usa il termine ego in senso filosofico ma, per una famoso articolo di quattro pagine, del 1939, per dire quanto questo
meravigliosa coincidenza accade che sia proprio il termine di ego al concetto fosse per lui liberatorio in rapporto alla psicologia. Lintenzio-
centro della seconda topica di Freud, quella che distingue lIo o lEgo, nalit poggia sullidea che pu sembrare un po scialba che ogni co-
lEs ed il Super-io. Questo articolo comunque la base, non clinica ma scienza coscienza di qualche cosa, che ogni coscienza una mira ver-
filosofica, della critica a cui Lacan si dedicher dopo la guerra, ossia la so qualcosa che le trascendente, che le esterna. a questo titolo che
critica della forma che ha preso la psicoanalisi freudiana una volta si parla di fenomenologia, dal momento che questa la base della feno-
adottata negli Stati Uniti. Dopo di che si irradier in Europa e nel menologia di Husserl che Sartre era andato a studiare in Germania.
mondo con il nome di Egopsychology, psicologia dellio. Tutto il primo questa prima lettura di Husserl che Sartre ha raccontato, condensato,
insegnamento di Lacan Funzione e campo della parola e del linguaggio radicalizzato ne La trascendenza dellego.
e il seguito, , anno dopo anno, una cannonata contro lEgopsychology,
la versione di moda della psicoanalisi, quella che trascura linconscio Coscienza Intenzionalit Ego
inscritto nella prima topica di Freud, per basarsi esclusivamente sulla
seconda, cio sulla tripartizione Io, Es e Super-io e che d uninterpre- Quel che definisce la coscienza di essere unintenzione in qualche
tazione psicologica di queste tre istanze freudiane. Una delle palle che sorta pura, ci che in Husserl implica per esempio la critica del cogito
Lacan mette nel suo cannone in quel momento, anche se, per canno- cartesiano, che appare allora come una specie di formazione di concre-
neggiare anno dopo anno, ne serviranno molte proprio questarti- zione della coscienza. Implica anche, nello stesso Husserl, la critica del-
colo, La trascendenza dellego di Jean-Paul Sartre. lIo trascendentale che Kant definisce come ci che accompagna sem-
pre le rappresentazioni. In fondo il cogito, il mi penso come pensante,
La trascendenza dellego la coscienza che si prende per oggetto, che si pone come oggetto. In
Critica dellEgopsychology tal modo si devono distinguere due stati della coscienza: il suo stato ir-
riflesso e il suo stato riflesso. Quando riflessa appare in posizione di
Sulla Trascendenza dellego evidentemente bisogna spendere una oggetto. Quando irriflessa, non c lio. Ci sono stati di coscienza in
parola. Forse necessario spiegare il termine di trascendenza nel titolo cui non penso a me, in cui lio non appare.
di questo articolo. Inutile precisare che non nel senso in cui si dice di
qualcosa che geniale, che trascendente. Ma non neanche la tra- Coscienza irriflessa Coscienza riflessa
scendenza nel senso in cui si pu impiegare in modo assoluto come di- Fuori io Oggetto
vinit, o come super-essere. E non neanche la trascendenza kantiana,
ma non farete questo errore se non conoscete il senso kantiano del ter- Sartre fa un esempio nel suo breve articolo, un esempio abbastanza
mine trascendentale. In Sartre si tratta di una trascendenza nel senso generico, ed in cui si tratta di correre dietro al bus. Oggi non si corre
in cui lego fuori di, nel senso dellex-sistenza dellego. La tesi fonda- pi dietro allautobus, perch i mezzi sono tutti chiusi. Ma allepoca in
mentale di Sartre di stabilire che lego esiste fuori della coscienza, cui Sartre scriveva, negli anni cinquanta e sessanta, gli autobus avevano
di distinguere la coscienza e lego. Lego non la coscienza ma uno de- delle piattaforme, con una cinghietta di cuoio che ne limitava laccesso,
gli oggetti che la coscienza pu prendere in considerazione. Trascen- il che permetteva, anche se si era perso lautobus, di corrergli dietro
dente vuol dire che lego come un oggetto del mondo che la coscien- per prenderlo saltando sulla piattaforma. Oggi non ci sono pi autobus
za prende di mira, salvo che non , a dire il vero, nel mondo. cos. Ebbene, Sartre ci dice che nel momento in cui corro dietro allau-
342 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 343

tobus, non penso a me sono sparito. Siamo qui nello stato irriflesso so un assoluto non ha esterno, non ha contrario, sui generis nella
della coscienza, in cui non c Io (Je). soltanto con latto di riflessio- sua dimensione e non sostanziale. Non una sostanza, non un es-
ne, soltanto se mi metto a riflettere che appare un Io. solo l che mi sere poggiato qui e che si pu definire, ma una pura spontaneit che
pongo in quanto Io e si tratta allora di una formazione secondaria che va verso. Sartre dice anche, ne Lessere e il nulla, che la coscienza non
non traduce la verit o lautenticit di questa coscienza allo stato im- potrebbe essere delimitata che da se stessa che quasi unespressione
personale. C dunque un campo di coscienza senza Io e c un campo di Spinoza a proposito della sostanza, mentre questa coscienza posta
di coscienza in cui lIo appare solo secondariamente. da Sartre come non sostanziale.

... Non sostanziale


Coscienza Coscienza
Io (Je) Assoluta

molto sommario ci che dico, forse anche pi di quello che dice Si ha dunque da una parte, come nel titolo del libro di Sartre, la
Sartre. Ma comunque sufficiente per capire come Lacan sposter coscienza che nulla e, dallaltra, lessere come essere-in-s, che ignora
questi due campi della coscienza sul Wo Es war, soll Ich werden di tutto poich il rapporto tra i due che la coscienza conferisce senso,
Freud. L dove non pensavo lIo, l dove lIo non era, cio nellEs, lIo apporta il senso. Il che suppone evidentemente ma non molto te-
deve avvenire. Quel che in Sartre il campo di coscienza impersonale matizzato da Sartre di sapere quale sia lessere del senso, che appare
o pre-personale, ben diverso dallapparizione riflessiva dellIo, spo- allora come un indefinibile.
stato da Lacan su questa frase freudiana: L dove (Es) era, (Io) devo av-
venire. L dove era lEs, deve avvenire lIo (Je). qui il paradosso, cio Senso
quel che definito quanto c di pi puro della coscienza e da cui ogni
concrezione evacuata, cio ci che definito come coscienza che mi- Nulla Essere-in-s
ra verso altra cosa stato che, per essere precisi non uno stato, ma
piuttosto un movimento, una mira, una spontaneit pura tradotto Tutto questo comunque sembrato molto importante a Lacan per
da Lacan in termini di Es, in cui, in effetti, lIo non . Non ci si ricono- attaccare al cuore lEgopsychology, che considerava lego esattamente
sce nellEs. Si definito lEs come Es (a), proprio perch non si nel- come un oggetto psicologico, un oggetto dotato di propriet psicologi-
lEs, non sono a casa mia nellEs. che eventualmente misurabili. LEgopsychology riteneva che lego psi-
coanalitico fosse la stessa cosa dellego psicologico. Le propriet del-
Campo della coscienza lego sarebbero oggettivamente misurabili, lego sarebbe dotato di un
Wo Es war, soll Ich werden certo numero di meccanismi, per esempio i meccanismi di difesa di cui
si occupava Anna Freud. Dunque Lacan ha mosso una critica allog-
A questo riguardo quale la modalit dellessere di questa coscien- gettivismo con i mezzi che gli offriva la fenomenologia praticata da Sar-
za che non Io, che prima dellIo? Diciamo che una pura sponta- tre e da Merleau-Ponty. Lacan si ritrovato con questi filosofi nella
neit, ma che, dal punto di vista dellessere, un nulla, un nulla che si battaglia contro loggettivismo, e ci sono per forza, in queste differenti
dirige verso un nulla che costituente. Non costituito come un ogget- critiche, dei circuiti che sono comuni.
to, al contrario costituente degli oggetti e in questo soprattutto che d Che cosa loggettivismo? Diciamo che il misconoscimento del
loro un senso. ci che obbliga Sartre ad inventare una categoria spe- ruolo della funzione della spontaneit costituente del senso. Loggetti-
ciale per questa coscienza irriflessa. Deve dire che essa al tempo stes- vismo cancella il posto del rapporto con la significazione. Sartre invece
344 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 345

considera che la coscienza fa questo, diventa questo, si fa questo. In- Trascendenza dellego
somma, qui si tratta di una coscienza in trasformazione. Loggettivismo Stadio dello specchio
considera al contrario che questa coscienza sia abitata da effetti che so- Hegel
no essi- stessi presi come cose. Si ha a che fare solo con un mondo di
cose e con rapporti di causalit meccanica tra di loro. Si dimentica al- Con La trascendenza dellego abbiamo la nozione di una coscienza
lora che le questioni di senso non hanno una causalit meccanica. co- pura che, a partire dalla sua spontaneit, si fa questo o si fa quello.
s che nella Trascendenza dellego Sartre critica lidea secondo cui Con lesperienza dello specchio abbiamo lidea di un rapporto dellio
levento psichico sarebbe una cosa. Se non si ricostituisce il movimen- Lacan utilizza il termine di soggetto con limmagine dellaltro. E
to puro della coscienza ci si immagina che gli eventi psichici sono come con Hegel si ha lidea di applicare la dialettica del padrone e del servo
cose, mentre occorre, al contrario, restituire la spontaneit della co- a questo rapporto dellio e dellaltro. Se Sartre apporta nel suo artico-
scienza nellevento psichico. lo la nozione di un essere che si fa o di un essere che si deve fare, di un
essere in divenire, in divenire dal nulla verso lessere, non si tratta tut-
Coscienza Oggettivismo tavia dellaltro. In effetti, si tratta di un assoluto e quando si assoluto
Spontaneit Cose non c altro. Non c Altro dellAltro nellassoluto. Lassoluto da so-
lo. quel che apporta Sartre. Con lo specchio si aggiunge laltro. E
Allepoca era divenuta una moda, la moda di dire che questo o poi con Hegel comincia a diventare interessante: il padrone, il servo,
quello non una cosa. Un sociologo che si chiamava Jules Monnerot, ecc. Ho detto che era un cocktail, ma si tratta piuttosto di una scena
aveva anche scritto un libro di cui almeno il titolo era famoso: I Fatti che sale progressivamente per il fatto che la radice comune di Sartre e
sociali non sono cose. Potete declinare questo tema allinfinito. co- Lacan Kojve. Sartre non era, credo, uno tra gli uditori di Kojve
munque rimasto abbastanza vivo, sebbene sia un po spiritualista. Si ri- allepoca, ma ne aveva sicuramente tutti gli echi. In ogni caso lo ha let-
pete ancora che non bisogna trattare le persone come cose, non biso- to e lo ha studiato.
gna trattare ci che loro capita come cose, ecc. E occorre intenderlo Abbiamo dunque lidea di una coscienza che deve essere quel che
nel senso che lumanit delluomo gli impedisce di essere una cosa. Gli , ossia di una dinamica che proviene da uno scarto iniziale, da una
umanisti, a differenza degli oggettivisti, non tratterebbero gli uomini faglia che Clotilde Leguil ha ricordato. a partire da qui che Lacan
come cose. Sapete che Lacan ha preso le distanze da questa variazione, ha avuto lidea che per desoggettivare e depsicologizzare la psicoana-
parlando di La cosa freudiana (Scritti). Questo del resto aveva fatto ar- lisi, occorreva tornare per prima cosa alla prima topica freudiana: os-
ricciare il naso a molti. In effetti, dire cosa freudiana nel 1956... Le sia restituire i suoi diritti allinconscio. A noi sembra evidente che la
persone non potevano che dire: non la stessa cosa. psicoanalisi si rapporti con linconscio, ma non era affatto evidente
Questa critica sartriana dellego un ingrediente assolutamente im- quando Lacan cominciava il suo insegnamento. Linconscio era consi-
portante. Ma ha i suoi limiti e non si tratta di entrarci ulteriormente. derato quasi desueto, era sostituito dallego. Bisognava dunque innan-
Noto soltanto degli slanci di temi, di influenze, di espressioni. Sono es- zi tutto restituirgli il proprio posto, e poi definirlo sulla stessa linea di
senzialmente dei rapporti che metto in evidenza. Si pu dire tuttavia questo rapporto della coscienza con ci a cui mira e che deve essere.
che Lacan, allinizio, fa un cocktail in cui entrano la critica sartriana Linconscio stesso deve essere. Non gi qui costituito, linconscio
dellego come oggetto e lesperienza dello specchio che lo psicologo costituente.
Henry Wallon aveva messo in risalto, ossia il comportamento particola-
re del gioco di un bambino davanti allo specchio, che daltronde Coscienza
unesperienza rilevata da Darwin prima di Henri Wallon. Poi in questo Dover esser
cocktail entra anche Hegel con la sua dialettica del padrone e del servo. Inconscio
346 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 347

Osserviamo che nel concetto lacaniano di soggetto-supposto-sape- Ma c unopposizione e non cos facilmente compatibile. Ad un
re ritroviamo lo stesso movimento. Dire che supposto precisamente certo momento, in unelaborazione piuttosto logica, Lacan presenta lin-
dire che esso non gi tutto costituito. Il soggetto supposto sapere conscio come un sistema. Presenta il suo schema di pi e di meno dove
una variante del soggetto come mancanza dessere, proprio come dice- linconscio appare sotto laspetto di un sistema di significanti che , se
va Sartre a proposito della coscienza. Lacan fa una variazione dicendo posso dirlo, un po sostanziale, mentre conserva nello stesso tempo il
mancanza-a-essere, ma cos lascia comunque intendere che il soggetto concetto di un inconscio dialettico, che segue la dialettica del desiderio.
vuole essere. per questo che dicevo che la traduzione inglese che ave- Questinconscio dialettico e linconscio come supposto sapere sono due
va scelto per mancanza-a-essere era forse migliore dellespressione aspetti che spesso entrano in tensione: ci che si tratta di scoprire o
francese, dal momento che in inglese si pu dire a want to be. C qui ci che si tratta di inventare? C, nellelaborazione e nella riflessione di
lequivoco del termine want che come verbo vuol dire volere e come Lacan, una tensione tra questi due poli, una tensione che per lui alla fine
sostantivo vuol dire mancanza. Si ha dunque qui, in qualche modo, si spostato dalla parte del qui si inventa. Il sapere si inventa. Lacan ha
una mancanza che vuole. radicalizzato questa nozione secondo cui in unanalisi il sapere si inven-
ta. Ma questa nozione non lha radicalizzata nellaltro senso, quello del
Soggetto-supposto-sapere sinthomo che si ripete, e con il fatto che con questa ripetizione non si
Mancanza a essere pu far niente. C alla fine, per Lacan, una divaricazione nellesperien-
za analitica tra tutto ci che invenzione ed il sinthomo che si ripete.
Tutto questo tanto pi adeguato riguardo alla psicoanalisi, riguar-
do a ci che ci si aspetta dalla cura psianalitica, dal momento che il mi- Dialettica Supposto sapere
nimo che ci si aspetta, che essa sia qualcosa che definirei con pedan- Invenzione Ripetizione
teria un processo di trasformazione. Da unanalisi ci si attende che ci
trasformi e si tratta dunque di sapere che cosa trasforma e come. Linvenzione non semplicemente fantasia. Ci sono invenzioni che
Lidea che Lacan esprime allinizio, in Funzione e campo della paro- hanno delle conseguenze. C linvenzione di nuove verit da parte del
la e del linguaggio, che linconscio sia anche il capitolo censurato del- soggetto. Egli le mette alla prova, pu abbandonarle o pu conservar-
la mia storia (Scritti, p. 252). Da questo punto di vista linconscio deri- le, aggrapparcisi con una certa forza, ed questo aspetto inventivo che
va da un ordine che storico. Una storia che Lacan intende come la Lacan radicalizza. Del resto era arrivato a dire in un certo momento
successione delle significazioni che ho dato a ci che ho vissuto, e lin- si era lasciato scappare una specie di boutade che la psicoanalisi non
conscio la parte che non sono riuscito a far significare. Lacan prende si trasmette, essa si reinventa con ogni psicoanalista.
qui la rimozione come ci che rimasto traumatico. Si tratta di un in- Dunque, da un lato Lacan radicalizza linvenzione da parte del-
conscio che in qualche modo traumatico. C stato un trauma: dei si- lanalizzante di una verit che pu raccontarsi anche bene, ma dallal-
gnificanti non hanno potuto significare, non hanno avuto senso, sono tro lato radicalizza linerzia, la statica di un sintomo che si ripete e che
rimasti nel non-senso. Il senso rimasto bloccato e la cura analitica si ripete in modo invariato. Literazione stazionaria. In breve, da una
consiste allora nello sbloccarli. Ed quel che Lacan definisce la dialet- parte, radicalizza la dinamica dellesperienza, e dallaltra, radicalizza il
tica, ossia una dinamica che comporta un certo numero di rovescia- suo aspetto stazionario. Abbiamo l ci che provoca una certa lacera-
menti di significazione. zione, una lacerazione a pensare e ad ammettere che lo slancio dellin-
venzione non pu correggere la staticit del sinthomo.
Significanti bloccati
Dialettica
Rovesciamento di significazione Invenzione Iterazione
348 Jacques-Alain Miller LEssere e lUno 349

4 ca di de Saussure. Lacan ha tratto unontologia a partire dal significan-


te, a partire dal concetto di un sistema in cui gli elementi sono relativi
Ora comunque necessario considerare la grande differenza che gli uni agli altri in una relazione definita diacritica: ciascun elemento
c tra Sartre e Lacan. Per Sartre tutto si fa secondo la logica del feno- ci che gli altri non sono. Qui Lacan introduce unontologia di ispira-
meno di coscienza. C questa azione e questa urgenza che quella di zione saussuriana, o pi esattamente dedotta da de Saussure. Questa
Sartre quando tenta di prendere al volo lautobus. questo lesempio deduzione lo impegner molto, gli ispirer la sua costruzione del signi-
semplice preso allepoca per mostrare la differenza tra lazione e lur- ficante 1 e del significante 2, e pi tardi il suo trattamento dellUno, in
genza. Occorre credere che ci gli apparisse come un assoluto. Ma per cui osserver il prevalere del linguaggio sullessere. Prima dellessere c
andare dove esattamente? Ebbene, una volta che il filosofo arrivato, il linguaggio. Lessere una creazione di linguaggio.
una volta che non deve prendere pi lautobus, pu prendere un caff
o un th, non a casa sua, ma al Flore. Prende al volo il suo autobus, va Linguaggio
al Flore, si accende una sigaretta, fantastica un po, e l, pu pensare al Essere
suo io. Scherzo un po, dal momento che a livello di prendere al volo
un autobus. Ma nobilito perfino questo esempio dicendo che Sartre C qui qualcosa che tende a non esser limitato, tranne dal sintho-
descrive cos, attraverso lautobus e la sigaretta, la struttura interna del- mo. Pu essere limitato solo dalliterazione del sinthomo, ma dove il
la coscienza. cos che ottiene la differenza tra il campo irriflesso di sinthomo unaltra faccia dellUno che si ripete. C dunque, se voglia-
coscienza senza Io e lirruzione dellIo attraverso latto riflessivo. mo, un Uno che si diversifica e c poi un Uno che si ripete.
Lacan non ottiene questa differenza in questo modo, ma tenendo
conto del linguaggio. Non fa affidamento sulla descrizione del fenome- Linguaggio
no di coscienza che, ad un analista, appare come un fenomeno superfi- Uno che si diversifica
ciale estremamente equivoco. Per Lacan, ci che introduce la dimen- Uno che si reitera
sione dellessere o la dimensione ontologica in quello che definisce sog- Sinthomo
getto il linguaggio. Senza questo si torna allin-s di Sartre. Ci che fa
la differenza tra lin-s sartriano ed il soggetto lacaniano il linguaggio. Credo che siamo giunti al termine della riunione di oggi. Ringrazio
La tesi di Lacan quella che introduce la dimensione dellessere, il anche a vostro nome Clotilde Leguil per aver presentato un lavoro che
concetto di mancanza dessere o di mancanza-a-essere, mediante il lin- sar certamente pubblicato. In ogni caso, glielo auguro, perch lo me-
guaggio, mediante il segno. Occorre che ci sia un segno scritto, un ele- rita. Non vi do appuntamento ad una data precisa per lanno prossimo
mento impostato. Lo si toglie ed in quel momento l c mancanza. perch la ignoro io stesso. Ma, verosimilmente, avrete loccasione di
impensabile senza questo riferimento. In questo senso il linguaggio, ascoltarmi ancora nei tempi a venire.
ossia il simbolico, ossia in ultima istanza lUno, che introduce la di-
mensione dellessere. In questo il campo ontologico sotto la dipen- Traduzione di Gabriella Gianni
denza del campo dellUno. Revisione di Sergio Sabbatini

Uno
Ontologia

Clotilde Leguil ha detto giustamente che non c ontologia negli


strutturalisti, mentre Lacan ha saputo trarre unontologia della linguisti-
Cronache cinesi 351

farsi curare qui. lultimo di una famiglia di quattro figli. I suoi geni-
tori abitano in campagna, di modo che potevano sfuggire alla stretta
legge del figlio unico applicata nelle cittt. Nelle zone rurali il secondo
figlio era tollerato, ma qui erano in quattro e lui era arrivato per ulti-
mo. Egli considera che non sarebbe dovuto nascere.
Jean-Louis Gault Nel corso del nostro incontro il paziente spiega che le sue difficolt
sono iniziate al liceo. Era in affitto e divideva la sua camera con otto
Cronache cinesi studenti ed era disturbato dai rumori che facevano i suoi compagni.
Parlavano tra di loro e questo gli impediva di dormire. Non potendone
pi aveva abbandonato i compagni ed era andato a vivere con sua ma-
dre che per poterlo accogliere aveva affittato un appartamento. Anche
l per le cose non andavano bene perch cera unazienda adiacente
M phunai nella quale lavoravano degli operai e il loro rumore gli impediva di
dormire quando decideva di fare un pisolino pomeridiano. Alla lunga
Questuomo di ventotto anni originario di una provincia del sud anche il pi piccolo rumore era diventato motivo di angoscia. Da qui i
della Cina, il Fujian, situata a molte migliaia di chilometri da Quing- molteplici controlli che doveva mettere in atto prima di andare a letto,
dao.1 stato ricoverato alla met di agosto. Da circa dodici anni soffre per tentare di neutralizzare in anticipo ogni possibile causa di rumore
di angoscia e di un sintomo: deve mettere delle verifiche in atto in par- nel corso della notte. Ad essere angoscianti e a strapparlo dal sonno so-
ticolare nel momento di andare a letto. Nel 1999 ha abbandonato il no i rumori che sopraggiungono allimprovviso. AllUniversit inizia gli
suo villaggio per frequentare il liceo della citt vicina nella quale si studi in ingegneria robotica, ma abbandona allultimo anno.
stabilito. in quel momento che iniziano le verifiche, si angoscia e non Un episodio infantile segner linizio della sua vita. Aveva tre mesi
dorme pi. In occasione dellingresso allUniversit le angosce e le in- ed era stato lasciato in carico alla nonna materna. Subisce un colpo di
sonnie aumentano. Prima di prendere sonno deve neutralizzare ogni calore con conseguente febbre elevata, viene ospedalizzato e si ritrova
possibile sorgente di rumore, e deve verificare di aver spento il suo cel- tra la vita e la morte. Ne esce ma per molti anni la sua salute cagione-
lulare al punto da togliere la batteria. Verifica che tutte le porte siano vole. A tre anni pesa solo nove chili. Tuttora molto magro. Parla len-
chiuse e che nessun libro si trovi sul bordo della sua scrivania per ti- tamente e con una voce meccanica e infastidita, separando nettamente
more che possa cadere durante la notte. Tutto ci non sufficiente. Sfi- le parole una per una. A volte si interrompe a lungo in cerca della pa-
nito dai suoi sintomi interrompe gli studi al terzo anno. Il suo medico rola esatta, che qualche volta non trova, poi riprende il discorso. La
gli prescrive degli antidepressivi e il suo stato migliora leggermente. sua lingua materna un dialetto della regione di Fuzhou, vicino al
Cerca lavoro. Trova alcuni lavori che per abbandona dopo una setti- taiwanese. Si esprime in mandarino, ma linterprete nota alcune espres-
mana o due perch ogni volta invaso dallangoscia. La sua famiglia lo sioni o accenti presi in prestito dalla sua lingua dorigine, di cui non
invia in un tempio ma ci non ha nessun effetto. Un giorno nel corso coglie immediatamente il senso. A scuola veniva preso in giro dai com-
di una trasmissione televisiva ascolta parlare un professore dellOspe- pagni a causa del suo aspetto minuto. Riferisce, nella sua lingua, vari
dale di Qingdao rinomato per i successi ottenuti nel trattamento dei soprannomi dispregiativi, la cui traduzione in mandarino qualcosa
problemi psicologici. Egli abbandona la sua lontana provincia e viene a del tipo shou gu ling ding, ossia piccolo mucchio dossa. La certifica-
zione della sua nascita stata anchessa occasione di un malinteso di
lingua e scrittura. Nella tradizione cinese il nome un sintagma propo-
1 Testo pubblicato su Lacan quotidien, n. 91, 16 novembre 2011. sto dai genitori che traduce, nella signifcazione e nella scrittura, i desi-

