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1) Il ragionamento
L'esercizio della razionalit avviene attraverso la costruzione di ragionamenti. Un ragionamento infatti un
insieme organizzato di enunciati e gli enunciati sono composti da termini. Come si vede, ragionare equivale a
utilizzare il linguaggio, ma non ogni uso del linguaggio un ragionamento: la logica e la teoria
dell'argomentazione sono le discipline che si occupano, appunto, del ragionamento, cio del linguaggio
organizzato per produrre ragionamenti corretti.
Un ragionamento, o processo inferenziale, una successione di enunciati. Propriamente si tratta di enunciati
collegati fra loro da inferenze, cio da nessi specifici. Gli enunciati, cos collegati, si possono suddividere in tre
tipi:
Gli enunciati da cui prende le mosse il ragionamento, ossia le premesse del ragionamento (ipotesi,
assiomi, postulati, principi);
L'enunciato con cui il ragionamento si conclude, ossia la conclusione del ragionamento;
Enunciati intermedi che permettono di passare da quelle premesse a quella conclusione.
Abbiamo detto che il ragionamento consente di passare da alcune premesse a una conclusione tramite una
successione d'inferenze; cos facendo il ragionamento permette di giustificare razionalmente una tesi, espressa
nella sua conclusione, a partire da alcune premesse, grazie a tale serie d'inferenze.
Tuttavia non esiste solo un modo di svolgere le inferenze. Esistono almeno tre tipi di ragionamento:
2) Il ragionamento dimostrativo
La dimostrazione il ragionamento tipico delle scienze, specie delle scienze formali: la logica, la matematica e, in
misura minore, le scienze naturali ne fanno largo uso. Ma, si noti, un contesto di ragionamento in cui le
premesse sono assunte senza ulteriore discussione critica. Le scienze usano la dimostrazione proprio perch non
discutono, per lo pi, le premesse assunte. Ovviamente ci non accade sempre.
3) Il ragionamento argomentativo
Nel caso dell' argomentazione si dice che il ragionamento avviene in un "ambiente aperto". Le premesse non
sono assunte come vere, n le regole inferenziali presentano carattere di necessit stringente: perci il passaggio
dalle premesse alla conclusione non tale da comportare la necessit assoluta della conclusione, che allora si dice
"giustificata argomentativamente" o "argomentata" (ma non dimostrata).
Incompatibilit: induce a credere che, poste due asserzioni, occorra sceglierne una o rinunciare a
entrambe. In altre parole, un'alternativa includente (A vel non A) presentata come se fosse escludente
(A aut non A). In altre parole ancora, in quest'argomento s'introduce il connettivo escludente "o", dando
per scontato che sia effettivamente pertinente, quindi si applica il principio del terzo escluso (A o non A:
tertium non datur). Esempio: Ti sei sempre dichiarato progressista, poi per fai resistenza a ogni nostra
proposta di riforma.
Ritorsione: quando proprio colui che reclama il rispetto di una regola si sottrae al dovere di applicarla, o
l'applica a sproposito. Sottolineando l'incongruenza fra la regola e il comportamento di chi la propugna,
s'intende indebolire la posizione dell'avversario, ritorcendo su di lui quanto egli stesso afferma.
Esempio: In un teatro parigino, durante l'occupazione nazista, mentre il pubblico si accinge a cantare
l'inno nazionale, un poliziotto irrompe sulla scena affermando che proibito rappresentare ci che non
previsto nel programma. "E lei - gli chiede uno spettatore - forse nel cartellone?".
Dilemma: una variante dell'argomento d'incompatibilit: si mostra che l'avversario, sostenendo la sua
posizione, si trova di fronte a due conseguenze, entrambe inaccettabili. Quindi la sua posizione da
rifiutare. Esempio: Aulo Gellio nelle sue Noctes Atticae, racconta la disputa fra il sofista Protagora e il
suo allievo Eulato. Questi aveva pattuito con il maestro che gli avrebbe pagato le lezioni, non appena
avesse vinto la sua prima causa. Protagora non ebbe mai i soldi, perci cit in giudizio l'allievo, in quanto
insolvente.
Autofagia: una variante dell'incompatibilit : applicando senza eccezioni una regola, si arriva a
distruggerla poich le sue conseguenze sono in contraddizione con essa. Esempio (tratto da Aristotele):
Chi nega il principio di non contraddizione, se vuole essere capito, deve parlare in modo non
contraddittorio, ma cos facendo costretto ad ammettere il principio di non contraddizione.
