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CONOSCENZA OGGETTIVA

– K. POPPER -

21) se regolarità del senso comune sono note le osservazioni ripetute / genesi → epagogè

22) problema logico di Hume (Hl): siamo giustificati a ragionare da casi di cui abbiamo
esperienza ad altri casi di cui non abbiamo esperienza?
Problema psicologico di Hume (Hps): perché ciò nonostante ogni persona ragionevole si
aspetta e crede che i casi come quelli di cui non hai esperienza si conformino a quelli di
cui esperienza? Risposte: a causa della "consuetudine abitudine" ovvero l'abitudine alle
ripetizioni.
La conclusione fu che per Hume la razionalità non è un ruolo primario nella nostra
conoscenza, ma quest'ultima è una fede irrazionale.
23) Russell sottolinea il contrasto tra la risposta di Hume a HL e la razionalità da un lato
l'empirismo dall'altro i procedimenti scientifici da un altro ancora.
24) "al contrario uno dei miei principali metodi di approccio, ogni volta che sono in ballo
problemi logici consiste nel tradurre tutti i termini soggettivi psicologici, specialmente
'credenza', etc, in termini oggettivi. Così invio parlare di una 'credenza', io parlo di
esempio di una 'proposizione di una teoria esplicativa¡; invece di una 'impressione', parlo
di una 'proposizione di osservazione' o di una 'proposizione di controllo'; invece della
'giustificazione di una credenza' io parlo di 'giustificazione della pretesa di una teoria sia
vera', etc.”
Questo procedimento sarà applicato a H elle, ma non direttamente Hps; tuttavia
successivamente la soluzione sarà trasferita al problema psicologico seguendo un
principio di transizione: ciò che è vero in logica è vero in psicologia.
"Sarà chiaro che il mio primo intersezione garantisce l'eliminazione dell'irrazionalismo di
Hume: Se posso rispondere al tuo problema fondamentale dell'induzione, compreso a
capirsi, senza violare il principio di transizione, allora non vi può essere contrasto fra
logica e psicologia, e perciò alcuna conclusione che la nostra conoscenza sia irrazionale.”
25) l'idea finale di Popper è che come non c'è niente di simile all'induzione per ripetizioni
nella logica, per il principio di transizione non può esservi niente di simile in psicologia.

25) sostituiamo l'espressione di Hume “casi di cui abbiamo esperienza” con “proposizioni
di controllo”, ovvero proposizioni singolari che descrivono eventi osservabili, I “casi di cui
non abbiamo esperienza” con “teorie universali esplicative”.
L uno: Una teoria esplicativa universale vera può essere giustificata da ragioni empiriche,
ovvero assumendo la verità di proposizioni di controllo o proposizioni di osservazioni
basate sull'esperienza?
No.
26) L2: Una teoria esplicativa universale vera oppure falsa può essere giustificata da
ragioni empiriche, ovvero assumendo la verità di proposizioni di controllo o proposizioni di
osservazioni basate sull'esperienza?
In questo caso la risposta affermativa nel caso in cui la falsità delle proposizioni di
controllo serve a dimostrare la falsità della teoria.
Nel caso di diverse teorie esplicative in competizione tra di loro è necessario ricorrere a
una terza formulazione:
L3: Può una preferenza riguardo la verità o la falsità di alcune teorie universali in
competizione essere giustificata da ragioni “empiriche"?
Anche in questo caso la risposta affermativa, ma solo nel senso che alcune delle teorie in
competizioni possono essere smentite da proposizioni false.
27-28) “L1 è un tentativo di tradurre il problema di Hume nel modo oggettivo di parlare.
L'unica differenza è che Hume mi parla di casi futuri (singolari ) Di cui non abbiamo
esperienza -cioè di aspettative- mentre L1 parla di leggi universali e teorie. O almeno tre
motivi per questa modificazione. Primo, da un punto di vista logico, i "casi" sono relativi a
qualche legge universale (o almeno una funzione proposizionale che potrebbe essere
universalizzata). Secondo, il nostro metodo abituale di ragionare da “casi” ad altri “casi”
sostenuto dall'aiuto di teorie universali. Così noi passiamo dal problema di Hume al
problema della validità delle teorie universali (la loro verità o falsità). Terzo, io desidero,
come Russell, collegare il problema dell'induzione con le leggi universali o teorie della
scienza.”
28) la risposta negativa L1 è da intendersi come: tutte le leggi o teorie sono ipotetiche o
congetturali.
31) Popper ammette un certo principio dell'empirismo, in quanto l'esperienza ci aiuta a
formarci un'idea della falsità (ma non della verità) delle teorie.
"Parimenti, non vi è contrasto fra la mia soluzione e i metodi della scienza; al contrario noi
siamo orientati da essa verso la fondazione di una metodologia critica.”
Le formulazioni di Popper ricadono tutte nell'ambito della logica deduttiva, sfruttando la
simmetria fra verificazione falsificazione da parte dell'esperienza.
32) il passo successivo è capire se esistano argomenti puramente razionali, fra cui quelli
empirici, per preferire alcune congetture o ipotesi ad altre.
Parliamo qui di preferenza teoretica.
Dal momento che noi non possiamo giustificare empiricamente le varie teorie, dobbiamo
muoverci alla ricerca di differenti principi di preferenza:
– È chiaro che stiamo parlando di teorie in competizione, cioè teorie che sono
proposte come soluzioni dei medesimi problemi.
– L'interesse verso la verità è accompagnato da una da un interesse anche verso la
falsità, perché trovare con la proposizione sia falsa è lo stesso che mostrare che la
sua negazione è vera, ne consegue perciò che la confutazione di una teoria sarà
sempre teoricamente interessante, ma la negazione di una teoria esplicativa non
può essere a sua volta una teoria esplicativa.
– In questo scenario il trovare il “punto di fallimento” di una teoria pone un
interessante nuovo problema alle teorie rivali: ovvero il potere superare con le
stesse prove critiche che hanno fatto fallire la precedente teoria.
– Le teorie non falsificate sono sempre comunque da considerarsi migliori di quelle
confutate in un dato tempo t, poiché in esso spiegheranno comunque ciò che
spiegavano le altre teorie e qualcosa in più.
– Le teorie non falsificate hanno valore inoltre non solo perché "potenzialmente vere",
ma anche perché possono essere oggetto di nuovi controlli nuove e confutazioni le
quali possono porre nuovi problemi teorici, facendo progredire la scienza.
– Il teorico deve sempre cercare una teoria falsificante che suggerisca un
esperimento cruciale.
– Alla fine possiamo imbatterci in una teoria vera, ma non possiamo mai stabilirne la
verità.
– Alcune teorie "di medesimo grado" in competizione possono essere in grado di
risolvere i medesimi problemi, e ciascuna problemi differenti individualmente.
– Ad ogni tempo t il teorico sarà interessato a trovare la più controllabile fra le teorie
in competizione.
– Detta teoria non deve essere ad hoc. Si definiscono spiegazioni ad hoc spiegazioni
che non sono controllabili indipendentemente dall'effetto da spiegare.
Nel caso di gradi molto alti di proprietà di non essere ad hoc di una teoria esiste un
criterio oggettivo di ordinamento: una teoria nuova, pur spiegando quello che
spiegava una teoria vecchia ,corregge quest'ultima. La teoria vecchia e quindi
contenuta nella teoria nuova come approssimazione.
– Il metodo appena descritto può essere definito come metodo critico. È un metodo
per eliminazoione.
– Una volta falsificata una teoria non esiste nessuna garanzia che possiamo trovarne
una migliore.
– Lo sfondo di questo modello è pura logica deduttiva.
Questo comporta dei problemi qualora si voglia applicare strettamente detta logica
alla realtà dei controlli empirici, entriamo infatti nel campo delle regole
metodologiche, ovvero nel campo della discussione critica.

40) La controllabilità di una teoria inversamente proporzionale al suo grado di probabilità,


direttamente proporzionale con il suo contenuto informativo (quindi la sua improbabilità).
Introduciamo il concetto di grado di corroborazione, per mostrare l'inutilità della probabilità
nelle inferenze induttive.
Il grado di corroborazione di una teoria è un resoconto valutativo del suo stato al netto di
una discussione critica: include il grado di controllabilità, la severità dei controlli a cui è
stata sottoposta e il modo in cui li ha superati.
Esso rappresenta sostanzialmente un criterio valutativo passato, utile per confrontare ad
un dato tempo t differenti teorie, ma che non ci dice assolutamente niente circa l'affidabilità
futura di qualsiasi teoria.
La preferibilità di una teoria non è quindi una probabilità intesa nel senso del calcolo delle
probabilità.
Se consideriamo una proposizione p derivata da una teoria T, ed avente pertanto meno
contenuto informativo di quest'ultima, la proposizione p e il sistema P di tutte le
proposizioni da essa derivabili sarà comunque meno controllabile e corroborabile di T, Ma
se ti è stata ben controllata allora possiamo trasferire il suo alto grado di corroborabilità
anche a p e a P. questo grazie al fatto che la verità logica si trasmette sempre da
premesse a conseguenze1.
Una proposizione derivabili da una teoria ben controllata sarà considerata parte di essa e
avrò il suo stesso grado di corroborazione. Se invece la proposizione deriva dalla
convinzione di due teorie, e saprò grado di corroborazione pari alla teoria meno bene
controllata fra le due.
42) un teorico può sempre essere scoraggiato da questo approccio, in quanto non
presenta mai una vera e propria strada per giungere alla verità, ma solo un approccio per
non escluderla; Diverso è il discorso dei ricercatori in quanto uomo d'azione, in quanto ha
sempre la necessità di scegliere fra alternative, essendo l'inazione una fra queste 2, e,
poiché ogni azione presuppone una teoria sul mondo, ecco che la scelta magicamente la
ritroviamo fra teorie concorrenti.
Esiste quindi una cosa come una scelta razionale?

Di seguito una lista di problemi pragmatici dell'induzione:

1) Su quale teoria dovremmo fondarci per l'azione pratica da un punto di vista


razionale?
2) Quale teoria dovremmo preferire per l'azione pratica da un punto di vista razionale?

R1: Non possiamo fidarci di nessuna teoria, perché razionalmente nessuna teoria può
essere dimostrata come vera.
R2: Come va situazione dovremmo preferire la teoria meglio controllata.
43) "Naturalmente, nello scegliere la teoria meglio controllata come base per l'azione, noi

1 Ciò significa che una proposizione può avere un ampio grado di veridicità, se derivato da una teoria ben controllata,
anche a prescindere dalla difficoltà che si possono incontrare nel controllare la proposizione stessa (P. 40)
2 Argomento un po' della minchia, ammettiamolo!
'ci fidiamo di essa', in qualche senso del termine. Essa può perciò essere perfino descritta
come la più 'affidabile' teoria a disposizione, in qualche senso del termine. Tuttavia ciò non
significa che sia 'affidabile'. Non è 'affidabile' almeno nel senso che noi dobbiamo sempre
fare del nostro meglio, anche nell'azione pratica, per prevedere la possibilità che qualcosa
possa essere sbagliato nelle nostre aspettative.”
Questa scelta non è razionale, nel senso che non può mai essere basata su buone
ragioni, ovvero che non esistono buone ragioni per attendersi che sia una scelta coronata
da successo. In tal senso resta difeso il risultato di Hume.
44) "nessuna teoria della conoscenza dovrebbe tentare di spiegare perché abbiamo
successo nei nostri tentativi di spiegare le cose.”
Kant aveva ragione a dire che le regolarità che cerchiamo sono psicologicamente a priori,
ma torto nell'assumere che fossero valide a priori.
Le aspettative infatti possono nascere senza ripetizioni.
45) "Del tutto indipendentemente, mi accorsi che la psicologia dovrebbe essere
considerata una disciplina biologica in particolare che è una teoria dell'acquisizione della
conoscenza psicologica dovrebbe essere considerata tale.” applicando alla psicologia il
metodo di preferenza indicato come soluzione per L3otteniamo il classico metodo “trial
and error”.
Il metodo per tentativi di eliminazione degli errori è basato su istinti innati.
“...sono interessato sopratutto alle idee, alle teorie, e trovo al confronto non importante se
uno 'crede' ad esse o no. E sospetto che l'interesse dei filosofi nella credenza risulterà
quella filosofia erronea che io chiamo 'induttivismo'.”