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 350-358


352 Jean-Louis Gault Cronache cinesi 353

deri che essi formulano per lessere che viene al mondo. I genitori del era stato raccontato dalla madre. Prima di essere un evento per lui, era
nostro paziente avevano scelto di chiamarlo jian ming, ossia grido stato un evento per sua madre che glielo aveva raccontato. Le aveva
duccello aguzzo come una spada. Limpiegato del comune, poco in- detto che era stato sul punto di morire a causa di una negligenza della
cline a cedere alle fantasie dei genitori aveva ignorato queste parole nonna materna. In quel momento aveva temuto di perdere suo figlio,
complicate e aveva affibbiato al bambino il nome di jian sheng co- che di colpo era diventato il suo oggetto pi prezioso sul quale da l in
struire la vita, che dunque gli era rimasto. poi avrebbe vegliato prendendosene cura nel modo pi completo. Ri-
Fin dalla pi tenera et si innamora facilmente delle sue compagne, marr cos un bambino covato da lei, protetto contro il pericolo che ar-
ma nascondeva questi sentimenti, che non erano condivisi e lui ne sof- riva dal mondo esterno.
friva. Una volta aveva preso coraggio. AllUniversit entra in un grup- Ci sono state anche domande sullo statuto da dare ai suoi sintomi
po di teatro diretto da una studentessa, che gli aveva chiesto di prepa- di verifica che erano stati ricollegati al registro dellossessione. Abbia-
rare una parte. Aveva scritto un testo umoristico sulla vita nel campus e mo ceduto al nostro gusto per le opposizioni binarie esposte alla lava-
aveva scelto degli attori tra gli studenti. Poco a poco, mentre provava- gna per valorizzare una ripartizione netta tra i sintomi di questo pa-
no lo spettacolo si era innamorato di questa ragazza. Le piaceva perch ziente e la grande apprensione ossessiva dellUomo dei topi, shu ren,
sembrava una ragazza di buona famiglia, educata ed elegante. Lui le che era stata studiata nel pomeriggio. Abbiamo indicato un punto im-
aveva scritto e le telefonava, ma lei aveva rifiutato le sue avance e di portante in questa clinica differenziale: situare il fenomeno primario
fronte alla sua insistenza aveva minacciato di escluderlo dal gruppo. che presiede alla formazione del sintomo seguendo una differenziazio-
Lui era rimasto molto colpito e questo laveva portato a isolarsi nel si- ne sommaria tra esterno e interno. Il nostro paziente inizialmente
lenzio. questo lo stato nel quale si trova ora. confrontato con un fenomeno che si produce allesterno, wai, di se
Vorrebbe che il suo medico gli si rivolgesse con delle parole preci- stesso, innanzitutto rumori di voci, prima di coinvolgere qualsiasi tipo
se. Si considera come qualcuno che esita, che non ha fiducia in se stes- di rumore capace di fare effrazione nel percepito. Le verifiche arrivano
so, per questo che domanda che gli si parli con chiarezza. Lo ha letto in un secondo tempo per prevenire linsorgere dei rumori. LUomo dei
in una rivista. Uno psicologo giapponese argomentava che i pazienti topi, invece, ha a che fare con un fenomeno che proviene dallinterno,
non guariscono perch con loro vengono usate parole con un senso va- nei, di se stesso, alloccorrenza il suo desiderio, animato dalla curiosit
go e consigliava per aiutarli la messa a punto di un vocabolario privo di bruciante di vedere il corpo di una donna nuda. Lossessione un mo-
ambiguit. Il nostro paziente pensa che ha bisogno proprio di questo do di difesa contro questo desiderio che viene rimosso. Nel nostro pa-
ed quello che si aspetta dal suo terapeuta. Tra poco sar dimesso ziente la sorgente del sintomo esterna, mentre nellUomo dei topi
dallospedale e raggiunger la sua provincia, ma prima vorrebbe tra- interna. Luno invaso da rumori situati al di fuori, laltro in preda al
scorrere un po di tempo in un tempio, per tranquillizzarsi. suo desiderio. Questa differenza topica ha una incidenza immediata
La prima domanda posta nel corso della discussione stata quella re- nel trattamento. Nel caso dellUomo dei topi la cura analitica e linter-
lativa al perch ci si tanto interessati alla vita amorosa del paziente. Ab- pretazione del sintomo apre per il soggetto laccesso a un desiderio fin
biamo risposto che nella misura in cui lamore si situa nel punto pi inti- l velato. Il nostro paziente, invece, ha un accesso diretto al fenomeno
mo della relazione del soggetto con la parola, questo interrogativo aveva del rumore che non coperto da nessun velo. Lobiettivo del tratta-
di mira proprio questo punto privilegiato. Il paziente ne aveva testimo- mento qui lopposto di quello dellUomo dei topi, poich per il pa-
niato evocando le difficolt che aveva nel dichiarare i suoi sentimenti. ziente si tratta di elaborare un modo di difesa contro queste voci paras-
Unaltra domanda riguardava la malattia contratta allet di tre me- site. Qui non abbiamo pi lappoggio dato dal deciframento del sinto-
si ed era relativa al come mai questo episodio avesse potuto avere tanta mo, come ci viene insegnato dallesperienza freudiana, si apre allora
importanza visto che lui era cos piccolo da non poterne avere il ricor- davanti a noi un campo nuovo di investigazioni dove possono trovare
do. Abbiamo sottolineato che comunque ne era al corrente perch gli posto le soluzioni singolari del paziente.
354 Jean-Louis Gault Cronache cinesi 355

In conclusione, abbiamo voluto restituire la trama drammatica che nellautunno 2009 nel corso di un seminario annuale che si svolgeva in
governava la vita del nostro paziente in una fantasia capace di far emer- questa citt.
gere il nodo di verit. I suoi genitori avevano scelto di soprannominar- La paziente aveva chiesto di assistere alla presentazione che la pro-
lo jian ming, dove ming il carattere che indica il grido delluccello. Ci pria psichiatra, la dott.ssa Han Yang, faceva della storia della propria
tornato allora in mente un proverbio cinese che ci era stato racconta- malattia. Era leggermente ipomaniaca ed era intervenuta varie volte
to tempo prima. la storia di un uccello che si trova solo al centro di per puntualizzare, ogni volta con una nota ironica, il racconto della sua
una foresta tra altri uccelli che si sentono cantare. Non si accorgono di dottoressa. La malattia era cominciata nel giugno 2003. Il primo vissu-
lui perch troppo timido per cantare. Un giorno arriva un grande pe- to delirante era apparso nel corso di una febbre intensa. Aveva la sen-
ricolo, allora emette un grido cos potente che mette in allerta gli altri sazione che gli altri volessero agire su di lei per controllarla e coman-
uccelli. Da allora divente il pi noto degli uccelli. Il nostro paziente darla. Aveva inteso delle affermazioni ingiuriose che alcune compagne
quelluccello, ma non ha gridato. Egli non ha potuto assumere il suo le rivolgevano. Nel corso dei cinque anni precedenti aveva vissuto pe-
vero nome ed in infrazione rispetto alla legge. Questo grido che riodi di calma alternati a periodi di crisi, che il trattamento neuroletti-
avrebbe dovuto far venire fuori per segnalare la sua presenza nel mon- co non era riuscito a stabilizzare. Attualmente confida al suo medico
do non lha fatto sentire perch stato privato del suo nome. La malat- che i vicini delle compagne hanno il potere di vedere il suo corpo.
tia che lha colpito poco dopo la sua nascita lha lasciato dipendente Quando si trova sotto la doccia ha limpressione che qualcuno si avvi-
dalla madre, per cui diventato un uccello in cattivit che bisogna pro- cini e tocchi le sue parti intime. Ella spera che Dio venga un giorno a
teggere. Questo grido che non uscito dalla sua gola gli ritorna da fuo- salvarla. Attende da lui che cambi le sue forme per renderla pi bella.
ri sotto forma di questo rumore al limite dellallucinazione. Questa Nel corso della presentazione commenta le sue allucinazioni. Sente
parte di se da cui stato primordialmente separato gli stata sottratta delle persone che si trovano lontano, ci accade nel suo cervello, ascol-
per sempre. Questa costruzione voleva rendere evidente un necessario ta degli insulti. Aggiunge che gi da piccola le persone erano cattive
sforzo di poesia in ogni approccio clinico, come anche lappello allin- con lei. Nel mese di agosto del 2004 ha ascoltato per la prima volta una
venzione per rispondere a questa dimensione dellimpossibile inerente compagna dire: Conosco il tuo segreto, un segreto che lei stessa non
a ogni esperienza soggettiva. aveva confidato a nessuno. Alla fine dei suoi quindici anni non era riu-
scita a superare il concorso per entrare in un liceo di sua scelta ed era
Mistero dellincarnazione finita in unazienda mediocre che disprezzava. Questo scacco laveva
lasciata depressa e risentita. Ancora oggi pensa che sia stata una puni-
La nevrosi ossessiva, con i suoi rituali, stata considerata da zione di Dio, o pi esattamente un castigo che proviene direttamente
Freud come una specie di religione privata.2 Una paziente schizofreni- da Ges Cristo.
ca di ventitr anni, incontrata allOspedale psichiatrico di Qingdao, Una zia, la sorella maggiore di suo padre, le ha fatto scoprire il mes-
aveva sviluppato una vera e propria eresia privata. Quando abbiamo saggio cristiano. Quando aveva cinque anni le aveva parlato di Ges
una malata cinese e cristiana e una psichiatra presente in sala che si Cristo e le aveva regalato una Bibbia che conserva tuttora. Sua zia la
dichiara lei stessa di fede cristiana che interviene in nome di una ri- portava spesso con s nelle chiese del Qingdao. Anche sua madre cri-
gorosa ortodossia evangelica e per stigmatizzare questa falsa dottrina, stiana, mentre suo padre si professa agnostico. Seguendo la legislazione
allora tutti gli elementi si trovano riuniti per una discussione originale in vigore in Cina bisogna attendere la maggiore et, diciotto anni, per
dove la teologia raggiunge la clinica. Questa occasione si realizzata domandare di essere battezzati, ma a quellepoca, dopo il suo insucces-
so al concorso e i primi segni della malattia, si era allontanata da Ges.
Dato che non ha fatto niente per offendere Dio, pensa che la sua disgra-
2 Testo pubblicato in Lacan quotidien, n. 108, 6 dicembre 2011. zia venga da Cristo. Dice che stata punita perch non crede al figlio.
356 Jean-Louis Gault Cronache cinesi 357

Stabilisce una differenza tra Dio e Ges Cristo. Pensa che si tratti sona di Cristo. Abbiamo risposto che il mondo soggettivo della pazien-
di due persone differenti. Ella giunta a questa conclusione dopo le te si era costruito sulle figure del Cristo e di Dio, che erano venute a
esperienze avute nel corso della preghiera. Quando si indirizzava a Dio iscriversi al posto della coppia attesa del padre e della madre.
per domandargli aiuto veniva esaudita. Si sente pacificata e in accordo Suo padre lontano e lei parla poco con lui. Porta avanti invece un
con se stessa. Per contro ogni volta che prega Ges avverte un grande dialogo con sua madre che le ha insegnato a essere un essere umano.
sconvolgimento, eccitazione e collera. Da allora ha iniziato a respinger- Ma questo rapporto incontra il suo limite quando si confronta con la
lo. Bestemmia e offende la sua persona coprendolo di ingiurie. Gli gri- questione sessuale.
da: Ges, tu non sei Dio. Non hai il diritto di occuparti dei fatti ci che si realizza quando incontra la coppia sessuata del ragazzo
miei. Impiega gli insulti che sono comuni tra i Cinesi, ma che ora non e della ragazza lungo la strada del liceo quando va a ritirare il suo di-
vuole ripetere. ploma. Sente allora una voce che le dice che cos lei in quel momento:
Il conflitto con Ges emerso quando aveva circa quindici anni. Ecco un corpo nudo. Il dialogo con Ges si introduce per supplire a
Fino a quel momento aveva nella sua stanza unimmagine religiosa che ci che fa difetto in quello che le viene trasmesso da sua madre.
rapprensentava il Cristo nelle braccia di Maria e parlava con lui ogni Nel momento dei saluti, nel corridoio, alluscita della sala dove si
giorno. Ma a dire il vero non si mai molto interessata alla storia di era svolta la presentazione, la paziente confessa, non senza un evidente
Ges. Prima di tutto ella crede in Dio. Dio amore ed il solo. godimento da lei stessa ignorato, le parole che indirizza al Cristo in
A diciotto anni, nel giugno 2004, quando andata a ritirare il suo questi momenti in cui prova eccitazione e collera. Gli dice, tra laltro,
diploma di maturit ha incrociato una coppia, un ragazzo e una ragaz- in questo ambito il suo repertorio sembra molto ampio: Fica di tua
za, davanti allentrata del liceo. Sente che il ragazzo dice alla sua amica: madre, Scopa tua madre.
Ecco un corpo tutto nudo. Ella certa: lui stava parlando di lei. Non Questi significanti indicano ci che viene a designare la figura del
pensa che si tratti di una allucinazione. Aveva avuto una strana espe- Cristo in questa strana eresia. Ges il nome che d al godimento che
rienza il primo gennaio quando aveva scoperto che sentiva le voci di invade il suo corpo di donna. Ma questo corpo nudo e offerto allin-
persone che abitavano in un quartiere diverso dal suo. Nel giugno trusione dellaltro quando sotto la doccia. Il corpo di cui parla il
2003 aveva avuto una forte febbre ed erano apparse le prime allucina- corpo come sostanza godente, che non racchiude alcuna immagine
zioni. Fino a quindici anni dice che tutto era normale. corporea. per questo che viene definito nudo. Il corpo nudo la
Vive dai suoi genitori e non ha altre frequentazioni al di fuori della sostanza godente del corpo, senza immagine. nudo perch non ri-
sua famiglia. Parla poco con suo padre, un uomo distante e spesso di vestito dallabito dellimmagine corporea. quello che sperimenta
cattivo umore. Va invece daccordo con sua madre, che le ha insegnato quando si trova sotto la doccia, dove le sue parti intime non sono pro-
dice: come essere un essere umano. Non ha amici e non mai stata tette. Un corpo nudo un corpo le cui parti intime sono offerte allAl-
innamorata. Inizia a piacere ai ragazzi, ma non sente niente per loro. tro. per questo che si rivolge a Dio affinch la renda pi bella dando-
innamorata di Dio. Lo adora e glielo dice. Solo Dio ha il potere di sal- le un involucro corporeo che il suo amore sapr fare consistere.
varla. Lo prende per Padre. Dio e padre. La paziente utilizza qui una Ci ha spiegato che aveva ricevuto il dogma cristiano della consun-
parola di sua invenzione, fuschen, fu, il padre, e shen, Dio. Mentre stanzialit del Padre e del Figlio a partire dalla sua doppia esperienza
lespressione ricevuta per Dio il padre tianfu, il padre del cielo. corporea nella preghiera. Quando invoca Dio le parole damore le dan-
Nel corso della discussione che ha fatto seguito a questa presenta- no un corpo pacificato e sereno. Quando sinstaura linterlocuzione
zione, un partecipante si stupito del fatto che non abbiamo interroga- con Ges viene invasa da un godimento che la sommerge nella vergo-
to la paziente a proposito di Dio e di Ges Cristo e che non ci siamo gna, xiuqiu, e la insulta.
soffermati sulle relazioni con i suoi genitori. Un altro si domandava se Abbiamo rilevato un altro elemento presente nel momento in cui si
se la collera nei confronti di sua madre non si fosse spostata sulla per- diploma. In quelloccasione il suo corpo viene convocato per incontra-
358 Jean-Louis Gault

re il suo nome, che verr scritto sul documento che le verr consegna-
to e che rivela ci che abbiamo chiamato un difetto dincarnazione.
Ella si trova ridotta a essere un corpo nudo. Allora fa ricorso alla tradi-
zione cristiana che ha ereditato dalla zia paterna e da sua madre, e se
ne serve pagando il prezzo di una profonda eresia, come ha sottolinea-
to una partecipante, anche lei cristiana. Questa partecipante ci ha spie- Beatrice Bosi
gato che la paziente non ha compreso il mistero dellincarnazione in
cui il verbo si fatto carne. Ha separato Dio e il Cristo, che in effetti Il silenzio: il reale de La Storia
sono la stessa cosa. Nega la natura divina del Cristo. E non ha neppure
compreso il mistero della trinit, quello di un Dio uno in tre perso-
ne. Nella malata manca qualcosa. In effetti, abbiamo replicato, nella
malata manca qualcosa che le permetterebbe di tenere insieme la sua
carne, il suo nome e la sua immagine. Allora tenta di trovare una solu- Quarantanni fa viene pubblicato La Storia di Elsa Morante,1 uno
zione. Prende in prestito il suo materiale dalla tradizione cristiana, ma dei romanzi pi controversi del dopoguerra, che si contraddistinto
lo tratta con unironia devastante, che fa obiezione al mistero dellin- tra le altre cose per aver creato, come una lama tagliante, una vera e
carnazione, poich ci che ella vive. Fa appello a un Dio due, a un propria spaccatura tra il pubblico dei lettori e quello della critica.
Dio separato. Utilizza questa coppia stupefacente di Dio e di Cristo Cesare Garboli, autore dellintroduzione alla seconda edizione del
per darsi un corpo in cui collocare il suo godimento. 1995, mette in luce questo aspetto, dichiarando quanto egli stesso sia
La testimonianza della paziente non si pu ridurre a un contenuto rimasto sorpreso nel rileggere il libro dopo ventanni, una volta sgom-
apparentemente teologico. Essa ha invece una grande portata clinica. Il bro dai commenti e dal rumore di sottofondo che, invece, in quel
tema dellincarnazione, certo preso in prestito a una tradizione religio- frangente lo avevano fortemente condizionato. Pertanto, loccasione di
sa, merita di trovare uno statuto di concetto nella teoria della clinica. una seconda lettura, complice il tempo, gli ha dato la possibilit di in-
a questo titolo che Lacan ha potuto introdurlo nel suo insegnamento, contrare un libro nuovo, che non conosceva.
per far valere che ogni parlessere , a suo modo, lincarnazione di un interessante soffermarsi su questa spaccatura che vide da un lato
nome in un corpo. Ogni essere parlante un verbo fatto carne. Abbia- laltissimo numero di tirature, come nessun altro romanzo in Italia in
mo concluso dicendo che una delle questioni cliniche su cui interrogar- quel periodo, e dallaltro la critica che oper subito un incasellamento
si se quel significante particolare o no sufficientemente incarnato. e una riduzione del romanzo a partire da una lettura esclusivamente in
chiave ideologico-politica, con lacceso dibattito che ne scatur.
Traduzione di Ezio De Francesco Dunque, il dato relativo alleffetto della pubblicazione di questo
romanzo significativo nella misura in cui possiamo dire che esso ha
aperto uno iato profondo. Se da un lato, infatti, La Storia ha dato am-
piamente prova di avere colto nel segno, si potrebbe dire con Lacan
che una lettera arrivata a destinazione, dallaltro, dopo il levarsi della
critica, dopo il frastuono ideologico-politico, c stato un silenzio che
fa riflettere. Come se fosse tutto l quello che si poteva dire o come se

1 E. Morante, La Storia, Einaudi, Torino 1995.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 359-368


Il silenzio: il reale de La Storia 361

ci fosse un indicibile, fatto sta che La Storia risulta ancora oggi un: ro- appartamento di Testaccio; il bambino cadavere, la madre fuori di sen-
manzo criticamente abrogato. [...] un romanzo infetto, come quegli ar- no, e la cagna cos feroce nel difendere laccesso alla casa che, secondo
gomenti di cui non si parla a tavola e nei salotti.2 Sono queste le paro- il cronista, fu necessario far passare a miglior vita anche lei. Che cosa
le con le quali Garboli descrive la condizione esistenziale di questo ro- ha condotto a una fine cos tragica quella povera famigliola?.3
manzo, il destino che ha avuto, rilevando per cos dire il vistoso si- La scrittrice rispetto a questa cronaca ha il posto del testimone.
lenzio che lo ha riguardato. testimone della storia e sembrerebbe che proprio questo le conferisca
E che ne oggi de La Storia a quarantanni di distanza dalla sua lautorizzazione a scrivere.
pubblicazione? Che posto darle ora al di l della fitta coltre di silenzio Nel riconoscerne lo stile che avvicinerebbe La Storia ai romanzi an-
che lha avvolta? tichi e ai poemi epico-cavallereschi, Garboli fa notare come la Morante
Partiamo dalla prima pagina, dalla dedica che Elsa Morante scrive, vada a pescare nel passato, cercando i suoi modelli nelle cronache co-
dandoci subito unindicazione riguardo il suo interlocutore, dichiaran- munali e nella storiografia annalistica, ma sottolinea anche loperazione
do cos a chi intende rivolgersi e da chi vuole essere letta. Colpisce che del tutto originale che compie la Morante: Si direbbe che [...] voglia
tale dedica non sia scritta in italiano, ma in spagnolo: Por el analfabe- separare di proposito la ricchezza e la profondit del meraviglioso, del
to a quien escribo, che traduciamo: Allanalfabeta a cui scrivo. fantastico, del sorprendente da ogni vanit romanzesca, e da tutti o qua-
La dedica ci mette subito di fronte a un paradosso e a un impossi- si gli stereotipi narrativi fondati sullimmaginario. [...]. Come si fa a se-
bile: come fa a leggere un analfabeta? Elsa Morante scrive a qualcuno parare una finzione da se stessa? Fatto sta che lo sforzo di realt a cui la
che non sa leggere. Morante sottopone la fertilit della sua immaginazione ha qualcosa di
Cosa ci vuole dire con questo? Forse qualcosa sulla trasmissione di eroico. [...] La trama, il plot, lintreccio non esistono. A spingere lazio-
questo testo, che chiede la presenza di un lettore, cio la messa in cam- ne della Storia la pi bassa delle condizioni suscettibili di essere ro-
po di qualcuno che legga per qualcun altro? Come? Come pu qualcu- manzate, la pi terra terra, la pi animale: la fame, il bisogno di soprav-
no leggere qualcosa non destinata a lui, cio un lettore per cos dire al- vivenza. il solo filo conduttore, insieme alla ricerca di una tana. La
la lettera, qualcuno che si fa tramite. E al tempo stesso ci dice qualco- Storia una storia di traslochi, che la guerra rende fortunosi e forzati.4
sa sulla causa, sulla molla della sua scrittura: lanalfabeta. Chi causa la Il raccontare analitico, minuzioso, dettagliato, contrassegnato da
sua scrittura non chi legge. unaffermazione forte. cos che ella una grande laboriosit, e la particolare abilit nella narrazione degli an-
crea gi una sorta di iato tra chi legge e chi ascolta, e disgiungendo que- tefatti sono alcuni tratti distintivi dello stile della Morante. Ella parte
ste due funzioni che normalmente sono congiunte, ottiene leffetto di sempre da lontano nel ricostruire non solo la genealogia dei personag-
una lettura svincolata dal senso con un accento particolare sullascolto. gi, ma anche quella degli animali (come nel caso di Bella, il secondo ca-
La Storia prende le mosse da un fatto di cronaca realmente accadu- ne di Nino) e dei luoghi, che prendono corpo attraverso le lunghe di-
to. Come spiega Garboli: un romanzo concepito [...] come una cro- gressioni di cui ricco il romanzo. C anche ampio spazio per i sogni,
naca di quartiere, dove si ricostruiscono, grazie a testimonianze qua e che incontriamo a pi riprese nellarco della narrazione. La loro pre-
l raccolte, o anche per conoscenza diretta, se pure lacunosa e parziale, senza nel testo non finalizzata a una ricerca di senso, quei sogni non
gli antefatti, anno per anno, di un triste episodio riportato tra le notizie chiedono uninterpretazione, semmai servono a sottrarre senso, a svol-
del giorno da un quotidiano romano del 1947, due anni dopo la con- gere una funzione poetica.
clusione della seconda guerra mondiale. Una madre con il suo figliolet- come se la scrittrice non volesse negare a nessun essere vivente
to di sei anni e una cagna pastora maremmana vengono ritrovati in un una storia o un sogno, laddove si potrebbe dire che la storia con lorro-

