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GLI STOICI E LA LOGICA .

Gli stoici intendono il termine logica in un duplice significato: a) teoria generale della conoscenza (ci che noi
chiameremmo gnoseologia); b) riflessione sulle forme corrette del ragionamento. In quest'ultima accezione il
termine presenta analogie con l'uso che ne fa Aristotele: per entrambi infatti la logica che ha per oggetto la sola
forma del pensiero, a prescindere dai suoi contenuti.
Ma mentre quella di Aristotele una logica dei predicati (la correttezza del ragionamento dipende dall'uso dei
predicati, o termini, interni alle proposizioni: (tutti/alcuno/nessuno, la capula /non ), quella degli Stoci una
logica delle proposizioni: studia come le proposizioni possono essere tra loro collegate, tramite i cosiddetti
CONNETTIVI E, O, NON SE...ALLORA -, come tali collegamenti incidono sul loro valore di verit
e quali ragionamenti corretti possiamo effettuare su di essi
Es. Proposizione 1: Oggi brutto tempo Proposizione 2 La prof di latino interroga
La proposizione composta: Oggi brutto tempo E la prof di latino interroga vera soltanto se entrambe le proposizioni di
partenza sono vere: se anche una sola di esse falsa, la proposizione composta diviene falsa

Ci limitiamo a considerare qui uno di questi connettivi, che probabilmente avete incontrato molte volte nelle
dimostrazioni matematiche: il connettivo IMPLICAZIONE, che si indica col simbolo
e che si legge
SE...ALLORA. Ad esempio: SE piove, ALLORA Gino prende l'ombrello.
Questa proposizione composta FALSA in un solo caso: se vero l'antecedente (Piove) e falso il conseguente
(Gino prende l'ombrello). Su questa base possibile effettuare due ragionamenti, che i logici medievali hanno
chiamato rispettivamente MODUS PONENS (MP) e MODUS TOLLENS (MT).
Il primo (MP) suona in questi termini:
Se vero A, allora vero anche B. Ma A vero; dunque B vero
ad esempio, quando dico Se un numero multiplo di 4, allora pari se vera l'affermazione Il numero
multiplo di 4, sar vera anche l'affermazione Il numero pari (non possibile, cio, che quel nunero sia
dispari)
Il secondo (MT) suona invece cos:
Se vero A, allora vero anche B. Ma B non vero; dunque non vero neppure A
Nell'esempi precedente, se non vera l'affermazione il numero apri, allora posso essere certa che falsa anche
l'affermazione il numero multiplo di 4 (nessun numero dispari in effetti pu essere multiplo di 4)
Quello che, invece,il connettivo implicazione non mi autorizza a fare dedurre dalla falsit dell'antecedente la
falsit del conseguente. Rifacendosi sempre all'esempio addotto, se falsa la proposizione il numero multiplo
di 4, non posso certo inferire che il numero non pari (Esempi lampanti: 6, 10, 14, 18 ecc non sono multipli di
4, ma sono pari)
Sembra una considerazione ovvia, eppure trae in inganno molte persone.
Ne abbiamo un riprova nell'alta percentuale di soggetti che risponde in modo sbagliato al cosiddetto problema
delle 4 carte di Wason.
PROBLEMA DELLE 4 CARTE
Al soggetto vengono mostrate le seguenti quattro carte:

Gli viene poi data una regola di cui deve valutare la validit: "se una carta ha su una faccia una vocale, allora
sullaltra avr un numero pari" Per verificare se la regola enunciata vera egli pu girare solo due carte. Quali
deve scegliere?
Il 90% per cento dei soggetti a cui stato presentato il problema ha sbagliato. Infatti dapprima ha voltato
correttamente la carta con la E, per verificare che dietro vi fosse un numero pari, ma ha poi continuato in modo
errato voltando la carta col numero pari, quella con il 4, compiendo cos un errore di ragionamento (la regola non
dice se c' un numero pari dietro c' una vocale , ma se c' una vocale dietro c' un numero pari!). Il
comportamento corretto avrebbe richiesto infatti di applicare il MT , cio di girare il numero dispari, il 7, in modo
da concludere che la regola falsa se dietro c una vocale, vera altrimenti.

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