Riformulazione del problema psicologico dell'induzione

48) "Suggerisco che il sentimento di certezza -la forte credenza- che Hume ha tentato di
spiegare, era una credenza pragmatica; Qualcosa strettamente legato all'azione e alla
scelta fra alternative, o al nostro bisogno istintivo e l'attesa di regolarità.”
Generalmente siamo indotti a considerare le nostre credenze "pragmatica", in quanto non
prendiamo seriamente le probabilità che non possono indurci ad agire 3.
Le "forti credenze pragmatiche" sono il risultato il razionale di ripetizioni?
No, sono comunque innate.

Il problema tradizionale dell'induzione

1) come può l'induzione essere giustificata?


2) Come può essere giustificato un principio di induzione?
3) Come si può giustificare un principio di induzione del tipo "Il futuro sarà simile al
passato"?4

Il tentativo di Kant di spiegare come le proposizioni sintetiche possono essere valide a


priori è un tentativo di generalizzare i primi due punti.
51) "l'idea di un principio di induzione è quella di una proposizione - da considerare un
principio metafisico, o valido a priori o probabile, Oppure o forse una mera congettura -
che, se vera fornirebbe buone ragioni per la nostra fiducia nella regolarità.”
Ovviamente se la fiducia e la fiducia pratica ovvero quella che direzione non necessitiamo
di nessun tipo di principio di induzione, mentre se è quella razionale, il principio di
induzione è semplicemente falso.
"In verità nel secondo senso sarebbe paradossale.ci autorizzerebbe a fidarci della
scienza; mentre la scienza attuale si dice che solo sotto condizioni specialissime e

3 Vedi esempio del sole a pagina 49


4 Queste sono tre formulazioni del medesimo problema.
improbabili possono prodursi situazioni in cui possono essere osservate regolarità, o casi
di regolaritdi regolarità. In effetti, ci dice la scienza, tali condizioni capitano difficilmente
nell'universo, e se capitano da qualche parte […] sono soggette a presentarsi per periodi
brevi da un punto di vista cosmologico.”
53) La comprensione che tutta la cnoscenza è ipotetica ci induce a rigettare quindi il
principio di “ragion sufficiente”.
Conseguenza di questa accettazione fu che era sempre possibile immunizzare una teoria
dalle coputazioni, e che quindi era necessario adorrare delle regole metodologiche tali da
impedire questa “mossa difensiva”5.
D'altro canto anche l'opposto non è che faccia proprio bene: l'atteggiamento dogmatico.
"Il passo successivo fu l'applicazione dell'approccio critico alle proposizioni di controllo,
alla 'base empirica': sottolineai il carattere congetturale di tutte le osservazioni e
proposizioni di osservazione.”
Il conseguente connubio fra teoria e linguaggio sancisce il sodalizio fra empirismo e
metodo critico.
54) “Inoltre mi ha fatto comprendere che solo una teoria formulata (a differenza di una
teoria creduta) può essere oggettiva, e all'idea che proprio questa formulazione o
oggettività rende possibile la critica”

DUE FACCE DEL SENSO COMUNE:


UN'ARGOMENTAZIONE A FAVORE DEL REALISMO DEL SENSO COMUNE E
CONTRO LA TEORIA DELLA CONOSCENZA DEL SENSO COMUNE

59) "Scienza, filosofia, pensiero razionale, tutto deve cominciare dal senso comune.forse
però non perché il senso comune sia un punto di partenza sicuro: Il termine "senso
comune" chiuso qui un termine molto vago, semplicemente perché denota una cosa
magari mutevole - gli spesso adeguati o veri e spesso inadeguati o falsi istinti opinioni di
molti uomini.”
Il sc può venir modificato dall'avvento di una nuova teoria, la quale tuttavia può per un
certo periodo essere anche vista come “folle”, o, a seconda della sua complessità, non
essere mai accettata.
Noi tuttavia facciamo progressi grazie alla critica, ovvero omparando dai nostri errori.
59) “La mia prima tesi è Così così che il nostro punto di partenza è il senso comune, e che
il nostro grande strumento di progresso è la critica.”
60) Ma noi abbiamo sempre bisogno di una seconda teoria per dimostrare la falsità di una
prima, a meno che non si riesca a mostrare l'inconsistenza interna della teoria in
questione, quindi falsificarla usando sé stessa (caso che P definisce “critica immanente”).
In realtà se noi vogliamo dimostrare la falsità di una teoria possiamo assumere che sia
consistente, ma mostrare che produce conseguenze in attese indesiderabili, Che vi sia
una teoria rivale che contrasta con la prima, e che disponga di certi vantaggi rispetto a
quest'ultima.
“Questo è tutto ciò che ci occorre: appena abbiamo Turin concorrenza, siamo in pieno
dominio della discussione critica, razionale: scrutiamo le conseguenze delle teorie,
cerchiamo in particolare di scoprire i loro punti deboli – cioè conseguenze che pensiamo
possano essere errate.”
“Il problema fondamentale della teoria della conoscenza e la chiarificazione e
investigazioni di questo processo per cui, con cui si pretende, le nostre teorie possono
svilupparsi e progredire.”
61) Realismo (Cartesio): La credenza nella realt della propria esistenza non può

5 Detta anche “stratagemma o mossa convenzionalistico/a”


giustificare un'intera costruzione metafisica.
Un punto di partenza simile era condiviso da Locke e persino da Hume.
62) in verità noi apprendiamo di esistere, In un continuo processo di decodificazione ed
interpretazione. In tale processo non siamo mai al sicuro da interpretazioni errate o da
errori.
63) il realismo pretende di distinguere fra apparenza e realtà, ma anche la realtà avrebbe
differenti livelli (ad esempio quello di un'immagine riflessa in uno specchio). Le cose reali
sono poi divise in generi.
Per P il realismo non è né dimostrabile né confutabile.
L'idealismo nella sua forma più semplice è di fatto inconfutabile. Ne consegue
l'indimostrabilità del realismo.
65) la scienza sembra essere un buon argomento a supporto del realismo, ma dal
momento che il realismo stesso non è dimostrabile per Popper è più prudente chiamarlo
realismo metafisico che non scientifico.
67) (Contro l'idealismo) "la negazione del realismo porta alla megalomania (la più diffusa
malattia professionale del filosofo di professione).”
68) Popper è contrario a tutti gli -ismi (almeno quelli opposti al realismo), in quanto le
argomentazioni a loro supporto derivano tutte da un'erronea teoria della conoscenza; Ma
non per questo top Hair si dichiara dogmatico nei confronti del realismo.
69) Viene riportato un argomento di Churchill ritenuto da Popper valido contro
l'epistemologia soggettivistica6.
70) Pauperio ammette che bisogna puntare il più possibile alla verità, ma non la verità non
complicata da tecnicismi non necessari.l'idea di verità accettata da Popper è quella di
corrispondenza con i fatti (Tarski).
71) L'introduzione del meta linguaggio ci permette di asserire che P è una frase in un
linguaggio oggetto enunciato che corrisponde ai fatti se e solo se p, cioè è vera la
descrizione dello stato di cose nel linguaggio oggetto.
Imposta successivo e ammettere che la traduzione da un linguaggio oggetto ad un altro di
una proposizione implica il mantenimento del suo valore di verità.
Il vantaggio del modello proposto da Tarski è che ci definisce il fatto che deciso a cui
corrisponde una proposizione, ovvero il fatto che la proposizione del meta linguaggio è
vera. Allo stesso tempo ci toglie dall'imbarazzo nel caso di una proposizione falsa, che non
sarò legato a qualcosa come un non-fatto, ma piuttosto semplicemente non avrà una
relazione di corrispondenza un fatto, ma solo una descrizione.
72) "Sebbene fosse necessario il genio di Tarski per chiarire ciò, è divenuto ora
perfettamente chiaro che, se vogliamo parlare della corrispondenza di una proposizione a
un fatto, ci occorre un metalinguaggio in cui possiamo stabilire il fatto […] di cui parla la
proposizione in questione, e inoltre possiamo anche parlare della proposizione in
questione […]. E viceversa: è chiaro che se noi possediamo un metalinguaggio tale che
in esso possiamo parlare (a) dei fatti descritti dalle proposizioni di qualche linguaggio
(oggetto), con il semplice metodo di stabilire questi fatti, e anche (b) delle proposizioni di
questo linguaggio (oggetto) (usando nomi di queste proposizioni), allora possiamo anche
parlare di questo metalinguaggio della corrispondenza di proposizioni a fatti.”
Si può quindi dire in accordo con il senso comune che una proposizione è vera se e
solo se corrisponde ai fatti.
È da notare come per tasso questo modello non ci permette di parlare con certezza di
verità, perché per un linguaggio sufficientemente ricco non può esistere un criterio
generale di verità. Questo criterio vale per linguaggi artificiali "noi siamo cercatori di verità
ma non siamo suoi possessori7”.