3 Ivi, pp. XI-XII.


2 Ivi, p. X. 4 Ivi, pp. XII-XIII.
362 Beatrice Bosi Il silenzio: il reale de La Storia 363

re della seconda guerra mondiale si trovata in un punto di rottura, di un valore sicuro, come fossero tuttuno con le cose pu accettare di
non ritorno, nel punto limite di sottrarsi a se stessa. usarle soltanto come strumenti, senza nessun capriccio, fino a un grado
Si tratta di ci che Primo Levi riesce a cogliere e a nominare in un cos supremo di sottomissione. Il grande sforzo di neutralit annalistica
lampo, quando parla di anacronismo e di Medioeovo in quella testimo- da cui nasce il linguaggio della Storia non si spiega senza unesperienza
nianza fondamentale che in Se questo un uomo, il capitolo intitola- che abbia toccato dei limiti estremi. Chi parla nella Storia tende a solle-
to, Il canto di Ulisse. Qui troviamo la ricostruzione di un episodio del vare emozioni fino a un limite di tollerabilit tenendole sempre sotto
tutto singolare della sua prigionia in cui riesce ad afferrare qualcosa controllo e trattandole con grande distacco. Scrivo, dice la Morante, da
della condizione che si trovava a vivere insieme a tanti altri. Parlando una distanza che pareggia i vivi e i morti. la stessa da cui ci arriva il
di anacronismo e di Medioeovo sulla scia de Il canto di Ulisse Levi co- brontolio inudibile di Ida, prima di finire in manicomio, quando pren-
glie con acume un paradosso che vede da un lato la caduta vertiginosa de a lagnarsi con un fievole filo di voce, con una voce bassissima, be-
della storia umana, il suo sprofondare negli abissi, e dallaltro il balzo stiale: non voleva pi appartenere alla specie umana.5
vertiginoso compiuto dalluomo nel suo oltrepassare un limite invalica- La questione della voce narrante nel caso della Storia costituisce in-
bile, in un superamento di se stesso. sieme ad altri elementi un tratto distintivo che ne fa a suo modo un
Vediamo come Elsa Morante ci offra un esempio altrettanto valido, unicum. E insieme a questa sorge spontanea anche unaltra domanda
nel trovare un suo modo di trasmettere questo paradosso che come ab- ad essa intimamente connessa: da dove scrive la Morante? Da quale
biamo detto l in primo piano sin dalla dedica. posto? Abbiamo detto che il suo il posto del testimone, e come fa no-
La Storia un romanzo corale, contrassegnato da una grande musi- tare Garboli, nel romanzo ella ci offre una risposta pi precisa, quando
calit, in cui troviamo in primo piano il suono della lingua. dice: scrivo [...] da una distanza che pareggia i vivi e i morti.6 E a che
Garboli dice che il movimento della Storia un andante agitato, punto la scrittrice sceglie di rivelare il suo da dove? In un momento in
mosso, quasi uno scherzo, come la guerra viene vista dagli occhi di cui si concentra la tragicit della Storia, ovvero subito dopo aver de-
un bambino, che parla la sua lingua, una lingua infantile. Si tratta di scritto la prima crisi di grande male di Useppe e mentre annuncia co-
Useppe, uno dei personaggi pi degni di nota del romanzo, un bambi- me prossimo un fatto incredibile, cio la morte di Nino, alla quale
no, appunto che non accede alla scolarizzazione e che per tale ragione dedicher delle pagine esemplari.
mantiene con la lingua un rapporto basato esclusivamente sul suono. Ora, cos questo luogo che pareggia i vivi e i morti? Forse, si po-
Il suono del romanzo dato dallinvenzione continua che la scrit- trebbe dire con Lacan che il posto di Pi-Nessuno.7 un posto di as-
trice opera sulla lingua, a partire dalla lucida consapevolezza che ognu- senza, Si tratta dello stesso posto dove ogni cosa chiamata per esse-
no intrattiene con la lingua un rapporto del tutto singolare. re lavata dalla colpa: esso rende possibile ci perch il posto di unas-
Garboli si chiede: Chi racconta la Storia?. In altre parole, qual la senza, cio quello in cui ogni cosa pu non esistere.8
voce narrante? Esclude subito che si tratti di un narratore onnisciente Sarebbe interessante mettere in tensione il da dove della scrittura,
in terza persona, secondo le vecchie forme romanzesche e spiega: Ma laddove viene collocato come unassenza (non come luogo di sapere, co-
la voce anagrafica, severa e concentrata che racconta il romanzo della me nel caso del narratore onnisciente che parla in terza persona) e ci
Morante non mi sembra avere modelli. una voce dintonazione neu- che produce. Con Lacan pu essere definito come il luogo di una nega-
tra, da cui la Morante ha fatto sparire ogni risonanza: tutto il canoro,
tutto il declamato di Menzogna e sortilegio, e naturalmente quegli
echi favolosi, il rumore di onde dellIsola di Arturo. Per chi abbia cono- 5 Ivi, p. XXVI.
sciuto la Morante, questa voce completamente sguarnita di seduzione e 6 Ivi, p. 464.
7 J. Lacan, Nota sulla relazione di Daniel Lagache, in Scritti, vol. II, Einaudi, Torino 2002, p.
[...] di vocalit una fonte di grandissima sorpresa. Solo chi nutre per le 663.
parole la stessa incantata passione che aveva Useppe per lui, avevano 8 Ivi, pp. 662-663.
364 Beatrice Bosi Il silenzio: il reale de La Storia 365

zione, di unelisione: Il significante primitivo della negazione non pu risulta un effetto vivificante, la trasmissione di una lingua viva in conti-
forse esser stato lelisione del significante? E le sue vestigia non stanno nua creazione.
forse in una censura fonematica di cui, come al solito, troviamo in Freud Ma c di pi, ovvero a un certo punto del romanzo la scrittrice ci
un memorabile esempio nella Espe ([W]espe) delluomo dei lupi.9 dice intorno a cosa ruota il suo lavoro sulla lingua. In fondo, il suo con-
E quale effetto ne scaturisce? Una creazione continua, linvenzione tinuo lavoro di traduzione ruota intorno a qualcosa che non si pu tra-
di una lingua. Come spiega Lacan: La struttura di questo posto esige durre, a un non senso. A tal proposito scrive: Rester per sempre im-
che a principio della creazione stia il niente, il rien, e, promuovendo possibile sapere che cosa il povero analfabeta Useppe, avr potuto ca-
come essenziale nella nostra esperienza lignoranza in cui il soggetto pire di quelle fotografie senza senso. Rientrando, pochi secondi ap-
versa circa il reale da cui riceve la propria condizione, impone al pen- presso, Ida lo trov che le fissava tutte insieme, come fossero unimma-
siero analitico di essere creazionista, vogliamo dire di non accontentar- gine sola; e credette di riconoscergli nelle pupille lo stesso orrore che
si di un riferimento evoluzionista.10 La Morante crea continuamente gli aveva visto in quel mezzogiorno alla Stazione Tiburtina, circa venti
una lingua per ognuno dei suoi personaggi, mettendo in gioco la di- mesi innanzi.11
mensione di lalingua di ognuno, come la definisce Lacan, in primo luo- Con queste parole la Morante descrive il momento in cui Useppe
go tramite il personaggio di Useppe, ma non solo. vede in un giornale, trovato per caso nella stanza, le foto dei cadaveri
In fondo, il protagonista linguistico di questo romanzo Useppe, dei campi di concentramento. cos che la Morante trova il modo di
mentre la protagonista storica Ida, occupata a fare la madre, senza sa- tradurre ci che della guerra fa pi orrore, a partire da Useppe. Non
perne neanche lei il motivo, come fosse una fatalit, lo fa perch ci si un caso che metta insieme questo episodio con quello della stazione Ti-
trovata. Ida subisce la storia, allo stesso modo in cui subisce lessere burtina, ovvero lincontro con il treno carico di ebrei che di l a poco
madre, per questo che non riesce a trasmetterla, come non riesce a sarebbero stati deportati. Va fino in fondo la Morante, ci spinge al
trasmettere la lingua. C un intreccio tra la lingua e la maternit, tra la punto impossibile, rester per sempre impossibile sapere, questa la
lingua e la storia. Il tema della maternit ritorna nei romanzi della Mo- formulazione che utilizza per nominare il reale della guerra, il reale del
rante, fino ad Aracoeli, in cui giunge allapice della sua drammaticit. genocidio che si compiuto, il limite del sapere, lindecifrabile. Nelle
Anche ne La Storia presente e per certi versi in maniera altrettanto pagine successive ella dedicher spazio alla descrizione degli effetti de-
tragica, per lannodamento che ella riesce a produrre con il lavoro sul- vastanti di quelle immagini indecifrabili su Useppe, di quelle immagini
la lingua porta con s un effetto di alleggerimento. senza parole, con una precisione quasi clinica.
Dunque, loperazione di scrittura della Morante implica linvenzio- E avanza: Resta dunque da raccontare per ultima quella primave-
ne di una lingua, ma anche la sua traduzione, dando voce e corpo allat- ra-estate del 47, coi vagabondaggi di Useppe e della sua compagna
tivit di lettura del mondo dei suoi personaggi a partire dallintimo rap- Bella, in libera uscita [...].12 Dunque, si tratta di ci che resta. In-
porto che ognuno intrattiene con la lingua, che chiamiamo la lalingua. troduce cos, a mio avviso, la parte pi poetica del romanzo. La Mo-
Inoltre si tratta, in senso pi ampio, di unoperazione sulla lingua rante dora in avanti fa posto al silenzio e lo fa parlare, questo il suo
italiana. Ella la interroga, la apre seguendone le varie ramificazioni co- modo di trasmettere il paradosso. Useppe che ne fa esperienza: Il
me un albero. Riesce a tenere insieme litaliano dotto con la lingua par- silenzio, in realt, era parlante! Anzi era fatto di voci, le quali da prin-
lata e i dialetti che attraversa con una sapienza e unabilit rara, ren- cipio arrivarono piuttosto confuse, mescolandosi col tremolio dei colo-
dendo omaggio al tratto pi singolare della nostra lingua, ovvero il suo ri e delle ombre, fino a che poi la doppia sensazione divent una sola: e
essere tra le lingue europee quella pi frastagliata da idiomi diversi. Ne allora sintese che quelle luci tremanti, pure loro, in realt, erano tutte

9 Ivi, pp. 660-661. 11 E. Morante, La Storia, op. cit., p. 373.


10 Ibidem. 12 Ivi, p. 507.
366 Beatrice Bosi Il silenzio: il reale de La Storia 367

voci del silenzio. Era proprio il silenzio, e non altro, che faceva trema- potremmo dire con Lacan. lo stesso posto che Primo Levi introduce
re lo spazio, serpeggiando a radice pi in fondo del centro infocato nel libro La tregua, quando si fa testimone del bambino Hurbinek, che
della terra, e montando in una tempesta enorme oltre il sereno. Il sere- era prigioniero del silenzio pur desiderando ardentemente parlare.
no restava sereno, anzi pi abbagliante, e la tempesta era una moltitu- Useppe e Hurbinek i due cuori pulsanti rispettivamente della scrittura
dine cantante una sola nota (o forse un solo accordo di tre note) uguale della Morante e di Levi, incarnano il punto di grande silenzio della sto-
a un urlo! Per dentro ci si distinguevano chiss come, una per una, ria, che solo una degna operazione di scrittura pu far parlare. Di qua-
tutte le voci e le frasi e i discorsi, a migliaia, e a migliaia di migliaia: e le le scrittura si tratta? un lavoro sulla lettera, cos come lha definita
canzonette, e i belati, e il mare, e le sirene dallarme, e gli spari, e le tos- Lacan quando fa lesempio del litorale, che distingue dalla frontiera.
si, e i motori, e i convogli per Auschwitz, e i grilli, e le bombe dirom- Levi spiega qualcosa di questo nella descrizione dellingresso nel La-
penti, e il grugnito minimo dellanimaluccio senza coda... [...].13 ger: [...] era [...] un urto per la sorpresa che portava con s. Il mondo
qui che la Morante giunge fino al punto di dare a Useppe il no- in cui ci si sentiva precipitati era s terribile, ma anche indecifrabile:
me di poeta, in uno dei passaggi pi toccanti della Storia, dove ricono- non era conforme ad alcun modello, il nemico era intorno, ma anche
sciamo il suo genio letterario. Ella lo accompagna fino in fondo e, rega- dentro, il noi perdeva i suoi confini, i contendenti erano due, non si
landogli il dono della poesia, lo conduce fino alla soglia del punto pi distingueva una frontiera ma molte e confuse, forse innumerevoli, una
intimo della sua enunciazione, quando scrive: [...] il suo sguardo, tut- fra ciascuno e ciascuno.14 Levi parla di impossibilit di distinguere
tavia, come quello degli uccelli cantori, pareva continuasse a seguire un una frontiera, la caduta di una frontiera comune con la conseguente
punto mobile e luminoso fuori della vista. Nel tempo stesso, accompa- moltiplicazione delle frontiere, che trascina lessere umano sullorlo,
gnata da un dondolio delle gambe, la sua vocetta ariosa e timida inco- sul bordo di un litorale dove in primo piano non c unarticolazione
minci a cantilenare: con lAltro, ma la differenza tra la terra e il mare, dove pu esserci an-
che un grande muro di silenzio.
Le stelle come gli alberi e fruscolano come gli alberi. Come fa notare Miller, gi dal 1954 Lacan opera una disgiunzione
Il sole per terra come una manata di catenelle e anelli. tra il reale e la storia, fino al testo Prefazione alledizione inglese del Se-
Il sole tutto come tante piume cento piume mille piume. minario XI,15 dove questa disgiunzione diventa capitale: proprio
Il sole su per laria come tante scale di palazzi. perch questo testo porta sul reale, che Lacan mette correlativamente
La luna come una scala e su in cima saffaccia Bella che sanni- in questione il concetto stesso di storia. La storia, [...] richiede lartico-
sconne. lazione significante, [...] il rapporto con lAltro.16
Dormite canarini rinchiusi come due rose. Ne La Storia c un silenzio che si ripete fino alla tragica fine. C
Le ttelle come tante rondini che si salutano. E negli alberi. un grido che implode a pi riprese, la segnalazione di un indicibile dis-
I pesci come canarini. E volano via. semina il romanzo. una serie di giri intorno a un silenzio inenarrabi-
E le foie come ali. E volano via. le, a un baratro. La Morante inventa una lingua allaltezza di questo si-
E il cavallo come una bandiera. lenzio, che correlativa di questo silenzio, senza tapparlo, lasciandolo
E vola via. emergere e senza mai svilirne la portata ne propone in ogni caso un
trattamento possibile sul bordo.
Il posto che Elsa Morante d al silenzio e ai suoi effetti, nella Storia,
puntuale, nel senso che ritorna sempre allo stesso posto, come il reale
14 P. Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino, p. 25.
15 J. Lacan, Prefazione alledizione inglese del Seminario XI, in Altri scritti, Einaudi, Torino
2013.
13 Ivi, p. 510. 16 J.-A. Miller, Linconscio reale, in La Psicoanalisi, n. 42, 2008, p. 136.
368 Beatrice Bosi

Infine, se Ida non pu gridare neanche di fronte al corpo ormai


senza vita del figlio Useppe, la scrittrice le rid la parola, restituendole
un grido al quale avrebbe avuto diritto. Si pu dire forse che La Storia
anche questo grido insopportabile, trasformato in poesia, che del si-
lenzio si fa contrappunto. Forse questo pu rendere ragione dello iato
profondo che si creato al momento della sua pubblicazione, con il ri- Laura Pacati
marchevole silenzio che ne seguito, segno che la Morante ha colpito
nel segno di quel taglio epocale nella storia che ha investito lumanit Una scrittura di frontiera. Sui Claros del bosque
nel corso del XX secolo, del quale pi o meno consapevolmente siamo di Mara Zambrano
i diretti discendenti.
Ho coltivato il progetto di cercare i luoghi decisivi del pensiero filosofico,
rilevando che la maggior parte di essi erano rivelazioni poetiche.1
Hay cosas que no pueden decirse, y es cierto.
Pero esto que no puede decirse, es lo que se tiene que escribir.2

Con una parola inequivocabilmente evocativa si ha a che fare quan-


do a venirci incontro Mara Zambrano, filosofa e saggista andalusa
del secolo scorso, che dellimpronta dellerranza ha saputo fare una ci-
fra della sua vita.3
Nellarco delle smisurate erranze, lattivit intellettuale sar infatica-
bile da insegnante a direttrice di rivista, la sua produzione letteraria

1 M. Zambrano, Luoghi della poesia, Bompiani, Milano 2011, quarta di copertina.


2 Ci son cose che non si possono dire, ed indubitabile. Ma ci che non si pu dire che bi-
sogna scrivere. In M. Zambrano, Per abitare lesilio. Scritti italiani, Le Lettere, Firenze 2006, p. 148.
3 Nata a Malaga, a quattro anni Mara si trasferisce a Segovia, dove trascorre ladolescenza.

Ventenne si sposta a Madrid, e qui rimane per 12 anni, fino allincontro con lo storico e diploma-
tico Alfonso Rodrguez Agave, che diverr suo marito. Poco dopo si trasferisce in Cile, dove
Alfonso nominato segretario dellAmbasciata della Repubblica spagnola. Nel 1937, proprio il
giorno in cui la citt di Bilbao cade nelle mani dei Franchisti, fa ritorno in Spagna. Alla domanda
sul perch ritorni quando la guerra stata persa, risponde: Proprio per questo. Per due anni
Mara risiede prima a Valenzia e poi a Barcellona. Nel 1939 attraversa la frontiera alla volta della
Francia, e qui comincia il suo esilio. Dopo una breve permanenza a Parigi e a New York si reca
allAvana, e da l a Citt del Messico. Nel 1946 si trasferisce nuovamente a Parigi, dove trascorre i
duri anni del dopoguerra, fino al 1949, data in cui fa ritorno allAvana. Dopo quattro anni si muo-
ve per lEuropa e si stabilisce a Roma. Vi rimane fino al 1964, anno in cui va a vivere in una casa
nel bosco, non lontano da Ginevra. Questa rimarr la sua dimora principale per quasi quindici
anni, fatta eccezione di un soggiorno di un anno a Roma nel 1973 e di alcuni spostamenti nei
pressi di Ginevra a causa del deterioramento del suo stato di salute. Nel 1980 si stabilisce a Gine-
vra e nel 1984, dopo 45 anni di esilio, fa ritorno in terra spagnola e prende dimora a Madrid, che
ormai non lascer pi tranne che in rare occasioni.

La Psicoanalisi, n. 56/57, 2014-2015, pp. 369-380


Una scrittura di frontiera. Sui Claros del bosque di Mara Zambrano 371

accoglie pi di trenta opere, senza contare la mole imponente di biblio- Il Chiaro del bosco , prima di tutto, un centro che si pu osservare
grafie a cui ha dato impulso , e il dialogo con importanti esponenti del- dal limite;7 non ci si entra dentro direttamente, perch la sua confor-
la cultura della sua epoca fecondo ne sono una testimonianza le corri- mazione non ha nulla di determinato, di prefigurato, di risaputo.8 Per
spondenze epistolari con Reyna Rivas, Cristina Campo, Jos Bergamin. questa ragione non lo si va a cercare ma semplicemente lo si incontra:
Con una visione dispiegatasi per pi di mezzo secolo, e inscindibi- perch seppure lazione umana abbia potuto contribuire alla sua aper-
le dalle circostanze di un esilio altrettanto prolungato, si ha a che fare tura, il chiaro rimane qualcosa che si fa da s, da Lui, da Lei o da
quando ci si cimenta nella lettura di Mara Zambrano, di cui il testo Esso.9 Il chiaro qualcosa che intrattiene un legame con il tempio.
Chiari del bosco presenta, a mio avviso, un estratto particolarmente Un centro in tutta la sua pienezza proprio per questo, perch lo
suggestivo. Concepito in una vecchia casa in pieno bosco, tra lAin e lo sforzo umano rimane cancellato, come da sempre si preteso che acca-
Jura, siamo dalle parti di Ginevra questo scritto sembra volerne ce- da nel tempio edificato dagli uomini alla loro divinit, che sembri fatto
lebrare i natali. da lei stessa.10
Cos ce lo presenta Carlo Ferrucci, che ne ha curato la postfazione Luogo attraverso cui la divinit si dilegu, il chiaro uno spazio
nelledizione italiana: Le sue caratteristiche corrispondono a quelle vuoto, in cui il soggetto si trattiene e si detiene. Una zona di sospensio-
della guida, un genere di testo passato in Spagna dallOriente, che ne, allora, ma di e da che cosa? La sospensione di cui si tratta concerne
composto di figure [...] piuttosto che da argomentazioni, che insieme la necessit della domanda, quella che crediamo costitutiva delluma-
comunicativo ed enigmatico, che suggerisce pi di quanto non dica no. La funesta domanda alla guida, alla presenza che si dilegua se la si
perch vuole che le sue verit rinascano e rivivano il pi direttamente incalza, alla propria anima asfissiata dal domandare della coscienza in-
possibile nellinteriorit del lettore. Questi viene condotto, cos, non sorgente, alla propria mente cui non si lascia il tempo di concepire si-
tanto a condividere un sapere, quanto ad assimilare unesperienza di ti- lenziosamente, oscuramente anche, senza che quella si interponga per
po iniziatico, alimentata da una scrittura fortemente ellittica, lampeg- domandare il rendiconto alla schiava ammutolita.11 Un luogo vuoto,
giante, ora fin troppo coordinata ora bruscamente scoordinata, che lo dunque, che tentiamo ostinatamente di riempire attraverso la domanda
obbliga a farsene co-autore, a esporsi con tutto se stesso azzardando si- di sapere, che attribuiamo a una presenza esterna, a cui non cessiamo
gnificati che il testo non garantisce.4 di sollecitare il resoconto.
Un testo guida, dunque, che attraverso una scrittura allusiva e sfu- Ma insieme a evocare uno spazio, il chiaro allude anche ad una
mata, invita a lasciarsi andare al piacere dellevocazione; che grazie ad particolare forma di luminosit: sfuggente, mobile, discontinua, quella
una messa in causa della verit soggettiva, suggerisce la presa di distan- che emana dal chiaro del bosco una luce che ha lombra in s, pro-
za da ogni forma di sapere chiuso e prestabilito; e che privando il letto- pria delle situazioni di frontiera. Come quella dellaurora, quando la
re della garanzia di un significato unico e condiviso, ne stimola limpli- luce non si ancora staccata dalla notte, la luminosit del chiaro cele-
cazione personale nellandare incontro al sapere sperimentale della vi- bra la ripercussione di un istante, il perpetuarsi di una discontinuit di
ta.5 Un testo che spinge verso una nitidezza colta nellintrico del suo cui il procedere della musica a fornire il calco, piuttosto che il per-
farsi.6 Verso il chiarore di una contingenza. corso rassicurante di unavanzata rigorosamente prestabilita. una
Partiamo dal titolo, allora, per provare a dire qualcosa della zona chiarezza palpitante quella che in gioco nel chiaro del bosco, che ap-
che Mara Zambrano sembra invitarci a costeggiare.