Pseudo-transitivit: costruito sullo schema della relazione di transitivit: "Se A in relazione con B e
B in relazione con C, allora A in relazione con C", se ne differenzia, per, per il fatto che la
transitivit qui soltanto ipotizzata, ma non giustificata. La sua applicabilit andrebbe argomentata
perch, in generale, se A in relazione con B e B in relazione con C, non detto che necessariamente
A sia in relazione con C. Esempio: Gli amici degli amici sono miei amici.
Tutto e parte: si fa ricorso alla relazione d'inclusione, nel senso che si sostiene che ci che vale per il
tutto deve valere anche per la parte. Esempio: Poich l'uomo fa parte della natura, non pu distruggerla,
perch agirebbe contro se stesso.
definire gli aumenti salariali in rapporto all'inflazione prevista, domani si dichiarer favorevole alla
completa liberalizzazione dei salari: cos facendo svuotiamo il sindacato delle sue competenze.
Regola di giustizia: ci si appella a una regola considerata valida per tutti: in particolare, si sostiene che
ci che vale per un caso dev'essere applicato a tutti i casi simili. Esempio: Se per farle un favore tengo
aperto lo sportello per lei oltre l'orario di servizio, poi sono costretto a farlo per tutti.
A fortiori: Si ricorre frequentemente a quest'argomento per mostrare che alcuni casi particolari fanno
parte di un insieme di elementi ordinati gerarchicamente (generalizzazione) e che a fortiori - cio a
maggior ragione - valgono per essi le medesime propriet che caratterizzano l'insieme. Esempio: Se si
prende cura di te un cugino lontano, a maggior ragione dovrebbe farlo tuo fratello.
Complementariet: Ogni volta che si fa un'affermazione, si pu affiancarle una negazione che funge da
nozione complementare. Ogni termine, infatti, richiede il suo opposto per essere determinato. Questo
aspetto si traduce in un argomento di complementarit. Esempio: Ogni autentica fede nasce dal dubbio.
Etimologia: stato ampiamente utilizzato nella filosofia dei secoli scorsi, poi stato trascurato, infine
tornato in auge recentemente, in rapporto alla ripresa degli studi sul linguaggio. Esso consiste
nell'avvalorare una tesi traendo spunto dall'etimologia di un termine che caratterizza il significato del
concetto espresso.
Facile: si appoggia alla maggiore o uguale facilit del ragionamento che si vuole avvalorare rispetto a
quello che si vuole criticare. La tesi che si vuole sostenere viene presentata come preferibile perch,
nonostante tutto, pi facile - o non pi difficile- ammetterla che negarla. Ne un esempio il modo
con cui, nel De revolutionibus di Copernico, si sostiene la maggior semplicit del modello eliocentrico
rispetto a quello tolemaico.
Coerenza degli effetti: Con questo argomento si afferma che se la causa unica, gli effetti che essa
produce non possono trovarsi in contraddizione tra loro.
Induzione: il ragionamento induttivo tra i pi utilizzati, nella vita comune, nel sapere ordinario e nella
ricerca scientifica. Consente d'inferire le caratteristiche di casi non ancora osservati dall'analisi di un certo
numero di casi conosciuti. Si caratterizza per tre aspetti:si caratterizza per tre aspetti:
o
Argomenti casuali: si fa uso frequente degli argomenti causali, ogni volta che si vuole inferire una causa
da un effetto o viceversa. In particolare nella disputa scientifica, dove spesso si ricorre all'argomento
della causa propriamente detto e a quello dell'effetto, si ha - spesso - un uso congiunto dell'argomento di
causa e di quello d'induzione. Sono argomenti casuali:
o
Argomento del post hoc: stabilisce un nesso causale tra due eventi successivi.
A contrario: utilizzato per indebolire la portata di una generalizzazione. Con esso si mostra che quel
che prescrive la regola o l'universalizzazione proposta non viene rispettato, di fatto e nel concreto di un
esempio. Esempio: Tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge: tuttavia il signor X talmente
influente da far modificare una legge a proprio favore. Non tutti gli uomini sono uguali di fronte alla
legge: qualcuno pi uguale degli altri.
Ad consequentiam: valuta una propriet o un evento in relazione al vantaggio offerto dalle sue
conseguenze. simile all'argomento dell'effetto con la differenza che qui la conseguenza valutata
specificamente per il suo vantaggio.
Spreco: valorizza un obiettivo per il cui il conseguimento si siano gi impiegate notevoli risorse:
abbandonare quell'obiettivo costituirebbe uno spreco. Viene utilizzato per sminuire l'importanza di
obiettivi alternativi. Esempio: Hai studiato per quindici anni, sei a un passo dalla laurea e ora decidi di
sposarti e cercare un lavoro qualsiasi: tutto quello che hai fatto finora non servir a nulla!