6 C'è una certa circolarità nel modo in cui Popper non difende il realismo, ma rigetta l'idealismo "per la sua non
applicabilità", in quanto questo rimando in parte al problema della "base empirica”.
7 Che è un po' la versione di Popper di “noi non facciamo così qui”.
73) verisimiglianza: Combinazione della nozione di verità di tasso e la nozione di
contenuto logico di una proposizione, ovvero la classe di tutte le proposizioni logicamente
implicate da essa.
– La classe di tutte le proposizioni vere che seguono da una proposizione vera, che
non siano tautologia è detta contenuto di verità. Il contenuto di verità delle
tautologia qua essere soltanto zero ovvero consistere solo di altre tautologia.
– Saremo portati a identificare nel contenuto di falsità alla classe delle proposizioni
derivate da una proposizione che siano false, ma questo non rispecchierebbe la
struttura di detto contenuto, in quanto se la proposizione in questione fosse falsa
sarebbe sempre possibile dedurre proposizioni vere, quindi non siamo in presenza
di un sistema deduttivo completo.
– Puppo risolvere questo problema introducendo (Pag 75) la nozione di contenuto
relativ
– Sempre secondo il concetto di contenuto relativo opera analizza il caso della
congettura a con la conoscenza di sfondo S a un certo momento t. Il contenuto
relativo di una congettura a, dato S e zero se a contiene solo conoscenza di sfondo
nient'altro. Se a appartiene a S allora a,S = 0
– A questo punto possiamo definire il contenuto di falsità di a come il contenuto di
a dato il contenuto di verità di a.
– I contenuti sono confrontabili in particolar modo ricorrente alla probabilità
(condizionale) descritta da Popper nella logica della scoperta scientifica. Dal
momento che 0 < p > 1, ha senso parlare di confrontabilità in linea di principio,
poiché spesso i valori reali di p noi non li conosciamo.
– Il contenuto di una proposizione sarà tanto più grande quanto minore sarà la
probabilità logica p(a).
– possiamo ora introdurre una misura del contenuto di a definibile come ct(a,B) = 1-
p(a,B).
– da qui: ctv(a) = ct(Av) e ctf(a) = ct(a, Av)

79) Possiamo quindi definire la verisimiglianza di una teoria T 1 rispetta una teoria T2
quando i loro contenuti di verità e falsità sono confrontabili e:
– Il contenuto di verità ma non quello di falsità di T 1 è più piccolo di quello di T2
oppure
– Il contenuto di verità di T1 non è maggiore di quello dei due ma il suo contenuto di
falsità è maggiore.
In altre parole T2 è più vicino alla verità di T1 sì solo se da essa seguono più proposizioni
vere, ma non più proposizioni false o almeno altrettante proposizioni vere ma meno
proposizioni false.
Questo criterio prescinde dalla controllabilità delle teorie a confronto.
80) "ma la teoria più forte, la teoria con il contenuto maggiore, se neanche quella con la
maggior verisimiglianza a meno che il suo contenuto di falsità non sia anche più grande.”
Questa è la base logica del metodo scientifico: una teoria è tanto più ardita quanto
maggiore è il suo contenuto in quanto è più rischiosa, cioè si espone a confutazione.
(pag. 83 C'è un'interessante digressione sul confronto delle proposizioni di intervallo.)

84) va abbastanza da sé come scopo della scienza debba essere la ricerca di


verisimiglianza piuttosto che non della verità.
Il punto di Popper è mostrare che sebbene non si possono mai avere argomenti
sufficientemente buoni per pretendere di aver raggiunto la verità, ma si possono avere
argomenti forti ragionevolmente buoni per pretendere di essere unici avvicinati.
Fin qui il senso di Popper è stato cercare di riabilitare logicamente il realismo e il senso
comune, in modo da poter descrivere le teorie come "approssimazione alla verità", senza
correre il rischio di essere mal concepito oppure di dire qualcosa senza significato. Lo
sfondo teorico da cui Pauper prende le mosse è quello di tasso della sua riabilitazione
della teoria di verità come corrispondenza.
88) nel criticare la teoria del senso comune Popper fa leva sulla teoria della mente come
recipiente: la nostra mente originariamente vuota e acquisisce il suo materiale attraverso i
sensi dal mondo circostante8. Siano meno presenti idee innate nella mente, l'assunto base
della teoria della mente-recipiente e che tutta l'esperienza consiste di informazioni ricevute
attraverso i sensi.

È interessante osservare come questa teoria si sbagli essenzialmente in vari punti:

1) La conoscenza sembra essere fatta di cose o entità.


2) La conoscenza è prima di tutto in noi, cioè sono informazioni che abbiamo
internalizzato.
3) La conoscenza immediata e diretta, i dati ci giungono e sono assimilati in maniera
pura.
3 a) conseguentemente ogni errore è inteso come cattiva assimilazione di un
dato esterno. Siamo noi che in qualche modo colleghiamo questi dati con altri
non connessi o a loro volta non liberi da errore.
3 b) Ne consegue che la conoscenza è passiva, l'errore è attivo.
3 c) Tutto ciò quindi che esula la conoscenza immediata e passibile di errore.
4) Noi comunque necessitiamo di una conoscenza più alta, quella delle aspettative,
delle associazioni di idee o elementi.
5) L'associazione è rafforzato dalla ripetizione.
6) Questo processo appena descritto crea le aspettative.
7) Un sottogruppo di queste sono le credenze, una credenza avere la credenza di
un'associazione sempre infallibile, una credenza erronea una credenza in
un'associazione di idee che non si ripetono in maniera infallibile (sebbene ciò possa
essere avvenuto in passato).
92) l'errore principale di questa teoria è la ricerca della certezza: noi apprendiamo sempre
come districarci con i dati in nostro possesso, attraverso un procedimento che è sempre di
tentativi errori; I nostri complessi meccanismi di eliminazione dell'errore non ci devono
indurre a pensare che esistano dati di estrema affidabilità.

La teoria del senso comune non vede la differenza fra una conoscenza in senso
soggettivo, disposizioni aspettative è una oggettiva che può essere formulata
linguisticamente e quindi discussa criticamente.
96) la teoria della tabula rosa è pre-Darwiniana, per essa siamo nati con le nostre
disposizioni. Allo stesso modo se assumiamo la teoria del recipiente non esiste comunque
nulla di simile associazione o riflesso condizionato, questi sono il frutto di modificazioni.

98) "[…] argomentare che immediatezza o presa diretta stabiliscono la verità, o siano
criteri di verità, è l'errore fondamentale dell'idealismo.”
99) Sotto un certo punto di vista il Darwinismo è un po' tautologico, perché afferma che gli
animali sopravvissuti sono quelli ben adottati, no per ben adottati intende quelli che sono
riusciti a sopravvivere finora; c'è quindi una circolarità problematica.
!!! 99) “Chiariamo ciò che empirico nel Darwinismo ciò che non lo è. L'esistenza di un
ambiente con una certa struttura è empirica. Che questo ambiente muti ma non troppo
presto per lunghi periodi di tempo e non troppo radicalmente, è empirico; Se ciò è troppo
radicale il sole potrebbe esplodere in una nova domani e tutta la vita sulla terra ogni

8 Più elegantemente conosciuta come teoria della tabula rasa, anche se in effetti quest'ultima presupporrebbe l'assenza
totale di idee innate, che non costituisce un presupposto fondante nel modello di Popper.
adattamento avrebbe termine. In breve, non vi è nulla nella logica che spieghi la esistenza
di condizioni nel mondo sotto cui la vita il lento [...] adattamento all'ambiente siano
possibili. Ma dati organismi viventi sensibili mutamenti ambientali a condizioni in un
cambiamento, e assumendo che non vi è armonia prestabilita fra le proprietà degli
organismi quelle dell'ambiente il mutamento, possiamo dire qualcosa del genere. Solo se
gli organismi producono mutazioni alcune delle quali sono adattamenti e mutamenti
imminenti, così implicano la mutabilità. Essi possono sopravvivere; in questo modo
troveremo, finché troviamo organismi viventi in un mondo in mutamento, che quelli qui
capita di vivere sono abbastanza ben adattati loro ambiente. Se il processo di
adattamento andato avanti per un pezzo, allora la rapidità, finezza e complessità
dell'adattamento ci può colpire come miracolosa. Tuttavia, il metodo dei tentativi di
eliminazione degli errori, che conduce a tutto ciò si può dire non sia un metodo empirico,
ma appartenga alla logica della situazione. Questo, penso, spiega (forse un po' troppo
brevemente) le componenti logiche o a priori del Darwinismo.”
La formulazione linguistica delle teorie ci permette quindi di criticarle e di eliminarle senza
eliminare la razza umana. Si parla di amebe e Einstein.
Il metodo della scienza è il metodo critico
100) "E così l'epistemologia evoluzionistica ci permette di capire meglio sia l'evoluzione
che l'epistemologia finché coincidono con il metodo scientifico. Ci permette di capire
meglio su basi logiche.”
Visto l'inadeguatezza della teoria della tabula rasa, dobbiamo assumere che la crescita di
tutta la conoscenza consiste nella modificazione della conoscenza precedente.
La conoscenza non comincia mai dal nulla, ma sempre da qualche conoscenza di sfondo,
combinata con qualche problema.
La conoscenza nelle sue forme soggettive disposizionale in aspettativa. Secondo Puppino
essa consiste per lo più di disposizioni innate, e solo in minima parte in alcune loro
modificazioni.9
Da ciò un teorema:

Tutta la conoscenza acquisita, tutto l'apprendimento, consiste nella modificazione (anche il


ricatto) di qualche forma di conoscenza, o disposizione che vi era prima, e in ultima
istanza di disposizioni innate.

Da ciò un altro teorema, all'ultima moda tinto di rosso:

Tutto lo sviluppo della conoscenza consiste nel miglioramento della conoscenza esistente
che ha montato nella speranza di avvicinarsi di più al dito 10.

Quindi, poiché tutte le nostre disposizioni sono in qualche modo adattamento a condizioni
ambientali possono essere descritti come impregnate di teoria, perché si assumono un
significato di "teoria” sufficientemente ampio.
Anche i nostri organi di senso sono in qualche modo precostituiti in modo da ospitare una
teoria.

103) la teoria del senso comune, fino a molti contemporanei di Popper dava per scontato
che fosse un solo tipo di conoscenza quella posseduta da qualche soggetto, cioè una
conoscenza soggettiva.
Tale tipologia di conoscenza semplicemente non esiste.
Popper distingue tra CS, ovvero il modificarsi delle disposizioni interne dell'individuo, e la

9 "… E suggerisco inoltre che è nata anche la plasticità necessaria per queste modificazioni." (Pag 101)
10 Dove al posto di “dito” ci starebbe “vero”, ma non me la sento di correggere un errore così bello del programma di
dettatura!
CO, che sarebbe il contenuto logico delle teorie/congetture/supposizioni.
Quest'ultima risiede nel mondo3
Infatti abbiamo:

Mondo1: il mondo fisico


Mondo2: il mondo delle nostre esperienze consapevoli
mondo3: il mondo degli “oggetti teorici”, quali quelli che possiamo trovare ad esempio nei
libri.
Varie cose possone essere asserite intorno a mondo 3:
– In esso possono esistere problemi che sono anteriori alla loro traduzione nel
mondo2.
– Quindi mondo3 è autonomo, e in esso possono essere fatte scoperte in autonomia.
– Quasi tutta la nostra conoscenza del mondo due dipende dal mondo tre, teorie
linguisticamente formulate.
La teoria del senso comune ignora l'esistenza del mondo tre.
Due punti della teoria del senso comune:
a) La conoscenza è un tipo particolare di credenza o di opinione; è uno Stato speciale
della mente.
b) Affinché un tipo di credenza uno stato della mente a monte più che una mera
credenza, sia capace di sostenere la pretesa che ammonti un elemento di
conoscenza ,abbiamo bisogno che il credente sia in possesso di ragioni sufficienti
per stabilire che l'elemento di conoscenza sia vero con certezza.
(a1) La conoscenza soggettiva è un tipo di disposizioni di cui l'organismo può diventare a
volte consapevole nella forma di una credenza, un'opinione o uno stato della mente.
(a1) è accettabile.
Per quanto riguarda (b) solo una piccola parte della cO è conoscenza dimostrabile (ad
esempio le proposizioni dell'aritmetica), il resto è congetturale o ipotetico.
106) “Così (b) indica che se dovessimo tentare di generalizzare la teoria della conoscenza
propria del senso comune in modo tale da coprire la conoscenza oggettiva, allora solo la
conoscenza dimostrabile (se ve n'è) potrebbe essere ammessa come conoscenza
oggettiva.”, l'intero ambito della conoscenza scientifica ne resterebbe escluso 11.
108) la dottrina (B) identifica la ricerca della conoscenza con la ricerca della certezza.
Secondo Popper la conoscenza scientifica oggettiva congetturale o un suo analogo nel
sistema “trial and error” o di congetture e confutazione della nostra conoscenza
soggettiva.
Esiste un'idea di "certezza" pertinente con il senso comune che è eminentemente pratica ,
ovvero strettamente legata al necessità della situazione (come ad esempio fidarsi di un
orologio per l'ora). Noi leggiamo ogni giorno sulla base dell'importanza che assegniamo
alla verità o falsità delle nostre credenze.
109) "vi è una teoria soggettivistica della probabilità che assume che possiamo misurare il
grado della nostra credenza in una proposizione con le probabilità che saremmo pronti ad
accettare nelle scommesse.”
"Questa teoria è incredibilmente ingenua. Se mi va di scommettere se la posta non è alta,
potrei accettare qualsiasi probabilità. Se la posta è molto alta, potrei non accettare il fatto
di scommettere. Se non posso evitare di scommettere, ad esempio perché in gioco la vita
del mio migliore amico posso sentire il bisogno di rassicurarmi delle proposizioni più
banali.”
Escluse alcune semplici e valide prove nel terzo mondo la certezza oggettiva
semplicemente non esiste e quella del secondo mondo è sempre solo un riflesso di
un'esperienza.
111) dal punto di vista della conoscenza oggettiva tutte le teorie rimangono che ciò
congetturali, ma dal punto di vista pratico possono essere discusse criticate e controllate

11 In sostanza si ridurrebbe tutto a qualcosa di appartenente al mondo2.


meglio di qualunque cosa su cui siamo abituati ad agire o considerarla come certa.
Questo passaggio spiega il perché le teorie siano vere e false, ma anche abbiano un ruolo
strumentale, per cui di esse ci serviamo con un adeguato grado di certezza.

112) Abbiamo visto quindi che il metodo della scienza parte da congetture procede
attraverso tentativi di confutarli, il contenuto di verità di una teoria non garantisce un
aumento di di verisimiglianza, poiché il suo aumento è solo esclusivamente logico, la
verisimiglianza è dipendente dal non aumentare del contenuto di falsità.
113) una teoria non può mai avanzare pretese di essere vera, ma solo di essere la
migliore in un dato tempo t.
114) noi non possiamo mai giustificare razionalmente una teoria, ma possiamo giustificare
razionalmente una preferenza verso di essere un insieme di teorie in competizione in un
dato momento. In altre parole che la teoria sia la miglior approssimazione alla verità
possibile.
115) Mah...
123) tutto questo spiega l'approccio serve spiegare l'approccio all'induzione di Hume: non
esiste alcuna garanzia che è una regolarità corrisponda un principio per cui esso debba
ripetersi in assoluto nel futuro, perlomeno non esiste dal punto di vista logico, chiaramente
noi tendiamo a dare fiducia alle regolarità (vedi certezza psicologica" a causa del nostro
modo di vedere il mondo. Questo meccanismo è biologicamente utile (se non
indispensabile), ma di fatto è totalmente irrazionale.

125) Popper su Kant, divisione proposizioni analitiche/sintetiche e a priori/posteriori:

K: “è l'intelletto che impone le sue leggi alla materia sensibile, creando l'ordine della
natura”.
Di fatto, dal punto di vista del realismo del senso comune si poteva conservare molto
dell'ydea di Kant, le leggi di natura sono infatti i nostri intenzioni dateci geneticamente a
priori, ma non sono valide a priori.
126) "noi tentiamo di imporre la natura.spesso falliamo, speriamo con le nostre congetture
sbagliate, ma talvolta non veniamo abbastanza vicini alla verità per sopravvivere con le
nostre congetture.e a livello umano, quando è a nostra disposizione linguaggio descrittivo
e argomentativo, possiamo criticare sistematicamente le nostre congetture. Questo è il
metodo della scienza.”
127) "il problema dell'induzione di Hume consiste di due elementi:

a) La questione della giustificazione della validità della pretesa di aver stabilito con
certezza, o almeno con probabilità la verità di una regola o generalizzazione, o
almeno la probabilità della sua verità da evidenze singole;
b) La tesi che l'induzione è connessa con la ripetizione (che la ripetizione è connessa
con il rafforzamento delle associazioni). “

Questi due problemi non sono sovrapponibili, in quanto il primo riguarda l'aspetto logico
del problema dell'induzione di Hume, mentre il secondo l'aspetto psicologico.

Le risposte di Hume:

a) L'induzione è completamente invalida come inferenza, non esiste un argomento


logico a suo sostegno.
b) L'induzione gioca un ruolo fondamentale nella vita pratica, perché noi ci basiamo
costantemente sulla ripetizione, la cui associazione è il meccanismo principale
dell'intelletto.
Il paradosso insito in queste risposte indusse H ad abbandonare l'idea dell'umanità come
razionale12.
MA dunque noi agiamo secondo ragione? Sì perché seguiamo le teorie, quelle belle, le
migliori disponibili al momento.
H aveva quindi ragione per (a), ma torto per (b).
La differenza fra il punto di vista di P e lo scetticismo risiede nel fatto che il primo non nega
affatto la conoscenza, o il suo accrescimento.
135) lo stato del nostro punto di vista sulla realtà propria del senso comune non è
sensualmente diverso da quello delle percezioni impressioni immediate di una città come
sicure: conoscenza congetturale; e diviene parte del nostro sistema organico con il
metodo dei tentativi di eliminazione dell'errore.
Non abbiamo bisogno di argomentare, come faceva Hume dall'intuizione, il realismo,
quest'ultimo non è irrazionale.
137) viene analizzata l'inconsistenza in termini di calcolo delle probabilità nel confronto fra
due teorie, inconsistenza che non si presenta laddove venga assunta la verisimiglianza
come criterio di paragone.
138) il grado di corrobora azione di una teoria è un'indicazione della verisimiglianza (al
tempo t).

12 Sì, in effetti H era un po' incline ad drama.


EPISTEMOLOGIA SENZA SOGGETTO CONOSCENTE

150) "Pertanto, ciò che io chiamo "terzo mondo" ha ovviamente molto in comune con la
teoria di Platone delle forme o idee, e quindi anche con lo spirito oggettivo di Hegel,
sebbene la mia teoria differisca radicalmente, e per alcuni aspetti decisivi, da quella di
Platone e da quella di Hegel. Essa si avvicina maggiormente alla teoria di Bolzano di un
universo di proposizioni in sé e di verità in sé, sebbene si diversifichi pure da questa. Il
mio terzo mondo somiglia molto strettamente all'universo di Frege di contenuti i tipi di
pensiero.”
151) "La maggior parte di quanti si oppongono alla tesi di un aggettivo terzo mondo,
ammettono, ovviamente che ci siano problemi, congetture, teorie, argomentazioni, riviste
e libri. Ma costoro, di solito, affermano che tutte queste entità sono, nella loro essenza,
espressioni simboliche o linguistiche di stati mentali soggettivi, o di disposizioni di
comportamento ad agire in un certo modo; ed asseriscono, inoltre, che queste entità sono
mezzi di comunicazione, vale a dire strumenti simbolici o linguistici per evocare negli altri
stati mentali simili o disposizioni di comportamento ad agire in modo simile.”
152) LA conoscenza scientifica appartiene al terzo mondo.
!!!153) "I due sensi del concetto di pensiero e le loro interessanti interrelazioni possono
venire illustrati da una citazione molto persuasiva da Heyting, il quale, a proposito dell'atto
con cui Brouwer inventò la sua teoria del continuo, scrive: “Se le funzioni ricorsiva e
fossero state inventate prime, egli [Brouwer] non avrebbe forse concepito la nozione di
successione di scelta arbitraria cosa che, a mio avviso sarebbe stata una sfortuna".
Da un lato questa situazione si riferisce ad alcuni processi mentali soggettivi di Brouwer
ed afferma che essi avrebbero potuto non darsi [...], se la situazione oggettiva del
problema fosse stata differente. Ed è così che Heyting menzione cerchi possibili influssi
sui processi mentali soggettivi di Brouwer, esprime inoltre la sua opinione a riguardo del
valore di questi processi soggettivi di pensiero. Ma qui è interessante notare che gli
influssi, qua influssi, debbano essere soggettivi: solo la conoscenza soggettiva, da parte di
Brouwer, delle funzioni ricorsive Avrebbe avrebbe potuto avere lo sfortunato il fatto di
impedirgli la scoperta delle successioni di scelta arbitraria.
D'altro canto il brano citato da Heyting indica una certa relazione oggettiva tra i contenuti
oggettivi dei due pensieri e teorie: Heyting non si riferisce alle condizioni soggettivi o
all'elettrochimica dei processi cerebrali di Brouwer, ma ad una oggettiva situazione
problematica in matematica e ai suoi influssi sugli atti di pensiero soggettivi di Brouwer.
che erano rivolti alla soluzione di questi problemi oggettivi. Ed io ti scriverei tutto ciò col
dire che l'osservazione di Heyting riguarda la logica situazionale oggettiva, o da
terzo mondo, dell'invenzione di Brouwer, che sempre l'osservazione di Heyting implica
che la situazione del terzo mondo può influenzare il secondo mondo.”
156) "La mia prima tesi per quanto essa sia stata soltanto illustrata in suo favore non vi
siano state argomentazioni, e che l'epistemologia tradizionale, col suo concentrarsi sul
secondo mondo, o sulla conoscenza in senso soggettivo, è il rilevante per lo studio della
conoscenza scientifica.
La mia seconda tesi è che ciò che è rilevante per l'epistemologia e lo studio dei problemi
scientifici delle situazioni problematiche, delle congetture scientifiche, delle discussioni
scientifiche delle argomentazioni critiche, del ruolo giocato dall'evidenza delle prove nelle
argomentazioni; e perciò dalle riviste e dei libri scientifici, e degli esperimenti della loro
valutazione nelle argomentazioni scientifiche.per dirla in breve, la mia seconda tesi
asserisce che lo studio di un terzo mondo di conoscenza oggettiva largamente autonomo
ed importanza decisiva per l'epistemologia.”
Terza tesi: un'epistemologia oggetti vista che studi il terzo mondo può gettare una luce
immensa sul secondo mondo, quello della conoscenza oggettiva, ma non vale il reciproco.
157) "E queste, dunque, le mie tre tesi principali. Alle tre principali da aggiungere altre tre
tesi d'appoggio.
La prima tesi è che il terzo mondo è un prodotto naturale dell'animale uomo, paragonabile
ad una tela di ragno.
La seconda tesi di appoggio è che il terzo mondo è largamente autonomo, anche se
costantemente noi agiamo su di esso ed esso agisce su di noi: È autonomo a dispetto del
fatto che sia un nostro prodotto e che abbia un forte effetto di feed-back su di noi; vale a
dire sul noi qua abitanti del secondo ed anche del primo mondo.
La terza tesi che appoggia e sostiene che la conoscenza oggettiva cresce attraverso
questa interazione tra noi stessi e il terzo mondo e che si dà una stretta analogia tra
crescita della conoscenza e sviluppo biologico e cioè l'evoluzione di piante e animali.”
160) "d'ora in poi chiamerò approccio "oggettivo" o approccio da "terzo-mondo" l'esame è
l'approccio della prospettiva dei prodotti, e cioè teorie ed argomentazioni. Chiamerò
approccio "soggettivo" o approccio da "secondo-mondo" l'approccio behaviouristico,
psicologico e sociologico alla conoscenza scientifica.”
L'approccio soggettivo è in gran parte è causale, le strutture oggettive sono causati dal
comportamento umano, questo gli dà un'apparenza di scientificità maggiore. “Sebbene io
ammetta che le strutture oggettive siano prodotti del comportamento sostengo che
ragionamento è sbagliato.in tutte le scienze, l'approccio ordinario è quello che va dagli
effetti alle cause.L'effetto origina il problema - il problema da spiegare, l' explicandum - e
lo scienziato cerca di risolverlo costruendo un'ipotesi esplicativa.”
162) “Pertanto, io ammetto che, finché appartengo al terzo mondo della conoscenza
oggettiva, un libro deve-per principio, virtualmente-essere in grado di venir compreso da
qualcuno… Ma non lo metto di più.”
164) Il sentiero viene formandosi spontaneamente, ma anche grazie a un meccanismo di
feedback fra gli scopi originali e risultati più o meno inintenzionali.
166) P1 → TT → EE → P2
“L'autonomia del terzo mondo e il feedback del terzo mondo sul secondo mondo ed anche
sul primo sono tra i fatti maggiormente importanti nella crescita della conoscenza.”