7 M. Zambrano, Chiari del bosco, op. cit., p. 11.


4 Carlo Ferrucci, Postfazione, in M. Zambrano, Chiari del bosco, Mondadori, Milano 2004, 8 Ibidem.
pp. 165-166. 9 Ibidem.
5 Ivi, p. 166. 10 Ibidem.
6 Ibidem. 11 Ivi, p. 12.
372 Laura Pacati Una scrittura di frontiera. Sui Claros del bosque di Mara Zambrano 373

pena permette la composizione di qualcosa che nellistante immediata- Risvegliarsi , dunque, destarsi alla vita, allamore che non un
mente successivo si disfa. concetto quanto piuttosto una concezione e rinunciare alla contesa.
Ed cos che il chiaro si fa traccia di un metodo che pu dirsi sor- Fine e principio sono indissolubilmente uniti in chi si concede al
to da un incipit vita nova: una maniera di procedere che fa della con- nascere, raccogliendo ci che di ogni risveglio gli si offre senza lotta.
tingenza la propria alleata per una fedelt senza scoramento,12 e che Non c lotta nel lasciarsi sollevare sullinsondabile mare della vita.21
a partire da qui risvegli tutte le zone della vita e se ne faccia carico.13 Lessere che si consegna cos alla vita, rimanendovi palpitante, ha
E il risveglio di cui si tratta in questo principio di nuova vita , in pri- da mettersi in cammino, muovendovi i suoi propri passi. Mara Zam-
mo luogo, quello di un essere occulto che comincia a respirare e a vi- brano ci sussurra appena le note di un metodo: Tocca addormentarsi
vere perch ha finalmente incontrato lambiente adatto alla sua fino al- in alto nella luce. Tocca restare svegli in basso nelloscurit [...] Laggi
lora impossibile o precaria vita.14 La traccia che il chiaro del bosco nelle profondit, negli inferi il cuore veglia, non si concede riposo, si
evoca quella di una ferita che si apre verso dentro, verso lessere riaccende in se stesso. In alto, nella luce, il cuore si abbandona, si con-
stesso,15 e che dal fondo di questa apertura beante fa riverberare un cede. Si raccoglie.22
brusio non una domanda destato da quellinvisibile che passa solo Cos leggo la messa in forma della poetessa: le profondit, loscu-
sfiorando. Dove ti nascondesti?.16 rit, convocano unoperazione di deduzione, che dalluniversale del
Ed cos che quello suggerito dai chiari del bosco pu anche dirsi giudizio astratto si muove verso il particolare, da ci che si presenta
un metodo anti-metodico,17 che trova una congeniale espressione come verit di ragione a un che di vivo avvolto nel concreto23 e met-
nella composizione frammentata e singolarmente evanescente del testo. tono in moto, dunque, una certa riluttanza nei confronti della verit
Il quale ripartito in capitoli, ciascuno dei quali esplora un tema diver- comune; mentre le altezze, abitate dalla luce, sollecitano la logica del-
so, ma anche assemblato con lausilio di una particolare qualit di lu- linduzione-riduzione, che comporta lestrazione di qualcosa di som-
ce, che li attraversa tutti. merso, e dunque la trasformazione del proprio particolare in universa-
Una mezza luce, o luce di frontiera, che accompagna lesperienza le, che diventa bene comune. In questa luce, finalmente, si stabilisce la
del risveglio per cominciare. Un risveglio privilegiato,18 che non si propria dimora.
d necessariamente dal sonno, perch comporta la possibilit di perce- Nel cammino verso la singolarit soggettiva, che compiuto anche
pirsi senza immagine di se stessi; un istante prezioso, perch lascia la attraverso le operazioni della logica, si va incontro ad un momento con-
sua impronta, quella impressa dallaver respirato in solitudine sulle clusivo, il cui riverbero affidato a queste parole: [...] levento che ha
sponde della fonte della vita.19 Esperienza insostituibile, perch veico- la virt di essere un compimento lascia un vuoto speciale, quello di un
la la cognizione della preesistenza dellamore: dellamore che ci con- lungo passato che si consuma e si estingue. La conclusione di unepoca
cerne e che ci guarda, che guarda verso di noi.20 della storia presenta questo carattere. [...] Si sente, in tal caso, che la
storia cessa nellesatto momento che in seguito sar chiamato storico.24
Il presentimento che impregna questo compimento quello di una
12 Ivi, p. 17. nudit, da sola sufficiente a far sentire che si sta rinascendo. Ed in
13 Ivi, p. 16. questo momento che si avverte, imperiosa, la necessit di una morale
14 Ivi, p. 18.
15 Ibidem.
che orienti la nuova vita nascente. Di una morale, per, che non sia
16 Il verso una citazione di Juan de la Cruz, tratta dal Cantico espiritual, in Chiari del bosco,

op. cit., p. 18.


17 C. Ferrucci, Postfazione, in M. Zambrano, Chiari del bosco, op. cit., p. 168. 21 Ivi, p. 26.
18 M. Zambrano, Chiari del bosco, op. cit., p. 23. 22 Ivi, p. 43.
19 Ibidem. 23 Ivi, p. 45.
20 Ibidem. 24 Ivi, p. 47.
374 Laura Pacati Una scrittura di frontiera. Sui Claros del bosque di Mara Zambrano 375

ispirata dalla storia, non solo, ma che accolga anche la morte. Lemer- Come ogni centro, che come tale si affaccia su di un confine, anche
genza di unetica, dunque. il cuore pu dirsi profeta, sempre in procinto di spingersi pi in l di
E per Mara Zambrano, come per Lacan e per Freud prima di lui, dove gi si spinto.31 Questa tendenza alla profezia, che altro non
letica ha a che fare con un vuoto centrale, quello che la Cosa lascia nel se non ricerca di sapere, radica nel tormento per non essere stato pre-
suo configurarsi come oggetto perduto del desiderio; desiderio di cui sente alla propria e altrui creazione: la smania di sapere ruota intorno
comunque conserva impresso il proprio marchio, pur nella irriducibi- alla domanda sulle origini. Un soggetto tale perch si interroga, ed
lit e irrappresentabilit del vuoto a cui esso attinge. Ed nella fedelt arriva a poter dire qualcosa, in merito al vuoto da cui origina.
a questo vuoto che per Mara si d la bellezza. Il cuore pu andare incontro a inabissamenti. Se il suo battito,
Quando il senso unico dellessere si desta in libert, in conformit che al tempo stesso una chiamata, non riceve risposta, la mancanza
alla sua propria legge [...], senzaltra finalit che la fedelt al suo proprio di resistenza scivola in uninvocazione silenziosa, lindicibile, che
essere, nella vita che si schiude. Si accende cos [...], la visione come una parte in una direzione indefinita, non di per s, ma perch va oltre
fiamma. [...] La fiamma che la bellezza stessa, pura per se stessa.25 tutte le direzioni conosciute.32 Cerca un ascolto il cuore, ad una
Una volta riconosciuto, il vuoto apparir in ogni manifestazione chiamata che indicibile ma che pu comunque ottenere risposta,
della bellezza, facendosene laureola, il suo spazio sacro in cui (la bel- anche se non sar una replica fornita dalla mente consueta.33 E allora,
lezza) si conserva intangibile.26 Nella tensione tra vuoto e bellezza, in di quale risposta si tratta? Quello che in gioco in questa risposta al-
uno spazio nel quale non concesso installarsi ma che possibile cin- lindicibile la scrittura di un nome proprio, che in quanto tale non
gere, lessere nascosto, anima accompagnata dai sensi,27 spinto a ha nulla a che fare con la traduzione di un concetto plasmato per un
uscire fuori di s. Da l, gli sar possibile scorgere che la bellezza in uso generale.
rapporto con un centro illuminato [...] che comunica con labisso.28 Ogni concetto genera unestensione [...]. Mentre il nome proprio,
Scoprir linabissarsi della bellezza, o la bellezza dellabisso. Da qui il unico, inalienabile, quello che conferisce la presenza col essere pro-
rischio di poterne essere rapiti. nunciato.34 Un nome proprio, dunque, che veicola la possibilit di
Alla stregua del chiaro del bosco, anche il cuore si presta a funzio- percepire il reiterato palpitare del cuore come pulsazione del centro
nare come figura di un centro vuoto, con alcune caratteristiche che aiu- della vita,35 e che ha la prerogativa di erompere da una singolare pros-
tano a declinarne la particolarit. Il cuore, come ogni centro, possiede simit col nulla o con il vuoto36 ancora la figura della frontiera!
la propriet di attrarre; ma provvisto anche di aperture, cavit, che in questa zona di confine, dove la pulsazione della vita sollecita il
acconsentono a che la vita circoli al suo interno. Piuttosto che di un cuore a stabilirvi la propria dimora, che il soggetto pu incontrare un
motore immobile, si tratta, dunque, di un centro che ospita il fluire voto di verit. Solo come promessa, che non accetta tanto presto di
della vita, e non per dominarlo, ma perch sgorghi alla maniera della essere sposata, che aspetta ancora. [...] La bianca presenza, appena
danza, senza perdere il ritmo, avvicinandosi nella danza alla ragione percettibile, della promessa di verit, veglia su di lui.37 Una compa-
che vita.29 Ed per questa ragione che un essere vivente pu rite- gnia, quella della verit, che attraverso una sospensione reiterata del
nersi tale quanto pi esteso e qualificato30 il vuoto che accoglie.
31 Ivi, p. 71.
32 Ivi, p. 73.
25 Ivi, p. 55. 33 La mente discorsiva, la grande ordinatrice che tutto occulta, in M. Zambrano, Chiari del
26 Ivi, p. 57. bosco, op. cit., p. 73.
27 Ibidem. 34 Ivi, p. 77.
28 Ivi, p. 58. 35 Ivi.
29 Ivi, p. 69. 36 Ivi.
30 Ivi, p. 68. 37 Ivi, p. 78.
376 Laura Pacati Una scrittura di frontiera. Sui Claros del bosque di Mara Zambrano 377

connubio con colui che la invoca, sembra volerci indicare che lessen- sa appaiono come specchio di perfezione, mentre nellessere umano ap-
ziale sta da unaltra parte. paiono come insistenza, o desistenza, un lasciar fare.43
Ed a partire da questo punto che la poesia guadagna terreno sul Fin qui il centro di cui, attraverso la metafora del cuore, abbiamo
pensiero logico, Perch quando il pensiero, che anchesso pu farlo, si potuto passare in rassegna alcune particolarit: pronto ad accogliere
raccoglie, lo fa interrompendo il suo interminabile discorso e identifi- il movimento della vita; spinge verso una domanda di sapere e verso
candosi con il cuore,38 punto in cui entrano in azione la solitudine, ed il linvenzione di un nome proprio; si accompagna alla verit ed a tratti
silenzio. Vediamo in che maniera possono dirsi intrecciati e, soprattutto, intrecciato con la solitudine e il silenzio.
la stoffa di cui sono fatti il silenzio e la solitudine qui convocati. Vi un A questo punto unincursione intorno alle parole. A quale spazio
genere di solitudine che comincia con lessere non un isolamento, bens della parola si riferisce ce lo d a intendere subito, Mara Zambrano,
un essersi spogliati di qualsiasi propriet. [...] E con essa la colonizzazio- mettendolo in tensione con la dimensione in cui le parole si fanno mate-
ne che obbliga a uscirsene continuamente da se stessi, a curarsi dellaltro rializzazione di un potere. Si tratta di quello statuto della parola che
sapendolo altro, o in altro, per farlo proprio.39 Una solitudine, quindi, anteriore alla strutturazione del linguaggio momento in cui la parola
che scaturisce dalla rinuncia a ricercare qualsiasi complemento o ag- comincia a essere colonizzata44 e che da esso svincolato: parola
giunta; che sgorga dallaccettazione della privazione; e che elargisce la che non destinata, dunque, alla comunicazione o alla notifica di alcun-
possibilit di rimanere a tu per tu con se stessi.40 Una solitudine, allo- ch. Scintilla sempre di nuovo riaccesa.45 Parola di comunione.46
ra, che non mancanza di compagnia, e che fa del silenzio il proprio al- Cos la compositrice fa risuonare il registro non comunicativo della
leato. Il silenzio rivela il cuore nel suo essere. [...] Un essere che si offre parola, quello che con Lacan possiamo attribuire alla pulsione e alla
senza qualificazione alcuna e persino senza riferimento alcuno a una de- volont di godimento:47 [...] esse risaltano diafane, promessa di un or-
terminata situazione, che lo qualificherebbe di per s. [...] E ci che toc- dine senza sintassi, di ununit senza sintesi, abolendo ogni forma di
ca dire di pi prossimo a questo suo essere che custodisce un segreto relazione, rompendo a volte la concatenazione. Sospese, fattrici di pie-
senza celarlo, e che custodisce lessere dove dimora.41 nezza, fosse pure in un sospiro.48 la parola animata da un voler go-
Nel silenzio che avvolge il soggetto, e che esperienza del respiro dere quella che qui chiamata in causa. Non c il dialogo che poggia
della vita, viva e vivificante, il pungolo della privazione non si avverte: sul principio di voler dire allaltro, da cui muove anche la domanda di
Il che proprio del creare un luogo proprio, e riposare in esso senza sapere, ma si installa il monologo: si vuole godere, dunque non si vuol
cessare di muoversi.42 C una solitudine che non ha bisogno del ricor- dire niente.
so alla parola, e che si annoda a un silenzio rivelatore: dove la mancan- Mara Zambrano ce ne fornisce una traccia con quella che nomina
za non conta e la singolarit pu finalmente trovare la sua residenza, in come la parola del bosco: insieme velata e ineliminabile, libera e sfugge-
un movimento che si fa continuo, irriducibile. Tutto qualit nei mo- vole, non parola che si agiti in ci che dice, dice col suo battito dali e
vimenti propri dellessere. Qualit che si appropria della quantit e che tutto ci che ha ala, ali, se ne va, quantunque non sempre, ch pu tor-
proviene senza dubbio dalla chiamata dellassoluto che dentro questa nare nello stesso modo o in un altro, senza smettere di essere la stessa.49
nostra umana esperienza si produce, quel qualcosa che si sente come ir-
riducibile. [...] Si tratta di movimenti attribuiti alla divinit e che in es-
43 Ibidem.
44 Ivi, p. 88.
38 Ivi, p. 79. 45 Ibidem.
39 Ivi, p. 78. 46 Ibidem.
40 Ibidem. 47 J.-A. Miller, Il monologo de lapparola, in La Psicoanalisi, n. 20, 1996, pp. 21-39.
41 Ivi, p. 79. 48 M. Zambrano, Chiari del bosco, op. cit., p. 89.
42 Ivi, p. 80. 49 Ivi, p. 90.
378 Laura Pacati Una scrittura di frontiera. Sui Claros del bosque di Mara Zambrano 379

E dalla parola cos palpitante germina la musica dellindicibile che non quella che pu andarsene e nascondersi, quella che non d mai la sicu-
potr mai, qui, essere data in parola, ma solo con essa.50 Musica dellin- rezza di fermarsi, quella che procede volando.57 Di un tale movimen-
dicibile, che ne tratteggia il silenzio, puntellandolo ai margini dellabisso. to della parola possibile reperire dei semi, che funzioneranno come
E siccome di tratto si tratta, non si pu non ritornare alla parola germi di una ragione [...] di vita,58 creatrice,59 fecondante;60 e
che di essa leffetto, contrapponendola a quella oracolare, permanen- che saranno stati dei segni capaci di riconsegnarci ad un luogo nel
te, della storia scritta. Perch se la storia indissociabile dalla parola quale si visse senza pretese di possesso,61 luce che scintilla negli oc-
scritta, intonata o cantata, da qualche altra parte che dovremo volge- chi della notte.62 Qui, nella cripta del tempo che sgorga penetra lo
re lo sguardo per incontrare la nostra insuperabile ignoranza, la no- sguardo remoto, silenziosamente. [...] Uno sguardo senza intenzione e
stra esclusione.51 Ci imbatteremo, allora, in parole svincolate dalla senza annuncio alcuno di giudizio o di processo.63 Uno sguardo per-
condanna della storia: vive e rigeneranti; parole che piuttosto che per- duto, che presenza senza nome n determinazione, per il quale il sog-
durare inalterate nella memoria, si accendono e si spengono, si ridu- getto ormai nato si rivela come qualcosa di analogo al mostro; un es-
cono in polvere e ricompaiono intatte: rivelazione, poesia, metafisica, o sere a met, che manca di qualcosa.64
esse semplicemente, esse. Lettere di luce, misteri infuocati, canta delle A questo punto vorrei tentare qualche osservazione sulla scrittura
stelle Francisco de Quevedo.52 di Mara Zambrano, proprio a partire dalla constatazione della sua
Lettera, marchio, barra: testimonianze di come la funzione a tutti prossimit con alcuni dei temi pi cari alla mistica, in primo luogo spa-
comune del linguaggio abbia potuto produrre un soggetto particolare, gnola.65
che in quanto tale intratterr una relazione con la parola a lui singola- Uno. Nella poetica di Mara Zambrano palpita una certa rivitalizza-
re. Con Lacan possiamo aggiungere che una lettera si scrive nel mo- zione della dimensione sacra. Non c invito allascetismo. La chiamata
mento in cui il significante su cui si sostiene la primordiale identifica- alla trascendenza, quella che diventer trascendenza delle viscere in
zione soggettiva si cancella, aprendo cos la via per lemergenza della Note di un metodo,66 non comporta una mortificazione. piuttosto
particolarit del soggetto.53 unesortazione a riconciliarsi con ci che nel viscerale, nel corporeo,
Si tratta di quella che Mara Zambrano definisce come la progressi- fermenta, orientandone le seppur in apparenza oscure scelte. Non c,
va e implacabile germinazione nel campo della parola, quella che giun- dunque, contrapposizione tra le ragioni delle viscere e quelle di
ge dallessersi aggirati nelle prossimit del nulla, dellinimmaginabile unistanza ad esse estranea o addirittura contrapposta. C, invece, il
avvertito con naturalezza,54 e che si impone come il primo dono del- tentativo di animare, scavandola, questa frontiera, attraverso una scrit-
lesilio55 a lei che tornata nelle terre natali dopo infinito peregrinare tura che pu dirsi abitata dalla luce. Una scrittura che si fa luce.
sostiene di continuare ad amare il suo esilio!
Una parola concepita,56 dunque, che altra cosa dal linguaggio
comunicativo comune a tutte le specie animali. E la parola in senso 57 Mara Zambrano, Chiari del bosco, op. cit., p. 100.
58 Ivi, p. 111.
proprio solo quella concepita, accolta, quella che infligge privazione, 59 Ibidem.
60 Ivi, p. 112.
61 Ivi, p. 114.
62 Ivi, p. 124.
50 Ivi, p. 91. 63 Ivi, p. 138.
51 Ivi, p. 96. 64 Ibidem.
52 Ivi, p. 97. 65 Qui sia sufficiente ricordare che nel testo Juan de la Cruz fraticello incandescente
53 Jacques Lacan, Lituraterra, in La Psicoanalisi, n. 20, 1996, pp. 9-19. pi volte citato, e che Maria Zambrano vi dedica un saggio, in cui forgia la definizione di misti-
54 Ivi, p. 99. ca chiara per tratteggiarne lo stile poetico: San Giovanni della Croce: dalla notte oscura alla pi
55 Ibidem. chiara mistica, in M. Zambrano, Luoghi della poesia, op. cit., pp. 290-313.
56 Ivi, p. 100. 66 M. Zambrano, Note di un metodo, Filema, Napoli 2003.
380 Laura Pacati