Analogia
Paragone
Doppia gerarchia
Ad hominem
Modello
Esempio
Illustrazione
Autorit
Sacrificio
Ridicolo
4) Le fallacie argomentative
Nel sostenere e discutere una tesi spesso si commettono degli errori: consapevolmente o inconsapevolmente si
ricorre ad argomenti fallaci (o, semplicemente, a fallacie). Conoscere e saper criticare tali errori argomentativi fa
parte della competenza dialettica, tanto pi utile in quanto, come avviene oggi in ambito politico, giudiziario,
pubblicitario ecc., la quantit di fallacie commesse tende a crescere, piuttosto che a diminuire.
Le fallacie sono modi di ragionare errati, perch si parte da premesse false, o perch si adottano delle inferenze
scorrette, o perch si producono a sostegno delle proprie tesi argomenti irrilevanti dal punto di vista razionale.
Ci non toglie ampiezza alla diffusione delle fallacie: non sempre si vuole far leva sulla razionalit
dell'interlocutore. Talvolta pi semplice puntare sulle emozioni o pi efficace ricorrere all'inganno.
I tipi di fallacie sono:
4.1) Fallacie di definizione
Le fallacie di definizione sono relative ai termini (siano essi elementi di enunciati che enunciati interi) utilizzati
nella discussione. Per rendere le nostre parole o i nostri concetti chiari, noi li definiamo. Tuttavia, non sempre la
definizione che diamo buona. Ci pu succedere perch commettiamo alcune fallacie. D'altro canto, anche un
intero enunciato suscettibile di pi interpretazioni, il che d luogo a confusioni e fallacie.
Sono fallacie di definizione:
Definizione troppo ampia: include elementi che dovrebbero essere esclusi. Esempio: La ciliegia
qualcosa che rosso e tondo.
Definizione troppo stretta: esclude elementi che dovrebbero essere inclusi. Esempio: Una mela
qualcosa di tondo e rosso (Infatti, alcune mele non sono rosse, ma verdi o gialle).
Definizione oscura: la definizione utilizzata per chiarire il significato di un termine pi oscura del
termine da definire. Esempio: Qualcuno lascivo se licenzioso.
Definizione circolare: quando, per definire un termine, si usa una locuzione nella quale ricorre proprio
il termine da definire. Esempio: Un uomo un animale che ha genitori umani.
Definizione contradditoria: afferma e nega contemporaneamente la stessa cosa. Esempio: Una societ
libera se tutti sono liberi e nessuno pu violare le leggi.
Ambiguit: Si utilizza due volte la stessa parola con due significati differenti. Esempio: Chi uccide un
bambino disumano, perci nessun assassino di bambini umano.
Linguaggio pregiudizievole: quando alcuni termini di un enunciato sono connotati emotivamente per
suggerire un giudizio di consenso o dissenso.
Espressione prevalente sul contenuto: L'argomento (o la persona che argomenta) viene presentato
(presentata) in modo da orientare un giudizio o una decisione. Esempio: Perch non ascolti il consiglio
di questo signore cos a modo?
Explanans ad hoc: l'explanans non indica nient'altro che il fenomeno stesso. Esempio: Negli anni
Sessanta gli adulti nutrivano un sentimento di ostilit nei confronti degli hippy: la spiegazione va
ricercata nel risentimento dei genitori verso i figli.
Explanans non controllabile: l'explanans con cui si spiega perch avvengono certi fenomeni non pu
essere controllato. Esempio: Un aereo sparito nel Triangolo delle Bermude a causa della forza
attrattiva l presente.
Fallacie sillogistiche: un sillogismo fallace quando sia violata una qualsiasi delle otto regole che ne
garantiscono la validit:
1. Devono esserci solo tre termini (maggiore, minore, medio).
2. Il termine minore e il termine maggiore devono essere distribuiti in modo uguale nelle premesse
e nella conclusione.
Falsa disgiunzione: quando una delle premesse dell'argomento presenta un numero limitato di scelte
(di solito due), mentre le alternative possibili sono di pi. Ovvero, si ha una falsa disgiunzione quando si
fa un uso scorretto del connettivo "o", inteso quale aut aut, quand'invece da intendersi come
vel vel Esempio: O sei con me, o sei contro di me.
Ad ignorantiam: suppongono che finch una cosa non stata mostrata falsa (vera), vera (falsa). Ma la
mancanza di un argomento che confuti un enunciato A non ne dimostra la verit, come d'altra parte la
mancanza di un argomento a riprova di A non ne dimostra la falsit. Esempio: Eleonora dice che pi
intelligente di Mario, ma non pu provarlo, perci mente.