Le maggiori creazioni umane ad avere effetti di feedback sono la funzione argomentativa e


quella descrittiva del linguaggio.
Noi condividiamo con gli animali le seguenti funzioni:

1. auto-espressione.
2. segnalazione.

Queste due funzioni sono sempre presenti quando sono presenti anche quelle superiori,
ragion per cui è sempre possibile spiegare i fenomeni linguistici in termini di espressione o
comunicazione.

Le funzioni superiori:

3. descrittiva.
4. argomentativa.

Da (3) segue l'idea regolativa di verità, ovvero verità come corrispondenza.


Ulteriori idee regolative o valutative sono il contenuto, il contenuto di verità e la
verisimilitudine.

Senza lo sviluppo di un linguaggio descrittivo esosomatico (esterno al nostro corpo) non


può darsi un oggetto di discussione critica.
L'intero raziocinio, non meno che la nostra umanità, dipendono da queste funzioni
superiori.

1. Conoscenza soggettiva, consistente in certe disposizioni innate ad agire, e nelle


loro modificazioni acquisite.
2. Conoscenza oggettiva, come, per esempio, la conoscenza scientifica, consistente
in teorie congetturali, in problemi aperti, in situazioni problematiche e in
argomentazioni.
Il lavoro della scienza è volto all'accrescimento della CO. Ed è un'opera fallibile.

Platone è ritenuto lo scopritore del terzo mondo, ma il suo mondo essendo di origine
divina ed immutabile, è ben lontano da quello di Popper. Ed inoltre dovrebbe fornirci
spiegazioni ultime, cosa decisamente incompatibile con la visione del Nostro.

La conseguenza di tutto ciò sta nel noto problema del nominalismo (essenzialismo):

La famosa tabella:
Un po' meglio fa Hegel: le sue “idee”, prodotti dello Spirito (oggettivo ed assoluto), i quali
sono soggetti, almeno qui, a mutamenti.
Tuttavia:
– l'uomo non è creativo: ma è mosso dallo spirito ipostatizzato. Non esiste feedback.
– Lo schema P1 → TT → EE → P2, assomiglia un po' alla dialettica, ma differisce per
il procedere attraverso la critica. La dialettica di Hegel incorpora le contraddizioni al
suo interno.
– Lo spirito di Hegel è dotato di coscienza, cosa che figuriamoci se mondo3 ha.
Frege con la faccenda dei contenuti di pensiero ha fatto una buona distinzione, ma in un
certo senso non si è mai occupato di epistemologia in senso stretto.
L'empirismo invece ha commesso l'errore di essersi fondato su di una credenza. Il
principale problema è che qua, chi abbraccia l'idea di provare una credenza, deve rifiutare
il terzo escluso (176).
180) (“B risolse il problema tracciando una netta distinzione tra la matematica come tale e
la sua espressione e comunicazione linguistica. Egli considerò la matematica in se stessa
come un'attività extra-linguistica, essenzialmente come un'attività di costruzione mentale
sulla base della nostra intuizione pura del tempo.")
Questa teoria risolse alcuni problemi:
– Epistemologici: sulla fonte della certezza matematica, di cui possiamo
intuitivamente vederne gli oggetti. La matematica è costruzione di costruzioni.
– Ontologici: viene definita la natura degli oggetti matematici. Ora situati nel mondo2
(costruttivismo).
– Metodologici e metereologici: Possiamo distinguere due tipi di interessi nella
matematica: verso la verità falsità delle proposizioni verso l'esistenza di prove dei
singoli teoremi. Nel primo caso l'interesse porta ad una matematica di tipo
platonico, nel secondo caso le prove sono oggetti matematici in sé. Ne consegue
l'impossibilità di un mondo autonomo per gli oggetti matematici.
(1: no il linguaggio ci garantisce la criticabilità, e quindi l'oggettività della matematica)
(2: L'esistenza del linguaggio permette agli oggetti matemagici di sopravvivere nel
mondo3)
(3: nella critica è ammissibile l'uso di una logica forte, come quella classica)

190) Nella logica epistemica sopravvivono retaggi di epistemologia soggettivistica, in


espressioni come “p crede q”. Nell'ambito scientifico è più congruo parlare di espressioni
come “p cerca di capire q”, “p cerca alternative a q” ecc.

La probabilità oggi è intesa in senso soggettivistico, come estensione della logica


booleana, e misura o calcolo della conoscenza soggettiva, mentre l'algebra stessa è
misura di una conoscenza (soggettiva) certa. "Questa è una conseguenza che pochi
Bayesiani (così gli aderenti dell'interpretazione soggettiva del calcolo della probabilità
chiamano ora se stessi) terranno in gran conto.”
il problema è (per Poppe) che l'enunciato “io credo che X”, ha maggior dignità epistemica
rispetto a X (dove ad. es. X = “la neve è bianca”).

In fisica l'approccio soggettivo coincide senza dubbio con l'avvento della meccanica
quantistica, in particolar modo nel rapporto conoscenza-entropia (192). "Questo sviluppo
fu chiaramente accompagnato dallo sviluppo parallelo nella teoria dell'informazione, che
prese le mosse come una teoria perfettamente oggettiva di canali di comunicazione, ma
che più tardi fu connessa con il concetto soggettivistico di informazione di Szilard.” Per P il
punto di ingresso della teoria soggettiva della conoscenza fu la teoria soggettiva della
probabilità.
L'epistemologia da un punto di vista oggettivistico, diviene la storia dell'accrescersi della
conoscenza.
Una teoria può venir valutata sia a priori che a posteriori. A priori riguardo a quealche
nucleo pre-esistente di problemi, a posteriori rispetto alla verisimiglianza (contenuto di
verità ecc).
194) "La valutazione a posteriori di una teoria dipende interamente dal modo in cui essa è
resistita prove si vede di ingegnose.ma le prove si vede, a loro volta presuppongono un
alto grado di probabilità a priori o contenuto. Per questo la valutazione a posteriori di una
teoria dipende in larga misura dal suo valore a priori: le teorie che sono non interessanti a
priori non è necessario che siano provate, perché il loro basso grado di probabilità esclude
a priori la possibilità che possono venir sottoposte a prove realmente significative ed
interessanti.
D'altra parte, le teorie altamente probabili sono interessanti ed importanti anche se non
riescono a superare la loro prova: noi possiamo imparare un'immensità di cose da loro
insuccesso.il loro insuccesso può essere fecondo, perché questo può di fatto suggerire il
modo di costruire una teoria migliore.”
La valutazione è sempre critica, e ha come scopo scoperta ed eliminazione dell'errore.
Sebbene l'epistemologia da un punto di vista oggettiva altro non serva che
all'accrescimento del mondo3, da un altro punto di vista anche la biologia serve uno scopo
simile, con gli esseri viventi rappresentati come risolutori di problemi.
L'epistemologia classica è pre-darwiniana.
Anche la vita quindi procede secondo: P1 → TT → EE → P2

198) espressionismo epistemologico: tendenza a concepire gli oggetti di mondo3 come


espressioni di stati mentali.
(l'autonomia del mondo3 consiste nel fatto che esso esprime i suoi problemi).
201) Il nostro mondo2 è sempre di più l'anello di congiunzione fra mondo1 e mondo3.
Ci sono tre sensi il verbo apprendere: "scoprire", "invitare", "rendere abituale". Tutti e tre
sono forme di scoperte tutte e tre operano attraverso tentativo errore, con un elemento
casuale solitamente molto sopravvalutato (?). In ciascuno di questi modi il metodo è
Darwiniano.
202) La selezione è una spada a doppio taglio: non è solo l'ambiente che ci seleziona ma
siamo anche noi che selezioniamo e mutiamo l'ambiente, a livello umano noi facciamo ciò
attraverso la cooperazione con un nuovo mondo oggettivo nel suo insieme ovvero
mondo3.
Noi stessi il terzo mondo cresciamo attraverso una lotta di una selezione reciproca e
questo accade a livello genetico (?).

4 La teoria del pensiero oggettivo.

Il compito dei filosofi è arricchire le rappresentazioni del mondo producendo teorie


immaginative.
La filosofia occidentale consiste larga misura di rappresentazioni del mondo che sono
variazioni sul tema del dualismo corpo-mente e dei problemi di metodo ad essi connessi.
A differenziarsi da questo tema sono stati fatti VANI tentativi di sostituirli con un certo tipo
di monismo.
Altro tipo di deviazioni sono quelle pluralistiche.
Al solito, si va a parare nel terzo mondo.
Le teorie del terzo mondo → influenzano l'agire di tecnici → modificazioni nel mondo1.
Una delle funzioni più importanti del mondo due è quella di afferrare gli oggetti del mondo
tre.
Il fraintendimento riguardo al fatto che il mondo tre contenga idee soggettive nasce con lo
stesso Platone Infatti il filosofo greco non aveva capito che il terzo mondo non conteneva
solo concetti e nozioni universali ma anche verità o proposizioni matematiche (o nonna 13).
Gli stoici intuirono che linguaggio umano appartiene a tutti e tre i mondi.
Le teorie, o proposizioni, asserzioni sono le entità linguistiche più importanti del terzo
mondo. Gli stoici distinsero per primi fra il contenuto logico oggettivo di mondo3 e gli
oggetti di cui stiamo parlando (che possono appartenere a ENTRAMBI i tre mondi) 14.
Il cuore del mondo tre è il suo effetto di retroazione) (v. pag. 217)

Il cuore dell'ermeneutica nelle discipline umanistiche è la comprensione di oggetti


appartenenti a mondo3. Questo è un distacco rispetto al dogma per il quale gli oggetti
della nostra comprensione appartengono al mondo due. I processi di comprensione sono
stati psicologici soggettivi e devono essere distinti dal loro risultato che è l'interpretazione.
Quest'ultima può appartenere a mondo2 o a mondo3. L'interpretazione presa nel mondo3
sarà sempre una teoria. Quindi, come tale, un'interpretazione è sempre ancorata ad altre.
Idem per l'atto stesso del comprendere, laddove sia inteso come appartenente al mondo2.