Ancora. La ragione poetica di Mara Zambrano zampilla da una


particolare attitudine a porsi in contatto con lAltro, e da una smisurata
capacit di testimoniare la radicale eterogeneit dellessere.67 Quello
che Chiari del bosco sembra non cessare di testimoniare che, nel mo-
mento in cui la parola intende farsi carico di questa insopprimibile
molteplicit, non pu che muoversi ai bordi dellindicibile. E il sogget- Biblioteca
to che la genera si fa voz abismtica cos che Massimo Cacciari ha
circoscritto il percorso di questa singolare voce.
in questo solco che il sacro prende la fisionomia di qualcosa din-
distinto: ci che non si pu esprimere, sfugge al sapere articolato, ma Lucilla Albano, Il divano di Freud, Il di un dispositivo inedito, che stava rivo-
palpabile. Zona dove si gioca lesistenza di ciascuno di noi. Saggiatore, Milano 2014. luzionando la percezione del mondo in-
teriore degli esseri umani a cavallo del
Ed a questo titolo che la scrittura di Mara Zambrano pu ancora Con Il Divano di Freud, Lucilla Alba- XX secolo, lasciando emergere ci che, a
dirsi moderna: perch per quanto si cimenti con lindicibile non rinun- no, nellepoca in cui si crede che la scien- causa dellavvento della scienza, premeva
cia a rifletterne una forma, a darcene uneco. Con un passo che river- za di Sigmund Freud sia agonizzante, ma ancora doveva trovare uno statuto,
bera le vibrazioni dellabisso. mentre le terapie della parola proliferano una collocazione: la pulsione di morte,
Da piccola voleva essere una scatola sonora, ci dice da qualche par- obliterando linconscio, e il DSM sforna sulla quale gli psicoanalisti si sarebbero
sintomi e sindromi in cui chiunque pu divisi, alcuni dei quali sono i testimoni
te nelle sue pagine autobiografiche Mara Zambrano. Certo che la riconoscersi, e prospetta griglie e caselle chiamati in causa in questo libro.
musicalit una qualit della sua scrittura: si sente il timbro della voce, in cui chiunque pu reperire letichetta I sipari svelano di volta in volta dei
di una voce che arriva da lontano. del proprio malessere, visto che da qual- quadri differenti secondo il paziente che
che parte tutti quanti ci riconosciamo un si raccontato, che ha appuntato o ha da-
po border, un po bipolari, un po affetti to forma a un vero e proprio romanzo
da NAS o da PASS, da DHD o da DDI, terapeutico, come nel caso di Abram
con un misto di DDP e una punta di Kardiner, ma che comunque e sempre
DCA, Lucilla Albano apre una serie di hanno testimoniato del loro incontro con
sipari sulle storie analitiche di uomini e il desiderio di Freud, con la sua gran-
donne, conosciuti e meno conosciuti, al- dezza scientifica e umana da cui hanno
cuni divenuti addirittura celebri, che si voluto farsi impregnare, alcuni di loro ve-
sono sdraiati sul divano dellinventore nendo da oltre Oceano per poi attraver-
dellinconscio, di colui che ha saputo sarlo di nuovo e contribuire a istillare il
ascoltare anche lindicibile e scoprire, al virus della peste psicoanalitica nella mo-
di l e al di qua della parola, un sapere derna America, altri, presi da una vera
che prima nessuno sapeva di sapere. Il passione, come Helene Deutsch, che, gra-
lavoro della Albano spazia lungo un arco zie al pi grande rivoluzionario del seco-
di quarantanni che va dal Progetto di lo, incontrava la sua liberazione dalle
una psicologia ad Analisi terminabile e in- catene dellinconscio.
terminabile, anni in cui il Burbero Be- I testi raccolti dallautrice, preceduti
nefico, come lo aveva definito Maryse ciascuno da una breve introduzione in
Choisy, la timida fanciulla dichiarava che cui presenta i vari personaggi inserendoli
avere ventidue anni unorribile malat- nel loro contesto storico, geografico e,
tia che solo il tempo pu guarire, faceva potremmo dire, sintomatico, sono stralci
67 questa la tesi che Antonio Machado, conterraneo di Mara Zambrano, e a lei molto ca- lesperienza della infinita potremmo di diari analitici, ricordi, brevi riflessioni,
ro, sviluppa a proposito della fecondit del pensiero poetico. chiamarla cos linfinita messa a punto dimostrazioni di ipotesi, annotazioni cli-
382 Biblioteca Biblioteca 383

niche ricchissimo di questultime il te- Linteresse del libro non sta solo, sa- svelano, nellaprs-coup dellesperienza, il e nome attraverso queste testimonianze
sto di Sergej Pankeev, il famoso Uomo rebbe banale, nel fatto che il lettore, at- crogiolo la vita fatta di carne e sangue di eterogenee quali frutti di un lavoro e di
dei lupi , racconti che, se da un lato traverso il buco della serratura che vedia- chi ha passeggiato con Freud un solo po- una elaborazione che aveva del pionieri-
mettono in luce le difficolt di Freud, i mo campeggiare sulla copertina, entra meriggio, come stato il caso di Gustav stico ma che, soprattutto, come ha voluto
suoi entusiasmi, i suoi interrogativi nella stanza segreta dellanalisi e in qual- Mahler, o di chi si avvicendato sul fa- mostrare lautrice operando questa rac-
amerei sapere se la scena primaria, nel che modo si appropria dellintimit dei moso divano per tre sedute, come stato colta, ci appaiono nella loro trama tessuta
caso del mio paziente [LUomo dei lupi], pazienti, uno per uno, unintimit presa il caso della Choisy, o tre settimane, qual- da artigiani dellinconscio a bottega dal
sia stata una realt o solo una sua fanta- nel transfert con Freud, il quale, seppur che mese, o a volte alcuni anni scanditi da grande maestro La sensazione di lavo-
sia , i suoi tormenti, i vacillamenti tra lo stesso, per ciascuno il proprio anali- interruzioni, come stato per LUomo rare insieme era accentuata dal fatto che
sicurezza e umilt Io non credo [di sta, ma sta anche nel fatto che il lettore dei lupi, o di chi si visto bruscamente Freud riconosceva in me la capacit di
considerarmi un grande uomo], per ho viene messo di fronte a quella misteriosa interrompere lanalisi, su perentoria deci- comprendere la psicoanalisi, scrive lUo-
fatto una grande scoperta , gli errori figura che lanalista incarna e che molti sione di Freud, al fine di liberare uno spa- mo dei lupi; un giorno mi condusse nel-
luomo che aveva inventato il concetto decenni dopo Jacques Lacan avrebbe de- zio proprio per Sergej, come stato il ca- la stanza accanto per mostrarmi i suoi
di transfert, quando si manifest in quel- finito come una non-identit. Vediamo, so della Deutsch, interruzione che, a suo Eucapti e spiegarmi che il loro colore era
loccasione, non lo riconobbe. Gli sfugg infatti, come tale figura assume di volta in dire, ha sortito una sorta di guadagno se- sbiadito perch erano il frutto di uno sca-
una cosa. S, certo, nella mia infanzia io volta le forme immaginarie di cui il pa- condario: comprendere le depressioni vo come le reliquie che provengono
avevo avuto paura di mio padre, ma colui ziente, solleticato dal proprio fantasma, dei pazienti che non avevano cause rea- dallinconscio, scrive Roger E. Money-
che temevo ora era Freud stesso, scrive influenzato dal proprio sintomo, la rive- li , insomma, il crogiolo nel quale cia- Kyrle.
Kardiner , il suo tratto depressivo e mi- ste e dalla quale lanalista ha da sottrarsi scuno ha contribuito a depositare e rime- La psicoanalisi avanza grazie alla prati-
santropo, gli interventi giudicati selvaggi, senza mai perdere di mira che la psicoa- stare gli ingredienti di unesperienza ine- ca, alla clinica e, come si legge in queste
dallaltro lato, in quanto testimonianze, nalisi non una sorta di distribuzione di dita e che avrebbero costituito i fonda- quarte storie, vediamo alcuni pazienti,
tali scritti compongono per ciascuno la strenne natalizie, come ebbe a dire un menti di una scienza di cui Freud per pri- soprattutto ma non solo se in training, di-
propria quarta storia, dice lautrice. giorno Freud a Lou-Andreas Salom. Tali mo ha temuto il naufragare, se fosse mai scutere con Freud di passaggi cruciali e
Una chiave di lettura da reperire pro- vesti vanno dallamore incondizionato di passata alla storia come scienza ebraica, difficoltosi del proprio percorso analitico,
prio a partire da qui: E la quarta storia, una Marie Bonaparte per Freud, al privi- e che invece, prendendo a prestito una a volte ottenendo delle spiegazioni, delle
meno praticata e meno studiata, quella legio imputato dai suoi colleghi e compa- metafora della poetessa H.(ilda) D.(oolit- risposte ai loro interrogativi, altre, invece,
che il paziente racconta a partire dalla sua gni di training a un Kardiner, il quale, pa- tle), potremmo immaginare come una semplicemente incontrando il silenzio o
prima storia ricostruita nella seconda, ma ziente sulle prime sbigottito e spaventa- canoa di scorza di betulla che ancora na- restando sotto il colpo di una provocazio-
anche quella che si avvicina maggior- to, volentieri se lo arroga il privilegio, viga, malgrado sia profondamente invisa ne Comunque sia vi saluta affettuosa-
mente, pur come unombra scolorita, ad- che consiste nel fatto che con lui Freud nellambito del fondamentalismo, che sia mente il vostro..., riferisce H.(ilda) D.(oo-
dolcita e spurgata, alla prima storia segre- un analista che parla la cosa valsa a religioso o di impronta scientista. little) messa sottosopra da una frase enig-
ta, risentendo degli ulteriori effetti di rico- Kardiner un invito a prendere un t con Ai pazienti annoverati nel libro e ad al- matica di Freud che, dipanata nel corso di
struzione che anche quando la relazione James Strachey e John Rickman, ai quali, tri non presenti, come Dora o lUomo dei molte sedute, assumer il suo valore di in-
analitica chiusa il lavoro dellinconscio invece, Freud non diceva mai una parola, topi, solo per citarne qualcuno, alle loro terpretazione. Cos, da quei divani, da
continua a produrre per azione differita per discutere di questa stranezza del loro riflessioni, allo sviluppo dei loro interro- quegli incontri, da quel brancolare nello
(Nachtrglichkeit). Tutte e quattro queste analista; vanno dalle perplessit di un Jo- gativi, dobbiamo nozioni e concetti nati sconosciuto, prendevano forma e si fon-
storie sono infime figlie della quota di infi- seph Wortis sulla discrezione di Freud e dalle parole dette allinterno di una stan- devano la teoria e la tecnica psicoanalitica
nito che caratterizza il tipo di sapere evo- il suo transfert decisamente negativo, al za dove cera sempre un senso di pace colpisce la freschezza e lefficacia di al-
cato in analisi. Mentre le prime due storie sentimento di essere davvero ascoltato di sacra, di tranquillit, concetti e nozioni cune interpretazioni, come ci rivela Theo-
esistono solo allinterno della relazione un Sergej Pankeev a cui la teoria psicoa- come il complesso di Edipo, il parricidio, dor Reik, il quale insiste sulleffetto di sor-
analitica e sono storie orali, il cui statuto nalitica, come ben sappiamo e come, ap- lomosessualit inconscia, il transfert, presa che Freud era in grado di provocare
di esistenza si basa proprio sullespressio- punto, si pu leggere dal suo resoconto, lidea di destino, il fattore infantile, la ri- attraverso un movimento che evoca lat-
ne verbale, le ultime due esistono invece deve moltissimo. petizione, la resistenza, la necessit di to analitico che passava per la diversio-
solo in quanto vengono scritte e quindi re- Certamente il libro della Albano rico- operare la Durcharbeitung come compi- ne al fine di produrre una deviazione
se pubbliche, e si pongono al di fuori e se- pre un interesse di carattere storico e bio- to principale dellanalisi, il principio di e, nellapparente lungo giro, creare una
paratamente dalla relazione analitica. grafico grazie a queste quarte storie che inerzia, ecc... Li vediamo prendere forma scorciatoia per arrivare a toccare il nu-
384 Biblioteca Biblioteca 385

cleo della questione. Nasceva un pensiero suoi albori. Non c mai stata nellIPA contempo delicato nellaccompagnare e a sibilit anche di non dare interpretazioni,
che, come ha detto una volta Jacques La- una teoria della trasmissione in senso volte pungolare chi ha voluto interrogare che viene strutturato su pi livelli. Un li-
can, pi di qualunque altro aperto alla proprio, ci voluto Jacques Lacan, lere- le pieghe pi recondite della propria esi- vello esplicativo che offre significati alter-
revisione, affermazione che pu essere tico!, per inventare il dispositivo della stenza. Il libro si offre non esclusivamen- nativi, cio interpreta. Un livello descritti-
messa in tensione con le parole di Reik: passe che consiste nella messa in logica te agli addetti ai lavori, ma anche ai pro- vo che amplia i significati. E un livello in-
Lessenza della psicoanalisi non pu es- della propria esperienza di analisi nella fani, se appena appena sono incuriositi tensificato, vitalizzante, che ha a che fare
sere imparata; pu solo essere vissuta. forma di un racconto che ne permette la dal sapere che storia ha avuto la parola col richiamo.
Su questo lavorio, tra teoria e tecnica trasmissione e la messa alla prova di un quella segreta, quella nascosta, quella in- Per Ann Alvarez si tratta di porsi col
calate nella pratica, Lucilla Albano ha insegnamento, insegnamento da sotto- dicibile e scabrosa, la parola pi intima paziente in un modo che supplisca la sua
puntato locchio di bue. Ci siamo fatti porre alla verifica di altri analisti, i quali e che storia ancora pu avere in que- impossibilit a comprendere le normali
una regola, mi disse un giorno Freud di giudicheranno se alla misura di costitui- stepoca, la nostra, in cui il ben dire conta interpretazioni del livello esplicativo, o
non rifiutare mai di curare un paziente, re un avanzamento nella teoria analitica. sempre di meno, mentre i passaggi allat- che lo scuota dalla sua cronica apatia re-
anche se non pu pagare, scrive ancora In tal senso il libro di Lucilla Albano, fa- to, dai meno significativi ai pi drammati- lazionale, come negli autistici. Nel livello
Sergej Pankeev -, ecco un esempio di una cendo le dovute differenze quanto al- ci, sono allordine del giorno. descrittivo si raccomanda di non restitui-
questione di tecnica che ci tocca pi che lepoca e agli strumenti a disposizione re significati aggiuntivi e alternativi, ma
mai oggi e di fronte alla quale gli analisti quelli raccolti direttamente dalla mano di Cline Menghi il chiarimento e lampliamento di signifi-
lacaniani non indietreggiano, questione Freud e mantenuti, quelli, invece, lasciati cati singoli (p. 12).
che di tecnica, s, ma che gi per Freud cadere nel corso delle vicende analitiche La Alvarez confida giustamente sul po-
non era standard. Teoria e tecnica calate di Societ e Scuole, quelli acquisiti nel Ann Alvarez, Un cuore che pensa (Tre tere terapeutico anche cognitivo di un
nella pratica stavano facendo attecchire i corso del tempo grazie allo strutturalismo livelli di terapia psicoanalitica con i buon incontro; come confermato dalle
loro germogli l dove i cos detti nevra- e alla linguistica , ci ricorda quanto la te- bambini), Astrolabio, Roma 2014. neuroscienze, che hanno provato che la
stenici, nel periodo precedente la psi- stimonianza preziosa, tanto pi quando maturazione cerebrale nella prima infan-
coanalisi, versavano in una situazione di- si tratta di un lavoro che riguarda la sin- Essere un cuore che pensa, si propone zia viene facilitata da neurotrasmettitori
sperata, relegati nel silenzio del soggetto. golarit dellessere parlante che soffre, un la Alvarez, che vanta una pratica di cin- come gli oppioidi o la dopamina, attivati,
Attecchivano e prendevano forma tra le lavoro che non pu mai essere uguale per quantanni, con i suoi piccoli pazienti. per esempio, dal sorriso, dallo sguardo e
invenzioni di regole e le eccezioni alle re- tutti, come ci rivelano i racconti del diva- Il punto problematico, alla luce dei dalla voce della madre.
gole, ma sempre nel solco delletica che no di Freud. suoi ricchissimi riferimenti teorici, che, Nel richiamo, di cui parlano Bion e al-
oggi possiamo chiamare freudiana. Dietro i sipari compaiono, oltre a quel- ad alcuni pazienti, le interpretazioni non tri, c lintenzione di vivificare o intensi-
Dicevo che una chiave di lettura da li citati, nomi come quello di Bruno Wal- arrivano, per cui bisogna confezionarglie- ficare le emozioni, con gli autistici, oppu-
reperire in questa quarta storia in ter, di Heinz Hartmann, di Raymond de le su misura. Occorre tenere presenti le re di scoraggiare lideazione perversa o
quanto essa costituisce lo strumento della Saussure, di James Strachey e di molti al- misure del bambino perch un abito gli compulsiva. Il richiamo un lavoro che
trasmissione di unesperienza primigenia. tri, oltre a nomi della cultura: da Jean Jac- possa andare. insiste sul significato e consiste nellinvi-
Fa riflettere, poich un dato di fatto che ques Rousseau a Karl Krauss, da Goethe Per chi ama Lacan, il testo pu apparire tare il bambino al contatto.
nella storia della psicoanalisi non esiste a Leonardo, da Virginia Woolf a Whit- a tratti fuori fuoco, come un vaso rovescia- A volte, dice lautrice, occorre recitare
una tradizione della trasmissione della man, da Schnitzler a Maillol, e ancora to che fa cuc, ma Ann Alvarez dimostra la parte del paziente come se si vivesse in
propria esperienza analitica escluso tanti altri psicoanalisti con cui Freud e i una lunga e coraggiosissima pratica clinica, prima persona; momenti in cui noi tera-
Freud naturalmente, il quale ci ha offerto suoi allievi hanno interloquito e discusso, in cui non si tira indietro. Scrive, allinizio peuti dobbiamo contenere il tempo, am-
la propria esperienza, sia attraverso le let- lanciati nella pi grande avventura del di questo libro: Amo la psicoanalisi, non bizione necessaria, distante quanto un se-
tere a Fliess, di cui peraltro, come viene XX secolo. fosse altro perch funziona (p. 7). gno di pace dal diventare contenitori, og-
menzionato nel libro, dobbiamo il merito Il divano di Freud, oltre a leggersi con C un concetto, in questo testo, che mi getti. La Alvarez d corpo alla fiducia che
di averle acquistate a Marie Bonaparte, piacere, non solo solletica la curiosit, ma sembra particolarmente interessante, il ri- possa avvenire il passaggio dal pensiero a
sia attraverso la generosa rivelazione dei provoca anche un moto di tenera sorpre- chiamo, di cui parla anche nel Compagno binario unico a quello a doppio binario,
suoi sogni non dimentichiamo il sogno sa e di commozione nei confronti di quel vivo, del 1992, e che le stato insegnato cio la capacit di pensare tra parentesi,
inaugurale della psicoanalisi, LIniezione lavoro lungo e faticoso che ha impe- dal lavoro con un bambino autistico. di maneggiare due o pi linee di pensiero
di Irma, la cui analisi e elaborazione ver- gnato un uomo coraggioso quale Freud Questo testo centrato su un atteggia- contemporaneamente.
tono su questioni cruciali della pratica ai stato, caparbiamente intransigente e al mento pi ampio, che comprende la pos- Vi lascio alla lettura, non senza ringra-
386 Biblioteca Biblioteca 387

ziare la Alvarez per i generosi e concreti mai soltanto il singolo operatore (p. 31) singolo caso clinico (p. 50), evidenzian- ne presentata la necessit di lavorare con
consigli, tanto pi che, se, come dice La- il che consente linstaurarsi di un tran- do le potenzialit di un progetto di cura una certa flessibilit tra regola ed ec-
can, la scienza modifica il reale, e crea og- sfert diluito e lintroduzione di una fun- formulato a partire dalle specificit del cezione effettuando, quando necessario,
getti che diventano i sintomi, avremo, ab- zione terza in grado di porre un argine paziente, e con lui concordato, e che ve- unoscillazione calcolata sul soggetto
biamo, bisogno spesso di molte lunghe simbolico alla tendenza a sviluppare rela- da, possibilmente, il coinvolgimento dei (p. 72).
sedute preliminari al livello del richiamo. zioni speculari, di sovente con laltro ma- familiari. Maurizio Fadda sottolinea limportan-
terno. Lintervento di Domenico Cosenza, za di non puntare, attraverso un interven-
Annalisa Piergallini Lintroduzione al testo vede linterven- che chiude la prima parte del volume, to nutrizionale, alla semplice riduzione
to di Giuseppe Saglio che mette in tensio- verte sul processo di entrata in Comu- del sintomo alimentare ma piuttosto a
ne due espressioni: prendere corpo e nit. Lautore sottolinea che importan- individualizzare il sintomo per ognuna
Laura Ciccolini, Domenico Cosenza dare corpo. Listituzione, circoscriven- te distinguere il semplice accesso fisico delle pazienti (p. 79). Si tratta dunque di
(a cura di), Il trattamento dei disturbi do uno spazio della cura, fornisce ai pa- allistituzione costituito dallinizio del ri- contenere il massimo di diversit possi-
alimentari in contesti istituzionali, zienti uno spazio in cui dare corpo, uno covero, dallentrata psichica del soggetto bile dandovi una forma dicibile, predi-
Franco Angeli, Milano 2015. spazio in cui evolvere, un laboratorio in istituzione (p. 54). Si tratta per il pa- sponendo un setting comunitario che
del cambiamento possibile (p. 22). ziente di avviare un processo di rettifica renda possibile una soggettivazione, una
Nel 2011, a Torino, lquipe della co- Il volume si compone di quattro parti, del suo rapporto con il reale del suo go- attribuzione personale al significato del-
munit terapeutica La Vela organizza la prima delle quali verte su I preliminari dimento, aiutato dal contesto inedito lesperienza (p. 81).
un convegno dal titolo Il trattamento dei e lavvio del trattamento. dello spazio comunitario e dal rimando Antonio Sarnicola presenta la sua espe-
disturbi alimentari in istituzione. Titolo La necessit di promuovere servizi ba- degli operatori (p. 58). rienza comunitaria presso Villa Pia e illu-
che, con una minima variazione, diventa sati su un approccio interdisciplinare La seconda parte del testo affronta il stra come il lavoro della struttura com-
quello del testo in oggetto. Il volume si sostenuto sia da Laura Dalla Ragione e tema de La logica della cura tra standard e porti la costruzione di un Progetto Assi-
presenta come una raccolta degli scritti Lucia Giombini che da Maria Isabella soggettivit. stenziale Individualizzato (PAI). Sottoli-
nati da quel convegno e mira a delineare Ferrio, Maria Paola Pinna ed Elvezio Pir- Massimo Cuzzolaro, a partire da una nea, inoltre, come l quipe terapeutica
quali sono le specificit e i nodi proble- fo. Le prime puntano lattenzione sulla riflessione sul termine istituzione introdu- funzioni come terza via essendo, lazio-
matici legati al processo di cura dei DCA necessit di garantire una continuit assi- ce da un lato un richiamo a quella rego- ne del singolo operatore, non riconduci-
in istituzione, con particolare riferimento stenziale tra i vari livelli di intervento (am- lamentazione sempre pi richiesta alle te- bile ad una dinamica duale (p. 85).
alle sue forme residenziali. bulatorio, day hospital, ricovero ospeda- rapie (p. 62) e dallaltro lallusione a Giancarlo Di Pietro e Simone Di Pie-
possibile rintracciare nel testo un fi- liero, riabilitazione residenziale) e presen- una possibile gabbia rispetto alle esigen- tro, attraverso la presentazione di esempi
lo conduttore che lo attraversa, ossia lim- tano alcuni elementi che caratterizzano il ze della soggettivit (p. 63). Viene intro- clinici, mettono in luce come le patologie
portanza che ha il porre al centro della trattamento in comunit residenziale, in- dotto il problema della diagnosi in psi- legate alla condotta alimentare imponga-
cura la singolarit del soggetto e la sua in- tervento cui attribuiscono particolare va- chiatria che, sebbene sia un indispensa- no la costruzione di percorsi terapeutici
venzione sintomatica (p. 11). lore. Ferrio, Pinna e Pirfo riportano la bile accordo sulluso delle parole, un multidimensionali, formulati a partire dal-
I vari interventi presenti nel volume propria esperienza di lavoro in unquipe modestissimo contributo alla compren- le esigenze cliniche riscontate nel pazien-
sottolineano quanto un approccio multi- multidisciplinare integrata ed esaminano sione del problema che abbiamo di fron- te. Gli autori sostenendo la necessit di
disciplinare al trattamento dei disturbi il concetto di prevenzione primaria e se- te (p. 64). Quanto al trattamento, lau- far riferimento ad un approccio empiri-
alimentari consenta di compiere un anno- condaria presso listituzione scuola valo- tore evidenzia come al di l di linee gui- co-sperimentale, al di l e al di sopra
damento tra le varie professionalit che rizzando limportanza della rete: rete da che impongono laderenza a un proto- della classificazione diagnostica dei vari
intervengono nella cura. Il discorso della capillare nel territorio scolastico (p. 47), collo, una qualche soggettivit si insinua disturbi (p. 88).
medicina, chiamato in causa per le inci- rete familiare del soggetto per la cura e negli standard (p. 66). Al termine della cura in istituzione
denze che il disturbo alimentare ha sul rete delle istituzioni pubbliche. Il contributo di Laura Ciccolini sottoli- dedicata la terza parte del volume.
reale del corpo, trova posto in una quipe Giovanni Abbate Daga, Carlotta De nea come il funzionamento delle istituzio- Paola Morosini invita ad una riflessio-
analiticamente orientata e che dunque Bacco e Secondo Fassino individuano, ni sia determinato dalladozione di una ne sul problema delloutcome in psichia-
opera a partire dalla singolarit del caso e nella fase di avvio della cura, la necessit strutturazione interna, un modello, un tria e in neuropsichiatria infantile. Si pro-
dalla struttura soggettiva che sostiene la di pianificare un trattamento ad perso- setting a cui il paziente e lquipe curante fila la necessit di una mente collettiva
costruzione del sintomo alimentare. In nam, un percorso di cura dedicato e il devono cercare di attenersi (p. 70). At- che garantisca ai pazienti una continuit
istituzione lquipe il soggetto curante, pi possibile calibrato sulle esigenze del traverso una serie di vignette cliniche vie- nel percorso di cura e si punta lattenzio-
388 Biblioteca Biblioteca 389