Domanda composta: si pone una domanda che nasconde una seconda questione annidata nella prima,
ma si pretende un'unica risposta. Esempio: Hai rinunciato alla tua cattiva condotta?
Conclusione irrilevante: si argomenta una conclusione diversa da quella che avrebbe dovuto essere
raggiunta. Esempio: Si dovrebbero sostenere le azioni positive contro la discriminazione delle donne. I
maschi hanno una posizione di rilievo nella guida del paese, in particolare per quanto riguarda la politica
e l'economia. Ma questa una discriminazione intollerabile.
Composizione: si attribuiscono certe propriet delle parti al tutto. Esempio: Oggi alcuni componenti
delle automobili che vent'anni fa erano realizzati in metallo sono invece fabbricati in resina sintetica:
perci le automobili sono leggere.
Distinzione: speculare rispetto a quella di composizione: le propriet del tutto sono attribuite alle
singole parti. Esempio: Il Rotary un club importante, quindi i suoi membri sono importanti.
"Uomo di paglia": si attacca un soggetto diverso, o pi debole, di quello che si dovrebbe attaccare.
Esempio: La coscrizione obbligatoria dovrebbe essere estesa alle donne. Ci sono persone che non
vogliono fare il servizio di leva perch trovano che sia una perdita di tempo e di denaro. Ma dovrebbero
capire che nella vita ci sono cose pi importanti della privata convenienza.
Transitus de genere ad genus: si attribuisce a un elemento, appartenente a una certa classe, una
propriet che non gli propria. Esempio: Il razzismo ha valore universale, essendo una legge di natura.
Falsa etimologia: per sostenere una tesi (eventualmente anche corretta) si ricorre a un'etimologia errata.
Esempio: Eludere una domanda, come mostra la radice latina, significa "togliere di mezzo", "tagliar via
la questione", e quindi mostrarne l'infondatezza.
Fallacie induttive:
o Generalizzazione indebita 1: si generalizza qualcosa senza distinzioni, in base alla circostanza
che quel qualcosa si dato in un caso particolare.
o Generalizzazione indebita 2: il numero degli elementi considerati troppo esiguo per
giustificare la conclusione.
o Esempio non rappresentativo: si generalizza a un insieme di elementi una propriet che
caratteristica di un altro insieme non omogeneo, o non abbastanza omogeneo.
o Fallacia d'accidente converso: si generalizza ci che vale solo in circostanze particolari.
o Controevidenza: la conclusione di un ragionamento induttivo valido negata, malgrado
l'evidenza del contrario.
o Esclusione: un'informazione che comprometterebbe un'inferenza induttiva viene
(deliberatamente o inconsapevolmente) omessa.
Fallacie causali:
o Correlazione casuale: come dice il nome di questa fallacia, si d per scontato che, se l'evento B
si manifesta dopo l'evento A, allora A sia la causa e B sia l'effetto.
o Effetti congiunti: si ritiene che un evento sia causa di un altro mentre, invece, entrambi sono
effetto di una causa comune. Questa fallacia spesso intesa come un caso speciale di post hoc
ergo propter hoc.
o Irrilevanza causale: un evento che potrebbe essere concausa di un certo effetto, ma la cui
portata irrilevante, viene presentato come la causa principale.
o Causa complessa: l'effetto causato da un numero di eventi maggiore di quelli presentati
nell'argomento. In una variante di questa fallacia, si stabilisce una relazione circolare tra causa ed
effetto (l'effetto esso stesso una parte della causa).
o Causa errata: l'evento presentato come causa di un certo effetto, in realt non ne la causa, o
dubbio che lo sia.
o Inversione causale: si inverte la causa con l'effetto.
o Appello alle conseguenze negative: l'argomento pretende di corroborare la verit di un
enunciato mostrando le conseguenze spiacevoli, o sgradevoli, che deriverebbero "logicamente"
dal metterne in dubbio la verit.
ambiti messi in rapporto dall'analogia e la propriet comune attribuita ad entrambi, mostrando come essa sia la
sola propriet in comune e quindi sia improprio costruire un'analogia tra questi due ambiti.
5) Come argomentare
Esistono regole per discutere bene? In modo netto e codificato no, tuttavia si possono indicare alcune
condizioni, in assenza delle quali la discussione non pu dirsi razionale. A tali condizioni bisognerebbe attenersi,
ogni volta che si vuole argomentare una tesi in modo valido. Queste condizioni possono essere raggruppate in
relazione alle due fasi del processo argomentativo:
La presentazione dello status quaestionis, cio di quanto va detto e conosciuto sulla tesi in
questione. Dovrebbe articolarsi cos:
o
Presentazione della rilevanza del problema e delle possibili conseguenze teorico-pratiche della
sua soluzione;