L'atto soggettivo del comprendere per Popper:

1. Ogni atto soggettivo di comprensione è largamente ancorato nel terzo mondo.


2. Quasi tutte le considerazioni importanti che si possono fare a proposito di tale atto
consistono nel mettere in luce le sue relazioni con oggetti del terzo mondo.
3. Tale atto consiste principalmente di operazioni con oggetti del terzo mondo;
operiamo con essi come se fossero fisici.
219) Un processo mentale può essere analizzato solo in base agli oggetti di mondo3 a cui
è ancorato.

L'attività del comprendere può essere schematizzata con questo schema:

P1 → TT → EE → P2

Problema+sfondo teorico (mondo3) = situazione problematica.

221) "Desidero qui suggerire che l'attività di comprendere essenzialmente la stessa che
quella di risoluzione di qualsiasi problema. […] L'attività soggettiva implicata può essere
analizzata, deve esserlo, come un'operazione con oggetti oggettivi del terzo mondo.”
La metafora utilizzata è quella di un costruttore di ponti o case, che maneggia unità
strutturali semplici o complesse con strumenti semplici o meno. In questo caso strumenti e
unità strutturali appartengono al terzo mondo, e così viene spiegato l'atto del
comprendere.
222) "Sono pronto ad ammettere, tuttavia, che vi sono certe esperienze atteggiamenti
soggettivi che giocano un ruolo nel processo di comprensione.ho in mente cose come
l'enfasi: la scelta di un problema di una teoria come importante, anche se può non essere
esattamente il problema teoria sottoposto ad indagine; all'opposto: l'abbandono di una
teoria come rilevante piuttosto che come falsa; […] o forse anche l'abbandono di una
teoria come falsa e troppo rilevante per essere discussa esplicitamente. Logicamente
considerato ciò ammonta la proposta che la sua falsità e rilevanza dovrebbero essere
relegati sullo "sfondo" della discussione.
Una proposta simile, di relegare una teoria un problema è portata avanti e sei spesso con
me di espressivi ed emotivi.ci vede facilmente che, dal punto di vista dell'uso di oggetti del
terzo mondo, questi mezzi operano come una specie di abbreviazione: il linea di principio

13 Anche qui, ci sarebbe scritto "non", ma chi ha il coraggio di cambiarlo?


14 NB: vietato parlare di “espressione” e “comunicazione” quando si parla di oggetti di mondo3.
potrebbero essere sostituiti da una più dettagliata analisi della situazione problematica
oggettiva.il problema è che questa analisi può essere complessa, può occupare molto
tempo, può sembrare che non ne valga la pena, poiché il suo problema è proprio quello di
stabilire che vi sono irrilevanze15.
Questa analisi schematica di alcune sottolineature emotive tanto ad illustrare la pretesa
che anche tali sottolineature possono talvolta essere meglio compreso in termini di oggetti
del terzo mondo come situazioni problematiche.”
"Questa pretesa non dovrebbe essere confusa con una ancora più importante-che il
compito di spiegare stati psicologici come emozioni crea i suoi problemi teorici, da
risolversi con i suoi tentativi teorici: teorie (Cioè oggetti del terzo mondo) relative al
secondo mondo. Tuttavia ciò non dovrebbe essere preso a significare che possiamo
capire soltanto soprattutto le persone studiando teoria psicologica di esse relative; né ciò
significa riformulare o finanche restringere la mia tesi che in ogni tipo di comprensione,
inclusa quella delle persone e delle loro azioni, e quindi nella comprensione della storia
l'analisi di situazioni del terzo mondo è il nostro compito supremo.
(Questo è un passaggio interessante perché riconnette la logica della situazione, con la
teoria del mondo tre, è la critica di Popper allo storicismo.)
226) Scopo principale della comprensione storica alla ricostruzione ipotetica di una
situazione problematica storica.
228) “Ciò che chiamo situazione problematica di Galileo risultassero una faccenda
complessa.ammetto che la situazione problematica implica il problema delle maree, ma
con un ruolo specifico: la spiegazione delle maree deve servire come pietra di paragone
della teoria copernicana. […] il tentativo teorico di Galileo non cercava solo di spiegare il
mutamento delle maree; cercava di spiegarlo su un certo sfondo e, inoltre, entro un
contesto teorico dato.
Così risulta che, per risolvere il nostro problema di comprensione (Pc), dobbiamo
investigare un oggetto del terzo mondo piuttosto complesso. L'oggetto consiste nel
problema delle maree […] insieme con la sua collocazione il tuo sfondo il suo contesto: è
questo oggetto complesso che io chiamo la situazione problematica.”
Questa situazione in sostanza consisteva nel tentativo di trovare una spiegazione fisica (le
leggi di inerzia e la legge di conservazione dei moti rotatori) per il modello copernicano; Il
che, nonostante evidenti lacune di cui lo stesso Galileo era consapevole, probabilmente
costituiva un ottimo tentativo, in quanto giustificava una teoria sulla base più ristretta
possibile (esponendola così alla maggior falsificazione).
La parte più interessante sta nel perché Galileo abbia rigettato L'ipotesi dell'attrazione
lunare: in effetti cercare una spiegazione che coinvolgesse più corpi celesti rispetto alla
sola terra implicava una base meno ristretta, Pertanto senza il fallimento dell'ipotesi di
Galileo non avremmo mai potuto dimostrare l'inadeguatezza di una spiegazione basata sui
moti della terra.
Questa è la comprensione storica di G. e tale spiegazione è basata solo ed
esclusivamente su di un'analisi situazionale.
Cosa possiamo imparare da tutto ciò?
– La ricostruzione della situazione problematica è di vitale importanza per la
comprensione dello sfondo teorico, importante che maggiore per le teorie senza
successo rispetto a quelle che hanno successo.
– La ricostruzione della situazione problematica ha essa stessa carattere di
congettura. Il problema qui in oggetto è il problema di comprendere la teoria (di
GalileoGalileoFigaroMAGNIFICO-O-O).
– Quest'ultimo problema a un livello più alto del problema iniziale: si tratta infatti di un
meta-problema, la teoria designata a risolvere il problema è quindi una metateoria.
– Ogni tentativo di comprendere la teoria è destinato ad aprire un indagine storica su

15 Questo posto è interessante perché in esso Pauper sembra accennare a delle euristiche di un certo tipo.
questa teoria è il suo problema, che diviene quindi oggetto di indagine.
– La storia della scienza dovrebbe essere trattato in una storia di teorie, ma come
una storia di situazioni problematiche e di loro modificazioni.
– Dobbiamo sempre distinguere chiaramente tra i ketaproblemi e le metateorie dello
storico della scienza e i problemi e le teorie degli scienziaty.
Non esistono problemi comuni ad entrambi i livelli!!! un metateorico è libero di
utilizzare una qualsiasi teoria per spiegare la teoria (base) che gli interessa. Questo
metodo nega la possibilità di raccogliere modelli teorici e processi di pensiero del
mondo2.
– 235) "Il settimo e forse più importante. Riguarda ciò che ho talvolta descritto come
logica situazionale o analisi situazionale.(il secondo nome può essere preferibile
perché il primo può sembrare suggeriscono teoria deterministica dell'azione umana;
è ovviamente lungi dalle mie intenzioni suggerire qualcosa di simile).
Per analisi situazionale intende un certo tipo di spiegazione tentativo o congetturale
di qualche azione umana che si riferisca alla situazione in cui la gente si trova.
Porca madonna, Ci voleva tanto?
Può essere una spiegazione storica: possiamo forse vuole spiegare come e perché
ho una certa struttura di Desy è stata creata.bisogna riconoscere che nessun
azione creativa può essere mai pienamente spiegata. Tuttavia, possiamo tentare,
congetturalmente di dare una ricostruzione idealizzata della situazione problematica
in cui l'agente si è trovato a rendere in quella misura l'azione "comprensibile” (o
“razionalmente comprensibile”), Cioè, adeguata alla situazione com'è lì la vedeva.
Questo metodo di analisi situazionale può essere descritto come un'applicazione
del principio di razionalità.
Sarebbe un compito per l'analisi situazionale distinguere fra la situazione come la
vedeva L'agente, è la situazione qual'era (ambedue, ovviamente congetturate).
Così lo storico della scienza non solo 30 di spiegare con l'analisi situazionale la
teoria proposta da uno scienziato come adeguata, ma può anche tentare di
spiegare il fallimento dello scienziato.
In altre parole, il nostro schema di soluzione dei problemi per congetture e
confutazioni o uno schema simile può essere usato come una teoria
esplicativa delle azioni umane, dato che possiamo interpretare un'azione
come un tentativo di risolvere un problema.
Così la teoria esplicativa dell'azione consisterà perlopiù di una ricostruzione
congetturale del problema del suo sfondo. Una teoria di questo tipo può ben essere
controllabile.”
PER POTER COMPRENDERE un qualsiasi problema scientifico dobbiamo comprendere
un problema vivo, cosa possibile solo tentando (senza successo) di risolverlo.
Sostanzialmente quello che può per cui sostiene e che per cimentarsi con una situazione
problematica occorre avere un'esperienza di quello che è il cimentarsi con un problema
aperto. Lo stesso parrebbe valere per quanto riguarda l'applicazione di sfondi teorici
diversi a determinati problemi.
241) "Ora vi sono due cose da dire sulla storia della scienza.una, che sono una persona
che comprende la scienza (cioè problemi scientifici), può comprenderne la storia; e l'altra
che solo una persona che a qualche reale comprensione della sua storia (La storia delle
sue situazioni problematiche) può comprendere la scienza.“
244) Collingwood e Popper: centralità situazionale, ma in C è essenziale la ricostruzione
dei processi mentali, in Popper la logica (perché crede nel mondo3).
"L'analisi della situazione da parte dello storico la sua congettura storica, in questo caso è
una meta teoria relativa il ragionamento dell'imperatore. Essendo ad un livello differente
dall'isolamento dell'imperatore, e se non lo rivive, ma cerca di produrre una ricostruzione
idealizzata e ragionata di esso, o mettendo elementi essenziali forse sviluppandolo. Così il
meta problema centrale dello storico è questo: quali erano gli elementi decisivi della
situazione problematica dell'imperatore? Nella misura in cui lo storico riesce a risolvere
questo mega problema, egli comprende la situazione storica.
Così ciò che li deve fare in quanto storico non arrivi per esperienze passate, non mettere
in ordine argomenti oggettivi pro e contro la sua analisi situazionale congetturale.”
il vantaggio di questo approccio è che funziona anche quando l'atto in questione è difficile
da rivivere (ad esempio perché troppo crudele).
“Il compito dello storico è Perciò ricostruire la situazione problematica come appariva
all'agente di modo che le azioni dell'agente divengano adeguate alla situazione.”