ne sullimportanza che riveste il coinvol- interrogano circa il decorso e outcome soggettiva sul cui solco si potuto lavo- nitori affinch non si facciano imprigio-
gimento della famiglia, sia durante il pe- nellAnoressia Nervosa. A tal proposito rare anche a livello ambulatoriale (p. nare dalle etichette. Al contrario, una dia-
riodo di inserimento del paziente in isti- gli autori hanno provveduto a selezionare 145). Viene esplorato il concetto di tran- gnosi basata sulla biologia potrebbe at-
tuzione sia nella fase successiva. una serie di lavori riguardanti gli outco- sfert comunitario e puntata lattenzione tuare un intervento precoce, quando il
Flaminia Cordeschi dedica il suo inter- me dellAnoressia Nervosa con particola- sullimportanza che riveste la presenza di cervello pu essere ancora riorganizzato
vento alla trattazione delle difese, assen- re riferimento a quelli psicopatologici, cli- un referente esterno alla comunit, garan- nelle sue connessioni; potrebbe mirare
ze e interruzioni nel trattamento dei nici (biomarker) e inerenti la qualit di vi- te di un lavoro preliminare e contestuale pi localmente alle aree cerebrali che si
DCA. Si configura la necessit di una ri- ta e hanno fornito un approfondimento al ricovero. possono riabilitare; e, soprattutto, po-
costruzione interpretativa cauta che degli studi consultati. Il volume si chiude con quattro contri- trebbe fare una prognosi caso per caso.
consenta al paziente di leggere la sua as- Lultima parte del volume, la quarta, buti in Appendice. Maurizio Fadda forni- A questo c da aggiungere il beneficio
senza come un tentativo di recuperare se intende fare luce sulle strategie di prose- sce il quadro epidemiologico della casisti- psicologico che Temple Grandin valuta a
stesso e di rigenerare lo spazio vitale, guimento della cura dopo listituzione. ca dei pazienti con disturbo alimentare partire da se stessa: Personalmente mi
sebbene in una dimensione di pseudo Giuliana Capannelli, attraverso una se- trattati presso la Comunit La Vela. piace sapere che il mio alto livello di ansia
separazione o di negazione dellangoscia rie di esemplificazioni cliniche, valorizza Rossana Vercellone e Paola Meo esami- potrebbe essere legato al fatto che ho
di separazione (p. 101). Lautrice sostie- la presenza di una rete di persone che nano la funzione delleducatore in comu- unamigdala ingrossata [...] Mi aiuta a te-
ne la necessit di ridimensionare lasim- possa sostenere e accompagnare il pa- nit e presentano lesperienza del gruppo nere lansia nella giusta prospettiva (p.
metria del rapporto analista-paziente e ziente nel progetto di rientro a casa e di teatro rivolto a pazienti anoressiche e bu- 54). Lalleggerimento dellansia prodotto
di attivare precocemente un metaboli- ripristino delle sue attivit quotidiane e limiche. Ultimo contributo, quello di Ste- dalla ricerca di una causalit biologica,
smo dei sentimenti negativi e dellodio sottolinea la centralit che occupa, nel fania Porrino, mira a presentare la funzio- non forse dovuto al fatto che Temple,
nella relazione di transfert (p. 102). percorso di cura, il lavoro effettuato con i ne dellonoterapia e dellarte terapia nel proprio come scienziata, ha trovato un
Maria Laura Ippolito esamina, attra- genitori e la possibilit di garantire una trattamento dei disturbi alimentari. sostegno alla sua esistenza, ha individuato
verso la presentazione di numerose vi- continuit assistenziale. il suo punto di forza, come lei lo chia-
gnette cliniche, la fase relativa al termine Anche Silvia Ferraris e Rosanna Sa- Michela Monaco ma? Il neuroimaging tuttavia non pu di-
della cura e i suoi possibili esiti. Da una rag sottolineano la necessit di creare stinguere tra causa ed effetto. Come spie-
parte il concetto di conclusione, che si una rete assistenziale che possa garantire ghiamo, ad esempio, che la corteccia ce-
fa testimone di un processo di cambia- al paziente una presa in carico a lungo Temple Grandin, Il cervello autistico, rebrale di un soggetto autistico reagisca
mento, e dallaltra quello di interruzio- termine. Adelphi, Milano 2014. di meno alla vista di facce che alla vista di
ne nel cui caso la fuga, attraverso la rot- Nello specifico, Ferraris individua nel- oggetti? Gli autistici socializzano di meno
tura con la comunit, rappresenta una di- la dipendenza istituzionale un rischio Un viaggio attraverso il cervello auti- perch le connessioni corticali registrano
fesa dal legame per evitare la separazione connesso ai dispositivi di cura e riabilita- stico, cos Temple Grandin definisce debolmente le facce, oppure lattivit cor-
che potrebbe essere sentita come una per- zione dei DCA ed illustra, nel suo inter- questo libro, unavventura in cui lautrice ticale in relazione alle facce atrofizzata
dita troppo dolorosa (p. 108). vento, le funzioni del lavoro ambulatoria- guida il lettore, avvalendosi della sua per la scarsa socializzazione?
Massimo Labate, medico nutrizionista, le. Sarag sottolinea la necessit di inte- esperienza di autistica e di quanto riu- Se la biologia cerca di rispondere alle
pone al centro del suo intervento limpor- grare i setting di cura in una rete assi- scita ad apprendere dalle numerose scan- domande: In che cosa il cervello autisti-
tanza di operare, nel trattamento dei stenziale con diversi livelli: dalla medicina sioni cerebrali cui si sottoposta. Temple co appare diverso da un cervello norma-
DCA, attraverso unquipe multidiscipli- territoriale ai servizi specialistici ambula- Grandin ripone una grande fiducia nella le? Che cosa fa di diverso da quello che fa
nare dalla quale sviluppare, quando op- toriali semiresidenziali, per arrivare alla scienza dura che, attraverso i risultati un cervello?, per rispondere a una ter-
portuno, unquipe allargata. Intento riabilitazione residenziale e infine ai rico- delle tecnologie sempre pi avanzate di za domanda: Come diventato cos? (p.
dellintervento medico-nutrizionale veri ospedalieri (p. 140). neuroimaging e della ricerca genetica, 63) lautrice invita a rivolgerci alla geneti-
quello di porsi come un elemento rego- Una serie di esempi clinici presentati pensa la localizzazione dellautismo nel ca, definita da lei stessa un enorme gine-
latore e non di cancellazione del distur- da Elisabetta Spinelli mostrano lefficacia cervello e non pi nella mente. Una pro- praio, in cui molte piccole variazioni del
bo alimentare (p. 115). del lavoro di collaborazione instauratosi spettiva che lautrice oppone al metodo codice genetico controllano lo sviluppo
La terza parte del testo si conclude tra il suo gruppo di lavoro e la Comunit. diagnostico basato sui profili comporta- del cervello. Come le CNV (copy number
con lintervento di Leonardo Mendolic- Viene messo in luce come per alcune pa- mentali del DSM, Manuale diagnostico e variations). Per la maggior parte sono ere-
chio, Giovanni Antonelli, Eugenia Dozio, zienti lentrata in Comunit abbia con- statistico dei disturbi mentali, rispetto al ditate, oppure sono mutazioni de novo
Lucilla De Luca e Michela Di Iorio che si sentito lavvio di un percorso di rettifica quale non esita a mettere in guardia i ge- che sorgono spontaneamente nellovulo o
390 Biblioteca Biblioteca 391

nello spermatozoo prima della feconda- smo non sia altro che una mutazione co- mondo intenso, come stato chiamato il in Disturbo sociale della comunicazione
zione o nellovulo appena fecondato. me le altre. Ogni cosa nel cervello, ogni sovraccarico di informazioni, fa s che il oppure Disturbi da comportamento di-
Molte di esse sono benigne e fanno parte cosa nella genetica, si colloca in un unico soggetto autistico si chiuda in se stesso o rompente, Disturbi del controllo degli
di ci che definisce lunicit della perso- grande continuum (p. 124). diventi aggressivo. Troppe informazioni impulsi o Disturbi della condotta. Com-
na. Nella ricerca effettuata dallAutism Moltissimi autistici soffrono di proble- potrebbero far sembrare il S agente ipo- menta lautrice a proposito di questulti-
Genome Project (AGP, 2010), secondo la mi sensoriali, una confusione e alterazio- reattivo mentre il S pensante si sentireb- ma: Il DSM avrebbe anche potuto chia-
valutazione di Stanley Nelson, professore ne della percezione e dellinformazione be sopraffatto. Questo accade anche nei mare questultima categoria Sbattili in
di genetica umana e di psichiatria allUni- che colpisce sia loro che le persone a loro soggetti autistici non verbali che sono galera (p. 131)! E auspica che Invece
versit della California di Los Angeles, vicine. I ricercatori si sono occupati mol- molto pi coinvolti nel mondo di quello di parlare di serie di sintomi, nel tentativo
sono stati trovati molti pi geni alterati tissimo della comunicazione sociale e del che non sembri. Dal punto di vista del S di etichettarli, possiamo cominciare a
nei bambini autistici che nel gruppo di riconoscimento dei volti umani degli auti- pensante, categorie come iporeattivo e parlare di un particolare sintomo e cercare
controllo, ma il problema che ogni stici ma finora hanno trascurato que- iperreattivo perdono di senso, sono due di individuarne lorigine [...] Pensare a
bambino presentava unanomalia diversa staspetto. Lautrice pone laccento su facce della stessa medaglia. Questa consi- singoli sintomi, uno per uno alla fine ci
in un gene diverso! questi disturbi altamente invalidanti, nel- derazione ricca di implicazioni. Una tra permetter di pensare alla diagnosi e al
Limpossibilit di trovare una causa la prospettiva del caso per caso. I pro- tutte: se il mondo intenso provoca ri- trattamento paziente per paziente (pp.
genetica comune a tutti gli autistici e la blemi sensoriali sono stati catalogati come sposte emozionali violente come la paura, 133 e 136).
constatazione che le determinazioni gene- iperattivit sensoriale, in persone sensi- allora comportamenti apparentemente Nella prospettiva della singolarit,
tiche sono sempre differenti, ci riportano bili agli input: situazioni rumorose e di antisociali non sono altro che la risposta Temple Grandin sostiene un approccio
al carattere unico di ciascun individuo. confusione, gusti, odori, sensazioni tattili, ad un ambiente intensamente e doloro- allautismo che miri a individuare i punti
Come notano Franois Ansermet e Aria- e ipoattivit sensoriale in persone che samente percepito come ostile (p. 106). di forza in ogni soggetto anzich concen-
ne Giacobino in Autismo. A ciascuno il hanno reazioni deboli a stimoli comuni, Scrive Temple Grandin: La diagnosi di trarsi sul deficit, come fin ora hanno fatto
suo genoma,1 troviamo qui un incontro ad esempio non rispondono quando sono autismo non forse basata sul comporta- la maggior parte delle ricerche. Se solo il
inatteso, e che tutto faceva ritenere im- chiamati ecc. Ma, si chiede Temple Gran- mento? Tutto il nostro approccio allauti- 10% degli autistici sono dei savant, tutti
probabile, tra genetica e psicoanalisi. din, queste descrizioni corrispondono ve- smo non risulta forse da quella che sem- hanno delle attitudini e delle inclinazioni
Non parliamo della psicoanalisi aborrita ramente a quello che sta accadendo al bra lesperienza dallesterno (il S agen- che possono essere sviluppate positiva-
da Temple Grandin che collocherebbe la soggetto? E conclude: Se i ricercatori te), piuttosto che da quella che lespe- mente. Secondo Michelle Dawson, una ri-
causalit dellautismo nei genitori, madre vogliono sapere che cosa significa essere rienza vissuta dallinterno (il S pensan- cercatrice autistica, Le persone autisti-
frigorifero e simili ma di una psicoanali- una delle moltissime persone che vivono te)? (p. 115). Per questo lautrice crede che hanno difficolt a mettere insieme il
si del caso per caso che mira allirriduci- in una realt sensoriale alternativa, devo- nella necessit di ripensare il cervello au- quadro complessivo [...] non sono in gra-
bilit del soggetto nella sua unicit. Scrive no chiederlo ai diretti interessati (p. 95). tistico ( il titolo della seconda parte del do di vedere la foresta ma vedono solo gli
Temple Grandin: Sono le differenze che Come Tito Rajorshi Mukhopadhyay libro) andando oltre le etichette. alberi (p. 141), propensione per la quale
fanno di noi degli individui: gli allontana- che nei suoi libri parla della realt da lui A questo proposito, Temple Grandin stato coniato il termine predilezione lo-
menti dalla norma, le varianti del cervello vissuta attraverso un S agente e un critica duramente il DSM-5 che vede co- cale. Per esempio i bambini autistici non
[...] Il numero delle mutazioni de novo S pensante. Il primo bizzarro e pie- me una serie di diagnosi fatte da un co- sono in grado di comporre le parti di un
nel DNA? La particolare posizione di no di azioni: vede se stesso come pezzi mitato di medici che, seduti intorno a un volto per interpretarne le emozioni ma
ognuna di queste CNV sul cromosoma? staccati e gira su se stesso per poter as- tavolo, discutono del codice delle assicu- riescono invece a riconoscere il pattern
Continuum, ancora continuum. Spesso semblare le sue parti in un tutto; mentre razioni. Grazie al pensiero prigioniero puro, ad esempio nel test figura nascosta
ho pensato che arriveremo a chiederci se il s pensante pieno di conoscenze e di delle etichette, abbiamo adesso una tale o nel gioco trovare lintruso. Cos Dawson
una mutazione genetica collegata allauti- sentimenti2 (p. 98). La sindrome del abbondanza di diagnosi che semplice- ha un approccio alla ricerca di tipo bot-
mente non ci sono abbastanza sistemi ce- tom up, concentrato sui dati, mentre nor-
rebrali per tutti questi nomi (p. 133). Il malmente i ricercatori hanno un approc-
1 F. Ansermet e A. Giacobino, Autismo. A ciascuno il suo genoma, Quodlibet, Macerata DSM-5 modifica la portata della diagnosi: cio di tipo top-down, che consiste nellela-
2013. oggi un Asperger potrebbe soddisfare borare unidea generale, un modello, con-
2 Tito Rajarshi Mukhopadhyay, How Can I Talk If My Lips Dont Move. Inside My Autistic tutti i criteri per essere diagnosticato auti- siderando un minor numero di fonti, tor-
Mind, Arcade Publishing, New York 2008. In questo libro lautore descrive come si liberato stico anche se non ha un ritardo del lin- nando poi ai fatti per convalidare o falsifi-
dalla prigione dellautismo. guaggio. Oppure potrebbe essere inserito care il modello. La modalit di tipo bot-
392 Biblioteca Biblioteca 393

tom-up, se ha bisogno di molti dati, ha connessioni tutta la vita. Anche il cervello tando per esempio i colloqui faccia a fac- di forza per punto di forza e, forse la cosa
per il vantaggio di generare modelli esat- di Temple Grandin cambiato nel corso cia, cercare una guida che sappia soste- pi importante, individuo per individuo
ti e, inoltre possibile modificare i dati in degli anni: dal disegno passata a tenere nere e indirizzare le proprie inclinazioni. (p. 230). Temple Grandin, se ci dichiara a
corso dopera perch non c ancora la conferenze sullautismo, riconvertendo il La certezza che lautismo risieda nel sorpresa la sua vicinanza a Freud che, fi-
soluzione complessiva. Temple Grandin suo cervello a questa nuova abilit. cervello e nei geni per lei, paradossal- ducioso nei progressi della scienza, si at-
paragona il funzionamento della sua men- consulente per genitori di bambini auti- mente, una garanzia di libert: quando tendeva dalla biologia le pi sorpren-
te a quello dei motori di ricerca ed con- stici che indirizza a individuare gli inte- qualcosa tutto nella vostra mente la denti delucidazioni [...] tali da far crollare
vinta che i primi a progettarli siano state ressi e i talenti dei loro figli. gente pensa che sia volontario, che sia tutto lartificioso edificio delle nostre ipo-
persone con un cervello simile al suo. Un Come identificare i punti di forza e qualcosa che potreste controllare se solo tesi,3 in questo si rivela davvero freudia-
motore di ricerca ha bisogno di informa- aiutare i bambini autistici a volgere a lo- ci provaste con maggior impegno o se fo- na e anche un po lacaniana: lattenzione
zioni per dare dei risultati, il cervello ro favore la plasticit del cervello? Se- ste stati addestrati in maniera diversa (p. alla particolarit soggettiva, linsegnamen-
umano ha bisogno di ricordi. Per questo condo lautrice, la scuola non dovrebbe 229). Per questo ha fiducia che lautismo to maggiore della psicoanalisi applicata
gli autistici, se difettano quanto a memo- trattare i ragazzi come se fossero tutti possa essere considerato in futuro cer- allapproccio dellautismo.
ria a breve termine, hanno una memoria a uguali ma seguire le loro inclinazioni. Se vello per cervello, stringa di DNA per
lungo termine eccezionale. Coloro che un alunno eccelle nelle materie artistiche stringa di DNA, tratto per tratto, punto Chiara Mangiarotti
utilizzano una modalit di ricerca a parti- e disegna solo auto da corsa, incoraggiar-
re dai dettagli hanno pi possibilit di lo, invece di costringerlo a fare altro
avere risultati creativi perch non sanno (sic), per poi ampliarne lambito: fargli
dove stanno andando, conformemente a disegnare lautodromo, poi i palazzi che
una definizione di creativit che risiede in ci sono intorno, ecc., trasformando
un improvviso e inaspettato riconosci- unabilit ripetitiva in una forza che si
mento di concetti o fatti non visti prece- pu evolvere creativamente. La scuola
dentemente (p. 150). Noi ci aspettiamo e non solo negli USA programmata
delle sorprese, afferma lautrice (p. 153). per i pensatori verbali mentre invece sa-
In Pensare in immagini, Temple Gran- rebbe importante che prendesse in consi-
din aveva compreso che il suo modo di derazione i campi in cui eccellono i pen-
vedere il mondo non era lo stesso degli satori visivi e i pensatori per pattern.
altri ed era convinta che tutti gli autistici Non possiamo che concordare. altret-
pensassero solo in immagini. Il modo in tanto importante che i genitori permetta-
cui ogni autistico utilizza i propri punti no ai bambini di fare esperienza del
di forza, lha condotta ora a ipotizzare mondo, prima del raggiungimento del-
una terza categoria oltre ai pensatori ver- let lavorativa. Temple Grandin stessa,
bali e ai pensatori visivi: i pensatori per come avrebbe potuto appassionarsi alla
pattern. I quadri di unartista come Jessi- zoologia se non avesse visitato il ranch
ca Park o la capacit di memorizzare una della zia? Ma non occorre andare lonta-
quantit enorme di numeri di David no, anche un posto vicino a casa pu ba-
Tammet corrispondono ad un pensiero stare. Limportante che genitori e inse-
per pattern. Ma in che modo lipotesi re- gnanti siano attenti ad individuare e so-
lativa a questi tre tipi di menti aiuta il stenere passioni intorno alle quali co-
cervello autistico? Fin da piccola lautrice struire una futura professione e a respon-
ha imparato a lavorare sui suoi punti di sabilizzarli nelle loro attivit. A questo
forza: non riusciva a sciare ma disegnare proposito lautrice rivolge agli autistici
era quello che sapeva fare meglio, cos alcuni consigli: governare le proprie
poteva impiegare questa sua abilit per emozioni, trasformando la rabbia in fru-
decorare la casetta dello skilift. Grazie al- strazione e imparando a piangere, vende- 3 S. Freud, Al di l del principio di piacere, in Opere, vol. IX, Bollati Boringhieri, Torino

la sua plasticit, il cervello pu creare re il proprio lavoro e non se stessi, evi- 1989, pp. 189-249.
Cineteca 395

lebile stato quello materno, una parola un cieco malor, come scrive a Pietro
mortificante di cui il suo corpo porter Giordani, un male di non chiara origine,
per sempre le stimmate. Martone ce ne fosse da attribuire alleccessivo studio.
offre una raffigurazione plastica nel ritrat- Sembra ormai accertato che Leopardi sof-
to della madre Adelaide: una donna priva frisse del morbo di Pott o tubercolosi os-
di sentimenti, mummificata nellarmatura sea, ma ci non toglie importanza alla
Cineteca dei suoi doveri di amministratrice del pa- componente psicosomatica della sua af-
trimonio famigliare e di una religiosit fezione. Il regista porta in primo piano il
tanto bigotta quanto mortifera. corpo di Giacomo, ne sottolinea i tor-
La gelida crudezza della madre tutta- menti fisici, non certo come causa del suo
via velata dalla figura del padre Monaldo sentire e del suo esprimersi gli fa escla-
Il giovane favoloso, Italia 2014, regia Nelle stanze della biblioteca, sotto lo che il regista ci presenta come un uomo mare: Non attribuite al mio stato quello
di Mario Martone, sceneggiatura di sguardo vigile del padre, non tarda a rive- dei suoi tempi, un reazionario, ma allo che si deve al mio intelletto;3 e neanche
Mario Martone e Ippolita di Majo. larsi il suo precoce talento di poeta e stesso momento, come un padre che ama come impedimento che lo fa indulgere
Tra i principali interpreti: Elio Ger- scrittore. Intorno a questo nodo incen- profondamente Giacomo. Monaldo rico- nel pessimismo Ottimismo, pessimi-
mano, Massimo Popolizio, Raffaella trato tutto il film, come il regista dichiara pre affettuosamente la funzione materna, smo, che parole vuote.4 Per Leopardi in-
Giordano, Paolo Graziosi, Isabella fin dal titolo Il giovane favoloso, ispirato lo vediamo mentre aiuta il figlio a tagliare fatti Unico divertimento in Recanati lo
alle parole della scrittrice Anna Maria la carne a tavola e perfino a urinare; lo so- studio: unico divertimento quello che
Aragonese, Valerio Binasco, Gloria Ortese: in un paese di luce, dorme da stiene e sprona nello studio; crede in Gia- mi ammazza: tutto il resto noia.5 Il di-
Ghergo, Antonio Ranieri, Anna cento anni il giovane favoloso.2 Favolo- como, nonostante i suoi ottusi pregiudizi. vertimento che lo ammazza la traccia in-
Mouglalis, Federica De Cola. so, da intendersi non solo nellaccezione In biblioteca lo richiama, scandalizzato delebile della parola dellAltro nellevento
di eccezionale, ma anche e soprattutto, di dalla parola ombelico pronunciata dal di corpo. Giacomo ne ha fatto il suo
Il giovane favoloso si apre sulla scena capacit affabulatoria. Come scrive il fra- figlio che sta traducendo Omero dal gre- sinthomo6 facendolo passare nel linguag-
di un giardino. Tre bambini vi irrompono tello Carlo, fin da piccolo Giacomo aveva co con il precettore. geloso di Giorda- gio attraverso il processo chiamato da
correndo, gioiosamente vocianti: Giaco- una capacit straordinaria di inventare ni, primo e grande mentore del figlio, na- Freud sublimazione. Con un neologismo
mo e i fratelli Carlo e Paolina. unappa- delle favole che proseguiva per pi giorni sconde le sue lettere, per dar prova infi- demitizzante, Lacan gli d un nuovo no-
rizione fugace, brevissima. Subito dopo li come se si trattasse di un romanzo ebbe ne, nel corso di una visita dello scrittore, me: S.K.beau, salire su uno sgabello per
vediamo nel chiuso di un ambiente seve- fin da fanciullo labilit straordinaria din- di tutta la sua fede reazionaria. elevarsi al bello. Fare dellevento di corpo
ro, innanzi a un pubblico compassato, ventar fole o novelle, e di seguitarne alcu- Del dono de lalingua Giacomo ne ha un oggetto darte.7 Larte per Giacomo
dare prova di s in un saggio, interrogati na per pi giorni, come un romanzo. fatto poesia, ma non ha potuto evitare la vita, salvezza dalla morte introdotta dal-
dal precettore. Il padre Monaldo, impa- Il linguaggio un dono che tutti, alla devastazione del suo corpo. il caso di la parola materna che anche sguardo
ziente di sentire dal primogenito Giaco- nascita, riceviamo dallAltro. Si manifesta dire che la lingua batte dove il dente che accoglie o respinge. E pu accecare.
mo le risposte ai difficili esercizi matema- allorigine come balbettio delle parole duole, pi la lingua batte, pi si riper- Lo vediamo nella sequenza in cui Ade-
tici posti, si mostra orgoglioso dei risultati lalingua la chiama Jacques Lacan qual- cuote sul suo corpo fragilizzato dalla mor- laide commenta senza nessuna piet, co-
raggiunti dal figlio prediletto. La prima cosa che porta ancora traccia della fisicit tificazione materna. Leopardi era convin- me giorno lieto per Dio che accoglie in
parte del film, ambientata a Recanati, ci del corpo e che riecheggia nelle liriche to che la sua malattia, da lui definita come cielo la sua anima, la morte della giovane
mostra in un lampo il mito dellinfanzia e mormorate dal giovane poeta. Il dono del
di una luminosa felicit perduta; per pas- linguaggio incide la parola nella carne,
sare subito al tentativo del suo recupero che la incorpora sempre e solo secondo il 3
da parte di Giacomo adolescente, attra- disegno insondabile della contingenza. M. Martone, I. di Majo, Il giovane favoloso, op. cit., p. 84.
4 Ivi, p. 83.
verso lo studio matto e disperatissimo.1 Per Giacomo, il marchio primario e inde- 5 Ivi, p. 25.
6 Sinthome, sinthomo, una maniera antica di scrivere quello che in seguito si sarebbe scrit-

to symptme, sintomo, in J. Lacan, Il Seminario. Libro XXIII. Il Sinthomo, Astrolabio, Roma