Lo scopo della scienza

Nuvole ed orologi

279) "Con le nuvole intende rappresentare sistemi fisici che, al pari di gas sono altamente
regolari, disordinati più o meno imprevedibili. Supporrò che abbiamo davanti annoi uno
schema arrangiamento in cui una nuvola molto disturbato e disordinata è situata sulla
sinistra. […] alla sua destra, possiamo porre un pendolo molto esatto, un orologio di
precisione, con il quale intendiamo rappresentare i sistemi fisici regolari, ordinati ed
altamente prevedibili nel loro comportamento.”
L'esempio nuvola potrebbe venir impiegato per spiegare un principio olistico, ma di fatto
non è proprio così, anzi è esattamente il contrario.
LA rivoluzione Newtoniana: Tutte le nuvole sono orologi → determinismo fisico.
284) Peirce oltre a fare ottimi pre, ipotizzava l'esistenza sempre e comunque di un
elemento di imperfezione anche nei sistemi più orologevoli.
288) L'incubo del determinista: Se tutto il mondo fisico è determinato da leggi precise tutto
ciò che noi facciamo, i nostri pensieri e azioni di influenze non sortono alcun effetto.
Il determinismo fisico, ammette P, fu un sogno, poi tramutatesi in incubo. Il determinismo
psicologico invece fu solo un castello in aria.
Il determinismo fisico distrugge ogni idea di creatività.
298) P si definisce indeterminista fisico. Ma afferma anche che l'indeterminismo non può
essere tutto, o che insomma, il caso non basta a spiegare qualsiasi cosa.
304-succ.) Per determinare come noi riusciamo a rapportarci alla libertà come rapporto
casualità/controllo (controllo plastico, lo chiama Popper), dovrebbe presupporre una nuova
teoria evoluzionistica, diversa da quella indeterministica.

312) Riguardo alle 4 funzioni del linguaggio: le due superiori controllano le due inferiori
attraverso un controllo plastico.
314) Parte della funzione dei contenuti e significati è di controllarci.
Il controllo è plastico perché noi possiamo controllare le nostre teorie, non dobbiamo
obbedire ciecamente (effetto feedback).
Ogni organismo è un insieme di controlli plastici: un insieme di nuvole controllate da
nuvole.
322) Einstein in sostanza è un'ameba con spirito critico.
329) (dopo un lungo pippone sui controlli plastici) “…come, in sistema con controlli
plastici, i sottoinsiemi, quello controllante e quello controllato, interagiscono, così anche le
nostre soluzioni provvisorie interagiscono con i nostri problemi e dunque con le nostre
finalità. Questo significa che le nostre finalità possono cambiare che la scelta di una
finalità può diventare un problema; finalità differenti possono entrare in competizione,
finalità nuove possono essere inventate controllate attraverso il metodo del tentativo
dell'eliminazione dell'errore.”
330) Il mondo chiuso: → deterministico, stutturato per leggi
→ indeterministico, governato da leggi del caso.

Mondo aperto (Poppe) → governato da controlli plastici.

7 L'EVOLUZIONE E L'ALBERO DELLA CONOSCENZA 16

344) P ribadisce l'idea di una conoscenza innata, quale generatrice dei primi problemi (che
per P sono la base della conoscenza).
345) “Come possiamo allora produrre una soluzione adeguata? Ovviamente, non
possiamo. Dobbiamo anzitutto familiarizzarci meglio con il nostro problema. Ma come?
La mia risposta è molto semplice: producendo una soluzione inadeguata, indicandola.solo
in questo modo possiamo arrivare a comprendere il problema.infatti comprendere un
problema significa comprenderne le difficoltà; comprende nelle difficoltà significa
comprendere perché esso non sia facilmente risolubile - Perché le soluzioni più ovvie non
funzionino. Dobbiamo perciò produrre queste soluzioni più ovvie; dobbiamo criticarle, allo
scopo di trovare perché esse non funzionino.
347) la conoscenza procede attraverso un processo di “selezione naturale delle ipotesi”.
"Affinché ciò possa essere visto subito sottolineerò le differenze fra l'albero
dell'evoluzione, e quello che potrebbe chiamarsi il crescente albero della conoscenza.
L'albero dell'evoluzione si sviluppa da un tronco comune in sempre nuovi rami è come un
albero genealogico: il tronco comune formato dei nostri antenati comuni unicellulari, gli
antenati di tutti gli organismi. I rami rappresentano sviluppi successivi, molti dei quali si
sono, per usare la terminologia di Spencer, “differenziati” In forme altamente specializzate
ognuna delle quali è così "integrata" che può risolvere le sue difficoltà particolari, se hai
problemi di sopravvivenza. […] Ma se noi ora confrontiamo questi crescenti alberi
evoluzionisti con la struttura dello sviluppo della nostra conoscenza, troviamo allora che
l'albero crescente della conoscenza umana ha una struttura estremamente differente. […]
La pura conoscenza (o la "ricerca fondamentale", come talvolta viene chiamata) si
sviluppa in modo molto diverso.si sviluppa perlopiù in direzione opposta a questa
crescente specializzazione e differenziazione. Come notò HS, S largamente dominato da
una tendenza verso una crescente integrazione in teoria unificate.” L'albero della
conoscenza è come un albero che abbia le radici che crescono nell'aria e alla fine tendono
ad unirsi in un tronco comune17.
349) “Nella ricerca della conoscenza pure il nostro scopo è, molto semplicemente, di
comprendere, di rispondere a questioni sul come e sul perché. Queste sono questioni cui
si risponde dando una spiegazione.così tutti i problemi di conoscenza pura sono problemi
di spiegazione.”
“I problemi di spiegazioni sono risolti proponendo teorie esplicative; è una teoria
esplicativa può essere criticata mostrando che essa è o in se stessi in consistente o
incompatibile con i fatti e incompatibile con qualche altra conoscenza.tuttavia questa
critica assume che ciò che desideriamo trovare sono teorie vere-teoria che concordino con
i fatti.” → verità come corrispondenza con i fatty, la quale rende possibile la critica
razionale.
357) "La teoria della selezione naturale è una teoria storica: costruisce una situazione in
mostra che hai dato a quella situazione in queste cose la cui esistenza desideriamo
spiegare al mio effetti la probabilità di accadere.
Per metterla in modo più preciso, la teoria di Darwin è una spiegazione storica
generalizzata.questo significa che si suppone la situazione sia tipica piuttosto che unica.
Così può essere possibile costruire a volte un modello semplificato della situazione.”
359) L'induzione non esiste. Noi non agiamo secondo induzione (Hume), ma agiamo

16 Sempre sostenuto che Popper in realtà fosse un po' Terrence Malick.


17 Cioè in pratica è più un troiaio che un albero.
attraverso un meccanismo di selezione delle ipotesi che simula l'induzione.
360) Congettura storica generalizzata di Poppe.
Dualismo genetico: distinzione fra dotazione genetica innata e propensione all'utilizzo.
Monismo genetico: l'opposto.

8 UNA CONCEZIONE REALISTICA DELLA LOGICA, DELLA FISICA E DELLA STORIA.

L'uomo non ha modificato di molto il proprio mondo, ma ha creato gli oggetti del mondo3.
381) Si procede col solito schema p/tt/ee/p2, sottolineando come una teoria possa portare
al progresso se presenta uno scarto fra vecchi e nuovi problemi.
383) La differenza tra teoria e mito sta nella diversa tradizione critica.
Inoltre la tradizione scientifica è ispirata dal realismo scientifico, ovvero dal trovare
soluzioni vere ai suoi problemi.
Riduzione: l'inclusione di un ambito di studio all'interno di un altro.
388) “La riduzione "buona" o "scientifica" è un processo in cui apprendiamo molte cose di
grande importanza: apprendiamo a capire a spiegare le teorie relative al campo da ridurre
(In questo caso la chimica) e apprendiamo molto il rapporto alla potenza delle teorie
riducenti (in questo caso la fisica).
È concepibile, sebbene non ancora certo, che la riduzione della chimica alla fisica però
piano successo.è anche concepibile, sebbene meno probabile, che possiamo avere un
giorno buone riduzioni della biologia, inclusa la fisiologia, alla fisica, della psicologia alla
fisiologia, e quindi alla fisica.
Chiamo riduzione cattiva o ad hoc il metodo di riduzione con mezzi meramente linguistici;
per esempio il metodo del che suggerisce che postuliamo ad hoc l'esistenza di stati
fisiologici per spiegare i comportamenti che noi abbiamo spiegato precedentemente
postulando (sebbene non postulando ad hoc) stati mentali. O, in altre parole, con lo
stratagemma linguistico di dire che io riferisco sul mio stato fisiologico quando riferisco
che ora sento che comprendo l'equazione di Schrødinger.”
Meglio fanno i comportamentalisti e i materialisti, i quali sono anti-idealistica; tuttavia
sebbene per loro l'equazione

essere = essere osservabile (percepi)

Sì è da respingere, per loro l'equazione corrispondente rimane

essere = essere percepito

Dal momento che ammettono l'esistenza solo di ciò che può essere osservato,
rinunciando a tutto quel bagaglio teorico presente nel mondo 3.
390) "Non è la scienza, ma la filosofia dubbia (o scienza fuori moda) che porta
all'idealismo, al femminismo e al positivismo; o al materialismo e al comportamentismo, o
qualsiasi altra forma di antipluralismo.”

Il riduzionismo è difficilmente applicabile all'evoluzione, dal momento che ogni nuovo


posso in senso evolutivo è connesso a una situazione problematica.