M. Martone e I. di Majo, Il giovane favoloso, Mondadori, Milano 2014, p. 23.
1 2006, p. 9. Lacan usa questa grafia in omaggio a James Joyce, a cui questo Seminario dedicato,
2A.M. Ortese, Pellegrinaggio alla tomba di Leopardi, in Da Moby Dick allOrsa bianca, e per il quale conia, inizialmente, questo termine.
Adelphi, Milano 2011. 7 J. Lacan, Il Seminario. Libro XXIII. Il Sinthomo, Astrolabio, Roma 2006.
396 Cineteca Cineteca 397

fanciulla che Giacomo adolescente, sedu- chiusi, senza vedere chi fosse lamato... Lultima parte si svolge in una Napoli La prima scena potrebbe fungere da
to alla sua scrivania, osservava dalla fine- Non c favola pi bella.10 Poco dopo, funestata dal colera. Una sorta di discesa buon riassunto: gli ex coniugi Marie e
stra, affascinato dalla sua bellezza. Subito Fanny, Antonio e Giacomo, attori di un agli inferi di Giacomo, con il corpo dalla Ahmad, tentano di comunicare attraverso
dopo, Giacomo guarda la ragazza sdraiata improbabile triangolo, giocano a mosca gibbosit prominente sempre pi defor- il vetro, si cercano con gli sguardi ma non
nella bara che per un attimo apre gli oc- cieca: Fanny bendata, novella Psiche, i me, ma con unironia che non lo abban- si incrociano, pronunciano qualche paro-
chi. Lui, a sua volta, strabuzza gli occhi e tre si rincorrono ridendo, ma lincanto dona mai: Il mio fisico cos debole che la che non arriva a destinazione. Lincon-
si precipita fuori della stanza. Nella scena svanisce in un attimo, quando le mani non capace di sviluppare una malattia tro avviene in aeroporto, Ahmad arriva a
successiva, coricato a letto con una ben- della donna incontrano il corpo sgraziato forte che lo possa ammazzare. In un cre- Parigi dallIran dove vive, per firmare i
da nera sugli occhi. Il regista si serve del di Leopardi. Lillusione del poeta si in- scendo grottesco che vede il suo apice nel- documenti di divorzio. Marie viene a
dato dellaffezione agli occhi di cui Leo- frange definitivamente quando scorge la visita del protagonista a un sordido lu- prenderlo; stata lei ad avanzare la ri-
pardi soffriva, per operare un transfert di lamata abbracciata allamico nella corni- panare, dove da una tenda sbucher perfi- chiesta di ufficializzare la separazione che
morte dalla madre alla donna, transfert ce di una finestra illuminata. no un ermafrodito, lepisodio napoletano ormai da tempo chiara a entrambi. Lo
che segner linfelicit dei suoi amori.8 Lattenzione del regista si rivolge allo contrasta con le scene di Torre del Greco, ospita a casa sua dove Ahmad incontra la
La poesia, la scrittura sono per Giaco- sguardo, contrapposto alla visione: Gia- sotto il Vesuvio in eruzione, dove la natu- figlia piccola di Marie, Lea, avuta da un
mo una spinta vitale che lo conduce a como pu illudersi di accedere ad uno ra assurge al sublime. La potenza del vul- precedente matrimonio e conosce Fouad,
uscire dalle mura soffocanti di Recanati e sguardo damore solo nelloscurit, men- cano e limmensit della volta celeste sono figlio del nuovo compagno di Marie.
della dimora paterna prima con il pen- tre il quadro della finestra coincide e gli lespressione di una natura che confina La condizione domestica complessa:
siero, quando recita le sue poesie rivolto conferma il suo fantasma di esclusione. I luomo nella sua piccolezza e vulnerabi- se vero che Lea e Fouad vanno daccor-
al paesaggio luminoso che scorge al di l suoi occhi sono definitivamente desertifi- lit. Il film si chiude con la lettura di alcu- do, anche vero che Lucie, la sorella mag-
dellangusto recinto in cui rinchiuso, cati, deserted soul deserted eyes, come ni passi de La ginestra. Come il fiore del giore di Lea, fugge spesso di casa. Inoltre
poi con la partenza reale e lo sostengo- recitano le parole della colonna sonora, deserto, luomo condannato a soccom- Samir, attuale compagno di Marie, non
no nella sua personale sovversione. Sar luomo abbandona le sue insegne, cappel- bere alla natura nemica, ma se ne avr trova modo di comunicare con Lucie;
questo il motivo della sua effige capovolta lo e bastone, il suo corpo si accascia sulla consapevolezza, potr almeno resistere al nondimeno Cline, moglie di Samir, in
nel manifesto del film? riva dellArno. La madre terra a cui si ab- fato comune insieme agli altri uomini. ospedale per un tentato suicidio.
Con un salto spazio temporale, ritro- bandona simbolizzata poco dopo nella Con questa canzone, considerata il suo te- Il film sviluppa pochi temi ma portati
viamo Giacomo a Firenze, nellambiente statua gigantesca e nuda della Natura, stamento, Leopardi ha eternizzato in poe- quasi allestremo: la ricerca di un senso al
mondano e letterario dove inizia il suo so- ispirata al Dialogo della Natura e di un sia la propria convinzione sintomatica. suicidio, linconsistenza dei rapporti e
dalizio con il napoletano Antonio Ranieri. Islandese, che gli appare con le sembianze una certa angoscia che invade la vita di
Qui si consumeranno nella delusione sia della madre. Come questa terribile e di- Chiara Mangiarotti ogni protagonista.
il grandissimo, forse smodato e insolente staccata, si sgretola, nemica e indifferente Il passato (o linconscio) emerge anche
desiderio di gloria9 cui aspirava, svilito e alle sorti dellumanit. Conscio che la na- quando non lo vogliamo, quando meno
deriso dagli intellettuali con cui viene a tura abbia votato gli uomini allinfelicit, Il passato, Francia/Italia 2013. Regia ce lo aspettiamo, con un tempismo per-
contatto, che la passione amorosa per la Giacomo altrettanto convinto, con gran- di Asghar Farhadi, con Brnice Bejo fetto, come unameba che scivola sotto le
bella Fanny Targioni Tozzetti. Il sogno de anticipo sui tempi, che la felicit sia (Marie), Tahar Rahim (Samir), Ali porte, impossibile da intrappolare o edu-
damore di Giacomo inizia sotto gli au- uninvenzione della modernit: rido del- Mosaffa (Ahmad), Pauline Burlet care. Cos Marie vorrebbe dimenticare,
spici di Eros e Psiche, di cui il nostro am- la felicit delle masse, perch il mio picco- (Lucie), Elyes Aguis (Lea) e Jeanne ricominciare da capo, aspetta un figlio da
mira la statua nel salotto di Carlotta Len- lo cervello non concepisce una massa feli- Jestin (Fouad). Samir, un figlio per colmare un vuoto, la
zoni e sussurra a Fanny: Amava ad occhi ce, composta da individui non felici.11 storia si ripete. Samir diviso tra Marie e
Il film Il passato potrebbe essere sche- la moglie, cerca di tenere in equilibrio il
8 La ragazza Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di Monaldo cui ispirato il canto A Sil-
dato sotto letichetta giallo poich un ruolo di marito e linizio di una nuova
tentato suicidio sconvolge la vita dei per- storia. Conta poco il passato. finito,
via in cui ricorre il tema dello sguardo: Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale,
quando belt splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, in G. Leopardi, Canti, XXI, Garzanti, sonaggi e, nella sfrenata ricerca di un sen- chiuso. Dobbiamo dimenticare si ripete,
Milano 2005. so, cercano di ricostruire la storia prece- senza crederci.
9 M. Martone e I. di Majo, Il giovane favoloso, op. cit., p. 23. dente al brutale avvenimento. invece La figlia adolescente Lucie porta den-
10 Ivi, p. 48. un film umano: pieno di ripensamenti, tro di s una colpa immensa: pensa di
11 Ivi, p. 64. segreti e incertezze. aver causato il suicidio di Cline, moglie
398 Cineteca Cineteca 399

di Samir, perch le ha inviato le mail me un elemento che condisce ancora di sempre stato l e non si voleva vedere. ginario per annodare, e che invece viene
damore che sua madre e Samir si scam- pi latmosfera triste e decadente. La sen- Nel tentativo di essere ricoperto dal capi- a sfilacciarsi, fino a strapparsi, troviamo
biavano. La storia cambia, muta, non si sazione principale che lintero film provo- talismo, ci che non e non mai stato un interrogativo sempre pi pressante
capisce perch quella donna, madre di un ca nello spettatore la voglia di riscatto, armonico si svela ancora di pi, in un ri- nella contemporaneit: che cosa permette
bambino piccolo, abbia voluto morire: si di un cambiamento forte e imminente, un torno quasi allucinatorio. che un funzionamento simbolico regga?
sentita tradita? Sapeva della storia con risveglio, un colpo di fortuna che, come La rabbia del padre richiama quella Com che un nodo pu abbandonare un
Marie o sospettava invece della collabora- una bacchetta magica, sistema i problemi, meraviglia (Thauma) al principio della cattivo annodamento, sciogliendosi giu-
trice di Samir? i fraintendimenti che si sono creati. Invece filosofia a cui si rifaceva Aristotele, ma sto il tempo per consentirne un altro?
Fouad vorrebbe una casa nostra, un questo non accade mai e si arriva alla fine nella declinazione di angosciato terro- Ladolescente si fa portavoce di questa
posto fisso che lo risparmi di passare dal- con la speranza appesa a un filo. re, come solito tradurre Emanuele Se- questione, attraverso ogni tempo.
la casa di famiglia, sopra la tintoria del Linconscio non un posto turistico, verino. C un terrore misto al divertisse- Oggi, nel caso di Gelsomina, appunto
padre, a quella di Marie o allospedale a afferma Lacan in Posizione dellinconscio ment, diremmo noi al godimento, di un nel pieno della pubert, anzich luomo
trovare la mamma in coma. smarrito, e questa storia, ambientata in unanonima uomo in grado, con la tecnica, anche di mascherato di Melchior c la donna ma-
nessuno riesce a rassicurarlo. periferia parigina, ben lontana dalle fa- sostituire se stesso con i suoi prodotti. scherata, nelle sembianze del personag-
Ahmad, esente da legami sanguinei, in- stosit della ville lumire; piuttosto in- Thaumazein indica il colpo che viene dal gio di Milly Catena, presentatrice di uno
carna leccezione nel disordine. Pacifico e centrata a far emergere il disagio pi inti- percepire il problema. Ha dunque esatta- show televisivo sulle aziende produttrici
cordiale, non entra in giochetti di rivalit mo di ogni personaggio: le difficolt di mente a che fare con lurto del reale che di specialit tradizionali locali. una ma-
con Samir, dialoga con Lucie e prova a relazione tra generazioni diverse, tra ma- Lacan ci descrive nel Seminario XI. Il na- scherata femminile ci di cui si tratta? O
tranquillizzare Marie nei momenti crucia- dre e figlia, tra partner, tra ex coniugi e la turale non esiste, non c armonia presta- magari, allo stesso tempo, di una Dea
li. la conferma che la figura paterna volont di fare a meno del passato, come bilita o recuperabile. La natura non na- Bianca, come non a caso la definisce la
un posto simbolico, non occorre essere se fosse possibile... turale. La campagna non che un Ersatz regista? Il Nome-del-Padre non che un
parenti ma sapersi ritagliare il proprio Florencia Medici di das Ding. Quella supposta purezza, la sembiante...
modo di essere accogliente ma severo; sa versione contemporanea del mito del Le meraviglie si potrebbe forse definire
ascoltare ma rimprovera quando neces- buon selvaggio, in realt un feticcio del- Un romanzo di formazione nellepoca
sario; si rende disponibile a collaborare Le Meraviglie, Italia 2014. Regia di la perversione capitalistica, un paese dei capitalista? Ne Il paese delle meravi-
per riallacciare il rapporto madre-figlia e Alice Rohrwacher. Tra i principali in- balocchi dove le finzioni coprono leva- glie, non a caso nome del programma tv,
allo stesso tempo ferma Marie quando di- terpreti: Maria Alexandra Lungu, porazione del padre, come la dice Lacan. quali sono queste meraviglie? Gelsomina,
sperata, scarica la rabbia contro la pro- Sam Louwyck, Alba Rohrwacher, Sa- Quella del padre assente, nel film, ra- in precedenza assolutamente rigorosa,
pria figlia. bine Timoteo, Agnese Graziani, Mo- pidamente colta come una sociologia dapprima diviene un Pinocchio del Luci-
Protagonista silente la casa dove vive nica Bellucci. spicciola. Qui abbiamo un padre fin trop- gnolo TV, in seguito si trasforma in una
la famiglia allargata. Ubicata in una stra- po presente nel suo dispotismo, che si ri- novella Alice che senza neanche volerlo,
da a fondo chiuso, con la ferrovia che fa Chiss se Alice Rohrwacher nello sce- vela per carente nellesercitare la funzio- sulla spinta del desiderio inconscio, si tro-
da sottofondo rumoroso, ha bisogno di gliere il titolo del suo film pensava al ter- ne paterna, che dovrebbe costituire largi- va ad andare al di l dello specchio, a sco-
essere ristrutturata, pulita, tinteggiata. Al- mine greco per indicare la meraviglia. ne posto al desiderio della Madre. C poi prire il suo godimento di donna. La com-
cuni lavori sono iniziati, ma proseguono a Thauma in greco antico rimanda anche una madre che non esplica la funzione plicit padre-figlia si paga ad alto prezzo.
rilento dato che Samir allergico alla ver- ad una meraviglia Unheimlich, non-fami- materna che dovrebbe conferire credibi- In mezzo allincrocio topologico di lin-
nice, oppure sono lasciati a met poich liare. proprio il supposto familiare ad lit al dire paterno. In questo, i due per- gue, una babele di lingue e soprattutto in-
Marie soffre di dolori al polso. Sembra essere preso in queste vicende come idea- sonaggi sono speculari: il padre che dice sulti, il padre a livello del sembiante gioca
che per quanto Samir e Marie cerchino di le, dunque, come ogni ideale, anche con da soli si sta meglio, richiamando la al padre di Totem e Tab, signore incon-
tenere insieme la loro storia e le loro fa- la sua faccia violenta e superegoica. Un primogenita Gelsomina in unintimit trastato delle Api, nonch della moglie e
miglie, per qualche motivo il fallimento padre, Wolfang, ha visto il crollo del- quasi incestuosa, e una madre che, rife- di quattro figlie femmine. Ha il suo gine-
sempre in agguato e i pezzi pian piano si lutopia degli anni 70 e si ritirato in rendosi al marito, afferma rivolta alle fi- ceo. A patto che non siano donne: lesse-
staccano uno a uno. campagna a fare lapicultore, trasforman- glie, languida, seduttiva e senza farsi scru- re femminile o bambina o tutta madre
I dialoghi pi rilevanti sono stati ripresi do la famiglia in unazienda. Si tenta di poli, senza di lui si respira. Il fantasma della tutta madre, com
in posti poco illuminati, quasi in penom- velare il perturbante che sinfiltra nella A permeare il film, a partire dalla fra- descritto da Lacan nei Complessi familia-
bra, mentre la pioggia compare spesso co- natura o meglio che si svela come ci che na dellideale, che doveva essere limma- ri, presente nella scena in cui la figlia se-
400 Cineteca Cineteca 401

condogenita presa dalla voglia di andare mina passa intanto a indossare una ma- dekind. La stessa regista in unintervista in posizione perversa. Cronenberg dichia-
dalla mamma nel letto dei genitori. La ra- glietta fiorita... sulla sua opera sostiene: La meraviglia ra in unintervista: [nel film] gli adulti
gazzina si affaccia dal quadro della porta, Il padre tenta di ristabilire il suo ascen- qualcosa che ci toglie la parola. Occorre hanno solamente lapparenza di adulti,
vede la madre e ode la voce del padre, dente promettendole un dono, ma non dunque passare dal farsi togliere la paro- ma non lo sono. Come Julianne Moore ha
che parla in francese alla moglie. La ma- quello del fallo simbolico, bens quello la, dalla mancanza di parola, fino allindi- detto in conferenza stampa, lei considera
dre le dice: Se una scusa vieni, tanto immaginario, il cammello dei suoi, ormai cibile, potendo cos concedersi un semi- che il suo personaggio un bambino. Lei
non c nessuno, affermazione equivoca antichi, sogni di bambina. A proposito di dire singolare sulla Verit e su La Donna. non mai cresciuta.
perch cera il padre, steso proprio accan- quel regalo, le bambine piccole chiede- Gelsomina inizier il passaggio, imparan- Infatti, condannata a rimanere bam-
to a lei. Altro scossone alla recita del pa- ranno puntualmente solo per Gelsomi- do a fischiare una musica, con cui accetta bina nel peggiore dei modi, anche lattri-
dre dellorda, che parrebbe ancora tenere. na?. Dal cammello, al dromedario. Da di farsi nellamore, oggetto del fantasma ce in decadenza, Havana Segrand, perso-
Ma, terr fino alla ribellione di Gelsomi- una gobba, allo spazio fra due. forse delluomo, poich il bambino ideale naggio interpretato appunto da Julianne
na, lei, la favorita, o meglio, il delfino. proposta in immagini, la frattura dellolo- perduto. Moore. Dal godimento di das Ding questa
Ad essere definita capofamiglia con frase in cui la bambina veniva rinchiusa Francesca Carmignani donna talmente invasa da vedere conti-
un Witz che freudianamente un lapsus dallo schiacciamento ai bisogni primari? nuamente nelle sue allucinazioni la pro-
riuscito, c proprio Gelsomina. La picco- Il padre d loggetto e Gelsomina si sente pria madre, allet del film che la rese fa-
la isterica matre viene appellata cos, nel asfissiata. Maps to the stars, Canada, USA 2014. mosa, lei che al contrario della figlia, fu
momento in cui nella famiglia viene ac- Infine, ella si fa comunque, isterica- Regia di David Cronenberg. Tra i invece una grande attrice. Questultima
colto un ragazzino muto, tedesco come il mente, sostegno del padre, un padre ca- principali interpreti: Julianne Moore, fu premiata per un film in cui la parte, da
padre, che deve svolgere una riabilitazio- duto nella gara tra i produttori locali, gara Mia Wasikowska, John Cusack, Ro- lei recitata, era quella di una folle.
ne alternativa alla pena detentiva. a cui Gelsomina aveva iscritto la famiglia. bert Pattinson, Olivia Williams. Havana ritiene di essere stata abusata
A partire dallarrivo di questultimo, Il padre senza parole di fronte al sem- sessualmente dalla propria madre e per
per Gelsomina si accende lo sguardo sul- biante de La Donna di Milly Catena, la Qualcuno crede che lultimo film di questo si rivolge ad una sorta di guru psy.
la sua immagine allo specchio. E soprat- presentatrice TV. Il padre muto. Riesce David Cronenberg si occupi della deca- Questo ne manipola il corpo, non soltan-
tutto entra in scena il pudore, lo sguardo soltanto a dire Il mondo finito. Ci denza di Hollywood e non tratti di corpi, to con le mani, ma soprattutto sottopo-
dellAltro. Basti pensare a come si cela il vale per lavvento del capitalismo e per la cos esplicitamente come nelle altre pelli- nendolo alla violenza di significanti urlati,
viso dopo che una palpebra le stata sua eclisse come padre-partner fantasma- cole da lui dirette. In realt farsi lette- che evocano il rancore per la madre ince-
punta da unape, deturpandole momenta- ticamente incestuoso. La ragazzina, pur in ralmente fregare dalle seduzioni dellim- stuosa. Su tutti spicca proprio lS1 bam-
neamente locchio. La puntura del signifi- soccorso paterno, fa ormai coppia con il maginario che fa pensare a questo. Qui si bina. Sono violentissimi certi fantasmi di
cante, misto al godimento, stata fatta nuovo arrivato. Dalla bocca del padre non filma il godimento senza pi barriere che stupro, perch, anche se non fossero veri,
letteralmente sul suo specchio di soggetto escono parole, da quella di Gelsomina lo fermino, il godimento nellepoca della sono per ferocemente reali, realizzati
femminile. escono le api. La bocca e loralit, logget- pluralizzazione di sempre pi precari e nel non simbolizzato che ritorna senza
In una scena, infatti, lira del padre si to della domanda. Le api paterne escono disperati Nomi-del-Padre. piet. Lacan qui punta il dito: il vero in-
scatena con ferocia. Adrian, un amico di fuori. Dal ragazzino, tedesco come il pa- Il godimento (della Madre) ha una del- cesto quello con la Madre. Perch la
famiglia di vecchia data, ritrovando Gel- dre Wolfang, invece esce il fischio. Quello le sue figure nella madre di Benji. Que- Madre non altri che il Godimento...
somina, esclama: Ti ricordo bambina, s una meraviglia, voce pura, oggetto cau- stultima agente del figlio, a costo di Inquietante la danza macabra di una
ora sei una donna. Poi commenta sarca- sa di desiderio, poesia fuori senso. Si trat- non averlo mai fatto essere un bambino e sorridente Havana, la quale infine riu-
stico, rivolto al padre Wolfang Attento ta di non lasciar decidere al desiderio di paradossalmente, anche nellaverlo con- scir ad avere la parte della propria ma-
questa figlia ti sfuggir. Il Regno Imma- un padre, che non vuole la figlia donna. E dannato ad essere bambino per sempre. dre, in un remake a questa dedicato. Il
ginario sta per crollare. Degno di nota con le parole di una canzone commerciale Ovvio che il capolavoro della baby star tutto avviene grazie alla morte di un bam-
lo scambio di battute tra Gelsomina e il dal titolo Tappartengo, vedremo che la non sia altro che un film dal nome Bad bino, il figlio della collega alla quale pre-
padre. La figlia vittima di un ricatto promessa dalla sorellanza, si sposter al babysitter. cedentemente era stata assegnata la parte.
emotivo del genitore che ha notato il suo tappartengo detto alluomo. Chi si occupa di bambini-adulti, come A sua volta Havana stessa, si trover
interesse per il ragazzino, nuovo arrivato. proprio il silenzio delluomo, incar- questo, affinch crescano? Nella pellicola ad essere una sorta di genitrice incestuosa
Devo fare qualcosa babbo?. No!. nazione del silenzio pulsionale, a permet- questi piccoli esseri restano condensatori della sua nuova assistente Agatha. Si sco-
Posso fare qualcosa babbo?. No!. tere un sogno che d un Risveglio di pri- di godimento, oggetti non estratti dalla fi- prir poi, che la ragazza non altri che la
Dalla tuta asessuata da apicultore, Gelso- mavera, stavolta, non tragico alla We- nestra fantasmatica oppure falli materni sorella maggiore di Benji, internata da
402 Cineteca Cineteca 403

bambina in un ospedale psichiatrico per ser il fratello come, verremo a sapere, fu La Madre un nome come la pi Concludiamo lasciando al lettore alcu-
aver tentato di uccidere il fratellino. per i genitori, fra loro stessi fratelli. In pi, oscura aspirazione alla morte e labisso ne quartine della poesia, nella superba
E il padre dei due ragazzi? Di lui, il Agatha aggiunger il suicidio, ovvero la mistico della fusione affettiva (Altri scrit- traduzione di Franco Fortini.
guru psy di Havana, osserveremo una pa- morte reale, dove la mortificazione simbo- ti, p. 36). [...] Su ogni carne consentita/ Su la
rabola che, partendo dai furori terapeuti- lica mancata. Ossia, per Benji e la sorel- E ancora, come non ricordare il rac- fronte dei miei amici/ Su ogni mano che
ci, ammantanti di un freddo carisma, la, non resta che il remake del destino dei conto di Marguerite Duras, intitolato pro- si tende/ Scrivo il tuo nome./ Sopra i ve-
esploder nella violenza, nel tentativo di genitori che, incarnando una sorta di Edi- prio Agatha: da quando io e voi siamo tri di stupore/ Su le labbra attente/ Tanto
cacciare la figlia Agatha, tornata a cercare po fraterno, preso alla lettera, si sono spo- nati in quella famiglia, da quella donna pi su del silenzio/ Scrivo il tuo nome./
la famiglia. sati tra loro, senza sapere di essere fratelli. [...] inconoscibile [...] sconosciuta [...], Sopra i miei rifugi infranti/ Sopra i miei
Emblematicamente, troveremo questo Benji e Agatha, invece, questo sponsa- dialogo damore estremo tra fratello e so- fari crollati/ Su le mura del mio tedio/
padre, in stato di stupor catatonico nelle le con la morte, lo faranno con lincon- rella, sotto il monumento a das Ding... Scrivo il tuo nome. /Su lassenza che non
ultime scene del film, dopo che avr visto scio a cielo aperto. Nella scena li si vedr, Diceva Lacan che il folle luomo libe- chiede/ Su la nuda solitudine/ Su i gradi-
la propria sposa-sorella di sangue, (s era proprio sotto un cielo stellato, cedere al- ro. forse quella la libert a cui Cronen- ni della morte/Scrivo il tuo nome [...].
marito della propria sorella carnale) sui- labbraccio mortale della maledizione berg si riferisce, quando nel film sceglie
cidarsi in piscina. Si tratta dunque di del godimento che ha reso lincesto, luni- di citare Libert del poeta Paul Eluard? Francesca Carmignani
unaltra morte in piscina, come quella ca legge.
che era stata quella atta a far ottenere la Al posto della pre-version che inter-
parte ad Havana. dice il godimento della Cosa, abbiamo
Al bordo delle piscine, durante tutta la quindi la perversione agita psicoticamen-
pellicola, si agitano disperazione e deli- te, come unico destino possibile di un lin-
rio. Bambini morti sembrano muoversi guaggio che ridotto a detti vuoti e ri-
come analoghi ai cadaveri di schreberia- dondanti. Sono in tal modo paradigmati-
na memoria. Ancora, verso il finire, assi- ci gli slogan sciorinati del padre pseudo-
steremo al coito more ferarum tra Havana psy, che forse, con la sua specie di neo-
e il fidanzato interessato di Agatha, un lingua e la sua manipolazione del corpo
godimento sbrigliato. La giovane donna altrui, aveva supplito come poteva alla
li vede scopare da una finestra. Nella sce- propria schizofrenia.
na, il fantasma del salto generazionale an- Il successo, che era ambito da tutti co-
cora una volta agito e deflagra a costo me falso sembiante per unorientazione
della vita. fallica non funzionante, alla fine, quello
Agatha, presa da uno stupor folle, co- riscosso dalla morte, in una grande danza
mincer a perdere sangue mestruale sul macabra di uccisioni e suicidi.
divano. Alle offese di Havana che le dar I corpi reali, presi da un troppo di vita
della bestia lercia, Agatha risponder uc- goduta, non vengono mortificati simboli-
cidendola senza piet. Utilizzer, con una camente e conducono a una morte asso-
sorta di lugubre ironia, una specie di sta- luta, sola soluzione estrema, rimasta ad
tuetta dellOscar, parodia grottesca di un arrestare le manifestazioni del reale senza
fallo non operante, come arma del delit- legge, per tentare di significantizzarlo. Si
to. Non ci saranno risparmiate neanche le mostrano cos, oscenamente, gli effetti del
ultime bestiali contrazioni muscolari della godimento senza limite, quando la nomi-
donna, prima di esalare lultimo respiro. nazione a livello di funzione paterna, non
Se Agatha non ha pre-version ad fa presa.
orientarla, tuttavia ha tragicamente la sua Come non evocare qui il passaggio del
missione da compiere: la versione nel rea- Lacan dei Complessi familiari sullimago
le dellimpossibile nella ripetizione nevro- materna diremmo con il Lacan pi tar-
tica. Con un rito da lei progettato spo- do, labbandonarsi al godimento di cui
Bibliografia 405

Le transfert, Seuil, Paris 1991; Il transfert, Einaudi, Torino 2008 (Sem. VIII).
Lidentification, inedito (Sem. IX).
Langoisse, Seuil, Paris 2004; Langoscia, Einaudi, Torino 2006 (Sem. X).
Les quatre concepts fondamentaux de la psychanalyse, Seuil, Paris 1973; I quat-
tro concetti fondamentali della psicoanalisi, Einaudi, Torino 2003 (Sem. XI).
Problmes cruciaux de la psychanalyse, inedito (Sem. XII).
Bibliografia Lobjet de la psychanalyse, inedito (Sem. XIII).
La logique du fantasme, inedito (Sem. XIV).
Lacte psychanalytique, inedito (Sem. XV).
Dun Autre lautre, Seuil, 2006 (Sem. XVI).
Lenvers de la psychanalyse, Seuil, Paris 1991; Il rovescio della psicoanalisi, Ei-
Opere di Sigmund Freud e di Jacques Lacan naudi, Torino 2001 (Sem. XVII).
Dun discours qui ne serait pas du semblant, Seuil, Paris 2008; Di un discorso
S. Freud, Gesammelte Werke, 18 voll., S. Fischer Verlag, Frankfurt-am-Main 1952- che non sarebbe del sembiante, Einaudi, Torino 2010 (Sem. XVIII).
1968 (GW). ...Ou pire, inedito (Sem. XIX).
The Standard Edition of the complete Psychological Works, 24 voll., Hogarth Press, Le savoir du psychanalyste, inedito (Sem. XIX bis).
London 1966-1974 (SE). Encore, Seuil, Paris 1975; Ancora, Einaudi, Torino 1983 (Sem. XX).
Opere, 12 voll., Boringhieri, Torino 1967-1980 (FO). Les non-dupes errent, inedito (Sem. XXI).
Lettere a Wilhelm Fliess 1887-1904, Boringhieri, Torino 1986 (LF). R.S.I., pubblicato parzialmente in Ornicar?, n. 2-5 (Sem. XXII).
Lettere tra Freud e Jung, Boringhieri, Torino 1974 (Lettere FJ). Le Sinthome, Seuil, Paris 2005; Il sinthomo, Astrolabio, Roma 2006 (Sem.
XXIII).
J. Lacan, Ecrits, Seuil, Paris 1966 (Ecrits). Linsu que sait de lune-bvue saile mourre, pubblicato parzialmente in Orni-
Scritti, 2 voll., Einaudi, Torino 2002 (Scritti). car?, n. 12-15 (Sem. XXIV).
De la psychose paranoiaque dans ses rapports avec la personnalit, Seuil, Paris 1975 Le moment de conclure, inedito (Sem. XXV).
(Thse); Della psicosi paranoica nei suoi rapporti con la personalit, Einaudi, Torino La topologie et le temps, inedito (Sem. XXVI).
1982 (Tesi).
Les complexes familiaux, Navarin, Paris 1984; I complessi familiari, Einaudi, Torino
2005 (CF).
Tlvision, Seuil, Paris 1974 (T); Radiofonia. Televisione, Einaudi, Torino 1982
(RT).
Altri scritti, Einaudi, Torino 2013.

Le Sminaire; Il Seminario:
Les crits techniques de Freud, Seuil, Paris 1975; Gli scritti tecnici di Freud, Ei-
naudi, Torino 2014 (Sem. I).
Le moi dans la thorie de Freud et dans la technique de la psychanalyse, Seuil,
Paris 1978; Lio nella teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi, Einaudi,
Torino 1991 (Sem. II).
Les psychoses, Seuil, Paris 1981; Le psicosi, Einaudi, Torino 2010 (Sem. III).
La relation dobjet, Seuil, Paris 1994; La relazione doggetto, Einaudi, Torino
1996 (Sem. IV).
Les formations de linconscient, Seuil, Paris 1998; Le formazioni dellinconscio,
Einaudi, 2004 (Sem. V).
Le dsir et son interprtation, Edition La Martinire, Paris 2013, le lezioni su
Amleto, sono pubblicate in La Psicoanalisi, n. 5 (Sem. VI).
Lthique de la psychanalyse, Seuil, Paris 1986; Letica della psicoanalisi, Einau-
di, Torino 1994 (Sem. VII).
Gli autori 407

Gli autori Alessandra C. Lavagnino Professore ordinario di lingua e cultura cinese e Di-
rettrice dellIstituto Confucio presso lUniversit de-
gli Studi di Milano.
Emanuele Banfi Professore ordinario di linguistica, Universit degli Jacques-Alain Miller Psicoanalista ECF, Ex Delegato generale AMP (As-
Studi di Milano-Bicocca. sociazione Mondiale di Psicoanalisi), Direttore
scientifico dellIstituto freudiano, Parigi.
Matteo Bonazzi Filosofo e psicologo clinico, partecipante SLP, svol-
ge attivit di ricerca presso lUniversit degli Studi di Laura Pacati Psicoterapeuta, partecipante SLP, Roma.
Milano-Bicocca ed membro di OT/Orbis Tertius,
Universit degli Studi di Milano-Bicocca. Maurizio Paolillo Ricercatore e docente di lingua cinese presso lUni-
versit del Salento.
Beatrice Bosi Psicoanalista SLP (Scuola lacaniana di psicoanalisi),
Roma. Silvia Pozzi Professore associato di lingua e letteratura cinese
presso lUniversit degli studi di Milano-Bicocca.
Adone Brandalise Professore di Critica letteraria e letterature compara-
te, Universit di Padova. Massimo Raveri Professore ordinario di Storia della filosofia e delle
religioni del Giappone presso lUniversit Ca Fosca-
Anna Castallo Psicoterapeuta, partecipante SLP, Milano. ri di Venezia.
Michele Cavallo Psicoanalista SLP, Roma. Ferdinand Scherrer Psicoanalista, Strasburgo.
Domenico Cosenza Psicoanalista SLP, Presidente SLP, docente dellIsti- Carlo Sini Filosofo, ha insegnato per oltre trentanni Filosofia
tuto freudiano, Presidente Centro Klin della FIDA, teoretica allUniversit degli Studi di Milano ed
Milano. Accademico dei Lincei.
Antonio Di Ciaccia Psicoanalista ECF (cole de la Cause freudienne) e Daniele Tonazzo Filosofo e operatore di comunit terapeutica, svolge
SLP, Presidente dellIstituto freudiano, Roma. attivit di ricerca presso lUniversit degli Studi di
Milano-Bicocca ed membro di OT/Orbis Tertius.
Guy Flecher Psichiatra e psicoanalista, il curatore del sito
www.lacanchine.com, Strasburgo. Chu Xiaoquan Professore allUniversit Fudan di Shanghai, il tra-
duttore degli Scritti di Lacan in cinese.
Paola Francesconi Psicoanalista SLP, docente dellIstituto freudiano,
Bologna.
Jean-Louis Gault Psicoanalista ECF, docente della Sezione clinica di
Nantes.
Marcello Ghilardi Filosofo, svolge attivit di ricerca presso lUniversit
di Padova ed il curatore delledizione italiana del
testo di Shitao, Discorsi sulla pittura del monaco Zuc-
ca Amara.
Giuliana Kantz Psicoanalista SLP, docente dellIstituto freudiano,
Milano.
n 33 (2003) Atti del Convegno La primavera della psicoanalisi, (J. Lacan: Nota sul
padre e luniversalismo - J.-A. Miller: Il disincanto della psicoanalisi
Studi Internazionali del Campo freudiano ( 18,00)
Rivista Italiana della Scuola Europea di Psicoanalisi
n 34 (2003) Sulla femminilit, J. Lacan: Dio e il godimento de La/donna - J.-A.
Miller: La teoria del partner ( 18,00)
n 35 (2004) La pratica lacaniana, J. Lacan: Sulla regola fondamentale - J.-A. Miller:
Controtransfert e intersoggettivit ( 18,00)
NUMERI ARRETRATI n 36 (2004) Psicoanalisi e Arte, J. Lacan: Prefazione alledizione inglese del Semi-
nario XI - J.-A. Miller: Linvenzione psicotica ( 18,00)
n 15 (1994) Sulla cura, J. Lacan: Proposta del 9 ottobre 1967 (prima versione) - n 37 (2005) La pratica lacaniana II, J. Lacan: Omaggio a Lewis Carroll - J.-A. Mil-
J.-A. Miller, Presentazione del Seminario IV di J. Lacan, La relazione ler: Introduzione allerotica del tempo ( 18,00)
d'oggetto ( 30.000) n 38 (2005) IV Congresso dellAssociazione Mondiale di Psicoanalisi, J. Lacan: Sulla
n 16 (1994) La passe degli AE dellcole de la Cause freudienne, J. Lacan: "Confe- trasmissione della psicoanalisi - J.-A. Miller: Una fantasia ( 18,00)
renze sull'etica della psicoanalisi" ( 30.000) n 39 (2006) Misurare o Curare?, J. Lacan: Struttura delle psicosi paranoiche - J.-A.
n 17 (1995) La passe e la fine della cura, J. Lacan: Una procedura per la passe - J.- Miller: Luomo senza qualit. Lepidemiologia della salute mentale
A. Miller: Trio da melodramma ( 30.000) ( 18,00)
n 18 (1995) Sui discorsi, J. Lacan: Dellinsegnamento e i quattro discorsi - J.-A. n 40 (2006) Cinema, J. Lacan: Lassassin musicien di Benot Jacquot - J.-A. Miller:
Miller: La natura dei sembianti ( 30.000) Dallimmagine allo sguardo ( 18,00)
n 19 (1996) La Polis analitica, J. Lacan: Piccolo discorso allO.R.T.F. - J.-A. Mil- n 41 (2007) Politiche del sintomo, J. Lacan: Freud per sempre - J.-A. Miller: Le
ler: Silet ( 35.000) lezioni sul sinthomo ( 18,00)
n 20 (1996) La lettera, J. Lacan: Lituraterra - J.-A. Miller: Silet ( 35.000) n 42 (2007) Sulla passe, J. Lacan: Sullesperienza della passe - J.-A. Miller: La
n 21 (1997) Sullinsegnamento e Seminari dellIstituto freudiano, J. Lacan: Forse a passe bis ( 18,00)
Vincennes... - R. H. Etchegoyen e J.-A. Miller: Rotto il silenzio. Inizio n 43/44 (2008) Jacques Lacan regarde le cinma. Il cinema guarda Lacan, J. Lacan:
di un dialogo IPA-AMP? ( 35.000) Psicoanalisi ed evento - J.-A. Miller: Quando i sembianti vacil-
n 22 (1997) Anoressia-bulimia, J. Lacan: Il complesso di svezzamento - J.-A. Mil- lano ( 18,00)
ler: Silet ( 35.000) n 45 (2009) Listanza della lettera, J. Lacan: Il sogno di Aristotele - J.-A. Miller:
n 23 (1998) Il partner-sintomo, J. Lacan: Joyce il sintomo - J.-A. Miller: Confe- Dei sembianti nella relazione tra i sessi ( 18,00)
renze sul sintomo ( 35.000) n 46 (2009) La vergogna, J. Lacan: Il potere degli impossibili - J.-A. Miller: Nota
n 24 (1998) Amore, J. Lacan: Il fenomeno lacaniano - J.-A. Miller: Silet, e testi sulla vergogna ( 18,00)
di altri autori sullamore ( 35.000) n 47/48 (2010) Testimonianze di passe, J. Lacan: Intervento sulloggetto a nella
n 25 (1999) Basaglia, oggi, J. Lacan: Presentazione delle Memorie del presidente cura - J.-A. Miller: La passe del parlessere ( 18,00)
Schreber - J.-A. Miller: Schizofrenia e paranoia ( 35.000) n 49 (2011) Pratica filosofica ed esperienza analitica, J. Lacan: Risposte ad alcuni
n 26 (1999) Parola e linguaggio, J. Lacan: Avviso al lettore giapponese - J.-A. Mil- studenti di filosofia - J.-A. Miller: Vita di Lacan ( 22,00)
ler: I sei paradigmi del godimento ( 35.000) n 50 (2011) Lanoressica e linconscio, J. Lacan: Lanoressica e il sapere - J.-A.
n 27 (2000) Odio, J. Lacan: Il complesso dintrusione - J.-A. Miller: Il transfert Miller: Linconscio reale ( 22,00)
negativo ( 35.000) n 51 (2012) Psicoanalisi e diritto, J. Lacan e J.-A. Miller: Criminologia ( 22,00)
n 28 (2000) Il corpo, J. Lacan: Il seminario di Caracas - J.-A. Miller: Biologia la- n 52 (2012) Lacan e il suo tempo, J. Lacan: Giornata di sciopero - J.-A. Miller: Il
caniana ed eventi di corpo ( 35.000) reale nel XXI secolo ( 22,00)
n 29 (2001) XI Incontro internazionale del Campo freudiano su La seduta analitica, J. n 53/54 (2013) Ancora sulla femminilit, J. Lacan: Discorso sullisteria - J.-A. Mil-
Lacan: Nota italiana - J.-A. Miller: La seduta analitica ( 35.000) ler: LAltro senza Altro ( 22,00)
n 30/31 (2001) Atti del Convegno Jacques Lacan 1901-2001, J. Lacan: Atto di fonda- n 55 (2014) Altri scritti, J. Lacan: Apertura della Sezione clinica - J.-A. Miller: Il
zione - J.-A. Miller: Linsegnamento di Jacques Lacan ( 18,00) filo del fanasma ( 22,00)
n 32 (2002) Psicoanalisi e neuroscienze, J. Lacan: Psicoanalisi e medicina - J.-A.
Miller: Lesperienza del reale nella cura analitica ( 18,00)
Presso la Casa Editrice Astrolabio ISTITUTO FREUDIANO
PER LA CLINICA, LA TERAPIA E LA SCIENZA
Collana PSICHE E COSCIENZA
Sede di Roma: Via Palestro, 30 - 00185 Roma
J. Lacan et alii, Il mito individuale del nevrotico, Astrolabio, Roma 1986. Tel. 06 6786703 - Fax 06 6786684
J.-A. Miller, Logiche della vita amorosa, Astrolabio, Roma 1997. e-mail segreteria@istitutofreudiano.it
J.-A. Miller, I paradigmi del godimento, Astrolabio, Roma 2001.
J.-A. Miller, Lettere allopinione illuminata, Astrolabio, Roma 2002. Sede di Milano: Via Daverio, 7 - 20122 Milano
J.-A. Miller e 84 amici, Chi sono i vostri psicoanalisti?, Astrolabio, Roma 2003. Tel. 02 58324157 - Fax 02 58434476
D. Cosenza, Jacques Lacan e il problema della tecnica in psicoanalisi, Astrolabio, Roma e-mail infomilano@istitutofreudiano.it
2003.
J.-A. Miller, Il nuovo, Astrolabio, Roma 2005. www.istitutofreudiano.it
J.-A. Miller, Pezzi staccati, Astrolabio, Roma 2006.
J. Lacan, Il Seminario. Libro XXIII. Il sinthomo, Astrolabio, Roma 2006.
M. Egge, La cura del bambino autistico, Astrolabio, Roma 2006. Istituto abilitato ai sensi dellart. 3 Legge 18.2.89 n. 56 (D.M. 31.12.93)
D. Cosenza, Il muro dellanoressia, Astrolabio, Roma 2008.
Adeguamento ai sensi del D.L. 25.05.01
J.-A. Miller, Introduzione alla clinica lacaniana, Astrolabio, Roma 2012.
J. Lacan, Il mio insegnamento e Io parlo ai muri, Astrolabio, Roma 2014.
LIstituto freudiano per la clinica, la terapia e la scienza unassociazione che ha co-
Collana STUDI LACANIANI me scopo specifico la formazione in psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico secondo
linsegnamento di Jacques Lacan per i laureati in Psicologia e in Medicina e Chirurgia.
IRMA, La conversazione di Arcachon. Casi rari: gli inclassificabili della clinica, Astrola- LIstituto emanazione della Fondation du Champ freudien e della Section Clini-
bio, Roma 1999. que du Dpartement de Psychanalyse dellUniversit di Parigi VIII.
IRMA, Il conciliabolo di Angers. Effetti di sorpresa nelle psicosi, Astrolabio, Roma 1999. I Docenti dellIstituto, nominati sulla base di criteri universitari dal suo Direttore
J.-A. Miller (a cura di), La psicosi ordinaria. La convenzione di Antibes, Astrolabio, Ro- Scientifico Jacques-Alain Miller, per la maggior parte sono membri della Eurofedera-
ma 2000. zione di Psicoanalisi, con sede a Parigi.
J.-A. Miller (a cura di), Il sintomo psicotico. La conversazione di Roma, Astrolabio, Ro- La Formazione impartita dallIstituto si svolge con un programma quadriennale di
ma 2001. 500 ore annuali.
J.-A. Miller (a cura di), Tu puoi sapere... come si pratica. La conversazione di Bologna, La Formazione comprende: lInsegnamento teorico, lInsegnamento clinico, il Tiro-
Astrolabio, Roma 2002. cinio annuale, la Supervisione dei Casi clinici, il Saggio clinico annuale, la Presentazio-
ne di un Caso clinico.
Per procurarsi LA PSICOANALISI e gli altri volumi: La Psicoanalisi personale effettuata, in corso o comunque da iniziare durante il
Primo Biennio presso uno Psicoanalista accettato dallIstituto un prerequisito per
rivolgersi alla Casa Editrice Astrolabio, via Guido dArezzo 16 - 00198 ROMA, Fax liscrizione.
06/8552756, E-mail astrolabio@astrolabio-ubaldini.com La Domanda di Ammissione va indirizzata allIstituto. LIstituto decider dellam-
(pagamento in contrassegno), missione dopo un incontro del Richiedente con un Membro della Commissione delle
rivolgersi alle migliori librerie. Ammissioni.
La Quota di Iscrizione per lAnno Accademico 2015/2016 di 3.700,00 (lIstitu-
to esente IVA).
Informazioni LIstituto freudiano un Ente autorizzato per lo svolgimento dei tirocini post-lau-
www.lapsicoanalisi.it ream.
www.bibliotecadelcampofreudiano.it
www.istitutofreudiano.it
www.scuolalacaniana.it
www.forumpsi.it
www.cecli.it
www.astrolabio-ubaldini.com

Potrebbero piacerti anche