394) "In effetti, comprendere una teoria è qualcosa come un compito infinito, così
possiamo ben dire che è una teoria non è mai compresa pienamente, anche se alcuni
possono comprendere estremamente bene alcune teorie. Comprendere una teoria a, in
verità, molto in comune con il comprendere una personalità umana. Possiamo conoscere
comprendere abbastanza bene il sistema di disposizioni di un uomo; cioè a dire, possiamo
essere in grado di predire come gli gira bene 18 in un certo numero di situazioni differenti.
Ma dato che vi sono il numero illimitato di situazioni possibili, di varietà infinita, una piena
comprensione delle disposizioni di un uomo non sembra possibile.le teorie sono simili:
una piena comprensione di una teoria significherebbe comprendere tutte le sue
conseguenze logiche. Ma queste sono infinite in un senso non banale: vi sono
infinitamente tante situazioni di varietà infinita cui la teoria potrebbe essere applicabile […]
e molte di queste situazioni non sono mai state pensate; […] Il che mostra ancora che la
teoria, in senso logico, qualcosa di oggettivo e di oggettivamente esistente - un oggetto
che possiamo studiare, qualcosa che possiamo tentare di afferrare.”
396) "Il mio punto è che solo dopo aver riconosciuto la pluralità di ciò che via in questo
mondo possiamo seriamente cominciare Ad applicare il rasoio di Ockham.”
401) "Se voi risponderete alle critiche dicendo, "non mi piace la vostra logica: la vostra
logica può essere del tutto giusta per voi, ma io preferisco una logica differente, secondo
la mia logica questa critica non è valida", Allora potete mettere in pericolo il metodo della
discussione critica.”
La logica nelle scienze matematiche è utilizzata per la sua trasmissione della verità,
mentre nelle scienze empiriche per la trasmissione della falsità. Nel secondo uso
dovremmo usare la logica più forte che abbiamo 19!
Nelle prove matematiche è abbastanza ovvio adottare il riduzionismo, in quanto dobbiamo
sempre scoprire cos'è necessario per dimostrare un teorema. La “logica intuizionistica2
(Brouwer) è una forma indebolita di logica, ed è quindi utile per dimostrare più
strettamente i teoremi.
409) “Sebbene sia contro il pragmatismo come filosofia della scienza, metto volentieri che
il pragmatismo posto in risalto qualcosa di molto importante: la questione sia una teoria
qualche applicazione, sia per esempio potere predittivo. La prassi, come ho detto da
qualche parte, e di valore incalcolabile per il teorico come pungolo e al tempo stesso come
freno: è un pungolo perché ci suggerisce nuovi problemi, ed è un freno perché ci può
riportare sulla terra e alla realtà se ci siamo persi in voli teorici del tutto astratti della nostra
immaginazione.”
Un comune fraintendimento sulla teoria di Tarski è che sia intesa fornire un criterio di verità
(come sono stati la coerenza e l'utilità pragmatica), In realtà nel suo modo di vedere la
cosa il fatto che una proposizione sia decidibile o meno non può essere stabilito in un
linguaggio sufficientemente potente. Tuttavia il concetto di verità come corrispondenza è
stato riabilitato.
Il fatto che sia difficile provare la falsità di una teoria, impossibile essere sicuri della sua
verità fa sì che si preferisca il criterio di verisimiglianza.

cOMMENTI FILOSOFICI SULLA TEORIA DELLA VERITÀ DI tARsKI.

422) Popper fu particolarmente colpito da alcune conseguenze della teoria di tarsi in


particolare sottolineiamo due punti:

– La classe delle proposizioni vere è un sistema deduttivo.


– La classe delle proposizioni vere è un sistema deduttivo indecidibile premesso che
il linguaggio in esame sia abbastanza ricco.
425) Qualsiasi teoria che tratti della corrispondenza fra proposizioni fotti deve essere
formulate in linguaggio che oltre alle parole logica ordinaria per disposizione tre tipi di
espressioni:

18 “come egli agirebbe”, ma si sa...


19 La logica classica a due valori.
1) Nomi di proposizioni ovvero espressioni linguistiche di un linguaggio oggetto
2) Proposizioni che descrivono i fatti nel linguaggio oggetto, ovvero traduzione del
linguaggio oggetto nel metalinguaggio.
3) Termini denotanti i predicati di, relazioni fra i gruppi 1) e 2).
Un linguaggio che soddisfa questi punti è definito "meta linguaggio semantico".
Ricordiamo a margine che è un vantaggio di questa teoria è che permette di descrivere
anche la falsità in termini di corrispondenza ai fatti.
Inoltre i termini semantici del linguaggio oggetto possono essere termini sintattici del meta
linguaggio.
Poppe, in quanto realista, ritiene doveroso poter definire “realtà” come “corrispondenza
alla verità”.
Nota: La verisimiglianza nasce dalla combinazione della teoria della verità di Tarski con il
suo modello del calcolo dei sistemi.

Appendice

Il recipiente il faro:
due teorie della conoscenza

447) E alla scienza e all'osservazione, come atto intenzionale a giocare un ruolo decisivo
non la percezione. Ruolo centrale lo ha adozione di aspettativa, soprattutto quella di
aspettativa delusa, della quale possiamo anche non essere consapevoli. L'osservazione
presuppone le aspettative. Noi viviamo al centro di un orizzonte di aspettative. Questo
orizzonte può venir danneggiato dalle osservazioni, e deve poter essere ricostruito in
modo poi da risultare coerente con le osservazioni in questione.
L'ipotesi precede quindi l'osservazione: questa è la teoria della mente come faro.

Il compito della scienza è in parte teorico (spiegazione) e in parte pratico (predizione e


applicazione tecnica).
I vari metodi di spiegazione consistono in una deduzione logica, avente per conclusione
l'explicandum, e per premessa l'explicans.
457) "Così una spiegazione è sempre la deduzione dell'explicandum da certe premesse,
che si chiamano explicans.”
L'explicans consiste sempre nella combinazione di leggi universali e condizioni iniziali.
Per ogni spiegazione è sempre richiesta almeno una legge universale 20.
Qualsiasi ragione che possiamo stabilire a sostegno di un'ipotesi dev'essere diversa e
indipendente dall'explicandum, altrimenti si finisce di testa in un ragionamento circolare.
La teoria/legge è ciò che garantisce il legame logico fra ciò che chiamiamo causa e effetto.
"La proposizione "A è la causa di B" dovrebbe essere analizzata così: "vi è una teoria che
può essere testata controllata indipendentemente, da cui, in congiunzione con una
descrizione A controllata indipendentemente di una situazione specifica, possiamo
logicamente dedurre una descrizione B di un'altra situazione specifica".”

La scienza anche implicazioni pratiche, due di questi sono il fare petizioni, e l'avere
applicazioni tecniche. Entrambe queste applicazioni possono essere analizzati con lo
stesso schema delle spiegazioni.

– Derivazioni di predizioni. Si procede nella direzione esattamente opposta rispetto


alle spiegazioni, in quanto l'explicandum non ci è dato, mentre sono note teoria e
condizioni inizievoli. Ciò che ci interessa ottenere qui sono le predizioni.

20 La spiegazione data qui da Popper però è un po' del menga (p. 458).
– Applicazione tecnica. In questo caso ci vengono date delle specifiche S che
descrivono un dato stato di cose richiesto, e anche delle teorie fisiche necessarie
alla realizzazione del compito. In questo caso dobbiamo trovare le condizioni iniziali
che possono essere realizzate tecnicamente, tali per cui possono esserne dedotte
le specificazioni insieme alla teoria. Le specifiche S prendono quindi il posto
dell'explicandum21.
461) "Ciò rende chiaro come, da un punto di vista logico, sia la derivazione di previsioni
sia l'applicazione tecnica di teorie scientifiche possono essere considerate mere inversioni
dello schema di base della spiegazione scientifica.
Infine, ovviamente noi possiamo utilizzare lo schema per controllare gli explicans, per fare
ciò è sufficiente utilizzare una predizione P derivato dall'explicans, e confrontarla con un
fatto osservabile. In caso di mismatch l' explicans è falsificato, ma noi non sappiamo
ancora se ad essere falsa sia la teoria o siano in appropriate le condizioni iniziali.
Ovviamente non può valere questo discorso per la verificazione ecc ecc...
462) “E anche del tutto fuorviante considerare ogni "verificazione" di una predizione come
qualcosa di simile a una collaborazione pratica dell'explicans: sarebbe più corretto dire
che solo si fotte22 di "verificazione" di predizione che sono "inaspettate” [senza la teoria in
esame] Possono essere considerate corporazioni dell'explicans, e quindi della teoria.
Questo significa che una predizione può essere usata per corroborare una teoria solo se il
suo confronto con le osservazioni potesse essere considerato un serio tentativo di
controllare l'explicans - un serio tentativo di confutarlo.”

Infine, grazie a questo schema, possiamo differenziare i compiti della spiegazione teorica
da quelli della spiegazione storica.
Il teorico cerca di trovare leggi universali, utilizzando altre leggi e determinate condizioni
iniziali.
Lo storico è interessato a trovare descrizione di stati di fatto in certe regioni spazio-
temporali definite (Una sorta di condizione iniziale specifiche), e controllarne l'adeguatezza
o accuratezza. Per far ciò egli utilizza condizioni iniziali specifiche leggi universali di tutti i
tipi, ma spesso inconsapevolmente. La sua differenza dal teorico risiede nella natura del
problema indagato.
Il teorico ragiona su tre livelli: una legge universale che viene tenuta costante attraverso
tutti i controlli, leggi universali che variano da controllo a controllo, e condizioni iniziali che
vadano pure da controllo a controllo.

Lo storico ragiona pure su tre livelli: leggi universali che variano dal controllo e controllo,
determinate condizioni iniziali che variano dal controllo al controllo, delle condizioni iniziali-
corrispondenti al fenomeno storico da indagare-che restano comuni a tutti i controlli, dal

21 Ad ora questo è l'unico passo in cui io mi sia imbattuto in cui Popper faccia menzione al modo in cui si applica una
teoria scientifica.
22 Siffatte
quale vengono derivate, come nel caso del teorico delle predizioni.

Una spiegazione sarà quindi soddisfacente solo se le sue leggi universali possono essere
controllate indipendentemente dall'explicandum. Una teoria esplicativa soddisfacente
dovrà quindi asserire più di quanto già detto negli explicanda che ci hanno indotto ad
avanzarla. In altre parole le teorie devono almeno in linea di massima trascendere i casi
empirici che le hanno originate, perché altrimenti si cadrebbe in spiegazioni circolari.
La controllabilità delle teorie non è unica, ma strutturata secondo gradi e, la cui
progressiva ricerca sostanzialmente spiega il progresso della scienza.
La controllabilità di una teoria cresce con il suo grado di universalità così come il suo
grado di definitezza o di precisione. Infatti +1 teoria universale maggiore è il numero di fatti
intorno ai quali essa asserisce qualcosa, quindi maggiore la probabilità che sia falsificata.
Idem per la precisione: più una teoria asserisce cose definite più facilmente è
controllabile23.
Una nuova teoria può sempre nascere come tentativo di spiegare il fallimento di una più
vecchia.
Imposti in avanti nello sviluppo di teorie sembra fatto dall'introduzione di teorie astratte,
che non richiedono nient'altro che controlli indipendenti.
È importante distinguere un modello dalla teoria: modello è un tentativo di spiegare nuove
leggi in termini di vecchie leggi ben corroborate. I modelli possono essere molto utili ma è
necessario distinguere sempre un modello nuovo in un vecchio sistema di assunzioni
teoriche, da una teoria nuova cioè un sistema di assunzioni completamente nuovo.
469) "Il controllo procede prendendo la teoria sotto controllo e combinando la con tutti i tipi
possibili di condizioni iniziali così con me con altre teorie, confrontando quelle predizione
risultante con la realtà. Se questo porta ad aspettative deluse, confutazioni allora
dobbiamo ricostruire la nostra teoria.”
La delusione delle nostre aspettative in caso di falsificazioni gioca un ruolo
importantissimo.
470) "C'è un modo di formulare le teorie scientifiche che indica con particolare chiarezza la
possibilità della loro falsificazione: possiamo formularle nella forma di proibizioni
(proposizioni esistenziali negative) [...] si può mostrare che proposizioni universali
proposizioni esistenziali negative sono logicamente equivalenti.” In altre parole tutte le
leggi universali possono essere formulati come previsioni, che sono previsioni però solo
per i tecnici e non per lo scienziato, in quanto indicano i primi come procedere senza
sprecare le energie, mentre per il secondo sono solo una sfida per controllare e falsificare,
yn quanto lo stimolano a tentare di scoprire gli stati di fatto che esse proibiscono o
negano.

FIN

23 Questo spiega perché è preferibile sostituire proposizioni qualitative con proposizioni quantitative.

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